COMUNItà NOSTRA Parrocchia di San Bartolomeo Apostolo in Salzano - VE www.parrocchiasalzano.org n.24 DICEMBRE 2013 Pace in terra agli uomini di buona volontà natale è fare spazio SOMMARIO Editoriale .......................................................... 2 Un Natale di buona volontà .............................. 3 Volontà di stare accanto ai poveri..................... 4 Volontà di amare nella sofferenza........................ 5 Volontà di credere............................................. 6 La volontà di solidarietà...............................7-8-9 Bilancio Parrocchia.......................................... 10 Il restauro della canonica........................... 11-12 Eventi Centenario Pio X.................................. 13 Scuola dell’infanzia.....................................14-15 Itinerario con i genitori..................................... 16 Dietro le quinte dei due presepi ...................... 17 Immagini di comunità ..................................... 18 Lo scaffale delle parole.................................... 19 L’angolo della Spiritualità................................. 20 “La luce della fede”1 prima, “La gioia del Vangelo”2 da circa un mese: sono questi i primi due documenti che papa Francesco ha regalato finora alla Chiesa universale. Ma poi la semplicità della sua vita e dei suoi gesti, l’attenzione alle piccole cose del nostro quotidiano… e con tutti noi, lo sguardo rivolto ad un Bambino che si presenta di anno in anno come il “Dio che viene” in mezzo a noi. Sono questi alcuni aspetti che caratterizzano la presenza e il magistero di questo vescovo di Roma, papa Francesco, e che stanno toccando non solo l’interesse, ma anche il cuore e la vita di tante persone, in particolare dei più semplici, di tanta gente comune. segue all’interno Comunità Nostra 1 natale è fare spazio Resoconto del numero precedente (n° 23, ottobre 2013) Lo stesso successe a Gesù a Betlemme (ma sarà così durante tutta la sua vita e con il suo messaggio): è fra la gente semplice che ha trovato accoglienza gioiosa e disponibilità a lasciarsi sorprendere e guidare. Accogliere Gesù nel Bambino di Betlemme, accoglierlo come Buona Notizia per la nostra esistenza. Dice Luca nel suo vangelo: “Mentre si trovavano in quel luogo (Betlemme), si compirono per lei (Maria) i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia”3 . Il parto, la fatica e la cura. Natale è proprio partorire ciò che deve nascere, dare alla luce ciò che deve vivere. E chi ne ha l’esperienza sa bene che il nascere della vita comporta fatica, dolore, che apre però a gioia sempre più grande ed abbondante. Se non accettiamo anche momenti di sofferenza non faremo mai nascere da noi niente di nuovo, di vitale, che doni gioia, che diventi luce. E dopo averlo partorito, Maria lo avvolge in fasce e lo depone in una mangiatoia: è il prendersi cura di Maria di questa nuova vita, di questa creatura che le è stata affidata. Tutto ciò che vive ha bisogno di cura, altrimenti muore. La cura sorge quando qualcosa ha importanza per noi: se non curi i tuoi sentimenti, la tua anima, i tuoi rapporti personali, la tua relazione con il Signore ( = fede) e nella comunità e non dedichi tempo a queste cose, tutto muore; e ti ritrovi arido, freddo, piatto, vuoto, depresso. La mangiatoia. C’è poi un altro segno del Natale: è la mangiatoia. Essa rappresenta la povertà del Bambino, ma anche la quotidianità degli eventi. Essa, infatti, è il luogo dove gli animali vanno a mangiare il “loro pane quotidiano”: quel bimbo deposto nella mangiatoia è diventato il “pane vivo disceso dal cielo affinché chi ne mangia non muoia”4. È il nutrimento di ogni giorno. È il vero pane che dà vita, la nuova mangiatoia. Natale è accogliere Gesù, prendersi cura di lui, nutrirsi di lui. Ed accoglierlo anche nel nostro quotidiano, nel vivere il nostro Battesimo, questo dono che ci è stato consegnato fin dai primi momenti della nostra esistenza terrena e che siamo chiamati a riscoprire giorno per giorno per accogliere in noi la gioia che ci viene dal fare esperienza dell’amore di Dio per noi. Riscopriamo il nostro Battesimo. “Se tu conoscessi il dono di Dio”5 diventa così per noi l’invito a prendere sul serio quanto il nostro pastore, il vescovo, ci consegna per riscoprire ed approfondire questo sacramento che segna la nostra vita in maniera indelebile. Scoprire questo grande dono sarà l’impegno della nostra chiesa diocesana per i prossimi due anni. Noi come comunità di Salzano vogliamo impegnarci in questo cammino di scoperta e ri-scoperta di quelle che sono le radici della nostra fede. Il prossimo mese dedicheremo una domenica mattina (il 12 gennaio, giorno del Battesimo di Gesù) per vivere un momento di approfondimento e di celebrazione di quel Battesimo che abbiamo ricevuto da piccoli (conosceremo i dettagli nei prossimi giorni). A tutti coloro che leggeranno queste righe il nostro più cordiale augurio di Buon Natale e di Nuovo Anno 2014 nella certezza che la luce di Gesù da Betlemme illumina e sostiene ogni nostro passo. In particolare i nostri auguri vanno agli anziani, agli ammalati, alle persone sole, o a chi per diversi motivi sta vivendo momenti di fatica e difficoltà, magari a motivo dell’insicurezza per il posto di lavoro. A tutti e a ciascuno, anche da parte di don Mario: Buon Natale! 1- Papa Francesco, Lumen Fidei - Roma, 29-06-13 2- Papa Francesco, Evangelii gaudium - Roma, 26-11-13 3- Luca 2, 6-7 4- Giovanni 6, 50-51 5- G.A. Gardin Se tu conoscessi il dono di Dio, Lettera pastorale – Treviso 2013 ...segue dalla copertina 2 Comunità 02 Comunità Nostra Nostra mons. Paolo Cargnin Di numero in numero “Comunità Nostra” continua a giungere nelle famiglie della nostra parrocchia condividendo, con quanti si sentono parte di essa, il camminare di questa nostra comunità. Il desiderio è che questa pubblicazione diventi sempre più strumento per crescere insieme, per conoscere la vita della nostra chiesa, i sogni e gli sforzi di altre persone… occasione d’informazione e di formazione come discepoli di Gesù. collaboriamo con 1 euro! Per la pubblicazione del mese di ottobre (copie stampate ca. 3.300) la spesa è stata di € 1.872,00. Il contributo raccolto di € 1.775,00: con gratitudine per quanti hanno contribuito e continueranno a farlo, sia per prepararlo che per farlo arrivare nelle case. Anche questa volta il contributo raccolto non ha coperto l’importo delle spese (anche se per poco). Basterebbe che ogni famiglia che riceve “Comunità Nostra” collaborasse con € 1,00 (un euro!). L’invito è di consegnare quanto ciascuno decide di donare all’incaricato che passa per le case. Grazie di cuore! Siamo disponibili ad accogliere suggerimenti o contributi che possano arricchire lo scambio all’interno della nostra comunità, che possano aiutare la crescita nella fede e dei legami fraterni fra tutti. Un grazie particolare va pure ai diversi incaricati che generosamente e gratuitamente raggiungono le vostre case. Un grazie di cuore infine a quanti lavorano nella redazione e ai vari collaboratori. Hanno collaborato per la realizzazione di questo numero: Direttore responsabile: Claudio Pasqualetto. Editore: mons. Paolo Cargnin. In redazione: mons. Paolo Cargnin, don Mario Da Ros, Alessandra Cecchin, Maria Zambon, Claudio Pasqualetto, Franco Minto, Jacopo Masiero, Marino Rossi. Registrazione al Tribunale di Venezia - Registro Stampa - n° 23 del 19/11/2009 (Num. R.G. 2807/2009) Stampato nel mese di dicembre 2013 da: Tipografia Eurooffset: via Rialto, 108 - Martellago (VE) - 041.5030384 per la Parrocchia di Salzano. Quanti significati dietro a un augurio! In questo numero di Natale di Comunità nostra abbiamo scelto di raccontare alcuni percorsi di vita connotati dalla speranza, dall’impegno quotidiano, dalla fede, dall’amore per gli altri C i sono parole o espressioni talmente metabolizzate nell’uso comune che si fatica a coglierne il senso originario. E’ Natale ed è quasi scontato che si senta dire: “Pace in terra agli uomini di buona volontà”. Ben più che un augurio, ma dietro quel concetto generico di buona volontà quanti significati si nascondono? Oggi più che mai serve tanta, ma veramente tanta buona volontà. Volontà di credere