bollito - Ordine dei Medici di Campobasso

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BOLLETTINO
dell’Ordine dei Medici - Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Campobasso
CONSIGLIO DIRETTIVO
COLLEGIO REVISORI DEI CONTI
PRESIDENTE
VICE PRESIDENTE
SEGRETARIO
TESORIERE
CONSIGLIERI
PRESIDENTE
Dott.
COMPONENTI EFFETTIVI
Dott.
Dott.
COMPONENTE SUPPLENTE
Dott.
Dott. Carolina DE VINCENZO
Dott. Giuseppe DE GREGORIO
Dott. Paola SABATINI
Dott. Sergio TORRENTE
Dott. Antonio CAROVILLANO
Dott. Attilio CICCHETTI (Odont.)
Dott. Celestina CLEMENTE
Dott. Giovanni DI LAURO
Dott. Paola DI ROCCO
Dott. Mariano FLOCCO
Dott. Angelo Elio GENNARELLI
(Odont.)
Dott. Ernesto LA VECCHIA
Dott. Paolo LAURIENZO
Dott. Pietro MODUGNO
Dott. Pierluigi PILONE
Dott. Bartolomeo TERZANO
Dott. Sergio ZARRILLI
Francesco POTITO
Dino DALL'OLIO
Giuseppe DI BRINO
Maria Concetta RIVELLINO
COMMISSIONE ISCRITTI ALBO ODONTOIATRI
COMITATO DI REDAZIONE
PRESIDENTE
SEGRETARIO
COMPONENTI
DIRETTORE
REDATTORI
Dott.
Dott.
Dott.
Dott.
Dott.
Angelo Elio GENNARELLI
Domenico COLOCCIA
Raffaella AMORUSO
Attilio CICCHETTI
William SUSI
Mena VASELLINO
Dott.ssa Carolina DE VINCENZO
Dott. Domenico COLOCCIA
Dott.ssa Paola DI ROCCO
Dott. Mariano FLOCCO
Dott. Angelo Elio GENNARELLI
Dott. Costantino SIMONELLI
Dott. William SUSI
Dott. Sergio ZARRILLI
BOLLETTINO DELL’ORDINE DEI MEDICI CHIRURGHI E DEGLI ODONTOIATRI DELLA PROVINCIA DI CAMPOBASSO
www.ordinedeimedici.cb.it - E-mail: [email protected]
Tel. 0874 69177 • Fax 0874 618358
Registrazione Tribunale di Campobasso del 12.1.1984, n. 141
Impaginazione e stampa: ARTI GRAFICHE LA REGIONE s.r.l.
C.da Pescofarese, 44 - 86100 RIPALIMOSANI (CB)
Tel. 0874 483224 • Fax 0874 64374 • E-mail: [email protected] • ISDN: 0874 618148
La foto di copertina è un quadro di Giorgio De Chirico e in quarta la foto è del Dott. William Susi
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Sommario
• Un saluto del Presidente
PAG. 4
• La psoriasi
»
6
• Società Italiana di Pediatria - IV Congresso Regionale
»
10
»
13
• Gestire la complessità
»
14
• Il mito del vecchio medico di famiglia
»
16
• “Pagina Odontoiatrica”
»
20
• La Storia dell’Ordine dei Medici della Provincia di Campobasso
»
23
• “Eventi formativi”
»
26
• “Invito all’arte”
»
28
• “Non solo medicina”
»
29
• “Ai medici scomparsi”
»
33
• “I dati dell’Ordine”
»
34
• Convegno “Prevenzione Diagnosi precoce e trattamento
chirurgico dei tumori del seno e della tiroide”
AVVISA
Tutti coloro che vogliono pubblicare articoli, suggerimenti, notizie e quant’altro possono farlo inviando il
materiale alla segreteria dell’ordine oppure all’indirizzo di posta elettronica [email protected]
aspettiamo la collaborazione di tutti i medici iscritti e faremo del nostro meglio per pubblicare ogni vostra
richiesta
Si ricorda di compilare e spedire all’Ordine il modulo che vi è stato inviato per aggiornare
l’anagrafica ai sensi delle nuove normative e utile anche ai fini previdenziali. Il modulo può anche essere scaricato direttamente dal sito dell’Ordine.
Obbligo PEC - Posta Elettronica Certificata: si ricorda che il D. L. 185 del 29 /11/2008 convertito con L. 28/01/2009, n.2, stabilisce l’obbligo, per le società di capitali, per le società di persone e per i professionisti iscritti in albi o elenchi e le pubbliche amministrazioni, di dotarsi di una
casella di posta elettronica certificata (l’indirizzo pec dovrebbe divenire l’unico mezzo di comunicazione con le pubbliche amministrazioni, compresi gli organi giudiziari ed il consiglio dell’Ordine di appartenenza); per i professionisti (architetti, avvocati, ingegneri, medici, odontoiatri,ecc...) diviene
obbligatoria dal 29/11/2011. Nella fattispecie si rammenta che l’art. 16, comma 7, del D.L 185/08 dispone che “i professionisti iscritti in albi ed elenchi istituiti con legge dello Stato comunicano ai rispettivi ordini o collegi il proprio indirizzo di posta elettronica certificata”.
Si rende noto che le domande di verifica messaggi pubblicitari, per essere sottoposte all’approvazione
del Consiglio Direttivo nel mese in cui vengono inoltrate, devono pervenire entro il 10 di ogni mese.
Gli iscritti all’Ordine sono pregati di inviare i loro indirizzi mail aggiornati in modo da ricevere tutte le
comunicazioni in modo tempestivo.
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UN SALUTO DAL PRESIDENTE
Dott. Carolina De Vincenzo
Carissimi colleghi,
eccomi qui, all’inizio del mandato, a fare
il mio primo saluto da Presidente dell’Ordine!
Le ultime elezioni hanno registrato un’inaspettata vicinanza e un rinnovato interesse nei
confronti di questa istituzione, che rivendica da
sempre il proprio ruolo nel garantire dignità
professionale a tutti i suoi iscritti. Mi fa piacere sottolineare che il nostro è uno dei sei ordini sul territorio nazionale con una donna presidente e ben quattro colleghe in Consiglio. Rimane purtroppo ancora alta l’età media dei
componenti di tutti gli Ordini appena rinnovati: speriamo che in futuro i giovani siano
maggiormente rappresentati, per un fisiologico, necessario passaggio di consegne e di
competenze.
Considero la mia nomina il coronamento di un’attività svolta per trentacinque
anni a servizio della Cardiologia molisana,
ma soprattutto un riconoscimento di stima
e affetto da parte vostra, che spero di non deludere. Ribadisco l’intento di limitare ragionevolmente la mia permanenza in Consiglio,
per dare la possibilità ad altri di esprimere
nuove idee, nuovi progetti, nuove visioni del
mondo.
Dopo la fase di insediamento del nuovo
Consiglio e la riorganizzazione del sistema informatico, abbiamo rinnovato il sito internet,
consapevoli che una buona comunicazione è
fondamentale: con notizie sempre aggiornate sui servizi erogabili, sugli eventi formativi
e sull’attività delle Commissioni di lavoro, esso
risulterà maggiormente fruibile ed interattivo
per iscritti e cittadini, che potranno inoltrare
istanze, suggerimenti e anche critiche, nonché
richieste per l’attività sociale e ludica, da riprendere a breve. Tutto ciò nell’obiettivo di rendere la nostra una istituzione più snella, soprattutto più vicina ai suoi iscritti.
Il bollettino conserverà al momento la sua
impostazione, gradevole e per molti versi condivisibile, e darà spazio a tutti i colleghi che vogliano pubblicare; anche se non è una voce scientificamente autorevole (altre sono le riviste deputate a tale scopo), esso dovrà garantire la qualità delle pubblicazioni. Abbiamo discusso in
Consiglio sulla sua forma cartacea tradizionale, ritenuta ancora adatta alla maggioranza degli iscritti per veicolare i messaggi associativi e
i resoconti dell’attività formativa; tuttavia, nell’ottica di una politica ecologica, vi chiediamo
di comunicare l’eventuale opzione personale per
la sola versione informatica, con possibilità di
recedere in qualunque momento dalla decisione presa.
L’attività di formazione e aggiornamento
professionale proseguirà nel primo semestre
dell’anno secondo un calendario già stabilito;
in futuro sarà la Commissione appositamente istituita a organizzare eventi, garantendo i
crediti formativi, dopo aver risolto le criticità riscontrate da tempo a livello regionale.
Veniamo ora a quello che considero il più
difficile compito del Consiglio, ma il più im-
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pellente, la partecipazione attiva alle problematiche socio-sanitarie della Regione, a
tutela della salute del cittadino e della qualità dell’atto medico. La realtà sanitaria molisana è sempre più critica: in otto anni i
Commissari avvicendatisi non hanno prodotto un solo PSR adeguato alle esigenze
del territorio; per il grave disavanzo economico sottostiamo, unici in Italia, al piano
di rientro, con drastiche misure e tagli ai servizi, blocco del turnover, tasse regionali elevate e prossimo ulteriore commissariamento. La lunghezza delle liste d’attesa è
inaccettabile per un’ utenza così esigua, frutto del mancato controllo dell’appropriatezza, operato ad arte per il guadagno di pochi. Non disponiamo ancora di reti dell’emergenza, né di strumenti di integrazione ospedale-territorio, previsti per legge ed
attuati in altre realtà italiane. I medici vengono vessati per il contenimento della spesa farmaceutica, che incide poco sul bilancio sanitario, ma è l’unica controllabile dall’Azienda, diversamente da quella per consulenze e acquisti, non controllabile purtroppo da parte di chi paga. I cittadini, sempre mal informati sui loro diritti, vengono
strumentalizzati per mantenere l’attuale stato delle cose. Mancata programmazione,
mancato controllo, appalti poco trasparenti, scelte politiche clientelari sono da sempre il cancro della nostra Regione; a ciò si
aggiunge una macchina burocratica ed
amministrativa sovrabbondante, poco competente, che perpetua errori contabili, ancor oggi sanzionati nei verbali del Tavolo
Tecnico interministeriale.
Ma accanto c’è una classe medica propositiva e laboriosa, a cui bisogna dar voce,
un esercito di oltre 1500 iscritti, cui spetta di
diritto un ruolo attivo nella riorganizzazione dei servizi, perché da sempre conosce la
realtà dei fatti, le esigenze dei cittadini e le cri-
ticità del sistema, mentre politici e amministratori si avvicendano e si dibattono in una
realtà ingarbugliata, per loro oscura. L’Ordine si impegnerà perché questo ruolo venga riconosciuto.
La salute è un diritto costituzionale e
pertanto la spesa sanitaria non può essere
sottoposta a tagli lineari, che risulterebbero irrazionali e dannosi senza la preventiva analisi delle necessità dell’utenza; l’unica Sanità da tagliare è quella che sperpera
e non cura, che obbedisce ai potentati economici e alle clientele, che si arricchisce con
appalti e servizi!
Basterebbe poco per cogliere un segnale positivo di inversione di rotta, senza aggravio di spesa: partire dalle proposte
semplici degli operatori, dai percorsi integrati tra ospedale e territorio, dalla continuità assistenziale, dal controllo dell’appropriatezza, per impedire il collasso dell’intero sistema!
L’Ordine dovrà interloquire assiduamente con le Istituzioni e con la Dirigenza dell’ASREM perché le proposte si trasformino in fatti e concrete possibilità di cambiamento. Vi terremo informati dei possibili riscontri e sviluppi, aspettando da voi
suggerimenti e proposte di strategie percorribili.
Anche a nome dei Consiglieri eletti, invio a Voi tutti ringraziamenti e auguri di
buon lavoro.
