#marzo_aprile 2014 LA RIVISTA NAZIONALE DEI GIOVANI IMPRENDITORI QUALE IMPRESA IN PRIMO PIANO ALBERTO MANTOVANI ANGELO PETROSILLO CORRADO FORMIGLI Alberto orioli past president gi ANNA MARIA ARTONI IL FUTURO RINASCE CON NOI Una copia € 4,10 - Anno XLI - n. 3-4 Marzo/Aprile 2014 - Contiene I.P. SPECIALE ASSISE 2014 SPECIALE FRECCE TRICOLORI SOMMARIO MARZO|APRILE|2014 EDITORIALE past president GI 02 Il Direttore 03 Il vice 04 Il Presidente 38 giovani e donne per investire sul futuro di Enrico Accettola dal territorio 42 SPECIALE ASSISE 06 IL futuro rinasce CON noi augustawestland, Quando l'italia sa ancora volare di Eleonora Merlo e Luca Donelli di Enrico Accettola in primo piano 18 queGLI straordinari rompiscatole che salveranno la ricerca di Giulia Bertagnolio 22 sempre contro corrente 26 una squadra unita di Alessia Passacantilli fa grande un'impresa di Enrico Accettola 30 imprese impossibili con l'italia nel cuore di Enrico Accettola 34 oltre il clichè di Giulia Bertagnolio Segui i GI su: RUBRICHE 44 46 50 52 53 55 64 MANAGEMENT di Matteo Giudici TEAM books happening di Filippo Federico smile eventS appointments giovanimprenditori.org qualeimpresa.org @GIConfindustria GIConfindustria GI App GI App direttore Enrico Accettola vice direttore Matteo Giudici comitato redazione Manuela Andreani, Maria Carmela Berterame, Simone Colombo, Nicola Del Din, Anita Magno, Ioanna Mitracos, Giovanni Russo direttore responsabile Giuseppe Magrì direttore editoriale Michela Fantini concept, coordinamento immagine, progetto grafico e coordinamento all’impaginazione Emporio ADV » Via Buonarroti, 41 » 33010 Tavagnacco (Feletto Umberto) » tel. 0432 546996 » [email protected] www.emporioadv.it consulenza redazionale Grafiche Antiga » Via delle Industrie, 1 » 31035 Crocetta del Montello (TV) » tel. 04236388 coordinatore redazionale Michela Fantini » Direttore Giovani Imprenditori Confindustria » Viale dell’Astronomia, 30 » 00144 Roma » tel. 06 5903661 » fax 06 5914529 e-mail: [email protected] direzione e redazione Confindustria Viale dell’Astronomia, 30 » 00144 Roma tel. 06 59031 » fax 06 5914529 www.confindustria.it » www.giovanimprenditori.org fotografie Archivio Quale Impresa » Filippo Federico © Shutterstock.com immagine di copertina Filippo Federico Giovani Imprenditori Confindustria editore Servizio Italiano Pubblicazioni Internazionali S.I.P.I. SpA Via Pasteur, 6 » 00144 Roma tel. 06 5918856 » 5920509 Presidente » Antonella Mansi Amministratore Delegato » Luigi Paparoni stampa e spedizione Grafiche Antiga » Via delle Industrie, 1 » 31035 Crocetta del Montello (TV) » tel. 04236388 Rivista associata all’Unione della Stampa Periodica Italiana » Aut. Tib. Roma n. 15373 del 28|01|1974 Questo numero è stato chiuso in tipografia il 24|03|2014 pubblicità Per maggior informazioni ed eventuali prenotazioni di spazi pubblicitari sulla rivista Quale Impresa rivolgersi a: Michela Fantini » Direttore Giovani Imprenditori Confindustria » Viale dell’Astronomia, 30 » 00144 Roma » tel. 06 5903661- fax 06 5914529 e-mail: [email protected] abbonamenti Italia Euro 37,00 » Estero Euro 47,00 » ccp 343509 editoriale IL DIRETTORE [email protected] 02 • Jacopo Morelli: Nuovo Presidente dei Giovani di Confindustria strategia aziendale • Speciale Capri 2011: Alziamo il volume imprenditoriale? Una questione di ecosistema • SETH GODIN • EMMA JONES: C'è un imprenditore in ognuno di noi • SIAMO IN PRI • NOURIEL ROUBINI: Imprenditori, ci sono 2,5 miliardi di Chindians sviluppo, lavoro: unire l’Europa, rafforzare l’Italia • ENRICO GIOV innovare, internazionalizzare: l’uomo dell’acciaio e la sua ricetta • SCATENIAMOCI: Liberiamo l’Italia da vincoli e catene X X VIII Convegno di Capri per Napoli • IL MESSAGGIO A L'ultimo mio editoriale è un elenco di titoli. Sono i titoli delle diciotto “Storie di copertina” - interviste, confronti, colloqui, argomenti sviscerati che ci hanno accompagnato in questi tre anni in cui scegliere i personaggi e le notizie, selezionare gli eventi più significativi tra quelli che si dipanavano accanto al nostro cammino, è stato un prezioso lavoro di squadra. Tanto importante perchè condiviso. Le “Storie di copertina” hanno affiancato la nostra storia. Dopo aver rispolverato QI tre anni fa, modificato il logo, aggiornato la linea editoriale, avergli dato un indirizzo preciso, ora ne lascio il timone, l'esperienza condivisa e la linea guida futura. L'eredità di QI è importante, e sono certo che chi verrà dopo di me saprà tenere il passo e anche migliorarlo. Così potrà continuare ad essere terreno di confronto e punto di riferimento autorevole. Per tutti. Enrico Accettola IL VICE [email protected] onfindustria • Get up, Startup! • Ram Charan: il guru della volume diamo voce al futuro • daniel isenberg: Il successo N: nell’epoca delle tribù il vero successo è il fallimentO IMA LINEA: EUROPA, innovazione e LEGALITà i principi da difendere indians che vi aspettano! • EUROPE UNDER PRESSURE - Integrazione, VANNINI: L’Italia che dà i numeri • GIANPIETRO BENEDETTI - Liberare, ricetta per l’Italia • GIORGIO SQUINZI: Vorrei un’Italia senza catene catene • CITTà DELLA SCIENZ A • DIAMOCI UN TAGLIO: AI GI DI PAPA FRANCESCO • IL FUTURO RINASCE CON NOI Siamo in un momento di grandi e piccoli cambiamenti: in Italia, nel nostro Movimento e personali. I cambiamenti sono sempre positivi per un ottimista, spesso difficili ma sicuramente emozionanti. Questo è il mio ultimo editoriale in un percorso che mi ha dato la possibilità di esprimervi le mie idee, i miei pensieri e i miei punti di vista. Ho ricevuto molti complimenti e qualche critica costruttiva, ho scritto molti articoli e intervistato molte persone e ho avuto modo di leggere tante esperienze che abbiamo pubblicato su questo meraviglioso strumento di comunicazione che è QI. Vi lascio alla lettura di questo nostro ultimo numero ringraziando tutti quelli che ci hanno aiutato e che ci hanno seguito. Faccio i miei migliori auguri a chi prenderà in eredità questa rivista che continua a testimoniare il nostro Movimento e l’impegno e la costanza dei Giovani Imprenditori, e che sono certo porterà avanti con la stessa energia e la passione che io ed Enrico abbiamo messo in questi anni. Matteo Giudici 03 editoriale IL PRESIDENTE Tre anni fa, quando il Movimento ha voluto darmi la straordinaria responsabilità di esserne il Presidente, ci siamo dati un obiettivo: lavorare insieme per rendere l’Italia più libera, forte e orgogliosa. Sono stati anni difficili, di crisi economica e istituzionale. Eppure, mentre i governi cambiavano, il Pil scendeva e la fiducia del Paese sembrava vacillare, c’è chi ha sempre conservato l’entusiasmo e la tenacia per fare impresa e diffonderne i valori. 04 Chi ha creduto nell’Italia e ci crede ancora. Lo abbiamo fatto nelle nostre aziende, come imprenditori e come giovani che non hanno smesso di investire nell’innovazione e vincere la concorrenza globale trascinando l’export e sostenendo il mercato interno. Lo abbiamo fatto come Giovani Imprenditori. Perché noi non siamo solo un’associazione, un gruppo di persone che si associa per tutelare i propri interessi. Noi siamo un Movimento, perché insieme ci muoviamo. Anzi corriamo. E in questa corsa poggiamo le pietre della strada che vogliamo far percorrere alla società intera. Le nostre pietre sono fatte non solo di PIL e di posti di lavoro ma di proposte e di coraggio. Di visione. Se oggi abbiamo un sistema previdenziale moderno, se il fisco “da confisca” e la disoccupazione giovanile sono diventati un allarme sociale a cui rispondere con provvedimenti concreti, se le start up sono al centro dell’agenda industriale, se abbiamo una classe politica più giovane e motivata, è anche merito nostro. Di chi ha voluto “guardare lontano per vedere oltre”, stando sempre “in prima linea”, pronti a “scatenarsi” e scatenare le forze sane del Paese. Abbiamo cambiato il modo di fare i nostri Convegni e li abbiamo portati nei luoghi simbolo dell’Italia che vuole rinascere dopo le difficoltà, dalla Mirandola del terremoto alla Napoli del rogo di Città della Scienza. Abbiamo trasformato l’interlocuzione con la politica, senza fare sconti, perché era giunto il momento di “darci un taglio”. Insieme ai nostri colleghi di Francia, Spagna e Germania, abbiamo riscritto una Europa che non può restare “under pressure” ma deve diventare spazio di crescita comune. Siamo stati fucina di idee e fabbrica di iniziative e proposte nei nostri Comitati tecnici. E in questo lungo percorso a raccontarne le sfide c’era sempre Quale Impresa, che è cambiata insieme a noi: al Comitato di Redazione, al Direttore Enrico Accettola ed al Vice Direttore Matteo Giudici, il merito di aver reso la nostra rivista più fresca e autorevole, di aver trasformato il modo di comunicare dei GI, di aver ospitato voci autorevoli come quelle di Nouriel Roubini, Seth Godin, Daniel Eisenberg. Per tutto questo, oggi voglio ringraziare i Giovani Imprenditori. Grazie per la passione, l’impegno e l’intelligenza. In un Paese nel quale, per riprendere le parole di Leo Longanesi, "non è la libertà che manca. Mancano gli uomini liberi", il mio augurio è di restare sempre quegli uomini e quelle donne liberi. E capaci. Chi avrà il compito - difficile e entusiasmante - di rappresentarne la voce per i prossimi tre anni, non sarà mai solo, ma avrà accanto a sé la forza di 13mila leoni. Jacopo Morelli 05 Le giornate fiorentine si concludono regalando alla platea un video che sintetizza ciò che è stato realizzato nel triennio Morelli, con i saluti e i ringraziamenti del Presidente e il suo invito a “muoversi sempre da protagonisti della propria vita”. Jacopo Morelli, Presidente GI Confindustria speciale ASSISE IL FUTURO RINASCE CON NOI | di Enrico Accettola | Direttore Quale Impresa Le Assise Generali, spartiacque tra una presidenza e l'altra, sono il momento di confronto per eccellenza dei GI, occasione per fare bilancio e rilancio. Si parte dalla consapevolezza del valore del passato e dalla proiezione verso il futuro, con la capacità di non fermarsi ai confini del visibile ma di immaginare oltre. Giovani, imprenditorialità, leadership, merito, futuro sono cinque parole che chiudono il lungo viaggio della presidenza Morelli e aprono al cambiamento di vertice. La consapevolezza del ruolo italiano dei Giovani Imprenditori di Confindustria è tutta in quello slogan scelto a rappresentare le giornate fiorentine di incontro e confronto. “Il futuro rinasce con noi” è una precisa volontà di farsi sentire e di alzare la testa, nonostante la crisi, nonostante tutto. Così le Assise Generali, che a Firenze il 28 febbraio e il 1 marzo scorsi hanno riunito nuovamente dopo tre anni i Giovani Imprenditori di Confindustria, in un teatro storicamente importante per tutti gli italiani (perchè qui Meucci inventò l'antenato del telefono), sono diventate il momento atteso di riflessione sul ruolo, sull’identità e sulle sfide del Movimento. Un Movimento che sente quanto mai urgente il bisogno di delineare le proprie prospettive e strategie, funzionali alla costruzione comune di un futuro più certo. Sono stati toccati molti temi, ricordando perso- naggi e avvenimenti cruciali, portando riflessioni che si sono fatte via via più profonde: la storia del Movimento, i risultati della ricerca Delai “L’onore e l’onere di essere Movimento”, il momento di braimstorming, l'incontro con Alberto Orioli, Corrado Formigli e tanti altri. I Giovani di Confidustria non hanno mai smesso il confronto dialettico, tra loro, con gli imprenditori Senior e con la realtà. Il senso di essere GI sta anche nell'avere la convinzione che i progetti più ambiziosi e apparentemente utopici si possono realizzare, insieme. Poichè gli imprenditori hanno la capacità di parlare con i fatti anzichè con le parole, le giornate fiorentine si concludono regalando alla platea un video che sintetizza ciò che è stato realizzato nel triennio Morelli, con i saluti e i ringraziamenti del Presidente e il suo invito a “muoversi sempre da protagonisti della propria vita”. 07 La consapevolezza del ruolo italiano dei Giovani Imprenditori di Confindustria è tutta in quello slogan scelto a rappresentare le giornate fiorentine di incontro e confronto. “Il futuro rinasce con noi” è una precisa volontà di farsi sentire e di alzare la testa, nonostante la crisi, nonostante tutto. giovanimprenditori.org GI, TRA PASSATO E “VEDERE OLTRE LA SIEPE” Jacopo Morelli e Luigi Abete si confrontano sul libro di Alberto Orioli 08 Il libro presenta l'evoluzione del Movimento e per metterlo insieme, sono state fondamentali le parole di molti protagonisti che hanno sviscerato i particolari, il carattere, l'umanità e gli entusiasmi che li hanno caratterizzati in quegli anni. Quella propensione a “vedere oltre la siepe”, che è in modo così chiaro enunciata da Luigi Abete proprio all'inizio della due giorni di lavoro, è il nodo centrale della storia del Movimento dei Giovani imprenditori di Confindustria, del modo di porsi che li ha sempre contraddistinti insieme alla propositività, responsabilità e coesione. Lo dice bene anche il presidente Morelli, a cui è spettato il saluto d'apertura delle A ssise. Si è partiti proprio dalla storia del Movimento, sviscerata nel lungo confronto sul palco tra Luigi Abete, Past President GI, Jacopo Morelli, Presidente GI e Alberto Orioli, autore del libro “Figli di papà a chi? ” che ripercorre la storia del Movimento dalla nascita alla fine degli anni Cinquanta / primi anni Sessanta, e arriva ai giorni nostri. Nei continui rimandi tra passa- to e presente emergono personaggi e passaggi chiave e si comprende come la storia non sia solo il nucleo a cui si appartiene ma la base su cui costruire il futuro. Il libro presenta l'evoluzione del Movimento e per metterlo insieme, nelle sue 388 pagine, sono state fondamentali le parole di molti protagonisti che hanno sviscerato i particolari, il carattere, l'umanità e gli entusiasmi che li hanno caratteriz zati in quegli anni. I Giovani di allora che fondarono il Movimento vollero portare un'idea nuova di cultura d'impresa, vicina alle dinamiche economiche e alle politiche economiche del tempo. Con la volontà di proporre una nuova idea di impresa, ed essere un ponte con la società. E questo non fu poco travagliato. Le idee dei Giovani sono spesso un portato culturale che si av vera dopo Alberto Orioli. Nella pagina precedente, da sinistra: Alberto Orioli, Luigi Abete e Jacopo Morelli qualche tempo, perchè hanno il valore di saper anticipare e vedere oltre. Qual è dunque la via da intraprendere in futuro? Il Movimento è arrivato ad una fase di missione compiuta? Come dice bene Abete, non c'è nessuna missione compiuta per sempre nella vita, di fatto cambiano le priorità. Sarà indispensabile quindi riscoprire una nuova soggettività e valori collettivi da portare avanti. I GI - di prima o seconda generazione che siano - sono persone impe- Qual è dunque oggi la via da intraprendere in futuro? Il Movimento è arrivato ad una fase di missione compiuta? Come dice bene Abete, non c'è nessuna missione compiuta per sempre nella vita, di fatto cambiano le priorità. gnate quotidianamente e seriamente nei processi d'impresa, non “figli di papà” (riprendendo il titolo del libro di Orioli) . Questi ultimi tre anni di presidenza Morelli sono coincisi con il momento più dif ficile della storia dell'imprenditoria italiana. Il suo lascito sarà un punto di partenza per i successori e pensiamo, con onestà e fiducia, che il Movimento saprà trovare sempre la strada migliore e nuove priorità per continuare il cammino negli anni a venire. Giovani Imprenditori Confindustria Nadio Delai GI, QUALE FUTURO? Le linee del futuro dei GI di