Gennaio/Febbraio 2014 219 Gennaio/Febbraio 2014 Automazione SPECIALE Sensori e strumentazione n. 219 anno 25 Industriale New Business Media Srl - Via Carlo Pisacane, 1 - 20016 Pero (MI) - Rivista mensile una copia € 5,00 Automazione Industriale www.automazioneindustriale.com COMPONENTI, SISTEMI E SOFTWARE PER L’AUTOMAZIONE Digital Humidity Sensors Pressure Sensors Quartz Crystals & Oscillators Pressure Transmitters Humidity Transmitters Gas & Liquid Flow Sensors Miniaturized Pumps and Proportional Valves Ultrasonic Solutions Speciale Sensori e strumentazione Automazione applicata Utility www.repcomsrl.com In copertina Repcom: sensori e componenti per l’industria Riprogramma il mondo. Fare ingegneria in un mondo complesso porta ogni giorno nuove sfide. Cambia approccio per affrontarle al meglio. Riprogramma il tuo mondo ingegneristico con la piattaforma integrata hardware e software di National Instruments. Supera la complessità dei sistemi di misura e controllo. >> A te l’idea, a noi gli strumenti. Visita italy.ni.com 02.413091 ©2013 National Instruments. Tutti i diritti riservati. National Instruments, NI e ni.com sono marchi commerciali di National Instruments. Altri prodotti e nomi aziendali citati sono marchi commerciali delle rispettive aziende. 14487 Prima adesso sempre 22 -#$'.5%*.' #00+ .64' Tecnologia testata nelle applicazioni di tutto il mondo La qualità dei portacavi KABELSCHLEPP: s¬¬'AMMA¬DI¬PRODUZIONE¬IN¬POLIAMMIDE¬ACCIAIO¬E¬SISTEMI¬IBRIDI¬PER¬OGNI¬SOLUZIONE¬APPLICATIVA s¬,ARGHEZZE¬DISPONIBILI¬CON¬PASSO¬DI¬¬MM s¬0Iá¬DI¬¬VARIANTI¬IN¬ACCIAIO¬E¬POLIAMMIDE s¬,ARGHEZZE¬DI¬CATENA¬DA¬¬A¬¬MM s¬0ESO¬PROPRIO¬DELLA¬CATENA¬DA¬¬GR¬A¬¬KG¬PER¬METRO s¬¬$ALLE¬SINGOLE¬MAGLIE¬SINO¬AI¬SISTEMI¬COMPLETI¬PRONTI¬PER¬IL¬MONTAGGIO KABELSCHLEPP ITALIA SRL Via Massari Marzoli, 9 · I - 21052 BUSTO ARSIZIO (VA) · Tel: +39 0331 35 09 62 · Fax: +39 0331 34 19 96 · www.kabelschlepp.it Editoriale Per non subire la sicurezza Negli ambienti produttivi odierni ci si può accostare alla security subendola o agendola. Nel primo caso si è portati a credere che i propri sistemi Ics o Scada siano impenetrabili, ci si considera esclusi dai possibili target a rischio, come centrali nucleari, grandi infrastrutture di water o energy management, eventuali obiettivi militari sensibili. Si ritiene che il motore di ricerca Shodan o il security scanner Nexus non potranno mai essere utilizzati per individuare vulnerabilità nel proprio sistema di controllo o supervisione, e magari ‘attaccarlo’. Si chiude anche un occhio se sul monitor del pc di stabilimento sono presenti post-it con password di accesso bene in vista, se le control room non sempre prevedono modalità di accesso limitato, se le password utilizzate sono di scarsa qualità, se durante i turni notturni un operatore si intrattiene guardando un film o consultando il quotidiano on-line sul pc di monitoraggio. Nel secondo caso, invece, non si attende di percepire un danno o di subirlo con conseguenze evidenti in termini di rallentamento, blocco della produzione o alterazione del prodotto finito, per prendere le adeguate contromisure. Si gioca d’anticipo eseguendo una scrupolosa analisi dei rischi, si va alla ricerca di tutte le possibili vulnerabilità e, solo dopo un’attenta fase preliminare di valutazione, si mettono in atto best practice e procedure di security management condivise, indipendentemente dalla mansione o dal livello dei dipendenti, e si installano componenti hardware e software studiati per mantenere in sicurezza la rete di stabilimento e i singoli sistemi in uso. Nell’era dell’informatica abbondantemente applicata agli ambienti di produzione, è necessario passare da un atteggiamento passivo e difensivo a uno proattivo e preventivo. La consapevolezza dei rischi, il confronto dinamico e lo scambio continuo di informazioni tra i responsabili IT e i plant manager sono i presupposti di questo passaggio. Iniziamo l’anno promuovendo in collaborazione con Trend Micro, Siemens e Clusit due seminari che mettono in evidenza questi presupposti, nella certezza che agire la sicurezza IT nei contesti industriali non significhi semplicemente adottare un antivirus, bensì attivare un processo integrato, fatto di tecnologie e competenze da condividere. Valeria Villani Gennaio/Febbraio 2014 - Automazione Industriale ■ 005 Per saperne di più Aziende citate Abb ___________________ 067 Masautomazione __________ 046 Acquedotto Pugliese _______ 078 Maselli Misure ____________ 045 Anie Automazione _________ 041 Matteuzzi _______________ 058 Autoware _______________ 069 M.D. Micro Detectors _______ 050 Baumer Italia _____________ 044 Microtel Tecnologie Elettroniche _ 054 Bosch Rexroth ____________ 054 Mitsubishi Electric _________ 058 B&R ___________________ 073 Oracle __________________ 039 UFFICIO GRAFICO: Elisabetta Delfini (coordinatore), Elisabetta Buda, Patrizia Cavallotti, Elena Fusari, Laura Itolli, Silvia Lazzaretti, Luciano Martegani, Cristina Negri, Diego Poletti, Luca Rovelli Cognex _________________ 050 Panasonic _______________ 051 Comau _________________ 017 Picotronik _______________ 053 SEGRETERIA DI REDAZIONE NEW BUSINESS MEDIA: Anna Alberti, Donatella Cavallo, Gabriella Crotti, Rita Galimberti, Laura Marinoni Marabelli, Paola Melis, Elena Palazzolo, Katia Simeone, Caterina Zanni Comodepur ______________ 082 Pilz Italia ________________ 049 Datalogic ________________ 042 Repcom ________________ 009 [email protected] Elcam __________________ 048 Rockwell Automation ____022, 078 Endress+Hauser __________ 048 RS Components ___________ 072 Fluke___________________ 043 Sap Italia ________________ 037 Gmc Instruments __________ 072 Schneider Electric _________ 052 Gruppo Adr ______________ 061 Sick ________________025, 046 Hamamatsu ______________ 043 Siemens _____________028, 064 Hms Industrial Networks ____ 073 Smc Italia _______________ 045 Ifm electronic ____________ 042 Socomec _____________044, 061 Image S ________________ 053 Tekkal __________________ 052 Intesis __________________ 078 Trend Micro ______________ 031 Invensys ________________ 071 Ucimu-Sistemi per produrre __ 012 Istituto Leonardo da Vinci ___ 064 Valcom _________________ 047 Kübler __________________ 053 Wika ___________________ 043 Luchsinger ______________ 049 Xylem __________________ 082 anno 25 - numero 219 - Gennaio/Febbraio 2014 www.automazioneindustriale.com DIRETTORE RESPONSABILE: Pierantonio Palerma CAPOREDAZIONE CENTRALE NEW BUSINESS MEDIA Claudio Bonomi, Patrick Fontana REDAZIONE: Valeria Villani (Responsabile di Redazione), Virna Bottarelli, Massimiliano Luce COLLABORATORI: Alice Alinari, Andrea Bianchi, Massimiliano Cassinelli, Luigi De Bernardini, Giulio Destri, Livio Giumelli, Franco Gori, Antonello Messina, Marco Riccardo Melani, Gastone Nencini, Vito Puopolo, Laura Rubini, Roberta Tosi PROPRIETARIO ED EDITORE: New Business Media srl SEDE LEGALE: Via Eritrea, 21 - 20157 Milano SEDE OPERATIVA: Via Carlo Pisacane, 1 - 20016 PERO (MI) - Tel. +39 02 3022.1 UFFICIO TRAFFICO E PUBBLICITÀ: Tel. +39 02 3022.6060 STAMPA: FAENZA INDUSTRIE GRAFICHE S.r.l. Via Vittime Civili di Guerra, 35 - 48018 Faenza (RA) Prezzo di una copia 5,00 euro Registrazione Tribunale di Milano n.186 del 14-03-2005 ROC n. 6553 del 10/12/2001 ASSOCIATO A: Responsabilità: la riproduzione delle illustrazioni e articoli pubblicati dalla rivista, nonché la loro traduzione è riservata e non può avvenire senza espressa autorizzazione della Casa Editrice. I manoscritti e le illustrazioni inviati alla redazione non saranno restituiti, anche se non pubblicati e la Casa Editrice non si assume responsabilità per il caso che si tratti di esemplari unici. La Casa Editrice non si assume responsabilità per i casi di eventuali errori contenuti negli articoli pubblicati o di errori in cui fosse incorsa nella loro riproduzione sulla rivista. Ai sensi del D.Lgs 196/03 garantiamo che i dati forniti saranno da noi custoditi e trattati con assoluta riservatezza e utilizzati esclusivamente ai fini commerciali e promozionali della nostra attività. I Suoi dati potranno essere altresì comunicati a soggetti terzi per i quali la conoscienza dei Suoi dati risulti necessaria o comunque funzionale allo svolgimento dell’attività della nostra Società. Il titolare del trattamento è: New Business Media Srl, Via Eritrea 21, 20157 Milano. Al titolare del trattamento Lei potrà rivolgersi al numero 02/3909.0349 per far valere i Suoi diritti di retificazione, cancellazione, opposizione a particolari trattamenti dei propri dati, esplicitati all’art. 7 D.Lgs 196/03. SERVIZIO CLIENTI PERIODICI: TEL. +39 02 3909.0440 - [email protected] Attivo tutti i giorni, per informazioni sullo stato del proprio abbonamento e per supporto ai nuovi ordini. Inserzionisti Beckhoff Automation _____________________________________II cop. EPLAN Software & Service __________________________________ 077 Hannover Messe 2014 _____________________________________ 011 HBM Italia ______________________________________________ 025 Kabelschlepp ____________________________________________ 004 Keller _________________________________________________ 059 Maxon Motor Italia ________________________________________ 047 Mitsubishi Electric ______________________________________ IV cop. National Instruments ______________________________________ 003 Omron_________________________________________________ 055 Panasonic Electric Works ___________________________________ 013 Repcom ______________________________________________ I cop. RS Components ________________________________________ III cop. TPA Italia 2014 __________________________________________ 039 Gennaio/Febbraio 2014 Sommario Editoriale non subire la sicurezza 005 Per di Valeria Villani Prima fila In copertina di Repcom 008 Ialquarant’anni servizio dell’industria è sempre più social 038 Ile business mobile di Massimiliano Luce 040 di Franco Gori Attualità Speciale Mercato Sensori e strumentazione 010 di Massimiliano Cassinelli Macchine utensili alla riscossa Aziende e soluzioni confortante vitalità 040 Una di Andrea Bianchi scommette su robotica 014 Comau e general industry di Valeria villani 018 Repcom fornisce sensori e componenti tecnologicamente all’avanguardia www.repcomsrl.com Prodotti 042 a cura di Massimiliano Luce Rassegna Automazione, il futuro è nella connected enterprise Applicazioni di Antonello Messina billion dollar company 023 Sick, di Valeria Villani d’ordine trasformazione 026 Parola digitale di Valeria Villani 029 Software Automotive 056 Mes Pneumatici perfetti grazie all’automazione 068 di Luigi De Bernardini Ogni Erp ha bisogno di un Mes di Massimiliano Cassinelli Pas Infrastrutture e software per viaggiatori 060 Ups leggeri e sicuri 070 di Massimiliano Cassinelli L’evoluzione della specie di Livio Giumelli Prodotti Didattica e formazione Istituti tecnici News 072 a cura di Laura Rubini Rassegna sui banchi di scuola 062 Plc a Firenze di Marco Riccardo Melani e Vito Puopolo Security per sconfiggere 029 Scada: un attaccante devi conoscerlo di Gastone Nencini 074 065 Hot topic Mobile e cloud per l’automazione 032 Automazione applicata Dal Mes al Maas, il nuovo paradigma per la produzione build-to-order? Tecnicamente di Giulio Destri Robotica 037 di Massimiliano Luce Il cloud a misura di pmi Utility 074 di Alice Alinari per una produzione 065 Robot più sostenibile di Roberta Tosi Acquedotto Pugliese ottimizza i consumi con PlantPAx a costo ridotto 079 Sollevare di Massimiliano Cassinelli Gennaio/Febbraio 2014 - Automazione Industriale ■ 007 Prima fila In copertina I quarant’anni di Repcom al servizio dell’industria Dopo un quarantennio di attività, la stessa energia degli inizi. Storia, esperienze e prospettive future del distributore di sensori e componenti per il settore industriale di Franco Gori R epcom festeggia quest’anno i quarant’anni di attività: una ricorrenza importante e sicuramente un’occasione per ripercorrere le tappe salienti di questo percorso e ipotizzarne di nuove. Nata nel 1974 come agenzia di vendita Nel 2014 Repcom dedicherà risorse al lancio in Italia dei rilevatori a ultrasuoni Sonaphone di Sonotec 08 Automazione Industriale - Gennaio/Febbraio 2014 italiana di National Semiconductor poco prima dell’apertura di una sede indipendente della multinazionale anche in Italia, Repcom ha progressivamente esteso brand e tipologie di componenti. Dopo 14 anni di collaborazione con National Semiconductor, Repcom ha iniziato a operare come distributore commercializzando prima quarzi e semiconduttori e poi, dal 1982, sensori, sui quali si è successivamente focalizzata, collaborando dapprima con Sensortechnics (oggi diventata First Sensor), azienda specializzata nei sensori di pressione, e introducendo successivamente altri marchi. Partendo dai sensori di pressione, il distributore ha infatti ampliato la gamma con sensori di umidità capacitivi e, in seguito, sensori per il settore elettromedicale. Attualmente la società si sta specializzando sui sensori di gas, sulla composizione dell’aria o presenza del gas (anidride carbonica, monossido di carbonio, etilene per la fermentazione della frutta, gas refrigeranti). Oggi Repcom rappresenta diverse aziende nel campo della sensoristica (First Sensor, Galltec-Mela, Introtek, SenseAir, Sensirion, smartGAS, Sonotec), oltre a un marchio di quarzi e oscillatori (Jauch) e a uno specializzato in elettrovalvole e pompe in miniatura (Parker). “Proponiamo sensoristica di alto livello per l’industria e per settori, come l’elettromedicale, dove sono richiesti prodotti specifici”, dice Andrea Gibelli, amministratore di Repcom. “Oltre a commercializzare prodotti standard, affianchiamo i clienti nello In copertina Prima fila sviluppo di soluzioni custom, tutte le volte in cui le esigenze tecniche ed economiche di progetto lo richiedono”. Il cliente, ovviamente, resta il principale interlocutore, intorno al quale negli anni Repcom ha costruito una robusta rete di servizi, alimentata da un costante aggiornamento e da una preparazione tecnica continua. Così spiega Gibelli: “Ci manteniamo aggiornati il più possibile sui prodotti partecipando a corsi di aggiornamento sulle ultime novità e questo ci permette di poter dare delle risposte nel momento in cui il cliente presenta dubbi o problemi; l’esperienza di chi è da 40 anni nel settore dei componenti elettronici riesce a garantire un adeguato supporto tecnico e commerciale”. Innovazione, ovvero ‘occhi sempre aperti’ Muovendosi in un mercato, quello italiano, che non attraversa certo una fase positiva, Repcom ha sviluppato una propria strategia di reazione all’attuale congiuntura che Gibelli riassume essenzialmente in questo modo: “Promuoviamo nel mercato italiano sempre più componenti innovativi e applicabili in settori trainanti, per compensare così quei settori in cui esiste un calo di produzione. Oltre a ciò, teniamo sempre gli occhi aperti, alla costante ricerca di nuovi prodotti tecnologicamente avanzati. Infine, cerchiamo di promuovere maggiormente i prodotti scegliendo di investire nella comunicazione, soprattutto digitale”. I partner di Repcom sono principalmente europei, in particolare tedeschi e svedesi ma anche svizzeri e americani . “Mantenere buoni rapporti interpersonali con lo staff tecnico delle aziende rappresentate ci garantisce un supporto tecnico adeguato alla tecnologia e alla complessità dei prodotti che commercializziamo”, aggiunge Gibelli. “Ed è quello che il cliente richiede quando incontra un problema applicativo e vuole risolverlo rapidamente sia dal punto di vista tecnico sia commerciale”. Fanno parte dell’offerta di Repcom anche i sensori SmartGAS... I progetti per il 2014 Repcom conferma anche per il nuovo anno la sua sensibilità a questioni come il risparmio energetico e l’ambiente. “In quest’ottica”, annuncia Gibelli, “stiamo intraprendendo nuove collaborazioni con un’azienda svedese e una tedesca”. Nel 2014 l’azienda dedicherà molte risorse al lancio in Italia dei rilevatori a ultrasuoni Sonaphone di Sonotec, strumenti che permettono di individuare perdite e microperdite negli impianti di aria e gas compressi, ma anche di verificare lo stato di usura dei cuscinetti e il funzionamento di valvole ... e i sensori di umidità SHT21, SHT25 e STS21 di Sensirion e scaricatori di condensa, anche in ambiente Atex. “L’idea per il futuro è sempre quella di rimboccarci le maniche e puntare su prodotti tecnologicamente avanzati per lo sviluppo di applicazioni innovative e nuovi mercati, oltre a cercare di allargare la base di clienti per i prodotti esistenti”, commenta Gibelli. “Cerchiamo di adattarci per rinnovarci e siamo sempre aperti alle novità, visitando tra l’altro le più importanti manifestazioni europee di settore”. E proprio le fiere sono eventi irrinunciabili per Repcom, non solo nel suo ruolo di visitatore per individuare tecnologie e partner nuovi, ma anche di espositore per instaurare un rapporto diretto con le persone. “Per far apprezzare il fatto che i sensori e i componenti da noi distribuiti hanno un valore aggiunto, sono necessarie sinergia e stima reciproca: le fiere sono l’occasione ottimale, oltre che per stabilire nuovi contatti, anche per riallacciare i rapporti con i vecchi clienti”, conclude Gibelli. Negli ultimi anni Repcom si è focalizzata sulla partecipazione a fiere specializzate e di settore. Focus confermato anche nel 2014: nel corso dell’anno il distributore sarà presente al Salone Affidabilità e Tecnologie di Torino, al Save di Milano e Verona, all’mcTer Biogas di Milano e al Medtec di Modena. Per informazioni Repcom www.repcomsrl.com Gennaio/Febbraio 2014 - Automazione Industriale 09 Attualità Mercato Macchine utensili alla riscossa Dopo anni di difficoltà il settore mostra incoraggianti segnali di ripresa, con la Cina capace di trainare il mercato di Massimiliano Cassinelli Il mercato delle macchine utensili offre ancora interessanti prospettive di sviluppo a livello internazionale “S e dieci anni fa la Cina era un pericolo per i produttori italiani di macchine utensili, oggi quello cinese è un mercato in grado di offrire un’interessante opportunità”. Nel corso della prima Assise della Macchina Utensile in Italia, promossa da Ucimu-Sistemi per produrre lo scorso 26 novembre a Milano, Paolo Massardi della società di consulenza Roland Berger Consultants ha posto 010 Automazione Industriale - Gennaio/Febbraio 2014 l’accento sulle opportunità offerte dal mercato dell’Estremo Oriente. Un’area la cui espansione, pur essendo rallentata negli ultimi anni, conserva ritmi superiori rispetto al resto del mondo, che devono essere supportati da impianti industriali sempre più innovativi. Dopo la crisi del 2008, non ancora riassorbita, anche il resto del mondo mostra però un quadro economico con prospettive interessanti. L’economia mondiale, infatti, è in fase di crescita nel medio periodo, benché a velocità inferiore soprattutto per quanto riguarda le economie mature di Europa e Nord America. Le analisi degli economisti indicano, tra i driver di sviluppo, la capacità di gestire l’incidenza del debito pubblico: quest’ultimo, infatti, si conferma la leva rilevante dello sviluppo economico e della ricchezza complessiva generata, assieme a calibrazione e composizione della pressione fiscale (imprese, lavoro e altri tributi) e della qualità dei servizi a supporto dello sviluppo economico complessivo. Il tutto completato dal fatto che la capacità di generare e proteggere il know-how unico e differenziale di un Paese rimane un fattore di sviluppo e competitività fondamentale. No alla deindustrializzazione In ambito manifatturiero, Europa, Stati Uniti e Cina rappresentano già oggi il 60% della produzione complessiva mondiale. In quest’ambito l’Italia, con un 3% sul peso complessivo, rimane uno dei Paesi rilevanti. È però necessario che il nostro Paese, così come l’intera Europa, impari a confrontarsi e competere con la Cina, ossia l’area caratterizzata dal maggior sviluppo di capacità Mercato Attualità produttiva. In realtà, ha osservato Massardi, “in alcuni Paesi europei è in atto un processo di deindustrializzazione manifatturiera con impatti e ricadute occupazionali e sulle prospettive di sviluppo macroeconomico”. Alla luce di queste considerazioni, lo stesso Massardi si è focalizzato sui limiti al potenziamento imprenditoriale presenti in Italia, che dovranno essere affrontati per permettere di cogliere l’opportunità di sviluppo e di recupero economico nel breve e medio periodo. Quattro, in particolare, gli aspetti sui quali occorre focalizzare maggiormente l’attenzione: costo dell’energia, semplicità di sviluppare l’impresa, qualità delle infrastrutture e competitività del sistema ricerca-formazione, fondamentale per rinnovare prodotti e processi produttivi. Seppur lenta, è una crescita I 360 operatori, tra costruttori, agenti e importatori che a novembre si sono riuniti a Milano per la prima Assise della Macchina Utensile, erano però interessati a confrontarsi sulla situazione di settore, con l’obiettivo di fare fronte comune in un momento economico particolarmente difficile per il nostro Paese. I numeri, del resto, sono preoccupanti: dal 2008 al 2012 il mercato italiano della macchina utensile si è praticamente dimezzato, passando da 4 a soli 2 miliardi di euro. Una riduzione del consumo che ha gravato sia sui bilanci delle imprese costruttrici di sistemi per produrre, sia su quelli degli importatori. Se il mercato interno è in grave sofferenza, con ripercussioni sull’intero tessuto produttivo nazionale, che non sta investendo in innovazione, reggono invece le esportazioni. Al punto che, con un fatturato di oltre 3 miliardi di euro, nell’ambito delle macchine utensili l’Italia è al terzo posto al mondo, alle spalle di due colossi come Giappone e Germania. Un dato reso ancor più positivo dal fatto che, rispetto al 2011, la crescita HANNOVER MESSE 2014 L‘innovazione è fattore di successo ■ Procurarvi una panoramica globale del mercato ■ Toccare con mano le tecnologie più innovative ■ Trarre vantaggio dal transfer di know-how e scoprire le tendenze del futuro 7 – 11 aprile 2014 Hannover ▪ Germania hannovermesse.com Get new technology first Fiera di Hannover · Tel. +39 02 70 63 3 29 2 · info@hfitaly.com Attualità Mercato Stazionario il 2013 secondo i dati di preconsuntivo Dai dati di preconsuntivo elaborati dal Centro Studi & Cultura di Impresa di Ucimu emerge che, per il 2013, la produzione si è attestata a 4.780 milioni di euro, segnando un calo dell’1% rispetto al 2012. “Il 2013 è stato un anno all’insegna della stazionarietà” ha commentato Luigi Galdabini, presidente di Ucimu, sottolineando come il calo dell’1% sia sostanzialmente una conferma dell’andamento del mercato. “Il dato più evidente è la ripresa del consumo domestico, che sembra ripartire dopo anni d’immobilità; resta però il problema della mancanza di liquidità per le imprese italiane”. Le esportazioni si sono confermate ancora una volta il traino del settore: con uno 0,2% di calo, l’export si è, infatti, attestato a 3.615 milioni di euro, assorbendo il 75,6% della produzione dei costruttori italiani. In occasione della presentazione dei dati di pre-consuntivo (mentre scriviamo stanno per essere resi disponibili anche i dati dell’ultimo trimestre dell’anno che risulta di consuetudine il periodo più positivo per i costruttori di macchine utensili, ndr), Galdabini non ha mancato di ribadire alcuni punti fermi per altro già emersi nell’Assise, senza i quali qualsiasi ripresa risulterebbe difficile: stabilità politica, attenta politica monetaria, misure volte a ridurre il credit crunch, snellimento burocratico, riforma del credito, detassazione degli investimenti in macchinari, operatività della ex-legge Sabatini, provvedimenti che favoriscano la sostituzione dei sistemi di produzione e ammortamenti liberi per svecchiare il parco macchine italiano. tra il 7 e il 9%. Come ha evidenziato Luigi Galdabini, presidente di Ucimu, la ripresa non permetterà di recuperare rapidamente il fatturato perso negli ultimi anni e, per tale ragione, è necessario “intraprendere strategie, attività e iniziative per meglio strutturare la propria offerta rispetto alla domanda italiana e straniera”. Luigi Galdabini, presidente di Ucimu è stata del 12%. Un altro dato positivo per il settore arriva da uno studio firmato Oxford Business of Economics, i cui analisti prevedono una ripresa del mercato italiano nell’ordine del 4,5% già dal 2014, mentre incrementi ancora più significativi si avranno nel triennio successivo, con crescite comprese 012 Automazione Industriale - Gennaio/Febbraio 2014 Produzione più green In risposta a queste aspettative, Massardi, focalizzando l’attenzione sul settore delle macchine utensili, ha ricordato come il mercato asiatico in generale, e la Cina in particolare, rappresenti oggi il maggior produttore di macchine utensili mondiali. È quindi uno dei principali concorrenti per le aziende italiane. Allo stesso tempo, però, anche la qualità della produzione manifatturiera di quest’area geografica sta crescendo in termini qualitativi e di performance per potersi confrontare con quelle occidentali. Questo significa che le industrie locali necessitano di macchine utensili di elevata qualità e, quindi, si sono trasformate anche in mercati di assoluto interesse, che stanno apprezzando le caratteristiche delle macchine utensili stesse. A tal proposito, sul mercato internazionale, uno degli ambiti di maggior sviluppo è il segmento ‘mid-end’: da macchine caratterizzate da una lunga vita utile, elevati requisiti in termini di precisione e sicurezza totali e un’elevata produttività. Di contro, in questo segmento, sono richieste flessibilità ridotta e limitato livello di automazione e customizzazione, mentre la stabilità di processo deve essere particolarmente elevata. È inoltre indicativo il fatto che, accanto alla qualità dei prodotti stessi, sono oggi determinanti i servizi pre e post vendita, in quanto i clienti richiedono un supporto di elevato livello ai propri fornitori. Questi ultimi, soprattutto nei mercati occidentali, sono chiamati a prestare una crescente attenzione anche all’aspetto legato all’efficienza e all’ambiente. Proprio l’efficienza energetica, secondo Massardi, rappresenta una delle più efficaci leve di marketing in questa particolare fase mondiale. Per informazioni Ucimu-Sistemi per produrre www.ucimu.it Tu sei qui. Il Servizio Panasonic: persone vicine a te, per passione. Una Rete di specialisti Automazione che lavora per i tuoi risultati. Laser Sensing Alte prestazioni, compattezza, semplicità d’uso Applicazioni che richiedono misure ad alta precisione in spazi molto contenuti? Panasonic dispone di sensori laser avanzati e vi offre un servizio di consulenza tecnica personalizzato. ¬ Misure a triangolazione insensibili al colore del target anche in ambienti con polveri e umidità (IP67). ¬ Elemento di rivelazione a tecnologia CMOS per una precisione micrometrica ad alta velocità (5kHz). ¬ Alte prestazioni senza l’ausilio di controllore esterno e semplicità di impiego grazie al display integrato. Industrial Automation and More... Panasonic Electric Works Italia srl www.panasonic-electric-works.it Attualità Aziende e soluzioni Comau scommette su robotica e general industry All’Open House dello scorso novembre il gruppo torinese di Grugliasco ha mostrato le novità tecnologiche più recenti. In futuro, robot sempre più smart, controllo aperto e augmented reality di Valeria Villani D a quarant’anni Comau realizza tecnologie innovative e si pone obiettivi sempre nuovi. L’azienda del Gruppo Fiat, impegnata dal 1973 nello sviluppo e nella realizzazione di robot antropomorfi e soluzioni avanzate di automazione industriale, punta a crescere in futuro a partire dallo sviluppo di competenze innovative e nuove aree applicative, andando anche oltre quei contesti manifatturieri 014 Automazione Industriale - Gennaio/Febbraio 2014 tipicamente automotive che ne hanno fatto, finora, la storia. “Grazie al solido background tecnologico e all’esperienza maturata nell’industria automobilistica, continuiamo a crescere, mettendo tutto il nostro know-how - di automazione, meccanica, saldatura, assemblaggio, robotica e service industriale - a disposizione di molteplici industrie e applicazioni”, ha sottolineato Maurizio Cremonini, Direttore Marketing di Comau, in occasione dell’Open House 2013 del gruppo, tenutasi lo scorso novembre nello stabilimento torinese di Grugliasco. Tre sono i pilastri della strategia Comau per continuare a crescere. Il primo è un approccio ‘solution oriented’, in base al quale non sono proposti esclusivamente prodotti, ma soluzioni tecnologiche complete, altamente personalizzate secondo le esigenze emergenti in ogni specifico contesto produttivo. Il secondo è un atteggiamento ‘globale’ che fa di Comau un gruppo internazionale “che sa essere ovunque, sempre vicino al cliente”, con 24 sedi operative dislocate in 13 Paesi in tutti i Continenti. Il terzo è un impegno costante all’innovazione, di prodotto e di processo: “La nostra forza sul mercato, che presidiamo con quattro business unit, nasce prima di tutto dagli investimenti che da sempre allochiamo nell’R&D e nell’innovazione, per sperimentare tecnologie di ultima generazione per l’automazione, l’energy saving e il lean manufacturing”, ha continuato Cremonini. Attraverso le business unit Body Welding, Powertrain Systems, Robotics e Adaptive Solutions, il gruppo torinese presidia a livello internazionale i settori automotive, aerospace e general industry. Comau Aziende e soluzioni Attualità gestisce attualmente 15 stabilimenti produttivi nel mondo e fattura 1,5 miliardi di euro, dei quali 1,2 provenienti da Soluzioni e Sistemi e 300 milioni dal Service (dati 2012, ndr), dedicando all’innovazione quattro Centri R&D ubicati in Italia, a Grugliasco, in Francia, negli Stati Uniti e in Cina. “Dall’industria automobilistica e aerospaziale, ancora oggi fondamentali mercati di riferimento, arrivano numerosi stimoli utili a ingegnerizzare soluzioni di automazione altamente innovative, capaci di garantire livelli massimi di efficienza, sicurezza, precisione e riduzione di errori, anche a fronte dei volumi produttivi estremamente sfidanti richiesti negli attuali contesti manifatturieri”. Software e intelligenza