Verso il quarantesimo: stiamo lavorando per noi!

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Poste Italiane s.p.a.
Spedizione in Abbonamento Postale
D.L. 353/2003
(conv. in L. 27/02/2004 n° 46)
art. 1, comma 2, DCB BO
numero 44
giugno 2014
Verso il quarantesimo:
stiamo lavorando
per noi!
Immaginiamo il
welfare di domani,
un percorso formativo
La nuova
organizzazione interna
della Cooperativa
Eletto il nuovo
Consiglio di
Amministrazione
numero 44
giugno 2014
sommario
sommario
sommario
1Editoriale
2 In copertina
Periodico trimestrale di CADIAI
Registrazione Tribunale di Bologna:
n. 7703 del 18/10/2006
Direttore Responsabile:
Gianluca Montante
Comitato di redazione:
Germana Grandi, Laura Zarlenga
Proprietario ed Editore:
CADIAI Cooperativa Sociale
via Boldrini 8 - 40121 Bologna
Direzione e Redazione:
via Boldrini 8 - 40121 Bologna
Tel 051 74 19 001
Fax 051 74 57 288
Verso il quarantesimo:
stiamo lavorando per noi!
4 Pari opportunità
Uomini e donne,
due diverse formae mentis
5 1974-2014 quarantanni
di cooperativa
Soci perchè...
6Cooperazione
Quando un’Assemblea di
Bilancio diventa un’opportunità
di confronto e conoscenza
7 Progetti internazionali
Coordinatrice di redazione:
Giulia Casarini
Collaboratori:
Anna Chiara Achilli, Cristina Anteghini,
Anna Soccorsa Antonelli,
Jessica Bosi, Domenico Capizzi,
Lucia Cardone, Veronica Ndy Edeh,
Raffaele Montanarella, Maria Letizia Neri,
Caterina Olivito, Saverio Parracino,
Laura Piana, Maria Rizzo,
Mihaiela Adina Romeghea,
Antonia Tedone, Deborah Venturoli.
8Monografia
Due nuove tappe internazionali
per il progetto For.C.A.
Come è cambiato il modello dei
nidi negli ultimi 10 anni
10 Verso il 40esimo
Immaginiamo il welfare
di domani
11 Il welfare di domani visto da
un operatore
12 Gruppo di lavoro sul welfare
aziendale
13 Attività sociale
CADIAI si racconta con un
vestito nuovo
13 Percorsi di benessere
in Cooperativa
14 Eletto il nuovo Consiglio
di Amministrazione
16 CADIAI e Impronta Etica
per Stop Hunger Now
17Servizi
Impara l’arte e mettila da
parte... ma anche no!
19 Mostra Mercato del Gruppo
Tempo Libero di ASC Insieme
20 La nuova organizzazione
interna della Cooperativa
21 L’omino della pioggia
22 Una laguna senza barriere
23 Che serata al Corniolo... e che
pomeriggio!
24 Un regalo per il Centro Diurno
“Villa Arcobaleno”
25 Con i nostri occhi
Impaginazione:
N.S. - Progetti di comunicazione
Bologna
26 I ritratti di Lele
Stampa:
Casmatipolito
via Provaglia 3/b, 3/c, 3/d
40138 Bologna
27 Liber Libero
Questa rivista è stata stampata su carta
riciclata 100% ecologica che ha ottenuto
il marchio Greenlabel dell’Unione Europea riservato ai prodotti a minor impatto ambientale.
28Rubriche
Verso il quarantesimo:
stiamo lavorando per noi!
II
Un motivo, che fa così
Non posso stare altrove
Per una vita intera
editoriale
editoriale
editoriale
L’editoriale della Presidente che compare in questo numero di Scoop è differente
dagli altri, non si tratta infatti di un articolo scritto ai soci e lettori ma di un documento che, in occasione della consultazione aperta dal Governo sulle “Linee
Guida per una riforma del Terzo Settore”,
abbiamo ritenuto opportuno inviare alla
Presidenza del Consiglio dei Ministri alcune note di commento, come contributo di CADIAI alla discussione in atto.
Lo riportiamo di seguito nella sua interezza.
Gentilissima Presidenza del Consiglio
dei Ministri,
cogliamo con molto piacere ed interesse l’opportunità che ci viene offerta con questa consultazione aperta sul
documento inerente le “Linee Guida
per una Riforma del Terzo Settore”.
Si tratta infatti di un’occasione importante per poter esprimere il proprio
punto di vista e quindi di far pesare
le proprie esperienze e conoscenze
nell’ambito di un dibattito generale da
cui poi dovranno scaturire scelte molto
importanti per noi.
Come cooperativa sociale di Bologna,
aderente a Legacoop, abbiamo partecipato al confronto interno che ha
portato all’elaborazione dei contributi
prodotti a livello regionale e provinciale e a quelli ci richiamiamo per la valutazione complessiva sui diversi temi e
aspetti trattati dalle Linee Guida.
Ci è sembrato però importante portate anche il nostro singolare contributo, come soggetto presente e attivo sul
territorio, come realtà che direttamente ogni giorno si impegna nello sviluppo dei servizi, nella cura dell’utenza,
nella promozione del benessere della
comunità.
CADIAI è una cooperativa sociale di tipo A attiva sul territorio della provincia
di Bologna daquarant’anni; siamo in
1.319 dipendenti più 60 liberi professionisti, i soci sono 892, il fatturato supera di poco i 40 milioni; i nostri servizi
sono rivolti a bambini, ragazzi, disabili
e anziani.
Solo due righe per dare l’idea della
complessità e solidità della nostra cooperativa ed è appunto da queste caratteristiche che vogliamo prendere
spunto per portare le nostre osservazioni, i nostri suggerimenti.
Siamo una cooperativa che come prima voce della propria mission ha scelto di mettere la tutela e la valorizzazione del lavoro sociale: lavoro regolare,
tutelato dall’applicazione integrale di
un CCNL, arricchito da un contratto territoriale di secondo livello.
L’applicazione di tutti gli istituti previsti
è costantemente monitorata dagli organi preposti e dai nostri committenti
nonché quotidianamente confrontata
con le Organizzazioni Sindacali con le
quali abbiamo un dialogo aperto e costruttivo, pur nel rispetto dei reciproci
ruoli.
Ai lavoratori assicuriamo la formazione
continua, la qualificazione professionale, i momenti interni di programmazione e verifica delle attività, la tutela
della salute e della sicurezza.
Come cooperativa abbiamo certificato il nostro Sistema Qualità, adottato il
modello organizzativo 231, elaborato
il Codice Etico, messo a punto le linee
guida per la Tutela della Privacy, applicato le procedure HACCP in tutti i nostri servizi. Redigiamo regolare bilancio civilistico controllato, oltre che dal
collegio sindacale, dalla società di revisione; redigiamo da molti anni il Bilancio Sociale, compreso il Bilancio Sociale Preventivo.