Campobasso, 14 febbraio 2015
Carolina De Vincenzo
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Dott. Concetto Paolo Agnusdei
Dir. Medico I Liv.
OO.CC A. Cardarelli CAMPOBASSO
LA PSORIASI
da patologia infiammatoria della pelle
a patologia infiammatoria multiorgano
Campobasso, 10 Dicembre 2014
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Sergio Zarrilli
SOCIETÀ ITALIANA DI PEDIATRIA
IV CONGRESSO REGIONALE
Appuntamento annuale con l’aggiornamento proposto dalla S.I.P. regionale; nella suggestiva località di S. Maria di Canneto si è svolto il 4° congresso regionale della società. Argomento unico in questa occasione la dermatologia pediatrica con la partecipazione di Carlo Gelmetti e di Fabio Arcangeli. Enzo Di Blasio, presidente regionale della S.I.P. Molise, ha introdotto il lavori del congresso.
IGIENE DELLA CUTE. DALL’ANTICHITÀ
AI NOSTRI GIORNI.
Secondo Sorano (medico romano del II secolo e
principale esponente della scuola medica dei Metodici) “i lattanti non vanno lavati troppo a lungo per
l’esaurimento che ne deriva, il ché fa la maggior parte delle donne…anche ogni giorno si deve fare il bagno, ma non mai di notte, né due, tre volte, solo
quando sia urgente perché sporco di qualche cosa od
agitato da malattie esantematiche” Sempre secondo
Sorano “contro i pruriti giovano i bagni di vapore e
copiose unzioni di olio bollito con un po’ di cera af-
finché, divenuto più denso, l’olio rimanga sopra la cute
più a lungo possibile. Contro gli esantemi e le flittene e le ulcerazioni umide usiamo, per l’azione astringente, acqua di mare e urina, le quali cose bisogna
accettare senza ripugnanza”. Nella medicina greca, romana e medioevale l’acqua salata era usata frequentemente contro le malattie della pelle, chiazze pigmentate, infezioni, callosità. Nel Rinascimento Paracelso,
medico e alchimista, sosteneva che un bagno in acqua salata era un ottimo rimedio per le malattie della pelle e per il prurito. Sempre nel Medioevo la gente si bagnava volentieri, “i poveri dove possono (fiu-
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mi, laghi, mare), i ricchi in locali appositi (le stufe)”.
Ma durante il Rinascimento dopo le epidemie di peste e la comparsa della sifilide, i bagni cominciarono
ad avere cattiva reputazione e vennero chiusi a poco
a poco anche per responsabilità dei medici (“Vi prego! Fuggite i bagni e le stufe o morirete” – Sentenza
di Guillaume Bunel, Professore della Facultà di Medecina di Tolosa, 1513) e della Chiesa (bagno=luogo di
peccato). Nel XVII secolo, il dottor Hervard, medico
di corte cui fin dalla nascita fu affidata la salute del futuro Re Luigi XIII, scriveva sul suo diario: “oggi, dopo
45 giorni di vita gli abbiamo lavato la testa, e sembra che abbia gradito...”. Una settimana dopo “ ...ho
preso del burro fresco e olio di mandorle dolci e gli ho
frizionato la fronte e la faccia per detergere lo sporco presente...”. Dieci mesi dopo, il 4 luglio del 1602,
“ ...lo abbiamo pettinato per la prima volta, gli piace
e sposta la testa in relazione al lato in cui il pettine
provoca un sollievo al prurito...”. A cinque anni, il medico annota “...per la prima volta nella vita del Re gli
sono state lavate le gambe con acqua tiepida...” mentre il 28 di agosto del 1608, “ ...oggi che Luigi ha sette anni ha fatto il suo primo bagno...”.
Luigi XIV, il re sole, sembra abbia fatto due bagni in vita sua e il secondo fu interrotto…; in compenso incaricò Colbert il suo primo ministro di “brevettare” il sapone di Marsiglia. Durante il Rinascimento
e fino al XVIII secolo va di moda la “toilette secca” :
ci si pulisce il viso e le mani con dei telini (toile->toilette) inumiditi con acqua o alcool; in compenso i ricchi si cambiano d’abito fino a 6-8 volte al giorno!
Durante il suo regno Luigi XV fa installare a corte varie sale da bagno (soprattutto negli appartamenti delle sue amanti, Madame de Pompadour e Madame du Barry e poi, nel 1728, se ne fa fare una anche per lui (usata, poi, anche da Luigi XVI). Nel XVIII
secolo André Tissot, medico di Losanna, consigliava
di lavare i bambini appena nati con due terzi d’acqua
e un terzo di vino e, dopo pochi giorni, fortificare la
pelle con acqua fredda di sorgente. ...”. Sorprende che
queste incredibili teorie sull’igiene non risparmiassero altri nobili e aristocratici dell’epoca: la regina di Scozia faceva il bagno solo nel vino, probabilmente per
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la sua blanda azione disinfestante nei riguardi dei parassiti; la regina Elisabetta I d’Inghilterra si vantava
di fare il bagno una volta al mese, solo nel caso ne
avesse bisogno. E ancora intorno al 1700 si sosteneva che farsi il bagno potesse causare sterilità e aborti e comunque danneggiare la bellezza del corpo. A
metà dell’ottocento nascono, nelle grandi città europee e nordamericane i bagni pubblici. Bisogna giungere al secolo scorso, con la diffusione dell’acqua diretta nelle case e la scoperta dei microbi come fattori di diffusione delle malattie, perché si arrivasse all’accettazione generale che lavarsi, oltre che un piacere e un modo per rinfrescarsi, è anche una necessità irrinunciabile e un segno di rispetto per sé e per
gli altri. Igiene si, ma con giudizio! La pelle si protegge con un sottilissimo strato (il film idrolipidico) che
ci impermeabilizza e che si riforma in 48-96 ore. Se
noi lo asportiamo completamente rendiamo la pelle
più permeabile a tutto quello che c’è fuori compresi
gli allergeni.
ACNE. Malattia dell’annesso pilo-sebaceo localizzata tipicamente al volto e al tronco e caratterizzata da lesioni polimorfe. Distinguiamo un’acne neonatale, una infantile, una giovanile polimorfa e tre tipi
di lesione: non infiammatorie (ostruttive), infiammatorie, secondarie.
Tipo di acne in base alle lesioni prevalenti (Tabella 1):
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TERAPIA SISTEMICA ANTIBIOTICA
- Minociclina 100 mg/die per 40-90 giorni
- Doxiciclina 100 mg/die per 40-90 giorni
- Azitromicina 500 mg/die per 3 giorni/settimana per
8 settimane
- Limeciclina 300 mg/die per 15 giorni poi 150
mg/die per 60 giorni
ASSOCIAZIONI
BPO 5% più clindamicina 1%:
a) maggiore efficacia sulle lesioni infiammatorie
b) monosomministrazione
c) stessi effetti collaterali del BPO;
BPO 2,5% più adapalene 0,1%:
a) maggiore efficacia sulle lesioni non infiammatorie
b) effetto molto rapido (1 settimana)
c) stessi effetti collaterali del BPO e dell’adapalene
d) monosomministrazione;
Tabella 1
LA TERAPIA
Scala di gravità: 1° lieve: terapia locale per le forme non infiammatorie e per la infiammatoria superficiale;
2° moderata: terapia sistemica per quelle infiammatorie profonde: competenza del pediatra per queste
due prime forme;
3° grave infiammatoria profonda resistente: in
questo caso la competenza è del dermatologo.
FARMACI
Azione comedolitica (retinoidi): acido Trans-retinoico 0,010% 0,025% 0,05%; acido Cis-retinoico o isotretinoina 0,05%; Adapalene 0,1%;
Azione antimicrobica: clindamicina fosfato 1%, eritromicina base 2-4%, eritromicina base 3% più zinco
Azione comedolitica più antimicrobica: benzoilperossido 3/5/10%
1) Acne microcistica: trattamento cheratolitico: benzoilperossido acido retinoico adapalene
2) Acne Infiammatoria superficiale: trattamento cheratolitico più antinfiammatorio come sopra più antibiotico locale
3) Acne infiammmatoria profonda: trattamento locale: BPO/clindamicina più trattamento sistemico per
via orale.
Acne infiammatoria profonda. Trattamento sistemico:
1) antibiotico per via orale
2) antiandrogeni
3) isotretinoina con trattamento locale complementare
terapia sistemica ormonale antiandrogena: etinilestradiolo 35 più cpa 2 mg dal 1° al 10° giorno del ciclo
terapia sistemica isotretinoina: 0,5 mg/Kg/die estremamente efficace (riduzione del sebo 90%!) bassa
frequenza di recidive (<30%)Infine due considerazioni, entrambe importanti per
l’approccio al paziente con acne:
GESTIONE TERAPEUTICA
- Grande disponibilità di tempo
- Valutazione e colloquio preliminare
- Frequenti controlli (ogni 2-3 mesi)
- Adattare la terapia al tipo clinico e
alla sua gravità
- Controllare il decorso clinico per
prevenire i processi infiammatori
profondi e gli esiti cicatriziali
SFATARE I MITI. Non è vero che:
1) l’acne è causata da intolleranze
alimentari
2) l’acne è causata da una cattiva digestione o da un cattivo funzionamento del fegato
3) chi ha l’acne deve lavarsi molte
volte al giorno
4) il trucco provoca o peggiora l’acne.
Sergio Zarrilli
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ella splendida cornice della Chiesa di San
Antonio Abate a Campobasso, una delle più
antiche e suggestive della città, giovedì 4
dicembre 2014, si è svolto il convegno “Prevenzione Diagnosi precoce e trattamento chirurgico dei
tumori del seno e della tiroide”. Dopo l’indirizzo
di saluto del Parroco, don Ugo Iannandrea, ha introdotto e coordinato i lavori il Professor Camillo Cavicchioni, Direttore del Dipartimento di Oncologia,
che dopo aver brevemente illustrato le attività cliniche della Fondazione con particolare riferimento all’aspetto chirurgico, ha presentato i due relatori: il
dott. Pietro Princi, endocrino-chirugo, e il dott. Francesco Palumbo, chirurgo senologo. La prima parte
dell’incontro è stata dedicata al tumore delle Tiroide.
Ogni anno, in Italia, oltre 40 mila pazienti vengono
sottoposti ad intervento alla tiroide (il 30% circa per
tumore tiroideo) che comporta l’asportazione chirurgica della ghiandola. Le complicanze, che in mani
esperte si verificano in percentuali estremamente ridotte (1% circa), sono essenzialmente legate: alla
lesione dei nervi laringei (superiori ed inferiori) che
comportano problemi nel parlare e nel deglutire, oppure al danneggiamento delle paratiroidi che regolano i livelli di calcio nel sangue. Presso l’Unità di Chirurgia della Fondazione di Ricerca e Cura “Giovanni
Paolo II” è in dotazione un innovativo strumento diagnostico non invasivo, chiamato nerve-monitoring,
che aiuta a preservare i nervi laringei durante l’inter-
N
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vento. “Questa moderna apparecchiatura facilita
l’identificazione precoce del nervo laringeo, riducendo al minimo il rischio che questo possa subire danni” ha spiegato il dott. Pietro Princi “inoltre evidenzia l’esistenza di varianti anatomiche e aiuta nella dissezione del nervo”. Il principio di funzionamento del
nuovo strumento è molto semplice, in quanto il sistema consente di eseguire un monitoraggio continuo dei
nervi di cui il chirurgo vuole preservare integrità e funzionalità. Un allarme sonoro avvisa il chirurgo ogni volta che il nervo viene sollecitato. “La parola chiave nella cura delle donne con tumore del seno è: “chirurgia conservativa”, ha spiegato il dott. Francesco Palumbo, “Il chirurgo cerca di preservare il più possibile l’integrità del seno. Grazie alla tecnica della quadrantectomia può essere risparmiata la mammella,
che un tempo veniva sempre e completamente
asportata anche per un tumore di piccole dimensioni. Oggi anche i linfonodi ascellari possono essere salvati grazie alla tecnica della biopsia del linfonodo sentinella. Viene prelevato in maniera mirata un solo linfonodo, che viene esaminato esaustivamente: se questo è sano non vi è necessità di asportare gli altri linfonodi. Lo svuotamento ascellare viene effettuato solo
quando il linfonodo sentinella è interessato dalla malattia. Il numeroso pubblico presente ha rivolto diverse domande ai relatori, manifestando molto interesse per i temi trattati.
