Federalismo - Enti Locali Online

Shared value or shared social
responsibility?
Alla ricerca di un modello di
cooperazione tra Mondo Non Profit,
Settore Privato e Pubblica
Amministrazione
Lorenzo Sacconi
Università di Trento e EconomEtica
Shared value e Csr
• Una novità o la scoperta dell’acqua calda?
• Un passo avanti rispetto al modo in cui è in prevalenza intesa
la CSR in Usa:
– CSR = charity
– Al contrario lo SV mostra che l’impresa nella sua attività tipica
può generare non solo «valore per gli shareholder» ma «valore
condiviso» tra shareholder e altri stakeholder
• Ma NON necessariamente rispetto all’approccio degli
stakeholder: CSR come corporate stakeholder responsibility
– lo scopo dell’impresa nella sua attività tipica è creare e
distribuire valore per gli stakeholder (shareholder inclusi)
• In EU l’approccio stakeholder è subito stato utilizzato come
prevalente (e lo SV è stato incorporato nella definizione di
CSR)
Shared Value (Porter)
• Andare oltre la visione ristretta e prettamente
speculativo-finanziaria dello shareholder value: se si
comprende la natura dell’attività industriale si scopre
che l’impresa ha la capacità di creare «shared value»
• E’ valore condiviso tra shareholder e altri stakeholder
A. Nuovi bisogni e mercati: l’attività imprenditoriale può essere
sviluppata in modo da soddisfare preferenze sociali o
rispondere a bisogni sociali
– Preferenze green creno la possibilità di una industria green
– I working poor sono un mercato per lo sviluppo di soluzioni
a basso costo mche rispondono a un biosgno soiale
Shared Value (Porter)
B. Catena del valore: in molte attività industriali con un
ritorno di medio periodo tutti gli anelli della catena del
valore possono generare valore condiviso (per la società e
gli stakeholder oltre gli shareholder )
– Cura dell’investimento in capitale umano e ritorno per i
dipendenti sul loro capitale umano e per la produttività
– Cura della qualificazione e fidelizzazione dei fornitori anche
in presenza di delocalizzazione: i fornitori danno valore e
ricevono valore quando si stabiliscono relazioni di
cooperazione di lungo periodo
– Cura delle risorse e investimento nel risparmio energetico
(è un beneficio per l’ambiente ma un costo risparmiato per
l’azienda )
Shared Value (Porter)
C.
Creazione di cluster e reti: le reti e le
infrastrutture che si sviluppano non servono solo al
rapporto tra imprese e fornitori ma anche ai servizi
pubblici locali per il territorio e le comunità locali
– L’impresa si avvantaggia del capitale sociale (reti sociali di
fiducia) e delle infrastrutture del territorio (servizi pubblici
locali, sistema formativo ecc.) esternalità positive
– Di conseguenza contribuisce al loro sviluppo sostenendone
i costi (internalizza le esternalità anziché fare il free rider, e
produce effetti esterni positivi a sua volta )
Come principale beneficiario sostiene i costi di
infrastrutture che generano beni pubblici (Olson)
Gli approcci economici alla CSR:
l’approccio «additivo»
• Esiste una domanda di private policy alle imprese e alle NGO’s:
– iI cittadini traggono più soddisfazione dall’ associare il consumo dei
beni al perseguimento di obbiettivi sociali (disponibilità a pagare)
– Le NGOs diventano watch dogs
– Una parte dell’industria è in grado di differenziare il prodotto e
offrire beni che incorporano le private politics, rendendolo
compatibile col profitto
• Si «aggiunge» al mercato dei beni il mercato delle private policies
• Confutazione di Friedman: non è sbagliato che i manager facciano
azioni sociali con i soldi dell’azienda , poiché questo corrisponde a una
domanda di una parte dei consumatori/cittadini, e costituisce un
estensione del mercato dell’impresa (differenziazione del prodotto)
Mentre la CSR è qui additiva il SV invece è nel core business. -
L’approccio strumentale
• La CSR è la strategia razionale per max shareholder value nel
lungo periodo in contesti in cui
– Esistono esternalità negative e problemi di equità
– possono implicare effetti negativi di reputazione (per
effetto delle NGOs )
– Oppure rischi di regolamentazione statale
• Per prevenire questi rischi le corporation riducono
volontariamente gli impatti negativi e gli affetti i d'iniquità,
• Limite evidente: se le NGOs si «distraggono» e il governo
viene «comprato» non c’è alcun incentivo a perseguire
volontariamente la CSR
• Dallo shareholder value allo shared value: se l’impresa
persegue volontariamente il SV come obbiettivo in sé non
dovrebbe approfittare delle falle dei watch dogs etc.