Tutto questo non per dire che siamo
bravi ma solo per sottolineare quanto impegnativo sia dotarsi e mantenere attive tutte queste prerogative per
poter agire in modo corretto, consapevole, positivo sul territorio, per poter essere un interlocutore affidabile e
autorevole sia per la Pubblica Amministrazione, nostro principale “cliente”
ma anche nostro principale interlocu-
editoriale
numero 44
giugno 2014
tore politico, che per gli utenti e le loro famiglie.
Se, come si dice nelle linee guida, uno
degli obiettivi di questa Riforma vuole
essere “… valorizzare lo straordinario
potenziale di crescita occupazionale
insito nell’economia sociale e nelle attività svolte dal terzo settore” allora è importante supportare, rinforzare queste
forme di lavoro regolare e tutelarle rispetto al proliferare proprio in questo
settore di forme di lavoro irregolare.
In questo lungo periodo di crisi e riduzione drastica delle disponibilità economiche delle Pubbliche Amministrazioni, assistiamo sempre più spesso al
ridursi di importati ambiti di attività
per il ricorso a forme di collaborazione
con il volontariato e l’associazionismo
che poi in alcuni casi la stessa Direzione Territoriale del Lavoro rileva come
forme di lavoro subordinato nascosto; proliferano le cooperativa sociali spurie, ovvero quelle realtà aziendali strumentalmente costituite in forma
cooperativa e che di cooperativo non
hanno nulla, che proprio in virtù di un
uso strumentale e distorto del rapporto socio/cooperativa adottano forme
di lavoro precarie e sottopagate, acquisendo però in tal modo la possibilità di
proporsi sul “mercato” con tariffe al limite della legalità.
Per questo condividiamo appieno la
prima delle Linee Guida esposte nel
documento: Ricostruire le fondamenta giuridiche, definire i confini e
separare il grano dal loglio.
Vogliamo sottolineare la priorità di
questo obiettivo, da cui poi discende
la possibilità effettiva di raggiungere
anche molti degli altri obiettivi indicati nel documento. Perché è certo positivo introdurre incentivi e misure di
sostegno economico, pubbliche e private, rivolte ai soggetti impegnati nel
Terzo Settore ma è altrettanto necessario arrivare a definire bene la qualità
dei diversi soggetti in campo, in modo
tale da distinguere gli autentici dagli
1
numero 44
giugno 2014
in copertina
in copertina
in copertina
Verso il
quarantesimo:
stiamo lavorando
per noi!
Di Raffaele Montanarella,
operatore socio sanitario
Ci siamo quasi.
Fra pochissimo la tua e la mia cooperativa festeggerà il suo compleanno.
Non parliamo di un anniversario qualunque, ma la celebrazione del suo
quarantesimo anniversario.
Inutile sottolineare l’importanza della
ricorrenza, tanta importante quanto
unica, proprio per la sua età anagrafica, essendo la Nostra, la più antica cooperativa sociale del Paese.
Essere attivi sul proprio territorio, per
scelta, per una durata così estesa, implica valutazioni profonde che vanno
aldilà della conta numerica temporale.
CADIAI è cresciuta, ha conquistato di
fatto negli anni, rispetto e fiducia proponendo lavoro e servizi, ingrandendosi ed espandendosi, si è radicata nel
tessuto sociale e al territorio del bolognese, dalla giovane pioniera della
metà degli anni settanta, alla matura
quarantenne pronta per affrontare i
cambiamenti sociali e il welfare del futuro.
Ma la ricorrenza di cui parliamo, non é
né una ricorrenza autocelebrativa, né
tantomeno, nel periodo difficoltoso
in cui viviamo e operiamo, un evento
inappropriatamente pomposo.
Questa è la festa di CADIAI.
La festa di una cooperativa.
La festa di una cooperativa sociale.
Perciò è la festa delle persone che la
compongono.
Sì la mia e la tua.
Se CADIAI fosse una ruota, noi saremmo i suoi raggi.
Semplice.
L’essenza stessa della cooperazione è il
senso stesso della democrazia.
Partecipazione.
La partecipazione all’interno della cooperativa è la linfa che nutre il suo movimento, che la fa arricchire e progredire e la rende sempre attiva.
Se già partecipi sai a cosa mi riferisco.
Se collabori con altri soci ad un gruppo, se hai partecipato ad un evento o
ad un incontro, se hai anche solo consigliato di partecipare, sai a cosa mi riferisco.
Alla possibilità di rendere la tua visione condivisa, la possibilità di capire come i lavori si intreccino, la possibilità di
renderti utile e infine di riconoscerti in
essa.
Hai la possibilità di specchiarti nel tuo
lavoro e negli altri raggi della ruota.
Se ci pensi bene, non è così usuale.
Io ho la possibilità di scriverti adesso,
socio e collega.
Ho la possibilità di dirti che se non partecipi ti privi di qualcosa.
No, non prenderla male.
Lo so che non è un momento facile.
Corriamo sempre.
Se hai tempo per fermarti e pensare,
forse è bene che tu ti renda conto che
quisiti sostanziali che devono avere gli
enti no profit, bene definire requisiti in
merito a modelli organizzativi, gestione economica e forme di governance. Soprattutto però occorre definire
ed esercitare con costanza opportune
forme di controllo e di sanzionamento. Anche la regola più chiara e corretta è del tutto inefficacie se non vi sono
conseguenze per chi la trasgredisce.
Noi ci sentiamo appieno parte di
quell’Italia “…generosa e laboriosa, che
tutti i giorni opera silenziosamente per
migliorare la qualità della vita delle per-
sone”, di cui parlano le Linee Guida nel
testo di apertura. Vogliamo continuare a farlo, con impegno e competenza, avendo fatto di questo obiettivo il
centro del nostro lavoro. Auspichiamo
che i provvedimenti legislativi che deriveranno da questa iniziativa siano in
grado di tutelare e valorizzare questo
nostro apporto, come parte integrante
del prezioso contributo di tutti gli enti
del Terzo Settore.
... segue da pagina 1
strumentali; ed è altrettanto necessario avere piena consapevolezza dei diversi oneri e adempimenti che ciascuna
categoria di soggetti deve sostenere,
onde evitare che se mai un provvedimento intenzionalmente egualitario,
declinato in una realtà così variegata, finisca per amplificare le differenze o favorire/sfavorire in modo iniquo alcune
categorie di soggetti.