Confindustria sono affidate ad alcune riflessioni, tra cui i risultati dell’indagine interna al Movimento affidata alla società Ermeneia e presentata dal Prof. Nadio Delai. GI App Le linee del futuro dei GI di Confindustria sono affidate ad alcune riflessioni, tra cui i risultati dell’indagine interna al Movimento affidata alla società Ermeneia e presentata dal Prof. Nadio Delai. La ricerca ha analizzato le risposte di circa 200 questionari dei vertici dei Gruppi GI. Sono emersi temi importanti, ma soprattutto la ricerca è stata caratterizzata da significative polarità, tra cui la tensione tra l'orgoglio del passato e l'ambizione del futuro. I GI vivono infatti la tensione tra la fase del “non più” e quella del “non ancora” che si è chiamati a costruire. IL FUTURO RINASCE CON NOI I risultati della ricerca Delai sono riproposti attraverso le più importanti parole chiave EREDITà È la prima polarità. Alla domanda: “Come si fa ad accettare un'eredità?” Delai ricorda come lo psicanalista Massimo Recalcati sostenga che per diventare adulti i giovani debbono accettare l'eredità non supinamente ma neanche rifiutarla. I GI sono tenuti per oggetto sociale ad un esercizio costante di accettazione dell'eredità: nel trasferire il testimone si cede l'eredità. Importante è non proiettare mai la propria biografia personale, ma passare il testimone e lavorare per il gruppo, accettando alcune cose e rifacendone delle altre. Fare impresa significa trovare la modalità per mescolare le due fasi, il vecchio col nuovo. IMPRESA E SOCIETà La seconda polarità, riprendendo Orioli, è “Fare impresa, fare società”, cioè trovare la modalità per mescolarle: la società non deve essere sorda all'impresa e viceversa. DALL'IO AL NOI La terza polarità è questa: “Si chiude il ciclo dell'ego e si apre il ciclo del noi. C'è una mutazione genetica in corso che riguarda anche il Movimento (riconosciuta da 9 intervistati su 10). Le aspettative sociali si sono rovesciate, è necessario imparare ad immaginarsi un futuro, avere coesione e solidarietà. La classe dirigente, così come il Movimento GI, deve esercitarsi a stringere alleanze, perchè solo nelle alleanze si cresce. INTERPRETAZIONE L'interpretazione è fondamentale per la classe dirigente, che deve impegnarsi di più a fare meglio, a interpretare meglio per trasformare il Paese e la rappresentanza. I Giovani dai risultati emersi si riconoscono più istruiti di un tempo, più internazionalizzati, più aperti ad una soggettualità allargata con altri imprenditori, più esposti in prima persona e con responsabilità aziendali. DIALETTICA Dialettica. Ci deve essere una dialettica continua e fisiologica che va coltivata perchè diventa un arco voltaico di unione tra Senior e Giovani. Nella dialettica, anche conflittuale, scatta l'energia generativa. FARE MOVIMENTO O FARE ISTITUZIONI? Il Movimento nasce con certe caratteristiche ma col tempo tende a istuzionalizzarsi. Il fatto che non possa essere sempre a “stato nascente” è riconosciuto dai più. Che cosa poi emerge essere importante? Avere uno sguardo medio lungo, una capacità di proposta, di sperimentazione e di avvio di progetti. Infine i GI si riconoscono, bilanciati al 50%, Movimento strutturante e Movimento che è capace di strutturare. ORGOGLIO DEL FUTURO Non si può essere orgogliosi solo di quello che si è stati. L'orgoglio al futuro è una contraddizione apparente, ma è il motore che scarica energia creativa per passare dal non ancora fatto all'eseguito, al compimento del ciclo successivo. L'ambizione aiuta a costruire il futuro. 11 GI App NUOVE IDEE ED ENERGIA DI CAMBIAMENTO A suppor t are la ricerca di Nadio Delai ci sono st ati gli inter venti di Corrado F ormigli, autore di "Impres a Impos sbile" e Mirko Pallera, imprenditore di prima generazione nel campo del digit ale e CEO di Ninja Marketing. Due modi diversi di considerare il futuro. Da una par te il modo di guardare avanti degli im- A suppor tare la ricerca di Nadio Delai ci sono stati gli inter venti di Corrado Formigli, autore di "Impresa Impos sbile" e Mirko Pallera, imprenditore di prima generazione nel campo del digitale. prenditori “eccezionali” raccont ati da F ormigli, punt a avanzat a della media e piccola impres a it aliana, dall'altra una nuova alleanza tra lavoratore e imprenditore che aiut a la creativit à e apre ad energie nuove, di cui parla Mirko Pallera. Qual è oggi il futuro? Probabilmente creare dei posti di lavoro interes s anti, 12 Da una parte il modo di guardare avanti degli imprenditori “eccezionali” raccontati da Formigli, dall'altra una nuova alleanza tra lavoratore e imprenditore che aiuta la creatività e apre ad energie nuove, di cui parla Mirko Pallera. Mirko Pallera, CEO di Ninja Marketing giovanimprenditori.org 13 Corrado Formigli, giornalista luoghi at trat tivi, f are marketing as sociativo interno ed esterno, utiliz zando come base di par tenza l’es sere imprenditori delle nuove generazio ni per veicolare valori antichi ( merito, t alento, innovazione ) , senza dimenticare “la belle zza”, l'arma in più che abbiamo in It alia e la chiave di successo, di cui parla F ormigli. Qual è oggi il futuro? Probabilmente creare dei posti di lavoro interessanti, luoghi attrattivi, fare marketing associativo interno ed esterno, utilizzando come base di partenza l’essere imprenditori delle nuove generazioni per veicolare valori antichi. qualeimpresa.org Matteo Zoppas e Mauro Maccauro. Nella pagina successiva, Ivan Ortenzi 14 NON SOLO WORKSHOP: IL MOVIMENTO GI IN PAROLE Il brainstorming ha coinvolto 90 Giovani Imprenditori suddivisi in tre gruppi. Ciascun gruppo ha avuto a disposizione due parole di partenza e da queste ne ha dovute cercare delle altre, unirle per attinenza, allinearle come fermate della metropolitana per costruire un percorso, un nuovo codice comunicativo di Confindustria. Giovani Imprenditori Confindustria Il brainstorming, il momento di creativit à al termine della prima giornat a di lavoro, ha coinvolto 9 0 Giovani Imprenditori suddivisi in tre gruppi chiamati “Noi”, “Rinascit a” e “Futuro”. Ciascun gruppo ha avuto a disposizione due parole di par tenza e da queste ne ha do vute cercare delle altre, unirle per at tinenza, allinearle come fermate della metropolit ana per costruire un percorso, un nuovo codice co municativo di Conf industria. Sulle sintesi dei gruppi si sono aper te le rif les sioni della seconda giornat a, coordinat a da Ivan Or tenzi, in cui sono inter venuti due Presidenti senior, un tempo Presidenti dei Gruppi Giovani, Mauro Maccauro, Presidente Conf industria S alerno e Mat teo Zoppas , Presidente Conf industria Vene zia. Nuovo appare il concet to di “sciame innovativo”, in cui Maccauro coglie il senso del cambiamento e f a declinare gli obiet tivi del Movimento, a cui auspica di rinnovarsi rimanendo però posizionato nel tes suto eco nomico e sociale. Posto in ris alto è anche il ruolo dei GI, una palestra e una risors a imprenditoriale impor t ante per i S enior. I Giovani pos sono occupare uno spazio, proporre idee, creativit à e inno vazione, comunicando tra loro, al Paese e ai S enior. Ora che si aprirà un nuovo triennio di presidenza, Zoppas consiglia – per identif icare il futuro presidente - di scegliere il programma giusto più che la persona giust a e, ai nuovi eletti, di es sere vicini ai S enior mantenendo però l'indipendenza. O O ND RZ CO IM GR O Tema del “FUTURO” (Ripensare il codice genetico tra il Movimento e l'ecosistema Paese) PO Parole Territorio (punto di partenza delle imprese) Sistema Sciame innovativo Scambio Mentoring (ciò che può fare Confindustria alle nuove imprese) Reverse incubator (cosa possono fare le nuove imprese per Confindustria) UP PO PO Tema delLA “RINASCITA” (Pensare e ripensare l'evoluzione del Movimento verso il sistema Confindustria) UP UP GR GR Parole Network d'impresa Bussiness Squadra Eredità e imprenditorialità (connessione tra cittadini e imprenditori) Indirizzo (gruppo giovani che deve dare linee guida) Condivisione di esperienze Sulle sintesi dei gruppi si sono aperte le riflessioni della seconda giornata, coordinata da Ivan Ortenzi, in cui sono intervenuti due Presidenti senior, un tempo Presidenti dei Giovani, Mauro Maccauro, Presidente Confindustria Salerno e Matteo Zoppas, Presidente Confindustria Venezia. TE SE PR Tema del “Noi” (Ripensare al Movimento dei GI) Parole Squadra Territorio Education Responsabilità sociale Attrazione di cervelli Alleanze strategiche (anche con le istituzioni) Provocazione costruttiva 15 PREMIO MARKETING ASSOCIATIVO 16 Spetta al Vice Presidente GI Simone Mariani presentare i vincitori del IV Premio Marketing Associativo “Conoscere, Comunicare, Condividere, Contaminare” dedicato ad Alice Gruppioni. Quattro i premi tematici ed uno il primo premio assoluto. Tante le territoriali da tutta Italia che hanno partecipato e si sono confrontate fra loro, presentando format giovani (nelle idee e nella forma), dove sono fioriti i concetti di condivisione, partecipazione degli associati, diffusione della cultura, scambio con il territorio e soprattutto sostegno. Tutti i progetti hanno potuto nascere e crescere solo con la forza di un Gruppo affiatato, perché, come ricorda il vincitore del primo premio, Antonio Perdichizzi, Presidente GI Confindustria Catania, “un presidente da solo non può fare nulla senza la forza del suo gruppo associativo”. Il palco è stato anche l'occasione per ciascuna territoriale di presentare anche il proprio modus operandi interno ed esterno. La difficile selezione è stata possibile definendo un elenco di parametri. Quattro le macrocategorie con altrettante parole chiave: “Conoscere, Comuncare, Condividere, Contaminare”. Il Primo premio assoluto è stato vinto dal GGI di Catania. La presentazione del progetto, dedicato alla creazione d'impresa, partito un paio di anni fa, inizia con l'immagine dell’Etna, la città è trasformata in una start up city partendo dalla forza del vulcano. Giovani + territorio = sviluppo, è la formula giusta per avere nuove energie per fare impresa. IV Premio nazionale Marketing Associativo Le territoriali che hanno par tecipato all'edizione 2014 del premio sono : A s solombarda ( Bergamo, Legnano e Pavia in raggruppamento ) , A scoli Piceno, Avellino, Bologna, Brescia, Catania, Como, Cuneo, Forlì, Genova, Modena, Monza, Napoli, Parma, Perugia e Terni, Pordenone, Ravenna, Salerno, Unindustria ( Roma, Frosinone, Rieti e V iterbo ) , Verona e V icenza. In Commis sione : Laura Tinari, Chris Ostet, Andrea Bacra, Stefania Zuccolot to, Chiara Ferret ti, Angelo Marra. GGI Catania GI App La Presidenza nazionale GI L a difficile selezione è stata possibile definendo un elenco di parametri. Quat tro le macrocategorie con altret tante parole chiave: “Conoscere, Comuncare, Condividere, Contaminare”. Il progetto ha raggruppato diverse iniziative concrete, come gli sportelli di ImprendiSicilia che si sono aperti in varie città e gli appuntamenti, tra cui Orientagiovani. I GI hanno investito nelle scuole superiori – fucina degli imprenditori di domani e nell'Università. Non solo è stata fondata una Start up Academy all'Università di Catania ma anche una vera casa per le start up. Come comunicano i GI il progetto? Sui social (FB, Youtube) principalmente. Primo premio tematico “Conoscere”. Motivazione: “Rilanciare il valore della conoscenza agli iscritti del Movimento. Il premio intende valorizzare i Gruppi GI che hanno fornito un set di strumenti, eventi e occasioni che favoriscono la conoscenza tra gli associati, finalizzata all'approfondimento della reciproca esperienza aziendale. Vincono a pari merito le territoriali di Ascoli Piceno e Napoli. Secondo premio tematico “Comunicare”. Motivazione: “Rendere riconoscibile nell'opinione pubblica l'importanza dell'appartenenza ai guppi territoriali, affrontando la sfida del marketing associativo avvicinando al Movimento nuovi imprenditori anche attraverso la valorizzazione verso l'esterno del rinnovamento della nostra immagine. Vince il Gruppo Giovani Imprenditori di Verona. Terzo premio tematico “Condividere”. Motivazione: “Premiare il valore di avvicinamento e scambio tra diversi mondi, laddove impresa, arte, letteratura, cinema, musica, cucina, fotografia riescano a legarsi in un'idea progettuale che permetta loro di sperimentare e imparare l'una dall'altra”. Vince il GGI di Genova. Quarto premio tematico “Contaminare”. Motivazione: “Valorizzare la capacità di riunire intorno allo stesso tavolo i movimenti giovanili delle diverse associazioni di natura imprenditoriale o professionale della propria provincia, perchè insieme possano creare una sorta di “lobby dei giovani” con l'obiettivo di rendere tale collaborazione di lungo periodo. Vince il Gruppo GI dell'Umbria. GI App IN PRIMO PIANO È stato fondamentale per il mio percorso professionale lavorare ripetutamente in Inghilterra e negli Stati Uniti, così come aver sempre operato all’interno di istituzioni, in cui si coniuga la flessibilità e la meritocrazia del privato con un servizio pubblico. Uno studio dello European Journal of Clinical Investigation la ha recentemente classificata come uno dei 400 scienziati più influenti al mondo e primo tra gli italiani. Quali sono state le chiavi del suo successo professionale e cosa la ha portata ad essere quello che è oggi? La prima chiave è un po’ di fortuna! Scherzi a parte, sicuramente un insieme di fortuna, molto lavoro e di importanti esperienze all’estero. È stato fondamentale per il mio percorso professionale lavorare ripetutamente in Inghilterra e negli Stati Uniti, così come aver sempre operato all’interno di istituzioni, prima in Mario Negri e adesso in Humanitas, in cui si coniuga la flessibilità e la meritocrazia del privato con un servizio pubblico. QUEGLI STRAORDINARI ROMPISCATOLE CHE SALVERANNO LA RICERCA 18 | Giulia Bertagnolio | Segreteria Nazionale GI L’importanza della ricerca come leva su cui far ripartire un intero sistema. I cervelli che fuggono, i cervelli che non attiriamo, e quegli straordinari giovani in blue jeans che salveranno la ricerca. L’universo della ricerca nelle parole di Alberto Mantovani. In particolare cosa ha potuto attingere dal periodo trascorso all’estero? Aria fresca sostanzialmente. Andare all’estero per uno scienziato e per un medico ricercatore è fondamentale perché consente di aprire la mente a esperienze diverse. Il primo posto dove sono andato è stato Londra, un’esperienza che mi ha segnato e che porto con me anche dal punto di vista dei temi di ricerca che affrontai. Ancora oggi perseguo delle linee di ricerca che sono iniziate quando ero nel Regno Unito. E questo immagino aprA gli occhi sulle lacune dell’Italia Sì, certo. Quali in particolare? Informalità, soprattutto allora, meritocrazia e flessibilità. Sono tutti elementi che si respi- giovanimprenditori.org rano nell’aria in Inghilterra e negli USA, dove ho lavorato a più riprese, e che non erano così comuni da noi. Fortunatamente in Italia avevo radici in una struttura privata come il Mario Negri, che è abbastanza particolare. Così come ho avuto la fortuna di avere dei collaboratori straordinari e su questo argomento tengo a dire due cose. Ho avuto la fortuna di avere dei giovani ricercatori straordinariamente motivati e dedicati; ma accanto a questi, non meno importanti, anzi, forse ancora più importanti, sono stati i tecnici. Questo Paese aveva una tradizione nella formazione tecnica molto forte e io ho avuto la possibilità di collaborare con dei tecnici (posso fare anche i nomi di alcuni di questi: Giuseppe Peri, Nadia Polenta Rutti ecc.), straordinariamente bravi e motivati. Ecco, la cultura tecnica, i professionisti che curano “l’ossatura” di un progetto, sono i pilastri di un buon laboratorio di ricerca. Ha parlato di giovani collaboratori. Nel suo settore, ma anche in altri, essere giovani rappresenta un valore aggiunto? Chiaramente giovani di talento e persone di qualità… Non si fa ricerca senza giovani, non è neanche pensabile. Nel senso che avere dei giovani in laboratorio vuol dire avere dei rompiscatole (che è una cosa buona), vuol dire avere nuove idee, nuovi stimoli, gente in blue jeans. È aria fresca. Vuol dire una dedizione totale… Quando vedo le luci accese nel mio laboratorio il sabato o la domenica, o la sera tardi, beh, quelle luci accese sono molto spesso luci tenute accese dai giovani. I giovani sono il sale della ricerca. “Anche se disarmati ci battiamo bene”: una sua affermazione per spiegare che con meno della metà dei finanziamenti e del numero di ricercatori rispetto ai nostri Paesi competitor riusciamo a conseguire una produttività scientifica paragonabile. Quali sono le eccellenze del nostro Paese nel campo della ricerca scientifica e quali i punti deboli del sistema? Tutti i dati dicono che l’Italia mantiene una produttività scientifica molto buona se è normalizzata per l’investimento. Se immaginiamo una partita della ricerca scientifica tra Italia e Germania utilizzando come indicatore, ad esempio, ALBERTO MANTOVANI BIO Nato nel 1948 a Milano, laureato in Medicina e Chirurgia nel 1973. Dopo la specializzazione in oncologia, ha lavorato in Inghilterra al Chester Beatty Research Institute di Londra (19751976) e negli Stati Uniti presso i National Institutes of Health (1978-1979 e 1985-1986). È Professore Ordinario di Patologia Generale presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università degli Studi di Milano e, dal 10 ottobre 2005, Direttore Scientifico di Humanitas. Precedentemente è stato Capo del Dipartimento di Immunologia e Biologia Cellulare dell'Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri di Milano. I suoi interessi si sono focalizzati da sempre sui meccanismi di difesa immunologica, con particolare riferimento ai sistemi di difesa più primitivi (immunità innata). 