Poste Italiane S.p.A. – spedizione in abbonamento postale- D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 N. 46) Art. 1, comma 1, DR PZ Bibliografia dal Seme - n° 2 /14 Ricerca 1 Ricerca Bibliografia Valutazione varietale di erba medica nella pianura irrigua lombarda Come per tutte le colture, nell’impianto di un medicaio la scelta varietale riveste una fondamentale importanza. Gli elementi indispensabili per poterla esercitare dipendono, oltre che dal tipo di utilizzazione, dall’adattabilità che le singole varietà hanno nei diversi ambienti pedo-climatici Lamberto Borrelli1, Angelo Passerini1, Paolo Broglia1,Cesare Tomasoni2 Citazioni bibliografiche ROMANI M., ONOFRII M., MAGGIORE T., (1992) - Produttività di varietà di erba medica nella pianura irrigua lombarda. L’Informatore Agrario, 48, 44, 35-39. PAOLETTI R., MAGGIORE T., BOZZO F., PARENTE G., LOCATELLI C., ROMANI M., (1987) -Confronto varietale tra cultivars di medica. Nota 1. Risultati di un esperimento collegiale nella pianura settentrionale: 1) Porcellasco (CR), Lonigo (VI), Pozzuolo del Friuli (UD). Annali dell’Istituto Sperimentale per le Colture Foraggere. Vol. VII, 115-141. PAOLETTI R., LOCATELLI C., BORRELLI L., (1992) - Adaptation of Italian and foreign lucerne cultivars to the Po Valley light and acid soils, dry matter yield and persistency. Proceedings of the X International Conference of the EUCARPIA Medicago spp. Group. Ist. Sper. Colt. Forr. -Lodi. C. TOMASONI, L. BORRELLI, M. ONOFRII, (1998). Produttività e comportamento di 41 varietà di erba medica nella pianura irrigua lombarda. Sementi Elette, 2, 27-32. Consiglio per la Ricerca e Sperimentazione in Agricoltura. Centro di Ricerca per le Produzioni Foraggere e Lattiero Casearie (CRA- FLC)- Lodi [email protected] 2) Professore a contratto di Agronomia e Coltivazioni erbacee, Dipartimento VSA, Facoltà di Medicina Veterinaria, Università Statale di Milano. 1) 2 dal Seme - n° 2 /14 Bibliografia Ricerca Valutazione di varietà di loiessa (Lolium multiflorum lam.) nella pianura padana La loiessa è un’ottima pianta da erbaio, dall’impianto rapido e facile, di elevata produttività, che si presta sia al consumo fresco, sia alla fienagione che all’insilamento. Quest’ultima tecnica, sta diventando il sistema di conservazione del prodotto sempre più utilizzato nelle aziende zootecniche da latte Lamberto Borrelli1, Angelo Passerini1, Paolo Broglia1,Cesare Tomasoni2 Citazioni bibliografiche 1.Cavazza, L., 1975. Ricerche sulla concimazione azotata della loiessa. La ricerca scientifica, Quaderno n. 88 –CNR. 2.Hausmann, G., 1969. Gli erbai nell’avvicendamento annuo delle colture, Agraria Scripte. 3.Maggiore, T., 1987. Il sistema foraggero. Atti della Società Agraria di Lombardia, III serie, Anno CXXV, IV trimestre, 9-21. 4.Maggiore, T., Gentinetta, E., Lorenzoni, C.,1984.Doppia coltura: risultati produttivi delle successioni loiessa-mais e orzo-mais. L’Informatore Agrario, 7, 89-92. 5.Maggiore, T., Onofrii, M.,1982. Foraggi: produzione e qualità. Stato attuale e prospettive della foraggicoltura lombarda di pianura. Atti del convegno “Lodi latte”. 6. Onofrii, M., Tomasoni, C., 1984.Confronto tra successioni di erbai in doppio raccolto nella pianura lombarda. L’Informatore Agrario, 40(7), 97-107. 7. Piva, G., Masoero, 1986. Pregi dell’unifeed nell’alimentazione della lattifera. Informatore zootecnico, 10, 41. 8. Succi, G., Crovetto, G. M., Sandrucci, A., 1988. Il ruolo del foraggio nell’evoluzione dele tecniche alimentari delle bovine da latte nella pianura lombarda. Atti del Convegno: ”Il futuro della foraggicoltura prativa nella Pianura Padana”, Lodi 15-16 giugno, ISCF, 175-187. 9.Tomasoni, C., Borrelli, L., 2001. La coltivazione della loiessa, foraggera da erbaio. L’Informatore Agrario, 29, LVII, 27-34. Consiglio per la Ricerca e Sperimentazione in Agricoltura. Centro di Ricerca per le Produzioni Foraggere e Lattiero Casearie (CRA- FLC)- Lodi [email protected] 2) Professore a contratto di Agronomia e Coltivazioni erbacee, Dipartimento VSA, Facoltà di Medicina Veterinaria, Università Statale di Milano. 