Antonio Chiatto
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Gestire la complessità
nuovi bisogni di cure
Dott.ssa Carolina De Vincenzo
ggi i bisogni di salute hanno subito un radicale cambiamento perché sono qualitativamente e quantitativamente cresciute le
richieste di prestazioni. La maggior cultura, la possibilità di sofisticate indagini e di nuovi costosi parametri, genetici e molecolari, migliorano certamente
la possibilità di prevenzione e di sopravvivenza; di
contro il mutamento demografico impone nuove strategie, che siano sempre scientificamente corrette, ma
anche socialmente congrue ed economicamente sostenibili.
Una nuova Medicina, quindi, perché nuovo è il paziente: più anziano, con disabilità crescenti e comorbilità, difficilmente inquadrabili dal punto di vista prognostico e terapeutico. La scomposizione del malato nelle singole patologie porta oggi gli specialisti a
iperprescrizioni che si sovrappongono e configgono
con quelle di altri, dettate spesso da una Medicina difensiva che grava sulla spesa e non interviene efficacemente sulla
salute. In tale
scenario l’agire
medico deve necessariamente
passare da un
approccio riduzionistico (malattia-terapia-guarigione) a un approccio di sistema (personadefinizione di
problemi-qualità di vita), ridefinendo i percorsi di cura,
con una sintesi appropriata
tra Medicina
basata sulle
evidenze e
Medicina narrativa, cogliendo ogni
aspetto della
vita dell’individuo.
O
La malattia cronica è difficilmente gestibile per
una serie di condizioni: per le conseguenze del processo morboso su vari organi ed apparati, che per l’invecchiamento mostrano progressiva riduzione delle
loro funzioni, per le caratteristiche peculiari del paziente, per le possibili complicanze e gli effetti collaterali dei trattamenti praticati. Le pluripatologie, presenti in un terzo degli adulti e in oltre due terzi degli anziani, con il loro enorme impatto sociale, mineranno la sostenibilità dei sistemi sanitari se non verranno adottati nuovi modelli assistenziali che prevengano l’insorgere della malattia, le sue complicanze e
riacutizzazioni, ne rallentino il decorso e garantiscano interventi adeguati in base al livello di rischio del
singolo paziente.
Abbiamo ritenuto finora che l’interruzione dello
stato di salute si risolvesse con la guarigione o il controllo della malattia; il fenotipo complesso, però, non
è la semplice somma delle condizioni morbose che lo
compongono, ma ha sue caratteristiche per eziopatogenesi, necessità terapeutiche e prognosi, perchè
determinato da fattori biologici, sociali, ambientali,
economici; la sua gestione va al di là del semplice coordinamento di prestazioni, richiedendo, dopo analisi della sostenibilità, l’elaborazione di percorsi diagnostico-terapeutico-riabilitativi plurispecialistici personalizzati e condivisi, in continuità ospedale-territorio, col consenso del paziente e il supporto della famiglia per corretto uso di farmaci, monitoraggio di
parametri specifici, individuazione di campanelli d’allarme per prevenire riacutizzazioni e riospedalizzazioni.
Il concetto di comorbilità, introdotto nel 1970, si
riferiva alla presenza di una malattia aggiuntiva oltre quella indice; oggi il termine “multimorbilità” meglio definisce la coesistenza di varie patologie, senza poter individuare la dominante: l’interesse si sposta dalla malattia al soggetto. La multimorbilità aumenta in funzione dell’età, con aumento del carico assistenziale: ciascuna condizione morbosa si presenta con diverso grado di progressione, acuzie e compromissione delle funzioni vitali, con bisogno di diversa intensità di cure e polifarmacoterapia, spesso sovrastimate. Patologie ad alta comorbilità sono le cerebrovascolari, l’IRC, le neoplasie, a bassa comorbilità le psichiatriche e tiroidee, di grado intermedio ipertensione, diabete, obesità, BPCO. Le linee guida at-
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tuali ci forniscono indicazioni sulla
singola patologia: il loro utilizzo
nel paziente complesso
porterebbe un sovraccarico
terapeutico e un eccesso di
esami strumentali, spesso
dannosi per la salute. Dai grandi trial sono esclusi pazienti anziani, che pure sono i maggiori consumatori di farmaci, quelli con multimorbilità, ridotta aspettativa di vita, disabilità, difficoltà a seguire il follow up. Le linee
guida che influenzano le nostre decisioni terapeutiche, quindi, sono applicabili ad una fascia di popolazione lontana dal mondo reale e dalla complessità. Nuovi disegni di studio dovranno essere sviluppati e validati, con altre indicazioni, nuove indagini epidemiologiche e definizioni di patologie
complesse, valutazione delle connessioni fisiopatologiche tra i vari disturbi, indici genetici e molecolari,
fattori di rischio, aspetti psico-sociali, risposta ai trattamenti, prognosi e mortalità. Dovremo superare la
visione ospedalocentrica e rivedere il sistema dei DRG
che considera la severità, non la complessità o la difficoltà a dimettere i pazienti complessi; avremo bisogno di nuove banche dati per la stratificazione del
rischio e di nuovi strumenti analitici. L’inadeguata valutazione della complessità e il mancato coordinamento degli operatori porteranno ritardi diagnostico-terapeutici inaccettabili, ricoveri impropri ed
enormi costi.
La “Medicina della complessità” utilizzerà percorsi integrati, tesi al miglioramento della qualità di vita
più che della sopravvivenza, “cuciti sul paziente”, adeguati al modificarsi delle sue condizioni, controllabili sul piano dei costi e del beneficio, valutando di volta in volta numero di farmaci ed opzioni chirurgiche,
possibili effetti collaterali e complicanze, soprattutto
nei pazienti fragili.
Nel ricovero in acuzie si attuerà un corretto triage, senza confondere intensità con complessità, per
evitare che tutti i pazienti complessi vengano impropriamente ricoverati nelle terapie intensive, con la
conseguente insostenibilità del sistema; l’obiettivo
sarà invece ridurre la durata della degenza e favorire la dimissione precoce se il territorio funziona. Il medico utilizzerà con misura ogni strumento diagnostico, vagliandone accuratezza ed appropriatezza,
uscendo se necessario dal percorso tracciato dalle linee guida, lontane dal singolo malato, senza timore
di perdere la sua autonomia, sapendo di far parte di
un percorso efficace di cura, costruito in equipe.
La medicina della complessità è stato il tema
di un convegno, tenutosi a Campobasso il 24
gennaio u.s, con il patrocinio del nostro Ordine.
L’importanza degli argomenti, la competenza dei
relatori, la bella cornice della GIL hanno favo-
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rito grande partecipazione di tutte le professioni sanitarie e la buona riuscita dell’evento. Ci auguriamo che questo incontro abbia dato l’input
ad operatori sanitari, ospedalieri e territoriali,
per costruire percorsi condivisi, in continuità assistenziale, con l’utilizzo del fascicolo sanitario
elettronico, strumento indispensabile per far comunicare le tre reti dei servizi e garantire il controllo dell’appropriatezza, finora disatteso. Oggi
agiamo in situazioni di incertezza, senza alcun
sostegno, senza linee guida ad hoc, con la consapevolezza di un prossimo collasso dell’intero
sistema sanitario regionale, qualora non si intervenga con riorganizzazioni e controlli; per
parte nostra, come Ordine, ci faremo carico di
sollecitare Istituzioni e Dirigenza ASREM perché
riorganizzino in tempi brevi quei servizi che non
garantiscono più cure efficaci, per la dignità
professionale di che le presta, nell’interesse del
cittadino.
Dott.ssa Carolina De Vincenzo
16
BOLLETTINO
dell’Ordine dei Medici - Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Campobasso
Il mito del vecchio medico di famiglia
« “Tieni” mi disse, parlando rado e affondandomi ad ogni parola un solco nell’anima.
“Prendi... Ora è roba tua... Ma prima di spenderli!... Guardami!...”, e mi fulminò con
un’occhiata fiera e malinconica. “Prima di spenderli, ricòrdati come tuo padre li guadagna.” … Una spronata al cavallo, e si allontanò a capo basso nel buio, in mezzo alla
neve e al vento che turbinava… “
Lo scrittore Renato Fucini (1843–1921), nella raccolta di racconti Le Veglie di Neri (1890), narra un episodio della
sua gioventù, risalente allʼepoca in cui era studente universitario a Pisa. Figlio di un medico di una piccola località di montagna, ritornato da Pisa, dove ha perso al gioco le 80 lire occorrenti per un mese, racconta lʼaccaduto
alla madre perché, a sua volta, ne informi il padre, di cui ha timore. La madre era preoccupata, sia per le cattive
condizioni economiche della famiglia, sia per la scarsa salute del marito, che non sarebbe stato nella condizione
di fornirgli nuovamente la somma di cui ha bisogno.
Dott. Giovanni Spàrano
in da studente delle scuole medie, epoca in cui
lessi l’episodio di questo
papà medico, per me mitico e
leggendario, l’immagine eroica del
vecchio medico di famiglia è rimasta viva nella mia memoria. Per la
stessa ragione non posso dimenticare la nobile e austera figura di
“Don Ferdinando”, l’anziano medico della mia famiglia che, ogni
qualvolta era chiamato al capezzale di un componente della famiglia
ammalato, aveva bisogno lui per
primo di essere soccorso e assistito, in quanto la salita delle scale
per accedere alle stanze da letto
del piano rialzato, obbligavano il
F
suo cuore anziano ad uno sforzo
superiore alle sue possibilità, per
cui bisognava predisporre una sedia all’ingresso, per farlo riposare
e far cessare la dispnea che gli impediva di parlare. Il riposo e il ristoro, assicurato da una bevanda
calda d’inverno e fresca d’estate,
era a quei tempi d’obbligo perché
allora il medico arrivava a domicilio sempre un poco stanco perché,
non disponendo degli attuali mezzi di trasporto, era costretto, il più
delle volte, a percorrere a piedi
stradine, viottoli o sentieri impervi di montagna; nei casi fortunati si poteva permettere un cavallo
per accedere alle case di montagna
o una bici o un carrozzino per prestare assistenza agli abitanti di un
paese o di una città. Prima di iniziare la visita aveva bisogno di riposo e concentrazione anche perché, di fronte al malato, per raccogliere validi elementi di giudizio
per arrivare ad una diagnosi, doveva poter confidare nell’efficienza dei suoi mezzi sensoriali naturali: il suo occhio clinico doveva essere in grado di scrutare e analizzare l’aspetto e lo stato fisico del
paziente, rilevando eventuale stato anemico, ittero o brina uremica;
il tatto delle mani doveva captare
segnali dalla pelle e dai vari organi palpati, l’orecchio doveva esse-
BOLLETTINO
dell’Ordine dei Medici - Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Campobasso
re capace, non solo di raccogliere
e analizzare i sintomi espressi in
modo disordinato e in gergo non
sempre comprensibile, ma anche,
appoggiato sul nudo torace, doveva auscultare segnali patologici
provenienti dal polmone o dal cuore; persino l’odorato e il gusto dovevano essere esercitati a percepire eventuali odori dolciatri provenienti da malattia diabetica o ammoniacali provenienti da insufficienza renale; la percussione digitale e la succussio ippocratica,
dovevano essere in grado di evidenziare pleuriti o polmoniti. La relazione che si stabiliva tra medico
e paziente era strettamente paritetica e personale, con rispetto e
fiducia reciproca tra persona malata che chiedeva aiuto e persona
medico che forniva la sua esperienza, con l’unica finalità del bene del
paziente. Dalle diverse capacità relazionali del medico nel corso di
questo incontro, e dalla sua abilità di armonizzarsi senza sforzo apparente con l’ambiente familiare e
psichico del malato, dalla sua personalità dipendeva il successo professionale, più che dalla istruzione
ricevuta dall’Università. Considerando le poche e spuntate armi di
cui il medico disponeva, confidando nella sua poca «scienza» (nella quale il malato riponeva totale
fiducia) il medico di allora si sentiva, in grande umiltà e tanto spirito di dedizione, molto vicino al
paziente e sul suo medesimo piano, nella lotta contro il mistero del
male. Dal che nasceva immediatamente un sentimento profondo di
solidarietà umana assai favorevole, comunque andassero le cose, al
mantenimento di una
fiducia basata su una
mutua comprensione,
fatta di considerazione e gratitudine verso il curante e rispetto e amore verso il
sofferente. La “medicina collettiva” di
oggi, ha messo insieme nel corso di alcuni decenni un apparato ormai quasi perfetto di schemi, regole e
tabelle attuariali. Alla
raggiunta perfezione
sul piano organizzativo non corrisponde però, al momento attuale,
una soddisfacente erogazione del
bene per il quale gli Enti collettivi
sono stati istituiti. L’errore principale forse consiste nel fatto che
non si è tenuto che al centro doveva esserci la persona, non un
numero economico e statistico. Il
rapporto tra la coscienza del medico e la fiducia del paziente era
amichevole e diretto, anche se paternalistico e sbilanciato a favore
del medico, perché il malato non
sempre era in grado di comprendere la gravità della sua malattia.