19 Alberto Mantovani qualeimpresa.org Il sistema di finanziamento scientifico più prestigioso che c’è in Europa, lo ERC Ideas, premia le high risk high return ideas. Immagino sia questa l’impostazione psicologica che dovrebbe accomunare uno scienziato di alta qualità con un imprenditore di alta qualità. Giovani Imprenditori Confindustria le citazioni della produttività scientifica di tipo fondamentale, noi siamo al 75% della Germania, che è un risultato straordinario vista la quantità e la qualità dell’investimento in ricerca dei due Paesi. Abbiamo invece una proxy sul trasferimento tecnologico, per esempio i brevetti, in cui siamo a meno del 20% della Germania. Ci sono poi problemi generali di insufficienza di finanziamento privato e pubblico, e di inaffidabilità. Gli unici sportelli affidabili sono paradossalmente le charities, che raccolgono i fondi della generosità dei privati in maniera affidabile, a differenza dei fondi ministeriali la cui entità è oltretutto incomparabilmente inferiore. Il sistema ha i difetti che tutti conosciamo: è poco flessibile, scarsamente meritocratico e tendenzialmente penalizza l’iniziativa dei giovani. Abbiamo il più basso tasso al mondo di giovani ricercatori. Lei parlava di trasferimento tecnologico. Le imprese possono svolgere un ruolo improntate nell’agevole questo processo? I dati per investimento privato in ricerca sono molto inferiori nel nostro Paese di quanto non siano nei Paesi competitor; questo in parte è un riflesso della nostra struttura industriale che è fatta di imprese medio piccole e quindi tendenzialmente meno orientate alla ricerca. Tutti i dati dicono che sono le grandi imprese quelle che di fatto investono in ricerca. In parte credo anche sia dovuto a scelte un po’ miopi che sono state fatte. Ma c’è tutto un settore, che è quello del biotech e delle start up, in cui adesso vediamo qualcosa che si muove. Ci sono segnali di luce. Non è facile in Italia creare un ambiente favorevole alla nascita di imprese innovative. La scarsa attrattività della ricerca italiana verso cervelli esteri può essere messa in parallelo con la difficoltà del nostro sistema economico ad attirare investimenti esteri. Come si può intervenire per creare in Italia un ambiente internazionale che stimoli la crescita umana, scientifica ed economica? Il nostro problema non è affatto che perdiamo cervelli: quello è normale, il fatto che delle persone lascino il Paese fa parte della vita scientifica. Ciò che non è normale è che non ne attiriamo, e che non riusciamo a far tornare indietro gli italiani. Ci sono una serie di importanti lacune, ma che perlomeno ci tolgano quei lacci e laccioli a costo zero. Dico la cosa più sciocca: le procedure per i visti di entrata dei giovani. Io ho un laboratorio che è fatto per circa il 30% di persone non italiane, ecco, queste persone per venire a lavorare con me vanno incontro a delle procedure che sono umilianti e che non hanno confronto con nessun Paese sviluppato. Il nostro problema non è affatto che perdiamo cervelli: quello è normale, il fatto che delle persone lascino il Paese fa parte della vita scientifica. Ciò che non è normale è che non ne attiriamo, e che non riusciamo a far tornare indietro gli italiani. I media tendono spesso a concentrarsi su casi clamorosi come quello di Stamina piuttosto che valorizzare i risultati e le eccellenze della ricerca scientifica italiana. Quali sono gli aspetti maggiormente trascurati e che invece meriterebbero uno spazio diverso nel dibattito pubblico? Io penso che episodi come quello di Stamina diffondano una sottocultura della ricerca scientifica. Il nostro è un Paese in larga misura scientificamente analfabeta: se io dico che Dante è un romanziere dell‘800 tutti si accorgono che ho detto un’enorme sciocchezza. A livello scientifico, invece, cose di quel livello grossolanamente insensate trovano accoglienza come se fossero serie. Quali sono gli aspetti maggiormente trascurati e che invece meriterebbero uno spazio diverso nel dibattito pubblico? Manca la fierezza per risultati tecnologici del nostro Paese. Non c’è visibilità per le eccellenze in alcuni settori tecnologici legati alla ricerca scientifica, come per elettronica e bio-tech, che scontano la mancanza di una cultura scientifica diffusa. Il Governo ha inserito l’innalzamento del livello d’innovazione e ricerca nell’impresa tra i punti chiave per il rilancio della competitività economica. Che cosa si è fatto e cosa resta da fare sotto questo aspetto? Ci sono dei timidi segnali di inversione di tendenza, ma non vedo una scelta radicale che consideri la ricerca scientifica e l’innovazione tecnologica come il futuro del Paese. A fronte di mille annunci, nei fatti non si è mai scelto di dare priorità alla ricerca. 21 Inventiva, abnegazione e ricerca del risultato sono alcune delle parole chiave nel lavoro di un imprenditore così come in quello di uno scienziato. Che cosa unisce e che cosa distingue queste professioni? Un elemento che credo unisca le due professioni è l’amore per il rischio. Il sistema di finanziamento scientifico più prestigioso che c’è in Europa, lo ERC Ideas, premia proprio le high risk high return ideas. Immagino sia questa l’impostazione psicologica che dovrebbe accomunare uno scienziato di alta qualità con un imprenditore di alta qualità. La seconda caratteristica è quella di essere soggetti alla verificabilità e valutazione. La cultura della valutazione e del confronto credo possano essere parole chiave condivise tra un Giovane Imprenditore ed uno scienziato. @GIConfindustria IN PRIMO PIANO SEMPRE CONTRO CORRENTE | di Alessia Passacantilli | Segreteria Nazionale GI Lei ha presente Solsbury? È un signore dell’America degli anni ’50 che un giorno, mentre si allenava, invece di saltare in alto con la pancia rivolta verso il basso, lo fece saltando sulla schiena. Quello è diventato il salto Solsbury, oggi disciplina olimpica: di colpo tutti i mostri sacri dell’atletica fino ad allora divennero preistoria. Certe volte l’innovazione fa dei salti, altre ti mette di fronte a delle sfide che devi prendere, affrontare e raccogliere. Il futuro secondo Angelo Petrosillo. 22 Una delle cose più gravi in questi ultimi 20 anni è stata l’autoconvinzione dei giovani che non valesse la pena rischiare perché era tutto già deciso, appaltato, preordinato. Se un giovane bravo, volenteroso e determinato ha la consapevolezza che può giocarsi le sue carte, sarà centomila volte più motivato a fare le cose. giovanimprenditori.org La laurea al Sant’Anna di Pisa in diritto ebraico, gli studi a Parigi sui sistemi elettorali. Poi la costruzione di Blackshape, azienda di Monopoli che riceve il Flieger Magazine Award per il miglior aereo del mondo 2013 nella categoria Ultralight. Come è arrivato fin qui? Fondamentale l’amicizia con Luciano Belviso, AD di Blackshape. Amici dai tempi del liceo, ci siamo ritrovati a Parigi dove studiavamo. Eravamo felici delle nostre esperienze internazionali ma sentivamo di voler tornare a casa. Nel 2008 è uscito il bando della Regione Puglia “Principi attivi” che finanziava 25.000 euro per gli under 30 con un’idea imprenditoriale, partecipammo e vincemmo. Quei 25.000 sono stati la molla per decidere di rischiare in proprio. Non bastavano per fare un’azienda ma erano la giusta iniezione di fiducia che ci serviva per provarci. Vincere questi bandi è quindi un buon auspicio anche per quei giovani che tentano la strada dei concorsi per le start up? Una delle cose più gravi in questi ultimi 20 anni è stata l’autoconvinzione dei giovani che non valesse la pena rischiare perché era tutto già deciso, appaltato, preordinato. Se un giovane bravo, volenteroso e determinato ha la consapevolezza che può giocarsi le sue carte, sarà centomila volte più motivato a fare le cose. Perché le opportunità ci sono, malgrado lo scenario che tutti conosciamo? Ci sono. E non bisogna né scoraggiarsi né arrendersi. Certo è fondamentale che, come nel nostro caso, alle spalle ci fosse un’amministrazione pubblica che noi sapevamo essere onesta, perché se uno pensa che un concorso è truccato non partecipa. Blackshape Prime è un ultraleggero in fibra di carbonio. Costa il 40% in più dei suoi concorrenti ma è riuscito ad affermarsi in 18 Paesi tanto che puntate a decuplicare i ricavi nel 2015. Cosa ha portato questo prodotto a diventare leader nel mercato mondiale? Il driver è sempre l’innovazione. Qualcosa che non fa nessuno in una maniera che non fa nessuno. Noi abbiamo scelto, forse anche perché eravamo outsider, una strada impervia. Abbiamo fondato un’azienda nel 2009, quando il mondo era avvolto nella spirale della crisi, abbiamo scelto di farlo nel Sud d’Italia, la parte più depressa d’Europa. Lo abbiamo fatto partendo dall’aeronautica, settore con le più alte barriere all’ingresso in assoluto, partendo dalla fibra di carbonio precoat melt, una tecnologia avanzatissima e complicatissima da gestire. E abbiamo deciso di farlo per un aeroplano in tandem, una super nicchia rispetto agli “affiancati” che rappresentano il 90% del mercato. Siamo andati controcorrente. A volte costruire le condizioni dell’innovazione significa rompere gli schemi. Angelo Petrosillo Ed è stato premiante… Assolutamente sì. Bisogna sempre stare due passi davanti ai competitor, investire almeno il 15% degli utili in R&S, puntare sui ragazzi brillanti, capaci, veloci di testa, sulle donne. Questo è il segreto. Abbiamo un’età media di 32 anni, eravamo 2 dipendenti nel 2011, adesso siamo 82. Abbiamo le donne in posizione apicale. Il capo del Risk Management è donna, così il capo del Found Raising, il capo del Legale, il capo della Qualità, il Presidente del CdA. Per noi l’Europa è vantaggio competitivo, innovazione, bilanciamento di genere e giovani al potere. Il vostro brand è un’eccellenza italiana, inserita nel distretto aerospaziale pugliese, che per il 90% ha fornitori italiani. Eppure ad oggi il vostro mercato è per il 100% all’estero. Che cosa ha dato e che cosa ha tolto il sistema Paese Italia a Blackshape? Il distretto pugliese ha fornitori italiani, ma i clienti sono stranieri e nel nostro caso sono il 100%. È naturale che un’impresa vada a cercare i mercati all’estero. In questo momento tutte le imprese che esportano crescono, aumentano in quote di mercato perché c’è una grandissima fame di Italia nel mondo. Se io avessi pensato di vendere gli aeroplani a Barletta o a Polignano a Mare avremmo chiuso da un po. Il playground naturale delle imprese è il mondo. Da novembre 2013 Blackshape è a bordo della portaerei Cavour nell’ambito di una missione navale per promuovere le eccellenze tecnologiche ed high-tech italiane in Africa e Medio Oriente. Sul fronte dell’internazionalizzazione delle nostre start up il Paese è sulla strada giusta? Nel 2009 l’Italia aveva un deficit nella bilancia commerciale di 30 miliardi di euro. Secondo i dati del 2013, ha un surplus di 30 miliardi di euro. Che cosa significa? Che le imprese capaci, che innovano, che hanno un prodotto vincente, durante la crisi si sono rafforzate andando a cercare mercati stranieri. Non è stato tutto male quello che è venuto dalla crisi. Non so quanto le start up abbiamo questa capacità, quello che posso dire è che se un ragazzo di 25 o di 30 anni fonda una start up nel 2014 e pensa di non internazionalizzare è meglio che non la apra. GI App “Fare quello che ci piace a casa nostra”. Con questa frase sintetizza l’orgoglio di aver realizzato il sogno imprenditoriale nella sua terra. Che messaggio manda a chi non vuole rassegnarsi ad espatriare ma crede nelle potenzialità del Sud Italia? C’è un momento della vita in cui è bene espatriare senza paura, perché fa fare esperienza, conoscere il mondo, fa vedere come si fa innovazione nell’impresa, come lavorano le donne. Poi però è importante tornare a casa. Il mio messaggio è: non ascoltate nessuno. Diffidate da chi vi dà consigli, da chi vi dice che in Italia e nel Sud non si può fare niente, che l’Italia è un Paese buono solo per fare le vacanze, che l’unico modo per fare impresa è delocalizzare. Diffidate da tutta questa gente, da chi vi spinge a fare il concorso pubblico. Fate gli imprenditori seguendo il vostro istinto. Diffidate da chi vi dà consigli, da chi vi dice che in Italia e nel Sud non si può fare niente, che l’Italia è un Paese buono solo per fare le vacanze, che l’unico modo per fare impresa è delocalizzare. Diffidate da tutta questa gente, da chi vi spinge a fare il concorso pubblico. Fate gli imprenditori seguendo il vostro istinto. Da anni il tema degli F35 è fonte di polemiche nel dibattito politico. Blackshape rappresenta un’opportunità di innovazione e risparmio anche per la Difesa italiana. Perché la PA non riesce a sfruttare a pieno il potenziale di imprese come la vostra? Perché la mentalità che certe volte il settore Difesa adotta è vecchia. Fino a qualche anno fa, quando c’erano tanti soldi da spendere dei contribuenti, tutte le aziende facevano a gara per lavorare con la Difesa, perché i prezzi erano magicamente 5, 10 volte maggiori rispetto al mercato. Quando i soldi sono finiti, l’atteggiamento è cambiato. Noi adesso stiamo discutendo con l’Aeronautica Militare della possibilità di fornire il nostro aeroplano come addestratore. Se Blackshape diventasse l’addestratore basico dell’Aeronautica Militare ci sarebbe un dimezzamento secco del costo operativo e di esercizio degli aeroplani per quella fase di addestramento: tutti i soldi dei contribuenti che oggi le Forze Armate utilizzano per l’addestramento potrebbero essere risparmiati o spesi meglio. STORIA DI UN'ECCELLENZA ITALIANA