1) dal Seme - n° 2 /14 3 Ricerca Bibliografia Pisello proteico a semina primaverile Utilizzato in passato come componente fondamentale di alcuni erbai oligofiti primaverili, può trovare spazi di diffusione avendo le potenzialità produttive e qualitative per costituire anche impianti in purezza. Le costituzioni varietali più recenti, in grado di autosostenersi, hanno permesso di superare gli inconvenienti di questa pianta, la facilità di aduggiamento e allettamento, che ne hanno sempre ostacolato la coltivazione in purezza come essenza da foraggio Lamberto Borrelli1, Angelo Passerini1, Paolo Broglia1,Cesare Tomasoni2 Citazioni bibliografiche Annicchiarico, P., Iannucci, A., Filippi, L., 2003. Cultivar di colture proteiche a confronto in areali contrastanti. Informatore Agrario, 42, 73-76. Borrelli, L., Tomasoni, C., 2005. Nota sulle caratteristiche pedo-climatiche dell’azienda dell’Istituto Sperimentale per le Colture Foraggere di Lodi. Annali ISCF, vol. IX, 43-49. Cosentino, S., L., Cassaniti, S., Copani, V., Corleto, A., Ziliotto, U., 2003. Ruolo agronomico delle leguminose foraggere. Riv. Agron. 37:5-19. Costantini, E.A.C., Tellini, G., 1990. Studio pedologico di alcune aree sperimentali del nord, centro e sud Italia. Annali dell’Ist. Sper. Agron. Vol. XXI, suppl. 2, 255-288. Jannelli, P., Piano, E., Tomasoni, C., 1978. Possibilità e limiti della produzione foraggera ad alto contenuto proteico. Leguminose da foraggio. Annali dell’Ist. Sper. Colt. For. , Lodi, vol. V, 217-246. Tomasoni, C. e Borrelli, L., 2007. Tanti vantaggi per l’azienda grazie alle colture proteiche, Informatore Agrario, 36, supp.1, 16-18. Consiglio per la Ricerca e Sperimentazione in Agricoltura. Centro di Ricerca per le Produzioni Foraggere e Lattiero Casearie (CRA- FLC)- Lodi [email protected] 2) Professore a contratto di Agronomia e Coltivazioni erbacee, Dipartimento VSA, Facoltà di Medicina Veterinaria, Università Statale di Milano. 1) 4 dal Seme - n° 2 /14 Bibliografia Tecnologia La produzione di sementi delle principali specie foraggere: ispezioni in campo dal 1972 al 2013 Ai fini della certificazione ufficiale, le colture da seme devono essere sottoposte innanzitutto a ispezioni in campo il cui scopo è verificare l’idoneità delle stesse in relazione ai requisiti previsti dalla legge. I controlli sono tesi principalmente all’accertamento dell’identità e della purezza varietale; nel primo caso si valuta la rispondenza delle caratteristiche morfologiche delle piante alla varietà riprodotta, mentre, nel secondo caso, si accerta la presenza di individui “fuori-tipo” (piante appartenenti a varietà diverse o disgiunzioni della varietà stessa)”; inoltre, devono essere verificati: l’isolamento (rispetto delle distanze minime previste allo scopo di evitare impollinazioni indesiderate o inquinamenti meccanici), eventuale presenza di fitopatie e fisiopatie, le precessioni colturali e la provenienza del seme impiegato. Alessandra Sommovigo, Marco Venali, Domenica Iraci Capuccinello1 Citazioni bibliografiche Domenica Iraci Capuccinello, Alessandra Sommovigo (2012) La produzione di sementi di erba medica in Italia. Dal Seme 1, 50-55. AA.VV. (2011) I cereali, le colture industriali e le foraggere. Annuario dell’agricoltura italiana 357-361. Giuseppe Merisio (2004) L’evoluzione della certificazione delle sementi. Sementi Elette 5, 26-33. Vincenzo Tabaglio, Marco Liguabue, Fabrizio Ruozzi (2001) Il panorama varietale dell’erba medica si evolve - Sementi Elette 6, 28-35. Alessandra Sommovigo, Valerio Cazzola, Romana Bravi (1999) Problematiche relative alla produzione e commercializzazione di sementi foraggere leguminose e graminacee. Sementi Elette 3/4, 43-49. Angelo Favero (1983) La semente, requisiti, normativa produzione tecnologia. Reda Edizioni per l’agricoltura. Francesco Papini (1981) La produzione delle sementi di leguminose foraggere. Quaderno 37. Web http://www.escaa.org/ http://www.euroseeds.org/ http:www.novagricoltura.com/pisello-proteico-una-risorsa-per-valorizzare-la-collina http://www.inea.it/documents/10179/56536/Capitolo_22.pdf http://agricoltura.regione.emilia-romagna.it/ CRA-SCS Sede di Bologna - [email protected] 1 dal Seme - n° 2 /14 5 Tecnologia Bibliografia Essenziale derivazione nelle specie vegetali coltivate: principi generali Le problematiche connesse con la difesa dei diritti del costitutore vengono qui esaminate in relazione al caso particolare delle varietà essenzialmente derivate. A partire dalla convenzione UPOV 1991, si ricordano le fonti giuridiche cui fare riferimento per affrontare una discussione sull’argomento. Sono quindi riassunti, sulla base della bibliografia, i criteri e le metodiche da applicare per il riconoscimento degli eventuali