CREDITO VALTELLINESE SOCIETÀ COOPERATIVA Con sede legale e direzione generale in Sondrio, Piazza Quadrivio, 8 Codice Fiscale e Partita IVA n. 00043260140 - Iscritta al Registro delle Imprese di Sondrio al n. 00043260140 Iscritta all’albo delle banche al n. 489 Società capogruppo del Gruppo bancario Credito Valtellinese - Iscritto all’Albo dei Gruppi Creditizi al n. 5216.7 Capitale Sociale pari a Euro 1.532.967.617,34 PROSPETTO RELATIVO ALL’OFFERTA IN OPZIONE AGLI AZIONISTI E ALL’AMMISSIONE A QUOTAZIONE SUL MERCATO TELEMATICO AZIONARIO ORGANIZZATO E GESTITO DA BORSA ITALIANA S.P.A. DI AZIONI ORDINARIE DI CREDITO VALTELLINESE SOCIETÀ COOPERATIVA Il Prospetto è stato depositato presso la Consob in data 23 maggio 2014, a seguito di approvazione comunicata da quest’ultima con nota n. 0042829/14 del 22 maggio 2014. L’adempimento di pubblicazione del Prospetto non comporta alcun giudizio della Consob sull’opportunità dell’investimento proposto e sul merito dei dati e delle notizie allo stesso relativi. Il presente Prospetto è a disposizione del pubblico gratuitamente presso la sede legale di Credito Valtellinese S.c., presso tutte le filiali della Banca, nonché sul sito internet www.creval.it. AVVERTENZA Al fine di effettuare un corretto apprezzamento dell’investimento, gli investitori sono invitati a valutare gli specifici fattori di rischio relativi all’Emittente e alle società del Gruppo, al settore di attività in cui esso opera, nonché agli strumenti finanziari offerti. Per una dettagliata descrizione dei fattori di rischio relativi all’Emittente si veda la Sezione Prima - Capitolo 3 “Fattori di rischio” del presente Prospetto. Si richiama l’attenzione dell’investitore sui rischi connessi al deterioramento della qualità del credito e sui rischi connessi al Comprehensive Assessment (Sezione Prima - Capitolo 3, Paragrafi 3.1.2 e 3.1.3 del Prospetto). L’Emittente rientra tra i quindici istituti di credito italiani che saranno soggetti alla vigilanza unica da parte della BCE a partire dal novembre 2014 e che sono, quindi, attualmente sottoposti al Comprehensive Assessment (che include l’Asset Quality Review) della durata di un anno, condotta dalla BCE in collaborazione con le autorità nazionali competenti. Qualora, ad esito del Comprehensive Assessment e, più in particolare, ad esito dell’Asset Quality Review, condotti dalla BCE in collaborazione con la Banca d’Italia, non ancora noti alla Data del Prospetto, si dovessero rendere necessarie ulteriori rettifiche dei crediti anche significative potrebbero rendersi necessari ulteriori interventi di patrimonializzazione dell’Emittente. INDICE DEFINIZIONI ................................................................................................................................................... 8 GLOSSARIO ................................................................................................................................................... 12 NOTA DI SINTESI ........................................................................................................................................ 16 SEZIONE PRIMA ........................................................................................................................................... 27 DOCUMENTO DI REGISTRAZIONE SULL’EMITTENTE .................................................................. 27 1. PERSONE RESPONSABILI .................................................................................................................. 28 1.1 1.2 RESPONSABILI DEL PROSPETTO INFORMATIVO .................................................................................... 28 DICHIARAZIONE DI RESPONSABILITÀ .................................................................................................... 28 2. REVISORI LEGALI DEI CONTI .......................................................................................................... 29 2.1 2.2 REVISORI LEGALI DELL’EMITTENTE ....................................................................................................... 29 INFORMAZIONI CIRCA DIMISSIONI, REVOCHE DELL’INCARICO O MANCATO RINNOVO DELL’INCARICO ALLA SOCIETÀ DI REVISIONE ...................................................................................... 29 3. FATTORI DI RISCHIO .......................................................................................................................... 30 3.1 FATTORI DI RISCHIO RELATIVI ALL’EMITTENTE ................................................................................... 30 3.1.1 Rischi connessi all’adeguatezza patrimoniale ........................................................................................................................ 30 3.1.2 Rischi connessi al deterioramento della qualità del credito ...................................................................................................... 33 3.1.3 Rischi derivanti dallo svolgimento dell’Attività di Verifica della BCE sul Gruppo Creval ................................................... 40 3.1.4 Rischi connessi agli impatti derivanti dalle incertezze del contesto macro-economico e politico sull’andamento del Gruppo Creval 42 3.1.5 Rischio strategico di attuazione del Nuovo Piano Industriale ................................................................................................ 43 3.1.6 Rischi connessi all’andamento dei risultati del Gruppo Creval .............................................................................................. 46 3.1.7 Rischi connessi all’esposizione del Gruppo Creval al debito sovrano ...................................................................................... 47 3.1.8 Rischi connessi ai procedimenti sanzionatori nei confronti dei componenti degli organi sociali dell’Emittente e delle società facenti parti del Gruppo Creval ............................................................................................................................................ 49 3.1.9 Rischio di liquidità ............................................................................................................................................................... 50 3.1.10 Rischio di mercato ............................................................................................................................................................. 51 3.1.11 Rischi connessi ad assunzioni e metodologie di valutazione delle attività e passività finanziarie del Gruppo valutate al fair value 53 3.1.12 Rischio operativo ............................................................................................................................................................... 55 3.1.13 Rischi connessi alla capitalizzazione di attività immateriali ............................................................................................... 56 3.1.14 Rischio connesso al rating ................................................................................................................................................. 57 3.1.15 Rischi connessi alle attività fiscali per imposte differite ........................................................................................................ 58 3.1.16 Rischio connesso ai procedimenti giudiziari in essere ........................................................................................................... 59 3.1.17 Rischio connesso al trattamento contabile dell’interessenza nel capitale della Banca d’Italia ................................................ 62 3.1.18 Rischi relativi all’area geografica di riferimento del Gruppo Creval..................................................................................... 64 3.1.19 Rischi connessi al risk management ................................................................................................................................... 64 3.1.20 Rischi connessi alle dichiarazioni di preminenza ................................................................................................................ 65 3.2 FATTORI DI RISCHIO RELATIVI AL SETTORE IN CUI L’EMITTENTE OPERA ........................................... 65 3.2.1 Rischi connessi alla concorrenza nel settore bancario e finanziario ......................................................................................... 65 3.2.2 Rischi connessi all’evoluzione della regolamentazione del settore bancario e finanziario .......................................................... 66 3.2.3 Rischi connessi alla riduzione del supporto alla liquidità del sistema ..................................................................................... 69 3.3 FATTORI DI RISCHIO CONNESSI ALLE AZIONI, ALL’OFFERTA ED ALLA QUOTAZIONE DELLE AZIONI OGGETTO DELL’OFFERTA .......................................................................................................... 70 3.3.1 Rischi connessi alla liquidabilità e volatilità delle Azioni e dei relativi Diritti di Opzione .................................................... 70 3.3.2 Rischio di riduzione del Return on Equity (ROE) ............................................................................................................... 70 3.3.3 Rischio connesso alla modifica del regime fiscale applicabile alle Azioni ................................................................................ 70 3.3.4 Rischi connessi alla limitazione del possesso di azioni ........................................................................................................... 71 3.3.5 Rischi connessi all’esercizio del diritto di voto ........................................................................................................................ 71 3.3.6 Rischi connessi agli effetti diluitivi dell’Aumento di Capitale ................................................................................................ 72 P ROSPETTO I NFORMATIVO 3 3.3.7 Rischi connessi agli impegni di sottoscrizione e garanzia e alla parziale esecuzione dell’Aumento di Capitale ........................ 72 3.3.8 Rischi connessi ai mercati nei quali non è consentita l’Offerta in assenza di autorizzazioni delle autorità competenti ............. 74 3.3.9 Rischi connessi ai potenziali conflitti di interesse ................................................................................................................... 75 4. INFORMAZIONI SULL’EMITTENTE ................................................................................................ 77 4.1 DENOMINAZIONE LEGALE E COMMERCIALE DELL’EMITTENTE ........................................................... 77 4.2 INVESTIMENTI.......................................................................................................................................... 77 4.2.1 Investimenti effettuati............................................................................................................................................................ 77 4.2.2 Investimenti in corso di realizzazione .................................................................................................................................... 77 4.2.3 Investimenti futuri ................................................................................................................................................................ 77 5. PANORAMICA DELLE ATTIVITÀ .................................................................................................... 78 5.1 PRINCIPALI ATTIVITÀ .............................................................................................................................. 78 5.1.1 Fatti importanti nell’evoluzione dell’attività .......................................................................................................................... 78 5.1.2 Descrizione delle principali attività svolte .............................................................................................................................. 82 5.1.3 Interventi realizzati nel 2013 e nel 2014 ............................................................................................................................. 91 5.2 PRINCIPALI MERCATI............................................................................................................................... 93 5.3 FATTORI ECCEZIONALI ............................................................................................................................ 95 5.4 EVENTUALE DIPENDENZA DELL’EMITTENTE DA DIRITTI DI PROPRIETÀ INDUSTRIALE E DA CONTRATTI DI LICENZA........................................................................................................................... 95 5.5 POSIZIONE CONCORRENZIALE DEL GRUPPO ......................................................................................... 95 5.6 GESTIONE DEL RISCHIO........................................................................................................................... 96 5.6.1 Elementi essenziali del sistema dei controlli interni ............................................................................................................... 97 5.6.2 Le tipologie di controllo......................................................................................................................................................... 98 5.6.3 Le strutture preposte ai controlli ........................................................................................................................................... 98 5.6.4 Principali caratteristiche dei sistemi di gestione dei rischi e di controllo interno .....................................................................101 5.6.5 Descrizione delle principali caratteristiche del sistema di gestione dei rischi e di controllo interno esistenti in relazione al processo di informativa finanziaria ..................................................................................................................................................101 6. STRUTTURA ORGANIZZATIVA ..................................................................................................... 103 6.1 DESCRIZIONE DEL GRUPPO DI CUI FA PARTE L’EMITTENTE ............................................................... 103 7. INFORMAZIONI SULLE TENDENZE PREVISTE ......................................................................... 105 7.1 TENDENZE PIÙ SIGNIFICATIVE .............................................................................................................. 105 7.1.1 Scostamenti significativi tra l’andamento del Gruppo nel primo trimestre 2014 ed i corrispondenti dati del Nuovo Piano Industriale ..........................................................................................................................................................................105 7.2 TENDENZE, INCERTEZZE, RICHIESTE, IMPEGNI O FATTI NOTI CHE POTREBBERO RAGIONEVOLMENTE AVERE RIPERCUSSIONI SIGNIFICATIVE SULLE PROSPETTIVE DELL’EMITTENTE ALMENO PER L’ESERCIZIO IN CORSO ...................................................................... 106 8. PREVISIONI O STIME DEGLI UTILI ............................................................................................... 107 8.1 PREVISIONI O STIME DEGLI UTILI ......................................................................................................... 107 8.1.1 Principali assunzioni di carattere generale ed ipotetico relative a eventi futuri che dipendono da variabili non controllabili dal management .......................................................................................................................................................................108 8.1.2 Principali assunzioni di natura discrezionale relative a eventi futuri che dipendono da variabili influenzabili dal management 109 8.1.3 Dati Previsionali ................................................................................................................................................................112 8.2 RELAZIONE DEI REVISORI ..................................................................................................................... 114 8.3 PRINCIPI CONTABILI UTILIZZATI PER LA REDAZIONE DEI DATI PREVISIONALI ................................ 114 8.4 DATI PREVISIONALI CONTENUTI IN ALTRI PROSPETTI ....................................................................... 114 9. ORGANI DI AMMINISTRAZIONE, DI DIREZIONE E DI VIGILANZA ................................. 115 9.1 INFORMAZIONI CIRCA GLI ORGANI AMMINISTRATIVI, DI DIREZIONE E DI VIGILANZA .................. 115 9.1.1 Consiglio di Amministrazione ............................................................................................................................................115 9.1.2 Collegio Sindacale ..............................................................................................................................................................121 9.1.3 Direzione Generale ............................................................................................................................................................125 9.2 CONFLITTI DI INTERESSI DEI MEMBRI DEL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE, DEI COMPONENTI DEL COLLEGIO SINDACALE E DEI COMPONENTI DELLA DIREZIONE GENERALE ...... 127 P ROSPETTO I NFORMATIVO 4 9.2.1 Potenziali conflitti di interesse dei membri del Consiglio di Amministrazione, del Collegio Sindacale o dei componenti della Direzione Generale ............................................................................................................................................................127 9.2.2 Accordi o intese con i principali azionisti, clienti, fornitori o altri a seguito dei quali sono stati scelti membri degli organi di amministrazione, di direzione o di controllo o alti dirigenti .................................................................................................128 9.2.3 Eventuali restrizioni concordate dai membri del Consiglio di Amministrazione e del Collegio Sindacale e dai dirigenti per quanto riguarda la cessione dei titoli dell’Emittente .............................................................................................................128 10. REMUNERAZIONI E BENEFICI ....................................................................................................... 129 11. PRASSI DEL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE .................................................................. 130 12. DIPENDENTI ......................................................................................................................................... 131 12.1 PARTECIPAZIONI AZIONARIE E STOCK-OPTION ................................................................................... 132 12.2 EVENTUALI ACCORDI DI PARTECIPAZIONE DEI DIPENDENTI AL CAPITALE DELL’EMITTENTE ......... 133 13. PRINCIPALI AZIONISTI .................................................................................................................... 134 13.1 PRINCIPALI AZIONISTI........................................................................................................................... 134 13.2 DIRITTI DI VOTO DIVERSI IN CAPO AI PRINCIPALI AZIONISTI ........................................................... 134 13.3 INDICAZIONE DELL’EVENTUALE SOGGETTO CONTROLLANTE AI SENSI DELL’ARTICOLO 93 DEL TUF ......................................................................................................................................................... 134 13.4 ACCORDI DA CUI PUÒ SCATURIRE UNA VARIAZIONE DELL’ASSETTO DI CONTROLLO DELL’EMITTENTE ................................................................................................................................... 134 14. OPERAZIONI CON PARTI CORRELATE ....................................................................................... 135 15. INFORMAZIONI FINANZIARIE RIGUARDANTI LE ATTIVITÀ E LE PASSIVITÀ, LA SITUAZIONE FINANZIARIA E I PROFITTI E LE PERDITE DELL’EMITTENTE................... 139 15.1 INFORMAZIONI FINANZIARIE RELATIVE AGLI ESERCIZI CHIUSI AL 31 DICEMBRE 2013 E 2012 ........ 139 15.1.1 Informazioni finanziarie relative agli esercizi chiusi al 31 dicembre 2013 e 2012, nonché al Rendiconto Intermedio di Gestione al 31 marzo 2014 ed al 31 marzo 2013 ............................................................................................................140 15.2 INFORMAZIONI FINANZIARIE PRO-FORMA .......................................................................................... 148 15.3 BILANCI RELATIVI AGLI ESERCIZI CHIUSI AL 31 DICEMBRE 2013 E 2012............................................ 148 15.4 REVISIONE DELLE INFORMAZIONI FINANZIARIE ANNUALI RELATIVE AGLI ESERCIZI PASSATI ....... 148 15.4.1 Dichiarazione attestante che le informazioni finanziarie relative agli esercizi passati sono state sottoposte a revisione ........148 15.4.2 Altre informazioni contenute nel presente Prospetto che hanno formato oggetto di controllo da parte della Società di Revisione 148 15.4.3 Fonte dei dati non sottoposti a revisione ...........................................................................................................................148 15.4.4 Data delle ultime informazioni finanziarie ......................................................................................................................148 15.5 INFORMAZIONI FINANZIARIE INFRANNUALI ....................................................................................... 148 15.6 POLITICA DEI DIVIDENDI ...................................................................................................................... 149 15.7 PROCEDIMENTI GIUDIZIARI E ARBITRALI ............................................................................................ 149 15.8 CAMBIAMENTI SIGNIFICATIVI NELLA SITUAZIONE FINANZIARIA O COMMERCIALE DELL’EMITTENTE SUCCESSIVAMENTE AL 31 MARZO 2014.................................................................. 152 16. INFORMAZIONI SUPPLEMENTARI .............................................................................................. 153 16.1 CAPITALE SOCIALE ................................................................................................................................ 153 16.1.1 Capitale sociale sottoscritto e versato ................................................................................................................................153 16.1.2 Azioni non rappresentative del capitale sociale .................................................................................................................153 16.1.3 Obbligazioni convertibili, scambiabili o con warrant, con indicazione delle condizioni e delle modalità di conversione, di scambio e di sottoscrizione ...................................................................................................................................................153 16.1.4 Esistenza di diritti e/o obblighi di acquisto su capitale autorizzato, ma non emesso o di un impegno all’aumento del capitale 154 16.1.5 Informazioni riguardanti il capitale di eventuali membri del Gruppo offerto in opzione ....................................................154 17. CONTRATTI IMPORTANTI .............................................................................................................. 155 18. INFORMAZIONI PROVENIENTI DA TERZI, PARERI DI ESPERTI E DICHIARAZIONI DI INTERESSI ............................................................................................................................................. 156 18.1 RELAZIONI DI ESPERTI ........................................................................................................................... 156 18.2 INFORMAZIONI PROVENIENTI DA TERZI .............................................................................................. 156 P ROSPETTO I NFORMATIVO 5 19. DOCUMENTI ACCESSIBILI AL PUBBLICO .................................................................................. 157 SEZIONE SECONDA ................................................................................................................................... 158 NOTA INFORMATIVA SUGLI STRUMENTI FINANZIARI ................................................................ 158 1. PERSONE RESPONSABILI ................................................................................................................ 159 1.1 1.2 RESPONSABILI DEL PROSPETTO............................................................................................................ 159 DICHIARAZIONE DI RESPONSABILITÀ .................................................................................................. 159 2. FATTORI DI RISCHIO RELATIVI ALLE AZIONI, ALL’OFFERTA ED ALLA QUOTAZIONE DELLE AZIONI OGGETTO DELL’OFFERTA ................................................................................. 160 3. INFORMAZIONI FONDAMENTALI ............................................................................................... 161 3.1 3.2 3.3 3.4 DICHIARAZIONE RELATIVA AL CAPITALE CIRCOLANTE ..................................................................... 161 FONDI PROPRI ED INDEBITAMENTO ..................................................................................................... 161 INTERESSI DELLE PERSONE FISICHE E GIURIDICHE PARTECIPANTI ALL’OFFERTA ............................ 162 MOTIVAZIONI DELL’OFFERTA E IMPIEGO DEI PROVENTI ................................................................... 162 4. INFORMAZIONI RIGUARDANTI GLI STRUMENTI FINANZIARI DA OFFRIRE ED AMMETTERE ALLA NEGOZIAZIONE ........................................................................................... 164 4.1 4.2 4.3 4.4 4.5 4.6 4.7 4.8 4.9 DESCRIZIONE DELLE AZIONI ................................................................................................................ 164 LEGISLAZIONE IN BASE ALLA QUALE LE AZIONI SONO STATE EMESSE.............................................. 164 CARATTERISTICHE DELLE AZIONI ........................................................................................................ 164 VALUTA DELLE AZIONI ......................................................................................................................... 164 DESCRIZIONE DEI DIRITTI CONNESSI ALLE AZIONI ............................................................................ 164 DELIBERE IN VIRTÙ DELLE QUALI LE AZIONI SARANNO EMESSE ....................................................... 166 DATA DI EMISSIONE E DI MESSA A DISPOSIZIONE DELLE AZIONI ..................................................... 166 ESISTENZA DI RESTRIZIONI ALLA LIBERA TRASFERIBILITÀ DELLE AZIONI ....................................... 167 REGIME FISCALE APPLICABILE ALLE AZIONI ....................................................................................... 167 5. CONDIZIONI DELL’OFFERTA ......................................................................................................... 181 5.1 CONDIZIONI, STATISTICHE RELATIVE ALL’OFFERTA, CALENDARIO PREVISTO E MODALITÀ DI SOTTOSCRIZIONE DELL’OFFERTA ......................................................................................................... 181 5.1.1 Condizioni alle quali l’Offerta è subordinata ......................................................................................................................181 5.1.2 Ammontare totale dell’Offerta ............................................................................................................................................181 5.1.3 Periodo di validità dell’Offerta e modalità di sottoscrizione .................................................................................................181 5.1.4 Informazioni circa la sospensione e/o la revoca dell’Offerta .................................................................................................182 5.1.5 Descrizione della possibilità di ridurre la sottoscrizione e delle modalità di rimborso dell’ammontare eccedente versato dai sottoscrittori ........................................................................................................................................................................182 5.1.6 Ammontare minimo e/o massimo della sottoscrizione .........................................................................................................182 5.1.7 Ritiro della sottoscrizione ....................................................................................................................................................182 5.1.8 Modalità e termini per il pagamento e la consegna delle Azioni ..........................................................................................183 5.1.9 Pubblicazione dei risultati dell’Offerta ................................................................................................................................183 5.1.10 Procedura per l’esercizio di un eventuale diritto di prelazione, per la negoziabilità dei diritti di sottoscrizione e per il trattamento dei diritti di sottoscrizione non esercitati ...........................................................................................................183 5.2 ASSEGNAZIONE ..................................................................................................................................... 184 5.2.1 Intenzioni di sottoscrizione delle Azioni Creval ..................................................................................................................184 5.2.2 Procedura per la comunicazione ai sottoscrittori dell’importo assegnato ................................................................................184 5.3 FISSAZIONE DEL PREZZO ....................................................................................................................... 184 5.3.1 Prezzo di Offerta e spese a carico del sottoscrittore ..............................................................................................................184 5.3.2 Procedura per la comunicazione del Prezzo di Offerta .........................................................................................................184 5.3.3 Limitazione del diritto di opzione .......................................................................................................................................184 5.4 COLLOCAMENTO E SOTTOSCRIZIONE .................................................................................................. 185 5.4.1 Indicazione dei responsabili del collocamento dell’Offerta e dei collocatori .............................................................................185 5.4.2 Denominazione ed indirizzo degli organismi incaricati del servizio finanziario e degli agenti depositari in ogni paese ...........185 5.4.3 Impegni di sottoscrizione e di garanzia ................................................................................................................................185 5.4.4 Data in cui è stato o sarà concluso l’accordo di sottoscrizione ..............................................................................................186 6. AMMISSIONE ALLA NEGOZIAZIONE E MODALITA’ DI NEGOZIAZIONE ...................... 187 P ROSPETTO I NFORMATIVO 6 6.1 DOMANDA DI AMMISSIONE A QUOTAZIONE ...................................................................................... 187 6.2 ALTRI MERCATI REGOLAMENTATI ....................................................................................................... 187 6.3 COLLOCAMENTO PRIVATO CONTESTUALE DELL’OFFERTA ................................................................ 187 6.4 IMPEGNI DEGLI INTERMEDIARI NELLE OPERAZIONI SUL MERCATO SECONDARIO ........................... 187 6.4.1 Contratto con lo specialist ...................................................................................................................................................187 6.4.2 Contratto con il liquidity provider .......................................................................................................................................187 7. ACCORDI DI LOCK-UP ...................................................................................................................... 189 7.1 ACCORDI DI LOCK-UP............................................................................................................................ 189 8. SPESE LEGATE ALL’EMISSIONE O ALL’OFFERTA .................................................................... 190 8.1 PROVENTI NETTI TOTALI E STIMA DELLE SPESE TOTALI LEGATE ALL’OFFERTA................................ 190 9. DILUIZIONE .......................................................................................................................................... 191 9.1 DILUIZIONE IMMEDIATA DERIVANTE DALL’OFFERTA........................................................................ 191 10. INFORMAZIONI SUPPLEMENTARI .............................................................................................. 192 10.1 10.2 10.3 10.4 CONSULENTI LEGATI ALL’EMISSIONE .................................................................................................. 192 ALTRE INFORMAZIONI SOTTOPOSTE A REVISIONE ............................................................................. 192 PARERI O RELAZIONI REDATTE DAGLI ESPERTI ................................................................................... 192 INFORMAZIONI PROVENIENTI DA TERZI .............................................................................................. 192 APPENDICE I ............................................................................................................................................... 193 APPENDICE II .............................................................................................................................................. 200 P ROSPETTO I NFORMATIVO 7 DEFINIZIONI Si riporta di seguito un elenco delle definizioni e dei termini utilizzati all’interno del Prospetto. Tali definizioni e termini, salvo diversamente specificato, hanno il significato di seguito indicato. Alba Leasing Indica la società Alba Leasing S.p.A., avente sede legale in via Sile, 18 - 20139 Milano ed iscritta nell’elenco generale ex articolo 106 del TUB, tenuto da Banca d’Italia, al n. 41763 e nell’elenco speciale ex articolo 107 del TUB, tenuto da Banca d’Italia, al n. 33627.1. Altri Paesi Stati Uniti d’America, Canada, Giappone e Australia o qualsiasi altro Paese nel quale l’Offerta non è consentita in assenza di autorizzazioni da parte delle competenti autorità. Area Euro I 18 Paesi dell’Unione Europea che utilizzano l’Euro quale valuta. Aumento di Capitale Indica l’aumento del capitale sociale a pagamento per un importo complessivo massimo di Euro 400 milioni, comprensivo dell’eventuale sovrapprezzo, da realizzarsi mediante emissione di Azioni, prive dell’indicazione del valore nominale, da offrirsi in opzione agli azionisti, ai sensi dell’articolo 2441, comma 1, Codice Civile, deliberato dal Consiglio di Amministrazione del 22 maggio 2014, a valere sulla delega allo stesso conferita, ai sensi dell’art. 2443 del Codice Civile, dall’Assemblea straordinaria dei soci del 12 aprile 2014. Autorità di Vigilanza Indica la Banca d’Italia, la Consob, l’IVASS e/o ogni altra autorità e/o amministrazione indipendente a livello nazionale o comunitario, individualmente o congiuntamente considerate. Azioni Creval o Azioni Indica le azioni ordinarie di nuova emissione della Banca, aventi le medesime caratteristiche delle azioni ordinarie in circolazione alla data del presente Prospetto. Banca Centrale Europea o BCE La banca centrale responsabile della moneta unica europea, ossia l’Euro, il cui compito principale consiste nel preservare il potere di acquisto, mantenendo così la stabilità dei prezzi nell’Area Euro. Banca d’Italia La banca centrale della Repubblica Italiana. Bilancio Consolidato 2013 Indica il fascicolo di bilancio del Gruppo Creval relativo all’esercizio chiuso il 31 dicembre 2013. Bilancio Consolidato 2012 Indica il fascicolo di bilancio del Gruppo Creval relativo all’esercizio chiuso il 31 dicembre 2012. Borsa Italiana Borsa Italiana S.p.A., società del gruppo London Stock Exchange, con sede in Milano, Piazza degli Affari n. 6. Circolare n. 229 o Istruzioni di Vigilanza Le “Istruzioni di Vigilanza per le Banche” contenute nella circolare n. 229 del 21 aprile 1999 di Banca d’Italia, come successivamente modificata ed integrata. Circolare n. 263 o Nuove Disposizioni di Vigilanza Le “Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le banche” contenute nella Circolare n. 263 del 27 dicembre 2006 di Banca d’Italia, come successivamente modificata ed integrata. Circolare n. 285 o Disposizioni di Vigilanza La Circolare n. 285 del 17 dicembre 2013 della Banca d’Italia, come successivamente modificata ed integrata, recante “Disposizioni di Vigilanza per le Banche” che, tra le altre cose, (i) riordina le vigenti disposizioni di vigilanza per le banche nelle aree rimesse alla potestà regolamentare secondaria della Banca d’Italia, raccogliendo in un solo fascicolo le disposizioni contenute in una molteplicità di sedi, fra cui, in particolare, la Circolare n. 263, la Circolare n. 229 ed altre disposizioni rilevanti non incorporate in dette circolari, (ii) recepisce la CRD IV e P ROSPETTO I NFORMATIVO 8 (iii) attua alcune disposizioni del CRR rimesse alle discrezionalità nazionali. Codice Civile Il Regio Decreto 16 marzo 1942, numero 262, come successivamente modificato e integrato. Codice di Autodisciplina Il Codice di Autodisciplina delle società quotate predisposto dal Comitato per la corporate governance delle società quotate. Consob Commissione Nazionale per le Società e la Borsa con sede in Roma, Via G.B. Martini, n. 3. Credito Valtellinese S.c. o Creval o Banca o Capogruppo o Emittente Credito Valtellinese Società cooperativa, con sede legale in Sondrio, Piazza Quadrivio, n.8. Data del Prospetto La data di pubblicazione del presente Prospetto. Delega La delega che l’Assemblea straordinaria dei soci della Banca, in data 12 aprile 2014, ha attribuito al Consiglio di Amministrazione, ai sensi dell’articolo 2443 del Codice Civile, esercitabile entro il termine massimo di 2 anni dalla data della deliberazione, e concernente la facoltà di aumentare il capitale sociale a pagamento, in una o più volte e in via scindibile, per un importo complessivo, comprensivo dell’eventuale sovrapprezzo, di massimi Euro 400.000.000, mediante emissione di azioni ordinarie della Banca da offrire in opzione agli azionisti ai sensi dell’articolo 2441, comma 1 del Codice Civile. Direttiva 2003/71/CE o Direttiva Prospetto Indica la Direttiva 2003/71/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 4 novembre 2003, relativa al prospetto da pubblicare per l’offerta pubblica o l’ammissione alla negoziazione di strumenti finanziari, come modificata dalla Direttiva 2010/73/UE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 24 novembre 2010. Diritti di Opzione Il diritto derivante dalle azioni ordinarie Creval in circolazione prima dell’avvio del Periodo di Opzione di sottoscrivere Azioni secondo il rapporto di opzione che sarà stabilito dal Consiglio di Amministrazione e comunicato prima dell’avvio del Periodo di Opzione, mediante pubblicazione di un apposito supplemento ai sensi degli articoli 9 e 56 del Regolamento Emittenti. Equita Equita SIM S.p.A., con sede a Milano, in via Turati, n. 9, iscritta al Registro delle Imprese di Milano al n. 10435940159, iscritta all’Albo della Consob delle SIM e delle imprese di investimento al n. 67. Gruppo Credito Valtellinese, Gruppo Creval o Gruppo Indica il gruppo bancario iscritto nell’apposito elenco tenuto dalla Banca d’Italia con il codice n. 5216.7 e composto dall’Emittente, unitamente alle società rientranti nel perimetro di consolidamento di cui al Paragrafo 6.1 della Sezione Prima, Capitolo 6, del Prospetto. IAS/IFRS o Principi Contabili Internazionali Tutti gli International Financial Reporting Standards, tutti gli International Accounting Standards (IAS), tutte le interpretazioni dell’International Reporting Interpretations Committee (IFRIC), precedentemente denominato Standing Interpretations Committee (SIC). Intermediari Aderenti Gli intermediari autorizzati aderenti al sistema di gestione accentrata di Monte Titoli. Intermonte Intermonte SIM S.p.A., con sede legale in Milano, Corso Vittorio Emanuele II, n. 9, iscritta presso il Registro delle Imprese di Milano con il n. 01234020525 ed iscritta all’albo delle SIM con il n. 246. Istruzioni di Borsa Indica le “Istruzioni al Regolamento dei mercati organizzati e gestiti da Borsa Italiana S.p.A.” entrate in vigore il 3 marzo 2014 ed eventuali successive modifiche ed integrazioni. P ROSPETTO I NFORMATIVO 9 IVASS L’IVASS - Istituto di Vigilanza per le Assicurazioni. Joint Bookrunners Barclays e BNP PARIBAS Joint Global Coordinators Banca IMI S.p.A., Credit Suisse e Mediobanca - Banca di credito Finanziario S.p.A. Legge Fallimentare Indica il Regio Decreto del 16 marzo 1942, n. 267 - Disciplina del fallimento, del concordato preventivo e della liquidazione coatta amministrativa, come successivamente modificato ed integrato. MiFID Indica la direttiva 2004/39/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 21 aprile 2004 relativa ai mercati degli strumenti finanziari, come successivamente integrata e modificata. Mercato Telematico Azionario o MTA Mercato Telematico Azionario organizzato e gestito da Borsa Italiana. Monte Titoli Monte Titoli S.p.A., società del gruppo London Stock Exchange, con sede in Milano, Piazza degli Affari, n. 6. Nuovo Piano Industriale Il piano industriale della Banca, approvato dal Consiglio di Amministrazione nella seduta del 4 marzo 2014. Offerta in Opzione o Offerta Indica l’offerta in opzione agli aventi diritto delle Azioni rinvenienti dall’Aumento di Capitale oggetto del presente Prospetto. Periodo di Negoziazione dei Diritti d’Opzione Periodo in cui i Diritti di Opzione saranno negoziati sull’Mercato Telematico Azionario, compreso tra il 26 maggio 2014 ed il 13 giugno 2014. Periodo di Opzione Il periodo di tempo compreso tra il 26 maggio 2014 ed il 20 giugno 2014 (estremi inclusi). Prezzo di Offerta Indica il prezzo di sottoscrizione di ciascuna Azione nell’ambito dell’Offerta, che sarà comunicato prima dell’avvio del Periodo di Opzione, mediante pubblicazione di un apposito supplemento, ai sensi degli articoli 9 e 56 del Regolamento Emittenti. Piano Industriale 2011 – 2014 Il piano industriale della Banca, approvato dal Consiglio di Amministrazione nella seduta del 22 febbraio 2011 e aggiornato in data 19 marzo 2012 relativamente agli obiettivi economico-patrimoniali. Prospetto o Prospetto Informativo Il presente prospetto di offerta e quotazione, redatto ai sensi del Regolamento 809/2004. Regolamento Operazioni con Parti Correlate Il regolamento Consob n. 17221 del 12 marzo 2010, come successivamente modificato ed integrato. Regolamento 809/2004 Il regolamento (CE) n. 809/2004 della Commissione del 29 aprile 2004, recante modalità di esecuzione della direttiva 2003/71/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio, come successivamente modificato ed integrato. Regolamento di Borsa Regolamento dei Mercati organizzati e gestiti da Borsa Italiana, deliberato dal Consiglio di Amministrazione di Borsa Italiana del 25 luglio 2013 e approvato dalla Consob con delibera n. 18654 del 25 settembre 2013. Regolamento Emittenti Il regolamento approvato dalla Consob con deliberazione n. 11971 in data 14 maggio 1999, come successivamente modificato ed integrato. Regolamento MVU Indica il regolamento (UE) n. 1024/2013 del Consiglio del 15 ottobre 2013 che attribuisce alla Banca centrale europea compiti specifici in merito alle politiche in materia di vigilanza prudenziale degli enti creditizi. Resoconto Intermedio di Gestione 2014 o Resoconto di Gestione 2014 Il resoconto intermedio di gestione al 31 marzo 2014, approvato dal Consiglio di Amministrazione nella seduta del 13 maggio 2014. Resoconto Intermedio di Il resoconto intermedio di gestione al 31 marzo 2013, approvato dal Consiglio di P ROSPETTO I NFORMATIVO 10 Gestione 2013 o Resoconto di Gestione 2013 Amministrazione nella seduta del 15 maggio 2013. Sistema Monte Titoli Indica il sistema di deposito accentrato gestito da Monte Titoli. Società di Revisione KPMG S.p.A., con sede in Milano, via Vittor Pisani, n. 25. Socio L’azionista della Banca, che abbia acquisito la qualità di socio ai sensi degli articoli da 8 a 10 dello Statuto. Statuto Lo statuto sociale di Credito Valtellinese Società cooperativa, in vigore alla Data del Prospetto. Testo Unico Bancario o TUB Il D.lgs. 1° settembre 1993, n. 385 (Testo unico delle leggi in materia bancaria e creditizia) e successive modifiche e integrazioni. Testo Unico della Finanza o Il D.lgs. 24 febbraio 1998, n. 58 (Testo unico delle disposizioni in materia di intermediazione TUF finanziaria) e successive modificazioni e integrazioni. Warrant 2014 I warrant denominati “Warrant Azioni Ordinarie Creval 2014”, emessi dalla Banca in data 29 dicembre 2009. P ROSPETTO I NFORMATIVO 11 GLOSSARIO Si riporta di seguito un elenco dei termini utilizzati all’interno del Prospetto. Tali termini, salvo diversamente specificato, hanno il significato di seguito indicato. Indica la seconda fase dell’Attività di Verifica della BCE, che ha come scopo Asset Quality Review o principale quello di verificare la qualità degli attivi delle banche selezionate dalla AQR stessa BCE. Indica la generale attività di valutazione della solidità patrimoniale (c.d. comprehensive Attività di Verifica della assessment) avviata dalla BCE nell’ottobre 2013, in considerazione dei poteri di BCE vigilanza che la stessa BCE eserciterà, ai sensi del Regolamento MVU, a partire al mese di novembre del 2014. Gli attivi bancari (dentro e fuori bilancio) vengono ponderati attraverso fattori che Attività Ponderate per il rappresentano la loro rischiosità e il loro potenziale di default in modo da calcolare un Rischio o RWA indicatore di adeguatezza patrimoniale (l’ammontare minimo di capitale richiesto alle banche e alle altre istituzioni a cui si rivolgono gli accordi internazionali). Banca Depositaria Banca cui è affidata la custodia degli strumenti finanziari. Bancassicurazione Termine utilizzato per riferirsi all’insieme di rapporti che intercorre tra banche e imprese di assicurazione sia dal punto di vista degli assetti societari che relativamente alla creazione di sistemi distributivi integrati. Con riguardo a quest’ultimo aspetto, assume rilevanza la vendita di prodotti assicurativi attraverso sportelli bancari. Basilea II Accordo internazionale del gennaio 2001 sui requisiti patrimoniali delle banche, redatto dal Comitato di Basilea, istituito dai governatori delle Banche Centrali dei dieci Paesi più industrializzati (G10) alla fine del 1974. Tale accordo prevede, tra l’altro, che le banche dei Paesi aderenti accantonino quote di capitale proporzionali ai tipici rischi bancari assunti. Basilea III Accordo internazionale del dicembre 2010 contenente nuove regole a garanzia della stabilità del sistema bancario. Tale accordo modifica e integra sia la versione del 1988 (Basilea I) sia la versione Basilea II entrata in vigore nel 2008. Le nuove regole introdotte con Basilea III definiscono nuovi standard internazionali per l’adeguatezza patrimoniale delle banche e nuovi vincoli di liquidità. BRRD Indica la Direttiva approvata dal Parlamento Europeo e dal Consiglio, rispettivamente in data 15 aprile e 6 maggio 2014, concernente l’istituzione di un quadro di risanamento e di risoluzione delle crisi degli enti creditizi e delle imprese di investimento (Bank Recovery and Resolution Directive). Capitale Aggiuntivo di Classe 1 Il capitale aggiuntivo di classe 1 di un ente è costituito dagli Elementi Aggiuntivi di Classe 1 dopo la detrazione degli elementi di cui all’articolo 56 del CRR e dopo l’applicazione dell’articolo 79 del CRR (che dispone le condizioni per la deroga temporanea alla deduzione dai fondi propri). Capitale di Classe 1 (Tier 1 capital) Ai sensi dell’articolo 25 del CRR, si considera capitale di classe 1 la somma del Capitale Primario di Classe 1 e del Capitale Aggiuntivo di Classe 1 dell’ente. Capitale di Classe 2 (o Tier 2) Il capitale di classe 2 di un ente è costituito dagli elementi di classe 2 dell’ente dopo le detrazioni di cui all’articolo 66 del CRR e dopo l’applicazione dell’articolo 79 del CRR (che dispone le condizioni per la deroga temporanea alla deduzione dai fondi propri). Capitale Primario di Classe In conformità all’articolo 26 del CRR, gli elementi del capitale primario di classe 1 1 (Common Equity Tier 1 degli enti sono i seguenti: capital - CET1) (a) strumenti di capitale, purché siano soddisfatte le condizioni di cui all’articolo 28 del CRR (ad es. che siano emessi direttamente dall’emittente, P ROSPETTO I NFORMATIVO 12 che siano interamente versati, che il loro acquisto non sia stato finanziato dall’emittente, che siano classificati come patrimonio netto ai sensi della disciplina contabile applicabile, che siano perpetui) o, ove applicabile, all’articolo 29; (b) sovrapprezzi di emissione relativi agli strumenti di cui alla lettera a); (c) utili non distribuiti; (d) altre componenti di conto economico complessivo accumulate; (e) altre riserve; (f) fondi per rischi bancari generali. Gli elementi di cui alle lettere da (c) ad (f) sono riconosciuti come capitale primario di classe 1 soltanto se possono essere utilizzati senza restrizioni e senza indugi dall’ente per la copertura dei rischi o delle perdite nel momento in cui tali rischi o perdite si verificano. In linea generale, come precisato dall’articolo 50 del CRR, il capitale primario di classe 1 di un ente è costituito dagli elementi del capitale primario di classe 1 dopo l’applicazione delle rettifiche prescritte dagli articoli da 32 a 35 del CRR, le detrazioni a norma dell’articolo 36 (ad es. le perdite relative all’esercizio in corso, i beni immateriali e le attività fiscali differite che si basano sulla redditività futura) e le esenzioni e le alternative di cui agli articoli 48, 49 e 79 del CRR. Cartolarizzazione Operazione di trasferimento del rischio relativo ad attività finanziarie o reali a una società veicolo, effettuata mediante la cessione delle attività sottostanti, ovvero mediante l’utilizzo di contratti derivati. In Italia, la materia è regolata principalmente dalla Legge n. 130 del 30 aprile 1999, come successivamente integrata e modificata. Comitato di Basilea Indica il comitato per la vigilanza bancaria (Basel Committee on Banking Supervision) fondato nel 1974 dai governatori delle banche centrali del Gruppo dei Dieci (G10) all’interno della Bank for International Settlements (BIS), il cui scopo principale è quello di favorire la comprensione dei principali temi relativi all’attività di supervisione e di migliorare la supervisione bancaria in tutto il mondo. Corporate Banking Indica il servizio bancario orientato alle imprese. CRD IV Indica la Direttiva 2013/36/UE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 26 giugno 2013 sull’accesso all’attività degli enti creditizi e sulla vigilanza prudenziale sugli enti creditizi e sulle imprese di investimento, che modifica la direttiva 2002/87/CE e abroga le direttive 2006/48/CE e 2006/49/CE. CRR Indica il Regolamento (UE) n.575/2013 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 26 giugno 2013 relativo ai requisiti prudenziali per gli enti creditizi e le imprese di investimento e che modifica il regolamento (UE) n. 648/2012. Coverage Ratio dei Crediti Deteriorati Il coverage ratio dei crediti deteriorati indica il rapporto tra le rettifiche di valore e l’esposizione lorda degli impieghi deteriorati. EBA L’Autorità Bancaria Europea (European Banking Authority) istituita con il Regolamento (UE) n. 1093/2010 del Parlamento europeo e del Consiglio del 24 novembre 2010, come successivamente integrato e modificato. Elementi Aggiuntivi di Classe 1 Gli elementi aggiuntivi di classe 1 sono costituiti da (a) strumenti di capitale (che non siano considerati elementi di Capitale Primario di Classe 1 e 2), quando sono rispettate le condizioni di cui all’articolo 52, paragrafo 1 del CRR (ad es. emessi ed interamente versati, il cui acquisto non è stato finanziato dall’ente, di categoria inferiore agli Strumenti di Classe 2 in caso di insolvenza dell’ente) e (b) sovrapprezzi di emissione relativi agli strumenti di cui alla lettera (a). Elementi di Classe 2 Gli elementi di classe 2 sono costituiti da: P ROSPETTO I NFORMATIVO 13 (a) strumenti di capitale e prestiti subordinati, quando sono rispettate le condizioni di cui all’articolo 63 del CRR (ovverosia gli Strumenti di Classe 2 di cui all’elemento successivo); (b) sovrapprezzi di emissione relativi agli strumenti di cui alla lettera (a) che precede; (c) per gli enti che calcolano gli importi delle esposizioni ponderate per il rischio conformemente alla Parte tre, Titolo II, Capo 2 del CRR, le rettifiche di valore su crediti generiche, al lordo degli effetti fiscali, fino all’1,25% degli importi delle esposizioni ponderate per il rischio calcolate conformemente alla Parte tre, Titolo II, Capo 2 del CRR; (d) per gli enti che calcolano gli importi delle esposizioni ponderate per il rischio conformemente alla Parte tre, Titolo II, Capo 3 del CRR, gli importi positivi, al lordo degli effetti fiscali, risultanti dal calcolo di cui agli articoli 158 e 159 del CRR fino allo 0,6% degli importi delle esposizioni ponderate per il rischio calcolati conformemente alla Parte tre, Titolo II, Capo 3 del CRR. Eurirs Acronimo di Euro Interest Rate Swap, ovvero il tasso di riferimento calcolato giornalmente dalla “European Banking Federation”, che indica il tasso medio al quale i principali istituti di credito dell’Unione Europea stipulano contratti di swap a copertura del rischio di credito. Fondi propri o Capitale Totale I fondi propri di un ente consistono nella somma del suo Capitale di Classe 1 e di Classe 2. G-SII buffer Indica la riserva per gli enti a rilevanza sistemica globale (global systemically important institution buffer), disciplinata dalla Parte Prima - Titolo II - Capitolo 1 - Sezione IV della Circolare n. 285. O-SII buffer Indica la riserva per gli enti a rilevanza sistemica (other systemically important institution buffer), disciplinata dalla Parte Prima - Titolo II - Capitolo 1 - Sezione IV della Circolare n. 285. Home Banking Servizio bancario orientato alle famiglie che prevede, mediante collegamenti telematici, la possibilità di effettuare operazioni bancarie direttamente dal domicilio dell’utente. Leasing Contratto con il quale una parte (locatore) concede all’altra (locatario) per un tempo determinato il godimento di un bene, acquistato o fatto costruire dal locatore su scelta e indicazione del locatario con pagamento di un canone periodico, con facoltà per quest’ultimo di acquistare la proprietà del bene a condizioni prefissate al termine del contratto di locazione. Liquidity Coverage Ratio E’ l’indicatore di liquidità a breve termine a 30 giorni introdotto dal Comitato di Basilea dato dal rapporto tra l’ammontare delle high quality liquidity assets (attività liquide di elevata qualità) ed il totale dei deflussi di cassa netti nei 30 giorni di calendario successivi. Tale indicatore dovrà essere pari, ai sensi del CRR, al 60% nel 2015, al 70% nel 2016, all’80% nel 2017 e al 100% nel 2018. Loan to Deposit Ratio Indica il rapporto tra gli impieghi a favore della clientela e la raccolta diretta. Mercati Collateralizzati Indica i mercati nei quali è necessaria la cosiddetta collateralizzazione, ovvero la costituzione di un collateral. Tale operazione contrattuale viene effettuata da un soggetto obbligato ad eseguire una certa prestazione al fine di garantirla. L’operazione contrattuale consiste nel sottoporre a vincolo uno specifico asset (collateral) che può essere venduto in danno del debitore, se questi non esegue la propria obbligazione. Net Stable Funding Ratio E’ l’indicatore di liquidità strutturale a 12 mesi introdotto dal Consiglio di Basilea, P ROSPETTO I NFORMATIVO 14 dato dal rapporto tra ammontare disponibile di provvista stabile e ammontare obbligatorio di provvista stabile. Nuova Disciplina Indica, congiuntamente, la Circolare n.285 e la Nuova Disciplina Europea per le Banche. Nuova Disciplina Europea per le Banche Indica, congiuntamente, la CRD IV e la CRR. Stress Test Indica i test volti a valutare la risposta delle istituzioni finanziarie a sviluppi negativi dei mercati e che contribuiscono alla valutazione complessiva del rischio sistemico del sistema finanziario dell’Unione Europea. Strumenti di Classe 2 Gli strumenti di classe 2 sono (a) gli strumenti di capitale e (b) i prestiti subordinati emessi dalle banche il cui credito sul capitale, a norma delle disposizioni che li governano, ai sensi dell’articolo 63 del CRR, è pienamente subordinato ai crediti di tutti i creditori dell’emittente non ugualmente subordinati. Rating Esprime la valutazione, da parte di società specializzate, del merito creditizio di una società o delle sue emissioni di titoli di debito sulla base della solidità finanziaria della società stesa e delle sue prospettive. ROE o Return on Equity Indica il rapporto tra l’utile netto di periodo ed il patrimonio netto di fine anno precedentemente depurato degli utili destinati agli azionisti. Il ROE è uno dei principali indicatori della performance di redditività del capitale investito. (Return Tangible Equity) ROTE on L’indicatore che misura la reddività operativa di una banca, e si calcola come il rapporto tra l’utile netto ed il patrimonio netto materiale (ossia il patrimonio netto da cui sono escluse le attività immateriali tra cui, ad esempio, l’avviamento). Gli attivi bancari (dentro e fuori bilancio) vengono ponderati attraverso fattori che rappresentano la loro rischiosità e il loro potenziale rischio di default in modo da RWA (Attivo Ponderato per calcolare un indicatore di adeguatezza patrimoniale (l’ammontare minimo di capitale il Rischio) richiesto alle banche e alle altre istituzioni a cui si rivolgono gli accordi internazionali). Spread Con questo termine di norma si indica la differenza tra due tassi di interesse, lo scarto tra le quotazioni denaro e lettera nelle contrattazioni in titoli o la maggiorazione che l’emittente di valori mobiliari riconosce in aggiunta ad un tasso di riferimento. P ROSPETTO I NFORMATIVO 15 NOTA DI SINTESI Le note di sintesi riportano gli elementi informativi richiesti dagli schemi applicabili (“ Elementi”) indicati nelle Sezioni da A ad E (A.1 – E.7). La presente Nota di Sintesi contiene tutti gli Elementi richiesti dagli schemi applicabili in relazione alle caratteristiche delle Azioni offerte e dell’Emittente. Poiché non è richiesta l’indicazione nella Nota di Sintesi di Elementi relativi a schemi non utilizzati per la redazione del Documento di Registrazione e della Nota Informativa, potrebbero esservi intervalli nella sequenza numerica degli Elementi. Qualora l’indicazione di un determinato Elemento sia richiesta dagli schemi applicabili in relazione alle caratteristiche delle Azioni offerte e dell’Emittente e non vi siano informazioni rilevanti al riguardo, la Nota di Sintesi contiene una sintetica descrizione dell’Elemento astratto richiesto dagli schemi applicabili, con l’indicazione “non applicabile”. P ROSPETTO I NFORMATIVO 16 A – Introduzione e avvertenze A.1 Si avverte espressamente che: la presente Nota di Sintesi va letta come un’introduzione alla Nota Informativa e al Documento di Registrazione; qualsiasi decisione, da parte dell’investitore, di investire nelle Azioni oggetto dell’Offerta deve basarsi sull’esame, oltre che della presente Nota di Sintesi, anche della Nota Informativa e del Documento di Registrazione; qualora sia presentato un ricorso dinanzi all’autorità giudiziaria in merito alle informazioni contenute nella Nota di Sintesi, nella Nota Informativa e/o nel Documento di Registrazione, l’investitore ricorrente potrebbe essere tenuto, a norma del diritto nazionale degli Stati membri, a sostenere le spese di traduzione della Nota di Sintesi, della Nota Informativa e/o del Documento di Registrazione, prima dell’inizio del procedimento; la responsabilità civile incombe sulle persone che hanno redatto la Nota di Sintesi, ed eventualmente la sua traduzione, soltanto qualora la Nota di Sintesi risulti fuorviante, imprecisa o incoerente se letta congiuntamente alla Nota Informativa e al Documento di Registrazione o non offra, se letta insieme alla Nota Informativa e al Documento di Registrazione, le informazioni fondamentali per aiutare gli investitori al momento di valutare l’opportunità di investire nelle Azioni oggetto dell’Offerta. A.2 L’Emittente non presta il suo consenso all’utilizzo del presente Prospetto da parte di intermediari finanziari terzi per la successiva rivendita ovvero per il collocamento finale delle Azioni. B – Emittente B.1 Denominazione legale e commerciale dell’Emittente La denominazione legale dell’Emittente è Banca Piccolo Credito Valtellinese - società cooperativa ovvero, in forma abbreviata, Credito Valtellinese S.c. o anche solo Credito Valtellinese. B.2 Domicilio e forma giuridica dell’Emittente, legislazione in base alla quale opera l’Emittente e suo paese di costituzione Credito Valtellinese è una società cooperativa costituita in conformità al diritto italiano, con sede legale in Sondrio, Piazza Quadrivio, 8. Creval opera in base alla legislazione italiana. B.3 Descrizione della natura delle operazioni correnti dell’Emittente e delle sue principali attività e delle principali categorie di prodotti venduti e/o di servizi prestati. L’art. 2 dello Statuto del Credito Valtellinese prevede che “La Società ha per scopo la raccolta del risparmio e l’esercizio del credito, tanto nei confronti dei propri Soci che dei non Soci, e si ispira ai principi della mutualità; essa si propone altresì di sostenere e promuovere lo sviluppo di tutte le attività produttive con particolare riguardo a quelle minori e alle imprese cooperative e di favorire, in conformità alle intenzioni dei suoi fondatori e alla sua tradizionale ispirazione cristiana, le istituzioni tendenti a migliorare le condizioni morali, intellettuali ed economiche delle classi meno abbienti, anche con attività benefiche. La Società può compiere, con l’osservanza delle disposizioni vigenti, tutte le operazioni e i servizi bancari e finanziari consentiti, nonché ogni altra operazione strumentale o comunque connessa al raggiungimento dello scopo sociale”. Inoltre, la Società, nella sua qualità di Capogruppo del Gruppo Credito Valtellinese, emana, nell’esercizio dell’attività di direzione e coordinamento, disposizioni alle componenti il Gruppo per l’esecuzione delle istruzioni impartite dalla Banca d’Italia nell’interesse della stabilità del Gruppo. L’attività ha per oggetto la raccolta del risparmio e l’esercizio del credito, tanto nei confronti dei propri soci che dei non soci. Il Credito Valtellinese si propone, altresì, di sostenere e promuovere lo sviluppo di tutte le attività produttive con particolare riguardo a quelle minori e alle imprese cooperative e di favorire le istituzioni tendenti a migliorare le condizioni morali, intellettuali ed economiche delle classi meno abbienti, anche con attività benefiche. Nell’ambito dell’esercizio dell’attività di intermediazione creditizia, Credito Valtellinese e le altre banche del Gruppo, offrono alla propria clientela, retail e corporate, una gamma completa di prodotti e servizi in grado di soddisfare ogni esigenza finanziaria o di investimento. Tali prodotti e servizi includono depositi a risparmio, conti correnti, certificati di deposito ed obbligazioni, prestiti a breve, medio e lungo termine, servizi di pagamento, emissione di carte di credito, servizi di intermediazione in cambi e in titoli, nonché la gestione del risparmio. L’offerta commerciale del Gruppo, inoltre, è in grado di coprire la globalità delle necessità di finanziamento, investimento e trasferimento espressi dalla clientela, avvalendosi a tal fine delle strutture specialistiche nell’ambito del perimetro del Gruppo o, comunque, collegate tramite il modello imprenditoriale di “impresa rete”, oltre che attraverso la partnership con società specializzate esterne al perimetro del Gruppo. Altro elemento caratterizzante la gamma dei prodotti del Gruppo è l’orientamento ad offrire servizi fruibili direttamente sul web, garantendo la maggior autonomia possibile al cliente nella gestione dei propri rapporti bancari. B.4a Descrizione delle principali tendenze recenti riguardanti l’Emittente e i settori in cui opera Come evidenziano i risultati al 31 marzo 2014 la Banca ha operato anche nel corso dei primi mesi del corrente esercizio in un contesto macro-economico ancora difficile. L’attività dell’Emittente ha continuato, infatti, a risentire, anche se in maniera più lieve, della crisi, che ha colpito l’economia reale negli ultimi anni, nonché delle incertezze che permangono in merito alla possibile evoluzione dello scenario macroeconomico. In Italia la ripresa economica appare in consistente ritardo rispetto agli altri Paesi europei e presenta ancora evidenti segnali di debolezza, anche a causa dell’incertezza e dell’instabilità che hanno contraddistinto il contesto politico del nostro Paese negli ultimi anni. Per il 2014 si prevede per l’Italia una crescita dello 0,7% grazie soprattutto al contributo positivo delle esportazioni, anche se l’apprezzamento dell’Euro rischia di ridimensionare tale contributo. Con riferimento al settore bancario, si precisa che tra la fine del 2013 e l’inizio del 2014 la domanda di credito è stata caratterizzata da una consistente debolezza. In particolare, la dinamica dei prestiti bancari alle famiglie, anche se in lieve ripresa, è ancora negativa, principalmente a causa del persistere della negativa evoluzione delle principali grandezze macroeconomiche (PIL ed investimenti). Del pari, anche l’andamento dei prestiti alle imprese ha continuato a risentire della debolezza della domanda, sia a causa dei criteri di offerta ancora restrittivi che a seguito delle pressioni sui bilanci delle banche. Anche la raccolta complessiva si assesta su valori negativi, mentre i tassi di interesse si mantengono su livelli straordinariamente bassi. Infine, anche la redditività complessiva rimane molto contenuta, principalmente in considerazione del deterioramento della qualità del credito. Per quanto riguarda il Gruppo Creval, si ritiene che per l’esercizio 2014 la domanda di credito continuerà a mantenersi su livelli esigui, in considerazione del perdurare degli elementi di incertezza in merito alla ripresa dell’economia reale, così come la raccolta diretta ed indiretta. Con riferimento all’andamento dei tassi di interesse, è ragionevole attendersi che si manterranno sostanzialmente costanti rispetto alla tendenza manifestatasi nell’esercizio appena concluso. Scostamenti significativi tra l’andamento gestionale del Gruppo nel primo trimestre 2014 ed i corrispondenti dati del Nuovo Piano Industriale Si riporta di seguito l’analisi degli scostamenti significativi tra l’andamento delle grandezze patrimoniali del Gruppo Creval alla chiusura del primo trimestre 2014 rispetto ai Dati Previsionali al 31 dicembre 2014. P ROSPETTO I NFORMATIVO 17 PRINCIPALI DATI DI STATO PATRIMONIALE 31 DICEMBRE 2013 (miliardi di Euro) 31 MARZO 2014 31 DICEMBRE 2014 TARGET Crediti verso la clientela (*) 19,9 19,2 19,7 Raccolta diretta (*) 19,8 20,1 20,2 Raccolta indiretta 11,2 11,6 11,2 *Al netto della CCG (Cassa di Compensazione e Garanzia). Con riferimento ai dati patrimoniali si evidenzia che: l’Emittente ritiene che la flessione del portafoglio crediti registrata nel primo trimestre 2014 possa essere compensata, coerentemente ai target previsti per il 31 dicembre 2014, a condizione che si realizzi il consolidamento dei primi segnali di ripresa economica nella seconda parte dell’anno; e l’andamento della raccolta diretta (al netto della raccolta con controparti istituzionali), e della raccolta indiretta è in linea con i target previsti per il 2014. Si riporta di seguito l’analisi degli scostamenti significativi tra l’andamento gestionale del Gruppo Creval alla chiusura del primo trimestre 2014 rispetto alle stime, relative al medesimo periodo, incluse nei Dati Previsionali al 31 dicembre 2014. PRINCIPALI DATI DI CONTO ECONOMICO I TRIMESTRE 2014 (milioni di Euro) I TRIMESTRE 2014 VAR % TARGET Margine di interesse 127 118 7,5% Commissioni nette 66 68 -3,3% Proventi operativi Oneri operativi Rettifiche di valore nette su crediti 233 199 17,4% (126) (123) 3,0% (101,6) (64,0) 58,6% Utile lordo 4,4 10,7 -58,6% Utile netto di Gruppo 0,8 3,6 -76,7% I risultati economici del primo trimestre 2014 evidenziano una riduzione del risultato rispetto alle stime. In particolare, l’incremento, rispetto alle previsioni, dei flussi di crediti deteriorati registrato nei primi tre mesi del 2014 ha determinato un aumento delle rettifiche di valore, rispetto all’importo stimato per l’anno in corso, riparametrato al trimestre, pari circa al 59%. Tale dato è stato in gran parte compensato sia da un maggiore contributo al margine di interesse legato all’incremento dello spread medio applicato alla clientela sia dai profitti realizzati a seguito della vendita e successiva ricomposizione del portafoglio titoli di proprietà. Ad oggi, oltre a quanto riportato sopra con riferimento ai dati al 31 marzo 2014, non si rilevano ulteriori scostamenti significativi nell’andamento gestionale del Gruppo rispetto alle previsioni. B.5 Gruppo di appartenenza dell’Emittente Credito Valtellinese è la capogruppo del Gruppo Credito Valtellinese. L’attuale struttura del Gruppo è rappresentata dal seguente grafico, aggiornato al 31 dicembre 2013. Struttura del Gruppo Credito Valtellinese MERCATO SOCIETA’ SPECIALIZZATE CORPORATE CENTER Credito Valtellinese Mediocreval Bankadati Credito Siciliano Finanziaria San Giacomo Stelline Carifano Creset Servizi Territoriali Global Assicurazioni (*) Global Broker (*) (*) Società assicurative soggette all’attività di direzione e coordinamento del Credito Valtellinese ai sensi degli artt. 2497 e seguenti del Codice Civile P ROSPETTO I NFORMATIVO 18 B.6 B.7 Azionisti che detengono partecipazioni superiori al 2% del capitale, diritti di voto diversi in capo ai principali azionisti dell’Emittente Alla Data del Prospetto, alla luce dei dati contenuti nel libro soci e di altre informazioni disponibili da parte dell’Emittente, non risulta alcun azionista che detenga, direttamente o indirettamente, strumenti finanziari rappresentativi del capitale con diritto di voto in misura superiore al 2% del capitale sociale del Credito Valtellinese. Peraltro, ai sensi dell’articolo 30 del TUB e in base a quanto previsto dall’articolo 8 dello Statuto, nessuno può detenere azioni in misura eccedente l’1% del capitale sociale dell’Emittente e le azioni eccedenti devono essere alienate entro un anno dalla contestazione da parte della Società. Tale limite non si applica agli organismi di investimento collettivo in valori mobiliari, per i quali valgono i limiti previsti dalla disciplina propria di ciascuno di essi. Informazioni finanziarie fondamentali selezionate sull’Emittente Le informazioni relative al patrimonio e alla situazione economico-finanziaria del Gruppo per gli esercizi 2013 e 2012 sono ricavabili dal Bilancio Consolidato 2013 e dal Bilancio Consolidato 2012 (con le relative relazioni della Società di Revisione), redatti conformemente ai Principi Contabili Internazionali. Si dà atto che il progetto di bilancio civilistico al 31 dicembre 2013 e il Bilancio Consolidato 2013 sono stati approvati dal Consiglio di Amministrazione della Banca in data 4 marzo 2014 e che la Consob potrà svolgere le attività di verifica su tali bilanci nei termini previsti dalla legge. Alla Data del Prospetto l’Emittente non ha emesso categorie di azioni diverse da quelle ordinarie e non sussistono diritti di voto diversi in capo agli azionisti. Inoltre, le informazioni relative al patrimonio ed alla situazione economico-finanziaria del Gruppo per il trimestre concluso il 31 marzo 2014, nonché per il trimestre concluso il 31 marzo 2013, sono ricavabili, rispettivamente, dal Resoconto Intermedio di Gestione 2014, sottoposto, su base volontaria, a revisione contabile limitata da parte della Società di Revisione, e dal Resoconto Intermedio di Gestione 2013. L’Emittente si avvale del regime di inclusione mediante riferimento del Bilancio Consolidato 2013, del Bilancio Consolidato 2012, del Resoconto Intermedio di Gestione 2014 e del Resoconto Intermedio di Gestione 2013, ai sensi dell’articolo 11 della Direttiva Prospetto e dell’articolo 28 del Regolamento 809/2004. Tali documenti sono stati precedentemente pubblicati e depositati presso la Consob e sono a disposizione del pubblico sul sito internet dell’Emittente (www.creval.it), nonché presso la sede dell’Emittente e sul sito internet di Borsa Italiana, www.borsaitaliana.it. Di seguito si riportano le principali voci dello stato patrimoniale consolidato del Gruppo Creval per gli esercizi chiusi al 31 dicembre 2013 ed al 31 dicembre 2012, nonché al trimestre concluso il 31 marzo 2014, comparati con quelli relativi al trimestre concluso il 31 marzo 2013. Voci dell’attivo ( Euro/1000) Cassa e disponibilità liquide Attività finanziarie detenute per la negoziazione Attività finanziarie disponibili per la vendita Attività finanziarie detenute sino a scadenza Crediti verso banche Crediti verso la clientela Partecipazioni Attività materiali e immateriali (1) Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione Altre voci dell'attivo (2) Totale dell'attivo 31.12.2013 204.947 84.996 3.877.889 877.056 20.197.033 181.338 813.951 961.493 31.12.2012 227.330 106.628 3.489.800 304.326 1.630.744 22.007.837 241.530 829.117 1.058.751 31.03.2014 165.327 81.054 3.542.841 828.006 19.417.443 187.957 809.617 419.397 1.173.671 31.03.2013 177.159 249.431 5.204.001 201.837 1.024.334 21.467.399 241.641 825.542 634 1.329.382 27.198.703 29.896.063 26.625.313 30.721.360 Comprendono le voci di bilancio "120. Attività materiali" e "130. Attività immateriali". (2) Comprendono le voci "140. Attività fiscali" e "160. Altre attività". (1) Di seguito si riportano le principali voci del passivo dello stato patrimoniale consolidato del Gruppo Creval per gli esercizi chiusi al 31 dicembre 2013 ed al 31 dicembre 2012, nonché al trimestre concluso il 31 marzo 2014, comparati con quelli relativi al trimestre concluso il 31 marzo 2013. Voci del passivo e del patrimonio netto (Euro/1000) 31.12.2013 31.12.2012 31.03.2014 31.03.2013 Debiti verso banche Raccolta diretta dalla clientela (1) Passività finanziarie di negoziazione Derivati di copertura Passività associate a gruppi di attività in via di dismissione Altre voci del passivo Fondi a destinazione specifica (2) Patrimonio di pertinenza di terzi Patrimonio netto (3) 3.494.050 20.657.592 7.723 166.797 716.253 243.029 5.188 1.908.071 4.545.536 22.102.650 15.671 231.186 755.964 257.981 5.201 1.981.874 2.873.383 20.328.876 9.613 205.016 5.659 972.248 265.706 5.090 1.959.722 4.253.089 23.074.847 12.118 225.887 276 915.949 268.784 4.749 1.965.661 Totale del passivo 27.198.703 29.896.063 26.625.313 30.721.360 (1) Comprende le voci "20. Debiti verso clientela" e "30. Titoli in circolazione". (2)Comprendono le voci "80. Passività fiscali", "110. Trattamento di fine rapporto del personale" e "120. Fondi per rischi e oneri". (3) Comprende le voci "140. Riserve da valutazione", "160. Strumenti di capitale", "170. Riserve", "180. Sovrapprezzi di emissione", "190. Capitale", "200. Azioni proprie" e "220. Utile (Perdita) d’esercizio". Nella tabella che segue si riportano i principali dati del il conto economico consolidato del Gruppo relativo agli esercizi 2013 e 2012, nonché al trimestre concluso il 31 marzo 2014, comparati con quelli relativi al trimestre concluso il 31 marzo 2013. P ROSPETTO I NFORMATIVO 19 2013 Voci del conto economico (Euro/1000) 2012(*) 1° TRIM. 2014 1° TRIM. 2013 Margine di interesse Commissioni nette Margine di intermediazione Risultato netto della gestione finanziaria Costi operativi Utile (Perdita) della operatività corrente al lordo delle imposte Utile (Perdita) della operatività corrente al netto delle imposte Utile (Perdita) del periodo Utile (Perdita) del periodo di pertinenza della capogruppo 463.170 478.096 127.247 107.865 266.803 265.590 66.012 64.972 804.002 776.029 223.824 183.837 514.101 383.563 121.587 127.787 (488.662) (522.169) (121.450) (122.449) 39.924 (424.619) 4.422 6.885 14.305 (344.556) 1.644 733 14.305 (318.126) 1.644 733 11.710 (322.439) 836 272 (*) I dati riferiti al 31 dicembre 2012 sono stati rivisti, nel 2013, in seguito alla riclassifica degli oneri versati al Fondo tutela dei depositi dalla voce “220. Altri oneri/proventi di gestione” alla voce “130. Rettifiche/Riprese di valore nette per deterioramento di: d) altre operazioni finanziarie” per un importo pari a 1,2 milioni di Euro. Di seguito si riportano le principali voci del rendiconto finanziario del Gruppo Creval per gli esercizi chiusi al 31 dicembre 2013 ed al 31 dicembre 2012, nonché al trimestre concluso il 31 marzo 2014, comparati con quelli relativi al trimestre concluso il 31 marzo 2013. Gestione Liquidità generata/assorbita dalle attività finanziarie Liquidità generata/assorbita dalle passività finanziarie Liquidità netta generata/assorbita dall'attività operativa Liquidità netta generata/assorbita dall'attività d’investimento Liquidità netta generata/assorbita dall'attività di provvista LIQUIDITA' NETTA GENERATA/ASSORBITA NELL'ESERCIZIO 251.247 1° TRIM. 2014 70.442 1° TRIM. 2013 113.092 2.070.213 -2.009.246 559.276 -1.091.236 -2.510.791 1.552.652 -663.801 829.299 -206.075 -205.347 -34.083 -148.845 100.305 2013 2012 234.503 362.673 189.722 -3.653 -178.981 61.180 -1.884 -1.631 -22.383 45.555 -39.620 -50.171 Di seguito si riportano i principali dati relativi ai crediti verso la clientela della Banca per gli esercizi chiusi al 31 dicembre 2013 ed al 31 dicembre 2012, nonché al trimestre concluso il 31 marzo 2014. dati in milioni di Euro 31.12.2013 31.12.2012 31.03.2014 4.785 5.914 4.559 174 - 206 8.913 9.690 8.727 371 382 362 Leasing finanziario 1.079 1.196 655 Altre operazioni 2.123 2.715 1.956 Conti correnti Pronti contro termine attivi Mutui Carte di credito, prestiti personali e cessioni del quinto 13 12 13 Attività deteriorate 2.739 2.099 2.939 Totale crediti netti 20.197 22.008 19.417 Titoli di debito Di seguito si riportano i principali dati relativi ai crediti deteriorati della Banca per gli esercizi conclusi il 31 dicembre 2013 ed il 31 dicembre 2012. dati in milioni di Euro Importo lordo Rettifiche di valore Importo netto % cop. Importo lordo al 31.12.2013 Crediti deteriorati Sofferenze Incagli Esposizioni ristrutturate Esposizioni scadute Totale crediti deteriorati Crediti in bonis Totale crediti verso clientela Rettifiche di valore Importo netto % cop. al 31.12.2012 1.923 1.357 1.114 215 809 1.142 57,9 15,9 1.525 978 910 180 615 798 59,7 18,4 241 25 216 10,2 210 31 179 14,8 611 4.132 17.560 21.692 39 1.393 102 1.495 572 2.739 17.458 20.197 6,4 33,7 0,58 525 3.238 20.021 23.259 18 1.139 112 1.251 507 2.099 19.909 22.008 3,4 35,2 0,56 Di seguito si riportano i principali dati relativi ai crediti deteriorati della Banca per il trimestre concluso il 31 marzo 2014, comparati con quelli relativi al trimestre concluso il 31 marzo 2013. P ROSPETTO I NFORMATIVO 20 Importo lordo dati in milioni di Euro Rettifiche di valore Importo netto % cop. Importo lordo al 31.03.2014 Rettifiche di valore Importo netto % cop. al 31.03.2013 Crediti deteriorati Sofferenze 2.013 -1.154 860 57,3 1.671 -984 687 58,9 Incagli 1.487 -243 1.244 16,3 1.112 -175 936 15,8 Esposizioni ristrutturate 293 -29 264 10,0 196 -23 172 11,9 Esposizioni scadute 611 -38 572 6,3 658 -21 637 3,1 Totale crediti deteriorati 4.404 -1.464 2.940 33,3 3.636 -1.203 2.433 33,1 Crediti in bonis 16.574 -96 16.478 0,58 19.140 -106 19.034 0,55 Totale crediti verso clientela 20.978 -1.560 19.417 22.776 -1.309 21.467 B.8 Informazioni finanziarie pro-forma fondamentali selezionate Non applicabile in quanto l’Emittente non fornisce informazioni finanziarie pro-forma. B.9 Previsione o stima degli utili Con delibera del Consiglio di Amministrazione del 4 marzo 2014, l’Emittente ha approvato l’aggiornamento del piano industriale contenente le azioni strategiche - delineate in continuità con le direttici del Piano Industriale 2011-2014, come già aggiornato in data 19 marzo 2012 - e gli obiettivi economico-patrimoniali e finanziari di Gruppo per il periodo 2014-2016. Il Nuovo Piano Industriale, elaborato dall’Emittente, è stato illustrato alla comunità finanziaria in data 4 marzo 2014 (il documento utilizzato per la presentazione è disponibile sul sito dell’Emittente, www.creval.it). Tenuto conto dei risultati conseguiti nel periodo 2011-2013, derivanti dall’attuazione e completamento dei