Blackshape ha 82 dipendenti. Lei ha affermato che i problemi in azienda si risolvono in fretta, magari in qualche riunione in un androne di un palazzo perché chi ci lavora “si sente coinvolto nel progetto come fosse un’Olimpiade”. Come è stato possibile creare questo clima? Bisogna credere in quello che si fa, portando un contributo etico. Le tasse sono alte? Sì. Sono le più alte d’Europa? Sì. Bisognerebbe abbassarle? Sì. Però si pagano, fino all’ultimo euro. Le persone vanno messe al centro. Portare l’etica nelle cose che si fanno rende partecipi di un grande progetto le persone che lavorano con te. I nostri ragazzi si sono fatti da soli cappellini e magliette, quando escono portano con sé un pezzo di Blackshape: sono orgogliosi di lavorare qui. Per un’azienda piccola, del Sud, fondata da due ragazzi di 26 anni, ogni giorno c’è un Everest da scalare. Che si fa? Ogni giorno davanti al comune o al Parlamento a protestare, o ci si rimbocca le maniche e ci si mette a lavorare? Noi ci mettiamo a lavorare. Blackshape è stata fondata nel 2009 dall'ingegnere Luciano Belviso e dall'avvocato Angelo Petrosillo. Nel 2010 si è trasformata in società per azioni, con l'ingresso nel team di Angelo Pertosa. La Blackshape, nel 2011, è divenuta la quinta azienda aeronautica italiana per capitalizzazione, mentre lo Ogni sei mesi dieci fra i migliori studenti di ingegneria vengono invitati a far parte del vostro laboratorio, dove seguono un progetto specifico. Vengono tra l’altro da Belgio, Olanda, India e Filippine. Cosa imparano questi ragazzi da Blackshape e cosa impara Blackshape da loro? In questo momento abbiamo 6 ragazzi da tutto il mondo. Nel casino dello spread, nel discredito internazionale italiano, siamo riusciti a far venire studenti di ingegneria a fare l’internship da noi. Il migliore fra quei giovani tornerà a discutere la tesi a casa sua con un contratto a tempo indeterminato in tasca. Perché sulle persone brave bisogna investire. Se hai un prodotto innovativo che può chiedere di più sul mercato in termini di prezzo, perché ha un plus qualitativo, allora puoi permetterti le persone brave a lavorare con te. 25 stabilimento di Monopoli rappresenta il secondo investimento del distretto aeronautico pugliese, dopo lo stabilimento Boeing dell'Alenia a Grottaglie. Nel 2011 è iniziata la produzione del primo modello, Blackshape Prime, un ultraleggero in fibra di carbonio da diporto dotato di motore Rotax 912. Il volume di produzione, nel 2013, è di poco meno di due velivoli al mese. I dipendenti, che erano 12 nel 2011, sono passati a più di 80 nel 2013. GI App Frecce tricolori, mezzo secolo di storia di un mito italiano La pattuglia acrobatica nazionale, ovvero il 313° Gruppo Addestramento Acrobatico Pattuglia Acrobatica Nazionale “Frecce Tricolori”, nasce nel 1960 in occasione dei Giochi Olimpici di Roma per volontà dell'allora Stato Maggiore dell’Aeronautica. Nucleo originario fu la pattuglia della 4ª Aerobrigata “Cavallino Rampante”. Da allora, in questi cinquantaquattro anni, la strada percorsa, o meglio i cieli solcati, sono stati tanti. Oggi la PAN, che ha rappresentato l'Italia in 39 paesi in tutto il mondo, è il più importante e spettacolare team acrobatico del mondo, l’unico a volare con 9 aerei in formazione e un solista. IN PRIMO PIANO UNA SQUADRA UNITA FA GRANDE UN'IMPRESA | di Enrico Accettola | Direttore Quale Impresa L'ultimo numero di QI che porta la mia firma sigla la fine di un periodo e apre le porte ad una nuova fase. Mi piaceva l'idea di lasciare un segnale positivo, di ottimismo e fiducia. Per questo ho scelto di dare spazio e risalto in questa rubrica ad una persona che stimo, Jan Slangen, Comandante di una squadra eccezionale. Le Frecce Tricolori, la nostra pattuglia acrobatica nazionale, sono un'equipe vittoriosa; il segreto sta proprio nell'unità, nel non volare da soli ma insieme? È quello che Slangen ci spiegherà, con chiarezza e passione, convincendoci - forse - che essere squadra, come lo siamo stati noi in questi tre anni di presidenza Morelli, è il segreto per il successo. Lei è il Comandante della nostra pattuglia acrobatica nazionale, orgoglio italiano nel mondo. Qual è l'ingrediente indispensabile per diventare un'eccellenza italiana? Un programma di volo, come quello delle Frecce Tricolori, è il frutto di tanti anni di attività specifica nell'acrobazia collettiva svolta dai Reparti dell'Aeronautica Militare, un patrimonio di esperienza grandissimo, che è stato costruito e tramandato nel tempo. Le Frecce Tricolori rappresentano una sintesi delle capacità dei piloti e degli specialisti dell’Aeronautica Militare e sono un importante mezzo di valorizzazione del made in Italy, infatti il velivolo utilizzato dalla Pattuglia Acrobatica Nazionale è l’MB-339, un aereo completamente progettato e prodotto in Italia. Tutto ciò ci permette di rappresentare in Italia e nel mondo la competenza, l’operatività e lo spirito di squadra degli aviatori dell’Aeronautica Militare sempre orientati alla missione della Forza Armata: la salvaguardia della sicurezza dei nostri cieli. Quali consigli può dare per dirigere al meglio una squadra? Conoscere al meglio ciascun componente al di là delle qualità professionali ed essere in grado di trasmettere e valorizzare l’importanza del rapporto di interdipendenza di un gruppo, nel quale ciascuno diviene parte fondamentale per arrivare a raggiungere gli obiettivi condivisi ma soprattutto parte promotrice dell’armonia e serenità del clima lavorativo. La PAN non è semplicemente una pattuglia ma una squadra che vince. Quanto è importante essere gruppo per vincere una sfida? Essere una squadra rappresenta il segreto più im- Quanto è necessario il confronto e il coordinamento tra Lei e i piloti? Il Comandante delle Frecce Tricolori, contrariamente a quanto si possa pensare, durante le manifestazioni non è in volo ma rimane a terra, in 27 portante delle Frecce Tricolori, uno degli aspetti a cui prestiamo maggiormente attenzione durante la fase di selezione del nostro personale è la capacità di agire in gruppo, caratteristica fondamentale di chi vuole entrare a far parte di questa grande squadra. Noi rappresentiamo, in maniera visibile al pubblico, l’operato, spesso impercettibile, di tanti professionisti: piloti, tecnici, specialisti, ingegneri, meteorologi, i cittadini in divisa dell’Arma Azzurra che operano ogni giorno per la sicurezza del Paese in Italia e all’estero, laddove le Forze Armate italiane sono presenti per le missioni internazionali. Essere una squadra rappresenta il segreto più importante delle Frecce Tricolori, uno degli aspetti a cui prestiamo maggiormente attenzione durante la fase di selezione del nostro personale è la capacità di agire in gruppo, caratteristica fondamentale di chi vuole entrare a far parte di questa grande squadra. qualeimpresa.org constante collegamento radio con la formazione, con l’importante compito di coordinare e supervisionare tutte le fasi dell’esibizione. Ma il vero lavoro viene prima e dopo il volo nel ricercare e stimolare il confronto al fine di mantenere l’eccellenza propria e degli oltre cento uomini e donne delle Frecce Tricolori. Per ottenere buoni risultati c'è bisogno di allenamento, formazione, disciplina, creatività e...? Un addestramento costante, un’adeguata formazione ma anche disciplina e tanta creatività sono alla base della nostra attività. I piloti delle Frecce Tricolori si addestrano tutti i giorni nel periodo che va da ottobre ad aprile per essere pronti alla stagione acrobatica che ha inizio solitamente nel mese di maggio. Passione e determinazione sono altri due ingredienti fondamen- tali per raggiungere obiettivi ambiziosi, inoltre nessun risultato significativo sarebbe possibile senza un’abbondante dose di umiltà. Anche voi, come un'azienda, avete problemi di budget e per far quadrare i conti sono indispensabili una buona organizzazione, ma anche abilità, coraggio e intraprendenza? Le Frecce Tricolori sono un reparto dell’Aeronautica Militare e devono far fronte a tale esigenza. La Forza Armata a tal fine negli ultimi vent’anni, ha perseguito un progetto di trasformazione, tuttora in corso, avviando e realizzando un ampio processo di contrazione della propria struttura e dei mezzi per adattarsi progressivamente alle mutate esigenze del Paese. Una riduzione sulla quale si è innestata la crisi economica che ha determinato un’ulteriore contrazione della spesa pubblica Scoprire i segreti delle Frecce più famose d'Italia 28 Grazie a visite guidate nel centro di addestramento della celebre Pattuglia nella base aerea di Rivolto (UD), è possibile scoprire insieme al personale dell’Aeronautica Militare i velivoli, le tecniche di volo, la vita quotidiana della base e, con un po' di fortuna, assistere ai voli di addestramento. Le visite si prenotano fino a settembre 2014 e almeno dieci giorni prima, utilizzando il format pubblicato sul sito www.turismofvg.it. Jan Slangen, Comandante della PAN Jan Slangen nasce a Roma l'11 luglio 1975 da padre olandese e madre italiana. Entra nell'Accademia Aeronautica nel 1994 frequentando il corso regolare “Rostro III” presso l’Accademia Aeronautica di Pozzuoli. Viene assegnato al 313° Gruppo Addestramento Acrobatico “Frecce Tricolori” nel 2004, con il grado di Capitano e vola all'interno della formazione in oltre 200 manifestazioni aeree in Italia ed all’estero. Dall'ottobre 2012 è il 21esimo Comandante delle Frecce Tricolori. È laureato in Scienze Aeronautiche e ha all'attivo più di 3000 ore di volo. GIConfindustria e ha richiesto un utilizzo ancor più attento delle limitate risorse disponibili. Questi due fattori, il processo di revisione e la contrazione economica, si sono uniti e hanno prodotto un forte ridimensionamento di tutto lo strumento aerospaziale, reso possibile dalla razionalizzazione dei processi e delle strutture ordinative e organiche ma soprattutto dalla progressiva sostituzione di mezzi obsoleti con velivoli tecnologicamente avanzati che privilegiano la qualità (e quindi l’efficienza e l’efficacia) sulla quantità. Mi piace paragonare le Frecce Tricolori ad un orologio meccanico in cui tutti gli ingranaggi devono funzionare perfettamente affinché venga segnata l’ora esatta. La PAN quando sperimenta nuove piattaforme di volo virtuale, non teme l’ignoto e il cambiamento, e osa. È questo il segreto per crescere? Il Comandante, che sia di una pattuglia o di un'industria, è come il direttore che dirige un'orchestra. Ogni musicista ha però un ruolo essenziale, è d'accordo? Le Frecce Tricolori sono una squadra di più di 100 tra uomini e donne dell’Aeronautica Militare in cui l’apporto di ognuno è fondamentale. Mi piace paragonare le Frecce Tricolori ad un orologio meccanico in cui tutti gli ingranaggi devono funzionare perfettamente affinché venga segnata l’ora esatta. La PAN quando sperimenta nuove piattaforme di volo virtuale, non teme l’ignoto e il cambiamento, e osa. È questo il segreto per crescere? Il volo delle Frecce Tricolori avviene completamente a vista, per questo motivo l’addestramento non può avvenire mediante l’utilizzo di simulatori. Il segreto consiste nel tramandare le esperienze dai piloti più esperti a quelli neo-assegnati: il velivolo in dotazione alla Pattuglia è biposto e permette al pilota più esperto di preparare quello più giovane dal seggiolino posteriore. Al termine della permanenza chi lascia la pattuglia si occupa dell'addestramento acrobatico della nuova formazione, fornendo continuità e supporto. Quanto è fondamentale che chi esce rimanga parte del gruppo? I piloti, al termine della loro permanenza alle Frecce Tricolori, ritornano presso i reparti operativi di provenienza portando con sé il bagaglio di esperienza maturato durante i 4-5 anni di attività al 313° Gruppo Addestramento Acrobatico la cui peculiarità non riguarda solo l’ambito di abilità e competenze “di pilota” ma investe anche l’ambito relazionale e la consapevolezza dell’importanza di fare squadra. @GIConfindustria IN PRIMO PIANO IMPRESE IMPOSSIBILI CON L'ITALIA NEL CUORE | di Enrico Accettola | Direttore Quale Impresa "Impresa impossibile" racconta otto storie di umanità, spessore etico, sobrietà, coraggio e alla fine di successo. Gli imprenditori del libro hanno creduto e credono nel valore del Made in Italy, nei collaboratori, investono nelle aziende con amore. E hanno soprattutto uno sguardo positivo verso il futuro che li fa diventare messaggeri illuminati di speranza. 30 IL TUO ULTIMO LIBRO “IMPRESA IMPOSSIBILE” È UN VIAGGIO TRA LE AZIENDE CHE HANNO COMBATTUTO E VINTO LA CRISI. QUALI SONO I SEGNI DISTINTIVI CHE ACCOMUNANO QUESTE STORIE? I segni distintivi sono nella figura stessa degli imprenditori che si sono calati nella crisi e hanno eleborato la strategia per uscirne. Gli imprenditori del libro sono persone che hanno avuto la capacità di dare l'esempio: sono i primi ad arrivare in ufficio la mattina e gli ultimi ad andare via la sera, sono stati capaci di investire il denaro nell'azienda e avere un rapporto speciale con i dipendenti, di spogliarsi dei simboli del lusso, della ricchezza e del potere. Il tema della sobrietà riguarda tutti coloro che hanno un ruolo di responsabilità, è un valore fondamentale per fare squadra e reggere l'urto della crisi. Ma è un tratto distintivo e non unico. C'è anche la fiducia molto forte nei prodotti Made in Italy, nelle radici del nostro Paese. Molti imprenditori hanno rinunciato a delocalizzare e cercano lavoratori del territorio. La territorialità viene valorizzata e si riflette in tutta la sua bellezza sul prodotto. GI App MOLTI DI QUESTI IMPRENDITORI HANNO SCELTO DI RIENTRARE IN ITALIA DALL’ESTERO PER REALIZZARE IL PROPRIO SOGNO IMPRENDITORIALE. INVESTIRE SULLA GIOVANE IMPRENDITORIALITÀ È LA STRADA GIUSTA PER VALORIZZARE IL TERRITORIO E CONTRASTARE L’EMIGRAZIONE CRONICA DI NEO-LAUREATI? Sì, c'è un coinvolgimento dei giovani molto forte. Il non delocalizzare diventa una forza, il sapore del Made in Italy. Investire in modo etico nel proprio territorio permette di esaltare e sfruttare ciò che il territorio può dare. Fabrizio Rigolio, CEO di Rizoma, produce accessori per moto molto sofisticati in alluminio e carbonio, potrebbe delocalizzare ma non lo fa, perchè difficilmente riuscirebbe in altri paesi a controllare la filiera, scegliere i designer migliori e ad avere la certezza della qualità dei materiali. C'è fiducia molto forte nei prodotti Made in Italy, nelle radici del nostro Paese. Molti imprenditori hanno rinunciato a delocalizzare e cercano lavoratori del territorio. La territorialità viene valorizzata e si riflette in tutta la sua bellezza sul prodotto. 