L’approccio costitutivo
• La CSR fa parte della definizione della natura, scopo e della
forma di governance dell’impresa
• Definizione di CSR come modello di governance estesa:
– chi governa l’impresa ha responsabilità che si estendono
dall’osservanza dei doveri fiduciari nei riguardi della
proprietà ad analoghi doveri fiduciari nei riguardi in
generale di tutti gli stakeholder.
• Stakeholder: Individui o categorie che hanno un interesse
rilevante in gioco nella conduzione dell’impresa
– sia a causa degli investimenti specifici che intraprendono (Stkh in
senso stretto)
– Sia a causa dei possibili effetti esterni positivi o negativi delle
transazioni effettuate dall’impresa, che ricadono su di loro (Stkh
in senso ampio)
L’approccio costitutivo
• Doveri fiduciari
– Un soggetto ha un interesse legittimo ma non è in grado di
prendere le decisioni rilevanti
– Delega le decisioni a un fiduciario che dispone di autorità
sulla scelta delle azioni e degli obbiettivi
– ma gli interessi del fiduciante costituiscono pretese
legittime nei confronti del fiduciario
– generano doveri in capo a chi ha autorità e sui quali egli
deve “rispondere”
• La CSR estende questo concetto da una prospettiva
mono-stakeholder (in cui l’unico stakeholder rilevante ai
fini della identificazione dei doveri fiduciari è lo
shareholder) a una prospettiva multi-stakeholder
Perché l’impresa costitutivamente SR è
più efficiente
• A cosa servono le imprese? Condizione di partenza:
– Contratti incompleti
– Investimenti specifici
– Comportamento opportunistico
• Rischio di espropriazione dell’investimento via
ricontrattazione
• Impresa alloca la proprietà alla parte con l’investimento più
importante e con l’autorità /proprietà essa lo protegge contro
la ricontrattazione
• Ciò salvaguarda l’incentivo a investire nelle relazioni
specifiche
Perché l’impresa costitutivamente SR è
più efficiente
• Ma se gli investimenti specifici sono molteplici e le risorse
sono complementari, in modo che una non può fare a meno
dell’altra …
• allora l’allocazione unilaterale del controllo implica abuso di
autorità (anche se lecito) e rischio di espropriazione degli
investimenti specifici dei non controllanti
• Se una parte viene protetta e le altre no, perciò gli
investimenti e le risorse cognitive delle parti non controllanti
vengono sacrificate
• Occorre un bilanciamento: la proprietà che protegge uno
degli stakeholder (lo shareholder) deve essere
controbilanciata dai doveri di responsabilità sociale verso gli
stakeholder non controllanti
Perché l’impresa SR è efficiente
• Una governance estesa deve includere:
– Il dritto di decisone residuale allocato allo stakeholder che ha
investimenti più importanti a rischio (proprietà).
– I doveri di RS dell’impresa verso gli stakeholder non controllanti,
cioè consentire loro di accedere ad una equa parte del valore
• Per definizione , siccome si proteggono al contempo più
investimenti , allora l’impresa SR è più efficiente delle
alternative : valore totale creato è maggiore e maggiore è il
reciproco vantaggio (valore condiviso?)
• NB maggiore efficienza sociale non significa necessariamente
più shareholder value nell’immediato,
Se si prende una prospettiva egoista e miope: una intera
torta piccola oggi può essere meglio di una fetta di una torta
più grande domani
Il problema dell’equo bilanciamento e
della molteplicità degli interessi
• “Stakeholder” è un termine descrittivo:
– molte classi di individui hanno interessi in gioco e
le loro pretese possono essere in conflitto.
– non ci dice come bilanciare le pretese in conflitto.
• Come Bilanciare? Quali pretese possono essere
considerate diritti che impongono doveri fiduciari in
capo a chi governa l’impresa?
• Per rispondere abbiamo bisogno di un criterio etico
in grado di identificare un equilibrio accettabile
Criterio di gestione: il contratto sociale
dell’impresa
• Il board of director come gerarchia di mediazione imparziale che
codice l’impresa secondo il criterio del contratto sociale
• l’accordo che verrebbe sottoscritto in una posizione imparziale di
scelta dai rappresentanti di tutti gli stakeholder posti dietro a un
velo di ignoranza
• Come procedere?
– forza, frode e manipolazione vanno scartate.
– Lo status quo deve essere identificato al netto degli investimenti
specifici (nessuno può perdere dalla cooperazione)
– Il manager mette se stesso nella posizione di ogni altro stkh a
turno.