nel futuro dei robot Determinanti nella strategia di crescita Comau si confermano le attività della business unit Robotics, sotto i riflettori all’Open House dello scorso novembre, proprio perché è da questa divisione che provengono alcune delle innovazioni tecnologiche più recenti di Comau. Nel corso dell’evento di Grugliasco, infatti, Comau Robotics - che conta 20mila unità robot installate e operative a livello mondiale (46% in Italia, 32% nel resto d’Europa, 8% nell’area Nafta, 6% nel Mercosur e 8% in Asia) e che solo nell’ultimo anno ha prodotto altre 2mila nuove unità - ha mostrato nuovi robot antropomorfi, il Comau Racer 7-1.4, oltre ad alcuni aggiornamenti di gamma della famiglia Smart NJ e altre novità nell’ambito dell’interfaccia uomo-macchina, del controllo e della simulazione, come il nuovo terminale di programmazione TP5, ‘più ergonomico e intuitivo’ o la versione compatta del controllo C5G, con un’interessante applicazione di Augmented Reality declinata al supporto delle attività di manutenzione. Del nuovo robot Racer 7-1.4 con portata di 7 kg e sbraccio di 1.400 mm, che sarà disponibile alla commercializzazione a partire dal secondo trimestre 2014, Enrico Mauletti, Responsabile di Robotics Engineering di Comau, ha messo in evidenza le dimensioni compatte, la velocità e la precisione operative, oltre al minore consumo energetico. Gli aggiornamenti dei robot Smart includono invece il modello Medium Payload, con portate da 60-40-16 kg, lo Smart5 NJ 40 con possibilità di polso offset, la Black Wrist Family, a polso cavo, che permette l’integrazione totale dei cavi di alimentazione e delle saldature nel robot, la versione Smart NJ Press 130- 2.7, con doppio motore sull’asse 1 per una maggiore accelerazione e potenza e, infine, lo Smart Dual Arm, con due bracci da 10 kg di portata l’uno e sensoristica integrata, in grado di “assicurare la massima sincronizzazione dei movimenti fra torso e braccio, grazie al supporto di Open Control, che favorisce una maggiore flessibilità complessiva nella programmazione e nella personalizzazione degli algoritmi di controllo”, come ha segnalato Mauletti. ‘La proposta di Comau Robotics è emblematica degli ultimi trend nel campo della robotica industriale: più marcato human approach, maggiore attenzione alla collaborazione attiva uomomacchina, ulteriore semplificazione e immediatezza nell’integrazione di sensori nelle unità robot e maggiore ‘apertura’ dei software di controllo e programmazione”, ha commentato Mauletti, sottolineando che in futuro il successo di un progetto sarà sempre più legato all’intelligenza delle unità robot e allo sviluppo delle piattaforme software. E proprio il software è stato al centro di altri aggiornamenti presentati da Comau Robotics a Grugliasco. RoboSim Pro, ad esempio, è il nuovo software di simulazione 3D sviluppato per gestire i processi di simulazione degli impianti robotizzati, direttamente scaricabile sul robot per verificare il funzionamento reale, il quale permette anche la programmazione Gennaio/Febbraio 2014 - Automazione Industriale 015 Attualità Aziende e soluzioni off-line e la simulazione ancora più realistica dei tempi ciclo, in quanto sfrutta un Virtual C5G controller. Altra novità presentata, il software E-motion, include nuovi algoritmi per la definizione della generazione della traiettoria che, rispetto al passato, ‘prevedono modelli dinamici più precisi e più flessibili e rendono quindi più fluidi, veloci e performanti i movimenti del robot”. Verso la manutenzione virtuale? Sempre nell’ambito del software e del controllo, Comau Robotics ha illustrato un’interessante applicazione di Realtà Aumentata, la C5G SMP (Standard Manutentive Procedure), per il supporto alla manutenzione delle unità di controllo C5G, realizzata per iPad e sviluppata in collaborazione con Seac02, azienda attiva nel settore della realtà aumentata e virtuale. “I robot Comau sono gestiti e amministrati attraverso unità di controllo robot, come le C5G, cabine di comando contenenti unità inverter modulari chiamate Ams-Iam, che gestiscono i movimenti di rotazione o traslazione dei bracci robot”, ha spiegato Mauletti. “In fase manutentiva può rendersi necessario estrarre e sostituire i singoli moduli, un lavoro che necessita dettagliata conoscenza della procedura e competenza nelle modalità di intervento”. L’idea dell’applicazione di Realtà Aumentata C5G SMP parte proprio da questa necessità. “Inquadrando la cabina e le sue parti interne con la camera dell’iPad, l’utente visualizza sullo schermo del dispositivo una guida visiva, fatta di animazioni sovrapposte agli oggetti reali inquadrati, che illustra la successione Il terminale di programmazione Teach Pendant Uno dei passaggi di studio del design del nuovo robot Racer Italia, l’eccellenza degli integratori Arturo Baroncelli, dal 1988 in Comau e, dallo scorso ottobre, anche presidente di IFR, International Federation of Robotics, intervenuto all’Open House dello scorso novembre, ha ricordato il ruolo strategico del nostro Paese e, in particolare, del distretto automobilistico torinese e dei system integrator attivi su tutto il territorio nello sviluppo di applicazioni robotiche d’avanguardia. “Gli integratori italiani sono i migliori al mondo: con un forte orientamento all’export e un marcato focus sui distretti tecnologici, hanno generato competenze eccellenti e grande innovazione di prodotto e di processo in specifici mercati applicativi, anche di nicchia”, ha commentato Baroncelli. Secondo i dati dell’IFR, In Italia nel 2012 016 sono state vendute circa 4.500 unità robot. Per il 2013 si attende un calo, fra il 5 e il 10%, mentre tra 2014 e il 2016 si prevede che il segmento tornerà a crescere mediamente del 2%. Nel 2012, le vendite di robot all’industria automobilistica in Italia sono scese del 41%, rappresentando una quota del 18% delle forniture totali. Le vendite alla general industry sono invece aumentate del 7%. L’industria metalmeccanica è stata il principale acquirente di robot nel 2012 con una quota del 25% sulle forniture totali. Le vendite di robot a questo comparto sono aumentate del 9% arrivando a 1.100 unità. Solo in Piemonte il polo della robotica conta 250 imprese con 12mila addetti e un fatturato di 2,5 miliardi di euro l’anno. Automazione Industriale - Gennaio/Febbraio 2014 di operazioni da svolgere senza il rischio di sbagliare. Ad ogni passo, l’applicazione mostra in 3D cosa fare e come intervenire, supportando l’utente con istruzioni testuali e visive che segnalano l’utensile da utilizzare o il dettaglio del componente sul quale operare per poterlo riconoscere”. L’applicazione C5G SMP, sviluppata in italiano, inglese e cinese, è dedicata alla procedura di sostituzione dei moduli interni alle cabine C5G, ma Comau Robotics non esclude che l’utilizzo della Realtà Aumentata possa essere esteso ad altri macchinari e tipologie di intervento. ‘La realtà aumentata è la tecnologia ideale per il supporto a procedure costituite da una successione dettagliata di operazioni Aziende e soluzioni Attualità Antropomorfi in rete per la scuola Da sempre convinta della necessità di contaminazione e scambio bidirezionale tra mondo dell’istruzione e della ricerca e mondo industriale, Comau è dal 2011 tra i sostenitori, con la business unit Robotics, della ‘Rete della Robotica a Scuola’, un gruppo di scuole e aziende nato nel 2010 a Torino, su iniziativa di 17 istituti tecnici e professionali, che è arrivato a includere 55 scuole tra Piemonte, Veneto e Campania, destinate ad aumentare fino a un’ottantina in seguito ai recenti accordi siglati anche con gli uffici scolastici regionali di Lombardia ed Emilia Romagna. L’iniziativa, che si basa su un protocollo di intesa inter-istituzionale a livello nazionale per lo sviluppo dell’istruzione tecnica e professionale nel campo della meccatronica e della robotica, prevede la creazione di percorsi di studio specifici strutturati con moduli di robotica inseriti nei curriculum per insegnare concretamente agli studenti a progettare, programmare robot e sistemi automatici. Nel progetto Comau Robotics ha portato le sue celle robotizzate composte dall’antropomorfo Comau Smart5 NS-16, per sperimentare la programmazione della macchina e il suo utilizzo reale, simulando le operazioni che avvengono in un impianto industriale, ha messo da effettuare sui componenti, per la sua naturale caratteristica di sovrapporre all’oggetto su cui si sta agendo, un tutorial illustrato di istruzioni da eseguire”. Pensata per il personale addetto alla manutenzione come una sorta di ‘guida virtuale’, consultabile sul campo in tempo reale, per la procedura di sostituzione di un modulo di controllo degli assi di movimentazione dei robot, la C5G SMP dimostra che l’innovazione e la tecnologia nel mondo industriale sono da sempre applicate in Comau non solo ai prodotti finali offerti, ma anche ai processi interni e ai servizi complementari, focalizzando l’attenzione anche sul miglioramento della produttività e sulla qualità delle condizioni in cui operano gli addetti ai lavori. “Innovazione tecnologica, attenzione a processi e persone, stretta collaborazione con gli integratori a disposizione un corso su meccanica, hardware e software dei bracci robotizzati tenuto direttamente da responsabili dell’ente progettazione a Grugliasco, oltre ad aver dato la possibilità di stage aziendali. “In questi tre anni, grazie a contributi di privati, Camere di Commercio, fondazioni bancarie e Unione Industriali, con un investimento di 700mila euro, abbiamo portato tecnologie di robotica e meccatronica nelle scuole, installando dieci laboratori di robotica con gli antropomorfi Comau, coinvolgendo 2mila studenti e formando 120 insegnanti’, ha detto con orgoglio intervenendo a Grugliasco il prof. Enzo Marvaso, coordinatore della Rete della Robotica a Scuola. ‘I risultati sono eccellenti, non solo perché diversi prodotti realizzati in classe sono già utilizzati in alcuni contesti industriali italiani, ma anche perché grazie agli stage aziendali circa il 40% degli studenti trova lavoro già prima del diploma, il 25% viene assunto entro tre mesi dal diploma e il restante 35% continua all’università. Comau Robotics sostiene il progetto per una scuola diversa, una scuola orientata all’innovazione e al cambiamento, dove la tecnologia ha un ruolo attivo nel creare competenze e certezze di occupazione”. sul territorio, presenza capillare nel mondo, proposta di servizi a corredo delle soluzioni si confermano i pilastri del piano di crescita di Comau Robotics, che ci permetterà di raddoppiare nei prossimi due anni la produzione della business unit e rafforzare la presenza a livello globale, potenziandola in particolare nel mercato della general industry”, ha commentato Stefano Mussotto, Robotics Italy Director & Customer Service Manager, in Comau dal 1989, ricordando in particolare “il prezioso contributo degli integratori nello sviluppo di competenze personalizzate per specifici comparti industriali e l’importanza dell’assistenza pre e post-vendita”. I servizi post-vendita si confermano un elemento chiave della proposta di tutto il gruppo Comau. Essi rappresentano il 15% del fatturato complessivo dell’azienda e includono diversi pacchetti per diagnostica remota e predittiva, ricambi, manutenzione, supporto ai system integrator, formazione; prevedono per ogni pacchetto modalità di assistenza on-line. Per informazioni Comau www.comau.com Gennaio/Febbraio 2014 - Automazione Industriale 017 Attualità Aziende e soluzioni Automazione, il futuro è nella connected enterprise L’evento Automation Fair 2013 organizzato lo scorso novembre a Houston, in Texas, da Rockwell Automation e dai membri della sua Partner Network ha permesso di delineare i trend più promettenti del settore delle soluzioni di controllo industriale di Antonello Messina A ppuntamento fisso per il colosso statunitense dell’automazione, la ventiduesima edizione del forum ha chiamato a raccolta quasi diecimila professionisti del mondo dell’automazione e della produzione industriale, mettendo in evidenza come le nuove tecnologie stiano permettendo alle aziende manifatturiere di rendere le proprie attività sempre più intelligenti, più connesse e più sicure. Come ha sottolineato Keith Nosbusch, Chairman e Ceo di Rockwell Automation nel proprio intervento di apertura dell’Automation Fair 2013, in futuro più l’impresa industriale sarà ‘connessa’ più amplificherà il valore della sua proposta. Secondo Nosbusch le comunicazioni Ethernet su IP stanno permeando sempre più il mondo dell’automazione, arrivando 018 a coinvolgere non solo gli apparati e i processi di fabbrica, ma addirittura le relazioni coi fornitori e i processi aziendali, spingendosi fino ai device mobili dei collaboratori. Già oggi questa evoluzione sta favorendo lo sviluppo di ecosistemi industriali totalmente Internet- Keith Nosbusch, Chairman e Ceo di Rockwell Automation Automazione Industriale - Gennaio/Febbraio 2014 enabled, che offrono ai produttori l’opportunità di fare leva - in qualsiasi momento e in qualsiasi contesto aziendale, dalla progettazione all’approvvigionamento dei ricambi su informazioni storiche o in tempo reale sempre corrette e aggiornate. La convergenza tra automazione e informazioni in una sola impresa ‘collegata’ permette alle aziende di migliorare la propria redditività, di ottimizzare gli impianti e di rendere le attività più pulite, sicure ed efficienti. Imprese connesse L’idea di Connected Enterprise di Rockwell Automation è sicuramente più articolata rispetto al semplice collegamento dei sistemi di fabbrica attraverso un protocollo di comunicazione avanzato. L’impresa connessa si spinge fino a rendere i dati acquisiti dal campo, dalla fabbrica e dai sistemi informativi, delle vere leve competitive capaci di produrre risultati concreti per tutti gli attori della filiera. Nella Connected Enterprise tutte le tecnologie disponibili - Ethernet, nodi intelligenti, software avanzati di analisi e monitoraggio a distanza, Hmi, sistemi di controllo e così via - concorrono a creare una rete omogenea di informazioni in tempo reale. Questo Internet of Things su Aziende e soluzioni Attualità scala industriale, condiviso da molti big di settore (e di cui ormai iniziamo a vedere degli esempi significativi), sta definendo i contorni dell’industria manifatturiera del ventunesimo secolo. Non è un caso che negli ultimi anni anche Rockwell Automation abbia utilizzato il concetto di Connected Enterprise al suo interno per i propri impianti produttivi e le proprie sedi, attuando una completa trasformazione a livello mondiale. Parte di questo sforzo ha visto l’ampliamento delle capacità produttive, cresciute dall’unico impianto nazionale del 2005 all’attuale rete globale di strutture sparse in tutto il mondo. La Connected Enterprise di casa Rockwell Automation permette oggi a un tecnico basato negli Stati Uniti di controllare un impianto a Singapore, acquisendo informazioni dettagliate sullo stato e sulla produttività di ciascuna macchina, operatore o strumento presente nella fabbrica, fino all’ultima vite. La condivisione on-line permette di centralizzare, analizzare e contestualizzare un’enorme mole di informazioni, offrendo agli esperti l’opportunità di governare qualsiasi passaggio che va dai rapporti coi fornitori al post-vendita, passando attraverso tutti gli step del processo manifatturiero e amministrativo. Secondo quanto pubblicato da un sito statunitense, in otto anni dall’avvio del progetto, la Connected Enterprise ha permesso di arrivare al 98% di consegne ‘on-time’ con oltre 387mila codici prodotti dall’azienda, aumentando il profitto a circa 2 miliardi di dollari e favorendo la nascita di nuovi posti di lavoro nelle economie emergenti del pianeta. Il controllo nell’era dell’Internet of Things La Connected Enterprise rappresenta evidentemente un’estensione del concetto di Internet of Things, una dell’applicazioni ‘killer’ che decideranno l’evoluzione futura. Dal punto di vista manifatturiero, tale approccio permetterà alle aziende di restare competitive attraverso il miglioramento dell’efficienza operativa. Nella visione Rockwell Automation, ciò che importa non è tanto automatizzare i processi manifatturieri e aumentare l’output, ma trovare nuovi modi per integrare i controlli e le informazioni generate dagli apparati, dalle line, dai sistemi amministrativi, dagli addetti alla produzione e così via. L’obiettivo è uno: migliorare e accelerare i processi decisionali per essere più produttivi e assicurarsi una competitività stabile. Nella Connected Enterprise tutto è collegato - dalla fabbrica alle monitoraggio delle condizioni di mercato, dalle relazioni coi fornitori all’utilizzo delle risorse interne - e tutto ha un impatto diretto sul valore assicurato ai clienti. Secondo Rockwell Automation, ogni anno 70 milioni di persone nel mondo entrano a fare parte della cosiddetta ‘classe media’. I numeri della Organisation for Economic Co-operation and Development (Oecd), suggeriscono che a livello planetario il ceto medio passerà dagli 1,8 miliardi di individui del 2009 ai 3,2 miliardi del 2020. Questa crescita offrirà ai costruttori del settore industriale un’enorme opportunità in termini di produzione, risorse e infrastrutture. In quest’ottica, i produttori dovranno bilanciare la crescita di Paesi come Cina e India con i livelli di prezzo in vigore in queste nuove economie, portando le produzioni sempre più vicine ai mercati finali ed eliminando le inefficienze lungo la catena di approvvigionamento. Migliorare i collegamenti all’interno dell’organizzazione rappresenta una delle chiavi di volta di questa evoluzione, e il concetto di Connected Enterprise mira proprio a indirizzare questo aspetto. Secondo Rockwell Automation, la Connected Enterprise offre due importanti benefici. Il primo è la possibilità di integrare le informazioni di origine IT con quelle originale dai sistemi di controllo, consentendo di coordinare meglio le attività e le comunicazioni tra fabbrica e gli altri reparti dell’azienda. Ciò consente di arrivare a una catena di approvvigionamento pilotata dalla domanda. Il secondo è la possibilità di acquisire e coordinare i dati, condividendoli un modo diffuso in vari contesti per garantire delle decisioni più informate a tutti i livelli e Gennaio/Febbraio 2014 - Automazione Industriale 019 Attualità Aziende e soluzioni una maggiore omogeneità dei risultati. Come accennato, stabilire una Connected Enterprise è molto più complesso rispetto al semplice collegamento di sistemi eterogenei. Si tratta infatti di collegare in modo sicuro e omogeneo tutti i livelli di controllo e di informazione di un’organizzazione. Ciò significa avere accesso agli archivi storici e ai dati operativi in tempo reale, ovunque siano prodotti, nonché a tutti i dati aziendali e transazionali che possono avere un impatto sulle fabbriche e sulle loro attività. Ma la vera sfida sarà disporre della tecnologia e del knowhow per ricavare da questi dati delle informazioni utili per fornire un vero valore innovativo. L’integrazione delle informazioni e delle infrastrutture nel settore manifatturiero sta avvicinandosi a una massa critica, benché un sondaggio della pubblicazione Industry Week abbia messo in luce che attualmente la stragrande maggioranza delle industrie ha ancora una lunga strada da percorrere per arrivare a una vera Connected Enterprise. Dall’indagine è emerso che solo il 14% degli impianti di fabbrica è completamente integrato nei sistemi aziendali, mentre solo un decimo può vantare macchinari (a parte i computer) dotati di funzioni ‘Internet-enabled’ pari almeno all’80% delle loro capacità. Lns Research ha recentemente chiesto ai produttori quali siano le principali sfide operative e di business future, e ha scoperto che, subito dopo la mancanza di collaborazione tra i diversi dipartimenti, viene proprio l’eccessiva disomogeneità tra i sistemi e le fonti di dati. Per Rockwell Automation, sono tre gli elementi essenziali per raggiungere una 020 Automazione Industriale - Gennaio/Febbraio 2014 vera Connected Enterprise. Il primo è l’infrastruttura di rete. Il secondo è il capitale rappresentato dalle informazioni. Il terzo è la sicurezza. La Connected Enterprise rappresenta la fabbrica del futuro, una realtà che permetterà di fare leva su una forza lavoro sempre più mobile e sull’accesso sicuro ad ambienti virtuali controllati con funzioni di monitoraggio remoto. Verso un’infrastruttura di rete IP-centrica Gartner Research suggerisce che più del 50% delle attuali connessioni Internet riguarda dei dispositivi elettronici come tablet, videocamere o lettori Rfid. Tutto questo fa parte del concetto Internet of Things, un universo apparentemente infinito di device collegati via IP. Molti dei dispositivi attualmente utilizzati oggi nella fabbrica sono IP-enabled, ma un’opportunità ancora maggiore riguarda i dispositivi IP-enabled che possono essere utilizzati in applicazioni non strettamente di fabbrica. Queste tecnologie, offrono immense possibilità per aumentare la produttività, l’innovazione e la collaborazione. Per potere sfruttare tali opportunità è necessario che macchinari e dispositivi comunichino tra loro attraverso un’infrastruttura di rete IP-centrica di tipo standard. Il protocollo Ethernet Industrial (EtherNet/IP) è stato creato per supportare questa interoperabilità a livello di fabbrica e per assicurare una connettività ottimizzata su scala industriale basata su un’unica infrastruttura ‘a prova di futuro’, che permetta di superare i vincoli, le barriere e i limiti evolutivi delle tecnologie di rete proprietarie. Al contrario delle reti proprietarie, EtherNet/IP consente alle informazioni di viaggiare liberamente anche nei contesti manifatturieri più complessi, garantendo una maggiore collaborazione tra macchine, persone e dispositivi. Questo protocollo permette inoltre di supportare un numero infinito di nodi, aspetto critico soprattutto alla luce della continua crescita della domanda di dispositivi connessi in ambiente di fabbrica. Big Data: informazioni come leva competitiva Stiamo vivendo l’era dei ‘big data’. Secondo McKinsey & Company, la produzione genera più dati di qualsiasi altro settore applicativo. La società stima che, solo nel 2010, la massa memorizzata di dati è stata superiore ai due exabyte. Controller, sensori e altri dispositivi generano - in tutti i punti del processo - dati che riguardano, ad esempio, le prestazioni dei macchinari, i parametri energetici, le variabili di processo o l’uso dei materiali. Con questa mole enorme di dati a disposizione, è sì importante capire come effettuare l’acquisizione ma è importante soprattutto capire come convertire e contestualizzare le informazioni trasformandole in un capitale operativo. Aziende e soluzioni Attualità Rockwell Automation ha acquisito una grande esperienza nelle tecnologie operative di fabbrica essenziali per colmare il gap tra gli ingegneri di automazione e i loro colleghi del settore IT. Tali tecnologie, permettono di aiutare a identificare, acquisire, interpretare e condividere i dati appropriati con le figure professionali adeguate, nell’ambito del contesto più adatto, per stimolare delle migliorie che possono avere un valore esponenziale in tutta l’organizzazione. Creare questo capitale informativo operativo, e distribuirlo in tutta l’azienda, permette di ottimizzare i processi sull’intero ciclo, di rispondere meglio al mutare delle esigenze dei clienti, di razionalizzare gli approvvigionamenti in funzione della domanda. Per Rockwell Automation, applicare in modo concreto questo capitale di informazioni permette di evolvere dal semplice collegamento di singole operazioni a un’impresa totalmente connessa. Per catturare e condividere le informazioni, è possibile fare leva su tecnologie di discontinuità, quali il cloud computing, la mobilità o la virtualizzazione. Vediamole in dettaglio. Una recente indagine sui costruttori, effettuata da Lns Research, ha messo in luce che nell’arco dei prossimi due anni il 52% dei produttori prevede di migrare alle applicazioni cloud anche in ambiente manifatturiero. Nei prossimi cinque anni il traffico cloud aumenterà di sei volte. Trasferire sulla nuvola le applicazioni software che oggi girano all’interno di una fabbrica o di un data center, permette di risparmiare spazio, costi ed energia dedicati alle risorse IT. Da un punto di vista operativo, l’approccio cloud offre dei modi innovativi di sfruttare le proprie informazioni, come ad esempio la gestione remota delle strutture, degli allarmi, dei consumi, dei clienti, della catena di approvvigionamento e così via. Tale aspetto non può esulare dalla crescente mobilità degli utenti. Secondo l’organizzazione Manufacturing Enterprise Communications Research Services, più del 60% delle imprese consente ai dipendenti di portare i propri dispositivi mobili sul luogo di lavoro. Le stime indicano che nell’ultimo anno, sui dispositivi mobili, sono stati visualizzati ben cinque terabyte di dati. Se l’accesso ai dati di produzione attraverso qualsiasi tablet o smartphone rappresenta un vantaggio chiave della mobilità, altrettanto vantaggiosa è la capacità degli addetti alle informazioni o alla fabbrica di essere ‘mobili’ e di accedere alle applicazioni ovunque si renda necessario. Un ultimo tassello riguarda la virtualizzazione. Nel settore manifatturiero è sempre più frequente slegare l’hardware dal suo sistema operativo. Questo riduce la dipendenza da server fisici e altri apparati, contenendo i costi energetici. La virtualizzazione aumenta anche l’affidabilità della macchina, offre soluzioni di back-up ad alta disponibilità e a basso costo, e consente a più istanze di lavorare sulla base di un unico sistema. Sicurezza, la maggiore preoccupazione Quando si parla di Connected Enterprise, la maggiore preoccupazione dei produttori riguarda la sicurezza. Che si tratti di reti, di risorse o di proprietà intellettuale, l’azienda deve essere protetta dalle minacce sia intenzionali sia accidentali. Con la convergenza delle reti, la quantità sempre maggiore di dati, la crescente mobilità e il collegamento di apparati estremamente diversificati, i rischi legati alla sicurezza crescono proporzionalmente. Se affrontata correttamente, la Connected Enterprise estende i propri benefici anche alla sfera della protezione, consentendo di gestire in modo integrato la sicurezza dell’impresa e delle automazioni, fino Gennaio/Febbraio 2014 - Automazione Industriale 021 Attualità Aziende e soluzioni Imprese connesse, dalla teoria alla pratica Cosa significa Connected Enterprise e quale impatto ha su un normale contesto manifatturiero? Per spiegarlo, nulla è meglio di un caso pratico. Il caso in questione riguarda un produttore di dolci statunitense, che ha deciso di affidarsi a Rockwell Automation per l’ampliamento della propria fabbrica. Per svolgere l’intero processo, l’impianto si avvale di una decina di macchinari specializzati di altrettanti Oem. La richiesta era di ottenere una configurazione integrata, nella quale tutte le macchine sono collegate tra loro per consentire al personale di controllare i processi e prendere velocemente le decisioni necessarie per incrementare l’efficienza produttiva. Un altro requisito del progetto era legato all’esigenza di evitare agli operatori di dovere familiarizzare con troppi plc e interfacce, oltre che di ridurre la varierà di scorte e di ricambi da tenere a magazzino. L’integratore, un Solution Partner di Rockwell Automation, si è incaricato di ricavare dalle specifiche dei singoli Oem una descrizione complessiva da calare nella Integrated Architecture di Rockwell Automation. Tutti gli Oem sono stati istradati verso la architettura programmabile (Pac) ControlLogix AllenBradley dando vita a una soluzione scalabile di controllo e movimentazione unica e omogenea. Questo approccio ha consentito al produttore di dolci di ridurre le parti di ricambio, riservandogli la possibilità di integrare l’impianto con nuovi elementi di altri fornitori. Le specifiche prevedevano il ricorso a un software informativo e di visualizzazione standardizzato per tutte le macchine. L’intero impianto dialoga attraverso EtherNet/IP. L’architettura di rete unificata ha aiutato la società ad andare online più rapidamente, riducendo anche i costi. EtherNet/IP ha inoltre messo a disposizione dei tecnici la possibilità di accedere ai sistemi da remoto attraverso due server ridondanti dislocati in una sala controlli. Oltre a semplificare la gestione e la manutenzione, questa architettura è in grado di acquisire una grande mole di dati, ad esempio la temperatura dei forni o i tempi di cottura. Ciò ha permesso di automatizzare operazioni che in precedenza erano effettuate manualmente, raddoppiando la produzione nel giro di una sola settimana dall’entrata in servizio. a comprendere anche i dispositivi finali. In virtù di questo approccio, i programmi di sicurezza devono essere implementati in modo collaborativo e olistico, coinvolgendo infrastrutture di rete, sistemi di controllo nuovi e vecchi, collaboratori, fornitori, venditori, politiche interne, procedure e così via. L’integrazione della catena di approvvigionamento ne è un esempio. Una maggiore comprensione delle consegne e un miglioramento delle comunicazioni con i fornitori per quanto riguarda i cambiamenti di programmazione, gli aumenti degli ordini e altri problemi di questa 022 Automazione Industriale - Gennaio/Febbraio 2014 natura, possono aiutare a ottimizzare la gestione del magazzino e il time to market. Anche un approccio collaborativo e ‘demand-driven’ può offrire un contributo importante. Il collegamento tra le attività di produzione e i sistemi informativi permette di mettere automaticamente in relazione tra loro gli addetti alle varie funzioni aziendali, consentendo di collaborare meglio e di lavorare verso l’obiettivo comune: soddisfare la domanda dei clienti. Parlando di dati, è necessario ottimizzare le informazioni per creare valore rapidamente. Per aumentare l’efficienza, migliorare la qualità, gestire meglio le scorte e accelerare il time to market i dati possono essere estratti da ogni fase dei vari processi. La continua raccolta di dati e la distribuzione del capitale