Valli 22 lunedì 27 ottobre 2014 ALTA VALSUGANA l'Adige La nuova sede nell’ex capannone Alpefrutta: «Ora abbiamo gli spazi che ci servivano, operativi sempre» ALLEVATORI Grande successo di pubblico Casa dei Nuvola orgoglio di alpini DANIELE FERRARI SAN CRISTOFORO - Spirito alpino, impegno e volontariato in ogni emergenza, ed ora una nuova e moderna sede. Cerimonia d’inaugurazione ieri in via del Rastel a San Cristoforo per la nuova sede e magazzino logistico del «Gruppo Nuvola Valsugana» istituito nel giugno del 1988, svolgendo in oltre 26 anni d’attività volontaria tanti interventi e «missioni» in Trentino e in tutta Italia. Dopo l’alzabandiera e la «Preghiera dell’Alpino» è stato il Capo Nuvola Valsugana Giorgio Paternolli a spiegare ruolo, storia e significato attuale del «Nucleo Volontari Alpini» incardinato all’intero della Protezione Civile, e chiamato a svolgere, in caso di calamità o necessità, un ruolo di sostegno logistico ed allestimento campi e cucine mobili a fianco delle altre componenti del soccorso. Alla presenza del presidente della giunta provinciale Ugo Rossi, dell’assessore Tiziano Mellarini, di alcuni sindaci della Valsugana e di una quarantina di gagliardetti dei Gruppi Alpini, hanno portato il loro saluto il presidente provinciale dell’Ana Maurizio Pinamonti e Giuliano Mattei, referente provinciale dei Nuvola. «Siamo in 67 volontari di tutta la Valsugana, ma anche del Pinetano, della Vigolana e del Tesino (2 volontari vengono dalla zona di Folgaria) - ha spiegato Giorgio Paternolli - in questi 26 anni abbiamo spesso dovuto cambiare sede e chiedere ospitalità anche in strutture private. Nel 2007 la nostra prima sede ufficialeera in un capannone di Calceranica, considerato dal 2011 inagibile. Ora inizia una nuova pagina nella nostra storia e impegno volontario». I Nuvola Valsugana potranno contare su circa 600 metri quadri, ricavati in una parte del magazzino ex-Alpefrutta di proprietà di «Patrimonio del Trentino» (ceduto dopo il fallimento della cooperativa ortofrutticola), e concesso ora gratuitamente ai volontari della Valsugana. «Siamo stati impegnati nel terremoto in Armenia, nelle alluvioni nel Piemonte e Versilia, nei sismi in Umbria - Marche in Abruzzo ed Emilia, come nell’operazione Arcobaleno in Albania - ha spiegato il Capo Nuvola Paternolli - ma anche nel sostegno al campeggio provinciale degli Allievi dei Vigili del Fuoco Volontari del Trentino in Val Campelle e Pinè. Oggi possediamo due grandi cucine da campo e cinque mezzi di supporto, possiamo fornire ben 1.800 pasti per più settimane. Un impegno volontario aperto anche ai giovani e BORGO VALSUGANA Due momenti della cerimonia di ieri: alzabandiera e inaugurazione, con il saluto delle penne nere che hanno trovato una nuova «casa» FOTO ERREDI alle donne (già presenti nel nostro nucleo), che condividono lo spirito alpino e sono iscritti agli Alpini o Amici degli Alpini». «Più dei mezzi e delle strutture quello che rende unica ed invidiabile in Italia la “macchina trentina” della Protezione Civile è l’impegno, la dedizione e la professionalità dei suoi volontari - ha precisato il presidente provinciale Ugo Rossi - inauguriamo una sede con attrezzature e macchinarti pronti ad essere utilizzati in ogni emergenza. Questi volontari sono l’immagine vera del Trentino: simbolo di efficienza, altruismo e impegno gratuito in ogni occasione». Il monito di Mellarini «La Protezione Civile deve restare in capo a Regioni e Province Autonome, non si può centralizzare e burocratizzare un dipartimento che sin qui ha sempre agito bene, con grande professionalità e impegno volontario - questo il messaggio dell’assessore Tiziano Mellarini accompagnato dai dirigenti Roberto Bertoldi e Gianfranco Cesarini Sforza - i Nu.Vol.A sono una componente preziosa nella nostra Protezione Civile, un’attività logistica e di supporto, pronta ad agire non solo nelle emergenze, ma anche nell’impegno quotidiano come accaduto in questi mesi presso al campo di accoglienza di