perché non è né scontato né facile. Ci sono mille cose che sembrano portarci altrove, ma fortunatamente a Roma c’è un uomo che si chiama Francesco e che ha fatto della concretezza delle cose semplici il suo marchio. Ha fatto riscoprire al mondo intero la possibilità di andare controcorrente ed ha esaltato il valore di questo gesto finalizzato alla riscoperta dei veri valori. Volontà di fare, anche piccole cose nel nostro quotidiano. Di fare cose per gli altri, per chi sta lontano da noi ma anche per quanti, quasi invisibili, incrociano quotidianamente il nostro cammino. Ci sono i bambini che muoiono di fame e banali malattie negli angoli più lontani del mondo, c’è un tifone che ha sconvolto le Filippine, un altro che ha messo in ginocchio angoli meravigliosi della Sardegna, ma c’è anche chi soffre ed abita accanto a noi, ci sono gli anziani che non hanno chi li aiuti e li sostenga, ci sono situazioni familiari terribili e non solo per la crisi economica, difficoltà persino nel dare l’amore che si vorrebbe ai figli, situazioni che sembrano irrisolvibili e spesso complicate anche da sensi di pudore che paralizzano qualsiasi ricerca dello scatto in avanti. Volontà di amare, forse fra le più difficili da mettere in pratica perché significa mettersi a nudo di fronte agli altri, superare gli egoismi, i personalismi, avere obiettivi alti e non guardare sempre e solo al proprio quotidiano. Volontà di vivere nella dignità di donne e uomini del nostro tempo. Una vera impresa anche questa quando il lavoro manca, quando arriva la malattia, quando una cosa va storta, quando sembra difficile se non impossibile rinunciare alle tante lusinghe di un mondo che da un lato provoca con il suo culto di un consumismo esasperato e dall’altro continua a negare troppo spesso l’indispensabile, sacrificandolo sull’altare del superfluo. Alcune testimonianze, a seguire, raccontano percorsi di vita connotati dalla speranza, dall’impegno quotidiano, dalla fede, dall’amore per gli altri, ed è il nostro modo migliore per augurare pace a tutti gli uomini di buona volontà. C.P. Ceste, Giornata della Carità Comunità Nostra 3 Accanto ai poveri con gesti di amicizia e fedeltà L’esperienza di un giovane salzanese, a Roma per lavoro, che si dedica alle persone senza dimora seguite dalla Comunità di sant’Egidio, e scopre che per strada c’è… Gesù! Q uando quattro anni fa il lavoro mi ha portato a trasferirmi da Salzano a Roma (l’autore è musicista nell’Accademia nazionale di Santa Cecilia, ndr), accanto alla bellezza della città, sono rimasto colpito dall’enorme quantità di persone che vivono per strada in condizioni di estrema povertà. Dopo circa un anno e mezzo, sono entrato in contatto con la Comunità di Sant’Egidio, che svolge innumerevoli servizi per i poveri; più in particolare, mi sono ritrovato ad aiutare nella mensa dei poveri (una struttura che offre in un clima accogliente e familiare tre cene a settimana ad un migliaio di persone), e alla cena itinerante (chiamato il “giro”) che due sere a settimana porta bevande calde, panini, coperte ai senza tetto in giro per Roma. I senza tetto a Roma sono migliaia (numericamente forse più della popolazione di Salzano) e sono in continuo aumento; sono persone con storie, situazioni, età molto diverse: anziani che subiscono uno sfratto, giovani senza lavoro, persone che dopo una grave malattia o problema familiare non hanno saputo reagire, persone vittime di abusi, stranieri scappati dalla fame e dalla guerra, stranieri arrivati in Italia per lavorare e finiti invece per strada. Tra tutte queste storie, il punto in comune è sempre uno: vivere per strada non è mai una scelta, e prima di pronunciare frasi del tipo “vai a lavorare”, dovremmo conoscere le loro storie drammatiche. Ognuno di noi, al loro posto, sarebbe finito per strada. 4 Comunità Nostra Quello che è stato tolto ai poveri è la dignità di persone; e il compito del volontario è proprio questo: restituire loro la dignità, con piccoli gesti di amicizia e fedeltà, come un sorriso, chiamarli per nome, ricordarsi del loro compleanno. Questi piccoli gesti possono riportare queste persone dalla rassegnata disperazione al desiderio, che non hanno mai perso, di una vita normale. Molte sono le associazioni che aiutano i poveri a Roma, e molti sono i volontari che lo fanno per compassione e umanità; ed è bellissimo. Ma chi lo fa per fede, non può non avere a mente quella frase di Matteo, 25 “ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto……”; e ci si accorge che per strada c’è Gesù. Natale aiuta anche a ricordarsi di una Donna che doveva partorire ma non trovava accoglienza, di un Bambino nato in una mangiatoia, di una Sacra Famiglia profuga in Egitto… Storie meno sacre ma molto simili si vedono tutti i giorni tra i poveri. Ringrazio i miei genitori per avermi insegnato, attraverso l’attenzione ai più deboli, la felicità. E rivolgo un invito a chi legge, di non cadere nella tentazione di provare compassione solo per i poveri che vivono lontani, ma di ricordare che ognuno è chiamato ad operare, con piccoli gesti, nella realtà in cui si trova al momento: anche a Salzano, anziani, ammalati, famiglie senza lavoro, extracomunitari in difficoltà, ce ne sono tanti… Stefano Trevisan Continuare ad amare nella sofferenza In Casa di riposo accanto a un coniuge, a un genitore, scoprendo la forza della vita e della preghiera Abbiamo raccolto le testimonianze di due signore che hanno i loro famigliari all’interno della Casa di Riposo “Don Vittorio Allegri” di Salzano M io marito è ospite in Casa di Riposo da undici anni. La presenza di questa struttura è stata di fondamentale importanza in quanto la Casa di Riposo mi ha aiutato a superare le difficoltà dandomi la possibilità di riprendere a vivere, mi ha dato un grande sollievo. Sapere che mio marito è all’interno della struttura, mi rende tuttora tranquilla. A livello psicologico questa serenità mi è stata data dal fatto che all’interno della Casa di Riposo al centro di tutto ci sia la persona e il familiare della persona, circondato di affetto e di attenzione. Quando mio marito è stato ammesso in Casa di riposo, sebbene provenisse già da tre anni di Centro Diurno, è stato difficile per noi separarci ma del resto era diventato impossibile tenerlo in casa… se ritornassi indietro, farei in modo che andasse prima all’interno della struttura. Alcune volte mi chiedo come mai di fronte ad una forma di assenza completa della persona, Dio non intervenga. Prego chiedendo al Signore di darmi la forza di sopportare questa situazione. È vita questa? Forse sì… però io non la capisco. Non riesco a immaginarmi che mio marito possa morire; siamo molto legati alla vita, non siamo pronti per la morte. In questi anni, molte volte ho dovuto nascondere le lacrime davanti alle mie figlie e alle persone più care, perché non mi sembra giusto che soffrano per me oltre che per mio marito. Trovo la forza di continuare ad amare nella sofferenza attraverso la preghiera, prego e dico: “Signore, stammi vicino perché devo star bene vicino a mio marito”. Inoltre ho avuto aiuti anche da uno psicoterapeuta, uno psicologo e da altre figure professionali, mi sono data da fare per essere serena vicino a mio marito perché lui sente se lo sono o meno… anche per continuare a vivere, perché non è giusto smettere! M ia madre è all’interno della casa di riposo da cinque anni, ha scelto lei di entrare in struttura perché a causa di un’infezione improvvisa non è più stata in grado di camminare e per una serie di problemi non era possibile tenerla a casa dei parenti. Sono serena perché la vedo ancora oggi contenta della sua scelta di entrare in struttura. A volte mi chiedo se la malattia ha un senso... del resto però la morte, a differenza ad esempio della cattiveria, è una cosa naturale e quindi sotto questa luce diventa più accettabile. Mia mamma prima di venire in Casa di Riposo è stata ricoverata in ospedale e il passaggio tra l’ospedale e questa struttura non è stato difficile; anzi, sapere che mia madre era qui dentro mi ha reso più serena. Molte volte alcune persone mi chiedono perché venga ogni giorno a trovare mia madre in struttura, ma io sento che è giusto anche perché vedo che quando arrivo è ancora più contenta. Sarebbe bello, come accadeva una volta, che alcuni ragazzi con voglia di mettersi in gioco venissero in Casa di Riposo ad organizzare qualche momento di animazione …gli ospiti sarebbero molto contenti! Trovo la forza di continuare ad amare nella sofferenza principalmente nella preghiera, cerco di dimostrami forte davanti alle persone, anche se magari dentro di me soffro. Certamente le persone che ci sono vicine nella nostra vita e all’interno della struttura sono un grande aiuto, ci danno la forza di andare avanti! In particolare tutto il personale della Casa di Riposo ha sempre il sorriso, te lo regalano e ti viene da dire: “Devo sorridere anch’io, non posso farne a meno!”