operativo di informazioni consente anche di stimolare ancora di più il miglioramento, e di individuare le pratiche più virtuose. Infine, sincronizzare i processi di business e il flusso di lavoro permette di produrre i dati storici o in tempo reale necessari per assicurare la conformità e migliorare le metriche di sostenibilità, riducendo così i rischi aziendali a livello globale. Ovviamente tutti questi concetti si riflettono sul catalogo di prodotti di Rockwell Automation, continuamente arricchito anche grazie agli accordi che la società sta stringendo con colossi quali Cisco, Microsoft, Dassault Systèmes, Endress+Hauser o Panduit. Obiettivo di queste partnership è coniugare le competenze Rockwell nel campo dell’automazione con altre competenze provenienti da quelli che fino a ieri erano mercati paralleli, dando vita a soluzioni verticali allineate con la vision di Connected Enterprise. Proprio in virtù di questa evoluzione, Rockwell Automation oggi non è più solo un fornitore di sistemi automazione e controllo, ma offre un portafoglio che si estende dai componenti industriali al software di visualizzazione, analisi e ottimizzazione dei processi, dai controlli per motori alla sensoristica, dalle soluzioni di rete alla tecnologie sicurezza, dalla visualizzazione all’interfacciamento fino ai servizi chiavi in mano. Per informazioni Rockwell Automation www.rockwellautomation.it Aziende e soluzioni Attualità Sick, billion dollar company Il Gruppo tedesco raggiunge il miliardo di euro di fatturato e annuncia l’obiettivo ambizioso di raddoppiarlo entro il 2020. Giovanni Gatto, direttore generale di Sick Italia, spiega in quale modo di Valeria Villani I l Gruppo Sick archivia il 2013 con un fatturato globale pari a un 1 miliardo di euro. “Siamo molto soddisfatti di questo ottimo risultato, considerata la crescita rispetto al dato 2012, pari a 971,3 milioni di euro”, dichiara Giovanni Gatto, direttore generale di Sick Italia dal 2006. “Intendiamo portare il fatturato a 2 miliardi entro il 2020 e con questo obiettivo entriamo nella terza fase della nostra storia, la fase Sick 2.0”. Servono ovviamente una strategia chiara, motivazioni forti e obiettivi ben precisi quando si lancia una simile sfida al raddoppio. E Sick, con la sua esperienza tecnologica e la presenza capillare sul mercato dal 1946, dichiara di averli. “L’essenza della nuova strategia di crescita ‘obiettivo Sick 2.0’ è nella proposta di sistemi ingegnerizzati e integrati per costituire soluzioni complete per il cliente, proposta nella quale un focus di rilievo avrà il mantenimento di un alto livello di servizio”, dettaglia Gatto. “Tre sono le principali aree di riferimento sulle quali punteremo nei prossimi anni: automazione di processo, automazione di fabbrica e automazione per la logistica”. Sick, che dall’apertura della prima filiale estera in Francia nel 1973 si è progressivamente ingrandita trasformandosi in un gruppo globale di 6mila dipendenti con 50 filiali dislocate in 80 Paesi, intende dunque crescere con una ricetta semplice: “proporre soluzioni e servizi per contribuire a migliorare il mondo della produzione, discreta e di processo, e della logistica”. Ricetta che, conferma Gatto, accompagnerà anche le attività del gruppo in Italia, dove Sick è presente dal 1996 e oggi, come terza filiale del Gruppo per importanza e fatturati, conta 90 dipendenti (erano 10 nel 1996, ndr), 50 milioni di fatturato (forecast 2013, ndr), un centro R&S per gli encoder a Torino e una fitta rete di distributori locali e integratori. “Indipendente, innovativa e leader sono i tre aggettivi che meglio caratterizzano Sick nel mercato della sensoristica industriale, sin dalla fondazione della società ad opera del tecnico riparatore di radio dell’esercito tedesco Erwin Sick. Siamo indipendenti dai grandi Il management di Sick Italia alla conferenza stampa dello scorso novembre a Milano Gennaio/Febbraio 2014 - Automazione Industriale 023 Attualità Aziende e soluzioni gruppi finanziari e industriali e i nostri prodotti sono adatti a tutti i sistemi industriali. Siamo inventori, poiché anticipiamo le esigenze del mercato con tecnologie innovative, e siamo riconosciuti nel nostro settore come interlocutori preferenziali per le tecnologie che proponiamo”. Contribuiscono al rafforzamento della strategia Sick verso l’era 2.0 gli investimenti in R&S del che, a livello di gruppo, sono pari al 10% del fatturato e sono indirizzati, oltre che all’innovazione tecnologica, anche all’ottimizzazione dei processi interni (recentemente è stato installato Sap a livello globale), alla logistica e alla valorizzazione delle persone e della presenza locale con l’apertura di nuove filiali (le ultime due sono state aperte in Sudafrica e a Dubai, mentre sono in programma altre aperture in America Latina e in Asia). Tecnologie per la fabbrica automatica Delle tre principali aree di riferimento per Sick, Alberto Garatti, Commercial Director Factory Automation di Sick Italia dice: “Le tecnologie che proponiamo si confermano un elemento cardine della fabbrica automatica e intelligente del futuro”, riferendosi alla sensor intelligence, all’ottica e all’elettronica per le applicazioni di fabbrica. E proprio dal segmento dell’Automazione di Fabbrica proviene il 60% del fatturato (600 milioni di euro stimati nel 2013) di Sick a livello globale, mentre in Italia la percentuale sale al 70% (circa 36 milioni di euro stimati nel 2013). “La Factory Automation è sempre stata il nostro punto di forza in Italia, 024 Automazione Industriale - Gennaio/Febbraio 2014 grazie alla presenza di costruttori di macchine e utilizzatori finali che puntano sull’innovazione e sull’eccellenza tecnologica per i loro impianti”, commenta Garatti, riportando a conferma alcuni esempi di eccellenza nelle diverse nicchie applicative. Si va dalla lettura di etichette sugli pneumatici alla messa in sicurezza delle aree di saldatura, dal riconoscimento del corretto posizionamento di tappi e coperchi al rilevamento e al conteggio di bottiglie o, ancora, alla lettura della data di scadenza sulle confezioni farmaceutiche, per non parlare dell’ispezione della concentricità delle sigarette o dell’installazione degli scanner Sick sui robot operativi nelle sale operatorie. “Qualunque sia l’ambito di applicazione, la mission di Sick per la Factory Automation, pur nelle sue diverse declinazioni di ispezione della qualità, produzione flessibile, tracciabilità o sicurezza”, commenta Garatti, “ha un unico fil rouge: essere sempre connessi e produttivi”. Focus sui processi industriali Per quanto riguarda la Process Automation, Alessandro Canciani, Sales Manager Process Automation di Sick Italia, ricorda che il settore di riferimento, con focus su controllo fumi, analisi gas e polveri, corrisponde a un fatturato di 185 milioni di euro a livello globale (dato 2012, ndr). “Per applicazioni specifiche nell’oil &gas, nei basic material e nelle infrastrutture realizziamo analizzatori di gas e misuratori di portata per il controllo emissioni, le misure di processo, le misure per la verifica di sicurezza, sempre corredati da software per l’acquisizione e la validazione dei dati”, spiega Canciani. “La sfida oggi è quella di un monitoraggio in continuo, per questo negli ultimi vent’anni Sick ha creato un’offerta completa nel campo dell’analisi, abbinata a un esteso ventaglio di servizi”. E proprio sul service sarà tenuto un forte focus anche nei prossimi anni in linea con l’obiettivo Sick 2.0, a partire da manutenzione e analisi predittiva e diagnostica, per costruire proposte altamente personalizzate, dalla progettazione alla manutenzione. Gli esempi di eccellenza tecnologica in questo settore riportati da Canciani riguardano la misurazione e l’analisi nella movimentazione e nella pallettizzazione finale del cemento, a temperature elevatissime e in particolari condizioni di viscosità, le applicazioni nei gasdotti (estrazione, trasmissione e distribuzione gas), senza dimenticare lo smart metering e il segmento degli inceneritori. La logistica strizza l’occhio all’e-commerce Marco Colella, Sales Manager Logistics Automation di Sick Italia, ribadisce che “Sick non propone solo prodotti, ma sensori trasformati in soluzioni, in sistemi integrati”, riferendosi in particolare ai tre campi applicativi dell’intralogistica, dei trasporti/marittimo e della building automation. Colella ricorda in particolare come la proposta di un soluzioni complete e integrate sia stata determinante nella collaborazione con Amazon, per il quale Sick ha curato il centro logistico di Piacenza. “È nella vendita e-commerce che la Logistics Automation di Sick ha ottime prospettive di business, soprattutto nei prossimi cinque anni”, spiega Colella. “Con l’esplosione dell’e-commerce, oggi più che mai è estremamente importante che le merci arrivino a destinazione con la massima precisione e nel minor tempo possibile; per questo sviluppiamo soluzioni semplici ma efficaci, capaci di smistare correttamente ogni tipo di merce, dalla più piccola busta al pallet, accelerando i tempi di produzione e limitando al massimo il rischio di errore”. Sul fronte trasporti, Sick è impegnata nella fornitura di Laser scanner Lms per l’identificazione e il riconoscimento dei veicoli, ad esempio, nei progetti di pagamento automatico dei pedaggi. Tra le recenti collaborazioni, Autostrada del Brennero, Pedemontana, Anas e Città di Venezia (rilevamento di grossi veicoli nelle zone a traffico limitato). Per informazioni Sick www.sick.com/it www.sick-analytics.it - www.sick-logistics.it Attualità Aziende e soluzioni Parola d’ordine trasformazione digitale Dopo un 2013 chiuso con ordini in crescita e fatturato in flessione, Siemens Italia conferma la strategia volta alla ‘digital transformation’, ovvero l’intelligenza applicata all’hardware. Nuove opportunità da reti intelligenti e Industria 4.0 di Valeria Villani N ell’archiviare il 2013 di Siemens in Italia, l’amministratore delegato Federico Golla parla di un “anno complesso e sfidante, in un contesto di mercato difficile, nel corso del quale si sono evidenziati una contrazione del volume di business a fronte tuttavia di un incremento complessivo degli ordini, risultati di ottima tenuta nelle condizioni attuali, che hanno comunque consentito a Siemens di guadagnare quote di mercato”. Siemens Italia ha chiuso il 2013 con ordini per 2,018 miliardi di euro, pari al +1% rispetto al 2012 (2,008 miliardi) e con un fatturato di 1,907 miliardi, in flessione del 10% rispetto al precedente anno fiscale (2,126 miliardi). I dati dell’ordinato riferiti ai singoli settori mostrano una buona tenuta dell’Energy (+9%) e dell’Industry (+2%), trascinate dalle reti intelligenti, dal service sul parco turbine di alcune delle principali utility italiane e dal segmento metal, mentre confermano, rispetto allo scorso anno, una contrazione nell’Healthcare (-6%), a causa 026 della riduzione progressiva degli investimenti in sanità da parte delle Regioni che ha causato la contrazione della vendita di apparecchiature medicali, e nell’Infrastructures & Cities (-6%). Il fatturato 2013 è invece in flessione in tutti e quattro i settori: -22% nell’Energy, -12% nell’Infrastructure & Cities, -9% nell’Healthcare e -6% nell’Industry. Automazione Industriale - Gennaio/Febbraio 2014 Una buona tenuta dell’automazione Anche quest’anno le attività legate all’automazione industriale hanno tenuto, registrando un 2% in più di nuovi ordini. Sulla buona tenuta del settore Industry di Siemens Italia Golla rileva in particolare l’ottimo andamento delle tecnologie metallurgiche, dove i contratti, grazie a importanti Aziende e soluzioni Attualità commesse estere, hanno registrato un incremento del 67%, e il consolidamento della partnership con il Gruppo Fiat, soprattutto in relazione allo sviluppo della nuova piattaforma New Plant Landscape, che include la convergenza IT dei sistemi di manufacturing di Fiat e Chrysler. Tra i progetti più significativi dell’ultimo anno vi sono anche la modernizzazione dello stabilimento di Settimo Torinese di L’Oréal Saipo Industriale, con la realizzazione di un magazzino automatico chiavi in mano per l’ottimizzazione dei flussi delle materie prime, e l’ammodernamento dello stabilimento Ilva di Taranto, con la fornitura di un nuovo impianto di depolverazione secondaria dell’agglomerato. In evidenza anche le ottime performance di Siemens Transformers, la factory trentina che produce trasformatori di potenza, venduti per l’80% all’estero, che si è distinta per una chiusura di esercizio in positivo sia in termini di fatturato (+20%) sia di ordinato (+5%). Federico Golla, amministratore delegato di Siemens in Italia cresciuti complessivamente gli investimenti in R&S del gruppo: nell’ultimo anno sono stati pari al 5,7% del fatturato globale (4,3 miliardi su 75,9 miliardi di euro), contro il 5,5% del 2012 e il 5,4% del 2011. Nel mondo Siemens conta 29.800 ricercatori, 17mila ingegneri software, 60mila brevetti registrati, 8.400 invenzioni, oltre mille partnership con le università in Italia (Bocconi, Politecnico Milano e Università Genova), negli Stati Uniti, in Europa e in Cina. In Italia nella sede di Marnate, in provincia di Varese, Siemens ha ulteriormente sviluppato la propria expertise per i laminatoi a caldo, nell’ambito dell’industria dell’acciaio, grazie a un team di 200 persone che copre l’intera filiera, dalla vendita al service e opera a livello internazionale. A Genova, che è la sede del centro software mondiale del Manufacturing Operation Management (Mom) con 400 ricercatori dedicati allo sviluppo dei software IT industriali - l’azienda ha proseguito la sua attività anche in collaborazione con l’università locale. Dal primo ottobre Milano è diventata la capitale mondiale di Siemens per la mobilità e le smart grid. Grazie a 160 persone, tecnici, sviluppatori e ingegneri, questo centro di competenza ha integrato nel portafoglio internazionale la piattaforma per la mobilità elettrica (E-Car Operation Center) sviluppata in Italia. Con Fondazione Politecnico di Milano, Siemens ha sviluppato nel corso del 2013 nuovi ambiti Un viaggio nel ‘Laboratorio Italia’ “Anche questo esercizio fiscale è stato caratterizzato dal lavoro ininterrotto dei nostri centri di competenza e R&S nazionali”, dichiara Golla, parlando di un vero e proprio ‘Laboratorio Italia’ per sottolineare la forte spinta all’innovazione e alla ricerca che contraddistingue da sempre le attività di Siemens sul territorio, perché “non bisogna mai smettere di investire, sulle persone e sul’R&S”. Nell’ultimo esercizio fiscale sono Gennaio/Febbraio 2014 - Automazione Industriale 027 Attualità Aziende e soluzioni Una nuova organizzazione territoriale per Siemens di collaborazione. In particolare, sul fronte dell’energia l’attenzione si è concentrata sull’analisi e il monitoraggio delle performance di centrali di energia esistenti, mentre in ambito healthcare il focus è stato rivolto sull’e-business nei processi aziendali. È proseguita anche la partecipazione agli osservatori dedicati a smart grid, Internet of things ed efficienza energetica. “Non dimentichiamo infine il progetto Smart Manufactory 2020, guidato da Siemens e supportato dalla Fondazione del Politecnico di Milano”, ricorda Golla, “nel quale ci occupiamo delle performance delle imprese italiane e della complessità dei sistemi produttivi coinvolti, con l’obiettivo di tradurre in realtà l’idea della nuova fabbrica del futuro intesa come un sistema informativo integrato e olistico”. Verso la convergenza dei sistemi IT Ed è proprio con questa idea di contesto produttivo inteso come sistema informativo integrato e olistico, dotato di soluzioni di automazione spinte e ‘intelligenti’, che dovremo misurarci in futuro. Siemens lo sta già facendo, percorrendo la strada della ‘trasformazione digitale’ attraverso investimenti e acquisizioni mirate. “La trasformazione digitale permea ogni aspetto del vivere quotidiano e delle attività di business, manifestandosi sotto forma di connettività illimitata, di penetrazione di dispositivi intelligenti fino ad arrivare alla convergenza di sistemi IT”, dice Golla. “Il trend, inarrestabile, porterà nei prossimi anni a 028 Dal 1° novembre 2013 in Siemens è in vigore una nuova organizzazione territoriale che “punta a portare il gruppo sempre più vicino ai clienti e a rafforzare ulteriormente lo sviluppo del business a livello locale”, dice Golla. La nuova organizzazione prevede non più 14 Cluster come in passato, bensì 30 Paesi definiti ‘Lead Country’, che riportano direttamente al Managing Board della casa uno scenario caratterizzato da automazione sempre più spinta e intelligente, robotica, biotecnologie, processi di business integrati, web semantico, social network”. L’intelligenza applicata all’hardware giocherà dunque un ruolo cruciale nella strategia di Siemens, a partire da due ambiti applicativi, che lo stesso Golla ricorda come due importanti opportunità, smart factory e smart grid. “Il futuro della fabbrica è nella digitalizzazione dell’intero processo produttivo, dalla progettazione al deployment, attraverso il software”, aggiunge Golla. “L’Industria 4.0, verso la quale tendiamo, si basa sull’autoottimizzazione dell’intero processo di produzione, sull’autoregolazione Automazione Industriale - Gennaio/Febbraio 2014 madre e rappresentano oltre l’85% del fatturato della società, risultando quindi rilevanti per Siemens in base al volume di business e alle prospettive di crescita. Tutti gli altri Paesi figurano come ‘Assigned Country’, ovvero come Paesi assegnati ai 30 Paesi principali. L’Italia si conferma al settimo posto delle 30 Lead Country, con ‘assegnati’ Grecia, Malta e Cipro. dei sistemi di controllo: siamo ben oltre l’Ict, questa è pura cibernetica”. Analogamente, “la stessa intelligenza applicata all’hardware di misura e ai sistemi di distribuzione dell’energia permette la digitalizzazione delle grid, attraverso la creazione di sistemi bidirezionali di trasmissione energetica capaci di consentire la normalizzazione e il bilanciamento dei consumi, a fronte di un inevitabile loro incremento nei prossimi anni”. Che si tratti di contesti produttivi, città, healthcare o trasmissione di energia, la sfida sarà una sola, come conclude Golla: “Si producono miliardi di dati al giorno, ma se ne utilizza solo una minima parte; il futuro è nella conoscenza distribuita, nella condivisione e nella gestione intelligente del dato”. E per l’Italia, in particolare, la sfida ulteriore per il prossimo futuro sarà anche quella di “occuparsi dell’occupazione del Paese”, creando nuovi posti di lavoro e trattenendo le persone, risorse preziose, sul territorio. Per informazioni Siemens www.siemens.com Security Attualità Scada: per sconfiggere un attaccante devi conoscerlo Monitorando costantemente il traffico su una rete di automazione, è possibile fronteggiare gli attacchi senza interferire con la normale attività di un impianto industriale di Gastone Nencini* A nni fa, con la nascita di Internet, comparve la figura degli hacker. Personaggi caratterizzati, inizialmente, dalla sola curiosità di ‘spiare’ all’interno delle reti altrui e spesso raffigurati, nell’immaginario collettivo, come studenti brufolosi, che passavano le proprie nottate davanti allo schermo di un pc e si vantavano dei propri successi. Oggi, considerando che la maggior parte delle informazioni caratterizzate da valore economico risiedono su apparati elettronici, la figura ‘romantica’ ha lasciato il posto a quella di autentici cybercriminali, interessati a estorcere denaro o, ancor peggio, a commettere veri e propri atti terroristici. Simili attacchi vedono come obiettivo proprio gli impianti industriali, di qualunque tipo e dimensione, che sono spesso privi di adeguati strumenti di difesa. Del resto, negli ultimi anni, in ambito industriale l’interconnessione delle reti di automazione con le infrastrutture IP ha creato le principali problematiche in termini di sicurezza. Più aperti, più vulnerabili La raggiungibilità è molto maggiore rispetto al passato. Questo comporta che l’intera infrastruttura deve essere ben ingegnerizzata e progettata per coniugare le esigenze di produttività ed efficienza, tipiche di un ambiente produttivo, con quelle di connettività verso l’esterno. Il tutto con un crescente livello di attenzione alle problematiche di sicurezza. Al contrario, molto spesso, il fabbisogno di connettività è risolto, banalmente, utilizzando le reti gestionali esistenti. Queste ultime, essendo caratterizzate Gennaio/Febbraio 2014 - Automazione Industriale 029 Attualità Security da esigenze significativamente diverse rispetto a quelle di fabbrica, dispongono di soluzioni di sicurezza specifiche, che si rivelano però inefficaci o, ancor peggio, inutilizzabili in un ambiente produttivo. Emblematica, a questo proposito, è la necessità di aggiornare periodicamente il software di protezione o di controllare specifici file prima della loro apertura. In questi casi, come ben sa qualunque utente, il computer ritarda di qualche secondo l’esecuzione di un comando. Una situazione priva di ripercussioni significative sull’attività quotidiana. Allo stesso modo, a fronte dell’installazione di una patch, viene chiesto di riavviare il computer. Esigenze che, in ambito gestionale, rappresentano semplicemente una ‘scocciatura’. Al contrario, in ambito industriale, risultano inaccettabili. I sistemi di automazione, infatti, sono deterministici, ovvero qualunque evento deve avvenire in un istante preciso e prefissato, senza nessun ritardo casuale. Anche in un’apparentemente banale linea per il confezionamento di biscotti, infatti, vengono realizzati centinaia di pacchetti al minuto e il movimento di ogni singolo organo meccanico deve essere perfettamente sincronizzato con tutti gli altri. Un ritardo, anche in termini di frazioni di secondo, potrebbe così avere effetti devastanti. Problematiche ancora più complesse si hanno nelle produzioni a ciclo continuo, dove gli impianti non vengono mai arrestati. In queste condizioni, come ben immaginabile, risulta impossibile qualunque aggiornamento e, a maggior ragione, il computer incaricato del controllo non puoi mai essere spento. 030 Gastone Nencini, Italy Country Leader e Senior segregazione delle due infrastrutture, quindi, rappresenta un presupposto imprescindibile in qualunque progetto di protezione. Technical Manager South Europe di Trend Micro Segregazione, il punto di partenza In passato, in ambito industriale, i cyberattacchi non sono stati vissuti come un problema. Le reti di automazione, infatti, erano fisicamente separate rispetto a Internet, oltre a utilizzare protocolli specifici e spesso proprietari. Per tale ragione le esigenze di sicurezza potevano essere affrontate, con un buon grado di protezione, semplicemente adottando specifiche policy aziendali, come il divieto di utilizzare chiavette Usb provenienti dall’esterno. In tempi più recenti, con l’affermazione di Ethernet anche nel controllo, in molti si sono illusi di poter circoscrivere i problemi di sicurezza limitando l’accesso a Internet, da cui provengono la maggior parte dei tentativi di violazione. In realtà non possiamo dimenticare che, per consentire anche il semplice scambio di dati sulla produzione, oggi le reti di campo sono connesse con quelle gestionali e quest’ultime, a loro volta, sono connesse a Internet, trasformandosi in un perfetto strumento a disposizione di quanti vogliono violare le reti industriali, necessariamente meno protette rispetto a quelle d’ufficio. La corretta Automazione Industriale - Gennaio/Febbraio 2014 Studia il tuo nemico... La corretta progettazione delle reti di automazione rappresenta, indubbiamente, il presupposto indispensabile per un’adeguata strategia difensiva, ma, come in ogni scontro, anche le strategie di attacco si modificano nel tempo e i criminali si sono specializzati nello studiare come attaccare una rete in modo mirato. Gli attacchi massivi e indiscriminati, infatti, riguardano soprattutto i singoli pc, mentre le aziende ne sono colpite solo in una prima fase. Non appena individuata una falla nel sistema difensivo, gli attaccanti iniziano a studiare il proprio obiettivo per disegnare l’infrastruttura di rete, comprendere i dati in transito, conoscere gli strumenti di difesa e, soprattutto, individuare i punti deboli e nevralgici. Si tratta di un’attività che può protrarsi per lungo tempo, ma che avviene in modo subdolo e senza che l’utente si renda conto di quanto sta avvenendo. L’attaccante, infatti, ha lo scopo di acquisire una conoscenza completa dell’infrastruttura oggetto delle proprie attenzioni. Questo perché, al momento di scatenare un attacco vero e proprio, deve conoscere la capacità di reazione del proprio avversario. Anche per questa ragione, in molti casi, effettua dei finti attacchi, che hanno il solo scopo di verificare la reattività delle difese e saggiarne la reale consistenza. La vittima, in questo frangente, si illude così di aver respinto un tentativo di violazione, mentre, in realtà, ha solamente palesato i propri strumenti Security Attualità di difesa, i cui limiti sono spesso ben noti a chi compie le violazioni in modo professionale e con l’obiettivo di entrare in possesso di dati sensibili o di estorcere denaro all’azienda presa di mira. Del resto si stima che il cybercrime transnazionale vanti ormai un ‘fatturato’ superiore ai 12 miliardi di dollari all’anno. Il valore giustifica ampiamente un simile spiegamento di forze, al punto che, sulla scorta di un recente studio condotto proprio da Trend Micro con la collaborazione di Idc, nell’ultimo anno il 57,4% delle aziende italiane di grandi dimensioni ha subito almeno un attacco occasionale ai propri sistemi informativi. Attacchi che, per il 13% delle aziende, avvengono ormai sistematicamente e, nel 10% dei casi, sono di tipo Apt. Proprio gli Apt (Advanced Persistent Threats, minacce costanti evolute) rappresentano processi sofisticati, che seguono schemi precisi e si compongono di una serie continua di tentativi volti a compromettere un obiettivo nel tempo. Il tutto stabilendo, appunto, delle persistenze nelle reti attaccate, per poi trafugare informazioni sensibili, sabotare l’organizzazione, danneggiare i sistemi... ... e trova la miglior difesa Per fronteggiare un simile pericolo, un’azienda leader come Trend Micro ha scelto di contrastare i criminali informatici basandosi su un principio tanto semplice quanto efficace: ‘Se vuoi sconfiggere il tuo nemico, lo devi conoscere’. Dobbiamo infatti partire dal presupposto che le ‘barriere’ create intorno alla rete aziendale non sono impenetrabili. Questo perché, necessariamente, alcune informazioni deve essere lasciate transitare, così come non esiste la garanzia che i dipendenti, anche se in buona fede, rispettino perfettamente le policy di sicurezza aziendali. Così, mentre i cybercriminali monitorano le reti aziendali, un nostro team di esperti studia costantemente i siti in cui questi personaggi si scambiano informazioni, effettuano test per verificare l’efficacia dei sistemi difensivi e vendono informazioni riservate. Questa attività permette agli specialisti di Trend Micro di conoscere in anticipo l’evoluzione delle modalità di attacco e, quindi, di predisporre adeguate contromisure. Sulla scorta dell’esperienza maturata dai nostri laboratori, abbiamo creato una serie di soluzioni ingegnerizzate per la protezione dei sistemi di automazione industriale e, in particolare, degli Scada che, essendo nativamente aperti alla rete, rappresentano anche i punti di maggiore vulnerabilità. Il principio sul quale si basano le nuove soluzioni è significativamente diverso, e quindi molto più efficace, rispetto alle protezioni tradizionali. Si tratta, in pratica, di speciali ‘sonde’, posizionate nei punti strategici della rete, che non interferiscono con il normale traffico dei sistemi di automazione e non sono individuabili dai criminali, ma si ‘limitano’ ad analizzare il traffico stesso. Sulla scorta della loro intelligenza sono quindi in grado di individuare la presenza di traffico anomalo, così come di attività mirate a installare Apt. Proprio attraverso una conoscenza perfetta di quanto avviene sulla rete di automazione industriale, siamo in grado di individuare un tentativo di violazione e, quindi, di attivare una serie di contromisure che impediscono ai criminali di raggiungere il proprio obiettivo. In particolare, la soluzione Trend Micro Deep Discovery non solo consente di analizzare e rilevare le minacce in tempo reale, ma anche di adattare rapidamente i sistemi di protezione, garantendo la visibilità e l’intelligence necessarie a identificare e rispondere agli attacchi, prima che l’azienda subisca un danno. *Gastone Nencini, Country Leader di Trend Micro Italia, sarà tra i relatori del convegno ‘Impianti Industriali e Sicurezza IT - La visione di Trend Micro’, organizzati da Automazione Industriale, con la partecipazione di Clusit, FRO Air Liquide Welding Italia e Siemens, il 28 gennaio a Milano e il 4 febbraio a Bologna. Per informazioni www.automazioneindustriale.com. Per informazioni Trend Micro www.trendmicro.it Gennaio/Febbraio 2014 - Automazione Industriale 031 Hot topic Mobile e cloud per l’automazione Dal Mes al Maas il nuovo paradigma per la produzione build-to-order? C’è un nuovo servizio, proponibile sul mercato in modalità cloud, capace di rivoluzionare i contesti manifatturieri. È il Manufacturing-as-a-Service, ovvero la creazione di manufatti a partire dal layout fornito dal cliente e la loro consegna a domicilio. Alcuni progetti sono già in corso di Giulio Destri* I l ciclo principale di funzionamento di un’azienda manifatturiera odierna è ben descritto dal processo di order fulfillment, o evasione dell’ordine[1]. La produzione può avvenire sulla base di pianificazioni ottenute da previsioni di produzione basate sulle condizioni del mercato e sulle esperienze precedenti. Lo strumento software per congiungere il sistema informatico gestionale con i sistemi di produzione è il Mes (Manufacturing Execution System), attraverso il quale vengono trasferite, ad esempio, le pianificazioni alla produzione. Oggi la situazione sta cambiando, il rischio di rimanere con prodotti invenduti è sempre più alto: si deve