principali interventi previsti nel Piano Industriale 2011-2014, l’aggiornamento prevede la finalizzazione ed un’ulteriore accelerazione delle azioni manageriali in corso in molteplici ambiti relativi: (i) agli assetti societari ed organizzativi; (ii) alle politiche di capital management e funding; (iii) all’efficienza operativa; (iv) ai processi e politiche del credito; e (v) alle politiche commerciali e di prodotto. Il Nuovo Piano Industriale contiene, inoltre, un insieme di stime e previsioni sui risultati del Gruppo Creval che si basano su (i) assunzioni di carattere generale ed ipotetico relative a eventi futuri che dipendono da variabili non controllabili dalla Banca (es. scenario macroeconomico, andamento dei mercati finanziari, etc.), e (ii) assunzioni ipotetiche e di natura discrezionale legate agli effetti delle specifiche azioni gestionali e organizzative che la Banca dovrà intraprendere nell’arco temporale coperto dal Piano Industriale. Il Nuovo Piano Industriale ed i dati previsionali consolidati del Gruppo Creval in esso riportati, nonché le modifiche conseguenti al realizzarsi delle suddette operazioni e accadimenti, sono stati, pertanto, definiti sulla base di alcuni lineamenti di scenario esterno, soggetti ai rischi e alle incertezze che caratterizzano l’attuale scenario macroeconomico, sui quali la Banca non può influire, nonché sulla base di assunzioni relative agli effetti di azioni specifiche o concernenti eventi futuri sui quali la Banca può solo parzialmente influire e che potrebbero non verificarsi o variare nel triennio 2014-2016. L’evoluzione nell’ambito del Nuovo Piano Industriale dei principali aggregati economici e patrimoniali del Gruppo è stata, inoltre, determinata stimando i volumi, i tassi di interesse e gli spread applicabili alla clientela, anche sulla base delle previsioni relative all’evoluzione della congiuntura economica e dell’andamento del settore creditizio elaborate da primari centri di ricerca. Su tali risultati sono stati declinati gli effetti delle diverse iniziative programmate dalla Banca. I Dati Previsionali sono stati elaborati nella prospettiva della continuità aziendale, valutata sulla base delle considerazioni riportate nel Bilancio Consolidato 2013. In considerazione dell’incertezza che caratterizza qualunque dato previsionale, gli investitori sono invitati, nelle proprie decisioni di investimento connesse all’Offerta, a non fare esclusivo affidamento sugli stessi. Si evidenzia che, a causa (i) dell’aleatorietà connessa alla realizzazione degli eventi futuri previsti nel Nuovo Piano Industriale sia per quanto concerne il loro concreto accadimento sia per quanto riguarda la misura e la tempistica della loro manifestazione, nonché (ii) dell’impatto che il verificarsi o meno di tali eventi futuri ha sugli eventi controllabili, in tutto o anche solo in parte, dalla Società, si potrebbero verificare scostamenti, anche significativi, tra valori consuntivi e valori preventivati. In particolare, eventuali effetti sulle stime e le previsioni del Piano Industriale potrebbero derivare dall’esito delle Attività di Verifica della BCE e più nello specifico dalla Asset Quality Review e dallo stress test. Di seguito si riepilogano i target del Nuovo Piano Industriale: PRINCIPALI DATI DI STATO PATRIMONIALE (miliardi di Euro) Crediti verso la clientela Raccolta diretta Raccolta indiretta 31.12.2013 31.12.2016E CAGR 13-16 19,9 (*) 19,8 (*) 11,2 21,0 22,1 12,7 1,3% 2,3% 4,3% (*) Valori al lordo di CCG (Cassa di Compensazione e Garanzia) pari a: Crediti vs/clientela 20,2 miliardi di Euro e Raccolta diretta 20,7 miliardi di Euro. PRINCIPALI DATI DI CONTO ECONOMICO (milioni di Euro) Margine di interesse Commissioni nette Proventi operativi Oneri operativi Rettifiche di valore nette su crediti Utile lordo Utile netto di Gruppo P ROSPETTO I NFORMATIVO 2013 2016E CAGR 13-16 463 267 828 (504) (266) 40 12 543 300 899 (506) (202) 186 104 5,4% 4,0% 2,8% 0,2% (8,8%) 67,1% n.s. 21 INDICATORI DI PERFORMANCE Cost/Income ratio (%) Cost of Credit risk (%) ROTE (%) RATIO PATRIMONIALI RWA (miliardi di Euro) CET 1 ratio (**) (%) 2013 60,8% 1,32% 0,8% 2016E 56,3% 0,96% 5,0% Δ13-16 (452)bps (36) bps 421 bps 31.12.2013 18,1 8,7% 31.12.2016E 13,2 13,0% CAGR 13-16 (10,0%) 433 bps (non CAGR) (**) Fully phased BIS 3. B.10 Descrizione della natura di eventuali rilievi contenuti nella relazione di revisione Non applicabile in quanto non sono stati formulati rilievi dalla Società di Revisione. B.11 Dichiarazione relativa al capitale circolante Ai sensi del Regolamento 809/2004 e sulla scorta della definizione di capitale circolante - quale mezzo mediante il quale il Gruppo ottiene le risorse liquide necessarie a soddisfare le obbligazioni in scadenza - contenuta nella “Raccomandazione ESMA 2013/319”, l’Emittente ritiene che il Capitale Circolante di cui dispone sia sufficiente per fare fronte alle proprie esigenze e a quelle del Gruppo per un periodo di almeno 12 mesi dalla Data del Prospetto. C – Strumenti finanziari Descrizione del tipo e della classe degli strumenti finanziari offerti Le azioni avranno il codice ISIN IT0000064516 e saranno emesse munite della cedola n. 38. Ai Diritti di Opzione per la sottoscrizione delle Azioni Creval sarà attribuito il codice ISIN IT0005022162. I dati relativi al numero di Azioni offerte in opzione, al rapporto di opzione, al Prezzo di Offerta, al controvalore effettivo dell’Aumento di Capitale e la percentuale massima di diluizione saranno comunicati dall’Emittente prima dell’avvio del Periodo di Opzione, mediante pubblicazione di un apposito supplemento, ai sensi degli articoli 9 e 56 del Regolamento Emittenti. Tale supplemento sarà pubblicato anche sul sito internet dell’Emittente, www.creval.it. Valuta di emissione delle Azioni Le Azioni saranno denominate in Euro. C.3 Capitale sociale sottoscritto e versato Alla Data del Prospetto, il capitale sociale sottoscritto e versato risulta pari a Euro 1.532.967.617,34, diviso in n. 480.800.964 azioni ordinarie prive dell’indicazione del valore nominale. C.4 Descrizione dei diritti connessi alle Azioni Le Azioni avranno le stesse caratteristiche e attribuiranno gli stessi diritti delle azioni ordinarie della Banca in circolazione alla relativa data di emissione. Le azioni ordinarie dell’Emittente sono ammesse alla quotazione presso il Mercato Telematico Azionario (MTA). Le Azioni saranno negoziabili, in via automatica, secondo quanto previsto dall’articolo 2.4.1 del Regolamento di Borsa, presso il medesimo mercato in cui sono negoziate le azioni ordinarie della Banca al momento della relativa emissione. In particolare, le Azioni sono ordinarie, nominative, liberamente trasferibili e indivisibili e attribuiscono a ciascun socio, qualunque sia il numero di Azioni possedute, un solo voto nelle Assemblee ordinarie e straordinarie dell’Emittente. Non esistono categorie di azioni diverse da quelle ordinarie. Di seguito si illustrano i principali diritti attribuiti dalle Azioni: C.1 C.2 Diritti di voto Ai sensi dell’articolo 19, comma 2, dello Statuto, hanno diritto di intervenire nelle Assemblee della Società ed esercitarvi il diritto di voto coloro che risultino iscritti nel libro dei soci da almeno 90 giorni e per i quali sia pervenuta presso la sede della Società, entro la fine del terzo giorno di mercato aperto precedente la data fissata per l’Assemblea in prima convocazione, ovvero nel diverso termine previsto con regolamento dalla Consob, d’intesa con la Banca d’Italia, l’apposita comunicazione dell’intermediario incaricato della tenuta dei conti sui quali sono registrate le azioni ai sensi della normativa vigente. Ai sensi dell’articolo 8 dello Statuto, possono essere ammessi a socio: (i) le persone fisiche, con esclusione degli interdetti, gli inabilitati, i falliti che non abbiano ottenuto sentenza di riabilitazione e coloro che abbiano riportato condanne che comportino interdizione, anche temporanea, dai pubblici uffici; (ii) i dipendenti della Società e (iii) le persone giuridiche, le società di ogni tipo, i consorzi, le associazioni ed altri enti, purché designino per iscritto la persona fisica autorizzata a rappresentarli. La procedura di ammissione a socio è disciplinata dall’articolo 9 dello Statuto della Banca. L’articolo 9, comma 2 dello Statuto prevede, inoltre, che il Consiglio di Amministrazione abbia la facoltà di proporre all’Assemblea ordinaria dei soci la fissazione del numero minimo di azioni che deve possedere, sin dal momento della presentazione della domanda, chi intende diventare socio. Tale numero minimo, che, ai sensi del medesimo articolo dello Statuto, non può essere superiore a n. 150 azioni, è stato fissato dall’Assemblea ordinaria del 12 aprile 2014, ai sensi dell’articolo 24, comma 2, dello Statuto, in n. 150 azioni. Si segnala, inoltre, che ai sensi dell’articolo 9, comma 8, dello Statuto, come modificato dall’Assemblea straordinaria dei soci del 12 aprile 2014, la cessione dell’intera partecipazione, così come la cessione che riduca il possesso azionario al di sotto di n. 150 azioni, comunque rilevate dalla Società, comporta la perdita della qualità di socio. In deroga a quanto precede, per coloro che siano stati iscritti a libro soci alla data del 12 aprile 2014, ossia alla data in cui l’Assemblea ordinaria ha introdotto tale numero minimo di azioni, la perdita della qualità di socio e la conseguente cancellazione dal libro soci continua a conseguire al venir meno dell’intera partecipazione. Trattandosi di una banca popolare, ciascun socio con diritto di voto potrà esercitare un solo voto, qualunque sia il numero delle azioni possedute. Al contrario, la partecipazione al patrimonio ed agli utili è proporzionata alle azioni possedute. Ai sensi, inoltre, dell’articolo 30, comma 2 del TUB, nonché dell’articolo 18 dello Statuto, nessuno può detenere azioni nella Società in misura eccedente l’1% del capitale sociale, fatta eccezione per gli organismi di investimento collettivo in valori mobiliari. La Banca, non appena rileva il superamento di tale limite, contesta al detentore la violazione del divieto. Le azioni eccedenti devono essere alienate entro un anno della contestazione, trascorso tale termine, i relativi diritti patrimoniali maturati fino all’alienazione delle azioni eccedenti P ROSPETTO I NFORMATIVO 22 vengono acquisiti dalla Banca. Diritto alla partecipazione dell’eventuale residuo attivo in caso di liquidazione Ai sensi dell’articolo 60 dello Statuto, in caso di scioglimento della Società, agli azionisti spetterà l’eventuale residuo attivo derivante dal procedimento di liquidazione. Descrizione di eventuali restrizioni alla libera trasferibilità degli strumenti finanziari Non esiste alcuna limitazione alla libera trasferibilità delle Azioni ai sensi di legge, dello Statuto o derivante dalle condizioni di emissione. C.6 Eventuali domande di ammissione alla negoziazione in un mercato regolamentato delle Azioni Le azioni Creval sono quotate sul Mercato Telematico Azionario (MTA). Secondo quanto previsto dall’articolo 2.4.1 del Regolamento di Borsa, le Azioni saranno negoziate, in via automatica, presso il medesimo mercato in cui saranno negoziate le azioni dell’Emittente al momento dell’emissione, ossia il Mercato Telematico Azionario (MTA). C.7 Politica dei dividendi Diritto al dividendo Ai sensi dell’articolo 55 dello Statuto della Banca gli utili netti, dedotta la quota per la riserva legale e la quota eventualmente non disponibile in ossequio a norme di legge, saranno destinati secondo le decisioni dell’Assemblea dei soci all’assegnazione del dividendo ai soci in ragione delle azioni possedute. Inoltre, l’Assemblea dei soci, su proposta del Consiglio di Amministrazione, può attribuire agli azionisti la facoltà di richiedere che il pagamento del dividendo sia regolato, in tutto o in parte, in denaro o mediante consegna di azioni ordinarie, aventi le medesime caratteristiche delle azioni ordinarie in circolazione alla data di assegnazione. In caso di attribuzione di tale facoltà, l’Assemblea dei soci, su proposta del Consiglio, determina le modalità di calcolo e di assegnazione delle azioni ordinarie, stabilendo la modalità di regolamento del pagamento del dividendo in caso di mancato esercizio della suddetta facoltà da parte degli azionisti. Ai sensi dell’articolo 56 dello Statuto, inoltre, il diritto alla percezione dei dividendi si prescrive trascorso un quinquennio dal tempo indicato per il relativo pagamento e l’ammontare dei dividendi non riscossi sarà devoluto alla riserva legale ordinaria. C.5 D – Rischi D.1 Informazioni fondamentali sui principali rischi specifici e individuali per l’Emittente, per il Gruppo e per il settore in cui opera 3.1 Fattori di rischio relativi all’Emittente 3.1.1 Rischi connessi all’adeguatezza patrimoniale 3.1.2 Rischi connessi al deterioramento della qualità del credito 3.1.3 Rischi derivanti dallo svolgimento dell’Attività di Verifica della BCE sul Gruppo Creval 3.1.4 Rischi connessi agli impatti derivanti dalle incertezze del contesto macro-economico e politico sull’andamento del Gruppo Creval 3.1.5 Rischio strategico di attuazione del Nuovo Piano Industriale 3.1.6 Rischi connessi all’andamento dei risultati del Gruppo Creval 3.1.7 Rischi connessi all’esposizione del Gruppo Creval al debito sovrano 3.1.7 Rischi connessi ai procedimenti sanzionatori nei confronti dei componenti degli organi sociali dell’Emittente e delle società facenti parte del Gruppo Creval 3.1.8 Rischio di liquidità 3.1.9 Rischio di mercato 3.1.10 Rischi connessi ad assunzioni e metodologie di valutazione delle attività e passività finanziarie del Gruppo valutate al fair value 3.1.11 Rischio operativo 3.1.12 Rischi connessi alla capitalizzazione di attività immateriali 3.1.13 Rischio connesso al rating 3.1.14 Rischi connessi alle attività fiscali per imposte differite 3.1.15 Rischio connesso ai procedimenti giudiziari in essere 3.1.16 Rischio connesso al trattamento contabile dell’interessenza nel capitale della Banca d’Italia 3.1.17 Rischi relativi all’area geografica di riferimento del Gruppo Creval 3.1.18 Rischi connessi al risk management P ROSPETTO I NFORMATIVO 23 3.1.19 Rischi connessi alle dichiarazioni di preminenza 3.2 Fattori di rischio relativi al settore in cui l’Emittente opera 3.2.1 Rischi connessi alla concorrenza nel settore bancario e finanziario 3.2.2 Rischi connessi all’evoluzione della regolamentazione del settore bancario e finanziario 3.2.3 Rischi connessi alla riduzione del supporto alla liquidità del sistema D.3 Principali rischi specifici connessi agli strumenti finanziari 3.3 Fattori di rischio relativi alle Azioni, all’Offerta ed alla quotazione delle Azioni oggetto dell’Offerta 3.3.1 Rischi connessi alla liquidabilità e volatilità delle Azioni e dei relativi Diritti di Opzione 3.3.2 Rischio di riduzione del Return on Equity (ROE) 3.3.3 Rischio connesso alla modifica del regime fiscale applicabile alle Azioni 3.3.4 Rischi connessi alla limitazione del possesso di azioni 3.3.5 Rischi connessi all’esercizio del diritto di voto 3.3.6 Rischi connessi agli effetti diluitivi dell’Aumento di Capitale 3.3.7 Rischi connessi agli impegni di sottoscrizione e garanzia e alla parziale esecuzione dell’Aumento di Capitale 3.3.8 Rischi connessi ai mercati nei quali non è consentita l’Offerta in assenza di autorizzazioni delle autorità competenti 3.3.9 Rischi connessi ai potenziali conflitti di interesse E – Offerta E.1 Proventi netti totali e stima delle spese totali legate all’Offerta L’operazione di Aumento di Capitale, in caso di integrale sottoscrizione dello stesso, comporterà l’afflusso di nuove risorse finanziarie per un importo complessivo stimato pari ad Euro 387 milioni, al netto degli oneri relativi alla realizzazione dell’operazione. Gli oneri relativi all’operazione di Aumento di Capitale, comprensivi delle commissioni da corrispondersi ai Garanti, sono stimati in massimi Euro 13 milioni. E.2 Ragioni dell’Offerta e impiego dei proventi L’Aumento di Capitale, pur non essendo stato deliberato al fine di rispettare gli obblighi di patrimonializzazione minima ovvero a seguito di richieste specifiche delle Autorità di Vigilanza, è volto a rafforzare ulteriormente la struttura patrimoniale e ad incrementare in maniera significativa i coefficienti patrimoniali del Creval e del Gruppo a livelli superiori a quelli minimi stabiliti dalla Nuova Disciplina, anche in considerazione dell’Attività di Verifica della BCE, in corso di svolgimento alla Data del Prospetto. Al 1° gennaio 2014 i coefficienti di Capitale Primario di Classe 1(*) e di Capitale Totale del Gruppo, determinati su base fully loaded, sono stimati pari rispettivamente all’8,7% e all’11,7%. I medesimi coefficienti, calcolati con le stesse modalità alla data del 31 marzo 2014, sono stimati in 9,2%, in termini di Capitale Primario di Classe 1 e 12,0% in termini di Capitale Totale. Assumendo la sottoscrizione dell’Aumento di Capitale per l’intero ammontare di Euro 400 milioni, i ratio patrimoniali del Gruppo Creval si assesterebbero, dunque, ai seguenti livelli: - sulla base dei coefficienti calcolati al 1° gennaio 2014 sopra riportati, al 10,9% e 13,9% in termini, rispettivamente, di Capitale Primario di Classe 1 e di Capitale Totale, con un’incidenza dell’Aumento di Capitale di 220 basis point; e - sulla base dei coefficienti calcolati al 31 marzo 2014 sopra riportati, al 11,5% e 14,3% in termini, rispettivamente, di Capitale Primario di Classe 1 e di Capitale Totale, con un’incidenza dell’Aumento di Capitale di 230 basis point. La stima dell’impatto dell’Aumento di Capitale è stata formulata sulla base dei livelli del patrimonio di vigilanza e delle attività ponderate per il rischio che il Gruppo ha stimato di avere alla data del 31 marzo 2014, a seguito dell’applicazione, con decorrenza dal 1° gennaio 2014, del CRR e della Circolare n. 285 e tenuto conto dei risultati relativi al primo trimestre 2014 approvati dal Consiglio di Amministrazione della Società in data 13 maggio 2014. Entro la fine del corrente anno, inoltre, saranno resi noti i risultati dell’Attività di Verifica della BCE, a cui, come sopra ricordato, il Creval è sottoposto, congiuntamente alle altre maggiori banche italiane ed europee. Alla Data del Prospetto, nell’ambito di tale Attività di Verifica della BCE, risulta in corso l’Asset Quality Review, la quale è principalmente finalizzata a verificare il grado di qualità degli attivi detenuti dalla Banca; a seguito dell’AQR l’Emittente sarà sottoposto agli esercizi di stress test, al fine di verificare la solidità patrimoniale dello stesso anche in situazioni di tensione dei mercati finanziari. L’Emittente ritiene che l’Aumento di Capitale permetterà al Gruppo Creval di affrontare l’AQR e gli stress test con maggiore robustezza degli indicatori di patrimonializzazione. A tal riguardo si segnala che le banche sottoposte all’AQR e agli stress test, in considerazione della loro rilevanza sistemica ai sensi del Regolamento MVU, saranno tenute a rispettare, quale parametro di riferimento per l’esito di tali esercizi: (i) nello scenario di base (baseline scenario) un Capitale Primario di Classe 1 dell’8% (pari ad una maggiorazione dell’1% rispetto ai requisiti minimi previsti dalla Nuova Disciplina); e (ii) nello scenario avverso (adverse scenario) un Capitale Primario di Classe 1 del 5,5%. Per quanto riguarda gli impatti finanziari, i proventi dell’Aumento di Capitale, che in caso di integrale sottoscrizione dello stesso, sono stimati in Euro 387 milioni, al netto degli oneri relativi alla realizzazione dell’operazione, saranno utilizzati per lo P ROSPETTO I NFORMATIVO 24 svolgimento dell’attività ordinaria della Banca ed in coerenza con gli obiettivi e le azioni previste dal Nuovo Piano Industriale. (*) Il Capitale di Classe 1 dell’Emittente coincide sostanzialmente con il suo Capitale Primario di Classe 1. Per maggiori dettagli si veda la Sezione Prima, Capitolo 3, Paragrafo 3.1.1, del Prospetto. E.3 Descrizione dei termini e delle condizioni dell’Offerta In data 12 aprile 2014, l’Assemblea straordinaria di soci ha deliberato, tra l’altro, di attribuire, ai sensi dell’articolo 2443 del Codice Civile, al Consiglio di Amministrazione della Società la facoltà di aumentare a pagamento e in via scindibile, in una o più volte, il capitale sociale, entro il periodo di 24 mesi dalla data della relativa deliberazione, per un importo massimo complessivo (comprensivo di eventuale sovrapprezzo) di Euro 400.000.000 (quattrocento milioni), mediante emissione di nuove azioni ordinarie prive del valore nominale da offrire in opzione agli azionisti, ai sensi dell’articolo 2441, comma 1, del Codice Civile, con ogni più ampia facoltà per gli Amministratori di stabilire, di volta in volta, nel rispetto dei limiti sopra indicati, modalità, termini e condizioni dell’operazione, ivi incluso il prezzo di emissione delle nuove azioni (comprensivo dell’eventuale sovrapprezzo) e il relativo godimento, restando inteso che il prezzo di emissione sarà definito in conformità alle norme di legge applicabili e tenendo, tra l’altro, conto, delle condizioni di mercato, dell’andamento delle quotazioni delle azioni della Società, dei risultati economici, patrimoniali e finanziari della Società, nonché della prassi di mercato per operazioni similari, ai sensi della quale, tra l’altro, il prezzo di emissione potrà essere determinato in misura pari al prezzo teorico ex diritto (theoretical ex right price -TERP) delle azioni della Società, calcolato secondo le metodologie correnti e scontato nella misura che sarà stabilita dal Consiglio di Amministrazione prima dell’avvio dell’Offerta in Opzione. In data 10 aprile 2014, con provvedimento n. 0392674/14, Banca d’Italia ha autorizzato la modifica dell’articolo 7 dello Statuto della Banca conseguente al conferimento della Delega, ai sensi di quanto previsto dall’articolo 56 del TUB. Con il medesimo provvedimento Banca d’Italia ha, altresì, autorizzato l’Emittente, ai sensi dell’articolo 26, comma 3 del CRR, a classificare le Azioni Creval rinvenienti dall’Aumento di Capitale quali strumenti di Capitale Primario di Classe 1. In data 15 aprile 2014, il Consiglio di Amministrazione della Banca ha esercitato la Delega, deliberando aumentare il capitale sociale per l’importo massimo di Euro 400 milioni, comprensivo dell’eventuale sovrapprezzo, mediante l’emissione di Azioni aventi le medesime caratteristiche delle azioni Creval in circolazione, da offrire in opzione agli azionisti ai sensi dell’articolo 2441 del Codice Civile. Entro l’avvio del Periodo di Opzione è previsto che si tenga un ulteriore Consiglio di Amministrazione della Società al fine di definire le condizioni economiche dell’Offerta, quali, a titolo esemplificativo, il rapporto di opzione, il numero delle Azioni offerte in opzione ed il Prezzo di Offerta. Delle determinazioni di tale ulteriore Consiglio di Amministrazione della Società si darà conto in un apposito supplemento da pubblicarsi, ai sensi degli articoli 9 e 56 del Regolamento Emittenti. Tale supplemento sarà pubblicato anche sul sito internet dell’Emittente, www.creval.it. L’Offerta in Opzione non è subordinata ad alcuna condizione. Alla Data del Prospetto le azioni dell’Emittente in circolazione sono pari a n. 480.800.964. L’Offerta avrà un controvalore complessivo di massimi Euro 400 milioni e le Azioni saranno offerte in opzione agli azionisti di Creval. I dati relativi al numero di Azioni offerte in opzione, al rapporto di opzione, al Prezzo di Offerta, al controvalore effettivo dell’Aumento di Capitale e la percentuale massima di diluizione saranno comunicati dall’Emittente prima dell’avvio del Periodo di Opzione, mediante pubblicazione di un apposito supplemento, ai sensi degli articoli 9 e 56 del Regolamento Emittenti. Tale supplemento sarà pubblicato anche sul sito internet dell’Emittente, www.creval.it. I Diritti di Opzione che daranno diritto alla sottoscrizione delle Azioni, dovranno essere esercitati, a pena di decadenza, nel periodo compreso tra il 26 maggio 2014 ed il 20 giugno 2014 tramite gli Intermediari Aderenti che sono tenuti a dare le relative istruzioni a Monte Titoli, entro le ore 15:30 dell’ultimo giorno del Periodo di Opzione. Pertanto, ciascun sottoscrittore dovrà presentare apposita richiesta di sottoscrizione con le modalità e nel termine che il suo intermediario depositario e/o Intermediario Aderente gli avrà comunicato per assicurare il rispetto del termine di cui sopra. I Diritti di Opzione saranno negoziabili sul Mercato Telematico Azionario (MTA) per tutto il Periodo di Negoziazione dei Diritti d’Opzione, ossia dal giorno 26 maggio 2014 al giorno 13 giugno 2014 compresi. Entro il mese successivo alla scadenza del Periodo di Opzione, ai sensi dell’art. 2441, comma 3, Codice Civile, l’Emittente offrirà in borsa gli eventuali Diritti di Opzione non esercitati al termine del Periodo di Opzione. Entro il giorno precedente l’inizio dell’eventuale Offerta in Borsa, sarà pubblicato su almeno un quotidiano a diffusione nazionale un avviso, con indicazione del numero dei Diritti di Opzione non esercitati da offrire in borsa ai sensi dell’art. 2441, comma 3, del Codice Civile e delle date delle riunioni in cui l’Offerta in Borsa sarà effettuata. Il modulo di sottoscrizione conterrà almeno gli elementi di identificazione dell’Offerta e le seguenti informazioni riprodotte con carattere che ne consenta almeno un’agevole lettura: (i) l’avvertenza che l’aderente potrà ricevere gratuitamente copia del Prospetto; e (ii) il richiamo ai “Fattori di Rischio” contenuti nella Sezione Prima, Capitolo 3, del Prospetto. Presso la sede sociale dell’Emittente, nonché sul sito internet della Società all’indirizzo www.creval.it, sarà disponibile, per gli intermediari che ne facessero richiesta, un facsimile del modulo di sottoscrizione. Si rammenta che la negoziazione o, in generale, il compimento di atti dispositivi aventi ad oggetto i Diritti di Opzione e le Azioni potranno essere effettuati esclusivamente per il tramite di un Intermediario Aderente. Le adesioni all’Offerta in Opzione non possono essere soggette ad alcuna condizione e sono irrevocabili, salvo i casi previsti dalla legge. I Diritti di Opzione non esercitati entro il termine del Periodo di Opzione saranno offerti in borsa dalla Banca, ai sensi dell’articolo 2441, comma 3, Codice Civile, per almeno cinque giorni di mercato aperto (l’“Offerta in Borsa”). Le date di inizio e di chiusura dell’Offerta in Borsa verranno comunicate al pubblico mediante apposito avviso. La seguente tabella riporta il calendario indicativo dell’Offerta: CALENDARIO INDICATIVO DELL’OFFERTA Inizio del Periodo di Opzione e del Periodo di Negoziazione dei Diritti di Opzione 26 maggio 2014 Termine del Periodo di Negoziazione dei Diritti di Opzione 13 giugno 2014 Termine del Periodo di Opzione 20 giugno 2014 Comunicazione dei risultati dell’Offerta Entro cinque giorni lavorativi dal termine del Periodo di Opzione Si rende noto che il calendario dell’Offerta è indicativo e potrebbe subire modifiche al verificarsi di eventi e circostanze indipendenti dalla volontà dell’Emittente, ivi incluse particolari condizioni di volatilità dei mercati finanziari, che potrebbero pregiudicare il buon esito dell’Offerta. Eventuali modifiche del Periodo di Opzione saranno comunicate al pubblico con apposito avviso da pubblicarsi con P ROSPETTO I NFORMATIVO 25 le medesime modalità di pubblicazione del Prospetto. La Banca non risponde di eventuali ritardi imputabili agli intermediari autorizzati nell’esecuzione delle disposizioni impartite dai richiedenti in relazione all’adesione all’Offerta. La verifica della regolarità e delle adesioni pervenute agli intermediari autorizzati sarà effettuata dagli stessi. E.4 Interessi di persone fisiche e giuridiche partecipanti all’Offerta Le Azioni sono offerte direttamente dall’Emittente. La Banca nell’ambito dell’Offerta è, dunque, al tempo stesso emittente e offerente. Per tale ragione, sussiste in capo alla Banca un potenziale conflitto di interessi. Eccezion fatta per quanto sopra illustrato e per quanto a conoscenza dell’Emittente, alla Data del Prospetto, nessun membro del Consiglio di Amministrazione e del Collegio Sindacale o degli alti dirigenti è portatore di interessi in relazione all’Offerta in conflitto con gli obblighi derivanti dalla carica o dalla qualifica ricoperta all’interno dell’Emittente o del Gruppo. Alcune istituzioni finanziarie partecipanti al consorzio di garanzia per il buon esito dell’Offerta, società dalle stesse controllate o alle stesse collegate (i) vantano rapporti creditizi e potrebbero prestare in futuro servizi di finanziamento, (ii) prestano o potrebbero prestare in futuro servizi di consulenza e di investment banking a favore della Società e/o società facenti parte del Gruppo Creval, a fronte dei quali hanno percepito o percepiscono commissioni e (iii) detengono, in conto proprio o per conto di propri clienti, partecipazioni nel capitale sociale della Banca. I Garanti potrebbero, pertanto, trovarsi in situazione di potenziale conflitto di interesse. Al riguardo i Garanti che si trovano in alcuna delle situazioni sopra descritte precisano che, in linea con quanto previsto dalle proprie politiche di gestione dei conflitti di interesse, hanno identificato e implementato adeguate misure per assicurare che il rischio di conflitti di interesse idonei a danneggiare gli interessi dei propri clienti sia adeguatamente mitigato. In particolare, si segnala che (i) Equita ed Intermonte svolgono l’attività, rispettivamente, di liquidity provider e specialist sul mercato secondario delle azioni della Banca, e (ii) Banca IMI, società appartenente al gruppo bancario Intesa Sanpaolo si trova in una situazione di conflitto di interessi in quanto ha prestato servizi di finanza aziendale a favore del Gruppo Creval nel corso degli ultimi 12 mesi. E.5 Azionisti venditori e accordi di lock up Si precisa, altresì, che, in continuità con gli impegni assunti negli accordi di pre-underwriting, nell’ambito del Contratto di Garanzia sarà previsto che la Banca assuma l’impegno nei confronti dei Garanti, a partire dalla data di sottoscrizione dello stesso Contratto di Garanzia e per i 120 giorni successivi alla conclusione dell’Offerta in Opzione, a non effettuare emissioni di Azioni e a non effettuare, e a fare sì che le società del Gruppo non effettuino, emissioni di altri strumenti finanziari convertibili in azioni della Società o che, comunque, diano il diritto di acquistare e/o sottoscrivere azioni della Società ovvero emissioni di qualunque altro strumento che abbia i medesimi effetti, anche solo economici, delle operazioni sopra richiamate, senza il preventivo consenso scritto dei Joint Global Coordinator, che non potrà essere irragionevolmente negato, fatta eccezione per (i) l’Offerta in Opzione, (ii) l’Offerta in Borsa, (iii) l’emissione di azioni a servizio dei Warrant 2014. E.6 Diluizione Le Azioni sono offerte in opzione a tutti gli azionisti dell’Emittente e, pertanto, non vi sono effetti diluitivi in termini di quota percentuale di partecipazione sul capitale sociale nei confronti degli azionisti dell’Emittente che decideranno di sottoscrivere l’Offerta per la parte di loro competenza. La percentuale massima di diluizione (calcolata ipotizzando l’integrale sottoscrizione dell’Aumento di Capitale nonché l’esercizio dei Warrant 2014) per gli azionisti dell’Emittente che decidessero, invece, di non sottoscrivere l’Offerta per la parte di loro competenza sarà comunicato prima dell’avvio del Periodo di Opzione, mediante pubblicazione di un apposito supplemento, ai sensi degli articoli 9 e 56 del Regolamento Emittenti. Tale supplemento sarà pubblicato anche sul sito internet della Banca, all’indirizzo www.creval.it E.7 Spese addebitabili ai sottoscrittori Nessun onere o spesa accessoria è prevista dall’Emittente a carico dei sottoscrittori. P ROSPETTO I NFORMATIVO 26 SEZIONE PRIMA DOCUMENTO DI REGISTRAZIONE SULL’EMITTENTE P ROSPETTO I NFORMATIVO 27 1. PERSONE RESPONSABILI 1.1 Responsabili del Prospetto Informativo Credito Valtellinese Società cooperativa, con sede legale in Sondrio, Piazza Quadrivio n. 8, in qualità di Emittente, assume la responsabilità della completezza e veridicità dei dati e delle notizie contenuti nel Prospetto. 1.2 Dichiarazione di responsabilità Credito Valtellinese Società cooperativa, responsabile della redazione del Prospetto, dichiara che, avendo adottato tutta la ragionevole diligenza a tale scopo, le informazioni in esso contenute sono, per quanto a propria conoscenza, conformi ai fatti e non presentano omissioni tali da alterarne il senso. P ROSPETTO I NFORMATIVO 28 2. REVISORI LEGALI DEI CONTI 2.1 Revisori legali dell’Emittente La società incaricata della revisione legale dei conti della Banca è KPMG S.p.A., con sede in Milano, via Vittor Pisani n. 25, iscritta all’albo delle società di revisione di cui all’articolo 161 del Testo Unico della Finanza. L’Assemblea dei soci di Credito Valtellinese S.c. del 28 aprile 2012 ha conferito l’incarico di revisore legale del bilancio di esercizio e del bilancio consolidato del Gruppo Creval, di revisione limitata delle relazioni semestrali consolidate, della verifica nel corso dell’esercizio della regolare tenuta della contabilità sociale e della corretta rilevazione dei fatti di gestione nelle scritture contabili, per il periodo 2012-2020, alla società KPMG S.p.A. con sede in Milano, Via Vittor Pisani n. 25. La Società di Revisione ha sottoposto a revisione legale il Bilancio Consolidato 2013 ed il Bilancio Consolidato 2012, inclusi mediante riferimento nel Prospetto. La Società di Revisione ha, altresì, sottoposto a revisione contabile limitata il Resoconto Intermedio di Gestione 2014, incorporato mediante riferimento nel presente Prospetto, in relazione al quale ha espresso un giudizio senza rilievi (la relazione della Società di Revisione sul Resoconto Intermedio di Gestione 2014 è allegata al presente Prospetto sub Appendice I). In data 19 maggio 2014 la Società di Revisione ha, altresì, emesso una relazione relativa ai dati previsionali riportati nella presente Sezione Prima, Capitolo 8 del Prospetto, allegata sub Appendice II. L’Assemblea dei soci di Credito Valtellinese S.c. del 22 aprile 2006 aveva conferito l’incarico di revisione legale del bilancio di esercizio e del bilancio consolidato per il periodo 2006-2011 alla società Reconta Ernst & Young S.p.A., con sede in Roma, via Po n. 32, iscritta all’albo delle società di revisione di cui all’articolo 161 del Testo Unico della Finanza; tale società di revisione ha sottoposto a revisione, con esito positivo, il bilancio consolidato al 31 dicembre 2011. 2.2 Informazioni circa dimissioni, revoche dell’incarico o mancato rinnovo dell’incarico alla Società di Revisione Durante il periodo cui si riferiscono le informazioni finanziare selezionate relative agli esercizi passati riportate nel Prospetto, non vi sono stati rilievi o rifiuti di attestazione da parte della Società di Revisione, né la stessa si è dimessa o è stata rimossa dai rispettivi incarichi ovvero è stato revocato l’incarico conferito. P ROSPETTO I NFORMATIVO 29 FATTORI DI RISCHIO 3. FATTORI DI RISCHIO Il presente Capitolo del Prospetto illustra gli specifici fattori di rischio relativi al Credito Valtellinese, al Gruppo Creval, al settore di attività in cui l’Emittente e il Gruppo operano, nonché all’Offerta in Opzione e alle Azioni oggetto dell’Offerta; tali fattori di rischio devono essere valutati attentamente e tenuti in considerazione dagli investitori al fine di effettuare un corretto apprezzamento dell’investimento nelle Azioni. I fattori di rischio descritti nel presente Capitolo devono, inoltre, essere letti congiuntamente alle informazioni contenute nella Sezione Prima del Prospetto (documento di registrazione) e, con riferimento ai fattori di rischio relativi all’Offerta in Opzione e alle Azioni, alla Sezione Seconda del Prospetto (nota informativa sugli strumenti finanziari). I Diritti di Opzione emessi nell’ambito dell’Aumento di Capitale spettano agli azionisti dell’Emittente e il livello di informativa del Prospetto, redatto secondo gli schemi di cui agli allegati XXIII e XXIV del Regolamento 809/2004, è adeguato a tale tipo di emissione. I rinvii alle Sezioni, ai Capitoli e ai Paragrafi si riferiscono alle Sezioni, ai Capitoli ed ai Paragrafi del Prospetto. 3.1 3.1.1 Fattori di rischio relativi all’Emittente Rischi connessi all’adeguatezza patrimoniale Il 1° gennaio 2014 è divenuta applicabile la nuova disciplina armonizzata per le banche e le imprese di investimento contenuta nella direttiva CRD IV e nel regolamento CRR, che traspongono nell’Unione Europea il complesso di riforme inerenti, tra l’altro, i requisiti regolamentari di capitale e di liquidità approvate dal Comitato di Basilea nel corso degli anni 2010/2013 (Basilea III). La Nuova Disciplina Europea per le Banche, oltre a stabilire criteri più stringenti in materia di determinazione delle attività ponderate per il rischio, prevede, in materia di fondi propri delle banche, che queste ultime soddisfino, su base continua, i seguenti coefficienti patrimoniali: (a) Capitale Primario di Classe 1 (Common Equity Tier 1 capital ratio - CET1) pari al 4,5%; (b) Capitale di Classe 1 (Tier 1 capital ratio) pari al 6% e (c) Capitale Totale (total capital ratio) pari all’8%. A far data dal 1° gennaio 2014 è, inoltre, entrata in vigore la Circolare n. 285 di Banca d’Italia, con la quale l’Autorità di Vigilanza, per quanto di propria competenza, ha dato attuazione in Italia alla Nuova Disciplina Europea per le Banche. La Circolare n. 285 prevede, tra l’altro, che dal 1° gennaio 2014, le banche, in aggiunta ai requisiti patrimoniali sopra indicati, costituiscano una riserva di conservazione del capitale (capital conservation buffer) pari, a livello consolidato, al 2,5% dell’esposizione complessiva al rischio del gruppo. Tale riserva di capitale deve essere costituita da elementi computabili nel Capitale Primario di Classe 1, ovvero con capitale di primaria qualità sotto il profilo della capacità di assorbimento delle perdite. Dal 1° gennaio 2016, le banche saranno, inoltre, tenute a costituire, (i) in funzione dell’andamento del mercato del credito, una riserva di capitale anticiclica (countercyclical capital buffer), da calcolare, con le modalità indicate nella stessa Circolare n. 285, sulla base dell’esposizione complessiva di ciascuna banca al rischio di credito, nonché (ii) un’ulteriore riserva di capitale, in funzione della rilevanza sistemica di ciascuna banca (G-SII buffer o O-SII buffer, ove la rilevanza sistemica sia globale o interna al Paese in cui è svolta l’attività bancaria). P ROSPETTO I NFORMATIVO 30 FATTORI DI RISCHIO Inoltre, come meglio illustrato al successivo Paragrafo 3.1.3 della presente Sezione Prima, Capitolo 3, del Prospetto, Creval, in quanto istituto di credito che sarà sottoposto alla vigilanza unica della BCE, è tenuto a rispettare, quale parametro di riferimento per l’esito degli esercizi di AQR e di stress test, un Capitale Primario di Classe 1 dell’8%, in considerazione della rilevanza sistemica della Banca ai sensi del Regolamento MVU. La tabella che segue contiene gli indicatori del patrimonio e dei coefficienti di vigilanza del Gruppo Credito Valtellinese, alla data del 31 dicembre 2013, calcolati applicando le disposizioni stabilite dalla Banca d’Italia secondo la normativa nota come Basilea II1. (milioni di Euro) Patrimonio di base (Tier 1) Patrimonio supplementare (Tier 2) 1.510 621 Elementi da dedurre - Patrimonio di vigilanza 2.131 Patrimonio di terzo livello - Patrimonio di vigilanza (incluso Tier 3) 2.131 Rischi di credito 1.285 Rischi di mercato 3 Rischio operativo 112 Requisiti prudenziali 1.400 Attività di rischio ponderate 17.499 Coefficienti Patrimoniali Patrimonio di base (Core Tier 1 e Tier 1/ Attività di rischio ponderate) (Core Tier 1 e Tier 1 capital ratio) 8,63% Patrimonio di vigilanza/Attività di rischio ponderate - Total capital ratio 12,18% Alla luce dei dati sopra illustrati, al 31 dicembre 2013, il Total Capital Ratio (Patrimonio di vigilanza/Attività di rischio ponderate) dell’Emittente era superiore all’8%, ossia superiore al limite minimo regolamentare. Nella tabella che segue si riportano gli indicatori del patrimonio del Gruppo Creval, calcolati in applicazione della Nuova Disciplina “a regime” (“fully phased”), ovvero applicando le previsioni del regolamento CRR, come integrate da Banca d’Italia con la Circolare n. 285, anche ai sensi della direttiva CRD IV, alla data del 1° gennaio 2014 e del 31 marzo 2014. 1° GENNAIO 2014 31 MARZO 2014 Capitale Primario di Classe 1 (CET1) Capitale Aggiuntivo di Classe 1 (Additional Tier 1) 1.574,4 1.625,62 0,4 0,3 Capitale di Classe 1 (Capitale Primario di Classe 1 + Capitale Aggiuntivo di Classe 1) (Tier 1) Capitale di Classe 2 (Tier 2) 1.574,8 1.625,9 537,8 493,7 Totale Fondi Propri (Total Capital) 2.212,6 2.119,7 (milioni di Euro) Ai fini del calcolo dei coefficienti patrimoniali, è stato utilizzato (i) il “metodo standard” per il rischio di credito e per i rischi di mercato e (ii) il “Traditional Standardised Approach” per il rischio operativo sulle parte preponderante del rischio di Gruppo. 2 Il Capitale Primario di Classe 1 al 31 marzo 2014 non include gli effetti fiscali derivanti dal decremento dell’aliquota IRAP disposto dal Decreto Legge 24 aprile 2014, n. 66. 1 P ROSPETTO I NFORMATIVO 31 FATTORI DI RISCHIO Nella tabella che segue si riportano i dati relativi ai coefficienti di vigilanza del Gruppo, calcolati in applicazione della Nuova Disciplina “a regime” (“fully phased”), ovvero applicando le previsioni del regolamento CRR, come integrate da Banca d’Italia con la Circolare n. 285, anche ai sensi della direttiva CRD IV, alla data del 1° gennaio 2014 e del 31 marzo 2014. 1° GENNAIO 2014 31 MARZO 2014 8,7% 9,2% 8,7% 9,2% (milioni di Euro) Coefficiente Capitale Primario di Classe 1 (CET1 Ratio) (Capitale Primario di Classe 1/RWA) Coefficiente Capitale di Classe 1 (Tier 1 Ratio) (Capitale di Classe 1/RWA) Coefficiente di Capitale Totale (Total Capital Ratio) (Totale Fondi Propri / RWA) 11,7% RWA / Totale Attivo 66,6% 12,0% 66,2% Si evidenzia che i valori dei coefficienti patrimoniali sono stati determinati sulla base di stime effettuate internamente dalla Banca in applicazione della Nuova Disciplina “a regime” (“fully phased”) senza tener conto, quindi, ad eccezione di quanto di seguito riferito in merito allo “SME supporting factor”, degli elementi normativi specifici previsti nell’ambito delle disposizioni transitorie contenute nel CRR. Al riguardo si evidenzia che le competenti Autorità di Vigilanza hanno stabilito il differimento al 30 giugno 2014 delle segnalazioni prudenziali riferite al 31 marzo 2014. Infine, si precisa che nell’ambito della stima dei coefficienti patrimoniali, con particolare riferimento alle Attività di Rischio Ponderate (RWA), si è tenuto conto dei benefici attesi del cosiddetto “SME supporting factor”, nonché del peggioramento delle RWA derivanti: (i) dall’applicazione della Nuova Disciplina agli investimenti significativi in strumenti di Capitale Primario di Classe 1 detenuti in soggetti del settore finanziario ed alle attività fiscali differite che si basano sulla redditività futura e derivano da differenze temporanee non dedotte dal Capitale Primario di Classe 1; (ii) dai maggiori requisiti richiesti a copertura delle attività fiscali differite, derivanti da differenze temporanee, che non si basano sulla redditività futura; e (iii) dalla stima dell’ulteriore impatto derivante dall’applicazione della Nuova Disciplina per la determinazione dei requisiti patrimoniali relativi al rischio di credito (metodo standardizzato) ed al rischio operativo. Il Coefficiente di Capitale Primario di Classe 1 (CET1 Ratio) del Gruppo Credito Valtellinese stimato alla data del 1° gennaio 2014 e del 31 marzo 2014 risulta pari rispettivamente all’8,7% ed al 9,2%, ed è, pertanto, superiore al livello minimo del 7% prescritto, alla Data del Prospetto, dal combinato disposto del regolamento CRR e della Circolare n. 285. Tenuto conto dell’apporto marginale del Capitale Aggiuntivo di Classe 1, il Coefficiente di Capitale di Classe 1 (Tier 1 Ratio) risulta, alle medesime date del 1° gennaio 2014 e del 31 marzo 2014, anch’esso pari rispettivamente all’8,7% ed al 9,2%, superiore, dunque, al livello minimo richiesto dell’8,5%. Il Coefficiente di Capitale Totale (Total Capital Ratio) risulta, alla data del 1° gennaio 2014 e del 31 marzo 2014, pari, rispettivamente, all’11,7% ed al 12,0%, superiore, pertanto, al livello minimo prescritto del 10,5%. Alla luce di quanto sopra, l’Aumento di Capitale pur non essendo stato deliberato al fine di rispettare gli obblighi di patrimonializzazione minima ovvero a seguito di richieste specifiche delle Autorità di Vigilanza, è volto a rafforzare la struttura patrimoniale e ad incrementare in maniera significativa i P ROSPETTO I NFORMATIVO 32 FATTORI DI RISCHIO coefficienti patrimoniali di Creval e del Gruppo. Assumendo, infatti, la sottoscrizione dell’Aumento di Capitale per l’intero ammontare di Euro 400 milioni, tenuto conto anche dei costi della garanzia, i ratio patrimoniali “fully phased” del Gruppo Creval si sarebbero assestati, rispettivamente alla data del 1° gennaio 2014 e del 31 marzo 2014, ai livelli di seguito indicati: 1° GENNAIO 2014 31 MARZO 2014 (milioni di Euro) Coefficiente Capitale Primario di Classe 1 (CET1 Ratio) (Capitale Primario di Classe 1/RWA) Coefficiente Capitale di Classe 1 (Tier 1 Ratio) (Capitale di Classe 1/RWA) Coefficiente di Capitale Totale (Total Capital Ratio) (Totale Fondi Propri / RWA) (*) Determinando, di conseguenza, un incremento del Capitale Primario di Classe 1 di 220 basis point. (**) Determinando, di conseguenza, un incremento del Capitale Primario di Classe 1 di 230 basis point. 10,9% 11,5% 10,9% (*) 11,5%(**) 13,9% 14,3% Inoltre, alla Data del Prospetto, è in corso il processo di validazione dei modelli interni per il calcolo delle Attività Ponderate per il Rischio (RWA) e in special modo per la misurazione del rischio di credito relativo alle esposizioni verso imprese e al dettaglio, secondo l’approccio avanzato (Advanced - IRB). Dall’uso di tali modelli, una volta ottenuta la validazione dell’Autorità di Vigilanza, il Creval si attende, entro l’orizzonte temporale del Nuovo Piano Industriale (31 dicembre 2016), un impatto positivo sul Coefficiente di Capitale Primario di Classe 1 di circa 130 basis point, calcolato sulla base di stime gestionali interne. Tenuto conto di questo impatto il Coefficiente di Capitale Primario di Classe 1 atteso a fine 2016 è stimato al 13,0%. Alla luce di quanto sopra, nonostante l’Emittente, alla Data del Prospetto, risulti già adeguato ai requisiti patrimoniali richiesti dalla Nuova Disciplina e stia adottando, tramite l’Aumento di Capitale, misure di ulteriore rafforzamento, non può escludersi che in futuro possano sorgere ulteriori necessità di rafforzamento patrimoniale dell’Emittente e del Gruppo Creval, anche in considerazione delle potenziali modifiche che il profilo patrimoniale del Gruppo potrebbe subire a seguito dell’Attività di Verifica della BCE di cui al successivo Paragrafo 3.1.3 della presente Sezione Prima, Capitolo 3, del Prospetto, e nonostante, tra l’altro, i potenziali benefici che potrebbero derivare dall’applicazione dei modelli AIRB sopra indicati, nonché dall’esecuzione di ulteriori azioni di capital management minori, fra cui l’esercizio dei Warrant 2014 ed il miglioramento della capital allocation da realizzarsi anche attraverso la raccolta e valorizzazione delle garanzie eligible ai fini della mitigazione del rischio di credito, l’affinamento dei modelli interni di stima del Loss Given Default (LGD), del rating del garante, nonché l’avvio di un percorso preordinato alla validazione dei metodi AMA (Advanced Measurement Approaches) per la misurazione dei rischi operativi. Per maggiori informazioni in merito alle finalità dell’Aumento di Capitale si veda la Sezione Seconda, Capitolo 3, Paragrafo 3.4, del Prospetto. 3.1.2 Rischi connessi al deterioramento della qualità del credito Il Gruppo Creval, in quanto gruppo che svolge attività bancaria, è esposto, tra l’altro, ai tradizionali rischi derivanti dall’esercizio del credito, tra cui i rischi che (i) i clienti o, comunque, le controparti a cui è stato concesso un finanziamento, in qualsivoglia forma tale finanziamento sia stato erogato, per effetto di un deterioramento della propria situazione patrimoniale, economica e/o finanziaria, non adempiano - in tutto P ROSPETTO I NFORMATIVO 33 FATTORI DI RISCHIO o in parte - ai propri impegni, nel corrispondere gli interessi e/o rimborsando il capitale secondo i termini contrattualmente stabiliti, o (ii) le società del Gruppo, sulla base di informazioni incomplete, non veritiere o non corrette, concedano finanziamenti che altrimenti non avrebbero concesso o che, comunque, avrebbero concesso a condizioni differenti. A tale ultimo riguardo si evidenzia che la capacità delle società del Gruppo di valutare le proprie controparti è strettamente connessa alla qualità ed alla veridicità delle informazioni di cui le stesse società sono in grado di disporre al momento dell’erogazione del credito. L’attività, la solidità economica, patrimoniale e finanziaria del Gruppo Creval dipendono, pertanto, anche dall’attività, dalla solidità economica, patrimoniale e finanziaria dei suoi clienti. In particolare, poiché l’attenzione allo sviluppo del proprio territorio di riferimento ed al sostegno del tessuto produttivo locale continua ad essere l’elemento distintivo dell’attività del Gruppo, l’aggregato di riferimento per la valutazione del rischio in oggetto è rappresentato dalle famiglie e dalle piccole e medie imprese, verso le quali è erogata la maggior parte degli impieghi. Per tale ragione, il Gruppo è esposto ai rischi legati alle condizioni sociali ed economiche di tali categorie di clienti e, di conseguenza, l’evoluzione della relativa situazione economica si riflette inevitabilmente sull’andamento delle principali grandezze economico patrimoniali del Gruppo. Sono molteplici i fattori che possono incidere sulle condizioni economiche e patrimoniali dei clienti e portare conseguentemente a svalutazioni più o meno significative delle rispettive posizioni, quali, a titolo esemplificativo, l’andamento delle condizioni economiche generali e/o di specifici settori produttivi, il peggioramento della posizione competitiva del cliente, l’eventuale cattiva gestione dell’impresa affidata, il livello di indebitamento delle famiglie. Negli ultimi anni il perdurare della recessione economica ha inciso significativamente sulla qualità del credito del Gruppo Creval. In particolare, nell’esercizio 2013 il valore dei crediti deteriorati, al netto delle rettifiche di valore, è cresciuto di Euro 640 milioni (+30,5%) rispetto all’esercizio 2012, da Euro 2,1 miliardi a Euro 2,7 miliardi. Nel dettaglio, rispetto all’esercizio 2012, le sofferenze sono cresciute di Euro 194,8 milioni (+31,7%), gli incagli di Euro 343,4 milioni (+43%), i crediti ristrutturati sono aumentati di Euro 37 milioni (+21%) e le esposizioni scadute deteriorate si sono incrementate di Euro 65 milioni (+12,9%). Il suddetto incremento è conseguenza della difficile situazione economica in cui versa l’Italia ormai dal 2007 e del peggioramento del contesto congiunturale degli ultimi anni, nonché della necessità di adeguarsi nel corso degli ultimi due esercizi alle previsioni regolamentari in materia di crediti non-performing. Al 31 marzo 2014 i crediti deteriorati, al netto delle rettifiche di valore, ammontano a 2,9 miliardi di Euro. In dettaglio, i crediti in sofferenza raggiungono 860 milioni di Euro, registrando un aumento del 6,2%. Gli altri crediti di dubbio esito risultano pari a complessivi 2.080 milioni di Euro, in aumento del 7,8% rispetto a 1.930 milioni a fine anno. Di questi, 1,2 miliardi sono riferiti a incagli, 264 milioni sono costituiti da esposizioni ristrutturate, mentre 572 milioni rappresentano crediti scaduti. Non si può escludere, che, ove l’economia stenti a ripartire, nonostante i primi segnali di lenta ripresa, vi possano essere in futuro ulteriori riflessi negativi sulla capacità della clientela di onorare gli impegni assunti, con conseguentemente peggioramento della qualità del credito del Gruppo e necessità per quest’ultimo di effettuare ulteriori accantonamenti. A tale riguardo, si segnala che ogni significativo incremento degli accantonamenti per crediti in sofferenza, ogni mutamento nelle stime del rischio di credito, così come ogni perdita maturata che ecceda il livello degli accantonamenti effettuati, potrebbe avere effetti negativi sui risultati e sulla situazione economica, finanziaria e patrimoniale del Gruppo P ROSPETTO I NFORMATIVO 34 FATTORI DI RISCHIO Creval. Inoltre, dal peggioramento della qualità del credito potrebbe derivare un incremento del costo della raccolta del Gruppo con conseguente impatto negativo sulle risultanze reddituali, che, a sua volta, potrebbe determinare una minore capacità di autofinanziamento, con conseguenti possibili effetti sul profilo patrimoniale del Gruppo Creval. Nella tabella che segue si riportano i dati relativi ai crediti deteriorati ed ai relativi livelli di copertura al 31 dicembre 2012 ed al 31 dicembre 2013, nonché al 31 marzo 2014, confrontati con quelli al 31 marzo 2013. dati in milioni di Euro Crediti deteriorati Sofferenze Incagli Esposizioni ristrutturate Esposizioni scadute Totale crediti deteriorati Crediti in bonis Totale crediti verso clientela dati in milioni di Euro Crediti deteriorati Sofferenze Incagli Esposizioni ristrutturate Esposizioni scadute Totale crediti deteriorati Crediti in bonis Totale crediti verso clientela Importo lordo 1.923 1.357 241 611 4.132 17.560 21.692 Importo lordo Rettifiche Importo % di valore netto cop. al 31.12.2013 1.114 215 25 39 1.393 102 1.495 809 1.142 216 572 2.739 17.458 20.197 57,9 15,9 10,2 6,4 33,7 0,58 - Rettifiche Importo % di valore netto cop. al 31.03.2014 2.013 -1.154 1.487 293 Importo lordo 1.525 978 210 525 3.238 20.021 23.259 Importo lordo Rettifiche Importo % di valore netto cop. al 31.12.2012 910 180 31 18 1.139 112 1.251 615 798 179 507 2.099 19.909 22.008 59,7 18,4 14,8 3,4 35,2 0,56 - Rettifiche Importo % di valore netto cop. al 31.03.2013 860 57,3 1.671 -984 687 58,9 -243 1.244 16,3 1.112 -175 936 15,8 -29 264 10,0 196 -23 172 11,9 611 -38 572 6,3 658 -21 4.404 -1.464 2.940 33,3 3.636 -1.203 2.433 33,1 637 3,1 16.574 -96 16.478 0,58 19.140 -106 19.034 0,55 20.978 -1.560 19.417 - 22.776 -1.309 - 21.467 Nella tabella che segue si riportano i dati relativi all’incidenza delle posizioni deteriorate, delle rettifiche sul totale dei crediti netti e il costo del credito al 31 dicembre 2012, al 31 dicembre 2013 e al 31 marzo 2014. P ROSPETTO I NFORMATIVO 35 FATTORI DI RISCHIO 31 DICEMBRE 2013 31 DICEMBRE 2012 31 MARZO 2014 (*) Sofferenze lorde/ Crediti verso clientela lordi 8,9% 6,6% 9,4% (*) Sofferenze nette/ Crediti verso clientela netti 4,0% 2,8% 4,3% (*) Sofferenze nette/Patrimonio netto di Gruppo 42,4% 31,0% 43,9% 19,0% 13,9% 20,6% (*) 13,6% 9,5% 14,8% (*) 128,5% 91,9% 138,7% (***) Copertura dei crediti in sofferenza (****) 57,9% 59,7% 57,3% Copertura dei crediti incagliati (****) 15,9% 18,4% 16,3% Copertura dei crediti ristrutturati (****) 10,2% 14,8% 10,0% Copertura dei crediti scaduti (****) 6,4% 3,4% 6,3% Copertura del totale dei crediti deteriorati (****) 33,7% 35,2% 33,3% Copertura crediti in bonis (****) 0,58% 0,56% 0,58% 1,32% 1,61% 2,05% (*****) Indice di rischiosità Posizioni deteriorate lorde / Crediti verso clientela lordi Posizioni deteriorate nette / Crediti verso clientela netti Posizioni deteriorate nette / Patrimonio di Vigilanza (**) Costo del credito Totale rettifiche di valore a Conto Economico / Crediti netti (*) Ai fini del calcolo di questi indicatori i “Crediti verso clientela” sono stati determinati come la somma dei “Crediti verso clientela” (voce 70) e dei “Crediti verso la clientela riclassificati” nella voce “Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione”. (**) Al 31 marzo 2014 le posizioni deteriorate nette (costituite da crediti in sofferenza, incagliati, ristrutturati e scaduti al netto dei fondi rettificativi) risultano pari a 2.939,6 milioni di Euro, dato che si raffronta con un patrimonio di vigilanza stimato - sulla base della Nuova Disciplina applicabile pari a 2.119,7 milioni di Euro. Le variazioni rilevate nel periodo - congiuntamente alla modifica normativa sui criteri di valutazione del patrimonio di vigilanza - portano l’indicatore al 138,7%. Tale dato discende principalmente dall’incremento delle posizioni deteriorate nette, legato (i) al perdurare della crisi economica che ha avuto ripercussioni particolarmente significative in capo al segmento di clientela della Banca costituito dalle piccole e medie imprese; e (ii) alla circostanza che l’Emittente non ha effettuato cessioni significative di non-performing loans; nonché dal rimborso dei Tremonti Bond, avvenuto in data 28 giugno 2013, che ha comportato una riduzione del patrimonio di vigilanza dell’Emittente di Euro 200 milioni rispetto al 31 dicembre 2012. (***) Il patrimonio di vigilanza è stato determinato sulla base di stime effettuate internamente dalla Banca come indicato alla presente Sezione Prima, Capitolo 3, Paragrafo 3.1.1 “Rischi connessi all’adeguatezza patrimoniale”, del Prospetto. (****) I valori sono stati determinati come rapporto tra le rettifiche di valore e l’esposizione lorda alle stesse associata. (*****) Calcolato come rapporto annualizzato tra le rettifiche di valore nette per deterioramento dei crediti e gli impieghi di fine periodo. Nella tabella che segue si riporta un raffronto tra i principali indici espressivi della qualità dei crediti verso clientela del Gruppo Credito Valtellinese con quelli medi di sistema. P ROSPETTO I NFORMATIVO 36 FATTORI DI RISCHIO 31 DICEMBRE 2013 (*) INCIDENZA CREDITI GCV PRIMI 5 GRUPPI (***) Sofferenze 8,9% 9,4% 6,9% Incagli 6,3% 5,2% Esp. Ristrutturate 1,1% Esp. Scadute 31 DICEMBRE 2012 (**) GCV PRIMI 5 GRUPPI (***) BANCHE GRANDI (****) 8,7% 6,6% 7,7% 6,1% 7,2% 4,8% 5,3% 4,2% 4,1% 3,7% 4,2% 1,1% 0,8% 1,0% 0,9% 1,2% 0,6% 1,0% 2,8% 0,8% 1,1% 1,0% 2,3% 1,0% 1,1% 1,1% Crediti Deteriorati 19,0% 16,6% 13,6% 15,9% 13,9% 14,0% 11,5% 13,4% Crediti in Bonis 81,0% 83,4% 86,4% 84,1% 86,1% 86,0% 88,5% 86,6% TOTALE 100% 100% 100% 100% 100% 100% 100% 100% DETERIORATI LORDI E CREDITI IN BONIS LORDI SU TOTALE CREDITI LORDI BANCHE TOTALE GRANDI SISTEMA (****) TOTALE SISTEMA (*) Fonte: Banca d’Italia, Rapporto sulla stabilità finanziaria n.1, maggio 2014. (**) Fonte: Banca d’Italia, Rapporto sulla stabilità finanziaria n.5, aprile 2013. (***) “Primi 5 Gruppi” indica le banche appartenenti ai gruppi bancari facenti capo a UniCredit S.p.A., Intesa Sanpaolo S.p.A., Banca Monte dei Paschi di Siena S.p.A., UBI Banca S.p.A. e Banco Popolare Soc. Coop.. (****) “Banche grandi” indica le banche, appartenenti a gruppi o indipendenti, con totale dei fondi intermediati superiori a Euro 21,5 miliardi. 31 DICEMBRE 2013 (*) RAPPORTO DI COPERTURA DEI CREDITI DETERIORATI GCV PRIMI 5 GRUPPI (***) BANCHE GRANDI (****) 31 DICEMBRE 2012 (**) TOTALE SISTEMA GCV PRIMI 5 BANCHE GRUPPI GRANDI (****) (***) TOTALE SISTEMA Sofferenze 57,9% 58,6% 55,0% 56,9% 59,7% 56,1% 52,2% 54,6% Incagli 15,9% 27,8% 22,0% 25,3% 18,4% 25,2% 23,1% 23,2% Esp. Ristrutturate 10,2% 29,1% 14,0% 25,6% 14,8% 24,0% 17,0% 22,4% Esp. Scadute 6,4% 12,8% 9,7% 10,9% 3,4% 10,8% 7,5% 9,4% Crediti Deteriorati 33,7% 44,6% 37,3% 41,8% 35,2% 41,1% 36,7% 38,8% Crediti in Bonis 0,58% 0,7% 0,6% 0,7% 0,56% 0,6% 0,5% 0,6% TOTALE 100% 100% 100% 100% 100% 100% 100% 100% (*) Fonte: Banca d’Italia, Rapporto sulla stabilità finanziaria n.1, maggio 2014. (**) Fonte: Banca d’Italia, Rapporto sulla stabilità finanziaria n.5, aprile 2013. (***) “Primi 5 Gruppi” indica le banche appartenenti ai gruppi bancari facenti capo a UniCredit S.p.A., Intesa Sanpaolo S.p.A., Banca Monte dei Paschi di Siena S.p.A., UBI Banca S.p.A. e Banco Popolare Soc. Coop.. (****) “Banche grandi” indica le banche, appartenenti a gruppi o indipendenti, con totale dei fondi intermediati superiori a Euro 21,5 miliardi. In data 21 ottobre 2013 l’EBA ha emanato la bozza finale di uno specifico “technical standard” nell’ambito del quale ha fornito la definizione di esposizioni oggetto di “Forbearance” (crediti ristrutturati o soggetti a procedure di rinegoziazione). Le posizioni forborne possono essere rinvenute sia nell’ambito di esposizioni performing che non performing e possono essere ricondotte ad esposizioni in cui la Banca ha concesso al cliente, a causa delle sue difficoltà finanziare, una modifica dei precedenti termini e condizioni contrattuali in quanto il debitore non sarà in grado di pagare, modifica che non sarebbe stata concessa se il debitore non fosse in difficoltà finanziarie, o un rifinanziamento parziale o totale del debitore, che non sarebbe P ROSPETTO I NFORMATIVO 37 FATTORI DI RISCHIO stato concesso se il debitore non fosse in difficoltà finanziarie, intendendo per rifinanziamento un nuovo contratto che consente di ripagare totalmente o parzialmente il contratto originario. La definizione di esposizione forborne si applica a tutti i crediti e i titoli di debito - ad eccezione di quelli ricompresi nella categoria dei titoli detenuti per la negoziazione. La categoria dei forborne si differenzia dalle rinegoziazioni di esposizioni creditizie non conseguenti alle difficoltà economico finanziarie del debitore, accordate dalla Banca alla clientela in bonis, che vengono assimilate nella sostanza all’apertura di una nuova posizione qualora questa sia concessa essenzialmente per ragioni commerciali e sempre che il tasso d’interesse applicato possa essere considerato un tasso di mercato alla data di rinegoziazione. Il Gruppo Creval non è attualmente in grado di effettuare la valutazione delle esposizioni secondo la definizione di forbearance fornita dall’EBA, tuttavia ha avviato le attività finalizzate alla definizione di una propria policy interna di identificazione delle esposizioni forborne sulla base del documento tecnico sopra indicato. Il perimetro delle esposizioni forborne non coincide con quello delle esposizioni rinegoziate nell’ambito di accordi collettivi di sistema3 in considerazione del fatto che queste non esauriscono le tipologie di accordi di rinegoziazione potenzialmente riferibili alle esposizioni forborne e che la condizione necessaria per identificare un’esposizione come forborne è la sussistenza di una situazione di difficoltà finanziaria del debitore. Il perimetro di applicazione dell’informativa riguardante le esposizioni forborne è, inoltre, più ampio rispetto alla definizione di “credito ristrutturato” in base alla normativa di Banca d’Italia. Al termine di tali attività, il Gruppo Creval potrebbe riclassificare come crediti forborne posizioni che alla Data del Prospetto non sono classificate come tali e, quindi, sussiste il rischio che a seguito della differente classificazione, possano rendersi necessarie ulteriori rettifiche di valore su tali crediti. Per maggiori dettagli in merito alle rettifiche operate sui crediti si veda la Parte “Composizione delle principali voci economiche” - “Rettifiche di valore nette per deterioramento dei crediti: composizione”, pag. 62 del Resoconto Intermedio di Gestione 2014, incorporato mediante riferimento nel presente Prospetto e disponibile sul sito internet www.creval.it – sezione “Investor Relations” alla voce “Relazioni finanziarie”. Strettamente connesso al rischio di credito è il rischio di concentrazione. Nella tabella che segue si riporta l’informativa relativa alla concentrazione dei crediti verso clientela per area geografica nonché per segmento di clientela. 31 DICEMBRE 2013 Lombardia 57,4% Sicilia 15,8% Marche 7,5% Lazio 7,4% Altre Regioni 11,9% Per accordi collettivi di sistema si intendono (i) “Fondo solidarietà per la sospensione dei mutui acquisto prima casa”, per la sospensione del rimborso dei mutui nei confronti dei nuclei familiari in difficoltà a seguito della crisi; (ii) “Accordo per il credito 2012” sottoscritto dal MEF, ABI e dalle Associazioni di rappresentanza delle imprese, per la sospensione o l’allungamento dei finanziamenti delle PMI; e (iii) misure di sostegno a favore dei residenti in comuni colpiti da calamità naturali. 3 P ROSPETTO I NFORMATIVO 38 FATTORI DI RISCHIO 31 DICEMBRE 2013 Imprese Corporate 18,9% Imprese SME Corporate 41,2% Imprese Small Retail 8,3% Imprese Micro Retail 9,1% Privati 18,3% Altro 4,3% Nella tabella che segue si riportano i dati relativi alla composizione settoriale del portafoglio crediti verso società non finanziarie. 31 DICEMBRE 2013 Costruzioni 20,5% Attività Manufatturiere 19,0% Attività immobiliari 18,9% Commercio 15,1% Servizi di alloggio e ristorazione 4,7% Attività professionali 4,4% Agricoltura 3,5% Residuali 13,9% Ai fini della valutazione del rischio di credito, tra le posizioni di rischio detenute dalla Banca una particolare importanza assumono quelle che possono essere definite come “grandi rischi” secondo i parametri diffusi dall’Autorità di Vigilanza. Nella tabella che segue si riporta l’informativa sui “grandi rischi”, come definiti dalla normativa di vigilanza, per gli esercizi conclusi il 31 dicembre 2013 ed il 31 dicembre 2012. (dati/1000) Crediti verso clientela 31 DICEMBRE 2013 31 DICEMBRE 2012 20.197.033 22.007.837 6.467.133 5.875.431 Ammontare Grandi rischi (valore ponderato) (*) 413.459 472.240 Grandi rischi (valore di bilancio)/ Crediti verso clientela 32,02% 26,70% Ammontare Grandi rischi (valori di bilancio) 2,05% 2,15% Grandi rischi (valore ponderato) /Crediti verso clientela (*) Il valore ponderato dell’ammontare dei “grandi rischi” è stato determinato sulla base della Circolare n. 263, come in vigore al 31 dicembre 2013. In particolare, si segnala che le esposizioni nei confronti delle amministrazioni centrali sono ponderate a zero. In merito ai “grandi rischi” si precisa, altresì, che, alla data del 31 dicembre 2013, la principale posizione di “grande rischio” è costituita dall’esposizione della Banca nei confronti dello Stato italiano, composta prevalentemente da Titoli di Stato, classificati fra le attività finanziarie disponibili per la vendita. P ROSPETTO I NFORMATIVO 39 FATTORI DI RISCHIO Nella tabella che segue si riporta l’ammontare, nonché la durata media residua dei Titoli di Stato italiani detenuti nel portafoglio dell’Emittente alla data del 31 marzo 2014. TIPOLOGIA Tasso fisso CONTROVALORE DURATA MEDIA RESIDUA IN ANNI 2.347.704 7,861 Tasso Variabile 383.125 2,744 Zero Coupon 787.205 0,632 3.518.034 5,686 Totale Complessivo Si precisa che la tabella misura la media ponderata delle vite residue dei Titoli di Stato italiani presenti nel portafoglio dell'Emittente. Da un punto di vista finanziario, considerando tutti i flussi dei Titoli di Stato italiani (flussi relativi alla componente per interesse (cedole) e flussi relativi alla componente per capitale (valore di rimborso)), la durata media finanziaria4 dei titoli (duration) si attesta complessivamente a 4,067 anni. Si consideri però che alcuni Titoli di Stato a tasso fisso, per un valore nominale di Euro 600 milioni, sono stati oggetto di swap di tasso (interest rate swap) al fine di mitigare il rischio connesso alle fluttuazioni dei tassi di interesse. Considerando gli effetti di questa operazione a livello complessivo, la durata media finanziaria dei titoli (duration) si riduce a 1,553 anni. Per ulteriori informazioni in merito alla situazione patrimoniale e finanziaria dell’Emittente, si veda la Sezione Prima, Capitolo 15, Paragrafo 15.1, del Prospetto. 3.1.3 Rischi derivanti dallo svolgimento dell’Attività di Verifica della BCE sul Gruppo Creval Nell’ottobre 2013 la BCE, in prospettiva dei poteri di vigilanza bancaria che la stessa eserciterà, ai sensi del Regolamento MVU, su circa centrotrenta enti creditizi dell’Unione Europea, tra cui l’Emittente, a partire dal mese di novembre del corrente anno, ha dato avvio ad una generale attività di valutazione della solidità patrimoniale di tali enti (c.d. comprehensive assessment) (l’“Attività di Verifica della BCE”). L’Attività di Verifica della BCE, svolta in collaborazione con le competenti autorità nazionale, è articolata in tre differenti fasi, che prevedono, in particolare, lo svolgimento di: 1) un’analisi dei rischi a fini di vigilanza, con lo scopo di valutare, in termini quantitativi e qualitativi, il c.d. profilo di rischio intrinseco dell’Emittente (con riferimento, tra l’altro, ai rischi di liquidità, leva finanziaria e finanziamento), il suo posizionamento rispetto alle altre banche e la sua vulnerabilità a fattori esogeni; 2) un esame della qualità degli attivi (c.d. Asset Quality Review o AQR), intesa a verificare l’adeguatezza sia delle valutazioni delle attività e delle garanzie, sia dei relativi accantonamenti; e 3) uno stress test, al fine di verificare la tenuta patrimoniale degli istituti di credito in scenari di tensione. I risultati dell’Attività di Verifica della BCE dovrebbero essere comunicati dalla stessa Banca Centrale Europea nel mese di ottobre del corrente anno. Nell’ambito della Asset Quality Review, che è in corso di svolgimento alla Data del Prospetto e che dovrebbe concludersi nel corso dell’estate del corrente anno, la BCE potrebbe richiedere l’applicazione di criteri di valutazione degli attivi più restrittivi rispetto a quelli applicati dal Gruppo nel Bilancio Consolidato 2013, per cui potrebbe emergere la necessità di effettuare rettifiche ai valori di talune attività Per “durata media finanziaria” si intende la media aritmetica ponderata dei periodi di maturazione dei flussi rispetto al loro valore attuale totale. 4 P ROSPETTO I NFORMATIVO 40 FATTORI DI RISCHIO esposte nel Bilancio Consolidato 2013 o maggiori accantonamenti rispetto a quelli già effettuati in occasione dell’approvazione di tale situazione patrimoniale. A seguito delle verifiche e degli eventuali interventi di rettifica, al fine di considerare l’esercizio dell’AQR superato, l’Emittente dovrà avere un Capitale Primario di Classe 1 non inferiore all’8%. Una volta conclusa l’Asset Quality Review è previsto che venga svolto l’esercizio di stress test. In merito, in data 29 aprile 2014, l’EBA ha pubblicato la metodologia e gli scenari macroeconomici che verranno applicati nella conduzione degli stress test, sia con riferimento allo scenario di base (baseline scenario) che allo scenario avverso (adverse scenario). L’orizzonte temporale per la prova di stress sarà di tre anni (dal dicembre 2013 al dicembre 2016) e, al fine di considerare l’esercizio superato, l’Emittente (i) nello scenario di base (baseline scenario) dovrà avere un Capitale Primario di Classe 1 non inferiore alla soglia dell’8%; e (ii) nello scenario avverso (adverse scenario), ovvero nello scenario più critico per la Banca, dovrà avere un Capitale Primario di Classe 1 non inferiore alla soglia del 5,5%. Alla luce di quanto sopra, qualora ad esito dell’Attività di Verifica della BCE, che dovrebbe concludersi entro la fine del mese di ottobre, dovesse evidenziarsi la necessità di applicare parametri valutativi della qualità degli attivi più conservativi rispetto a quelli utilizzati dal Gruppo nel Bilancio Consolidato 2013, potrebbero determinarsi effetti negativi sulla situazione patrimoniale e finanziaria e sui risultati economici del Gruppo. Inoltre, ove il Capitale Primario di Classe 1, a seguito delle eventuali rettifiche e nonostante l’esecuzione dell’Aumento di Capitale, dovesse risultare inferiore ai requisiti minimi sopra indicati, l’Emittente dovrebbe adottare idonee misure di rafforzamento patrimoniale (i) entro sei mesi, nel caso in cui il mancato raggiungimento di tali requisiti minimi fosse emerso a seguito dell’AQR ovvero a seguito dell’applicazione dello scenario di base (baseline scenario) nell’ambito degli stress test; e/o (ii) entro nove mesi, nel caso in cui il mancato raggiungimento dei requisiti minimi fosse conseguenza dell’applicazione dello scenario avverso (adverse scenario) nell’ambito degli stress test. Tali termini, di sei o nove mesi, decorrerebbero dalla data di pubblicazione dei risultati dell’Attività di Verifica della BCE. In particolare, le misure di rafforzamento patrimoniale che la BCE potrebbe richiedere all’Emittente, anche in relazione ad appositi piani di ristrutturazione concordati con le autorità competenti, consistono, inter alia, in: (i) limitazione alle distribuzioni di dividendi e/o riduzioni delle gratifiche; (ii) esecuzione di un nuovo aumento di capitale; (iii) riorganizzazione delle fonti di finanziamento, (iv) separazione e/o riduzione delle attività e cessione di assets a prezzi di mercato; (v) partecipazione ad eventuali meccanismi di sostegno pubblici (c.d. meccanismi di backstop pubblico). Si consideri, inoltre, che la BCE ha comunicato che le eventuali carenze riscontrate nell’ambito dell’AQR e dello scenario di base (baseline scenario) degli stress test potranno essere colmate esclusivamente tramite l’emissione di strumenti di Capitale Primario di Classe 1. Eventuali carenze, invece, emerse dall’applicazione dello scenario avverso (adverse scenario) degli stress test potranno essere colmate tramite emissione di strumenti di Capitale Primario di Classe 1 e Strumenti di Capitale Aggiuntivo di Classe 1, entro limiti predeterminati. Peraltro, nel caso di esito negativo dell’Attività di Verifica della BCE e qualora l’Emittente non riuscisse a rafforzare il proprio patrimonio autonomamente e fosse conseguentemente sottoposto a meccanismi di sostegno pubblico, a partire dal 1° gennaio 2015, le autorità competenti potrebbero decidere di utilizzare P ROSPETTO I NFORMATIVO 41 FATTORI DI RISCHIO gli strumenti di risoluzione delle crisi contemplati nella BRRD, ove la stessa fosse stata già recepita nell’ordinamento italiano. Inoltre, indipendentemente dal recepimento della BRRD nell’ordinamento italiano, tali meccanismi di sostegno pubblico potrebbero ricadere nella definizione di “aiuti di stato” ai sensi della normativa comunitaria in materia e comportare l’applicazione del preventivo meccanismo di bail-in con possibili perdite per gli azionisti ed i creditori dell’Emittente (per maggiori informazioni in merito alla BRRD ed al meccanismo di bail-in si veda il successivo Paragrafo 3.2.2 della presente Sezione Prima, Capitolo 3, del Prospetto). I risultati dell’Attività di Verifica della BCE potrebbero, pertanto, comportare ulteriori rettifiche, anche significative, sui crediti e, di conseguenza, rendere necessari ulteriori interventi di patrimonializzazione dell’Emittente, che potrebbero avere effetti negativi sulle attività e sulla situazione economica, patrimoniale e/o finanziaria della Banca e/o del Gruppo, nonché sulla posizione degli azionisti, in termini di valore delle azioni dagli stessi detenuti e/o di partecipazione degli stessi al capitale sociale della Banca. 3.1.4 Rischi connessi agli impatti derivanti dalle incertezze del contesto macro-economico e politico sull’andamento del Gruppo Creval La capacità reddituale e la stabilità dell’Emittente e del Gruppo Creval sono influenzate dalla situazione economica generale e della dinamica dei mercati finanziari e, in particolare, dalla solidità e dalle prospettive di crescita dell’economia italiana (inclusa la sua affidabilità creditizia), unico Paese in cui l’Emittente opera, nonché dell’Area Euro nel suo complesso. Come noto, il sistema finanziario italiano ed internazionale hanno operato in condizioni di difficoltà a partire dal 2007 ed i mercati finanziari hanno avuto un andamento particolarmente negativo dopo le dichiarazioni di insolvenza di alcuni primari istituti finanziari internazionali, intervenute a partire dal settembre 2008. Questa situazione ha portato a gravi distorsioni dei mercati finanziari di tutto il mondo, con criticità senza precedenti sul fronte della raccolta di liquidità, in particolare a livello del sistema bancario internazionale. Inoltre, tale situazione ha, a sua volta, determinato tensioni significative nell’ambito dell’attività ordinaria di numerose primarie banche commerciali, banche di investimento e compagnie di assicurazioni mondiali, alcune delle quali sono controparti del Gruppo Creval. Dopo un breve periodo di miglioramento sul fronte del sistema finanziario, le difficoltà connesse al sostenimento del debito sovrano di alcuni Paesi dell’Area Euro hanno acuito le tensioni dei mercati finanziari e, nel 2011, l’effetto contagio si è propagato anche all’Italia producendo difficoltà straordinarie sui mercati finanziari e sulla capacità di raccolta del sistema bancario nazionale. Le misure successivamente adottate dalle istituzioni politiche e monetarie hanno progressivamente ridotto gli impatti della crisi sul sistema finanziario, ma gli effetti della stessa si sono, comunque, propagati all’economia reale, producendo una fase di recessione eccezionalmente forte e duratura. Nel 2013 la situazione del debito sovrano ha continuato ad essere caratterizzata da incertezza, ancorché lievemente attenuata rispetto al passato, influenzando così i mercati finanziari italiani ed europei nonché l’economia globale. Inoltre, nonostante si riscontrino segnali di ripresa nell’economia dei Paesi europei, il ritmo della crescita economica dell’Area Euro resta ad oggi disomogeneo, con i Paesi periferici e la stessa Italia in notevole ritardo rispetto al resto dell’Unione. In generale, il contesto economico globale continuerà ad essere caratterizzato dalla presenza di numerose fonti di incertezza anche nel 2014. P ROSPETTO I NFORMATIVO 42 FATTORI DI RISCHIO Si segnala che, alla Data del Prospetto, il Gruppo Creval è esposto in modo marginale su titoli emessi da Portogallo, Irlanda, Spagna e Grecia. Lo scenario macro-economico sopra illustrato è stato ulteriormente aggravato, per quanto riguarda il mercato italiano, dal quadro di instabilità politica che è conseguito alle consultazioni elettorali del 24 e 25 febbraio 2013 e ha caratterizzato l’esercizio scorso e i primi mesi del 2014. Il rischio derivante dall’assenza di una maggioranza di governo stabile in seno al Parlamento potrebbe, infatti, acuire le incertezze in merito all’effettiva adozione da parte dell’Italia delle misure strutturali necessarie per uscire definitivamente dalla crisi e avviare la ripresa economica, con l’effetto di compromettere la fiducia dei mercati internazionali nei confronti del nostro Paese e di spingere le agenzie di rating a rivedere le valutazioni del merito creditizio dello Stato italiano al ribasso. Tutte le sopra menzionate circostanze hanno determinato per il Gruppo Creval, come per la maggior parte dei gruppi bancari italiani, un rallentamento delle attività del Gruppo stesso, un incremento del costo del funding, una diminuzione dei corsi azionari e del valore delle attività, nonché ulteriori costi derivanti da svalutazioni e deprezzamenti, con una conseguente diminuzione della profittabilità. La persistenza degli elementi di rischio citati, con particolare riguardo al deterioramento della situazione economica generale ed agli elementi di incertezza dell’azione politica, possono determinare effetti negativi sulla capacità di generazione del reddito, sul contenimento dei costi operativi, sulla qualità degli attivi creditizi, sul costo della raccolta e sul livello di incidenza degli oneri fiscali e, quindi, sugli utili conseguibili nel prossimo futuro. Per maggiori informazioni in merito all’impatto della crisi economica sull’andamento del Gruppo Creval si veda la Sezione Prima, Capitolo 7, Paragrafo 7.1, del Prospetto nonché la Sezione “Il contesto macroeconomico di riferimento”, pag. 17 del Bilancio Consolidato 2013, incorporato mediante riferimento nel presente Prospetto e disponibile sul sito internet www.creval.it – sezione “Investor Relations” alla voce “Relazioni finanziarie”. 