In particolare ci preme sottolineare la
necessità di definire strumenti utili a
scoraggiare la proliferazione delle
cooperative spurie: bene definire i re-
2
Bologna, 13 Giugno 2014
in copertina
in copertina
in copertina
te la meriti una festa.
Ti meriti di parteciparci.
Di dare il tuo aiuto a renderla tua.
Anche tua.
Magari sai suonare o cantare, magari
balli o fai video, magari ti piace avere
le forbici e la puntatrice in mano per
fare dei festoni, oppure ti piace occuparti delle attività dei bimbi o addirittura organizzare memorabili macchinate e gite.
O meglio ancora non sai fare nulla di
tutto ciò, ma conosci un collega che
potrebbe dare una mano.
Perché anche un consiglio è partecipazione.
Quel che puoi fare è più semplice di
quanto credi.
La festa sarà il 28/09/2014 a Villa Edvige Garagnani di Zola Predosa.
I gruppi di organizzazione si sono formati e stanno reperendo tutti e tutto
ciò che servirà per festeggiare.
Di seguito troverai gli indirizzi e-mail
dei coordinatori dei gruppi.
Se ci pensi non manca molto alla nostra festa.
Ti si chiede di fare quello che ti piace
fare, per festeggiare la cooperativa in
cui lavori.
Se ci pensi bene, non è così usuale.
Ci sono moltissimi modi per organizzare, suonare, ballare ed eccetera.
Qui si parla del tuo modo.
Anche del tuo.
Quanto più è plurale l’identità di un
gruppo di persone, tanto più sarà unica.
Per definizione.
E l’unicità è essere se stessi.
CADIAI per essere se stessa, ha bisogno di te.
Per definizione.
Per identità.
Che poi è la tua e la mia.
E dopo un articolo di copertina piuttosto diverso dall’usuale, un articolo di copertina che prova a far percepire il clima
sotteso a questa festa, a questo lavorare
volontariamente ma in allegria alla sua
organizzazione, alcune informazioni pratiche. Elenchiamo i gruppi di lavoro che
si sono formati per la festa e a cui è possibile aderire contattando i responsabili o
Giulia Casarini in sede (051 7419001).
• Gruppo di lavoro sulla musica:
Referente Raffaele Montanarella
([email protected])
• Gruppo di lavoro sul ballo:
Referente Mara Ceccarelli
([email protected])
• Gruppo di lavoro laboratori per bambini:
Referente Laura Piana
([email protected])
numero 44
giugno 2014
• Gruppo di lavoro montaggio video:
Referente Mariangela Piccinelli
([email protected])
• Gruppo di lavoro per allestimento e
creazione festoni:
Referente Imma Massesio
([email protected])
• Gruppo di lavoro trasporto e car sharing:
Referente Antonia Piazzi
([email protected])
3
numero 44
giugno 2014
Uomini e donne,
due diverse
formae mentis
Una analisi dei punti di forza
e di debolezza nel ricoprire
i ruoli di potere.
Di Lara Furieri, Responsabile della Politiche
di Pari Opportunità
Nello scorso articolo abbiamo riflettuto su come le differenze tra i diversi stili di leadership, maschile e femminile, se attentamente integrati,
possano diventare un valore aggiunto all’interno di un’azienda. Nell’ottica
di un’integrazione positiva di questi
due modelli, storicamente e culturalmente contrapposti, è utile analizzare quali siano nel dettaglio queste
due diverse modalità di approccio
nell’ambiente lavorativo.
Partendo dal presupposto che ciascun
individuo racchiude in sé una modalità di pensiero maschile ed una femminile, i testi di psicologia ci dimostrano
come ci sia davvero una diversa forma
mentis che sottende alla modalità di
agire: quella maschile, concreta, diretta, che ha sempre una maggiore propensione al rischio ed ha l’obiettivo, in
un gruppo di pari, di poter emergere
come “il migliore” mantenendo la sfida molto aperta sul risultato; viceversa
la modalità femminile vede una maggior propensione alla valutazione del
rischio, un’attenzione a dimostrare di
essere competente sull’argomento, ed
una sfida sul significato, più che sul risultato.
Riporto qui di seguito, perché ritengo
interessante da valutare, le due diverse modalità di pensiero femminile e
maschile e le loro più spiccate propensioni:
Pensiero maschile
4
pari opportunità
pari
opportunità
pari opportunità
MAGGIORE PROPENSIONE A
• Concentrarsi su di un solo obiettivo
alla volta
• Ragionare in modo sequenziale (risolvendo il problema partendo dalle considerazioni che sembrano più
ovvie)
• Prendere decisioni il più possibile rapide
• Agire la gerarchia formale e far valere i rapporti di potere
• Lavorare da soli (è più importante
l’auto motivazione che lo sforzo di
gruppo)
• Evitare di chiedere aiuto e di offrirne
• Ottenere una ricompensa per i risultati raggiunti (piuttosto che ottenere un riconoscimento per il proprio
impegno)
• Tenersi per sé le informazioni, fino a
quando non si ritiene che siano utili
• Nella negoziazione puntare di più alla soluzione win-loose (competitiva)
piuttosto che win-win (integrativa)
• Andare subito al sodo, pensando
meno alla forma
• Utilizzare modalità comunicative
più dirette
• Isolare gli aspetti personali da quelli
lavorativi.
Pensiero femminile
MAGGIORE PROPENSIONE A
• Gestire più obiettivi alla volta
• Ragionare in modo non sequenziale, cercando di individuare aspetti o
connessioni tra le diverse questioni
• Fare domande per esplorare la situazione e le possibili conseguenze delle scelte
• Strutturare relazioni maggiormente
inclusive ed orizzontali
• Lavorare in gruppo o collaborare
(più importante l’impegno profuso
ed i sacrifici fatti con il gruppo che
l’auto motivazione)
• Offrire aiuto anche se non richiesto,
come segno di interesse. Aspettarsi
di essere aiutata
• Ottenere una riconoscimento per
•
•
•
•
l’impegno profuso nel raggiungere
un obiettivo (piuttosto che ottenere
un ricompensa per il risultato)
Diffondere le informazioni, in quanto potenzialmente utili al gruppo
Nella negoziazione puntare di più
alla soluzione win-win, evitando le
situazioni troppo competitive usare forme indirette, anche di potere,
piuttosto che dirette. Evitare di dire
«IO»
cadere nella trappola della pretesa e
della lettura del pensiero
Integrare contenuto e relazione, maggiore difficoltà a scindere le questioni dalle relazioni.
Oltre a queste caratteristiche che sembrano ormai assodate, vari studi dimostrano come le donne abbiano una
maggior attenzione allo sviluppo delle
persone, siano maggiormente in grado di determinare aspettative e ricompense e definiscano chiaramente dei
modelli di ruolo con processi decisionali partecipativi; gli uomini sono invece più orientati ad un processo decisionale individuale e ad un uso del
controllo e delle azioni correttive.