– Si trovano allora i termini di accordo che sarebbero disposti ad
accettare dal punto di vista di ciascuno
– La loro intersezione è l’accordo accettabile da parte di chiuque
Funzione obbiettivo dell’impresa e
accordo di contrattazione
L’approccio multi-stakeholder lascerebbe il management senza
guida e senza “bottom line”?
• E’ vero il contrario:
– Al contratto sociale corrisponde una funzione-obbiettivo
univocamente calcolabile
– Al netto della posizione iniziale (pre-contrattuale) e dei costi per
investimenti nella cooperazione di ciascun stakeholder , si calcola
il prodotto (una funzione aggregativa) delle utilità di ciascuno
stakeholder che conferisce apporti
– Dove il prodotto (l’aggregazione) è massimo vi è un equilibrio
contrattuale (accordo razionale).
– Corrisponde tanto all’efficienza (è un massimo sociale) quanto
all’equità (è accettabile imparzialmente) )
Il contratto sociale corrisponde a una
funzione obbiettivo calcolabile per
l’impresa socialmente responsabile
•
Soluzione di Nash della contrattazione
MaxΠ(Ui-di)
ove
∂U1/∂U2 = - a1/a2
16
L’insorgenza dell’impresa
•
E’ possibile ricostruire come emerge l’impresa in quanto
istituzione, incorporando la lezione della teoria dell’impresa nel
contratto sociale dell’impresa
•
“Ipotesi base: “stato di natura” precedente alla costituzione
dell’impresa:
–
le transazioni bilaterali tra gli stakeholder andrebbero
soggette ai reciproci comportamenti opportunistici (costi
dei contratti)
•
Gli stakeholder allora costituiscono un’associazione che consenta
di effettuare le loro transazioni reciproche eliminando i costi di
contratto
•
E’ oggetto di un accordo di contrattazione sulla produzione del
surplus al netto dei loro costi per cooperare (investimenti
specifici)
L’insorgenza dell’impresa: il primo contratto
sociale associativo tra gli stakeholder
• Accordo costitutivo dell’associazione tra gli
stakeholder:
− l’astensione dai piani d’azione che generano
esternalità negative sui terzi
− la produzione del massimo surplus possibile
(differenza tra il valore del prodotto per i
consumatori, e i costi sostenuti da ciascuno
stakeholder per la produzione);
− la distribuzione equa del surplus, cioè accettabile
razionalmente da ciascuno in una contrattazione priva
di forza e frode, a partire da uno status quo equo (che
neutralizza i costi degli investimenti specifici e il lockin)
L’insorgenza dell’impresa: il secondo
stadio del contratto sociale
•
Col secondo contratto sociale dell’impresa gli
stakeholder costituiscono in senso proprio una struttura
di governo dell’associazione.
– delega di autorità allo stakeholder più efficiente
nell’esercizio delle funzioni di governo
– A tale categoria , remunerata con il residuo, sarà
data la facoltà di delegare parte delle decisioni
discrezionali sulla gestione ad amministratori e
manager professionali e di nominarli.
Le clausole fiduciarie entro le quali è
condotta l’impresa
A. Clausola fiduciaria ristretta: remunerare i proprietari con
il residuo massimo possibile (alla luce delle condizioni di
mercato per la specifica attività di impresa in questione.
B. Clausola fiduciaria estesa verso i non proprietari (come
derivata dal primo contratto sociale.
• astenersi dalle attività di impresa che impongono effetti
esterni negativi sugli stakeholder non partecipanti alle
transazioni o risarcirne gli interessi;
• remunerare gli stakeholder partecipanti alle transazioni
dell’impresa con payoff (monetari o di altra natura) che
devono approssimare quote eque/efficienti del surplus
(posto che sia positivo)
Confronto tra SV e CSR costitutiva
• Natura WIN -WIN delle situazioni di SV, la conduzione che
massimizza il valore per gli azionisti produce anche share value.
Coincidenza degli interessi
• MA il caso più importante è quando esiste un conflitto
parziale: c’è la possibilità di creare un beneficio aggiuntivo a
ma esiste un conflitto distributivo sulla sua distribuzione.
– Ristrutturazione o salvaguardia di livelli occupazionali con nuovi
investimenti? (FIAT o Wolksvagen)
– Trade-off tra profitti e investimenti in prevenzione del danno
ambientale
• La creazione di infrastrutture e le loro esternalità positive:
L’impresa offre «open access» o cerca di limitare l’accesso?