3.1.5 Rischio strategico di attuazione del Nuovo Piano Industriale Il 4 marzo 2014 il Consiglio di Amministrazione della Banca ha approvato il Nuovo Piano Industriale che, in continuità con gli obiettivi e le azioni già realizzate nel corso del triennio appena concluso, definisce le linee di sviluppo strategico per il periodo 2014-2016. In considerazione dei positivi effetti conseguiti negli anni appena trascorsi, il Nuovo Piano Industriale prevede la finalizzazione e un’ulteriore accelerazione delle azioni in corso in molteplici ambiti e in particolare sull’assetto societario ed organizzativo, sulle politiche di capital management e funding, sull’efficienza operativa, sui processi e sulle politiche del credito, commerciali e di prodotto. Il Nuovo Piano Industriale contiene, inoltre, gli obiettivi che la Banca intende raggiungere entro il 2016, in termini, tra l’altro, di raccolta, diretta ed indiretta, utili di Gruppo, redditività ed efficienza (i “Dati Previsionali”). Il Nuovo Piano Industriale è stato presentato alla comunità finanziaria il 4 marzo 2014 tramite il documento denominato “Gruppo Creval - Aggiornamento Piano Industriale 2011-2014”, disponibile sul sito internet www.creval.it. P ROSPETTO I NFORMATIVO 43 FATTORI DI RISCHIO Il Nuovo Piano Industriale contiene un insieme di stime e previsioni che si basano sulla realizzazione di eventi futuri e di azioni che dovranno essere intraprese dalla Banca e dal Consiglio di Amministrazione nel corso del periodo a cui il Nuovo Piano Industriale si riferisce, che includono, tra l’altro, assunzioni ipotetiche soggette ai rischi ed alle incertezze che caratterizzano l’attuale scenario macroeconomico, relative: (i) ad eventi futuri ed azioni degli amministratori che non necessariamente si verificheranno o saranno compiute, e (ii) ad eventi ed azioni sui quali gli amministratori non possono, o possono solo in parte, influire. Le ipotesi potrebbero non verificarsi o potrebbero verificarsi in misura e in tempi diversi da quelli prospettati, così come potrebbero verificarsi eventi e azioni non prevedibili al tempo della approvazione del Nuovo Piano Industriale o tali eventi ed azioni potrebbero verificarsi con modalità differenti nel periodo di riferimento del Nuovo Piano Industriale. Il Nuovo Piano Industriale, elaborato sulla base delle assunzioni descritte nella presente Sezione Prima, Capitolo 8, Paragrafi 8.1.1 e 8.1.2 del Prospetto include i seguenti target: PRINCIPALI DATI DI STATO PATRIMONIALE 2013 2016E CAGR 13-16 Crediti verso la clientela 19,9 (*) 21,0 1,3% Raccolta diretta 19,8 (*) 22,1 2,3% 11,2 12,7 4,3% (miliardi di Euro) Raccolta indiretta (*) Valori al lordo di CCG (Cassa di Compensazione e Garanzia) pari a: Crediti vs/clientela 20,2 miliardi di Euro e Raccolta diretta 20,7 miliardi di Euro. PRINCIPALI DATI DI CONTO ECONOMICO 2013 2016E CAGR 13-16 Margine di interesse 463 543 5,4% Commissioni nette 267 300 4,0% Proventi operativi 828 899 2,8% Oneri operativi (504) (506) 0,2% Rettifiche di valore nette su crediti (266) (202) (8,8%) Utile lordo 40 186 67,1% Utile netto di Gruppo 12 104 n.s. (milioni di Euro) INDICATORI DI PERFORMANCE 2013 2016E Δ13-16 Cost/Income ratio (%) 60,8% 56,3% (452)bps Cost of Credit risk (%) 1,32% 0,96% (36) bps ROTE (%) 0,8% 5,0% 421 bps 2013 2016E CAGR 13-16 RATIO PATRIMONIALI RWA (miliardi di Euro) 18,1 13,2 (10,0%) CET 1 ratio (**) (%) 8,7% 13,0% 433 bps (non CAGR) (**) Fully phased BIS 3. Per i motivi sopra indicati i Dati Previsionali sono connaturati da elementi di soggettività ed incertezza e gli scostamenti fra valori consuntivi e i Dati Previsionali potrebbero essere significativi. La mancata realizzazione del Nuovo Piano Industriale nella misura e nei tempi prospettati potrebbe avere effetti negativi sulla situazione patrimoniale e finanziaria e sui risultati economici del Gruppo. Si riporta di seguito l’analisi degli scostamenti significativi tra l’andamento delle grandezze patrimoniali del Gruppo Creval alla chiusura del primo trimestre 2014 rispetto ai Dati Previsionali al 31 dicembre 2014. P ROSPETTO I NFORMATIVO 44 FATTORI DI RISCHIO PRINCIPALI DATI DI STATO PATRIMONIALE 31 DICEMBRE 2013 31 MARZO 2014 31 DICEMBRE 2014 TARGET Crediti verso la clientela (*) 19,9 19,2 19,7 Raccolta diretta (*) 19,8 20,1 20,2 Raccolta indiretta 11,2 11,6 11,2 (miliardi di Euro) (*) Al lordo della CCG (Cassa di Compensazione e Garanzia). Con riferimento ai dati patrimoniali si evidenzia che: - l’Emittente ritiene che la flessione del portafoglio crediti registrata nel primo trimestre 2014 possa essere compensata, coerentemente ai target previsti per il 31 dicembre 2014, a condizione che si realizzi il consolidamento dei primi segnali di ripresa economica nella seconda parte dell’anno; e - l’andamento della raccolta diretta (al netto della raccolta con controparti istituzionali) e della raccolta indiretta è in linea con i target previsti per il 2014. Si riporta di seguito l’analisi degli scostamenti significativi tra l’andamento gestionale del Gruppo Creval alla chiusura del primo trimestre 2014 rispetto alle stime, relative al medesimo periodo, incluse nei Dati Previsionali al 31 dicembre 2014. PRINCIPALI DATI DI CONTO ECONOMICO (milioni di Euro) I TRIMESTRE 2014 I TRIMESTRE 2014 VAR % TARGET Margine di interesse 127 118 7,5% Commissioni nette 66 68 -3,3% Proventi operativi 233 199 17,4% Oneri operativi (126) (123) 3,0% (101,6) (64,0) 58,6% Utile lordo 4,4 10,7 -58,6% Utile netto di Gruppo 0,8 3,6 -76,7% Rettifiche di valore nette su crediti I risultati economici del primo trimestre 2014 evidenziano una riduzione del risultato rispetto alle stime. In particolare, l’incremento, rispetto alle previsioni, dei flussi di crediti deteriorati registrato nei primi tre mesi del 2014 ha determinato un aumento delle rettifiche di valore, rispetto all’importo stimato per l’anno in corso, riparametrato al trimestre, pari circa al 59%. Tale dato è stato in gran parte compensato sia da un maggiore contributo al margine di interesse legato all’incremento dello spread medio applicato alla clientela, sia dai profitti realizzati a seguito della vendita e successiva ricomposizione del portafoglio titoli di proprietà. Ad oggi, oltre a quanto riportato sopra con riferimento ai dati al 31 marzo 2014, non si rilevano ulteriori scostamenti significativi nell’andamento gestionale del Gruppo rispetto alle previsioni. Per maggiori informazioni in merito al Piano Industriale si rinvia alla presente Sezione Prima, Capitolo 8, Paragrafo 8.1, del Prospetto. P ROSPETTO I NFORMATIVO 45 FATTORI DI RISCHIO 3.1.6 Rischi connessi all’andamento dei risultati del Gruppo Creval La crisi economico-finanziaria e dei mercati finanziari in generale ha influenzato negativamente in passato, e potrebbe continuare a influenzare negativamente anche in futuro, i risultati del Gruppo. In particolare, il Gruppo nell’esercizio chiuso al 31 dicembre 2012 ha registrato una perdita netta pari ad Euro 322,4 milioni, mentre al termine dell’esercizio chiuso al 31 dicembre 2013 ha rilevato un utile di Euro 11,7 milioni. Al 31 marzo 2014, l’utile netto è pari ad Euro 836 mila, in aumento rispetto a quello registrato nello stesso periodo dell’esercizio 2013, pari quest’ultimo a Euro 272 mila. Su tali risultati del Gruppo Creval hanno pesato, in particolare, le rettifiche su crediti pari, al lordo degli effetti fiscali, rispettivamente ad Euro 354,5 milioni nel Bilancio Consolidato 2012, a Euro 266,5 milioni nel Bilancio Consolidato 2013 e ad Euro 101,6 milioni nel Resoconto Intermedio di Gestione 2014. Tale ultimo dato risulta notevolmente superiore al target al 31 marzo 2014 previsto dal Nuovo Piano Industriale (+58,6%). Sul risultato del 2012 hanno anche inciso negativamente le rettifiche di valore dell’avviamento per un importo pari a Euro 302,6 milioni e le rettifiche di valore nette per deterioramento di attività finanziarie disponibili per la vendita per Euro 34,3 milioni (Euro 19,8 milioni nel 2013). La dinamica delle rettifiche su crediti è il riflesso – peraltro – anche del perdurare della situazione di crisi economico finanziaria, nonché delle misure fiscali adottate dal governo italiano, che hanno impattato sul reddito disponibile delle famiglie e sulla redditività delle imprese, condizionando la capacità dei clienti di far fronte agli impegni di rimborso dei propri debiti bancari. Nella tabella che segue si riportano alcune voci significative del conto economico del Gruppo relative agli esercizi 2013 e 2012, nonché al trimestre concluso il 31 marzo 2014. VOCI DEL CONTO ECONOMICO (Euro/1000) Margine di interesse Margine di intermediazione Utile (Perdita) del periodo di pertinenza della capogruppo 1° TRIMESTRE 2014 31.12.2013 31.12.2012 127.247 223.824 836 463.170 804.002 11.710 478.096 776.029 (322.439) Nell’esercizio 2013 il margine di interesse si è attestato a Euro 463 milioni, in riduzione del 3,1% rispetto all’esercizio precedente, ma in miglioramento nel secondo semestre dell’esercizio rispetto a quanto registrato nei primi sei mesi dello stesso anno. Nel primo trimestre 2014 il margine di interesse si è assestato a Euro 127 milioni, superiore al target per il 31 marzo 2014 previsto nel Nuovo Piano Industriale, pari ad Euro 118 milioni. La ripresa beneficia soprattutto dei positivi effetti dell’attività di repricing e della ricomposizione delle forme di raccolta più onerose o a condizioni marginali, nonostante il livello dei tassi di interesse a breve termine stabilmente assestato su valori minimi, la riduzione dei crediti alla clientela e del portafoglio titoli. Come evidenziato nella Sezione Prima, Capitolo 3, Paragrafi 3.1.9 e 3.2.3 del Prospetto, il Gruppo Creval ha, inoltre, beneficiato nel 2013 degli effetti relativi ai finanziamenti con la BCE. P ROSPETTO I NFORMATIVO 46 FATTORI DI RISCHIO Gli oneri operativi nel 2013 sono risultati pari ad Euro 504 milioni, in riduzione del 5,6% su base annua. Al 31 marzo 2014 gli oneri operativi sono risultati pari ad Euro 126 milioni, in aumento rispetto ai target al 31 marzo 2014 previsti dal Nuovo Piano Industriale, pari a Euro 123 milioni (+3%). Maggiormente accentuata, pari al 7,4%, la diminuzione del costo per il personale nel 2013. Le spese per il personale si sono, infatti, attestate a Euro 297,4 milioni a fronte di Euro 321,2 milioni del 2012, mentre le altre spese amministrative, per Euro 168,9 milioni, hanno registrato nel 2013 una flessione prossima al 2%. Nel primo trimestre 2014 gli oneri operativi sono risultati pari ad Euro 126,3 milioni, in dettaglio le spese per il personale e le spese amministrative si sono attestate rispettivamente a Euro 74,9 milioni e Euro 42,3 milioni. Nell’esercizio 2013 sono risultate in riduzione anche le rettifiche di valore su attività materiali e immateriali che si rappresentano in Euro 37,4 milioni rispetto a Euro 40,1 milioni dell’esercizio precedente. Nel primo trimestre 2014 le rettifiche di valore su attività materiali e immateriali sono, invece, risultate pari ad Euro 9,1 milioni. Per quanto riguarda l’incidenza di ciascuno dei costi sopra indicati rispetto al totale degli oneri operativi del Gruppo, le spese per il personale nel primo trimestre 2014 sono risultate pari al 59,25% degli oneri operativi (59,04% nell’esercizio 2013 e 60,20% nell’esercizio 2012). Le altre spese amministrative hanno, invece, rappresentato il 33,51% degli oneri operativi al 31 marzo 2014, in linea con i dati relativi ai precedenti esercizi (33,53% nel 2013 e 32,28% nel 2012). Le rettifiche di valore su attività materiali e immateriali nel primo trimestre 2014 sono risultate pari al 7,24% degli oneri operativi (7,43% nell’esercizio 2013 e 7,52% nell’esercizio 2012). Non si può escludere che l’eventuale protrarsi della crisi economico-finanziaria e in generale il protrarsi di una situazione di incertezza relativa al mercato italiano possano far registrare risultati negativi nei prossimi esercizi, con conseguente progressivo indebolimento della struttura patrimoniale della Banca e del Gruppo e con possibili effetti negativi sulle attività e sulla situazione economica, patrimoniale e/o finanziaria della Banca e/o del Gruppo. Per maggiori informazioni sugli scostamenti significativi tra l’andamento del Gruppo nel primo trimestre 2014 ed i corrispondenti dati del Nuovo Piano Industriale si rinvia alla Sezione Prima, Capitolo 7, Paragrafo 7.1.1, del Prospetto; per ulteriori informazioni, invece, in merito all’andamento economico del Gruppo Creval si rinvia alla Sezione Prima, Capitolo 15, Paragrafo 15.1, del Prospetto. 3.1.7 Rischi connessi all’esposizione del Gruppo Creval al debito sovrano In rapporto alle dimensioni del proprio attivo, il Gruppo detiene significativi importi in titoli di debito emessi dallo Stato italiano. In particolare, al 31 marzo 2014, il Gruppo detiene titoli emessi dallo Stato italiano per un importo di Euro 3,5 miliardi, pari al 14,4% del totale delle attività finanziarie detenute dall’Emittente. Nella tabella che segue si riportano i giudizi di rating attribuiti allo Stato italiano dalle principali agenzie di rating. P ROSPETTO I NFORMATIVO 47 FATTORI DI RISCHIO AGENZIA DI RATING DATA ULTIMO DEBITO A BREVE DEBITI A MEDIO - AGGIORNAMENTO TERMINE LUNGO TERMINE OUTLOOK MOODY’S 14 febbraio 2014 P-2 Baa2 Stabile FITCH RATINGS 25 aprile 2014 F2 BBB+ Stabile STANDARD&POOR’S 9 luglio 2013 A-2 BBB Negativo DBRS 11 aprile 2014 R-1 (low) A (low) Stabile/Negativo Nella tabella che segue si riportano le esposizioni in titoli di debito emessi dallo Stato italiano e dalle amministrazioni centrali dello Stato italiano al 31 dicembre 2013, con specifica indicazione del portafoglio di appartenenza. (dati/1000) ATTIVITÀ ATTIVITÀ CREDITI VERSO LA FINANZIARIE FINANZIARIE CLIENTELA TOTALE TITOLI DISPONIBILI PER LA DETENUTE PER LA VENDITA NEGOZIAZIONE Valore nominale dei titoli 3.597.000 17.379 4.600 3.618.979 Valore di bilancio - fair value 3.795.612 17.824 4.621 3.818.057 Nella tabella che segue si riportano le esposizioni in titoli di debito emessi dallo Stato italiano e dalle amministrazioni centrali dello Stato italiano al 31 marzo 2014, con specifica indicazione del portafoglio di appartenenza. (dati/1000) Valore nominale dei titoli Valore di bilancio - fair value ATTIVITÀ FINANZIARIE ATTIVITÀ FINANZIARIE CREDITI VERSO LA TOTALE TITOLI DISPONIBILI PER LA VENDITA DETENUTE PER LA NEGOZIAZIONE 3.191.500 17.289 4.600 3.213.389 3.500.936 17.835 4.600 3.523.371 CLIENTELA Per maggiori informazioni in merito alle caratteristiche ed alla durata residua dei titoli si veda il Paragrafo 3.1.2 che precede. Al 31 dicembre 2013 fra i crediti verso clientela sono ricompresi crediti riferiti ad amministrazioni pubbliche centrali e locali italiane per un importo di Euro 50.935 migliaia, pari allo 0,25% dell’aggregato complessivo. In considerazione dell’esposizione del Gruppo nei confronti dello Stato italiano, non è possibile escludere effetti negativi sui risultati operativi del Gruppo, nonché sulla relativa situazione economica, patrimoniale e finanziaria, ove la situazione del debito sovrano ed, in particolare modo, di quello italiano torni ad aggravarsi, considerate anche le perduranti incertezze in merito alla situazione politica ed alla crescita economica del nostro Paese. P ROSPETTO I NFORMATIVO 48 FATTORI DI RISCHIO Per maggiori informazioni in merito all’esposizione del Gruppo sui titoli di debito emessi dallo Stato italiano si veda il paragrafo “Analisi dei principali aggregati patrimoniali e dei risultati economici consolidati”, pag. 48 Bilancio Consolidato 2013, nonché la Parte “Rischio sovrano”, pag. 105 del Resoconto Intermedio di Gestione 2014, entrambi incorporati mediante riferimento nel presente Prospetto e disponibili sul sito internet www.creval.it – sezione “Investor Relations” alla voce “Relazioni finanziarie”. 3.1.8 Rischi connessi ai procedimenti sanzionatori nei confronti dei componenti degli organi sociali dell’Emittente e delle società facenti parti del Gruppo Creval Nell’ambito di un più ampio intervento attuato a livello di sistema, che ha interessato i principali gruppi bancari italiani, dal 7 gennaio al 24 aprile 2013 la Banca d’Italia ha sottoposto il Credito Valtellinese ad accertamenti ispettivi, ai sensi degli articoli 54 e 68 del TUB, finalizzati alla verifica dell'adeguatezza delle rettifiche di valore sui crediti in sofferenza, a incaglio e ristrutturati, nonché delle relative politiche e prassi applicative. La verifica effettuata si è conclusa con un giudizio di Banca d’Italia parzialmente sfavorevole: sono state rilevate carenze nella regolamentazione interna, nei presidi organizzativi e di controllo in materia di rettifiche di valore sui crediti, nonché a prassi non adeguatamente conservative nella filiera del credito. Il Consiglio di Amministrazione ha adottato determinazioni volte a recepire le indicazioni e i suggerimenti formulati nel rapporto ispettivo, provvedendo a fornire le proprie considerazioni alla Banca d’Italia in data 25 settembre 2013. Taluni interventi correttivi sono stati prontamente adottati già nel corso degli accertamenti, in particolare sono state integralmente recepite nel Bilancio Consolidato 2012 le indicazioni sulla determinazione delle rettifiche di valore sulle posizioni esaminate nel corso dell’ispezione; analogamente, le misure correttive relative alle ulteriori carenze riscontrate in fase ispettiva sono state in gran parte realizzate e le rimanenti sono in fase di completamento. In relazione agli accertamenti ispettivi svolti dalla Banca d’Italia nel 2013, alla Data del Prospetto, non è stato notificato all’Emittente l’avvio di alcun procedimento sanzionatorio in merito agli stessi. In data 29 gennaio 2013 è stato notificato il rapporto ispettivo relativo agli accertamenti condotti da Banca d’Italia dal 4 luglio al 16 novembre 2012 in materia di antiriciclaggio e trasparenza delle condizioni contrattuali. L’esito dell’ispezione, parzialmente sfavorevole in relazione a taluni profili di non conformità alle normative di settore e di carenze nei processi aziendali e nell’assetto dei controlli interni, ha determinato l’avvio di un procedimento sanzionatorio ex articolo 145 del Testo Unico Bancario. Il Consiglio di Amministrazione ha prontamente adottato determinazioni volte al superamento delle criticità riscontrate, provvedendo a formulare le proprie considerazioni e controdeduzioni, in ordine ai rilievi e alle osservazioni formulate dall’Autorità di Vigilanza, in data 26 febbraio 2013. Anche in questo caso, alcuni interventi correttivi erano stati realizzati già nel corso degli accertamenti, mentre altri sono stati successivamente realizzati, in linea con le indicazioni emerse nel corso della visita ispettiva. Si informa, altresì, che il provvedimento ex articolo 145 del TUB, concernente l’applicazione di sanzioni amministrative pecuniarie per complessivi Euro 304.500, a carico dei componenti del Consiglio di Amministrazione e del Collegio Sindacale, dell’Amministratore Delegato e Direttore Generale, del Responsabile Compliance e Antiriciclaggio e del Responsabile Internal Audit pro-tempore, in carica al tempo dei fatti a cui si riferisce la sanzione, è stato notificato in data 20 novembre 2013. La Capogruppo ha provveduto al pagamento entro i termini previsti, con obbligo di regresso verso i responsabili. Pur avendo adottato tutte le misure che l’Emittente riteneva opportune ai fini di rimuovere le criticità evidenziate da Banca d’Italia, non è possibile escludere che, in futuro, ulteriori accertamenti da parte della Banca d’Italia ovvero della BCE si concludano con esito, in tutto o in parte, sfavorevole per la Banca e P ROSPETTO I NFORMATIVO 49 FATTORI DI RISCHIO che, di conseguenza, in tali situazioni eventuali provvedimenti sanzionatori disposti dall’Autorità di Vigilanza possano incidere negativamente sui risultati operativi e sulla situazione economica, patrimoniale e finanziaria del Gruppo Creval. Per maggiori informazioni in merito ai procedimenti sanzionatori nei confronti dei componenti degli organi sociali dell’Emittente si veda la Sezione Prima, Capitolo 9, Paragrafo 9.1, del Prospetto. 3.1.9 Rischio di liquidità Si definisce rischio di liquidità il rischio che la Banca non riesca a far fronte ai propri impegni di pagamento, certi o previsti con ragionevole certezza, quando essi giungono a scadenza. Normalmente possono essere individuate due forme di rischio liquidità: (a) il Funding Liquidity Risk, cioè il rischio che il Gruppo non sia in grado di far fronte ai propri impegni di pagamento ed alle proprie obbligazioni in modo efficiente per incapacità a reperire fondi, senza pregiudicare la sua attività caratteristica e/o la sua situazione finanziaria; (b) il Market Liquidity Risk, cioè il rischio che il Gruppo non sia in grado di liquidare un’attività finanziaria senza incorrere in perdite in conto capitale a causa della scarsa liquidità del mercato di riferimento e/o in conseguenza della tempistica con cui è necessario realizzare l’operazione. Nel corso degli ultimi anni il contesto internazionale è stato soggetto a ripetuti e prolungati periodi di elevata volatilità e straordinaria incertezza ed instabilità sui mercati finanziari, causate anche dal fallimento di alcune istituzioni finanziarie e, successivamente, dalla crisi di debito sovrano in alcuni Paesi. Tale stato di incertezza e volatilità ha contribuito ad alimentare, nel corso dei predetti periodi, una significativa difficoltà a reperire liquidità sul mercato istituzionale, contraendo notevolmente la possibilità di ricorso al credito da parte degli operatori. Anche in relazione al futuro, non si possono aprioristicamente escludere ulteriori significative tensioni nel reperimento di liquidità sul mercato. La reperibilità della liquidità destinata allo svolgimento delle varie attività, nonché la possibilità di accedere a finanziamenti a lungo termine sono essenziali per il raggiungimento degli obiettivi strategici del Gruppo. In particolare, la liquidità stabile e i finanziamenti a lungo termine sono essenziali affinché l’Emittente sia nelle condizioni di far fronte agli impegni di pagamento per cassa o per consegna, previsti o imprevisti, in modo da non pregiudicare l’operatività corrente o la situazione finanziaria del Gruppo. Come rappresentato in precedenza in termini generali, il reperimento di liquidità da parte del Gruppo Creval potrebbe essere pregiudicato dall’incapacità del Gruppo di avere accesso al mercato del debito, dall’incapacità di vendere i propri beni o di rimborsare i propri investimenti. Detti eventi potrebbero manifestarsi a causa del peggioramento delle condizioni di mercato, della sfiducia nei mercati finanziari, di incertezze e speculazioni relative alla solvenza dei partecipanti al mercato, del peggioramento dei rating, ovvero di problemi operativi relativi a terze parti. Una limitata capacità di reperire sul mercato la liquidità necessaria a condizioni favorevoli, ovvero la difficoltà di accesso a finanziamenti a lungo termine a condizioni favorevoli, potrebbero avere effetti negativi sui risultati e sulla situazione economica, finanziaria e patrimoniale del Gruppo. Al 31 dicembre 2013 il Loan to Deposit Ratio, su base consolidata, era pari al 100,5% (99,6% al 31 dicembre 2012). Alla stessa data il Liquidity Coverage Ratio, su base consolidata, era pari al 113%, mentre il Net Stable Funding, del pari su base consolidata, era pari al 126%. P ROSPETTO I NFORMATIVO 50 FATTORI DI RISCHIO Si evidenzia, inoltre, che nell’ambito della propria attività il Gruppo ricorre anche al finanziamento presso la BCE. In particolare l’esposizione del Gruppo verso quest’ultima in termini di linee di finanziamento per LTRO era pari, al 31 dicembre 2013, a Euro 2,95 miliardi e, al 31 marzo 2014, a Euro 2,5 miliardi. Tali linee hanno scadenza il 29 gennaio 2015 per Euro 1,5 miliardi ed il 26 febbraio 2015 per Euro 1 miliardo. Alla data del 31 marzo 2014, l’importo delle attività non vincolate disponibili per il Gruppo, che potrebbero essere stanziate in garanzia di finanziamenti (sia sul mercato sia nell’ambito di operazioni di rifinanziamento con la stessa BCE) è pari a circa Euro 4,5 miliardi. Eventuali cambiamenti sfavorevoli nelle politiche di finanziamento stabilite dalla BCE, ivi incluse eventuali modifiche dei criteri di individuazione delle tipologie di attivi ammessi con finalità di garanzia e/o delle relative valutazioni, potrebbero incidere sull’attività della Banca e del Gruppo con conseguenti effetti negativi sui risultati operativi e sulla situazione patrimoniale e finanziaria e sui risultati economici del Gruppo Creval. Per maggiori informazioni in merito al profilo di liquidità del Gruppo si veda la Sezione Prima, Capitolo 15, Paragrafo 15.1, del Prospetto, nonché la Parte E - “Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura”, pag. 241 del Bilancio Consolidato 2013, incorporato mediante riferimento nel presente Prospetto e disponibile sul sito internet www.creval.it – sezione “Investor Relations” alla voce “Relazioni finanziarie”. 3.1.10 Rischio di mercato Per rischio di mercato si intende il rischio derivante dalla perdita di valore degli strumenti finanziari detenuti dal Gruppo per effetto dei movimenti delle variabili di mercato (a titolo esemplificativo, ma non esaustivo, tassi di interesse, prezzi dei titoli, tassi di cambio), che potrebbero generare un deterioramento della solidità patrimoniale del Gruppo. Tali fluttuazioni potrebbero essere generate da cambiamenti nell’andamento dell’economia, dalla propensione all’investimento degli investitori, da politiche monetarie e fiscali, dalla liquidità dei mercati su scala globale, dalla disponibilità e dal costo dei capitali, da interventi delle agenzie di rating, da eventi politici a livello sia locale sia internazionale, oppure da conflitti bellici o atti terroristici. All’interno del Gruppo, considerato che la clientela dello stesso è costituita prevalentemente da soggetti retail e che, pertanto, il Gruppo Creval assume prevalentemente rischio di credito nei confronti degli specifici segmenti della clientela, l’attività finanziaria è essenzialmente orientata a garantire il presidio degli equilibri tecnici complessivi. L’attività di gestione del portafoglio di negoziazione, in particolare, è volta a ottimizzare la redditività delle risorse finanziarie disponibili, con il vincolo del contenimento della variabilità dei risultati attesi. Il valore a rischio (VaR) del portafoglio di negoziazione di vigilanza al 31 dicembre 2013 - in un orizzonte temporale di 10 giorni e con un intervallo di confidenza del 99% - è stimato in 727 migliaia di Euro. I principali fattori cui esso è esposto sono il rischio emittente e il rischio di tasso di interesse. La rilevanza del rischio emittente è riconducibile al modesto merito di credito delle banche italiane. P ROSPETTO I NFORMATIVO 51 FATTORI DI RISCHIO VAR - FATTORI DI RISCHIO AL 31 DICEMBRE 2013 RISCHIO DI PREZZO RISCHIO DI TASSO RISCHIO DI CAMBIO RISCHIO EMITTENTE BENEFICIO DI DIVERSIFICAZIONE 9,1% 10,9% 0,1% 84,5% - 4,6% Ciò non di meno, l’Emittente è esposto a potenziali cambiamenti nel valore degli strumenti finanziari dovuti a fluttuazioni delle variabili indicate in precedenza. Al riguardo, anche un rilevante investimento in titoli emessi dagli Stati sovrani può esporre la Banca a significative perdite di valore dell’attivo patrimoniale. Per maggiori informazioni in merito all’esposizione del Gruppo alle fluttuazioni dei titoli emessi dallo Stato italiano si veda il precedente Paragrafo 3.1.6 della presente Sezione Prima, Capitolo 3, del Prospetto. Una particolare tipologia di rischio di mercato è quella legata alla fluttuazione dei tassi di interesse. In particolare, l’investitore deve considerare che le performance del Gruppo Creval sono influenzate dall’andamento e dalla fluttuazione dei tassi d’interesse in Italia, mercato nel quale il Gruppo svolge prevalentemente la propria attività e, più in generale, in Europa. L’andamento dei tassi di interesse risulta a sua volta influenzato da diversi fattori che non sono sotto il controllo del Gruppo, quali le politiche monetarie, l’andamento macro-economico e le condizioni politiche del Paese in cui l’Emittente opera. In particolare, i risultati delle operazioni bancarie e di finanziamento dipendono dalla gestione dell’esposizione ai tassi d’interesse del Gruppo stesso, vale a dire del rapporto esistente tra le variazioni dei tassi d’interesse dei mercati di riferimento e quelle del margine d’interesse. Infatti, l’incremento dei tassi di interesse può comportare un aumento del costo del finanziamento del Gruppo in misura più rapida ed elevata rispetto al rendimento degli attivi, per esempio, per la mancata corrispondenza tra le scadenze delle attività e delle passività che sono influenzate dalla variazione dei tassi di interesse, oppure per la mancata corrispondenza tra il grado di sensibilità alle variazioni dei tassi tra attività e passività con una scadenza simile. Allo stesso modo, il decremento dei tassi di interesse potrebbe anche comportare una riduzione del rendimento delle attività detenute dal Gruppo a cui potrebbe non corrispondere un equivalente decremento del costo del funding. Considerato lo scenario globale nel quale la Banca si trova ad operare, nonché il perdurare di tassi di interesse di mercato particolarmente bassi, combinato con un’elevata volatilità degli stessi, potrebbe verificarsi per il Gruppo Creval un incremento del rischio di mercato e, conseguentemente, una diminuzione dei margini di interesse e del valore delle attività e passività detenute dal Gruppo stesso. Al 31 dicembre 2013 la duration modificata calcolata sulle poste attive e passive dell'intero bilancio ed il duration gap sono contenuti. Nell’ipotesi che la struttura dei tassi trasli in parallelo verso l’alto di 100 punti base, il valore del capitale economico registrerebbe infatti una diminuzione di 68,2 milioni di Euro, pari al 3,2% del patrimonio di vigilanza. In caso di uguale traslazione verso il basso, sotto il vincolo di non negatività dei tassi nominali, si avrebbe un incremento pari a 72,3 milioni di Euro, pari al 3,4% del patrimonio di vigilanza. Nel corso del 2013 la diminuzione di valore del capitale economico, generata da una traslazione parallela dei tassi verso l’alto di 100 punti base, si è attestata su un valore medio di 73,6 milioni di Euro; in caso di uguale traslazione verso il basso, sotto il vincolo di non negatività dei tassi nominali, si è registrato un incremento medio di 77,5 milioni di Euro. P ROSPETTO I NFORMATIVO 52 FATTORI DI RISCHIO Avendo riguardo ai profili reddituali, nell’ipotesi di traslazione istantanea e parallela della curva dei tassi di interesse di -100 punti base (sotto il vincolo di non negatività dei tassi nominali), la variazione del margine di interesse generato dal portafoglio bancario, avendo a riferimento un orizzonte temporale di 12 mesi, sarebbe pari a -14,5 milioni di Euro, mentre ammonterebbe a +41,8 milioni di Euro nel caso di traslazione di +100 punti base. Nel corso del 2013 la variazione ipotetica del margine di interesse, generata da una traslazione parallela dei tassi di interesse, si sarebbe attestata su un valore medio di -9,2 milioni di Euro, in ipotesi di traslazione verso il basso di 100 punti base, e su un valore medio di +42,8 milioni di Euro, nel caso di traslazione di +100 punti base. Le poste attive e passive sono in generale gestite in modo da preservare il valore economico del portafoglio anche in conseguenza di inattese variazioni del tasso di interesse. Stante la condizione attuale, è possibile che vi siano incrementi di rischiosità nel medio-lungo termine in considerazione di azioni a supporto del margine di interesse. Nell’immediato, una riduzione dei tassi di interesse a breve termine potrebbe avere come effetto un’ulteriore compressione di alcune componenti reddituali. Sussistono, inoltre, rischi connessi all’andamento del differenziale di rifinanziamento presso i Mercati Collateralizzati ed i tassi di interesse a cui sono indicizzate le principali poste dell’attivo e del passivo. In considerazione di tale situazione, la Banca ritiene di aver adottato, alla Data del Prospetto, idonee politiche di copertura del rischio. Per maggiori informazioni in merito a tali politiche di copertura del rischio di mercato si rinvia alla Parte E – “Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura”, pag. 225 del Bilancio Consolidato 2013, incorporato mediante riferimento nel presente Prospetto e disponibile sul sito internet www.creval.it – sezione “Investor Relations” alla voce “Relazioni finanziarie”. Per maggiori informazioni sulla situazione patrimoniale e finanziaria e sui risultati economici del Gruppo si veda la Sezione Prima, Capitolo 15, Paragrafo 15.1, del Prospetto. 3.1.11 Rischi connessi ad assunzioni e metodologie di valutazione delle attività e passività finanziarie del Gruppo valutate al fair value In conformità alla disciplina dettata dai Principi Contabili Internazionali, la redazione del bilancio consolidato dell’Emittente richiede anche il ricorso a stime e ad assunzioni che possono determinare significativi effetti sui valori iscritti nello stato patrimoniale e nel conto economico, nonché sull’informativa relativa alle attività e passività potenziali riportate in bilancio. In particolare, è maggiormente richiesto l’impiego di valutazioni soggettive da parte della direzione aziendale nei seguenti casi: - la quantificazione delle perdite per riduzione di valore delle attività finanziarie, con particolare riferimento ai crediti, alle partecipazioni ed alle attività materiali; - la determinazione del fair value degli strumenti finanziari con particolare riferimento all’ l’utilizzo di modelli valutativi per la determinazione del fair value degli strumenti finanziari non quotati in mercati attivi; - la valutazione della congruità del valore degli avviamenti e delle altre attività immateriali; - la quantificazione dei fondi del personale e dei fondi per rischi e oneri; P ROSPETTO I NFORMATIVO 53 FATTORI DI RISCHIO - le ipotesi attuariali e finanziarie utilizzate per la determinazione delle passività collegate ai piani a benefici definiti per i dipendenti; e - le stime e le assunzioni sulla recuperabilità della fiscalità differita attiva. Tali stime ed assunzioni sono state effettuate nell’ottica della continuità aziendale e sono fortemente condizionate dalla crescente incertezza presente nel contesto economico e di mercato corrente alla Data del Prospetto, che si caratterizza per la volatilità dei parametri finanziari e per la presenza di indicatori di deterioramento della qualità del credito molto elevati. Parametri ed informazioni utilizzati per la determinazione di stime ed assunzioni sono particolarmente influenzati dai suddetti fattori, che per loro natura sono imprevedibili. Conseguentemente le stime e le assunzioni utilizzate possono variare di periodo in periodo e, pertanto, non è da escludersi che in futuro i valori iscritti nel Bilancio Consolidato 2013 possano differire, anche in maniera significativa, a seguito del mutamento delle valutazioni soggettive utilizzate. Le stime e le assunzioni sono oggetto di rivisitazione per tener conto delle variazioni intercorse nel periodo. La determinazione dei valori sopra indicati è strettamente connessa all’evoluzione del contesto socioeconomico nazionale ed internazionale e all’andamento dei mercati finanziari, che a loro volta generano impatti significativi sull’andamento dei tassi, sulla fluttuazione dei prezzi e sul merito creditizio delle controparti. I parametri e le informazioni utilizzati per la stima dei valori sopra menzionati sono quindi significativamente influenzati dai suddetti fattori, per i quali non si può escludere che un peggioramento del relativo andamento possa produrre effetti negativi sulle poste oggetto di valutazione e, in ultima istanza, sui risultati operativi e sulla situazione economica, patrimoniale e/o finanziaria del Gruppo. Per maggiori informazioni in merito al deterioramento della qualità del credito si veda la presente Sezione Prima, Capitolo 3, Paragrafo 3.1.2, del Prospetto. Con particolare riguardo al rischio di incertezza connesso all’utilizzo del fair value, si evidenzia che il Gruppo Creval procede, inter alia, alla determinazione del valore di bilancio utilizzando il metodo del fair value per le attività e passività di seguito indicate: (Euro/1000) 31 DICEMBRE 2013 31 DICEMBRE 2012 84.996 106.628 Attività finanziarie disponibili per la vendita 3.877.889 3.489.800 Totale attività finanziarie 3.962.885 3.596.428 14,6% 12,0% 7.723 15.671 Derivati di copertura 166.797 231.186 Totale passività finanziarie 174.520 246.857 0,6% 0,8% ATTIVO Attività finanziarie detenute per la negoziazione Incidenza sul totale dell'attivo PASSIVO Passività finanziarie di negoziazione Incidenza sul totale del passivo La ripartizione, al 31 dicembre 2013, per livelli di fair value di tali esposizioni evidenzia: P ROSPETTO I NFORMATIVO 54 FATTORI DI RISCHIO - attività valutate al “Livello 1” per 3.860.467 migliaia di Euro, al “Livello 2” per 32.045 migliaia di Euro ed al “Livello 3” per 70.373 migliaia di Euro; e - passività valutate al “Livello 1” per 2.316 migliaia di Euro ed al “Livello 2” per 172.204 migliaia di Euro. Gli impatti rilevati a conto economico in relazione alle suddette attività/passività finanziarie sono dettagliate nelle specifiche sezioni del Bilancio Consolidato 2013. In particolare si veda la Parte C “Informazioni sul conto economico consolidato”, con riferimento alla Sezione 1 - “Gli interessi”, pag. 180, la Sezione 3 - “Dividendi e proventi simili”, pag. 183, la Sezione 4 - “Il risultato netto dell’attività di negoziazione”, pag. 184, la Sezione 5 - “Il risultato netto dell’attività di copertura”, pagina 184, la Sezione 6 - “Utili/perdite da cessione/riacquisto”, pag. 185 e la Sezione 8.2 - “Rettifiche di valore per deterioramento di attività finanziarie disponibili per la vendita: composizione”, pag. 186. Si specifica inoltre che, come richiesto dai Principi Contabili Internazionali, la valutazione delle attività finanziarie disponibili per la vendita viene rilevata in una riserva di patrimonio netto dettagliata nella Parte F - Punto B.2 “Riserva da valutazione delle attività finanziarie disponibili per la vendita: composizione”, pag. 263 del Bilancio Consolidato 2013, incorporato mediante riferimento nel presente Prospetto e disponibile sul sito internet www.creval.it – sezione “Investor Relations” alla voce “Relazioni finanziarie”. Non può escludersi che future variazioni del fair value degli strumenti finanziari e/o della loro classificazione, anche a seguito di mutamenti delle condizioni di mercato, e/o della riduzione dei volumi scambiati sui mercati, comportando una minore significatività dei prezzi di scambio, abbiano effetti negativi, anche rilevanti, sui risultati operativi e sulla situazione economica, patrimoniale e/o finanziaria del Gruppo. Per maggiori informazioni in merito alla valutazione al fair value delle attività e passività del Gruppo si veda la Parte A – Punto A.4 “Informativa sul fair value”, pag. 129 del Bilancio Consolidato 2013, incorporato mediante riferimento nel presente Prospetto e disponibile sul sito internet www.creval.it – sezione “Investor Relations” alla voce “Relazioni finanziarie”. 3.1.12 Rischio operativo Per rischio operativo si intende il rischio di subire perdite derivanti dall’inadeguatezza o dalla disfunzione di procedure, risorse umane e sistemi interni, oppure da eventi esogeni. Rientrano in tale tipologia, tra l’altro, le perdite derivanti da frodi, errori umani, interruzioni dell’operatività, indisponibilità dei sistemi, inadempienze contrattuali, catastrofi naturali. Nel rischio operativo è compreso il rischio legale, mentre non sono inclusi quelli strategici e di reputazione. Tra le fonti principali del rischio operativo rientrano statisticamente l’instabilità dei processi operativi, la scarsa sicurezza informatica, il crescente ricorso all’automazione, l’outsourcing di funzioni aziendali, l’utilizzo di un numero ridotto di fornitori, i cambiamenti di strategia, le frodi, gli errori, il reclutamento, l’addestramento e la fidelizzazione del personale e, infine, gli impatti sociali ed ambientali. Il rischio operativo, in quanto tale, è un rischio puro, essendo ad esso connesse solo manifestazioni negative dell’evento. Tali manifestazioni sono direttamente riconducibili all’attività della Banca e riguardano l’intera struttura della stessa (governo, business e supporto). P ROSPETTO I NFORMATIVO 55 FATTORI DI RISCHIO Nonostante il Gruppo Creval abbia impiegato e continui ad impiegare risorse idonee al fine di mitigare i rischi operativi, tali rischi potrebbero comunque verificarsi in futuro, anche a causa di eventi imprevedibili fuori dal controllo dell’Emittente. L’eventuale configurarsi di uno o più di tali rischi potrebbe avere effetti pregiudizievoli sulla situazione patrimoniale e finanziaria e sui risultati del Gruppo. Fino alla Data del Prospetto, il Gruppo non ha registrato significativi eventi negativi connessi al rischio operativo. Per maggiori informazioni in merito ai rischi operativi si veda la Parte E - “Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura”, pag. 250 del Bilancio Consolidato 2013, incorporato mediante riferimento nel presente Prospetto e disponibile sul sito internet www.creval.it – sezione “Investor Relations” alla voce “Relazioni finanziarie”. Per maggiori informazioni sulla situazione patrimoniale e finanziaria e sui risultati economici del Gruppo si veda la Sezione Prima, Capitolo 15, Paragrafo 15.1, del Prospetto. 3.1.13 Rischi connessi alla capitalizzazione di attività immateriali Alla data del 31 dicembre 2013, le attività immateriali del Gruppo Creval sono pari ad Euro 356 milioni (di cui Euro 305 milioni relativi ad avviamenti) e rappresentano il 18,7% del patrimonio netto consolidato del Gruppo. Le attività immateriali sono iscritte inizialmente al costo di acquisto, inclusivo degli eventuali oneri accessori; le spese successivamente sostenute vengono portate ad incremento dei costi iniziali nel caso in cui accrescano il valore o la capacità produttiva dei beni sottostanti. Le valutazioni successive delle attività immateriali di durata limitata vengono effettuate in base al principio del costo ridotto per ammortamenti. La durata degli ammortamenti si ragguaglia alla vita utile delle attività da ammortizzare ed il relativo profilo temporale viene determinato secondo il metodo a quote costanti. Qualora la vita utile sia indefinita non si procede all’ammortamento, ma solamente alla periodica verifica dell’adeguatezza del valore di iscrizione (c.d. impairment test), che consiste nel confronto tra il valore contabile dell’unità generatrice dei flussi finanziari (Cash Generating Unit, CGU), alla quale l’avviamento è stato allocato, ed il valore recuperabile, inteso come il maggiore tra il valore d’uso (value in use) e il possibile prezzo di cessione sul mercato (fair value dedotti i costi di vendita) della CGU stessa. Se da tale confronto emerge un valore recuperabile inferiore al valore contabile è necessario rilevare una rettifica di valore a fronte delle attività immateriali a vita indefinita, al fine di riallineare il valore contabile al valore recuperabile. Tale rettifica di valore è oggetto di addebito al conto economico dell’esercizio. L’impairment test è effettuato almeno una volta all’anno e, comunque, ogni qual volta si rilevi la presenza di indicatori della sussistenza di una possibile perdita rispetto al valore attribuito in bilancio alle attività immateriali a vita indefinita. I parametri utilizzati per la verifica della recuperabilità dell’avviamento, tra cui ad esempio i tassi di attualizzazione dei risultati delle CGU soggette ad impairment test, sono influenzati in maniera significativa dal quadro economico e di mercato. Pertanto, un cambiamento repentino di tale quadro, come accaduto negli ultimi anni, potrebbe determinare un effetto negativo sulla situazione patrimoniale e finanziaria dell’Emittente ed influenzare i risultati economici del Gruppo Creval. P ROSPETTO I NFORMATIVO 56 FATTORI DI RISCHIO Si segnala, infine che, in futuro, a seguito dello svolgimento dell’impairment test sulle attività immateriali, l’Emittente potrebbe registrare svalutazioni rispetto ai valori indicati nel Bilancio Consolidato 2013. Per maggiori informazioni relative alla valutazione delle attività immateriali, nonché alle metodologie di calcolo delle stesse e dell’eventuale impairment test si rinvia alla Parte B – “Informazioni sullo stato patrimoniale consolidato”, pag. 137 del Bilancio Consolidato 2013, incorporato mediante riferimento nel presente Prospetto e disponibile sul sito internet www.creval.it – sezione “Investor Relations” alla voce “Relazioni finanziarie”. Per maggiori informazioni sulla situazione patrimoniale e finanziaria e sui risultati economici del Gruppo si veda la Sezione Prima, Capitolo 15, Paragrafo 15.1, del Prospetto. 3.1.14 Rischio connesso al rating Il rating costituisce una valutazione, rilasciata da agenzie di rating indipendenti, della capacità dell’Emittente di assolvere ai propri impegni finanziari derivanti dalle obbligazioni e dagli strumenti del mercato monetario dallo stesso emessi. L’eventuale deterioramento del rating può essere indice di una minore capacità di assolvere ai propri impegni finanziari rispetto al passato. Alla Data del Prospetto, alla Banca sono stati assegnati i seguenti giudizi di rating: AGENZIA DI RATING DATA ULTIMO DEBITO A DEBITI A MEDIO - OUTLOOK AGGIORNAMENTO BREVE TERMINE LUNGO TERMINE MOODY’S 17 aprile 2014 NP Ba3 Negativo FITCH RATINGS 26 luglio 2013 B BB+ Negativo DBRS 7 febbraio 2013 R-2 (low) BBB (low) Negativo Il giudizio di rating da ultimo assegnato da Moody’s all’Emittente, in data 17 aprile 2014, tiene conto dei possibili effetti positivi dell’operazione di Aumento di Capitale, tuttavia l’agenzia di rating rileva che tali effetti positivi potrebbero essere completamente annullati dall’incremento dei livelli di copertura dei crediti deteriorati che potrebbe essere richiesta alla Banca a seguito del completamento dell’Asset Quality Review da parte della BCE; gli attuali livelli di copertura dei crediti deteriorati risultano, infatti, a detta di Moody’s, notevolmente inferiori alla media del sistema italiano. Secondo la scala dei rating di Moody’s, “Not prime” significa che l’Emittente non ha una capacità adeguata di pagamento delle obbligazioni nel breve periodo, mentre “Ba” indica che le obbligazioni sono caratterizzate da elementi speculativi e sono soggette ad un significativo rischio di credito. Inoltre, la garanzia di interessi e capitale è limitata e può venir meno nel caso di future condizioni economiche sfavorevoli. Infine, i numeri 1, 2 e 3 hanno la funzione di precisare meglio la posizione all’interno della singola classe di rating (1 rappresenta la qualità migliore e 3 la peggiore). Il giudizio di rating assegnato da Fitch Ratings all’Emittente in data 26 luglio 2013 si colloca nell’ambito di una rating action più ampia, intrapresa nei confronti di otto gruppi bancari italiani, ivi incluso il Gruppo Creval, all’esito della quale l’agenzia di rating ritiene che le banche coinvolte siano ancora vulnerabili ad un P ROSPETTO I NFORMATIVO 57 FATTORI DI RISCHIO eventuale peggioramento dell’andamento dell’economia nazionale, sebbene abbiano reso stabili i propri livelli di funding e di liquidità e dei progressi siano stati fatti in merito al rafforzamento del capitale. Inoltre, l’agenzia di rating ha sottolineato il rischio di un’ulteriore deterioramento della qualità del credito in considerazione dell’esposizione delle banche nei confronti del settore delle piccole e medie imprese e ha affermato, in ogni caso, di ritenere improbabile una diminuzione di coefficienti di copertura dei crediti deteriorati. Secondo la scala dei rating di Fitch Ratings, “B” indica che l’Emittente ha una capacità minima di adempiere tempestivamente ai propri impegni finanziari, oltre a presentare un’elevata vulnerabilità ai cambiamenti negativi della situazione economico-finanziaria nel breve periodo. “BB”, invece, indica un’elevata vulnerabilità al rischio di default, in particolare in caso di cambiamenti negativi nella situazione economica o commerciale, anche se l’Emittente risulta dotato di una certa flessibilità finanziaria, che consente l’adempimento dei propri impegni finanziari. In data 7 febbraio 2013, DBRS ha attribuito, per la prima volta, un giudizio di rating all’Emittente. Tale giudizio è positivamente influenzato dal forte radicamento della Banca nel territorio ed, in particolare, dalla stretta relazione con la propria clientela che caratterizza l’operatività della Banca che tuttavia potrebbe, a giudizio dell’agenzia di rating, costituire un elemento di debolezza per la crescita a lungo termine della Banca stessa. Inoltre, l’outlook resta negativo in considerazione, principalmente, della dipendenza dell’Emittente dall’andamento dell’economia italiana. Secondo la scala di rating di DBRS, “R-2 (low)” indica una ridotta, ancorché adeguata, qualità del credito, in quanto l’Emittente è dotato di una accettabile capacità di adempiere alle proprie obbligazioni a breve termine quando dovute. Tuttavia, potrebbe essere vulnerabile nel futuro ed esposto ad altri fattori che potrebbero ridurre la qualità del credito. Il livello “BBB”, invece, indica un’adeguata qualità del credito a lungo termine, in quanto la capacità dell’Emittente di adempiere alle proprie obbligazioni è accettabile, anche se l’Emittente potrebbe essere vulnerabile ad eventi futuri. Eventuali variazioni negative (downgrading) dei giudizi di rating attribuiti all’Emittente potrebbero determinare un aumento dei costi di provvista, una limitazione o riduzione delle fonti di finanziamento e la necessità di fornire adeguate o ulteriori garanzie alle proprie controparti, con un conseguente impatto negativo sulla condizione economica, patrimoniale e/o finanziaria, nonché sull’attività del Gruppo. Per maggiori informazioni in merito ai giudizi di rating attribuiti al Gruppo Creval ed alle relative variazioni, si rinvia al sito internet www.creval.it - sezione “Investor Relations” alla voce “Rating”. 3.1.15 Rischi connessi alle attività fiscali per imposte differite Ai sensi dei Principi Contabili Internazionali ed, in particolare, dello IAS 12, è possibile iscrivere attività fiscali differite con riferimento: - alle differenze temporanee deducibili (in presenza di oneri contabilmente imputati per intero all’esercizio e fiscalmente deducibili in esercizi successivi al ricorrere di determinati eventi ovvero pro-quota); - a perdite fiscali pregresse; e - per crediti d’imposta non utilizzati. Al 31 dicembre 2013, le attività fiscali differite ammontano a 495.089 migliaia di Euro, iscritte alla voce P ROSPETTO I NFORMATIVO 58 FATTORI DI RISCHIO 140b “Attività Fiscali – Anticipate” dello stato patrimoniale del Bilancio Consolidato 2013, di cui 475.279 migliaia di Euro rilevate in contropartita di conto economico e 19.810 migliaia di Euro registrate in contropartita di patrimonio netto. Le imposte differite attive possono essere iscritte e mantenute in bilancio se e nella misura in cui è probabile che vi sarà disponibilità di un reddito imponibile futuro nel quale possano trovare compensazione le differenze temporanee deducibili, le perdite fiscali pregresse e i crediti d’imposta non utilizzati cui si riferiscono. Ai sensi della normativa fiscale vigente alla Data del Prospetto, al ricorrere di determinate circostanze alcune attività per imposte anticipate possono essere convertite in crediti d’imposta. Queste imposte differite attive possono essere quindi recuperate a prescindere dalla capacità del Gruppo di generare una redditività futura. In particolare, ai sensi della normativa fiscale vigente, nelle ipotesi in cui sia conseguita una perdita civilistica o sia rilevata una perdita fiscale o un valore della produzione netta IRAP negativo, le attività per imposte anticipate sia IRES sia IRAP riferite alle rettifiche di valore su crediti non ancora dedotte dal reddito imponibile e quelle riconducibili al valore dell’avviamento e delle altre attività immateriali, i cui componenti negativi sono deducibili in più periodi d’imposta, sono trasformate in credito d’imposta. Al 31 dicembre 2013, le attività per imposte anticipate del Gruppo Creval trasformabili in credito d’imposta al ricorrere degli eventi precedentemente illustrati ammontano ad 448.053 migliaia di Euro. Le attività per imposte anticipate la cui iscrivibilità rimane invece dipendente dalla disponibilità di redditi imponibili futuri risultano, quindi, circoscritte a 47.036 migliaia di Euro. Con riferimento alla quota parte di tali attività per imposte anticipate riferita all’IRES si evidenzia che, anche nell’ipotesi in cui il reddito imponibile IRES dovesse risultare negativo (quindi in caso di perdita fiscale) ai sensi della normativa fiscale vigente alla Data del Prospetto, la perdita fiscale potrà essere recuperata senza limiti temporali. In ottemperanza a quanto previsto dallo IAS 12, per la quota parte delle attività per imposte anticipate residue, il Gruppo Creval procede alla stima dei prevedibili redditi imponibili futuri al fine di verificare la possibilità di mantenere iscritte e/o di iscrivere le attività fiscali per imposte anticipate (c.d. probability test). Il modello utilizzato per il calcolo dei redditi imponibili prospettici è stato realizzato sulla base delle norme fiscali vigenti ed è applicato tenendo in considerazione gli ultimi piani pluriennali approvati. Limitatamente alle attività per imposte anticipate residue, qualora da tale verifica dovesse emergere un reddito imponibile futuro non sufficiente, il Gruppo potrebbe dover rivedere in diminuzione il valore delle attività fiscali differite iscritte in bilancio, con conseguenti effetti negativi sul conto economico. Per maggiori informazioni sulla situazione patrimoniale e finanziaria e sui risultati economici del Gruppo, si veda la Sezione Prima, Capitolo 15, Paragrafo 15.1, del Prospetto. 3.1.16 Rischio connesso ai procedimenti giudiziari in essere Risultano attualmente pendenti alcune vertenze giudiziali nei confronti della Banca e delle altre società del Gruppo, connesse all’ordinario svolgimento dell’attività bancaria. Le principali tipologie di controversie sono relative ad azioni in materia di anatocismo, di bond di emittenti terzi in default ed in materia di revocatorie fallimentari. Si riportano di seguito alcune sintetiche informazioni, concernenti le vertenze giudiziali rilevanti: P ROSPETTO I NFORMATIVO 59 FATTORI DI RISCHIO Rischio connesso alla controversia con Formenti Seleco in A.S. Nel 2010 la procedura fallimentare ha promosso avanti al Tribunale di Milano due distinti giudizi nei confronti del Credito Artigiano, ora Credito Valtellinese. Il primo concerne la revocatoria fallimentare, ex articolo 67 della Legge Fallimentare, delle rimesse aventi carattere solutorio quantificate da controparte in Euro 7,8 milioni. A fronte di tale domanda giudiziale è stato predisposto un accantonamento al fondo rischi di Euro 2,97 milioni. Il secondo giudizio, invece, è costituito da un’azione risarcitoria connessa alla fattispecie della concessione abusiva di credito che la procedura fallimentare ha promosso contro 19 istituti di credito spiegando domanda in solido per complessivi Euro 45 milioni. Tali vertenze hanno avuto un inter processuale del tutto autonomo e distinto. Infatti, per quanto riguarda la causa revocatoria fallimentare, è in corso la formalizzazione tra la Banca e la procedura fallimentare di un accordo per la definizione transattiva della vertenza. Per ciò che invece concerne l’azione risarcitoria, il Tribunale adito ha respinto in toto le pretese avversarie in quanto infondate e, allo stato, pende l’appello promosso dalla procedura fallimentare. Rischio connesso alla controversia con Gianfranco Ferrè in A.S. Nel 2012 la procedura fallimentare ha promosso nei confronti del Credito Artigiano, ora Credito Valtellinese, una azione revocatoria fallimentare, ex articolo 67 della Legge Fallimentare, relativamente alle rimesse solutorie affluite sul conto corrente della società insolvente quantificate da controparte in Euro 10,4 milioni. Il procedimento, che pende avanti il Tribunale di Isernia, si trova nella fase istruttoria. Alla luce dei riscontri contabili interni è stato appostato al fondo rischi un accantonamento di Euro 1,1 milioni. Rischio connesso alla controversia con I.T.I SAS di Modica Mario Sas Nel 2007 la procedura fallimentare ha avviato contro il Credito Siciliano una revocatoria fallimentare ex articolo 67 Legge Fallimentare per ottenere la restituzione da parte dell’istituto delle rimesse aventi carattere solutorio quantificate da controparte in Euro 3,14 milioni. In relazione a tale domanda giudiziale è stato predisposto un accantonamento al fondo rischi per Euro 1,67 milioni. Sono in corso trattative allo stato avanzato con la procedura fallimentare per la definizione conciliativa della vertenza. Rischio connesso alla controversia con il Ministero dell’Economia e delle Finanze Infine, si segnala che in data 3 febbraio 2014 è stato notificato al Credito Valtellinese atto di citazione da parte del Ministero dell’Economia e delle Finanze, in relazione al preteso mancato pagamento da parte della Banca degli interessi dovuti a seguito dell’esercizio della facoltà di riscatto degli strumenti finanziari emessi ai sensi dell’articolo 12 del D.L. 29 novembre 2008, n. 185, convertito con modificazioni, dalla L. 28 gennaio 2009, n. 2 (Tremonti-bond). Il MEF chiede al Tribunale di Roma di condannare la Banca al pagamento della somma complessiva di Euro 16,86 milioni. Al riguardo si evidenzia che la Banca, in data 18 giugno 2013, aveva informato il Ministero dell'intenzione di non corrispondere l’importo di Euro 16,86 milioni (corrispondente agli interessi maturati pro rata temporis fino alla data del riscatto e calcolati in misura proporzionale agli interessi pagati alla data di pagamento degli interessi immediatamente precedenti) in quanto ritenuti non dovuti sulla base di una interpretazione della normativa di riferimento e del prospetto di emissione. P ROSPETTO I NFORMATIVO 60 FATTORI DI RISCHIO Rischio connesso alle controversie in materia di anatocismo Nel 1999 la Corte di Cassazione (sentenze n. 2374/1999 e 3096/1999), mutando la propria precedente giurisprudenza, ha dichiarato non legittima la prassi della capitalizzazione trimestrale degli interessi debitori sui conti correnti. Pertanto, in considerazione del nuovo orientamento assunto dalla Suprema Corte, la clausola contrattuale che prevede la capitalizzazione trimestrale degli interessi non integra un “uso normativo”, bensì un “uso negoziale”, come tale inidoneo a derogare al divieto di anatocismo previsto dall’articolo 1283 del Codice Civile. Successivamente, il D. Lgs. 4 agosto 1999, n. 342 ha affermato la legittimità della capitalizzazione infrannuale degli interessi nei conti correnti bancari, purché siano conteggiati con la medesima periodicità gli interessi debitori e creditori. Potrebbero, pertanto, sorgere contenziosi in merito ai contratti stipulati prima della data di entrata in vigore del D. Lgs. 4 agosto 1999, n. 342. Inoltre, si consideri che l’articolo 2, comma 61 del D. L. 29 dicembre 2010, n. 225 (c.d. “Milleproroghe”), convertito, con modificazioni, dalla Legge 26 febbraio 2011, n. 10, in materia di anatocismo bancario, aveva introdotto una norma di interpretazione autentica dell’articolo 2395 del Codice Civile che, per quanto riguarda la prescrizione delle azioni legali relative al rimborso degli interessi anatocistici indebitamente pagati, faceva decorrere il termine decennale dal momento dell’annotazione della relativa operazione sul conto anziché dal giorno della chiusura del conto corrente. La disposizione in esame è stata dichiarata costituzionalmente illegittima dalla Corte Costituzionale con sentenza 5 aprile 2012, n. 78. Da ultimo, l’articolo 1, comma 629 della Legge 27 dicembre 2013, n. 147 (c.d. “Legge di Stabilità”), modificando l’articolo 120 del TUB, ha previsto che “gli interessi periodicamente capitalizzati non possono produrre interessi ulteriori che, nelle successive operazioni di capitalizzazione, sono calcolati esclusivamente sulla sorte capitale” (ora, articolo 120, comma 2, lett. b) del TUB), conferendo altresì delega al CICR per la definizione delle modalità ed i criteri di produzione degli interessi nelle operazioni bancarie. Alla Data del Prospetto, il numero complessivo delle cause pendenti nei confronti del Gruppo in materia di anatocismo si mantiene su livelli fisiologici ed è fronteggiato da puntuali e prudenziali accantonamenti ai fondi per rischi ed oneri. Tuttavia, alla luce dell’orientamento giurisprudenziale relativo al dies a quo di decorrenza della prescrizione delle cause in materia di anatocismo, nonché delle incertezze connesse alle recenti modifiche normative, non è possibile escludere che il numero complessivo delle cause pendenti in tale materia possa subire un incremento, con conseguenti possibili effetti sulla situazione patrimoniale e finanziaria nonché sui risultati economici del Gruppo. *** A fronte dei procedimenti giudiziari in cui è parte, al fine di fronteggiare le possibili perdite, la Banca ha ritenuto di effettuare prudenzialmente accantonamenti, confluiti nel Fondo Rischi ed Oneri - Altri fondi, il cui ammontare complessivo, al 31 dicembre 2013, è pari ad Euro 20,9 milioni. Inoltre, con riferimento alla situazione delle cause passive in essere al 31 marzo 2014, compreso il contenzioso fiscale, a fronte di un petitum pari a 246,3 milioni di Euro sono presenti alla medesima data accantonamenti per 17 milioni di Euro. In merito, si precisa che la quantificazione del rischio e delle conseguenti passività potenziali connesse al contenzioso passivo è eseguito utilizzando una metodologia di approccio analitico, applicando criteri di giudizio prognostici conformi ai principi stabiliti dagli IAS 37 e dai Principi Contabili Internazionali. L’ammontare dell’accantonamento è quindi stimato sulla base delle informazioni disponibili al momento della valutazione, tenuto conto, non solo dell’importo richiesto nella singola P ROSPETTO I NFORMATIVO 61 FATTORI DI RISCHIO vertenza, ma anche e soprattutto della stima tecnica effettuata internamente e dei riscontri contabili emersi nel corso del giudizio con particolare riguardo alla CTU contabile. Da tali analisi svolte con riguardo alle singole cause passive, emerge che (i) nella maggior parte delle ipotesi la pretesa è totalmente infondata e quindi non sussistono passività potenziali; (ii) in altri casi la domanda svolta da controparte in giudizio è abnorme rispetto alla passività potenziale accertata in misura decisamente più modesta; e (iii) vi sono giudizi radicati mediante citazione di recente notifica che non offrono allo stato elementi utili per una concreta quantificazione del rischio. Benché il fondo rischi possa ritenersi congruo a giudizio della Banca, non si può escludere che detto fondo possa non risultare sufficiente a far fronte interamente agli oneri ed alle richieste risarcitorie e restitutorie connessi alle cause pendenti; conseguentemente, non può escludersi che l’eventuale esito negativo di alcune di tali cause, o una revisione degli accantonamenti nel corso del procedimento giudiziario, possa avere effetti pregiudizievoli sull’attività e/o sulla situazione economica, patrimoniale e/o finanziaria dell’Emittente e del Gruppo. Per maggiori informazioni in merito ai procedimenti giudiziari in essere si veda la Sezione Prima, Capitolo 15, Paragrafo 15.7, del Prospetto. 3.1.17 Rischio connesso al trattamento contabile dell’interessenza nel capitale della Banca d’Italia Il Credito Valtellinese detiene n.101 quote di partecipazione al capitale di Banca d’Italia, rappresentative dello 0,03% del capitale della stessa, classificate fra le “Attività finanziarie disponibili per la vendita”. Le quote sono state valutate al costo di acquisto (pari ad Euro 52) fino al 31 dicembre 2013, in quanto non risultava possibile determinare, in maniera attendibile, il fair value delle stesse quote. Con il Decreto Legge n. 133 del 30 novembre 2013 (“D.L. 133/2013”), convertito con la Legge 29 gennaio 2014, n. 5, Banca d’Italia ha aumentato il proprio capitale mediante utilizzo delle riserve statutarie portandolo da Euro 156.000 ad Euro 7.500.000.000. Il capitale sociale è suddiviso in quote nominative di partecipazione di Euro 25.000 ciascuna, emesse ed assegnate ai partecipanti al capitale di Banca d’Italia in proporzione alle rispettive partecipazioni. Le nuove quote di partecipazione sono dotate di diritti patrimoniali e partecipativi diversi rispetto a quelli associati alle quote precedentemente detenute. In particolare, tra le principali modifiche riportate nello statuto di Banca d’Italia, approvate dall’assemblea straordinaria del 23 dicembre 2013 ed entrate in vigore il 31 dicembre 2013, si segnala che: (i) i diritti patrimoniali sono limitati al capitale sociale; (ii) è fissato il limite massimo dei dividendi annuali al 6% del capitale; (iii) sono individuati i requisiti soggettivi richiesti in capo ai soggetti che intendono detenere una partecipazione nel capitale della Banca d’Italia; (iv) viene introdotto un limite all’entità della partecipazione che può essere detenuta nel capitale della Banca d’Italia; (v) sono sterilizzati i diritti amministrativi e patrimoniali per la parte detenuta in eccesso rispetto a tale limite; e (vi) è prevista la facoltà per la Banca d’Italia di acquistare proprie quote in via temporanea. In considerazione del profilo di atipicità che caratterizza l’operazione descritta, la Banca ha utilizzato il proprio giudizio professionale nel definire la modalità di rappresentazione contabile più corretta. L’aumento del capitale sociale di Banca d’Italia presenta caratteristiche peculiari e differenti rispetto a quanto previsto dall’art. 2442 del Codice Civile. Nel caso in esame, infatti, l’aumento di capitale sociale di P ROSPETTO I NFORMATIVO 62 FATTORI DI RISCHIO Banca d’Italia si è perfezionato mediante emissione di nuove azioni con diritti patrimoniali, amministrativi e partecipativi diversi ante e post D.L. 133/2013. I titoli rappresentativi delle quote di capitale della Banca d’Italia emessi nell’ambito dell’aumento di capitale e delle connesse modifiche statutarie, a far data dal 31 dicembre 2013, sono stati considerati strumenti finanziari diversi da quelli ante D.L. 133/2013 ed oggetto di sostituzione ed annullamento. I nuovi titoli sono caratterizzati da profilo di rischio e rendimento sostanzialmente diversi da quelli precedentemente detenuti, per tale motivo, dal punto di vista contabile, tale operazione viene considerata come un trasferimento di asset. In particolare, si è quindi proceduto, in data 31 dicembre 2013, allo storno dei vecchi strumenti e contestualmente alla rilevazione iniziale delle nuove quote, sulla base del relativo fair value. La necessità di procedere alla rilevazione ex novo nello stato patrimoniale delle nuove quote pare inoltre essere confermata dallo stesso D.L. 133/2013 che fa espresso riferimento al termine “iscrizione” delle nuove quote. Sulla base delle caratteristiche e delle intenzioni di detenere il titolo, i nuovi strumenti sono stati classificati nel portafoglio delle “Attività finanziarie disponibili per la vendita”. Il nuovo valore di carico risulta pari a 2,5 milioni (considerando un valore unitario di Euro 25.000 per ciascuna quota). Tale valutazione risulta coerente con le stime condotte da un gruppo di esperti riportate nel documento, disponibile sul sito internet di Banca d’Italia, intitolato “Un aggiornamento del valore delle quote di capitale”. Considerando il precedente valore di carico ne è derivata una plusvalenza lorda pari a 2,5 milioni, rilevata tra gli utili da realizzo di attività finanziarie disponibili per la vendita. Tale modalità di rilevazione e rappresentazione è supportata da autorevoli esperti giuridici e contabili nell’ambito di specifici pareri diffusi dall’associazione di categoria. Si deve tuttavia segnalare che, alla Data del Prospetto, sono in corso approfondimenti presso sedi internazionali in merito al trattamento contabile da adottare nei bilanci redatti secondo i Principi Contabili Internazionali relativi all’esercizio 2013. In merito, peraltro, si segnala che anche Consob è intervenuta con la Comunicazione n. DIE/0018881 del 10 marzo 2014, di cui si è altresì dato atto nel comunicato stampa congiunto di Banca d’Italia, Consob e IVASS diffuso in data 11 marzo 2014, evidenziando che “in ragione dei complessivi profili di unicità ed atipicità che caratterizzano l’operazione […] e considerato che la modalità di contabilizzazione della stessa non è espressamente disciplinata dai principi contabili internazionali, sono stati effettuati e sono in corso approfondimenti presso tutte le sedi nazionali ed internazionali. In considerazione di quanto sopra esposto gli amministratori, in sede di approvazione del bilancio 2013, dovranno adottare, sulla base del più completo quadro informativo disponibile, la modalità di contabilizzazione che ritengono più appropriata a soddisfare i criteri previsti dai principi contabili internazionali. Ciò fermo restando che la particolare delicatezza della materia richiede che le società quotate forniscano nel bilancio la più completa informativa al riguardo”. Nel Bilancio Consolidato 2013 è stata fornita informativa specifica sulle modalità di contabilizzazione utilizzate e ai conseguenti impatti sulla situazione economica e patrimoniale della Banca. Tuttavia, si evidenzia che, qualora le competenti Autorità di Vigilanza maturino in futuro un orientamento diverso rispetto a quello adottato, determinando l’imputazione del beneficio a patrimonio netto e non in conto economico, si renderebbe necessaria una revisione del trattamento contabile applicato. Questo determinerebbe una riduzione dell’utile dell’esercizio per un importo corrispondente all’utile netto iscritto sull’operazione pari a 2,2 milioni Euro ed un equivalente incremento delle riserve da valutazione delle attività finanziarie disponibili per la vendita con invarianza del patrimonio netto. L’effetto sui ratios patrimoniali al 31 dicembre 2013 sarebbe immateriale (1 basis point). P ROSPETTO I NFORMATIVO 63 FATTORI DI RISCHIO Si segnala, infine, che il D.L. 24 aprile 2014 n. 66 ha incrementato dal 12% al 26% l’aliquota fiscale applicabile alla plusvalenza derivante dalla rivalutazione delle quote di Banca d’Italia. L’imposta si applica alla differenza tra valore nominale delle quote alla data del 31 dicembre 2013 e il valore fiscalmente riconosciuto. Si precisa, altresì, che il valore fiscale delle quote si considera riallineato al maggior valore iscritto in bilancio, fino a concorrenza del valore nominale, a partire dal 2014. L’imposta dovrà essere versata in un’unica soluzione (rispetto alle originarie tre rate annuali di pari importo) entro il termine di versamento del saldo delle imposte sui redditi relative al periodo di imposta in corso al 31 dicembre 2013. L’aumento dell’aliquota dell’imposta sostitutiva comporterebbe un maggior onere di circa 350.000 Euro. 3.1.18 Rischi relativi all’area geografica di riferimento del Gruppo Creval Il Gruppo opera esclusivamente sul territorio italiano, con un particolare radicamento in Lombardia, Lazio e Sicilia. L’attività del Gruppo è, quindi, particolarmente legata alle variazioni dello scenario macroeconomico italiano, per il quale le previsioni mostrano notevoli incertezze circa la crescita futura dell’economia. La stagnazione economica e/o la riduzione del prodotto interno lordo in Italia, l’aumento della disoccupazione e l’andamento negativo dei mercati finanziari hanno determinato una sfiducia nei confronti del sistema finanziario ed un conseguente calo degli investimenti, nonché un aumento dei crediti deteriorati e di situazioni di insolvenza, causando una generale riduzione della domanda per i servizi prestati dal Gruppo. Alla luce di quanto sopra, qualora in Italia dovessero persistere condizioni economiche avverse e dovesse manifestarsi una situazione di perdurante incertezza politica-economica e/o l’eventuale ripresa economica dovesse rivelarsi più lenta rispetto a quanto previsto, potrebbero verificarsi ulteriori effetti negativi sull’attività e sulla situazione economica, patrimoniale e/o finanziaria del Gruppo Creval. Per ulteriori informazioni sulle aree geografiche nelle quali opera il Gruppo, si rinvia alla Sezione Prima, Capitolo 5, Paragrafo 5.2, del Prospetto. 3.1.19 Rischi connessi al risk management Nello svolgimento delle proprie attività tipiche, l’Emittente è esposto a diverse tipologie di rischio, riconducibili principalmente al rischio di liquidità (cfr. Sezione Prima, Capitolo 3, Paragrafo 3.1.9, del Prospetto), di credito, di concentrazione, di mercato (cfr. Sezione Prima, Capitolo 3, Paragrafo 3.1.10, del Prospetto), di controparte, di tasso, operativo (cfr. Sezione Prima, Capitolo 3, Paragrafo 3.1.12, del Prospetto), nonché rischi di compliance, di business e reputazionali. Tali tipologie di rischio sono gestite e presidiate dalla Banca in conformità alle policy interne della Banca stessa e attraverso una struttura organizzativa, di processi aziendali, di risorse umane e di competenze e metodologie/strumenti per l’identificazione, il monitoraggio, il controllo e la gestione dei diversi rischi che ne caratterizzano l’attività. L’attività di monitoraggio e controllo dei rischi è delegata alla funzione di Risk Management della Banca che ha, tra gli altri, il compito di assicurare, a livello di Gruppo, il presidio unitario dei rischi di propria competenza e l’attuazione dei processi di: (i) gestione del rischio, intesa come identificazione, P ROSPETTO I NFORMATIVO 64 FATTORI DI RISCHIO misurazione/valutazione, monitoraggio, prevenzione/attenuazione, controllo e comunicazione dei rischi di propria competenza cui il Gruppo è esposto; e (ii) valutazione dell’adeguatezza della liquidità in relazione alla propensione al rischio e al profilo di rischio del Gruppo, nonché alle condizioni macroeconomiche e di mercato. Qualora le politiche e le procedure interne di gestione dei rischi del Gruppo non dovessero rivelarsi adeguate, esponendo l’Emittente a rischi non preventivati ovvero non quantificati correttamente, il Gruppo potrebbe subire perdite, anche rilevanti, con possibili effetti negativi sulle attività e sulla situazione economica, patrimoniale e/o finanziaria del Gruppo. Si segnala, inoltre, che indipendentemente dall’adeguatezza dei sistemi e delle procedure interne di risk management, in ragione delle attuali condizioni di incertezza economica e volatilità del mercato, non è possibile escludere il verificarsi, in futuro, di eventi pregiudizievoli derivanti da circostanze imprevedibili e al di fuori del controllo del Gruppo, con possibili effetti negativi sulle attività e sulla situazione economica, patrimoniale e/o finanziaria del Gruppo. Per maggiori informazioni in merito ai presidi di gestione dei rischi dell’Emittente si veda la Sezione Prima, Capitolo 5, Paragrafo 5.6 del Prospetto, nonché Parte “E” – “Informazione sui rischi e sulle relative politiche di copertura”, pag. 197 del Bilancio Consolidato 2013, incorporato mediante riferimento nel presente Prospetto e disponibile sul sito internet www.creval.it – sezione “Investor Relations” alla voce “Relazioni finanziarie”. 3.1.20 Rischi connessi alle dichiarazioni di preminenza Il Prospetto contiene alcune dichiarazioni di preminenza riguardo all’attività del Gruppo e al suo posizionamento competitivo sul mercato sulla base della specifica conoscenza del settore di appartenenza, dei dati disponibili e della propria esperienza. Tali informazioni sono, ad esempio, riportate nella descrizione delle attività del Gruppo, dei mercati e del posizionamento competitivo, dei programmi futuri e delle strategie, nonché delle tendenze previste e non sono state oggetto di verifica da parte di soggetti terzi (cfr. Sezione Prima, Capitolo 5, Paragrafi 5.2 e 5.5, del Prospetto). Occorre, inoltre, considerare che i risultati, il posizionamento competitivo e l’andamento del Gruppo nei settori di attività e/o nelle diverse aree geografiche potrebbe subire scostamenti significativi in futuro rispetto a quelli ipotizzati in tali dichiarazioni a causa dei rischi noti e ignoti, incertezze e altri fattori enunciati, fra l’altro, nella presente Sezione Prima, Capitolo 3, del Prospetto. 3.2 3.2.1 Fattori di rischio relativi al settore in cui l’Emittente opera Rischi connessi alla concorrenza nel settore bancario e finanziario Credito Valtellinese e le altre società del Gruppo Creval sono soggette ai rischi tipici derivanti dalla concorrenza propria dei rispettivi settori di attività, in tutti i territori in cui operano, ed affrontano i rischi derivanti dallo svolgimento dell’attività bancaria nella realtà socio-economica italiana. Nell’ultimo decennio il sistema bancario nazionale è stato interessato da numerose operazioni di fusione e acquisizione che ne hanno aumentato il grado di concentrazione, riducendo il numero degli operatori. P ROSPETTO I NFORMATIVO 65 FATTORI DI RISCHIO L’espansione di intermediari di piccola dimensione al di fuori delle tradizionali aree geografiche di riferimento ha, viceversa, ridotto la concentrazione sui mercati locali. Il quadro è stato poi reso più complesso dall’ingresso sul mercato di operatori stranieri altamente competitivi anche per effetto di strutture di costo della filiera produttiva più leggere e flessibili. La fase di consolidamento del mercato in atto è connotata da una elevata competitività, resa ancor più robusta dal recepimento delle direttive comunitarie, tese a liberalizzare il settore bancario dell’Unione Europea, dalla deregolamentazione del settore bancario, che ha incentivato la concorrenza nel comparto tradizionale, dalla maggiore concorrenza sul mercato del risparmio gestito. Inoltre, l’evoluzione del quadro normativo europeo e l’adeguamento degli ordinamenti nazionali in tema di servizi di pagamento hanno profondamente modificato la struttura del mercato dei pagamenti al dettaglio, mirando ad accrescere la trasparenza e la concorrenza ed a rafforzare la fiducia dei consumatori negli strumenti elettronici. Nel caso in cui non fosse in grado di rispondere alla crescente pressione competitiva, il Gruppo potrebbe perdere quote di mercato in diversi settori di attività o non riuscire ad incrementare i volumi di attività e il livello di redditività rispetto al passato, con conseguenti effetti negativi rilevanti sui risultati operativi e sulla situazione economica, patrimoniale e finanziaria del Gruppo stesso. 3.2.2 Rischi connessi all’evoluzione della regolamentazione del settore bancario e finanziario Il Gruppo Creval è soggetto ad una articolata regolamentazione di matrice europea e nazionale e alla vigilanza da parte della Banca d’Italia, della Consob e dell’IVASS e, a partire dal mese di novembre del corrente anno, in conformità alle previsioni del Regolamento MVU, della BCE. La normativa applicabile alle banche, cui il Gruppo è soggetto, disciplina i settori in cui le banche possono operare con lo scopo di preservare la stabilità e solidità delle stesse, limitandone l’esposizione al rischio. In particolare, il Creval e le società bancarie del Gruppo sono tenute a rispettare i requisiti di adeguatezza patrimoniale previsti dalla normativa comunitaria e dalla legge italiana. Il Gruppo è, altresì, soggetto alle norme applicabili ai servizi finanziari - che disciplinano, tra l’altro, l’attività di vendita e collocamento degli strumenti finanziari alla clientela - nonché a quelle applicabili alle attività di Bancassicurazione. Ai sensi dell’articolo 67 del TUB, al fine di esercitare la vigilanza consolidata, la Banca d’Italia può impartire alla capogruppo, ovvero al Creval, provvedimenti di carattere generale o particolare, disposizioni concernenti il gruppo bancario complessivamente considerato o i suoi componenti, aventi ad oggetto, tra l’altro, l’organizzazione amministrativa e contabile, nonché i controlli interni; ai sensi del comma 2-ter della medesima disposizione i provvedimenti particolari possono riguardare anche la restrizione delle attività o della struttura territoriale del gruppo; il divieto di effettuare determinate operazioni e di distribuire utili o altri elementi del patrimonio, nonché, con riferimento a strumenti finanziari computabili nel patrimonio di vigilanza, il divieto di pagare gli interessi. Il Creval, inoltre, in quanto emittente azioni negoziate sul Mercato Telematico Azionario organizzato e gestito da Borsa Italiana, deve rispettare la normativa primaria e secondaria applicabile alle società emittenti strumenti finanziari quotati sui mercati regolamentati. La vigilanza delle sopracitate autorità copre diversi ambiti di attività dell’Emittente, e può avere ad oggetto, tra l’altro, i livelli di liquidità e di adeguatezza patrimoniale, la prevenzione e il contrasto del riciclaggio di denaro, la tutela della privacy, la trasparenza e la correttezza nei rapporti con la clientela, nonché gli obblighi di rendiconto e registrazione. P ROSPETTO I NFORMATIVO 66 FATTORI DI RISCHIO Eventuali variazioni della normativa di riferimento, o anche delle relative modalità di applicazione, nonché l’eventualità che l’Emittente non riesca ad assicurare il pieno rispetto delle norme applicabili, potrebbero influenzare le attività, i prodotti e i servizi offerti dal Gruppo e, conseguentemente, avere un impatto negativo sulla situazione patrimoniale, economica e finanziaria della Banca e del Gruppo. Implementazione di Basilea III nell’ordinamento europeo: la direttiva CRD IV e il regolamento CRR Il 1° gennaio 2014 è divenuta applicabile la nuova disciplina armonizzata per le banche e le imprese di investimento contenuta nella direttiva CRD IV e nel regolamento CRR, che traspongono nell’Unione Europea il complesso di riforme inerenti, tra l’altro, i requisiti regolamentari di capitale e di liquidità approvate dal Comitato di Basilea nel corso degli anni 2010/2013 (Basilea III). La Nuova Disciplina Europea per le Banche, che dovrebbe essere applicata gradualmente fino ad essere pienamente efficace entro il 2019 (c.d. phase-in), oltre a stabilire criteri più stringenti in materia di determinazione delle attività ponderate per il rischio, prevede, in materia di fondi propri, che le banche soddisfino, su base continuativa, coefficienti patrimoniali più elevati per quanto riguarda il capitale di maggiore qualità (Capitale Primario di Classe 1), come già evidenziato al Paragrafo 3.1.1 della presente Capitolo 3, del Prospetto. Tale disciplina ha, inoltre, (i) abolito la distinzione tra strumenti computabili nel Capitale di Classe 2 e nel Capitale di Classe 3, eliminando quest’ultima classe di capitale, e tra quelli classificati come Lower Tier 2 ed Upper Tier 2; (ii) previsto una disqualificazione, anche su base graduale, di taluni strumenti computati nel Capitale Primario di Classe 1 o nel Capitale Aggiuntivo di Classe 1 o Classe 2; (iii) introdotto (a) un coefficiente di leva finanziaria (leverage ratio) come misura complementare ai requisiti patrimoniali basati sul rischio e (b) due indicatori di liquidità, uno a breve termine (Liquidity Coverage Ratio, o LCR) (5), avente come obiettivo la costituzione e il mantenimento di un buffer di liquidità che consenta la sopravvivenza della banca per un periodo temporale di trenta giorni in caso di grave tensione, e uno di liquidità strutturale (Net Stable Funding Ratio, o NSFR) (6) con orizzonte temporale superiore all’anno, introdotto per garantire che attività e passività presentino una struttura per scadenze sostenibile. A far data dal 1° gennaio 2014 è, inoltre, entrata in vigore la Circolare n. 285 di Banca d’Italia, con la quale l’Autorità di Vigilanza, per quanto di propria competenza, ha dato attuazione in Italia alla Nuova Disciplina Europea per le Banche. La Circolare n. 285 prevede, tra l’altro, che dal 1° gennaio 2014 le banche, in aggiunta ai requisiti patrimoniali previsti dal Regolamento CRR, costituiscano una riserva di conservazione del capitale (capital conservation buffer) del 2,5% su base consolidata, ovvero su base individuale per le banche non appartenenti a gruppi bancari. Dal 1° gennaio 2016, le banche saranno, inoltre, tenute a costituire (i) in funzione dell’andamento del mercato del credito, una riserva di capitale anticiclica (countercyclical capital buffer), da calcolare, con le modalità indicate nella stessa Circolare, sulla base dell’esposizione complessiva di ciascuna banca al rischio di credito, nonché (ii) un’ulteriore riserva di capitale, in funzione della rilevanza sistemica di ciascuna banca (G-SII buffer o O-SII buffer, ove la rilevanza sistemica sia globale o interna al Paese in cui è svolta l’attività bancaria). Il Liquidity Coverage Ratio è un indicatore di liquidità a breve termine che esprime il rapporto tra le attività liquide di elevata qualità (HQLA - High Quality Liquid Assts) e il totale dei deflussi di cassa netti nei 30 giorni di calendario successivi. 