Tra le due persone non si interponeva il sistema aziendalistico, con
le sue esigenze di dipendenza dalle disponibilità economiche e dal dover soddisfare a tutti i costi
determinati coefficienti di efficienza,
che portano il medico
a privilegiare la quantità, spesso a scapito
della qualità e a far
ricorso al tecnicismo
imperante. Ogni forma di tecnicismo era
inesistente. L’attuale
superiorità tecnicoscientifica ha, in non
pochi casi, indebolito
il rapporto di solidarietà e fiducia tra medico e paziente. Il
progredire
della
scienza ha indebolito
il rapporto umano;
oggi il medico, essendo più sicuro di
arrivare rapidamente
17
alla diagnosi con la tecnica, forse
è meno umile sul piano umano.
Da una parte si assiste all’incalzare della tecnologia e a una sempre
maggiore aziendalizzazione della
sanità, cui interessa prevalentemente l’efficienza e il bilancio
d’impresa, dall’altra le risorse economiche sono sempre meno e la richiesta di salute aumenta perché
il cittadino non si accontenta più
dell’assenza di malattia, ma, in
base al nuovo concetto di salute,
pretende completo benessere fisico e psicosociale; in presenza di risposta carente è insoddisfatto e
chiede sempre più diritti, spesso
dimenticando i doveri. Da una
parte si fa facilmente confusione
tra complicanze e malasanità, con
crescente aumento di denunzie e
richieste di risarcimento, dall’altra
si assiste allo sviluppo della medicina difensiva che nuoce allo stato, al medico e al cittadino; infine,
per l’abnorme ricorso al diritto di
autodeterminazione del malato, il
medico rischia di diventare un
semplice esecutore tecnico e testamentario, con sbilanciamento del
rapporto a favore del paziente.
Senza dubbio il vecchio medico di
famiglia non aveva la fretta del
medico di base di oggi, per cui de-
18
BOLLETTINO
dicava molto tempo alla visita medica. Don Ferdinando, dopo essersi riposato e ristorato con un buon
caffè, si accostava al letto, metteva a suo agio il malato con domande pertinenti, forniva il vecchio termometro a mercurio che doveva riposare sotto l’ascella per almeno
dieci minuti, metteva la mano sulla fronte, come a controllare la veridicità e il buon funzionamento del
termometro, invitava il malato a tirar fuori la lingua, scrutava attentamente il colorito delle mucose;
se riteneva, osservava lo stato
delle tonsille abbassando la lingua
con la coda del cucchiaio, eseguiva ispezione, percussione e auscultazione del torace, dopo aver
invitato a dire il famoso trentatré
più volte, palpava l’addome e, alla
fine, dopo essersi lavato le mani e
asciugato con il bianco e lindo tovagliolo, predisposto per l’occasione, prescriveva qualche sciroppo o
medicine sempre amare, da centellinare con il contagocce o, nel
peggiore dei casi, purghe all’olio di
ricino, magnesia o, peggio, enteroclisma con l’apparecchiatura di
cui ogni famiglia doveva disporre;
negli anziani la visita terminava
spesso con esecuzione di salasso.
Il vecchio medico di famiglia si
identificava quasi sempre con il titolare della condotta medica, istituzione tipica dell’Italia che ha
svolto un ruolo importante nella organizzazione sanitaria italiana per
almeno due secoli, ricoprendosi di
dell’Ordine dei Medici - Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Campobasso
molte benemerenze nel nostro
paese. Essa si incarnò in figura di
medici esemplari che “fatta l’Italia”
contribuirono a “fare gli italiani”,
concorrendo oltre che all’educazione, alla lotta alle epidemie delle
malattie prevalenti nell’epoca (tifo,
maltese, tubercolosi, etc.) e all’abbassamento della mortalità. I medici condotti avevano l’obbligo di
residenza nel Comune e dovevano
assicurare la disponibilità 24 ore
su 24 per poter rispondere ad
ogni tipo di richiesta (oltre alle consulenze mediche anche estrazioni
di denti, aiuto alla levatrice nei parti difficili, suture di ferite, fasciature e immobilizzazione di fratture,
cateterismi vescicali, etc). Ancora
oggi mi pento di aver dato tanti
calci al buon don Ferdinando quando, senza alcun tipo di anestesia
locale, mi estraeva i dentini che
non si decidevano a cadere spontaneamente. Ancor oggi mio nipote porta i segni indelebili lasciati da
un’estrazione con forcipe, praticata dal medico di famiglia, chiamato in causa dalla levatrice in difficoltà. Purtroppo a tanto lavoro
non corrispondeva adeguato stipendio da parte delle amministrazioni comunali. Nell’anno 1910 il
dottor Giuseppe Altobello e la Sezione Provinciale di Campobasso
dell’Associazione Medici Condotti,
vennero alla ribalta della cronaca
sindacale nazionale, perché fu la
prima in Italia a ottenere che il Governo Centrale inviasse ai sindaci
una circolare affinchè provvedessero a prevedere un adeguato
trattamento economico per i medici condotti. Dai condotti, non solo
venivano assistiti gratuitamente i
poveri, ma anche i comuni cittadini spesso non pagavano alcuna
parcella, perché era abitudine di ricompensare il medico con beni in
natura come uova, vino o polli. In
molti casi gli amministratori pretendevano assistenza gratuita per
parenti e amici, minacciando ritorsioni in caso di rifiuto. In cambio di
tanti disagi e lavoro il medico di allora aveva la stima e la riconoscenza dell’intera comunità assistita.
Insieme al parroco e allo speziale,
costituiva l’autorità indiscussa.
Purtroppo il medico sta perdendo la fiducia e la riconoscenza
che un tempo gli veniva accordata. Oggi la professionalità del medico è vista in termini di successi
e risultati ottenuti. Per aver consenso nella moderna medicina,
trasformatasi in medicina collettiva e strumentale, il medico spesso viene costretto a comportarsi
come un bravo tecnico che, rispettando leggi e impegni contrattuali, si impegna a soddisfare i desideri del maggior numero di utenti con la minor spesa possibile, nel
più breve tempo.La medicina da
fenomeno a carattere individuale e
a natura privata si è trasformata in
un altro di carattere collettivo e di
interesse pubblico. Gran parte della evoluzione che la Medicina ha
subìto nell’ultimo cinquantennio, e
che comprende il progresso tecnico in tutti i suoi settori, la conseguente necessità di una frammentazione della medicina in tante
specialità, il suo costo in progressivo aumento e, infine, l’esigenza
sociale della difesa della salute a
spese della comunità, non rappresenta in realtà la vera sostanza,
che è sempre l’uomo, l’uomo singolo, individuale e non ripetibile,
nella sua duplice caratteristica di
numero statistico sulla carta, ma
insieme di sofferta umanità privata quando si ammala, guarisce o
muore. Il disagio moderno della
medicina sta nel dimenticare troppo spesso questa realtà; anche nel
fondo della “medicina collettiva” o
della “medicina strumentale” esiste l’uomo, sintesi di corpo e d’anima che come tale va inteso e avvicinato e rispettato, sotto pena di
insuccesso e di insoddisfazione
privata e pubblica.
Molto bene lo avevano compreso i due santi medici Giuseppe Moscati e Riccardo Pampuri
che hanno assistito gli ammalati
nella loro interezza di persone
comprensive di spirito e di corpo,
convinti che non c’è guarigione e
salvezza senza il recupero di entrambi. S. Giuseppe Moscati raccomandava: “Ricordatevi che non
solo del corpo vi dovete occupare,
ma anche delle anime che gementi ricorrono a voi ! II dolore va trattato come un grido dell’anima a cui
un altro fratello, il medico, accorre con l’ardenza dell’amore: la ca-
BOLLETTINO
dell’Ordine dei Medici - Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Campobasso
rità! Quanti dolori lenirete più con
i consigli dati all’animo, che con la
fredda prescrizione di farmaci!”
Furono medici che seppero
ascoltare e capire tutti, ricchi e poveri, buoni e cattivi. Di questo tipo
di medico oggi abbiamo bisogno,
altrimenti, nonostante tante malattie siano state debellate e la vita
media si sia oltremodo allungata,
continueranno a piovere sempre
più copiose le denuncie di malasanità, che, nel maggior numero dei
casi, vanno viste come un richiamo ad ascoltare meglio il grido che
viene dall’animo della persona sofferente e dai suoi familiari, che, pur
usufruendo dei vantaggi offerti
dal tecnicismo moderno, non sanno fare a meno del vecchio medico di famiglia e di quel clima di spiritualità tanto caro a S. Giuseppe
Moscati.
Il medico oggi ha il difficile
compito di assicurare autonomia e
salute al paziente, garantendo
giustizia sociale nel rispetto di
un’equa distribuzione delle risorse
disponibili e delle normative che si
moltiplicano sempre più. Il medico deve stare attento innanzitutto
alla tentazione dell’efficientismo
scientifico-tecnologico-organizzativo, che si insinua nella propria attività professionale e nelle attese
(e pretese) del malato e dei suoi
parenti; suo compito inderogabile
è assistere e accompagnare il paziente, garantendo sempre il suo
impegno di professionista onesto,
corretto, competente e aggiornato dal punto di vista scientifico. Da
un simile comportamento deriva
che la medicina aziendale di oggi
non può garantire – né se lo può
permettere – l’autorizzazione di
una quantità di tempo sufficiente
ad assicurare adeguato ascolto di
ogni paziente, sia esso ospedaliero o domiciliare per cui, per poter
garantire la “cura” delle malattie
con un’assistenza umana, fatta di
ascolto e solidarietà, dovrà ricorrere alla gratuità clinica e ad un
amore competente, che ogni buon
medico, anche in minima parte,
dovrebbe assicurare. Spesso oggi
si vede il medico costretto a lavorare in fretta, spinto dal risultato e
dall’emergenza, senza avere il
tempo di interrogarsi in che modo
e con quali mezzi sta assistendo
una persona, senza umiliare la sua
dignità. Il medico è spesso assorbito da una tecnica che, nel dare
soluzioni sempre pronte, ha finito
per sacrificare la buona relazione
di cura. Il medico abituato a dare
risposte e prescrivere farmaci, ha
dimenticato come capire a fondo la
domanda di salute; dovrebbe
guardare a fondo la persona
malata e non solo studiare la malattia e palpare i suoi organi.