• Beni comuni: molti di essi dovrebbero avere libero accesso, e
non sono compatibili con la gestione in forma capitalistica, cioè
tale da escludere.
Cosa spinge l’impresa a mettere in atto
il modello di CSR costitutiva?
• Lo SV offre un incentivo al comportamento responsabile solo
il caso di identità tra gli interessi (La CSR e nel «best interest»
immediato dell’impresa)
• Ma esistono molti casi di conflitto parziale di interessi
• Gli effetti di reputazione sono un incentivo strumentale
indiretto essenziale, poiché consentono di ottenere
cooperazione da parte di stakeholder
• Il beneficio reputazionale risulta solo dalla esplicita
assunzione del committment su una funzione obbiettivo e un
sistema di governance SR, e dalla verifica che esso è
rispettata.
• Tuttavia ci sono anche altre reputazioni vantaggiose (di abuso
sofisticato
Cosa spinge l’impresa a mettere in atto il
modello di CSR costitutiva? (2)
• Le preferenze di conformità a favore del rispetto della CSR:
parte degli investitori (etici) e i manager da un lato, dall’altro
gli stakeholder non controllanti interni ed esterni assegnano
valore intrinseco al rispetto dell’impregni sulla CSR
• Perché le preferenze intrinseche di conformità alla CSR si
sviluppino devono essere creati accordi multi-stakeholder,
dai quali derivano
– Credenze reciproche di conformità
– Il desiderio condizionato di conformarsi se gli altri fanno lo
stesso
Senso di giustizia e quindi la disposizione a reciprocare o
punire.
Il punto di vista della società civile e del
non profit
• Imprese costitutivamente SR sono complementari alla missione
sociale del mondo non profit e dell’impresa sociale
• Complementarietà istituzionale: l’equilibrio in un dominio (una
certa regolarità di condotta) si regge sulle risorse strategiche,
possibilità di azione e regole create dall’equilibrio in un dominio
complementare.
– la CSR costitutiva richiede una società civile e un mondo non
profit che generi reputazione e preferenze di conformità alle
quali l’impresa possa reciprocare
– Il mondo non profit non può fare fronte agli effetti sulla
coesione sociali e di diseguaglianza economiche eccessive o
effetti esterni troppo gravi generati dal mondo delle imprese
(Big society ) mentre può farvi fronte se esiste cooperazione nel
prevenirle o risarcirle
Responsabilità sociale condivisa
• Occorre una visione delle istituzioni di coesione sociale
in grado di rendere complementari CRS e funzione
sociale del non profit.
• Disegno istituzionale edi govenrnece che garantisce la
complementarietà tra non profit, impresa privata e
pubblica amministrazione è quello della SSR
• Carther « A Europe of shared social responsibilities”
adottato dal Council of Europe (Recommendation
CM/Rec(2014)1, Adopted by the Committee of Ministers
on 22 January 2014)
Social cohesion
(Council of Europe, Revised strategy for Social Cohesion,
2004)
• “As understood by the Council of Europe, social
cohesion is the capacity of a society to ensure the
welfare of all its members, minimising disparities and
avoiding polarisation.
• A cohesive society is a mutually supportive community
of free individuals pursuing these common goals by
democratic means” (par.1)
“It is natural, therefore, to develop a rights-based
approach to social cohesion (par.12)
Chi deve rispondere?
• Diritti pretesa / corrispondenti responsabilità
– Se la coesione sociale è materia di diritti allora
esistono delle pretese rivolte alle responsabilità di
altri
– Però i diritti sociali sono imperfetti: non è chiaro
su chi ricade l’obbligo
Chi deve rispondere?
• Il modello liberale di allocazione della responsabilità
sociale basata sulla separazione :
– Il mercato ha la responsabilità minima di allocare
efficientemente le risorse ;
– Lo stato ha la responsabilità per provvedere alla
produzione dei beni pubblici e le dotazioni iniziali
– Il terzo settore è responsabile solo per la beneficienza ,
che va oltre il dovere: beni di club che rispondono alle
preferenze di gruppi, oltre le richieste della giustizia
– Questo modello funziona sotto l’ipotesi
• concorrenza perfetta (o quasi) che consente di ridurre
la responsabilità degli agenti privati all’egoismo
• capacità dello Stato da solo di assicurare i beni
comuni e contenere le ingiustizie
L’evoluzione del modello neo-liberale e la
genesi della crisi
• La sua corrosione è stata generata dalla radicalizzazione del
modello neoliberista o libertaria degli ultimi trent'anni
• Friedman (1971): l’unica responsabilità del business è fare
profitti per gli azionisti
• Ha sovvertito progressivamente il modello di capitalismo
americano: Corp. Gov. basata sulla mediazione tra
stakeholder
• Erosione del compromesso tra welfare/democrazia e
capitalismo (il mercato non è mai concorrenziale perfetto)
• La giustizia sociale diventa una tela di penelope
Il fallimento del modello liberale di
allocazione della responsabilità sociale
•
Esempi :
– Esternalità della crisi finanziaria sull’economia : I costi i si sono
trasferiti (via salvataggi delle banche e via recessione
economica reale) sui debiti sovrani, e ora si richiede di tagliare
le prestazioni del welfare
– Crescenti diseguaglianze create dal modello del “valore per gli
azionisti” : gli stakeholder non proprietari delle imprese
vengono impoveriti , e ciò riduce il valore dell’investimento
specifico in capitale umano
– immigrazione a basso costo: I costi sociali sono spostati sui
sistemi di welfare locale indebolito, con l’esplosione di tensioni
razziali.