La figura di leader femminile definisce la propria leadership in base
alla forza ed al potere delle sue reti di relazioni, consapevole delle specifiche necessità del gruppo e dei singoli individui e di come questi fattori
possano incidere sull’organizzazione; sempre femminile è la capacità di
decentrare la pianificazione e condividere l’attività decisionale, riesce ad
identificarsi, ad incoraggiare e a lodare apertamente gli altri cercando di risolvere i conflitti emotivi attraverso la
comunicazione. L’uomo definisce la
propria leadership in base ai suoi
personali successi ed è più attento
al livello macro dell’azienda (necessità finanziarie ed organizzative) e non
altrettanto al livello individuale, ha bisogno di un’attività decisionale gerarchica e promuove soluzioni autonome
1974>quarant’anni
2014
di cooperativa
numero 44
giugno 2014
Proseguiamo la rubrica, che ci accompagnerà fino al 40esimo anniversario della CADIAI, in cui
raccoglieremo testimonianze di soci della Cooperativa, del loro percorso e del senso che ognuno
dà all’essere soci. A cura di Alba Piolanti, insegnante in pensione, con una profonda passione e
curiosità per la storia bolognese intrecciata a quella delle donne.
Soci perché…
di Alba Piolanti
ore frontali settimanali. Mi occupo in
particolare di bimbi con Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA), bimbi
cioè con lievi problematiche relative al
linguaggio o al metodo di studio. È un
lavoro molto entusiasmante stare così
con i ragazzi.
Ci puoi illustrare brevemente l’incarico che ricopri all’interno di CADIAI
Sono in CADIAI dal 2004 quando ho
cominciato il servizio civile al Nido
“Maria Trebbi” di San Lazzaro. Nel 2007
ho chiesto di essere trasferita al Servizio Territoriale e sono stata assunta a
tempo indeterminato nei Servizi Educativi Territoriali di Neuropsichiatria
infantile. Così mi occupo di ragazzi dai
sei ai diciotto anni che sono organizzati in piccoli gruppi, in orario pomeridiano e serale. Siamo in coppia educativa, cioè educatore ed educatrice.
I gruppi hanno diverse tipologie che
tendenzialmente si formano in base
all’età e alla diagnosi.
Questo incarico mi occupa per circa 15
ore settimanali e poi ho un incarico ad
Anzola, la mattina, in una struttura scolastica, nella scuola elementare, per 18
2) Soffermiamoci ora un po’ sul tuo
rapporto con la cooperativa.
All’inizio, appena sono entrata in CADIAI, non avevo ben capito cosa fosse una cooperativa, ma in seguito mi
sono resa conto del ruolo fondamentale di CADIAI nella rete di servizi.
Ad esempio la sede principale di via
Boldrini, soprattutto per noi che siamo
sul territorio, mi sembrava lontana ma
poi partecipando all’Assemblea dei soci, ho potuto constatare lo spirito cooperativo di CADIAI. Qui si studiano
strategie, si elaborano teorie per noi
che siamo fuori, si conoscono altri colleghi, si capisce di non essere soli, ma
che CADIAI è una garanzia di affidabilità, che c’è dietro un’organizzazione interna che regge il peso delle gare
d’appalto e di tutto il resto. Noi, oltre
al rapporto con i ragazzi, siamo chia-
Intervista a Daniela Massabeti,
educatrice
mati a confrontarci con l’Asl, con i genitori e in quelle occasioni dobbiamo
rispondere del nostro lavoro. Per questo io dico che noi siamo educatori di
frontiera.
3) Quali consigli e suggerimenti daresti ad un/a giovane che desideri lavorare nel sociale?
Prima di tutto direi che sono necessari
interesse e passione per questo genere di lavoro, in cui è la pratica che dà
l’immagine di te.
Chi si vuole avvicinare ad un lavoro di
questo genere, deve sapere che si tratta di un percorso ad ostacoli, che l’esperienza è quella che forma a livello
professionale la persona e che la meritocrazia ce la danno i ragazzi. n
... segue da pagina 4
ai problemi, avendo sempre un buon
controllo sull’emotività.
È chiaro che in ciascuno dei due modelli ci sono elementi positivi e altri
meno, che cosa ostacola quindi una
corretta integrazione per una modalità più funzionale nella gestione della
leadership?
La risposta sta nel rapporto con il potere:
• il potere in azienda è, generalmente, detenuto da uomini, e si esprime
con codici, finalità e modalità d’azione maschili
• assume facilmente caratteri di dominio, di controllo, di autoreferenzialità, di arbitrio. Le donne spesso
sono restie a ruoli di potere perché
lì si scontrano con questa concezione del potere, con questo stile dominante a cui si sentono estranee.
Entrare nei luoghi del potere aziendale sembra dunque richiedere l’adattamento a modalità e a meccanismi in
cui non si ritrovano, con un elemento
pesante di forzatura di sé. Per questo
le donne sono presenti tra i ruoli, anche molto alti, dove comunque conta
la competenza professionale, ma senza esercitare un ruolo di esercizio del
potere.
È possibile che le donne imparino a
gestire e non temere il potere?
Un percorso di pari opportunità deve
tener conto anche di questo. n
5
numero 44
giugno 2014
cooperazione
cooperazione
cooperazione
Quando
un’Assemblea di
Bilancio diventa
un’opportunità
di confronto e
conoscenza
Le Assemblee del Consorzio
InRete e Immobiliare Navile
si sono tenute a Goro, presso
il Consorzio cooperativo dei
Pescatori.
Di Fatma Pizzirani, Direttore Generale
Lo scorso 16 Maggio, presso il Consorzio dei Pescatori di Goro, si sono tenute le Assemblee, per l’approvazione
del Bilancio 2013, del Consorzio InRete e delle società collegate: Consorzio Casa Serena e Immobiliare Navile. Ci ha invitato a tenerle presso questa
sede inusuale il loro Direttore, Massimo Buriani, che vi lavora a tempo parziale avendo contestualmente l’incarico
di Amministratore Delegato del Consorzio InRete. Franca Guglielmetti, nella sua
qualità di Presidente uscente del Consorzio, ed io, in qualità di consigliere,
insieme ai consiglieri e rappresentanti
delle altre Cooperative, CoopFond, Coopselios, Cidas, Gulliver e Proges ed
ad alcuni membri dei collegi sindacali,
vi abbiamo aderito con piacere.