produrre su ordinazione[2], per avere la garanzia di non restare con 032 Automazione Industriale - Gennaio/Febbraio 2014 merce invenduta, o quanto meno minimizzare il rischio che ciò si verifichi. Esistono mercati di prodotti ‘standard’, come quello della produzione di grandi aeromobili, che hanno sempre operato producendo su ordinazione. Così come produrre su ordinazione è necessario per piccoli volumi o per prodotti custom o fortemente customizzati. Sempre più spesso quindi, la produzione deve essere rapidamente riorganizzabile. E le nuove tecnologie hanno creato, e stanno tuttora creando, gli strumenti necessari per rendere la produzione rapidamente riorganizzabile una caratteristica anche della piccola e media impresa, in particolare dell’impresa artigiana. Consideriamo, ad esempio, l’ambito metalmeccanico: le macchine a controllo numerico programmabili già da anni consentono di costruire componenti meccanici su ordinazione. La combinazione di questo con le stampanti 3D sta generando un nuovo tipo di servizio, quello della costruzione di lotti, più o meno numerosi, di veri e propri manufatti su ordinazione, come, ad esempio, ricambi per auto, pezzi di macchinari ormai fuori garanzia, ingranaggi per orologi antichi. In particolare, attraverso gli strumenti cad/cam di ultima generazione, diventa possibile fare fabbricare alle macchine componente meccanico direttamente a partire dal file cad Mobile e cloud per l’automazione Hot topic Fig. 1. Schema di base del MaaS: i progetti ricevuti via web insieme all’ordinazione sono trasferiti ai sistemi di automazione aziendali e usati per guidare la fabbricazione dei prodotti, servizio è accessibile su web, come un qualsiasi sito di commercio elettronico. Il prodotto può essere realizzato in modo automatico, ad esempio attraverso stampanti 3D o frese automatiche, o anche in modo manuale-artigianale (quasi esclusivamente nel caso di prodotti di lusso). In Figura 1 è mostrato lo schema di base del funzionamento del MaaS relativo a una sola azienda con un solo impianto di produzione. i quali sono di opportuno formato del suo progetto. E sistemi di conversione di formati cad, presenti anche on-line, come, ad esempio, nel sito di Novedge[3], consentono di ottenere il formato voluto se necessario. Ecco, quindi, un nuovo servizio, proponibile sul mercato in modalità cloud: il Manufacturingas-a-Service (MaaS), ossia l’offerta di produzione di manufatti, a partire dal loro progetto, e la loro consegna a domicilio presso il cliente, in modo analogo al commercio elettronico. I dettagli del MaaS La definizione MaaS come acronimo di Manufacturing-asa-Service è nata nel 2010, e per questo non è ancora compresa in Wikipedia, che riporta solo il termine metal-as-a-service relativo a un servizio di calcolo particolare entro i servizi cloud. Con Manufacturing-as-a-Service si intende la fabbricazione di un prodotto a partire dai progetti forniti dal cliente e la sua consegna al cliente stesso. Nell’accezione stretta il progetto deve essere fornito attraverso Internet, ossia il consegnati al cliente tramite corriere al termine della produzione. Il pagamento è anticipato, con clausole del tipo ‘soddisfatti o rimborsati’ Fig. 2. L’inserimento del DaaS nella catena di progettazione e manufacturing del prodotto. Per semplicità è stato sottointeso il pagamento elettronico Verso i servizi ‘aaS’ Dal MaaS ‘derivano’ anche altri servizi. Infatti, chi disegna e progetta il pezzo meccanico o il manufatto da costruire può essere direttamente il committente, oppure fare questo lavoro per conto terzi. Ecco quindi il DaaS (Design-as-aService), ossia l’azienda (o anche un singolo professionista) che, su ordinazione del cliente finale, realizza effettivamente il progetto del bene da realizzare e lo consegna al MaaS perché venga prodotto (Fig. 2). Ovviamente DaaS e MaaS potrebbero anche coincidere. Con l’inserimento del DaaS la catena diventa molto simile a quella che esiste in edilizia: l’ingegnere edile o l’architetto progettano la casa su indicazione del committente, l’impresa edile riceve il progetto e lo realizza, trasformandolo nella casa. Similmente, il designer progetta il bene su indicazione del committente, e il manufacturer lo realizza a partire dal progetto creato dal designer. Un ulteriore servizio è il Production Management-as-aService (PMaaS). È, in pratica, il servizio di coordinamento di Gennaio/Febbraio 2014 - Automazione Industriale 033 Hot topic Mobile e cloud per l’automazione più MaaS, coordinamento che si rende necessario nella manifattura di prodotti complessi, i cui componenti, realizzati da diversi produttori, devono essere poi assemblati assieme con un ordine e una tempistica ben precisi. Il ruolo del PMaaS come coordinamento della produzione affidata a più MaaS e come unica interfaccia verso il cliente finale è mostrato in Figura 3. Il PMaaS potrebbe anche coincidere con il DaaS, ossia offrire anche il servizio di DaaS e provvedere una ‘aggregazione’ dinamica di aziende, attraverso il loro MaaS, per garantire al cliente finale i prodotti insieme progettati. Di seguito sono esaminati alcuni esempi di progetti di ricerca MaaS oggi esistenti. Il progetto ManuCloud Nel 2010, nell’ambito del programma di ricerca Europeo Seventh Framework Programme, è iniziato il progetto ManuCloud, a opera di un consorzio di enti di ricerca, università ed aziende europee, fra le quali anche Bosch. Il passaggio da una produzione di massa a una produzione personalizzata, orientata al cliente ed eco-efficiente è considerato un approccio promettente per migliorare e garantire la futura competitività delle industrie manifatturiere europee, che costituiscono un importante pilastro della prosperità europea. Una condizione per questa transizione è la disponibilità di sistemi informatici agili, in grado di supportare questo livello di flessibilità a livello di produzione, nonché sui livelli di fabbricazione e 034 Fig. 3. Il PMaaS come unica interfaccia verso il cliente finale, a cui maschera i dettagli della catena di aziende presenti nella produzione di processo dei partner coinvolti. L’obiettivo del progetto ManuCloud (Fig. 4) è lo sviluppo di un completo ambiente IT integrato, implementabile come insieme di servizi cloud che funga da base per un livello di reti di produzione, consentendo l’integrazione interaziendale di processi, dalla produzione fino al livello della distribuzione e del negozio. I partner industriali coinvolti appartengono principalmente ai settori del fotovoltaico, dei sistemi di illuminazione basati su componenti organici e della Fig. 4. Lo schema generale del progetto ManuCloud Automazione Industriale - Gennaio/Febbraio 2014 produzione di ricambi per il settore automotive. Due sono gli obiettivi principali del progetto: • l’ambiente interno alla singola azienda e al singolo stabilimento, in cui sviluppare un’architettura completa per l’integrazione dei sistemi, che copra tutto il processo di pianificazione e produzione, a partire da standard esistenti come OpcUA[4], Iec 61499[5] e da quelli specifici per il settore della microelettronica proposti dall’associazione Semi[6]. Mobile e cloud per l’automazione Hot topic • l’ambiente interaziendale, in grado di supportare on-demand una forte integrazione fra sistemi IT di produzione di diversi fornitori, basati sull’architettura interna definita al punto precedente. Questa funzionalità, fornita dall’ambiente ManuCloud MaaS, dovrà supportare la gestione congiunta delle specifiche, il trasferimento dei dati in officina, con un alto livello di tracciabilità per la gestione distribuita della qualità. Un sistema di front-end sosterrà la configurazione dinamica di reti di produzione virtuali, preoccupandosi anche di fornire le interfacce per i configuratori di prodotto, che saranno supportati anche da un sottosistema di consulenza per design e manufacturing dei prodotti. I progetti SaaSam e Cccam I progetti Simulation-as-a-Service for Advanced Manufacturing (SaaSam)[7] e Cloud Computing for Collaborative Advanced Manufacturing (Cccam)[8] sono stati premiati nel 2013 nell’ambito del concorso statunitense MozillaIgnite[9] per le più brillanti applicazioni dell’Internet del futuro. Il progetto SaaSam, formato da un consorzio di aziende, università ed enti di ricerca statunitensi ed europei, si propone essenzialmente di realizzare un sistema cloud ibrido (pubblico-privato), fondato sulle infrastrutture di più datacenter, costruire su questo un efficiente sistema completo di simulazione, prototipazione e, in generale, di ausilio alla produzione fondato su una suite di diversi software cooperanti fra loro[10], infine, di costruire sul cloud un sistema di software per la didattica della progettazione e produzione industriale. Il progetto Cccam, formato da un consorzio di università statunitensi, intende invece costruire una piattaforma di riferimento per il collaborative manufacturing nel contesto del rapido assemblaggio di micro dispositivi e installare software distribuiti per le simulazioni, l’assemblaggio e lo studio di prodotti, integrando le risorse delle università partecipanti. Il progetto Imagine Anche il progetto Imagine (Innovative end-to-end MaNaGement of dynamIc manufacturing NEtwork)[11] è iniziato a fine 2011 nell’ambito del programma di ricerca Europeo Seventh Framework Programme. I partner sono importanti università e aziende europee, fra le quali il Centro Ricerche Fiat e Santer Reply per l’Italia. Questo progetto è più esteso e completo dei precedenti, di cui espande alcune caratteristiche, come mostrato nello schema logicofunzionale in Figura 5. Imagine si propone di costruire il prototipo di un sistema IT completo per la gestione end-to-end di reti dinamiche di manufacturing. Quindi devono poter essere integrate e gestite opportunamente le fasi di progettazione, di prototipazione, di costruzione e di spedizione, con tutti i loro annessi, per reti dinamiche di imprese. Il progetto è, al momento, volutamente limitato ad alcuni settori industriali nei quali saranno realizzati a cura dei partner i prototipi funzionanti. L’obiettivo è creare non solo un insieme di best practice e una piattaforma, ma anche uno standard aperto per il settore. Fra i target sono infatti presenti organismi internazionali di standardizzazione e aziende IT. Fig. 5. Schema logicofunzionale del progetto Imagine, estratto dal poster originale Gennaio/Febbraio 2014 - Automazione Industriale 035 Hot topic Mobile e cloud per l’automazione Bibliografia [1] Il processo di Order Fulfillment (evasione dell’ordine): http://en.wikipedia.org/wiki/ Order_fulfillment [2] Il processo del Build-to-Order: http://en.wikipedia.org/wiki/Build_to_order [3] Convertitore di formato per vari formati cad: http://www.novedge.com/products/4363 [4] Pagina Wikipedia ‘Iec 61499’: http://en.wikipedia.org/wiki/IEC_61499 [5] Sito web della Opc Unified Architecture: http://www.opcfoundation.org/Default. aspx/01_about/UA.asp?MID=AboutOPC [6] Sito web dell’associazione Semi: http://www.semi.org [7] Il progetto SaaSam: https://mozillaignite.org/apps/443 [8] Il progetto Cccam: https://mozillaignite.org/apps/415 [9] Il concorso MozillaIgnite per lo sviluppo di applicazioni per l’Internet del futuro: https://mozillaignite.org [10] Il servizio TotalSim, partner del progetto [7]: http://www.totalsim.us [11] Il progetto Imagine: http://www.imagine-futurefactory.eu [12] Il progetto del designer finlandese Janne Kittanen: http://www.designboom.com/ design/cubifys-downloadable-3d-printed-shoes-by-janne-kyttanen Le prospettive del MaaS nel ‘sistema Italia’ I progetti citati dimostrano l’estremo interesse anche da parte di grandi player per il nascente MaaS. Il settore è agli inizi e ci vorranno alcuni anni perché il servizio e i suoi sottoservizi associati si affermino e divengano una realtà di mercato. L’esempio dell’e-commerce però deve essere di monito: oggi l’e-commerce è un canale di vendita di cui nessuna aziende operante sul mercato può permettersi di fare a meno e chi parte in ritardo è fortemente svantaggiato. Considerando la media impresa italiana e l’impresa artigianale, esistono alcuni settori specifici del manufacturing in cui il MaaS localizzato a un territorio può risultare molto conveniente. Per quanto riguarda il sistema offerto da una singola azienda manifatturiera, anche piccola, alcune possibilità sono: la creazione ad hoc di parti di apparati o di componenti meccanici in piccolo numero e con livelli di 036 Automazione Industriale - Gennaio/Febbraio 2014 qualità elevati, che risulterebbero non economici da fare realizzare all’estero; la prototipazione rapida e ausilio alla prototipazione; la realizzazione di prodotti artigianali manuali e semi-manuali come, ad esempio, un vestito o una calzatura fatto artigianalmente su design consegnato dal cliente, in modo inverso rispetto a quanto realizzato, ad esempio, dal designer finlandese Janne Kyttanen che ha reso disponibili i file con il progetto di alcune scarpe da lui disegnate, permettendo a chiunque di stamparle con una stampante 3D[12]. Come proposto anche nel progetto Imagine visto prima, deve però essere considerato l’uso di un MaaS multi-aziendale (o meglio, un PMaaS) o esteso a un distretto come interfaccia unica per un cliente, molto probabilmente estero, che sia interessato a un prodotto complesso, il quale richieda l’intervento di più aziende, ognuna specializzata nella costruzione di una parte. Su scala molto più piccola un approccio simile potrebbe, teoricamente, essere seguito per unire le lavorazioni specializzate di più artigiani e un designer per offrire un prodotto di lusso, disegnato ad-hoc e realizzato artigianalmente a mano dagli artigiani coordinati dal designer stesso. Che cosa potrebbe rendere possibile questo scenario, potenzialmente molto interessante per le nostre piccole e medie imprese e per i nostri artigiani? La combinazione di tanti fattori, come: professionalità elevate a tutti i livelli (designer, progettisti, organizzatori, addetti alle macchine, artigiani manuali, addetti alla logistica, impiegati amministrativi); competenze specifiche per chi realizza i sistemi IT necessari a supporto, soprattutto per quanto riguarda l’integrazione fra tutti i sistemi tecnici coinvolti nella catena; coordinamento ottimale fra tutti gli attori coinvolti; supporto di associazioni di categoria; supporto legislativo e semplificazioni della burocrazia; volontà effettiva di collaborare da tutte le parti coinvolte. I problemi, quindi, sono solo in parte tecnici, mentre per la maggior si tratta di problemi organizzativi. A maggior ragione, per costruire sistemi MaaS o PMaaS distrettuali, occorre la volontà vera di ‘fare sistema’. *Giulio Destri è Coordinatore della Commissione Regionale Lombarda di Ingegneria dell’Informazione e della Commissione Ingegneria Informazione Ordine Ingegneri di Cremona. È Docente di Sistemi Informativi presso l’Università di Parma. Mobile e cloud per l’automazione Hot topic Il cloud a misura di pmi Le piccole e medie imprese italiane sono alle prese con la sfida dell’internazionalizzazione. Per vincerla, la nuvola firmata Sap si rivela uno strumento di grande utilità di Massimiliano Luce F are correre le piccole e le medie aziende con il passo delle grandi è il lavoro di Sap. Per il noto fornitore di software per il business, Smau 2013 ha rappresentato il palcoscenico ideale per snocciolare i numeri che provano la stretta relazione con il mondo delle Pmi. “L’80% dei nostri clienti italiani è fatto di piccole e medie imprese”, ha raccontato Massimiliano Ortalli, General Business Director. “Il 90% dei clienti acquisititi ogni anno è nel segmento pmi. Questi numeri si traducono in una crescita del 20% anno su anno di questo segmento”. Un’effervescenza di certo non casuale. Anche il mondo delle pmi, oggi, è infatti raggiunto e attraversato da nuove sfide competitive e dal vento dell’innovazione tecnologica. “Oggi le pmi italiane hanno la necessità di migliorare l’efficienza e la capacità di competere sui mercati internazionali, sia per la necessità di esportare sia Massimiliano Ortalli, General Business Director Sap Italia per la necessità di doversi misurare con i player internazionali”, ha infatti spiegato Ortalli. “Per affrontare queste sfide, oggi le pmi hanno di fronte numerose opportunità tecnologiche. Le aree più effervescenti sono la mobility. che ha cambiato il modo di interagire con le applicazioni, i social network, che di fatto sono già una realtà importante in ambito business, le soluzioni per l’analisi dei dati, continuamente in crescita e il cloud. Secondo una ricerca Oxford Economics, oggi già il 35% delle pmi italiane ha adottato il cloud e le prospettive di crescita sono del 47% per i prossimi tre anni, sia con soluzioni Erp in cloud o con soluzioni dipartimentali in cloud, ad esempio per portare tutta la forza vendita in automazione di processo attraverso il Crm on demand o altre soluzioni”. Parole e fatti Tutto si trasforma, tecnologia compresa. L’impegno di Sap è di aggiornarla costantemente per stare al passo dei continui cambiamenti del mercato. E così Smau 2013 è stata anche la vetrina per presentare la nuova versione di Sap Business One, giunta alla versione 9.0, aggiornata alle nuove esigenze dei clienti. Ecco allora il supporto al cloud, al lavoro con terminali mobili, a 50 nuove funzionalità e a una aumentata capacità di personalizzazione. Molto importante l’integrazione con la piattaforma in memory Sap Hana. “Business One ha appena compiuto dieci anni e oggi può essere considerata un pilastro nel mercato delle pmi, per le quali è stata specificamente pensata, e per le sedi estere di grandi organizzazioni”, ha sottolineato Federico Falchi, responsabile canale Italia per Buisness One. “Sap Business One è localizzata in più di 40 Paesi con un’unica versione e 27 lingue, proprio per coprire le esigenze internazionali. La soluzione copre tutte le esigenze aziendali, con moduli integrati per acquisti e vendite, fatturazione, pagamenti, produzione, gestione magazzino, Crm, post-vendita, risorse umane e reporting avanzato”. Sap ha infine annunciato che il partner privilegiato per il cloud è Var Group di Empoli. Il partner toscano potrà fornire una soluzione in outsourcing a chi lo desidera. Per informazioni Sap Italia www.sap.com/italy Gennaio/Febbraio 2014 - Automazione Industriale 037 Hot topic Mobile e cloud per l’automazione Il business è sempre più social e mobile L’esplosione dei dati generati dall’uso di social network, blog e dispositivi mobili nel mondo consumer sta impattando enormemente sul modo di fare business delle aziende. La loro gestione passa sempre più dal cloud di Massimiliano Luce “P Giovanni Ravasio, Application Country Leader di Oracle 038 Automazione Industriale - Gennaio/Febbraio 2014 arole come social e mobile stanno profondamente modificando il modo di vivere delle persone e influiscono di conseguenza sul business delle aziende, aprendo scenari completamente nuovi”. Sono queste le parole scelte da Giovanni Ravasio, Application Country Leader di Oracle, per spiegare come le tecnologie Ict abbiano abbattuto i confini e al loro posto costruito un ponte solidissimo tra il mondo consumer e il mondo business, su cui sta ormai soffiando il medesimo vento di cambiamento. “A livello globale”, aggiunge Ravasio, approfondendo le proprie analisi, “ci sono ben nove miliardi di dispositivi collegati a Internet, entro il 2020 saranno 50 miliardi. Stiamo assistendo a una esplosione di dati, il 90% dei quali generati negli ultimi due anni. I contratti mobile sono sei miliardi in tutto il mondo, in pratica coinvolgono l’87% della popolazione del pianeta, e le prossime prospettive di crescita del mobile sono ancora altissime. Il business stesso è diventato social. Il 65% delle aziende si è accorto di questo mondo, della sua capacità di rappresentare persino un rischio per la reputazione del brand. Tutti questi fenomeni, insieme all’esigenza di numerosissime aziende di modernizzare l’IT, in molti casi con applicazioni legacy vecchie di venti anni, sono molto legati al cloud. Infatti, risulta sempre più importante investire nella mappatura dei dati da avere sotto controllo. I termini dati, mobility, real-time, cloud si implicano a vicenda”. Sulla base di queste premesse, la missione di Oracle è di rendere disponibile via internet le proprie soluzioni tecnologiche e applicative ai clienti e ai partner in tutto il mondo. “La completezza della nostra offerta”, prosegue Ravasio, “è garantita, da un lato, da un’attenta strategia di acquisizioni di aziende cloud portata avanti negli ultimi due anni e, dall’altro, dagli importanti investimenti effettuati, 14 miliardi di dollari negli ultimi tre anni”. Ciò consente a Oracle di presentare sul mercato Mobile e cloud per l’automazione Hot topic un’amplissima selezione di soluzioni private cloud e public cloud (IaaS, PaaS, SaaS). Conoscere il digital body language “L’offerta di SaaS (Softwareas-a-service) in Italia copre essenzialmente tre aree”, spiega Ravasio, facendo il punto su questa specifica proposta di Oracle, “la parte Customer Experience (CX) comprende Modern Marketing, Sales, e Customer Service & Support; la parte Erp comprende Project Portfolio Management, Procurement, Supply Chain Management e Financial Management; e infine la parte HR comprende Human Capital Management e Talent Management”. Queste soluzioni consentono di gestire il cliente su tutti i canali di interazione e dalla creazione dell’opportunità di vendita all’assistenza post-vendita, con il supporto di una piattaforma comune di data management, integrazione e analytics. Poiché le attività social impattano in modo notevole sulle modalità di business delle aziende, queste hanno finalmente a disposizione strumenti avanzati che consentono di profilare con estrema precisione i comportamenti dei clienti. “Profilare i clienti per genere, professione, età e altri dati statici di questo genere non è più sufficiente”, sottolinea Ravasio. “Arrivando invece a conoscere il comportamento e il digital body language del cliente è possibile definire campagne, eventi e promozioni estremamente personalizzati su tutti i canali a disposizione. Lo scopo è guidare il potenziale cliente all’acquisto, a cui segue l’attività di vendita effettiva. Chiudono il ciclo di vita della customer experience i feedback verso il marketing, per valutare l’efficacia della campagna e infine la gestione del post-vendita”. Per informazioni Oracle www.oracle.com -BOVPWBQJBUUBGPSNB##QFS MJOOPWB[JPOFUFDOPMPHJDBBQQMJDBUB %LHQQDOH ,QWHUQD]LRQDOH SHUL6LVWHPL GL$]LRQDPHQWR )OXLGRWHFQLFD H$XWRPD]LRQH 0DJJLR )LHUD0LODQR_5KR 99LVLWDWRULTXDOL¿FDWLGDWXWWLJOLDPELWLDSSOLFDWLYL 98QQXRYRFRQFHWWRGL¿HUDSHULSURWDJRQLVWLGHOPHUFDWR 9&RQLOVXSSRUWRGHOQHWZRUNJOREDOH'HXWVFKH0HVVH 51"*5"-*"6/"116/5".&/50 %"/0/1&3%&3&Ï ZZZWSDLWDOLDFRP_LQIR#WSDLWDOLDFRP Speciale Sensori e strumentazione Una confortante vitalità Nonostante la crisi continui a colpire duramente il nostro Paese, il comparto italiano della sensoristica e della strumentazione lancia incoraggianti segnali di dinamismo. Merito delle aziende che investono in tecnologia e sono in grado di conquistare i mercati esteri di Andrea Bianchi* I nstabilità politica ed economica: un concetto che sentiamo ripetere sempre più spesso. La crisi, purtroppo, continua a mordere anche il settore dell’automazione e dei processi automatizzati, che pure sta conquistando settori applicativi sempre più diversificati, affermandosi come uno degli ingredienti strategici di una prossima ripresa. Eppure la crisi segna ancora profondamente alcuni Paesi europei, dove più che altrove si registra un’offerta del credito ancora asfittica, un mercato del lavoro ingessato e una domanda interna stagnante. Nel 2012, accanto ai persistenti segnali di crisi, si intravedeva anche una dinamicità sull’attività verso l’estero; il 2013 conferma questa capacità di internazionalizzazione del comparto, ma anche il languire della domanda interna e la perdita di marginalità sui prodotti. Per quanto sia difficile ad oggi formulare previsioni accurate in merito agli andamenti del prossimo anno, ben difficilmente il settore nel suo complesso potrà andare incontro a scenari di crescita. Secondo i dati diffusi 040 Automazione Industriale - Gennaio/Febbraio 2014 dall’associazione Anie Automazione, il settore dell’automazione industriale nel suo complesso ha chiuso il primo semestre 2013 con calo tendenziale del fatturato interno dell’1%, mentre le proiezioni di chiusura anno indicano una lieve crescita tra i 2 e i 3 punti percentuali rispetto al 2012. Da dove arriva la luce Il mercato dei sensori e della strumentazione ricalca perfettamente questo andamento. Secondo le previsioni, la sensoristica industriale, che aveva chiuso il 2012 con un fatturato interno di 94 milioni di euro, dovrebbe raggiungere i 96 milioni di euro nel 2013. Malgrado le condizioni difficili, il comparto non è rimasto a guardare: la prima reazione in molte realtà produttive è stata di darsi una valenza più internazionale. Nonostante la situazione, infatti, alcuni spunti positivi arrivano dalla capacità delle nostre imprese di aggiudicarsi commesse e clienti esteri. Solo operando in mercati in crescita, come il Sud America o una parte dell’Asia, si riesce a contrastare la Sensori e strumentazione Speciale crisi. Non potendo fronteggiare con la sola arma del prezzo i costruttori asiatici, si cerca di far leva sull’aumento del gap tecnologico. Certamente la valutazione di poter accedere a nuovi mercati non è affatto semplice: le variabili da tenere in considerazione per gli andamenti di mercato sono troppe e con dinamiche in buona parte imprevedibili. Quanto all’individuazione dei segmenti tecnologici che potrebbero trainare la ripresa, è senz’altro possibile indicare l’Industrial Ethernet in senso lato (bus di campo, infrastruttura di rete, safety & security ecc.) e, a livello di potenzialità non ancora totalmente espresse, anche l’e-mobility e la tecnologia wireless a cui, a dispetto della debole contrattura nel 2012, si continua ad accreditare uno sensibile sviluppo (oltre il 15%) dell’intero mercato Industrial Networking Infrastructure entro il 2015. Del resto, non è un caso che nelle innovazioni in ambito industriale, la componente sensoristica di misura e controllo giochi molto spesso un ruolo fondamentale. Decisamente di frontiera, ma con ricadute nel breve termine ancora difficili da quantificare, sono poi i settori ‘Internet delle cose’ (Internet of Things) e ‘Città intelligenti’ (Smart City), che prevedono una straordinaria interconnessione fra oggetti e sistemi, grazie alle tecnologie di comunicazione e automazione, in diversi ambiti: dalla vita quotidiana ai processi industriali, dai controlli ambientali, alla gestione della mobilità e dell’energia. Una prospettiva questa che apre nuovi scenari e che sta, sia pure con il contagocce, dando vita a nuove opportunità d’investimento soprattutto a livello europeo. Centrali restano poi, per la specificità del nostro Paese, i tradizionali settori del food & beverage, la cui relativa tenuta si riverbera su settori a forte contenuto di automazione come l’imballaggio, l’imbottigliamento e l’etichettatura. Cosa resta da fare Tutto sarebbe ancora più soddisfacente se non ci trovassimo ancora in una congiuntura caratterizzata da bassa redditività e da una crescente disoccupazione. In realtà ci sono buone possibilità che l’automazione made in Italy possa tornare rapidamente a dare un contributo significativo alla ripresa occupazionale, investendo in modo più significativo in capitale umano. A favore del nostro settore gioca il fatto di essere riconosciuto a livello mondiale per le sue capacità di problem solving, l’estrema flessibilità e la rapidità di reazione nell’adattarsi alle nuove domande del mercato, dal design dei macchinari alle modalità di fornitura. Ma per dare pieno corso a queste potenzialità bisogna superare il deficit di credibilità internazionale di cui il sistema Paese ha patito in questi anni. Solo così è possibile recuperare la fiducia degli investitori e dei clienti stranieri sul prodotto made in Italy, portandoli anche a sviluppare le attività in Italia. Questo fattore è spesso condizionato dall’accesso al credito, sempre più difficile, e dalla possibilità di aggiudicarsi commesse internazionali. Se da un lato, quindi, la ripresa dei consumi e la conseguente crescita produttiva sono l’aspetto imprescindibile per generare una concreta inversione di tendenza, è chiaro che aspetti quali la diminuzione del peso fiscale sulle aziende e la disponibilità di strumenti più flessibili nella contrattazione tra azienda e dipendenti possono contribuire in modo decisivo a nuovi investimenti in risorse umane. *Presidente del Gruppo Componenti e Tecnologie per la Misura e il Controllo di Anie Automazione. Gennaio/Febbraio 2014 - Automazione Industriale 041 Speciale Sensori e strumentazione a cura di Massimiliano Luce Rilevazione a tasteggio diretto brevettata D atalogic presenta la serie di sensori S8, una soluzione brevettata per la rilevazione a tasteggio diretto, quindi senza bisogno di riflettori prismatici, di oggetti trasparenti, anche se molto riflettenti come nel caso di contenitori in vetro. Gli utilizzatori usufruiscono di diversi vantaggi: la rilevazione avviene direttamente sull’oggetto, non sono più necessari riflettori prismatici da posizionare dietro l’oggetto da rilevare, riducendo in questo modo lo spazio, i tempi e i costi di installazione; grazie alla maggiore profondità di campo, l’oggetto può avvicinarsi o allontanarsi dal sensore e continuare a essere rilevato senza dover cambiare l’impostazione del sensore; la stessa impostazione consente di rilevare vari oggetti con diverso grado di trasparenza o riflessione della luce, nonché differente forma o materiale, permettendo di ridurre o eliminare i tempi di cambio formato o configurazione dalla macchina. Datalogic ha sviluppato due versioni del sensore della serie S8, una con emissione a Led e l’altra con emissione laser, in entrambi casi visibile perché di colore rosso. La versione con emissione laser ha una distanza massima di lavoro regolabile da 50 a 150 mm e, grazie al raggio luminoso concentrato in pochi millimetri, consente di