Un rapporto medico paziente,
ridotto a pura contrattualità professionale di diritti, di doveri, di obblighi giuridici si svuota del valore di alleanza, solidarietà e fiducia
reciproca.
Al di fuori di ogni credo religioso il medico ha sempre difeso il valore della vita ed è stato alleato del
malato, così nella tradizione ippocratica come per Galeno che vedeva nel medico l’amico grazioso e filosofo, che fa da ponte tra il mondo dei sani e il mondo dei malati,
senza condannarli alla solitudine
della malattia. Purtroppo oggi il
medico è costretto a coniugare e
armonizzare i propri valori
deontologici, con le indicazioni e
gli obblighi delle leggi e dell’azienda da cui dipende, per cui si ritrova a fare delle scelte nelle zone di
confine, all’ombra del dubbio se
non del compromesso con i dettami della sua coscienza. Le legittime richieste di contenimento della spesa nella sanità, chiedono di
rinunciare a tutto ciò che non è
produttivo, utile. Forse, come il
bravo vecchio medico di famiglia
educava saggiamente i suoi assistiti sul come prevenire e affrontare malattie e avversità, oggi dovrebbe anch’egli riservare più tempo ad educare i pazienti a vivere la
malattia come una realtà imprescindibile della condizione umana
e a considerare alcuni disagi non
necessariamente da medicalizzare
o psicologizzare - scegliere un
sano stile di vita - fare un uso responsabile dei farmaci - sottoporsi a controlli periodici, concorrendo così a gestire meglio le risorse sanitarie e ad evitare gli sprechi.
Un tipo di medicina socializzata e solidale, spalancando le por-
19
te alla solidarietà anche verso coloro che professano altre religioni,
accomuna tutti i fratelli, operatori e malati, sollevandoli dallo stato di solitudine e precarietà. A coloro che praticano la medicina,
“prendendosi cura”dei sofferenti e
ponendo sempre la persona
umana al centro degli interessi, è affidata la sfida di vincere la
fragilità e la povertà dell’uomo
contemporaneo, esercitando la
professione con stile di autentica
carità cristiana, come hanno fatto i santi medici Pampuri e Moscati, che soleva raccomandare:“La
carità, non la scienza, cambierà il
mondo”.
Dott. Giovanni Spàrano
A conclusione di quanto detto, la
medicina di oggi, per garantire la
“cura” delle malattie con un’assistenza umana, fatta di ascolto e solidarietà, dovrà ricorrere alla gratuità clinica e ad un amore competente, che ogni buon medico, anche
in minima parte, dovrebbe assicurare.
Oggi si assiste alla solitudine, non
solo dei malati, ma anche degli operatori sanitari, costretti a subire gli
imperativi dell’efficienza biotecnologica, della produttività aziendale, della difficoltà dei rapporti tra
chi cura e chi viene curato, nonché
della marginalizzazione della vita
spirituale del sofferente.
Un tipo di medicina solidale, spalancando le porte alla solidarietà
anche verso coloro che non credono in Cristo, accomuna tutti i fratelli, operatori e malati, sollevandoli dallo stato di solitudine e precarietà.
A coloro che praticano la medicina,
prendendosi “cura” dei sofferenti,
è affidata la sfida di vincere la fragilità e la povertà dell’uomo contemporaneo, esercitando la professione con stile di autentica carità cristiana, come ha fatto S. Giuseppe Moscati, che soleva raccomandare:
“La carità, non la scienza, cambierà il mondo”.
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BOLLETTINO
dell’Ordine dei Medici - Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Campobasso
PAGINA ODONTOIATRICA
LATRAPROFESSI
O
NE
DI
ODONTOI
A
TRA
OGGI
REALTA’ E LEGGENDE METROPOLITANE
Dott. Elio Gennarelli
ʼOdontoiatria, in Italia, è svolta essenzialmente come libera professione in un mercato di
cui, al fenomeno dellʼabusivismo, si sono aggiunti oggi ulteriori aspetti di criticità legati al numero sempre crescente di Odontoiatri, alla difficile congiuntura economica, al prestanomismo, alla concorrenza sleale, ai sempre più gravosi adempimenti burocratici.
Il 14% degli Italiani ha rinunciato alle cure dentarie nellʼultimo anno, essenzialmente spinto da motivazioni economiche, e ad un anno dalla laurea, due Dentisti su cinque sono disoccupati.
Nei tre anni successivi il 15% trova lavoro in strutture fatiscenti o in centri cosiddetti low cost, con una paga
base, ad un anno dalla laurea, di circa mille euro mensili, con una maggiore penalizzazione per le donne.
Dopo tre anni la media sale a 1568 euro.
Ogni anno più di mille Odontoiatri si iscrivono allʼAlbo per iniziare la professione, di cui 800 circa laureati in Italia ed i restanti provenienti da Università non
italiane.
La maggior parte del laureati allʼestero sono figli
dʼarte che non riescono a superare lo sbarramento dellʼesame di accesso alle Facoltà di Odontoiatria in Italia con un investimento economico importante da parte delle famiglie.
Spesso, rientrati in Italia, sono costretti a lavorare con i familiari nello stesso studio che deve affrontare, quindi, una ripartizione degli utili con costi di gestione aumentati ed entrate ridotte.
Il fatturato dei Dentisti è infatti passato, nel 2012,
da 6,7 miliardi a 4,9. Il 26,3% dei giovani svolge un
lavoro intermittente, con contratti di collaborazione, e il 9,4% lavora in nero.
Ritengo quindi definitivamente tramontato il tempo in cui la professione
di Dentista era invidiata, anche giustamente in alcuni casi, persino da più
agiati colleghi Medici.
Con queste premesse sento la responsabilità di impegnarmi per la difesa
del decoro, della dignità e dellʼautonomia
della professione, sancita dal codice deontologico aggiornato nel maggio 2014,
che deve essere intesa funzionale alla tutela della salute individuale e collettiva che
lʼOrdine, come organo ausiliario dello Stato, è chiamato a salvaguardare.
Intendo sottolineare la preoccupa-
L
zione di questa Commissione per la ripercussione che
lo svilimento dellʼattività professionale e la guerra degli
onorari può avere sulla qualità e sulla sicurezza della prestazione stessa e sulla quale intendiamo vigilare.
A questo proposito voglio ancora ribadire il rischio
che lʼabusivismo comporta per la salute pubblica con
i relativi costi sociali e danni allʼerario.
Ribadisco pertanto la preoccupazione dellʼintera
categoria per le voci che vogliono gli organi di Governo favorevoli alla istituzione di una nuova figura professionale in campo sanitario.
Unʼultima riflessione sento il dovere di fare ed è relativa alla grave crisi in cui versa la Sanità molisana.
Ed è di sprone alla classe politica perché si assuma la responsabilità di sostenere un progetto di riorganizzazione che tenga conto dei bisogni dei cittadini
utilizzando al meglio le risorse disponibili, perché non
si ricorra ad ulteriori aumenti sia delle addizionali IRPEF e sui carburanti che investono tutti, sia dellʼIRAP
che riguarda particolarmente le imprese ma anche noi
Dentisti in quanto a queste assimilati.
Con lʼottimismo della volontà, ma non ancora con
quello della ragione, invito tutti ad una assunzione di
responsabilità individuale e professionale, anche nei
rapporti con i colleghi, per evitare una escalation di inciviltà in cui poi ci rimettiamo tutti.
Metto a disposizione dei colleghi, come sempre,
insieme ai componenti della CAO, il mio tempo e lʼesperienza accumulata nella mia vita professionale per essere riferimento e dare tutto quello che posso per rinsaldare i rapporti professionali ed umani allʼinterno della categoria nel rispetto dei valori etici e deontologici
e del reciproco rispetto.
Dott. Elio Gennarelli
Presidente Commissione Albo
Odontoiatri
BOLLETTINO
dell’Ordine dei Medici - Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Campobasso
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PAGINA ODONTOIATRICA
Carcinoma orale e lesioni
potenzialmente maligne: update
Dott. Domenico Coloccia
abato 22 novembre 2014 si è tenuto a Termoli il convegno intitolato “Carcinoma orale e lesioni potenzialmente maligne: update”, organizzato dalla Commissione Albo Odontoiatri dellʼOrdine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della provincia di Campobasso. Il responsabile scientifico dellʼevento, il Dott. Domenico Coloccia di Campobasso, ha introdotto le relazioni del Prof. Lorenzo Lo Muzio (Preside del corso di laurea in Odontoiatria dellʼUniversità
degli Studi di Foggia) e del Prof. Lucio Lo Russo.
Dette relazioni, fatto il punto della patologia con la
descrizione dei quadri clinici ed istopatologici, hanno
ribadito il concetto fondamentale della prevenzione di
una neoplasia che ,paradossalmente ,si manifesta allʼinterno di una sede di facile e frequente osservazione da parte di Medici, Odontoiatri e Igienisti dentali.
La precoce individuazione infatti porta alla completa risoluzione, senza invalidità estetiche e funzionali rilevanti, in più del 90% dei casi. Viceversa, la diagnosi tardiva comporta, nella stessa percentuale, esito infausto o sopravvivenza con notevoli demolizioni chirurgiche. Gli odontoiatri sono in prima linea nella lotta contro il Carcinoma orale
Da anni Andi sensibilizza gli iscritti e la popolazione organizzando lʼOral Cancer Day con notevole dispendio di energia e abnegazione .
La Cao dal 2008 ha inteso organizzare un progetto nazionale sulla patologia con la creazione di una rete
di referenti provinciali che possano coadiuvare lʼodontoiatra nel non sempre facile iter diagnostico e nellʼindirizzo alla terapia. Il progetto mira inoltre alla diffusione del concetto della prevenzione tra i Pazienti e dellʼapproccio alla visita odontoiatrica non intesa soltanto come lʼesame dei denti. Le statistiche infatti confermano che passano in media 85 giorni , da quando il Paziente si accorge di una lesione evidente o ancor peggio avverte un dolore che non scompare, prima che arrivi alla osservazione di un operatore esperto.
Lʼevento, con successo di platea specializzata, salutato preliminarmente dal Sindaco Avv. Angelo Sbrocca, si è svolto presso la rinnovata sede del “Circolo della Vela”, che per lʼoccasione, complice una splendida
giornata di sole, ha potuto mostrare tutte le sue potenzialità strutturali e organizzative.
Dott. Domenico Coloccia
S
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BOLLETTINO
dell’Ordine dei Medici - Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Campobasso
PAGINA ODONTOIATRICA
La gestione ortodontica
e chirurgica
dei canini inclusi
embrerebbe esagerato pensare che un solo
dente, il canino superiore, possa causare tanti e tali problemi allʼintera arcata dentale ed al
corretto sviluppo eugnatico di un bambino: con questa
provocazione si è aperto il primo evento culturale della
neoeletta Commissione Albo Odontoiatri, che si è svolto sabato 7 febbraio 2015 presso la sala consiliare dellʼOrdine dei Medici della provincia di Campobasso.
Il saluto del nuovo presidente dott. Elio Gennarelli, in carica per il triennio 2015-17, oltre ad augurare la
buona riuscita di questo come degli altri quatto eventi formativi inseriti nel calendario culturale, ha focalizzato lʼattenzione su più ampie problematiche della sanità nel Molise.