Massimo Buriani ha colto l’occasione
per condividere con noi un’altra espe-
6
rienza cooperativa sicuramente diversa dalla nostra attività: la pesca anziché
i servizi. Pur nella differenza, viene condiviso lo stesso scopo ossia garantire le
migliori condizioni di lavoro ai soci e la
massima attenzione alla qualità della loro produzione: cozze e vongole anziché
servizi socio sanitari.
Abbiamo visitato, adeguatamente “vestiti” per non alterare le condizioni igieniche degli ambienti, il loro rinnovato
capannone in cui si trovano due distinte
zone; una per la lavorazione della cozze
e una per quella delle vongole e, al centro, gli spazi di servizio per i lavoratori e
l’importante laboratorio di analisi.
L’organizzazione dell’attività, che segue
controlli rigorosi per una qualità certifica, è gestita con l’ausilio di un software
specifico, che assicura la tracciabilità integrale del prodotto sino al consumatore, ma anche la gestione degli ordini e
delle spedizioni, effettuando quindi la
raccolta esclusivamente sulla base delle richieste della clientela, anche estera,
senza creare invenduto ed evitando di
depauperare gli allevamenti.
Tutta la filiera del prodotto, a partire dalla qualità delle acque di pesca, effettuata esclusivamente nella sacca di Goro,
del trattamento del prodotto nello stabilimento,
con acqua di mare microfiltrata e recuperata,
nel minor tempo necessario a garantire le migliori condizioni organolettiche del prodotto, è
costantemente controllato da un biologo e da
dei tecnici del laboratorio di analisi presenti nello stabilimento.
Dopo la visita dello stabilimento (sembrava di essere in un collegamento di
Linea Verde!) si sono tenute le Assemblee e abbiamo approvato con soddisfazione i Bilanci 2013 delle società InRete, Casa Serena e Immobiliare
Navile, che hanno tutte chiuso con un
utile d’esercizio.
Abbiamo anche rinnovato il Consiglio
d’Amministrazione di InRete e nominato il nuovo Presidente e il nuovo vicepresidente nelle persone rispettivamente nelle persone di Guido Coscia della
Cooperativa Proges e Massimo Ascari
della Cooperativa Gulliver, nello spirito
di rotazione delle cariche tra le Cooperative Sociali In qualità di Amministratore Delegato è stato confermato Massimo Buriani.
A completamento della piacevole giornata, non è mancata una buona degustazione del pescato della zona, in particolare cozze e vongole veraci, ed infine
una gita naturalistica in barca nella laguna salmastra di Goro!
Una bella giornata, possiamo dire alternativa, che è stata utile anche per un confronto tra realtà diverse ma che condividono comunque l’agire cooperativo. n
progetti internazionali
progetti
internazionali
progetti internazionali
Due nuove tappe
internazionali per
il progetto For.C.A.
I ragazzi coinvolti nel progetto
sono volati in Portogallo e in
Spagna per costruire percorsi
di cittadinanza attiva.
Di Lara Furieri,
Responsabile Progetti Internazionali
Il progetto europeo “For.C.A.”, in conformità con le priorità dell’Unione Europea di quest’anno - l’anno europeo
della cittadinanza - si propone di studiare e verificare l’attuazione della
Convenzione ONU (Convenzione sui
diritti delle persone con disabilità Nazioni Unite), ponendo particolare attenzione all’articolo 29 – concentrato
sull’aspetto della partecipazione attiva delle persone nei diversi contesti
dei rispettivi luoghi di vita. Per questo,
fino ad oggi, insieme ad una ventina di
ragazzi disabili di CADIAI si sono individuate e discusse buone pratiche intorno a due temi: dimostrazione dei
diritti di cittadinanza delle persone disabili nei loro contesti di vita e in quelli
di lavoro, attraverso un approccio partecipativo ed inclusivo. L’assunto principale del progetto è che l’inclusione
delle persone con disabilità abbia un
impatto positivo sulla qualità della vita dei disabili, e di conseguenza possa
migliorare la qualità della vita di tutta
la società.
Dopo il primo meeting che si è svolto a Bologna il 10 e 11 Dicembre 2013,
durante il quale i nostri ragazzi hanno
accolto gli ospiti europei, che ora sono diventati “gli amici europei”, ci sono
stati altri due incontri: uno in Portogallo e l’altro in Spagna.
Il 24 e 25 Marzo 2014 in Portogallo si
è lavorato su dinamiche di gruppo re-
lative al tema “Noi e la cittadinanza”;
sono emerse una serie di tematiche
(votazione, gestione del denaro, alloggio, relazione affettiva...), e ciascuno ha identificato un tema prioritario
per se stesso e da qui, supportati da diverse modalità interattive, si è discusso rispetto ai dubbi, alle curiosità e alle
domande dei singoli, davvero un’esperienza molto interessante ed istruttiva per tutti!
I ragazzi, tra le varie cose interessanti
che hanno fatto, hanno incontrato un
Assessore Comunale di Sintra che ha
presentato il lavoro di collaborazione
tra il Municipio e il CECD (Associazione che si occupa di ragazzi disabili in
Portogallo), portando diverse testimonianze sull’impatto che questo percorso ha avuto nella società.
Frutto di questo incontro e del successivo che si è svolto in Spagna Il 21 e 22
Maggio, è stato un documento di lavoro che lega ogni tema prioritario (individuato dai ragazzi) con una sezione
della convenzione internazionale sui
diritti umani delle persone con disabilità, e insieme ci si è confrontati, evidenziando gli ostacoli alla realizzazione degli stessi diritti.
Gli articoli su cui si è focalizzata l’attenzione sono stati:
• art. 16: diritto di non essere sottoposto a sfruttamento, violenze
e abusi
• art. 29: partecipazione alla vita
politica e alla vita pubblica
• art. 12: uguale riconoscimento
dinanzi alla legge
• art. 19: vita indipendente e inclusione nella società
• art. 21: libertà di espressione e di
opinione.
Gli obiettivi, ridefiniti dopo i primi sei
mesi di lavoro, che ci accompagneranno nelle prossime visite europee saranno i seguenti:
• aumentare la presenza al processo
di partecipazione nella governance
locale e attuare i diritti stabiliti per le
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persone con disabilità;
• identificare le pratiche innovative
che promuovano la partecipazione
e l’inclusione nella società e nella
vita pubblica, in termini di spazi di
dialogo tra le autorità locali e i rappresentanti delle persone con disabilità;
• rafforzare le capacità delle persone
con disabilità attraverso la sperimentazione di strumenti tecnologici, che consentano loro di avere
accesso alle informazione e di comunicare in modo più semplificato;
• coinvolgere attivamente le persone
con disabilità nello sviluppo delle
raccomandazioni da proporre alla
pubblica amministrazione locale, in
modo che i principi individuati possano tradursi in pratiche innovative
e concrete;
• favorire pratiche più innovative per
il confronto e lo scambio di buone
pratiche anche a livello locale.