6 Il Net Stable Funding Ratio è un indicatore di liquidità strutturale a 12 mesi che esprime il rapporto tra l’ammontare disponibile della provvista stabile e l’ammontare obbligatoria della provvista stabile. 5 P ROSPETTO I NFORMATIVO 67 FATTORI DI RISCHIO Le suindicate riserve di capitale devono essere costituite da Capitale Primario di Classe 1, ovvero con capitale di primaria qualità sotto il profilo della capacità di assorbimento delle perdite. Distribuzione di dividendi Il Gruppo Creval non distribuirà alcun dividendo relativamente all’esercizio 2013. In considerazione dell’atteso svolgimento dell’Attività di Verifica della BCE, nonché delle incertezze connesse al contesto macroeconomico atteso, i risultati futuri del Gruppo Creval potrebbero essere influenzati da eventi che, analogamente a quanto accaduto al termine dell’esercizio 2013 e 2012, potrebbero comportare una limitazione o un impedimento nella distribuzione di dividendi. Si precisa, inoltre, che, nell’ambito dei poteri di vigilanza alla stessa attribuiti, la Banca d’Italia, con comunicazione effettuata in data 13 marzo 2013, ha raccomandato a tutte le banche di adottare politiche di distribuzione di dividendi che consentano di mantenere condizioni di adeguatezza patrimoniale, attuale e prospettica, coerenti con il complesso dei rischi assunti, idonee a favorire l’allineamento dei requisiti patrimoniali stabiliti dalla direttiva CRD IV e dal regolamento CRR e a garantire la copertura dei livelli di capitale interno calcolati nell’ambito del processo ICAAP. Tali disposizioni, pur di per sè idonee a limitare, in tutto o in parte, la distribuzione di dividendi da parte del Gruppo Creval, con conseguenti effetti negativi sulla redditività dell’investimento in azioni Creval, potrebbero essere sostituite da diverse indicazioni della BCE, alla quale sarà trasferita la competenza in materia. Infine, in relazione alle riserve che le banche saranno tenute a costituire a partire dal gennaio 2016, è opportuno considerare che la mancata o parziale costituzione delle stesse o, più in generale, il mancato rispetto dei requisiti patrimoniali impedisce alle banche di distribuire dividendi ai propri azionisti, fatte salve alcune eccezioni, come disciplinate nella stessa Circolare n. 285. Per maggiori informazioni relative alla politica di distribuzione dei dividendi dell’Emittente si veda la presente Sezione Prima, Capitolo 15, Paragrafo 15.6, del Prospetto. La Bank Recovery and Resolution Directive Tra le novità regolamentari in fase di definizione, si segnala la direttiva del Parlamento Europeo e del Consiglio concernente l’istituzione di un quadro di risanamento e di risoluzione delle crisi degli enti creditizi e delle imprese di investimento (la c.d. Bank Recovery and Resolution Directive), che, pur non essendo stata ancora pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea, è stata approvata dal Parlamento Europeo e dal Consiglio, rispettivamente in data 15 aprile e 6 maggio 2014. La BRRD, una volta pubblicata in Gazzetta, dovrà essere recepita dagli Stati Membri entro il 31 dicembre 2014, ad eccezione delle norme contenute nel Titolo IV, Cap. IV, sez. 5 (c.d. bail-in) che dovranno essere adottate, al più tardi, entro il 1° gennaio 2016. La BRRD ha l’obiettivo di fornire alle autorità degli Stati Membri preposte alla risoluzione delle crisi degli enti creditizi (c.d. resolution authorities, d’ora in avanti le “Autorità”) strumenti idonei per affrontare situazioni di dissesto, salvaguardando, da un lato, la stabilità del sistema finanziario inteso nel suo complesso, riducendo al minimo i costi pubblici e le distorsioni economiche e dall’altro, la continuità dell’attività d’impresa dell’ente creditizio, con la prospettiva di un ripristino della sua sostenibilità economica. Nello specifico, ai sensi della BRRD le Autorità potranno: (i) adottare misure preparatorie e piani per ridurre al minimo i rischi di problemi potenziali (preparazione e prevenzione); (ii) in caso di problemi incipienti, arrestare il deterioramento della situazione della banca in fase precoce in modo da P ROSPETTO I NFORMATIVO 68 FATTORI DI RISCHIO evitare l’insolvenza (intervento precoce); e (iii) se l’insolvenza di un ente dovesse mettere a rischio interessi pubblici, adottare uno strumento chiaro per risanare o liquidare la banca in modo ordinato, preservando le sue funzioni essenziali e limitando al massimo l’esposizione dei contribuenti alle perdite in caso di insolvenza. In sede di risoluzione delle crisi, l’Autorità potrà utilizzare, singolarmente o in combinazione tra loro, i seguenti strumenti: (i) un “ente-ponte”(c.d. bridge bank), al quale trasferire temporaneamente, in tutto o in parte, le attività della banca, al fine di cedere, successivamente, tali attività ad acquirenti di mercato; (ii) vendita delle attività, in tutto o in parte, a soggetti diversi da un “ente-ponte”, senza necessità di ottenere il consenso degli azionisti o di soddisfare i requisiti procedurali altrimenti applicabili; (iii) separazione delle attività, al fine di trasferire quelle maggiormente deteriorate o di difficile valutazione ad un veicolo di gestione a controllo pubblico (c.d. bad bank); e (iv) il bail-in a fini di ricapitalizzazione, imponendo perdite agli azionisti e ad alcune categorie di creditori, tramite svalutazione o conversione in capitale dei crediti vantati da questi ultimi, in misura sufficiente a ripristinare le condizioni di solvibilità della banca o capitalizzare un “ente-ponte”. I principi generali che regoleranno l’attività delle Autorità in sede di risoluzione delle crisi sono così riassumibili: (i) assegnazione delle perdite in via prioritaria e prevalente agli azionisti ed in via successiva e sussidiaria ai creditori; (ii) garanzia del principio della parità di trattamento dei creditori (salvo che un differente trattamento sia giustificato da ragioni di interesse generale); e (iii) tutela dei creditori, i quali non potranno sostenere perdite maggiori di quelle che avrebbero subito ove la banca fosse stata sottoposta alle procedure di liquidazione ordinarie (c.d. no creditor worse off). Nell’applicazione di tali misure di risoluzione, i crediti vantati dagli azionisti nei confronti della società potrebbero essere cancellati o ridotti in misura significativa; inoltre, gli azionisti potrebbero vedere diluita fortemente la propria partecipazione nel caso in cui le passività della banca venissero convertite in azioni a rapporti di conversione particolarmente sfavorevoli per gli stessi. 3.2.3 Rischi connessi alla riduzione del supporto alla liquidità del sistema La crisi dei mercati finanziari, che ha comportato la riduzione della liquidità a disposizione degli operatori, e la successiva crescita delle tensioni legate al debito sovrano di alcuni Paesi, insieme all’innalzamento dei requisiti patrimoniali previsti da Basilea III, hanno richiesto negli scorsi anni lo sviluppo di iniziative a supporto del sistema creditizio, sia a livello nazionale, attraverso l’intervento diretto nel capitale di alcune banche, sia a livello europeo, attraverso operazioni di rifinanziamento presso la BCE dietro prestazione di idonei titoli in garanzia (c.d. LTRO). Nei primi mesi del 2015 verranno a scadenza le suddette operazioni di rifinanziamento, che hanno garantito alle banche europee la disponibilità di ampie risorse finanziarie a condizioni particolarmente favorevoli. Alla Data del Prospetto non vi è alcuna certezza che tali operazioni di rifinanziamento possano essere replicate anche in futuro. L’incapacità di reperire sul mercato tale liquidità, tramite l’accesso agli istituti centrali, dietro presentazione di idonee garanzie, ovvero la riduzione significativa o il venir meno del supporto alla liquidità del sistema da parte dei governi e delle autorità centrali potrebbero generare maggiori difficoltà nel reperimento di liquidità sul mercato e/o maggiori costi connessi al ricorso a tale liquidità, con possibili effetti negativi sull’attività, sulla posizione finanziaria e sui risultati operativi della Banca. P ROSPETTO I NFORMATIVO 69 FATTORI DI RISCHIO 3.3 3.3.1 Fattori di rischio connessi alle Azioni, all’Offerta ed alla quotazione delle Azioni oggetto dell’Offerta Rischi connessi alla liquidabilità e volatilità delle Azioni e dei relativi Diritti di Opzione I Diritti di Opzione e le Azioni presentano gli elementi di rischio propri di un investimento in strumenti finanziari quotati della medesima natura. I possessori di tali strumenti potranno liquidare il proprio investimento mediante la vendita sul Mercato Telematico Azionario. Tali strumenti potrebbero presentare problemi di liquidità indipendenti dalla Banca e, pertanto, le richieste di vendita potrebbero non trovare adeguata e tempestiva esecuzione, nonché potrebbero essere soggette a fluttuazioni, anche significative, di prezzo. Fattori quali i cambiamenti nella situazione economica, finanziaria, patrimoniale e reddituale della Banca o dei suoi concorrenti, mutamenti nelle condizioni generali del settore in cui la stessa opera, nell’economia generale e nei mercati finanziari, mutamenti del quadro normativo e regolamentare, nonché la diffusione da parte degli organi di stampa di notizie di fonte giornalistica relative all’Emittente, potrebbero generare fluttuazioni, anche significative, del prezzo delle Azioni Creval e dei Diritti di Opzione. Inoltre, i mercati azionari hanno fatto riscontrare negli ultimi anni un andamento dei prezzi e dei volumi negoziati alquanto instabile. Tali fluttuazioni potrebbero in futuro incidere negativamente sul prezzo di mercato delle Azioni ed, eventualmente, dei Diritti di Opzione, durante il periodo in cui tali diritti saranno negoziati sul Mercato Telematico Azionario, indipendentemente dai valori patrimoniali economici e finanziari che il Gruppo sarà in grado di realizzare. Il prezzo di negoziazione dei Diritti di Opzione dipenderà, tra l’altro, dall’andamento del prezzo delle azioni Creval in circolazione e potrebbe essere soggetto a maggiore volatilità rispetto al prezzo di mercato di queste ultime. Nell’ambito dell’Offerta, infine, alcuni azionisti della Banca potrebbero decidere di non esercitare i propri Diritti di Opzione e di venderli sul mercato. Ciò potrebbe avere un effetto negativo sul prezzo di mercato dei Diritti di Opzione e/o delle Azioni. Per ulteriori informazioni si rinvia a quanto descritto nella Sezione Seconda, Capitolo 5 del Prospetto. 3.3.2 Rischio di riduzione del Return on Equity (ROE) L’operazione di Aumento del Capitale potrebbe comportare un rischio di diluizione del Return on Equity (ROE) prospettico del Gruppo Creval nei periodi successivi alla sua esecuzione. L’Aumento di Capitale comporterà un aumento del patrimonio netto al quale potrebbe non corrispondere un proporzionale aumento dell’utile netto normalizzato, ovvero potenzialmente atteso dall’investitore sulla base di quanto espresso dal Gruppo negli anni precedenti, con conseguente diminuzione del ROE atteso successivamente alla chiusura dell’Aumento di Capitale, ovvero dell’utile distribuibile per azione. 3.3.3 Rischio connesso alla modifica del regime fiscale applicabile alle Azioni In data 24 aprile 2014, è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Decreto Legge n. 66 del 2014, che all’articolo 3 dispone, con decorrenza 1° luglio 2014, l’aumento dell’aliquota delle ritenute e delle imposte sostitutive sui redditi di capitale e sui redditi diversi di natura finanziaria dal 20% al 26%. P ROSPETTO I NFORMATIVO 70 FATTORI DI RISCHIO Tale decreto legge dovrà essere convertito in legge entro 60 giorni dalla sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale e nel corso dell’iter di conversione potrà ancora subire modifiche. Qualora la suddetta modifica dell’aliquota delle ritenute e delle imposte sostitutive sui redditi di capitale e sui redditi diversi di natura finanziaria dovesse essere approvata in via definitiva, comporterà una modifica sfavorevole del regime fiscale delle Azioni Creval. Per ulteriori informazioni si rinvia a quanto descritto nella Sezione Seconda, Capitolo 4, Paragrafo 4.9, del Prospetto. 3.3.4 Rischi connessi alla limitazione del possesso di azioni Ai sensi dell’articolo 30 del TUB, come richiamato dall’articolo 18 dello Statuto, nessuno può detenere azioni in misura eccedente l’1% del capitale sociale dell’Emittente. Tale limite non si applica agli organismi di investimento collettivo in valori mobiliari, per i quali valgono i limiti previsti dalla disciplina propria di ciascuno di essi. La Banca, appena rilevato il superamento di tale soglia e, comunque, nei termini previsti dalle vigenti disposizioni, è chiamata a contestare al possessore della partecipazione e all’intermediario la violazione del divieto. Le azioni eccedenti la soglia indicata devono essere alienate entro un anno dalla contestazione, pena la perdita dei diritti patrimoniali maturati, che saranno conseguentemente acquisiti dall’Emittente. Per ulteriori informazioni si veda la Sezione Seconda, Capitolo 4, Paragrafo 4.5, del Prospetto. 3.3.5 Rischi connessi all’esercizio del diritto di voto Ai sensi delle norme di legge e statutarie in vigore, il diritto di intervento e di voto nelle assemblee dell’Emittente è riconosciuto a coloro che abbiano richiesto ed ottenuto il gradimento, ai sensi dell’articolo 30 del TUB, e conseguentemente l’iscrizione nel libro soci almeno novanta giorni prima del giorno fissato per l’assemblea in prima convocazione. In assenza del predetto gradimento, l’azionista non può esercitare i diritti amministrativi, ma solo quelli patrimoniali. Si consideri altresì che l’articolo 9, comma 2 dello Statuto prevede che il Consiglio di Amministrazione abbia la facoltà di proporre all’Assemblea ordinaria dei soci la fissazione del numero minimo di azioni che devono possedere coloro che intendono diventare soci. Tale numero minimo è stato fissato dall’Assemblea ordinaria dei soci del 12 aprile 2014 in n. 150 azioni. Inoltre, ai sensi dell’articolo 9, comma 8 dello Statuto, come modificato dall’Assemblea straordinaria dei soci del 12 aprile 2014, l’eventuale cessione dell’intera partecipazione, così come la cessione che riduca il possesso azionario al di sotto del numero minimo di 150 azioni, comunque rilevate dalla Società, comportano la perdita della qualità di socio e conseguentemente dei diritti amministrativi, fatta eccezione per coloro che erano iscritti a libro soci alla data del 12 aprile 2014 (data in cui l’Assemblea ordinaria ha introdotto il requisito del possesso minimo di 150 azioni), per i quali la perdita della qualità di socio e la conseguente cancellazione dal libro soci continua a conseguire al venir meno dell’intera partecipazione. L’articolo 30 del TUB prevede, inoltre, che i soci di banche popolari possano esprimere un solo voto a prescindere dal numero di azioni possedute. P ROSPETTO I NFORMATIVO 71 FATTORI DI RISCHIO In relazione alle norme che regolano la rappresentanza in assemblea da parte dei soci, l’articolo 23 dello Statuto prevede che ciascun socio possa rappresentare in Assemblea, per delega, non più di cinque soci. Inoltre, ai sensi, dell’articolo 2372 del Codice Civile, la rappresentanza in Assemblea non può essere conferita né ai membri degli organi amministrativi o di controllo o ai dipendenti della Banca, né alle società da essa controllate o ai membri degli organi amministrativi o di controllo o ai dipendenti di queste, né a soggetti che rientrino in una della altre condizioni di incompatibilità previste dalla legge. Alla luce di quanto sopra, gli investitori sono invitati a considerare che la sottoscrizione delle Azioni nell’ambito dell’Offerta e la conseguente titolarità delle stesse non conferiscono al relativo sottoscrittore, in assenza dell’iscrizione a libro soci alle condizioni e nei termini sopra indicati, la legittimazione ad esercitare il diritto di voto connesso alle Azioni sottoscritte. Trattandosi di una banca popolare, l’investitore dovrà, inoltre, considerare che l’esercizio del diritto di voto non avverrà in misura proporzionale alle Azioni sottoscritte, con la conseguenza che nessun socio individualmente potrà esercitare il controllo o un’influenza notevole sull’Assemblea dei soci dell’Emittente. Per ulteriori informazioni si rinvia a quanto descritto nella Sezione Seconda, Capitolo 4, Paragrafo 4.5, del Prospetto. 3.3.6 Rischi connessi agli effetti diluitivi dell’Aumento di Capitale Le Azioni sono offerte in opzione a tutti gli azionisti dell’Emittente e, pertanto, non vi sono effetti diluitivi derivanti dall’Aumento di Capitale in termini di quota percentuale di partecipazione al capitale sociale fully diluted (calcolato ipotizzando l’integrale sottoscrizione dell’Aumento di Capitale) nei confronti degli azionisti dell’Emittente che decideranno di sottoscrivere l’Offerta per la parte di loro competenza. Gli azionisti dell’Emittente che, invece, decidano di non sottoscrivere l’Offerta per la parte di loro competenza vedranno diluita la propria partecipazione sul capitale. La percentuale massima di diluizione (calcolata ipotizzando l’integrale sottoscrizione dell’Aumento di Capitale, nonché l’esercizio dei Warrant 2014) sarà resa nota dall’Emittente, ai sensi dell’articolo 7, comma 1, del Regolamento Emittenti, mediante supplemento pubblicato sul sito internet www.creval.it e sul sito www.borsaitaliana.it, in conformità a quanto previsto dall’articolo 9 e dall’articolo 56 del Regolamento Emittenti. Per ulteriori informazioni si rinvia a quanto descritto nella Sezione Seconda, Capitolo 9 del Prospetto. 3.3.7 Rischi connessi agli impegni di sottoscrizione e garanzia e alla parziale esecuzione dell’Aumento di Capitale In data 4 marzo 2014, Banca Imi S.p.A., Credit Suisse Securities (Europe) Limited e Mediobanca - Banca di Credito Finanziario S.p.A., in qualità di Joint Global Coordinators e Joint Bookrunners, e in data 28 marzo 2014, Barclays e BNP Paribas, in qualità di Joint Bookrunners, Equita, Keefe, Bruyette & Woods A Stifel Company, in qualità di Co-Bookrunners, Banca Akros S.p.A. ed Intermonte, in qualità di Co-Lead Managers, hanno sottoscritto un accordo di pre-underwriting ai sensi del quale si sono impegnati a garantire la sottoscrizione della Azioni in numero corrispondente ai Diritti di Opzione che risultassero eventualmente non esercitati al termine dell’Offerta in Borsa, fino all’importo massimo di Euro 400 milioni. Tali accordi cesseranno di avere efficacia a seguito della sottoscrizione del contratto di garanzia, come di seguito descritto (il “Contratto di Garanzia”), dove i relativi impegni saranno integralmente riflessi. P ROSPETTO I NFORMATIVO 72 FATTORI DI RISCHIO Il Contratto di Garanzia, che sarà concluso prima della pubblicazione del Prospetto, sarà redatto secondo la miglior prassi di mercato e conterrà l’impegno dei partecipanti al consorzio di garanzia (i “Garanti”) a sottoscrivere le Azioni in numero corrispondente ai Diritti di Opzione che risultassero eventualmente non esercitati al termine dell’Offerta in Borsa, fino all’importo massimo di Euro 400 milioni, nonché le usuali clausole che condizionano l’efficacia dell’impegno di garanzia ovvero danno la facoltà ai Joint Global Coordinators (anche per conto degli altri Garanti) di revocare l’impegno di garanzia dei Garanti. In particolare, il Contratto di Garanzia prevede la facoltà dei Joint Global Coordinator (con decisione assunta a maggioranza), anche in nome e per conto degli altri Garanti, di recedere dal Contratto di Garanzia qualora, successivamente alla sottoscrizione del Contratto di Garanzia e sino alla data prevista per la sottoscrizione delle Azioni da parte dei Garanti, ai sensi del Contratto di Garanzia e ad esito dell’Offerta in Borsa: - si verifichino circostanze straordinarie così come previste nella prassi di mercato, quali mutamenti nella situazione politica, atti di guerra, terrorismo e simili, o mutamenti della situazione finanziaria, economica, normativa, valutaria, fiscale o di mercato, a livello nazionale e/o internazionale, ovvero si verifichino in Italia e/o nei principali mercati internazionali, significative distorsioni nel sistema bancario, di clearance o di settlement (incluse sospensioni o gravi limitazioni in generale nelle negoziazioni di strumenti finanziari al New York Stock Exchange e/o Mercato Telematico Azionario e/o al London Stock Echange), ovvero siano dichiarate dalle competenti Autorità moratorie nel sistema dei pagamenti bancari, che siano tali da rendere, secondo il giudizio in buona fede dei Joint Global Coordinator, dopo aver consultato l’Emittente, pregiudizievole o sconsigliabile l’effettuazione o il proseguimento dell’Offerta in Opzione e/o dell’Offerta in Borsa o da pregiudicarne in misura rilevante il buon esito ovvero che siano tali da rendere più gravoso l’adempimento degli impegni di garanzia; - si verifichino mutamenti nel capitale sociale, annunci o distribuzione di dividendi straordinari relativi a Creval e/o al Gruppo ovvero mutamenti e/o eventi, fatti o circostanze, di qualsiasi natura, riguardanti Creval e/o il Gruppo, che secondo il ragionevole giudizio dei Joint Global Coordinator, dopo aver consultato l’Emittente, incidono o possano incidere negativamente in maniera significativa sull’attività e/o sulla situazione finanziaria, patrimoniale, economica e/o reddituale, attuale e/o prospettica del Creval e/o del Gruppo; - si verifichi una violazione, di un qualsiasi aspetto di rilevo, da parte della Società degli impegni assunti ai sensi del Contratto di Garanzia; - le dichiarazioni e garanzie rese dalla Società ai sensi del Contratto di Garanzia risultino non veritiere, non corrette o incomplete; - a seguito della pubblicazione di un supplemento al Prospetto, ai sensi dell’articolo 94, settimo comma, del TUF (diverso dal supplemento relativo al Prezzo di Offerta, al rapporto di opzione, al numero massimo delle Azioni Creval, all’ammontare definitivo dell’Aumento di Capitale ed alla percentuale massima di diluizione), l’ammontare delle revoche esercitate, ai sensi e per gli effetti dell’art. 95 bis del TUF, abbia o possa avere, secondo il giudizio in buona fede dei Joint Global Coordinator, dopo aver consultato l’Emittente, un effetto negativo rilevante sul successo dell’Aumento di Capitale e/o dell’Offerta; e P ROSPETTO I NFORMATIVO 73 FATTORI DI RISCHIO - si verifichi il delisting ovvero la sospensione dalla negoziazione presso il Mercato Telematico Azionario delle azioni ordinarie di Creval per eccesso di ribasso per almeno due sedute consecutive, sempreché tale sospensione o limitazione sia, secondo il giudizio in buona fede dei Joint Global Coordinator (anche in nome degli altri Garanti) dopo aver consultato il Creval, dovuta a ragioni diverse dall'annuncio dell'Aumento di Capitale. Si precisa, altresì, che, in continuità con gli impegni assunti negli accordi di pre-underwriting, nell’ambito del Contratto di Garanzia sarà previsto che la Banca assuma l’impegno nei confronti dei Garanti, a partire dalla data di sottoscrizione dello stesso Contratto di Garanzia e per i 120 giorni successivi alla conclusione dell’Offerta in Opzione, a non effettuare emissioni di Azioni e a non effettuare, e a fare sì che le società del Gruppo non effettuino, emissioni di altri strumenti finanziari convertibili in azioni della Società o che, comunque, diano il diritto di acquistare e/o sottoscrivere azioni della Società ovvero emissioni di qualunque altro strumento che abbia i medesimi effetti, anche solo economici, delle operazioni sopra richiamate, senza il preventivo consenso scritto dei Joint Global Coordinator, che non potrà essere irragionevolmente negato, fatta eccezione per (i) l’Offerta in Opzione, (ii) l’Offerta in Borsa, (iii) l’emissione di azioni a servizio dei Warrant 2014. L’Aumento di Capitale ha natura scindibile e pertanto, ove non interamente sottoscritto, verrà eseguito e si intenderà limitato all’importo delle sottoscrizioni effettuate. Qualora l’Aumento di Capitale non fosse integralmente sottoscritto a seguito dell’Offerta in borsa e (i) i Joint Global Coordinator (anche per conto degli altri Garanti) esercitassero la facoltà di recedere dagli impegni di garanzia, ovvero (ii) non si verificassero le condizioni poste alla base dell’impegno di garanzia dei Garanti, e i Joint Global Coordinator (anche per conto degli altri Garanti) non dovessero rinunciare al verificarsi di tali condizioni (e, quindi, l’Aumento di Capitale risultasse eseguito solo per la parte sottoscritta a seguito dell’Offerta in Borsa), le finalità dell’Offerta potrebbero essere pregiudicate, ovvero realizzate solo parzialmente, con la conseguenza che l’Emittente, potrebbe essere costretto ad adottare ulteriori misure di rafforzamento patrimoniale, ove risultasse avere, ad esito dell’Attività di Verifica della BCE attualmente in corso di svolgimento, un patrimonio di vigilanza al di sotto dei minimi richiesti. Per maggiori informazioni si rinvia alla Sezione Seconda, Capitolo 5, Paragrafo 5.4.3, del Prospetto. 3.3.8 Rischi connessi ai mercati nei quali non è consentita l’Offerta in assenza di autorizzazioni delle autorità competenti L’Offerta non è rivolta, direttamente o indirettamente, e non potrà essere accettata, direttamente o indirettamente, negli o dagli Stati Uniti d’America, Canada, Australia, Giappone, nonché in o da qualsiasi altro Paese, diverso dall’Italia, nel quale l’Offerta non sia consentita in assenza di autorizzazioni da parte delle competenti autorità o di applicabili esenzioni di legge o regolamentari, tramite i servizi di ogni mercato regolamentato degli Stati Uniti d’America, Canada, Australia, Giappone, nonché degli Altri Paesi, né tramite i servizi postali o attraverso qualsiasi altro mezzo di comunicazione o commercio nazionale o internazionale riguardante Stati Uniti d’America, Canada, Australia, Giappone, nonché gli Altri Paesi (ivi inclusi, a titolo esemplificativo e senza limitazione alcuna, la rete postale, il fax, il telex, la posta elettronica, il telefono ed internet e/o qualsiasi altro mezzo o supporto informatico). P ROSPETTO I NFORMATIVO 74 FATTORI DI RISCHIO Parimenti, non saranno accettate adesioni effettuate mediante tali servizi, mezzi o strumenti. Né il Prospetto né qualsiasi altro documento afferente all’Offerta verrà spedito e non dovrà essere spedito o altrimenti inoltrato, reso disponibile, distribuito o inviato negli o dagli Stati Uniti d’America, Canada, Australia, Giappone, nonché negli o dagli Altri Paesi; questa limitazione si applica anche ai titolari di azioni Creval con indirizzo negli Stati Uniti d’America, Canada, Australia, Giappone, nonché negli Altri Paesi, o a persone che la Banca o i suoi rappresentanti sono consapevoli essere fiduciari, delegati o depositari in possesso di azioni della Banca per conto di detti titolari. Coloro i quali ricevono tali documenti (inclusi, tra l’altro, custodi, delegati e fiduciari) non devono distribuire, inviare o spedire alcuno di essi negli o dagli Stati Uniti d’America, Canada, Australia, Giappone, nonché negli o dagli Altri Paesi, né tramite i servizi postali o attraverso qualsiasi altro mezzo di comunicazione o commercio nazionale o internazionale riguardante gli Stati Uniti d’America, Canada, Australia, Giappone, nonché degli Altri Paesi (ivi inclusi, a titolo esemplificativo e senza limitazione alcuna, la rete postale, il fax, il telex, la posta elettronica, il telefono ed internet e/o qualsiasi altro mezzo o supporto informatico). La distribuzione, l’invio o la spedizione di tali documenti negli o dagli Stati Uniti d’America, Canada, Australia, Giappone, nonché negli o dagli Altri Paesi, o tramite i servizi di ogni mercato regolamentato degli Stati Uniti d’America, Canada, Australia, Giappone, nonché degli Altri Paesi, tramite i servizi postali o attraverso qualsiasi altro mezzo di comunicazione o commercio nazionale o internazionale riguardante gli Stati Uniti d’America, Canada, Australia, Giappone, nonché negli o dagli Altri Paesi (ivi inclusi, a titolo esemplificativo e senza limitazione alcuna, la rete postale, il fax, il telex, la posta elettronica, il telefono ed internet e/o qualsiasi altro mezzo o supporto informatico) non consentiranno di accettare adesioni all’Offerta in virtù di tali documenti. Le Azioni e i relativi Diritti di Opzione non sono stati e non saranno registrati ai sensi dello United States Securities Act of 1933 e sue successive modifiche (il “Securities Act”), vigente negli Stati Uniti d’America, né ai sensi delle corrispondenti normative in vigore in Canada, Australia, Giappone e negli Altri Paesi. 3.3.9 Rischi connessi ai potenziali conflitti di interesse Alcune istituzioni finanziarie partecipanti al consorzio di garanzia per il buon esito dell’Offerta, società dalle stesse controllate o alle stesse collegate: (i) vantano rapporti creditizi con l’Emittente o con società del Gruppo Creval e potrebbero prestare in futuro servizi di finanziamento; (ii) prestano o potrebbero prestare in futuro servizi di consulenza e di investment banking a favore della Società e/o società facenti parte del Gruppo Creval, a fronte dei quali hanno percepito, percepiscono o percepiranno commissioni; e (iii) detengono, in conto proprio o per conto di propri clienti, partecipazioni nel capitale sociale della Banca. I Garanti potrebbero, pertanto, trovarsi in situazione di potenziale conflitto di interesse. Al riguardo i Garanti che si trovano in alcuna delle situazioni sopra descritte precisano che, in linea con quanto previsto dalle proprie politiche di gestione dei conflitti di interesse, hanno identificato e implementato adeguate misure per assicurare che il rischio di conflitti di interesse idonei a danneggiare gli interessi dei propri clienti sia adeguatamente mitigato. In particolare, si segnala che: (i) Equita ed Intermonte svolgono l’attività, rispettivamente, di liquidity provider e specialist sul mercato secondario delle azioni della Banca; e (ii) Banca IMI, società appartenente al P ROSPETTO I NFORMATIVO 75 FATTORI DI RISCHIO gruppo bancario Intesa Sanpaolo, si trova in una situazione di conflitto di interessi in quanto ha prestato servizi di finanza aziendale a favore del Gruppo Creval nel corso degli ultimi 12 mesi. Infine, si consideri che Creval è emittente delle Azioni oggetto dell’Offerta, nonché soggetto abilitato a raccogliere le adesioni all’Offerta e, pertanto, potrebbe trovarsi, rispetto alla stessa, in una situazione di conflitto di interessi. Per maggiori informazioni in relazione agli interessi dei partecipanti all’Offerta si veda la Sezione Seconda, Capitolo 3, Paragrafo 3.3, del Prospetto. P ROSPETTO I NFORMATIVO 76 4. INFORMAZIONI SULL’EMITTENTE 4.1 Denominazione legale e commerciale dell’Emittente La denominazione legale e commerciale dell’Emittente è Banca Piccolo Credito Valtellinese - società cooperativa ovvero, in forma abbreviata, Credito Valtellinese S.c. o anche solo Credito Valtellinese. Credito Valtellinese Società cooperativa è iscritta al Registro delle Imprese di Sondrio al n. 0043260140, codice fiscale e partita IVA n. 0043260140. L’Emittente è iscritto all’Albo delle banche tenuto dalla Banca d’Italia al numero 489 ed è Capogruppo dell’omonimo Gruppo bancario iscritto all’Albo dei Gruppi bancari tenuto da Banca d’Italia con codice 5216.7. 4.2 4.2.1 Investimenti Investimenti effettuati Per il periodo compreso tra il 31 dicembre 2013 e la Data del Prospetto l’Emittente non ha effettuato investimenti significativi. Si riporta di seguito un prospetto contenente gli investimenti in attività materiali, immateriali e partecipazioni in essere al 31 marzo 2014, 31 dicembre 2013 e 31 dicembre 2012, tratte, rispettivamente dal Resoconto Intermedio di Gestione 2014, dal Bilancio 2013 e dal Bilancio 2012. VOCI DELL’ATTIVO 31 MARZO 2014 31 DICEMBRE 2013 31 DICEMBRE 2012 Attività materiali 455.166 457.855 474.283 Attività immateriali 354.451 356.096 354.834 - di cui Avviamenti 305.492 305.492 305.492 Partecipazioni 187.957 181.338 241.530 ( Euro/1000) 4.2.2 Investimenti in corso di realizzazione Alla Data del Prospetto non vi sono investimenti significativi in corso di realizzazione da parte dell’Emittente. Si segnala tuttavia che, in data 24 marzo 2014, l’Emittente ed Alba Leasing, primario operatore indipendente nel settore del leasing, hanno sottoscritto un accordo quadro per lo sviluppo di un’alleanza strategica nel settore della locazione finanziaria. L’accordo quadro prevede, oltre ad una partnership di natura commerciale, il conferimento di un ramo d’azienda composto, tra l’altro, da circa 435 milioni di Euro di crediti per l’attività di locazione finanziaria del Gruppo Credito Valtellinese in Alba Leasing, in sottoscrizione ed integrale liberazione di un aumento di capitale riservato a Creval. A seguito della sottoscrizione del richiamato aumento di capitale il Credito Valtellinese deterrà una partecipazione in Alba Leasing pari a circa l’8,05% del suo capitale. L’accordo quadro prevede, altresì, l’impegno per Creval di mettere a disposizione di Alba Leasing, a seguito dell’efficacia del conferimento, una linea di credito per un importo pari a 425 milioni di Euro, eventualmente incrementabile ad Euro 435 milioni in caso di integrale sottoscrizione dell’Aumento di Capitale, in sostituzione del debito interbancario ricompreso nel ramo d’azienda conferito e a supporto del fabbisogno finanziario inerente ai contratti di leasing che saranno stipulati da Alba Leasing a seguito dell’efficacia del conferimento. L’efficacia del conferimento è prevista indicativamente entro il terzo trimestre 2014, subordinatamente al completamento delle procedure autorizzative e degli adempimenti civilistici. 4.2.3 Investimenti futuri Alla Data del Prospetto non vi sono investimenti futuri significativi per l’Emittente che siano stati oggetto di un impegno definitivo da parte dei suoi organi di gestione. P ROSPETTO I NFORMATIVO 77 5. 5.1 5.1.1 PANORAMICA DELLE ATTIVITÀ Principali attività Fatti importanti nell’evoluzione dell’attività Il Credito Valtellinese è stato costituito a Sondrio il 12 luglio del 1908 con il nome di “Banca Piccolo Credito Valtellinese” per iniziativa di 60 soci fondatori ed è stato uno dei primi istituti di credito insediatisi in Valtellina, avendo aperto la sua prima filiale in Provincia di Sondrio nel dicembre del 1908 ed è nato con lo scopo di “esercitare il credito al fine di estendere i benefici del credito agli agricoltori, proprietari, commercianti, professionisti, operai e lavoratori in genere, di concorrere col mezzo della mutualità allo sviluppo della piccola proprietà e della piccola industria, di favorire le istituzioni cattolico-sociali tendenti a migliorare le condizioni morali, intellettuali ed economiche delle classi meno abbienti”, come recita l’oggetto sociale dell'originario Statuto. Nel corso degli anni ‘80 la crescita dimensionale del Credito Valtellinese, l’acquisizione di partecipazioni di controllo in altre realtà operanti nel settore e la scelta strategica di mantenere all'interno della Società esclusivamente le competenze e le strutture orientate al business bancario, delegando a società controllate il presidio delle aree specialistiche, porta alla trasformazione del Credito Valtellinese da banca locale a gruppo bancario. In particolare: - nel 1982 viene creata Bankadati Servizi Informatici S.p.A. per il supporto tecnologico e la realizzazione di soluzioni applicative nel settore dell'informatica; - nel 1983 nasce Stelline Servizi Immobiliari S.p.A. per la gestione del patrimonio immobiliare e la progettazione e realizzazione di sedi e dipendenze bancarie; - nel 1983 viene acquisita Technoleasing Italiana S.p.A., società operante nel settore della locazione finanziaria, trasformata nel 1997 in banca con il nome di Bancaperta S.p.A., per il presidio dei settori della finanza, della bancassicurazione, della finanza d'impresa e dei sistemi di pagamento; - nel 1984 viene costituita Deltas S.p.A., società per la consulenza e la formazione manageriale. Nel 1995 la società cambia la propria mission a seguito dell’allargamento del Gruppo e diviene società di coordinamento e di controllo del disegno strategico unitario, oltre che centro di gestione e di produzione centralizzata di servizi per le società del Gruppo. Negli anni ‘90 il Gruppo Creval consolida il proprio posizionamento grazie all'ingresso nel medesimo di banche nate dalla stessa matrice sociale, preservando e valorizzando le specifiche fisionomie di forte radicamento nei rispettivi ambiti locali e di promozione socio-economica del territorio di riferimento. Nel 1995 viene acquisito il Credito Artigiano S.p.A.; seguono nel 1997 la Banca Popolare di Rho S.p.A. (che, successivamente, nel 2003 ha ceduto i propri sportelli al Credito Artigiano S.p.A.); nel 1998 la Banca Popolare Santa Venera S.p.A., sorta ad Acireale nel 1908; nel 1999 la Cassa San Giacomo S.p.A., fondata nel 1896 a Caltagirone da don Luigi Sturzo e la Banca dell’Artigianato e dell'Industria S.p.A. di Brescia. Nel 2001 entrano a far parte del Gruppo la Banca Regionale Sant'Angelo S.p.A. e la Leasingroup Sicilia S.p.A.. Nel 2002 il Gruppo ha riorganizzato la propria struttura presente nella regione Sicilia, attraverso la creazione di un’unica banca regionale, capillarmente presente sul territorio e in grado di svolgere un importante ruolo nell'economia della regione: il Credito Siciliano, nato dalla fusione per incorporazione della Banca Popolare Santa Venera S.p.A. e della Leasingroup Sicilia S.p.A. nella Banca Regionale Sant’Angelo S.p.A., oltre che dall’acquisizione della rete di sportelli della Cassa San Giacomo S.p.A.. A conclusione di tale operazione, a partire dal mese di luglio del 2002, la Cassa San Giacomo S.p.A. ha mutato la propria configurazione di banca territoriale, assumendo il ruolo di presidio e di coordinamento unitario dell’area del rischio di credito a favore di tutto il Gruppo Credito Valtellinese, trasferendo la propria sede in Sondrio. Al termine del 2005, con deliberazione dell'Assemblea straordinaria del 2 dicembre 2005, la sua denominazione è stata variata in P ROSPETTO I NFORMATIVO 78 Mediocreval S.p.A., in relazione alla mission affidata alla banca relativa al presidio delle attività di erogazione dei finanziamenti a medio e lungo termine e delle attività legate alla finanza di impresa per conto delle banche del Gruppo, mentre lo stock dei crediti in sofferenza detenuti è stato in seguito trasferito a Finanziaria San Giacomo S.p.A., società iscritta nell’elenco speciale degli intermediari operanti nel settore finanziario previsto dall'art. 107 TUB ed avente per oggetto l’acquisto, la gestione e lo smobilizzo dei crediti problematici. Nel luglio del 2002 il Credito Valtellinese ha acquisito il controllo di Rileno S.p.A., società concessionaria del servizio nazionale della riscossione dei tributi per le province di Como e Lecco, a cui viene affidato il presidio di tutte le attività legate ai trasferimenti e ai sistemi di incasso e pagamento degli enti pubblici. Tale società, a seguito delle modifiche normative intercorse, è stata ceduta nel settembre 2006 a Equitalia S.p.A., mentre il Gruppo Credito Valtellinese ha mantenuto il presidio dei tributi locali attraverso la società Creset S.p.A.. Nel mese di giugno del 2003 è entrata a far parte del Gruppo Creval Aperta Fiduciaria S.r.l., costituita a fine 2002 da Bancaperta S.p.A., allo scopo di ampliare l’offerta di servizi alla clientela privata nel settore dell’intestazione fiduciaria di beni. Nel mese di novembre del 2004 è stata costituita Aperta SGR S.p.A. con lo scopo di dotare il Gruppo Creval di una struttura specialistica competente nella gestione individuale e collettiva del risparmio, nonché nella gestione dei patrimoni istituzionali. Nel luglio del 2005 tale società, il cui capitale sociale è interamente detenuto da Creval (società incorporante di Bancaperta S.p.A.), ha ricevuto dalla Banca d’Italia l’autorizzazione alla prestazione dei servizi di gestione del risparmio. Nel mese di gennaio del 2005 è entrata a far parte del Gruppo la società Crypto S.p.A., specializzata nello sviluppo del software a supporto dell’operatività bancaria. A seguito della decisione di riorganizzare il comparto dell’Information Technology del Gruppo, in data 6 aprile 2007, è stato stipulato l’atto di fusione per incorporazione di Crypto S.p.A. in Bankadati Servizi Informatici S.p.A., con la creazione dunque di un unico centro di competenza per quanto attiene alle tematiche di ICT e di organizzazione dei processi bancari. Nel febbraio 2008, il Gruppo Credito Valtellinese ha acquisito 35 sportelli dal Gruppo Intesa Sanpaolo, di cui 23 ubicati in Piemonte (10 nella città di Torino, 9 nella provincia torinese e 4 nella provincia di Alessandria), destinati alla nuova banca retail del Gruppo a presidio del Piemonte, il Credito Piemontese S.p.A. (ex Banca Popolare di Rho S.p.A.), e di cui 12 nel pavese, rilevati da Credito Artigiano S.p.A.. Nel mese di agosto 2008, nell’ambito degli accordi sottoscritti nel 2007, la controllata Bancaperta S.p.A. (poi confluita in Creval) ha acquisito una quota del 20% del capitale sociale di Global Assicurazioni S.p.A., di cui già deteneva il 40%. In tal modo, Global Assicurazioni S.p.A. ha fatto pertanto ingresso nel perimetro di coordinamento e direzione del Credito Valtellinese. Tuttavia, sulla base delle vigenti istruzioni di vigilanza, Global Assicurazioni S.p.A., in quanto impresa di intermediazione assicurativa, non fa parte del Gruppo bancario, pur rimanendo controllata da Creval. Con l’operazione - che si inquadra nel progetto di rafforzamento della presenza del Credito Valtellinese nel mercato assicurativo attraverso lo sviluppo delle relazioni di partnership in essere – il Gruppo si pone l’obiettivo di ampliare la gamma dei prodotti assicurativi dei rami danni e vita offerti alla clientela retail e corporate, nonché di massimizzare i risultati - in termini di raccolta premi e redditività - nel comparto della Bancassicurazione. A dicembre 2008 si è completata l’acquisizione di Carifano – Cassa di Risparmio di Fano S.p.A, istituto attivo nel centro Italia con una rete di 43 sportelli, di cui 36 localizzati nelle Marche, 6 in Emilia Romagna ed uno in Umbria. Nel mese di marzo 2009, è stata lanciata dal Credito Valtellinese un’offerta pubblica d’acquisto volontaria rivolta ai soci privati di Carifano, conclusasi il 26 marzo 2009. In data 21 ottobre 2009 è stata costituita la società Lussemburgo Gestioni S.A., management company di diritto lussemburghese, specializzata nella gestione e amministrazione di OICR, allo scopo di ampliare la gamma dei prodotti finanziari offerti alla clientela e di contribuire allo sviluppo di nuove aree di business, valorizzando l’esperienza acquisita dal Gruppo nel settore del risparmio gestito. La neo-costituita società vede nella propria compagine sociale il Gruppo Creval con una partecipazione complessiva pari al 70% del capitale (di cui il 60% in capo al Credito Valtellinese e il 10% detenuto Credito Siciliano) ed il Gruppo Banca Popolare di Cividale con una P ROSPETTO I NFORMATIVO 79 quota pari al 30% (di cui il 20% in capo alla Banca Popolare di Cividale S.c.p.A. ed il 10% detenuto dalla Banca di Cividale S.p.A.). Nel mese di ottobre 2009, il Credito Valtellinese ha lanciato un’offerta pubblica di scambio volontaria su Banca Cooperativa Cattolica Società Cooperativa, istituto di credito fondato nel 1928 e attivo mediante una rete di 9 filiali, di cui 8 localizzate nel Lazio, segnatamente nella provincia di Viterbo, ed una nella regione Umbria, nella provincia di Terni. Ad esito dell’offerta pubblica di scambio volontaria, in data 23 novembre 2009, il Credito Valtellinese ha acquisito l’80% del capitale di Banca Cooperativa Cattolica S.c., la quale, pertanto, ha fatto ingresso nel perimetro del Gruppo. Nel maggio 2010 si completa l’acquisizione della maggioranza del capitale sociale della Banca della Ciociaria S.p.A., che, conseguentemente, entra nel perimetro del Gruppo Creval con la nuova denominazione di Credito del Lazio S.p.A.. Nel luglio 2010 è stata costituita, in partnership con il Gruppo Ri-Fin, la società Global Broker S.p.A.. Tale società è partecipata al 51% da Bancaperta S.p.A. (ora Creval) e fa parte quindi del perimetro di consolidamento del Gruppo, pur non essendo inclusa nel gruppo bancario, in quanto esercente attività assicurativa. Global Broker S.p.A. opera nel settore del brokeraggio assicurativo, segnatamente nell’intermediazione assicurativa rivolta al segmento delle piccole e medie imprese, offrendo servizi di consulenza, di analisi dei rischi assicurativi dell’azienda-cliente e, conseguentemente, individuando le migliori soluzioni per la copertura dei rischi interni, mediante la stipula di contratti con primarie compagnie assicurative. Nel corso del 1° semestre 2010 è avvenuta la trasformazione delle società Deltas S.p.A. e Bankadati Servizi Informatici S.p.A. in società consortili per azioni, previo ampliamento della compagine sociale delle predette società a tutte le società del Gruppo Credito Valtellinese. Per il conseguimento degli obiettivi pianificati nel Piano Industriale 2011- 2014, particolare importanza ha rivestito il progetto di ristrutturazione e semplificazione societaria, che ha interessato principalmente la riconfigurazione della rete territoriale, anche attraverso operazioni di fusione. Nel dettaglio: - in data 15 marzo 2011, il Consiglio di Amministrazione di Credito Valtellinese ha assunto la decisione di promuovere un’offerta pubblica di acquisto volontaria finalizzata all’acquisto di tutte le azioni ordinarie della sua controllata Banca Cattolica S.p.A., non già di sua titolarità. In particolare, si consideri che alla data in cui è stata deliberata tale offerta l’Emittente deteneva in Banca Cattolica S.p.A., a seguito dell’offerta pubblica di acquisto e scambio promossa nell’ottobre 2009 sulla stessa, una partecipazione pari all’83,3% del capitale sociale. Il periodo di adesione all’offerta si è concluso il 16 maggio 2011 e, all’esito della stessa, la partecipazione in Banca Cattolica S.p.A. detenuta dalla Banca era pari al 99,35% del capitale sociale. Successivamente, in data 24 ottobre 2011, si è perfezionata la fusione per incorporazione di Banca Cattolica S.p.A. nel Credito Artigiano; - in data 24 ottobre 2011 si è, altresì, perfezionata la fusione per incorporazione di Credito del Lazio nel Credito Artigiano; - in data 28 novembre 2011, si è perfezionata la fusione per incorporazione nella capogruppo Credito Valtellinese di Bancaperta; e - in data 12 dicembre 2011 si è perfezionata la fusione nel Credito Valtellinese di Credito Piemontese e Banca dell’Artigianato e dell’Industria, previa acquisizione da parte del Credito Valtellinese dell’intera partecipazione detenuta da Banca di Cividale S.p.A. nella Banca dell’Artigianato e dell’Industria. In data 1° gennaio 2012, inoltre, ha avuto effetto la fusione per incorporazione in Credito Artigiano S.p.A. di Carifano – Cassa di Risparmio di Fano S.p.A.. Sempre con efficacia dei relativi effetti giuridici in data 1° gennaio 2012, in un momento immediatamente successivo a quello di efficacia della fusione, è stato effettuato il conferimento del ramo di azienda, costituito degli sportelli della ex Carifano presenti nelle Regioni Marche e Umbria, a beneficio di una banca di nuova costituzione, denominata Nuova Carifano S.p.A., interamente posseduta dal Credito Artigiano, P ROSPETTO I NFORMATIVO 80 preservando in tal modo il valore di un marchio storico chiaramente riconoscibile e percepito come autentica espressione di quella realtà locale. A partire dalla medesima data, Nuova Carifano S.p.A. ha assunto la denominazione di Cassa di Risparmio di Fano S.p.A., o in forma abbreviata Carifano S.p.A.. In data 10 settembre 2012, si è perfezionata, con effetti contabili e fiscali dal 1° gennaio 2012, l’operazione di fusione per incorporazione di Credito Artigiano in Credito Valtellinese. L’ulteriore operazione, prevista dall’aggiornamento del Piano Industriale 2011 - 2014, di offerta pubblica di scambio su azioni Credito Siciliano S.p.A. si è positivamente conclusa nel corso del mese di dicembre 2012, con l’apporto in adesione all’offerta di n. 1.799.351 azioni Credito Siciliano S.p.A., corrispondenti al 90,15% del totale delle azioni della controllata oggetto dell’offerta pubblica di scambio e pari al 18,78% del capitale sociale del Credito Siciliano S.p.A.. Ad esito dell’operazione la partecipazione del Credito Valtellinese nella controllata siciliana si attesta quindi al 97,95%. Il 27 dicembre 2012 la Capogruppo e Asset Management Holding S.p.A., società che controlla Anima SGR, hanno completato le operazioni previste nell’ambito dell’Accordo Quadro per lo sviluppo di un’alleanza strategica nel settore del risparmio gestito sottoscritto il 9 agosto 2012. In particolare, Asset Management Holding S.p.A. ha acquisito la totalità del capitale sociale di Aperta SGR da Creval e di Lussemburgo Gestioni S.A. dal Credito Valtellinese S.c., Credito Siciliano S.p.A., Banca Popolare di Cividale S.c. e Banca Cividale S.p.A.. Il Gruppo Credito Valtellinese ha inoltre sottoscritto e liberato un aumento di capitale riservato di Asset Management Holding S.p.A., acquisendo in tal modo una quota pari a circa il 2,8% del capitale della stessa Asset Management Holding S.p.A.. Inoltre, nel corso del mese di dicembre 2012, Credito Valtellinese ha acquisito una partecipazione del 2,77% in Anima Holding S.p.A.. Tale partecipazione è rimasta invariata a seguito della quotazione di Anima Holding S.p.A. sul Mercato Telematico Azionario, avvenuta il 16 aprile 2014. Contestualmente all’operazione di quotazione di Anima Holding S.p.A., l’Emittente ha concluso con tale società un accordo parasociale, che prevede un impegno di lock-up per i 24 mesi successivi alla data di inizio delle negoziazioni della azioni di Anima Holding S.p.A. sul Mercato Telematico Azionario, ovvero a partire dal 16 aprile 2014. Sempre nell’ambito delle attività di semplificazione della struttura societaria del Gruppo, previste dal Piano Industriale 2011 – 2014, nel corso del primo trimestre 2013 è stata perfezionata la fusione per incorporazione nella Capogruppo di Deltas, società consortile per azioni, interamente controllata dal Credito Valtellinese, con decorrenza dei relativi effetti giuridici dal 31 marzo 2013 e degli effetti contabili e fiscali dal 1° gennaio 2013. In data 1° luglio 2013, è stata perfezionata la cessione di Aperta Fiduciaria a Istifid Società Fiduciaria e di Revisione S.p.A.. In data 26 settembre 2013 è stata finalizzata la cessione da parte di Credito Valtellinese dell’intera quota di partecipazione in Banca di Cividale S.p.A. a Banca Popolare di Cividale. In pari data Creval ha acquisito una partecipazione corrispondente all’1% del capitale sociale di Banca Popolare di Cividale, impegnandosi altresì alla sottoscrizione di un prestito obbligazionario subordinato, emesso da Banca Popolare di Cividale per 15 milioni di Euro. Infine, nell’ambito del rapporto di partnership già esistente tra Creval e Banca Popolare di Cividale, sono stati prorogati a tutto il 2016 gli accordi per la fornitura di servizi di information and communication technology (ICT) da parte del Gruppo Creval. In data 4 marzo 2014, il Consiglio di Amministrazione ha deliberato di procedere alla fusione per incorporazione di Mediocreval S.p.A. nella Capogruppo, previa acquisizione da parte di quest’ultima della partecipazione attualmente detenuta dal Credito Siciliano. Nel corso della medesima riunione del Consiglio di Amministrazione è stata approvata – nell’ambito di un più ampio accordo quadro di partnership industriale con Fire Group S.p.A. – la cessione dalla Capogruppo a Fire di n. 2.640 azioni ordinarie di Creset Servizi Territoriali S.p.A., rappresentative del 60% del capitale sociale. Allo stato l’Emittente è in attesa della conclusione dell’iter autorizzativo necessario per il perfezionamento di tale operazione. P ROSPETTO I NFORMATIVO 81 Infine, in data 24 marzo 2014 è stato sottoscritto tra Credito Valtellinese S.c. e Alba Leasing, primario operatore indipendente nel settore del leasing, un accordo quadro per lo sviluppo di un’alleanza strategica nel settore della locazione finanziaria. L’accordo quadro prevede, oltre ad una partnership di natura commerciale, il conferimento di un ramo d’azienda composto, tra l’altro, da circa 435 milioni di Euro di crediti per l’attività di locazione finanziaria del Gruppo Credito Valtellinese in Alba Leasing, in sottoscrizione ed integrale liberazione di un aumento di capitale riservato a Creval. A seguito della sottoscrizione del richiamato aumento di capitale il Credito Valtellinese deterrà una partecipazione in Alba Leasing pari a circa l’8,05% del suo capitale. L’accordo quadro prevede, altresì, l’impegno per Creval di mettere a disposizione di Alba Leasing, a seguito dell’efficacia del conferimento, una linea di credito per un importo pari a 425 milioni di Euro, eventualmente incrementabile ad Euro 435 milioni in caso di integrale sottoscrizione dell’Aumento di Capitale, in sostituzione del debito interbancario ricompreso nel ramo d’azienda conferito e a supporto del fabbisogno finanziario inerente ai contratti di leasing che saranno stipulati da Alba Leasing a seguito dell’efficacia del conferimento. L’efficacia del conferimento è prevista indicativamente entro il terzo trimestre 2014, subordinatamente al completamento delle procedure autorizzative e degli adempimenti civilistici. 5.1.2 Descrizione delle principali attività svolte L’art. 2 dello Statuto del Credito Valtellinese prevede che “La Società ha per scopo la raccolta del risparmio e l’esercizio del credito, tanto nei confronti dei propri Soci che dei non Soci, e si ispira ai principi della mutualità; essa si propone altresì di sostenere e promuovere lo sviluppo di tutte le attività produttive con particolare riguardo a quelle minori e alle imprese cooperative e di favorire, in conformità alle intenzioni dei suoi fondatori e alla sua tradizionale ispirazione cristiana, le istituzioni tendenti a migliorare le condizioni morali, intellettuali ed economiche delle classi meno abbienti, anche con attività benefiche. La Società può compiere, con l’osservanza delle disposizioni vigenti, tutte le operazioni e i servizi bancari e finanziari consentiti, nonché ogni altra operazione strumentale o comunque connessa al raggiungimento dello scopo sociale”. Inoltre, la Società, nella sua qualità di Capogruppo del Gruppo Credito Valtellinese, emana, nell’esercizio dell’attività di direzione e coordinamento, disposizioni alle componenti il Gruppo per l’esecuzione delle istruzioni impartite dalla Banca d’Italia nell’interesse della stabilità del Gruppo. L’attività ha per oggetto la raccolta del risparmio e l’esercizio del credito, tanto nei confronti dei propri soci che dei non soci. Il Credito Valtellinese si propone, altresì, di sostenere e promuovere lo sviluppo di tutte le attività produttive con particolare riguardo a quelle minori e alle imprese cooperative e di favorire le istituzioni tendenti a migliorare le condizioni morali, intellettuali ed economiche delle classi meno abbienti, anche con attività benefiche. Nell’ambito dell’esercizio dell’attività di intermediazione creditizia, Credito Valtellinese e le altre banche del Gruppo, offrono alla propria clientela, retail e corporate, una gamma completa di prodotti e servizi in grado di soddisfare ogni esigenza finanziaria o di investimento. Tali prodotti e servizi includono depositi a risparmio, conti correnti, certificati di deposito ed obbligazioni, prestiti a breve, medio e lungo termine, servizi di pagamento, emissione di carte di credito, servizi di intermediazione in cambi e in titoli, nonché la gestione del risparmio. L’offerta commerciale del Gruppo, inoltre, è in grado di coprire la globalità delle necessità di finanziamento, investimento e trasferimento espressi dalla clientela, avvalendosi a tal fine delle strutture specialistiche nell’ambito del perimetro del Gruppo o, comunque, collegate tramite il modello imprenditoriale di “impresa rete”, oltre che attraverso la partnership con società specializzate esterne al perimetro del Gruppo. Altro elemento caratterizzante la gamma dei prodotti del Gruppo è l’orientamento ad offrire servizi fruibili direttamente sul web, garantendo la maggior autonomia possibile al cliente nella gestione dei propri rapporti bancari. Di seguito si riporta, sinteticamente, l’illustrazione dei principali prodotti e servizi che caratterizzano l’offerta del Gruppo, distinguendo fra prodotti di trasferimento, finanziamento, investimento, bancassicurazione e sistemi di pagamento. P ROSPETTO I NFORMATIVO 82 PRODOTTI DI TRASFERIMENTO L’offerta di conti correnti per la clientela privata del Gruppo contempla, in particolare, la formula “a pacchetto” all’interno della linea denominata “Conti Armonia 2.0”. I prodotti di tale linea, grazie ad un canone “tutto compreso”, consentono di risparmiare rispetto al costo dell’acquisto dei singoli prodotti e servizi opzionali che compongono ciascun pacchetto, tra i quali, a titolo esemplificativo, le carte di debito e di credito, le cassette di sicurezza, il dossier titoli, i mutui ipotecari ed i finanziamenti con rimborso rateale. La linea “Armonia 2.0” è composta da cinque pacchetti di conto corrente denominati “Giovane”, “Zero”, “Leggero”, “Argento”, “Oro”, destinati ad altrettante tipologie di clientela. Le linee “Giovane” e “Zero” sono a canone zero, mentre quelle “Leggero”, “Argento ed “Oro” prevedono sconti dal 50 al 100% del canone per i soci della Banca, in ragione del possesso azionario. Particolare attenzione è riservata ai soci del Credito Valtellinese attraverso “SocioInCreval Premium”, l’offerta di conto corrente “a pacchetto all inclusive”, dedicata appunto ai clienti che siano anche soci del Credito Valtellinese. Oltre a una buona remunerazione delle giacenze in conto, “SocioInCreval Premium” offre, compresi nel canone annuo, prodotti e servizi complementari al fine di soddisfare le principali esigenze di risparmio e di finanziamento, come carte di debito e di credito, cassette di sicurezza, dossier titoli, mutui ipotecari e finanziamenti rateali, linee di gestione patrimoniale e conti di deposito. Le condizioni economiche di “SocioInCreval Premium” sono particolarmente agevolate per i titolari di almeno 5.000 azioni, poiché a partire da tale livello di possesso azionario il canone è azzerato. Ai clienti del Gruppo che invece prediligono il canale “virtuale” per effettuare le operazioni bancarie e non desiderano usufruire dei servizi “classici” della filiale, è dedicato “ContoInCreval - Conto Corrente”, un pacchetto di prodotti composto da un conto corrente on-line a tasso d’interesse di favore, carta prepagata e bancomat internazionale V PAY, con prelievo gratuito di contante da qualsiasi ATM. In quanto sottoscrivibile e gestibile unicamente via internet, “ContoInCreval - Conto Corrente” è particolarmente rivolto a soggetti che risiedono in territori ove il Gruppo non è ancora presente con le proprie dipendenze. E’ inoltre disponibile il conto di deposito, forma di raccolta a tempo in conto corrente a tasso fortemente competitivo, destinato all’acquisizione di nuova clientela. Infine, è inoltre a disposizione dei clienti il “Conto di Base”, il prodotto di conto corrente destinato alle fasce di clientela socialmente svantaggiate. La gamma dei conti di deposito comprende “Creval Time Deposit”, “Creval Crescendo” e “Creval Deposito Protetto”. Alcune versioni di tali prodotti, inoltre, possono prevedere particolari offerte rivolte ai soci della Banca, sempre nell’ambito del “pacchetto” denominato “SocioInCreval Premium”. E’ disponibile infine il contratto di prestito titoli di durata, con il quale il Cliente trasferisce la proprietà di una determinata quantità di strumenti finanziari alla Banca, la quale assume l’obbligo di riconsegnarli a una determinata scadenza. Per ogni operazione di prestito, al Cliente viene riconosciuta una remunerazione commisurata al tasso concordato, alla quantità dei titoli prestati e alla durata del prestito. E’ stato, infine, realizzato il “Prestito Titoli Rolling”, con il quale il cliente autorizza la Banca a prendere in prestito, con piena discrezionalità ed autonomia di quest’ultima, i titoli di proprietà del cliente. Ogni operazione di prestito ha una durata pari ad un giorno e, in relazione a ciascuna di esse, al cliente è riconosciuta una remunerazione commisurata al tasso vigente e alla quantità di titoli prestati. Le operazioni di prestito non limitano, in ogni caso, la possibilità del cliente di disporre dei propri titoli. PRODOTTI DI FINANZIAMENTO L’attività di finanziamento si rivolge in particolare alle famiglie ed alle piccole e medie imprese, da sempre il principale bacino di riferimento del Gruppo. In merito alle singole forme di finanziamento, i principali comparti in cui si articola l’offerta sono il comparto privati ed il comparto imprese. P ROSPETTO I NFORMATIVO 83 Consumatori Di seguito si riepilogano brevemente i prodotti di finanziamento offerti dalla Banca ai clienti consumatori: - Mutui ipotecari: a tasso variabile e a tasso fisso, con possibilità di preammortamento fino a 6 mesi, con durata variabile, con cap, a rimborso libero e con erogazioni sulla base dello stato di avanzamento dei lavori. Nell’ultimo anno, inoltre, è stato lanciato “Mutuo Doppia Scelta”, un finanziamento ipotecario, destinato all’acquisto, la costruzione o la ristrutturazione della propria abitazione, e caratterizzato da un’opzione di cambio tasso, esercitabile ogni due anni di durata contrattuale. Il prodotto offre, ogni 24 mesi, la possibilità per il cliente di passare dal tasso fisso al variabile o viceversa, permettendo così di scegliere, periodicamente, se seguire l’andamento del mercato o preferire la tranquillità di una rata costante. Il mutuo prevede un piano di rimborso a rate mensili o trimestrali, e durata massima di 20 anni; - Mutui chirografari: a tasso variabile e a tasso fisso con durate fino a 7 anni, per importi a partire da 75.001 Euro; - Creval Energia Pulita: è il finanziamento per chi sceglie di investire nel risparmio energetico attraverso specifici interventi di riqualificazione. Questa tipologia di finanziamento è consigliata a chi acquista un impianto fotovoltaico, installa pannelli solari o altri impianti per la produzione di energia attraverso fonti rinnovabili. Il finanziamento “Creval Energia Pulita” prevede la copertura totale dell'investimento fino a 75.000 Euro e un piano di rimborso a rate mensili con tasso variabile; - Fido Famiglia: è il prestito tradizionale che risponde alle esigenze di gestione di spese impreviste o acquisti di importo anche rilevante fino a 75.000 Euro (ad esempio: auto, mobili, elettrodomestici, computer); - Fido Primi Acquisti: è il prestito adatto a soddisfare le prime necessità di spesa, fino a 10.000 Euro, di studenti universitari e lavoratori di età compresa tra 18 e 27 anni. Prevede un piano di rimborso a rate mensili con tasso variabile; - Fido Rapido: è un finanziamento per privati con piano di rientro a tasso fisso della durata massima di 12 mesi e un importo massimo di 3.000 Euro; - Fidocontinuo Assicurativo: è un finanziamento rateale per il frazionamento mensile dei premi relativi alle polizze assicurative danni distribuite dal Gruppo Creval; - Fidocontinuo: è il prestito "ricaricabile" che risponde alle esigenze finanziarie periodiche e ricorrenti fino a 20.000 Euro (quali spese mediche ovvero tasse universitarie). Permette, infatti, il ripristino della possibilità di utilizzo in base ai rimborsi effettuati ed un piano di rimborso a rate mensili con tasso fisso; - IBL Banca SpA – Finanziamenti contro cessione del quinto: consiste nella concessione di prestiti personali sviluppati grazie all'Accordo Commerciale con IBL Banca S.p.A., rimborsati mediante cessione "pro solvendo" di una quota (massimo un quinto) dello stipendio o della pensione; e - Prestito Nuovi Nati: è un finanziamento rateale destinato alle famiglie con figli nati o adottati tra il 2012 e il 2014, che rispettano i requisiti imposti dal Dipartimento delle Politiche della Famiglia. Imprese Di seguito si riepilogano brevemente i prodotti di finanziamento offerti dalla Banca alle imprese: - Mutui ipotecari: a tasso variabile e a tasso fisso, con possibilità di preammortamento fino a 36 mesi e durata fino a 15 anni. Nell’ultimo anno, inoltre, è stato lanciato “Mutuo Slalom”: tale prodotto è caratterizzato dalla possibilità di modificare il tasso di interesse ogni due anni per tutta la durata del contratto. Questa tipologia di mutuo prevede un piano di rimborso a rate mensili, trimestrali o semestrali, una durata massima di 14 anni e la possibilità di beneficiare di un periodo di preammortamento di massimo 24 mesi; - Mutui a stato avanzamento lavori: mutuo ipotecario destinato a finanziare progetti di costruzione, ampliamento o ristrutturazione di immobili industriali tramite erogazioni progressive in base allo stato di avanzamento dei lavori edili in programma. E’ prevista una specifica soluzione destinata alle imprese edili e società immobiliari che investono nella costruzione di nuovi complessi ad uso abitativo. All'atto di erogazione finale a saldo è possibile frazionare il mutuo agli acquirenti delle singole porzioni dell'immobile realizzato. Tale tipologia di finanziamento prevede un piano di rimborso a rate trimestrali o semestrali, tasso variabile e durata complessiva 25 anni; P ROSPETTO I NFORMATIVO 84 - - - - - - - - Mutui chirografari: o “Mutuo Creval Capitale x 3”, è un finanziamento a medio termine concesso, ai sensi del nuovo Accordo per il Credito 2013 per la sospensione dei debiti delle piccole e medie imprese verso il sistema creditizio, alle piccole e medie imprese che, avendo i requisiti prescritti dal predetto accordo, realizzino processi di rafforzamento patrimoniale; o “Creval Energia Pulita Imprese”, è il mutuo chirografario per le imprese che acquistano un impianto fotovoltaico, installano pannelli solari o investono in progetti per la salvaguardia ambientale. Questa tipologia di mutuo chirografario prevede la copertura totale della spesa per la realizzazione dell'impianto fino a 500.000 Euro e un piano di rimborso a rate mensili, trimestrali o semestrali con tasso variabile e durata fino a 10 anni. E’ disponibile, altresì, il prodotto denominato “Creval Energia Pulita Imprese ipotecario”, con durata sino a 15 anni; o “Creval Lavoro Sicuro” è il mutuo chirografario per le imprese che investono nell'adeguamento alle normative su sicurezza e igiene del lavoro o in progetti per la tutela dei propri collaboratori. Questa tipologia di finanziamento prevede la copertura totale dell'investimento fino a 250.000 Euro e un piano di rimborso a rate mensili, trimestrali o semestrali con tasso variabile e durata fino a 7 anni; o “Euroazienda chirografario” è il mutuo che risponde alle esigenze finanziarie di medio e lungo periodo delle imprese, per importi a partire da 50.000 Euro, a titolo esemplificativo per l’acquisto di beni strumentali ovvero per altri investimenti aziendali rilevanti. Il mutuo “Euroazienda chirografario” prevede un piano di rimborso a rate mensili, trimestrali o semestrali con possibilità di scelta tra tasso fisso o variabile e durata fino a 5 anni; Mutui BEI finanziamenti rivolti a PMI e Mid Cap: si tratta di finanziamenti destinati ad imprese con meno di 3000 dipendenti, che intendono investire in un progetto da realizzare nei tre anni, antecedenti o successivi la sottoscrizione del contratto di finanziamento; Finanziamenti FEI (Fondo Europeo per gli Investimenti): consistono in finanziamenti agevolati a condizioni particolarmente favorevoli, con il supporto della garanzia del FEI a valere sul 50% dell’importo erogato. I finanziamenti prevedono un importo minimo erogabile di 25.000 Euro e un massimo di 3 milioni di Euro e una durata massima pari a 7 anni; Finanziamenti Creval Enti: sono finanziamenti a lungo termine erogati a condizioni agevolate in favore di enti locali territoriali, nonché di altri enti pubblici; Fidocontinuo Imprese: è il finanziamento "ricaricabile" che risponde alle esigenze finanziarie periodiche e ricorrenti per importi fino a 30.000 Euro. Permette, infatti, il ripristino della possibilità di utilizzo in base ai rimborsi effettuati, nonché un piano di rimborso a rate mensili con tasso fisso e durata fino a 5 anni; Multifido Imprese: è il finanziamento rateale che risponde alle esigenze finanziarie di medio e lungo periodo delle imprese, per importi fino a 50.000 Euro, destinati all’acquisto di beni strumentali e ad altri investimenti aziendali. Prevede un piano di rimborso a rate mensili o trimestrali con possibilità di scelta tra tasso fisso o variabile e durata fino a 5 anni; Multifido rapido: è il finanziamento rateale che risponde alle esigenze temporanee di liquidità, quali per esempio il pagamento delle imposte o della tredicesima mensilità. Prevede un piano di rimborso a rate mensili o trimestrali con possibilità di scelta tra tasso fisso o variabile e durata fino a 18 mesi; Finanziamento 5x1000: è il finanziamento rateale, della durata massima di 18 mesi, destinato alle associazioni che operano nel settore no-profit per l’anticipazione dei contributi 5x1000; Finanziamento Credito IVA: si tratta di un finanziamento rateale della durata massima di 15 mesi, destinato a non consumatori che vantino un credito IVA certificato nei confronti dell’Agenzia delle Entrate; Leasing: la consolidata presenza del Gruppo nel comparto leasing si traduce oggi in un forte presidio territoriale ed in un’offerta completa su tutte le tipologie di locazione (immobiliare, mobiliare, auto, movimento terra e marittima); e Finanziamenti agevolati: tramite le facilitazioni nell’accesso a finanziamenti agevolati ed iniziative di settore, oltre che grazie ai numerosi accordi con importanti associazioni di categoria e consorzi di garanzia fidi, il Gruppo rafforza il proprio ruolo, tradizionalmente svolto, di sostegno alle piccole e medie imprese ed allo sviluppo economico dei contesti locali di insediamento. P ROSPETTO I NFORMATIVO 85 In aggiunta a tali specifiche forme di finanziamento, la Banca offre i servizi di credito su pegno, factoring, affidamento in conto corrente, portafoglio commerciale, anticipo documenti e fatture e crediti di firma. PRODOTTI DI BANCASSICURAZIONE L’attuale offerta nel settore vita, sviluppata in collaborazione con Global Assicurazioni S.p.A., agenzia plurimandataria che si avvale di consolidate relazioni con i principali gruppi assicurativi è cosi articolata: - Global Valore Protetto: è una polizza a premio unico e a vita intera pensata per chi vuole assicurare valore e protezione al proprio capitale nel tempo. La polizza offre da un lato la garanzia del capitale assicurato, investito nella Gestione Speciale Ri.Alto di Genertellife prevalentemente composta da titoli obbligazionari, e dall'altro un'importante copertura assicurativa che riconosce un capitale aggiuntivo in caso di grave infortunio. Global Valore Protetto è una polizza vita di Genertellife, Gruppo Generali, realizzata in collaborazione con Global Assicurazioni SpA.; - Global Futuro Più: è un prodotto di Allianz S.p.A. realizzato in collaborazione con Global Assicurazioni SpA. E' una polizza a premio unico, rivalutabile e collegata alla gestione separata AZS Vitariv, prevalentemente composta da titoli obbligazionari. Global Futuro Più si rivolge in particolare agli investitori poco propensi al rischio, orientati alla sottoscrizione di prodotti che prevedono la conservazione del capitale la garanzia del capitale assicurato e interessati ad una copertura assicurativa che riconosce un capitale aggiuntivo in caso di decesso da infortunio o malattia; - Progetto Risparmio: è una polizza vita a premi ricorrenti di Genertellife, Gruppo Generali, realizzata in collaborazione con Global Assicurazioni S.p.A., rivolta principalmente agli investitori che ricercano una soluzione per accantonare nel tempo, tramite versamenti mensili o annuali, i propri risparmi e gestirli con la massima flessibilità per far fronte a esigenze future; - Global Risparmio Protetto: è un prodotto di Allianz S.p.A. realizzato in collaborazione con Global Assicurazioni SpA. E' una polizza vita a premi ricorrenti, collegata alla gestione separata AZS Vitariv, prevalentemente composta da titoli obbligazionari, che prevede la conservazione del capitale ed una rivalutazione dei premi legata al rendimento della gestione separata. La polizza è realizzata al fine di soddisfare il bisogno di accumulo dei propri risparmi e di tutela del loro valore, usufruendo anche di specifiche coperture assicurative accessorie che, in caso di imprevisti, consentono di completare o di non sospendere il piano dei versamenti; - Global Tutela: è una polizza che copre il rischio di morte dell'Assicurato qualunque sia la causa, salvo alcune specifiche limitazioni indicate in polizza. Il prodotto, realizzato da Aviva S.p.A. tramite Global Assicurazioni S.p.A., riconosce in caso di sinistro il pagamento del capitale assicurato, scelto dal cliente in base alle proprie esigenze, ai beneficiari indicati in polizza. La polizza permette, inoltre, di beneficiare della detrazione del premio ai fini fiscali, nella misura prevista dalla normativa vigente; - FIN+A VITA: è una polizza vita realizzato da Aviva S.p.A. tramite Global Assicurazioni S.p.A., abbinabile facoltativamente ad un finanziamento che prevede la copertura del debito residuo in caso di decesso dell'assicurato senza limiti territoriali e qualunque possa esserne la causa , salvo specifiche limitazioni indicate in polizza; - PREVIGEN VALORE: è una forma pensionistica complementare realizzata e gestita da Generali Italia S.p.A. Distribuita tramite Global Assicurazioni S.p.A., Previgen Valore è un fondo pensione aperto a contribuzione definita destinato principalmente alle adesioni individuali che consente di maturare una prestazione previdenziale, complementare alla pensione pubblica. Si rivolge a soggetti titolari di redditi anche se privi di iscrizione ad una forma pensionistica obbligatoria, nonché alle persone fiscalmente a carico di altri soggetti. La gestione finanziaria del fondo pensione è articolata in quattro comparti che si differenziano per il profilo di rischio/rendimento; e P ROSPETTO I NFORMATIVO 86 - PREVIGEN GLOBAL: è una forma pensionistica complementare realizzata e gestita da Generali Italia S.p.A. Distribuita tramite Global Assicurazioni S.p.A., Previgen Global è un fondo pensione aperto a contribuzione definita destinato principalmente alle adesioni collettive che consente di maturare una prestazione previdenziale, complementare alla pensione pubblica. Si rivolge ai lavoratori dipendenti secondo un criterio di appartenenza alla medesima impresa, ente, gruppo di imprese o categoria. La gestione finanziaria del fondo pensione è articolata in tre comparti che si differenziano per il profilo di rischio/rendimento. L’offerta nel ramo danni, perfezionata tramite Global Assicurazioni S.p.A. prevede la vendita dei seguenti prodotti: FIN+A DANNI: è la polizza realizzata da Global Assistance S.p.A., tramite Global Assicurazioni S.p.A., abbinabile facoltativamente ad un finanziamento, che prevede una copertura in caso di incendio del fabbricato oggetto del finanziamento e in caso di invalidità permanente e inabilità temporanea totale o perdita di impiego o ricovero ospedaliero dell'assicurato; Global Protezione Casa: è una polizza realizzata da Global Assistance S.p.A., tramite Global Assicurazioni S.p.A., che copre tutti i rischi associati alla proprietà e alla normale conduzione dell'abitazione. Global Protezione Casa ha una struttura modulare flessibile che offre al cliente la possibilità di scegliere, con livelli di massimali crescenti, la proposta più idonea in base al tipo, all'utilizzo e alle caratteristiche dell'abitazione. La polizza prevede tre garanzie principali (“Incendio fabbricato”, “Incendio effetti domestici” e “Responsabilità Civile del fabbricato”) e quattro garanzie opzionali (“Furto”, “Responsabilità Civile del Capofamiglia” e “Tutela legale e Assistenza”); Simple Drive: “Zurich Connect” è una polizza realizzata da Zuritel S.p.A., distribuita tramite Global Assicurazioni S.p.A., dedicata ad autovetture, motocicli e ciclomotori. Simple Drive, oltre alla responsabilità civile obbligatoria (RCAuto), offre una serie di garanzie accessorie quali incendio e furto, “kasko”, assistenza stradale, eventi naturali e socio politici, rotture ai cristalli e perdite pecuniarie, infortuni del conducente, tutela legale e ritiro patente; Easy Motor: è una polizza auto, realizzata da Genertel S.p.A., tramite Global Assicurazioni S.p.A., che consente di assicurare autovetture, motocicli, autocaravan e autocarri fino ai 35 quintali offrendo, oltre alla responsabilità civile obbligatoria (RCAuto), una serie di garanzie accessorie quali incendio e furto, “kasko”, assistenza stradale, atti vandalici, eventi atmosferici, rotture dei cristalli, assistenza legale e protezione imprevisti. E’ inoltre disponibile la garanzia “Quality driver”, che consente di usufruire di una serie di garanzie accessorie e dell’installazione di una scatola nera, la “Quality Driver box”, grazie alla quale si attivano numerosi servizi, come, ad esempio, l’invio automatico del carro attrezzi in caso di emergenza, la localizzazione satellitare del veicolo in caso di furto ed il “Quality Driver Programme”, che premia al rinnovo lo stile di guida responsabile; Global Attiva: è una polizza che copre il rischio di morte e di invalidità permanente dell'assicurato a seguito di infortuni derivanti dall'esercizio di attività professionali ed extra professionali, senza limiti territoriali. Il prodotto, realizzato da Global Assistance S.p.A., tramite Global Assicurazioni S.p.A., riconosce in caso di sinistro all’assicurato, il pagamento di un indennizzo, in base al capitale assicurato prescelto; Global Protezione Salute: è una polizza realizzata da Global Assistance S.p.A., tramite Global Assicurazioni S.p.A., che garantisce una soluzione alle esigenze di protezione e sicurezza legate alla salute della persona e della famiglia. La garanzia principale, denominata “Spese Mediche”, consente, in caso di malattia o infortunio, di beneficiare di un rimborso delle spese per le prestazioni usufruite presso un circuito di oltre 800 