Quindi la parola è passata al relatore, prof. Domenico Ciavarella, docente dellʼuniversità degli studi di
Foggia, titolare della cattedra di ortognatodonzia, della cattedra di materiali dentari, coordinatore del master
e del corso di perfezionamento in ortodonzia, referente odontoiatra per le patologie del sonno.
Il prof. Ciavarella è di casa fra gli odontoiatri della provincia di Campobasso, poiché è il terzo anno che
intrattiene con entusiasmo gli ascoltatori, trattando tematiche ortodontiche sempre diverse e sempre di vivo
S
interesse clinico per la pratica quotidiana.
In nome di tale continuità formativa ha ringraziato il dott. Gennarelli per aver dato la possibilità ai colleghi di proseguire il discorso già intrapreso, il presidente uscente dott. Attilio Cicchetti, che nei due anni precedenti lo aveva invitato avviando tale collaborazione,
la dott.ssa Raffaella Amoruso, responsabile scientifica dellʼevento, ed il dott. William Susi, a cui è legato da un rapporto di amicizia, oltre che di collaborazione presso lʼuniversità.
Inoltre ha ringraziato il dott. Gianni Angelone, presidente dellʼAssociazione Nazionale Dentisti Italiani dipartimento regionale del Molise, ed i numerosi colleghi del direttivo Andi per aver dato risalto e diffusione
a questo come ad altri eventi culturali organizzati dalla Cao. La platea, numerosissima, ha visto la partecipazione anche di molti colleghi che non praticano direttamente lʼortodonzia, ma sentono lʼesigenza di poter meglio dialogare con i pazienti e con il proprio consulente ortodontico.
Dott. William Susi
PROGRAMMA EVENTI ANNO 2015
CAO CAMPOBASSO
ANDI MOLISE
18 APRILE
QUALITA’ E SICUREZZA IN CHIRURGIA PARODON­
TALE
RESPONSABILE SCIENTIFICO ELIO GENNARELLI
6 GIUGNO
UTILIZZO DI PROTOCOLLI PROTESICI ALTERNATIVI
SU DENTI NATURALI E IMPIANTI
RESPONSABILE SCIENTIFICO GIANNI ANGELONE
9 MAGGIO
PREPARAZIONE CANALARE CON STRUMENTI RO­
TANTI
RESPONSABILE SCIENTIFICO WILLIAM SUSI
28 NOVEMBRE
ATTUALITA’ IN TEMA DI NECROSI DEI MASCELLARI
DA BIFOSFONATI
RESPONSABILE SCIENTIFICO DOMENICO COLOCCIA
19 SETTEMBRE
XI CONGRESSO ANDI MOLISE
LE PERIMPLANTITI
RESPONSABILE SCIENTIFICO LAURA D’ALESSANDRO
14 NOVEMBRE
CONVEGNO ANDI ANTLO
RESPONSABILE SCIENTIFICO GIANNI ANGELONE
BOLLETTINO
dell’Ordine dei Medici - Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Campobasso
23
La Storia dell’Ordine dei Medici
della Provincia di Campobasso
Italo Testa
ntanto la Camera Sanitaria di Campobasso dovette impegnarsi su di un altro fronte che riguardava la categoria degli Ufficiali Sanitari che avevano costituito la loro associazione.
Il problema era legato al fatto che l’Ufficio Sanitario Provinciale anche sollecitato dal Governo,
intendeva creare dei “Consorzi di vigilanza igienica”, vale a dire affidare ad un solo Ufficiale Sanitario un territorio comprendente vari Comuni di
una zona omogenea. Lo scopo era quello di ridurre le spese delle Amministrazioni Comunali che
avrebbero avuto in comune un solo Ufficiale Sanitario. I consorzi, previsti come possibilità dalla Legge del 1904, non erano stati mai attuati non
solo perché osteggiati dalle organizzazioni sanitarie ma perché nella nostra Provincia non sarebbero stati funzionali per le realtà comunali che avrebbero avuto una sporadica presenza del medico funzionario a fronte delle reali esigenze igieniche dei
vari territori.
Già negli anni precedenti si era discusso di tale
argomento, in particolare nel congresso medico di
Campobasso del 1907 durante il quale fu approvato all’unanimità ed inviato al Prefetto un ordine del giorno proposto dal dottor Pittarelli con il
quale si faceva voto perché nelle nostra Provincia
non venissero istituiti i Consorzi. A distanza di alcuni anni il problema della loro creazione si era riproposto ed era stato discusso in seno al Consiglio
Provinciale di Sanità del quale faceva parte Marcello Barone che lo aveva osteggiato anche in quella sede cercando, senza riuscirci, di non far passare la proposta concreta di istituzione di alcuni di
essi formulata dall’ufficio del Medico Provinciale.
Il Sindaco di Campobasso, l’avvocato Eugenio Spetrino, ed il presidente della Camera Sanitaria, Marcello Barone, in data 31 dicembre 1910,
insieme, convocarono a Campobasso un’Assemblea
dei Sindaci e dei Medici-Chirurghi della Provincia
da tenersi il successivo 8 gennaio.
Nonostante il breve preavviso e la stagione invernale l’Assemblea, tenuta nelle sale del Comune, ebbe un notevole successo: le presenze numerose, molte le adesioni epistolari e telegrafiche de-
I
...continua
gli assenti, la discussione ampia ed esauriente al
termine della quale fu, all’unanimità, approvato il
seguente lungo ed articolato ordine del giorno proposto dal Sindaco Spetrino:
“L’Assemblea dei Sindaci e dei Medici-Chirurgi della Provincia, riunita nel Palazzo Comunale della Città di Campobasso, dopo aver largamente discusse e valutate le condizioni che verrebbero a crearsi ai singoli Comuni ed agli Ufficiali Sanitarii con
la creazione dei Consorzii Sanitarii;
Ritenuto che, nell’interesse dell’igiene e del servizio sanitario, i Consorzii di vigilanza igienica devono essere considerati soltanto come una misura eccezionale da applicarsi in caso di estrema necessità;
Considerato:
a) che è semplicemente assurdo il pretendere che
sia efficacemente tutelato,- specie in caso di epidemia -, il servizio sanitario da un solo funzionario cui siano affidati dieci o più Comuni, assai spesso uniti tra loro da vie d’accesso lunghe,
difficile e a volte impraticabili
b) che la chiara ed esplicita parola della Legge pone
in evidenza solamente i casi eccezionali, nei quali è dato ricorrere alla costituzione di Consorzii
Sanitarii;
c) che il sistema dei Consorzii si riduce, in fondo,
per le indennità ed altro, ad un aggravio evidente di spesa in confronto di quella che occorrerebbe per un Ufficiale Sanitario autonomo,
senza tener conto della sensibile diminuzione del
servizio;
d) che la formazione coercitiva dei Consorzii rappresenta infine uno strappo ed una gratuita offesa ad ogni principio di diritto pubblico, che garentisce ai Comuni la libera esplicazione dei proprii servizi, nei confini stabiliti dalle leggi: poiché, per le suesposte considerazioni, i propositi manifestati dall’Ufficio Sanitario Provinciale si appalesano inopportuni ed arbitrarii.
Lieta di constatare in questo grave argomento, la
più completa armonia di interessi e
di aspirazioni fra Ufficiali Sanitarii ed Amministrazioni Comunali,
24
BOLLETTINO
dell’Ordine dei Medici - Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Campobasso
DELIBERA
Di far voti a S. E. l’On. Ministro degli Interni ed
all’Illustre Capo della Provincia perché sia garentito ai Comuni ed agli Ufficiali Sanitarii della Provincia una più doverosa applicazione della Legge.
II. Di far voti al Consiglio Provinciale Sanitario ed
alla Giunta Provinciale Amministrativa perché
vogliano con azione energica ed efficace, tutelare gl’interessi sanitarii ed economici delle
Amministrazioni Comunali.
III. Di intensificare una viva e legale agitazione per
vedere eliminato il temuto inconveniente,
usando, in casi di bisogno, anche tutti i mezzi di gravame per opporsi ad ogni tentativo che
miri a sovvertire i criteri della legge, le esigenze del servizio sanitario e le necessità economiche dei comuni.
I.
L’aver votato assieme Sindaci e Medici, ed all’unanimità, l’ordine del giorno, proposto dal Sindaco di Campobasso, contrario alla creazione dei
Consorzi igienici, (che non furono realizzati in provincia), fu una vittoria della Camera Sanitaria e del
suo presidente Marcello Barone ma non segnò l’inizio di un diverso atteggiamento delle Amministrazioni Comunali nei riguardi dei Medici Condotti, parecchi dei quali svolgevano anche la funzione interinale di Ufficiale sanitario.
Infatti forti della Circolare del Prefetto quasi
tutti i medici condotti della Provincia presentarono domanda alle loro Amministrazioni per ottenere l’auspicato aumento del loro stipendio ma trovarono le Amministrazioni Comunali non disponibili a dar corso ai consigli della Prefettura tanto da
resistere anche alle imposizioni della Giunta Provinciale Amministrativa.
In tal senso è emblematica la vicenda che si
verificò nel Comune capoluogo della Provincia e
che di seguito riporto.
Campobasso per il numero di abitanti, all’epoca oltre quindicimila, e per le frazioni, aveva quattro medici condotti: due per la città, uno per la
campagna ed il quarto per la frazione di Santo Stefano. L’assistenza sanitaria di quest’ultima era stata affidata con una convenzione al Condotto di Ripalimosani, Comune molto più vicino della Città alla
suddetta frazione. Le altre condotte erano affidate, la prima al dottor Teodorico Ferrara, la terza al
dottor Giuseppe Altobello, la seconda era in quell’anno vacante ed affidata interinalmente a turno
ai vari medici liberi esercenti.
Nel mettere a concorso la seconda condotta,
nella primavera del 1911, l’Amministrazione previde nel capitolato uno stipendio annuo di 800 lire
uguale a quello degli altri due medici all’epoca in
servizio; la Giunta Provinciale Amministrativa in-
vitò il Comune a modificare la delibera portando
stipendio a 1200 lire. Il Consiglio Comunale resistette a tale invito inviando delle controdeduzioni
non accolte dalla GPA che, sentito il Consiglio Provinciale di Sanità, d’ufficio, modificò la delibera stabilendo lo stipendio di 1200 lire annue. Durante
questo iter anche gli altri due Condotti, dottori Ferrara ed Altobello avevano richiesto l’adeguamento del trattamento economico rifiutato dalla Amministrazione e, successivamente, imposto dalla
G.P.A.
Il Consiglio comunale di Campobasso nella seduta del 25 gennaio 1912, alla presenza di quindici consiglieri su trenta eletti, votò all’unanimità
a favore di una proposta del Sindaco Spetrino di
resistere contro la imposizione della Giunta Amministrativa ricorrendo al Consiglio Superiore di Sanità. Questi, però, nella seduta del 28 giugno del
successivo 1913, bocciò il ricorso del Comune confermando lo stipendio annuo di 1200 lire per tutti e tre i Medici Condotti.
Erano trascorsi tre anni dalla circolare Bertagnoni quando i Condotti di Campobasso videro riconosciuto il loro diritto; in molti Comuni della Provincia le cose andarono anche molto più a rilento
nonostante fosse già entrato in funzione il Consiglio di Amministrazione dell’Ordine dei Medici
eletto secondo le norme dettate dalla legge che li
istituiva.
Ai primi d’ottobre del 1911, con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del regolamento attuativo della legge che istituiva gli Ordini dei Sanitari ebbe inizio l’iter per la effettiva nascita dei
nuovi ordini voluti dal Governo.