effettuare applicazioni di precisione ad elevata risoluzione in condizioni di sfondo fisso, come la rilevazione di oggetti trasparenti con il sensore installato sul bordo laterale di un conveyor. La versione con emissione a Led ha una maggiore distanza di lavoro regolabile da 100 a 300 mm, con un raggio luminoso che comprende un’area più ampia ed è indicata per applicazioni con sfondo in movimento o che può cambiare da scuro a riflettente, come ad esempio per la rilevazione dall’alto di oggetti posizionati su di un nastro trasportatore o una rulliera. I sensori della Serie S8 sono in grado di rilevare la più ampia gamma di oggetti trasparenti e più o meno riflettenti, dalle bottiglie in vetro o in Pet ai film plastici per il confezionamento, dalle fiale ai blister impiegati in campo farmaceutico e dalle vaschette ai sacchetti utilizzati nel settore alimentare. Per informazioni Datalogic www.datalogic.com Trasmettitore di temperatura con display e IO-Link I l trasmettitore di temperatura TD di ifm si contraddistingue per l’involucro compatto e igienico, gli adattatori integrati e un display a 4 digit molto luminoso per l’indicazione della temperatura locale. I trasmettitori sono forniti con un campo di misura predefinito, perciò è sufficiente una semplice configurazione. Per le applicazioni specifiche è possibile graduare il campo di temperatura tramite IO-Link 1.1. Grazie al loro grado di protezione IP68/IP69K e all’involucro completamente in acciaio inox saldato, i trasmettitori sono adatti per ambienti difficili come quelli del settore alimentare. Tra le altre caratteristiche ricordiamo il rapido tempo di risposta T05/09=1/3 s e le diverse lunghezze di immersione da 30 a 150 mm. Per informazioni ifm electronic www.ifm.com 042 Automazione Industriale - Gennaio/Febbraio 2014 Sensori e strumentazione Speciale Due strumenti per il monitoraggio delle sottostazioni D ue nuovi trasmettitori Wika costituiscono la base per il monitoraggio in continuo e in digitale delle apparecchiature elettriche isolate con esafluoruro di zolfo (SF6). I modelli GDT-20 e GDHT-20, con il loro segnale di uscita Modbus, forniscono una chiara indicazione delle condizioni del gas SF6 contenuto nelle apparecchiature elettriche e consentono così di eseguire le attività di manutenzione solo quando è realmente necessario. I due nuovi trasmettitori calcolano costantemente la densità dell’SF6 sulla base di precise misure di pressione di temperatura. Anche le più piccole perdite di gas sono quindi identificate fin dall’inizio. Il modello GDHT-20 misura anche l’umidità del gas con lo scopo di prevenire la formazione dei prodotti di decomposizione corrosivi. Nel caso le apparecchiature siano riempite con miscele di gas SF6 (ad esempio, SF6/ N2 o SF6/CF4), entrambi gli strumenti possono essere configurati dal cliente. Il monitoraggio in continuo del gas SF6 dalla sala controllo consente la manutenzione condition-based delle apparecchiature elettriche e quindi un risparmio nei costi di esercizio. Per informazioni Wika www.wika.com Il più piccolo spettrofotometro al mondo H amamatsu ha sviluppato quello che ha definito “il più piccolo spettrometro al mondo”, un dispositivo compatto, leggero e a basso costo in grado di fornire prestazioni simili alla serie di minispettrometri Hamamatsu MS, pur avendo delle dimensioni molto più ridotte (circa la metà). Il nuovo microspettrometro C12666MA permette misurazioni nel campo del visibile e può essere utilizzato per applicazioni quali rilevazione di colori in stampanti e illuminazione Led e misure point-of-care connesso a smartphone o ad altri tipi di strumenti di misura portatili. Per informazioni Hamamatsu www.hamamatsu.com Analizzatori di rete per la Power Quality F luke offre un’ampia gamma di analizzatori di rete per la ricerca guasti, la manutenzione preventiva, la registrazione di eventi a lungo termine e l’analisi su applicazioni industriali e su reti di fornitura dell’energia. Il nuovo Fluke 1730 rende l’energy logging intuitivo e immediato, dal settaggio ai risultati permettendo così a chi non è un esperto di Power Quality di poter eseguire delle analisi sul proprio impianto per ridurre i costi d’esercizio. La qualità dell’alimentazione indica in quale misura un sistema riesca a gestire in modo affidabile i carichi di lavoro. Un disturbo o un’alterazione dell’alimentazione possono impattare sulla tensione, sulla corrente o sulla frequenza. I disturbi dell’alimentazione possono essere generati dai sistemi di alimentazione degli utenti, dai loro carichi o dal gestore stesso, con pesanti ricedute in termini di costi. Per informazioni Fluke www.fluke.com Gennaio/Febbraio 2014 - Automazione Industriale 043 Speciale Sensori e strumentazione Più flessibili con i sensori a ultrasuoni B aumer ha ampliato il portafoglio di sensori NextGen includendo anche la tecnologia a ultrasuoni. I nuovi sensori U500 sono identici nel design e nella forma ai loro corrispondenti fotoelettrici della serie O500. Il grande vantaggio dei sensori a ultrasuoni è la loro capacità di rilevare pressoché qualsiasi oggetto. Essi non dipendono dal colore, dalle caratteristiche o dalla trasparenza, nemmeno in condizioni severe con un’elevata quantità di sporcizia. Con i suoi 1.000 mm, l’U500 offre diverse possibilità applicative. Il veloce tempo di risposta aumenta anche la flessibilità applicativa. Un ulteriore vantaggio è il fascio sonico simmetrico stretto. Esso ha un diametro di 80 mm a una distanza all’oggetto di 500 mm. Ciò permette di utilizzare l’U500 in applicazioni con spazi molto congestionati. Anche la custodia in IP67 e il nuovo trasduttore contribuiscono a rendere l’U500 un sensore estremamente affidabile. Esso non è influenzato da sporcizia, gocce d’acqua o agenti di pulizia. La versatilità è dimostrata anche dalla disponibilità dell’U500 in tre principi di rilevamento: come sensore di prossimità, sensore di misura della distanza e sbarramento a retroriflessione. Per informazioni Baumer Italia www.baumer.com Efficienza energetica a portata di mano S ocomec identifica nella misura la chiave per ottenere l’efficienza energetica degli impianti; per questo ha pensato a Diris A, una gamma di analizzatori di reti conformi alla norma Iec 6155712 sui Pmd (Performance Measuring and Monitoring Device), che assicurano le funzioni di comunicazione, misura delle grandezze elettriche, gestione dell’energia, monitoraggio dei parametri elettrici e analisi della qualità delle reti. Gli strumenti della serie Diris A assicurano precisione nelle misure (classe 0,2 su tensioni e correnti, 0,5 per potenza attiva) e sono dotati di display con funzione power-saving, in grado di garantire, grazie alla presenza di una retroilluminazione molto luminosa e di uno schermo che riduce i riflessi indesiderati, ottima visibilità anche in condizioni ambientali gravose. Disponibili in formato 96x96x60 o 72x72x50 mm (la dimensione standard degli indicatori analogici), oppure in formato modulare (4 Din), i misuratori Diris A dispongono di grandi tasti facili da premere, che garantiscono un grado di protezione frontale IP52. La possibilità di espandere le funzioni degli strumenti, mediante l’aggiunta di moduli opzionali di facile inserimento, rende la gamma Diris A idonea a ogni applicazione. Per informazioni Socomec www.socomec.it 044 Automazione Industriale - Gennaio/Febbraio 2014 Sensori e strumentazione Speciale Per la misura in linea dei liquidi di processo M Un nuovo flussimetro digitale a induzione elettromagnetica aselli Misure è un’azienda di Parma specializzata da oltre 60 anni nella progettazione, nella costruzione e nella distribuzione di strumentazione di misura, per la misura della concentrazione di svariate tipologie di soluzioni liquide. Le applicazioni sono molteplici così come i liquidi da misurare: liquidi puri, soluzioni organiche e inorganiche. Ad esempio, concentrati di frutta e verdura, vino, mosto, birra, amido, salamoie, acido solforico, oleum, sali, alcali e così via. In questo scenario, una delle applicazioni affrontate de Maselli Misure è la misura della concentrazione del glicole etilenico che è fondamentale per il corretto ed efficiente funzionamento degli impianti criogenici. S mc ha rilasciato il nuovo flussimetro digitale a induzione elettromagnetica. La serie Lfe è priva di parti mobili ed elettrodi all’interno del percorso del fluido, in questo modo il prodotto è esente da ostruzioni e non richiede manutenzione. Inoltre, presenta una vita utile più lunga. Il risparmio energetico è garantito da una bassa caduta di pressione pari o inferiore a 0,02 MPa. Grazie al design compatto e flessibile, la serie Lfe è adatta per una vasta gamma di applicazioni grazie alla sua rangeability di 40:1, una portata fino a 200 l/min e un campo di temperatura fino a 85 °C. È inoltre possibile modificare la direzione del flusso dopo l’installazione senza alterare la connessione, garantendo così un ulteriore risparmio dei tempi di manodopera. È in grado di funzionare con fluidi conduttivi come acqua e refrigeranti solubili in acqua, o fluidi con un livello di conduttività di almeno 5 μS/cm e compatibili con i materiali con cui entrano a contatto (Pps, Fkm e ottone). La serie Lfe è stata indicata per assistere nelle applicazioni dove è richiesto il controllo dell’acqua di raffreddamento come ad esempio pinze di saldatura, il controllo delle perdite per impianti raffreddamento punte, stampaggio di metalli e refrigeranti a base d’acqua. La corretta gestione del processo porta a una effettiva massimizzazione della capacità frigorifera dell’impianto e lo protegge dall’incombente rischio di congelamento. Il rifrattometro da processo UR60 impiegato per questa applicazione è una nuova unità di tipo compatto che unisce estrema facilità di installazione ad una robustezza e precisione costanti nel tempo. E tutto questo direttamente in linea sull’impianto e con condizioni di esercizio che arrivano a -25 °C e oltre. Per informazioni Smc Italia www.smc.eu Per informazioni Maselli Misure www.maselli.com Gennaio/Febbraio 2014 - Automazione Industriale 045 Speciale Sensori e strumentazione Sensori per misura di temperatura non a contatto M asautomazione propone i sensori pirometrici Convir PyroUsb PU prodotti dall’inglese Calex: misurano la temperatura non a contatto e producono in uscita un segnale 4-20 mA linearizzato e proporzionale alle variazioni della temperatura. Il segnale di uscita 4-20 mA a due fili ha una precisione tipica del +1% e può essere inviato a qualsiasi strumento di misura, regolatore o registratore che abbia un ingresso di questo tipo, oppure direttamente su un pc o su un plc senza interporre schede di conversione o di linearizzazione. Masautomazione offre un’ampia gamma di strumenti Kubler o Kep compatibili con i sensori Calex. I due modelli disponibili PU 151 e PU 301 hanno una risoluzione ottica rispettivamente di 15:1 e di 30:1, intendendo con risoluzione ottica il rapporto tra la distanza del sensore e le dimensioni minime dell’oggetto di cui si vuole rilevare la temperatura. Con il modello PU 301 ad alta risoluzione si può rilevare un oggetto di diametro di 16 mm a mezzo metro di distanza o di 11 mm a una distanza di 360 mm. Oggetti molto piccoli possono così essere misurati a una distanza sufficiente per non surriscaldare il sensore. In genere questi sensori vengono utilizzati quando non si può porre una sonda a contatto del materiale se questo è in movimento, se è sotto tensione elettrica o se vi è il pericolo di contaminazione. Per informazioni Masautomazione www.masautomazione.it Affidabilità al servizio del packaging P er il mondo del packaging Sick presenta il sensore DeltaPac, che consente di rilevare con estrema affidabilità oggetti che scorrono nei flussi di processo anche se sono tra loro adiacenti. Fino ad oggi, si rivelava necessario separare i pacchi che venivano sottoposti a un processo di packaging. Tale separazione era fondamentale per contarli e controllarne il passaggio. La separazione tra i pacchi consentiva una comoda tracciatura, ad esempio, gestita con fotocellule a riflettore o con altre tipologie di sensori ottici. Purtroppo, questa soluzione è costosa e dispendiosa meccanicamente e obbliga la progettazione di separatori meccanici che impongono un costante controllo manutentivo. DeltaPac è in grado di riconoscere anche il più piccolo cambiamento del bordo grazie a una delle sue caratteristiche principali, tre le quali la precisione. È così possibile individuare fino a 200mila pezzi all’ora e velocità fino a 3 m/s. Gli spigoli degli oggetti sono identificati in modo affidabile, anche quelli dotati di raggi superiori a 2 mm fino a 20 mm. DeltaPac apre nuove opportunità ai costruttori di macchine confezionatrici. Alcuni componenti macchina come i separatori meccanici non sono più necessari; questo comporta un risparmio nei costi e un incremento dello spazio disponibile nella macchina. Per informazioni Sick www.sick.it 046 Automazione Industriale - Gennaio/Febbraio 2014 Controllo continuo di impianti oleari e acetaie V alcom si propone come partner strategico per la misura di livello di prodotto finito per impianti oleari e acetaie. Il sistema di monitoraggio, configurazione e programmazione remota Hmi è in grado di visualizzare in tempo reale tutte le variabili di qualsivoglia processo collegate, con la possibilità di implementazione di funzioni di datalogging e alarm-setting, indispensabili per monitorare i trend e per prevenire situazioni di troppo vuoto o troppo pieno. I vantaggi sono presto detti: abbattimento dei costi di installazione, compatibilità garantita, monitoraggio e variazione parametri comodamente da pc. Le tecnologie di misura possono comprendere misure di livello, temperatura e pressione, a seconda della specifica esigenza. I dati visualizzati e registrati secondo la funzione di logging possono essere trasferiti a un livello superiore di controllo e supervisione per mezzo di collegamento Ethernet (RJ45) 10/100 Base, o attraverso uscite bus di collegamento standard RS232 o RS485 che possono essere montate integralmente al pannello di visione su richiesta del consumatore finale. Per la misura di livello, ad esempio, sono possibili le seguenti soluzioni: a battente fluidostatico, con attacco laterale serie T76 o a immersione serie T7IM, dotati di attacchi al processo filettati o flangiati e sanitari, e possono essere realizzati in materiali speciali come HC, HB, Ti, Ta, o completi di separatori di fluido in AISI316, leghe speciali o dorati per applicazioni su fluidi corrosivi; a battente fluidostatico per serbatoi pressurizzati, per mezzo del trasmettitore di pressione differenziale T7K dotato di estensioni o capillari in grado di consentire misure per campi ridotti, anche per serbatoi le cui temperature di processo superano i 300 °C; a dislocatore della serie T7B, che basano il loro funzionamento sul principio di Archimede e sono progettati per la misura in continuo del livello ma anche dell’interfaccia o del peso specifico di liquidi; a galleggiante, con la serie T7L, che permette un’analisi costante e continua del livello con straordinaria ripetibilità; radar, con la serie Rmg (l’impulso radar non è influenzato dal contenuto del serbatoio, dall’atmosfera, da temperatura o pressione). Per la misura di pressione, viene utilizzata la Serie T7N o T72 (versione cieca senza display), con attacco filettato o flangiato per campi di misura da 100 mbar a 1.000 bar, eventualmente dotata di estensioni o capillari in grado di consentire misurazioni per campi ridotti, anche per serbatoi le cui temperature di processo superano i 300 °C. Per la misura di temperatura, infine, la Serie T7T, con pozzetti termometrici o attacchi diretti, dotati di risoluzione eccezionale (0,0015 °C per range 100 °C), la cui precisione complessiva può essere in classe Din A, Din B, 1/4 Din o 1/10 Din. Per informazioni Valcom www.valcom.it Speciale Sensori e strumentazione Monitoraggio dell’energia elettrica a stelle e strisce I l nuovo kit UX90-Khw reso disponibile da Elcam è un compatto sistema dedicato al monitoraggio dell’energia elettrica della azienda americana Hobo Onset. Il kit è composto da un datalogger della serie UX90, da un set di pinze amperometriche, da trasduttori di tensione in versione ‘split core’ e da un modulo in grado di calcolare i parametri derivati dalla corrente e dalla tensione isurata. Il sistema è in grado di lavorare in piena autonomia per un anno essendo alimentato a batterie, e misura fino a 500mila parametri elettrici di una rete monofase 120/240 Vca o trifase 400/480 Vca con intervalli selezionabili da 1 secondo a 18 ore. Il datalogger è completo di display Lcd grazie al quale si può visualizzare in tempo reale l’ultima misurazione e di una porta mini-usb attraverso la quale si possono scaricare tutti i dati su di un pc. Il kit è completo di software per la programmazione del data logger e per la gestione completa dei dati scaricati. Per informazioni Elcam www.elcam.it Misura di livello radar affidabile P rogettato per l’utilizzo nelle industrie alimentari, nel trattamento delle acque, nella produzione di energia, nell’industria chimica, nell’oil & gas, nella farmaceutica, nelle materie prime, la gamma Micropilot Fmr5x di Endress+Hauser include Fmr50 (liquidi) e Fmr56 (solidi) per l’utilizzo in applicazioni di base, FMR51 (liquidi) e FMR57 (solidi) per l’utilizzo in processi con alta temperatura o pressione elevata. Grazie al sistema di tracciamento multi-eco, la nuova gamma Micropilot ha superato il problema di ostacoli situati nel lobo di emissione del radar, ad esempio sonde di livello max/min o serpentine di riscaldamento, che possono interferire con il segnale e provocare false letture di livello. Con questo nuovo modo di analizzare i segnali, tutti i segnali eco vengono marcati e seguiti durante tutto il periodo di funzionamento dello strumento, garantendo misurazioni affidabili all’interno di un’accuratezza di 2 mm. La funzione di gestione dei dati HistoRom permette messa in servizio, manutenzione e diagnostica semplici e veloci. Per quanto riguarda la sicurezza, l’hardware e il software del nuovo Micropilot sono stati sviluppati secondo Iec 61508 e possono essere utilizzati in ridondanza omogenea fino a Sil3. Per informazioni Endress+Hauser www.it.endress.com 048 Automazione Industriale - Gennaio/Febbraio 2014 Sensori e strumentazione Speciale Profilometri laser scanner 2D/3D per l’automazione I nuovi laser scanner della serie scanControl 2600/2900 distribuiti da Luchsinger sono ideali per misure di precisione di profili e dimensioni in ambienti produttivi grazie al design compatto, alla flessibilità d’installazione e alla versatilità dell’interfaccia. Micro-Epsilon ha sviluppato un profilometro laser scanner estremamente compatto e leggero. ScanControl 2600/2900 racchiude il sensore optoelettronico e il suo controllore in una custodia in alluminio di 380 g. Benché il sensore sia piccolo come un pacchetto di sigarette, offre tuttavia un trasferimento fino a 4mila profili per secondo al pc per ulteriori elaborazioni. ScanControl 2600 offre una velocità di misura fino a 640 punti per profilo, mentre scanControl 2900 fino a 1.280 punti per profilo. Il campo di misura parte da una distanza di 53 mm dal sensore e può essere esteso fino a 390 mm, a seconda del modello. I vari campi di misura utilizzano la stessa custodia compatta. ScanControl 2600/2900 è particolarmente indicato per applicazioni che richiedono un sensore leggero, ad esempio nella produzione automotive o quando è montato su un braccio robotico. Per informazioni Luchsinger www.luchsinger.it Sensori di sicurezza con principio Rfid U na delle funzioni più comuni e più importanti nel campo della sicurezza macchine è la verifica della chiusura dei ripari mobili. Questa funzione è molto critica e l’Rfid ha consentito di superare alcuni limiti dei sensori di natura meccanica o magnetica. Nella gamma dei prodotti Pilz la tecnologia Rfid è applicata da diversi anni nei sensori della serie Psencode e che hanno la sigla Psen cs1xx o Psen cs3xx. I sensori Psencs permettono di determinare lo stato di un riparo mobile senza che interruttore e attuatore entrino in contatto tra di loro, garantendo lunga vita al sensore, non richiedono elevate precisioni della meccanica (come invece è necessario con i vecchi interruttori meccanici), sono esenti dai limiti applicativi dei sensori magnetici (magnetismo/polvere metallica/instabilità), hanno elevate performance di sicurezza (il che consente di collegarli anche in serie mantenendo un ‘PL e’) e, infine, sono codificati per cui diventa praticamente impossibile eluderli senza l’impiego dello specifico attuatore. Il principio Rfid è applicato da Pilz in altre gamme di prodotti quali Psenslock e Psensgate utilizzate, oltre che per il rilevamento di riparo chiuso, per il blocco dello stesso per impedirne l’apertura indesiderata e non sicura. Per informazioni Pilz Italia www.pilz.it Gennaio/Febbraio 2014 - Automazione Industriale 049 Speciale Sensori e strumentazione Si allarga la famiglia di sensori d’area CX M. D. Micro Detectors ha creato una linea di sensori di area, denominata serie CX, che include due famiglie: la serie CX1, caratterizzata da funzioni base, e la serie CX2, completa di funzioni avanzate. Il profilo in alluminio di 20x35 mm rende la nuova famiglia di sensori di area M.D. particolarmente compatta. Inoltre, grazie alla scanalatura sulla parte posteriore del corpo e al connettore volante, il prodotto è semplice da fissare alla meccanica della macchina. L’assenza di zona morta su entrambe le estremità del frontale permette l’utilizzo completo della superficie di lettura riducendo drasticamente le tipiche problematiche di montaggio in macchina, in quanto facilmente adattabile a eventuali vincoli meccanici. I modelli della serie CX1 permettono di rilevare oggetti con diametro fino a 5 mm. Sono disponibili modelli con altezza controllata fino a 480 mm e distanza di lavoro di 3 m. La serie CX1 viene fornita con sincronizzazione ottica, semplificando le fasi di installazione e connessione, la risoluzione è regolabile tramite modulo esterno accessorio via Trimmer, scollegabile una volta terminata la regolazione e utilizzabile per altre barriere, ottimizzando così costi e gestione. I prodotti della serie CX2 permettono non solo di rilevare la presenza di oggetti in un’area con altezze disponibili fino a 980 mm e distanza di lavoro fino a 6 m, ma anche di fornire, la misura del target tramite uscita analogica proporzionale al numero di ottiche occupate. Per informazioni M.D. Micro Detectors www.microdetectors.com Stop alle applicazioni complesse C on i sensori di visione Checker serie 4G, Cognex offre prestazioni e flessibilità anche per applicazioni complesse. La serie 4G offre un collegamento Ethernet per l’installazione e il monitoraggio in remoto, la comunicazione plc con supporto EtherNet/IP e Profinet, nonché la possibilità di salvare le 050 Automazione Industriale - Gennaio/Febbraio 2014 immagini di ogni ispezione su un server Ftp. Come tutti i sensori di visione Checker, la serie 4G integra illuminazione, ottica, telecamera, processore e I/O in un case di qualità industriale con grado di protezione IP67. È inoltre possibile scegliere il tipo di configurazione in base alle proprie esigenze: in qualsiasi modalità, Checker sarà in grado di eseguire controlli multipli su ogni articolo prodotto. I modelli Checker 4G offrono ancora più flessibilità grazie ad alcune funzioni esclusive: l’editor Ladder Logic, che consente la personalizzazione dei risultati ed elimina le esigenze di programmazione plc; il protocollo industriale EtherNet/ IP con supporto Add-On-Profile RSLogix5000; il supporto del protocollo industriale Profinet; l’archiviazione delle immagini sul server Ftp; l’installazione e visualizzazione in remoto tramite pc; il rintracciamento delle parti basato su codifica per linee a velocità variabile; quattro uscite digitali; la commutazione sino a 32 job per offrire la massima flessibilità; i filtri colorati per lenti disponibili. Il display intelligente SensorView 2 di Cognex offre ai responsabili della produzione la possibilità di creare, modificare e monitorare i sensori di visione senza l’utilizzo di un pc. Per informazioni Cognex www.cognex.it Sensori e strumentazione Speciale Soluzioni a fibra ottica per il mondo del pharma I costruttori di macchine che trattano prodotti farmaceutici hanno sempre mostrato esigenze elevate. In questo settore, infatti, sono necessarie condizioni ambientali controllate, in quanto il medicinale che si va a manipolare, trasformare, avvolgere e imballare non deve assolutamente essere alterato. È fondamentale, inoltre, che il controllo di presenza e integrità del prodotto sia svolto alla perfezione. Infine, proprio come richiede il mercato, le macchine devono garantire prestazioni sempre più avanzate e performanti. Recentemente, Panasonic, ricorrendo alla tecnologia dei sensori a fibra ottica, si è misurata con il controllo presenza di capsule in plastica, che vengono prima riempite con un principio attivo e quindi controllate. Il target capsula, differentemente da altri oggetti, è caratterizzato da una forte variabilità di colore e trasparenza, che rende la rivelazione difficile. Non di meno, le dimensioni delle capsule, concorrono a rendere il controllo più complicato e richiedere un rivelatore estremamente preciso. Infine, l’ambiente circostante può fortemente influenzare la rivelazione, in quanto le culle in cui sono alloggiate le capsule possono essere a loro volta di materiali e colore differenti, passando dal metallo lucido al nylon chiaro. Nel caso specifico, si è realizzata una batteria di 10 rivelatori a riflessione affiancati (serie di 10 fibre ottiche a tasteggio), che segnalano la presenza o l’assenza di capsule alloggiate in 10 culle, allineate su di un unico supporto rigido, in movimento lungo un percorso a cremagliera. Grazie alla flessibilità dei suoi amplificatori serie FX e l’ampia gamma di fibre a disposizione, per Panasonic è stato possibile trovare, in funzione anche della geometria di macchina, il set-up più idoneo e consentire una rivelazione stabile e continua. In particolare, le prestazioni più elevate, sono state raggiunte con la serie FX500, grazie alle funzioni integrate di cui dispone, come il controllo della luce emessa e della sensibilità, attraverso l’impostazione dei parametri di isteresi. Non meno importante è la possibilità di poter variare il tempo di risposta del sensore, che in base all’applicazione permette di rendere più stabile il segnale. Andando infine a lavorare sulla distanza di lavoro, che per una applicazione di questo genere deve essere abbastanza ridotta (4-8 mm), si è fatto in modo che la dimensione dello spot luminoso fosse il più piccolo possibile così da intercettare solo la capsula o una parte di essa e niente altro (ad esempio, la culla sottostante). Con questa soluzione Panasonic risolve con estrema efficacia un problema applicativo altrimenti risolvibile con sistemi di visione automatica che richiedono un set-up più laborioso, una preparazione approfondita e costi molto più elevati. Si sottolinea anche l’alto grado di integrabilità della soluzione proposta, che permette di mantenere le dimensioni della macchina contenute, con evidenti vantaggi meccanici e di trasporto. Per informazioni Panasonic Electric Works www.panasonic-electric-works.it Gennaio/Febbraio 2014 - Automazione Industriale 051 Speciale Sensori e strumentazione La forza corretta per ogni impiego T ekkal dispone di oltre 40 serie di celle di carico, diverse per tipologia applicativa, forma, dimensioni, campo di impiego e grado di protezione. Le celle di carico sono sensori di forza, cioè elementi meccanici sensibilizzati, di varia conformazione, a cui viene applicata la forza da misurare e che restituiscono, in uscita, un segnale elettrico proporzionale alla forza applicata. Questo segnale è poi utilizzabile ad esempio per lettura, trasduzione, digitalizzazione, limitazione, controllo continuo di processi, registrazione grafica, acquisizione, a seconda dell’applicazione prevista. I sensori per rilievo diretto di forze e pesi (a compressione, trazione, trazione/ compressione, cilindriche, a mensola, anello ecc.) di Tekkal sono utilizzati per il monitoraggio continuo di impianti di ogni tipo, per manutenzione e controllo, mediante collegamento a computer (schede di acquisizione dati), plc, e così via. I modelli proposti sono differenziati a seconda delle caratteristiche, con campi di misura da 0/100 g a 0/1.000 t (compresi i valori intermedi), precisione da 0,5% a 0,02% nei vari modelli e tutti a strain-gauge metallici resistivi, per misure statiche e dinamiche (frequenza propria fino a oltre 10 kHz nei vari modelli). In generale, le dimensioni sono estremamente compatte. Per informazioni Tekkal www.tekkal.com Rfid non solo per specialisti S chneider Electric propone il sistema Rfid Ositrack 13,56 MHz, una soluzione adatta per l’identificazione automatica e la tracciabilità in numerose applicazioni. È un sistema aperto, facile da installare, completamente plug and play. La soluzione risponde alle Norme Iso 18000-3, Iso 15693 e Iso 14443. È quindi possibile scegliere liberamente i chip di memoria da impiegare, da diversi cataloghi che compongono l’offerta industriale. La stazione di lettura/scrittura compatta può essere collegata a diverse tipologie di bus industriali: Modbus Rtu, Unitelway o Modbus Tcp/IP semplificando la configurazione per mezzo della funzionalità di rilevamento automatico del protocollo di comunicazione e della velocità. Inoltre è possibile supportare Modbus IP e Profibus DP con l’ausilio di SplitBox. La totale assenza di software di configurazione, inoltre, fa sì che l’utilizzo del sistema Rfid Ositrack non sia riservato ai soli specialisti. Si tratta, infatti, di un sistema più molto compatto perché integra in un’unica custodia sia il controllo, sia l’antenna e, grazie al vasto range di accessori, può essere facilmente installato in ogni parte della macchina, poiché l’elettronica si auto-adatta all’ambiente circostante. Per informazioni Schneider Electric www.schneider-electric.com 052 Automazione Industriale - Gennaio/Febbraio 