• Tutte queste esternalità potrebbero essere più efficientemente
prevenute dal settore privato capitalistico che rimediate ex post
dallo stato.
Il nuovo paradigma RSC
• Cos’è: forme di cooperazione e coordinamento
per le politiche di coesione tra Stato, imprese
capitalistiche, soggetti del terzo settore e società
civile
– Ciascuna con propri compiti
• Cosa non è: condividere non è “spostare” l’onere
della responsabilità sui poveri e il non profit
• La BIG Society di Cameron è vicina all’idea di
“shifting”
La definizione di RM
• Responsabilità è la capacità di un individuo
– d‘ essere sottoposto alla lode o al biasimo
– Per le conseguenze delle sue azioni o per la
mancata azione, in qualsiasi campo della vita
privata o pubblica
– Alla luce delle norme morali, giuridiche, sociali
rilevanti;
La definizione di RSC
• La responsabilità sociale condivisa è la condizione o la
capacità di individui e istituzioni
– Di rendere conto per le decisioni o le mancate decisioni e le
loro conseguenze sugli stakeholder rilevanti,
– In un contesto di impegni reciproci in cui si entra per via di
accordo razionale
– su reciproci diritti e obbligazioni, nei campi della
protezione della dignità umana, dell’ambiente e dei beni
comuni, della lotta contro la povertà e la discriminazione,
del perseguimento della giustizia sociale e coesione sociale
– Con riferimento alle rilevanti norme morali, giuridiche,
sociali;
Perché è difficile
• Condizioni per la responsabilità
– Intenzionalità
– Causalità
• Infatti: “Dovere implica potere”
• Passare dalla responsabilità individuale alla condivisione della
responsabilità per risultati sociali complessi è problematico
– le politiche di coesione dipendono da molte mani,
– Ma se ciascuno agisce individualmente cade nel paradosso del
free rider o del DP:
– se io faccio la mia parte e gli altri non fanno la loro , io ho un costo
ma nessun risultato sociale viene ottenuto,
– e se gli altri non fanno la oro parte , che io faccia la mia non è
rilevate.
– Dunque in non ho potere causale e non sono responsabile.
Le condizioni di possibilità della SSR (1)
• Occorre un’unità di agency in grado di fare
intenzionalmente scelte collettive,
– Se l’unità di agency non è più l’IO ma il NOI allora c’è
identificazione nello scopo della scelta è collettiva
– Di quello che possiamo fare intenzionalmente NOI siamo
responsabili
– Il meccanismo base è il framing (un ri-orientamento
cognitivo, la cornice mentale in cui vediamo le cose))
– MA è difficile che «venga alla mente» se ci sono stakeholder
marcatamente differenti e conflittuali
– Occorre un frame imparziale rispetto ai gruppi: se viene
attivato il frame “chiunque” allora emerge una scelta
collettiva unanime e un’a intenzione collettiva
Contratto sociale
• Paradigna famigliare che consente di generare il frame NOI
• L’idea che una società coesa è una società basata su un accordo
imparziale tra i suoi membri
– società bene ordinata come “impresa per il mutuo vantaggio”
– per poter cooperare deve essere basata su equi termini di
cooperazione tra persone libere ed uguali
– ha come prima virtù ha la giustizia sociale, ovvero guarda la
distribuzione dei beni e diritti fondamentali dal punto di vista di
coloro che risultano svantaggiati nelle diseguaglianze
– Le diseguaglianze possono esser giustificate solo se tornano a
maggior vantaggio degli svantaggiati e quindi devono essere
quelle minime funzionali al vantaggio reciproco (sennò è migliore
è l’uguaglianza)
• L’alternativa all’accordo è che non ci sia coesione sociale e la
società precipiti nel caos
Le condizioni di possibilità della SSR (2)
• Occorre effettività della scelta condivisa attraverso la
formazione di motivazioni endogene e credenze
– Motivazioni (preferenze) e credenze reciproche date le quali
la cosa migliore è adempiere alla SSR (equilibrio)
– In tal modo l’attuazione si basa sulla rappresentazione nella
mente degli agenti del loro comportamento conforme alla