Il regolamento, burocraticamente puntuale, organizzava di fatto tutta la vita degli Ordini ai quali era concessa solo la facoltà di stabilire un proprio regolamento interno per disciplinare la funzioni amministrative e contabili; copia dell’eventuale regolamento doveva, però, essere trasmesso al
Consiglio Superiore di Sanità.
Seguendo le norme transitorie previste dal regolamento il Consiglio Provinciale di Sanità compilò un albo provvisorio dove vennero iscritti i medici-chirurghi che avevano fatto domanda di iscrizione secondo il bando emesso, in precedenza, dal
Prefetto. Analoghi albi furono preparati per i farmacisti e per i veterinari.
Nell’albo provvisorio dei medici-chirurghi furono iscritti 256 medici che avevano presentato regolare domanda corredata della documentazione
richiesta.
Completata la parte preliminare, sempre secondo le norme transitorie, il Prefetto della Provincia, Emilio Gorno, convocò l’assemblea degli iscritti per l’elezione, a scrutinio segreto, del primo Consiglio d’amministrazione del neonato Ordine dei Me-
BOLLETTINO
dell’Ordine dei Medici - Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Campobasso
dici per il 12 maggio 2012.
Nella stessa data furono convocate anche le assemblee dei Farmacisti e dei Veterinari.
Per i medici, dei 256 iscritti nelle liste votarono in 202; il numero dei votanti era molto importante perché il regolamento prevedeva che per essere eletti occorrevano i voti della maggioranza dei
votanti che nel caso specifico si attestò a 101.
In quella prima elezione furono, probabilmente, presentate più liste perché ricevettero voti in
diciotto medici. Di questi raggiunsero la maggioranza assoluta e quindi risultarono eletti al primo
scrutinio: Marcello Barone, ospedaliero di Campobasso (con 157 voti); Giuseppe Altobello, medico condotto di Campobasso (146); Ugo Cannavina, ufficiale Sanitario di Campobasso (135); Emilio Pittarelli, medico condotto di Campochiaro
(133); Giuseppe Battista, libero esercente di Larino (126). Gli altri due consiglieri Adriano Baccari, ufficiale sanitario di Bonefro e Luigi Balzano, medico condotto di Rionero Sannitico, che al primo
turno avevano ottenuto rispettivamente 91 e 78
voti, furono eletti al ballottaggio che si tenne quindici giorni dopo.
Completato con il ballottaggio il numero dei
sette consiglieri previsti dalla legge, con lettera del
3 giugno il Prefetto li convocò negli uffici della Prefettura, per il successivo giorno 6, al fine di procedere all’elezione del presidente e alla nomina del
segretario e del tesoriere.
Presiedette la riunione il medico provinciale di
Campobasso, il dottor Francesco Polese; i componenti del consiglio di amministrazione elessero presidente il dottor Marcello Barone, il più votato alle
elezioni generali e già presidente dell’Ordine di tutti i Sanitari, che divenne così il primo presidente
dell’Ordine dei Medici stabilendo una reale continuità fra le due istituzioni.
Alla carica di segretario fu chiamato il dottor
Giuseppe Altobello e a quella di tesoriere il dottor
Ugo Cannavina.
La continuità istituzionale fu importante in quel
periodo perché era in preparazione il IV Congresso medico chirurgico interprovinciale di Abruzzo e
Molise, programmato per la prima quindicina di settembre all’Aquila. Nel comitato organizzatore vie
erano i membri degli ordini dei sanitari delle quattro province, molti dei quali entrarono nei nuovi organismi.
Molto ben preparato il congresso, che si tenne nei giorni 12,13 e 14 settembre, ebbe notevole successo sia per i numero dei partecipanti sia
per l’importanza delle relazioni sia per la partecipazione alle discussioni.
Sul primo tema di ordine generale: “sulla
estensione e sulle cause della mortalità e morbilità infantile e sui brefotrofi”, per la parte riguar-
25
dante il Molise relazionò il professor Giuseppeantonio Petrone, montaganese, aiuto della clinica
pediatrica dell’Università di Napoli diretta da Francesco Fede. Dalla relazione scaturì un ordine del
giorno riguardante i brefotrofi ed i mezzi di assistenza dell’infanzia che fu votato all’unanimità.
Sul secondo tema: “sulla diffusione del tracoma”, illustrò la parte relativa alla provincia di Campobasso il dottor Mastrostefano.
Il tema: “sulla diffusione del cancro” fu affrontato, per quanto riguardava il Molise, da Marcello
Barone che presentò una relazione che dette luogo ad un approfondito dibattito nel quale intervennero il professor Pianese, cattedratico di istologia
patologica nell’Università di Napoli, il professor Luigi de Gaetano primario chirurgo degli Incurabili, il
professor Gabriele Tedeschi primario medico dell’Ospedale della Pace ed il professor Michele Pietravalle, Igienista e Direttore degli Ospedali Riuniti di Napolie deputato al Parlamento per il collegio di Boiano.
L’ultimo tema generale: “Chirurgia in condotta” fu trattato dal dottor Mattoli.
Tra le comunicazioni i giornali riportarono:
“ febbre tifoidea con sindrome appendicolare”
trattata dal professor Ferdinando Fazio primario
medico degli Incurabili,
“sulla neuroastenia sessuale” trattata dal professor Ferulano;
“sulla cura chirurgica conservativa nei tumori maligni delle ossa” in merito alla quale riferì
il professor de Gaetano che presentò una ricca iconografia.
Il dottor Antonio Marone, medico condotto di
Sant’Angelo Limosano presentò una sua comunicazione su i vari accidenti ostetrici proponendo delle manovre interessanti da lui pensate per farle entrare nella pratica ostetrica di condotta.
Non tutte le comunicazioni trovarono spazio per
essere trattate: molte di queste, però, fu deciso di
pubblicarle negli atti. Tra esse vi furono anche:
“la ricerca della formalina nelle sostanze alimentari:note d’igiene pratica” del dottor Pittarelli;
“Su un caso di melanosarcoma della coroide
con diffusioni multiple” del dottor Mastrostefano;
“Tumori vescicali ed ultimo trattamento di essi”
del professor Ferulano;
“I segni precursori della morte tra scienza ed
occultismo” del dottor Cannarsa.
Prima della chiusura dei lavori fu stabilita la sede
del V Congresso Interprovinciale di Abruzzo e Molise del 1914: la scelta cadde sulla città di Lanciano.
Riferisce ancora la stampa dell’epoca che, anche in questa occasione, la cena di chiusura del
convegno fu allietata da una gradevolissima conferenza umoristica del dottor Marone, dal titolo: Paralipomeni.
...continua
EVENTI FORMATIVI
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BOLLETTINO
dell’Ordine dei Medici - Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Campobasso
• “Scompenso Cardiaco: lo stato dell’Arte”
27 Marzo: Sala Conferenza Ospedale S.Timoteo – Termoli Ore 18.00
• “Focus on: BPCO & Devices”
11 Aprile: Hotel San Giorgio ­ Campobasso Ore 9.00
• “La Terapia Termale Idropinica”
17 Aprile: Sala Conferenza Ospedale S.Timoteo – Termoli Ore 18.00
• “Patologie esofago ‐ gastriche dalla Gerd all’Ulcera passando per l’ HP ed arrivando al cancro e
alla gastroprotezione da fans. Linee guida e risparmio di risorse.”
21 Aprile: Sala Paglione Ordine dei Medici Campobasso ore 18.00
• “Iperplasia Prostatica Benigna e Cancro della prostata: ultime acquisizioni”
14 maggio: Sala Paglione Ordine dei Medici Campobasso ore 18.00
• “Le Sindromi Vertiginose”
Tutte le notizie sono riportate integralmente nel sito dell’ordine.
15 Maggio: Sala Conferenza Ospedale S.Timoteo – Termoli Ore 18.00
• Strategie Previdenziali per un futuro sereno
Corso ECM sulla previdenza per il Medico e l’Odontoiatra
OMCeO Campobasso ed ENPAM
Campobasso, 21 Marzo 2015 ­ Hotel San Giorgio
• III giornate molisane Salute e Ambiente.
“HO A CUORE L’AMBIENTE... Inquinamento urbano e patologia cardiovascolari”
17 Aprile 2015 ­ Campobasso
“AMBIENTE, SALUTE ED ECONOMIA ­ CORRELAZIONI”
18 Aprile 2015 ­ Venafro
Promosso da ISDE Italia, OMCeO Campobasso SNAMID, ASREM, UNIMOL, REGIONE MOLISE.
Responsabile scientifico Ernesto Burgio
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EVENTI FORMATIVI
dell’Ordine dei Medici - Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Campobasso
Tutte le notizie sono riportate integralmente nel sito dell’ordine.
BOLLETTINO
invito all’arte
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BOLLETTINO
dell’Ordine dei Medici - Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Campobasso
Con questa pagina inauguriamo un appuntamento che ritroverete in ogni numero del Bollettino e con il quale vogliamo segnalare quegli eventi culturali che riteniamo particolarmente importanti e degni di essere segnalati a tutti gli iscritti all’Ordine. Ci sembra giusto iniziare con la Mostra dedicata a Giorgio de Chirico, in programma fino al prossimo 6 aprile a Campobasso. Questa mostra, che presenta quasi settanta opere tra dipinti, acquerelli, disegni e grafiche, provenienti dalla collezione della Fondazione Giorgio e Isa de Chirico, è una delle mostre più complete mai realizzate in Italia sul
periodo della Neometafisica dell’artista, l’importante fase finale dell’opera di de Chirico che, a partire dalla prima fondamentale mostra di San Marino del 1995, ha ottenuto grandi riconoscimenti planetari, come, ad esempio, le importanti mostre recentemente organizzate in grandi musei di Parigi, San Paolo del Brasile, Francoforte, Atene, Tokio e New York.
L’Ordine vorrebbe organizzare un gruppo formato da un minimo di 9 ad un massimo di 20 partecipanti per una visita
guidata alla mostra, chiunque fosse interessato può darne notizia alla segreteria dell’Ordine.
ndr
Un ospedale visto da De Chirico
In copertina: Giorgio De Chirico, “Interno metafisico con sanatorio”,
1917, olio su tela, The museum of modern art New York.
Nel pieno del suo periodo metafisico, De Chirico dipinse fra l’altro cin­
que “interni metafisici”, secondo il motivo del quadro nel quadro. L’ope­
ra qui proposta raffigura il sanatorio “Villa del seminario”, l’ospedale
militare per malati nervosi dove l’artista trascorse quattro mesi e mez­
zo, ricavato da una tranquilla villa settecentesca nei dintorni di Ferra­
ra, messa a disposizione dal cardinal Broschi, arcivescovo della
città.Alla ben nota ambientazione astratta, fra cui spiccano cavallet­
ti, righelli ed altri oggetti da disegno, affiancati ai tipici pani ferraresi,
alle consuete forme geometriche in legno e ad altri misteriosi “stru­
menti metafisici”, si contrappone il realismo dell’ospedale raffigura­
to, una palazzina a più piani, a pianta regolare, tipica di molte costru­
zioni dell’Italia settentrionale, immersa nel verde, con particolari det­
tagliati come lo zampillo della fontana.Questo insieme da cartolina non
solo apre una finestra reale nell’astratto, ma inserisce molti elemen­
ti, come paesaggi ed alberi, finora sconosciuti al repertorio iconogra­
fico del pittore, che troveranno sviluppo nella sua produzione del de­
cennio successivo.La quiete, la compostezza dell’architettura dell’ospe­
dale, la sua somiglianza ad alberghi e seminari più che a case di cura,
il contatto con la natura, il distacco dalle realtà urbane ed addirittu­
ra belliche sembrano da sole essere la miglior cura per i pazienti qui
ricoverati. Ed in effetti l’autore si dovette sentire ben curato, a giudi­
care dalla realizzazione di tale opera, nello spirito prima ancora che
nella mente e nel corpo. Un grande insegnamento ancora attuale, a
quasi un secolo di distanza.