2014 Sensori e strumentazione Speciale Sensori 3D all-in-one intelligenti Encoder CanOpen con foro passante fino a 15 mm I C mage S rende disponibile la nuova serie Gocator 3300 di Lmi Technologies, una famiglia di scanner 3D intelligenti che unisce acquisizione di nuvole di punti 3D e strumenti di misura in un unico sistema per impeghi industriali. Grazie agli strumenti integrati, i sensori Gocator sono ideali per un’ampia gamma di applicazioni di ispezioni in linea senza contatto. I sensori Gocator sono facili da impostare, veloci da integrare e altamente affidabili. La serie Gocator 3300 fornisce misure senza contatto ad alta risoluzione con velocità fino a 5Hz per misurare le dimensioni di diversi elementi e caratteristiche, quali fori, asole, perni, distanze e allineamenti. Gocator non richiede l’installazione di alcun software e funziona con qualsiasi computer e sistema operativo e può essere utilizzato standalone o in rete. I sensori Gocator 3300 forniscono dati affidabili e ripetibili: la tecnologia di scansione stereoscopica a luce blu strutturata aumenta il livello di immunità alla luce ambiente, generando dati affidabili anche in condizioni di luminosità avverse. Per informazioni Image S www.imagessrl.com on i nuovi encoder Sendix F5868 e F5888, Kübler completa la sua famiglia di multigiro F con encoder robusti ad alta risoluzione in CanOpen con albero cavo passante fino a 15 mm e dimensione di soli 58 mm. L’albero cavo passante lascia, per esempio nei drives, molte possibilità per altre opzioni motore posizionate dietro l’encoder. Questi encoder ottici gearless sono basati sulla brevettata Intelligent-Scan-Technology. Gli encoder comprendono anche l’Universal Scaling Function (Usf). I nuovi encoder della serie F58 sono usati nella misurazione dell’angolo di rotazione di una ralla e strutture montate su veicoli. Applicazioni tipiche si trovano nel settore delle macchine mobili, ma questi nuovi encoders possono essere utilizzati anche in tutte le altre applicazioni con comunicazione CanOpen. Per informazioni Kübler www.kuebler.com Celle di carico per pesatura e dosaggio P icotronik distribuisce le celle di carico Tempo Technologies per il mercato della pesatura e dosaggio. Si evidenziano le celle off-center sia per piccole portate (modelli Aga, Aha, Aaa, Aac) da 300 g a 45 kg fondo scala, sia per le celle off-center di medio-alta portata (modelli Aka, Aea, Ada, Afa, Afb) da 60 a 1.000 kg fondo scala che permettono di montare su un’unica cella piattaforme fino a 120x120 cm. Altro segno distintivo sono le celle flessione e taglio, come ad esempio i modelli Ada, Sda, Sdc e le celle a S(zeta) con i modelli 7000, Aba, Sba, Sbb, Sbc con portate da 5 kg fondo scala fino a 40 t di fondo scala. Per informazioni Picotronik www.picotronik.it Gennaio/Febbraio 2014 - Automazione Industriale 053 Speciale Sensori e strumentazione Scorrimento regolare ad alta precisione N La soluzione ceramica per la misura di livello C on il nuovo modello LC18, Microtel Tecnologie Elettroniche amplia la propria gamma di sensori di pressione ceramici piezoresistivi a film spesso. Disponibile in quattro fondoscala, 250 mbar, 400 mbar, 600 mbar e 1 bar, il nuovo sensore LC18, a membrana ceramica affacciata, si distingue in particolare per la resistenza ai picchi di pressione, con sovrapressioni pari a tre volte il fondoscala e pressioni di rottura pari a 8-10 volte il fondoscala. Il sensore LC18 opera sia in applicazioni e ambienti industriali, con oli e fluidi di trasmissione con presenza di additivi aggressivi e contaminanti, sia in applicazioni medicali e ambienti di tipo sterile. Il sensore LC18, inoltre, trova applicazione anche nel settore alimentare (acqua potabile, bevande, composti per l’industria alimentare). Per queste ragioni il sensore LC18 è ideale per la misura di livello di serbatoi nel settore industriale, medicale e alimentare e il controllo dei circuiti di trasmissione idraulici asserviti. Per informazioni Microtel Tecnologie Elettroniche www.microtelgroup.it 054 el campo delle macchine utensili, la domanda di precisione nelle lavorazioni è in aumento da molti anni. Con il nuovo Sistema di Guida a Rulli su Rotaia di Alta Precisione (Roller Rail System High Precision - Rshp) di Rexroth, i costruttori di macchine possono ora soddisfare richieste di precisione nell’ordine dei micron sempre più affidabili. Una nuova geometria della zona di ingresso permette la transizione progressiva dei rulli (profilo logaritmico) nella zona di carico grazie alla flessione armonica di un inserto di rotolamento in acciaio. Grazie a ciò i corpi volventi nel pattino raggiungono la massima sollecitazione con una transizione alla zona di carico molto regolare e dolce. Il risultato: significativa riduzione delle pulsazioni garantendo basse vibrazioni e quindi un miglioramento della qualità del movimento e delle superfici dei pezzi in lavorazione. Inoltre, Rexroth introduce un concetto completamente nuovo di lubrificazione universale grazie al quale è possibile estendere del 20% gli intervalli di lubrificazione con quantità minime di lubrificante. Canali di lubrificazione ottimizzati distribuiscono il lubrificante nelle precise quantità necessarie. In caso di eccessivo lubrificante un canale di by-pass traferisce l’eccesso di lubrificante proteggendo il sistema meccanico. Per proteggere i pattini dalla Automazione Industriale - Gennaio/Febbraio 2014 contaminazione durante le fasi di taglio, un sistema di tenuta modulare comprende una guarnizione a doppio labbro alle estremità. In caso di condizioni estreme di contaminazione esterna, in opzione, è possibile considerare guarnizioni in gomma fluororata per proteggere il pattino, in presenza di trucioli anche di raschiatori metallici. Guarnizioni longitudinali all’interno del pattino contengono la perdita di lubrificante. Schemi metallici filettati presenti alle estremità dei pattini Rshp provvedono a proteggere da sporco e trucioli. I raccordi di lubrificazione sono ora avvitati nel metallo e sono esenti da rotture durante la lubrificazione. Per posizionamenti molto precisi, i nuovi pattini Rshp possono anche essere equipaggiati con il sistema di misura integrato Ims-I. Il sistema di misura, di tipo induttivo, raggiunge un’accuratezza comparabile a righe ottiche di alta precisione senza richiedere spazio aggiuntivo di istallazione. L’Ims-I funziona senza contatto, quindi è esente da usura permettendo di raggiungere una percorrenza elevata. Oltre che nelle macchine utensili, il Sistema di Guida a Rulli su Rotaia è anche utilizzato per macchine nella plastica e presse, così come in altre applicazioni dove sono presenti elevati carichi. Per informazioni Bosch Rexroth www.boschrexroth.com Insieme per la tua soluzione ideale Soluzioni a 361° corrispondenti alle tue esigenze L’approccio 361° offre prodotti su misura per le tue necessità. Già molti sensori e componenti Omron seguono questo concetto. Innovazione continua e sviluppo dei prodotti seguono lo stesso principio. Sempre con un grado in più di fiducia. Termoregolatori Alimentatori Relé di monitoraggio Temporizzatori Sensori fotoelettrici Relé Sensori di prossimità Sensori a fibra ottica I prodotti LITE sono convenienti ma senza alcun compromesso in qualità. I prodotti PRO rappresentano l’opzione “installa e dimentica”, offrono maggiore durata e più funzionalità. I prodotti PROplus sono studiati per risolvere specifiche applicazioni con funzionalità dedicate. Chiamaci subito per un preventivo! Omron Electronics SpA Tel. 02 32681 [email protected] industrial.omron.it Applicazioni Automotive Pneumatici perfetti grazie all’automazione Le ‘gomme’ delle nostre auto devono rispettare parametri molto rigorosi, il cui controllo è ‘accelerato’ dai sistemi di Mitsubishi Electric di Massimiliano Cassinelli G li pneumatici delle auto, benché poco considerati da alcuni guidatori, rappresentano un elemento essenziale nei nostri veicoli. Spetta loro, infatti, il compito di trasferire al terreno la potenza erogata dal motore, evitando inutili sprechi di carburante ma, al tempo stesso, fornendo l’attrito necessario per garantire una corretta tenuta di strada anche in condizioni estreme. Per questa ragione, oltre alla composizione, riveste un ruolo determinante, soprattutto sulle superfici bagnate, il disegno del battistrada. La particolare scolpitura che lo caratterizza, infatti, serve ad allontanare l’acqua per poi consentire alla restante parte di fornire l’attrito sulla superficie drenata. I canali, che vanno dal centro al bordo del battistrada, hanno quindi il compito di espellere l’acqua stessa. Nel caso degli pneumatici invernali, invece, la composizione più morbida e la 056 Le macchine firmate Matteuzzi sono maggiore profondità del battistrada assicurano una trazione superiore. La precisione con cui si realizzano questi profili assume quindi un ruolo fondamentale per garantire le prestazioni attese. I costruttori di auto, ma anche buona parte della clientela, hanno così maturato una crescente attenzione nei confronti delle caratteristiche degli pneumatici. Un’attenzione ulteriormente esaltata dalle normative internazionali, che impongono controlli particolarmente rigorosi su tutti gli pneumatici che equipaggiano le nostre automobili. specializzate nel controllo e nella rettifica degli pneumatici Automazione Industriale - Gennaio/Febbraio 2014 Focus sulla qualità Di contro, per i produttori, non è facile garantire il rispetto dei parametri di qualità, in quanto gli pneumatici sono composti principalmente da gomma naturale e sintetica, la cui componente elastomerica è costituita dal copolimero di Stirene-Butadiene (Sbr), al quale si aggiungono una serie di componenti che contribuiscono a fornire caratteristiche specifiche. Occorre inoltre ricordare che la gomma, per fornire le necessarie caratteristiche di robustezza ed elasticità, deve essere sottoposta a processi di vulcanizzazione, grazie ai quali si creano i legami tra le molecole che la compongono. Solo al termine di questo processo uno pneumatico diventa resistente alle abrasioni, impermeabile ai gas, alle azioni chimiche, al calore ed all’elettricità. Un processo termico su un prodotto naturale, come intuibile, espone però al rischio di numerose variabili, che devono essere accuratamente valutate per ottimizzare il ciclo di produzione. Obiettivo zero difetti Malgrado gli enormi investimenti nel processo produttivo, le normative impongono di controllare ogni singolo pneumatico, per verificare il rispetto di tutti parametri, perché, immancabilmente, una percentuale compresa fra lo 0,5 e l’1% della produzione risulta non conforme. Si tratta, spesso, di difformità minime, che possono essere corrette attraverso il cosiddetto processo di ‘sbarbatura’, ovvero un intervento meccanico in Automotive Applicazioni grado di rimuovere in modo ottimale un eventuale eccesso di gomma. Un simile processo è particolarmente delicato, in quanto l’esecuzione deve essere perfetta, sia dal punto di vista estetico sia funzionale. Porre sul mercato anche un solo pneumatico non conforme, infatti, avrebbe ripercussioni devastanti su un costruttore. Del resto, considerando che, mediamente, una fabbrica produce 30mila pezzi al giorno, eliminare l’1% della produzione significa dover smaltire 300 pneumatici, con tutti i costi connessi. Per queste ragioni, da sempre, i costruttori internazionali si affidano ad aziende specializzate nel controllo e nella rettifica dei prodotti. È questo un ambito nel quale si è specializzata Matteuzzi, l’azienda bolognese che, dal 1956, opera proprio in questo settore. Una nicchia di mercato nella quale Matteuzzi, esportando il 98% della propria produzione, rappresenta il brand di riferimento internazionale. Una posizione ottenuta in virtù della capacità di esportare le proprie macchine già dall’inizio degli anni Sessanta e di continuare a lavorare, sistematicamente, sull’innovazione e sull’attenzione alle esigenze del cliente. Del resto, come spiega il Managing Director Emilio Matteuzzi, le fabbriche di pneumatici producono a ciclo continuo 365 giorni all’anno e non possono tollerare nessun fermo della produzione. “Per questa ragione i nostri uffici sono aperti, tutti i giorni, dalle 7 alle 22. In tal modo possiamo rispondere a qualunque richiesta e, avendo sviluppato un efficiente sistema di consegna dei ricambi, garantiamo le consegne, in tutto il mondo, entro 24/36 ore dall’ordine”. La piattaforma Cpu iQ di Mitsubishi Electric permette di controllare 4mila punti in 2,5 s, contro i 30 s dei sistemi precedenti Abbattere i tempi di analisi della superficie Proprio la credibilità conquistata a livello internazionale induce i clienti a investire, insieme al reparto di ricerca e sviluppo di Matteuzzi, nella realizzazione di nuove apparecchiature in grado di rispondere alle esigenze più specifiche. In particolare, l’ultima creazione dell’azienda bolognese è un innovativo sistema di verifica finale del profilo. Le soluzioni sinora disponibili, infatti, risultavano lente rispetto alle esigenze produttive. Questo perché, nella migliore delle ipotesi, le macchine necessitavano di almeno 30 secondi per analizzare l’intera superficie di uno pneumatico. Un tempo eccessivamente lungo rispetto alle attuali cadenze produttive e che, quindi, imponeva di installare decine di macchine dedicate esclusivamente a compiti di controllo. Ottimizzare questi tempi rappresentava una sfida complessa, cui sono stati chiamati proprio i progettisti di Matteuzzi, guidati da Alberto Mattarozzi. Il sistema di acquisizione dei profili, infatti, si basa su una tecnologia di misurazione laser per acquisire e analizzare i valori di circa 4mila punti per pneumatico. Questo significa, all’atto pratico, che ogni pneumatico deve essere prelevato, gonfiato e messo in rotazione, per consentire alle testine di lettura ottica di raccogliere tutte le informazioni necessarie. Il sistema di controllo e movimentazione è affidato a un plc, che gestisce una serie di motori brushless, ma tutti i calcoli e il confronto con il profilo ideale Ogni singolo pneumatico deve essere accuratamente verificato Gennaio/Febbraio 2014 - Automazione Industriale 057 Applicazioni Automotive devono essere svolti da un pc dedicato, l’unico a disporre della necessaria capacità di elaborazione. Proprio il trasferimento dei dati dal sistema analogico del plc al digitale del pc e viceversa era causa della principale perdita di tempo, stimato nell’ordine di 30 secondi. Un rallentamento che, immancabilmente, si ripercuoteva sulla produttività della macchina. La scolpitura degli pneumatici deve essere perfetta Una soluzione di controllo integrata Dopo aver ottimizzato tutti gli elementi dell’apparecchiatura, Mattarozzi e i suoi si sono concentrati sulla possibilità di abbattere proprio il tempo di trasferimento ed elaborazione dei dati. Nel corso di questa attività Mattarozzi si è confrontato con alcuni responsabili di Mitsubishi Electric, la multinazionale giapponese che propone anche una serie di soluzioni dedicate all’industria automobilistica. Un settore in cui l’aumento di produttività e la riduzione dei costi sono un imperativo ormai da anni e dove Mitsubishi Electric è un fornitore di riferimento. 058 Automazione Industriale - Gennaio/Febbraio 2014 Dopo un’attenta analisi dei colli di bottiglia, delle problematiche presenti e delle aree di miglioramento, il controllo della macchina è stato affidato alla piattaforma di automazione iQ in grado di combinare, in un controllo, tutte le tipologie chiave d’automazione. Un’integrazione nativa che consente di ottimizzare le singole funzionalità ed evitare qualunque spreco di tempo. Questo significa che i motori brushless della serie MR-J3 incaricati di movimentare i componenti meccanici possono essere gestiti direttamente dal sistema di motion control della piattaforma ma, soprattutto, che i calcoli vengono eseguiti in tempi estremamente rapidi. Un risultato reso possibile dalle prestazioni delle Cpu iQ, tra cui la Cpu Plc per la gestione degli I/O e della comunicazione verso gli inverter e la WinCpu per la gestione delle routine di acquisizione e calcolo dei punti sugli pneumatici. Il backplane sul quale lavorano le cpu è in grado di ottimizzare la comunicazione complessiva del sistema. I progettisti di Matteuzzi hanno così potuto disporre di programmi di calcolo particolarmente rapidi e della capacità di gestire migliaia di ingressi e uscite. Il risultato è stato decisamente migliore rispetto alle attese. Al punto che l’intero processo di acquisizione e di calcolo viene svolto in 2,5 secondi, contro i 30 richiesti dal sistema precedente. Un risultato straordinario, come spiega lo stesso Mattarozzi, che è subito piaciuto al mercato e che concorrenti non sono stati nemmeno in grado di avvicinare. In teoria, prestazioni paragonabili potrebbero essere fornite da cpu dedicate e sviluppate appositamente, che andrebbero però a incidere pesantemente sul costo del sistema. Matteuzzi, inoltre, non possiede delle competenze necessarie per operare in questo ambito e affidarsi a un fornitore esterno sarebbe troppo rischioso. Questo perché una scheda custom non è in grado di garantire le stesse caratteristiche di affidabilità messe a disposizione da una piattaforma internazionale come iQ, che Mitsubishi Electric ha testato in migliaia di applicazioni in tutto il mondo, compresi gli ambienti industriali particolarmente ostili. A questo si aggiunge il fatto che, proprio perché indirizzate a un settore chiamato a operare 24x365, i clienti chiedono l’adozione di componentistica testata e disponibile su tutti i mercati, per prevenire il rischio che un banale inconveniente possa interrompere l’intera produzione. Per informazioni Matteuzzi www.matteuzzi-srl.com Mitsubishi Electric http://it3a.mitsubishielectric.com Per applicazioni di sicurezza in zone a rischio di esplosione per polveri e gas Manometri Digitali Manometri digitali a sicurezza intrinseca Trasmettitori di Pressione Trasmettitori di pressione a sicurezza DQWLGHÁDJUDQWH Trasmettitori di pressione a sicurezza intrinseca per applicazioni industriali www.keller-druck.com Applicazioni Infrastrutture Ups e software per viaggiatori leggeri e sicuri Il Gruppo Adr, che gestisce gli aeroporti di Roma Fiumicino e Ciampino, ha affidato alla tecnologia di Socomec la protezione elettrica dei distributori di carrelli portabagagli e delle interfacce di comunicazione delle centrali antincendio di Livio Giumelli I passeggeri in transito possono raggiungere la quota di 500mila nell’arco di poche giornate: come si può rendere il loro transito sicuro, confortevole e piacevole? A chiederselo sono società come Gruppo Adr (Aeroporti di Roma), impegnata da anni nell’ammodernamento delle infrastrutture aeroportuali della capitale. Il Gruppo, che solo nel 2012 ha registrato, come sistema aeroportuale, 42 milioni di passeggeri con circa 230 destinazioni nel mondo raggiungibili da Roma, grazie alle oltre 100 compagnie aeree operanti 060 Automazione Industriale - Gennaio/Febbraio 2014 nei due scali, riesce a rispondere al continuo incremento del volume del traffico grazie all’attuazione di un piano di sviluppo coerente e alla profonda attenzione per l’innovazione. L’obiettivo è quello di arrivare a porsi come polo di scambio di primaria importanza nel contesto mondiale e saper accogliere, con l’estensione dell’area aeroportuale, 100 milioni di visitatori all’anno a fronte degli Infrastrutture Applicazioni Local View, per proteggere dati e sistemi IT attuali 42 milioni. Il passeggero dunque, come si dice, “viene al primo posto”, ed è in quest’ottica che all’inizio del 2013 è stata interpellata la società Socomec. Il rispetto inizia dai dettagli Alla fine del 2012 il Gruppo Adr ha emesso un bando di gara per l’acquisto e l’installazione di 96 ups. Il customer service aveva rilevato che i passeggeri inserivano le monete nei carrelli portabagagli e questi, saltuariamente, non si sganciavano, perché i distributori erano senza corrente. Ciò comportava un vero disagio Il software di monitoraggio e gestione per ups Local View permette lo spegnimento automatico del sistema attraverso la porta Usb o la porta seriale RS232. Il software, che fornisce informazioni immediate e dettagliate sullo stato degli ups, evita la perdita di dati e previene danni al sistema quando il pc non è supervisionato dall’operatore durante l’interruzione dell’alimentazione. Local View può essere aggiornato attraverso Internet per garantire il livello più elevato di protezione a pc, workstation e server. Il software è compatibile con Windows Server 2000/2003/2003 R2/2008/2008 R2/2012/XP/Vista 7 e 8 (32 e 34 bit), Linux Kernel 2.4 o versioni successive, Mac OS X 10.6 o versioni successive. per il passeggero, assai irritato dall’inserimento a vuoto della moneta, senza considerare la perdita economica e d’immagine per la nostra società. La soluzione più opportuna è sembrata, quindi, quella di potenziare la protezione elettrica delle macchine. Inoltre, era emersa un’altra necessità riguardo alle centrali antincendio: nonostante le centrali siano dotate di batterie, una prolungata mancanza di corrente potrebbe costituire una diminuzione della capacità dell’aeroporto di affrontare le emergenze e di applicare i piani di sicurezza come da normativa. Occorreva in particolare proteggere le interfacce di comunicazione in grado di far dialogare le centrali con il sistema di supervisione elettrico dell’aeroporto. Gli ups di Socomec scelti sono stati 48 Itys da 1.000 VA a protezione dei carrelli portabagagli e 48 Itys da 2.000 VA per le centrali antincendio. Con tecnologia Vfi ‘on-line’ a doppia conversione, l’Itys è facile da installare e da utilizzare, grazie alla funzione di riavvio automatico che assicura la riattivazione anche in caso di black out prolungato. Gli interventi si gestiscono via e-mail L’installazione degli Itys a protezione delle interfacce di comunicazione per le centrali antincendio è completamente nuova, mentre quella a protezione dei distributori di carrelli portabagagli è sostitutiva. “La tecnologia degli ups, che erano installati precedentemente, era ormai obsoleta e le macchine avevano quasi terminato il ciclo di vita. L’innovatività degli ups Socomec ci permette di intervenire davvero in modo tempestivo se necessario, basta un’e-mail”, puntualizza Pietro La Rocca, Tecnico Assistente Lavori in Adr. L’Itys attraverso il software Local View, che consente il monitoraggio e lo spegnimento dell’ups, invia al sistema di manutenzione un’e-mail nella quale viene evidenziata una mancanza di alimentazione. Per informazioni Socomec www.socomec.com Gruppo Adr www.adr.it Gennaio/Febbraio 2014 - Automazione Industriale 061 Didattica e formazione Istituti tecnici Plc sui banchi di scuola a Firenze L’Istituto Tecnico Industriale Leonardo Da Vinci di Firenze ha allestito una sezione del corso di automazione industriale con soluzioni Siemens, a partire dal software Simatic Tia Portal e dai controllori S7-300 di Marco Riccardo Melani e Vito Puopolo* L’ Istituto Statale di Istruzione Superiore ‘Leonardo da Vinci’ di Firenze forma periti tecnici industriali negli indirizzi di Automazione, Chimica, Costruzioni, Elettronica, Informatica e Meccanica, preparandoli a inserirsi rapidamente in realtà produttive tecnologicamente avanzate o proseguire con successo gli studi universitari opportuni. Gli indirizzi di studio operano nel settore 062 Automazione Industriale - Gennaio/Febbraio 2014 delle nuove tecnologie e sono ampliati da attività in laboratorio che specializzano ulteriormente gli studenti sulle tematiche più emergenti. Oggigiorno, il percorso di studio Automazione trae origine dal non più esistente Elettrotecnica e Automazione; nella recente riforma della Scuola Secondaria, infatti, invece di privilegiare la classica Elettrotecnica ove le macchine e la progettazione degli impianti elettrici sarebbero stati meglio approfonditi, si è scelto di introdurre la più specifica Automazione, una decisione influenzata da considerazioni attinenti l’evoluzione tecnologica, certi aspetti del mercato del lavoro e di politica scolastica. Il perito, oggi, non ha più l’opportunità di accedere alla libera professione, se non attraverso il conseguimento di una laurea triennale. Molto più numerose sono, invece, le opportunità per chi opererà nel mondo della automazione industriale e domestica, dove gli allievi avranno una preparazione fortemente integrata fra informatica, elettronica ed elettrotecnica. Attraverso questa scelta e attribuendo un consistente numero di ore di laboratorio alle discipline Sistemi e Tecnologie, sarà possibile cavalcare l’impetuosa innovazione tecnologica Istituti tecnici Didattica e formazione in atto. Per citare solo un esempio, a breve qualsiasi apparecchiatura parte di un impianto sarà inserita all’interno di una rete di comunicazione attraverso la quale si farà riconoscere, fornirà e riceverà informazioni anche attraverso la presenza di pagine web a bordo accessibili attraverso necessari permessi. Il tecnico dell’automazione dovrà quindi saper integrare anche competenze in materia di sicurezza. Ciò a sottolineare il fatto che un diplomato non può oggi presentarsi in azienda con le sole nozioni di base e risalenti a tecnologie ormai obsolete. Occorre, infatti, che la scuola formi l’allievo a operare con software e apparecchiature al passo con le esigenze produttive e normative, realizzando in laboratorio significative esperienze. Più connessione tra diplomati e imprese L’Istituto Tecnico Industriale Leonardo Da Vinci, attraverso l’impegno di Marco Casini, docente di Sistemi Automatici, Tecnologie e Progettazione dei Sistemi Elettrici ed Elettronici, che ha attivamente contribuito al rinnovo della didattica, ha inserito nuove attrezzature di laboratorio dedicate all’automazione industriale. Fondamentale, il supporto offerto dalla Camera di Commercio di Firenze, la quale ha finanziato il rinnovo delle attrezzature della scuola. Casini ha scelto di utilizzare il software Simatic Tia Portal di Siemens, portale di accesso a tutte le potenzialità della Totally Integrated Automation. L’interfaccia utente, le funzioni a disposizione e la trasparenza dei dati rendono la soluzione Siemens estremamente agevole da utilizzare. I dispositivi hanno la capacità di comunicare e interagire in rete Profinet, mettendo in evidenza come l’utilizzo integrato di questi dispositivi tra loro comunicanti e la loro programmazione consentano una didattica aggiornata sul piano tecnologico. Lo studente si ritrova così a gestire tutti i dispositivi integrati in un unico software di sviluppo, consentendogli un accesso semplificato alla progettazione. Tia Portal è installato su ogni computer del laboratorio. I pc comunicano fra loro e con i plc attraverso una rete mista cablata e wireless. Il laboratorio è fornito inoltre di tre plc della serie S7-300 di Siemens in modalità Safety e con una periferia decentrata ET200S-F, collegati a un pannello touch della nuova serie Comfort. Questi nuovi pannelli operatore riflettono gli ultimi standard odierni, dalla visualizzazione a Led 16 milioni di colori con formato 16/9 alle più moderne interconnessioni di rete e schede di memoria. Al fine di rendere più penetrabile il mercato del lavoro è importante, infatti, riuscire a comprendere le competenze che quotidianamente vengono richieste per essere realmente competitivi. Solo in questo modo, infatti, lo studente potrà apprendere, studiare e, di conseguenza, sviluppare le proprie potenzialità. Toccando con mano pannelli touch, sarà possibile realizzare Scada nell’ambiente integrato Tia Portal, in cui gli oggetti di comunicazione sono graficamente integrati nella foto dell’impianto reale, implementabile a ottima risoluzione e con 65mila colori, cosa impossibile con i panel di precedente generazione che si limitavano a 256 colori. Volendo rendere quanto più flessibile Gennaio/Febbraio 2014 - Automazione Industriale 063 Didattica e formazione Istituti tecnici l’esercizio dei banchi plc, ogni computer è dotato di software Opc Server, così da poter condividere i valori delle variabili forniti da Tia Portal verso altri sistemi di programmazione. Attraverso il sistema Tia Portal è possibile altresì realizzare Scada che si presentano non solo su touchpanel, ma anche sullo stesso monitor del pc, facendo uso della modalità runtime. Con semplici operazioni di drag and drop viene configurata, dunque, una rete di dispositivi (plc, pc, touchpanel, inverter) che comunicano fra loro i dati necessari, dando all’operatore la possibilità di avere un completo controllo dell’impianto. Anche nel laboratorio di Casini non poteva quindi mancare un concreto esempio di motion con due servomotori, calettato a un gruppo rotante comprendente una dinamo e un giunto strumentato per la misura della coppia trasmessa. La dinamo alimenta delle lampade a incandescenza di potenza scalata, collegate al circuito di carico attraverso quattro relé comandabili da plc. Mediante questo sistema è possibile configurare automaticamente 16 differenti condizioni di carico per il gruppo rotante. In tal modo, si può ricavare la caratteristica meccanica del motore attraverso una prova automatica, assistita totalmente da plc. Naturalmente, attraverso il Pid configurabile da Tia Portal, è possibile realizzare un controllo di velocità, impostando disturbi costituiti dalle differenti condizioni di carico della dinamo. L’altro servomotore può essere calettato, attraverso un riduttore, a una cinghia dentata inestensibile, di corsa di 1 m, con la possibilità di posizionare un carrello e realizzando un controllo di posizione ad anello chiuso. 