31 Corrado Formigli (Foto: Gianluca Mosti) GI App 32 (Foto: Gianluca Mosti) NELLE IMPRESE DI CUI PARLI LE DISTINZIONI TRA MANAGEMENT E LAVORO TENDONO A SFUMARE E SI COLLABORA FIANCO A FIANCO VERSO UN OBIETTIVO COMUNE. URGE PENSARE A UN NUOVO MODELLO DI LAVORO? Dipende che cosa si intende. Penso che ci sono delle regole e che un rapporto non può fare a meno di una mediazione. Nelle aziende che ho visitato c'è un rapporto Giovani Imprenditori Confindustria Se parli con Enrico Loccioni non vuole sentir dire che ci sono dei dipendenti, li chiama “lavoratori della conoscenza”, collaboratori che lavorano insieme a lui. orizzontale tra imprenditore e lavoratori. Se parli con Enrico Loccioni non vuole sentir dire che ci sono dei dipendenti, li chiama “lavoratori della conoscenza”, collaboratori che lavorano insieme a lui. Questo rapporto non si può però codificare, si crea nelle aziende virtuose dove l’imprenditore riesce a coinvolgere a tal punto i lavoratori che si sviluppa quella complicità che le rende aziende vincenti. ALESSI CHE “PRESTA” I PROPRI LAVORATORI PER OPERE DI PUBBLICA UTILITÀ INVECE DI MANDARLI IN CASSA INTEGRAZIONE. MUTTI CHE PUNTA TUTTO SULLA RICERCA. LA POLITICA ABBANDONA LA CURA DEL TERRITORIO E INVESTIMENTI IN R&I E LE IMPRESE SONO CHIAMATE A SUPPLIRVI DA SOLE? Alcuni imprenditori che racconto hanno fatto da soli perchè uno dei loro tratti è la generosità, ma è una consolazione triste pensare che alcune aziende subiscano l'assenza dello Stato, talvolta in modo totale. Il futuro, per le aziende che sono in grado di farlo, è la costruzione di un welfare alternativo a quello dello Stato e delle Pubbliche amministrazioni. Ci sono casi virtuosi di imprenditori che si rimboccano le maniche, che hanno spirito di iniziativa e non si piangono addosso. Loccioni ripara gli argini del fiume accanto alla propria azienda per evitare inondazioni e nel contempo prende l'elettricità per la propria azienda accordandosi con lo Stato che gli permette di realizzare un sistema di chiuse. Questi imprenditori non se la prendono mai con lo Stato quando si trovano di fronte ad un problema cercano di risolverlo. La carta vincente di queste aziende - stiamo parlando di casi di eccellenza - è avere poca improvvisazione e molta capacità di prevedere il futuro, e quindi di muoversi per tempo. "Impresa Impossibile. Storie di italiani che hanno combattuto e vinto la crisi" (Mondadori nella Collana Strade Blu) Formigli racconta le storie di otto imprenditori italiani che, credendo con fede assoluta nel Made in Italy, sono riusciti ad ampliare le loro aziende nonostante leggi avverse, burocrazia lenta, tassazione spropositata e una crisi profonda come quella di oggi. Quest'Italia coraggiosa è un messaggio di speranza per coloro che nel proprio Paese faticano ad averne ancora. DA GIORNALISTA DE “IL MANIFESTO” NEL 1994 GUARDAVA CON DIFFIDENZA AL MONDO DEI PICCOLI IMPRENDITORI. POI È DIVENUTO LEI STESSO UN LIBERO PROFESSIONISTA E OGGI GUARDA ALLE IMPRESE COME I CAPISALDI DI UN’ITALIA CHE CE LA PUÒ FARE. COME È CAMBIATA NEGLI ANNI LA SUA PERCEZIONE VERSO QUESTO MONDO? Come in tutti i settori ci sono straordinari imprenditori e imprenditori farabutti. Per me c'è stato da una parte un percorso personale di cambiamento: ho lasciato il posto fisso per diventare libero professionista e oggi Piazza Pulita è un programma sul quale vivono con me 60/70 famiglie, se sbaglio io mando a casa loro, quindi mi rendo conto del rischio. Credo che la crisi del 2008 ci abbia dato una consapevolezza chiara, e oggi siamo più in grado di distinguere gli “imprenditori del fare” dai “finanzieri”. Nella percezione comune degli italiani gli imprenditori sono visti con più simpatia di prima, perchè vivono e rischiano su prodotti realizzati da loro stessi, dalle mani dei propri operai, non su qualcosa di immateriale come la finanza. 33 QUAL È LA SUA OPINIONE SULLA FASE POLITICA CHE SI È APERTA CON LA NASCITA DEL GOVERNO RENZI? CI SONO LE CONDIZIONI PERCHÉ VENGANO ATTUATE FINALMENTE LE RIFORME CHE CREINO UN ECOSISTEMA PIÙ FAVOREVOLE A CHI FA IMPRESA? Siamo in una fase iniziale, interlocutoria. L'elemento che fa meglio sperare è che il Presidente del Consiglio sia giovane e abbia molta energia, e l'energia è qualcosa di contagioso. Quando Renzi ha illustrato le prime misure del Governo in conferenza, al di là delle facili ironie, si è sentito un certo ottimismo. Di negativo al momento ci sono tutti i problemi strutturali dell'Italia che non sono stati risolti. Gli imprenditori preferirebbero una semplificazione burocratica, lo sveltimento della giustizia, la lotta alla corruzione e all'evasione, l'abbassamento delle tasse sul lavoro. Però siamo in una fase iniziale ora è più un atteggiamento che ci fa sperare, per i fatti aspettiamo. @GIConfindustria Alberto Orioli IN PRIMO PIANO OLTRE IL CLICHè | Giulia Bertagnolio | Segreteria Nazionale GI “L’economia reale è spietata, non fa sconti”. Nemmeno ai “figli di papà”. Parola di Alberto Orioli, Vice Direttore del Sole 24 Ore e autore del libro sulla storia del Movimento GI. Al cliché sui Giovani Imprenditori con la “strada spianata” si contrappone un dato: oggi il Movimento è fatto per il 30% da imprenditori di prima generazione. Al vertice delle aziende, under 40 di talento, coraggiosi, forti del proprio passato. Un viaggio appassionato tra i fatti e i personaggi che hanno segnato la storia del Movimento, e quella del Paese. “Figli di papà a chi? ” ripercorre la storia dei Giovani Imprenditori in parallelo all’ultimo mezzo secolo di vita del Paese. Storie che si intrecciano e rievocano nel lettore immagini e ricordi della storia recente d’Italia. Quale è stato il ruolo dei GI nella costruzione di questo pezzo di storia nazionale? Un ruolo di proposta e di stimolo all’affermazione di un diverso modo di intendere la cosiddetta cultura d’impresa. L’Italia degli anni ‘60 era segnata da una esplicita ostilità sociale verso il concetto stesso di impresa e di capitalismo; oggi le imprese e gli imprenditori hanno tra i più alti tassi di fiducia nei sondaggi. Se c’è stata questa metamorfosi la si deve anche agli sforzi fatti dai Giovani. E sono stati sforzi passati anche attraverso scontri duri e contrasti anche nel mondo stesso dell’associazionismo imprenditoriale. Ho cercato di guardare alla storia del Movimento legandola a tre variabili: il rapporto con la Confindustria dei senior, l’evoluzione del quadro politico; la situazione dell’economia. I Giovani hanno sempre interpretato al meglio lo “spirito del tempo” e hanno sempre guardato al futuro. 35 Il testo non è un collage di interviste o di riferimenti storici, ma la narrazione di un viaggio a tappe tra i fatti e i personaggi che hanno segnato la storia del Movimento. Leggendolo, tuttavia, si ha la sensazione che parli a tutti, di una storia condivisa che non racconta solo l’universo di Confindustria, è corretto? Sono felice se questa è la percezione. Ho cercato di guardare alla storia del Movimento legandola a tre variabili: il rapporto con la Confindustria dei Senior, l’evoluzione del quadro politico; la situazione dell’economia. I Giovani hanno sempre interpretato al meglio lo “spirito del tempo” e hanno sempre guardato al futuro: parlare di loro ha significato ragionare di partecipazione quando imperava il conflitto sociale; di Europa quando si preferiva il protezionismo; di Mediterraneo quando ancora non c’era la Primavera araba; di Euro quando la moneta unica sembrava un totem da fantascienza. GIConfindustria ALBERTO ORIOLI BIOGRAPHY Giornalista professionista dal 1983, è Vice Direttore ed editorialista de “Il Sole 24 Ore”. Lavora a Milano dopo essere stato per molti anni capo della redazione romana. Da sempre si occupa di temi legati alla politica economica e alle dinamiche sociali. Oltre a "Figli di papà a chi?" ha pubblicato anche " Come entrare nel mondo della finanza" (1996), "Flessibilità. Il lavoro senza confini tra deregulation e 35 ore" (1997) e "Non è il paese che sognavo. Taccuino laico per i 150 anni dell'Unità d'Italia" (2010) con l'ex Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. 36 Per scrivere il libro ha girato l’Italia in lungo e in largo intervistando vecchi e nuovi protagonisti dell’universo GI. Un flash di questo viaggio che le è rimasto particolarmente impresso? Il colloquio con Lorenzo Vallarino Gancia nel bellissimo castello di Canelli. Direi: nobiltà fuori, nobiltà dentro. Era un contatto “esplorativo”, cercavo una vera motivazione a scrivere questo libro, ero scettico. L’entusiasmo di questo giovanissimo ex presidente, la sua curiosità, mi hanno illuminato, mi hanno dato il lume che cercavo. Quel tratto, direi, di generosità sociale l’ho ritrovato anche con gli altri presidenti: tutti a modo loro hanno “fatto politica” nel senso che si sono interessati al bene comune, a un’idea nobile di Paese. I Giovani, come si suol dire, “ci credono davvero”: possono essere ingenui, velleitari, ma sono caparbi, e sanno qual è l’obiettivo finale. Che, in genere, arriva dopo qualche anno. Ma soprattutto: sanno essere contagiosi. giovanimprenditori.org Un tratto caratterizzante del Movimento è stato l’interesse verso i temi di natura politica, ad esempio durante gli anni di tangentopoli. Come è evoluto nel tempo il rapporto tra l’attenzione riservata a tematiche strettamente di impresa e la tensione ad interessarsi a materie istituzionali? Come dicevo, i Giovani hanno sempre fatto politica, nel senso nobile del termine che significa essere cittadini consapevoli. È stato fondamentale lo sforzo moralizzatore ai tempi di Tangentopoli: oggi se la Confindustria è in prima fila, e orgogliosamente, nella lotta alla mafia è anche perché è ormai diventato normale espellere chi paga il pizzo. Oggi è nel Codice etico, allora era una richiesta dei Giovani sotto la presidenza di Aldo Fumagalli. Richiesta che, come altre, ha fatto strada, evidentemente. Quanto ai temi strettamente politico-istituzionali come non ricordare le raccolte di firme per la riforma della legge elettorale in senso maggioritario per arrivare finalmente alla democrazia dell’alternanza e del bipolarismo maturo? Il titolo “Figli di papà a chi?” suona quasi provocatorio e polemico nei confronti di un’immagine di imprenditore che ormai sembra radicalmente cambiata. Come è evoluta negli ultimi anni l’idea della responsabilità sociale delle imprese e del contributo che offrono al benessere del Paese? “Figli di papà” è il mantra che ripetono i detrattori del Movimento, quelli che, a ogni convegno di Capri e Santa Margherita, si scagliano contro il cotè modano dei convegni. Ma è anche un modo comodo per non parlare dei temi e del merito. Un tagliar corto che a me, come tutte le semplificazioni, crea un po’ di orticaria. E poi oggi il Movimento è per il 30% fatto di imprenditori di prima generazione. I figli di papà, poi, hanno una responsabilità doppia: di non sfigurare rispetto ai genitori di successo e di creare una loro identità specifica. A volte è davvero un compito difficile. La sfida è mantenere la seconda manifattura d’Europa e traghettarla nella rivoluzione digitale. È un vero tema da Giovani. Forza, pensateci su! Essere “Figli di papà” risulta infatti particolarmente complesso anche per le seconde o terze generazioni di imprenditori che si scontrano, oggi, con uno scenario di crisi economica che ha stravolto i termini del fare impresa. Il cliché dell’imprenditore ricco e spregiudicato può considerarsi definitivamente superato anche nell’immaginario collettivo? Direi di sì. L’economia reale è spietata e non fa sconti. E non promette paradisi. Ma in genere, fatica. Il cliché da superare semmai - e non è sempre solo un cliché - è quello di chi crea i paradisi con l’economia di carta. Che è buona, soprattutto, per alimentare i falò delle vanità. Nell’ultima parte del libro lei fotografa gli imprenditori di prima generazione che sono, come si diceva, ormai il 30% del nostro Movimento. Nonostante i tempi c’è anche un risvolto positivo… Ho riscontrato però una grande preoccupazione per il futuro; c’è un’idea di creare il network a scopo protettivo e identitario. Per stringersi tutti insieme e poter superare meglio le avversità della congiuntura che non è solo una congiuntura, ma è stata soprattutto la più grande crisi dal Dopoguerra, la più terribile recessione dai tempi della rivoluzione industriale. La sfida è mantenere la seconda manifattura d’Europa e traghettarla nella rivoluzione digitale. È un vero tema da Giovani. Forza, pensateci su! 37 qualeimpresa.org INTERVISTA CON I PAST PRESIDENT GI Si è dedicata fin da giovanissima all’azienda di famiglia, nella quale ha maturato una grande esperienza sul campo. Una critica che viene spesso mossa al nostro sistema universitario riguarda proprio la scarsità di opportunità concrete di tirocini e stage da af- fiancare alla formazione teorica. Quanto conta l’istruzione accademica per un giovane e quanto la pratica sul campo? Penso che l'istruzione accademica e quella pratica, cioè quella applicata sul campo, siano a tutti gli effetti due facce della stessa medaglia. I due mondi sembrano lontani ma GIOVANI E DONNE PER INVESTIRE SUL FUTURO 38 | di Enrico Accettola | Direttore Quale Impresa Legame tra Università e impresa, tema dell'immigrazione, le donne come creazione di valore e di cambiamento in un mondo che appare sempre più senza confini, dove il Paese è chiamato ad avere la capacità di rinnovarsi. Tutto questo è guardato e interpretato con gli occhi di Anna Maria Artoni, Past President dei Giovani Impreditori di Confindustria. Non c'è alternativa all'innovazione, al cambiamento. È l'unico modo per stare sul mercato. All'interno di un'azienda l'innovazione, che sia di prodotto, di processo, di confini geografici, deve essere la molla che spinge a cambiare per stare sul mercato. GIConfindustria sono vicinissimi. Un'Università che si vuole definire moderna deve contaminarsi con l'esterno, e questa era anche la motivazione delle origini, quando l'Università era molto aperta e cercava le contaminazioni. Il futuro va cercato nella sfida, e anche l'impresa - se vuole crescere - deve cercare un rapporto virtuoso con gli universitari. Per un giovane studente universitario mettere insieme l'attività di formazione universitaria e l'esperienza d'impresa rende professionalizzante il percorso metodologico. Penso che il confronto continuo sia fondamentale per entrare al meglio nel mercato del lavoro e i GI fanno scuola in questo ambito perchè il loro mondo si è sempre avvicinato alla scuola per fare cultura d'impresa. La Artoni Trasporti è stata fondata da suo nonno nel 1933. Qualità, trasparenza e innovazione sono da anni i vostri valori cardine. Il sistema Italia dovrebbe investire maggiormente nella cultura dell’innovazione. Qual è la via maestra? Non c'è alternativa all'innovazione, al cambiamento. È l'unico modo per stare sul mercato. All'interno di un'azienda l'innovazione, che sia di prodotto, di processo, di confini geografici, deve essere la molla che spinge a cambiare per stare sul mercato. Il mondo oggi è senza confini; di contro noi abbiamo un Paese vecchio, che non ha avuto la capacità di innovarsi. Le stesse vecchie infrastrutture non creano un contesto favorevole al cambiamento. Dedizione al lavoro e attaccamento alla famiglia: due valori chiave nel suo percorso umano e professionale. In Italia la conciliazione famiglia/ lavoro è ancora considerata una questione privata. Quali strategie occorre mettere in campo a supporto delle donne che lavorano? Le donne che competono ad armi pari nel mondo della formazione mediamente portano a casa risultati migliori. Il problema è dopo, nel mercato del lavoro, dove alcune questioni continuano ad essere considerate culturalmente un affare privato delle donne, nonostante la cultura sia cambiata dal punto di vista dell'integrazione e della capacità di gestire la questione di genere rispetto al passato. Penso che il nostro Paese continui ad investire troppo poco sulle donne. Io vivo in una Regione fortunata ma altrove non è così, mancano spesso anche semplici servizi di supporto, ad esempio un trasporto pubblico adeguato per portare a scuola i bambini. Anche se i servizi aiutano ma da soli non bastano. 