casi di essenziale derivazione Matteo Busconi, Carla Corti, Carlo Lorenzoni, Mariangela Marudelli Citazioni bibliografiche Borchert T., Krueger J., Hohe A. 2008. Implementation of a model for identifying essentially derived varieties in vegetatively propagated Calluna vulgaris varieties. BMC Genetics 9:56 Heckenberger M., Bohn M., Ziegle J.S., Joe K.L., Hauser J.D., Hutton M., Melchinger A.E. 2002. Variation of DNA fingerprints among accessions within maize inbred lines and implication for identification of essentially derived varieties. I. Genetic and technical sources of variation in SSR data. Molecular Breeding 10: 181-191 ISF, 2009. ISF view on intellectual property. Antalya, 27 May 2009.www.worldseed.org UPOV, 1991. International convention for the protection of new varieties of plants. Revised at Geneva, March 19, 1991.www.upov.int/ UPOV, 2002. General introduction to the examination of distinctness stability and uniformity and the development of harmonized descriptions of new varieties of plants. TG/1/3.www.upov.int/ Van Eeuwijk F.A., Baril C.P. 2001. Conceptual and statistical issues related to the use of molecular markers for distinctness and essential derivation. Acta Hort. 546: 35-53 Istituto di Agronomia, Genetica e Coltivazioni erbacee, Università cattolica del Sacro Cuore, Piacenza. - [email protected] Ringraziamento: Desideriamo esprimere la nostra gratitudine a Pier Giacomo Bianchi, del CRA-SCS, per averci assicurato il continuo aggiornamento sulla documentazione in materia rilasciata da UPOV e ISF. 6 dal Seme - n° 2 /14 Bibliografia Tecnologia Essenziale derivazione nelle specie vegetali coltivate: indagini sui casi Sono esaminate le indicazioni fornite dall’UPOV e da altre fonti bibliografiche sulle procedure che si possono applicare per il riconoscimento di varietà essenzialmente derivate. Particolare attenzione è data all’impiego di marcatori molecolari per decretare la conformità genetica. E’ infine discusso come vada interpretata l’essenzialità delle caratteristiche della varietà derivata in rapporto alla varietà iniziale Matteo Busconi, Carla Corti, Carlo Lorenzoni, Mariangela Marudelli Citazioni bibliografiche Borchert T., Krueger J., Hohe A. 2008. Implementation of a model for identifying essentially derived varieties in vegetatively propagated Calluna vulgaris varieties. BMC Genetics 9:56 Heckenberger M., Bohn M., Klein D., Melchinger A.E. 2005. Identification of essentially derived varieties obtained from biparental crosses of omozygous lines. II Morphological distances and heterosis in comparison with simple sequence repeat and amplified fragment length polimorphysm data in maize. Crop Sci. 45: 1132-1140 Heisey P.W., Brennam J.P. 1991. An analytical model of farmers’ demand for replacement seed. Amer. J. Agr. Econ. 73:1044-1052 ISF, 2005. Essential derivation. Information and guidance to breeders. www.amseed.org ISF, 2008. ISF guidelines for the handling of a dispute on essential derivation on maize lines. ISF Maize and Sorghum Section, Prague, 2008. www.worldseed.org ISF, 2009. ISF view on intellectual property. Antalya, 27 May 2009. www.worldseed.org Rolàn Ruiz I., Calsyn E., Gilliland T.J., Coll R., van Eijk M.J.T., De Loose M. 2000. Estimating genetic conformity between related ryegrass (Lolium) varieties. 2. AFLP characterization. Molecular Breeding 6:593-602 UPOV, 2005. Care law judgment on essentially derived varieties. Newsletter 99, Sept. 2005. www.upov. int/ UPOV, 2008. Concepts of dependence and essential derivation: the possible use of DNA markers. Madrid, September 16-18, 2008 BMT/11/24 .www.upov.int/ Istituto di Agronomia, Genetica e Coltivazioni erbacee, Università cattolica del Sacro Cuore, Piacenza. - [email protected] La bibliografia è pubblicata sul sito www.dalseme.it dal Seme - n° 2 /14 7 Tecnologia Bibliografia Van Eeuwijk F.A., Law J.R. 2004. Statistical aspects of essential derivation, with illustration based on lettuce and barley. Euphytica 137: 129-137 Van Wezenbeek B. 2010. What is the essence of “essentially derived”?. http://www.managingip.com/Article/ 2384298 Vosman B., Visser D., van der Voort J.R., Smulders M.J.M., van Eeuwijk F. 2004. The establishment of “essential derivation” among rose varieties, using AFLP. Theor. Appl. Genet. 109: 1718-1725 8 dal Seme - n° 2 /14 Bibliografia dal Seme - n° 2 /14 Ricerca 9
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