SSR
Data questa rappresentazione condivisa ognuno ha incentivo
ad adempiere
– Se c’è effettività motivazionale allora c’è causalità, quindi è
soddisfatta la condizione per la Responsabilità
Governance
• Le due condizioni (scelta collettiva ed
effettività causale) richiedono di attuare la
SSR attraverso un modello di governance che
coinvolga i diversi stakeholder
• Cioè un sistema di allocazione di diritti e di
processi decisionali per le scelte sulle politiche
e per le decisioni di attuazione dei progetti
particolari
Definizione di governance
multistakeholder
• coinvolgente istituzioni e organizzazioni di varia natura
(pubbliche private e non profit – inclusi cittadini
individuali e gruppi informali), che operano a doversi
livelli (sovranazionali, regionali e locali)
• capaci di stabilire accordi imparziali su principi di
giustizia sociale, coesione e obbiettivi e politiche a livello
locale ,
• Che permettono il coordinamento reciproco e
cooperazione attraverso l’istaurazione di relazioni
fiduciarie
• E indicono un livello significativo di adesione endogena
attraverso l’attuazione da parte degli stakeholders stessi
La difficoltà della governance
• La governance multi-stakeholder richiede
─ Forum multi-livello e multiplayer di discussione e di scelta
collettiva
─ Attuazione basata su codici di auto-regolazione o soft law o
accordi e regole organizzative non strettamente giuridiche
• Ma diversi stakeholder possono negoziare su
scopi e politiche …
─ Definendoli con ampia vaghezza,
─ E quindi permettendo ampia discrezione e sulla loro
attuazione il che crea ampio spazio per manovre
manipolazioni e influenza in fase di attuazione
La difficoltà della governance
• Nel modello di decisione tradizionale alla politica spetta un ruolo
di indirizzo e finanziamento, poi l’amministrazione applica, i
soggetti privati si conformano per i loro doveri
• Ma cosa accade quando è invocata al cooperazione
volontaria?
• Il rischio è che gli interessi più forti catturino le decisioni a
proprio favore
• Ad esempio
– L’obbiettivo di riuso di aree industriali dismesse e di
creazione di opportunità di lavoro potrebbe essere
sottomesso agli interessi di tipo immobiliare
– Nel caso della sanità gli interessi dei medici o dei costruttori
di ospedali potrebbe avere il predominio su quelli dei
pazienti,
Il paradosso morale della governance multistakeholder
• Gli Stakeholder sono differenti
– Non solo perché hanno pretese conflittuali sulle stesse
materie,
– Ma perché avanzano richieste circa la diversa priorità deel
pretese di diversa natura
• Pretese basate sul bisogno, pretese basate sul merito,
• Le pretese più urgenti sono avanzate da gli stakeholder meno
dotati di potere
• Gli stakeholder più forti, meglio organizzati e dotati di risorse
economiche possono catturare il processo, mentre gli
svantaggiati sono peggio organizzati e con meno voce e potere
contrattuale
Occorre un criterio : riconoscere il primato
dell’uguaglianza e dei bisogni
• Le pretese basate sul bisogno riguardano
l’allocazione di diritti positivi fondamentali prima
della partecipazione alla cooperazione produttiva
• Beni principali e capacità
• I bisogni fondamentali sono uguali poiché da loro
dipende l’uguale considerazione e rispetto
• Le pretese basate sul merito vengono dopo che
contributi siano stati dati
• Ma sulla base di diritti che precedono i contributi .
• Il contratto sociale a due stadi chiarisce la gerarchia
Contratto costituzionale e post-costituzionale
• contralto costituzionale: accordo base prima di avviare ogni
cooperazione mutuamente vantaggiosa
– I talenti non sono rilevanti per l’allocazione base dei diritti
perché sono moralmente arbitrari
– Nessun merito (contributo) può essere preteso prima che la
cooperazione sociale sia stata avviata,
– cosicché al livello costituzionale base nessuna pretesa basata
sul merito può essere avanzata
– Così solo I bisogni relativi sono rilevanti al livello
costituzionale.