strutture sanitarie convenzionate o, in alternativa, delle spese sostenute al di fuori delle strutture convenzionate per prestazioni in caso di ricovero ospedaliero, per visite mediche e prestazioni specialistiche. La copertura assicurativa può essere inoltre completata da interessanti prestazioni di “Assistenza alla Persona” e con la garanzia “Tutela Legale”; e Polizza Protezione attiva: è la polizza dedicata ai titolari di conto corrente bancario presso una delle banche del Gruppo Creval, realizzata da Global Assistance S.p.A., tramite Global Assicurazioni S.p.A., che prevede due pacchetti di garanzie acquistabili anche separatamente. La polizza garantisce un capitale in caso di morte o grave invalidità permanente da infortunio, il rimborso in caso di furto, scippo e rapina delle somme prelevate dagli sportelli ATM del Gruppo Credito Valtellinese, il rimborso delle spese sostenute per P ROSPETTO I NFORMATIVO 87 specifici grandi interventi chirurgici, il rimborso spese mediche sostenute in viaggio ed, infine, prestazioni di assistenza alla persona e all'abitazione. PRODOTTI DI INVESTIMENTO Gestioni Patrimoniali A seguito dell’accordo sottoscritto con Anima Holding S.p.A. dal 1° gennaio 2013, le banche del Gruppo distribuiscono le gestioni patrimoniali di Anima SGR. L’offerta comprende oltre 30 linee di gestione, articolate in base alla propensione al rischio della clientela di riferimento. All’interno della gamma, accanto a linee che investono prevalentemente in titoli azionari ed obbligazionari, sono disponibili specifiche linee che investono esclusivamente in Sicav o quote di fondi comuni di investimento mobiliare (OICR). Fondi Comuni & Sicav L’attività di collocamento di fondi comuni e Sicav si basa su un’offerta multibrand, caratterizzata da circa 450 diversi prodotti, che permette un’elevata diversificazione in tutte le categorie d’investimento. Attualmente le società prodotto con le quali il Gruppo ha in essere accordi di collocamento sono Anima SGR, Aletti Gestielle SGR, Arca SGR, Eurizon Capital SGR, Anima Sicav, Eurizon Capital s.a., J.P. Morgan Asset Management e Julius Bär Funds. Certificati di deposito e obbligazioni di propria emissione I certificati di deposito sono una forma di deposito vincolato, mediante la quale il cliente risparmiatore deposita una somma di denaro e la banca si obbliga a restituirla alla scadenza pattuita. Il deposito genera interessi che possono essere corrisposti alla scadenza, unitamente al capitale, o con periodicità semestrale. Infine, la gamma di prodotti di investimento del Gruppo è completata dall’offerta di pronti contro termine e di obbligazioni di propria emissione, emesse a valere su di un prospetto informativo approvato da Consob. Prodotti di monetica e sistemi di pagamento Carte di debito L’Emittente offre alla propria clientela il Bancomat Internazionale VPAY e la Tell Card. Si tratta, in entrambi i casi, di carte di prelievo e pagamento europee, che garantiscono la massima sicurezza per tutte le transazioni grazie alla tecnologia “Chip&PIN”. Carte di credito Alla Data del Prospetto, il Gruppo emette le carte di credito CartaSi, a valere sui circuiti Visa e Mastercard e prevede, inoltre, un’ampia gamma sia per i privati che per le aziende. Il Gruppo inoltre distribuisce le carte emesse da American Express. Carte prepagate ricaricabili La linea “Cart@perta” del Gruppo prevede due versioni, “Cart@perta Gold” e “Cart@perta Teen”. “Cart@perta” è ricaricabile via internet tramite il servizio “Banc@perta”, in filiale per contanti o con un bonifico bancario. E’ possibile impostare automatismi di ricarica personalizzati in base alle necessità, definendone i massimali e le frequenze; è altresì consentita la ricarica periodica di un importo fisso. Mediante le funzioni di ricarica e scarico si possono trasferire, in modo estremamente flessibile, immediato e sicuro, disponibilità dal conto corrente alla carta e viceversa. P ROSPETTO I NFORMATIVO 88 Carte conto “ContoinTasca” è l'innovativa carta ricaricabile over 18 che ha in sé le principali caratteristiche di un conto corrente tradizionale, con attivazione e canone annuo gratuiti. E’ possibile accreditare lo stipendio, domiciliare le utenze, fare e ricevere bonifici usando l'IBAN stampato sul retro della carta, come se fosse un vero conto corrente. E' possibile inoltre effettuare gli acquisti su internet, presso i negozi in Italia e all'estero e prelevare fino a 1.000 Euro al giorno presso gli sportelli ATM-bancomat. POS e servizi di commercio elettronico La Banca offre Servizi di POS Fisico, Virtuale e Mobile, per effettuare pagamenti di beni o servizi presso esercenti convenzionati, utilizzando carte di pagamento. In particolare, il “MobilePOS” è la soluzione per i pagamenti in mobilità che consente di accettare pagamenti con carta di debito e di credito utilizzando uno smartphone o tablet di proprietà dell’esercente e un dispositivo “MobilePOS”, dotato di lettore “Chip & PIN”, fornito dalla Banca per il tramite di CartaSi. Per gli esercenti che desiderano sfruttare nuovi canali di vendita, il Gruppo fornisce servizi di commercio elettronico quali: “Qui Pago” che consente la gestione delle vendite a distanza, permettendo di incassare transazioni con carte di pagamento in modalità sicura. Il servizio è declinabile in due modalità: - “Qui Pago POS Virtuale”, che si rivolge a chi ha un sito internet predisposto al commercio elettronico di ogni dimensione; e “Qui Pago MO.TO.” (Mail Order Telephone Order), che si rivolge invece a chi ha la necessità di vendere per corrispondenza, anche senza avere un sito internet, semplicemente inserendo i dati della carta del cliente su una pagina di cassa sicura. Servizio di incasso e pagamento, domestici e SEPA, per privati ed imprese Di seguito di elencano i principali servizi di incasso e di pagamento offerti dalla Banca ai privati ed alle imprese: SEPA CREDIT TRANSFER (SCT): è lo strumento di pagamento europeo, in ambito SEPA (Single Euro Payments Area – Area Unica dei Pagamenti in Euro), che ad inizio 2014 ha sostituito il bonifico nazionale; SEPA DIRECT DEBIT (SDD):è uno strumento di incasso, preautorizzato tramite mandato, che serve per disporre pagamenti in euro con addebito in conto fra clienti i cui conti sono situati all'interno dell’area SEPA ed è utilizzabile sia nei pagamenti ricorrenti (bollette di telefono, luce, gas, o le rate di un prestito personale, ecc.) sia una tantum (un solo acquisto) in sostituzione degli addebiti diretti RID; SEPA compliant Electronic Database Alignment (SEDA): è il servizio opzionale aggiuntivo (AOS) dello Schema SEPA Direct Debit offerto alla clientela, in sostituzione dell’Allineamento elettronico Archivi RID, nella versione sia base sia avanzata; e RIBA, RID, MAV e RAV: sono i servizi che consentono di incassare transazioni in euro in ambito nazionale, nelle modalità diversificate: RIBA con invio dell’avviso di scadenza e pagamento a cura del debitore; RID con addebito in conto in base alla preautorizzazione del cliente debitore; MAV e RAV con invio bollettino e pagamento d’iniziativa debitore. APPLICAZIONI DI E-BANKING “Banc@perta” è il servizio di home banking che permette di effettuare direttamente on-line una serie di operazioni senza doversi recare allo sportello, in maniera facile e veloce, 24 ore su 24, 7 giorni su 7. “Banc@perta” è gratuito ed offre la massima sicurezza grazie al codice "usa e getta" e al servizio “Avvis@mi”. Inoltre, con “Post@inlinea” è possibile ricevere e gestire via web tutte le comunicazioni inviate dalla banca. E’ inoltre disponibile l’applicazione Creval App per gestire i servizi di mobile banking e di geolocalizzazione. “CrevalCBI” è l’internet banking multibanca e multiazienda, aderente al circuito di sistema CBI (Corporate Banking Interbancario), che attraverso un unico collegamento internet, consente al cliente di interrogare e gestire tutti i rapporti P ROSPETTO I NFORMATIVO 89 che questi intrattiene a livello personale o aziendale presso le banche del sistema bancario italiano. Tale servizio rispetta gli standard ABI del CBI. PRODOTTI ESTERO Conti correnti in divisa estera Credito Documentario Export: è l’impegno di una banca (normalmente estera), d'ordine e per conto dell'ordinante (importatore), ad effettuare o far effettuare da altra banca una prestazione (pagamento a vista, assunzione di pagamento differito, accettazione di tratte a scadenza e relativo pagamento, negoziazione) contro presentazione di documenti conformi ai termini e alle condizioni previste dal credito documentario, fino alla concorrenza di un determinato importo ed entro una scadenza stabilita, a favore del beneficiario esportatore; Credito Documentario Import: è l’impegno assunto da una banca emittente, d’ordine e per conto di un proprio cliente, a favore di un terzo, di norma il venditore, in virtù del quale tale banca effettuerà o farà effettuare da altra banca sua corrispondente una prestazione (pagamento a vista, assunzione di impegno di pagamento differito, negoziazione) fino alla concorrenza di un determinato importo ed entro un termine stabilito, contro presentazione dei documenti conformi ai termini ed alle condizioni previste dal credito stesso . Forfaiting in Euro – sconto pro soluto di credito documentario con pagamento differito: consente alle aziende di offrire agli acquirenti esteri dilazioni di pagamento a breve e medio periodo e di incassare contemporaneamente i relativi importi a vista, ottimizzando quindi i flussi di tesoreria. Anticipi e finanziamenti Export in Euro e in divisa Finanziamenti import in Euro/divisa: la Banca anticipa al cliente una somma di denaro per il pagamento di un debito verso fornitori esteri connesso ad un’importazione di merci e/o servizi. L’erogazione del finanziamento può essere effettuata in Euro o in un’altra divisa estera, ed è destinata alle aziende che operano con l’estero ed in particolare a quelle che effettuano importazioni di merci e/o servizi. Sconto di portafoglio estero: un prodotto che permette all'azienda di finanziarsi cedendo alla banca un credito commerciale derivante da un’esportazione. Finanziamenti in divisa senza vincoli di destinazione: la Banca concede un affidamento a tempo determinato nella divisa estera richiesta dal cliente senza che sia necessaria l’esistenza di operazioni commerciali di importazione o di esportazione di merci e/o servizi con l’estero. Ha natura puramente finanziaria e può essere concesso a tutta la clientela, anche non legata al commercio internazionale. Fideiussioni estero: la garanzia estera si estrinseca in un impegno irrevocabile e autonomo della banca che - su richiesta ed in conformità alle istruzioni del cliente ordinante - si impegna a pagare a prima domanda una certa somma al beneficiario, qualora l'ordinante non adempia la propria obbligazione. In particolare è disponibile l’emissione di garanzia internazionale con “Polizza Fidejussioni SACE”, che integra ulteriormente la gamma di prodotti a sostegno delle attività di internazionalizzazione della clientela imprese, in risposta alle esigenze di garanzie internazionali per i contratti stipulati con i committenti esteri. Tale strumento, che rafforza la già consolidata collaborazione con SACE, consente altresì alla Banca, in un’ottica di mitigazione del rischio di credito, di ridurre i connessi assorbimenti patrimoniali. Finanziamento per l’internalizzazione: mutuo chirografario, assistito da garanzia SACE in percentuale variabile, destinato alle imprese che investono in attività correlate alla loro crescita sui mercati esteri. Credito fornitore in Euro assicurato da polizze SACE: strumento che permette all’esportatore di finanziarsi cedendo alla Banca in via pro-soloto ovvero pro-solvendo un credito commerciale estero a medio o lungo termine, assicurato da polizza SACE contro i rischi di mancato pagamento per eventi di natura politica e/o commerciale. P ROSPETTO I NFORMATIVO 90 Di seguito si riporta una tabella riepilogativa delle principali categorie di prodotti e servizi offerti alla clientela. RACCOLTA DEL RISPARMIO ED SERVIZI DI INVESTIMENTO E ESERCIZIO DEL CREDITO SERVIZI ACCESSORI conti correnti a condizioni personalizzate conti correnti a condizioni agevolate per i soci conti correnti a pacchetto a canone fisso o agevolato conti correnti a canone fisso conto di deposito in euro a termine conti correnti in euro per non residenti conti correnti in divisa estera conto di deposito e conto corrente online programma di risparmio del capitale mediante accantonamento della liquidità (creval crescendo) depositi a risparmio obbligazioni di propria emissione certificati di deposito pronti contro termine mutui ipotecari a medio lungo termine finanziamenti chirografari a breve e a medio lungo termine crediti personali affidamenti in conto corrente anticipazioni al salvo buon fine, su fatture e documenti e su crediti vantati nei confronti dell’AdE finanziamenti in divisa estera senza vincolo di destinazione crediti di firma crediti agevolati e finanza specializzata credito agrario leasing beni strumentali, immobili, autoveicoli, imbarcazioni e aeromobili credito su pegno factoring anticipi e finanziamenti Import/Export forfaiting 5.1.3 negoziazione per conto proprio esecuzione di ordini per conto dei clienti sottoscrizione e/o collocamento con assunzione a fermo ovvero con assunzione di garanzia nei confronti dell’emittente collocamento senza assunzione a fermo né assunzione di garanzia nei confronti dell’emittente ricezione e trasmissione di ordini consulenza in materia di investimenti altri servizi bancari direttamente connessi ai servizi principali ALTRI SERVIZI distribuzione di prodotti assicurativi (ramo vita e ramo danni) carte di credito carte di debito/carte prepagate/carte conto servizi di incasso e pagamento, domestici e transfrontalieri, per privati ed imprese sia in euro che in divisa estera portafoglio commerciale servizi di internet banking per privati ed imprese servizio di mobile banking ATM per operazioni ed informazioni sul conto 24/24 POS fisici, virtuali e mobile per effettuare pagamenti di beni o servizi presso esercenti convenzionati, utilizzando carte di pagamento applicazione dedicata a smartphone e tablet per i servizi di mobile banking prestito titoli Interventi realizzati nel 2013 e nel 2014 Pur nel difficile contesto congiunturale, resta costante l’impegno del Gruppo a favore dell’economia reale delle aree di insediamento, attraverso l’adesione a numerose iniziative promosse anche a livello di sistema. Di seguito si evidenziano i principali interventi realizzati nel corso dell’anno 2013, nonché nei primi mesi del 2014. - Accordo per il Credito 2013. A seguito della scadenza delle precedenti moratorie per le piccole e medie imprese, a luglio 2013 il Gruppo ha aderito all’“Accordo per il credito 2013” siglato da MEF, ABI e Associazioni di rappresentanza delle imprese, che prevede la possibilità per le piccole e medie imprese in bonis e in temporanea tensione finanziaria, ma con prospettive di sviluppo o continuità aziendale, di richiedere fino al 30 giugno 2014 la sospensione per 12 o 6 mesi del pagamento della quota capitale delle rate dei finanziamenti a medio e lungo termine o l’allungamento del piano di ammortamento dei finanziamenti a medio e lungo termine, ovvero delle scadenze del credito a breve termine o del credito agrario di conduzione; P ROSPETTO I NFORMATIVO 91 - Accordo ABI - Cassa Depositi e Prestiti. Concluso il termine per l’utilizzo delle tre tranche per il finanziamento dei progetti a medio lungo termine delle piccole e medie imprese, il Gruppo ha aderito, il 17 dicembre 2013, anche alla quarta convenzione, che mette a disposizione a livello di sistema un plafond di 10 miliardi di Euro destinati al finanziamento di spese di investimento, di esigenze di incremento del capitale circolante del comparto imprenditoriale (PMI-Investimenti) e alle operazioni di acquisto da parte delle Banche di crediti vantati dalle piccole e medie imprese nei confronti della pubblica amministrazione; - Piano Famiglie. Il Gruppo ha aderito all’ultima proroga al 31 marzo 2013 del progetto “Piano Famiglie”, che permette ai clienti di richiedere la sospensione per 12 mesi delle sole quote capitale delle rate relative ai mutui ipotecari prima casa, in presenza dei requisiti richiesti dal progetto originario; - Fondo di Solidarietà per i mutui per l’acquisto della prima casa. Dal 27 aprile 2013 è ripresa l’attività di presentazione delle domande di accesso al Fondo di Solidarietà per i mutui per l’acquisto della prima casa, che consente alle famiglie in difficoltà la sospensione del pagamento delle rate dei mutui ipotecari prima casa, per non più di due volte nel corso del piano di ammortamento e per un periodo massimo complessivo di 18 mesi. Durante il periodo di sospensione, il cliente corrisponde alla Banca solamente la quota interessi in base allo spread concordato; - Fondo per l’accesso alla prima casa a favore delle giovani coppie. A gennaio 2013 il Gruppo ha aderito al Protocollo d’Intesa, promosso da Regione Lombardia e ABI Lombardia, per il tramite di Finlombarda, che prevede l’erogazione di un contributo in conto interessi a favore di giovani coppie per la stipula di un contratto di mutuo per l’acquisto della prima casa di abitazione; - Convenzione ABI Lombardia e Fondazione Welfare Ambrosiano. Ad aprile 2013 il Credito Valtellinese ha aderito alla Convenzione stipulata tra ABI Lombardia e Fondazione Welfare Ambrosiano, finalizzata ad agevolare i dipendenti di aziende in crisi, ubicate in Provincia di Milano, attraverso l’anticipo delle indennità di Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria, anche in deroga, e dei Contratti di Solidarietà. Le anticipazioni beneficiano della garanzia del Fondo di Garanzia FWA, gestito dalla Fondazione Welfare Ambrosiano; - Proroga degli accordi per l’Anticipazione dei contributi di Cassa Integrazione Guadagni. Sottoscritti con enti pubblici e rappresentanze di aziende e lavoratori, i predetti accordi sono volti a promuovere, nel rispetto della libera concorrenza tra le aziende di credito, l’attivazione di interventi rapidi, volti a sostenere la disponibilità del reddito dei lavoratori sospesi in Cassa Integrazione Guadagni. Il Gruppo Credito Valtellinese, in linea con la sua natura di banca cooperativa da sempre vicina al territorio in cui opera, ha sviluppato il prodotto “Anticipo Cassa Integrazione Guadagni”, che consente ai lavoratori di ottenere l’anticipo dei trattamenti di cassa integrazione, a tasso e spese zero; - Plafond Casa ABI - CDP. Il 6 febbraio 2014 il Gruppo ha aderito all’Accordo “Plafond Casa” siglato, in data 20 novembre 2013, da ABI e Cassa Depositi e Prestiti S.p.a. con l’intento di sostenere l’accesso al credito della clientela consumatori in generale con priorità a giovani coppie, nuclei familiari di cui fa parte almeno un soggetto disabile e famiglie numerose. La convenzione prevede la disponibilità di un plafond di 2 miliardi di euro da parte di Cassa Depositi e Prestiti S.p.a. alle banche per l’erogazione di mutui garantiti da ipoteca su immobili residenziali, da destinare prioritariamente all’acquisto dell’abitazione principale, a interventi di ristrutturazione o ad accrescimento dell’efficienza energetica.; e - “Nuova Sabatini”. Il 28 marzo 2014 infine il Gruppo ha aderito al nuovo strumento agevolativo denominato “Nuova Sabatini” che prevede la costituzione presso Cassa Depositi e Prestiti di un plafond di risorse (fino a un massimo di 2,5 miliardi di Euro, eventualmente incrementabili con successivi provvedimenti fino a 5 miliardi) che le banche potranno utilizzare per concedere alle piccole e medie imprese, fino al 31 dicembre 2016, finanziamenti di importo compreso tra 20.000 e 2 milioni di Euro a fronte di investimenti in macchinari, impianti, beni strumentali di impresa e attrezzature nuovi di fabbrica a uso produttivo, nonché di hardware, software e tecnologie digitali. L’agevolazione prevede inoltre la concessione da parte del Mise di un contributo in favore delle piccole e medie imprese, che copre parte degli interessi a carico delle imprese. Il contributo è pari all’ammontare degli interessi, calcolati su un piano di ammortamento convenzionale con rate semestrali, al tasso del 2,75% annuo per cinque anni; P ROSPETTO I NFORMATIVO 92 la nuova misura infine prevede la possibilità di beneficiare della garanzia del Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese, fino alla misura massima prevista dalla vigente normativa (80% dell’ammontare del finanziamento). Infine, a seguito delle calamità naturali verificatesi nel 2013, il Gruppo ha offerto la possibilità di richiedere la sospensione delle rate dei mutui per i residenti nei comuni delle province italiane colpite da eventi alluvionali o sismici. 5.2 Principali mercati La rete territoriale del Gruppo Credito Valtellinese, al 31 marzo 2014, è costituita da 541 filiali, rispetto alle 544 al 31 marzo 2013. Nella prima parte dell’esercizio 2012, era stato approvato un piano di razionalizzazione della rete territoriale, sia della Capogruppo che di Credito Artigiano S.p.A., successivamente incorporato nella Capogruppo, che prevedeva alcune chiusure di dipendenze e il contestuale utilizzo delle relative licenze per nuovi insediamenti. Il piano è proseguito anche nel corso del 2013. Nel corso dell’esercizio 2013 sono state dunque chiuse le filiali di Oppeano (Verona) e Rimini 1. Una delle licenze liberate ha consentito l’apertura, nel mese di dicembre, di un nuovo sportello nella città di Milano (agenzia 25). Inoltre, nel primo trimestre 2014, sono state chiuse le filiali di Frosinone 2 e Conselve (PD). Di seguito si riporta una tabella che illustra il numero di filiali di pertinenza delle società del Gruppo presenti in ciascuna provincia, al 31 marzo 2014. BANCA CREDITO VALTELLINESE PROVINCIA Sondrio Como Lecco Bergamo Varese Trento Bolzano Aosta Asti Novara Alessandria Verbano Cusio Ossola Torino Vicenza Verona Padova Brescia Milano Monza e Brianza Cremona Lodi Pavia Firenze Prato Pisa Pistoia Lucca Piacenza Parma Roma Rimini Forlì Viterbo Latina Frosinone TOTALE FILIALI P ROSPETTO I NFORMATIVO FILIALI 45 22 17 16 17 10 1 1 1 3 4 1 19 10 7 4 14 58 25 2 2 14 8 2 2 1 1 2 1 30 4 1 8 1 11 365 93 BANCA PROVINCIA FILIALI CREDITO SICILIANO Agrigento Caltanissetta Catania Enna Messina Palermo Ragusa Siracusa Trapani Torino Roma 4 7 51 2 19 26 9 6 10 1 1 136 BANCA PROVINCIA FILIALI CARIFANO Ancona Macerata Pesaro Perugia Terni 6 2 29 2 1 40 TOTALE FILIALI TOTALE FILIALI La rete operativa costituita dagli sportelli “tradizionali” è integrata dal progressivo e costante ampliamento delle applicazioni di internet banking, che costituiscono un modello alternativo e multicanale di distribuzione di prodotti e servizi. L’impegno del Gruppo a sviluppare servizi semplici ed efficienti nell’on-line banking ha trovato concreto riscontro nei tassi di crescita degli utenti e delle disposizioni impartite, con una quota di clienti sempre più ampia e fidelizzata. Al 31 marzo 2014 gli utenti internet “operativi” del Gruppo Creval – clienti che hanno effettuato almeno un’operazione negli ultimi sei mesi – sono 231.444 in rapporto a 222.530 utenti di fine dicembre dello scorso anno, registrando un incremento del 3,9%. Per quanto riguarda il servizio POS, si è registrato nel corso dell’anno 2013 un aumento pari al 3,8% del numero di installazioni e i terminali attivi al 31 marzo 2014 risultano essere 22.844. Gli ATM, la cui operatività e l’utilizzo dei servizi disponibili sono in costante aumento, a fine marzo 2014 sono 651, invariati rispetto a fine esercizio 2012. Al 31 marzo 2014, i contratti in essere per le applicazioni di corporate banking interbancario (“CrevalCBI”), realizzate in collaborazione con il Gruppo ICBPI, assommano a 16.561. Raffrontando i dati al 31.12.2012 e al 31.12.2013 si è registrato un incremento del 2,4%. CANALI DISTRIBUTIVI 31 MARZO 2014 31 DICEMBRE 2013 31 DICEMBRE 2012 VAR. % 651 651 651 - Numero utenti internet (operativi) 231.144 222.530 204.458 8,8% Numero POS 22.844 22.789 21.950 3,8% Contratti Corporate Banking Interbancario 16.561 16.488 16.099 2,4% Numero ATM P ROSPETTO I NFORMATIVO 94 Le relazioni con la clientela, che fanno parte del più ampio concetto di “capitale relazionale” – rapporto fiduciario con i soci, la clientela, i fornitori, le comunità locali, le istituzioni e, più in generale, con tutti gli stakeholder – contribuiscono in maniera determinante al consolidamento e all’incremento del valore della Banca. Il valore intrinseco dell’attività retail risiede, infatti, nei rapporti fiduciari con la base clienti, sui quali si fonda l’attitudine aziendale a creare ricchezza nel lungo periodo. Coerentemente con la propria vocazione di “banca di casa”, la gestione aziendale e l’operatività quotidiana di tutti i collaboratori sono costantemente orientate al mantenimento di solide relazioni sulla base dei seguenti principi di fondo: - trasparenza nelle informazioni sulle condizioni, i costi e le clausole contrattuali che regolano i servizi del Gruppo, in linea con le disposizioni normative e con le iniziative su base volontaria avviate dal sistema bancario (PattiChiari), cui il Gruppo Creval aderisce, sin dalla sua istituzione; - snellezza operativa, flessibilità e rapidità nelle risposte alla clientela, soprattutto in relazione alle richieste di finanziamento; - personalizzazione e attenzione alla corretta gestione del “profilo di rischio” della clientela, nell’ambito dei servizi di investimento; e - costante informazione anche attraverso i canali di internet banking, che consentono una piena e continua visibilità di tutti i rapporti che il cliente intrattiene presso la Banca. Nel quadro dei lineamenti sopra citati, anche l’attività di gestione degli eventuali reclami tende a preservare i rapporti con la clientela. La valutazione attenta di ciascun reclamo e la cura posta nell’approfondire le motivazioni alla base delle lamentele della clientela hanno consentito di individuare tempestivamente le opportune azioni correttive, in stretta cooperazione tra le diverse strutture di Gruppo, e di indirizzare al meglio le unità preposte al presidio del mercato retail. Il numero dei reclami pervenuti nell’esercizio 2013 – pari a 495 a livello di Gruppo – evidenzia un contenuto grado di contenzioso con la clientela, di poco superiore rispetto al dato riferito all’esercizio precedente. Al 31 marzo 2014, i clienti del Gruppo sono 911.362 a conferma della capacità del Gruppo di mantenere il “patrimonio clienti” nei territori di radicamento storico. La clientela, al 31 dicembre 2013, è così distribuita tra le banche territoriali del Gruppo: Credito Valtellinese (62%), Credito Siciliano (30%), Carifano (8%). A conferma del radicamento territoriale che caratterizza l’operatività del Gruppo, il tasso di fidelizzazione (c.d. “retention rate”) al 31 marzo 2014 – inteso come percentuale dei clienti attivi a inizio anno che a fine esercizio hanno ancora rapporti bancari con la Banca– è prossimo al 98,4%, segno tangibile di un rapporto fiduciario e di lungo periodo con la clientela. 5.3 Fattori eccezionali Salvo quanto illustrato nel Paragrafo 5.1.1 che precede in relazione alle operazioni Mediocreval S.p.A., Fire Group S.p.A. e Alba Leasing, nonché nella presente Sezione Prima - Capitoli 3 e 7 del Prospetto, dal 31 dicembre 2013, data dell’ultimo bilancio di esercizio sottoposto a revisione approvato, alla Data del Prospetto non si sono verificati altri fattori straordinari che abbiano influenzato in maniera rilevante l’attività dell’Emittente e del Gruppo. 5.4 Eventuale dipendenza dell’Emittente da diritti di proprietà industriale e da contratti di licenza Alla data del presente Prospetto, l’attività del Gruppo non dipende in modo rilevante da brevetti, licenze, processi di fabbricazione di terzi, ovvero da contratti industriali, commerciali o finanziari, singolarmente considerati. 5.5 Posizione concorrenziale del Gruppo Sulla base delle più recenti rilevazioni disponibili, tratte dalla base dati di Banca d’Italia “BASTRA1” al 30 giugno 2013, a livello nazionale il Gruppo raggiunge una quota di mercato pari a 1,7% per numero di sportelli, 1,5% relativamente ai depositi e circa 1,2% agli impieghi a clientela. P ROSPETTO I NFORMATIVO 95 Le quote di mercato a livello regionale risultano più elevate nelle aree di tradizionale insediamento del Gruppo. Quelle maggiormente rappresentative si rilevano in Lombardia, dove si attestano a 3,7% per numero di sportelli, 2,76% e 1,83% rispettivamente per depositi e impieghi alla clientela, ma sono ancor più significative in Sicilia, nelle aree di insediamento del Credito Siciliano S.p.A., dove la quota di mercato complessiva è pari a 8% per numero di sportelli, 7% e 7,5% rispettivamente per depositi e crediti alla clientela. Nelle Marche, Carifano, raggiunge una quota di mercato complessiva pari a 3,2% per numero di sportelli, a 4,3% e 3,7% per depositi e crediti alla clientela rispettivamente. L’analisi per singola provincia evidenzia quote di mercato più che significative in Lombardia, nelle provincie di Sondrio, laddove la quota per sportelli supera il 36%, è superiore al 34% per i depositi e al 28% per gli impieghi, ma anche nelle provincie di Lecco, dove, con una quota del 7,4% per numero di sportelli, raggiunge il 13,7% per impieghi e il 9,4% per i depositi, e Como dove le quote di mercato sono pari a 6,3% per sportelli, 9,1% e 8,3% rispettivamente per impieghi e depositi. In Sicilia, percentuali altrettanto importanti si rilevano in provincia di Catania, laddove la quota di mercato per sportelli è prossima al 15%, con quote pari a 15,8% per i depositi e 12,6% per gli impieghi. Nelle Marche la provincia di Pesaro Urbino raggiunge una quota di mercato per sportelli pari al 9,7%, prossima al 15% per i depositi e di oltre 11% per gli impieghi. Di seguito si riporta una rappresentazione grafica della distribuzione degli sportelli della Banca sul territorio italiano. 5.6 Gestione del rischio Il Consiglio di Amministrazione dell’Emittente ha definito le linee di indirizzo del sistema di controllo interno, in modo che i principali rischi della società e del Gruppo risultino correttamente identificati, adeguatamente misurati, gestiti e monitorati, determinando i criteri di compatibilità di tali rischi con una sana e corretta gestione dell’impresa, anche alla luce di quanto previsto dalla Circolare n. 263. P ROSPETTO I NFORMATIVO 96 Di seguito si sintetizzano gli elementi essenziali del sistema di controllo interno del Gruppo Credito Valtellinese, nel cui contesto si inquadra altresì il sistema dei controlli interni della Società. La chiara identificazione dei rischi cui la Società è potenzialmente esposta costituisce presupposto per una loro consapevole assunzione ed efficace gestione, attuata anche attraverso appropriati strumenti e tecniche di mitigazione e traslazione. Il Consiglio di Amministrazione ritiene che la competitività del Gruppo e la sua stabilità nel medio e lungo periodo, nell’ottica della sana e prudente gestione, non possano prescindere da un sistema dei controlli interni solido ed efficace, che coinvolga, con diversi ruoli, gli organi amministrativi, il collegio sindacale, la direzione e tutto il personale e che tenga in adeguata considerazione i modelli di riferimento e le best practice esistenti in ambito nazionale e internazionale. Il sistema dei controlli costituisce quindi parte integrante dell’attività quotidiana della Banca. Il complesso dei rischi aziendali è dunque presidiato dal Gruppo secondo un modello che integra metodologie di controllo a diversi livelli, tutte convergenti verso gli obiettivi di assicurare efficienza ed efficacia dei processi operativi, salvaguardare l’integrità del patrimonio aziendale, tutelare dalle perdite, garantire l’affidabilità e l’integrità delle informazioni e verificare il corretto svolgimento dell’attività nel rispetto della normativa interna ed esterna. 5.6.1 Elementi essenziali del sistema dei controlli interni La descrizione del sistema dei controlli interni aziendale deve necessariamente essere inserita nel più ampio disegno del Gruppo bancario Credito Valtellinese che – come già rappresentato – è strutturato secondo un modello organizzativo fondato sulla valorizzazione delle competenze distintive delle singole componenti, con l’obiettivo di realizzare ogni possibile forma di sinergia tra le società ad esso appartenenti e di ottenere economie di scala atte a ridurre i costi operativi relativi ad attività e servizi comuni. Con questi precipui obiettivi, sono istituite presso la Capogruppo Credito Valtellinese le strutture unitarie preposte all’erogazione in forma accentrata a tutte le componenti del conglomerato dei servizi di internal audit, di risk management e di compliance (gestione dei rischi di non conformità). I rapporti di fornitura di tali servizi tra il Credito Valtellinese e le Società appartenenti al Gruppo sono disciplinati da appositi contratti, approvati nel rispetto delle specifiche metodologie e della policy in tema di operatività infragruppo e con le altri parti correlate definite a livello di Gruppo. In linea generale, il mantenimento di un sistema dei controlli interni efficace riveste un ruolo centrale nell’ambito della gestione del Gruppo. Particolare attenzione è pertanto costantemente dedicata all’adeguamento dello stesso in funzione delle modifiche del contesto normativo di riferimento, dell’evoluzione del mercato e dell’ingresso in nuove aree operative. In coerenza con la normativa applicabile, il sistema dei controlli interni è inteso come l'insieme delle regole, delle procedure e delle strutture organizzative che mirano ad assicurare il rispetto delle strategie aziendali e il conseguimento delle seguenti finalità: - efficacia ed efficienza dei processi aziendali; salvaguardia del valore delle attività e protezione dalle perdite; affidabilità e integrità delle informazioni contabili e gestionali; e conformità delle operazioni alla legge, alla normativa emanata dall’Autorità di Vigilanza, nonché alle politiche, ai piani, ai regolamenti e alle procedure interne. La complessiva architettura del sistema dei controlli interni di Gruppo si fonda sull’interazione di attività tra gli organi statutari aziendali e quella delle funzioni specialistiche deputate ai controlli. Al Creval – nell’ambito dell’attività di governo del disegno imprenditoriale unitario – compete la definizione di un sistema dei controlli interni efficace, che consenta l’effettivo controllo sia sulle scelte strategiche del Gruppo nel suo complesso, sia sull’equilibrio gestionale delle singole componenti. Nel quadro della propria attività di direzione e coordinamento del Gruppo bancario, Credito Valtellinese esercita costantemente: - un controllo sull'evoluzione strategica delle diverse aree di business in cui opera il Gruppo; P ROSPETTO I NFORMATIVO 97 - - 5.6.2 un controllo di gestione, volto ad assicurare il mantenimento delle condizioni di equilibrio con riguardo ai profili tecnici gestionali di redditività, patrimonializzazione e liquidità sia delle singole società, sia del Gruppo nel suo complesso; e un controllo di tipo operativo finalizzato alla valutazione dei diversi profili di rischio apportati dalle singole controllate, che attiene prevalentemente alla sfera del risk management. Le tipologie di controllo In coerenza con le previsioni delle disposizioni di Vigilanza, i controlli sono suddivisi secondo le seguenti tipologie: - controlli di linea: diretti ad assicurare il corretto svolgimento delle operazioni, normalmente incorporati nelle procedure ovvero attribuiti alle strutture produttive ed eseguiti nell’ambito dell’attività di back office; - controlli sulla gestione dei rischi: affidati a strutture diverse da quelle produttive, finalizzati alla definizione delle metodologie di misurazione del rischio, alla verifica del rispetto delle deleghe conferite, al controllo della coerenza dell’operatività delle singole aree con gli obiettivi di rischio - rendimento assegnati; e - attività di revisione interna: volta a individuare andamenti anomali, violazioni delle procedure e della regolamentazione, nonché a valutare la funzionalità del complessivo sistema dei controlli interni. L’attività è condotta nel continuo, in via periodica ovvero per eccezioni, da strutture diverse e indipendenti da quelle produttive, anche attraverso verifiche in loco. 5.6.3 Le strutture preposte ai controlli I controlli di linea (primo livello) sono esercitati direttamente dalle strutture operative, dalle strutture di back-office e mediante gli automatismi (soglie di alert, limiti autorizzativi di tipo gerarchico o blocchi operativi dei sistemi informativi) presso tutte le componenti del Gruppo. I controlli sulla gestione dei rischi (secondo livello) sono attribuiti alla Direzione Risk Management, alla Direzione Compliance, nonché alla Direzione Crediti istituite in Capogruppo, tutte in posizione autonoma e indipendente rispetto alle unità di business. Alla Direzione Risk Management sono demandate funzioni di: - misurazione e controllo integrato delle principali tipologie di rischio; - individuazione e proposizione degli interventi per il miglioramento della gestione / mitigazione dei rischi; e - verifica dell’adeguatezza del capitale a livello individuale e consolidato. La Direzione Risk Management presidia altresì il processo di autovalutazione dell’adeguatezza del capitale interno (ICAAP) previsto dalle disposizioni di vigilanza prudenziale. Presso la Direzione Risk Management sono collocati i seguenti servizi: (i) servizio Rischi Operativi; (ii) servizio Rischi di Credito; e (iii) Servizio Rischi Finanziari e di Mercato. Tali servizi hanno il compito, per la tipologia di rischio di pertinenza, (rischio di credito e di controparte; rischio di concentrazione; rischio di liquidità; rischio di tasso di interesse del portafoglio bancario; rischio di mercato del portafoglio di negoziazione; rischio sovrano sui titoli del banking book; rischio operativo; rischi verso soggetti collegati), di identificare, misurare o valutare, monitorare i rischi a cui è esposta l’attività aziendale, avvalendosi di approcci metodologici, tecniche, procedure, applicativi e strumenti affidabili e coerenti con il grado di complessità dell’operatività delle Banche e del Gruppo. I suddetti servizi provvedono, inoltre, a riportare ai livelli gerarchici appropriati mediante la produzione di flussi informativi accurati, completi e tempestivi e a segnalare il superamento delle soglie di esposizione. P ROSPETTO I NFORMATIVO 98 La Direzione Risk Management ha anche il compito di verificare l’adeguatezza del patrimonio a fronteggiare i rischi a cui le società del Gruppo sono esposte e di raccordare i servizi in occasione della redazione delle informative periodiche e di identificare la modalità di gestione dei rischi. A decorrere dal mese di aprile 2013, il servizio di coordinamento è stato posto in staff alla Direzione Risk Management del Creval e rinominato “Servizio Coordinamento Gestione Rischi e Controlli” al fine di rafforzare il supporto conoscitivo e di analisi nell’ambito dello sviluppo del sistema dei controlli interni e di gestione dei rischi. La Direzione Compliance assicura il presidio e la gestione delle attività connesse al rischio di non conformità (compliance) alle norme, inteso come il rischio di incorrere in sanzioni giudiziarie o amministrative, perdite finanziarie rilevanti o danni di reputazione in conseguenza di violazioni di norme imperative (di legge o di regolamenti) ovvero di autoregolamentazione (statuti, codici di condotta, codici di autodisciplina). Al responsabile della Direzione Compliance è attribuita la funzione di compliance officer a livello di Gruppo ed è altresì responsabile della funzione antiriciclaggio e delegato per la segnalazione delle operazioni sospette. La Direzione Compliance si articola nei seguenti comparti: - servizio controllo rischi di compliance: unità preposta al presidio del rischio di non conformità; - servizio antiriciclaggio: presidia gli aspetti legali, normativi, organizzativi e procedurali nell’ambito antiriciclaggio; - servizio segnalazioni operazioni sospette: gestisce in modo accentrato le segnalazioni di operazioni sospette per antiriciclaggio; e - servizio adempimenti normativi: unità preposta al presidio operativo di specifici adempimenti normativi per le società del Gruppo. Presso tutte le banche del Gruppo sono identificati dei referenti per il presidio del rischio di non conformità e del rischio antiriciclaggio, cui sono attribuiti compiti di supporto e di raccordo con la Direzione Compliance, per l’applicazione presso la specifica realtà aziendale delle politiche di gestione dei rischi di non conformità e di riciclaggio definite a livello di Gruppo. La Direzione Crediti presidia la qualità dell’attivo, stabilisce le credit policy ed assicura, sempre nell’ambito dei controlli di secondo livello, il monitoraggio sulle esposizioni creditizie di tutte le banche del Gruppo. Presso la Direzione Crediti sono ora istituiti i seguenti servizi e divisioni: a) Divisione Crediti di Gruppo La Divisione Crediti di Gruppo coordina: b) - servizio analisi del credito: monitora l’andamento del credito erogato dalle banche del Gruppo, assicurando che le posizioni creditizie siano classificate secondo il corretto livello di rischiosità; - servizio coordinamento crediti di Gruppo: coordina le attività finalizzate alla valutazione di tutte le pratiche di competenza del Comitato del Credito di Gruppo; e - servizio istruttoria banche: istruisce le pratiche per i plafond alle banche italiane o estere e per le società finanziarie, monitorandone l’andamento ed i relativi utilizzi. Divisione Gestione Andamentale del Credito Presso la Divisione Gestione Andamentale del Credito, sono stati introdotti - in sostituzione dell’unico Servizio Gestione Andamentale Credito preesistente - i seguenti: P ROSPETTO I NFORMATIVO 99 - servizio restructuring, con lo scopo di gestire e monitorare il processo di ristrutturazione delle posizioni rilevanti della Banca, nonché l’indirizzo, la formulazione di pareri obbligatori sulle posizioni superiori a 1 milione di Euro delle altre banche del Gruppo; - servizio monitoraggio predittivo, con l’obiettivo di governo e indirizzo dei processi di monitoraggio, presidio e ottimizzazione del profilo di rischio delle posizioni creditizie regolari in carico alle banche; - servizio gestione corporate e SME, che gestisce, come unità accentrata, le attività di coordinamento, indirizzo e controllo degli addetti Monitoraggio Corporate e SME collocati fisicamente presso le Direzioni Territoriali, che svolgono attività di monitoraggio sistematico dell’andamento del credito anomalo della clientela appartenente ai segmenti Corporate e Small and Medium Enterprises (SME); e - servizio gestione privati e imprese retail, che svolge un’attività di monitoraggio sistematico dell’andamento del credito anomalo della clientela Privati e Imprese Retail. Contribuiscono al presidio di specifici profili di rischio, i seguenti Comitati Interfunzionali: - Comitato per il governo dei rischi per la definizione e verifica delle politiche di Gruppo sul presidio delle diverse tipologie di rischio e del riscontro dell’efficacia ed efficienza complessiva del sistema dei controlli interni, inclusi i profili di sicurezza fisica e logica, nonché dei relativi piani e progetti attuativi; - Comitato A.L.Co. – Asset & Liability Committee: formula indicazioni concernenti il posizionamento globale del Gruppo sui mercati finanziari e direttrici – da sottoporre alla validazione del Consiglio di Amministrazione della Capogruppo – in ordine alle conseguenti scelte di gestione; e - Comitato del Credito di Gruppo: per la supervisione sull’attività delle singole banche del Gruppo nel settore del credito, dell’esercizio dei controlli e delle direttive per l’ottimizzazione dell’assunzione e della gestione dei rischi di credito. La supervisione, il coordinamento e l’esercizio dell’attività di revisione interna compete alla Direzione Auditing di Gruppo. La Direzione Auditing risulta così strutturata: - servizio valutazione sistema dei controlli: in staff al Responsabile della Direzione Auditing, per il continuo monitoraggio della funzionalità del sistema dei controlli, anche attraverso la revisione delle strutture di controllo di secondo livello, nonché per lo sviluppo di modelli e di processi formalizzati per la valutazione del sistema stesso; - servizio controlli a distanza, con funzioni di analisi di potenziali fattori di anomalia tramite l’utilizzo di apposite soluzioni di business intelligence. La configurazione organizzativa della Direzione Auditing si basa su un modello divisionale. Presso la Divisione Controlli Unità Specialistiche e Processi, sono operativi i seguenti Servizi: - servizio controlli processi crediti, servizio controlli processi finanza, servizio controlli processi amministrativi e di vigilanza, servizio controlli processi organizzativi, ICT e trasferimenti. Dette unità di audit presidiano le aree operative di rispettiva pertinenza attraverso l’effettuazione di verifiche secondo una logica prevalentemente di processo. Esse assicurano in particolare i controlli di tipo specialistico sui sistemi informativi, sulla prestazione dei servizi di investimento, compresa la gestione dei reclami relativi alla medesima area operativa, le attività di controllo in ordine ai profili di rischio trattati nel primo e secondo pilastro dell’Accordo di Basilea e i controlli di linea applicati nei processi aziendali rilevanti ai fini della Legge 262/2005. P ROSPETTO I NFORMATIVO 100 Presso la Divisione Controlli Territoriali sono concentrati i servizi ispettorato Area Nord e società del Gruppo, Area Centro e Area Sud, preposti alle verifiche ispettive nelle zone territoriali di rispettiva pertinenza, oltre alla gestione accentrata dei relativi reclami. 5.6.4 Principali caratteristiche dei sistemi di gestione dei rischi e di controllo interno Il sistema di gestione dei rischi e di controllo interno relativi al processo di informativa finanziaria del Credito Valtellinese è integrato nel più ampio sistema di controllo interno. Esso è deputato: - alla gestione e al monitoraggio dell’area amministrativo contabile ai fini della L. 262/05, inclusa la definizione e la verifica del relativo processo di governance, dei compiti attribuiti alle funzioni aziendali (ruoli e responsabilità) e dei flussi di comunicazione verso gli organi sociali; - alla definizione di protocolli di comunicazione con gli Organi Amministrativi Delegati e il Dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societari; - alla definizione di protocolli informativi con le strutture aziendali coinvolte nel governo degli adempimenti richiesti ai fini della L. 262/05; - al governo complessivo dei meccanismi di controllo che supportano il processo di rilascio delle attestazioni da parte degli Organi Amministrativi Delegati e del Dirigente preposto; - al governo complessivo dei meccanismi di controllo che supportano il processo di rilascio delle dichiarazioni da parte del Dirigente preposto; e - allo sviluppo delle attività connesse agli adempimenti normativi richiesti dall’articolo 154-bis del TUF, attraverso il coordinamento con le “Società d’interesse”. Il disegno complessivo di questo Sistema è oggetto di esame da parte del Consiglio di Amministrazione e, in ogni caso, in relazione a mutamenti significativi che interessino il quadro normativo di riferimento, la struttura organizzativa o eventuali problematiche che possano non garantire il regolare svolgimento delle attività nelle modalità operative e procedurali e nelle tempistiche definite. 5.6.5 Descrizione delle principali caratteristiche del sistema di gestione dei rischi e di controllo interno esistenti in relazione al processo di informativa finanziaria L’approccio metodologico adottato per garantire adeguati sistemi di gestione dei rischi e di controllo interno per il processo d’informativa finanziaria si articola in tre aree di riferimento. Esse sono: - “Modello Amministrativo Contabile”, relativo alla gestione (identificazione, valutazione, controllo, monitoraggio) dei processi organizzativi (responsabilità, attività, rischi e controlli) da cui derivano le grandezze economiche, finanziarie e patrimoniali significative/rilevanti nel bilancio d’esercizio, bilancio semestrale abbreviato, nonché negli atti e comunicazioni diffusi al mercato, e relativi all’informativa contabile anche infrannuale; P ROSPETTO I NFORMATIVO 101 - “Company Level Controls”, finalizzati alla gestione (identificazione, valutazione, controllo, monitoraggio) delle policy generali e di governance per il Credito Valtellinese e le “Società d’interesse”, con riflessi sulla qualità dell’informativa finanziaria; e - “IT General Controls”, finalizzati alla gestione (identificazione, valutazione, controllo, monitoraggio) delle regole generali di governo delle tecnologie, degli sviluppi applicativi e delle applicazioni informatiche strumentali alla produzione dell’informativa finanziaria. Tale approccio si basa su attività sostanzialmente di natura preventiva e proattiva tese a soddisfare la bassa propensione al rischio del Credito Valtellinese. Per la realizzazione operativa ci si avvale di best practise internazionali per il sistema di controllo interno e il financial reporting e, in particolare, delle seguenti: - il COSO Framework, proposto dal Committee of Sponsoring Organization della Treadway Commission (per il “Modello Amministrativo Contabile” e dei “Company Level Controls”); e - le metodologie “Control Objectives for Information and Related Technologies” sviluppate internazionalmente dall’Information Systems Audit and Control Association (per gli “IT General Controls”). Le valutazioni periodicamente effettuate dal Consiglio di Amministrazione in corso d’anno sulla scorta delle Relazioni predisposte dalle strutture preposte al controllo, confermano l’adeguatezza del complessivo sistema dei controlli interni al fine di monitorare costantemente ed efficacemente le maggiori aree di rischio. P ROSPETTO I NFORMATIVO 102 6. STRUTTURA ORGANIZZATIVA 6.1 Descrizione del gruppo di cui fa parte l’Emittente Il Gruppo è costituito da banche territoriali, società specializzate e società di produzione per la fornitura di servizi in un’ottica di sinergie ed economie di scala - a tutte le società del Gruppo. Credito Valtellinese S.c. è la capogruppo. L’attuale struttura del Gruppo è rappresentata dal seguente grafico, aggiornato al 31 dicembre 2013. Struttura del Gruppo Credito Valtellinese MERCATO SOCIETA’ SPECIALIZZATE CORPORATE CENTER Credito Valtellinese Mediocreval Bankadati Credito Siciliano Finanziaria San Giacomo Stelline Carifano Creset Servizi Territoriali Global Assicurazioni (*) Global Broker (*) (*) Società assicurative soggette all’attività di direzione e coordinamento del Credito Valtellinese ai sensi degli artt. 2497 e seguenti del Codice Civile Il modello organizzativo del Gruppo, definito ad “impresa-rete”, attribuisce alle banche territoriali il presidio del mercato di riferimento e alle società specializzate e di produzione il necessario supporto operativo. Si fonda, pertanto, sulla piena valorizzazione delle competenze distintive di ciascuna componente, con l’obiettivo di conseguire la massima efficienza e competitività, sulla correlazione funzionale e operative delle stesse, sull’adozione nel governo dei processi aziendali delle medesime regole e metodologie. Ciò consente di superare i vincoli dimensionali e beneficiare pienamente del vantaggio di prossimità rispetto agli ambiti territoriali di elezione, coniugando efficacemente specializzazione e flessibilità, funzioni produttive e attività distributive. Al 31 dicembre 2013, il Gruppo Credito Valtellinese è presente sul territorio nazionale in undici regioni con un network di 543 filiali, attraverso le banche del territorio, che costituiscono l’“Area Mercato” e che sono di seguito elencate: - Credito Valtellinese S.c., società capogruppo, presente con la propria rete di 365 sportelli, la maggior parte dei quali - 232 - in Lombardia, oltre che in Valle d’Aosta, Piemonte, Veneto, Trentino Alto Adige, Emilia Romagna, Toscana e Lazio; - Carifano S.p.A., con una rete operativa di 40 sportelli, prevalentemente nelle Marche, nonchè in Umbria, a Perugia e Orvieto; e P ROSPETTO I NFORMATIVO 103 - Credito Siciliano S.p.A., è presente con una rete di 136 sportelli in tutte le provincie della Sicilia, oltre a Roma e Torino, con due sportelli dedicati al credito su pegno. Inoltre, le seguenti società connotano l’“Area Finanza Specializzata”: - Mediocreval S.p.A., banca specializzata nei finanziamenti a medio e lungo termine, finanza d’impresa e leasing; - Finanziaria San Giacomo S.p.A., società specializzata nella gestione dei crediti non prefroming principalmente degli intermediari finanziari del Gruppo; - Creset Servizi Territoriali S.p.A., società specializzata nella gestione della fiscalità locale, servizi di tesoreria e cassa per conto degli enti pubblici locali presenti nei territori delle banche del Gruppo; - Global Assicurazioni S.p.A., agenzia assicurativa plurimandataria partner nell’attività di “bancassicurazione” e, più in generale, nella distribuzione di polizze assicurative standardizzate tramite reti di vendita; - Global Broker S.p.A., società specializzata nell’intermediazione assicurativa rivolta al segmento delle PMI. Completano il perimetro del Gruppo le società di servizi strumentali all’attività bancaria, che ne connotano l’“Area Produzione”, ossia: - Bankadati Servizi Informatici società consortile per Azioni, società di gestione e sviluppo delle attività afferenti l’Infromation and Communication Technology (ICT), l’organizzazione, il back office e i processi di supporto; e - Stelline Servizi Immobiliari S.p.A., che gestisce il patrimonio immobiliare delle società del Gruppo, svolge attività di redazione di stime e valutazioni immobiliari a supporto dell’erogazione del credito da parte delle banche territoriali e sviluppa, in via autonoma, iniziative a favore delle comunità locali di riferimento. P ROSPETTO I NFORMATIVO 104 7. INFORMAZIONI SULLE TENDENZE PREVISTE 7.1 Tendenze più significative Come evidenziano i risultati al 31 marzo 2014 la Banca ha operato anche nel corso dei primi mesi del corrente esercizio in un contesto macro-economico ancora difficile. L’attività dell’Emittente ha continuato, infatti, a risentire, anche se in maniera più lieve, della crisi, che ha colpito l’economia reale negli ultimi anni, nonché delle incertezze che permangono in merito alla possibile evoluzione dello scenario macroeconomico. In Italia la ripresa economica appare in consistente ritardo rispetto agli altri Paesi europei e presenta ancora evidenti segnali di debolezza, anche a causa dell’incertezza e dell’instabilità che hanno contraddistinto il contesto politico del nostro Paese negli ultimi anni. Per il 2014 si prevede per l’Italia una crescita dello 0,7% grazie soprattutto al contributo positivo delle esportazioni, anche se l’apprezzamento dell’Euro rischia di ridimensionare tale contributo. Con riferimento al settore bancario, si precisa che tra la fine del 2013 e l’inizio del 2014 la domanda di credito è stata caratterizzata da una consistente debolezza. In particolare, la dinamica dei prestiti bancari alle famiglie, anche se in lieve ripresa, è ancora negativa, principalmente a causa del persistere della negativa evoluzione delle principali grandezze macroeconomiche (PIL ed investimenti). Del pari, anche l’andamento dei prestiti alle imprese ha continuato a risentire della debolezza della domanda, sia a causa dei criteri di offerta ancora restrittivi che a seguito delle pressioni sui bilanci delle banche. Anche la raccolta complessiva si assesta su valori negativi, mentre i tassi di interesse si mantengono su livelli straordinariamente bassi. Infine, anche la redditività complessiva rimane molto contenuta, principalmente in considerazione del deterioramento della qualità del credito. Per quanto riguarda il Gruppo Creval, si ritiene che per l’esercizio 2014 la domanda di credito continuerà a mantenersi su livelli esigui, in considerazione del perdurare degli elementi di incertezza in merito alla ripresa dell’economia reale, così come la raccolta diretta ed indiretta. Con riferimento all’andamento dei tassi di interesse, è ragionevole attendersi che si manterranno sostanzialmente costanti rispetto alla tendenza manifestatasi nell’esercizio appena concluso. 7.1.1 Scostamenti significativi tra l’andamento del Gruppo nel primo trimestre 2014 ed i corrispondenti dati del Nuovo Piano Industriale Si riporta di seguito l’analisi degli scostamenti significativi tra l’andamento delle grandezze patrimoniali del Gruppo Creval alla chiusura del primo trimestre 2014 rispetto ai Dati Previsionali al 31 dicembre 2014. PRINCIPALI DATI DI STATO PATRIMONIALE 31 DICEMBRE 2013 31 MARZO 2014 31 DICEMBRE 2014 TARGET Crediti verso la clientela (*) 19,9 19,2 19,7 Raccolta diretta (*) 19,8 20,1 20,2 Raccolta indiretta 11,2 11,6 11,2 (miliardi di Euro) *Al netto della CCG (Cassa di Compensazione e Garanzia). P ROSPETTO I NFORMATIVO 105 Con riferimento ai dati patrimoniali si evidenzia che: - l’Emittente ritiene che la flessione del portafoglio crediti registrata nel primo trimestre 2014 possa essere compensata, coerentemente ai target previsti per il 31 dicembre 2014, a condizione che si realizzi il consolidamento dei primi segnali di ripresa economica nella seconda parte dell’anno; e - l’andamento della raccolta diretta (al netto della raccolta con controparti istituzionali) e della raccolta indiretta è in linea con i target previsti per il 2014. Si riporta di seguito l’analisi degli scostamenti significativi tra l’andamento gestionale del Gruppo Creval alla chiusura del primo trimestre 2014 rispetto alle stime, relative al medesimo periodo, incluse nei Dati Previsionali al 31 dicembre 2014. PRINCIPALI DATI DI CONTO ECONOMICO (milioni di Euro) I TRIMESTRE 2014 I TRIMESTRE 2014 VAR % TARGET Margine di interesse 127 118 7,5% Commissioni nette 66 68 -3,3% Proventi operativi 233 199 17,4% Oneri operativi (126) (123) 3,0% (101,6) (64,0) 58,6% Utile lordo 4,4 10,7 -58,6% Utile netto di Gruppo 0,8 3,6 -76,7% Rettifiche di valore nette su crediti I risultati economici del primo trimestre 2014 evidenziano una riduzione del risultato rispetto alle stime. In particolare, l’incremento, rispetto alle previsioni, dei flussi di crediti deteriorati registrato nei primi tre mesi del 2014 ha determinato un aumento delle rettifiche di valore, rispetto all’importo stimato per l’anno in corso, riparametrato al trimestre, pari circa al 59%. Tale dato è stato in gran parte compensato sia da un maggiore contributo al margine di interesse legato all’incremento dello spread medio applicato alla clientela sia dai profitti realizzati a seguito della vendita e successiva ricomposizione del portafoglio titoli di proprietà. Ad oggi, oltre a quanto riportato sopra con riferimento ai dati al 31 marzo 2014, non si rilevano ulteriori scostamenti significativi nell’andamento gestionale del Gruppo rispetto alle previsioni. 7.2 Tendenze, incertezze, richieste, impegni o fatti noti che potrebbero ragionevolmente avere ripercussioni significative sulle prospettive dell’Emittente almeno per l’esercizio in corso Fatto salvo quanto indicato nel Paragrafo 7.1, che precede, oltre all’Aumento di Capitale e a quanto indicato nella Sezione Prima, Capitolo 3, del Prospetto, non sussistono, alla Data del Prospetto e per quanto a conoscenza dell’Emittente, informazioni in merito a tendenze, incertezze richieste, impegni o fatti noti che potrebbero ragionevolmente avere ripercussioni significative sulle prospettive dell’Emittente almeno per l’esercizio in corso. Resta fermo quanto previsto dal Nuovo Piano Industriale, con specifico riferimento agli impatti che le iniziative ivi previste potrebbero avere sulle prospettive dell’Emittente. P ROSPETTO I NFORMATIVO 106 8. PREVISIONI O STIME DEGLI UTILI 8.1 Previsioni o stime degli utili A - Premessa Con delibera del Consiglio di Amministrazione del 4 marzo 2014, l’Emittente ha approvato l’aggiornamento del piano industriale contenente le azioni strategiche - delineate in continuità con le direttici del Piano Industriale 20112014, come già aggiornato in data 19 marzo 2012 - e gli obiettivi economico-patrimoniali e finanziari di Gruppo per il periodo 2014-2016 (il “Nuovo Piano Industriale” o il “Piano Industriale 2014-2016”). Il Nuovo Piano Industriale, elaborato dall’Emittente, è stato illustrato alla comunità finanziaria in data 4 marzo 2014 (il documento utilizzato per la presentazione è disponibile sul sito dell’Emittente, www.creval.it). Tenuto conto dei risultati conseguiti nel periodo 2011-2013, derivanti dall’attuazione e completamento dei principali interventi previsti nel Piano Industriale 2011-2014, l’aggiornamento prevede la finalizzazione ed un’ulteriore accelerazione delle azioni manageriali in corso in molteplici ambiti relativi: - - agli assetti societari ed organizzativi; alle politiche di capital management e funding; all’efficienza operativa; ai processi e politiche del credito; alle politiche commerciali e di prodotto. Per una descrizione dettagliata delle richiamate azioni manageriali si rimanda al successivo Paragrafo 8.1.2 della presente Sezione Prima, Capitolo 8, del Prospetto. Il Nuovo Piano Industriale contiene, inoltre, un insieme di stime e previsioni sui risultati del Gruppo Creval che si basano su (i) assunzioni di carattere generale ed ipotetico relative a eventi futuri che dipendono da variabili non controllabili dalla Banca (es. scenario macroeconomico, andamento dei mercati finanziari, etc.), riportate nel successivo Paragrafo 8.1.1 della presente Sezione Prima, Capitolo 8, del Prospetto e (ii) assunzioni ipotetiche e di natura discrezionale legate agli effetti delle specifiche azioni gestionali e organizzative che la Banca dovrà intraprendere nell’arco temporale coperto dal Piano Industriale, riportate nel successivo Paragrafo 8.1.2 della presente Sezione Prima, Capitolo 8, del Prospetto. Il Nuovo Piano Industriale ed i dati previsionali consolidati del Gruppo Creval in esso riportati, nonché le modifiche conseguenti al realizzarsi delle suddette operazioni e accadimenti, sono stati, pertanto, definiti sulla base di alcuni lineamenti di scenario esterno, soggetti ai rischi e alle incertezze che caratterizzano l’attuale scenario macroeconomico, sui quali la Banca non può influire, nonché sulla base di assunzioni relative agli effetti di azioni specifiche o concernenti eventi futuri sui quali la Banca può solo parzialmente influire e che potrebbero non verificarsi o variare nel triennio 2014-2016. L’evoluzione nell’ambito del Nuovo Piano Industriale dei principali aggregati economici e patrimoniali del Gruppo è stata, inoltre, determinata stimando i volumi, i tassi di interesse e gli spread applicabili alla clientela, anche sulla base delle previsioni relative all’evoluzione della congiuntura economica e dell’andamento del settore creditizio elaborate da primari centri di ricerca. Su tali risultati sono stati declinati gli effetti delle diverse iniziative programmate dalla Banca. I Dati Previsionali sono stati elaborati nella prospettiva della continuità aziendale, valutata sulla base delle considerazioni riportate nel Bilancio Consolidato 2013. P ROSPETTO I NFORMATIVO 107 In considerazione dell’incertezza che caratterizza qualunque dato previsionale, gli investitori sono invitati, nelle proprie decisioni di investimento connesse all’Offerta, a non fare esclusivo affidamento sugli stessi. Si veda il Paragrafo 3.1 della presente Sezione Prima, Capitolo 3, del Prospetto per un’illustrazione dei rischi all’avverarsi dei quali i dati previsionali qui rappresentati potrebbero non realizzarsi. Si evidenzia che, a causa (i) dell’aleatorietà connessa alla realizzazione degli eventi futuri previsti nel Nuovo Piano Industriale sia per quanto concerne il loro concreto accadimento sia per quanto riguarda la misura e la tempistica della loro manifestazione, nonché (ii) dell’impatto che il verificarsi o meno di tali eventi futuri ha sugli eventi controllabili, in tutto o anche solo in parte, dalla Società, si potrebbero verificare scostamenti, anche significativi, tra valori consuntivi e valori preventivati. In particolare, eventuali effetti sulle stime e le previsioni del Piano Industriale potrebbero derivare dall’esito delle Attività di Verifica della BCE e più nello specifico dalla Asset Quality Review e dallo stress test. 8.1.1 Principali assunzioni di carattere generale ed ipotetico relative a eventi futuri che dipendono da variabili non controllabili dal management Si ricorda preliminarmente che le variabili macroeconomiche di maggiore rilievo per il Gruppo Credito Valtellinese sono quelle inerenti l’economia nazionale. La dinamica delle variabili internazionali (andamento del PIL delle principali economie mondiali, evoluzione delle politiche monetarie dei Paesi non appartenenti all’Unione Monetaria Europea e dei tassi di cambio) rilevano nella misura in cui impattano sull’economia italiana. Le principali ipotesi riferite all’evoluzione dello scenario macroeconomico e delle dinamiche del sistema bancario su cui trova fondamento il Piano Industriale sono state formulate elaborando le previsioni, tra quelle disponibili alla data di redazione dello stesso, formulate da primari centri di ricerca economica (Prometeia) e opportunamente adeguate dalla Banca al contesto ed alle dinamiche in cui opera il Gruppo sulla base delle conoscenze e delle valutazioni maturate nell’ambito della propria operatività nel settore di riferimento. Di seguito viene riportata una sintesi dell’evoluzione delle principali variabili macroeconomiche utilizzate per la definizione dei target economico-patrimoniali definiti nel Piano Industriale con una descrizione dei principali trend attesi nel settore bancario. Variabili Macroeconomiche 2013 2014E 2015E 2016E PIL (var % y-y) -1,9% 0,5% 1,0% 1,2% Esportazioni 0,1% 2,3% 2,8% 3,3% Variabili Settore Bancario 2013 2014E 2015E 2016E Variazione impieghi (var % y-y) -4,0% 0,4% 2,0% 2,6% Variazione raccolta (var % y-y) -0,6% -0,1% 0,1% 1,7% Raccolta Indiretta - risparmio gestito 11,0% 7,1% 6,2% 6,0% Raccolta Indiretta - risparmio amministrato -2,6% 2,5% 3,3% 3,9% Tasso Euribor 3 mesi 0,2% 0,3% 0,3% 0,6% Spread da clientela 1,9% 2,1% 2,1% 2,1% Fonte: Source Economicst Intelligence Unit, Febbraio 2014 Fonte: Prometeia Febbraio 2014 e Ottobre 2013 (per i dati riferiti alla raccolta indiretta) Le previsioni macroeconomiche e finanziarie per il prossimo triennio prefigurano, pur in presenza di diversi elementi di fragilità, un graduale miglioramento del contesto economico di riferimento con una ripresa lenta e condizionata dalla risoluzione dei problemi strutturali dell’economia italiana. Per ciò che attiene al settore bancario, lo scenario prevede una modesta ripresa dei tassi di crescita dei principali aggregati bancari, un sostanziale mantenimento dello spread alla clientela atteso per il 2014 ed una progressiva normalizzazione dei flussi di nuove sofferenze e, parallelamente, un costo del credito in progressiva diminuzione. Gli elementi di fragilità dello scenario bancario restano ancorati alle possibilità di ripresa del ciclo del credito – limitate dall’elevata rischiosità dei prenditori di fondi, dai nuovi e più stringenti vincoli normativi e dalla necessità di P ROSPETTO I NFORMATIVO 108 ridurre il funding gap – e dal costo del funding – condizionato fra gli altri anche dall’anticipazione al 2016 delle regole di “bail-in” previste in caso di crisi bancarie: entrambi questi elementi renderanno difficile l’ampliamento dei margini dell’attività commerciale bancaria. Nel 2014 i prestiti bancari sono previsti in moderata crescita rispetto a fine 2013 (+0,4% rispetto all’esercizio precedente): tale andamento incorpora gli effetti combinati di una modesta domanda di credito da parte delle famiglie – condizionate dal permanere di una condizione finanziaria fragile – e dell’orientamento da parte delle società non finanziarie ad attingere alla liquidità disponibile presso le banche o derivante dai rimborsi dei debiti arretrati della Pubblica Amministrazione. La limitata crescita dei finanziamenti determinerà, inoltre, un maggior ricorso da parte delle imprese al mercato come canale alternativo di finanziamento. Per il biennio 2015-2016 si prevede un tasso medio di crescita dei crediti bancari pari al 2,3%. In particolare è attesa una ripresa sostanziale dei crediti erogati a favore delle famiglie che, beneficiando di un miglioramento delle condizioni del mercato del lavoro, del reddito disponibile oltre ad un miglioramento del mercato immobiliare, risulteranno più propense a incrementare la domanda di credito per l’acquisto delle abitazioni e ad incrementare la domanda di beni di consumo anche attraverso forme di finanziamento specifiche (credito al consumo). Parallelamente si assisterà ad un incremento dei prestiti alle società non finanziarie soprattutto per la componente a maggiore scadenza, necessaria a sostenere nuovi investimenti di lungo periodo. Nel prossimo triennio è atteso un moderato incremento della raccolta diretta (CAGR 2013-2016: +0,6%). I depositi, in particolare quelli con durata prestabilita (in quanto forma di raccolta “stabile” e conforme alle esigenze di adeguamento ai requisiti di liquidità imposti da Basilea 3), contribuiranno favorevolmente (CAGR 2013-2016: +2,1%) a sostenere l’incremento della massa raccolta dalle banche mentre nei prossimi anni la componente obbligazionaria, dopo un biennio 2014-2015 di contrazione per effetto delle scadenze che interesseranno i titoli con garanzia statale emessi per accedere alle aste LTRO, segnerà una ripresa nel 2016 a seguito di nuovi collocamenti sul mercato istituzionale. L’andamento dei tassi di interesse bancari e degli spread risulta condizionato da un modesto incremento del tasso di riferimento medio (Euribor 3 mesi) dallo 0,2% del 2013 allo 0,6% del 2016, dalla persistente rischiosità dei prenditori dei fondi, che determinerà un graduale incremento dei tassi di finanziamento e dall’adozione da parte della BCE di misure idonee a mantenere la stabilità dei tassi del mercato monetario. A fronte di un costo della provvista stabile nel biennio 2014-2015, si prevede un incremento dei tassi passivi nel 2016 per effetto della maggiore remunerazione richiesta dai depositi a durata prestabilita, per la ricomposizione verso i covered bond e per il maggiore premio richiesto sulle emissioni non garantite. Gli effetti combinati delle tendenze descritte sui tassi determinerà un sostanziale mantenimento della forbice bancaria ad un livello pari al 2,1% nel periodo 2014-2016. Le attese politiche di offerta del canale bancario sulla gestione ed intermediazione del risparmio - segmento favorito anche dalla normalizzazione dei mercati finanziari - il venir meno degli oneri connessi alle garanzie ricevute dallo Stato per il rifinanziamento presso la BCE e la progressiva ripresa dell’operatività delle famiglie e imprese sosterranno nel prossimo triennio la crescita delle rispettive componenti commissionali. Nel contesto operativo atteso per il triennio 2014-2016, una leva fondamentale per il conseguimento di miglioramenti nella redditività risiederà ancora nelle azioni di contenimento e razionalizzazione dei costi operativi da ricercare anche attraverso cambiamenti nei modelli di business adottati e la revisione/ottimizzazione della presenza sul territorio. La qualità del credito, seppur nell’ambito di un quadro di riferimento orientato alla progressiva normalizzazione, si confermerà anche nel prossimo triennio un elemento di criticità per il settore bancario: gli indici di rischiosità, seppur in graduale miglioramento, si manterranno comunque su livelli elevati. 8.1.2 Principali assunzioni di natura discrezionale relative a eventi futuri che dipendono da variabili influenzabili dal management Nel seguito vengono riportate le assunzioni di carattere ipotetico e di natura discrezionale che dipendono da variabili solo parzialmente e influenzabili dalla Banca oppure da variabili completamente influenzabili dalla Banca. P ROSPETTO I NFORMATIVO 109 8.1.2.1 Principali assunzioni di carattere ipotetico e di natura discrezionale che dipendono da variabili influenzabili solo parzialmente dal management Nel seguito sono descritte le principali assunzioni di carattere ipotetico, influenzabili solo in parte dalle decisioni della Banca, poste alla base della elaborazione del Piano Industriale 2014-2016. Come anticipato in premessa, l’Emittente ha identificato gli ambiti strategici di seguito descritti per l’aggiornamento del Piano Industriale. A) Politiche di capital management e funding Le azioni di capital management previste nel Nuovo Piano Industriale sono orientate al raggiungimento dei seguenti obiettivi: - miglioramento della capital allocation da realizzarsi anche attraverso la raccolta/valorizzazione delle garanzie utilizzabili ai fini della mitigazione del rischio di credito, l’affinamento dei modelli interni di stima dell’LGD, del rating del garante, nonché l’avvio di un percorso preordinato alla validazione dei metodi AMA (Advanced Measurement Approaches) per la misurazione dei rischi operativi; - validazione (entro il 2016) dei modelli AIRB per il calcolo dei rischi di credito riferibili ai portafogli corporate e retail. Nel Nuovo Piano Industriale è prevista, altresì, una significativa riduzione dell’esposizione verso la BCE per operazioni di rifinanziamento (LTRO), sostituita da fondi di mercato istituzionale e retail: ciò determinerà un incremento del costo medio della raccolta ed una riduzione della quota di contribuzione da “carry trade”; tali effetti saranno peraltro compensati da azioni commerciali di repricing sia sul portafoglio impieghi che sulla raccolta, anche alla luce dall’adozione del nuovo modello commerciale che prevede l’implementazione di nuovi strumenti, a disposizione della rete, per l’analisi delle esigenze della clientela e la conseguente definizione dell’offerta ad essa più adeguata e di modelli di “risk adjusted”, ovvero modelli di misurazione delle performance delle relazioni con i clienti corrette per la componente di rischio (credito, liquidità, operativo) ad esse associate. Questi interventi - unitamente alle operazioni strategiche esplicitate nel presente capitolo, alla capitalizzazione degli utili generati nell’arco del triennio 2014-2016 ed alle assunzioni relative alle politiche di capital management e funding descritte nel Paragrafo 8.1.2.2, sotto paragrafo B) della presente Sezione Prima, Capitolo 8, del Prospetto consentiranno al Gruppo Creval di raggiungere nel 2016, considerando l’integrale sottoscrizione dell’Aumento di Capitale, un target di Capitale Primario di Classe 1 del 13% circa. B) Processi e politiche del credito Nel Nuovo Piano Industriale sono previsti diversi interventi inerenti il processo e le politiche di credito, relativamente alle assunzioni di carattere ipotetico e di natura discrezionale dipendenti da variabili solo parzialmente influenzabili dalla Banca. Nello specifico, per ciò che attiene alla gestione dei non performing loans (NPL) sono previste sia operazioni di valorizzazione di portafogli NPL, sia l’ottimizzazione dell’attuale modello di gestione e recupero anche tramite l’implementazione di partnership con operatori specializzati. L’obiettivo – fra gli altri - è di riuscire a portare a termine la cessione di un significativo portafoglio di crediti non performing nell’arco del Nuovo Piano Industriale. 8.1.2.2 Principali assunzioni di carattere ipotetico e di natura discrezionale che dipendono da variabili influenzabili dal management Nel seguito sono descritte le principali assunzioni che dipendono da variabili influenzabili dalle decisioni della Banca, poste alla base della elaborazione del Piano Industriale 2014-2016. Come anticipato in premessa, l’Emittente ha identificato gli ambiti strategici di seguito descritti per l’aggiornamento del Piano Industriale. A) Assetti societari ed organizzativi Nel Piano Industriale si prevede un’ulteriore semplificazione della struttura societaria, anche per effetto della cessione di attività non core e l’attivazione di apposite partnership industriali. P ROSPETTO I NFORMATIVO 110 Nello specifico, in data 4 marzo 2014, ferme restando le necessarie autorizzazioni di vigilanza, il Consiglio di Amministrazione della Banca ha approvato il progetto di fusione per incorporazione di Mediocreval nel Credito Valtellinese, ove confluiranno le attività nel medio-lungo termine e di finanza di impresa. Parte delle attività di leasing verranno successivamente conferite, con contestuale sottoscrizione di specifici accordi commerciali, ad Alba Leasing, primario operatore indipendente nel settore del leasing, con il quale, in data 24 marzo 2014, il Credito Valtellinese ha sottoscritto un accordo quadro per lo sviluppo di un’alleanza strategica nel settore della locazione finanziaria; tale accordo quadro prevede (i) il conferimento di un ramo di azienda relativo ad una parte delle attività di leasing del Gruppo Creval in Alba Leasing e (ii) la stipula di accordi commerciali per la distribuzione, da parte delle banche territoriali del Gruppo Creval, dei prodotti leasing di Alba Leasing. Ciò consentirà l’accesso ad una piattaforma di leasing ad elevata specializzazione, con un modello di servizio dedicato, idoneo a consentire significative sinergie di ricavo e l’ottimizzazione dell’operatività nello specifico comparto. L’operazione, inoltre, consentirà di razionalizzare ulteriormente la macchina operativa di Gruppo mediante l’esternalizzazione di processi/servizi “non core”, consentendo alla rete commerciale di specializzarsi ulteriormente sul livello di servizio alla clientela nell’ambito della distribuzione del “prodotto leasing”. Inoltre, in data 5 marzo 2014 è stato sottoscritto un accordo quadro tra il Credito Valtellinese e Fire Group S.p.A. che prevede la cessione da Creval a Fire Group S.p.A. del 60% del capitale di Creset Servizi Territoriali S.p.A.. Nell’ambito dell’operazione, è previsto in particolare che il ramo di azienda - costituito dal complesso delle attività afferenti il “Ramo Tesoreria” - venga ceduto da Creset Servizi Territoriali S.p.A. a Creval prima del perfezionamento della suddetta vendita. Le attività di tesoreria e cassa per gli enti, a far data dal closing dell’operazione (previsto entro il primo semestre 2014), verranno, pertanto, svolte direttamente dalla capogruppo Creval. L’operazione si inserisce nel quadro di una partnership industriale tra Creval e Fire Group S.p.A., nell’ambito delle attività relative alla fiscalità locale e al recupero crediti per conto della clientela Creval, attività che verrà sviluppata sulla «piattaforma» Creset utilizzando le specifiche expertise maturate da Fire Group S.p.A. Allo stato l’Emittente è in attesa della conclusione dell’iter autorizzativo necessario per il perfezionamento di tale operazione. Infine, recentemente il Creval ha modificato il proprio assetto organizzativo, istituendo delle aree specializzate – Crediti, Commerciale, Finanza e Operations, Rischi e Controlli – che consentiranno di focalizzare ulteriormente le strutture di vertice sugli specifici ambiti operativi, fattorizzando i rilevanti progetti varati nel contesto del Nuovo Piano Industriale. B) Politiche di capital management e funding Contestualmente all’aggiornamento del Piano Industriale 2011 - 2014, il Consiglio di Amministrazione, il 4 marzo 2014, ha approvato – nell’ambito di un più ampio quadro di misure di rafforzamento patrimoniale - l’operazione di Aumento di Capitale di cui al presente Prospetto. Il medesimo giorno, il Consiglio di Amministrazione ha, altresì, deliberato di riconoscere ai portatori dei Warrant 2014 un periodo di esercizio straordinario dal 10 marzo all’11 aprile 2014, al prezzo di sottoscrizione di 1,07 Euro per azione, al fine di consentire loro di partecipare - in qualità di azionisti - all’operazione di Aumento di Capitale. Al termine del suindicato periodo straordinario sono stati esercitati n. 9.836.178 Warrant 2014 pari al 72,63% dei Warrant in circolazione, per un controvalore complessivo di Euro10.524.710,46. C) Processi e politiche del credito Oltre a quanto già descritto nel precedente Paragrafo 8.1.2.1, sotto paragrafo B) della presente Sezione Prima, Capitolo 8, del Prospetto, nel Nuovo Piano Industriale sono previsti ulteriori interventi inerenti il processo e le politiche del credito. Nello specifico si prevede: - un aggiornamento della policy di erogazione con una rivisitazione delle deleghe in chiave “rating based” (expected loss); - una revisione del mix di portafoglio crediti finalizzata al rafforzamento del posizionamento sui clienti/settori attrattivi per redditività (corretta per il rischio), alla riduzione dell’esposizione in sotto-portafogli con scarso merito creditizio ed all’incremento delle esposizioni a favore di privati (mutui a famiglie); - un ulteriore potenziamento dell’offerta di finanza agevolata, attraverso l’erogazione di prodotti di terzi. P ROSPETTO I NFORMATIVO 111 D) Politiche commerciali e di prodotto Nel Nuovo Piano Industriale sono previsti interventi di razionalizzazione della rete commerciale, con azioni specifiche sulle filiali il cui rendimento è inferiore alle attese (chiusura/rilocalizzazione degli sportelli e la creazione di una unità organizzativa ad hoc per la gestione degli stessi) e sul modello di servizio (ampliamento orari e giorni di apertura, creazione di filiali “leggere”), lo sviluppo ed integrazione dell’offerta commerciale anche attraverso ulteriori accordi con operatori specializzati e la revisione delle politiche di pricing. Come sopra richiamato, fra le azioni previste dal Nuovo Piano Industriale, è stato programmato un consistente rafforzamento, diversificazione e completamento della gamma di prodotti offerti (credito agrario e agevolato, settore estero, assurance). Infine il Gruppo Creval intende promuovere il miglioramento dell’attività degli sportelli attraverso la progressiva integrazione di canali fisici e virtuali. Particolarmente significativa sarà l’evoluzione del modello di filiale al fine di cogliere tutte le opportunità offerte dalle nuove tecnologie, per aumentare le occasioni di contatto, servizio e vendita con la clientela. E) Efficienza operativa Il miglioramento dell’efficienza organizzativa sarà, invece, realizzato attraverso: - ulteriori azioni di riduzione dei costi per quanto riguarda le spese amministrative, attraverso le revisione dei processi di spesa ed il potenziamento delle strutture preposto al controllo; - l’efficientamento della struttura corporate anche a servizio di azioni di rafforzamento della rete; - l’attivazione di tutte le leve legislativo contrattuali con l’obiettivo di conseguire un’ulteriore significativa riduzione, su basi strutturali e permanenti, del costo del personale. Al riguardo si sottolinea che è prevista una riduzione netta di 164 risorse nel periodo 2014-2016. 