. Fanny Tina Comunità Nostra 5 Diventare cristiani “da grandi”: una strada in salita ma ricca di gioia La testimonianza di CECILIA, che ha ricevuto i sacramenti da adulta e oggi ringrazia Dio per ciò che è e per quello che ha S ono conscia di non essere e non voler essere un esempio, ma vorrei condividere la mia gioia di vivere in modo consapevole i sacramenti. Penso che questa felicità sia a portata di mano per ciascuno di noi, a tutte le età e in tutte le condizioni. Vorrei invitarvi a fermavi una volta a riflettere su ciò che siete, senza condizionamenti o attenuanti e capire se quello che pensate di essere è quello che avreste voluto essere. La mia risposta a questa domanda è quasi sempre no, perché mi sento travolta dalla quotidianità della mia vita, dall’esaudire le aspettative della società che di solito più che circondarmi mi stordisce. Tutte queste sensazioni spariscono quando mi rivolgo all’interno, alla preghiera, al riscoprire i sacramenti. Il mio percorso è stato anomalo, ho ricevuto i sacramenti da adulta, in un gruppo eterogeneo di persone, per nazionalità, genere, cultura ed età. L’unica cosa che ci ha accomunato è stata la scelta di intraprendere questo cammino in modo consapevole. E’ stato un lungo, articolato, intenso ed emozionante cammino. Di sicuro ho saltato alcune tappe, tipiche di chi dalla primissima infanzia è accompagnato nella fede, ma tornare indietro non si può, così ho scelto di volgere il mio sguardo in avanti per vedere cosa accadrà. Di solito quando si prendono delle decisioni nella vita ci si pone la domanda: perché no? A me la domanda posta è stata: perché sì? Di certo non per poter credere, quello era già dentro di me. E nemmeno per essere uguale alla maggioranza delle persone che mi circondavano, non mi è mai interessato. Ho sempre avuto la convinzione che ognuno di noi è unico, diverso da tutti gli altri e non per questo meno degno di essere amato. L’ho fatto per me, per vivere i sacramenti e poterne essere testimone. Certo la mia testimonianza è intima, molto personale e privata, quasi sempre è espressa nella preghiera, dove finalmente mi sento di poter ringraziare per quello che ho e che sono. La testimonianza che vi porto è molto difficile da esprimere, da mettere in parole, in particolare perché mi sembra di bloccare ciò che in realtà è in movimento, in evoluzione. Ho iniziato questo percorso dieci anni fa e lo considero ancora solo all’inizio. Ci sono stati e ci saranno rallentamenti, cadute, ruzzoloni addirittura, ma ho deciso di proseguire e di farlo con fiducia, con fede. Auguro a tutti voi la medesima gioia. Cecilia “se tu conoscessi il dono di dio...” in cammino verso la riscoperta del nostro battesimo Lo scorso 20 settembre il nostro vescovo ci ha radunati a Treviso per la celebrazione dell’avvio del nuovo anno pastorale e in quell’occasione ha consegnato la lettera che accompagnerà il cammino delle nostre comunità parrocchiali nel prossimo biennio. Quello che il nostro Vescovo ci fa è un invito importante: fermarci a riflettere sul sacramento del Battesimo, che ci fa figli di Dio e fratelli tra di noi. Il Battesimo è un dono straordinario, che forse abbiamo bisogno di approfondire e riscoprire, alla luce di nuove consapevolezze, alla luce della Parola. Nel brano del Vangelo di Giovanni (10,4) Gesù con le parole rivolte alla donna samaritana «Se tu conoscessi il dono di Dio…» ci invita a desiderare il dono della sapienza, della conoscenza. Questo desiderio è la chiave che ci apre all’esperienza profonda con Dio: il tesoro che cerco è già dentro di me, l’identità di figli ricevuta nel battesimo ci permette 6 Comunità Nostra di sperimentare la pienezza del suo Amore. L’acqua che Gesù ci ha offerto per la prima volta il giorno del nostro battesimo, e che continua ad offrirci nei Sacramenti e nella sua Parola, ha il potere di generare in noi ogni volta una vita nuova. E’ un’acqua capace di dare un senso più profondo alla vita dell’uomo, un’acqua che disseta il bisogno di infinito, di senso, di pace, di amore. Che dilata la nostra esistenza, dà un nome alle seti, scioglie l’indifferenza, spazza i dubbi e le paure, libera la fede! Con il desiderio di riflettere e crescere insieme su questo tema, i nostri sacerdoti e il Consiglio pastorale propongono a tutta la Comunità una serie di incontri. Il primo si svolgerà domenica 12 gennaio dalle 9.30 alle 12. Daniela Miele Elisa e la sua vacanza speciale ad Amaguaña Il volontariato internazionale o un’esperienza di missione possono sembrare scelte difficili per dei ragazzi. Eppure, diversi giovani della nostra comunità quest’estate hanno vissuto questa avventura che, dicono, li ha cambiati. In queste pagine ecco le loro storie C iao, mi chiamo Elisa e su proposta di don Paolo vi racconto la mia particolare ‘vacanza’. Tutto ha inizio a febbraio quando ho deciso di partire per staccare la spina dalla routine quotidiana, per cambiare un po’ le cose e anche me stessa. A marzo ho conosciuto il Gruppone Missionario una onlus che sostiene progetti in Sud America e Africa e con loro ho scelto di vivere un’esperienza in Ecuador. Durante gli incontri di preparazione una cosa ci hanno sempre detto: ‘non andiamo per aiutare la gente, ma per voler bene alla gente’ e vi assicuro che cosi è stato. Io e altre quattro ragazze ci siamo dedicate alle bimbe della Fondazione Laura Vicuña gestita da suore Salesiane ad Amaguaña (un piccolo paese a 40 Km da Quito). Queste bimbe vivono lì perché le loro famiglie, per svariati motivi, non possono prendersi cura di loro e quindi vengono affidate alle suore. Insieme ad educatori, psicologi ed assistenti sociali che affiancano questo progetto abbiamo imparato a conoscerle, a farci conoscere, giocare, ridere, mangiare e dormire insieme. È’ impossibile non innamorarsi dei loro occhi e dei loro sorrisi. Tirano fuori il meglio delle persone e non hanno pregiudizi, a loro basta una carezza, uno sguardo o il bacio della buonanotte per essere felici. La cosa che stupisce di più è che nonostante le esperienze difficili che hanno vissuto sono sempre pronte ad aiutarsi e incoraggiarsi, soprattutto le più grandi che aiutano le piccole a vestirsi, lavarsi e a fare il letto. Uno dei momenti più belli era la sera quando le mettevamo a letto, a ognuna coccole, carezze e baci della buonanotte. Succedeva anche che ci raccontassero dei loro sogni, di quello che volevano fare da grandi o di quanto gli mancasse la loro mamma. Un’altra cosa che mi hanno trasmesso è il loro modo di affrontare i problemi e gli imprevisti di ogni giorno: con calma, senza stress e se oggi non si fa in tempo, ‘no passa nada’ (non succede niente) si rimedierà domani. Vivono la vita appieno, momento per momento e cercando di vedere sempre il lato positivo delle cose. La gente sembra felice, anche se non hanno le comodità che abbiamo noi, se incontri qualcuno per strada ti saluta anche se non ti conosce. A loro basta condividere emozioni con altre persone e questo l’ho notato soprattutto a Salinas quando abbiamo raggiunto gli altri nostri compagni di viaggio. Salinas è una grande comunità gestita da più di 40 anni da padre Antonio (di Venezia), la gente qui è di un’ospitalità e solidarietà sconfinata: chi in Italia aprirebbe le porte di casa a degli estranei per condividere il pranzo? La fondazione non andrebbe avanti senza la forza e la volontà delle suore, instancabili e sempre pronte a coccolarci. Si svegliano alle 5 della mattina e vanno a letto a mezzanotte e nella