Sono sicuramente obiettivi ambiziosi,
ma il gruppo di ragazzi ed educatori
coinvolti sono davvero competenti e
motivati, due ingredienti fondamentali per una buona riuscita! n
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Come è cambiato il
modello dei Nidi
negli ultimi 10 anni
Di Daria Quaglia, pedagogista
Certo dieci anni nella vita delle persone sono tanti, ma anche nella vita di
una cooperativa non sono pochi considerando la durata media delle aziende nel nostro Paese e di questo, della
nostra tenuta e della capacità di tutti noi di progredire, dobbiamo certamente andare fieri.
Nel 2004 gestivamo un piccolo gruppo di Nidi, cresciuti in fretta negli anni successivi fino al numero cospicuo
di servizi che gestiamo oggi. Eravamo
un gruppo di educatrici, di coordinatrici gestionali ed un’unica pedagogista che implementavano un modello
che risultava all’avanguardia nel paesaggio dei Nidi d’Infanzia della provincia di Bologna. Eravamo convinte
8
monografia
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che la partecipazione delle famiglie e
la conciliazione dei tempi di vita e di
lavoro, in particolare delle donne, dovesse essere uno dei temi centrali dei
nostri progetti pedagogici per questo abbiamo inventato la flessibilità.
Oggi appare scontata, ma allora suscitò non poche perplessità nei colleghi
dei Nidi pubblici. La flessibilità, molto
apprezzata dalle famiglie, permise ai
genitori che avevano orari di lavoro
differenziati di restare con i loro figli
un tempo più lungo, di potersi riappropriare di ritmi distesi e a misura
di bambino. Nei nostri Nidi i genitori
venivano accolti nei loro bisogni non
standardizzati, cercavamo di dare risposte personalizzate. Abbiamo aperto lo sportello di ascolto per i genitori, un luogo nel quale potevano e
possono trovare uno scambio, non solo un esperto di educazione, ma una
persona che dialoga alla pari e che rinforza gli aspetti positivi del progetto
educativo della famiglia che c’è sempre per quanto possa essere inconsapevole.
Poi il tempo passava, arrivarono i Nidi
più ambiti, quelli in project financing,
che ci permisero una vera sperimentazione, anche lontana dal modello emiliano, ma non bastava più un’unica pe-
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adeguava gli spazi pensando all’ambiente come luogo di scoperta del sé
del bambino dove è il bambino ad agire a scegliere e soprattutto a sviluppare la sua azione.
Così i Nidi si sono riempiti di materiali
poco strutturati, hanno smesso di fare
i lavoretti da consegnare ai genitori, gli
spazi ampi e vuoti del salone per l’attività motoria si sono trasformati in un
luogo pieno di esperienze.
I bambini sono circondati da spazi ordinati, belli e anche i giocattoli sono
cambiati, sono scelti spesso di legno
e studiati pensando all’età dei bambini
che li dovranno utilizzare. Tutto questo non è facile: il percorso è appena
iniziato e gli ostacoli sono tanti, i bambini non sono abituati all’ordine, e i genitori tendono a non costruire confini,
spesso vivono in un tutto indistinto,
ma quando presentiamo il nostro progetto e spieghiamo loro l’importanza
delle cose che stiamo facendo sono
spesso entusiasti. Tutto continua ancora a cambiare, il lavoro con le scatole azzurre, l’utilizzo dei giardini in ogni
momento dell’anno e con ogni stagione e anche continuare a riflettere, ad
osservare i bambini per capirli meglio.
La qualità non è acquisita per sempre;
è un lungo inesauribile lavoro. n
dagogista e arrivarono piano piano
i colleghi. Si formò il coordinamento pedagogico CADIAI che portò ad
uno scambio di pensieri e saperi che
aprirono un nuovo sentiero non facile né per noi né per i servizi, ma ci avvicinammo ad un approccio talmente
interessante che oggi alcuni Distretti stanno adottando la stessa formazione. I servizi lentamente iniziarono a cambiare con l’aiuto di docenti
che continuano ad essere importanti
per noi come Mariapia Fini e Manuela
Cocever, l’ottica fu centrata più sulle cure e l’importanza di risposte
che partissero dall’osservazione del
bambino e dei suoi bisogni, l’educatrice non era più colei che dirigeva
le esperienze dei bambini, ma colei
che metteva i bambini nelle condizioni di fare esperienze in autonomia, colei che sceglieva i materiali e
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verso il 40esimo
verso
il
40esimo
verso il 40esimo
Come già descritto in altre occasioni, CADIAI, in occasione dei suoi 40 anni, ha voluto coinvolgere
i soci e dipendenti in un percorso formativo che andasse a delineare come viene immaginato e
percepito il welfare nel futuro. Riportiamo quindi un primo esito di questo corso attraverso due
voci, quella del docente che lo ha condotto, e di un collega che vi ha partecipato.
Immaginiamo il
welfare di domani
Per i 40 anni di CADIAI è
stata ideata una formazione
per riflettere sul futuro della
Cooperativa.
di Tito Menzani, professore a contratto,
Scuola di Economia, Management e Statistica,
Università degli Studi di Bologna
Nel 1974, quando è nata CADIAI, il
welfare era molto differente da ciò che
sarebbe stato nel 1994. Così come il
welfare del 1994 appare differente da
quello di oggi. Pur se ci sono state importanti trasformazioni, non solo CADIAI è ancora viva e vegeta, ma nel
frattempo è diventata un punto di riferimento territoriale per i servizi di welfare, in termini di qualità e di capacità
innovativa. Ciò significa che CADIAI ha
ben interpretato la propria missione, e
non si è saputa solo adeguare ai cambiamenti in atto, ma in tanti casi è stata evidentemente capace di prevederli
e di anticiparli.
Tutto ciò non è merito di una persona, di due persone, di dieci persone. È
merito di tutti coloro che hanno dato
il proprio personale contributo in quarant’anni di storia; e questo contributo
non è stato solo “fare il proprio dovere,
in ossequio agli obblighi che competono al lavoratore”. È stato qualcosa di
più, che possiamo chiamare “partecipazione”. CADIAI è una cooperativa. E
i soci ne sono i proprietari: una sorta di
imprenditore collettivo che si dà una
gerarchia, dei ruoli, delle regole, che si
10
impone di essere efficiente ed efficace.
E la partecipazione di ognuno – in termini di proposte, di idee, di orgoglio
identitario, di sentimento di appartenenza, di profilo etico – è una sorta di
valore aggiunto.