Dott. William Susi
BOLLETTINO
dell’Ordine dei Medici - Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Campobasso
29
GIUSEPPE ALTOBELLO
naturalista, poeta, medico
’Ordine dei Medici
della provincia di
Campobasso ha voluto ricordare, con una serie di
iniziative, il prof. Giuseppe Altobello, uno dei medici più rappresentativi e geniali annoverati tra i propri iscritti, vissuto
a cavallo tra l’800 e il 900, valente chirurgo presso l’Ospedale del capoluogo regionale e
presidente dell’Ordine negli
anni venti del secolo scorso. I
suoi particolari meriti (forse
ai suoi tempi non riconosciuti
come meritava) gli sono derivati non solo dalle sue ineccepibili capacità di chirurgo, ma anche
da una serie di interessi coltivati con passione e dedizione in
campo naturalistico e letterario.
Fu infatti un attento e meticoloso studioso della fauna appenninica abruzzese e molisana di
cui ha curato una classificazione scientifica completa, conservando scrupolosamente alcune
specie da lui imbalsamate (attualmente ospitate in una sala a
lui dedicata presso l’Istituto di
Zoologia dell’Università di Bologna) e sublime poeta in vernacolo, autore di bellissime poesie
che ritraggono il mondo rurale
dell’epoca con indimenticabili
versi tutti da gustare. Per onorare la sua memoria, l’Ordine dei
medici di Campobasso, oltre ad
aver curato il restauro del suo
monumento funebre ormai rovinato dal tempo e dall’incuria, ha
organizzato un convegno sul
suo incredibile eclettismo culturale che si è ottimamente
integrato con il suo saper essere medico. L’ampio interesse
suscitato dal convegno, ha sollecitato l’Ordine a raccoglier-
ne gli atti in un prezioso volume dal titolo “Giuseppe Altobello, naturalista, poeta, medico” presentato ad un numerosissimo pubblico il 19 dicembre
u.s. E’ un’opera che raccoglie tre
interessanti monografie sulla
multiforme attività di Altobello, preparate da Italo Testa,
chirurgo, M. Concetta Barone,
docente di materie letterarie e
Corradino Guacci, naturalista.
L’iniziativa, che si aggiunge ad
altre analoghe promosse dal
nostro Ordine e finalizzate a
valorizzare il ricordo di chi ha
dato lustro e decoro alla nostra
professione, rappresenta una
utile e concreta testimonianza
del valore, finora sbiadito inesorabilmente dal tempo, di un
valente medico che fu anche un
eccellente naturalista e un
raffinato cultore della poesia
dialettale.
Dott. Gennaro Barone
past presidente OMCeO
di Campobasso
NON SOLO MEDICINA
L
30
BOLLETTINO
dell’Ordine dei Medici - Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Campobasso
Larino omaggia il ‘medico del sollievo’
cittadinanza onoraria per Mariano Flocco
NON SOLO MEDICINA
Serata importante a Palazzo Ducale di Larino dove, in una gremita sala consiliare,l’11 febbraio u.s., è stata conferita la cittadinanza onoraria al dottor Mariano Flocco, cuore e anima dell’Hospice. Maggioranza e opposizione si soni uniti per tributare al professionista originario di Montecilfone un riconoscimento che va oltre i meriti umani e professionali e che è espressione del senso di stima e gratitudine di tutta la comunità
larinese a un uomo che, in una fase economica e amministrativa delicata come quella vissuta dal centro frentano, continua a dare lustro e credibilità alla città in Italia e nel mondo.
Fonte: www.primonumero.it
Tutto l’Ordine dei Medici Della provincia di Campobasso si congratula con il Dott. Flocco, che è anche Consigliere dell’Ordine, per questo riconoscimento. Con il suo lavoro instancabile all’Hospice di Larino dimostra
quotidianamente il profondo significato della Professione, e queste doti gli vengono ormai riconosciute da
più parti, e siamo quindi certi che altri Onori gli verranno tributati anche in futuro.
ndr 3
BOLLETTINO
dell’Ordine dei Medici - Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Campobasso
31
Presso l’Ospedale di Termoli, alla fine dello scorso anno, si è svolta una cerimonia sentita e seguita
per apporre una targa commemorativa per ricordare il Dott. Patavino, abbiamo pensato sia giusto darne conoscenza attraverso le pagine del Bollettino e approfittare di questa occasione per ricordare anche altri Medici che non solo con la loro Professione, hanno lasciato un segno indelebile
nella cittadina adriatica. Ringraziamo il Dott. Danilo Susi per le foto delle targhe che ricordano a
tutti l’operato di questi Medici.
ndr
NON SOLO MEDICINA
Durante l’ultima seduta del Consiglio Nazionale della FNOMCEO, sono state consegnate delle targhe ricordo a tutti i Presidenti provinciali che non
hanno riproposto la loro candidatura alle elezioni locali di
fine anno, il Presidente Nazionale uscente, nelle immagini,
consegna la targa anche al
nostro Dott. Gennaro Barone.
32
BOLLETTINO
dell’Ordine dei Medici - Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Campobasso
1 Torneo di basket
Ordine dei Medici
Un invito per tutti i colleghi e per tutte le colleghe.In pri­
mavera il nostro Ordine professionale organizza un tor­
neo di basket. Chi, in un passato più o meno lontano, si
è cimentato sotto canestro e volesse riprovarci può co­
municare la propria adesione ai seguenti indirizzi mail:
[email protected]
[email protected]
Questa iniziativa rientra nelle proposte di attività sociale/ricreativa del nostro Ordine. In base
al numero degli eventuali partecipanti sarà possibile definire un calendario preciso degli in­
contri ed eventualmente coinvolgere altri ordini professionali e Istituzioni varie.
NON SOLO MEDICINA
Vi aspettiamo!
CORSO DI FOTOGRAFIA
Presso la sede Dell’Ordine sarà possibile seguire
gratuitamente un corso di fotografia tenuto dal
Sig. Walter Mussini. I gruppi non potranno essere
numerosi e quindi vi invitiamo a prenotarvi al più
presto. L’orario e i giorni (almeno due alla setti­
mana) verranno concordati insieme per cercare
di andare incontro alle esigenze di tutti.
Sul numero di Dicembre del Bollettino, quando abbiamo pubblicato l’importo raccolto per i Medici dell’Ordine
che vanno ogni anno in Africa ad operare all’Ospedale di Quiha in Etiopia, abbiamo dimenticato di ringraziare
anche la disponibilità data dalla Clinica Villa Maria di Campobasso e dalla sede dell’Università Cattolica, ce ne scu­
siamo e speriamo di aver rimediato ricordandolo ora.
dell’Ordine dei Medici - Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Campobasso
33
dott. Luigi Berchicci
Il dottor Luigi Berchicci, nato a Palata (CB) il 25 Febbraio 1922,
rimane nel ricordo dei suoi concittadini soprattutto per la com­
petenza e l’impegno con i quali ha svolto la sua professione di
medico. Sempre attento alle esigenze dei suoi pazienti, soprat­
tutto dei più bisognosi, ha anche partecipato attivamente alla
vita sociale della comunità esprimendo in questo modo il pro­
fondo attaccamento alla sua terra. Si è laureato a Bologna in
Medicina e Chirurgia nel 1947 e ha poi conseguito nel 1952, pres­
so la stessa Università, la Specializzazione in Medicina Genera­
le. Ha svolto la sua attività professionale, prima come medico
condotto e ufficiale sanitario e poi come medico di famiglia a
Palata fino al 1992, anno del pensionamento. Alla passione per
la sua professione di medico ha unito l’impegno politico e so­
ciale, ricoprendo la carica di Sindaco di Palata dal 1955 al 1960 e promuovendo come socio fonda­
tore il Lions Club di Termoli. Ha inoltre ricevuto le onorificenze di Cavaliere al Merito della Repubbli­
ca Italiana nel 1957 e di Commendatore nel 1972. Ma al di là di tutto, con la sua scomparsa, sembra
anche svanire la vecchia figura del medico condotto a cui tutti eravamo legati perché rappresenta­
va un riferimento certo e sempre presente.
dott. Michele Cennamo
"Giuseppina, Maria Antonietta e Michelina Cennamo ricorda­
no, commosse, lo zio Michele, deceduto il 10/12/2014 all'età
di 91 anni.
Quanti lo hanno conosciuto lo hanno apprezzato per la sue qua­
lità di onestà mentale, competenza professionale e assoluta de­
dizione alla professione medica."
Tutto l’Ordine si stringe a quanti hanno amato e conosciuto i Colleghi scomparsi.
ai medici scomparsi
BOLLETTINO
I DATI DELL’ORDINE
34
BOLLETTINO
dell’Ordine dei Medici - Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Campobasso
ALBO MEDICI CHIRURGHI
ISCRIZIONI
COGNOME E NOME
LUOGO E DATA
DI NASCITA
RESIDENZA
CONSIGLIO DEL 17.12.2014
——————————
NESSUNA MODIFICA
CONSIGLIO DEL 21.01.2015
——————————
NESSUNA MODIFICA
CONSIGLIO DELL’ 11.02.2015
CATALDO Simone
Termoli (CB)
11/07/1985
Termoli (CB)
- nuovo iscritto
SPINA Stefania
Campobasso
- trasferitasi dall’OMCeO
di Pisa
Campobasso
13/10/1988
Tutte le notizie sono riportate integralmente nel sito dell’ordine.
CANCELLAZIONI
CONSIGLIO DEL 17.12.2014
CATANIA Lorena
Claudia
Termoli (CB)
28/12/1981
- trasferitasi all’OMCeO
di Bologna
CENNAMO Michele
- deceduto il 10/12/2014
Tufara (CB)
10/12/1923
CONSIGLIO DEL 21.01.2015
ZARLENGA Consalvo Guglionesi (CB)
06/06/1925
CONSIGLIO DELL’ 11.02.2015
DI CERA Marialuisa
Campobasso
17/12/1983
VENTURINO Luca
Vasto (CH)
09/03/1986
- deceduto il 19/12/2014
- trasferitasi all’OMCeO
di Varese
- trasferitosi all’OMCeO
di Varese
TOTALE ISCRITTI ALL’ALBO DEI MEDICI-CHIRURGHI AL 12.02.2015 N° 1529
dell’Ordine dei Medici - Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Campobasso
35
ALBO ODONTOIATRI
ISCRIZIONI
CONSIGLIO DEL 17.12.2014
——————————
NESSUNA MODIFICA
CONSIGLIO DEL 21.01.2015
COLOZZA Salvo
Campobasso
08/02/1990
Campobasso
- nuovo iscritto
PERRELLA Antonio
Napoli
04/06/1990
Bojano (CB)
- nuovo iscritto
TEODORI Sauro
Monte S. Martino
(MC) 05/01/1963
Civitacampomarano - nuovo iscritto
(CB)
I DATI DELL’ORDINE
BOLLETTINO
CONSIGLIO DELL’ 11.02.2015
——————————
NESSUNA MODIFICA
CANCELLAZIONI
- volontaria rinuncia
CONSIGLIO DEL 21.01.2015
——————————
NESSUNA MODIFICA
CONSIGLIO DELL’ 11.02.2015
——————————
NESSUNA MODIFICA
TOTALE ISCRITTI ALL’ALBO DEGLI ODONTOIATRI AL 12.02.2015 N° 229
Tutte le notizie sono riportate integralmente nel sito dell’ordine.
CONSIGLIO DEL 17.12.2014
AMODIO Gaetano
Eboli (SA)
14/05/1958