8.1.3 Dati Previsionali L’evoluzione delle principali grandezze di seguito descritta è inclusa nel Piano Industriale 2014-2016. Per quanto riguarda le principali grandezze patrimoniali si sottolinea quanto segue (confronto 2013-2016): Impieghi: è ipotizzato per il 2016 uno stock di impieghi in crescita di circa 1 miliardo di Euro rispetto al dato riferito al 31 dicembre 2013. Grazie anche all’incremento della dotazione patrimoniale derivante dall’Aumento di Capitale è ipotizzata una graduale ripresa dell’attività creditizia conseguente al riattivarsi della spesa da parte delle famiglie – favorita da un miglioramento del mercato del lavoro e, di conseguenza, dal maggior reddito disponibile – e ad un incremento del fabbisogno di credito da parte delle società non finanziarie. Si specifica inoltre che nel triennio 20142016 è prevista una riduzione complessiva di circa 4,9 miliardi di Euro di attività di rischio ponderate rispetto al dato al 31 dicembre 2013. Tale andamento è da ricondurre principalmente agli effetti combinati dell’evoluzione attesa dei crediti verso la clientela e della qualità dell’attivo, delle azioni manageriali descritte nel paragrafo precedente tenuto altresì conto della riduzione di circa Euro 5,4 miliardi di attività di rischio ponderate stimate per effetto della validazione, nel 2016, dei modelli AIRB per il calcolo dei rischi di credito riferibili ai portafogli corporate e retail. Raccolta diretta: si ipotizza per il periodo di riferimento un incremento medio annuo del 2,3%. Tale andamento riflette, da un lato, una positiva dinamica dei depositi con durata prestabilita - favorita dalla ricerca da parte delle famiglie di forme di risparmio più remunerative rispetto ai conti correnti – e, dall’altro, da una sostanziale stabilità della raccolta obbligazionaria retail per il biennio 2014-2015; Raccolta indiretta: è previsto uno sviluppo della raccolta indiretta con una crescita media annua del 4,3% sostenuto, da un lato, attraverso la riqualificazione dell’offerta da parte del Gruppo Creval – possibile anche a seguito dello sviluppo delle partnership in essere nel settore del risparmio gestito e della bancassurance – e, dall’altro, da un contesto di settore in uscita dalla fase recessiva con effetti positivi sia per i prodotti tradizionali sia per il ritorno al finanziamento delle principali imprese mediante strumenti di propria emissione. Per ciò che attiene alle principali grandezze economiche si sottolinea quanto segue (confronto 2013-2016): P ROSPETTO I NFORMATIVO 112 Margine di interesse: il piano prevede una crescita media annua del 5,4% riconducibile (i) ad una progressiva ripresa dello spread applicato alla clientela, (ii) all’espansione dei volumi, (iii) ai benefici derivanti dall’adozione del nuovo modello commerciale e di policy “risk adjusted” per il repricing del credito al fine di compensare la maggiore rischiosità della clientela, tenuto altresì conto di una riduzione della quota di contribuzione da “carry trade” e del potenziale, significativo, repricing della raccolta in relazione alla progressiva “normalizzazione” dei mercati finanziari; Commissioni nette: è prevista una crescita media annua delle commissioni nette pari al 4% sostenuta dallo sviluppo dei ricavi connessi (i) alla gestione e intermediazione del risparmio, (ii) ai canali tradizionali del business, quali i conti correnti e i sistemi di pagamento, nonché allo sviluppo di tutte le partnership, segnatamente in ambito bancassurance, credito al consumo, cessione del quinto dello stipendio e factoring; Profitti da operazioni finanziarie: è prevista una sensibile riduzione rispetto al 2013 dei profitti sulle operazioni finanziarie nell’ambito della negoziazione dei titoli. Le previsioni non fattorizzano eventuali risultati relativi alla possibile ricomposizione del portafoglio titoli a seguito delle modifiche delle condizioni di mercato; Oneri operativi: è prevista una sostanziale stabilizzazione degli oneri operativi (CAGR 2013-2016: +0,2%) anche per effetto delle ulteriori azioni di cost management delle spese amministrative, dell’efficientamento della struttura corporate e della più ampia razionalizzazione degli organici come descritto nel paragrafo precedente; Rettifiche di valore su crediti: è previsto un costo del credito progressivamente in riduzione - fino allo 0,96% nel 2016 (1,32% nel 2013) - per effetto dell’attesa normalizzazione del contesto economico con particolare riferimento al settore delle PMI e delle famiglie. Si evidenzia che l’andamento di tale voce potrebbe essere influenzato, nell’ammontare e nella distribuzione temporale, anche dall’esito delle attività della BCE in materia di Asset Quality Review; Risultato netto di pertinenza della Capogruppo: l’andamento previsto delle principali componenti economiche sopra descritto, tenuto altresì conto di un andamento del costo del credito che beneficia di una progressiva normalizzazione del contesto economico, conduce ad una stima dell’utile di Gruppo riferito all’esercizio 2016 pari a 104 milioni di euro. L’evidenziato recupero della redditività del Gruppo trova riflesso nel valore del ROTE (Return on Tangible Equity) che passa dallo 0,8% del 2013 al 5,0% riferito all’esercizio 2016. Le previsioni espresse nel Piano Industriale, come già accennato in precedenza, contengono, inoltre, alcune assunzioni relative alla validazione, entro l’esercizio 2016, dei modelli AIRB. La validazione di tali modelli, già integrati sia per la parte corporate che per la parte retail, nel processo del credito del Gruppo, consentiranno di ottenere un risparmio patrimoniale, in termini di Capitale Primario di Classe 1, complessivamente stimato in circa 130 basis point. Di seguito si riepilogano i target del Nuovo Piano Industriale: PRINCIPALI DATI DI STATO PATRIMONIALE 2013 2016E CAGR 13-16 Crediti verso la clientela 19,9 (*) 21,0 1,3% Raccolta diretta 19,8 (*) 22,1 2,3% 11,2 12,7 4,3% (miliardi di Euro) Raccolta indiretta (*) Valori al lordo di CCG (Cassa di Compensazione e Garanzia) pari a: Crediti vs/clientela 20,2 miliardi di Euro e Raccolta diretta 20,7 miliardi di Euro. P ROSPETTO I NFORMATIVO 113 PRINCIPALI DATI DI CONTO ECONOMICO 2013 2016E CAGR 13-16 Margine di interesse 463 543 5,4% Commissioni nette 267 300 4,0% Proventi operativi 828 899 2,8% Oneri operativi (504) (506) 0,2% Rettifiche di valore nette su crediti (266) (202) (8,8%) Utile lordo 40 186 67,1% Utile netto di Gruppo 12 104 n.s. (milioni di Euro) INDICATORI DI PERFORMANCE 2013 2016E Δ13-16 Cost/Income ratio (%) 60,8% 56,3% (452)bps Cost of Credit risk (%) 1,32% 0,96% (36) bps ROTE (%) 0,8% 5,0% 421 bps 2013 2016E CAGR 13-16 RWA (miliardi di Euro) 18,1 13,2 (10,0%) CET 1 ratio (**) (%) 8,7% 13,0% 433 bps (non CAGR) RATIO PATRIMONIALI (**) Fully phased BIS 3. In considerazione dell’incertezza che caratterizza qualunque dato previsionale, gli investitori sono invitati, nelle proprie decisioni di investimento connesse all’Offerta, a non fare esclusivo affidamento sugli stessi. In particolare, si veda il Paragrafo 3.1 della presente Sezione Prima, Capitolo 3 del Prospetto per un’illustrazione dei rischi all’avverarsi dei quali i dati previsionali qui rappresentati potrebbero non realizzarsi. 8.2 Relazione dei revisori La Società di Revisione ha emesso una relazione sui Dati Previsionali del Gruppo riportati nel Paragrafo 8.1, della presente Sezione Prima, Capitolo 8, del Prospetto. Copia di tale relazione è allegata in Appendice II al presente Prospetto. 8.3 Principi contabili utilizzati per la redazione dei dati previsionali I Dati Previsionali consolidati del Piano Industriale 2014-2016 sono stati predisposti avendo a riferimento i principi contabili utilizzati per la redazione del Bilancio Consolidato 2013, predisposto in accordo con gli IAS/IFRS adottati dall’Unione Europea, tenuto conto anche dei nuovi standard entrati in vigore nel 2014. 8.4 Dati previsionali contenuti in altri prospetti Alla Data del Prospetto non vi sono altri prospetti validi nei quali siano contenute previsioni e stime circa gli utili dell’Emittente. P ROSPETTO I NFORMATIVO 114 9. ORGANI DI AMMINISTRAZIONE, DI DIREZIONE E DI VIGILANZA 9.1 Informazioni circa gli organi amministrativi, di direzione e di vigilanza Di seguito sono indicati i membri del Consiglio di Amministrazione e del Collegio Sindacale, nonché i componenti della Direzione Generale di Credito Valtellinese S.c., alla Data del Prospetto, con indicazione per ciascuno di essi dei dati anagrafici, delle funzioni e degli eventuali incarichi ricoperti all’interno del Gruppo e, ove ricorrano, le loro principali attività esterne. Ciascun membro del Consiglio di Amministrazione, del Collegio Sindacale e della Direzione Generale è domiciliato per la carica presso la sede legale della Banca in Sondrio, Piazza Quadrivio n. 8. 9.1.1 Consiglio di Amministrazione Ai sensi dell’articolo 29 dello Statuto, il Consiglio di Amministrazione della Banca è composto da un numero di membri non inferiore a 12 e non superiore a 18, eletti dall’Assemblea dei soci. I Componenti del Consiglio durano in carica per un periodo non superiore a tre esercizi e sono rieleggibili. Gli amministratori scadono alla data dell’Assemblea convocata per l’approvazione del bilancio relativo all’ultimo esercizio della loro carica. Per ulteriori informazioni circa la modalità di elezione e sostituzione dei Consiglieri si rinvia agli articoli 31e 32 dello Statuto della Banca, pubblicato sul sito internet della medesima, www.creval.it - sezione “Investor Relations” alla voce “Corporate Governance”. I membri del Consiglio di Amministrazione sono stati nominati dall’Assemblea dei soci del 27 aprile 2013, ad eccezione del Dott. Paolo Stefano Giudici che è stato nominato dall’Assemblea dei soci del 12 aprile 2014, e cesseranno dalla carica alla data di convocazione dell’Assemblea di approvazione del bilancio al 31 dicembre 2015. La composizione del Consiglio di Amministrazione dell’Emittente è la seguente: NOME E COGNOME Giovanni De Censi CARICA RICOPERTA LUOGO E DATA DI NASCITA Presidente Berbenno, 1 marzo 1938 Vice Presidente Milano, 23 aprile 1958 Amministratore delegato Sondrio, 20 novembre 1956 Mariarosa Borroni (*) (**) Consigliere Saronno, 24 novembre 1960 Isabella Bruno Tolomei Frigerio Consigliere Roma, 10 maggio 1963 Gabriele Cogliati Consigliere Cernusco Montevecchia, 14 marzo 1952 Michele Colombo Consigliere Monza, 15 gennaio 1963 Antonio Leonardi (*) Consigliere Acireale, 2 agosto 1944 Paolo De Santis (*) (**) Consigliere Como, 6 aprile 1955 Gionni Gritti (*) (**) Consigliere Sondrio, 25 febbraio 1961 Livia Martinelli (*) (**) Consigliere Rovereto, 4 settembre 1958 Francesco Naccarato (*) (**) Consigliere Cortina d’Ampezzo, 1 agosto 1967 Alberto Ribolla Consigliere Varese, 24 marzo 1957 Paolo Scarallo Consigliere Napoli, 17 agosto 1950 Paolo Stefano Giudici (*) (**) (***) Consigliere Sondrio, 23 marzo 1965 Aldo Fumagalli Romario Miro Fiordi (****) (*) Consiglieri indipendenti ai sensi dell’art. 148 del TUF. (**) Consiglieri indipendenti ai sensi del Codice di Autodisciplina. (***) Il consigliere Dott. Paolo Stefano Giudici è stato nominato dall’Assemblea dei Soci del 12 aprile 2014, in P ROSPETTO I NFORMATIVO 115 sostituzione del Prof. Mario Anolli che si è dimesso dalla carica di consigliere dell’Emittente a seguito dell’assunzione della carica di consigliere di gestione presso altra banca (Banca Popolare di Milano S.c.r.l.). (****) Consigliere esecutivo. Tutti gli Amministratori devono essere in possesso dei requisiti di onorabilità, professionalità ed indipendenza stabiliti dalla legge, nonché di compatibilità della carica ai sensi dell’articolo 36 del D.L. 27 dicembre 2011, n. 201 (c.d. divieto di interlocking) e degli eventuali ulteriori requisiti prescritti dalla normativa vigente. Almeno due consiglieri devono essere in possesso dei requisiti di indipendenza stabiliti per i sindaci dall’art. 148, comma terzo del TUF e, come previsto dall’articolo 30 dello Statuto, almeno due consiglieri devono essere in possesso dei requisiti di indipendenza indicati dal Codice di Autodisciplina. Alla Data del Prospetto, i Consiglieri indipendenti ai sensi dell’art. 148, comma terzo del TUF sono quelli indicati con l’asterisco (*) nella precedente tabella. I Consiglieri indipendenti ai sensi del Codice di Autodisciplina sono quelli indicati con il doppio asterisco (**) nella precedente tabella. Di seguito viene riportato un sintetico “curriculum vitae” di ogni Consigliere, dal quale emergono la competenza e l’esperienza maturata in materia di gestione aziendale: Giovanni De Censi: nato a Berbenno (SO) nel 1938, laureato in Scienze Politiche. Al Credito Valtellinese dal 1957 dove ha svolto tutta la sua carriera direttiva fino a ricoprire la carica di Direttore Generale, dal 1981 al maggio 1996, e di Amministratore Delegato, dal giugno 1996 all’aprile 2003. Dal 26 aprile 2003 è Presidente del Consiglio di Amministrazione. E’ altresì Presidente dell’Istituto Centrale delle Banche Popolari dal maggio 1995. Aldo Fumagalli Romario: nato a Milano il 23 aprile 1958 e laureato in Ingegneria chimica presso il Politecnico di Milano, è Presidente e Amministratore Delegato del Gruppo SOL, multinazionale con base italiana, quotata alla Borsa Italiana dal 1998, che opera nel settore della produzione e distribuzione di gas industriali e medicinali e in quello dell’assistenza medicale a domicilio. E’ altresì membro del Consiglio di Amministrazione di Buzzi Unicem S.p.A.. E’ stato Presidente del Consiglio di Amministrazione del Credito Artigiano S.p.A.. Nominato Consigliere del Credito Valtellinese il 17 aprile 2008, è stato confermato il 17 aprile 2010 e, quindi, nominato Vice Presidente dal 28 aprile 2012. Miro Fiordi, nato a Sondrio nel 1956, diplomato ragioniere, ha maturato una lunga esperienza professionale nel Credito Valtellinese, è Direttore Generale della Banca dal 1° maggio 2003. È consigliere e membro del Comitato Esecutivo dell'Associazione Bancaria Italiana, consigliere dell’Istituto Centrale delle Banche Popolari Italiane e, dall’ottobre 2012, è membro del Comitato esecutivo della Confedèration Internationale des Banques Populaires. Nominato Amministratore Delegato il 17 aprile 2010. Mariarosa Borroni, nata nel 1960 a Saronno (Va), Laureata in Economia e Commercio presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, è Professore associato confermato di Economia degli Intermediari finanziari presso la Facoltà di Economia e Giurisprudenza della Sede di Piacenza della medesima Università, ove è anche docente nell’ambito del Master universitario di primo livello in “Gestione e organizzazione della banca”. Membro del Consiglio dei docenti del Dottorato in Economia degli Intermediari e dei sistemi aziendali nonché della Commissione orientamento e promozione della Facoltà di Economia e Giurisprudenza. Socio fondatore dell’ADEIMF – Associazione Docenti di Economia degli Intermediari e dei Mercati Finanziari. Autrice di numerose pubblicazioni scientifiche, svolge attività di progettazione e docenza nell’ambito di progetti di formazione presso primarie istituzioni creditizie e finanziarie e imprese di assicurazione. Isabella Bruno Tolomei Frigerio, nata a Roma nel 1963, laureata in Economia e Commercio presso l’Università LUISS di Roma. Ha conseguito una specializzazione in Diritto tributario ed una in “Corporate Finance” presso la Scuola di Direzione Aziendale dell’Università Bocconi di Milano. E’ iscritta all’Albo dei Dottori Commercialisti ed è Revisore Contabile ed ha inoltre esercitato la professione di dottore commercialista dal 1988 al 1990. E’ Presidente della società Condotte Immobiliari S.p.A., membro del Consiglio di sorveglianza della Società Italiana per Condotte d'Acqua S.p.A., Consigliere di Beni Stabili S.I.I.Q., membro del Consiglio Direttivo di Assoimmobiliare. Consigliere del Credito Valtellinese dal 16 giugno 2012. P ROSPETTO I NFORMATIVO 116 Gabriele Cogliati: nato a Cernusco Montevecchia (CO) nel 1952, diplomato perito industriale, è titolare di imprese operanti nel settore della componentistica elettronica. In particolare, è fondatore e Presidente del Consiglio di Amministrazione di Elemaster S.p.A. – Tecnologie Elettroniche. Ricopre la carica di Presidente di Cogliati Holding S.r.l., di Eleprint S.r.l., Elemaster US Inc. USA e di Elesienna LLC South Carolina USA; Vice Presidente di Eleonetech SA Tunisia, nonché Consigliere di numerose società del settore dell’alta tecnologia. Nominato Amministratore del Credito Valtellinese nel 2006 e confermato nel 2010. Michele Colombo: nato nel 1963 a Monza, è laureato in Business Administration presso l’Università di California di Los Angeles (U.C.L.A.), è fondatore e Presidente del Consiglio di Amministrazione della Colombo Design S.p.A. Presidente del Consiglio di Amministrazione della società Gedy S.p.A.. Nominato Amministratore del Credito Valtellinese nel 2000. Paolo De Santis: nato a Como nel 1955, laureato in Discipline Economiche e Sociali presso l’Università Bocconi di Milano, svolge l’attività di imprenditore nel settore turistico – alberghiero nel comasco. Attualmente ricopre la carica di Amministratore Delegato di Meta S.p.A., è Presidente della Camera di Commercio di Como, Presidente di Editoriale La Provincia S.p.A. e di Sviluppo Como S.p.A.. Nominato Amministratore del Credito Valtellinese nel 2007. Gionni Gritti, nato nel 1961 a Sondrio, geometra, imprenditore sondriese. Componente di Giunta della Camera di Commercio di Sondrio, è Presidente di Confartigianato Sondrio, componente del Comitato Esecutivo di Artigianfidi Lombardia e Vice Presidente di Arco Fidi di Sondrio. E’ Vice Presidente di Aviovaltellina S.p.A.. Antonio Leonardi, nato ad Acireale (CT) il 2 agosto 1944. Avvocato, esperto in diritto del lavoro, diritto della cooperazione e diritto societario. Esercita attività professionale di consulenza e di difesa in giudizio. È stato consigliere di amministrazione del Credito Siciliano e ha ricoperto numerose cariche e funzioni, tra cui la carica di Presidente nazionale dell’Organismo unitario dell’avvocatura italiana e di presidente nazionale dell’Associazione nazionale forense. Livia Martinelli, nata a Rovereto (TN) nel 1958, è dottore commercialista e revisore contabile. Laureata in Economia e Commercio presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Iscritta all’albo dei consulenti tecnici presso il Tribunale di Milano e Consulente tecnico del PM presso la Procura della Repubblica di Milano. Giudice Tributario presso la Commissione Tributaria Provinciale e pubblicista della rubrica fiscale del quotidiano Il Sole 24 ore, è stata Sindaco Effettivo e Presidente del Collegio Sindacale del Credito Artigiano S.p.A.. Francesco Naccarato, nato nel 1967 a Cortina d’Ampezzo (BL). Dottore commercialista e revisore contabile. Amministratore e Sindaco in società di capitali. Esperto in operazioni di ristrutturazione, attività di finanza ordinaria e straordinaria, fusioni, acquisizioni, valutazione del debito e del patrimonio netto, tecniche di finanziamento d’impresa, business planning. Ha svolto attività di consulenza e formazione in tema di rischio di credito per banche e di struttura, organizzazione e processo del credito per altri intermediari finanziari. Ha maturato esperienze lavorative di responsabilità presso la Banca Popolare di Verona e Novara e la Banca Antonveneta ed ha svolto attività di docenza presso l’Università degli Studi di Padova, Ferrara, Modena e Reggio Emilia. E’ autore di pubblicazioni specialistiche. Alberto Ribolla: nato nel 1957, laureato in ingegneria chimica al Politecnico di Milano, Amministratore Delegato della Sices 1958 S.p.A., società operante nel settore dell’impiantistica e Capogruppo dell’omonimo gruppo che opera, con le sue collegate, anche nel settore elicotteristico. Consigliere di Mecaer Italia S.p.A. e Presidente di Mecaer America (Canada); Presidente di Fluitek Orsenigo Italian Valves Makers. Coordinatore Club dei 15, membro del direttivo Confindustria e Presidente Mediocreval. Nominato Consigliere del Credito Valtellinese nel 2004. Paolo Scarallo: nato a Napoli il 17 agosto 1950. Laureato in Giurisprudenza, ha maturato una lunga esperienza professionale presso la Banca d’Italia, ricoprendo incarichi di prestigio e di crescente responsabilità; fino a febbraio 2010 è stato Vice Direttore Vicario della Sede di Roma dell’Organo di Vigilanza. Nominato Consigliere del Credito Valtellinese nel 2010, nell’ambito del Gruppo ricopre anche la carica di Presidente del Credito Siciliano. P ROSPETTO I NFORMATIVO 117 Paolo Stefano Giudici, nato a Sondrio il 23 marzo 1965. Laureato in Economia Politica presso l’Università Bocconi di Milano, Professore Ordinario di Statistica dal 2007 presso l’Università degli Studi di Pavia – Dipartimento di Scienze Economiche ed Aziendali e Membro Onorario dell’Associazione Italiana Financial Industry Risk Management e Presidente del comitato tecnico scientifico. E’ stato consigliere del Credito Valtellinese nel triennio 2010-2012. E’ stato eletto Consigliere dall’Assemblea dei soci del Credito Valtellinese riunitasi in data 12 aprile 2014. Nella seguente tabella sono indicate le società di capitale o di persone in cui i componenti del Consiglio di Amministrazione siano o siano stati membri degli organi di amministrazione, direzione o vigilanza, ovvero soci negli ultimi cinque anni. NOME E COGNOME CARICA Giovanni De Censi Presidente del Consiglio di Amministrazione Data nomina: 27 aprile 2013 Data cessazione: assemblea di approvazione bilancio di esercizio 2015 PRINCIPALI ATTIVITÀ E/O CARICHE ATTUALI E/O PARTECIPAZIONI CARICHE E/O PARTECIPAZIONI CESSATE NEI 5 ANNI PRECEDENTI Presidente del Consiglio di Vice Presidente del Consiglio di Amministrazione di Istituto Centrale Amministrazione di Credito Artigiano Banche Popolari (carica in scadenza in S.p.A. occasione dell’assemblea di approvazione del bilancio al 31 dicembre 2013). Presidente e Amministratore Delegato Aldo Fumagalli Romario Vice Presidente del Consiglio di del Gruppo SOL; Vice Presidente del Consiglio di Amministrazione Amministrazione di Consorzio Trasporti Speciali s.r.l.; Data nomina: 27 aprile 2013 Consigliere di Buzzi Unicem S.p.A. Data cessazione: assemblea di (carica in scadenza in occasione approvazione bilancio di dell’assemblea di approvazione del esercizio 2015 bilancio al 31 dicembre 2013). Vice Presidente del Consiglio di Amministrazione di Consorzio Trasporti Speciali S.p.A.; Presidente del Consiglio di Amministrazione di Credito Artigiano; Consigliere di Genport S.r.l; Consigliere di Centrobanca S.p.A.. Consigliere di Istituto Centrale Banche Popolari; Consigliere di Cartasì S.p.A.. Consigliere di SI Holding S.p.A.; Consigliere di Carifano S.p.A.; Consigliere di Credito Artigiano S.p.A.; Consigliere di Key Client S.p.A.; Vice Presidente del Consiglio di Amministrazione di Credito Siciliano S.p.A.; Vice Presidente del Consiglio di Amministrazione di Bancaperta S.p.A.. Miro Fiordi Amministratore Delegato Data nomina: 27 aprile 2013 Data cessazione: assemblea di approvazione bilancio di esercizio 2015 Mariarosa Borroni Consigliere Data nomina: 27 aprile 2013 Data cessazione: assemblea di approvazione bilancio di esercizio 2015 Isabella Bruno Tolomei Frigerio Consigliere Data nomina: 27 aprile 2013 Data cessazione: assemblea di approvazione bilancio di esercizio 2015 --- Consigliere di Aperta SGR S.p.A.. Presidente del Consiglio di Amministrazione di Condotte Immobiliari S.p.A.; Presidente del Consiglio di Amministrazione di Ferfina S.p.A.; Membro del Consiglio di sorveglianza di Società Italiana per Condotte d’Acqua S.p.A. (carica in scadenza in occasione dell’assemblea di approvazione del bilancio al 31 dicembre 2013); P ROSPETTO I NFORMATIVO 118 Consigliere di Beni Stabili S.I.I.Q.; Amministratore di Fimoven s.a.s.; Amministratore di Finanziaria dei Dogi S.r.l.. Gabriele Cogliati Consigliere Data nomina: 27 aprile 2013 Data cessazione: assemblea di approvazione bilancio di esercizio 2015 Michele Colombo Consigliere Data nomina: 27 aprile 2013 Data cessazione: assemblea di approvazione bilancio di esercizio 2015 Antonio Leonardi Consigliere Presidente del Consiglio di Amministrazione di Elemaster S.p.A.; Presidente del Consiglio di Amministrazione Cogliati Holding S.r.l; Presidente del Consiglio di Amministrazione Eleprint S.r.l.; Vice Presidente del Consiglio di Amministrazione di Elefin S.r.l.; Consigliere Delegato di Eletech S.r.l.; Consigliere di Coet Costruzioni Elettrotecniche S.r.l. (carica in scadenza in occasione dell’sssemblea di approvazione del bilancio al 31 dicembre 2013); Consigliere di Coet International S.r.l.; Consigliere di Bankadati Soc.Cons.p.A.. --- Presidente del Consiglio di Amministrazione di Colombo Design S.p.A.; Consigliere di Gedy S.p.A.; Socio Accomandante di Col.Fin. s.a.s.; Presidente del Consiglio di Amministrazione di Rossini Immobiliare S.r.l.; --- --- Consigliere di Credito Siciliano S.p.A.. Data nomina: 27 aprile 2013 Data cessazione: assemblea di approvazione bilancio di esercizio 2015 Paolo De Santis Consigliere Data nomina: 27 aprile 2013 Data cessazione: assemblea di approvazione bilancio di esercizio 2015 Gionni Gritti Consigliere Data nomina: 27 aprile 2013 Data cessazione: assemblea di approvazione bilancio di esercizio 2015 Amministratore Delegato Meta S.p.A.; Consigliere di Como Imprenditori Presidente del Consiglio di Alberghieri S.r.l.; Amministrazione di Sviluppo Como Consigliere di Federfidi Lombardia S.r.l.. S.p.A.; Consigliere di Futurimpresa SGR S.p.A.; Consigliere di la Provincia S.p.A. Editoriale (carica in scadenza in occasione dell’assemblea di approvazione del bilancio al 31 dicembre 2013); Consigliere Delegato di Grand Hotel di Como S.r..l.. Presidente del Consiglio di Amministrazione di Unidata S.r.l. (carica in scadenza in occasione dell’sssemblea di approvazione del bilancio al 31 dicembre 2013); Vice Presidente del Consiglio di Amministrazione di Aviovaltellina S.p.A. (carica in scadenza in occasione P ROSPETTO I NFORMATIVO 119 Livia Martinelli Consigliere Data nomina: 27 aprile 2013 Data cessazione: assemblea di approvazione bilancio di esercizio 2015 Francesco Naccarato Consigliere dell’assemblea di approvazione del bilancio al 31 dicembre 2013); Consigliere di Politec Soc.Coop. (carica in scadenza in occasione dell’assemblea di approvazione del bilancio al 31 dicembre 2013). Sindaco effettivo di Sviluppo Immobiliare Corio S.r.l.; Presidente del Collegio Sindacale di Oasi Diagram S.p.A.; Presidente del Collegio Sindacale di Adamello S.p.A. (carica in scadenza in occasione dell’assemblea di approvazione del bilancio al 31 dicembre 2013); Presidente del Collegio Sindacale di Nuova Borsa S.r.l. (carica in scadenza in occasione dell’assemblea di approvazione del bilancio al 31 dicembre 2013); Sindaco supplente di Bonetti S.p.A.; Sindaco supplente di Le Terrazze S.p.A.; Sindaco supplente di Cartasì S.p.A.; Sindaco supplente di Equens S.p.A.. Presidente del Consiglio di Amministrazione di Almaforte S.r.l.; Consigliere di Regale S.p.A.. Presidente del Collegio Sindacale di Credito Artigiano S.p.A.; Sindacato effettivo di Bancaperta S.p.A.. Consigliere di Xelettra S.c.a.r.l.. Data nomina: 27 aprile 2013 Data cessazione: assemblea di approvazione bilancio di esercizio 2015 Alberto Ribolla Consigliere Data nomina: 27 aprile 2013 Data cessazione: assemblea di approvazione bilancio di esercizio 2015 Paolo Scarallo Consigliere Presidente del Consiglio di Consigliere di S.E.A. S.p.A.; Amministrazione di Sices S.p.A.; Consigliere di sorveglianza di Varese Presidente del Consiglio di Investimenti S.p.A.. Amministrazione di Sices Consortium S.r.l.; Presidente del Consiglio di Amministrazione di Univa Partecipazioni S.p.A.; Amministratore Delegato di Sices 1958 S.p.A. (carica in scadenza in occasione dell’assemblea di approvazione del bilancio al 31 dicembre 2013); Presidente del Consiglio di Amministrazione di Mediocreval S.p.A.; Amministratore Delegato di Garden S.r.l.; Consigliere di Mecaer Italia S.p.A.; Consigliere di Sices Real Estate S.pA.; Presidente di Fluitek Orsenigo Italian Valves Makers. Presidente del Consiglio di Amministrazione di Credito Siciliano S.p.A.. --- Data nomina: 27 aprile 2013 Data cessazione: assemblea di approvazione bilancio di esercizio 2015 Paolo Stefano Giudici --- P ROSPETTO I NFORMATIVO Consigliere di Bancaperta S.p.A.. 120 Consigliere Data nomina: 12 aprile 2014 Data cessazione: assemblea di approvazione bilancio di esercizio 2015 Nessuno dei membri del Consiglio di Amministrazione risulta avere rapporti di parentela con gli altri membri del Consiglio di Amministrazione o con i membri del Collegio Sindacale e della Direzione Generale dell’Emittente. Per quanto a conoscenza dell’Emittente nessuno dei membri del Consiglio di Amministrazione ha riportato, negli ultimi cinque anni, condanne in relazione a reati di frode, né è stato associato, nell’ambito dell’assolvimento dei propri incarichi, a procedure di bancarotta, amministrazione controllata o liquidazione volontaria, né, infine, è stato soggetto ad incriminazioni ufficiali e/o sanzioni da parte di autorità pubbliche o di regolamentazione (comprese le associazioni professionali designate) o di interdizioni, da parte di un tribunale, dalla carica di membro degli organi di amministrazione, di direzione o di vigilanza dell’Emittente o dallo svolgimento dell’attività di direzione o di gestione di qualsiasi emittente, fatto salvo quanto illustrato nel paragrafo che segue. La Banca d’Italia, con provvedimento del 22 ottobre 2013, ha comminato sanzioni amministrative - per carenze nell’organizzazione e nei controlli in materia di antiriciclaggio e trasparenza ai sensi: (i) dell’articolo 67, comma 1, lettera b) e d) del TUB; (ii) del Titolo IV, Capitolo 11 della Circolare n. 229; e (iii) del Titolo I, Capitolo I, Parte Quarta della Circolare n. 263 - ai seguenti componenti del Consiglio di Amministrazione: Giovanni De Censi (Presidente), Miro Fiordi (Amministratore Delegato e Direttore Generale), Fumagalli Romario Aldo (Vice Presidente), Cogliati Gabriele (Consigliere), Colombo Michele (Consigliere), De Santis Paolo (Consigliere), Ribolla Alberto (Consigliere), Scarallo Paolo (Consigliere) e Paolo Stefano Giudici7 (Consigliere), per un importo complessivo pari ad Euro 148.500. 9.1.2 Collegio Sindacale Ai sensi dell’art. 44 dello Statuto, l’Assemblea nomina cinque Sindaci, tre effettivi e due supplenti, in possesso dei requisiti richiesti dalla legge. I Sindaci durano in carica tre esercizi, scadono alla data dell’Assemblea convocata per l’approvazione del bilancio relativo all’ultimo esercizio della loro carica e sono rieleggibili. Per ulteriori informazioni circa la modalità di elezione e sostituzione dei Sindaci si rinvia agli artt. 45 e 46 dello Statuto della Banca, pubblicato sul sito internet www.creval.it - sezione “Investor Relations” alla voce “Corporate Governance”. I membri del Collegio Sindacale sono stati nominati dall’Assemblea dei soci del 27 aprile 2013 e cesseranno dalla carica alla data di convocazione dell’Assemblea di approvazione del bilancio al 31 dicembre 2015. Si precisa che il prof. Paolo Stefano Giudici è stato Consigliere dell’Emittente dal 17 aprile 2010, data dell’Assemblea che ha nominato gli organi sociali per il triennio 2010 - 2012, al 27 aprile 2010, data dell’Assemblea convocata per procedere al rinnovo degli organi sociali per il triennio 2013 - 2015. Pertanto, al momento dei fatti a cui si riferisce l’ispezione a seguito della quale è stata comminata la sanzione amministrativa indicata risultava Consigliere della Banca. Da ultimo, il prof. Giudici è stato nominato Consigliere dell’Emittente dall’Assemblea dei soci del 12 aprile 2014, in sostituzione del dimissionario prof. Mario Anolli. 7 P ROSPETTO I NFORMATIVO 121 La composizione del Collegio Sindacale dell’Emittente è la seguente: NOME E COGNOME CARICA RICOPERTA LUOGO E DATA DI NASCITA Angelo Garavaglia Presidente del Collegio Sindacale Rho, 24 marzo 1947 Giuliana Pedranzini Sindaco effettivo Bormio, 6 marzo 1956 Luca Valdameri Sindaco effettivo Milano, 13 novembre 1968 Edoardo Della Cagnoletta Sindaco supplente Sondrio, 18 gennaio 1960 Anna Valli Sindaco supplente Teglio, 2 dicembre 1973 I Sindaci sono in possesso dei requisiti di onorabilità, professionalità e indipendenza previsti dall’articolo 148, comma 3 del Testo Unico della Finanza, dei requisiti di compatibilità della carica ai sensi dell’art. 36 del D.L. del 27 dicembre 2011, n. 201 (c.d. divieto di interlocking), nonché dei requisiti richiesti dal Codice di Autodisciplina. Di seguito viene riportato un sintetico “curriculum vitae” di ogni membro del Collegio Sindacale, dal quale emergono la competenza e l’esperienza maturata in materia di gestione aziendale: Angelo Garavaglia, è nato a Rho nel 1947. È stato abilitato alla professione di dottore commercialista nel 1982 ed è iscritto all’Albo dei revisori contabili dal 1992. È professionista con studio di commercialista in Milano ed ha ricoperto, tra l’altro, l’incarico di Presidente del Collegio Sindacale del Credito Siciliano; fa parte dell’organo di controllo del Credito Valtellinese dal 2004. Giuliana Pedranzini, nata a Bormio (SO) nel 1956, è stata abilitata alla professione di dottore commercialista nel 1992 ed è iscritta al Registro Nazionale dei revisori contabili dal 1995. Esercita la propria attività con studio in Bormio e collabora con primario studio di Milano, con funzioni di consulenza societaria, tributaria e aziendale oltre a ricoprire la carica di Sindaco e revisore in realtà imprenditoriali e associative operanti nel tessuto socio-economico valtellinese. Luca Valdameri, nato il 13 novembre 1968 a Milano, dove svolge la professione di dottore Commercialista presso uno dei principali studi indipendenti presenti in Italia e all’estero, specializzato nel settore della consulenza tributaria e legale rivolta a società e gruppi multinazionali. E’ iscritto all’Ordine dei Dottori Commercialisti di Milano dal 1996 e nel Registro dei revisori contabili dal 1999; è docente presso l’International Bureau of Fiscal Documentation di Amsterdam ed ha maturato significativa esperienza nella consulenza e nell’analisi in materia fiscale, previdenziale, piani di incentivazione azionaria per dipendenti. E’ sindaco effettivo e revisore legale di alcune realtà societarie. Anna Valli, nata a Teglio (SO) il 2 dicembre 1973 e laureata con la votazione di 108/110 in Economia Aziendale presso l’Università Luigi Bocconi di Milano con indirizzo libero professionale e tesi riguardante l’amministrazione controllata nei gruppi di imprese. Nel 2002 ha conseguito l’abilitazione all’esercizio della professione di Dottore Commercialista. Oggetto della propria attività è la consulenza societaria, tributaria e aziendale a favore di società commerciali, anche in collaborazione con lo studio del dott. Francesco Grimaldi, oltre che quella di sindaco di società. Edoardo della Cagnoletta, nato a Sondrio il 18 gennaio 1960, laureato in economia aziendale esercita l’attività professionale in ambito tributario, societario e contrattuale. Ha maturato esperienze nel campo della formazione, anche in qualità di docente in master di specializzazione post-universitaria. Sindaco di diverse società operanti nei settori industriale, finanziario e dei servizi. Nella seguente tabella sono indicate le società di capitale o di persone in cui i componenti del Collegio Sindacale siano o siano stati membri degli organi di amministrazione, direzione o vigilanza, ovvero soci negli ultimi cinque anni. P ROSPETTO I NFORMATIVO 122 NOME E COGNOME CARICA Angelo Garavaglia Presidente del Collegio Sindacale Data nomina: 27 aprile 2013 Data cessazione: assemblea di approvazione bilancio di esercizio 2015 Giuliana Pedranzini Sindaco effettivo PRINCIPALI ATTIVITÀ E/O CARICHE ATTUALI E/O PARTECIPAZIONI Presidente del Consiglio di Amministrazione di Finassist S.r.l.; Presidente del Collegio Sindacale di MDC S.r.l.; Socio Accomandante di Controcampo Immobiliare s.a.s.; Sindaco effettivo di Padovan S.r.l.; Sindaco effettivo di Rinnovamento Commerciale S.p.A.; Presidente del Collegio Sindacale di Immobiliare Capo D’Arco S.r.l. (carica in scadenza in occasione dell’assemblea di approvazione del bilancio al 31 dicembre 2013); Presidente del Collegio Sindacale di Orvital S.p.A. (carica in scadenza in occasione dell’assemblea di approvazione del bilancio al 31 dicembre 2013); Sindaco effettivo di Finim S.p.A. (carica in scadenza in occasione dell’assemblea di approvazione del bilancio al 31 dicembre 2013); Consigliere di F.A.R.O. S.p.A.; Sindaco Supplente di Adamello S.p.A.; Amministratore uico di Jolly Prima S.r.l.. Sindaco effettivo di Politec Soc. Coop; Sindaco supplente di Società Mulitservizi Alta Valle S.p.A.; Data nomina: 27 aprile 2013 Data cessazione: assemblea di approvazione bilancio di esercizio 2015 Luca Valdameri Sindaco effettivo Data nomina: 27 aprile 2013 Data cessazione: assemblea di approvazione bilancio di esercizio 2015 Presidente del Collegio Sindacale di I grandi viaggi S.p.A.; Presidente del Collegio Sindacale di Cisco Systems Capital Italy S.r.l.; Presidente del Collegio Sindacale di Cisco Photonics Italy S.r.l.; Presidente del Collegio Sindacale di Fratelli Visconti S.A.P.A.; Presindente Collegio Sindacale WIIT S.p.A.; Sindaco effettivo di The Boston Consulting Group S.r.l; Sindaco effettivo di Cisco Systems (Italy) S.r.l.; Sindaco effettivo di Spazio Immobiliare 2000 S.r.l.; Sindaco effettivo di Hedge Invest SGR; Sindaco effettivo di Valeo S.p.A.; Sindaco supplente di Silbeco Italia S.p.A.; Sindaco supplente Dutto S.p.A.; Sindaco supplente di Bollhoff S.r.l.; Sindaco supplente di Petit bateau Italia S.r.l.; P ROSPETTO I NFORMATIVO CARICHE E/O PARTECIPAZIONI CESSATE NEI 5 ANNI PRECEDENTI Presidente del Collegio Sindacale di Credito Siciliano; Consigliere di Rent Service S.r.l.. Vice Presidente del Consiglio di Amministrazione di Consorzio Trasporti Speciali S.p.A.; Presidente del Consiglio di Amministrazione di Credito Artigiano; Consigliere di Genport S.r.l; Consigliere di Centrobanca S.p.A.. Sindaco di GS Engineering & Construction Italy S.r.l.; Presidente del Collegio Sindacale di Parmalat Africa S.p.A.; Sindaco effettivo di Microsoft S.r.l.; Sindaco effettivo di Italsafin S.p.A.. 123 Edoardo Della Cagnoletta Sindaco supplente Data nomina: 27 aprile 2013 Data cessazione: assemblea di approvazione bilancio di esercizio 2015 Anna Valli Sindaco supplente Data nomina: 27 aprile 2013 Data cessazione: assemblea di approvazione bilancio di esercizio 2015 Sindaco supplente di Ellisse S.r.l.; Sindaco supplente di Clariant Masternatches (Italia) S.p.A.; Sindaco supplente di Ulisse due S.r.l.; Sindaco supplente di Clariant (Italia) S.p.A.; Sindaco supplente di Clariant Prodotti S.p.A.; Sindaco supplente di Manutenzione e Servizi ferroviari S.r.l.; Sindaco supplente di società Sarda di Bertonit S.r.l.; Sindaco supplente di Tecno Gas S.r.l.; Sindaco supplente di Lagostina S.r.l.; Sindaco supplente di Cir S.p.A.. Presidente del Collegio Sindacale di Policentro Sviluppo S.p.A.; Presidente del Collegio Sindacale di Credito Siciliano; Presidente del Collegio Sindacale di Finanziaria San Giacomo; Sindaco effettivo di La Policentro S.p.A.; Sindaco effettivo di Sviluppi e Partecipazioni Immobiliari S.p.A.; Sindaco effettivo di Alfa 20 S.r.l.; Sindaco effettivo di Cookson Electronics Italia S.p.A.; Sindaco effettivo di Cogest Italia S.r.l.; Sindaco supplente di Santa Paula S.r.l.; Sindaco supplente di MDC S.r.l.; Sindaco supplente di Miri & Giò S.p.A.. Sindaco effettivo di Santa Paula S.r.l.; Sindaco supplente di Parom Holdinf S.p.A.; Sindaco supplente di Manifattura dell’Adda – in liquidazione; Sindaco supplente di S.C. Evolution S.p.A.; Sindaco supplente di Società Impianti Valdidentro S.p.A.; Sindaco supplente di Stelline Servizi Immobiliari; Sindaco supplente di Tele Monteneve S.r.l.; Sindaco supplente di Valtellina Golf Club S.p.A.. Sindaco supplente di Credito del Lazio S.p.A.; Sindaco effettivo di di Policentro Promozioni Estere S.p.A.; Presidente Collegio Sindacale di JBS Europa Spa in liquidazione; Sindaco supplente di Old Agraria S.r.l.; Sindaco effettivo di Grattarola S.r.l.; Sindaco effettivo di Alent Italia S.r.l.; Sindaco supplente di Valandrea S.r.l.. Sindaco supplente di Fincentro S.p.A.; Sindaco supplente di JBS Europa Spa in liquidazione; Sindaco supplente di Frutticoltori Villa di Tirano – Società Cooperativa Agricola; Sindaco supplente di IMSO S.r.l.; Presidente Collegio Sindacale di Valandrea S.r.l.; Sindaco supplente di Liri S.r.l.. Nessuno dei componenti del Collegio Sindacale risulta avere rapporti di parentela con gli altri membri del Collegio Sindacale o con i membri del Consiglio di Amministrazione e della Direzione Generale dell’Emittente. Per quanto a conoscenza dell’Emittente nessuno dei membri del Collegio Sindacale ha riportato, negli ultimi cinque anni, condanne in relazione a reati di frode, né è stato associato, nell’ambito dell’assolvimento dei propri incarichi, a procedure di bancarotta, amministrazione controllata o liquidazione volontaria, né, infine, è stato soggetto ad incriminazioni ufficiali e/o sanzioni da parte di autorità pubbliche o di regolamentazione (comprese le associazioni professionali designate) o di interdizioni, da parte di un tribunale, dalla carica di membro degli organi di P ROSPETTO I NFORMATIVO 124 amministrazione, di direzione o di vigilanza dell’Emittente o dallo svolgimento dell’attività di direzione o di gestione di qualsiasi emittente, fatto salvo quanto illustrato nel paragrafo che segue. La Banca d’Italia, con provvedimento del 22 ottobre 2013, ha comminato sanzioni amministrative - per carenze nell’organizzazione e nei controlli in materia di antiriciclaggio e trasparenza ai sensi: (i) dell’articolo 67, comma 1, lettera b) e d) del TUB; (ii) del Titolo IV, Capitolo 11 della Circolare n. 229; e (iii) del Titolo I, Capitolo I, Parte Quarta della Circolare n. 263 - ai seguenti componenti del Collegio Sindacale: Angelo Garavaglia (Presidente), per un importo complessivo pari ad Euro 16.500. 9.1.3 Direzione Generale Ai sensi dell’art. 47 dello Statuto della Banca, la Direzione Generale è composta dal Direttore Generale, coadiuvato da un Condirettore Generale, e da uno o più Vice Direttori Generali. La nomina e la revoca del Direttore Generale sono deliberate dal Consiglio di Amministrazione, con il voto favorevole di almeno i tre quarti dei suoi membri. La seguente tabella riporta le informazioni concernenti i componenti della Direzione Generale dell’Emittente alla data del presente Prospetto: NOME E COGNOME CARICA RICOPERTA LUOGO E DATA DI NASCITA Miro Fiordi Direttore Generale (*) Sondrio, 20 novembre 1956 Luciano Camagni Condirettore Generale Erba, 31 agosto 1955 Umberto Colli Vice Direttore Generale Morbegno, 25 maggio 1964 Enzo Rocca Vice Direttore Generale Pisoniano, 16 novembre 1963 Franco Sala Vice Direttore Generale Como, 7 aprile 1952 Mauro Selvetti Vice Direttore Generale Sondrio, 31 luglio 1960 (*) Si precisa che Miro Fiordi è anche Amministratore Delegato della Banca, con data di prima nomina 17 aprile 2010. Di seguito viene riportato un sintetico “curriculum vitae” di ogni membro della Direzione Generale, dal quale emergono la competenza e l’esperienza maturata in materia di gestione aziendale: Miro Fiordi, nato a Sondrio nel 1956, diplomato ragioniere, ha maturato una lunga esperienza professionale nel Credito Valtellinese, è Direttore Generale della banca dal 1° maggio 2003. È consigliere e membro del Comitato Esecutivo dell'Associazione Bancaria Italiana, consigliere dell’Istituto Centrale delle Banche Popolari Italiane e, dall’ottobre 2012, è membro del Comitato esecutivo della Confedèration Internationale des Banques Populaires. Nominato Amministratore Delegato il 17 aprile 2010. Luciano Filippo Camagni, nato a Caslino d’Erba (CO) nel 1955. Laureato in Economia aziendale, specializzazione aziende di credito presso l’Università Bocconi di Milano, ha svolto l’attività professionale nel settore bancario maturando un’ampia esperienza presso importanti banche lombarde. Al Credito Valtellinese dal 1994, presso la Direzione Commerciale, è poi passato al Credito Artigiano S.p.A., del quale è stato Vice Direttore Generale, Direttore Generale dal 1998 e Consigliere di Amministrazione dall’aprile 2007. E’ Condirettore Generale del Credito Valtellinese dall’aprile 2010. Umberto Colli, nato a Morbegno (SO) nel 1964. Laureato in Scienze Economiche e Bancarie dell'Università degli Studi di Siena, master in Direzione bancaria del Cefor di Milano, è al Gruppo Credito Valtellinese dal 1989, dove ha interamente sviluppato il proprio percorso professionale, maturando una significativa esperienza nelle aree pianificazione, finanza, crediti e commerciale attraverso incarichi a crescenti livelli di responsabilità nelle banche del Gruppo. E’ stato Vice Direttore Generale del Credito Siciliano nel 2005 - 2006, Consigliere di Amministrazione e Direttore Generale di Bancaperta, polo finanziario e assicurativo del Gruppo fino al 2011. E’ stato nominato Vice Direttore Generale della Capogruppo nell’aprile 2010. Enzo Rocca, nato a Pisoniano (Roma) nel 1963, laureato in Economia e Commercio presso l’Università La Sapienza di Roma, è iscritto all’Albo dei Revisori contabili dal 1995 e all'Albo dei Dottori Commercialisti dal 1991. E’ autore di numerose pubblicazioni in tema di gestione e bilancio delle banche. Dopo una significativa esperienza presso primarie banche italiane è al Gruppo Credito Valtellinese dal 1999, dove ha ricoperto posizioni con crescenti P ROSPETTO I NFORMATIVO 125 livelli di responsabilità nell’area amministrazione, pianificazione e risk management. E’ stato Dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societari da giugno 2007 ad aprile 2011. E’ stato nominato Vice Direttore Generale della Capogruppo nel giugno 2006. Franco Sala, nato a Como nel 1952, ha svolto la propria attività professionale nel settore bancario, maturando un’ampia esperienza prevalentemente presso le strutture commerciali di importanti banche lombarde, in posizioni di crescente responsabilità direttiva. Al Credito Valtellinese dal 1994, inizialmente presso la rete operativa, successivamente in qualità di direttore commerciale. E’ stato Vice Direttore Generale del Credito Valtellinese dal 2001 a settembre 2010, data in cui è stato nominato Direttore Generale del Credito Artigiano, carica che ha mantenuto sino alla fusione di quest’ultima nel Credito Valtellinese, avvenuta a settembre 2012. Mauro Selvetti, nato a Sondrio nel 1960, è nel Gruppo Credito Valtellinese dal 1981, dove ha sviluppato una significativa esperienza in ambito commerciale, nella direzione di filiali della Capogruppo fino al ruolo di responsabile capozona, e nella gestione e sviluppo delle risorse umane, quale responsabile del personale del Credito Valtellinese, del Credito Artigiano e quindi della Direzione Risorse di Gruppo. E’ stato Vice Direttore Generale del Credito Siciliano da agosto 2006 a ottobre 2008, attualmente è Presidente di Bankadati Servizi Informatici, società per la gestione dei sistemi informativi del Gruppo. E’ Vice Direttore Generale della Capogruppo da aprile 2010. Nella seguente tabella sono indicate le società di capitale o di persone in cui i membri della Direzione Generale siano o siano stati membri degli organi di amministrazione, direzione o vigilanza, ovvero soci negli ultimi cinque anni. NOME E COGNOME CARICA Miro Fiordi Direttore Generale Data nomina: 1 maggio 2003 Luciano Camagni Condirettore Generale Data nomina: 17 aprile 2010 Umberto Colli Vice Direttore Generale Data nomina: 17 aprile 2010 Enzo Rocca Vice Direttore Generale Data nomina: 13 giugno 2006 PRINCIPALI ATTIVITÀ E/O CARICHE ATTUALI E/O PARTECIPAZIONI Consigliere di Istituto Centrale delle Banche Popolari Italiane S.p.A.; Consigliere di Cartasì S.p.A.. Amministratore Mediocreval S.p.A.. CARICHE E/O PARTECIPAZIONI CESSATE NEI 5 ANNI PRECEDENTI Consigliere di SI Holding S.p.A.; Consigliere di Carifano S.p.A.; Consigliere di Credito Artigiano S.p.A.; Consigliere di Key Client S.p.A.; Vice Presidente del Consiglio di Amministrazione di Credito Siciliano S.p.A.; Vice Presidente del Consiglio di Amministrazione di Bancaperta S.p.A.. Delegato di Consigliere di Global Assicurazioni S.p.A.; Direttore Generale di Credito Artigiano S.p.A.; Consigliere di Credito Artigiano S.p.A.; Presidente del Consiglio di Amministrazione di Deltas Soc.Cons.p.A.; Consigliere di Redilco Real Estate S.p.A.; Consigliere di Credito Siciliano S.p.A.; Consigliere di Bancaperta S.p.A.. Vice Presidente del Consiglio di Consigliere di Bancaperta S.p.A.; Amministrazione di Stelline Servizi Consigliere di Deltas Soc.Cons.P.A.; Immobiliari S.p.A.; Vice Presidente del Consiglio di Consigliere Global Assistance S.p.A. Amministrazione di Aperta Fiduciaria (carica in scadenza in occasione S.r.l.; dell’assemblea di approvazione del Consigliere di Aperta SGR S.p.A.; bilancio al 31 dicembre 2013); Vice Direttore Generale di Credito Consigliere Global Assicurazioni S.p.A.; Siciliano S.p.A.; Amministratore Delegato di Bankadati Consigliere di Bankadati Soc.Cons.P.A.; Soc. Cons. P.A.; Consigliere di Bancaperta S.p.A.; Consigliere Global Broker S.p.A.. Consigliere di Bankadati Soc.Cons.P.A.; Consigliere di Deltas Soc.Cons.P.A.; Consigliere di Creset Servizi Territoriali Consigliere di Aperta SGR S.p.A.; S.p.A.. Vice Presidente del Consiglio di Amministrazione di Stelline S.p.A.. P ROSPETTO I NFORMATIVO 126 Franco Sala Vice Direttore Generale Data nomina: 10 settembre 2012 Mauro Selvetti Vice Direttore Generale Data nomina: 17 aprile 2010 Consigliere con delega Finanziaria San Giacomo S.p.A.; Vice Presidente Creset Servizi Territoriali S.p.A.. Vice Presidente del Consiglio di Amministrazione di Bankadati Soc.Cons.P.A.; Consigliere di Global Assicurazioni S.p.A., Consigliere di Global Broker S.p.A.; Consigliere di Valtellina Golf Club S.p.A.. Direttore Generale di Credito Artigiano S.p.A.; Consigliere di Bancaperta S.p.A.; Consigliere di Credito Piemontese S.p.A.. Consigliere di Deltas Soc.Cons.P.A.; Vice Direttore Generale di Credito Siciliano S.p.A.; Consigliere di Creset S.p.A.; Amministratore Delegato di Bankadati Soc.Cons.P.A.; Presidente del Consiglio di Amministrazione di Bankadati Soc. Cons. P.A.; Vice Presidente del Consiglio di Amministrazione Stelline Servizi Immobiliari S.p.A.. Nessuno dei componenti della Direzione Generale risulta avere rapporti di parentela con gli altri membri della Direzione Generale o con i membri del Consiglio di Amministrazione e del Collegio Sindacale dell’Emittente. Per quanto a conoscenza dell’Emittente nessuno dei membri della Direzione Generale ha riportato, negli ultimi cinque anni, condanne in relazione a reati di frode, né è stato associato, nell’ambito dell’assolvimento dei propri incarichi, a procedure di bancarotta, amministrazione controllata o liquidazione volontaria, né, infine, è stato soggetto ad incriminazioni ufficiali e/o sanzioni da parte di autorità pubbliche o di regolamentazione (comprese le associazioni professionali designate) o di interdizioni, da parte di un tribunale, dalla carica di membro degli organi di amministrazione, di direzione o di vigilanza dell’Emittente o dallo svolgimento dell’attività di direzione o di gestione di qualsiasi emittente, fatto salvo quanto illustrato nel paragrafo che segue. La Banca d’Italia, con provvedimento del 22 ottobre 2013, ha comminato sanzioni amministrative - per carenze nell’organizzazione e nei controlli in materia di antiriciclaggio e trasparenza ai sensi: (i) dell’articolo 67, comma 1, lettera b) e d) del TUB; (ii) del Titolo IV, Capitolo 11 della Circolare n. 229; e (iii) del Titolo I, Capitolo I, Parte Quarta della Circolare n. 263 - a Miro Fiordi, in qualità di Amministratore Delegato e Direttore Generale, per un importo massimo complessivo pari ad Euro 16.500. 9.2 9.2.1 Conflitti di interessi dei membri del Consiglio di Amministrazione, dei componenti del Collegio Sindacale e dei componenti della Direzione Generale Potenziali conflitti di interesse dei membri del Consiglio di Amministrazione, del Collegio Sindacale o dei componenti della Direzione Generale Alla Data del Prospetto non esistono situazioni di conflitto tra gli obblighi di ciascuno dei membri del Consiglio di Amministrazione, della Direzione Generale e del Collegio Sindacale e i rispettivi interessi privati o altri doveri. D’altra parte, alcuni componenti del Consiglio di Amministrazione e del Collegio Sindacale svolgono attività di impresa nell’area geografica in cui opera la Società. Nell’esercizio di tale attività tali soggetti potrebbero effettuare operazioni con l’Emittente (in particolare, potrebbero accedere alle forme di finanziamento che l’Emittente normalmente eroga a favore delle imprese operanti sul territorio al fine di sostenere l’economia locale, quali, per esempio, affidamenti in conto corrente, forme tecniche di fido dedicate alle imprese, mutui chirografari, etc.) in situazione di potenziale conflitto di interesse. P ROSPETTO I NFORMATIVO 127 Ove sorgano conflitti di interesse la Banca gestisce tali situazioni nel rispetto di quanto previsto dall’articolo 2391 del Codice Civile, dell’articolo 136 del Testo Unico Bancario e dall’articolo 150, comma 1 del Testo Unico della Finanza, nonché in conformità alle disposizioni di legge o regolamentari in materia di parti correlate. In particolare: - ai sensi dell’art. 2391 del Codice Civile, in caso di conflitto di interessi, i componenti del Consiglio di Amministrazione della Banca devono dare notizia dei propri interessi (personali e per conto terzi) in una specifica operazione agli altri consiglieri nonché al Collegio Sindacale. Ciascun membro del Consiglio di Amministrazione dovrà, pertanto, indicare la natura, i termini, l’origine e la portata del proprio interesse in modo che il Consiglio di Amministrazione possa avere contezza dell’estensione e della rilevanza di tali interesse. In tali casi, la deliberazione del Consiglio di Amministrazione dovrà adeguatamente motivare le ragioni e la convenienza dell’operazione per la Società; - ai sensi dell’articolo 136 del Testo Unico Bancario, chi svolge funzioni di amministrazione, direzione e controllo presso una banca non può contrarre obbligazioni di qualsiasi natura o compiere atti di compravendita, direttamente o indirettamente, con la banca che amministra, dirige o controlla, se non previa deliberazione dell’organo di amministrazione presa all’unanimità e col voto favorevole di tutti i componenti dell’organo di controllo; e - infine, ai sensi dell’articolo 150, comma 1 del Testo Unico della Finanza, i componenti del Consiglio di Amministrazione riferiscono tempestivamente al Collegio Sindacale sull’attività svolta e sulle operazioni di maggior rilievo economico, finanziario e patrimoniale, effettuate dalla Società o dalle società controllate. In particolare, gli amministratori riferiscono sulle operazioni nelle quali essi abbiano un interesse, per conto proprio o di terzi, o che siano influenzate dal soggetto che esercita l’attività di direzione e coordinamento. Inoltre, in linea con le disposizioni di vigilanza prudenziale (Titolo V, Capitolo 5 della Circolare n. 263) e con il Regolamento Operazioni con Parti Correlate, il Consiglio di Amministrazione ha approvato, per la prima volta il 23 novembre 2010 le “Procedure relative alle Operazioni con Parti Correlate ”, successivamente sostituite dalle “Procedure relative alle Operazioni con Parti Correlate e Soggetti Connessi”, in vigore dal 31 dicembre 2012. Inoltre, in base alle disposizioni della Circolare n. 263, il Consiglio di Amministrazione della Capogruppo ha approvato la “Policy in materia di controlli sulle attività di rischio e sui conflitti di interesse nei confronti di soggetti collegati”, documento che definisce le politiche interne in materia di controlli sulle attività di rischio e sui conflitti di interesse nei confronti di soggetti collegati, portato a conoscenza dell’Assemblea ordinaria tenutasi in data 27 aprile 2013. Per maggiori informazioni in relazione alle operazioni con parti correlate si veda la presente Sezione Prima, Capitolo 14, del Prospetto. 9.2.2 Accordi o intese con i principali azionisti, clienti, fornitori o altri a seguito dei quali sono stati scelti membri degli organi di amministrazione, di direzione o di controllo o alti dirigenti La Società non è a conoscenza di accordi o intese con i principali azionisti, clienti, fornitori o altri, a seguito dei quali le persone indicate nei Paragrafi 9.1.1 – 9.1.2 – 9.1.3, che precedono, possano essere state scelte quali membri del Consiglio di Amministrazione, del Collegio Sindacale o della Direzione Generale. 9.2.3 Eventuali restrizioni concordate dai membri del Consiglio di Amministrazione e del Collegio Sindacale e dai dirigenti per quanto riguarda la cessione dei titoli dell’Emittente Non risultano restrizioni concordate da membri del Consiglio di Amministrazione, del Collegio Sindacale o della Direzione Generale per quanto riguarda l’eventuale cessione, entro periodi di tempo determinati, dei titoli dell’Emittente detenuti da tali membri. P ROSPETTO I NFORMATIVO 128 10. REMUNERAZIONI E BENEFICI Per maggiori informazioni in merito alla remunerazione e ai benefici corrisposti ai membri degli organi di amministrazione, di direzione e di vigilanza e agli alti dirigenti di Credito Valtellinese S.c. con riferimento all’ultimo esercizio chiuso al 31 dicembre 2013, essendo la Banca un emittente azioni ammesse alla quotazione sul Mercato Telematico delle Azioni, si rinvia al documento “Politiche Retributive di Gruppo - Relazione sulla remunerazione 2013”, disponibile per la consultazione presso la sede legale della Banca, in Sondrio, Piazza Quadrivio n. 8, ovvero sul sito internet www.creval.it. P ROSPETTO I NFORMATIVO 129 11. PRASSI DEL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE Per maggiori informazioni in merito alla prassi del Consiglio di Amministrazione ed all’osservanza da parte di Credito Valtellinese S.c. delle norme vigenti in materia di governo societario, essendo la Banca un emittente azioni ammesse alla quotazione sul Mercato Telematico delle Azioni, si rinvia alla “Relazione sul governo societario e gli assetti proprietari”, disponibile per la consultazione presso la sede legale della Banca, in Sondrio, Piazza Quadrivio n. 8, e sul sito internet, www.creval.it. P ROSPETTO I NFORMATIVO 130 12. DIPENDENTI Al 31 marzo 2014 l’organico delle società inserite nel perimetro del Gruppo Credito Valtellinese risulta composto da 4.341 dipendenti. Di questi, 11 risultano distaccati presso società o enti non propriamente rientranti nel perimetro di Gruppo, quali la Fondazione Gruppo Credito Valtellinese, Global Assistance S.p.A. e il Fondo Pensione per i Dipendenti del Gruppo Credito Valtellinese. Il dato operativo di 4.330 dipendenti si rapporta a quello, sostanzialmente invariato, di 4.362 risorse rilevato al 31 dicembre 2012 e di 4.312 risorse al 31 dicembre 2013. Nel corso del 2013 e nel primo trimestre 2014 sono state assunte 100 persone e 145 risorse, al netto dei passaggi infragruppo, hanno concluso il rapporto di lavoro. Di seguito si riporta la rappresentazione grafica dell’andamento dell’organico operativo del Gruppo Credito Valtellinese. 5.000 4.415 4.500 4.514 4.482 4.362 4.312 4.293 4.330 4.000 3.500 3.000 2.500 2008 2009 2010 2011 2012 2013 31.03.2014 Di seguito si riporta la tabella che indica la distribuzione dei dipendenti fra le società del Gruppo al 31 marzo 2014. P ROSPETTO I NFORMATIVO 131 SOCIETA’ DIPENDENTI Credito Valtellinese 2796 Credito Siciliano 846 Carifano 310 Mediocreval 25 Bankadati 237 Stelline 59 Finanziaria San Giacomo 20 Creset 14 Global Assicurazioni 25 Global Broker 9 12.1 Partecipazioni azionarie e stock-option Le tabelle di seguito riportate indicano le partecipazioni azionarie direttamente o indirettamente detenute, alla Data del Prospetto, dai componenti del Consiglio di Amministrazione, del Collegio Sindacale, dei membri della Direzione Generale e dagli altri dirigenti con responsabilità strategiche, nonché dai coniugi non legalmente separati e dai figli minori, nella società. Consiglio di Amministrazione NOME E COGNOME CARICA RICOPERTA NUMERO AZIONI POSSEDUTE PERSONALMENTE AL 31 MARZO 2014 NUMERO AZIONI POSSEDUTE DA ALTRI SOGGETTI (*) AL 31 MARZO 2014 Giovanni De Censi Presidente Vice Presidente 1.130.000 69.690 29.028 Aldo Fumagalli Romario Miro Fiordi Amministratore Delegato 116.242 6.835 Mariarosa Borroni Consigliere 8.180 - Isabella Bruno Tolomei Frigerio Consigliere 200 - 2.000 Gabriele Cogliati Consigliere 89.000 89.000 Michele Colombo Consigliere 133.000 63.773 Antonio Leonardi Consigliere 25.191 - Paolo De Santis Consigliere 4.350 - Gionni Gritti Consigliere 412 - Livia Martinelli Consigliere 113.700 - Francesco Naccarato Consigliere 100 - Alberto Ribolla Consigliere 95.000 100 Paolo Scarallo Consigliere 7.100 - Paolo Stefano Giudici Consigliere 8.219 5.390 (*) Coniuge non legalmente separato e figli minori. P ROSPETTO I NFORMATIVO 132 Collegio Sindacale NOME E COGNOME CARICA RICOPERTA NUMERO AZIONI POSSEDUTE PERSONALMENTE AL 31 MARZO 2014 NUMERO AZIONI POSSEDUTE DA ALTRI SOGGETTI (*) AL 31 MARZO 2014 Angelo Garavaglia Presidente del Collegio Sindacale 170.220 11.069 Giuliana Pedranzini Sindaco effettivo 3.000 15.675 Luca Valdameri Sindaco effettivo 250 - Edoardo Della Cagnoletta Sindaco supplente 9.725 - Anna Valli Sindaco supplente 4.406 - NUMERO AZIONI POSSEDUTE DA ALTRI SOGGETTI (*) AL 31 MARZO 2014 (*) Coniuge non legalmente separato e figli minori. Direzione Generale NOME E COGNOME CARICA RICOPERTA NUMERO AZIONI POSSEDUTE PERSONALMENTE AL 31 MARZO 2014 Miro Fiordi Direttore Generale 116.242 60.835 Luciano Camagni Condirettore Generale 51.653 67.732 Umberto Colli Vice Direttore Generale 88.110 86.500 Enzo Rocca Vice Direttore Generale 9.624 966 Franco Sala Vice Direttore Generale 166.210 7.110 Mauro Selvetti Vice Direttore Generale 40.590 2.075 (*) Coniuge non legalmente separato e figli minori. Alla data del Prospetto, né nel Credito Valtellinese né in altra società del Gruppo, esistono piani di stock option riservati ai dipendenti, amministratori e sindaci. 12.2 Eventuali accordi di partecipazione dei dipendenti al capitale dell’Emittente Alla Data del Prospetto, non esistono accordi contrattuali che attribuiscono ai dipendenti una partecipazione al capitale sociale dell’Emittente. P ROSPETTO I NFORMATIVO 133 13. PRINCIPALI AZIONISTI 13.1 Principali azionisti Alla Data del Prospetto, alla luce dei dati contenuti nel libro soci e di altre informazioni disponibili da parte dell’Emittente, non risulta alcun azionista che detenga, direttamente o indirettamente, strumenti finanziari rappresentativi del capitale con diritto di voto in misura superiore al 2% del capitale sociale del Credito Valtellinese. Ai sensi dell’articolo 30 del TUB ed in base a quanto previsto dall’articolo 18 dello Statuto, nessuno può detenere azioni in misura eccedente l’1% del capitale sociale dell’Emittente e le azioni eccedenti devono essere alienate entro un anno dalla contestazione da parte della Società. Tale limite non si applica agli organismi di investimento collettivo in valori mobiliari, per i quali valgono i limiti previsti dalla disciplina propria di ciascuno di essi. 13.2 Diritti di voto diversi in capo ai principali azionisti Alla Data del Prospetto l’Emittente non ha emesso categorie di azioni diverse da quelle ordinarie e non sussistono diritti di voto diversi in capo agli azionisti. Inoltre, si precisa che, in conformità a quanto previsto dall’articolo 30 del TUB, l’articolo 21 dello Statuto prevede che ogni Socio abbia un solo voto, qualunque sia il numero di azioni che possiede. Infine, si precisa che tutti gli azionisti divenuti soci ai sensi dell’articolo 9 dello Statuto dispongono dei medesimi diritti di voto, mentre agli azionisti non soci, ovvero agli azionisti che non siano iscritti a libro soci, spettano esclusivamente i diritti aventi contenuto patrimoniale. Ai fini dell’acquisto della qualifica di socio è necessario che ciascun azionista presenti apposita domanda al Consiglio di Amministrazione, che decide sull’accoglimento, ovvero sul rigetto di detta domanda, con delibera congruamente motivata, avuto riguardo all’interesse della Società, allo spirito della forma cooperativa e alle previsioni statutarie. La delibera di ammissione deve essere annotata sul libro dei soci e comunicata all’interessato. La domanda di ammissione a socio si intende, comunque, accolta qualora non venga comunicata al domicilio del richiedente una determinazione contraria entro sessanta giorni dal momento in cui la domanda è pervenuta alla Società. In ogni caso la qualità di socio si acquista, in conformità all’articolo 9 dello Statuto, con l’iscrizione nel libro soci della Banca. Inoltre, a seguito della deliberazione dell’Assemblea straordinaria dei soci del 12 aprile 2014, gli azionisti, ai fini dell’iscrizione a libro soci, devono detenere un numero di azioni Creval non inferiore a 150. 13.3 Indicazione dell’eventuale soggetto controllante ai sensi dell’articolo 93 del TUF Alla Data del Prospetto, l’Emittente non è direttamente o indirettamente controllato da alcun soggetto ai sensi dell’articolo 93 del TUF. 13.4 Accordi da cui può scaturire una variazione dell’assetto di controllo dell’Emittente Per quanto a conoscenza dell’Emittente, alla data del Prospetto, non sono noti all’Emittente accordi tra i soci dalla cui attuazione possa scaturire una variazione dell’assetto di controllo del Credito Valtellinese. P ROSPETTO I NFORMATIVO 134 14. OPERAZIONI CON PARTI CORRELATE Il quadro normativo in materia di operazioni con parti correlate è costituito principalmente: - dall’art. 2391 bis del Codice Civile, in base al quale gli organi di amministrazione delle società che fanno ricorso al mercato del capitale di rischio adottano, secondo principi generali indicati dalla Consob, regole che assicurino la trasparenza e la correttezza sostanziale e procedurale delle operazioni con parti correlate, realizzate direttamente o tramite società controllate; - dal Regolamento Operazioni con Parti Correlate, adottato dalla Consob, in attuazione della delega contenuta nell’art. 2391 bis del Codice Civile; - tenuto conto della specifica attività svolta dall’Emittente, dalle disposizioni dell’art. 136 del Testo Unico Bancario, come da ultimo modificato dalla Legge 221/2012, in tema di obbligazioni degli esponenti bancari; e - dalle disposizioni di vigilanza della Circolare n. 263 emanate dalla Banca d’Italia nel dicembre 2011 in materia di attività di rischio e conflitti di interesse delle banche e dei gruppi bancari nei confronti di “Soggetti Collegati” della Circolare n. 263, disposizioni che integrano quanto previsto dal Regolamento Operazioni con Parti Correlate. In conformità al combinato disposto delle normative sopra richiamate, il Consiglio di Amministrazione della Banca ha approvato per la prima volta in data 23 novembre 2010 le “Procedure relative alle Operazioni con parti correlate”, previa acquisizione del parere favorevole di un comitato composto da amministratori indipendenti. Tali procedure sono state successivamente sostituite dalle nuove “Procedure relative alle Operazioni con Parti Correlate e Soggetti Connessi”, entrate in vigore dal 31 dicembre 2012 (le “Procedure Creval OPC”). Le Procedure Creval OPC sono pubblicate sul sito internet dell’Emittente www.creval.it - Sezione “Investor relations” alla voce “Corporate Governance”. Le Procedure Creval OPC stabiliscono i procedimenti e le regole volte ad assicurare la trasparenza e la correttezza sostanziale e procedurale delle operazioni con parti correlate e soggetti connessi realizzate dal Credito Valtellinese, direttamente o per il tramite di sue società controllate. Definiscono altresì i casi, i criteri, le condizioni e le circostanze nei quali, fermi gli adempimenti di trasparenza informativa richiesti dal Regolamento Operazioni con Parti Correlate, è consentita l’esclusione parziale o integrale dell’applicazione delle Procedure Creval OPC medesime. Più in dettaglio, le Procedure Creval OPC: - definiscono il perimetro delle parti correlate e dei soggetti collegati per le singole banche del Gruppo e per l’intero Gruppo Creval; - identificano le operazioni di maggiore rilevanza, intendendosi per tali quelle operazioni in cui almeno uno dei seguenti indici di rilevanza, applicabili a seconda della specifica operazione, risulti superiore alla soglia del 5%: a) indice di rilevanza del controvalore: ossia il rapporto tra il controvalore dell’operazione ed il totale attivo dell’Emittente; b) indice di rilevanza dell’attivo: ossia il rapporto tra il totale attivo dell’entità oggetto dell’operazione e il totale attivo dell’Emittente; e c) indice di rilevanza delle passività: ossia il rapporto tra il totale delle passività dell’entità acquisita ed il totale attivo dell’Emittente; P ROSPETTO I NFORMATIVO 135 - identificano i casi di esclusione parziale o integrale dell’applicazione delle procedure deliberative, ossia in caso di (i) compimento di operazioni di importo esiguo; (ii) compimento di operazioni ordinarie concluse a condizioni equivalenti a quelle di mercato o standard; (iii) compimento di operazioni con società controllate, tra società controllate o con società collegate; (iv) conclusione di operazioni sulla base delle istruzioni di Banca d’Italia; (v) approvazione di piani di compensi basati su strumenti finanziari (cfr. articolo 13, comma 3, lettera a) del Regolamento Operazioni con Parti Correlate) ; (vi) deliberazioni assembleari sui compensi degli amministratori (cfr. articolo 13, comma 1 del Regolamento Operazioni con Parti Correlate); e (vii) deliberazioni in materia di remunerazione degli esponenti aziendali (cfr. articolo 13, comma 3, lettera b) del Regolamento Operazioni con Parti Correlate); - escludono dall’applicazione delle Procedure Creval OPC le operazioni poste in essere con o tra società controllate, anche congiuntamente, nonché le operazioni con società collegate a condizione che non vi siano interessi significativi di altre parti correlate; e - prevedono la costituzione all’interno del Consiglio di Amministrazione di un apposito comitato, composto da tre amministratori indipendenti, competente a svolgere le funzioni e le attività in materia di operazioni con parti correlate come descritte nelle Procedure Creval OPC (il “Comitato OPC”). In particolare il Comitato OPC, in conformità alle Procedure Creval OPC, rilascia pareri preventivi in merito alle operazioni, riceve nella fase delle trattative e nella fase istruttoria, un completo e tempestivo flusso informativo, formula osservazioni e può richiedere l’assistenza di esperti indipendenti ai fini delle proprie valutazioni. Inoltre, in base alle disposizioni della Circolare n. 263, il Consiglio di Amministrazione della Capogruppo ha approvato la “Policy in materia di controlli sulle attività di rischio e sui conflitti di interesse nei confronti di soggetti collegati” (la “Policy”), documento che definisce le politiche interne in materia di controlli sulle attività di rischio e sui conflitti di interesse nei confronti di soggetti collegati, portato a conoscenza dell’Assemblea ordinaria tenutasi in data 27 aprile 2013. La Policy descrive, in relazione alle caratteristiche operative e alle strategie della Banca e del Gruppo, i settori di attività e le tipologie di rapporti di natura economica, anche diversi da quelli comportanti assunzione di attività di rischio, in relazione ai quali possono determinarsi conflitti d’interesse, nonché i presidi inseriti negli assetti organizzativi e nel sistema dei controlli interni per assicurare il rispetto costante dei limiti prudenziali e delle procedure deliberative sopra richiamate. Il documento riassume, altresì, i principi e le regole applicabili alle operazioni con soggetti collegati che sono stati utilizzati per la redazione delle relative Procedure Creval OPC. Per le operazioni di maggiore rilevanza (come definite dall’articolo 3, comma 1, lett. b) del Regolamento Operazioni con Parti Correlate, nonché dall’articolo 2 delle Procedure Creval OPC) realizzate, nell’ambito del Gruppo, negli esercizi conclusi il 31 dicembre 2013 ed il 31 dicembre 2012, nonché nel corso del primo trimestre 2014, sono state applicate le norme procedurali e gli obblighi informativi previsti dalle Procedure Creval OPC. La definizione dei rapporti contrattuali infragruppo, l’approvazione e l’eventuale modifica delle relative condizioni economiche sono state riservate alla esclusiva competenza del Consiglio di Amministrazione della Banca. Resta fermo che le operazioni infragruppo al di sotto della soglia di esenzione prevista dalle Procedure Creval OPC sono state effettuate applicando l’esenzione prevista dalla normativa sulle operazioni con parti correlate. Infine, i rapporti con le altre parti correlate diverse dalle società appartenenti al Gruppo Credito Valtellinese rientrano nella normale attività bancaria e sono, di norma, regolati a condizioni di mercato per le specifiche operatività ovvero allineati alla misura più favorevole eventualmente stabilita per il personale dipendente. Gli effetti delle operazioni con le parti correlate sulla situazione patrimoniale e finanziaria e sul risultato economico al 31 marzo 2014, nonché l’incidenza percentuale di tali operazioni sulle corrispondenti voci del bilancio, sono dettagliati nella tabella che segue. Si precisa che gli effetti relativi alle transazioni concluse con le società del Gruppo P ROSPETTO I NFORMATIVO 136 non sono riportati in quanto il loro consolidamento integrale comporta l’elisione dei saldi e delle operazioni infragruppo. SOCIETÀ COLLEGATE SOCIETÀ SOTTOPOSTE A CONTROLLO CONGIUNTO DIRIGENTE E ORGANI DI CONTROLLO ALTRE PARTI CORRELATE INCIDENZA % SULLA VOCE DI BILANCIO Crediti verso banche 20.664 - - - 2,5 Crediti verso clientela 23.261 - 3.042 162.207 1,0 Altre attività 2.066 - - 73 0,4 TOTALE 45.991 - 3.042 162.280 Debiti verso banche 13.908 - - - 0,5 Debiti verso clientela 6.699 58 9.317 55.572 0,5 Totali in circolazione - - 1.223 6.945 0,2 199 - 57 32 - TOTALE 20.806 58 10.597 62.099 Garanzie rilasciate 15.248 - - 28.504 TOTALE 15.248 - - 28.504 Margine di interesse 43 - -26 937 0,7 Commissioni nette 2.578 - 16 130 4,1 Spese amministrative -971 - -1.682 454 1,7 Altri oneri/proventi 1.546 - - - 8,4 TOTALE 3.196 - -1.692 1.521 TRANSAZIONI CON PARTI CORRELATE (Euro/1000) Altre passività 4,2 Si precisa, infine, che le parti correlate del Credito Valtellinese, come definite dallo IAS 24, nei confronti delle quale le società del Gruppo hanno posto in essere operazioni comprendono: - - - le società, direttamente o indirettamente controllate da Credito Valtellinese; le società collegate di Credito Valtellinese, ossia quelle su cui Creval esercita, direttamente o indirettamente, un’influenza notevole e le loro controllate; le società sottoposte a controllo congiunto; i dirigenti con responsabilità strategiche e gli organi di controllo (ossia gli amministratori, i sindaci, in membri della Direzione Generale ed i Vice Direttori Generali di Creval e delle società appartenenti al Gruppo); le altre parti correlate che comprendono (i) gli stretti familiari dei dirigenti con responsabilità strategiche e degli organi di controllo); e (ii) le società controllate e sottoposte a controllo congiunto da parte dei dirigenti con responsabilità strategiche e degli organi di controllo, nonché dai loro stretti familiari; i fondi pensione di cui le società del Gruppo siano fonte istitutiva. Nel periodo compreso fra il 31 marzo 2014 e la Data del Prospetto non sono state effettuate operazioni con parti correlate, ad eccezione di operazioni ordinarie, concluse a condizioni di mercato o standard ed operazioni di importo esiguo. Per maggiori informazioni concernenti le operazioni con parti correlate poste in essere nel corso dell’esercizio 2012 e dell’esercizio 2013 si vedano, rispettivamente, la Parte H - Operazioni con parti correlate”, pag. 250 e seguenti del Bilancio Consolidato 2012 e la Parte H - “Operazioni con parti correlate”, pag. 272 e seguenti del Bilancio Consolidato P ROSPETTO I NFORMATIVO 137 2013, incorporato mediante riferimento nel presente Prospetto e disponibile sul sito internet www.creval.it - sezione “Investor Relations” alla voce “Relazioni Finanziarie”. Per maggiori informazioni concernenti le operazioni con parti correlate poste in essere dal 1° gennaio 2014 al 31 marzo 2014 si veda la Parte “Note Illustrative - Operazioni con parti correlate”, pag. 110 del Resoconto Intermedio di Gestione 2014, incorporato mediante riferimento nel presente Prospetto e disponibile sul sito internet www.creval.it - sezione “Investor Relations” alla voce “Relazioni Finanziarie”. P ROSPETTO I NFORMATIVO 138 15. INFORMAZIONI FINANZIARIE RIGUARDANTI LE ATTIVITÀ E LE PASSIVITÀ, LA SITUAZIONE FINANZIARIA E I PROFITTI E LE PERDITE DELL’EMITTENTE 15.1 Informazioni finanziarie relative agli esercizi chiusi al 31 dicembre 2013 e 2012 Le informazioni relative al patrimonio e alla situazione economico-finanziaria del Gruppo per gli esercizi 2013 e 2012 sono ricavabili dal Bilancio Consolidato 2013 e dal Bilancio Consolidato 2012 (con le relative relazioni della Società di Revisione), redatti conformemente ai Principi Contabili Internazionali. Si dà atto che il progetto di bilancio civilistico al 31 dicembre 2013 e il Bilancio Consolidato 2013 sono stati approvati dal Consiglio di Amministrazione della Banca in data 4 marzo 2014 e che la Consob potrà svolgere le attività di verifica su tali bilanci nei termini previsti dalla legge. Inoltre, le informazioni relative al patrimonio ed alla situazione economico-finanziaria del Gruppo per il trimestre concluso il 31 marzo 2014, nonché per il trimestre concluso il 31 marzo 2013, sono ricavabili, rispettivamente, dal Resoconto Intermedio di Gestione 2014, sottoposto, su base volontaria, a revisione contabile limitata da parte della Società di Revisione, e dal Resoconto Intermedio di Gestione 2013. L’Emittente si avvale del regime di inclusione mediante riferimento del Bilancio Consolidato 2013, del Bilancio Consolidato 2012, del Resoconto Intermedio di Gestione 2014 e del Resoconto Intermedio di Gestione 2013, ai sensi dell’articolo 11 della Direttiva Prospetto e dell’articolo 28 del Regolamento 809/2004. Tali documenti sono stati precedentemente pubblicati e depositati presso la Consob e sono a disposizione del pubblico sul sito internet dell’Emittente (www.creval.it), nonché presso la sede dell’Emittente e sul sito internet di Borsa Italiana, www.borsaitaliana.it. Per comodità di consultazione dei bilanci consolidati del Gruppo inclusi per riferimento nel Prospetto, si riporta di seguito una tabella contenente indicazione delle pagine delle principali sezioni degli stessi. VOCI BILANCI CONSOLIDATI RESOCONTO INTERMEDIO DI GESTIONE 2013 2012 2014 2013 Relazione sulla gestione 15 15 7 6 Stato Patrimoniale 97 99 28 14 (*) Conto Economico 98 100 29 15 (*) Prospetto delle variazioni del patrimonio netto 100 102 31 - Rendiconto Finanziario 102 104 33 - Politiche contabili 104 106 35 21 Relazione della Società di Revisione 283 261 121 - Nota Integrativa 103 105 35 - (*) I prospetti contabili di stato patrimoniale e di conto economico consolidati del Resoconto Intermedio di Gestione al 31 marzo 2013 sono stati predisposti in formato riclassificato. Il Resoconto Intermedio di Gestione 2013 non è stato infatti redatto in applicazione dello IAS 34 (Bilanci Intermedi) e non è stato sottoposto ad attività di revisione contabile limitata da parte della Società di Revisione. Nelle note ai prospetti contabili di stato patrimoniale e di conto economico sono riportate le principali aggregazioni e riclassificazioni effettuate. P ROSPETTO I NFORMATIVO 139 15.1.1 Informazioni finanziarie relative agli esercizi chiusi al 31 dicembre 2013 e 2012, nonché al Rendiconto Intermedio di Gestione al 31 marzo 2014 ed al 31 marzo 2013 Di seguito si riportano i dati patrimoniali ed economici consolidati relativi agli esercizi 2013 e 2012, nonché al trimestre concluso il 31 marzo 2014, comparati con quelli relativi al trimestre concluso il 31 marzo 2013. Stato patrimoniale Nella tabella che segue si riportano le principali voci dello stato patrimoniale consolidato del Gruppo. Voci dell’attivo 31.12.2013 31.12.2012 ( Euro/1000) Cassa e disponibilità liquide 204.947 227.330 Attività finanziarie detenute per la negoziazione 84.996 106.628 Attività finanziarie disponibili per la vendita 3.877.889 3.489.800 Attività finanziarie detenute sino a scadenza 304.326 Crediti verso banche 877.056 1.630.744 Crediti verso la clientela 20.197.033 22.007.837 Partecipazioni 181.338 241.530 Attività materiali e immateriali (1) 813.951 829.117 Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione (2) Altre voci dell'attivo 961.493 1.058.751 Totale dell'attivo 27.198.703 29.896.063 (1) Comprendono le voci di bilancio "120. Attività materiali" e "130. Attività immateriali". 