Mori, fornendo un piatto caldo a tutti». Ieri l’inaugurazione, ora una «rete» di siti della valle La Rocchetta, museo all’aperto BORGO - Il sito storico della «Rocchetta» è una bella realtà. Una idea, quella messa in piedi nel 2011 dal presidente della Banda Civica di Borgo Walter Simoni, che a distanza di tre anni ha visto riconsegnare ai borghesani un posto «nuovo» da scoprire e da valorizzare. Tanta gente domenica pomeriggio all’inaugurazione. Mesi e mesi di lavoro da parte del Servizio Ripristino che ha ripulito la sommità del monte, stessa sorte per i sentieri e le trincee della Prima Guerra Mondiale. A fare gli onori di casa la banda. «Con questa iniziativa abbiamo far rinascere una località che, secondo noi - ha ricordato Simoni - può avere una valenza, culturale, sociale, ricreativa e turistica. Noi ci crediamo, così anche il comune e la Comunità Valsugana e Tesino che ci hanno sostenuti in questo progetto». Soddisfatto il sindaco di Borgo Fabio Dalledonne, così come PRIMIERO Alpini, Schutzen, volontariato e tanta gente ieri alla cerimonia l’assessore della Comunità Giuseppe Corona che ha fortemente voluto inserire l’evento all’interno delle varie iniziative promosse sul territorio nell’ambito delle celebrazioni per il centenario. Con il consigliere provinciale Chiara Avanzo presente anche il nuovo parroco di Borgo don Daniele Morandini che ha benedetto il sito con il pomeriggio allietato dalle letture storiche di Luigi Sardi e dalla drammatizzazione teatrale a cura dell’Associazione Figli delle Stelle di Ospedaletto. Presentando il progetto, Walter Simoni ha sottolineato come, in futuro, la Rocchetta potrebbe davvero diventare un luogo da uti- lizzare per rappresentazione musicali, canore e teatrali. «Ma noi siamo convinti che, coinvolgendo vari soggetti, questo luoghi possano davvero diventare metà anche di visite guidate o passeggiate». Perché non allestire una serie di percorsi formativi-didattici e turistici per le scuole di ogni ordine e grado? Perché non mettere in rete il sito con gli altri musei (sulla Grande Guerra a Borgo, il Museo della Donna di Olle, quello degli Spaventapasseri a Roncegno ed i vari siti storici della Valsugana), il Centro Mascalcia e la De Bellat di Castelnuovo? Il dado è tratto, ora si tratta di far vivere il nuovo sito. A partire dalla primavera del 2015. All’inaugurazione erano presenti anche gli alpini di Borgo e Olle, le tre compagnie Schutzen di Telve, Strigno e del Tesino e le rappresentanze combattentistiche e d’arma della Bassa Valsugana. M. D. Il nuovo parroco salutato anche da tantissimi ladini che lo hanno accompagnato Per «don Bepi», una calda accoglienza in paese PRIMIERO - È stato accolto ieri con una messa solenne il nuovo sacerdote per le parrocchie di Soprapieve, Don Giuseppe Da Prà, già entrato nei cuori dei fedeli primierotti come Don Bepi. Sostituisce, nell’avvicendamento, Don Duccio Zeni, a cui è andato un particolare saluto. Il parroco cadorino, proveniente dalla Val di Fassa, ha voluto partire in processione dalla chiesetta secentesca della Madonna dell’Aiuto, nel centro di Fiera di Primiero. Il culto condiviso per l’imago miracolosa ha siglato significativamente l’affidamento di Don Bepi da parte della comunità di Fassa a quella di Primiero. Tanti i fedeli che da Fassa e Cadore – con in testa le autorità civili e militari – hanno accompagnato fino al sagrato dell’Arcipretale dell’Assunta il loro ex parroco, fondendosi poi per la celebrazione solenne con i primierotti. Lì, ad accoglierli, la folla, simbolicamente protetta dal Sacro Cuore di Gesù portato dalla Schützenkompanie Giuseppina Negrelli. La forza delle emozioni era tangibile nei tanti abbracci, strette di mano e saluti che Don Bepi ha scambiato con tutti prima di assumere l’affidamento della cura pastorale. Il Decano Don Giampietro Simion gli ha consegnato la Chiesa e i fedeli, in un’atmosfera sacrale che profumava d’incenso. Durante l’omelia, il nuovo parroco ha avuto toccanti parole per tutti, per i