loro giornata trovano tempo per prendersi cura delle bimbe , di noi, dell’orto, degli spazi e delle attività della Fondazione. Ho visto sorrisi che non dimenticherò mai, non dimenticherò il dolce viso di Madeline che nei momenti difficili (perché ce ne sono stati) mi chiedeva ‘Elisa, qué pasa?’, non dimenticherò la forza d’animo di Janet e Jamilé. È bello sapere che qualcuno dall’altra parte del mondo ha la tua foto sul comodino e non si dimenticherà mai di te. Siamo state con loro solo un mese, ma mi hanno lasciato un segno indelebile. È’ un’esperienza che ti cambia, ti cambia dentro nel profondo. Elisa Moretto Comunità Nostra 7 Nel sud del mondo per condividere progetti di sviluppo e dignità L’esperienza di tre salzanesi che quest’estate hanno trascorso un mese in Brasile, Ecuador e Ciad e che invitano altri a fare questa scelta di volontariato e solidarietà C he cosa spinge le persone a rinunciare a un mese di ferie o di vacanze per andare dall’altra parte del mondo e vivere un’esperienza di volontariato internazionale, o semplicemente di condivisione di vita con bambini, famiglie, popoli diversi? La voglia di fare un’esperienza coinvolgente, il desiderio di conoscere persone e realtà diverse, e di “fare qualcosa” è la risposta che arriva da tre salzanesi che questa scelta l’hanno fatta la scorsa estate: Eva Favaretto, 19 anni e Riccardo Tosetto, 18 anni, studenti, e Daniele Masiero, 58 anni, maestro elementare e assessore alle Politiche di cittadinanza, Partecipazione e Protezione civile nel Comune di Salzano. Metterli insieme attorno a un tavolo, una sera, e ascoltarli è come aprire una finestra sul mondo e guardarlo con i loro occhi. Ad Eva e Riccardo l’idea frullava in testa già da un po’ e parlando con alcuni amici hanno avu- 8 Comunità Nostra to un contatto con il Gruppone Missionario, che ha proposto loro un corso di preparazione per potersi inserire meglio in Brasile (Eva) e in Ecuador (Riccardo). Eva racconta di aver lavorato soprattutto con i bambini di strada o in situazioni di disagio in una struttura gestita da religiose alla periferia di Rio de Janeiro, a Duque de Caxias, una realtà che fa capo all’associazione Amar, con cui collabora il Gruppone. “In questa casa si svolge un doposcuola per i bambini, per aiutarli sì a fare i compiti ma soprattutto per toglierli dalla strada, dalla violenza e dai rischi legati alla prostituzione e al traffico di droga. Spesso si tratta di ragazzi senza famiglia, che vivono di espedienti per la strada o vicino alla stazione e che nel centro possono mangiare e lavarsi. Con gli operatori andavamo in pulmino fino alla stazione per raccoglierli e portarli al centro, perché per loro è pericoloso anche solo spostarsi: la politica di “pulitura” delle strade e dell’immagine del Brasile, teatro in pochi anni di grandi eventi mondiali (dalla Gmg ai mondiali di calcio, alle olimpiadi), è pericolosa per i bambini orfani e senza casa”. Riccardo, insieme ad altri tre giovani del Gruppone ha vissuto ad Apahua, in Ecuador, una piccola comunità di 25 famiglie a 4.000 metri sul livello del mare, non lontana da Salinas, dove negli anni ’70 era arrivato un salesiano veneziano, padre Antonio Polo. Negli anni Salinas ha fatto molti progressi, e quindi si è scelto di aiutare altre comunità andine: sono circa 22 distribuite tra i 500 e i 4.200 metri sul livello del mare. Ad Apahua Riccardo ha contribuito alla costruzione di una nuova “casera”, una struttura per la lavorazione del formaggio, la principale fonte di sostentamento delle famiglie che, in forma cooperati- va, mettono in comune la produzione di latte. “Lì il ritmo della vita non è frenetico, si percepisce il valore delle persone, non delle cose, e l’ospitalità è centrale, anche se non hanno niente” sottolinea Riccardo. In un villaggio non lontano da N’Djamena, la capitale del Ciad, ha trascorso un mese e mezzo il “maestro Daniele” (come è conosciuto a Salzano), ospite di Giacomina Dosi, che ha insegnato nelle nostre scuole Medie una trentina di anni fa e che vive per alcuni mesi all’anno nel paese africano, sostenendo progetti di sviluppo in memoria della figlia. “Mi sono sentito un osservatore privilegiato, pur avendo scelto di vivere la loro vita, mangiando lo stesso cibo – sottolinea -. Si percepisce che il paese vive senza una vera prospettiva di futuro, la povertà è forte, istruzione e sanità sono carenti. Non si muore di fame, ma la fame è tanta, endemica. L’aspetto più bello del paese sono i bambini, tanti e bellissimi, liberi, sempre in movimento. Ho conosciuto una religiosa, che lavora in una scuola cattolica, suor Florentine: vuole allestire un orto didattico per gli studenti, che possa servire anche alla loro alimentazione. E’ una persona straordinaria, che con poco riesce a fare moltissimo. Ha bisogno di zappe, annaffiatoi, carriole, fusti per l’acqua, pali e rete per recintare il terreno, le bastano 750 euro per realizzare il progetto. E così la aiuteremo, anche attraverso la vendita di calendari con le foto scattate in Ciad”. L’invito che rivolgono anche ad altri giovani è ad andare, a vivere un’esperienza di questo tipo, vale la pena, perché, come sottolinea Masiero, “chi ha visto, annusato e toccato non può non fare qualcosa, per aiutare anche gli altri ad avere una vita dignitosa”. E anche raccontare è importante: tutti e tre, insieme ad Elisa Moretto, stanno organizzando una serata per presentare la loro esperienza alla comunità di Salzano. Nella pagina a fianco: altalena improvvisata in Ecuador; sotto, Daniele Masiero in Ciad dopo una partita di pallone con i bambini; in basso, Eva Favaretto con i bambini brasiliani di Duque de Caxias; Alessandra Cecchin Sono molte le riflessioni che ognuno si è “portato a casa”, che spesso si trasformano in comportamenti, stili di vita e progetti di aiuto. “Vedendo la precarietà della loro vita, riconsideri le tue priorità - sottolinea Eva- capisci gli effetti di una ingiusta distribuzione delle ricchezze sulle vite di interi popoli”. “Sono esperienze che ti segnano – aggiunge Riccardo – si torna diversi. Gli sprechi, soprattutto di cibo, non li tolleri più, dopo aver mangiato certe ‘minestre dei misteri’, il rispetto per le persone si fa più forte. E oggi, quando partecipo alle iniziative del Gruppone per raccogliere fondi , lo faccio con un altro spirito”. Comunità Nostra 9 bilancio / Periodo da 1.11.2012 a 31.10.2013 ENTRATE - GESTIONE ORDINARIA USCITE - GESTIONE ORDINARIA OFFERTE IN CHIESA € 63.149,88 SPESE PER IL CULTO € 3.712,32 OFFERTE DA MATRIMONI, BATTESIMI, ECC. € 16.575,00 SPESE PER IL SOSTEGNO DEI SACERDOTI € 25.318,00 RICAVATO DA PESCA BENEFICENZA € 8.010,00 ALTRE REMUNERAZIONI (ORGANISTA E ALTRI) € 3.320,00 CANDELE VOTIVE € 15.743,53 MANUTENZIONE ORDINARIA € 23.632,30 REDDITI DA TERRENI O FABBRICATI € 23.705,11 LUCE, ACQUA, GAS € 26.882,67 INTERESSI DA CAPITALI O BANCHE € 4.270,97 IMPOSTE, TASSE, ASSICURAZIONI € 23.905,16 BUSTA ANNUALE € 18.301,62 COMUNITA' NOSTRA E STAMPA CATTOLICA € 7.980,03 QUARTESE € 1.675,00 UFFICIO PARROCCHIALE E TELEFONO € 3.877,81 OFFERTE STRAORDINARIE E VARIE € 22.594,60 SPESE STRAORDINARIE E VARIE € 16.737,71 COMUNITA’ NOSTRA E ALTRE PUBBLICAZIONI € 7.462,14 CARITAS (30% della busta annuale) € 5.490,00 CONTRIBUTI VARI € 3.810,00 MANUNTENZIONE STRAORDINARIA € 32.560,10 OFFERTE PER UTILIZZO STRUTTURE PARROCCHIA € 6.885,00 LAVORI INIZIO RISTRUTTURAZIONE CANONICA € 13.113,08 FOTOVOLTAICO € 31.353,05 RACCOLTA FERRO € 9.360,00 TOTALE € 232.895,90 TOTALE € 186.529,18 DIFFERENZA POSITIVA € 46.366,72 ENTRATE DIFFERENZA NEGATIVA periodo 11/2011 10/2012 -€ 11.350,95 SALDO ATTUALE € 35.015,77 USCITE NON DESTINATE ALLA PARROCCHIA (ANNO 2013) NON DESTINATE ALLA PARROCCHIA (Corrispondenti all’anno 2012) UN POSTO A TAVOLA / UN PANE PER AMORE DI DIO € 1.009,85 UN POSTO A TAVOLA / UN PANE PER AMORE DI DIO € 1.401,00 PROGETTO GEMMA € 3.793,63 PROGETTO GEMMA € 2.400,00 PER LA CARITA' DEL PAPA € 330,00 PER LA CARITA' DEL PAPA € 243,00 PRO MISSIONI / INFANZIA MISSIONARIA € 771,00 PRO MISSIONI / INFANZIA MISSIONARIA € 1.864,00 SEMINARIO/UNIVERSITA' CATTOLICA/TERRA SANTA € 1.857,85 SEMINARIO/UNIVERSITA' CATTOLICA/TERRA SANTA € 2.044,00 PROPAGANDA FIDE / PASTORALE DIOCESANA € 300,00 TOTALE € 8.252,00 TOTALE € 7.762,33 LUCE, ACQUA, GAS Canonica Oratorio Chiesa Cinema RISCALDAMENTO € 4.991,35 € 7.916,01 € 3.466,62 €- LUCE € 3.259,16 € 3.922,65 € 2.361,91 €- ACQUA € 170,63 € 458,47 €- € 171,77 Serv. conn. fotovolt. € 54,70 € 54,70 € 54,70 €- TOTALI € 8.475,84 € 12.351,83 € 5.883,23 € 171,77 10 Comunità Nostra € 26.882,67 Il restauro della canonica: pochi numeri per una grande sfida Oggi come un tempo c’è la possibilità di prendere parte a un grande progetto di “costruzione partecipata”, con modalità nuove A bbiamo organizzato la seconda serata informativa per presentare il progetto di restauro della canonica: adesso la macchina è partita! Il progetto preliminare parlava di un costo pari a 1.300.000 euro, il progetto esecutivo ci sta offrendo una soddisfazione importante: il costo dell’intervento si mantiene in linea con tale previsione. Disporre di un tale importo non è semplice né immediato, e prima di avventurarci in questo ambizioso progetto abbiamo cercato tutte le possibili forme di finanziamento: enti pubblici, curia vescovile, finanziamenti europei, ecc... Oggi, mettendo insieme tutte queste risorse e sommandole con i risparmi della parrocchia, possiamo contare ragionevolmente su una cifra che nei prossimi mesi arriverà intorno ai 900.000 euro. Mancano ancora 400.000 euro: per questi continueremo a cercare altri finanziamenti e possibilità, ma sarà necessario del tempo. Come Consiglio per gli Affari economici ci siamo posti anche un altro obiettivo: fare in modo che questo lavoro di restauro non fosse “del prete” ma della comunità, proprio perché la canonica, villa Combi, è un patrimonio di tutta la comunità. In altri tempi si sarebbe potuto procedere con una “costruzione partecipata” dove ognuno avrebbe dato un contributo lavorando più o meno direttamente per il restauro (chi come muratore, chi come idraulico, chi come elettricista, chi preparando i pasti ecc.): questa modalità una volta era la formula identitaria della comunità. Oggi ci sono normative e leggi che, dovendo giustamente tutelare la sicurezza delle persone, impediscono questa possibilità, quindi come fare in modo che questo sia un “lavoro della comunità”? Abbiamo cercato e trovato una possibile soluzione che rappresenta anche una sfida: attivare una rete di “prestatori” che mettano a disposizione della parrocchia una cifra modesta, che la parrocchia si impegna a restituire entro pochi anni con rimborsi semestrali, il tutto gestito in modo automatico e garantito da una banca. Facciamo un esempio: se 500 prestatori mettono a disposizione ciascuno 800 € la parrocchia disporrà dei 400.000 € necessari. Ogni prestatore vedrà poi restituiti gli 800 € in rate semestrali nel giro di qualche anno. Questo meccanismo è un modo diverso nella forma, ma molto simile nel principio, a quella “costruzione partecipata” che può diventare ancora la cifra identitaria della nostra comunità. Quanti hanno la possibilità di accedere a internet, possono trovare maggiori indicazioni, anche con esempi di interventi già realizzati da altre parrocchie sul sito www.terzovalore.it. Naturalmente, prima di procedere organizzeremo un incontro specifico: inviteremo i responsabili di Banca Prossima (che ha ideato questo sistema), i quali potranno illustrare a tutti il progetto e rispondere alle domande. E’ una sfida importante, ma una comunità, un insieme di persone possono senz’altro accettare sfide importanti, come si legge nel libro della Genesi cap. 11 V6: Il Signore disse: “Ecco, essi sono un solo popolo e hanno tutti una lingua sola; questo è il principio del loro lavoro; ora nulla impedirà loro di condurre a termine ciò che intendono fare”. Buon Natale a tutti! Consiglio Parrocchiale per gli affari economici Itinerario di preparazione al battesimo La preparazione al Battesimo è seguita da un gruppo di coppie che, assieme ad un sacerdote, propongono tre incontri (il sabato sera, alle 20.30) ogni due mesi. Genitori e padrini partecipano a tre momenti di preparazione comunitaria, occasione unica per condividere la propria esperienza e l’impegno di responsabilità per ciò che si chiede per i propri figli. Gli incontri si svolgono nella nuova Scuola materna parrocchiale. Le iscrizioni si effettuano di domenica mattina, presso la Casa della comunità, secondo il calendario sotto riportato per i primi mesi del prossimo anno (nel numero di Comunità Nostra di Pasqua le altre date fino a dicembre 2014). In questo cammino, la domenica successiva al primo incontro, ci sarà la presentazione dei battezzandi alla comunità. La celebrazione del battesimo è proposta una domenica al mese, un mese al mattino e un mese al pomeriggio, con il seguente calendario: PRIMO CICLO - 29 dicembre 2013, ore 10.30-12.00: iscrizioni in canonica - 1° INCONTRO: sabato 11 gennaio 2014: 20.30 La nascita: dono della vita - Presentazione dei bambini: 12 gennaio - S. Messa ore 11.00 - 2° INCONTRO: sabato 18 gennaio: 20.30 La fede: scelta di vita - 3° INCONTRO: sabato 25 gennaio: 20.30 Il dono del Battesimo - Battesimo: domenica 9 febbraio S. Messa ore 11.00 domenica 9 marzo - pomeriggio SECONDO CICLO - 23 febbraio 2014 ore 10.30-12.00 iscrizioni in canonica - 1° INCONTRO: sabato 8 marzo (orari e temi come il Primo ciclo) - Presentazione dei bambini: 9 marzo – S. Messa ore 11.00 - 2° INCONTRO: sabato 15 marzo - 3° INCONTRO: sabato 22 marzo - Battesimo: domenica 13 aprile S. Messa ore 11.00 domenica 11 maggio - pomeriggio Comunità Nostra 11 Restauro Canonica: l’avvio dei lavori si avvicina... L o stato in cui versa Villa Combi, ora Casa Canonica, è noto a tutti anche perché, essendo posizionata al centro del paese, rappresenta il biglietto da visita della comunità parrocchiale salzanese. Non potendo procrastinare oltre i lavori di restauro, è stato intrapreso l’iter per ottenere le necessarie autorizzazioni edilizie, urbanistiche ed architettoniche, ed i finanziamenti per la realizzazione delle opere di carattere edile, conservativo e per impianti tecnologici. La Commissione Affari Economici ha trattato l’argomento fin dall’inizio del 2011 per poi coinvolgere la comunità parrocchiale anche mediante la distribuzione di dieci scritti esplicativi volti a rendere noti sia gli aspetti storici della Casa Canonica sia gli interventi da effettuare. Il primo passo ha riguardato l’ottenimento dell’Interesse culturale per Villa Combi, e per gli edifici adiacenti, che è stato rilasciato nel novembre 2012 dalla Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Veneto facente capo al Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Successivamente è stato presentato il progetto di restauro ai vari Enti, tra cui l’Ufficio Beni Culturali della Diocesi di Treviso e la Soprintendenza per i beni architettonici e del paesaggio per le province di Venezia, Belluno, Padova e Treviso, ottenendo da tutti parere favorevole. Anche l’Amministrazione comunale, alla quale è stato recentemente presentato il progetto, ha espresso il proprio parere favorevole e, quindi, allo stato attuale, i lavori possono avere inizio. Sulla base dei permessi ottenuti e delle indicazioni avute, i progettisti incaricati hanno pertanto redatto il progetto definitivo, che è stato illustrato alla comunità parrocchiale nell’incontro del 6 dicembre scorso. Allo scopo di dar avvio al più presto ai lavori lo scorso novembre sono stati inviati gli inviti alle Ditte che operano in paese ed in zona affinché manifestino il loro interesse a partecipare ai vari interventi: le opere edili, le opere di conservazione delle superfici di pregio e gli impianti tecnologici. E’ pervenuto un buon numero di risposte ed a breve chi avrà i requisiti verrà chiamato a presentare la propria offerta. Poiché non sarà possibile usufruire dell’immobile durante i lavori – che è previsto si protraggano per circa due anni - gli uffici parrocchiali presenti al piano terra della canonica, quali l’ufficio del parroco, l’archivio ed altri, sono già stati spostati in alcune stanze al piano terra della Casa della Comunità e saranno funzionanti durante tutto il periodo di restauro. Il parroco ed il vicario parrocchiale risiederanno nell’alloggio recentemente lasciato libero dalle suore, e ritorneranno, a lavori