39 Anna Maria Artoni Ormai prevale in Europa un nuovo approccio culturale: non più politiche per la parità dei sessi, ma politiche capaci di valorizzare le differenze tra i sessi. Eppure nonostante un discreto incremento, le donne non riescono ancora ad affermarsi appieno sul mercato del lavoro… Gli uomini e le donne sono diversi, la donna ha un ruolo nella famiglia che non può essere sostituito, ma è vero che esistono anche barriere culturali. Pensiamo ad esempio a tutto il mondo della comunicazione, chi ha successo normalmente è velina o è modella, non diventa famosa l'mprenditrice di successo che ha fatto carriera. Dal punto di vista politico questo Governo per la prima volta ha una forte presenza femminile, ma per molto tempo le donne sono state Ministri delle Pari Opportunità, dove invece ci dovrebbe essere un uomo. Anche se i segnali di accelerazione ci sono, la donna deve sentirsi maggiormente investita in questo processo di cambiamento. Sono passati 12 anni da quando sono stata eletta presidente GI Confindustria, e nella mia squadra la presenza maschile e femminile era al 50%. L'imprenditoria per fortuna è un po' più avanti della società. Quando era alla guida dei GI fece clamore una sua affermazione: dichiarò che l’immigrazione rappresenta una forza necessaria per lo sviluppo delle economie occidentali. Usa, Canada e Australia si sono mosse da anni in questa direzione. In che modo l’Europa potrebbe agevolare l’arrivo dei cervelli? L'italia ha sempre considerato l'immigrazione come un problema e gestito l'ingresso degli immigrati con delle sanatorie senza investire mai nella reale capacità di attrazione dei talenti. Se vogliamo essere attraenti dobbiamo avere un Paese attraente, cioè avere ad esempio un'Università di qualità e dei canali di ingresso semplificati per chi vuole portare valore. Dobbiamo rovesciare la logica esistente e gestire l'immigrazione come attrazione di talenti, a partire dal mondo della formazione. Immigrazione e donne sono elementi di innovazione, perchè dove metti diversità metti valore. All’indomani della crisi finanziaria che ha colpito il Paese quali sono le nuove esigenze che l’industria deve soddisfare? Credo che in realtà la metamorfosi imprenditoriale sia in atto da tempo, da quando le nostre imprese hanno allargato i loro confini. C'è voglia di innovare, di trasformare. Quindi più che un problema di imprese o imprenditori, il problema è il Paese. Le imprese ce la stanno già mettendo tutta: innovano, investono sui giovani, sulle diversità, ma ora anche il Paese deve dare dei segnali e cominciare ad investire e creare qui un ambiente favorevole al fare impresa. È stata eletta Presidente dei Giovani Imprenditori nel 2002. Quali sono le sfide che il Movimento si è trovato ad affrontare in quegli anni e quali quelle che lo attendono oggi? Leggendo il libro di Alberto Orioli “Figli di papà a chi?” ho ritrovato che tutte le epoche descritte hanno in comune la stessa scintilla. Il Movimento ha saputo cioè - in ogni contesto storico - guardare al suo interno e contemporaneamente al futuro, oltre la logica di breve termine. Noi, a nostro modo, abbiamo seminato qualcosa e lasciato un segno. Questa è la forza generazionale e la consapevolezza di avere una grande storia, fatta di passaggi importanti, di migliaia di GI che hanno trovato il modo di combattere con una grande passione civile. 41 ANNA MARIA ARTONI CURRICULUM VITAE Anna Maria Artoni è nata nel 1967 e vive a Guastalla (RE). è Amministratore Unico di Artoni Group S.p.A. leader nazionale nel settore dei trasporti e della logistica oltre a ricoprire vari incarichi nelle aziende del gruppo di famiglia. è membro indipendente nel Consiglio di Amministrazione di Pirelli S.p.A dal 2012. Dal 2013 è entrata a far parte del Comitato Permanente di consulenza globale e di garanzia per le Privatizzazioni del MEF. Dal 2010 è membro del Consiglio di Amministrazione de Linkiesta S.p.A, una iniziativa editoriale on line. Fa parte del Comitato Investimenti di Credem Private Equity SGR e dello Strategic Committee di 21 Investimenti. è componente del Consiglio direttivo e della Giunta di Assonime. Fa parte dell’Advisory Board di Alma Graduate School di Bologna. @GIConfindustria DAL TERRITORIO AUGUSTAWESTLAND, QUANDO L'ITALIA SA ANCORA VOLARE | di Eleonora Merlo | Presidente GI Unione Industriali della Provincia di Varese | di Luca Donelli | Presidente GI Confindustria Alto Milanese Una delle più importanti aziende del Distretto Aerospaziale Lombardo ha aperto i propri cancelli alla visita di 60 Giovani Imprenditori varesini e dell’Alto Milanese. Tra stupore, orgoglio e curiosità. 42 “Operai come orafi in una bottega del terzo millennio”. È quello che succede quando un Giovane Imprenditore entra in un’azienda come AgustaWestland. La curiosità scivola presto nello stupore. Lo stupore, una volta metabolizzato, diventa orgoglio. Quello per una realtà produttiva tra le più importanti del Nord Italia che, nonostante la crisi generale, riesce a fare eccezione alla crisi. In questo caso, più che i numeri, è la rassegna stampa dei successi e delle commesse portate a casa da inizio anno che dà il senso della misura di una capacità anticiclica: “Gli elicotteri di Agusta per Sua Maestà. Doppio contratto da 910 milioni di euro” in Gran Bretagna, scrivevano i giornali il 1° febbraio. E poi, a breve distanza di giorni: “AgustaWestland, accordi a Singapore. Firmati i contratti per tredici elicotteri”. Flash di risultati positivi che il Gruppo Giovani Imprenditori dell’Unione degli Industriali della Provincia di Varese e il Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Alto Milanese hanno potuto toccare con mano. Con una visita aziendale che ha coinvolto 60 nuove leve dell’imprenditoria locale. Gli obiettivi? Da una parte, identificare “lessons learned” che possano essere di ispirazione a modifiche da apportare alla propria strategia e ai propri processi aziendali. Dall’altra, creare fiducia e ottimismo tra i propri iscritti. E in questo senso AgustaWestland è la “case history” perfetta. Non solo per i propri successi. Ma anche per quelli che Negli ultimi 10 anni a Varese i livelli occupazionali dell’industria aerospaziale sono aumentati di oltre il 28 % . L’export viaggia ad una crescita del 12% . GGI Varese e Alto Milanese Giovani Imprenditori Confindustria derivano dal fatto di far parte di un distretto industriale, quello lombardo dell’aerospazio, che nei primi 6 mesi del 2013 ha visto crescere il proprio export del 12,4%. Proprio in Lombardia si concentra il 33% delle esportazioni nazionali del settore. Frutto di un tessuto produttivo fatto di 185 imprese per un totale di 15mila addetti e un giro d’affari annuo di 4,8 miliardi di euro. Dati strutturali che fanno del comparto una mosca bianca nelle difficoltà economiche attuali. Basti pensare ai dati del censimento relativi alla sola industria varesina. Numeri che mettono in evidenza come tra il 2001 e il 2011 il manifatturiero locale abbia perso 28.360 addetti. Con comparti che hanno dovuto lasciare per strada anche il 44% della propria forza lavoro. Non il Distretto Aerospaziale, però. Che nello stesso periodo ha invece aumentato i propri livelli di occupazione del 28,3%. Numeri importanti, di cui AgustaWestland è assoluta protagonista. E come tale è stata vista e vissuta dai Giovani Imprenditori in visita. “Siamo riusciti a vedere con i nostri occhi – racconta Elena Covini – una società molto organizzata che grazie anche alla lean organization è riuscita a migliorare la produzione e il controllo dell’operato”. Descrizioni, che si fanno quasi poesia: “Operai come orafi in una bottega del terzo millennio”, racconta Emanuele Tosi che riassume AgustaWestland come “un grande esem- Il Distretto Aerospaziale Lombardo vanta un tessuto produttivo fatto di 185 imprese per un totale di 15mila addetti e un giro d’affari annuo di 4,8 miliardi di euro. pio di artigianato tecnologico italiano”. Lo stupore è il sentimento che ha lasciato AgustaWestland in Giorgia Fantoni: “Un esempio in cui innovazione di prodotto e di processo sono accompagnati dalla fondamentale abilità di ogni singolo dipendente”. Ma se, in tempi di social network, la visita dovesse essere riassunta in un hashtag, quello dei Giovani Imprenditori varesini e dell’Alto Milanese sarebbe: #orgoglio. L’ipotetico tweet di Alberto Montonati è forse il più eloquente: “Dopo la visita mi è parsa chiara una cosa: l’Italia sa ancora volare”. Da qui lo slogan di Mauro Vitiello: “AgustaWestland facci volare in alto nel mondo”. Facendo squadra, come sottolinea, Guglielmo Comerio: “Un’impresa globale che ha la sua forza nelle persone e nel distretto in cui opera”. Più da Facebook, superando abbondantemente i 140 caratteri, quello di Andrea Carnaghi: “Percorrendo le linee di montaggio ti rendi conto di quanto un prodotto tecnologicamente sofisticato come un elicottero sia frutto dell’accuratezza della manodopera, più che di un processo automatizzato”. Gli fa eco Davide Ambrosetti: “Ritengo che il vero valore aggiunto dell'azienda sia la capacità di realizzare un bene talmente sofisticato da risultare addirittura affascinante”. La chiosa, in inglese, è di Carlos Fairtlough: “A truly globalised company with a 100+ year history!” 43 GI App quale MANAGEMENT IL CORPORATE PERFORMANCE MANAGEMENT: COME RENDERE EFFICACI LE STRATEGIE 44 | di Matteo Giudici | Vice Direttore Quale Impresa Nelle discipline manageriali la performance è l’espressione del raggiungimento di determinati risultati, i quali debbono essere interpretati e apprezzati in funzione del grado di soddisfacimento delle attese degli stakeholder aziendali; in altri termini si assume che la performance faccia riferimento alla capacità dell’organizzazione di implementare efficacemente la propria strategia, negli interessi degli stakeholder rilevanti (Otley, 1999). è sempre difficile parlare di strategie nel contesto delle piccole medie imprese ed ancora più difficile è introdurre la necessità di allineare l’organizzazione ed i piani operativi alla strategia stessa. Spesso si sottovaluta l’importanza della determinazione di value proposition valide. GI App Questa definizione, che sta alla base del concetto di Corporate Performance Management, va estesa con tre elementi principali: formalizzazione e condivisione con gli attori principali dell’organizzazione ( detti Key Of ficer, KO ) della strategia di business e possibilmente della visione; allineamento tra organizzazione, architettura dei processi e sistemi informativi; def inizione e misurazione dei key per formance indicator ( KPI ) aziendali. Sempre secondo Otley, sviluppare in azienda i concetti di Corporate Performance Management significa introdurre delle metodologie e degli strumenti che consentano di operare con il seguente approccio: 2 elaborazione di strategie e piani per il raggiungimento di tali obiettivi e l’individuazione delle attività critiche per la loro efficace implementazione; 4 identificazione di 1 definizione degli obiettivi critici per il successo dell’organizzazione e delle modalità di valutazione del loro grado di raggiungimento; appropriati sistemi di incentivazione per i KO atti a favorire il raggiungimento dei target di prestazione definiti; 3 definizione dei livelli di prestazione da conseguire rispetto alle dimensioni critiche evidenziate nei punti precedenti; 5 predisposizione di flussi informativi efficaci ai fini dell’apprendimento dei KO e dell’allineamento dei rispettivi comportamenti. In pratica significa allineare i piani operativi e le azioni dei KO alle strategie. Per fare questo è necessario introdurre degli strumenti che consentano di misurare periodicamente le performance dell’organizzazione e tenere allineati i KO che potranno, sulla base dei feedback ricevuti, guidare le proprie azioni per raggiungere gli obiettivi condivisi. Questo insieme di processi deve essere inserito in un contesto molto ampio in cui la strategia viene periodicamente condivisa e declinata in piani di azione, l’organizzazione sia completamente allineata sugli obiettivi da raggiungere ed i sistemi di supporto alle decisioni siano snelli e orientati ai fattori critici di successo. I driver del cambiamento e le azioni che indirizzeranno il raggiungimento degli obiettivi devono essere nelle mani dei KO e le leve che avranno a disposizione dovranno essere chiaramente manovrate in un contesto di gestione integra- ta delle performance. Per misurare efficacemente i risultati delle azioni vengono spesso introdotti i KPI: esistono diverse metodologie per la definizione e l’analisi dei KPI, dalle Balanced Scorecard al tableau de bord. Dalla mia esperienza non importa quale metodologia si sceglie di seguire: quello che è fondamentale è istituire in azienda un processo organizzativo in cui la strategia, debitamente condivisa con i KO, venga declinata in piani di azione da cui scaturiranno iniziative di cambiamento e comportamenti orientati agli obiettivi e i cui risultati saranno in qualche modo facilmente misurabili. La scelta di utilizzare i KPI e le metodologie sopra individuate o semplicemente di basarsi su dei budget annuali o su altre metriche di analisi, dipende molto dalla dimensione e dalla complessità dell’azienda cioè dalla distanza tra il vertice che definisce le strategie e i diversi livelli di responsabilità aziendali – e, soprattutto, dal numero di informazioni che è necessario tenere monitorate per ogni processo. È sempre difficile parlare di strategie nel contesto delle piccole medie imprese ed ancora più difficile è introdurre la necessità di allineare l’organizzazione ed i piani operativi alla strategia stessa. Spesso si sottovaluta l’importanza della determinazione di value proposition valide: senza una fonte di differenziazione le aziende faticheranno sempre di più a sopravvivere in questo mercato tempestoso mentre dall’altra parte le aziende con una buona strategia e una buona visione avranno sicuramente successo. Non lasciare la strategia in un cassetto ma renderla operativa ed efficace, magari introducendo un sistema di Corporate Performance Management in azienda, è sicuramente il primo passo verso la garanzia di un futuro. quale team News dai Comitati Tecnici EDUCATION e LAVORO Dall’Education al sostegno alle start up: queste le direttrici del Comitato Education, che nei tre anni di attività ha sviluppato progetti innovativi capaci di valorizzare il ruolo sociale dell’impresa sul territorio e di rafforzare il dialogo con le nuove generazioni. Tre edizioni di “La tua idea di impresa”, in collaborazione con SFC, hanno visto aumentare esponenzialmente il numero delle Associazioni e delle scuole coinvolte nel principale progetto del Sistema, una competizione fra le idee imprenditoriali degli studenti delle scuole medie superiori che ha coinvolto partner qualificati come LuissEnalbs e arricchito la piattaforma di contenuti social. “Mimprendo Italia”, un progetto ideato a Padova oggi a ribalta nazionale, nel quale team di studenti, laureati e dottorandi devono misurarsi nel vivo dei contesti aziendali con progetti ad alto tasso di innovazione, ha creato una contaminazione feconda tra impresa e università, coinvolgendo 58 aziende e 450 giovani di 16 atenei. Due workshop Education, nell’ambito dei Convegni di Santa Margherita Ligure e Capri, hanno visto la partecipazione di startupper e istituzioni. Un Convegno sulle sfide del lavoro organizzato a Parma. Un percorso appassionante per dimostrare che, anche in tempo di crisi, fare cultura di impresa è creazione di impresa. 