suoi nuovi fedeli - che non ha smesso di ringraziare per la calorosa accoglienza - e per quelli che ha ormai lasciato, a cui ha parlato a lungo in ladino, dimostrando una forte condivisione dei valori della gente di montagna. Come a voler rispondere ad una domanda, si è umilmente chiesto: «Cosa vengo a fare qui? Nulla di straordinario: per prenderci cura gli uni degli altri». Un lungo applauso ha sancito la piena accoglienza dei primierotti al nuovo parroco. M. C. I più bei cavalli Haflinger premiati al raduno di Brez BREZ - Per il secondo anno consecutivo Brez ha ospitato la rassegna di cavalli Haflinger organizzata dalla Federazione provinciale degli allevatori trentini. Tra bancarelle di prodotti locali e trattori d’epoca, i cavalli hanno sfilato davanti ad un nutrito pubblico, anche grazie alla bella giornata. Trenta i soggetti che sono stati iscritti alla rassegna, ma solo pochi hanno avuto l’onore di essere eletti campioni nelle rispettive categorie: Ursula, di Ferdinando Lorenzetti, si è aggiudicata il primo premio nella categoria «Puledre 2014», mentre, per quanto riguarda i puledri maschi nati sempre quest’anno, ha vinto Bailer di Vincenzo Tonetti; Sharon, di Marina Ghilotti, ha raggiunto il primo posto nel «Puledre uno e due anni» e Rapunzel, del Maso Gius, vince in «Fattrici tre, quattro e cinque anni»; la vincitrice di «Fattrici da sei a dieci anni» è stata Laura di Vincenzo Tonetti, mentre Elvi di Sara Tell si è aggiudicata il permio «Fattrice oltre dieci anni». Ad aggiudicarsi il titolo di Reginetta della rassegna di Brez è stata Laura di Vincenzo Tonetti, con Sharon, di Marina Ghilotti, come riserva. Gli organizzatori hanno voluto premiare anche quattro allevatori benemeriti: Marta Hirber, Ferdinando Lorenzetti, Giuseppe Lorenzetti e Lino Segna. R. R. Lomaso | Un successo per le Montagnine Alla «Festa della patata» tanta gente e liste d’attesa La formula vincente: degustazioni su prenotazione e prodotti locali DENISE ROCCA CAMPO LOMASO – Patate regine della produzione agricola delle Giudicarie Esteriori e protagoniste nella piana del Lomaso per la tradizionale «Festa della Patata» che una compagine di volontari sempre più numerosa organizza ogni anno per valorizzare e festeggiare il tubero giudicariese. È l’Associazione Pro loco Piana del Lomaso «Stra...volti» che si occupa dell’organizzazione: una macchina ormai rodata che anche quest’anno, come i precedenti, ha cucinato tre cene per 98 fortunati a sera, ed è proprio il caso di dire fortunati visto che la lista di attesa per un posto all’ultimo minuto era lunga per tutte e tre le serate, ricorda con orgoglio uno degli organizzatori, Bruno Mattei. «Soddisfatti davvero – commenta Giulia Pederzolli, presidente dell’associazione – perchè è stato riconfermato il successo della formula con le degustazioni che è tipica della nostra festa, e anche le novità introdotte quest’anno anche grazie all’aiuto della Pro loco di Ponte Arche sono piaciute molto». Le novità servivano appunto a soddisfare, almeno in parte, la lunga lista di attesa per assaggiare il menù-degustazione dall’antipasto al dolce a base di patata messo a punto dai volontari: all’esterno della festa è stato quest’anno distribuito a chi un posto a tavola per il menù completo non l’ha trovato, un assaggio di polentina di patate e le Pepite del Limarò, delle crocchettine preparate dalla Pro loco di Ponte Arche che per la prima volta ha partecipato alla festa lomasina. Duecento polentine sono state distribuite nel weekend dedicato alla Montagnina, il cui raccolto in questa annata piovosa ha fatto segnare una qualità di prodotto particolarmente elevata. Degustazioni quindi, ma anche porte aperte al punto vendita della Cooperativa Produttori Agricoli Giudicariesi (Copag) con possibilità di acquistare i prodotti utilizzati alla festa e visita guidata al «volt de le patate Montagnine» per conoscere il processo produttivo della patata e la sua conservazione.
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