ultimati, nella casa Canonica dove per loro e per eventuali ospiti sono destinati il primo e il secondo piano. Al termine dei lavori Villa Combi verrà portata al suo originario splendore di villa veneta. Consiglio Parrocchiale SI SONO ADDORMENTATI NEL SIGNORE 50 – Rebesco Giovanna di anni 89 51 – Longo Gino di anni 86 52 – Cuogo Giovanni di anni 91 53 – Barbiero Maria di anni 72 54 - Soprano Maurizio di anni 46 55 – Miele Carlo di anni 79 56 – Stevanato Carletto di anni 85 57 – Michieletto Lauretta di anni 78 58 – Spolador Erminia di anni 89 59 – Scattolin Aldo di anni 83 60 – Briana Massimiliano di anni 43 61 – Iacobbi Gianni di anni 69 62 – Dotto Iolanda di anni 83 63 – Idi Lita di anni 82 I NUOVI FIGLI DI DIO 35 – Martin Sebastian di Antonio e di Dodon Veronica 36 – Keber Kristine di Dino e di Orvietani Katia 37 – Cotti Piccinelli Jacopo di Simone e di Bettella Alessandra 38 – Venturini Igor di Stefano e di Gatto Annalisa 39 – Valotto Nicolò di Massimo e di Chinellato Giulia 40 – Masiero Daniel di Giorgio e di Olivieri Elisabetta 41 – Saccon Alessandro di Gianpaolo e di De Momi Elisa 42 – Scaramuzza Pietro di Luca e di Giacometti Elisa 43 – Favale Ettore di Lorenzo e di Colla Eleonora 44 – Masiero Vittoria, Monica di Alessandro e di Giovanardi Sara 45 – Tanduo Mattia di Francesco e di Timis Loredana 46 - Innocenti Giulia di Marco e di Continho Fatima 47 – Zoni Davide di Roberto e di Milioli Barbara 48 – Casarin Emma di Nicolò e di Boscolo Alessia 49 – Carrer Pietro di Paolo e di Casarin Cristina 50 – Masiero Giada di Alessandro e di Destri Irena 51 – Mion Cesare di Alberto e di Nardo Viviana 52 – Venturini Mattia di Roberto e di Gazziero Sabrina 53 – Sorato Giacomo di Alberto e di Fasolato Roberta 54 – Stevanato Emily di Elia e di Gavajuc Violeta per gli affari economici LE NUOVE FAMIGLIE 16 – Ardizzon Fabio e Bortolato Alice 17 – Martin Antonio e Dodon Veronica 18 – Ballarin Enrico e Golfetto Sara 12 Comunità Nostra GIUSEPPE SARTO TRA MEMORIA E ATTUALITà, CELEBRAZIONI PER IL CENTENARIO DELLA MORTE I l 20 agosto 2014 ricorre il Centenario della morte di San Pio X. Per la comunità di Salzano si tratta di un’importante ricorrenza poichè Giuseppe Sarto fu arciprete della parrocchia di San Bartolomeo Apostolo dal 1867 al 1875 (unico papa della storia ad essere stato parroco). Il suo operato lasciò un segno profondo nella storia locale dal punto di vista religioso ma anche in ambito civile e sociale. La Parrocchia e il Comune di Salzano hanno costituito qualche mese fa una Commissione che sta lavorando congiuntamente alla programmazione di momenti di recupero di questo grande patrimonio. Un progetto culturale che ha sicuramente un particolare Significato per Salzano ma che si rivolge anche al territorio della Diocesi di Treviso e del Patriarcato di Venezia. Molte le iniziative in programma fino al prossi- mo agosto, alcune in collaborazione con il Comitato diocesano per il Centenario: per per pubbicizzarle sarà distribuito un opuscolo a fine gennaio. Ecco i primi appuntamenti in calendario, dopo il concerto dei cori di Salzano, Riese Pio X e Tombolo che si è svolto in chiesa lo scorso 14 dicembre: 4 gennaio - Concerto della Bucarest Philarmonic Orchestra - Romania presso la Chiesa di Salzano (20.45) a cura dell’Associazione “Amici della Musica” 6 gennaio - Concerto del coro dei Bambini di Salzano, con una piccola rappresentazione scenica, in chiesa a cura dell’Associazione “Tempo e Memoria” Gennaio-marzo - “L’impegno civile e sociale di Giuseppe Sarto a Salzano”: Laboratori con le classi dell’Istituto Comprensivo “Dante Alighieri” che delineino l’operato di Giuseppe Sarto a partire da Da papa Francesco con i libri su San Pio X e lo sport documenti presenti nell’Archivio storico comunale e nell’Archivio parrocchiale. Gennaio-Aprile - Concorso di Pittura “Giuseppe Sarto tra memoria e attualità” a cura dell’Associazione Tempo e Memoria, dei Gruppi artistici “Gianni Spagnol” e “Andrea Celesti” e della “Caritas” parrocchiale. 18 marzo - Incontro diocesano rivolto alle insegnanti di religione su “L’operato religioso e civile di Giuseppe Sarto a Salzano” con visita alla filanda Romanin-Jacur, al museo San Pio X e alla chiesa arcipretale. 22 marzo - Concerto per coro femminile e organo con il Coro “Magnificat” di S. Maria di Sala, chiesa di Salzano. Da gennaio ad agosto - Saranno aumentate le aperture del Museo dedicato a San Pio X. U na mattinata indimenticabile, lunedì 2 dicembre, per gli autori del libro “Pio X, le Olimpiadi e lo sport”, edito dalla San Liberale di Treviso. Poco prima delle 8 del mattino, al termine della messa celebrata a Santa Marta in Vaticano, gli autori Quirino Bortolato, Alejandro Mario Dieguez e Antonella Stelitano accompagnati da Lucia Gottardello, dell’editrice San Liberale, sono stati ricevuti da papa Francesco al quale hanno donato una copia dei libri “Pio X, le Olimpiadi e lo sport” e “Bicicletta, società e Chiesa ai tempi di Pio X”, pubblicati rispettivamente nel 2012 e nel 2013. Un breve incontro, cordiale, nel quale il papa ha dimostrato di apprezzare questo nuovo studio sul suo predecessore trevigiano, Pio X, il primo del genere legato allo sport. A Bergoglio, per le sue opere di carità, i tre autori hanno anche donato il premio in denaro ricevuto dal Coni proprio per il libro “Pio X, le Olimpiadi e lo sport”, edito dalla San Liberale di Treviso. “Con un libro su un papa lo abbiamo vinto, al papa lo doniamo”, hanno detto. E la cerimonia di premiazione, ancora emozionati per l’incontro con il Pontefice, è avvenuta poco dopo al salone d’onore del Coni dove il presidente Giovanni Malagò, nel discorso introduttivo, ha sottolineato il prezioso significato dell’evento culturale, 42° Concorso per il Racconto Sportivo e 47° Concorso Letterario. Comunità Nostra 13 scuola dell’infanzia: fare rete e scommettere sulle famiglie Molte le novità per la nostra scuola Menegazzi. Avviato anche un tavolo di collaborazione e di progettazione con il Comune, l’Istituto Comprensivo e la scuola dell’Infanzia-Nido integrato di Robegano. Sono stati organizzati, inoltre, una serie di incontri di formazione destinati ai genitori. Il tema di questo ciclo di incontri, che si innesta su un percorso che dura da tre anni, sarà “Mai senza l’altro: essere famiglia nelle relazioni e nella Chiesa” 14 Comunità Nostra L’ uscita della comunità religiosa delle suore dalla nostra Scuola dell’Infanzia “Mons. G. Menegazzi” ha reso necessarie alcune riorganizzazioni di ruoli, attività e orari, da cui sono scaturite molte novità. Il personale della scuola è tutto laico e femminile. In particolare, le sei insegnanti sono supportate da una coordinatrice didattica psico-pedagogista dedicata alla definizione e alla verifica dello svolgimento del programma formativo, al coordinamento delle insegnanti e delle attività didattiche, nonché all’osservazione dei bambini, soprattutto quelli dell’ultimo anno nell’ambito del progetto di continuità tra la scuola dell’infanzia e la scuola primaria. La presenza della segretaria, che cura le attività amministrative e le relazioni con il pubblico, è stata rafforzata per dare alle famiglie un punto di riferimento, specie al mattino quando accompagnano i bambini, a cui rivolgersi per ogni dubbio, comunicazione e richiesta. La scuola ha inoltre avviato un tavolo di coordinamento, collaborazione e di progettazione con il Comune di Salzano, l’Istituto Comprensivo e la Scuola dell’Infanzia-Nido integrato della parrocchia di Robegano, nell’intento di riuscire a fare rete sul fronte dell’infanzia concentrandosi sui bambini, sulle famiglie e sugli operatori. Nell’ottica di essere sempre più vicina alle esigenze delle famiglie, in una società dove il mondo del lavoro sta fortemente condizionando il tempo dei genitori, la Scuola dell’infanzia parrocchiale da quest’anno si è organizzata per offrire anche un servizio di prolungamento dell’orario, con due possibilità di orari di uscita posticipa- ta. Sono stati organizzati, inoltre, una serie di incontri di formazione destinati ai genitori. Il tema di questo ciclo di incontri, che si innesta su un percorso che dura da tre anni, sarà “Mai senza l’altro: essere famiglia nelle relazioni e nella Chiesa”. A