PRIMO PIANO L’azienda piemontese rafforza il legame con gli allevatori delle cooperative conferenti proponendo la sottoscrizione di un disciplinare produttivo: «Vogliamo creare una squadra che cresca con noi» PRIMO PIANO Ambrogio Inv ernizzi (Inalpi) Ecco il nostro p rogetto di filiera di Jessika Pini C’ è chi scappa dall’Italia perché sostiene che fare industria nel Belpaese sia troppo complicato, e questo può essere vero, però c’è anche chi resta e anzi investe per valorizzare il vero made in Italy e fa di questa scelta strategica il tratto distintivo per differenziarsi nella giungla del mercato. Inalpi, nata come Invernizzi nel 1966, sempre di proprietà della famiglia fondatrice, alla fine dello scorso anno ha iniziato un percorso, certo non semplice, per costruirsi una filiera produttiva locale (concentrata tra la provincia di Cuneo dove ha sede il suo stabili mento, e di Torino) coinvolgendo i circa 450 soci delle cooperative conferenti (Piemonte Latte e Compral Latte) in un accordo basato su un preciso disciplinare di gestione delle strutture e delle modalità di produzione (alimentazione, stabulazione, mungitura, vasca di refrigerazione, ecc…). «Vogliamo coinvolgere i produttori nel nostro piano di sviluppo e che crescano insieme a noi», afferma il presidente Ambrogio Invernizzi. L'azienda considera l'origine della materia prima il valore aggiunto su cui puntare. E come tutela il reddi to dei produttori? «Nell’accordo sul prezzo indicizzato del latte in Piemonte abbiamo riconosciuto ai costi di produzione un peso maggiore (34%) tra le tre voci che incidono sulla determinazione del prezzo stesso pro prio perché garantire agli allevatori una redditività adeguata è fondamentale perché possano lavorare in sicurezza, scegliere buone materie prime per l’ali mentazione e mantenere una gestione della stalla adeguata a realizzare una produzione di qualità. Attraverso l’accordo di filiera che abbia SINTESI DELLE DISPOSIZIONI PER GLI ALLEVATORI PREVISTE DAL DISCIPLINARE INALPI P er valorizzare il latte prodotto nel territorio Inalpi a dicembre 2013 ha proposto agli allevatori un capitolato di fornitura, da sottoscrivere con le cooperative conferenti, finalizzato a garantire ai clienti della trasformazione un latte più sicuro, attento al rispetto della legge e proveniente da una filiera controllata, garantita, trasparente, di cui sia documentabile la storia, dal campo alla tavola. Il capitolato disciplina tutte le fasi produttive del latte: dall’approvvigionamento e produzione in campo degli alimenti zootecnici fino allo stoccaggio del latte crudo nel frigorifero dell’azienda agricola. In particolare prevede che l’allevamento: aderisca ai controlli funzionali facenti riferimento al Sistema italiano allevatori, recepisca ed applichi le Linee guida contenute nel Manuale Italialleva che riguardano la sicurezza, l’igienicità e la tracciabilità delle produzioni e conforma gli allevatori al rispetto delle prescrizioni previste dalla legge; garantisca la completa tracciabilità e trasparenza dei fattori produttivi impiegati nella filiera; si impegni a conferire il latte prodotto per tre annualità lattiero casearie. Il capitolato prevede in alcuni casi delle restrizioni maggiori rispetto a quanto prescritto dalla normativa vigente per esempio in materia risparmio energetico gli allevatori devono avere un pre raffreddatore in stalla prima di mettere il latte nella vasca refrigeratrice. Maggiori restrizioni anche in materia di benessere animale e tutela ambientale. Il disciplinare prevede che il latte può essere tenuto in azienda per un massimo di due giorni, non va conferito il latte segregato (es. latte proveniente da vacche trattate o latte con indice citologico elevato, latte mastitico, ecc..). Il latte deve essere conferito a una temperatura di 8 °C (nel caso di ritiro ogni 24 ore) o massimo 6°C (nel caso di ritiro ogni 48 ore) e deve essere conforme ai parametri chimicofisici: indice citologico <400mila, tenore in germi <100mila. Sono previsti dei premi di produttività con indice citologico <250mila e tenore in germi <30mila Il titolare dell’allevamento deve garantire di essere dotato di sistemi per misurare con precisione la quantità del latte consegnato (bilance, aste graduate, ecc.) che devono essere annualmente sottoposte a controlli di conformita, così come deve sottoporre a controllo annuale l’impianto di mungitura e la vasca di refrigerazione, quest’ultima in mo proposto lo scorso dicembre e che, tranne qualche allevatore anziano con pochi capi, per il quale