064 Nel laboratorio sono presenti tre plc S7-300 e touchpanel della nuova serie Comfort Automazione Industriale - Gennaio/Febbraio 2014 In aula come sull’impianto Ciascuno dei tre banchi plc è dotato di un ricco corredo di sensori analogici e digitali: di temperatura, di distanza (laser), a effetto Hall, finecorsa, induttivi, capacitivi, nonché di sensori capaci di discriminare la presenza di metalli ferromagnetici e non, utile per realizzare impianti automatici di tipo pick & place. Nel laboratorio è stato allestito anche un sistema di identificazione induttivo, concepito specialmente per l’impiego nella produzione industriale per il comando e l’ottimizzazione del flusso dei materiali. Questo sistema Siemens, il Simatic Rfid RF300, viene soprattutto impiegato per l’identificazione senza contatto di container, pallet e supporti portapezzi in un circuito produttivo chiuso. Grazie alle piccole dimensioni dei transponder e dei reader, Simatic RF300 risulta particolarmente adatto in linee di montaggio, soprattutto dove ci sono problemi di spazio. Più in dettaglio, è possibile configurare transponder di differenti prestazioni e tipologie, fare riconoscere al lettore la loro eventuale presenza e comunicare tale presenza al modulo di comunicazione, il quale, collegato in rete con i plc, trasmette l’informazione sia ad essi, sia ai touchpanel configurati nella rete, potendo attivare allarmi, eventi e segnalazioni. I transponder sono naturalmente accessibili sia in lettura sia in scrittura. Si è pensato di dotare i computer anche di software adatti a gestire la comunicazione fra dispositivi e in grado di realizzare interfacce grafiche user-friendly. Dispositivi corredati di sensori e servomotori miniaturizzati consentono inoltre la realizzazione di robot, dove gli allievi sono coinvolti nella concezione, nella realizzazione dei manufatti con semplici opere di carpenteria, falegnameria e nella programmazione dell’automa. “Siamo molto soddisfatti dei risultati ottenuti in quanto, grazie all’implementazione delle soluzioni Siemens, il nostro istituto segna oggi un punto importante verso il raggiungimento dei livelli tecnologici cui aspiriamo. Siemens, infatti, è stato per noi un valido supporto nell’identificazione delle soluzioni necessarie al raggiungimento degli ottimi risultati di cui oggi il nostro istituto può vantarsi e nell’offrire ai nostri studenti una competitività che li aiuterà certamente nell’approcciare un mondo del lavoro sempre più sfidante e complesso”, è stato il commento di Casini. *Entrambi in Siemens, Marco Riccardo Melani è AS Simatic Consultant, mentre Vito Puopolo è AS Simatic Technical Support Engineer. Per informazioni Istituto Leonardo da Vinci www.isisdavinci.it Siemens www.siemens.it Robotica Tecnicamente Robot per una produzione più sostenibile La robotica industriale contribuisce all’efficienza e mette un freno alla delocalizzazione. È il caso di Abb che, utilizzando la tecnologia Irb anche in ‘casa propria’, negli stabilimenti della controllata Baldor Electric in Arkansas, mantiene in Occidente sicurezza e produttività ai massimi livelli di Roberta Tosi N egli anni, Baldor Electric Company, l’azienda fondata nel 1920 da Edwin Ballman ed Emil Doerr, si è trasformata da piccola officina a realtà produttiva con più di 7mila dipendenti in Nord America e recentemente è entrata a far parte del gruppo Abb. Le due organizzazioni operano in sinergia per ampliare la propria presenza sul mercato globale. Insieme, Abb e Baldor sono in grado di offrire un’estesa gamma di motori industriali, convertitori di frequenza e sistemi di trasmissione meccanica destinati soprattutto ai costruttori di macchine (Oem) e ai distributori. “Siamo un’azienda orientata al cliente”, afferma Ryan Fitts, assistente responsabile dello stabilimento Baldor ‘210 Motor Facility’, “e vogliamo realizzare i prodotti che i nostri clienti desiderano acquistare e non i prodotti che desideriamo vendere”. Dal momento che la maggior parte dei clienti di Baldor si trova in Nord America, la strategia adottata è sempre stata quella di investire su stabilimenti produttivi che fossero il più vicino possibile ai clienti, in modo da poter garantire consegne rapide e assistenza a livello locale. Invece di delocalizzare la produzione per risparmiare sui costi, Baldor ha volutamente migliorato il livello di produttività dei propri stabilimenti negli Stati Uniti, adottando una combinazione di procedure automatizzate e introducendo metodi di produzione più efficienti. Un altro importante beneficio di questa scelta di automazione è stata la creazione di un ambiente di lavoro estremamente sicuro per i dipendenti, come confermato dal cartello che compare nello stabilimento, nel quale si dichiara che, durante i processi Gennaio/Febbraio 2014 - Automazione Industriale 065 Tecnicamente Robotica di produzione, si è lavorato per ben 8 milioni di ore-uomo senza incidenti significativi. Un lavoro sporco Da molti anni, l’utilizzo di robot è un elemento chiave della strategia per mantenere la produzione vicina ai clienti. Nella sede principale di Fort Smith, in Arkansas, Baldor ha iniziato a usare i robot Abb nel 2000, nello stabilimento Southwestern Die Casting per la produzione di tutti i componenti di alluminio pressofuso dei motori Baldor. I processi di lavorazione di una fonderia come questa sono ‘sporchi’ e pericolosi e quindi particolarmente adatti all’automazione robotizzata. Con il passare del tempo, Southwestern Die è passata da un solo robot a una serie di nove robot, tra cui gli Abb Irb 6640, Irb 6600, Irb 4600 e Irb 4400. “Uno di questi nove robot è ancora quello originale della prima installazione”, afferma Jed Reinhard, direttore tecnico e della manutenzione di Southwestern Die. “Gli altri sono in attività da molti anni, da cinque a sette, a seconda della difficoltà delle applicazioni alle quali sono destinati”. “I robot ci hanno consentito di far funzionare un numero sempre maggiore di stampi multipli più velocemente”, afferma Mike Gipson, supervisore di produzione di Baldor Die Casting. “Sono estremamente affidabili e non fanno pause. Inoltre, gli stampi multipli prodotti nelle nostre celle robotizzate possono essere anche relativamente pesanti e stancare molto gli operatori umani che devono movimentarli. I robot non conoscono la fatica e non rischiano alcun tipo di lesione durante queste attività”. Oltre a questo tipo di lesioni da stress ripetitivo, comuni per tutti i lavoratori che spostano abitualmente carichi pesanti, in fonderia i lavoratori sono anche esposti ad altri tipi di rischi. Continuità anche in condizioni critiche “In questo stabilimento siamo soggetti a condizioni atmosferiche dure che contribuiscono a determinare una situazione ambientale abbastanza critica”, afferma Gipson. “La temperatura è molto elevata e nell’aria sono presenti polveri di alluminio e particelle di lubrificanti in sospensione. Per un essere umano può essere un problema, ma la protezione Abb Foundry Plus di questi Guarda il video: gli stabilimenti Baldor in Arkansas Guarda il video su www.automazioneindustriale.com: i robot Abb Irb sono in funzione nello stabilimento ‘Southwestern Die Casting’, per la produzione di componenti di alluminio pressofuso dei motori, e nell’impianto ‘210 Facility’, per la bobinatura, entrambi ubicati nella sede principale di Baldor a Forth Smith, in Arkansas, negli Stati Uniti. 066 Automazione Industriale - Gennaio/Febbraio 2014 robot ne garantisce l’operatività anche in condizioni critiche. In linea generale, dopo aver installato e programmato un robot, non c’è molto altro da fare, se non metterlo in funzione. Possiamo contare su vari anni di operatività di un robot prima che si presenti un qualsiasi tipo di problema dovuto a logorio e usura”. Aggiunge Reinhard: “In questo ambiente, sporco e a temperatura elevata, con particelle di lubrificante in sospensione nell’aria, la possibilità di usare nelle celle un robot invece di personale umano è una condizione per noi ottimale. Gli operatori possono gestire più macchine e non devono movimentare materiale pesante. Siamo particolarmente soddisfatti delle prestazioni dei robot; il loro uptime e la loro lunga vita operativa si sono realmente dimostrati una risorsa per tutti noi”. La pressofusione dell’alluminio è un processo complesso che si svolge in condizioni di pressione e di temperatura davvero eccezionali. Quando il pezzo si raffredda, si ritrae in modo evidente e, alcune volte, quello che fa la differenza fra un rilascio corretto o un grippaggio è proprio la possibilità di movimento millimetrico del robot. “Con la nuova programmazione e le funzioni più recenti applicate alle nostre celle robotizzate siamo in grado di apportare modifiche immediate”, aggiunge Gipson. “Non siamo costretti ad arrestare la cella dopo il cambio degli Robotica Tecnicamente Quando la vita dipende da un motore elettrico stampi per regolare il processo e abbiamo la possibilità di risolvere qualsiasi problema di lieve entità in modo facile e veloce. La manutenzione dei robot è facile, grazie anche alla semplicità di intercambiabilità dei componenti”. L’impianto ‘210 Facility’ Vicino all’impianto Southwestern Die di Fort Smith, troviamo il nuovo impianto di bobinatura Baldor che si sta espandendo adottando robot che giocheranno un ruolo chiave nella bobinatura dei fili di rame nei motori. Questo impianto, denominato ‘210 Facility’, rappresenta la filosofia di Baldor per quanto riguarda il futuro della produzione di motori. A partire dalla movimentazione dei materiali, che non dovranno più essere sollevati da personale umano, fino ad arrivare all’elevata flessibilità dell’impianto stesso in grado di produrre migliaia di diverse varianti di motori su una sola linea - le pareti bianche e pulite di ‘210 Facility’ rappresentano un chiaro contrasto con l’ambiente ‘sporco’ di una comune fonderia. “Una delle strategie adottate da sempre da Baldor è stata quella di rimanere negli Stati Uniti”, afferma Steve Morse, responsabile tecnico di Baldor, “e per farlo ha dovuto mantenere i costi al livello più basso possibile. A mano a mano che aumenta la complessità e la personalizzazione dell’offerta delle nostre soluzioni, dobbiamo anche prevedere, per la realizzazione dei nostri prodotti, l’adozione di processi aggiuntivi e il solo modo per ridurre i Nel 1920, Edwin Ballman ed Emil Doerr immaginavano che, in un mondo futuro, quasi tutti gli aspetti della vita quotidiana sarebbero dipesi dai motori elettrici e che, in un mondo così, le fonti energetiche sarebbero state limitate e l’efficienza energetica sarebbe diventata fondamentale. Insieme, fondarono Baldor Electric Company con lo scopo di concentrarsi su queste esigenze di affidabilità e di efficienza. Oggi questa previsione, in costi correlati è l’adozione della robotica e dell’automazione”. Nell’impianto ‘210 Facility’ i robot vengono utilizzati nella fase, difficile e complessa, dell’avvolgimento delle bobine di rame. Il numero e la lunghezza delle bobine sono diversi in ogni fase di produzione e per ogni cliente; in questo processo, i robot offrono un alto livello di flessibilità. Inoltre, le parti dei motori sono particolarmente pesanti e l’utilizzo dei robot per la loro movimentazione da una stazione di bobinatura all’altra evita che il personale venga esposto a lavorazioni faticose e a possibili incidenti. Questa filosofia di protezione contro gli incidenti viene adottata in tutto l’impianto ‘210 Facility’ sotto forma di navette progettate ergonomicamente e di sollevatori aerei adeguatamente posizionati. Attualmente, nel ‘210 Facility’ sono in funzione due celle di bobinatura con un robot Abb Irb 7600 in ogni cella, ma il progetto prevede che per l’anno prossimo, al termine del processo un mondo che dipende sempre più dai motori elettrici, è più che mai valida. Baldor propone soluzioni che vanno dai piccoli motori da 1/50° hp di potenza fino a quelli più grandi con potenza da 15.000 hp e oltre. Con il passare degli anni, la società si è sviluppata fino a diventare uno dei più noti marchi al mondo di apparecchiature elettriche e il più grande produttore di motori e di soluzioni per la trasmissione di potenza meccanica del Nord America. di espansione, le celle saliranno a quattro, così come incluso nei piani di Fitts. “Per ora siamo ancora allo stadio di sviluppo”, aggiunge Fitts. “Alla conclusione dell’operazione, e quando saremo a pieno regime, questo impianto sarà un modello al quale in futuro dovranno fare riferimento tutti gli stabilimenti Baldor. Si tratta di un processo particolarmente efficiente che non sarebbe stato possibile senza l’automazione e la robotica”. Conclude Reinhard: “Alcuni potrebbero pensare che il fatto che Abb e Baldor facciano parte dello stesso gruppo ci abbia garantito un trattamento speciale, ma, in realtà, utilizzavamo i robot di Abb molto prima dell’acquisizione e ne compreremo altri per le stesse ragioni che ci hanno sempre spinto a farlo: sono affidabili e Abb assicura un’ottima assistenza ai clienti, un elemento di fondamentale importanza anche nella mission Baldor”. Per informazioni Abb www.abb.it Gennaio/Febbraio 2014 - Automazione Industriale 067 Software Mes Ogni Erp ha bisogno di un Mes Cinque buone ragioni per le quali un software gestionale non può fare a meno di un sistema di gestione della produzione di Luigi De Bernardini P er più di dieci anni ho seguito numerose aziende nel processo di implementazione di un sistema Mes, dalla fase di analisi dei requisiti e del potenziale Roi, alla definizione delle specifiche fino ad accompagnare gli operatori nell’utilizzo. In molti dei progetti affrontati uno degli elementi 068 scatenanti è stato l’installazione di un nuovo Erp o la sostituzione di quello esistente. È stato quindi naturale chiedersi se effettivamente ogni Erp abbia bisogno di un sistema Mes. Non voglio creare suspense e pertanto anticipo fin da subito che, secondo la mia esperienza, la risposta è assolutamente affermativa. Automazione Industriale - Gennaio/Febbraio 2014 Le ragioni per cui ritengo che ogni Erp debba necessariamente essere supportato da un sistema Mes - che sia un ‘Manufacturing Execution System’, un ‘Many Excel Spreadsheets’ o un ‘Many Employees Scurrying around’ come una volta mi ha detto qualcuno sono molteplici, per cui cercherò di seguito di concentrarmi su quelle più rilevanti. 1. L’Erp non è progettato per raggiungere lo Shop floor Per quanto molti potrebbero stupirsi da quante funzionalità legate all’esecuzione della produzione ci siano in un Erp, nessuna macchina che produce un pezzo al colpo comunicherà probabilmente mai all’Erp che ha compiuto un ciclo. Semplicemente i due sistemi viaggiano su ‘realtime’ diversi, uno tipico della gestione strategica del business, l’altro legato all’esecuzione puntuale del processo. Questo tende a generare un gap, che per quanto piccolo è oggi inaccettabile. I sistemi devono comunicare e comportarsi come un tutt’uno senza soluzione di continuità per consentire all’industria manifatturiera di soddisfare la dinamica delle richieste che vengono da clienti, normative, fornitori e anche personale interno. Mes Software Operation, la chiave è il software Luigi De Bernardini si laurea in Ingegneria Elettronica nel 1991 a Padova. Rapidamente si rende conto dell’importanza che avrebbe assunto il software per la gestione delle Operation e nel 1996 fonda Autoware. Da allora è amministratore delegato dell’azienda, portandola a gestire progetti Mes/Mom in impianti produttivi di ogni dimensione e settore, in quattro continenti. Visione globale, curiosità verso l’evoluzione tecnologica e attenzione alla necessità del cliente sono le chiavi del suo successo. Luigi De Bernardini, amministratore delegato di Autoware 2. Le cose cambiano nelle operation dieci volte più velocemente Qualunque cambiamento commerciale o strategico gestito a livello di Erp genera un volume di cambiamenti circa 10 volte maggiore a livello di produzione. Il sistema di gestione della produzione deve quindi essere specificatamente progettato e implementato per gestire sia la mole sia la velocità dei cambiamenti. 3. Chi opera con l’Erp è diverso da chi opera in produzione Operatori diversi, con esigenze diverse hanno necessità non solo di informazioni differenti, ma anche che le informazioni siano presentate in modo diverso. Le classiche interfacce fornite dai sistemi Erp tendono a presentare le informazioni strutturate per effettuare analisi su cui basare decisioni. In produzione, proprio perché tutto avviene più rapidamente, le informazioni devono essere confezionate in modo tale da consentire scelte rapide, se non addirittura a vista d’occhio. Spesso non è necessario analizzare dati statici, fotografie del passato per quanto recente, ma avere a disposizione informazioni su quanto sta avvenendo nel presente e magari su trend di evoluzione dell’informazione in esame. La stessa diversa tipologia di informazioni da rappresentare porta ad una diversità dei sistemi che la trattano. 4. La supply chain deve essere integrata non solo a livello strategico o commerciale Nello scenario economico moderno la competizione non avviene più tra l’azienda A e l’azienda B, bensì tra la supply chain A e la supply chain B. Questo comporta che debba essere perseguita l’efficienza dell’intera supply chain, cosa che non può essere ottenuta con la sola integrazione a livello strategico o commerciale. L’integrazione può avvenire solamente attraverso l’allineamento costante di tutti i livelli di ciascun anello della catena, dallo shop floor in su. Solo con uno scambio continuo ed efficiente di informazioni tempestive e precise la catena può operare come un tutt’uno in maniera efficace sul mercato. 5. L’Erp conosce il perché, mentre il Mes conosce il come Mentre il primo software supporta principalmente le decisioni strategiche, il secondo sistema supporta quelle operative. Chi conosce come realizzare le cose lavora sempre per chi conosce il perché, ma chi conosce il perché deve affidarsi a chi conosce il come per trasformare in realtà le proprie decisioni. È una simbiosi imprescindibile per realizzare qualunque idea. Si tratta solo di cinque brevi argomentazioni, spunti di riflessione che non possono e vogliono essere esaustivi, ma che ritengo significativi. Ce ne sono molti di più sui quali ci si potrebbe soffermare, magari dal punto di vista prettamente tecnico. Ritengo però che già questi siano sufficienti per evidenziare come in effetti ciascun Erp abbia bisogno di un Mes, indipendentemente dal fatto che questo sia effettivamente un prodotto differente o da come sia realizzato. Nell’esperienza personale trovo poi ripetute conferme di come l’adozione di un Erp sia molto più di successo se supportata dalla contemporanea adozione di un sistema Mes/Mom (Manufacturing Operations Management). Gennaio/Febbraio 2014 - Automazione Industriale 069 Software Pas L’evoluzione della specie Con il lancio di Foxboro Evo, Invensys conferma la propria capacità di proporre soluzioni d’eccellenza nella gestione degli impianti di processo di Massimiliano Cassinelli C on oltre 15mila dipendenti in tutto il mondo, in grado di supportare i clienti in oltre 180 Paesi, Invensys è oggi una realtà specializzata nello sviluppare soluzioni per monitorare, gestire e controllare processi particolarmente complessi. Le soluzioni della multinazionale americana, infatti, sono adottate da 23 delle 25 compagnie petrolifere internazionali, così come da 18 delle 20 più grandi aziende farmaceutiche. Invensys è inoltre presente in 35 delle 50 principali centrali nucleari al mondo. Presentando questi dati, in occasione di una recente conferenza stampa, il South West Europe General Manager Vittorio Panzeri non ha mancato di sottolineare come una simile presenza sia possibile grazie all’eccellenza dei prodotti proposti. E che, al contempo, permette ai progettisti di sviluppare un’esperienza e una competenza fondamentali nella creazione e nell’evoluzione dei prodotti. Prodotti sempre più focalizzati sul 070 Automazione Industriale - Gennaio/Febbraio 2014 core business della stessa Invensys. Al punto che il management ha scelto di abbandonare i settori marginali per concentrare l’attenzione solo sul software, l’automazione ed i controlli. Una competenza e una posizione di mercato che hanno spinto un colosso come Schneider Electric ad acquistare la multinazionale americana con l’obiettivo di proporsi sul mercato con un’offerta completa, grazie alla quale rispondere a tutte le esigenze di automazione di qualunque tipologia di impianto. Al vertice dell’automazione Per rimanere ai vertici e soddisfare clienti particolarmente esigenti, sia in termini di prestazioni sia di sicurezza, soprattutto in presenza di impianti di grandi dimensioni e particolarmente complessi, i progettisti della multinazionale americana sono costantemente al lavoro per ottimizzare i prodotti proposti. Un processo evolutivo progressivo che ha portato, lo scorso settembre, al lancio di Foxboro Evo. Una piattaforma che Giuseppe Caltabiano, VP Marketing & Communication Emea, non ha esitato a definire lo stato dell’arte nel campo dei sistemi di automazione di processo (Process Automation Systems, Pas). Una definizione basata sul fatto Foxboro Evo è frutto dell’evoluzione del sistema Dcs I/A Series, adottato in alcuni dei più grandi e complessi impianti industriali del mondo. Nello sviluppo della nuova piattaforma, i progettisti hanno focalizzato l’attenzione su una delle principali esigenze delle aziende di processo: gestire, anche da remoto, una grande quantità di dati provenienti dalle apparecchiature intelligenti e integrare un crescente numero di dispositivi e strumenti. Un compito al quale risponde il nuovo controller ad alta velocità Fcp. I tool di configurazione, inoltre, permettono di risolvere, in tempi brevi, anche le situazioni più complesse. Foxboro Evo, infatti, permette di far fronte a più ‘point of failure’ e di riabilitare il sistema, una prerogativa fondamentale a fronte di situazioni impreviste e imprevedibili, che potrebbero creare condizioni potenzialmente disastrose. Proprio l’operatività e la capacità di reagire Pas Software tempestivamente alle situazioni rappresenta uno dei punti di forza di Foxboro Evo, la cui velocità di analisi consente di gestire, in tempo reale, anche enormi flussi di lavoro. Il risultato è una drastica riduzione del tempo di esecuzione, che si ripercuote positivamente sulle operazioni di verifica e riduce il margine di errore degli addetti. Quest’ultimi, infatti, sono in grado di analizzare e comprendere un elevato numero di informazioni e possono assumere le proprie decisioni sulla base di indicazioni certe. Ogni manovra viene così svolta partendo da una perfetta conoscenza dello stato dell’intero impianto. Tutte caratteristiche che, come intuibile, permettono di massimizzare l’efficienza operativa, oltre a minimizzare il rischio di incidenti. Conoscere per decidere Nell’ottica di ottimizzare l’attività degli operatori, anche la grafica è stata ridisegnata e, basandosi sui nuovi concetti di ergonomia, permette agli operatori stessi di focalizzare la propria attenzione sugli aspetti fondamentali in ogni specifico frangente, fornendo risposte sincronizzate - role based - sia a fronte di eventi di ordinaria gestione sia di situazioni anomale. Lo scambio e la condivisione delle informazioni sono ovviamente essenziali in un impianto complesso, nel quale sono coinvolte numerose figure professionali con compiti specifici. Per questa ragione la dashboard, disponibile in tempo reale per tutto il personale, riduce il costo totale di gestione e incrementa Vittorio Panzeri, South West Europe General Manager di Invensys la sicurezza, migliorando il processo decisionale grazie al flusso continuo e condiviso di informazioni. Gli impianti di processo, chiamati a funzionare senza soluzione di continuità, devono affrontare anche il problema della manutenzione. Un fattore fondamentale per garantire la corretta operatività e, soprattutto, minimizzare l’impatto sui processi produttivi. Proattività e predittività rappresentano quindi esigenze fondamentali, alle quali Foxboro Evo risponde Giuseppe Caltabiano, VP con Maintenance Suite. Uno strumento integrato per la messa in funzione, la configurazione e la manutenzione dei dispositivi di campo. La soluzione accompagna così l’impianto per l’intero ciclo di vita, indipendentemente dalla tipologia di dispositivo, dal fornitore o dal protocollo usato. Le funzionalità della suite, sviluppata appositamente per la manutenzione, permettono inoltre, in modo predittivo, di identificare i problemi prima che si verifichino, consentendo così di intraprendere tempestivamente le azioni correttive necessarie a prevenire fermi improvvisi. Sintetizzando le caratteristiche della nuova piattaforma, però, Caltabiano si è soffermato soprattutto sugli aspetti di sicurezza, sia dal punto di vista fisico che logico. Eccellenze che il sistema di automazione di processo Foxboro Evo offre anche in virtù del fatto che rappresenta un’estensione della solida e comprovata piattaforma del sistema I/A Series, integrata con il più importante sistema di sicurezza al mondo. In questo senso, anche l’integrazione con il sistema di arresto d’emergenza offre la possibilità di unire il controllo integrato e le funzionalità di sicurezza in una singola interfaccia operatore. Mentre la ridondanza pervasiva di hardware e software ottimizza le disponibilità del sistema e riduce i rischi. Marketing & Communication Emea di Invensys Per informazioni Invensys www.invensys.com Gennaio/Febbraio 2014 - Automazione Industriale 071 Prodotti News a cura di Laura Rubini Monitoraggio e analisi elettrica universali RS Components si lascia sedurre dalla stampa 3D Proposta da Gmc Instruments, la gamma Sineax Aplus è una famiglia di convertitori universali per la misura, il monitoraggio e l’analisi della qualità dei parametri elettrici per i sistemi, gli impianti e le reti di potenza di qualsiasi natura. Interamente programmabile, può essere installata in ogni tipo si sistema elettrico in AT, MT e BT. Tutte le grandezze rilevate sono rappresentate sul display frontale a Led a quattro righe, mentre tramite i tasti è possibile accedere alle informazioni secondarie (allarmi, messaggi operatore, valori max/ min). Lo strumento è in grado di ritrasmettere i valori rilevati via segnale analogico e/o digitale, attraverso l’interfaccia Modbus Rtu su RS485 o protocollo Tcp/ IP su Ethernet e via Profibus DP (abbinato a Modbus/ Rtu). Una memoria tipo SD consente di eseguire la registrazione e l’archiviazione dei parametri rilevati. La gamma Aplus è concepita per l’uso negli impianti e nelle reti di distribuzione dell’energia, nel settore industriale e dell’automazione e su apparecchi controllati da inverter o regolatori di tensione. Grazie alla possibilità di modificare autonomamente il campo di misura della tensione e della corrente in funzione dei valori d’ingresso, può lavorare nelle migliori condizioni garantendo la massima accuratezza e risoluzione: questa funzione consente all’Aplus di rilevare valori di potenza con risoluzione di milliwatt. La versione senza display è fornita con l’attacco per il montaggio su guida Din, utile nel caso in cui si vuole trasmettere le misurazioni in remoto senza la necessità dell’indicazione locale. In seguito alla sigla di un accordo di distribuzione con l’azienda britannica RepRapPro, RS Components metterà a disposizione dei progettisti, attraverso la sua rete di distribuzione, le nuove stampanti RepRapPro Ormerod 3D autoreplicanti a basso costo basate su soluzioni open-source. La stampante Ormerod utilizza il processo di fabbricazione a filamenti fusi, o Fff (Fused Filament Fabrication), per costruire oggetti 3D con diversi materiali termoplastici di vari colori. Si tratta di un processo produttivo che permette di creare praticamente qualunque forma immaginabile e modellabile su un computer, comprese alcune forme che non sarebbero realizzabili in pratica mediante i processi di fabbricazione tradizionali. Sebbene Ormerod sia una stampante 3D monocromatica configurata per lavorare con un solo tipo di plastica per volta, la sua struttura è stata progettata per lavorare con la deposizione a tre colori, un’opzione per la quale verrà lanciato prossimamente un kit di aggiornamento. L’elettronica della stampante Ormerod è stata riprogettata e ora prevede il collegamento tramite un browser web. Tutte le stampanti RepRapPro sono in grado di replicare i componenti plastici con le quali sono costruite. A breve saranno disponibili dei kit Ormerod Per informazioni Gmc Instruments www.gmc-instruments.it 072 Automazione Industriale - Gennaio/Febbraio 2014 comprendenti il solo hardware, senza i componenti plastici 3D, che potranno essere usati da chi vorrà sfruttare la propria stampante Ormerod per costruire altre stampanti Ormerod. Tra le altre specifiche tecniche della stampante Ormerod sono da segnalare: un’accuratezza di 0,1 mm, una risoluzione di 0,0125 mm, una velocità di stampa di 1,8 mm al minuto e una capacità di deposizione di 33 cm3 all’ora. Se utilizzato insieme a DesignSpark Mechanical, il software di modellazione 3D gratuito sviluppato da RS e SpaceClaim, RepRapPro Ormerod consente ai progettisti di sperimentare la realizzazione pratica di concetti e prodotti di nuovo tipo in modo molto rapido ed economico. Le versioni standard delle stampanti Ormerod sono disponibili sul sito rswww.it dal mese di gennaio 2014. Per informazioni RS Components http://it.rs-online.com News Prodotti Netbiter integra la funzionalità Remote Access Hms Industrial Networks presenta il nuovo Netbiter EasyConnect (EC) 350, studiato per una gestione e un controllo remoto dei dispositivi industriali. Il modulo gateway offre maggiori prestazioni di connettività ed è ideale per la gestione da remoto e la configurazione di gruppi elettrogeni, impianti di raffreddamento, ups, stazioni eoliche e altri dispositivi industriali. Netbiter EC350 è il primo gateway della nuova generazione di Netbiter. Si collega ai dispositivi industriali grazie ai protocolli di comunicazione Modbus (rete seriale o Ethernet), Snmp, EtherNet/IP o I/O e invia i dati al server centrale Netbiter Argos, basato su cloud, via Ethernet o via rete cellulare. Mentre le versioni precedenti di Netbiter potevano comunicare via Gsm/ Gprs, il nuovo Netbiter EC350 è in grado di comunicare anche in 3G. La comunicazione su rete 3G fornisce maggiori prestazioni rispetto al Gprs e aumenta il campo di copertura in quanto è possibile installare il gateway anche quando il 3G è la sola rete disponibile. Con il supporto di cinque diverse bande in 3G, Netbiter EC350 è la soluzione ideale per il mercato globale. Da un punto di vista tecnico, il nuovo gateway ha un processore 20 volte più potente rispetto ai moduli precedenti e una capacità di memoria