• LA regola distributiva è la «proporzionalità ai bisogni
relativi» ed egualitaria se i bisogni umani fondamentali
sono uguali.
Contratto costituzionale e post costituzionale
• Contratti post-costituzionali (nelle imprese , organizzazioni
professioni) permettono il riconoscimento del merito
– la regola è «a ciascuno secondo il suo contributo» dato alle
diverse forme di cooperazione sociale
• MA c’è una gerarchia di priorità :
– Le politiche devono distribuire i beni principali in base al
criterio dell’uguaglianza, e dei bisogni poiché da tali beni
dipende l’uguale rispetto della dignità
– In seguito le capacità (fornate in base ai bisogni ) sono
trasformate in contributi
• Così agendo responsabilmente gli individui ottengono ciò di cui
hanno nei fatti bisogno, poiché I contributi sono plasmati dalle
dotazioni iniziali di beni principali e di capacità allocati in base al
criterio del bisogno relativo
Come «approssimare» il contratto sociale?
La democrazia deliberativa
• Def. di democrazia deliberativa :
I partecipanti al processo sono impegnati a offrire
e accettare reciprocamente ragioni per agire
imparziali che funzionano come giustificazioni,
almeno in linea principio accettabili da chiunque,
su ogni proposta di politica che essi deliberano e
che sarà resa vincolante per tutti
– In tal modo la democrazia deliberativa approssima
una concezione imparziale della giustizia
Democrazia deliberativa e dialogo
multi-stakeholder
• Il metodo del dialogo multi-stake è un esperimento:
– portare i criteri della democrazia deliberativa fuori
dall’ambito della sfera politica (in cui idealmente si colloca,
ma spesso non è affatto realizzato)
– e portarlo nel dialogo tra gli stakeholder,
• il suo valore è che ciò consente un accordo su una
ragionevole concezione della giustizia e quindi di coesione
sociale,
– genera accordo e reciprocità,
– supera la fossilizzazione delle preferenze,
– e influisce anzi sugli incentivi alla messa in atto di politiche
così concordate
Democrazia deliberativa e uso
pubblico della ragione
• Essa è basata sull’ uso pubblico della ragione:
− vengono scambiate ragioni
− tali ragioni sono formulate in modo da poter esser
ragioni per chiunque , in linea di principio accettabili da
vari punto do vista
− le parti entrano nel dialogo con i propri punti di vista e
preferenze ma sono disposte a rivederli sulla base delle
ragioni che vengono presentate , poiché la forma di
queste ragioni è di aspirare all’accordo e al consenso di
altre parti similmente motivate a raggiungere un accordo
− l’interesse base è raggiungere una soluzione concordata
Vincoli procedurali sul processo
deliberativo :
• Rimuovere la forza e la frode
• Garantisce l’uguaglianza di opportunità di partecipare alla
deliberazione
• Non rendere la partecipazione condizionale sul livello di
training qualificazione o istruzione
• Riconoscere a ogni parte il diritto positivo di ricevere
informazione ,
• Generare tanta simmetria quanta è possibile tra i
partecipanti focalizzandosi sulle ragioni e non sulle minacce
– i partecipanti sono più uguali se il gioco consiste nel «dare ragioni
per agire» piuttosto che esercitare potere di minaccia e forza
contrattuale
Vincoli sul processo deliberativo :
• Spingere i partecipanti a valutare molti esiti possibili ,
inclusi quelli basati sullo scambio delle parti
• Tendere esplicitamente a raggiungere accordi tra persone
con concezioni morali differenti , economizzando sul
disaccordo morale
• Permettere ai partecipanti di cambiare opinione
• Argomentare i punti di accordo e disaccordo in pubblico ,
e rendere conto in pubblico (di fronte ai cittadini) delle
posizioni prese nei tavoli «negoziali»
• Garantire il diritto di ricorrere all’exit o alla voice
(nessuno è prigioniero, il consenso sia genuino)
Incentivi endogeni e motivazioni per
l’attuazione: la reputazione
• Interesse strumentale per la reciprocità : desideriamo
reciprocare poiché possiamo ottenere un beneficio
dalla reputazione (in senso strumentale) ; La
reputazione è un mezzo per scambi vantaggiosi
• Fragilità cognitiva:
– La reputazione dipende dalla possibilità di formarsi credenze
sugli altri giocatori in terni di soddisfazione di impegni
stabiliti ex ante
– Ma tipicamente in contesti di contratti incompleti gli impegni
contrattuali sono non specificati rispetto a stati del mondo
non previsti
Reciprocità non strumentale
• Un meccanismo più affidabile di reciprocità è il senso di
giustizia (Rawls 1971).