non ha senso fare degli investimenti nell’azienda, è stato sottoscritto da tut ti i soci delle coo perative conferen ti (9698%), Inalpi particolare a ridosso della stagione calda. La mungitura va svolta prendendo tutte le misure necessarie a prevenire la presenza nel latte di carica batterica elevata, indice citologico elevato, microorganismi patogeni, residui di farmaci, residui di detergenti e sanificanti. Vanno perciò ad esempio munte separatamente le vacche sottoposte a trattamenti farmacologici, monitorate le mastiti, puliti e sanificati gli impianti di mungitura e di stoccaggio. L’allevamento deve disporre di ricoveri per gli animali atti a garantire adeguate condizioni ambientali; in particolare deve essere dotato di locali adatti al ricovero di animali feriti o sotto cure. Deve garantire una stabulazione adeguata, assicurando una buona qualità della lettiera e una gestione ottimale della stessa. I controlli sul rispetto del disciplinare sono stati demandati da Inalpi ai tecnici di Apa Cuneo; fino a ottobre 2014, per dare agli allevatori il tempo di adeguarsi, i controlli avranno solo carattere di avviso, verranno rilevate, ma non multate le non conformità, le sanzioni e le espulsioni inizieranno a partire dal 1° novembre p.v. J.P. l Ambrogio Invernizzi, presidente •dell’azienda Inalpi. vuole costruire una filiera solida e dura tura. Per andare incontro ai produttori nelle operazioni di adeguamento che abbiamo richiesto è previsto un premio di 3 centesimi/litro di latte, da spalmare sulle singole voci del capitolato (stalla e benessere, ambiente, impianto di mun gitura e stoccaggio, ecc…) assegnato a • Stabilimento Inalpi a Moretta (Cn). 6 INFORMATORE ZOOTECNICO n.3 / 2014 INFORMATORE ZOOTECNICO n.3 / 2014 7 PRIMO PIANO INALPI IN PILLOLE Sede Moretta (Cn) Superficie sito produttivo 48mila mq latte in polvere 18mila burro 8mila Capacità produttiva annua (t) burro anidro15mila fettine di formaggio fuso 15mila formaggini 3mila Produttori fornitori 450 Occupati 100 • Prodotti a marchio Inalpi nei nuovi packaging. di scarico •delOperazione latte da autocisterna presso la stazione di ricevimento: inizio della fase di lavorazione. coloro che risulteranno a norma. Inoltre, per circa un anno, fino al 31 ottobre, non applicheremo nessuna multa né espul sione, ma i controlli, affidati all’Apa di Cuneo, serviranno solo per indicare ai diversi allevamenti cosa devono siste mare per mettersi in regola. Il nostro obiettivo è che tutti arrivino a prendere il premio perché solo così potremmo dire di essere riusciti nel nostro intento di realizzare la filiera Inalpi». Per quanto riguarda i prodotti de stinati all'industria, oltre all'accor do con la Ferrero stretto nel 2010 ne avete altri? «L’accordo con la Ferrero, a cui destinia mo l’8590% della produzione di latte in polvere, ha costituito un fattore determi nante per l’incremento della competitivi tà aziendale. Per realizzare la fornitura, Inalpi ha costruito l’impianto di sprayatu ra, unico in Itala, e grazie a questo pro getto ha potuto ampliare la gamma dei 8 prodotti. E sempre la fornitura alla Ferre ro fa da propulsore al progetto, di cui parlavo prima, di realizzare una filiera Inalpi per avere una materia prima che possiamo garantire ai nostri clienti del l’industria di trasformazione e ai consu matori finali. Oltre alla Ferrero abbiamo anche altri accordi di fornitura di latte in polvere, per esempio con l’azienda Fugar di Rimini che fornisce prodotti dolciari e per le gelaterie. Con Fugar stiamo valutando di mettere nelle gelaterie rifornite con latte Inalpi un sistema touch screen attraver so il quale i clienti potranno vedere da quale stalla proviene la materia prima. Un ampliamento dell’operazione di valo rizzazione della filiera e di tracciabilità che permette già oggi ai consumatori di inserire nel nostro sito il numero di lotto che trovano sulla confezione e di visua lizzare informazioni e immagini della stalla da cui proviene il latte utilizzato per ogni prodotto e dettagli sulla razza bovi na prevalente, sull’alimentazione e sui valori medi di materia grassa e proteica». Di recente avete lanciato un nuovo packaging per i prodotti consumer (fettine, formaggini, burro in pa netti). Che progetti avete per svi luppare il mercato verso il consu matore finale? «Vogliamo ampliare la distribuzione ver so tutti i canali, sia quello professionale Horeca che verso la distribuzione mo derna e i dettaglianti. Per farlo stiamo riorganizzando la rete vendita, dividen dola nei due segmenti di destinazione, Horeca