46 ORGANIZZAZIONE, SVILUPPO MOVIMENTO e RELAZIONI INTERNE Al centro dell’attività del Comitato la revisione del testo del Regolamento Nazionale, il progetto formativo Altascuola, la IV edizione del Premio Nazionale Marketing Associativo. Merito, coesione, trasparenza e rigore sono i principi fondamentali sui cui si sono incentrate le modifiche significative del Regolamento, approvato dalla Giunta confederale il 22 marzo 2012. Rappresentanza associativa, comunicazione e leadership sono invece alla base di Altascuola, il percorso che ha accompagnato i GI nel ruolo di portavoce degli interessi delle imprese e anticipatori di tendenze: grazie all’esperienza dei seminari riservati ai GI con cariche associative, in collaborazione con SFC è stato costruito un nuovo progetto con respiro triennale per rafforzare il ruolo di responsabilità che i GI hanno in azienda, nel sistema e nella società civile. Un'esperienza di successo e di forte coinvolgimento per i 25 GI “altamente formati" che hanno preso parte agli appuntamenti di Roma dell’11 e 12 luglio (“La rappresentanza associativa e i saperi economici”), del 11-12 settembre (“La nuova impresa”) e alla sessione di Bruxelles del 27-29 novembre (“Europa: istituzioni, Reti, Alleanze strategiche”). Quattro infine i principi strategici al centro del Premio Marketing: “Conoscere. Comunicare. Condividere. Contaminare”. L’iniziativa ha puntato a valorizzare le azioni di coinvolgimento associativo realizzate sul territorio, per rendere più attrattivi i Gruppi nei confronti di potenziali associati, dell’opinione pubblica, delle istituzioni. A determinare la valutazione dei progetti, premiati nel corso delle Assise 2014, anche l’integrazione del Welcome Kit GI, innovativo strumento per la presentazione del Movimento. Il Comitato è stato infine impegnato nella realizzazione - in collaborazione con il Sole 24 Ore - del volume “Figli di papà a chi?” sulla storia del Movimento GI, presentato durante le Assise 2014. quale team ENERGIA e AMBIENTE Elaborare strategie di sviluppo di lungo periodo capaci di coniugare il benessere delle future generazioni con lo sviluppo di nuove fonti energetiche e tecnologiche. Rafforzare nei giovani la cultura ambientale ed energetica in relazione al mondo dell’impresa. Sono i principali obiettivi del Comitato, che dopo una serie di incontri mirati a studiare a fondo gli elementi teorici e tecnici dell’argomento, ha definito i termini della partecipazione dei GI al Progetto Qualità del Servizio Elettrico (QSE), in collaborazione con la Commissione Energia e Ambiente di Confindustria per migliorare lo standard di qualità del servizio di fornitura dell’energia elettrica e spingere alla collaborazione i diversi soggetti operanti nel sistema elettrico nazionale. Attraverso la somministrazione di un questionario on-line, l’iniziativa ha portato alla realizzazione di una mappa del livello di servizio della fornitura di energia elettrica utile a evidenziare le criticità dei fenomeni di disturbo della rete sul territorio nazionale. La vocazione ad affrontare problematiche concrete con un’ottica di ampio respiro ha portato i GI a realizzare parallelamente all’attività di diffusione, un’attività di sensibilizzazione sull’importanza delle tematiche legate all’efficienza energetica. ECONOMIA, FINANZA E iNTERNAZIONALIZZAZIONE D’IMPRESA Supportare l'internazionalizzazione delle imprese, promuovendo un approccio più consapevole e coraggioso ai mercati esteri e favorendo la condivisione del patrimonio di contatti ed esperienze dei GI. Un obiettivo che il Comitato ha perseguito attraverso due importanti iniziative rivolte ai Giovani Imprenditori: la visita imprenditoriale dei GI in Kazakhstan e il Portale Internazionalizzazione GI. La visita in Kazakhstan, nell’ottobre 2012, è stata l'occasione per far conoscere ai GI le opportunità di un’area strategica e in forte espansione e per favorire una serie di contatti qualificati, tradottisi in molti casi in nuove joint venture. Il Portale Internazionalizzazione invece, progetto sperimentale lanciato nel luglio 2013, offre un supporto conoscitivo ai GI che intendono approcciare i nuovi mercati (Russia, Brasile, Cina, Turchia, Polonia, Kazakhstan), attraverso una raccolta aggiornata di informazioni sugli aspetti più critici del doing business nei vari Paesi, un’area social per lo scambio di esperienze e contatti fra i GI e un contact center attraverso cui richiedere un supporto di primo orientamento su problematiche tipiche di un processo di internazionalizzazione. RICERCA, INNOVAZIONE e TRASFERIMENTO TECNOLOGICO Promuovere l’innovazione come risorsa finanziaria e di crescita imprenditoriale. Sviluppare percorsi di sensibilizzazione tra i giovani per favorire l’autoimprenditorialità, in particolare nel settore ICT e nelle energie rinnovabili. Sono le linee guida che in questi tre anni hanno orientato il lavoro del Comitato, impegnato fin dal suo insediamento nel Concorso Nazionale “Talento delle idee”, il progetto portato avanti dai GI con Unicredit che mira a valorizzare le idee innovative di giovani con grandi potenzialità. Un’iniziativa che nel 2012 ha permesso di raccogliere 436 progetti contro i 277 della prima edizione. I membri della Commissione hanno partecipato attivamente alle selezioni delle migliori proposte sul territorio e alle premiazioni locali agevolando anche i percorsi di tutorship riservati alle startup più meritevoli. Nel 2013, l’attenzione si è poi spostata sulla mappatura che i GI hanno avviato con Confindustria e la Piccola Industria per mettere a fuoco tutte le iniziative pro-startup lanciate nell’ambito del Sistema. Obiettivo: disporre di un grande database con informazioni preziose per aziende, investitori, istituzioni. 47 quale team LEADERSHIP e MANAGEMENT Al centro delle attività del Comitato - nato con l’obiettivo di sviluppare un nuovo modello di leadership per i GI e di individuare nuove proposte per premiare il talento - il percorso pilota “Train the Trainer Leadership & Management”, costruito in collaborazione con SFC e finalizzato alla creazione di “leader a tutto tondo” grazie a quattro moduli formativi (macroeconomia, gestione della crisi, comunicazione efficace, soft skills). Conclusa con successo la fase di sperimentazione, nel 2013 la Commissione si è concentrata sui temi della leadership al femminile e della conciliazione famiglia-lavoro, organizzando in aprile un evento interno di riflessione con il supporto dell’ area Fisco, CSC e Relazioni Industriali di Confindustria: al centro del dibattito, le best pratices italiane ed estere in ambito di conciliazione famiglia-lavoro e le lacune ancora presenti nel nostro Paese. Il Comitato ha anche lavorato ad un portale sulla leadership per stimolare il dibattito sugli under 40 di valore capaci di guidare il cambiamento. COMPETITIVITÀ e INFRASTRUTTURE 48 ll Comitato ha eseguito un’analisi sullo stato delle infrastrutture in Italia e del loro impatto sulla competitività del Paese che ha portato alla definizione di varie proposte inserite tra le osservazioni inviate da Confindustria al Governo. Parallelamente, sul tema delle startup è stata individuata la prima rete italiana di imprese operanti in infrastrutture composta solo da GI con promozione su tutto il territorio nazionale. Inoltre è stato realizzato un focus puntuale su competitività e infrastrutture, con attenzione alla dimensione europea. Tre gli eventi organizzati sul tema: il workshop di Ischia (aprile 2013), quello di Pescara (marzo 2014), quello Napoli (aprile 2014). Il lavoro del Comitato si conclude dopo tre anni di intensa attività, con la realizzazione della pubblicazione “I LOVE IT” l’Italia che vorrei, un’ analisi delle soluzioni credibili e immediatamente attuabili a costo zero per la Pubblica Amministrazione. Un nuovo metodo per individuare alcuni criteri oggettivi utili a ridefinire le priorità del Paese. Una proposta per uscire dalle logiche di Profit/No Profit ed entrare nella chiave di sviluppo sociale di un bene o un servizio, attraverso l’abbandono degli investimenti speculativi “tanto e subito” in favore di “capitali pazienti” per un sano rapporto di Partenariato Pubblico Privato (PPP) e per una Nuova Economia Resiliente (NER). QUALE IMPRESA Da rivista di cultura e politica industriale, house organ dei Giovani Imprenditori, a strumento di informazione a tutto tondo rivolto non solo al Movimento ma alla società civile di cui le aziende e gli imprenditori di Confindustria sono parte attiva e vitale. Qualeimpresa negli ultimi tre anni è diventata uno strumento sempre più forte con cui i GI comunicano fra di loro e con il mondo esterno. Una tiratura di circa 13.000 copie, una diffusione capillare verso le aziende associate su tutto il territorio nazionale, una nuova grafica, rubriche e contenuti di stretta attualità e trasversali: grazie anche al recente restyling, la rivista “guarda” oggi ad un pubblico ampio oltre che agli imprenditori, le Istituzioni (Governo, Presidenza della Repubblica), i leader politici e sindacali, i vertici delle più importanti testate giornalistiche italiane. Nel corso degli ultimi tre anni le pagine di QI hanno ospitato grandi personalità del mondo dell'economia, della cultura e delle Istituzioni: l'economista Nouriel Rubini, il Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Giovannini, il guru della comunicazione americano Seth Godin, l’imprenditrice inglese Emma Jones, l’economista politologo e saggista Edward Nicolae Luttwak. Nel novembre del 2013 Quale Impresa ha festeggiato i suoi primi 40 anni. Con uno sguardo al futuro. quale team SVILUPPO PMI e ETICA D’IMPRESA Fare rete fra Giovani Imprenditori, mettere al centro le esigenze delle PMI, promuovere l’etica d’impresa come chiave di crescita e di sviluppo a livello territoriale e nazionale. Questi gli obiettivi del Comitato, che ha diffuso e fatto conoscere le potenzialità dell’aggregazione tra imprese promossa dal Contratto di Rete d’Impresa con la realizzazione di un flyer presentato al Convegno di Capri 2012 e distribuito con Quale Impresa che introduce alla “Guida pratica per la creazione di una Rete d’Impresa” realizzata da Confindustria. La Commissione ha anche promosso casi di successo di Reti di impresa fra i GI, capaci di accrescere il potenziale imprenditoriale delle aziende coinvolte e la loro propensione all’innovazione. Infine un confronto sui vantaggi che porta il bilancio sociale aziendale nei confronti degli stakeholders, partendo dall’analisi delle best practices presenti fra i Giovani Imprenditori. MODERNIZZAZIONE DEL PAESE Favorire la costruzione di un dialogo tra imprese e Pubblica Amministrazione basato su dati di performance certi e verificabili. Con questa finalità il Comitato ha portato avanti un complesso lavoro di valutazione della PA attraverso l’analisi di una serie di indicatori e grazie alla collaborazione dei Presidenti Territoriali GI: in diverse realtà locali è stato accertato lo stato di attuazione a livello locale della Riforma del lavoro pubblico del 2009, con riferimento all’istituzione degli organismi indipendenti di valutazione delle performance (cd. OIV), si è poi passati all’analisi del rapporto tra Pubblica Amministrazione e imprese per evidenziare i casi di eccellenza e mettere a fuoco le criticità. La mappatura ha portato ad un’ampia riflessione sulle lacune che si riscontrano nel settore, permettendo ai Gruppi GI sul Territorio di mettere a fuoco i punti sui quali è necessario intervenire con maggiore urgenza per un migliore rapporto con la PA di riferimento. YES e RAPPORTI INTERNAZIONALI Partendo dalla rete dello Yes (European Confederation of Young Entrepreneurs), il Comitato ha accompagnato il Movimento verso la creazione di un Network delle maggiori rappresentanze GI europee su temi di interesse comune. Cruciali gli incontri formativi/informativi effettuati presso la Delegazione GI a Bruxelles per sviluppare la conoscenza in tema di Europa, approfondire le best practices, agevolare la fruizione di strumenti e normative UE a supporto delle giovani imprese. Il MAME (Mediterranean African and Middle East Young Entrepreneurs Network), nato nel 2010, continua la sua funzione di Network tra i gruppi GI dell’area geografica interessata. Tra gli eventi-chiave, quello di Beirut nel settembre 2011 e il trilaterale in occasione del Convegno di Capri 2012 con Turchia e Presidenza YES. Attiva e proficua anche l’attività del Comitato all’interno del G20 Young Entrepreneurs’ Alliance (YEA), con la presenza continuativa di una delegazione di 20 GI partecipanti ai Summit annuali tenutisi in questi anni in Francia, Messico, Russia e i Mid Term Meeting in India, Arabia Saudita e Turchia. In collaborazione con YES for Europe, sotto il patrocinio della Vice Presidenza Europea cipriota è stata ospitata a Capri la Leadership Assembly della G20 Young Entrepreneur Alliance. L’evento ha avuto inizio con la cerimonia della firma della Joint Declaration “Europe: our challenge, our strenght” redatta dal quadrilaterale europeo e la consegna della stessa a Jorge Garcia (Presidente GI Messico) in rappresentanza della G20 YEA. L’ultimo Summit a Mosca dal 14 al 18 giugno 2013 sul tema della promozione del ruolo vitale dei GI in termini di crescita, occupazione, innovazione e competitività. Prossimo evento in programma il Summit in Australia dal 18 al 22 luglio sui temi dell’occupazione. Obiettivo: creare una strategia per ridurre la disoccupazione giovanile del 10% per il 2020 e puntare allo sviluppo dell’imprenditoria giovanile come una delle soluzioni possibili. 49 quale books QUALE BOOKS QUEL POLLO DI ICARO Autore Seth Godin » Editore Sperling & Kupfer » Euro 16,00 Ci hanno sempre detto di seguire le regole e non rischiare. Ci hanno messo in guardia ricordandoci che abbandonare la vecchia strada è pericoloso ed è molto meglio avere una serie di regole sicure da seguire. Tenete la testa bassa. Non volate troppo vicino al sole. Ma di cosa stiamo parlando? Non uscire dalla zona di comfort non è un consiglio praticabile nell'era della connection economy, ora bisogna fare i conti con una nuova verità: la prudenza è sempre troppa. È ora di volare più in alto che mai. Nel suo libro 50 più coraggioso e provocatorio, Seth Godin ci mostra come avere successo in un'economia che premia la creatività, non l'ubbidienza, e spiega perché i veri innovatori cercano la fiducia, l'originalità, la leadership, le storie virali, e afferma con passione che dovremmo iniziare a vedere il nostro lavoro come un'opera d'arte. L'arte non è scritta nel nostro DNA e non è un talento innato. È un atteggiamento, accessibile a chiunque abbia una visione che altri non hanno e il coraggio di metterla in pratica. Steve Jobs era un artista, così come lo erano anche Henry Ford e Martin Luther King. Lavorare come un artista significa investire in risorse che fanno la differenza: creatività, lavoro emotivo e grinta. Non è un cammino per deboli di cuore e Godin vi spiegherà perché è la vostra unica occasione per farvi notare. Questo è il momento di scoprire nuovi territori e nuovi lavori senza la certezza di una mappa. Allora, che cosa decidete di fare? vicende degli ultimi anni. Attraverso conversazioni con i protagonisti dell'economia e della politica, da cinque ex presidenti del Consiglio (Giuliano Amato, Romano Prodi, Silvio Berlusconi, Massimo D'Alema, Mario Monti) a Matteo Renzi, Friedman fa luce su retroscena che nessuno ha finora raccontato. Il racconto delle vicende politiche degli ultimi anni assume una nuova luce, rivelando ciò che spesso è stato omesso o taciuto. E si combina con un ambizioso e sorprendente programma in dieci punti per rimettere il Paese sul binario della crescita e dell'occupazione. Il tempo delle mezze misure è finito, e Friedman, in questo libro coraggioso, offre una ricetta di riforme di vasta portata. AMMAZZIAMO IL GATTOPARDO Autore Alan Friedman » Editore Rizzoli » Euro 15,30 Perché l'Italia è precipitata nella crisi peggiore degli ultimi trent'anni? La colpa è della Germania, dell'austerity imposta dall'Europa, della moneta unica? O della mediocrità della classe dirigente? Esiste una via d'uscita, una ricetta per rifare il Paese? Per rispondere a queste domande, Alan Friedman, forse il giornalista straniero che conosce meglio la realtà italiana, parte da quegli anni Ottanta in cui l'Italia era la "quinta potenza economica del mondo" e pareva avviata verso una vera modernizzazione per arrivare fino alle drammatiche giovanimprenditori.org LA TRAPPOLA DELL’AUSTERITY – PERCHÈ L’IDEOLOGIA DEL RIGORE BLOCCA LA RIPRESA Autore Federico Rampini » Editore Laterza » Euro 5,90 In quale mondo abitiamo? Un mondo dove gli europei stanno nella metà sbagliata. Mentre in America la Grande Contrazione è finita, in Europa la crisi si prolunga, perché così impongono le politiche nefaste che vanno sotto il nome di austerit y. Dobbiamo riscrivere non solo le regole della finanza ma anche rifondare un patto sociale indebolito dall'allargamento delle diseguaglianze. Divincolarsi dal pensiero unico neoliberista è il passaggio obbligato per iniziare a riparare l'enorme disastro sociale che si è prodotto. 