estesa in grado di supportare fino a 512 MB Flash e 1.024 MB di Ram. Due interfacce Ethernet completamente separate (Wan e Lan) rendono possibile un collegamento sicuro con i dispositivi di campo. Grazie al ricevitore Gps integrato, è particolarmente adatto per le applicazioni di gestione delle flotte mobili e i numerosi I/O analogici e digitali, già integrati nel gateway Netbiter, permettono una gestione diretta dei segnali provenienti dai sensori in campo. Sei Led di stato forniscono dettagliate informazioni diagnostiche. A partire dal primo trimestre 2014, Netbiter EC350 supporta anche la funzionalità di accesso remoto ‘Remote Access’ che permette di stabilire una connessione sicura da remoto con il dispositivo e di configurarlo e gestirlo da qualsiasi luogo, utilizzando applicazioni software standard. Questa funzionalità permette un collegamento sicuro e diretto con i dispositivi dislocati in remoto. Ad esempio, collegando Netbiter a un plc, è possibile eseguire il debug remoto o programmare il plc da qualsiasi posizione, utilizzando lo stesso software di configurazione plc. Per informazioni Hms Industrial Networks www.netbiter.com www.anybus.it Nuovi modelli per gli Hmi Power Panel di B&R B&R aggiunge due nuove serie alla famiglia di Hmi Power Panel con i pannelli operatore Power Panel serie-T e i controllori Power Panel serie-C, entrambi caratterizzati da display touch. Equipaggiato con un browser embedded, il terminale Power Panel T30 è totalmente web compatibile e può essere usato anche come client Vnc. Le serie di terminali sono offerte con display Tft nelle dimensioni da 4,3” fino a 10,1” con dotazione di due interfacce Ethernet, due porte Usb e un’estesa tipologia di configurazioni opzionali. Il controllore Power Panel C70 è equipaggiato con una cpu a 333 MHz Intel Atom, 256 MB di memoria Ddram, 16 kB di Fram e con 2 GB di memoria Flash Eeprom a bordo. Questo controllore è dotato di touchscreen con display in tre dimensioni possibili, che vanno da 5,7” fino a 10,1”. In aggiunta, per raggiungere tempi di ciclo a partire da 1 ms, il Power Panel C70 è offerto con un’interfaccia Powerlink e una Ethernet standard, con due porte Usb 2.0 e con la tecnologia di comunicazione X2X Link oltre alle connessioni opzionali RS232, RS485 e Can in grado di garantire una vasta gamma di possibilità di collegamento a dispositivi periferici. Entrambe le serie di dispositivi hanno un design compatto, un minimo ingombro nella profondità di installazione e una collocazione intelligente dell’attacco dei cavi: tutto questo rende il pannello semplice da montare e in grado di ridurre lo spazio occupato. E poiché queste due famiglie non hanno hard disk, ventole o batterie, non richiedono nessuna manutenzione. Il frontale del pannello con protezione IP65 rende questo sistema estremamente adatto per applicazioni dove l’igiene rappresenta una parte preponderante. Per informazioni B&R www.br-automation.com Gennaio/Febbraio 2014 - Automazione Industriale 073 Automazione applicata Utility Acquedotto Pugliese ottimizza i consumi con PlantPAx Rockwell Automation fornisce alla utility una piattaforma integrata per il controllo e la supervisione che massimizza il risparmio energetico. Significativo il contributo del system integrator Intesis nello sviluppo e nella personalizzazione delle soluzioni per l’impianto di potabilizzazione del Sinni di Alice Alinari A qp-Acquedotto Pugliese SpA gestisce una delle più grandi infrastrutture di approvvigionamento idricopotabile d’Europa, che si estende su una rete di 21.000 km e serve 330 centri abitati, per un totale di oltre 4 milioni di abitanti. L’acquedotto attinge ‘acqua grezza’ dalle sorgenti naturali (Sanità di Caposele e il gruppo sorgentizio di Cassano Irpino), dagli invasi artificiali 074 Automazione Industriale - Gennaio/Febbraio 2014 presenti sul territorio pugliese, lucano e campano e dalla falda idrica sotterranea pugliese. Dalla sua sede principale nella città di Bari, la public utility gestisce una rete idrica complessa e articolata, basata su un sistema di acquedotti interconnessi che permettono di convogliare l’acqua nei diversi ambiti territoriali, in base alle necessità. Complessivamente nella rete sono presenti cinque grandi schemi idrici (SeleCalore, Fortore, Pertusillo, Sinni e Ofanto), cinque impianti industriali di potabilizzazione (Fortore, Sinni, Pertusillo, Locone e Conza) per la trasformazione dell’acqua proveniente dai bacini artificiali, 328 serbatoi con capacità di stoccaggio di 3 milioni di m3 d’acqua e 184 impianti di depurazione. Cuore pulsante di Aqp, al quale confluiscono le acque potabilizzate del Sinni e del Pertusillo, pari a più di un terzo della portata complessiva dell’acquedotto, è l’impianto di sollevamento di Parco del Marchese, il quale è in grado di sollevare fino a 7.000 litri di acqua al secondo, grazie a una stazione di pompaggio di 16 MW, e ospita anche il primo parco fotovoltaico dell’acquedotto, con 5mila pannelli distribuiti su una superficie di tre ettari. L’impianto di potabilizzazione del Sinni, situato in Agro di Laterza (TA), con una capacità di trattamento acqua di 4 m3 al secondo e una portata media di 4.000 litri al secondo, riceve l’acqua grezza dall’invaso lucano di Monte Cotugno, la convoglia in una vasca di accumulo, la potabilizza e successivamente ‘la solleva’ verso la stazione di pompaggio dell’impianto di sollevamento di Parco del Marchese, affinché sia poi distribuita in parte verso la zona del Salento e in parte verso la provincia di Bari, rispondendo a gran parte del fabbisogno idrico della Puglia centro-meridionale. Il potabilizzatore del Sinni è dotato di sei pompe di sollevamento da 1 MW, di cui quattro sempre in funzione, ciascuna con portata media di 800 litri al secondo. Quello del Sinni è un impianto altamente ‘energivoro’, soprattutto a causa del funzionamento continuo delle pompe necessario a garantire il sollevamento meccanico dell’acqua al nodo idrico di distribuzione, anche per lunghe tratte di trasporto e in presenza di accentuati dislivelli che raggiungono, come nel caso di Utility Automazione applicata Aqp gestisce un’infrastruttura che si estende su una rete di 21mila km e serve 330 centri abitati Parco del Marchese, gli 84 metri. Dati il particolare approvvigionamento e le caratteristiche dell’infrastruttura, l’energia elettrica necessaria al convoglio dell’acqua nella rete costituisce la maggiore voce di costo per Aqp, basti pensare che la utility pugliese rappresenta, da sola, lo 0,02% del consumo nazionale di energia elettrica e spende all’anno circa 80 milioni di euro di elettricità. In particolare, solo per l’impianto di Parco del Marchese si spendono 1,8 milioni di euro al mese, mentre per l’impianto del Sinni la spesa mensile è di 900mila euro. Obiettivo energy saving Obiettivo fondamentale per Aqp è oggi più che mai quello di ottimizzare la spesa relativa all’energia elettrica, avviando iniziative per il recupero dell’energia nelle operazioni di sollevamento, trasporto e potabilizzazione, attraverso un ulteriore efficientamento di macchine (motori, pompe, compressori) e processi, a partire da quelle in funzione negli impianti più energivori come il potabilizzatore del Sinni. “La sfida cruciale per noi oggi è ottenere un ulteriore risparmio energetico da macchine già altamente efficienti dislocate su impianti già pesantemente automatizzati”, dice Gianluigi Fiori, Responsabile di Esercizio di Aqp. “Possiamo perseguire questo obiettivo incrementando l’efficienza gestionale complessiva attraverso un puntuale monitoraggio di consumi e rendimenti: solo una misura corretta e precisa dei processi può sostenere un bilancio idrico efficiente!”. Sin dall’inizio degli anni Ottanta Aqp ha adottato soluzioni avanzate di controllo logico, visualizzazione e supervisione di tutto il ciclo idrico integrato (captazione dalle fonti di approvvigionamento, adduzione mediante il sistema acquedottistico, potabilizzazione, distribuzione nei centri abitati, oltre alla gestione e manutenzione dei sistemi fognari, la depurazione delle acque, lo smaltimento e il riutilizzo dei fanghi). Oggi sono presenti 3.500 sensori su tutta la rete e 600 postazioni: il telecontrollo consente la supervisione in remoto del flusso degli schemi idrici e il monitoraggio dei principali indicatori di potabilità. In diversi punti dell’infrastruttura è anche possibile regolare i flussi in rete, in remoto e in automatico. Fino al 2010, però, Aqp non aveva fatto ricorso a soluzioni che abbinassero il telecontrollo al monitoraggio energetico. Agli Energy Manager mancavano Gennaio/Febbraio 2014 - Automazione Industriale 075 Automazione applicata Utility Con PlantPAx di Rockwell Automation Aqp può acquisire i dati energetici in tempo reale e usarli per risparmiare strumenti idonei a conoscere, macchina per macchina, i consumi energetici, anche in un arco temporale molto ristretto, e a metterli contemporaneamente in relazione non solo con le fasce di tariffazione del gestore elettrico, ma anche con le misure di portata e livelli idrici, in modo da avere sempre sotto controllo i costi, il rendimento e il suo andamento nel tempo. “In passato utilizzavamo dei datalogger ma nessun sistema dedicato che si potesse interfacciare direttamente in rete con lo Scada per un’analisi energetica integrata con quella dei profili idraulici provenienti dalla strumentazione di processo in campo”, aggiunge 076 Automazione Industriale - Gennaio/Febbraio 2014 Fiori. “È proprio questa l’esigenza che abbiamo sin da subito illustrato a Intesis e a Rockwell Automation per il potabilizzatore del Sinni. Entrambi hanno colto in pieno le nostre criticità e ci hanno affiancati, in un vero e proprio lavoro di squadra, nello sviluppo di un progetto altamente integrato basato sulla piattaforma PlantPAx, il cui successo è stato determinato dall’ottima integrazione di automazione, monitoraggio idrico e analisi energetica”. Automazione e controllo in ridondanza La piattaforma PlantPAx proposta da Rockwell Automation, sviluppata con il supporto di Intesis, per l’impianto di potabilizzazione del Sinni prevede una soluzione di automazione e controllo basata su due controllori programmabili di automazione Allen-Bradley ControlLogix in configurazione ridondata con hotbackup, che funzionano come master controller, e 13 controllori programmabili di automazione Allen-Bradley CompactLogix L45 distribuiti sulle due linee Est e Ovest dell’impianto. A ognuno dei 13 CompactLogix compete infatti il controllo delle sequenze di ogni fase del processo: l’approvvigionamento iniziale dell’acqua grezza, la successiva fase di chiariflocculazione (separazione del fango dall’acqua, per sedimentazione, in otto vasche cilindriche semiconiche dotate di raschia, quattro sulla Linea Est e quattro sulla Linea Ovest), la filtrazione (mediante 40 filtri in sabbia di quarzo, regolati da oltre 280 valvole, 20 sulla Linea Est e 20 sulla Linea Ovest) e la clorazione finale, l’accumulo dell’acqua potabilizzata prima del pompaggio verso l’impianto di Parco del Marchese. Ai controllori CompactLogix spetta anche la complessa gestione di tutte le sequenze di lavaggio dei 40 filtri, che includono il drenaggio iniziale e finale, il barbataggio, il controlavaggio ad acqua e/o ad aria e il recupero dell’acqua di controlavaggio. Infine, a un ulteriore CompactLogix è affidata la gestione del post-ispessitore nel trattamento fanghi: al Sinni è infatti presente una linea parallela per la purificazione, la disidratazione e il successivo stoccaggio dei fanghi residui generati nella fase di chiariflocculazione. A ogni CompactLogix è associato un pannello Hmi Allen-Bradley PanelView Plus 6 da 10”, per la visualizzazione e la supervisione locali di parametri, set-point e segnali acquisiti in campo, quali la regolazione delle portate di ingresso e uscita, la pressione idrica, il funzionamento delle pompe (accensione/spegnimento) e delle valvole (apertura/chiusura), Utility Automazione applicata il livello di vasche e serbatoi, il dosaggio in ppm (parti per milione) degli additivi necessari al processo (ad esempio, biossido di cloro per la preclorazione e per la clorazione finale, policloruro di alluminio e silice attiva per la chiariflocculazione) e le caratteristiche dell’acqua (ossigeno, redox, temperatura, conducibilità, torbidità, PH, cloro). La piattaforma PlantPAx per Aqp ha previsto anche l’installazione, in architettura client/server, di due server con piattaforma FactoryTalk View in configurazione ridondata con hotbackup e di un server con FactoryTalk VantagePoint, dedicati alla supervisione centrale e al controllo dei parametri di conduzione dell’impianto, oltre a un server con FactoryTalk Historian da 5mila tag, dedicato all’archiviazione dei dati storici. Per il monitoraggio dei consumi energetici del potabilizzatore del Sinni sono stati distribuiti nelle varie sezioni dell’impianto anche 19 misuratori di potenza AllenBradley PowerMonitor 1000 per l’analisi quantitativa dell’energia e un misuratore Allen-Bradley PowerMonitor 3000 per l’analisi qualitativa, comprensiva di analisi delle armoniche, oscillografia e rilevamento transitorio. I PowerMonitor 1000 rilevano i dati elettrici di alcuni dei componenti più strategici dell’impianto: tre motori del controlavaggio, tre del soffiaggio, tre del recupero dell’acqua di controlavaggio, sei motori del sollevamento e tre del recupero dell’acqua di canale. Le unità PowerMonitor sono direttamente connesse a ControlLogix, sono gestite e configurate attraverso il software di Energy Management FactoryTalk EnergyMetrix, al quale spettano poi la raccolta e l’analisi di tutte le informazioni elettriche trasmesse dai misuratori. Le soluzioni hardware e software della piattaforma PlantPAx di Rockwell Automation ‘parlano tra loro’ attraverso un’unica rete ad anello Ethernet/IP in fibra ottica, comprensiva di 15 switch managed Industrial Ethernet Un passo avanti alla concorrenza Il tempo è prezioso. La Piattaforma EPLAN ti permette di sviluppare prodotti di qualità in modo più efficiente, e ti dà una marcia in più rispetto alla concorrenza. La soluzione interdisciplinare per la progettazione, ingegnerizzazione e produzione accelera il processo di sviluppo, ed è già utilizzata in 50 paesi e in 17 lingue in tutto il mondo. Allora, quando pensi di provare anche tu l’effetto-e? www.eplan.it Automazione applicata Utility Allen-Bradley Stratix 8000. Per la programmazione di tutte le soluzioni di controllo logico, supervisione e monitoraggio energetico sono stati utilizzati i due ambienti di sviluppo FactoryTalk View Studio SE e RSLogix 5000. Analisi energetica integrata con FactoryTalk EnergyMetrix “Abbiamo collaborato con Rockwell Automation allo sviluppo e all’integrazione software, con l’elaborazione integrata e la personalizzazione dei parametri elettrici e idraulici per la piattaforma PlantPAx, in modo da consegnare ad Aqp per l’impianto del Sinni una soluzione di automazione e supervisione direttamente connessa con il software di Energy Management, comprensiva di interfacciamento diretto verso il sistema informativo di telecontrollo aziendale Sismap”, dice Vincenzo Lanave, General Manager di Intesis. “In particolare, ci siamo concentrati sulla personalizzazione di FactoryTalk EnergyMetrix, in base alle esigenze di reportistica espresse da Aqp, in modo che alla utility fosse possibile aggiungere all’elaborazione dei bilanci idrici e volumetrici dello Scada un ulteriore livello avanzato di analisi energetica. Questo ha permesso ad Aqp non solo di avviare un vero e proprio programma di manutenzione predittiva, ma anche e soprattutto di regolare al meglio, nelle 24h, il funzionamento delle pompe e delle altre macchine altamente energivore in base alle tariffe del gestore elettrico”. 078 Nell’impianto del Sinni, Aqp ha ottenuto una riduzione annua dei consumi energetici tra l’1% e il 2% Automazione Industriale - Gennaio/Febbraio 2014 Insieme alle funzionalità tradizionali di uno Scada, come quelle di diagnostica, visualizzazione, analisi dei trend in tempo reale e dei dati storici, la piattaforma PlantPAx propone l’integrazione completa del monitoraggio energetico, partendo dalle misure acquisite in campo dai PowerMonitor. “Lavorando su un software così aperto come FactoryTalk EnergyMetrix, abbiamo creato 100 pagine video sinottiche, aggregate e in dettaglio, che mettono in evidenza il rendimento per ogni singola macchina e ogni singola fase di processo, il suo trend in uno specifico arco temporale - anche inferiore a un’ora - o in una determinata fascia tariffaria, e permettono di tenere sotto controllo il sistema di rifasamento, distinguendo sempre tra i due diversi centri di costo del sollevamento o della potabilizzazione”, aggiunge Lanave. “Ciò permette ad Aqp di determinare i rendimenti e gli indici prestazionali strategici per il controllo di consumi e costi, con la possibilità di supportare anche le simulazioni di funzionamento per la redazione dei budget di spesa energetica e dei bilanci di previsione”. La collaborazione con Rockwell Automation e Intesis ha consentito ad Aqp di massimizzare l’efficienza - su un impianto già ad elevato rendimento e tuttavia altamente energivoro come il Sinni registrando una riduzione annua dei consumi energetici compresa tra l’1% e il 2%. Questo traguardo è possibile grazie all’integrazione dello Scada con il software FactoryTalk EnergyMetrix e all’ottimo grado di approfondimento e dettaglio nell’analisi energetica consentito da FactoryTalk Energy Metrix. “Per noi è più importante analizzare i trend che non i valori assoluti. Ciò permette di fare previsioni più realistiche a supporto delle fasi decisionali strategiche”, conclude Fiori. “Grazie alla personalizzazione di Intesis, i dati sono fruibili ai nostri interlocutori aziendali nel formato più idoneo e sono facilmente visualizzabili grazie alle videate estremamente user-friendly dei software FactoryTalk. Se non si misura correttamente, non si può perseguire un bilancio idrico efficiente: con PlantPAx di Rockwell Automation riusciamo ad acquisire i dati energetici in tempo reale e usarli realmente per risparmiare!”. Per informazioni Acquedotto Pugliese www.aqp.it Intesis www.it-intesis.it Rockwell Automation www.rockwellautomation.it Utility Automazione applicata Sollevare a costo ridotto L'impiego di soluzioni innovative e l'automazione delle pompe hanno permesso di ridurre del 27% i consumi energetici e di evitare gli intasamenti nel bacino del Lago di Como di Massimiliano Cassinelli La tutela del patrimonio ambientale passa attraverso un adeguato sistema di depurazione I l bacino di Como dell'omonimo lago è uno degli specchi d'acqua italiani più noti in America, al punto da attrarre anche qualche star di Hollywood. Un patrimonio che le amministrazioni locali tutelano anche attraverso adeguati processi di depurazione delle acque. Il poco spazio tra le montagne, che in alcuni punti si immergono direttamente nel Lario, e la superficie del lago crea frequenti problematiche impiantistiche. Una serie di dislivelli, infatti, può essere superati solo attraverso stazioni di sollevamento che, in successione, portano i reflui sino al depuratore costruito proprio nel capoluogo. Un sistema di gestione complesso, in quanto basato su 14 stazioni che i tecnici di Comodepur devono gestire nel rispetto delle più rigorose norme ambientali. Le acque depurate, infatti, vengono scaricate direttamente a lago, con l'obbligo di rispettare criteri particolarmente rigidi. Ma, soprattutto, spaventa il rischio di eventuali reflussi dal sistema fognario, causati dal malfunzionamento delle pompe, che attraverso gli scaricatori di piena potrebbero finire direttamente nel ramo comasco del lago, dove non esiste un emissario. Nel tempo sono state adottate una serie di ottimizzazioni, che hanno subito un'ulteriore accelerazione negli ultimi anni, quando l'amministrazione comunale ha modificato l'assetto dirigenziale della società, chiamato a depurare 55mila m3 di reflui fognari al giorno (in tempo secco), provenienti da circa 200mila abitanti equivalenti. Un’attività strategica, gestita da un Consiglio di Amministrazione composto prevalentemente da tecnici nominati dal Comune sulla base del curriculum personale. Una modalità che ha creato un team di dirigenti particolarmente attenti e competenti, in grado di valutare accuratamente ogni singola scelta. Non può fermarsi Scelte che, oltre al rispetto dei parametri dettati dalle leggi in vigore, non possono più trascurare gli aspetti economici, sia per quanto riguarda i consumi energetici, sia per quanto riguarda le spese generali e gli interventi di manutenzione, anche perché una Gennaio/Febbraio 2014 - Automazione Industriale 079 Automazione applicata Utility crescita dei costi si ripercuoterebbe sulle tariffe a carico dei cittadini. In questo contesto, in particolare, uno dei punti più critici ed energivori dell'intero sistema degli impianti di pompaggio nella rete di collettamento fognario è rappresentato dalla stazione di sollevamento Tavernola, sulla sponda occidentale del lago. In questo impianto, infatti, convergono i reflui provenienti dai comuni limitrofi, tra cui Cernobbio e Maslianico. Da qui, attraverso un condotto DN 350, lungo circa 2.000 m e con una prevalenza di circa 7,5 m, i liquami devono essere portati a un'ulteriore stazione alle porte di Como e poi convogliati all'interno del depuratore cittadino. Le quattro pompe da 30 kW installate, quindi, sono chiamate a un notevole lavoro. Per tale ragione i tecnici, guidati dal responsabile di impianto di Comodepur Luigi Cece, da anni sono alla ricerca delle soluzioni più innovative per ridurre i consumi di energia. In una prima fase, come spiega lo stesso Cece, “già dal 2009 abbiamo tentato di ridurre i consumi elettrici installando degli inverter per modulare la velocità di rotazione delle pompe in funzione delle effettive necessità”. Una tecnologia teoricamente risolutiva ma che, all'atto pratico, si è dimostrata poco efficace. “Nella stazione di Tavernola”, spiega il responsabile tecnico di Comodepur Alberto Turconi, “oltre agli scarichi civili convergono i liquami di alcune aziende tessili, che immettono nel sistema fognario scarti filamentosi. Comodepur ha scelto l’eccellenza in termini di prestazioni e risparmio energetico Smart Run di Xylem è dotato di unità di supervisione intelligenti e preprogrammate, studiate appositamente per il pompaggio delle acque reflue 080 Automazione Industriale - Gennaio/Febbraio 2014 Elementi che, complice il basso regime di rotazione delle pompe, si avvolgono con maggiore facilità sulle giranti, causandone l'intasamento ed il successivo bloccaggio”. Una situazione che annulla i vantaggi degli inverter, in quanto i motori sono sottoposti a un maggior carico di lavoro, ma che, soprattutto, causava continui intasamenti. “Siamo arrivati a dovere effettuare anche tre interventi in una settimana”, spiega Turconi, “e, a fronte di tale situazione, abbiamo deciso di bypassare gli inverter per continuare a utilizzare i normali sistemi di avviamento stella/ triangolo, malgrado le note problematiche connesse ai picchi di assorbimento in fase di accensione”. Scartata la possibilità di sfruttare i vantaggi di un sistema a numero di giri variabili, sono stati adottati motori ad alta efficienza, classificati IE3. Una scelta che ha ridotto parzialmente i consumi, ma senza risolvere il problema degli intasamenti. Per tale ragione, attraverso il sistema Utility Automazione applicata di telecontrollo, la stazione di Tavernola è costantemente monitorata, con una soluzione in grado di individuare, oltre agli intasamenti delle pompe, anche una riduzione delle prestazioni. Una condizione, quest'ultima, che indica la formazione di autentiche ‘matasse’ di materiali filamentosi e, quindi, richiede un intervento del personale di manutenzione. L'impiego alternato di quattro pompe e il monitoraggio costante di questa installazione, ha ridotto la necessità di interventi ‘in emergenza’, anche se rimane molto elevato il numero di uscite per lo sbloccaggio delle pompe. Lo stato di attenzione rimane però molto alto perché in caso di completo intasamento, infatti, la capacità di accumulo della stazione è di sole due ore, al termine delle quali i liquami rischiano di essere sversati a lago. Una soluzione definitiva La situazione, in ogni caso, non poteva essere tollerata a lungo. Anche perché, considerando le dimensione e il peso delle pompe (oltre 300 kg l'una), ogni intervento comporta l'impiego di due mezzi, oltre al dispiegamento del personale, e una complessa attività di pulizia con autospurgo e relativi costi di smaltimento del materiale filamentoso e biologico recuperato. Per tale ragione, dopo aver assistito alla presentazione del sistema Smart Run di Xylem, nell'autunno del 2012 i tecnici di Comodepur hanno iniziato a valutarne l'impiego abbinato alla pompa Flygt N Chopper modello NP 3202 HT da 30 kW. Il risparmio energetico reale sull’impianto è stato del 27% La tecnologia N, che conta oltre 300mila installazioni nel mondo, si caratterizza infatti per il particolare disegno della girante, che la rende autopulente, antiintasamento e con un rendimento idraulico superiore all’80%. Peculiarità che portano a risparmi energetici nell'ordine del 25%. Una caratteristica esaltata dal fatto che il sistema, proprio perché autopulente, previene l’accumulo di fibre e sostanze solide all’interno della voluta indipendentemente dalla velocità di rotazione, mentre l'opzione Chopper, ovvero la Le funzionalità preprogrammate hanno velocizzato le operazioni di installazione Gennaio/Febbraio 2014 - Automazione Industriale 081 Automazione applicata Utility presenza di un dispositivo di taglio montato sul diffusore permette di tagliare eventuali corpi solidi e fibre lunghe presenti all'interno dei liquidi aspirati. La pompa, quindi, può essere fatta ruotare solo alla velocità effettivamente necessaria, in quanto non rischia di essere bloccata dalla presenza di scarti filamentosi in grado di bloccare la girante: è la condizione ideale per aggiungere, a un'idraulica innovativa, anche in vantaggi dell'elettronica fornita dallo Smart Run. Quest’ultimo, infatti, è dotato di unità di supervisione intelligenti e preprogrammate, studiate appositamente per il pompaggio delle acque reflue. Al contrario dei comuni sistemi, in grado di gestire semplicemente l'accensione e lo spegnimento delle pompe, lo SmartRun è stato sviluppato per regolare automaticamente, e senza l’intervento di altre apparecchiature, la velocità di rotazione, in funzione delle effettive necessità e della particolare La stazione di pompaggio di Tavernola non può tollerare intasamenti prolungati composizione del liquido da movimentare. L'intelligenza di cui è dotato consente di calcolare, ad ogni ciclo di pompaggio, il consumo energetico specifico, variando il numero di giri per garantire il minor consumo di energia elettrica specifica per metro cubo di liquido pompato. Provare per credere Alla luce dei parziali insuccessi del passato, prima di affrontare l'investimento Cece ha voluto ottenere ulteriori garanzie. Per tale ragione ha sottoscritto un contratto ‘Try & Buy’ (Prova e Acquista), un’iniziativa di Xylem che permette al cliente di installare e sperimentare, per un certo periodo, alcune soluzioni, con la possibilità di decidere successivamente un eventuale acquisto. Una proposta che Xylem ha lanciato proprio in virtù della fiducia nei propri prodotti e che, anche stavolta, ha convinto i responsabili dell'impianto. Infatti, come spiega lo stesso Turconi, dopo tre mesi di prova “è stato registrato un risparmio energetico reale del 27%”, ma, soprattutto, “in quell'arco di tempo non si è registrato nemmeno un bloccaggio della pompa”. Questo significa che, conti alla mano, il ritorno dell'investimento è di soli otto mesi. Un tempo che potrebbe essere ancora minore nel caso in cui, come prevedibile, Enel dovesse riconoscere a Comodepur una serie di Titoli di Efficienza Energetica (più noti con il nome di Certificati Bianchi) in virtù del consistente risparmio sui consumi energetici. Questi valori hanno convinto la società a confermare l'ordine di acquisto, con l'ulteriore prospettiva di installare anche una seconda pompa. In questo modo, infatti, lo Smart Run potrà ottimizzare ulteriormente il funzionamento delle pompe, bilanciando anche i carichi di lavoro. Attualmente, per precauzione, il sistema è stato impostato per non far scendere il numero di giri sotto i 47 Hz, mentre secondo di esperti di Xylem, con l'installazione di due pompe Chopper N in parallelo, si potrebbe scendere addirittura a 40 Hz, limitando ulteriormente i consumi e senza nessun rischio di intasamento. Una situazione ottimale per una stazione strategica come quella di Tavernola, chiamata a garantire i massimi livelli di affidabilità. Per informazioni Comodepur www.comodepur.it Xylem www.xylemwatersolutions.com 082 Automazione Industriale - Gennaio/Febbraio 2014 QUALITA’ VELOCITA’ Quando velocità e qualità contano davvero, scegli i nostri migliori brand. rswww.it La vitamina C fa bene. Soluzioni integrate Mitsubishi Electric per il packaging. Tutto è semplicemente come deve essere. iQ Platform Servo MR-J4 HMI GOT 1000 Trasparenza e reale integrazione a 360° tra Motion Control, Robot e PLC Controllo avanzato e preciso del movimento su bus digitale SSCNETIII/H a 300Mbps Ottimale impostazione, visualizzazione, tracciabilità dei dati e manutenzione Nuovi Robot Scara e Antropomorfi Serie F Manipolazione precisa e veloce in fase di processo, per la palletizzazione a fine linea Tecnologia, precisione, velocità ed efficienza energetica sono la nostra missione. • Soluzioni integrate per il packaging, veloci, precise e con costi contenuti • Sistemi su misura per confezionamento, etichettatura, inscatolamento e palletizzazione • e&eco-F@ctory: il nostro impegno ad ottimizzare i costi, i consumi e le risorse energetiche • Servizio tecnico di alto livello per consulenza, analisi, assistenza pre e post vendita • Qualità e garanzia: 100% Mitsubishi Electric Forti di un’esperienza di oltre 90 anni, è anche nostro dovere garantire soluzioni per un utilizzo intelligente dell’energia. 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