Il progetto formativo “Immaginiamo
il welfare di domani” ha messo al centro proprio tutto ciò. Chi lavora in CADIAI come pensa che sarà il welfare
del 2024? Un campione rappresentativo di soci e non soci ha lavorato proprio su questo, perché chi capisce cosa
occorre fare oggi per prepararsi al domani ha maggiori probabilità di battere la concorrenza. Proprio per questo i
circa sessanta partecipanti hanno dovuto fare uno sforzo per essere realisti,
e quindi evitare di raccontare il futuro
che avrebbero voluto, per ritrarre, invece, quello che verosimilmente si potrà materializzare. Il progetto è stato
articolato lungo una serie di momenti differenti - lezioni frontali, dibattiti, world café, esercizi individuali e di
gruppo - nel dichiarato scopo di trasmettere ai soci delle informazioni sul
welfare e sulla sua storia, sulla distintività del movimento cooperativo, sulle dinamiche dell’innovazione sociale,
per poi riavere indietro il punto di vista
dei partecipanti.
In estrema sintesi, e fatte salve varie
eccezioni, chi lavora in CADIAI prevede che il welfare continuerà ad evolvere, con lo Stato e la società civile a
presidiare alcune aree più importanti, nel tentativo di evitare un ridimensionamento complessivo, che in parte
potrebbe purtroppo esserci. I servizi erogati in maniera diretta attraverso il personale pubblico potrebbero diminuire ulteriormente, lasciando
maggiore spazio per l’azione di imprese private o cooperative. Il ruolo
della donna è immaginato in ascesa,
con maggiori responsabilità, e una più
concreta presenza in ruoli dirigenziali
e intermedi.
Il rischio principale che si percepisce,
infine, è quello di uno svuotamento della funzione sociale dei servizi, all’insegna di un welfare con bassi
costi e bassa qualità, senza attenzione specifica agli utenti. E per scongiurare questa e altre derive – ci dicono
i partecipanti – è necessario formare
e informare tutti i cittadini del valore
sociale e civile di un sistema pensato
per migliorare la qualità della vita delle persone e per dare tutela alla fasce
deboli; e allo stesso tempo incaricare
la classe politica di prestare attenzione al contenuto dei servizi, alla professionalità di chi ci lavora, al ruolo che il
welfare ha nell’evitare altri e più gravi
costi sociali.
Desidero ringraziare tutti i corsisti per
avere “partecipato”: non nel senso di
essere stati presenti, ma di avere interagito e, dunque, consentito a mettere
in atto il processo generativo. Se Tizio
ha una mela e Caio ha una mela, e se la
scambiano, ognuno continua ad avere una mela. Se Tizio ha un’idea e Caio ha un’idea, e se la scambiano, ognuno ha due idee. Ma soprattutto – e qui
sta il processo generativo –, in entrambi, la sinergia tra l’idea iniziale e quella nuova produce una maturazione e
quindi un ulteriore aumento di conoscenza. Ecco perché credo fermamente che generativo e cooperativo siano
due facce della stessa medaglia. n
verso il 40esimo
verso
il
40esimo
verso il 40esimo
Il welfare di domani
visto da un operatore
Impressioni e suggestioni di
chi ha partecipato al corso di
formazione.
Di Giuseppe Lombardi, operatore
sociosanitario della Casa Residenza “La Torre”
Per festeggiare i 40 anni la CADIAI ha
organizzato una serie di eventi tra i
quali un corso di formazione.
A Marzo, infatti, è stato avviato un progetto relativo a come noi soci immaginiamo il welfare di domani.
Come cooperativa che eroga prestazioni sociosanitarie e altri servizi in
aree vicine, la CADIAI è interessata ai
cambiamenti della società e a comunicare i medesimi ai propri stakeholder.
Il progetto è nato quindi con l’obiettivo primario di elaborare un report
da sottoporre all’attenzione, prima
di tutto, di noi soci in un’iniziativa seminariale pubblica nel mese di Settembre.
L’obiettivo secondario era trasmettere informazioni importanti per la
nostra crescita professionale, rafforzare la cultura cooperativistica, favorire la partecipazione e cementare la coesione identitaria aziendale.
Attraverso quattro incontri abbiamo
avuto modo di riflettere sul welfare,
sul suo valore e sull’osservazione
dello stesso dalle varie angolazioni.
Partendo da un momento di conoscenza iniziale, soffermandoci su quello che ritenevamo importante nella vita, si è giunti alla conclusione che non
sempre l’interesse egoistico è automaticamente vantaggioso e che in tanti
casi e più proficuo cooperare. Obiettivo della nostra società è coniugare sviluppo economico e valori etici e che il
welfare è proprio il risultato di questo
incontro.
Nell’incontro con Matteo Troilo, docente di Storia Economica all’Università di Bologna e studioso di welfare,
sono stati analizzati tre principali modelli di welfare (scandinavo, tedesco,
statunitense) del Novecento: partire
dal welfare del passato per costruire il welfare del futuro.
L’esperienza ha permesso a noi partecipanti, tutti molto propositivi, di
metterci in gioco e giungere alla conclusione, provando a suggerire interventi migliorativi calati nel contesto
dell’attuale società, dopo un’attenta
analisi dei punti di forza e punti deboli, che grazie al welfare tutti i cittadini
potrebbero godere di diritti e servizi
sociali, assistenza sanitaria, pubblica
istruzione, indennità di disoccupazione, previdenza sociale miranti ad un
miglioramento della qualità della propria vita e di quella degli altri.
Non perdendo mai di vista gli obiettivi, il progetto è servito anche per socializzare fra di noi.
Non sono poi mancati momenti di allegria.
Potrei raccontare ad esempio quando
ci è stato chiesto quale personaggio
storico vissuto nel passato avremmo
voluto essere. Lì ci siamo scatenati, da
Maria Montessori a Mussolini, accompagnata da un’espressione di stupore
da parte di tutti.
Grazie al nostro docente, Tito, le ore
passate in aula e le lezioni erano sempre molto coinvolgenti e non ci sono
mai stati momenti in cui ci si annoiava.
Un altro momento molto interessante
è stato quando a turno i partecipanti
hanno pescato da una piccola urna dei
bigliettini, in ognuno dei quali era riportato un articolo della costituzione
italiana correlato al welfare.
Partecipare al progetto di come sarà il
welfare di domani è stata un’esperienza molto interessante e positiva sotto
tutti i punti di vista.
Come sarà il welfare di domani?
Immaginiamo di essere in una favo-
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la: grazie al welfare non ci saranno più
guerre, non ci saranno più discriminazioni, non ci sarà più la povertà, ci sarà
lavoro per tutti, tutti potranno godere
di una meritata tranquillità.