e gdo/retail. Vogliamo migliora re la distribuzione dei prodotti a marca, allargandola a tutto il territorio naziona le, al momento siamo assenti nel Nord Est, per esempio, siamo presenti in Lombardia, Piemonte, Lazio, poco in EmiliaRomagna, insomma abbiamo da lavorare in questo senso». E l’export? «Il nostro core business è concentrato in Italia, ma attraverso la partecipazione al le fiere abbiamo stabilito alcuni contatti con distributori internazionali. Esportia mo in Corea del Sud, Hong kong, Liba no, Libia, Irak, Siria, Israele. Abbiamo le certificazioni Halal per i Paesi di religio ne musulmana che ci chiedono le fettine di formaggio, e quella Kosher per Israele con cui commercializziamo burro e latte INFORMATORE ZOOTECNICO n.3 / 2014 PRIMO PIANO IL PREZZO INDICIZZATO IN PIEMONTE L o scorso luglio è stato rinnovato per il 2013/2014 l’accordo tra produttori e trasformatori sul prezzo del latte alla stalla in Piemonte che continua a seguire il criterio dell’indicizzazione sulla base di un paniere di prodotti. Rispetto all’anno precedente, è stato ridefinito il paniere costituito da tre voci: costi di produzione che pesano per il 34% sulla formazione del prezzo, costi dei prodotti lattiero caseari sul mercato internazionale (burro, latte in polvere, ecc…) che incidono per il 33% e costi dei prodotti lattiero caseari sul mercato italiano (Grana Padano, Parmigiano Reggiano, gorgon zola, mozzarella, latte alimentare) per restante 33%. A ottobre in polvere». L'allargamento dei mercati o della quota di mercato richiede maggio re materia prima. Avete in previsio ne di ampliare il numero di soci anche ad altre province del Pie monte o nel Nord Italia? INFORMATORE ZOOTECNICO n.3 / 2014 2013 il prezzo indicizzato di riferimento era circa 40 centesimi/litro. «A dicembre abbiamo pagato 43,5 centesimi – afferma Ambro gio Invernizzi – meno del prezzo stabilito dall’accordo in Lombar dia di 44,5, però Inalpi dà delle premialità su valori elevati di grasso e proteine, per cui alla fine gli allevatori vanno a prendere di più; nel mese di dicembre hanno preso in media 45 centesimi/ litro. Lo stimolo dei premi sulla qualità, a cui la maggior parte dei nostri fornitori arrivano, li ha spinti a migliorare la genetica della stalla e a spostarsi su una razione che favorisca l’aumento di grasso e proteine». J.P. l «Preferiremmo di no. Più i fornitori sono lontani più è difficile controllare. Vorrem mo legare il nostro sviluppo agli alleva tori che già conferiscono. L’obiettivo del la filiera Inalpi che stiamo cercando di realizzare è proprio quello di costruire un programma di sviluppo comune in cui se cresciamo noi anche i produttori possa no seguirci ampliando le aziende, au mentando la produzione». Cosa pensa comporterà l'abolizio ne delle quote latte nel 2015 sia per Inalpi e come vi state preparan do? E, più in generale, crede che il 9 PRIMO PIANO mercato italiano saprà reggere di fronte alla liberalizzazione produt tiva? «Inalpi si sta preparando ad andare avanti in maniera programmata per evi tare di restare senza materia prima e di dover andare ad acquistarla sul mercato del latte spot; il che comporterebbe ovviamente per dite elevate. Per quanto riguarda l’Italia credo che la maggior par te dei produttori resteranno sul mercato. Con l’incremento della domanda mondiale di latte e de rivati, proveniente soprattutto dai paesi emergenti, i prezzi alla stalla sono saliti e si sono ridotte Lavorazione del latte in polvere all’interno •della torre di sprayatura (nebulizzatore). 10 le differenze tra le diverse aree del mon do, per esempio in Europa si va dai 40 ai 44,5 centesimi/litro. È vero che anche i costi di produzione in Italia sono elevati, ma proporzionalmente sono aumentati più altrove che da noi, quindi le condizio ni produttive nel nostro paese oggi sono meno svantaggiose rispetto al passato». Inalpi sostiene il master biennale di II livello in "Qualità, sicurezza alimentare e sostenibilità della fi liera latte" dell'Università di Torino e partecipa ad altre iniziati ve per la formazione profes sionale, crede quindi che il settore primario e l'indu stria di trasformazione pos sano dare uno sbocco occu pazionale ai giovani? «Certamente. Crediamo che la via giusta per lo sviluppo del l’agroalimentare sia creare dei sistemi di filiera. E per la loro gestione sono necessarie figure specializzate e la formazione dei giovani può dare loro degli sboc chi occupazionali futuri». • INFORMATORE ZOOTECNICO n.3 / 2014
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