fare da sfondo a tutti questi cambiamenti, c’è un sempre maggior coinvolgimento delle famiglie dei bambini a servizio della scuola con attività di volontariato. Quest’anno il Gruppo dei Genitori Volontari oltre alla tradizionale attività di raccolta fondi destinata a supportare l’attività didattica (nuovo materiale, uscite didattiche, laboratori, ecc), si è concentrata anche su iniziative ed eventi finalizzati all’aggregazione delle famiglie. La Castagnata di sabato 16 novembre è stata un’occasione di festa con caldarroste, “pinsa”, torte, vin brulè, musiche e danze popolari, giochi e animazione per i bambini. Un intero pomeriggio, complice anche la splendida giornata di sole, vissuto con gioia e allegria in primis dai bambini ma anche dai genitori presenti che hanno partecipato all’organizzazione con grande coinvolgimento e spirito di collaborazione: le mamme addette alla preparazione delle torte e del vin cotto, i papà all’animazione dei giochi e alla cottura delle castagne, i nonni e le nonne alla sorveglianza discreta dei giochi dei bambini. Parafrasando Archimede che disse “datemi una leva e solleverò il mondo”, … la “leva” della nostra Scuola dell’Infanzia, delle nostre famiglie e della comunità parrocchiale sono proprio i bambini. All’apparenza piccoli e fragili ma capaci di smuovere grandi energie ed entusiasmo. Famiglie che non si erano mai conosciute hanno passato un pomeriggio insieme grazie a loro, iniziando a relazionarsi e a frequentarsi e vedendo il vero volto di Cristo nella comunione, nella solidarietà e nella gratuità dello spirito che ha animato tutti. Un vero momento di Comunità educante… è bastato osservare i bambini, guardare il mondo con i loro occhi e lasciarsi ispirare dal gioioso annuncio del Vangelo. scuola materna aperta Sabato 14 dicembre 2013 ore 9.00 - 12.00 Sabato 11 gennaio 2014 ore 9.00 - 12.00 iscrizioni anno scolastico 2013-14 Lunedì 10 febbraio 2014 ore 9.00 - 11.30 Martedì 11 febbraio 2014 ore 8.30 - 12.30 Mercoledì 12 febbraio 2014 ore 8.30 - 12.30 FORMAZIONE GENITORI “Mai senza l’altro: essere famiglia nelle relazioni e nella Chiesa” Venerdì 17 gennaio 2014 ore 20.30 “Meglio insieme che...” Dalla fiducia alla fede Venerdì 24 gennaio 2014 ore 20.30 “Nessuna famiglia è un’isola” Come superare le solitudini partendo dalla nostra storia Venerdì 31 gennaio 2014 ore 20.30 “È il villaggio che educa” Condivisione: essere rete di famiglie Venerdì 07 febbraio 2014 ore 20.30 “Ci salviamo insieme” È donando che si riceve. Missionari in casa nostra. Laura Bicciato membro Comitato di Gestione Comunità Nostra 15 Chiamati a crescere con i figli, riscoprendosi coppia e genitori “S olidi” è lo slogan del percorso che coinvolge ragazzi e genitori di prima media, all’interno del cammino di catechismo che ci accompagnerà al sacramento della Confermazione. Il 17 novembre alcuni genitori si sono incontrati per la prima tappa di questo itinerario e si sono confrontati sul tema “Donna e uomo: il dono della diversità”, accompagnati dal brano della Genesi sulla creazione. I prossimi incontri sono previsti per domenica 2 febbraio (“Essere madre e padre, il dono della genitorialità”, accompagnati da Abramo e Sara – Gn 15,1-6) e domenica 16 marzo (“Tempo di fare …. Chi sono i figli?”, con Abramo e Isacco – Gn 22,1-14). L’itinerario fa riferimento ad un percorso relazionale che porta alla scoperta della propria identità, come parte fondante dell’essere umano: maschile e femminile che, in modi diversi, si pongono di fronte al mondo e, in modo diverso, amano. I nostri ragazzi, in prima media, muovono i primi passi fuori dalla famiglia ed iniziano a sperimentare le varie sfumature dell’identità: fisica, affettiva, intellettuale e spirituale. Il difficile compito dei genitori è quello di educare nell’ottica di una visione complessiva e “profonda” della persona, mettendo insieme ed integrando le varie componenti. E’ un compito non facile: con l’adolescenza hanno inizio i turbamenti e, spesso, le relazioni all’interno della famiglia si complicano. Il ragazzo “non parla”, diventa scontroso, di difficile interpretazione. I genitori hanno davanti a loro la “sfida” di non smettere mai di cercare, ri-annodare, re-inventare la relazione con il proprio figlio, tracciando la strada verso un “noi condiviso”, che si costruisce giorno per giorno promuovendo le differenze e divenendo testimonianza per i figli. In questo percorso, la comunità tutta è chiamata a sostenere la famiglia a partire dall’Amore di Cristo e dal progetto che Lui ha per noi. Perciò oltre all’ambito famigliare (comunque “piccola chiesa domestica”), nel corso dell’anno catechistico, attraverso la storia della salvezza raccontata nell’Antico Testamento, il ragazzo e i genitori verranno accompagnati all’apertura come espressione di un amore che non rimane per se stesso, ma che si dona agli altri. Un genitore di una ragazza di Ia media Solidi e solidali un itinerario di catechesi da fare insieme L’itinerario che la comunità parrocchiale di Salzano ha voluto proporre ai genitori dei ragazzi di I e II media che frequentano il catechismo, ha il sapore di un percorso da fare insieme, genitori, catechiste, sacerdoti e coppie, con disponibilità. L’orizzonte della proposta “Solidi e Solidali” vuole indicare il cammino che ogni persona è chiamata a fare attraverso la propria specificità e unicità di uomo o di donna, di crescita personale e di apertura all’altro. Attraverso la disponibilità di alcune coppie e dei sacerdoti, si vuole vivere questo pezzo di strada insieme ai genitori dei ragazzi, condividendo e gustando quello che in primo luogo abbiamo sentito importante noi. Le tematiche affrontate vogliono donare un’occasione per ascoltare, riflettere e condividere atteggiamenti e stili di vita, che viviamo come adulti e che riteniamo importanti da 16 Comunità Nostra trasmettere ai nostri figli. Fondamentale è lo scambio tra i genitori nei lavori di gruppo: questa modalità rappresenta il cuore di ogni incontro. Questo dice il valore di una comunità che riesce ad ascoltarsi ed auto-educarsi, certo non è facile, ma siamo convinti che ogni persona, ogni situazione familiare, qualunque essa sia, ha molto da dire e dare anche ad altre famiglie. Questo lasciarci coinvolgere lo sentiamo legato al nostro battesimo, riscoprire l’importanza di appartenere ad una comunità, di essere sostenuti (solidi) e di sostenere (solidali) rappresenta la risposta e la missione di ogni battezzato. A cura dell’équipe dietro le quinte dei due presepi G iubbotto e berretto di lana addosso per combattere il freddo, armati di passione e sapienza artigianale, passano diverse giornate e serate prima di Natale alcuni a rendere bella e accogliente la nostra piazza con un allestimento che varia ogni anno, altri a rinnovare il presepe meccanico in chiesa. Sono giovani, padri di famiglia, nonni, tutti accomunati dal desiderio di “dare una mano” per proporre qualcosa di bello alla comunità, e soprattutto ai bambini. Luca Salvalaio si arrampica con agilità sulla piattaforma che ospita il presepio meccanico e, inginocchiato tra pecore e pastori controlla il funzionamento elettrico dei vari meccanismi insieme a Sandro Ghiotto, che poi con stecchini e colla a caldo costruisce in pochi minuti una staccionata, senza contare il carrettino e gli altri oggetti di legno già pronti e portati da casa. Ad aiutarli anche Marco De Marchi, e poi Claudio Giordan, Danilo Zanetti e altri che dedicano tempo e passione per un progetto “bello, che a noi dà soddisfazione – dicono – e che speriamo comunichi qualcosa del mistero di Natale a tutti, grandi e piccoli”. A pochi metri di distanza è ormai ai ritocchi finali il villaggio di Natale allestito in piazza Pio X, un presepio fatto di capanne in legno, camminamenti, recinzioni, statue e molto altro condito, anche qui, da una grande passione, quella che accomuna i componenti del coro La Filanda di Salzano che da oltre dieci anni offrono il risultato del loro impegno a tutta la comunità. Giuliano Bernardi, Angelo Gambaro e Lino Muffato guardano con soddisfazione il risultato del lungo lavoro: “Anche quest’anno ce l’abbiamo fatta – dicono – è bello fare qualcosa per il nostro paese, pensare che tanti