31.03.2014 31.03.2013 165.327 81.054 3.542.841 828.006 19.417.443 187.957 809.617 177.159 249.431 5.204.001 201.837 1.024.334 21.467.399 241.641 825.542 419.397 634 1.173.671 26.625.313 1.329.382 30.721.360 (2) Comprendono le voci "140. Attività fiscali" e "160. Altre attività". Voci del passivo e del patrimonio netto (Euro/1000) Debiti verso banche Raccolta diretta dalla clientela (1) Passività finanziarie di negoziazione Derivati di copertura Passività associate a gruppi di attività in via di dismissione Altre voci del passivo Fondi a destinazione specifica (2) Patrimonio di pertinenza di terzi Patrimonio netto (3) Totale del passivo 31.12.2013 31.12.2012 31.03.2014 3.494.050 20.657.592 7.723 166.797 4.545.536 22.102.650 15.671 231.186 - - 716.253 243.029 5.188 1.908.071 27.198.703 755.964 257.981 5.201 1.981.874 29.896.063 2.873.383 20.328.876 9.613 205.016 31.03.2013 4.253.089 23.074.847 12.118 225.887 5.659 972.248 265.706 5.090 1.959.722 26.625.313 276 915.949 268.784 4.749 1.965.661 30.721.360 (1) Comprende le voci "20. Debiti verso clientela" e "30. Titoli in circolazione". (2) Comprendono le voci "80. Passività fiscali", "110. Trattamento di fine rapporto del personale" e "120. Fondi per rischi e oneri". (3) Comprende le voci "140. Riserve da valutazione", "160. Strumenti di capitale", "170. Riserve", "180. Sovrapprezzi di emissione", "190. Capitale", "200. Azioni proprie" e "220. Utile (Perdita) d’esercizio". P ROSPETTO I NFORMATIVO 140 Conto economico Nella tabella che segue si riporta il conto economico consolidato del Gruppo relativo agli esercizi 2013 e 2012, nonché al trimestre concluso il 31 marzo 2014, comparati con quelli relativi al trimestre concluso il 31 marzo 2013 VOCI DEL CONTO ECONOMICO (Euro/1000) 2013 2012(*) 1° TRIM. 2014 1° TRIM. 2013 10. Interessi attivi e proventi assimilati 940.605 1.008.139 215.580 241.367 20. Interessi passivi e oneri assimilati (477.435) (530.043) (88.333) (133.502) 30. Margine di interesse 463.170 478.096 127.247 107.865 40. Commissioni attive 311.064 309.529 76.488 75.152 50. Commissioni passive (44.261) (43.939) (10.476) (10.180) 60. Commissioni nette 266.803 265.590 66.012 64.972 70. Dividendi e proventi simili 737 299 80. Risultato netto dell'attività di negoziazione 6.376 5.216 (1.079) 725 90. Risultato netto dell'attività di copertura (666) (311) (148) (222) 100. Utili (Perdite) da cessione o riacquisto di: 67.582 27.139 31.792 10.497 a) crediti 2.996 (483) 1.653 b) attività finanziarie disponibili per la vendita 66.453 23.586 32.033 9.671 d) passività finanziarie (1.867) 3.553 242 (827) 120. Margine di intermediazione 804.002 776.029 223.824 183.837 130. Rettifiche/Riprese di valore nette per deterioramento di: (289.901) (392.466) (102.237) (56.050) a) crediti (266.453) (354.492) (101.593) (56.318) b) attività finanziarie disponibili per la vendita (19.810) (34.334) (214) (173) d) altre operazioni finanziarie (3.638) (3.640) (430) 441 140. Risultato netto della gestione finanziaria 514.101 383.563 121.587 127.787 180. Spese amministrative: (523.205) (548.693) (131.283) (131.246) a) spese per il personale (297.410) (321.225) (74.856) (76.087) b) altre spese amministrative (225.795) (227.468) (56.427) (55.159) 190. Accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri (3.374) (6.838) (347) (212) 200. Rettifiche/Riprese di valore nette su attività materiali (21.323) (22.576) (5.354) (5.314) 210. Rettifiche/Riprese di valore nette su attività immateriali (11.199) (11.390) (2.811) (2.597) 220. Altri oneri/proventi di gestione 70.439 67.328 18.345 16.920 230. Costi operativi (488.662) (522.169) (121.450) (122.449) 240. Utili delle partecipazioni 14.899 16.628 4.443 1.550 260. Rettifiche di valore dell’avviamento (302.570) 270. Utili (Perdite) da cessione di investimenti (414) (71) (158) (3) 280. Utile (Perdita) 39.924 (424.619) 4.422 6.885 della operatività corrente al lordo delle imposte 290. Imposte sul reddito del periodo dell'operatività corrente (25.619) 80.063 (2.778) (6.152) 300. Utile (Perdita) 14.305 (344.556) 1.644 733 della operatività corrente al netto delle imposte 310. Utile dei gruppi di attività in via di dismissione al netto 26.430 delle imposte 320. Utile (Perdita) del periodo 14.305 (318.126) 1.644 733 330. Utile del periodo di pertinenza di terzi (2.595) (4.313) (808) (461) 340. Utile (Perdita) del 11.710 (322.439) 836 272 periodo di pertinenza della capogruppo (*) I dati riferiti al 31 dicembre 2012 sono stati rivisti, nel 2013, in seguito alla riclassifica degli oneri versati al Fondo tutela dei depositi dalla voce “220. Altri oneri/proventi di gestione” alla voce “130. Rettifiche/Riprese di valore nette per deterioramento di: d) altre operazioni finanziarie” per un importo pari a 1,2 milioni di Euro. P ROSPETTO I NFORMATIVO 141 Variazioni del patrimonio netto Si riporta di seguito nella tabella l’indicazione delle principali variazioni del patrimonio netto tra l’esercizio chiuso al 31 dicembre 2013 e l’esercizio chiuso al 31 dicembre 2012. Variazioni dell’esercizio Allocazione risultato esercizio precedente Patrimonio Capitale: a) azioni ordinarie Modifi Esistenze ca saldi al apertur 31.12.2012 a Esistenze al 1.1.2013 1.519.590 - 1.519.590 b) altre azioni Sovrapprezzi di emissione Riserve: - - 555.735 a) di utili b) altre Riserve da valutazione Strumenti di capitale Azioni proprie Utile (Perdita) di esercizio Patrimonio netto del gruppo Patrimonio netto dei terzi Divide Variazio ni di ndi e riserve altre destina zioni Riserve - Operazioni sul patrimonio netto - - Patrimon Patrimo Redditiv io netto Distr nio ità ibuzi Variazio al netto al Variazio Deriva Sto comples 31.12.201 31.12.20 Emissi one ni Acquisto ne ti su ck siva one strao interesse 3 del 13 dei azioni strument propri opt 31.12.20 nuove rdina nze gruppo terzi proprie i di e ion 13 azioni ria partecipa capitale azioni s divid tive endi - - - - - -53.304 10.957 - - 10.957 - -16 - - - - - - - - - - -26 - 258.015 1.061 - - - - 6.190 - -48 - 125.882 -1.269 - - - - - 2.398 - - 1.527.656 2.875 - - - 555.735 -254.286 - 118.185 - 118.185 - 4.077 - 4.077 - - -1.679 - - - -88.693 - -88.693 -20.629 - - - - - - - - - 92.445 -16.803 -74 197.825 - 197.825 - - - - - - - - - - - -1.518 - -1.518 - - - 4.058 -3.327 - -197.825 - - - - - -787 - -318.126 - -318.126 319.748 -1.622 - - - - - - - 14.305 11.710 2.595 1.981.874 - 1.981.874 - - 3.334 25.972 -3.327 - -197.825 - 6.190 - -37 5.201 - 5.201 - -1.622 - - -53 -44.833 P ROSPETTO I NFORMATIVO - - - 57.499 -818 - - - - - 142 - 104.270 1.908.071 2.480 5.188 Si riporta di seguito nella tabella l’indicazione delle principali variazioni del patrimonio netto tra il trimestre concluso il 31 marzo 2014 e l’esercizio concluso il 31 dicembre 2013. Patrimonio Capitale: a) azioni ordinarie b) altre azioni Sovrapprezzi di emissione Modi Esistenze fica al saldi 31.12.2013 apert ura Variazioni del periodo Operazioni sul Patrimo Reddit Patrimonio patrimonio netto nio ività Emis Variazio netto al netto al Divide Variazi Acquis Distribuzi Variazio Deriv compl 31.03.2014 31.03.20 sione ni ndi e oni di to one ne ati su Stock nuov interesse essiva del Gruppo 14 dei altre riserve azioni straordinar strumen propri option 31.03. e nze terzi destina propri ia ti di e s azion partecipa 2014 zioni e dividendi capitale azioni i tive Allocazione risultato esercizio precedente Esistenze al 1.1.2014 Riserve 1.530.531 - 1.530.531 - - - - - - - - - 17 - 1.527.656 2.892 - - - - - - - - - - - - - - - - 259.076 - 259.076 - - 63 - - - - - - -72 - 258.078 989 124.613 - 124.613 - - 3.469 - - - - -1.352 - 47 - 126.446 331 2.398 - 2.398 11.770 - - - - - - - - - - 14.108 60 -16.877 - -16.877 - - -1.666 - - - - - - 28 51.258 32.733 10 - - - - - - - - - - - - - - - - -787 - -787 - - - 1.827 -1.175 - - - - - - -135 - 14.305 - 14.305 -11.770 -2.535 - - - - - - - 1.644 836 808 1.908.071 - 1.908.071 - - 264 1.827 -1.175 - - -1.352 - 75 52.012 1.959.722 5.188 - 5.188 - -2.535 - - - - Riserve: a) di utili b) altre Riserve da valutazione Strumenti di capitale Azioni proprie Utile (Perdita) del periodo Patrimonio netto del gruppo Patrimonio netto dei terzi P ROSPETTO I NFORMATIVO - 1.602 - 143 - -55 890 5.090 Rendiconto finanziario Nella tabella che segue sono rappresentati i flussi di cassa relativi agli esercizi chiusi al 31 dicembre 2013 ed al 31 dicembre 2012, nonché al trimestre concluso il 31 marzo 2014, comparati con quelli relativi al trimestre concluso il 31 marzo 2013. Tali flussi possono essere ben rappresentati dal rendiconto finanziario, di seguito riportato. 2013 2012 1° TRIM 2014 1° TRIM 2013 A. ATTIVITA' OPERATIVA 1. Gestione 234.503 251.247 70.442 113.092 - interessi attivi incassati (+) 946.792 1.012.143 219.422 258.865 -515.314 -464.062 -101.363 -112.210 - interessi passivi pagati (-) 737 299 - - - commissioni nette (+/-) 267.658 254.856 59.783 71.329 - spese per il personale (-) -304.166 -325.838 -78.378 -80.272 - altri costi (-) -190.417 -181.225 -61.121 -41.823 - dividendi e proventi simili (+) - altri ricavi (+) - imposte e tasse (-) - costi/ricavi relativi ai gruppi di attività in via di dismissione e al netto dell’effetto fiscale (+/-) 2. Liquidità generata/assorbita dalle attività finanziarie - attività finanziarie detenute per la negoziazione - attività finanziarie disponibili per la vendita 171.710 115.780 55.075 32.281 -142.497 -164.699 -22.976 -15.078 - 3.993 - - 2.070.213 -2.009.246 559.276 -1.091.236 19.232 4.111 793 -161.923 -346.917 -1.925.998 446.337 -1.741.924 1.615.943 -43.075 290.236 640.430 - crediti verso banche: a vista -41.369 165.753 18.721 -60.969 - crediti verso banche: altri crediti 708.549 -170.334 -1.463 488.683 - altre attività 114.775 -39.703 -195.348 -255.533 -2.510.791 1.552.652 -663.801 829.299 - crediti verso clientela 3. Liquidità generata/assorbita dalle passività finanziarie -81.968 94.440 61.343 -81.968 -981.036 1.259.931 -697.874 -221.375 - debiti verso clientela -58.737 608.449 -67.253 1.195.838 - titoli in circolazione -1.347.913 -619.790 -228.347 -223.137 1.403 3.304 4.825 -2.304 -42.540 206.318 263.505 162.245 -206.075 -205.347 -34.083 -148.845 1. Liquidità generata da 390.868 235.181 340 105.018 - vendite di partecipazioni 73.722 796 - - 4.089 3.147 340 600 303.000 202.000 - 104.418 9.652 3.224 - - 405 26.014 - - 2. Liquidità assorbita da -28.195 -45.459 -3.993 -4.713 - acquisti di partecipazioni -168 -707 - - - acquisti di attività materiali -15.476 -17.742 -2.820 -1.214 - acquisti di attività immateriali -12.461 -6.297 -1.166 -3.478 - debiti verso banche: a vista - debiti verso banche: altri debiti - passività finanziarie di negoziazione - altre passività Liquidità netta generata/assorbita dall'attività operativa B. ATTIVITA' DI INVESTIMENTO - dividendi incassati su partecipazioni - vendite/rimborsi di attività finanziarie detenute sino alla scadenza - vendite di attività materiali - vendite di società controllate e di rami d’azienda - acquisti di società controllate e di rami d'azienda Liquidità netta generata/assorbita dall'attività d’investimento -90 -20.713 -7 -21 362.673 189.722 -3.653 100.305 -9 C. ATTIVITA' DI PROVVISTA - emissioni/acquisti di azioni proprie - emissioni/acquisti di strumenti di capitale - distribuzione dividendi e altre finalità Liquidità netta generata/assorbita dall'attività di provvista LIQUIDITA' NETTA GENERATA/ASSORBITA NEL PERIODO P ROSPETTO I NFORMATIVO 22.644 104.465 651 -200.000 - - - -1.625 -43.285 -2.535 -1.622 -178.981 61.180 -1.884 -1.631 -22.383 45.555 -39.620 -50.171 144 Raccolta diretta Nella tabella che segue si riportano i principali dati relativi alla raccolta diretta per gli esercizi conclusi il 31 dicembre 2013 e 2012, nonché per il trimestre concluso il 31 marzo 2014. 31.12.2013 31.12.2012 31.03.2014 12.336 11.765 12.493 (Euro/1000) Conti correnti e depositi liberi Pronti contro termine 1.156 772 511 Depositi vincolati 2.374 3.403 2.431 Altri Debiti verso la clientela Titoli in circolazione Totale raccolta diretta 120 115 92 15.986 16.055 15.527 4.672 6.048 4.802 20.658 22.103 20.329 La raccolta diretta da clientela al 31 dicembre 2013 si attesta a 20.658 milioni di Euro rispetto a 22.103 milioni di Euro a fine dicembre dell’esercizio precedente. L’analisi delle singole forme tecniche evidenzia una riduzione dei depositi vincolati (-30,2%). Sono in aumento i conti correnti (+4,9%) e, in misura maggiormente accentuata i pronti contro termine (+49,7%) per effetto delle operazioni con la Cassa Compensazione e Garanzia, mentre la componente di raccolta obbligazionaria, compresa nei titoli in circolazione, diminuisce del 22,8%. La flessione deriva in particolare dalla scadenza di prestiti obbligazionari wholesale. L’aggregato complessivo comprende altresì prestiti obbligazionari subordinati per 988 milioni di Euro, che concorrono alla determinazione del patrimonio di vigilanza supplementare per un ammontare di 692 milioni di Euro. Al 31 marzo 2014 la raccolta diretta, con una consistenza di 20,3 miliardi di Euro, è in diminuzione di 1,6% rispetto a 20,7 miliardi di Euro a fine dicembre 2013, principalmente per effetto della riduzione delle operazioni con la Cassa di Compensazione e Garanzia. Crediti verso la clientela Nella tabella che segue si riportano i principali dati relativi ai crediti verso la clientela della Banca per gli esercizi conclusi il 31 dicembre 2013 e 2012, nonché per il trimestre concluso il 31 marzo 2014. P ROSPETTO I NFORMATIVO 145 31.12.2013 31.12.2012 31.03.2014 4.785 5.914 4.559 (Euro/1000) Conti correnti Pronti contro termine attivi 174 - 206 8.913 9.690 8.727 371 382 362 Leasing finanziario 1.079 1.196 655 (*) Altre operazioni 2.123 2.715 1.956 13 12 13 Mutui Carte di credito, prestiti personali e cessioni del quinto Titoli di debito Attività deteriorate 2.739 2.099 2.939 Totale crediti netti 20.197 22.008 19.417 (*) Per effetto principalmente della riclassifica delle attività di leasing nella voce “150. Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione”. Alla chiusura dell’esercizio i crediti verso la clientela si attestano a 20.197 milioni di Euro in flessione dell’8,2% rispetto a 22.008 milioni di Euro a fine dicembre 2012. I mutui in bonis ammontano a 8.913 milioni di Euro, in flessione dell’8% su base annua, mentre i conti correnti in bonis, registrano un decremento del 19,1%, e si attestano a 4.785 milioni di Euro. La ripartizione dei crediti per settori di attività economica, secondo le classificazioni della Banca d’Italia, evidenzia come l’attività creditizia sia prevalentemente indirizzata alle società non finanziarie e alle famiglie produttrici, che rappresentano il principale segmento di clientela delle banche territoriali del Gruppo e alle quali è destinato il 78,5% del totale degli impieghi. Particolare importanza assume altresì la quota dei finanziamenti alle famiglie consumatrici, che rappresentano il 18,4% del totale dei crediti alla clientela. Al 31 marzo 2014 i crediti verso la clientela si attestano a 19,4 miliardi di Euro, in diminuzione di 3,9% rispetto a 20,2 miliardi di Euro al 31 dicembre 2013, percentuale che si riduce a -1,8% non considerando la riclassifica della attività in via di dismissione (ramo leasing di Mediocreval S.p.A.). La dinamica, coerente con l’andamento del settore, riflette sia la persistente debolezza della domanda, prevalentemente da parte delle imprese, sia le restrizioni dell’offerta, per via del peggioramento del rischio di credito Sulla qualità del credito incide la perdurante debolezza dell’economia. A livello di sistema, un numero crescente di imprese continua ad incontrare difficoltà a rimborsare il credito. La quota dei prestiti ad aziende in temporanea difficoltà (incagli e prestiti ristrutturati) permane in costante aumento. I crediti deteriorati a fine dicembre 2013, al netto delle rettifiche di valore, assommano a 2.739 milioni di Euro rispetto a 2.099 milioni a fine esercizio 2012. Nel dettaglio, i crediti in sofferenza, al netto delle rettifiche di valore, si attestano a 809 milioni di Euro a fronte di 615 milioni a fine dicembre 2012, con un’incidenza sul portafoglio crediti del 4%. Gli altri crediti di dubbio esito si rappresentano complessivamente in 1.930 milioni di Euro, in aumento del 30% rispetto a 1.485 milioni a fine 2012, con un’incidenza sull’intero portafoglio crediti pari a 9,6%. Di questi, 1.141 milioni di Euro – rispetto a 798 milioni a fine dicembre 2012 - sono riferiti a incagli, 217 milioni di Euro – a fronte di 179 milioni a fine dicembre 2012 – sono costituiti da esposizioni ristrutturate, mentre 572 milioni di Euro sono rappresentati da crediti scaduti, a fronte di 507 milioni a fine 2012. Le rettifiche di valore sui crediti in sofferenza assommano a 1.114 milioni di Euro rispetto a 910 milioni dell’esercizio precedente, mentre per gli altri crediti di dubbio esito sono complessivamente pari a 279 milioni di Euro contro 229 milioni di Euro a fine dicembre 2012. Il livello di copertura delle sofferenze si attesta quindi al 57,9% rispetto al 59,7% dell’esercizio precedente, al 15,9% per i crediti classificati a incaglio e al 10,2% per le posizioni ristrutturate. P ROSPETTO I NFORMATIVO 146 Nella tabella che segue si riportano i principali dati relativi ai crediti deteriorati della Banca per gli esercizi conclusi il 31 dicembre 2013 ed il 31 dicembre 2012. (Euro/1000) Crediti deteriorati Sofferenze Incagli Esposizioni ristrutturate Esposizioni scadute Totale crediti deteriorati Crediti in bonis Totale crediti verso clientela Importo lordo 1.923 1.357 241 611 4.132 17.560 21.692 Rettifiche Importo % di valore netto cop. al 31.12.2013 1.114 215 25 39 1.393 102 1.495 809 1.142 216 572 2.739 17.458 20.197 57,9 15,9 10,2 6,4 33,7 0,58 Importo lordo 1.525 978 210 525 3.238 20.021 23.259 Rettifiche Importo % di valore netto cop. al 31.12.2012 910 180 31 18 1.139 112 1.251 615 798 179 507 2.099 19.909 22.008 59,7 18,4 14,8 3,4 35,2 0,56 Alla chiusura del primo trimestre 2014, i crediti deteriorati, al netto delle rettifiche di valore, assommano a 2,9 miliardi Euro rispetto a 2,7 miliardi di Euro al 31 dicembre 2013. In dettaglio, i crediti in sofferenza raggiungono 860 milioni di Euro a fronte di 809 milioni al 31 dicembre 2013, registrando un aumento del 6,2% e un livello di copertura del 57,3%. Gli altri crediti di dubbio esito si rappresentano complessivamente in 2.080 milioni di Euro, in aumento del 7,8% rispetto a 1.930 milioni di Euro a fine anno. Nella tabella che segue si riportano i principali dati relativi ai crediti deteriorati della Banca per il trimestre concluso il 31 marzo 2014, comparati con quelli relativi al trimestre concluso il 31 marzo 2013. (Euro/1000) Crediti deteriorati Sofferenze Importo lordo Rettifiche Importo % di valore netto cop. al 31.03.2014 2.013 -1.154 1.487 Esposizioni ristrutturate Esposizioni scadute Incagli Totale crediti deteriorati Crediti in bonis Totale crediti verso clientela Importo lordo Rettifiche Importo % di valore netto cop. al 31.03.2013 860 57,3 1.671 -984 687 58,9 -243 1.244 16,3 1.112 -175 936 15,8 293 -29 264 10,0 196 -23 172 11,9 611 -38 572 6,3 658 -21 637 4.404 -1.464 2.940 33,3 3.636 -1.203 2.433 33,1 16.574 -96 16.478 0,58 19.140 -106 19.034 0,55 20.978 -1.560 19.417 - 22.776 -1.309 3,1 - 21.467 Patrimonio di vigilanza Nella tabella che segue si riportano i principali dati relativi al patrimonio di vigilanza della Banca per gli esercizi conclusi il 31 dicembre 2013 e 2012. 31.12.2013 (Euro/1000) Patrimonio di base (tier 1) Patrimonio supplementare (tier 2) Elementi da dedurre Patrimonio di vigilanza - Rischi di credito - Rischi di mercato - Rischio operativo Requisiti prudenziali Attività di rischio ponderate Coefficienti di solvibilità Patrimonio di base / Attività di rischio ponderate Patrimonio di vigilanza / Attività di rischio ponderate P ROSPETTO I NFORMATIVO 31.12.2012 1.510.105 620.836 2.130.941 1.285.259 3.100 111.530 1.399.889 17.498.613 1.616.940 672.517 -5.220 2.284.237 1.471.758 5.958 113.100 1.590.816 19.885.200 8,63% 12,18% 8,13% 11,49% Var. % -6,6 -7,7 -100,0 -6,7 -12,7 -48,0 -1,4 -12,0 -12,0 147 Il patrimonio di vigilanza e i coefficienti di solvibilità al 31 dicembre 2013 sono calcolati applicando le disposizioni stabilite dalla Banca d’Italia secondo la normativa di Basilea II. Fra le opzioni previste circa i metodi adottabili secondo la normativa si è proceduto utilizzando il “metodo standard” per il rischio di credito e per i rischi di mercato, mentre per il rischio operativo si utilizza il “Traditional Standardised Approach” sulle parte preponderante del rischio di Gruppo. Al 31 dicembre 2013 il Patrimonio di Vigilanza risulta pari a 2.131 milioni di Euro a fronte di attività di rischio ponderate pari a 17.499 milioni di Euro. Il core capital ratio si attesta a 8,6% rispetto a 8,1% al 31 dicembre 2012, mentre il total capital ratio è pari al 12,2%, in raffronto a 11,5% a fine dicembre 2012. Con riferimento alle principali modifiche patrimoniali intervenute nel 2013 si evidenzia: - l’emissione, in data 7 giugno 2013, a conclusione del periodo di esercizio straordinario del Warrant Azioni Creval 2014, di n. 28.096.044 nuove azioni, per un controvalore complessivo di 22 milioni di Euro; e - il riscatto anticipato degli strumenti finanziari di cui all’art. 12 del Decreto Legge 185/2008 – cosiddetti “Tremonti bond” – per un ammontare di 200 milioni di Euro. 15.2 Informazioni finanziarie pro-forma L’Emittente non fornisce informazioni finanziarie pro-forma. 15.3 Bilanci relativi agli esercizi chiusi al 31 dicembre 2013 e 2012 L’Emittente redige il bilancio individuale e il bilancio consolidato. I dati presentati nel presente capitolo, così come i dati contenuti negli altri capitoli del presente Prospetto, sono tutti su base consolidata, in quanto i dati individuali riferibili all’Emittente non forniscono alcuna informazione aggiuntiva rispetto a quelli consolidati. 15.4 Revisione delle informazioni finanziarie annuali relative agli esercizi passati 15.4.1 Dichiarazione attestante che le informazioni finanziarie relative agli esercizi passati sono state sottoposte a revisione Il Bilancio Consolidato 2013 ed il Bilancio Consolidato 2012 sono stati assoggettati a revisione legale da parte della Società di Revisione, a fronte della quale sono state emesse le relazioni di revisione agli stessi allegate. Le relazioni della Società di Revisione devono essere lette congiuntamente ai bilanci consolidati oggetto di revisione contabile e si riferiscono alla data in cui tali relazioni sono state emesse. Tali relazioni non contengono rilievi o clausole di esclusione di responsabilità. 15.4.2 Altre informazioni contenute nel presente Prospetto che hanno formato oggetto di controllo da parte della Società di Revisione Il presente Prospetto contiene informazioni finanziarie estratte dal Resoconto Intermedio di Gestione al 31 marzo 2014, che sono state sottoposte a revisione contabile limitata da parte della Società di Revisione. 15.4.3 Fonte dei dati non sottoposti a revisione Il Prospetto, inoltre, contiene informazioni finanziarie derivanti dal Resoconto Intermedio di Gestione al 31 marzo 2013, non sottoposte a revisione. 15.4.4 Data delle ultime informazioni finanziarie Le ultime informazioni finanziarie su base annuale si riferiscono al 31 dicembre 2013. 15.5 Informazioni finanziarie infrannuali Nel presente Prospetto sono incluse le informazioni relative al trimestre concluso il 31 marzo 2014. P ROSPETTO I NFORMATIVO 148 15.6 Politica dei dividendi L’articolo 55 dello Statuto della Banca prevede che gli utili netti, dedotta la quota per la riserva legale e la quota eventualmente non disponibile in ossequio a norme di legge, saranno destinati secondo le decisioni dell’Assemblea all’assegnazione del dividendo ai soci in ragione delle azioni possedute. La parte residua dell’utile potrà essere destinata all’eventuale costituzione o incremento della riserva straordinaria o di altre riserve comunque denominate, ovvero al fondo di beneficenza e assistenza. L’Assemblea, su proposta del Consiglio di Amministrazione, può attribuire agli azionisti la facoltà di richiedere che il pagamento del dividendo sia regolato, in tutto o in parte, in denaro o mediante consegna di azioni ordinarie, aventi le medesime caratteristiche delle azioni ordinarie in circolazione alla data di assegnazione. In caso di attribuzione della suddetta facoltà, l’Assemblea, su proposta del Consiglio di Amministrazione, determina le modalità di calcolo e di assegnazione delle azioni ordinarie, stabilendo le modalità di regolamento del pagamento del dividendo in caso di mancato esercizio della suddetta facoltà da parte degli azionisti. Infine, l’articolo 56 dello Statuto prevede altresì che i dividendi sulle azioni si prescrivono trascorso un quinquennio dall’epoca indicata per il pagamento e l’ammontare degli stessi verrà devoluto alla riserva legale ordinaria. La tabella che segue evidenzia i dettagli di riparto per gli ultimi due esercizi: Esercizio 2013 ESERCIZIO 2013 Utile Netto dell'esercizio - a Riserva legale - a Riserva straordinaria 1.009.752,31 100.975,23 908.777,08 Esercizio 2012 Nell’esercizio conclusosi il 31 dicembre 2012 l’Emittente non ha conseguito utili. 15.7 Procedimenti giudiziari e arbitrali Nello svolgimento della propria attività tipica, il Gruppo è parte in numerosi procedimenti giudiziari civili ed amministrativi, sia in qualità di parte attrice che di parte convenuta. A fronte dei procedimenti giudiziari in cui è parte, al fine di fronteggiare le possibili perdite, la Banca ha ritenuto di effettuare prudenzialmente accantonamenti, confluiti nel Fondo Rischi ed Oneri, il cui ammontare complessivo, al 31 dicembre 2013, è pari ad Euro 18.767.410,52 milioni. Inoltre, con riferimento alla situazione delle cause passive in essere al 31 marzo 2014, compreso il contenzioso fiscale, a fronte di un petitum pari a 246,3 milioni di Euro sono presenti in pari data accantonamenti per 17 milioni di Euro. Di seguito si riporta una sintesi dei principali procedimenti giudiziali ed arbitrali in essere alla Data del Prospetto, in cui sono coinvolti l’Emittente o le società del Gruppo. Formenti Seleco in A.S. Nel 2010 la procedura fallimentare ha promosso avanti al Tribunale di Milano due distinti giudizi nei confronti del Credito Artigiano, ora Credito Valtellinese. Il primo di tali giudizi concerne la revocatoria fallimentare, ex art. 67 della Legge Fallimentare, delle rimesse aventi carattere solutorio, quantificate da controparte in 7,8 milioni di Euro. A fronte di tale domanda giudiziale è stato predisposto un accantonamento al fondo rischi di 2,97 milioni di Euro. Il P ROSPETTO I NFORMATIVO 149 secondo giudizio, invece, è costituito da un’azione risarcitoria connessa alla fattispecie della concessione abusiva di credito che la procedura fallimentare ha promosso contro 19 istituti di credito spiegando domanda in solido per complessivi 45 milioni di Euro. Tali vertenze hanno avuto un iter processuale del tutto autonomo e distinto. Difatti, per quanto riguarda la causa revocatoria fallimentare è in corso la formalizzazione tra la Banca e la procedura fallimentare di un accordo per la definizione transattiva della vertenza. Per ciò che invece concerne l’azione risarcitoria, il Tribunale adito ha respinto in toto le pretese avversarie in quanto infondate e, allo stato, pende l’appello promosso dalla procedura fallimentare. Gianfranco Ferrè in A.S. Nel 2012 la procedura fallimentare ha promosso nei confronti del Credito Artigiano, ora Credito Valtellinese, un’azione revocatoria fallimentare, ex art. 67 della Legge Fallimentare, relativamente alle rimesse solutorie affluite sul conto corrente della società insolvente, quantificate da controparte in 10,4 milioni di Euro. Il procedimento, che pende avanti il Tribunale di Isernia, si trova nella fase istruttoria. Alla luce dei riscontri contabili interni è stato appostato al fondo rischi un accantonamento di 1,1 milioni di Euro. I.T.I SAS di Modica Mario Sas Nel 2007 la procedura fallimentare ha avviato contro il Credito Siciliano una revocatoria fallimentare, ex art. 67 della Legge Fallimentare, per ottenere la restituzione da parte della società del Gruppo delle rimesse aventi carattere solutorio quantificate da controparte in 3,14 milioni di Euro. In relazione a tale domanda giudiziale è stato predisposto un accantonamento al fondo rischi per 1,67 milioni di Euro. Sono in corso trattative allo stato avanzato con la procedura fallimentare per la definizione conciliativa della vertenza. Ministero dell’Economia e delle Finanze Infine, si segnala che, in data 3 febbraio 2014, è stato notificato al Credito Valtellinese atto di citazione da parte del Ministero dell’Economia e delle Finanze (il “MEF”), in relazione al preteso mancato pagamento da parte della Banca degli interessi dovuti a seguito dell’esercizio della facoltà di riscatto degli strumenti finanziari emessi ai sensi dell’art. 12 del D.L. 29 novembre 2008, n. 185, convertito con modificazioni, dalla L. 28 gennaio 2009, n. 2 (c.d. Tremontibond). Il MEF chiede al Tribunale di Roma di condannare la Banca al pagamento della somma complessiva di 16,86 milioni di Euro. Al riguardo si evidenzia che la Banca in data 18 giugno 2013 aveva informato il MEF dell'intenzione di non corrispondere l’importo di 16,86 milioni di Euro (corrispondente agli interessi maturati pro rata temporis fino alla data del riscatto e calcolati in misura proporzionale agli interessi pagati alla data di pagamento degli interessi immediatamente precedenti), in quanto ritenuti non dovuti sulla base di una interpretazione della normativa di riferimento e del prospetto di emissione. L’udienza di comparizione è stata fissata, nell’atto di citazione, per il giorno 26 maggio 2014 e, successivamente, rinviata dal Giudice al 15 gennaio 2015. Equitalia Nord La controversia con Equitalia Nord è la prima che riguarda il Gruppo avente ad oggetto gli obblighi di indennizzo assunti con riferimento alle dismesse società esattoriali e, in particolare, alla cessione ad Equitalia S.p.A. dell’intero capitale sociale di Rileno S.p.A. stipulata il 27 settembre 2006, società che gestiva l’attività esattoriale all’interno del Gruppo. La società per la riscossione dei tributi Equitalia con nota del marzo scorso ha, infatti, comunicato il ricevimento da parte dell’Agenzia delle Dogane di provvedimento di diniego relativo alla domanda di discarico presentata dalla Rileno Sp.A. ancora nell’aprile 1999 per complessivi 45,3 milioni di Euro circa, manifestando la volontà di azionare la clausola di garanzia contenuta nel contratto di cessione delle quote di Rileno S.p.A.. In base alla ricostruzione della vicenda e sulla scorta della documentazione acquisita, non sussisterebbero per la Banca i presupposti per l’azione di garanzia e rivalsa che Equitalia intenderebbe svolgere nei confronti della stessa, ritenuto che: (i) prima della cessione da parte del Credito Valtellinese delle quote di Rileno S.p.A. a favore di Equitalia, la stessa Rileno S.p.A. si sia comportata correttamente, presentando nei termini di legge la domanda di discarico, conferendo le opportune deleghe ai Comuni di Caserta e Napoli per lo svolgimento delle attività di P ROSPETTO I NFORMATIVO 150 recupero del credito fiscale e sollecitandone, tra l’altro, l’evasione in più occasioni; e (ii) dopo il subentro di Equitalia nella titolarità del ruolo gestito da Rileno S.p.A., la società di riscossione era ancora nei termini per dar corso alle opportune azioni esecutive mobiliari. Oltre a ciò, lo stesso provvedimento dell’Autorità tributaria appare, a giudizio dell’Emittente, criticabile sia, nel merito, sotto il profilo della incapienza, essendo evidente che la mancata promozione delle esecuzioni mobiliari, che rappresentavano l’unica azione esecutiva che poteva essere intrapresa, non avrebbe mai potuto consentire il recupero della somma iperbolica di 45 milioni di Euro iscritta a ruolo dalla Agenzia delle Dogane; sia, in via pregiudiziale, sotto il profilo di legittimità, in quanto emesso in violazione delle disposizioni contenute nell’articolo 1, comma 426 della legge 30 dicembre 2004, n. 311 (la “Sanatoria 2005”), nell’articolo 1, commi 528 e 529 della legge 28 dicembre 2012, n. 228 (la “Sanatoria 2013”). Al momento la Banca ha quindi respinto ogni pretesa restitutoria avanzata da Equitalia e contestualmente ha avviato contatti con la stessa affinché provveda, da un lato, a promuovere tutte le azioni occorrenti per contraddire il provvedimento dell’Agenzia delle Dogane, dall’altro, inviare sin d’ora riserva di danno nei confronti dei soggetti subentrati (Intesa-S.Paolo) ai soggetti (Comuni di Caserta e Napoli) a suo tempo delegati per la riscossione dei tributi. Contenzioso fiscale Con riferimento ai contenziosi sorti nell’esercizio 2013, la Capogruppo Credito Valtellinese e la società Mediocreval S.p.A. hanno ricevuto avvisi di liquidazione e irrogazione delle sanzioni relativi all’imposta sostitutiva sui finanziamenti per contratti in pool sottoscritti all’estero, per circa 200.000 Euro complessivamente tra imposte, interessi e sanzioni, suddivisi in misura pressoché identica tra le due società. Contro gli avvisi di liquidazione sono stati presentati tempestivamente ricorsi presso le competenti Commissioni Tributarie per difendere la correttezza dell’operato delle banche. Peraltro con riferimento a Mediocreval S.p.A. in data 15 aprile 2014 è stato notificato il dispositivo della sentenza di rigetto del ricorso proposto in primo grado innanzi alla Commissione Tributaria Provinciale di Sondrio. Si è in attesa di conoscere le motivazioni della decisione. Con riguardo alla Capogruppo, è pendente una contestazione fiscale, per un valore complessivo di 1,3 milioni di Euro, conteggiati tenendo conto sia delle controversie in sede amministrativa, sia di quelle in sede giurisdizionale nei diversi gradi di merito e di legittimità. In particolare risulta attivo un contenzioso tributario per l’acquisto di sportelli bancari, nell’ambito di una procedura richiesta dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, la cui pretesa è di 1,3 milioni di Euro a titolo di imposta di registro, in relazione al maggiore valore di avviamento attribuito rispetto a quello riconosciuto e pagato alla controparte e dichiarato in atti. In relazione a questo contenzioso non si è proceduto ad alcuno stanziamento a fondo rischi e oneri in quanto si giudica la pretesa infondata. La Commissione Tributaria Provinciale di Milano ha accolto il ricorso della Banca, con sentenza poi confermata dalla Commissione Tributaria Regionale di Milano. Con riferimento alle altre società del Gruppo, non si segnalano contenziosi significativi. Contenzioso giuslavoristico Al 31 dicembre 2013 le cause di lavoro che vedono coinvolte le società del Gruppo risultano, seppure in misura sensibilmente inferiore, prevalentemente caratterizzate da azioni intraprese per asserito demansionamento, ovvero per contestazioni inerenti l’applicazione di norme negoziali e/o di legge disciplinanti aspetti economico/retributivi del rapporto di lavoro. Risulta invariato rispetto al periodo precedente il numero di azioni aventi ad oggetto l’impugnazione di un licenziamento; peraltro, a fronte di giudizi chiusi nel periodo a livello di Gruppo, sono stati instaurati nuovi contenziosi di tale natura. Attualmente, il rischio patrimoniale complessivo di tale contenzioso - adeguatamente coperto dagli accantonamenti effettuati dalle Società del Gruppo che ne sono interessate - può essere prudenzialmente valutato in poco più di un milione di Euro. Tale rischio, sostanzialmente stabile rispetto al valore rilevato al 31 dicembre 2012, si concentra in particolare, con analoga distribuzione, sul Credito Valtellinese (sensibilmente prevalente) e sul Credito Siciliano. Sul piano quantitativo, tenuto conto di n. 6 cause passate in giudicato nel corso del 2013 (di cui n. 4 del Credito Valtellinese e n. 2 del Credito Siciliano), nell’anno concluso si registra un’ulteriore sensibile diminuzione del numero P ROSPETTO I NFORMATIVO 151 dei contenziosi giuslavoristici riscontrati a livello di gruppo al 31 dicembre 2012, diminuito di circa il 30% con riferimento al quadriennio precedente. Da segnalare che si sono registrati esiti favorevoli per le società del Gruppo in tutti i giudizi arrivati a sentenza nel corso del 2013. Contenzioso in materia di anatocismo Nel 1999 la Corte di Cassazione (sentenze n. 2374/1999 e 3096/1999), mutando la propria precedente giurisprudenza, ha dichiarato non legittima la prassi della capitalizzazione trimestrale degli interessi debitori sui conti correnti. Pertanto, in considerazione del nuovo orientamento assunto dalla Suprema Corte, la clausola contrattuale che prevede la capitalizzazione trimestrale degli interessi non integra un “uso normativo”, bensì un “uso negoziale”, come tale inidoneo a derogare al divieto di anatocismo previsto dall’articolo 1283 del Codice Civile. Successivamente, il D. Lgs. 4 agosto 1999, n. 342 ha affermato la legittimità della capitalizzazione infrannuale degli interessi nei conti correnti bancari, purché siano conteggiati con la medesima periodicità gli interessi debitori e creditori. Potrebbero, pertanto, sorgere contenziosi in merito ai contratti stipulati prima della data di entrata in vigore del D. Lgs. 4 agosto 1999, n. 342. Inoltre, si consideri che l’articolo 2, comma 61 del D. L. 29 dicembre 2010, n. 225 (c.d. “Milleproroghe”), convertito, con modificazioni, dalla Legge 26 febbraio 2011, n. 10, in materia di anatocismo bancario, aveva introdotto una norma di interpretazione autentica dell’articolo 2395 del Codice Civile che, per quanto riguarda la prescrizione delle azioni legali relative al rimborso degli interessi anatocistici indebitamente pagati, faceva decorrere il termine decennale dal momento dell’annotazione della relativa operazione sul conto anziché dal giorno della chiusura del conto corrente. La disposizione in esame è stata dichiarata costituzionalmente illegittima dalla Corte Costituzionale con sentenza 5 aprile 2012, n. 78. Da ultimo, l’articolo 1, comma 629 della Legge 27 dicembre 2013, n. 147 (c.d. “Legge di Stabilità”), modificando l’articolo 120 del TUB, ha previsto che “gli interessi periodicamente capitalizzati non possono produrre interessi ulteriori che, nelle successive operazioni di capitalizzazione, sono calcolati esclusivamente sulla sorte capitale” (ora, articolo 120, comma 2, lett. b) del TUB), conferendo altresì delega al CICR per la definizione delle modalità ed i criteri di produzione degli interessi nelle operazioni bancarie. Alla Data del Prospetto, il numero complessivo delle cause pendenti nei confronti del Gruppo in materia di anatocismo si mantiene su livelli fisiologici ed è fronteggiato da puntuali e prudenziali accantonamenti ai fondi per rischi ed oneri. Tuttavia, alla luce dell’orientamento giurisprudenziale relativo al dies a quo di decorrenza della prescrizione delle cause in materia di anatocismo, nonché delle incertezze connesse alle recenti modifiche normative, non è possibile escludere che il numero complessivo delle cause pendenti in tale materia possa subire un incremento, con conseguenti possibili effetti sulla situazione patrimoniale e finanziaria nonché sui risultati economici del Gruppo. 15.8 Cambiamenti significativi nella situazione finanziaria o commerciale dell’Emittente successivamente al 31 marzo 2014 L’Emittente non è a conoscenza di cambiamenti significativi della situazione finanziaria o commerciale del Gruppo verificatisi successivamente al 31 marzo 2014. P ROSPETTO I NFORMATIVO 152 16. INFORMAZIONI SUPPLEMENTARI 16.1 Capitale sociale Il capitale è variabile ed è rappresentato da azioni nominative prive del valore nominale. Ai sensi dell’articolo 7, comma 6 dello Statuto della Banca sino a che le azioni della stessa sono quotate sui mercati regolamentati, l’emissione di nuove azioni può avvenire solo per delibera dell’Assemblea straordinaria, nel rispetto di quanto previsto dall’articolo 2441 del Codice Civile. 16.1.1 Capitale sociale sottoscritto e versato Alla Data del Prospetto, il capitale sociale sottoscritto e versato risulta pari a Euro 1.532.967.617,34 diviso in n. 480.800.964 azioni ordinarie prive dell’indicazione del valore nominale. 16.1.2 Azioni non rappresentative del capitale sociale Alla data del presente Prospetto non esistono azioni non rappresentative del capitale sociale dell’Emittente. 16.1.3 Obbligazioni convertibili, scambiabili o con warrant, con indicazione delle condizioni e delle modalità di conversione, di scambio e di sottoscrizione In data 13 ottobre 2009 il Consiglio di Amministrazione della Banca ha deliberato: (i) di emettere obbligazioni convertibili in azioni ordinarie della Società per un importo massimo complessivo di nominali Euro 625.000.000,00, da offrire in opzione a coloro che sarebbero risultati azionisti della Società alla data di inizio del periodo di sottoscrizione; (ii) di emettere dei warrant con scadenza nell’anno 2010 (i “Warrant 2010”), da abbinare gratuitamente a ciascuna obbligazione convertibile sottoscritta nel rapporto di n. 4 Warrant 2010 per ciascuna obbligazione convertibile sottoscritta; (iii) di emettere dei warrant con scadenza nell’anno 2014 (i Warrant 2014), da abbinare gratuitamente a ciascuna obbligazione convertibile sottoscritta nel rapporto di n. 5 Warrant 2014 per ciascuna obbligazione convertibile sottoscritta e (iv) di aumentare il capitale sociale a pagamento, in via scindibile, per un ammontare massimo di 887,5 milioni di Euro mediante emissione di massime n. 253.571.429 azioni ordinarie della Banca da porre a servizio esclusivo della conversione delle obbligazioni convertibili e dell’esercizio dei Warrant 2010 e dei Warrant 2014. In data 29 dicembre 2009, a seguito dell’offerta in opzione agli azionisti della Banca, è stato emesso, congiuntamente ai Warrant 2010 e ai Warrant 2014, il prestito obbligazionario convertibile denominato “Credito Valtellinese 2009/2013 a tasso fisso convertibile con facoltà di rimborso in azioni” per un ammontare, in termini di valore nominale, pari ad Euro 624.572.400. In data 7 maggio 2012 tale prestito è stato integralmente rimborsato in conformità alle previsioni del relativo regolamento. I Warrant 2010, conformemente alle previsioni del relativo regolamento, potevano essere esercitati nel periodo compreso tra il 31 maggio ed il 30 giugno 2010, in ragione di una nuova azione Creval per ogni Warrant 2010 ad un prezzo di sottoscrizione pari ad Euro 3,75. Al termine di tale periodo di esercizio sono stati esercitati n. 27.454.752 Warrant 2010, su un totale di 33.310.528, e sono state conseguentemente sottoscritte n. 27.454.752 azioni, con godimento a partire dal 1° gennaio 2010, corrispondenti all’82,42% del quantitativo massimo. Si segnala che il Consiglio di Amministrazione dell’Emittente, in data 27 aprile 2013, ha riconosciuto ai portatori dei Warrant 2014 un periodo di esercizio straordinario dal 2 maggio al 31 maggio 2013, al termine del quale sono risultati esercitati n. 28.096.044 Warrant 2014, pari al 67,48 % dei titoli in circolazione; le azioni Credito Valtellinese rivenienti da tale esercizio sono risultate pari a n. 28.096.044, per un controvalore complessivo di Euro 21.914.914,32. P ROSPETTO I NFORMATIVO 153 Successivamente, in data 4 marzo 2014 il Consiglio di Amministrazione ha deliberato di riconoscere ai portatori dei Warrant 2014 un ulteriore periodo di esercizio straordinario dal 10 marzo all’11 aprile 2014, al prezzo di sottoscrizione di 1,07 Euro per azione, al fine di consentire loro di partecipare in qualità di azionisti all’operazione di Aumento di Capitale. Al termine del suindicato periodo straordinario sono stati esercitati n. 9.836.178 Warrant 2014 pari al 72,63% dei Warrant in circolazione, per un controvalore complessivo di Euro 10.524.710,46. Alla Data del Prospetto risultano, pertanto, in circolazione n. 3.705.938 Warrant 2014. Con riferimento alle modalità di esercizio degli stessi, si precisa che, ai sensi dell’articolo 4 del regolamento dei Warrant 2014, i relativi titolari potranno esercitare il diritto di sottoscrivere azioni Creval di nuova emissione a decorrere dal 30 maggio e sino al 30 giugno 2014, in ragione di n. 1 nuova azione ogni n.1 Warrant 2014 presentato per l’esercizio, a fronte della corresponsione del presso di esercizio, come di seguito determinato. Il prezzo di esercizio dei Warrant 2014, secondo quando previsto dall’articolo 2 del relativo regolamento, è pari alla media aritmetica dei prezzi ufficiali delle azioni Creval, come individuati ai sensi del Regolamento di Borsa, ponderata per i rispettivi quantitativi trattati e rettificata secondo metodologie di generale accettazione per tener conto delle eventuali operazioni sul capitale e della distribuzione di dividendi intervenute nel periodo di rilevazione, rilevata nel periodo di rilevazione, scontata del 15%. Il periodo di rilevazione decorre dal ventesimo giorno di borsa aperta (compreso) antecedente l’inizio del periodo di esercizio e termina il sesto giorno di borsa aperta (compreso) antecedente l’inizio del periodo di esercizio. Le azioni di compendio saranno accreditate il 30 giugno 2014 e rese disponibili per il ciclo di liquidazione notturna del 1° luglio 2014 e non, come previsto dal regolamento dei Warrant 2014, il 7 luglio 2014, a seguito delle modifiche tecniche apportate al sistema di gestione accentrata di Monte Titoli. Restano ferme tutte le ulteriori previsione incluse nel regolamento dei Warrant 2014, disponibile sul sito internet dell’Emittente, www.creval.it - sezione “Investor Relation” alla voce “Altri Strumenti Finanziari Quotati”. 16.1.4 Esistenza di diritti e/o obblighi di acquisto su capitale autorizzato, ma non emesso o di un impegno all’aumento del capitale L’Assemblea straordinaria dei soci del 12 aprile 2014 ha attribuito al Consiglio di Amministrazione della Banca, ai sensi dell’articolo 2443 del Codice Civile, la facoltà, esercitabile entro il termine massimo di 24 mesi dalla data della deliberazione, di aumentare il capitale sociale, ai sensi dell’articolo 2441, comma 1 del Codice Civile, a pagamento, in una o più volte e in via scindibile, per un importo complessivo, comprensivo di eventuale sovrapprezzo, di massimi Euro 400.000.000 (quattrocentomilioni), mediante emissione di azioni ordinarie della Banca, prive dell’indicazione del valore nominale ed aventi godimento regolare, nonchè le medesime caratteristiche delle azioni ordinarie della Banca in circolazione alla Data di Emissione. 16.1.5 Informazioni riguardanti il capitale di eventuali membri del Gruppo offerto in opzione Alla Data del Prospetto, non esistono quote di capitale di società del Gruppo Creval offerte in opzione condizionatamente o incondizionatamente. P ROSPETTO I NFORMATIVO 154 17. CONTRATTI IMPORTANTI Nell’anno precedente alla Data del Prospetto, non sono stati stipulati, contratti importanti cui partecipino l’Emittente ovvero le società del Gruppo, diversi da contratti stipulati nel normale svolgimento dell’attività. Alla Data del Prospetto, l’Emittente e le Società del Gruppo Creval non hanno concluso contratti importanti, diversi dai contratti conclusi nell’ambito del normale svolgimento della loro attività, che contengano disposizioni in base alle quali tali soggetti abbiano assunto un’obbligazione o vantino un diritto rilevante per il Gruppo. P ROSPETTO I NFORMATIVO 155 18. INFORMAZIONI PROVENIENTI DA TERZI, PARERI DI ESPERTI E DICHIARAZIONI DI INTERESSI 18.1 Relazioni di esperti Fatte salve le relazioni della Società di Revisione, non vi sono, nel presente Prospetto, pareri o relazioni attribuite ad esperti. 18.2 Informazioni provenienti da terzi Nel Prospetto non vi sono informazioni provenienti da terzi. P ROSPETTO I NFORMATIVO 156 19. DOCUMENTI ACCESSIBILI AL PUBBLICO Il Prospetto Informativo è a disposizione del pubblico presso la sede legale della Banca, in Piazza Quadrivio n.8, Sondrio e sul sito internet dell’Emittente, www.creval.it. Per la durata di validità del Prospetto Informativo, potranno essere consultate presso la sede legale dell’Emittente e/o sul sito internet dell’Emittente www.creval.it le copie dei documenti di seguito elencati: atto costitutivo e statuto dell’Emittente; i fascicoli dei bilanci di esercizio di Credito Valtellinese S.c. e consolidati del Gruppo Creval relativi agli esercizi chiusi al 31 dicembre 2013 e 2012, comprensivi delle relazioni della Società di Revisione; il resoconto intermedio di gestione al 31 marzo 2014, comprensivo della relazione della Società di Revisione, e il resoconto intermedio di gestione al 31 marzo 2013; il documento denominato “Politiche Retributive di Gruppo - Relazione sulla remunerazione 2013”, approvato dal Consiglio di Amministrazione della Banca in data 4 marzo 2014; e la “Relazione sul governo societario e gli assetti proprietari”, approvata dal Consiglio di Amministrazione della Banca in data 4 marzo 2014. Eventuali informazioni relative ad eventi societari e rendicontazioni infrannuali redatte successivamente alla pubblicazione del presente documento sono messe a disposizione del pubblico con le stesse modalità di cui sopra. P ROSPETTO I NFORMATIVO 157 SEZIONE SECONDA NOTA INFORMATIVA SUGLI STRUMENTI FINANZIARI 158 1. PERSONE RESPONSABILI 1.1 Responsabili del Prospetto Si veda Sezione Prima, Capitolo 1, Paragrafo 1.1, del Prospetto. 1.2 Dichiarazione di responsabilità Si veda Sezione Prima, Capitolo 1, Paragrafo 1.2, del Prospetto. 159 2. FATTORI DI RISCHIO RELATIVI ALLE AZIONI, ALL’OFFERTA ED ALLA QUOTAZIONE DELLE AZIONI OGGETTO DELL’OFFERTA Per i fattori di rischio relativi alle Azioni, all’Offerta e alla quotazione delle Azioni oggetto dell’Offerta, si rinvia alla Sezione Prima, Capitolo 3, del Prospetto. 160 3. INFORMAZIONI FONDAMENTALI 3.1 Dichiarazione relativa al capitale circolante Ai sensi del Regolamento 809/2004 e sulla scorta della definizione di capitale circolante - quale mezzo mediante il quale il Gruppo ottiene le risorse liquide necessarie a soddisfare le obbligazioni in scadenza - contenuta nella “Raccomandazione ESMA 2013/319”, l’Emittente ritiene che il Capitale Circolante di cui dispone sia sufficiente per fare fronte alle proprie esigenze e a quelle del Gruppo per un periodo di almeno 12 mesi dalla Data del Prospetto. Per ulteriori informazioni sulle risorse finanziarie del Gruppo si rimanda alla Sezione Prima, Capitolo 15, del Prospetto ed alle pag. 137 e seguenti del Bilancio Consolidato 2013, incorporato mediante riferimento nel presente Prospetto e disponibile sul sito internet www.creval.it - sezione “Investor Relations” alla voce “Relazioni finanziarie”. 3.2 Fondi propri ed indebitamento La seguente tabella illustra la composizione della raccolta diretta, dell’interbancario netto e del patrimonio netto del Gruppo al 31 dicembre 2013 ed al 31 marzo 2014. VOCI (migliaia di Euro) 31 DICEMBRE 2013 31 MARZO 2014 12.336.078 12.492.999 2.373.636 1.155.917 120.161 15.985.792 4.465.172 206.628 4.671.800 20.657.592 3.494.050 877.056 2.616.994 2.431.078 511.103 91.589 15.526.769 4.619.433 182.674 4.802.107 20.328.876 2.873.383 828.006 2.045.377 31 DICEMBRE 2013 31 MARZO 2014 1.527.656 1.527.656 Sovrapprezzi di emissione 258.015 258.078 Riserve 128.280 140.554 -787 -135 -16.803 32.733 11.710 836 1.908.071 1.959.722 Conti correnti e depositi liberi Depositi vincolati Pronti contro termine passivi Altri Debiti verso clientela Obbligazioni Altri titoli Titoli in circolazione Totale raccolta diretta Debiti verso banche Crediti verso banche Posizione interbancaria netta Patrimonio Netto del Gruppo VOCI (migliaia di Euro) Capitale Azioni proprie Riserve di valutazione Utile (perdita) del periodo Totale 161 3.3 Interessi delle persone fisiche e giuridiche partecipanti all’Offerta Le Azioni sono offerte direttamente dall’Emittente. La Banca nell’ambito dell’Offerta è, dunque, al tempo stesso emittente e offerente. Per tale ragione, sussiste in capo alla Banca un potenziale conflitto di interessi. Eccezion fatta per quanto sopra illustrato e per quanto a conoscenza dell’Emittente, alla Data del Prospetto, nessun membro del Consiglio di Amministrazione e del Collegio Sindacale o degli alti dirigenti è portatore di interessi in relazione all’Offerta in conflitto con gli obblighi derivanti dalla carica o dalla qualifica ricoperta all’interno dell’Emittente o del Gruppo. Alcune istituzioni finanziarie partecipanti al consorzio di garanzia per il buon esito dell’Offerta, società dalle stesse controllate o alle stesse collegate (i) vantano rapporti creditizi e potrebbero prestare in futuro servizi di finanziamento; (ii) prestano o potrebbero prestare in futuro servizi di consulenza e di investment banking a favore della Società e/o società facenti parte del Gruppo Creval, a fronte dei quali hanno percepito o percepiscono commissioni; e (iii) detengono, in conto proprio o per conto di propri clienti, partecipazioni nel capitale sociale della Banca. I Garanti potrebbero, pertanto, trovarsi in situazione di potenziale conflitto di interesse. Al riguardo i Garanti che si trovano in alcuna delle situazioni sopra descritte precisano che, in linea con quanto previsto dalle proprie politiche di gestione dei conflitti di interesse, hanno identificato e implementato adeguate misure per assicurare che il rischio di conflitti di interesse idonei a danneggiare gli interessi dei propri clienti sia adeguatamente mitigato. In particolare, si segnala che (i) Equita ed Intermonte svolgono l’attività, rispettivamente, di liquidity provider e specialist sul mercato secondario delle azioni della Banca; e (ii) Banca IMI, società appartenente al gruppo bancario Intesa Sanpaolo, si trova in una situazione di conflitto di interessi in quanto ha prestato servizi di finanza aziendale a favore del Gruppo Creval nel corso degli ultimi 12 mesi. 3.4 Motivazioni dell’Offerta e impiego dei proventi L’Aumento di Capitale, pur non essendo stato deliberato al fine di rispettare gli obblighi di patrimonializzazione minima ovvero a seguito di richieste specifiche delle Autorità di Vigilanza, è volto a rafforzare ulteriormente la struttura patrimoniale e ad incrementare in maniera significativa i coefficienti patrimoniali del Creval e del Gruppo a livelli superiori a quelli minimi stabiliti dalla Nuova Disciplina, anche in considerazione dell’Attività di Verifica della BCE, in corso di svolgimento alla Data del Prospetto. Al 1° gennaio 2014 i coefficienti di Capitale Primario di Classe 1 8 e di Capitale Totale del Gruppo, determinati su base fully loaded, sono stimati pari rispettivamente all’8,7% e all’11,7%. I medesimi coefficienti, calcolati con le stesse modalità, alla data del 31 marzo 2014, sono stimati in 9,2%, in termini di Capitale Primario di Classe 1 e 12,0% in termini di Capitale Totale. Assumendo la sottoscrizione dell’Aumento di Capitale per l’intero ammontare di Euro 400 milioni, i ratio patrimoniali del Gruppo Creval si assesterebbero, dunque, ai seguenti livelli: - sulla base dei coefficienti calcolati al 1° gennaio 2014 sopra riportati, al 10,9% e 13,9% in termini, rispettivamente, di Capitale Primario di Classe 1 e di Capitale Totale, con un’incidenza dell’Aumento di Capitale di 220 basis point; e - sulla base dei coefficienti calcolati al 31 marzo 2014 sopra riportati, al 11,5% e 14,3% in termini, rispettivamente, di Capitale Primario di Classe 1 e di Capitale Totale, con un’incidenza dell’Aumento di Capitale di 230 basis point. Il Capitale di Classe 1 dell’Emittente coincide sostanzialmente con il suo Capitale Primario di Classe 1. Per maggiori dettagli si veda la Sezione Prima, Capitolo 3, Paragrafo 3.1.1, del Prospetto. 8 162 La stima dell’impatto dell’Aumento di Capitale è stata formulata sulla base dei livelli del patrimonio di vigilanza e delle attività ponderate per il rischio che il Gruppo ha stimato di avere alla data del 31 marzo 2014, a seguito dell’applicazione, con decorrenza dal 1° gennaio 2014, del CRR e della Circolare n. 285 e tenuto conto dei risultati relativi al primo trimestre 2014 approvati dal Consiglio di Amministrazione della Società in data 13 maggio 2014. Entro la fine del corrente anno, inoltre, saranno resi noti i risultati dell’Attività di Verifica della BCE, a cui, come sopra ricordato, il Creval è sottoposto, congiuntamente alle altre maggiori banche italiane ed europee. Alla Data del Prospetto, nell’ambito di tale Attività di Verifica della BCE, risulta in corso l’Asset Quality Review, la quale è principalmente finalizzata a verificare il grado di qualità degli attivi detenuti dalla Banca; a seguito dell’AQR l’Emittente sarà sottoposto agli esercizi di stress test, al fine di verificare la solidità patrimoniale dello stesso anche in situazioni di tensione dei mercati finanziari. L’Emittente ritiene che l’Aumento di Capitale permetterà al Gruppo Creval di affrontare l’AQR e gli stress test con maggiore robustezza degli indicatori di patrimonializzazione. A tal riguardo si segnala che le banche sottoposte all’AQR e agli stress test, in considerazione della loro rilevanza sistemica ai sensi del Regolamento MVU, saranno tenute a rispettare, quale parametro di riferimento per l’esito di tali esercizi: (i) nello scenario di base (baseline scenario) un Capitale Primario di Classe 1 dell’8% (pari ad una maggiorazione dell’1% rispetto ai requisiti minimi previsti dalla Nuova Disciplina); e (ii) nello scenario avverso (adverse scenario) un Capitale Primario di Classe 1 del 5,5%. Per quanto riguarda gli impatti finanziari, i proventi dell’Aumento di Capitale, che in caso di integrale sottoscrizione dello stesso, sono stimati in Euro 387 milioni, al netto degli oneri relativi alla realizzazione dell’operazione, saranno utilizzati per lo svolgimento dell’attività ordinaria della Banca ed in coerenza con gli obiettivi e le azioni previste dal Nuovo Piano Industriale (cfr. Sezione Prima, Capitolo 8, del Prospetto). Gli oneri relativi all’operazione di Aumento di Capitale, comprensivi delle commissioni da corrispondersi ai Garanti, come illustrato nella presente Sezione Seconda, Capitolo 5, Paragrafo 5.4.3, del Prospetto, sono stimati in massimi Euro 13 milioni. 163 4. 4.1 INFORMAZIONI RIGUARDANTI GLI STRUMENTI OFFRIRE ED AMMETTERE ALLA NEGOZIAZIONE FINANZIARI DA Descrizione delle Azioni Le azioni Creval oggetto della presente Offerta sono le Azioni di nuova emissione rinvenienti dall’Aumento di Capitale, per un ammontare massimo di Euro 400 milioni, comprensivo dell’eventuale sovrapprezzo. Le Azioni avranno codice ISIN IT0000064516 e saranno emesse munite della cedola n. 38. Ai Diritti di Opzione per la sottoscrizione delle Azioni sarà attribuito il codice ISIN IT0005022162. I dati relativi al numero di Azioni offerte in opzione, al rapporto di opzione, al Prezzo di Offerta, al controvalore effettivo dell’Aumento di Capitale e la percentuale massima di diluizione saranno comunicati dall’Emittente prima dell’avvio del Periodo di Opzione, mediante pubblicazione di un apposito supplemento, ai sensi degli articoli 9 e 56 del Regolamento Emittenti. Tale supplemento sarà pubblicato anche sul sito internet dell’Emittente, www.creval.it. 4.2 Legislazione in base alla quale le Azioni sono state emesse Le Azioni saranno emesse in base alla legge italiana e saranno soggette alla medesima normativa. 4.3 Caratteristiche delle Azioni Le Azioni oggetto dell’Offerta saranno ordinarie, nominative, prive dell’indicazione del valore nominale e liberamente trasferibili, con godimento regolare alla relativa data di emissione e assoggettate al regime di dematerializzazione di cui agli articoli 83-bis e seguenti del TUF e ai relativi regolamenti di attuazione e saranno immessi nel sistema di gestione accentrata gestito da Monte Titoli, con sede in Milano, Piazza Affari n. 6. 4.4 Valuta delle Azioni Le Azioni saranno denominate in Euro. 4.5 Descrizione dei diritti connessi alle Azioni Le Azioni avranno le stesse caratteristiche e attribuiranno gli stessi diritti delle azioni ordinarie della Banca in circolazione alla relativa data di emissione. Le azioni ordinarie dell’Emittente sono ammesse alla quotazione presso il Mercato Telematico Azionario (MTA). Le Azioni saranno negoziabili, in via automatica, secondo quanto previsto dall’articolo 2.4.1 del Regolamento di Borsa, presso il medesimo mercato in cui sono negoziate le azioni ordinarie della Banca al momento della relativa emissione. In particolare, le Azioni sono ordinarie, nominative, liberamente trasferibili e indivisibili e attribuiscono a ciascun socio, qualunque sia il numero di Azioni possedute, un solo voto nelle assemblee ordinarie e straordinarie dell’Emittente. Non esistono categorie di azioni diverse da quelle ordinarie. Di seguito si illustrano i principali diritti attribuiti dalle Azioni. 164 Diritto al dividendo Ai sensi dell’articolo 55 dello Statuto della Banca gli utili netti, dedotta la quota per la riserva legale e la quota eventualmente non disponibile in ossequio a norme di legge, saranno destinati secondo le decisioni dell’Assemblea dei soci all’assegnazione del dividendo ai soci in ragione delle azioni possedute. Inoltre, l’Assemblea dei soci, su proposta del Consiglio di Amministrazione, può attribuire agli azionisti la facoltà di richiedere che il pagamento del dividendo sia regolato, in tutto o in parte, in denaro o mediante consegna di azioni ordinarie, aventi le medesime caratteristiche delle azioni ordinarie in circolazione alla data di assegnazione. In caso di attribuzione di tale facoltà, l’Assemblea dei soci, su proposta del Consiglio, determina le modalità di calcolo e di assegnazione delle azioni ordinarie, stabilendo la modalità di regolamento del pagamento del dividendo in caso di mancato esercizio della suddetta facoltà da parte degli azionisti. Ai sensi dell’articolo 56 dello Statuto, inoltre, il diritto alla percezione dei dividendi si prescrive trascorso un quinquennio dal tempo indicato per il relativo pagamento e l’ammontare dei dividendi non riscossi sarà devoluto alla riserva legale ordinaria. Diritti di voto Ai sensi dell’articolo 19, comma 2, dello Statuto, hanno diritto di intervenire nelle Assemblee della Società ed esercitarvi il diritto di voto coloro che risultino iscritti nel libro dei soci da almeno 90 giorni e per i quali sia pervenuta presso la sede della Società, entro la fine del terzo giorno di mercato aperto precedente la data fissata per l’Assemblea in prima convocazione, ovvero nel diverso termine previsto con regolamento dalla Consob, d’intesa con la Banca d’Italia, l’apposita comunicazione dell’intermediario incaricato della tenuta dei conti sui quali sono registrate le azioni ai sensi della normativa vigente. Ai sensi dell’articolo 8 dello Statuto, possono essere ammessi a Socio: (i) le persone fisiche, con esclusione degli interdetti, gli inabilitati, i falliti che non abbiano ottenuto sentenza di riabilitazione e coloro che abbiano riportato condanne che comportino interdizione, anche temporanea, dai pubblici uffici; (ii) i dipendenti della Società e (iii) le persone giuridiche, le società di ogni tipo, i consorzi, le associazioni ed altri enti, purché designino per iscritto la persona fisica autorizzata a rappresentarli. La procedura di ammissione a socio è disciplinata dall’articolo 9 dello Statuto della Banca. L’articolo 9, comma 2 dello Statuto prevede, inoltre, che il Consiglio di Amministrazione abbia la facoltà di proporre all’Assemblea ordinaria dei soci la fissazione del numero minimo di azioni che deve possedere, sin dal momento della presentazione della domanda, chi intende diventare socio. Tale numero minimo, che, ai sensi del medesimo articolo dello Statuto, non può essere superiore a n. 150 azioni, è stato fissato dall’Assemblea ordinaria del 12 aprile 2014, ai sensi dell’articolo 24, comma 2, dello Statuto, in n. 150 azioni. Si segnala, inoltre, che ai sensi dell’articolo 9, comma 8, dello Statuto, come modificato dall’Assemblea straordinaria dei soci del 12 aprile 2014, la cessione dell’intera partecipazione, così come la cessione che riduca il possesso azionario al di sotto di n. 150 azioni, comunque rilevate dalla Società, comporta la perdita della qualità di socio. In deroga a quanto precede, per coloro che siano stati iscritti a libro soci alla data del 12 aprile 2014, ossia alla data in cui l’Assemblea ordinaria ha introdotto tale numero minimo di azioni, la perdita della qualità di socio e la conseguente cancellazione dal libro soci continua a conseguire al venir meno dell’intera partecipazione. Trattandosi di una banca popolare, ciascun socio con diritto di voto potrà esercitare un solo voto, qualunque sia il numero delle azioni possedute. Al contrario, la partecipazione al patrimonio ed agli utili è proporzionata alle azioni possedute. Ai sensi, inoltre, dell’articolo 30, comma 2 del TUB, nonché dell’articolo 18 dello Statuto, nessuno può detenere azioni nella Società in misura eccedente l’1% del capitale sociale, fatta eccezione per gli organismi di investimento 165 collettivo in valori mobiliari. La Banca, non appena rileva il superamento di tale limite, contesta al detentore la violazione del divieto. Le azioni eccedenti devono essere alienate entro un anno della contestazione, trascorso tale termine, i relativi diritti patrimoniali maturati fino all’alienazione delle azioni eccedenti vengono acquisiti dalla Banca. Diritto alla partecipazione dell’eventuale residuo attivo in caso di liquidazione Ai sensi dell’articolo 60 dello Statuto, in caso di scioglimento della Società, agli azionisti spetterà l’eventuale residuo attivo derivante dal procedimento di liquidazione. 4.6 Delibere in virtù delle quali le Azioni saranno emesse In data 12 aprile 2014, l’Assemblea straordinaria di soci ha deliberato, tra l’altro, di attribuire, ai sensi dell’articolo 2443 del Codice Civile, al Consiglio di Amministrazione della Società la facoltà di aumentare a pagamento e in via scindibile, in una o più volte, il capitale sociale, entro il periodo di 24 mesi dalla data della relativa deliberazione, per un importo massimo complessivo (comprensivo di eventuale sovrapprezzo) di Euro 400.000.000 (quattrocento milioni), mediante emissione di nuove azioni ordinarie prive del valore nominale da offrire in opzione agli azionisti, ai sensi dell’articolo 2441, comma 1, del Codice Civile, con ogni più ampia facoltà per gli Amministratori di stabilire, di volta in volta, nel rispetto dei limiti sopra indicati, modalità, termini e condizioni dell’operazione, ivi incluso il prezzo di emissione delle nuove azioni (comprensivo dell’eventuale sovrapprezzo) e il relativo godimento, restando inteso che il prezzo di emissione sarà definito in conformità alle norme di legge applicabili e tenendo, tra l’altro, conto, delle condizioni di mercato, dell’andamento delle quotazioni delle azioni della Società, dei risultati economici, patrimoniali e finanziari della Società, nonché della prassi di mercato per operazioni similari, ai sensi della quale, tra l’altro, il prezzo di emissione potrà essere determinato in misura pari al prezzo teorico ex diritto (theoretical ex right price -TERP) delle azioni della Società, calcolato secondo le metodologie correnti e scontato nella misura che sarà stabilita dal Consiglio di Amministrazione prima dell’avvio dell’Offerta in Opzione. In data 10 aprile 2014, con provvedimento n. 0392674/14, Banca d’Italia ha autorizzato la modifica dell’articolo 7 dello Statuto della Banca conseguente al conferimento della Delega, ai sensi di quanto previsto dall’articolo 56 del TUB. Con il medesimo provvedimento Banca d’Italia ha, altresì, autorizzato l’Emittente, ai sensi dell’articolo 26, comma 3 del CRR, a classificare le Azioni Creval rinvenienti dall’Aumento di Capitale quali strumenti di Capitale Primario di Classe 1. In data 15 aprile 2014, il Consiglio di Amministrazione della Banca ha esercitato la Delega, deliberando di aumentare il capitale sociale per l’importo massimo di Euro 400 milioni, comprensivo dell’eventuale sovrapprezzo, mediante l’emissione di Azioni aventi le medesime caratteristiche delle azioni Creval in circolazione, da offrire in opzione agli azionisti ai sensi dell’articolo 2441 del Codice Civile. Entro l’avvio del Periodo di Opzione è previsto che si tenga un ulteriore Consiglio di Amministrazione della Società al fine di definire le condizioni economiche dell’Offerta, quali, a titolo esemplificativo, il rapporto di opzione, il numero delle Azioni offerte in opzione ed il Prezzo di Offerta. Delle determinazioni di tale ulteriore Consiglio di Amministrazione della Società si darà conto in un apposito supplemento da pubblicarsi, ai sensi degli articoli 9 e 56 del Regolamento Emittenti. Tale supplemento sarà pubblicato anche sul sito internet della Banca, all’indirizzo www.creval.it. 4.7 Data di Emissione e di messa a disposizione delle Azioni Le Azioni sottoscritte entro la fine del Periodo di Opzione saranno accreditate sui conti degli Intermediari Aderenti al termine della giornata contabile dell’ultimo giorno del Periodo di Opzione e saranno, pertanto, disponibili dal giorno di liquidazione successivo. Entro il mese successivo alla scadenza del Periodo di Opzione, ai sensi dell’articolo 2441, comma 3 del Codice Civile, l’Emittente offrirà in borsa gli eventuali Diritti di Opzione non esercitati al termine del Periodo di Opzione. 166 Le Azioni sottoscritte al termine dell’Offerta in Borsa (come di seguito definita) saranno accreditate sui conti degli Intermediari Aderenti al termine della giornata contabile dell’ultimo giorno di esercizio dei Diritti di Opzione e saranno, pertanto, disponibili dal giorno di liquidazione successivo. 4.8 Esistenza di restrizioni alla libera trasferibilità delle Azioni Non esiste alcune limitazione alla libera trasferibilità delle Azioni ai sensi di legge, dello Statuto o derivante dalle condizioni di emissione. 4.9 Regime fiscale applicabile alle Azioni Le informazioni riportate qui di seguito sintetizzano alcuni aspetti del regime fiscale proprio dell’acquisto, della detenzione e della cessione delle Azioni Creval, ai sensi della vigente legislazione tributaria italiana e relativamente a specifiche categorie di investitori. Quanto segue non intende essere un’esauriente analisi di tutte le conseguenze fiscali connesse all’acquisto, alla detenzione e alla cessione delle Azioni Creval per tutte le possibili categorie di investitori. Il regime fiscale proprio dell’acquisto, della detenzione e della cessione delle Azioni Creval, qui di seguito riportato, si basa sulla legislazione vigente e sulla prassi esistente alla Data del Prospetto, fermo restando che le stesse rimangono soggette a possibili cambiamenti che potrebbero anche avere effetti retroattivi, e rappresenta pertanto una mera introduzione alla materia. Allorché si verifichi una tale eventualità, non è previsto l’aggiornamento della presente sezione per dare conto delle modifiche intervenute anche qualora, a seguito di tali modifiche, le informazioni contenute nella presente sezione non risultassero più valide. In data 24 aprile 2014, è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Decreto Legge n. 66 del 2014, che all’articolo 3 dispone, con decorrenza 1° luglio 2014, l’aumento dell’aliquota delle ritenute e delle imposte sostitutive sui redditi di capitale e sui redditi diversi di natura finanziaria dal 20% al 26%, laddove previste. La rimodulazione non interessa le percentuali di concorrenza a tassazione dei dividendi derivanti da Partecipazioni Qualificate (come di seguito definite) o conseguiti in regime di impresa o da società ed enti commerciali e non commerciali, così come le percentuali di concorrenza a tassazione delle plusvalenze realizzate su Partecipazioni Qualificate, o in regime di impresa o da società ed enti commerciali, secondo quanto illustrato nei successivi paragrafi. Il Decreto Legge n. 66 del 2014 dovrà essere convertito in legge entro 60 giorni dalla sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale e nel corso dell’iter di conversione potrà ancora subire modifiche. Qualora la suddetta rimodulazione dovesse essere approvata in via definitiva, impatterà sul regime fiscale delle Azioni Creval descritto qui di seguito. Gli investitori sono, perciò, tenuti a consultare i loro consulenti in merito al regime fiscale proprio dell’acquisto, della detenzione e della cessione delle Azioni Creval, nonché a verificare la natura e l’origine delle somme percepite come distribuzioni su tali azioni dell’Emittente (dividendi o riserve). Definizioni Ai fini del presente paragrafo, i termini in maiuscolo hanno il significato di seguito riportato. “Cessione di Partecipazioni Qualificate”: cessione di azioni, diverse dalle azioni di risparmio, diritti o titoli attraverso cui possono essere acquisite azioni, che eccedano, nell’arco di un periodo di dodici mesi, i limiti per la qualifica di Partecipazione Qualificata. Il termine di dodici mesi decorre dal momento in cui i titoli ed i diritti posseduti rappresentano una percentuale di diritti di voto o di partecipazione superiore ai limiti predetti. Per i diritti o titoli attraverso cui possono essere acquisite partecipazioni si tiene conto delle percentuali di diritti di voto o di partecipazione al capitale potenzialmente ricollegabili alle partecipazioni; “Partecipazioni Non Qualificate”: le partecipazioni sociali in società quotate sui mercati regolamentati diverse dalle Partecipazioni Qualificate; “Partecipazioni Qualificate”: le partecipazioni sociali in società quotate sui mercati regolamentati costituite dal possesso di partecipazioni (diverse dalle azioni di risparmio), diritti o titoli, attraverso cui percentuale di diritti di voto 167 esercitabili nell’Assemblea ordinaria superiore al 2% ovvero una partecipazione al capitale od al patrimonio superiore al 5%. A. Regime fiscale dei dividendi I dividendi attribuiti sulle Azioni dell’Emittente saranno soggetti al trattamento fiscale ordinariamente applicabile ai dividendi corrisposti da società per azioni fiscalmente residenti in Italia. Sono previste le seguenti differenti modalità di tassazione relativamente alle diverse categorie di percettori. (i) Persone fisiche fiscalmente residenti in Italia non esercenti attività di impresa I dividendi corrisposti a persone fisiche fiscalmente residenti in Italia su azioni, possedute al di fuori dell’esercizio d’impresa e costituenti Partecipazioni Non Qualificate, immesse nel sistema di deposito accentrato gestito dalla Monte Titoli (quali le azioni dell’Emittente), sono soggetti ad un’imposta sostitutiva con aliquota del 20% (26% a decorrere dal 1° luglio 2014, come sopra indicato) con obbligo di rivalsa, ai sensi dell’art. 27-ter, D.P.R. n. 600 del 29 settembre 1973 (il “DPR 600/1973”). In tal caso, inoltre, non sussiste l’obbligo da parte di coloro che abbiano percepito i dividendi in relazione alle azioni di indicare detti dividendi incassati nella dichiarazione dei redditi. Questa imposta sostitutiva è applicata dai soggetti residenti, presso i quali i titoli sono depositati, aderenti al sistema di deposito accentrato gestito dalla Monte Titoli, nonché, mediante un rappresentante fiscale nominato in Italia (in particolare, una banca o una SIM residente in Italia, una stabile organizzazione in Italia di banche o di imprese di investimento non residenti, ovvero una società di gestione accentrata di strumenti finanziari autorizzata ai sensi dell’art. 80 del TUF), dai soggetti (depositari) non residenti che aderiscono al Sistema Monte Titoli o a Sistemi esteri di deposito accentrato aderenti al Sistema Monte Titoli. A seguito dell’entrata in vigore del D.Lgs. n. 213 del 24 giugno 1998 sulla dematerializzazione dei titoli, questa modalità di tassazione costituisce il regime ordinariamente applicabile alle azioni negoziate in mercati regolamentati italiani, quali le Azioni dell’Emittente. I dividendi corrisposti a persone fisiche fiscalmente residenti in Italia su azioni, possedute al di fuori dell’esercizio d’impresa e costituenti Partecipazioni Qualificate, non sono soggetti ad alcuna ritenuta alla fonte o imposta sostitutiva a condizione che gli aventi diritto, all’atto della percezione, dichiarino che gli utili riscossi sono relativi a Partecipazioni Qualificate. Tali dividendi concorrono parzialmente alla formazione del reddito imponibile complessivo del socio. Il Decreto del Ministro dell’Economia e delle Finanze del 2 aprile 2008 (il “DM 2 aprile 2008”) – in attuazione dell’art. 1, comma 38 della Legge 24 dicembre 2007 n. 244 (la “Legge Finanziaria 2008”) –ha rideterminato la percentuale di concorso alla formazione del reddito nella misura del 49,72%. Tale percentuale si applica ai dividendi formati con utili prodotti dalla società a partire dall’esercizio successivo a quello in corso al 31 dicembre 2007. Resta ferma l’applicazione della precedente percentuale di concorso alla formazione del reddito, pari al 40%, per gli utili prodotti fino all’esercizio in corso al 31 dicembre 2007. Inoltre, a partire dalle delibere di distribuzione successive a quella avente ad oggetto l’utile dell’esercizio in corso al 31 dicembre 2007, agli effetti della tassazione del percettore, i dividendi distribuiti si considerano prioritariamente formati con utili prodotti dalla società fino a tale esercizio. (ii) Persone fisiche fiscalmente residenti in Italia non esercenti attività di impresa che detengono partecipazioni nell’ambito del regime del risparmio gestito I dividendi corrisposti a persone fisiche fiscalmente residenti in Italia su azioni, possedute al di fuori dell’esercizio d’impresa e costituenti Partecipazioni Non Qualificate, immesse in un rapporto di gestione patrimoniale intrattenuto con un intermediario autorizzato, in relazione al quale sia esercitata l’opzione per il regime del risparmio gestito di cui all’art. 7 del decreto legislativo 21 novembre 1997 n. 461 (il “D.Lgs. 461/1997”), non sono soggetti ad alcuna ritenuta alla fonte o imposta sostitutiva e concorrono alla formazione del risultato maturato annuo di gestione, da assoggettare ad imposta sostitutiva del 20% (26% a decorrere dal 1° luglio 2014, come sopra indicato). 