– Contraddice l’ipotesi neoclassica che tutti I comportamenti
siano basati sul mero self interest
– Infatti la behavioural economics oggi rende conto di
numerosi comportamenti other-regarding o non
strettamente auto interessati
• Il “sense of justice” è un atteggiamento di conformità a
norme giuste che stabilizza istituzioni , ammesso che
– L’ istituzione sia il risultato di un accordo equo su principi ,
raggiunto dietro velo do ignoranza, cosicché I principi sono
stati e imparzialmente accettate
– E questo è conoscenza comune
Preferenze per la conformità ai principi
• Preferenze psicologiche:
– Gli agenti hanno motivazioni per l’azione non basati solo sui
vantaggi materiali , poiché la loro utilità dipende anche da
ragioni deontologiche (osservanza di principi) per l’azione
– Un caratteristica essenziale è la condizionalità rispetto alla
reciprocità attesa
• Per generare la motivazione di conformità e la reciprocità
occorre che le parti abbiano fatto ex ante l’esperimento di
un accordo imparziale
• La forza della motivazione all’osservanza dipende dal grado
al quale agenti credono che le controparti reciprocano la
conformità al principio concordato
Esperimenti di economia del
comportamento in laboratorio
• Si prendano tre parti, due forti e una debole (che può essere
esclusa) e si dia alle due parti la possibilità di spartirsi un
ammontare di denaro o lasciarne parte al soggetto debole
Di norma se ne approprieranno escludendo il terzo
• Ma si dia alle due parti attive la possibilità di concordare una
regola di distribuzione senza sapere chi sono e quale ruolo , forte o
debole, occuperanno
Allora esse raggiungono un accordo su un criterio egualitario
Inoltre essi prendono l’accordo come termine o modello di default
per formarsi aspettative su ciò che fanno gli altri: in mancanza di
evidenze contrarie pensano che l’accordo stabilisca il modello di
ciò che si fa dopo l’accordo
Infine, anche se non hanno alcun beneficio dal farlo, essi hanno il
desiderio di applicare la regola (o ne traggono una soddisfazione)
Da dove nascono le credenze ?
• Siccome le credenze sono importanti, ci si può domandare da
dove esse provengano
• Risposta: l’accordo imparziale fa emergere aspettative di reciproca
conformità di
• Se un set di principi è stato concordato attraverso un processo
deliberativo equo , seguono naturalmente le credenze che
essi sarà messo in atto da comportamenti coerenti (almeno
fino a prova contraria ; default rule)
– Anche se non c’è una ragione auto interessata a conformarsi con
l'accordo,
– fin che non abbiamo l’evidenza di non conformità o do
defezione,
Ciò che ci aspettiamo di default è che a gente che ha
genuinamente concordato almeno ad un livello elevato
metta in partica le azioni concordate
Un esempio: la governance “cooperativa”
dei “commons”
• Beni comuni (def. non escludibili anche se con consumo rivale)
vanno soggetti al rischio di free riding (es. la mancanza di cura
degli acquedotti, del patrimonio artistico e culturale ecc.)
• Tuttavia non è necessario né una gestione statale centralizzata
né l’autoritarismo della proprietà privata
• (Ostrom) When some contextual and institutional variables
are satisfied…
o a governance of the “social-ecological system” at the community
level ..
o maintaining a regime of common ownership …
o may emerge with the voluntary participation of the individual
members of the community…
o because it is able to overcome the typical free-rider paradox.
La governance cooperativa dei beni comuni
Proposta: governo cooperativo dei beni comuni (servizi
pubblici locali) attraverso cooperative di
utenza/comunità con governance multi-stakeholder
• Cooperative di utenti (con finanziatori come soci
sovventori) e partecipazione dei lavoratori
• La governance da parte degli utenti risolve il problema cattura
della regolazione
– la regolazione servirebbe a ridurre l’appropriazione
opportunista contro gli utenti
– Ma la regolazione va soggetta alla “cattura” e a asimmetria
info
– La cooperativa elimina l’incentivo alla appropriazione degli
utili
La governance cooperativa dei commons
• LA democrazia della cooperativa multi-stakeholder di
utenti elimina il rischio di opportunismo manageriale
• Se opportunamente disegnati I flussi informativi
interni tra utenti e lavoratori
– riducono il rischio di opportunismo manageriale
– e le possibilità di coalizioni opportuniste interne tra
lavoratori e management
• Le motivazioni intrinseche legate al patto costitutivo e
all’ aspettativa di reciprocità riducono gli incentivi ad
agire opportunisticamente