51 L’ENIGMA DELLA CRESCITA AutorE Luca Ricolfi » Editore Mondadori » Euro 16,15 Fino a ieri sembrava che il problema della crescita riguardasse i paesi poveri, o arretrati, o "in via di sviluppo". La grande crisi del 2007-2013, la più grave dopo quella del 1929, ci sta invece mostrando che quel problema riguarda innanzitutto le società "avanzate", molte delle quali ancora stentano a uscire da una recessione che ormai dura da quasi sette anni. Ma se si guardano attentamente i dati degli ultimi cinquant'anni, e si confrontano tra loro le storie dei paesi che attualmente fanno parte dell'Ocse (il club dei paesi "sviluppati"), si scopre che la crescita era un problema, anzi un vero e proprio enigma, già prima della crisi. Perché è da mezzo secolo che l'insieme delle economie avanzate cresce a un ritmo sempre più lento. Ma anche perché fra di esse ci sono sempre stati paesi-gazzella e paesilumaca, con divari enormi fra i rispettivi tassi di crescita: l'Italia, per esempio, era un paesegazzella negli anni '50 e '60, ed è divenuto un paese-lumaca negli ultimi vent'anni. Qual è il segreto della crescita? Qual è il male che corrode i paesi ricchi? E qual è la chiave che permette ad alcuni di essi di crescere ancora, nonostante tutto? È a questi interrogativi che il libro di Ricolfi prova a rispondere, attraverso un racconto che, a tratti, finisce per assumere i contorni di un giallo. Un giallo i cui protagonisti sono le teorie economiche, ma anche i modelli elaborati dai demografi e dai biologi per individuare le leggi che regolano l'evoluzione delle popolazioni... GIConfindustria quale happening | Assise 2014 | 52 quale smile AL VOTO | di Giulia Bertagnolio | quale smile ...Grazie jm | di Giulia Bertagnolio | quale events rinnovo cariche LAZIO 1° gennaio 2014, con l’entrata di Latina in Unindustria si è completato il processo di regionalizzazione. Presidente del Gruppo GI del Lazio è Alessio Rossi che entra a far parte del Consiglio Centrale, precedentemente rappresentato da Chiara Bassignani. UMBRIA 31 gennaio 2014, a seguito della regionalizzazione delle due territoriali è stato eletto neo Presidente Marzio Presciutti Cinti che subentra a Federico Montesi ed entra a far parte del Consiglio Centrale TRENTINO A.A. 20 febbraio 2014, Alessandro Lunelli subentra a Matteo Lunelli ed entra a far parte del Consiglio Centrale. EMILIA ROMAGNA Il 27 febbraio 2014 Claudio Bighinati è stato eletto Presidente del Gruppo GI dell’Emilia Romagna. 55 qualeimpresa.org quale events agenda 10 DICEMBRE TRIESTE/GORIZIA Prima assemblea congiunta del Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Trieste e Confindustria Gorizia. In vista dell’imminente unificazione delle Associazioni della provincia di Trieste e di Gorizia, i GI delle due territoriali hanno voluto anticipare l’avvio di questo processo convocando congiuntamente l’Assemblea Ordinaria per l’anno 2013. L’incontro è stato l’occasione per rafforzare un percorso di conoscenza e collaborazione già avviato da tempo sul territorio e per confrontarsi sulle attività promosse dai Gruppi, entrambi impegnati nel diffondere la cultura d’impresa tra gli imprenditori del futuro. È stata anche un’interessante occasione per avere ospite Giulio Mellinato, Professore dell’Università Milano Bicocca, che ha compiuto un excursus sulla matrice e sullo sviluppo comune del territorio giuliano. TS/GO 56 23 GENNAIO pordenone Convegno “La Responsabilità degli Enti ai sensi del D. Lgs 231/2001L'applicazione della norma, il ruolo di Amministratori e Sindaci, i riflessi penali”, organizzato da “O.G.G.I. PN”, il gruppo interassociativo dei Giovani Imprenditori delle quattro Associazioni locali di Categoria Coldiretti, Confindustria, Confartigianato e Confcommercio, in collaborazione con Unione Giovani Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Pordenone e AIGA - Associazione Italiana Giovani Avvocati Sezione di Pordenone. Giovani Imprenditori Confindustria quale events GENNAIO/FEBBRAIO VERCELLI VALSESIA Nell’ambito dell’orientamento al mondo del lavoro, il Gruppo Giovani Imprenditori del Vercellese e della Valsesia, con l’affiancamento di Adecco e Ranstad, ha organizzato nei mesi di gennaio e febbraio 2014 incontri per i ragazzi delle ultime classi degli Istituti Superiori. Agli studenti sono state illustrate le caratteristiche del sistema economico locale, le modalità di predisposizione del proprio curriculum vitae, le strategie per sostenere un colloquio di lavoro, nonché le forme contrattuali più utilizzate. 57 7 FEBBRAIO UDINE “Comprendere i principi giuridici e amministrativi del sistema comunitario e la sua influenza su quello interno; definire e attivare strategie di comunicazione rivolte a istituzioni e opinione pubblica, al fine di presentare la visione e i punti di vista di aziende, associazioni o reti territoriali sulle problematiche economiche e sociali di interesse; attivare modalità di relazione tra soggetti istituzionali, economici o sociali portatori di interesse e di istanze tra loro compatibili al fine di proporre opzioni decisionali condivise e inclusive”: sono questi, riassunti da Massimiliano Zamò, Presidente del Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Udine, gli obiettivi che hanno spinto il Gruppo a promuovere un seminario sulle tecniche di relazioni istituzionali e business diplomacy. @GIConfindustria quale events 15 TS FEBBRAIO TRIESTE Il GGI di Trieste ha organizzato un ciclo di incontri rivolto agli studenti delle scuole superiori di Trieste con l'obiettivo di illustrare concretamente cosa significa fare impresa: dall’idea alla realizzazione tramite la stesura di un business plan, passando per una presentazione efficace. Una sessione è stata dedicata alla compilazione del curriculum e al colloquio di lavoro. Le classi di alunni sono state divise in team di circa 20 studenti ciascuno, provenienti da istituti scolastici diversi. Si è voluto, infatti, creare una mattinata di lavori caratterizzata dalla dinamicità degli interventi dei relatori e dal continuo coinvolgimento degli studenti nelle attività. L'evento ha coinvolto oltre duecento ragazzi di undici classi provenienti da tre Istituti Tecnici e due Licei. 58 20 FEBBRAIO PORDENONE Assemblea annuale del GGI di Unindustria Pordenone: sono intervenuti Marco Camuccio, Presidente del GGI, Paolo Candotti, Direttore Generale di Unindustria Pordenone e Maurizio Castro, già Senatore e manager, Esperto di Diritto del Lavoro e Relazioni Industriali. All’ordine del giorno la relazione sulle attività 2013, distribuita successivamente a tutti i 109 componenti del Gruppo in una originale pubblicazione, e la presentazione del Piano Straordinario di Unindustria “Pordenone Laboratorio per una nuova competitività industriale”. GI App quale events 21 FEBBRAIO PORDENONE Convegno “Le medie imprese del Nordest nell'indagine MediobancaUnioncamere 2013”, organizzato da MIB School of Management, in collaborazione con Unindustria Pordenone e Friulia SpA. All’incontro ha partecipato Marco Camuccio, Presidente del GGI di Unindustria Pordenone. È stata illustrata la situazione delle medie imprese italiane, con un focus particolare sul Nordest, fotografata con l’indagine realizzata dai due enti nazionali. Lo studio redatto annualmente rappresenta l'unica rilevazione censuaria della media impresa. 59 pn 24 FEBBRAIO COMO Il Gruppo Giovani Industriali di Como, in collaborazione con la SDA Bocconi, ha organizzato presso Unindustria Como un corso formativo per sensibilizzare gli imprenditori e i loro manager al brand management e alle sfide da affrontare per generare, accumulare, ampliare e attivare il potenziale di crescita dei loro brand d’impresa e tradurlo in flussi di risultato crescenti. GI App quale events Cn 25 FEBBRAIO CUNEO Un nutrito gruppo di iscritti al Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Cuneo ha visitato lo stabilimento della Torrefazione Caffè Excelsior di Busca (CN). Nicoletta e Roberta Trucco, giovani soci amministratori, hanno accolto i partecipanti e dopo una interessante presentazione sulla storia del caffè, sui metodi di coltivazione, raccolta, selezione e sulle varietà di caffè, hanno guidato i partecipanti nella visita ai reparti di tostatura e confezionamento. Interessante la degustazione e le prove di assaggio attraverso l’analisi sensoriale. 60 26 FEBBRAIO TRIESTE TS giovanimprenditori.org Il Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Trieste ha avuto il piacere di avere ospite a cena l’Assessore alle finanze, patrimonio, coordinamento e programmazione politiche economiche e comunitarie della Regione Friuli Venezia Giulia Francesco Peroni. Un’opportunità di dialogo e confronto sulle prospettive di sviluppo per il territorio e per le imprese e un’occasione per presentare le attività del Gruppo all’Assessore, con particolare attenzione alle iniziative volte alla diffusione della cultura d’impresa presso gli studenti delle scuole superiori di Trieste. L’appuntamento si inserisce nell'ambito di una serie di incontri con imprenditori, amministratori pubblici e politici organizzate dal Gruppo Giovani. quale events 27 FEBBRAIO UDINE La II Commissione consiliare della Regione FVG ha ricevuto il GGI di Confindustria Udine, che in mattinata avevano seguito i lavori d'Aula. A salutarli anche il Presidente del Consiglio, Franco Iacop. I Giovani Imprenditori hanno portato una proposta molto chiara all'attenzione della classe politica regionale: svolgere una serie di incontri con temi specifici, durante i quali individuare una modalità di dialogo condivisa, diminuire le distanze tra il mondo imprenditoriale e quello politico e trovare le priorità da perseguire. Il primo incontro a maggio verterà sulla competitività, declinata in tre capitoli: sburocratizzazione, infrastrutture e internazionalizzazione (export e attrattività del territorio per le imprese estere). La proposta è stata accolta con favore. 61 CO MARZO COMO Il Liceo Scientifico Paolo Giovio di Como, in collaborazione con il Gruppo Giovani Industriali di Unindustria Como, ha organizzato il ciclo di conferenze: “Geopolis linee d’orizzonte della storia contemporanea, XV edizione EXPO2015. All’incrocio tra Como e il mondo”. Il ciclo di conferenze, che si è svolto presso Unindustria Como dal 6 al 27 marzo tutti i giovedì, ha analizzato sotto diversi punti di vista il tema di EXPO 2015. qualeimpresa.org quale events 10 MARZO PORDENONE Incontro “Che azienda sarebbe senza (una buona) organizzazione?” promosso da Unione Industriali Pordenone, Consorzio Universitario Pordenone, Dipartimento di Scienze Economiche e Statistiche dell’Università degli Studi di Udine, Dipartimento di Scienze Economiche e Aziendali dell’Università degli Studi di Padova. L’evento è stata l’occasione di un confronto aperto sui temi della progettazione organizzativa tra Marco Camuccio, Presidente del GGI di Unindustria Pordenone, Sabrina Matteazzi, responsabile del personale dell’ospedale di Motta di Livenza, Giovanni Costa, Paolo Gubitta e Daniel Pittino, docenti alle Università di Padova e Udine e autori della terza edizione del volume “Organizzazione Aziendale. Mercati, gerarchie e convenzioni” presentato durante l’incontro. 62 PN 11 MARZO PORDENONE Tavola rotonda “Importanza del design oggi. Ruoli e funzioni”, organizzato da Isia Roma Design e Consorzio universitario di Pordenone, con il sostegno di Unindustria Pordenone, nell’ambito della 3^ edizione della “Pordenone Design Week”. All’evento ha partecipato la fashion designer Agatha Ruiz de la Prada e sono intervenuti Marco Camuccio, Presidente del GGI di Unindustria Pordenone e Andrea Perin, Presidente del GGI Edili ANCE Pordenone. 13 CO Giovani Imprenditori Confindustria MARZO COMO Il Gruppo Giovani Industriali ha organizzato presso Unindustria Como il seminario “Introduzione al funzionamento delle Istituzioni europee e all’attività della Delegazione di Confindustria presso l’Unione europea”. Dopo il saluto iniziale del Presidente dei Giovani Industriali Marco Taiana, ha avuto luogo la presentazione del report “L’Italia vista dall’UE”. Il seminario vuole fornire un’introduzione al funzionamento delle Istituzioni europee e all’attività della Delegazione di Confindustria presso l’Unione europea. Relatori del seminario sono stati la Dott.sa Karim Nardini, funzionario Unindustria Como di riferimento presso la Delegazione di Confindustria/UE e il Dott. Carlo Pirrone funzionario della Delegazione, competente per politica commerciale. quale events 19 PN Consiglio Direttivo allargato a tutti i componenti del GGI di Unindustria Pordenone, per lo sviluppo dei progetti e in preparazione delle prossime elezioni nazionali del 6 maggio del Presidente Nazionale e dei 15 membri del Consiglio Centrale. All’incontro ha partecipato anche Claudio Cattaruzza, Assessore Comunale alla Cultura, Turismo e Promozione della città di Pordenone, per un confronto sulle attività del territorio e in particolare sulla prossima 87^ Adunata Nazionale Alpini 2014, che si terrà a Pordenone dal 9 all’11 maggio 2014. 19 CO CO MARZO PORDENONE MARZO COMO Il Gruppo Metalmeccanici di Unindustria Como in collaborazione con il Gruppo Giovani ha organizzato uno sportello sull’utilizzo dello strumento LinkedIn presso Unindustria Como. L’obiettivo dell’incontro è stato quello di illustrare lo strumento e analizzarne opportunità e rischi. Relatori saranno l’ing. Laura Sfardini e l’ing. Piero Tagliapietra del CEFRIEL di Milano, centro di eccellenza per l’innovazione, la ricerca e la formazione nel settore dell’Information Communication Technology. 24-25 63 MARZO COMO Il Gruppo Giovani Industriali di Como ha organizzato in data 24 e 25 MARZO 2014 una visita a Bruxelles per conoscere meglio le Istituzioni europee e la delegazione di Confindustria presso l’Unione Europea. @GIConfindustria quale appointments SAVE THE DATE Nazionale 12 APRILE CORTINA PER VENEZIA Venezia 5 MAGGIO Consiglio centrale GI Roma Territoriale 4 APRILE PERUGIA Workshop “Le mosse vincenti Scacchi e Business” 7 APRILE MODENA Reti dìimpresa 2.0 6 MAGGIO 10 Consiglio centrale GI ELETTIVO GGI Treviso - Assemblea elettiva ed evento pubblico Roma 18-22 LUGLIO G20 YEA Sidney APRILE TREVISO TI SEMBRA POCO? SI DICE CHE 21 GRAMMI SIA IL PESO DELL’ANIMA. NOI PENSIAMO CHE IL BRAND SIA L’ANIMA DI OGNI AZIENDA. Il brand è la risorsa più importante a tua disposizione. È il tuo volto, per farti conoscere e ricordare. È la tua voce, racconta il tuo percorso ai clienti di oggi e ai possibili partner di domani. Parla all’Italia, ma può farlo all’estero e in nuovi mercati. Il brand crea un valore aggiunto, bisogna prendersene cura. Noi di Emporio ADV lo facciamo ogni giorno, e ci mettiamo l’anima. UDINE _Via M. Buonarroti 41 Loc. Feletto Umberto_33010 Tavagnacco (UD) MILANO _Via Borgogna 5_20122_Milano_(MI) emporioadv.it - [email protected] seltzpr.it - [email protected]
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