168 (iii) Persone fisiche fiscalmente residenti in Italia esercenti attività di impresa I dividendi corrisposti a persone fisiche fiscalmente residenti in Italia su azioni relative all’impresa non sono soggetti ad alcuna ritenuta alla fonte o imposta sostitutiva a condizione che gli aventi diritto, all’atto della percezione, dichiarino che gli utili riscossi sono relativi a partecipazioni attinenti all’attività d’impresa. Tali dividendi concorrono parzialmente alla formazione del reddito imponibile complessivo del socio. Il DM 2 aprile 2008 – in attuazione dell’art. 1, comma 38 della Legge Finanziaria 2008 – ha rideterminato la percentuale di concorso alla formazione del reddito nella misura del 49,72%. Tale percentuale si applica ai dividendi formati con utili prodotti dalla società a partire dall’esercizio successivo a quello in corso al 31 dicembre 2007. Resta ferma l’applicazione della precedente percentuale di concorso alla formazione del reddito, pari al 40%, per gli utili prodotti fino all’esercizio in corso al 31 dicembre 2007. Inoltre, a partire dalle delibere di distribuzione successive a quella avente ad oggetto l’utile dell’esercizio in corso al 31 dicembre 2007, agli effetti della tassazione del percettore, i dividendi distribuiti si considerano prioritariamente formati con utili prodotti dalla società fino a tale esercizio. (iv) Società in nome collettivo, società in accomandita semplice, società semplici ed equiparate di cui all’art. 5 del decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917 (di seguito il “TUIR”), (comprese associazioni senza personalità giuridica costituite tra persone fisiche per l’esercizio in forma associata di arti e professioni) società ed enti di cui all’art. 73, comma primo, lettere a) e b), del TUIR, fiscalmente residenti in Italia I dividendi percepiti da società in nome collettivo, società in accomandita semplice e società semplici ed equiparate di cui all’art. 5 del TUIR, da società ed enti di cui all’art. 73, comma primo, lett. a) e b), del TUIR, ovverosia da società per azioni e in accomandita per azioni, società a responsabilità limitata, enti pubblici e privati che hanno per oggetto esclusivo o principale l’esercizio di attività commerciali (cosiddetti enti commerciali), fiscalmente residenti in Italia non sono soggetti ad alcuna ritenuta alla fonte o imposta sostitutiva in Italia e concorrono alla formazione del reddito imponibile complessivo del percipiente, da assoggettare a tassazione secondo le regole ordinarie, con le seguenti modalità: 1. le distribuzioni a favore di soggetti IRPEF (società in nome collettivo, società in accomandita semplice, società semplici) concorrono parzialmente alla formazione del reddito imponibile complessivo del percipiente; il DM 2 aprile 2008 – in attuazione dell’art. 1, comma 38 della Legge Finanziaria 2008 – ha rideterminato la percentuale di concorso alla formazione del reddito nella misura del 49,72%. Tale percentuale si applica ai dividendi formati con utili prodotti dalla società a partire dall’esercizio successivo a quello in corso al 31 dicembre 2007. Resta ferma l’applicazione della precedente percentuale di concorso alla formazione del reddito, pari al 40%, per gli utili prodotti fino all’esercizio in corso al 31 dicembre 2007. Inoltre, a partire dalle delibere di distribuzione successive a quella avente ad oggetto l’utile dell’esercizio in corso al 31 dicembre 2007, agli effetti della tassazione del percettore, i dividendi distribuiti si considerano prioritariamente formati con utili prodotti dalla società fino a tale esercizio; 2. le distribuzioni a favore di soggetti IRES (società per azioni, società a responsabilità limitata, società in accomandita per azioni ed enti commerciali) concorrono a formare il reddito imponibile complessivo del percipiente limitatamente al 5% del loro ammontare, ovvero per l’intero ammontare se relative a titoli detenuti per la negoziazione da soggetti che applicano i principi contabili internazionali IAS/IFRS. Per alcuni tipi di società ed a certe condizioni, i dividendi conseguiti concorrono a formare anche il relativo valore netto della produzione, soggetto ad imposta regionale sulle attività produttive (IRAP). (v) Enti non commerciali di cui all’art. 73(1), lett. c) del TUIR, fiscalmente residenti in Italia I dividendi percepiti dagli enti di cui all’art. 73, comma primo, lett. c), del TUIR, ovverosia dagli enti pubblici e privati fiscalmente residenti in Italia, diversi dalle società, non aventi ad oggetto esclusivo o principale l’esercizio di attività commerciali, non sono soggetti ad alcuna ritenuta alla fonte o imposta sostitutiva in Italia e concorrono a formare il reddito complessivo da assoggettare ad IRES limitatamente al 5% del loro ammontare. 169 (vi) Soggetti esenti ed esclusi dall’imposta sul reddito delle società Per le azioni, quali le Azioni emesse dall’Emittente, immesse nel sistema di deposito accentrato gestito da Monte Titoli, i dividendi percepiti da soggetti esenti dall’imposta sul reddito delle società (IRES) sono soggetti ad una imposta sostitutiva con aliquota del 20% (26% a decorrere dal 1° luglio 2014, come sopra indicato) applicata dal soggetto residente (aderente al sistema di deposito accentrato gestito da Monte Titoli) presso il quale le Azioni sono depositate ovvero, mediante un rappresentante fiscale nominato in Italia, dal soggetto (depositario) non residente che aderisca al Sistema Monte Titoli o a Sistemi esteri di deposito accentrato aderenti al Sistema Monte Titoli. L’imposta non è invece applicabile nei confronti dei soggetti “esclusi” dall’imposta sui redditi ai sensi dell’art. 74, comma 1, TUIR. (vii) Fondi pensione italiani ed O.I.C.R. italiani Gli utili percepiti da (a) fondi pensione italiani soggetti al regime di cui all’art. 17, Decreto Legislativo n. 252 del 5 dicembre 2005 (il “Decreto 252”), e (b) organismi italiani di investimento collettivo del risparmio (“O.I.C.R.”), diversi dai fondi comuni di investimento immobiliare, non sono soggetti a ritenuta alla fonte né ad imposta sostitutiva. Per i suddetti fondi pensione tali utili concorrono secondo le regole ordinarie alla formazione del risultato complessivo annuo di gestione maturato, soggetto ad imposta sostitutiva con aliquota dell’11%, Gli O.I.C.R. istituiti in Italia sottoposti a vigilanza (diversi dai fondi comuni di investimento immobiliare) sono esenti dalle imposte sui redditi ai sensi dell’art. 73, comma 5-quinquies, del TUIR. Sui proventi dei suddetti O.I.C.R. percepiti dai partecipanti in sede di riscatto, rimborso o distribuzione in costanza di detenzione delle quote ovvero delle azioni trova applicazione il regime della ritenuta di cui all’art. 26-quinquies del D.P.R. n. 600/1973. (viii) Fondi comuni di investimento immobiliare italiani Ai sensi del Decreto Legge n. 351 del 25 settembre 2001 (il “Decreto 351”), convertito con modificazioni dalla Legge n. 410 del 23 novembre 2001 ed a seguito delle modifiche apportate dall’art. 41-bis del Decreto Legge n. 269 del 30 settembre 2003, convertito con modificazioni in Legge 326/2003 (il “Decreto 269”), le distribuzioni di utili percepite dai fondi comuni di investimento immobiliare istituiti in Italia ai sensi dell’art. 37 del TUF ovvero dell’art. 14-bis della Legge n. 86 del 25 gennaio 1994 (la “Legge 86”), non sono soggette a ritenuta d’imposta né ad imposta sostitutiva e non scontano alcuna imposizione in capo a tali fondi. Sui proventi dei suddetti fondi percepiti dai partecipanti in sede di riscatto, rimborso o distribuzione in costanza di detenzione delle quote ovvero delle azioni trova applicazione il regime della ritenuta di cui all’art. 7 del Decreto 351. In alcuni casi, i redditi conseguiti da un fondo comune di investimento immobiliare italiano non istituzionale potrebbero essere imputati per trasparenza ai (e concorrere dunque alla formazione del reddito imponibile in Italia dei) relativi investitori non istituzionali che detengano una partecipazione superiore al 5% del patrimonio del fondo. (ix) Soggetti fiscalmente non residenti in Italia che detengono le Azioni per il tramite di una stabile organizzazione nel territorio dello Stato Le distribuzioni di utili percepite da soggetti non residenti in Italia che detengono la partecipazione attraverso una stabile organizzazione in Italia a cui la partecipazione sia effettivamente connessa, non sono soggette ad alcuna ritenuta in Italia né ad imposta sostitutiva e concorrono a formare il reddito complessivo della stabile organizzazione da assoggettare ad imposizione secondo le regole ordinarie nella misura del 5% del loro ammontare, ovvero per l’intero ammontare se relative a titoli detenuti per la negoziazione da soggetti che applicano i principi contabili internazionali IAS/IFRS. Qualora le distribuzioni siano riconducibili ad una partecipazione non connessa ad una stabile organizzazione in Italia del soggetto percettore non residente, si faccia riferimento a quanto esposto al successivo paragrafo. (x) Soggetti fiscalmente non residenti in Italia che non detengono le Azioni per il tramite di una stabile organizzazione nel territorio dello Stato I dividendi, derivanti da azioni o titoli similari immessi nel sistema di deposito accentrato gestito dalla Monte Titoli (quali le Azioni dell’Emittente), percepiti da soggetti fiscalmente non residenti in Italia, privi di stabile organizzazione 170 nel territorio dello Stato cui la partecipazione sia riferibile sono, in linea di principio, soggetti ad una imposta sostitutiva del 20% (26% a decorrere dal 1° luglio 2014, come sopra indicato) ai sensi dell’art. 27-ter del DPR 600/1973. Tale imposta sostitutiva è applicata dai soggetti residenti presso i quali i titoli sono depositati, aderenti al sistema di deposito accentrato gestito dalla Monte Titoli, nonché, mediante un rappresentante fiscale nominato in Italia (in particolare, una banca o una SIM residente in Italia, una stabile organizzazione in Italia di banche o di imprese di investimento non residenti, ovvero una società di gestione accentrata di strumenti finanziari autorizzata ai sensi dell’art. 80 del TUF), dai soggetti non residenti che aderiscono al Sistema Monte Titoli o a Sistemi esteri di deposito accentrato aderenti al Sistema Monte Titoli. Gli azionisti fiscalmente non residenti in Italia, che scontano la suddetta imposta sostitutiva del 20% (26% a decorrere dal 1° luglio 2014, come sopra indicato) sui dividendi – diversi dagli azionisti di risparmio e, dai fondi pensione e dalle società ed enti rispettivamente istituiti e residenti in Stati membri dell’Unione Europea ovvero in Stati aderenti all’Accordo sullo Spazio Economico Europeo, di cui si dirà oltre – hanno diritto, a fronte di istanza di rimborso da presentare secondo le condizioni e nei termini di legge, al rimborso fino a concorrenza di un quarto della imposta sostitutiva subita in Italia ai sensi dell’art. 27-ter, dell’imposta che dimostrino di aver pagato all’estero in via definitiva sugli stessi utili, previa esibizione alle competenti autorità fiscali italiane della relativa certificazione dell’ufficio fiscale dello Stato estero. Alternativamente al suddetto rimborso, i soggetti residenti in Stati con i quali siano in vigore convenzioni per evitare la doppia imposizione possono chiedere l’applicazione dell’imposta sostitutiva sui dividendi nella misura (ridotta) prevista dalla convenzione di volta in volta applicabile. A tal fine i soggetti presso cui le azioni sono depositate, aderenti al sistema di deposito accentrato gestito dalla Monte Titoli, debbono acquisire tempestivamente: - una dichiarazione del soggetto non residente effettivo beneficiario degli utili, dalla quale risultino i dati identificativi del soggetto medesimo, la sussistenza di tutte le condizioni alle quali è subordinata l’applicazione del regime convenzionale e gli eventuali elementi necessari a determinare la misura dell’aliquota applicabile ai sensi della convenzione; - un’attestazione dell’autorità fiscale competente dello Stato ove l’effettivo beneficiario degli utili ha la residenza, dalla quale risulti la residenza nello Stato medesimo ai sensi della convenzione. L’attestazione produce effetti fino al 31 marzo dell’anno successivo a quello di prestazione. L’Amministrazione finanziaria italiana ha peraltro concordato con le amministrazioni finanziarie di alcuni Stati esteri un’apposita modulistica volta a garantire un più efficiente e agevole rimborso o esonero totale o parziale del prelievo alla fonte applicabile in Italia. Con Provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle Entrate del 10 luglio 2013 sono stati poi approvati i modelli per la richiesta di applicazione dell’aliquota ridotta in forza delle convenzioni contro la doppia imposizione sui redditi stipulate dall’Italia. Se la documentazione non è presentata al soggetto depositario precedentemente alla messa in pagamento dei dividendi, l’imposta sostitutiva è applicata con aliquota del 20% (26% a decorrere dal 1° luglio 2014, come sopra indicato). In tal caso, il beneficiario effettivo dei dividendi può comunque richiedere all’Amministrazione finanziaria il rimborso della differenza tra l’imposta sostitutiva applicata e quella applicabile ai sensi della convenzione tramite apposita istanza di rimborso, corredata dalla documentazione di cui sopra, da presentare secondo le condizioni e nei termini di legge. Nel caso in cui i soggetti percettori e beneficiari dei dividendi siano società o enti (i) fiscalmente residenti in uno degli Stati membri dell’Unione Europea ovvero in uno degli Stati aderenti all’Accordo sullo Spazio Economico Europeo ed inclusi nella lista da predisporre con apposito Decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze ai sensi dell’art. 168-bis del TUIR ed (ii) ivi soggetti ad un’imposta sul reddito delle società, tali soggetti potranno beneficiare dell’applicazione di una imposta sostitutiva sui dividendi nella misura ridotta dell’1,375% del relativo ammontare. Fino all’emanazione del suddetto Decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze, gli Stati aderenti all’Accordo sullo Spazio Economico Europeo che rilevano ai fini dell’applicazione dell’imposta nella citata misura dell’1, 375% sono quelli inclusi nella lista di cui al Decreto del Ministero delle Finanze del 4 settembre 1996 e successive modifiche. Ai sensi dell’art. 1, comma 68 della Legge Finanziaria 2008, l’imposta sostitutiva dell’1,375% si applica ai soli dividendi derivanti da utili formatisi a partire dall’esercizio successivo a quello in corso al 31 dicembre 2007. Ai fini dell’applicazione dell’imposta sostitutiva nella misura dell’1,375%, i beneficiari non residenti dovranno 171 tempestivamente formulare specifica richiesta al soggetto depositario delle Azioni tenuto al prelievo dell’imposta sostitutiva, corredata da idonea certificazione di residenza e di status fiscale rilasciata dalle competenti autorità dello Stato di appartenenza. Nel caso in cui i soggetti percettori e beneficiari dei dividendi siano fondi pensione istituiti in uno degli Stati membri dell’Unione Europea ovvero in uno degli Stati aderenti all’Accordo sullo Spazio Economico Europeo ed inclusi nella lista da predisporre con apposito Decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze ai sensi dell’art. 168-bis del TUIR, tali soggetti potranno beneficiare dell’applicazione di una imposta sostitutiva sui dividendi nella misura ridotta dell’11% del relativo ammontare. Fino all’emanazione del suddetto Decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanza, gli Stati aderenti all’Accordo sullo Spazio Economico Europeo che rilevano ai fini dell’applicazione dell’imposta nella citata misura dell’11% sono quelli inclusi nella lista di cui al Decreto del Ministero delle Finanze del 4 settembre 1996 e successive modifiche. Ai fini dell’applicazione dell’imposta sostitutiva della misura dell’11%, i fondi pensione non residenti dovranno tempestivamente formulare specifica richiesta al soggetto depositario delle Azioni tenuto al prelievo dell’imposta sostitutiva, corredata da idonea documentazione. Ai sensi dell’art. 27-bis del DPR 600/1973, approvato in attuazione della Direttiva n. 435/90/CEE del 23 luglio 1990, poi trasfusa nella Direttiva n. 96/2011 del 30 novembre 2011, nel caso in cui i dividendi siano percepiti da una società (a) che riveste una delle forme previste nell’allegato alla stessa Direttiva, (b) che è fiscalmente residente in uno Stato membro dell’Unione Europea senza essere considerata, ai sensi di una convenzione in materia di doppia imposizione sui redditi con uno Stato terzo, residente al di fuori dell’Unione Europea, (c) che è soggetta, nello Stato di residenza, senza possibilità di fruire di regimi di opzione o di esonero che non siano territorialmente o temporalmente limitati, ad una delle imposte indicate nell’allegato alla predetta Direttiva e (d) che detiene una partecipazione diretta nell’Emittente non inferiore al 10 per cento del capitale sociale, per un periodo ininterrotto di almeno un anno, tale società ha diritto a richiedere alle autorità fiscali italiane il rimborso dell’imposta sostitutiva applicata sui dividendi da essa percepiti. A tal fine, la società non residente deve produrre una certificazione, rilasciata dalle competenti autorità fiscali dello Stato estero, che attesti che la società non residente soddisfa i predetti requisiti nonché la documentazione attestante la sussistenza delle condizioni sopra indicate. Inoltre, secondo quanto chiarito dalle autorità fiscali italiane, al verificarsi delle predette condizioni ed in alternativa alla presentazione di una richiesta di rimborso successivamente alla distribuzione del dividendo, purché il periodo minimo annuale di detenzione della partecipazione nell’Emittente sia già trascorso al momento della distribuzione del dividendo medesimo, la società non residente può direttamente richiedere all’intermediario depositario delle Azioni la non applicazione dell’imposta sostitutiva presentando tempestivamente all’intermediario in questione la stessa documentazione sopra indicata. In relazione alle società non residenti che risultano direttamente o indirettamente controllate da soggetti non residenti in Stati dell’Unione Europea, il suddetto regime di rimborso o di non applicazione dell’imposta sostitutiva può essere invocato soltanto a condizione che le medesime società dimostrino di non detenere la partecipazione nella Società allo scopo esclusivo o principale di beneficiare del regime in questione. I dividendi di pertinenza di enti o organismi internazionali che godono dell’esenzione dalle imposte in Italia per effetto di leggi o di accordi internazionali resi esecutivi in Italia non sono soggetti all’imposta sostitutiva. B. Regime fiscale della distribuzione di riserve di cui all’art. 47, comma quinto, del TUIR Le informazioni di seguito fornite sintetizzano il regime fiscale applicabile alla distribuzione da parte dell’Emittente – in occasione diversa dal caso di riduzione del capitale esuberante, di recesso, di esclusione, di riscatto o di liquidazione – delle riserve di capitale di cui all’art. 47, comma quinto, del TUIR, ovverosia, tra l’altro, delle riserve od altri fondi costituiti con sovrapprezzi di emissione, con interessi di conguaglio versati dai sottoscrittori, con versamenti fatti dai soci a fondo perduto o in conto capitale e con saldi di rivalutazione monetaria esenti da imposta (di seguito anche “Riserve di Capitale”). (i) Persone fisiche non esercenti attività d’impresa fiscalmente residenti in Italia Indipendentemente dalla delibera assembleare, le somme percepite da persone fisiche fiscalmente residenti in Italia non esercenti attività d’impresa a titolo di distribuzione delle riserve di capitali costituiscono utili per i percettori nei limiti e nella misura in cui sussistano, in capo alla società distributrice, utili di esercizio e riserve di utili (fatta salva la 172 quota di essi accantonata in sospensione di imposta). Le somme qualificate come utili sono soggette, a seconda che si tratti o meno di Partecipazioni Non Qualificate e/o non relative all’impresa, al medesimo regime sopra riportato per i dividendi. Le somme percepite a titolo di distribuzione delle Riserve di Capitale, al netto, sulla base di quanto testé indicato, dell’importo eventualmente qualificabile come utile, riducono di pari ammontare il costo fiscalmente riconosciuto della partecipazione. Ne consegue che, in sede di successiva cessione, la plusvalenza imponibile è calcolata per differenza fra il prezzo di vendita ed il costo fiscalmente riconosciuto della partecipazione ridotto di un ammontare pari alle somme percepite a titolo di distribuzione delle riserve di capitali (al netto dell’importo eventualmente qualificabile come utile). Secondo l’interpretazione fatta propria dall’Amministrazione finanziaria le somme percepite a titolo di distribuzione delle Riserve di Capitale, per la parte eccedente il costo fiscale della partecipazione costituiscono utili, da assoggettare al regime descritto sopra per i dividendi. Regole particolari potrebbero applicarsi in relazione alle partecipazioni per cui la persona fisica abbia optato per il regime cosiddetto del “risparmio gestito” di cui all’art. 7 del D. Lgs. 461/1997. (ii) Società in nome collettivo, in accomandita semplice ed equiparate di cui all’art. 5 del TUIR, società semplici ed equiparate di cui all’art. 5 del TUIR, società ed enti di cui all’art. 73, comma primo, lett. a) e b) del TUIR, enti non commerciali di cui all’art. 73, comma 1, lett. c) del TUIR e persone fisiche esercenti attività d’impresa, fiscalmente residenti in Italia In capo alle persone fisiche che detengono Azioni nell’esercizio di attività d’impresa, alle società in nome collettivo, in accomandita semplice ed equiparate di cui all’art. 5 del TUIR, alle società semplici ed equiparate di cui all’art. 5 del TUIR, alle società ed enti di cui all’art. 73, comma primo, lett. a) e b), del TUIR, agli enti non commerciali di cui all’art. 73,comma 1, lett. c) del TUIR, fiscalmente residenti in Italia, le somme percepite a titolo di distribuzione delle Riserve di Capitale costituiscono utili nei limiti e nella misura in cui sussistano utili di esercizio e riserve di utili (fatte salve le quote di essi accantonate in sospensione di imposta) in capo alla società che provvede all’erogazione. Le somme qualificate come utili dovrebbero essere soggette al medesimo regime sopra riportato per i dividendi. Le somme percepite a titolo di distribuzione delle Riserve di Capitale, al netto dell’importo eventualmente qualificabile come utile, riducono il costo fiscalmente riconosciuto della partecipazione di un pari ammontare. Le somme percepite a titolo di distribuzione delle Riserve di Capitale, per la parte eccedente il costo fiscale della partecipazione, costituiscono plusvalenze e, come tali, assoggettate al regime evidenziato al successivo Paragrafo C). (iii) Fondi pensione italiani e O.I.C.R. italiani (diversi dai fondi comuni di investimento immobiliare) In base ad un’interpretazione sistematica delle norme, le somme percepite da fondi pensione italiani soggetti al regime di cui all’art. 17 del Decreto 252, a titolo di distribuzione delle Riserve di Capitale, dovrebbero concorrere a formare il risultato netto di gestione maturato relativo al periodo d’imposta in cui è avvenuta la distribuzione, soggetto ad un’imposta sostitutiva dell’11%. Anche il valore delle partecipazioni alla fine dello stesso periodo d’imposta dovrebbe essere incluso nel calcolo del risultato annuo di gestione dei suddetti fondi pensione. Le somme percepite da O.I.C.R. istituiti in Italia soggetti a vigilanza (diversi dai fondi comuni di investimento immobiliare) a titolo di distribuzione delle Riserve di Capitale non dovrebbero invece scontare alcuna imposizione in capo a tali organismi di investimento. Per il regime fiscale dei proventi dei suddetti O.I.C.R. percepiti dai partecipanti, si veda il precedente Paragrafo A (vii). (iv) Fondi comuni di investimento immobiliare italiani In base ad un’interpretazione sistematica delle norme, ai sensi del Decreto Legge n. 351 del 25 settembre 2001 (il “Decreto 351”), convertito con modificazioni dalla Legge n. 410 del 23 novembre 2001 ed a seguito delle modifiche apportate dall’art. 41-bis del Decreto Legge n. 269 del 30 settembre 2003, convertito con modificazioni in Legge 326/2003 (il “Decreto 269”), le somme percepite dai fondi comuni di investimento immobiliare istituiti in Italia ai sensi dell’art. 37 del TUF ovvero dell’art. 14-bis della Legge n. 86 del 25 gennaio 1994 (la “Legge 86”), non sono soggette a ritenuta d’imposta né ad imposta sostitutiva e non scontano alcuna imposizione in capo a tali fondi. Per il regime fiscale dei proventi dei suddetti fondi percepiti dai partecipanti, si veda il precedente par. A (viii). In alcuni casi, i redditi conseguiti da un fondo comune di investimento immobiliare italiano non istituzionale potrebbero essere imputati per trasparenza ai (e concorrere dunque alla formazione del reddito imponibile in Italia dei) relativi investitori non istituzionali che detengano una partecipazione superiore al 5% del patrimonio del fondo. 173 (v) Soggetti fiscalmente non residenti in Italia privi di stabile organizzazione nel territorio dello Stato In capo ai soggetti fiscalmente non residenti in Italia (siano essi persone fisiche o società di capitali), privi di stabile organizzazione in Italia cui la partecipazione sia riferibile, la natura fiscale delle somme percepite a titolo di distribuzione delle Riserve di Capitale è la medesima di quella evidenziata per le persone fisiche fiscalmente residenti in Italia. Al pari di quanto evidenziato per le persone fisiche e per le società di capitali fiscalmente residenti in Italia, le somme percepite a titolo di distribuzione delle Riserve di Capitale, al netto dell’importo eventualmente qualificabile come utile, riducono il costo fiscalmente riconosciuto della partecipazione di un pari ammontare. (vi) Soggetti fiscalmente non residenti in Italia dotati di stabile organizzazione nel territorio dello Stato Relativamente ai soggetti non residenti che detengono la partecipazione attraverso una stabile organizzazione in Italia a cui la partecipazione sia effettivamente connessa, le somme percepite a titolo di distribuzione delle Riserve di Capitale sono assoggettate in capo alla stabile organizzazione al medesimo regime impositivo previsto per le società ed enti di cui all’art. 73 comma primo, lett. a) e b) del TUIR, fiscalmente residenti in Italia, indicato al precedente paragrafo (ii). Qualora la distribuzione di Riserve di Capitale derivi da una partecipazione non connessa ad una stabile organizzazione in Italia del soggetto percettore non residente, si faccia riferimento a quanto esposto al precedente Paragrafo sub (iv). C. Regime fiscale delle plusvalenze derivanti dalla cessione di azioni (i) Persone fisiche fiscalmente residenti in Italia non esercenti attività di impresa Le plusvalenze, diverse da quelle conseguite nell’esercizio di imprese commerciali, realizzate da persone fisiche fiscalmente residenti in Italia mediante cessione a titolo oneroso di partecipazioni sociali, nonché di titoli o diritti attraverso cui possono essere acquisite le predette partecipazioni, sono soggette ad un diverso regime fiscale a seconda che si tratti di una cessione di Partecipazioni Qualificate o meno. Cessione di Partecipazioni Qualificate Le plusvalenze derivanti dalla Cessione di Partecipazioni Qualificate conseguite al di fuori dell’esercizio di imprese commerciali da persone fisiche fiscalmente residenti in Italia concorrono alla formazione del reddito imponibile del soggetto percipiente limitatamente al 49,72% del loro ammontare. Per tali plusvalenze, la tassazione avviene in sede di dichiarazione annuale dei redditi. Qualora dalla Cessione di Partecipazioni Qualificate si generi una minusvalenza, la quota corrispondente al 49,72% della stessa è riportata in deduzione, fino a concorrenza del 49,72% dell’ammontare delle plusvalenze della stessa natura realizzate nei periodi di imposta successivi, ma non oltre il quarto, a condizione che tale minusvalenza sia indicata nella dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta nel quale è stata realizzata. Cessione di Partecipazioni Non Qualificate Le plusvalenze, non conseguite nell’esercizio di imprese commerciali, realizzate da persone fisiche fiscalmente residenti in Italia mediante cessione a titolo oneroso di partecipazioni (nonché di titoli o diritti attraverso cui possono essere acquisite partecipazioni) che non si qualifichi quale Cessione di Partecipazioni Qualificate, sono soggette ad un’imposta sostitutiva del 20% (26% a decorrere dal 1° luglio 2014, come sopra indicato). Il contribuente può optare per una delle seguenti modalità di tassazione: a) Tassazione in base alla dichiarazione dei redditi. Nella dichiarazione vanno indicate le plusvalenze e minusvalenze realizzate nell’anno. L’imposta sostitutiva del 20% (26% a decorrere dal 1° luglio 2014, come sopra indicato) è determinata in tale sede sulle plusvalenze al netto delle relative minusvalenze della stessa natura ed è versata entro i termini previsti per il versamento delle imposte sui redditi dovute a saldo in base alla dichiarazione. Le minusvalenze eccedenti, purché esposte in dichiarazione dei redditi, possono essere portate in deduzione, fino a concorrenza, delle relative plusvalenze della stessa natura realizzate nei periodi 174 di imposta successivi, ma non oltre il quarto. Il criterio della dichiarazione è obbligatorio nell’ipotesi in cui il soggetto non scelga uno dei due regimi di cui ai successivi punti (b) e (c). b) Regime del risparmio amministrato (opzionale). Tale regime può trovare applicazione a condizione che (i) le Azioni siano depositate presso banche o società di intermediazione mobiliari residenti o altri soggetti residenti individuati con appositi decreti ministeriali e (ii) l’azionista opti (con comunicazione sottoscritta inviata all’intermediario) per l’applicazione del regime del risparmio amministrato di cui all’art. 6 del D.Lgs. n. 461/1997. Nel caso in cui il soggetto opti per tale regime, l’imposta sostitutiva con l’aliquota del 20% (26% a decorrere dal 1° luglio 2014, come sopra indicato) è determinata e versata all’atto della singola cessione dall’intermediario presso il quale le azioni sono depositate in custodia o in amministrazione, su ciascuna plusvalenza realizzata. Le eventuali minusvalenze possono essere compensate nell’ambito del medesimo rapporto computando l’importo delle minusvalenze in diminuzione, fino a concorrenza, delle plusvalenze della stessa natura realizzate nelle successive operazioni poste in essere nello stesso periodo d’imposta o nei periodi di imposta successivi, ma non oltre il quarto. Qualora il rapporto di custodia o amministrazione venga meno, le eventuali minusvalenze (risultanti da apposita certificazione rilasciata dall’intermediario) possono essere portate in deduzione, non oltre il quarto periodo d’imposta successivo a quello di realizzo, dalle plusvalenze della stessa natura realizzate nell’ambito di un altro rapporto di risparmio amministrato intestato agli stessi soggetti intestatari del rapporto o deposito di provenienza, o possono essere dedotte in sede di dichiarazione dei redditi. Nel caso di opzione per il regime del risparmio amministrato, il contribuente non è tenuto ad includere le suddette plusvalenze e/o minusvalenze nella propria dichiarazione dei redditi. c) (ii) Regime del risparmio gestito (opzionale). Presupposto per la scelta di tale regime (di cui all’art. 7 del D.Lgs. n. 461/1997) è il conferimento di un incarico di gestione patrimoniale ad un intermediario autorizzato. In tale regime, un’imposta sostitutiva del 20% (26% a decorrere dal 1° luglio 2014, come sopra indicato) è applicata dall’intermediario al termine di ciascun periodo d’imposta sull’incremento del valore del patrimonio gestito maturato nel periodo d’imposta, anche se non percepito, al netto, tra l’altro, dei redditi assoggettati a ritenuta, dei redditi esenti o comunque non soggetti ad imposte, dei redditi che concorrono a formare il reddito complessivo del contribuente, dei proventi derivanti da fondi comuni di investimento immobiliare italiani. Nel regime del risparmio gestito, le plusvalenze relative a Partecipazioni Non Qualificate concorrono a formare l’incremento del patrimonio gestito maturato nel periodo d’imposta, soggetto ad imposta sostitutiva del 20% (26% a decorrere dal 1° luglio 2014, come sopra indicato). Il risultato negativo della gestione conseguito in un periodo d’imposta può essere computato in diminuzione del risultato della gestione dei quattro periodi d’imposta successivi per l’intero importo che trova capienza in ciascuno di essi. In caso di chiusura del rapporto di gestione, i risultati negativi di gestione maturati (risultanti da apposita certificazione rilasciata dal soggetto gestore) possono essere portati in deduzione, non oltre il quarto periodo d’imposta successivo a quello di maturazione, dalle plusvalenze realizzate nell’ambito di un altro rapporto cui sia applicabile il regime del risparmio amministrato, ovvero utilizzati (per l’importo che trova capienza in esso) nell’ambito di un altro rapporto per il quale sia stata effettuata l’opzione per il regime del risparmio gestito, purché il rapporto o deposito in questione sia intestato agli stessi soggetti intestatari del rapporto o deposito di provenienza, ovvero possono essere portate in deduzione dai medesimi soggetti in sede di dichiarazione dei redditi, secondo le medesime regole applicabili alle minusvalenze eccedenti di cui al precedente punto (a). Nel caso di opzione per il regime del risparmio gestito, il contribuente non è tenuto ad includere le plusvalenze e/o minusvalenze nella propria dichiarazione dei redditi. Persone fisiche esercenti attività d’impresa, società in no me collettivo, in accomandita semplice ed equiparate di cui all’art. 5 del TUIR, fiscalmente residenti in Italia Le plusvalenze realizzate da persone fisiche nell’esercizio di impresa, società in nome collettivo, in accomandita semplice ed equiparate di cui all’art. 5 del TUIR, fiscalmente residenti in Italia, mediante cessione a titolo oneroso di azioni concorrono, per l’intero ammontare, a formare il reddito d’impresa imponibile, soggetto a tassazione in Italia secondo il regime ordinario. Secondo quanto chiarito dall’amministrazione finanziaria, gli elementi negativi di reddito 175 realizzati da persone fisiche nell’esercizio di impresa, società in nome collettivo, in accomandita semplice ed equiparate di cui all’art. 5 del TUIR, fiscalmente residenti in Italia, mediante cessione a titolo oneroso delle Azioni sarebbero integralmente deducibili dal reddito imponibile del soggetto cedente. Tuttavia, laddove siano soddisfatte le condizioni evidenziate ai punti (a), (b), (c) e (d) del successivo paragrafo (iii), le plusvalenze concorrono alla formazione del reddito d’impresa imponibile in misura parziale pari al 49,72% del relativo ammontare. Le minusvalenze realizzate relative a partecipazioni con i requisiti di cui ai punti (a), (b), (c) e (d) del successivo paragrafo (iii) sono deducibili in misura parziale analogamente a quanto previsto per la tassazione delle plusvalenze. Ai fini della determinazione delle plusvalenze e minusvalenze fiscalmente rilevanti, il costo fiscale delle azioni cedute è assunto al netto delle svalutazioni dedotte nei precedenti periodi di imposta. (iii) Società ed enti di cui all’art. 73(1), lett. a) e b), del TUIR, fiscalmente residenti in Italia Le plusvalenze realizzate dalle società ed enti di cui all’art. 73(1), lett. a) e b), del TUIR, incluse le società per azioni e in accomandita per azioni, le società a responsabilità limitata, gli enti pubblici e privati che hanno per oggetto esclusivo o principale l’esercizio di attività commerciali, fiscalmente residenti in Italia, mediante cessione a titolo oneroso delle Azioni concorrono a formare il reddito d’impresa imponibile per il loro intero ammontare nell’esercizio in cui sono state realizzate ovvero, per le partecipazioni possedute per un periodo non inferiore a tre anni (un anno per le società sportive dilettantistiche) o iscritte tra le immobilizzazioni finanziarie negli ultimi tre bilanci, su opzione, in quote costanti nell’esercizio stesso e nei successivi, ma non oltre il quarto. Tuttavia, ai sensi dell’art. 87 del TUIR (recante il regime cd. di “participation exemption”), le plusvalenze realizzate relativamente a partecipazioni in società ed enti indicati nell’art. 73 del TUIR non concorrono alla formazione del reddito imponibile in quanto esenti nella misura del 95% del loro ammontare, se le suddette partecipazioni presentano i seguenti requisiti: a) ininterrotto possesso dal primo giorno del dodicesimo mese precedente quello dell’avvenuta cessione considerando cedute per prime le azioni o quote acquisite in data più recente; b) classificazione nella categoria delle immobilizzazioni finanziarie nel primo bilancio chiuso durante il periodo di possesso; c) residenza fiscale della società partecipata in uno Stato o territorio di cui al decreto del Ministro dell’economia e delle finanze emanato ai sensi dell’art. 168-bis del TUIR, o, alternativamente, l’avvenuta dimostrazione, a seguito dell’esercizio dell’interpello secondo le modalità di cui al comma 5, lettera b), dell’art. 167 del TUIR, che dalle partecipazioni non sia stato conseguito, sin dall’inizio del periodo di possesso, l’effetto di localizzare i redditi in Stati o territori diversi da quelli individuati nel medesimo decreto di cui all’art. 168-bis del TUIR; d) la società partecipata esercita un’impresa commerciale secondo la definizione di cui all’art. 55 del TUIR; tuttavia tale requisito non rileva per le partecipazioni in società i cui titoli sono negoziati nei mercati regolamentati. I requisiti di cui ai punti (c) e (d) devono sussistere ininterrottamente, al momento del realizzo delle plusvalenze, almeno dall’inizio del terzo periodo di imposta anteriore al realizzo stesso. Le cessioni delle azioni o quote appartenenti alla categoria delle immobilizzazioni finanziarie e di quelle appartenenti alla categoria dell’attivo circolante vanno considerate separatamente con riferimento a ciascuna categoria. In presenza dei requisiti menzionati, le minusvalenze realizzate dalla cessione di partecipazioni sono indeducibili dal reddito d’impresa. Ai fini della determinazione delle plusvalenze e minusvalenze fiscalmente rilevanti, il costo fiscale delle azioni cedute è assunto al netto delle svalutazioni dedotte nei precedenti periodi di imposta. Le minusvalenze e le differenze negative tra i ricavi e i costi relative ad azioni che non possiedono i requisiti per l’esenzione non rilevano fino a concorrenza dell’importo non imponibile dei dividendi, ovvero dei loro acconti, percepiti nei trentasei mesi precedenti il loro realizzo/conseguimento. Tale disposizione (i) si applica con riferimento alle azioni acquisite nei 36 mesi precedenti il realizzo/conseguimento, sempre che siano soddisfatte le condizioni di 176 cui ai precedenti punti (c) e (d), ma (ii) non si applica ai soggetti che redigono il bilancio in base ai principi contabili internazionali di cui al Regolamento (CE) n. 1606/2002 del Parlamento Europeo e del Consiglio, del 19 luglio 2002. In relazione alle minusvalenze ed alle differenze negative tra ricavi e costi relative ad azioni deducibili dal reddito di impresa, deve inoltre essere segnalato che, ai sensi dell’art. 5-quinquies, comma 3, del Decreto Legge 30 settembre 2005, n. 203, convertito con modificazioni dalla Legge 2 dicembre 2005, n. 248, qualora l’ammontare delle suddette minusvalenze, derivanti da operazioni su azioni negoziate in mercati regolamentati, risulti superiore a 50.000,00 Euro, anche a seguito di più operazioni, il contribuente dovrà comunicare all’Agenzia delle Entrate i dati e le notizie relativi all’operazione. Il dettaglio delle notizie che dovranno formare oggetto di comunicazione, oltre ai termini ed alle modalità procedurali di detta comunicazione, sono contenute nel provvedimento dell’Agenzia delle Entrate del 29 marzo 2007. Inoltre, ai sensi dell’art. 1, comma 4, del decreto legge 24 settembre 2002, n. 209, relativamente alle minusvalenze di ammontare complessivo superiore a 5.000.000 di euro, derivanti dalla cessione di partecipazioni che costituiscono immobilizzazioni finanziarie, realizzate anche a seguito di più atti di realizzo, il contribuente dovrà comunicare all’Agenzia delle Entrate i dati e le notizie necessari al fine di consentire l’accertamento della conformità delle operazioni di cessione con le disposizioni dell’art. 37- bis del D.P.R. n. 600/1973. Tale obbligo non si applica ai soggetti che predispongono il bilancio in base ai principi contabili internazionali. Per alcuni tipi di società ed a certe condizioni, le plusvalenze realizzate dai suddetti soggetti mediante cessione di azioni concorrono a formare anche il relativo valore netto della produzione, soggetto ad imposta regionale sulle attività produttive (IRAP). (iv) Enti di cui all’art. 73(1), lett. c) del TUIR, e società semplici ed equiparate ai sensi dell’art. 5 del TUIR (comprese associazioni senza personalità giuridica costituite tra persone fisiche per l’esercizio in forma associata di arti e professioni), fiscalmente residenti in Italia Le plusvalenze realizzate, al di fuori dell’attività d’impresa, da enti non commerciali residenti in Italia e da società semplici residenti, sono assoggettate a tassazione con le stesse regole previste per le plusvalenze realizzate da persone fisiche su partecipazioni detenute non in regime d’impresa. (v) Fondi pensione italiani e O.I.C.R. italiani (diversi dai fondi comuni di investimento immobiliare) Le plusvalenze relative ad azioni detenute da fondi pensione italiani soggetti al regime di cui all’art. 17 del Decreto 252 sono incluse nel calcolo del risultato annuo di gestione maturato soggetto ad imposta sostitutiva con aliquota dell’11%. Le plusvalenze relative a partecipazioni detenute da O.I.C.R. istituiti in Italia sottoposti a vigilanza (diversi dai fondi comunici di investimento immobiliare) non scontano invece alcuna imposizione in capo a tali organismi d’investimento. (vi) Fondi comuni di investimento immobiliare italiani Ai sensi del D.L. 351/2001, ed a seguito delle modifiche apportate dall’art. 41-bis del D.L. 269/2003, i proventi, ivi incluse le plusvalenze derivanti dalla cessione di azioni, conseguiti dai fondi comuni di investimento immobiliare italiani istituiti ai sensi dell’art. 37 del TUF e dell’art. 14-bis della Legge 86/1994, non scontano alcuna imposizione in capo a tali fondi. In alcuni casi, i redditi conseguiti da un fondo comune di investimento immobiliare italiano non istituzionale potrebbero essere imputati per trasparenza ai (e concorrere dunque alla formazione del reddito imponibile dei) relativi investitori non istituzionali che detengano una partecipazione superiore al 5% del patrimonio del fondo. (vii) Soggetti fiscalmente non residenti in Italia, dotati di stabile organizzazione nel territorio dello Stato Relativamente ai soggetti non residenti che detengono la partecipazione attraverso una stabile organizzazione in Italia a cui la partecipazione sia effettivamente connessa, le plusvalenze realizzate mediante cessione della partecipazione concorrono alla formazione del reddito della stabile organizzazione secondo il regime impositivo previsto delle 177 plusvalenze realizzate da società ed enti di cui all’art. 73(1), lett. a) e b) del TUIR, fiscalmente residenti in Italia, indicato sopra al paragrafo (iii). Qualora la partecipazione non sia connessa ad una stabile organizzazione in Italia del soggetto non residente, si faccia riferimento a quanto esposto al paragrafo (viii) che segue. (viii) Soggetti fiscalmente non residenti in Italia, privi di stabile organizzazione nel territorio dello Stato Partecipazioni Non Qualificate Le plusvalenze realizzate da soggetti fiscalmente non residenti in Italia, privi di stabile organizzazione in Italia (attraverso cui siano detenute le partecipazioni), derivanti dalla cessione a titolo oneroso di partecipazioni che non si qualifichi quale Cessione di Partecipazioni Qualificate, in società italiane negoziate in mercati regolamentati (come l’Emittente), non sono soggette a tassazione in Italia, anche se le partecipazioni sono ivi detenute. Al fine di beneficiare di tale esenzione da imposizione in Italia, agli azionisti fiscalmente non residenti in Italia cui si applichi il regime del risparmio amministrato ovvero che abbiano optato per il regime del risparmio gestito di cui agli artt. 6 e 7 del D.Lgs. 461/1997, l’intermediario italiano potrebbe richiedere la presentazione di un’autocertificazione attestante la non residenza fiscale in Italia. Partecipazioni Qualificate Le plusvalenze realizzate da soggetti fiscalmente non residenti in Italia, privi di stabile organizzazione in Italia (attraverso cui siano detenute le partecipazioni), derivanti dalla Cessione di Partecipazioni Qualificate concorrono alla formazione del reddito imponibile in Italia del soggetto percipiente secondo le stesse regole previste per le persone fisiche residenti in Italia non esercenti attività d’impresa. Tali plusvalenze sono assoggettate a tassazione unicamente in sede di dichiarazione annuale dei redditi, poiché le stesse non possono essere soggette né al regime del risparmio amministrato né al regime del risparmio gestito. Resta comunque ferma, laddove sussistano i relativi requisiti, l’applicazione delle disposizioni previste dalle convenzioni internazionali contro le doppie imposizioni, se più favorevoli. D. Imposta di registro A seguito dell’abrogazione della tassa sui contratti di borsa, di cui al Regio Decreto n. 3278 del 30 dicembre 1923, operata dall’art. 37 del Decreto Legge n. 2448 del 31 dicembre 2007, convertito in Legge 28 febbraio 2008, n. 31, ai sensi della normativa vigente alla data di pubblicazione del presente Prospetto, gli atti aventi ad oggetto la negoziazione di titoli scontano l’imposta di registro come segue: (i) gli atti pubblici e le scritture private autenticate scontano l’imposta di registro in misura fissa pari ad Euro 200; (ii) le scritture private non autenticate scontano l’imposta di registro in misura fissa pari ad Euro 200 solo in “caso d’uso” o a seguito di registrazione volontaria. E. Tassa sulle transazioni finanziarie Salve determinate esclusioni ed esenzioni previste dalla normativa, sono generalmente soggetti all’imposta sulle transazioni finanziarie di cui all’art. 1, commi da 491 a 500, L. 24 dicembre 2012, n. 228, tra l’altro, i trasferimenti di proprietà di azioni emesse da società residenti in Italia. L’imposta è dovuta dai soggetti in favore dei quali avviene il trasferimento della proprietà, indipendentemente dalla residenza delle controparti e dal luogo di conclusione dell’operazione. L’imposta è applicata con l’aliquota dello 0,2% sul valore della transazione, determinato sulla base del saldo netto delle transazioni giornaliere (calcolato per ciascun soggetto passivo con riferimento al numero di titoli oggetto delle transazioni regolate nella stessa giornata per singolo strumento finanziario). L’aliquota è ridotta alla metà per i trasferimenti che avvengono a seguito di operazioni concluse in mercati regolamentati o sistemi multilaterali di negoziazione. Sono escluse dal tributo, tra l’altro, le operazioni di emissione e di annullamento dei titoli azionari e le operazioni di acquisizione temporanea di titoli (quali, ad esempio, le operazioni di finanziamento tramite titoli). Sono generalmente responsabili del versamento dell’imposta le banche e gli altri intermediari qualificati che intervengono nell’esecuzione delle operazioni. In mancanza di intermediari che intervengano nell’operazione, l’imposta deve essere versata dal contribuente. 178 F. Imposta di bollo L’articolo 13, comma 2-ter, della Tariffa, parte prima, allegata al Decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 642, e la relativa nota 3-ter dettano la disciplina dell’imposta di bollo proporzionale generalmente applicabile (salvo alcune esclusioni/eccezioni) alle comunicazioni periodiche inviate dagli intermediari finanziari italiani (gli “Enti Gestori”) alla propria clientela, relative a strumenti finanziari depositati presso di loro, tra i quali si annoverano anche le azioni. Non sono soggetti all’imposta di bollo proporzionale, tra l’altro, i rendiconti e le comunicazioni che gli Enti Gestori inviano a soggetti diversi dai clienti, come definiti, nel Provvedimento del Governatore della Banca d’Italia del 20 giugno 2012, per i quali è invece prevista l’applicazione dell’imposta di bollo nella misura fissa di euro 2 per ogni esemplare, ai sensi dell’articolo 13, comma 1, della Tariffa, parte prima, allegata al decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 642. L’imposta di bollo proporzionale non trova applicazione, tra l’altro, per le comunicazioni ricevute dai fondi pensione e dai fondi sanitari. Il comma 2-ter dell’articolo 13 della Tariffa, parte prima, allegata al DPR n. 642 del 1972 prevede che, laddove applicabile, l’imposta di bollo proporzionale si applica nella misura del 2 per mille annuo. Non è prevista una misura minima. Per i soggetti diversi dalle persone fisiche è previsto un tetto massimo di Euro 14.000 ad anno. Le comunicazioni periodiche alla clientela si presumono, in ogni caso inviate almeno una volta l’anno, anche nel caso in cui l’intermediario italiano non sia tenuto alla redazione e all’invio di comunicazioni. In tal caso, l’imposta deve essere applicata al 31 dicembre di ciascun anno e, comunque, al termine del rapporto intrattenuto con il cliente. L’aliquota di imposta si applica sul valore di mercato degli strumenti finanziari o, in mancanza, sul valore nominale o di rimborso, come risultante dalla comunicazione inviata alla clientela. L’imposta trova applicazione sia con riferimento ad investitori residenti sia con riferimento ad investitori non residenti, per strumenti finanziari detenute presso intermediari italiani. G. Imposta sul valore delle attività finanziarie Le persone fisiche residenti in Italia che detengono all’estero attività finanziarie devono generalmente versare un’imposta sul loro valore (cd.“Ivafe”). L’imposta si applica anche sulle partecipazioni al capitale o al patrimonio di soggetti residenti in Italia detenute all’estero. L’imposta, calcolata sul valore delle attività finanziarie e dovuta proporzionalmente alla quota di possesso e al periodo di detenzione, si applica con aliquota pari al 2 per mille. Il valore delle attività finanziarie è costituito generalmente dal valore di mercato, rilevato al termine di ciascun anno solare nel luogo in cui le stesse sono detenute, anche utilizzando la documentazione dell’intermediario estero di riferimento. Se al 31 dicembre le attività non sono più possedute, si fa riferimento al valore di mercato delle attività rilevato al termine del periodo di possesso. Per le attività finanziarie che hanno una quotazione nei mercati regolamentati deve essere utilizzato questo valore. Dall’imposta dovuta si detrae, fino a concorrenza del suo ammontare, un credito d’imposta pari all’ammontare dell’eventuale imposta patrimoniale versata nello Stato in cui sono detenute le attività finanziarie. Il credito non può in ogni caso superare l’imposta dovuta in Italia. Non spetta alcun credito d’imposta se con il Paese nel quale è detenuta l’attività finanziaria è in vigore una convenzione per evitare le doppie imposizioni (riguardante anche le imposte di natura patrimoniale) che prevede, per l’attività, l’imposizione esclusiva nel Paese di residenza del possessore. In questi casi, per le imposte patrimoniali eventualmente pagate all’estero può essere chiesto il rimborso all’Amministrazione fiscale del Paese in cui le suddette imposte sono state applicate nonostante le disposizioni convenzionali. I dati sulle attività finanziarie detenute all’estero vanno indicati nel quadro RW della dichiarazione annuale dei redditi. H. Obblighi di monitoraggio fiscale Ai fini della normativa sul monitoraggio fiscale, le persone fisiche, gli enti non commerciali e le società semplici e i soggetti equiparati, fiscalmente residenti in Italia, sono tenuti ad indicare nel quadro RW della dichiarazione annuale dei redditi (o in un modulo apposito, in alcuni casi di esonero dall’obbligo di presentazione della dichiarazione annuale dei redditi), l’importo degli investimenti (incluse le eventuali Azioni) detenuti all’estero nel periodo d’imposta, attraverso cui possono essere conseguiti redditi imponibili in Italia. In relazione alle Azioni, tali obblighi di monitoraggio non sono applicabili se le Azioni non sono detenute all’estero e, in ogni caso, se le stesse sono depositate presso un intermediario italiano incaricato della riscossione dei relativi redditi, qualora i flussi finanziari e i redditi derivanti dalle Azioni siano assoggettati a ritenuta o imposta sostitutiva dall’intermediario stesso. 179 I. Imposta sulle successioni e donazioni Il Decreto Legge n. 262 del 3 ottobre 2006, convertito, con modificazioni, dalla Legge 24 novembre 2006, n. 286, ha istituito l’imposta sulle successioni e donazioni su trasferimenti di beni e diritti per causa di morte, per donazione o a titolo gratuito e sulla costituzione di vincoli di destinazione. Per quanto non disposto dai commi da 47 a 49 e da 51 a 54 dell’art. 2 della Legge n. 286 del 2006, si applicano, in quanto compatibili, le disposizioni di cui al Decreto Legislativo 31 ottobre 1990, n. 346, nel testo vigente alla data del 24 ottobre 2001. Salve alcune eccezioni, per i soggetti residenti l’imposta di successione e donazione viene applicata su tutti i beni e i diritti trasferiti, ovunque esistenti. Per i soggetti non residenti, l’imposta di successione e donazione viene applicata esclusivamente sui beni e i diritti esistenti nel territorio italiano. Si considerano in ogni caso esistenti nel territorio italiano le azioni in società che hanno in Italia la sede legale o la sede dell’amministrazione o l’oggetto principale. (i) L’imposta sulle successioni Ai sensi dell’art. 2, comma 48 della Legge 24 novembre 2006, n. 286, salve alcune eccezioni, i trasferimenti di beni e diritti per causa di morte sono generalmente soggetti all’imposta sulle successioni, con le seguenti aliquote, da applicarsi sul valore complessivo netto dei beni: a) per i beni ed i diritti devoluti a favore del coniuge e dei parenti in linea retta, l’aliquota è del 4%, con una franchigia di 1.000.000 di Euro per ciascun beneficiario; b) per i beni ed i diritti devoluti a favore degli altri parenti fino al quarto grado e degli affini in linea retta, nonché degli affini in linea collaterale fino al terzo grado, l’aliquota è del 6% (con franchigia pari ad Euro 100.000, per ciascun beneficiario, per i soli fratelli e sorelle); c) per i beni ed i diritti devoluti a favore di altri soggetti, l’aliquota è dell’8%(senza alcuna franchigia). Se il beneficiario è un portatore di handicap riconosciuto grave ai sensi della Legge 5 febbraio 1992, n. 104, l’imposta sulle successioni si applica esclusivamente sulla parte del valore della quota o del legato che supera l’ammontare di Euro 1.500.000. (ii) L’imposta sulle donazioni Ai sensi dell’art. 2, comma 49 della Legge 24 novembre 2006 n. 286, per le donazioni e gli atti di trasferimento a titolo gratuito di beni e diritti e la costituzione di vincoli di destinazione di beni, l’imposta sulle donazioni è, generalmente, determinata dall’applicazione delle seguenti aliquote al valore globale dei beni e dei diritti al netto degli oneri da cui è gravato il beneficiario, ovvero, se la donazione è fatta congiuntamente a favore di più soggetti o se in uno stesso atto sono compresi più atti di disposizione a favore di soggetti diversi, al valore delle quote dei beni o diritti attribuibili: a) in caso di donazione o di trasferimento a titolo gratuito a favore del coniuge e dei parenti in linea retta, l’imposta sulle donazioni si applica con un’aliquota del 4% con una franchigia di Euro 1.000.000 per ciascun beneficiario; b) in caso di donazione o di trasferimento a titolo gratuito a favore degli altri parenti fino al quarto grado e degli affini in linea retta, nonché degli affini in linea collaterale fino al terzo grado, l’imposta sulle donazioni si applica con un’aliquota del 6% (con franchigia pari ad Euro 100.000, per ciascun beneficiario, per i soli fratelli e sorelle); c) in caso di donazione o di trasferimento a titolo gratuito a favore di altri soggetti, l’imposta sulle donazioni si applica con un’aliquota dell’8% (senza alcuna franchigia). Se il beneficiario è un portatore di handicap riconosciuto grave ai sensi della Legge 5 febbraio 1992, n. 104, l’imposta sulle donazioni si applica esclusivamente sulla parte del valore che supera l’ammontare di Euro 1.500.000. 180 5. CONDIZIONI DELL’OFFERTA 5.1 Condizioni, statistiche relative all’Offerta, calendario previsto e modalità di sottoscrizione dell’Offerta 5.1.1 Condizioni alle quali l’Offerta è subordinata L’Offerta non è subordinata ad alcuna condizione. 5.1.2 Ammontare totale dell’Offerta Alla Data del Prospetto le azioni dell’Emittente in circolazione sono pari a n. 480.800.964. L’Offerta avrà un controvalore complessivo di massimi Euro 400 milioni. Le Azioni saranno offerte in opzione agli azionisti di Creval. I dati relativi al numero di Azioni offerte in opzione, al rapporto di opzione al Prezzo di Offerta, al controvalore effettivo dell’Aumento di Capitale e la percentuale massima di diluizione saranno comunicati dall’Emittente prima dell’avvio del Periodo di Opzione, mediante pubblicazione di un apposito supplemento, ai sensi degli articoli 9 e 56 del Regolamento Emittenti. Tale supplemento sarà pubblicato anche sul sito internet dell’Emittente, www.creval.it. 5.1.3 Periodo di validità dell’Offerta e modalità di sottoscrizione I Diritti di Opzione che daranno diritto alla sottoscrizione delle Azioni, dovranno essere esercitati, a pena di decadenza, nel periodo compreso tra il 26 maggio 2014 ed il 20 giugno 2014 tramite gli Intermediari Aderenti che sono tenuti a dare le relative istruzioni a Monte Titoli, entro le ore 15:30 dell’ultimo giorno del Periodo di Opzione. Pertanto, ciascun sottoscrittore dovrà presentare apposita richiesta di sottoscrizione con le modalità e nel termine che il suo intermediario depositario e/o Intermediario Aderente gli avrà comunicato per assicurare il rispetto del termine di cui sopra. I Diritti di Opzione saranno negoziabili sul Mercato Telematico Azionario (MTA) per tutto il Periodo di Negoziazione dei Diritti d’Opzione, ossia dal giorno 26 maggio 2014 al giorno 13 giugno 2014 compresi. Entro il mese successivo alla scadenza del Periodo di Opzione, ai sensi dell’art. 2441, comma 3, Codice Civile, l’Emittente offrirà in borsa gli eventuali Diritti di Opzione non esercitati al termine del Periodo di Opzione. Entro il giorno precedente l’inizio dell’eventuale Offerta in Borsa, sarà pubblicato su almeno un quotidiano a diffusione nazionale un avviso, con indicazione del numero dei Diritti di Opzione non esercitati da offrire in borsa ai sensi dell’art. 2441, comma 3, del Codice Civile e delle date delle riunioni in cui l’Offerta in Borsa sarà effettuata. Il modulo di sottoscrizione conterrà almeno gli elementi di identificazione dell’Offerta e le seguenti informazioni riprodotte con carattere che ne consenta almeno un’agevole lettura: (i) l’avvertenza che l’aderente potrà ricevere gratuitamente copia del Prospetto; e (ii) il richiamo ai “Fattori di Rischio” contenuti nella Sezione Prima, Capitolo 3, del Prospetto. Presso la sede sociale dell’Emittente, nonché sul sito internet della Società all’indirizzo www.creval.it, sarà disponibile, per gli intermediari che ne facessero richiesta, un fac-simile del modulo di sottoscrizione. Si rammenta che la negoziazione o, in generale, il compimento di atti dispositivi aventi ad oggetto i Diritti di Opzione e le Azioni potranno essere effettuati esclusivamente per il tramite di un Intermediario Aderente. Le adesioni all’Offerta in Opzione non possono essere soggette ad alcuna condizione e sono irrevocabili, salvo i casi previsti dalla legge. 181 I Diritti di Opzione non esercitati entro il termine del Periodo di Opzione saranno offerti in borsa dalla Banca, ai sensi dell’articolo 2441, comma 3, Codice Civile, per almeno cinque giorni di mercato aperto (l’“Offerta in Borsa”). Le date di inizio e di chiusura dell’Offerta in Borsa verranno comunicate al pubblico mediante apposito avviso. La seguente tabella riporta il calendario indicativo dell’Offerta: CALENDARIO INDICATIVO DELL’OFFERTA Inizio del Periodo di Opzione e del Periodo di Negoziazione dei Diritti di Opzione 26 maggio 2014 Termine del Periodo di Negoziazione dei Diritti di Opzione 13 giugno 2014 Termine del Periodo di Opzione 20 giugno 2014 Comunicazione dei risultati dell’Offerta Entro cinque giorni lavorativi dal termine del Periodo di Opzione Si rende noto che il calendario dell’Offerta è indicativo e potrebbe subire modifiche al verificarsi di eventi e circostanze indipendenti dalla volontà dell’Emittente, ivi incluse particolari condizioni di volatilità dei mercati finanziari, che potrebbero pregiudicare il buon esito dell’Offerta. Eventuali modifiche del Periodo di Opzione saranno comunicate al pubblico con apposito avviso da pubblicarsi con le medesime modalità di pubblicazione del Prospetto. La Banca non risponde di eventuali ritardi imputabili agli intermediari autorizzati nell’esecuzione delle disposizioni impartite dai richiedenti in relazione all’adesione all’Offerta. La verifica della regolarità e delle adesioni pervenute agli intermediari autorizzati sarà effettuata dagli stessi. 5.1.4 Informazioni circa la sospensione e/o la revoca dell’Offerta L’Offerta diverrà irrevocabile dalla data del deposito presso il Registro delle Imprese di Sondrio del corrispondente avviso, ex articolo 2441, comma 2, del Codice Civile. Qualora non si desse esecuzione all’Offerta nei termini previsti nel presente Prospetto, ne verrà data comunicazione al mercato e alla Consob, mediante comunicazione ai sensi dell’articolo 114 del TUF e delle relative disposizioni di attuazione (articolo 66, comma 2 del Regolamento Emittenti) entro il giorno di borsa aperta antecedente quello previsto per l’inizio del Periodo di Opzione e, successivamente, mediante avviso pubblicato su almeno un quotidiano a diffusione nazionale e trasmesso contestualmente alla Consob. 5.1.5 Descrizione della possibilità di ridurre la sottoscrizione e delle modalità di rimborso dell’ammontare eccedente versato dai sottoscrittori Agli aderenti l’Offerta non è concessa la possibilità di ridurre, neppure parzialmente, la propria sottoscrizione. 5.1.6 Ammontare minimo e/o massimo della sottoscrizione Il rapporto di opzione sarà comunicato prima dell’avvio del Periodo di Opzione, mediante pubblicazione di un apposito supplemento, ai sensi degli articoli 9 e 56 del Regolamento Emittenti. Tale supplemento sarà pubblicato anche sul sito internet della Banca, all’indirizzo www.creval.it. Non sono previsti quantitativi minimi o massimi di sottoscrizione. 5.1.7 Ritiro della sottoscrizione L’adesione all’Offerta è irrevocabile, salvo i casi previsti dalla legge. Ai sottoscrittori, pertanto, non è concessa la possibilità di ritirare la sottoscrizione delle Azioni, fatta salva l’ipotesi di revoca prevista dall’articolo 95-bis, comma 2 182 del TUF, nel caso di pubblicazione di un supplemento al presente Prospetto in pendenza dell’Offerta, ai sensi dell’articolo 94, comma 7, del TUF. Al riguardo, l’articolo 95-bis, comma 2 del TUF stabilisce che gli investitori che abbiano già accettato di acquistare o sottoscrivere le Azioni prima della pubblicazione di un supplemento abbiano il diritto di revocare la loro accettazione, entro il termine indicato nel supplemento stesso e, comunque, entro un termine non inferiore a due giorni lavorativi dopo la pubblicazione del supplemento. In caso di revoca della richiesta di adesione, ai sensi dell’articolo 95-bis, comma 2 del TUF, le Azioni oggetto delle relative richieste non saranno emesse dalla Banca e le somme rese disponibili per il pagamento del prezzo saranno svincolate. 5.1.8 Modalità e termini per il pagamento e la consegna delle Azioni Il pagamento integrale delle Azioni dovrà essere effettuato all’atto della sottoscrizione delle stesse presso l’intermediario depositario e/o Intermediario Aderente presso il quale è stata presentata la richiesta di sottoscrizione, mediante esercizio dei relativi Diritti di Opzione. Nessun onere o spesa accessoria è previsto dall’Emittente a carico dei sottoscrittori. Le Azioni sottoscritte entro la fine del Periodo di Opzione saranno accreditate sui conti degli Intermediari Aderenti, al termine della giornata contabile dell’ultimo giorno del Periodo di Opzione e saranno, pertanto, disponibili dal giorno di liquidazione successivo. Le Azioni sottoscritte entro la fine dell’Offerta in Borsa saranno accreditate sui conti degli Intermediari Aderenti al temine della giornata contabile dell’ultimo giorno di esercizio dei Diritti di Opzione e saranno, pertanto, disponibili dal giorno di liquidazione successivo. 5.1.9 Pubblicazione dei risultati dell’Offerta Trattandosi di un’offerta in opzione, il soggetto tenuto a comunicare al pubblico e alla Consob i risultati dell’Offerta è l’Emittente. I risultati dell’Offerta al termine del Periodo di Opzione verranno comunicati entro cinque giorni lavorativi dal termine del Periodo di Opzione, mediante diffusione di apposito comunicato. Entro il mese successivo alla scadenza del Periodo di Opzione, ai sensi dell’art. 2441, comma 3, Codice Civile, l’Emittente offrirà in borsa gli eventuali Diritti di Opzione non esercitati al termine del Periodo di Opzione. Entro il giorno precedente l’inizio dell’eventuale Offerta in Borsa, sarà pubblicato su almeno un quotidiano a diffusione nazionale un avviso, con indicazione del numero dei Diritti di Opzione non esercitati da offrire in borsa ai sensi dell’art. 2441, comma 3, del Codice Civile e delle date delle riunioni in cui l’Offerta in Borsa sarà effettuata. La comunicazione dei risultati definitivi dell’Offerta sarà effettuata entro cinque giorni lavorativi dal termine dell’eventuale Offerta in Borsa, mediante apposito comunicato. 5.1.10 Procedura per l’esercizio di un eventuale diritto di prelazione, per la negoziabilità dei diritti di sottoscrizione e per il trattamento dei diritti di sottoscrizione non esercitati Lo Statuto dell’Emittente non prevede diritti di prelazione sulle Azioni. 183 I Diritti di Opzione dovranno essere esercitati, a pena di decadenza, durante il Periodo di Opzione, ossia tra il 26 maggio 2014 ed il 20 giugno 2014, estremi compresi, presso gli Intermediari Aderenti, che sono tenuti a dare istruzioni a Monte Titoli entro le ore 15:30 dell’ultimo giorno del Periodo di Opzione. Pertanto, ciascun sottoscrittore dovrà presentare apposita richiesta di sottoscrizione con le modalità e nel termine che il suo intermediario depositario e/o l’Intermediario Aderente gli avrà comunicato per assicurare il rispetto del termine finale di cui sopra. I Diritti di Opzione saranno negoziabili sul Mercato Telematico Azionario (MTA) durante il Periodo di Negoziazione dei Diritti d’Opzione, ossia dal 26 maggio 2014 al 13 giugno 2014, estremi compresi. I Diritti di Opzione non esercitati entro il 20 giugno 2014, compreso saranno offerti dall’Emittente in borsa ai sensi dell’articolo 2441, comma 3, Codice Civile. 5.2 Assegnazione 5.2.1 Intenzioni di sottoscrizione delle Azioni Creval Per quanto a conoscenza dell’Emittente, nessun azionista, né i componenti del Consiglio di Amministrazione e del Collegio Sindacale, né i principali dirigenti, hanno espresso alcuna determinazione in ordine alla sottoscrizione delle Azioni loro spettanti in opzione sulla base delle azioni dagli stessi possedute. All’Emittente, inoltre, non risulta che alcuna persona diversa da quelle sopra indicate abbia manifestato la propria intenzione di sottoscrivere più del 5% delle Azioni oggetto dell’Offerta. 5.2.2 Procedura per la comunicazione ai sottoscrittori dell’importo assegnato La comunicazione di avvenuta assegnazione delle Azioni Creval verrà effettuata dagli Intermediari Aderenti. 5.3 Fissazione del prezzo 5.3.1 Prezzo di Offerta e spese a carico del sottoscrittore Il Prezzo di Offerta sarà comunicato prima dell’avvio del Periodo di Opzione, mediante pubblicazione di un apposito supplemento, ai sensi degli articoli 9 e 56 del Regolamento Emittenti. Tale supplemento sarà pubblicato anche sul sito internet della Banca, all’indirizzo www.creval.it. Nessun onere o spesa accessoria è previsto dall’Emittente a carico dei sottoscrittori. 5.3.2 Procedura per la comunicazione del Prezzo di Offerta Il Prezzo di Offerta sarà comunicato prima dell’avvio del Periodo di Opzione, mediante pubblicazione di un apposito supplemento, ai sensi degli articoli 9 e 56 del Regolamento Emittenti. Tale supplemento sarà pubblicato anche sul sito internet della Banca, all’indirizzo www.creval.it. 5.3.3 Limitazione del diritto di opzione Le Azioni sono offerte in opzione agli azionisti della Banca, ai sensi dell’articolo 2441, comma 1, del Codice Civile, e pertanto non sono previste limitazioni ai Diritti di Opzione spettanti agli azionisti. 184 5.4 Collocamento e sottoscrizione 5.4.1 Indicazione dei responsabili del collocamento dell’Offerta e dei collocatori Trattandosi di un’offerta in opzione, ai sensi dell’articolo 2441, comma 1, del Codice Civile, non esiste un responsabile del collocamento, né un consorzio di collocamento. 5.4.2 Denominazione ed indirizzo degli organismi incaricati del servizio finanziario e degli agenti depositari in ogni paese Le richieste di sottoscrizione delle Azioni devono essere trasmesse tramite gli Intermediari Aderenti. 5.4.3 Impegni di sottoscrizione e di garanzia In data 4 marzo 2014, Banca Imi S.p.A., Credit Suisse Securities (Europe) Limited e Mediobanca - Banca di Credito Finanziario S.p.A., in qualità di Joint Global Coordinator e Joint Bookrunner, e, in data 28 marzo 2014, Barclays e BNP Paribas, in qualità di Joint Bookrunner, Equita, Keefe, Bruyette & Woods - A Stifel Company, in qualità di CoBookrunner, Banca Akros S.p.A. ed Intermonte, in qualità di Co-Lead Manager, hanno concluso accordi di preunderwriting ai sensi dei quali si sono impegnati a garantire la sottoscrizione delle Azioni in numero corrispondente ai Diritti di Opzione che risultassero eventualmente non esercitati al termine dell’Offerta in Borsa, fino all’importo massimo di Euro 400 milioni. Tali accordi cesseranno di avere efficacia a seguito della sottoscrizione del contratto di garanzia, come di seguito descritto (il “Contratto di Garanzia”), dove i relativi impegni saranno integralmente riflessi. Il Contratto di Garanzia che sarà concluso prima dell’avvio del Periodo di Opzione, sarà redatto secondo la miglior prassi di mercato e conterrà l’impegno dei partecipanti al consorzio di garanzia (i “Garanti”) a sottoscrivere le Azioni in numero corrispondente ai Diritti di Opzione che risultassero eventualmente non esercitati al termine dell’Offerta in Borsa, fino all’importo corrispondente al controvalore effettivo dell’Aumento di Capitale, nonché le usuali clausole che condizionano l’efficacia dell’impegno di garanzia ovvero danno la facoltà ai Joint Global Coordinators (anche per conto degli altri Garanti) di revocare l’impegno di garanzia dei Garanti. In particolare, il Contratto di Garanzia prevedrà la facoltà dei Joint Global Coordinator (con decisione assunta a maggioranza), anche in nome e per conto degli altri Garanti, di recedere dal Contratto di Garanzia qualora, successivamente alla sottoscrizione del Contratto di Garanzia e sino alla data prevista per la sottoscrizione delle Azioni da parte dei Garanti, ai sensi del Contratto di Garanzia e ad esito dell’Offerta in Borsa: - si verifichino circostanze straordinarie così come previste nella prassi di mercato, quali mutamenti nella situazione politica, atti di guerra, terrorismo e simili, o mutamenti della situazione finanziaria, economica, normativa, valutaria, fiscale o di mercato, a livello nazionale e/o internazionale, ovvero si verifichino in Italia e/o nei principali mercati internazionali, significative distorsioni nel sistema bancario, di clearance o di settlement (incluse sospensioni o gravi limitazioni in generale nelle negoziazioni di strumenti finanziari al New York Stock Exchange e/o Mercato Telematico Azionario e/o al London Stock Echange), ovvero siano dichiarate dalle competenti Autorità moratorie nel sistema dei pagamenti bancari, che siano tali da rendere, secondo il giudizio in buona fede dei Joint Global Coordinator, dopo aver consultato l’Emittente, pregiudizievole o sconsigliabile l’effettuazione o il proseguimento dell’Offerta in Opzione e/o dell’Offerta in Borsa o da pregiudicarne in misura rilevante il buon esito ovvero che siano tali da rendere più gravoso l’adempimento degli impegni di garanzia; - si verifichino mutamenti nel capitale sociale, annunci o distribuzione di dividendi straordinari relativi a Creval e/o al Gruppo ovvero mutamenti e/o eventi, fatti o circostanze, di qualsiasi natura, riguardanti Creval e/o il Gruppo, che secondo il ragionevole giudizio dei Joint Global Coordinator, dopo aver consultato l’Emittente, incidono o possano incidere negativamente in maniera significativa sull’attività e/o 185 sulla situazione finanziaria, patrimoniale, economica e/o reddituale, attuale e/o prospettica del Creval e/o del Gruppo; - si verifichi una violazione, di un qualsiasi aspetto di rilevo, da parte della Società degli impegni assunti ai sensi del Contratto di Garanzia; - le dichiarazioni e garanzie rese dalla Società ai sensi del Contratto di Garanzia risultino non veritiere, non corrette o incomplete; - a seguito della pubblicazione di un supplemento al Prospetto, ai sensi dell’articolo 94, settimo comma, del TUF (diverso dal supplemento relativo al Prezzo di Offerta, al rapporto di opzione, al numero massimo delle Azioni Creval, all’ammontare definitivo dell’Aumento di Capitale ed alla percentuale massima di diluizione), l’ammontare delle revoche esercitate, ai sensi e per gli effetti dell’art. 95 bis del TUF, abbia o possa avere, secondo il giudizio in buona fede dei Joint Global Coordinator, dopo aver consultato l’Emittente, un effetto negativo rilevante sul successo dell’Aumento di Capitale e/o dell’Offerta; e - si verifichi il delisting ovvero la sospensione dalla negoziazione presso il Mercato Telematico Azionario delle azioni ordinarie di Creval per eccesso di ribasso per almeno due sedute consecutive, sempreché tale sospensione o limitazione sia, secondo il giudizio in buona fede dei Joint Global Coordinator (anche in nome degli altri Garanti) dopo aver consultato il Creval, dovuta a ragioni diverse dall'annuncio dell'Aumento di Capitale. Si precisa, altresì, che, in continuità con gli impegni assunti negli accordi di pre-underwriting, nell’ambito del Contratto di Garanzia sarà previsto che la Banca assuma l’impegno nei confronti dei Garanti, a partire dalla data di sottoscrizione dello stesso Contratto di Garanzia e per i 120 giorni successivi alla conclusione dell’Offerta in Opzione, a non effettuare emissioni di Azioni e a non effettuare, e a fare sì che le società del Gruppo non effettuino, emissioni di altri strumenti finanziari convertibili in azioni della Società o che, comunque, diano il diritto di acquistare e/o sottoscrivere azioni della Società ovvero emissioni di qualunque altro strumento che abbia i medesimi effetti, anche solo economici, delle operazioni sopra richiamate, senza il preventivo consenso scritto dei Joint Global Coordinator, che non potrà essere irragionevolmente negato, fatta eccezione per (i) l’Offerta in Opzione, (ii) l’Offerta in Borsa, (iii) l’emissione di azioni a servizio dei Warrant 2014. 5.4.4 Data in cui è stato o sarà concluso l’accordo di sottoscrizione Il Contratto di Garanzia sarà concluso prima dell’avvio del Periodo di Opzione. 186 6. AMMISSIONE ALLA NEGOZIAZIONE E MODALITA’ DI NEGOZIAZIONE 6.1 Domanda di ammissione a quotazione Le azioni Creval sono quotate sul Mercato Telematico Azionario (MTA). Secondo quanto previsto dall’articolo 2.4.1 del Regolamento di Borsa, le Azioni saranno negoziate, in via automatica, presso il medesimo mercato in cui saranno negoziate le azioni dell’Emittente al momento dell’emissione, ossia il Mercato Telematico Azionario (MTA). 6.2 Altri mercati regolamentati Alla Data del Prospetto, le azioni ordinarie della Banca non sono quotate in nessun altro mercato regolamentato diverso dal Mercato Telematico Azionario (MTA). 6.3 Collocamento privato contestuale dell’Offerta Non sono previste, in prossimità dell’Offerta, altre operazioni di sottoscrizione o di collocamento privato di azioni ordinarie dell’Emittente. 6.4 Impegni degli intermediari nelle operazioni sul mercato secondario 6.4.1 Contratto con lo specialist In data 22 giugno 2012 l’Emittente ha concluso con Intermonte un contratto, a condizioni usuali per questo genere di rapporti, con il quale ha conferito alla stessa Intermonte l’incarico di svolgere l’attività di sostegno alla liquidità delle azioni Creval, in qualità operatore specialista sul Mercato Telematico Azionario (MTA) ai sensi dell’articolo 4.4.1 del Regolamento di Borsa e dell’articolo IA.4.4.1 delle Istruzioni di Borsa (il “Contratto di Specialista”). Ai sensi di tale contratto lo Specialista si impegna ad esporre continuativamente sul mercato proposte in acquisto ed in vendita a prezzi che non discostino tra loro di una percentuale superiore a quella stabilita da Borsa Italiana nelle Istruzioni di Borsa, nonché secondo le modalità ed i tempi previsti dalle medesime Istruzioni. Il Contratto di Specialista ha durata di due anni dalla data di inizio delle attività dello Specialista ed è automaticamente rinnovato di biennio in biennio, salva la disdetta da parte della Società ovvero di Intermonte, comunicata almeno tre mesi prima della scadenza. Si consideri, inoltre, che sia la Società che Intermonte potranno recedere dal Contratto di Specialista, prima della sua scadenza, in qualsiasi momento con preavviso minimo di tre mesi. Alla Data del Prospetto, non è pervenuta alla Società la comunicazione di Intermonte di voler recedere dal Contratto di Specialista, né la Società si è avvalsa di tale facoltà. 6.4.2 Contratto con il liquidity provider In data 12 aprile 2011, l’Emittente ha concluso con Equita un contratto, a condizioni usuali per questo genere di rapporti, con il quale è stato conferito alla stessa Equita l'incarico di liquidity provider, ai sensi della Comunicazione Consob n. 16839 del 19 marzo 2009, finalizzato a sostenere la liquidità delle azioni Creval negoziate sull’Mercato Telematico Azionario (MTA) così da favorire il regolare svolgimento delle negoziazioni ed evitare movimenti dei prezzi non in linea con l’andamento del mercato (il “Contratto LP”). Il Contratto LP è stato rinnovato di anno in anno; in particolare, l’ultimo rinnovo è avvenuto in data 6 marzo 2014, con durata sino al quindicesimo giorno successivo alla data (esclusa) della riunione del Consiglio di Amministrazione che verrà chiamato a deliberare sul progetto di bilancio al 31 dicembre 2014; è facoltà dell’Emittente richiedere il rinnovo del Contratto LP entro 3 giorni dalla data di ciascun Consiglio di Amministrazione chiamato a deliberare sul progetto di bilancio d’esercizio. L’efficacia del Contratto LP è subordinata all’approvazione, da parte dell’Assemblea 187 della Società, dell’autorizzazione al Consiglio di Amministrazione ad operare su azioni proprie. Per il corrente anno tale autorizzazione è stata deliberata dall’Assemblea dei soci del 12 aprile 2014, tuttavia, in pari data, l’attività di sostegno alla liquidità delle azioni ordinarie di Credito Valtellinese è stata interrotta, in attesa dell’ottenimento dell’autorizzazione dell’Autorità di Vigilanza prevista dalle norme regolamentari applicabili. 188 7. ACCORDI DI LOCK-UP 7.1 Accordi di lock-up Alla Data del Prospetto, per quanto a conoscenza dell’Emittente, non sussistono accordi di lock-up. 189 8. SPESE LEGATE ALL’EMISSIONE O ALL’OFFERTA 8.1 Proventi netti totali e stima delle spese totali legate all’Offerta L’operazione di Aumento di Capitale, in caso di integrale sottoscrizione dello stesso, comporterà l’afflusso di nuove risorse finanziarie per un importo complessivo stimato pari ad Euro 387 milioni, al netto degli oneri relativi alla realizzazione dell’operazione. Gli oneri relativi all’operazione di Aumento di Capitale, comprensivi delle commissioni da corrispondersi ai Garanti, come illustrato nella presente Sezione Seconda, Capitolo 5, Paragrafo 5.4.3, del Prospetto, sono stimati in massimi pari a circa Euro 13 milioni. 190 9. DILUIZIONE 9.1 Diluizione immediata derivante dall’Offerta Le Azioni sono offerte in opzione a tutti gli azionisti dell’Emittente e, pertanto, non vi sono effetti diluitivi in termini di quota percentuale di partecipazione sul capitale sociale nei confronti degli azionisti dell’Emittente che decideranno di sottoscrivere l’Offerta per la parte di loro competenza. La percentuale massima di diluizione (calcolata ipotizzando l’integrale sottoscrizione dell’Aumento di Capitale nonché l’esercizio dei Warrant 2014) per gli azionisti dell’Emittente che decidessero, invece, di non sottoscrivere l’Offerta per la parte di loro competenza sarà comunicato prima dell’avvio del Periodo di Opzione, mediante pubblicazione di un apposito supplemento, ai sensi degli articoli 9 e 56 del Regolamento Emittenti. Tale supplemento sarà pubblicato anche sul sito internet della Banca, all’indirizzo www.creval.it. 191 10. INFORMAZIONI SUPPLEMENTARI 10.1 Consulenti legati all’emissione Nella Sezione Seconda del Prospetto non sono menzionati consulenti legati all’Offerta. 10.2 Altre informazioni sottoposte a revisione La Sezione Seconda del Prospetto non contiene informazioni aggiuntive, rispetto a quello contenute nella Sezione Prima, che siano state sottoposte a revisione contabile o revisione contabile limitata. 10.3 Pareri o relazioni redatte dagli esperti Nel Prospetto non sono inseriti pareri o relazioni di esperti. 10.4 Informazioni provenienti da terzi Nella Sezione Seconda del Prospetto non sono inserite informazioni provenienti da terzi. 192 APPENDICE I 193 APPENDICE II
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