bambini, famiglie che frequentano la piazza e vanno in chiesa possano sostare davanti alle capanne e riflettere sul Natale”. Lino è riuscito a coinvolgere anche i figli, Fabio, elettricista, che dà una mano per i meccanismi e l’impianto fonico che diffonde musica e canzoni natalizie, e Niccolò che, forte della sua formazione artistica, ritocca con colori e pennello le diverse ambientazioni e aiuta ad abbellire le scene: “Non è un allestimento qualsiasi, preparare un presepio è emozionante” sottolinea Niccolò. “La presenza di questi giovani è una semina per il futuro che speriamo porti frutto – dicono i più ‘anziani’ – perché il presepio in piazza ha bisogno anche di forze giovani”. A.C. Comunità Nostra 17 IMMAGINI di comunità Ape rtura An no Scout 2013-14 4 A pe rt ura A C 2013-1 Festa d’Autunno, Circolo NOI Nat ale con... NOI, Circo lo NOI oltre l’arcobaleno c’è la route nazionale Dal 1°al 10 agosto 2014 gli scout del Noviziato e del Clan “Oltre l’Arcobaleno” parteciperanno alla terza Route Nazionale insieme ad altri 33.000 Rover e Scolte di tutta Italia. I ragazzi si stanno preparando all’evento estivo grazie al Capitolo nazionale che si caratterizza come parte integrante del percorso della Route, attraverso l’esperienza di un’azione politica, vissuta da protagonisti, che sappia generare relazioni e legami nel territorio. È il tempo di mettersi in strada con coraggio, per generare cambiamento e per liberare l’amore e il desiderio di nuova vita, che è nel cuore dei Rover e delle Scolte… per trasformare il coraggio in strada di futuro. 18 Comunità Nostra Lo scaffale delle parole consigli di lettura a cura di Francesca Rigo e Rossella Guidolin Novità per tutti luis Sepùlveda Storia di una lumaca che scoprì l’importanza della lentezza Salani 10,00 Euro Novità per tutti Nora Raleigh Baskin Tutt’altro che tipico Uovonero 14,00 Euro Dai 4 anni... Todd Parr Il libro delle famiglie Piemme, Il battello a vapore 9,50 Euro Dai 5 anni... Alessia Garrilli Grandi amici Arka, Collana di Perle 12,50 Euro Ci sono storie che non hanno età di lettura né un tempo. E’ proprio il senso del tempo il protagonista di questo nuovo racconto di Sèpulveda, libro del momento proposto ai piccoli ma anche ai grandi e perfetto come dono di significato e di augurio. Il racconto della lumaca che cerca il vero nome per se stessa, è una metafora di vita, di crescita, di ricerca di identità e di vera libertà. Saranno gli altri animali che incontra nel suo lungo viaggio ad aiutarla a comprendere il valore della sua storia, della memoria e della vita vissuta con coraggio. I libri che affrontano il tema dell’adolescenza e di una condizione speciale, come quella dell’autismo, sono letture che toccano in profondità genitori, educatori ma anche i ragazzi. Questo libro è un diario breve, ironico e racconta la realtà di Jason Blake, dodici anni, autistico con una grande passione per la scrittura. Jason affronta la scuola, le amicizie e le sue insicurezze come ogni ragazzo della sua età, con sensibilità e passione. L’autrice Nora Raleigh Baskin ha scritto diversi romanzi per giovani, occupandosi con estrema delicatezza, con ironia e con competenza di temi difficili ma così reali e vicini. Alcune famiglie sono grandi, altre sono piccole. Alcune famiglie hanno lo stesso colore, altre hanno colori diversi. Ci sono tantissimi modi di essere famiglia. “Grandi” e piccini sfogliate questo libro... forse c’è anche la vostra famiglia. Gli amici possono essere di ogni taglia, ma forse sono davvero “grandi” solo quelli che condividono tutto con te. Un libro per insegnare ai nostri bambini che i “grandi” amici sono quelli del cuore e che, per trovarli, non serve andare lontano. Comunità Nostra 19 L’Angolo della Spiritualità Una Chiesa missionaria che annuncia e testimonia la gioia del Vangelo Lo scorso 24 novembre, in chiusura dell’Anno della fede, papa Francesco ha consegnato alla Chiesa la sua prima Esortazione apostolica, “Evangelii gaudium” (La gioia del Vangelo), dedicandola all’evangelizzazione. Un documento importante, dal sapore fortemente programmatico, perché delinea il nuovo volto di Chiesa voluto da Francesco: una Chiesa povera, vicina alla gente, chiamata a cercare nuove strade e ad uscire da se stessa, per annunciare il Vangelo della misericordia a tutti gli uomini. Una Chiesa capace di curare le ferite, di farsi carico delle persone, accompagnandole come il buon samaritano che lava, pulisce, solleva il suo prossimo. Solo così la Chiesa potrà essere credibile nel suo rinnovato slancio di annuncio del Vangelo. Ecco qualche brano: L a gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù. Coloro che si lasciano salvare da Lui sono liberati dal peccato, dalla tristezza, dal vuoto interiore, dall’isolamento. Con Gesù Cristo sempre nasce e rinasce la gioia. L’evangelizzazione obbedisce al mandato missionario di Gesù: «Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato» (Mt 28,19-20). In questi versetti si presenta il momento in cui il Risorto invia i suoi a predicare il Vangelo in ogni tempo e in ogni luogo, in modo che la fede in Lui si diffonda in ogni angolo della terra. Nella Parola di Dio appare costantemente questo dinamismo di “uscita” che Dio vuole provocare nei credenti. Abramo accettò la chiamata a partire verso una terra nuova (cfr Gen 12,1-3). Mosè ascoltò la chiamata di Dio: «Va’, io ti mando» (Es 3,10) e fece uscire il popolo verso la terra promessa (cfr Es 3,17). A Geremia disse: «Andrai da tutti coloro a cui ti manderò» (Ger 1,7). Oggi, in questo “andate” di Gesù, sono presenti gli scenari e le sfide sempre nuovi della missione evangelizzatrice della Chiesa, e tutti siamo chiamati a questa nuova “uscita” missionaria. Ogni cristiano e ogni comunità discernerà quale sia il cammino che il Signore chiede, però tutti siamo invitati ad accettare questa chiamata: uscire dalla propria comodità e avere il coraggio di raggiungere tutte le periferie che hanno bisogno della luce del Vangelo. La gioia del Vangelo che riempie la vita della comunità dei discepoli è una gioia missionaria. La sperimentano i settantadue discepoli, che tornano dalla missione pieni di gioia (cfr Lc 10,17). La vive Gesù, che esulta di gioia nello Spirito Santo e loda il Padre perché la sua rivelazione raggiunge i poveri e i più piccoli (cfr Lc 10,21). La sentono pieni di ammirazione i primi che si convertono nell’ascoltare la predicazione degli Apostoli «ciascuno nella propria lingua» (At 2,6) a Pentecoste. Questa gioia è un segno che il Vangelo è stato annunciato e sta dando frutto. Ma ha sempre la dinamica dell’esodo e del dono, dell’uscire da sé, del camminare e del seminare sempre di nuovo, sempre oltre. Il Signore dice: «Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!» (Mc 1,38). Fedele al modello del Maestro, è vitale che oggi la Chiesa esca ad annunciare il Vangelo a tutti, in tutti i luoghi, in tutte le occasioni, senza indugio, senza repulsioni e senza paura. La gioia del Vangelo è per tutto il popolo, non può escludere nessuno. Così l’annuncia l’angelo ai pastori di Betlemme: «Non temete, ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo» (Lc 2,10). La comunità evangelizzatrice sperimenta che il Signore ha preso l’iniziativa, l’ha preceduta nell’amore (cfr 1 Gv 4,10), e per questo essa sa fare il primo passo, sa prendere l’iniziativa senza paura, andare incontro, cercare i lontani e arrivare agli incroci delle strade per invitare gli esclusi. Vive un desiderio inesauribile di offrire misericordia, frutto dell’aver sperimentato l’infinita misericordia del Padre e la sua forza diffusiva. La comunità evangelizzatrice si mette mediante opere e gesti nella vita quotidiana degli altri, accorcia le distanze, si abbassa fino all’umiliazione se è necessario, e assume la vita umana, toccando la carne sofferente di Cristo nel popolo. Gli evangelizzatori hanno così “odore di pecore” e queste ascoltano la loro voce. BUON NATALE A TUTTI GLI UOMINI DI BUONA VOLONTà la redazione di Comunità Nostra Seguici sulle pagine Facebook “Parrocchia Salzano” e “GrEst Salzano” 20 Comunità Nostra www.parrocchiasalzano.org [email protected] Comunità Nostra 20
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