Torniamo alla realtà: io non lo so come sarà il welfare di domani, posso solo sperare che sia migliore (per quanto
possibile) di quello di oggi.
Un ringraziamento particolare al nostro docente Tito ed un augurio alla
CADIAI per i suoi quarant’ anni. n
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Gruppo di lavoro sul
welfare aziendale
CADIAI e Impronta Etica
affrontano un tema che sempre
più sta acquisendo importanza
nel panorama nazionale ed
europeo.
Il 29 Aprile scorso ha preso avvio un
Gruppo di lavoro sul welfare aziendale promosso da Impronta Etica in
collaborazione con CADIAI.
Si tratta di un percorso di tre incontri
durante i quali soci di Impronta Etica
avranno l’opportunità di confrontarsi
sul tema del welfare aziendale.
Impronta Etica è un’associazione senza scopo di lucro per la promozione e
lo sviluppo della sostenibilità e della
responsabilità sociale d’impresa (RSI),
di cui anche CADIAI è socia.
Tra le varie attività, l’associazione promuove gruppi di lavoro rivolti ai propri
associati per riflettere e sperimentare
progetti condivisi su temi quali innovazione, responsabilità sociale d’impresa e competitività sostenibile.
In occasione del suo quarantesimo anniversario, dedicato al tema del futuro sistema di welfare, CADIAI ha proposto a Impronta Etica di organizzare
in stretta collaborazione il presente
gruppo di lavoro; l’associazione ha
accolto con piacere l’invito, partendo
dalla volontà di offrire ai propri soci
la possibilità di un confronto aperto e
costruttivo sul tema.
Sono 12 i soci di Impronta Etica che
12
verso il 40esimo
verso
il
40esimo
verso il 40esimo
hanno risposto a questa iniziativa di
confronto sul tema partecipando al
primo incontro (ANCD, Camst, CMB,
Coop Adriatica, Coop Ansaloni,
Emilbanca, Granarolo, Gruppo Hera, IGD, Manutencoop, Nordiconad,
SCS Consulting).
Le motivazioni di fondo che spingono
oggi a trattare il tema del welfare investono l’intero quadro europeo: sin
dalla fine degli anni Novanta la Commissione europea ha esortato gli stati
membri a progettare nuove politiche
di welfare. Le profonde trasformazioni sociali, economiche e demografiche
hanno portato ad una progressiva riduzione della spesa pubblica in Europa in termini di welfare pubblico. In
questo contesto di crisi, nuovi attori,
tra cui le imprese, possono contribuire ed assumere un ruolo importante affiancandosi al sistema pubblico. In quali ambiti, secondo quali
logiche e attraverso quali azioni le imprese possono contribuire?
Impronta Etica e CADIAI durante gli incontri offrono l’opportunità ai partecipanti di interrogarsi a riguardo, condividendo le conoscenze apprese in
materia e gli strumenti sperimentati,
in modo da favorire uno scambio di
buone pratiche e di spunti di riflessione innovativi sul futuro del welfare.
In particolare, Impronta Etica, facendo
leva sui legami di network che già in
essere con imprese e organizzazioni,
attive in pratiche di responsabilità sociale sia a livello nazionale sia internazionale, permette di facilitare un confronto con testimonianze europee.
CADIAI, più specificatamente nella persona di Franca Guglielmetti, in
qualità di esperto sul tema, svolge un
importante ruolo di supporto mettendo a disposizione del gruppo di lavoro la propria conoscenza ed esperienza in materia.
Ci si propone di indagare i nuovi bisogni emergenti nello scenario europeo tra cui l’invecchiamento della
popolazione, l’incertezza del posto di
lavoro, l’instabilità dei nuclei famigliari, l’aumento dei neet (popolazione di
età compresa tra i 15 e i 29 anni che
non è né occupata né inserita in un
percorso di istruzione o di formazione).
Da qui condurre un’analisi di buone pratiche implementate da parte
di imprese europee e dei soci partecipanti in riferimento al welfare aziendale evidenziando l’importanza di perseguire un piano di welfare aziendale
in coerenza con la strategia di CSR.
Infine riflettere e condividere insieme come il ruolo delle imprese possa essere decisivo in questo preciso
momento storico, facendo emergere
eventuali spunti per percorsi di miglioramento per le imprese socie coinvolte nel gruppo di lavoro.
Lo scambio di idee tra le realtà imprenditoriali e di cooperazione presenti al
gruppo di lavoro rappresenta sicuramente il valore aggiunto dell’iniziativa.
I partecipanti concordano sull’importanza che oggi assume il creare rete
tra attori operanti su uno stesso territorio per: sperimentare strumenti
innovativi che sappiano rispondere
ai nuovi bisogni dei dipendenti; promuovere una collaborazione efficace nella gestione e nell’offerta di prodotti e/o servizi; dare voce ad idee
condivise verso le istituzioni in modo propositivo, in particolare rispetto
ai bisogni emergenti dei propri dipendenti.
I risultati, gli spunti di riflessione e i
possibili percorsi di miglioramento e
di innovazione che emergeranno dal
gruppo di lavoro saranno presentati durante l’evento di celebrazione del
40esimo anniversario di CADIAI e raccolti in un documento di sintesi del
percorso svolto. n
attività sociale
attività
sociale
attività sociale
CADIAI si racconta
con un vestito nuovo
Un nuovo strumento per
rendicontare in maniera
più diretta le attività della
Cooperativa.
Di Giulia Casarini, Servizio Attività Sociale,
Comunicazione e Ricerca
La comunicazione di ciò che CADIAI fa,
anno dopo anno, come ormai saprete
avviene attraverso vari strumenti che la
Cooperativa ha messo in campo: questo
stesso giornale, il sito web e, oltre al Bilancio di Esercizio, anche con una rendicontazione sociale puntuale e approfondita che viene fatta dal 1999 attraverso
il Bilancio Sociale Consuntivo. Questo approccio ha poi portato alla realizzazione del Bilancio Sociale Preventivo attraverso il quale vengono fissati gli
obiettivi per l’anno successivo. Questi
strumenti sono ormai consolidati, hanno
una coerenza e un valore che viene con-
fermato anche dei vari premi che hanno
vinto, come il Premio Quadrofedele e il
posto tra i finalisti all’Oscar di Bilancio.
Sono strumenti che non sono rimasti
sempre uguali, nel corso del tempo, ma
che hanno subito cambiamenti a seconda delle necessità di approfondimento
e con l’ottica di un miglioramento continuo, nello studio dei dati e delle informazione, ma allo stesso tempo del come
comunicare questi dati che spesso sono
complessi e decisamente articolati.
In questo senso, CADIAI ha partecipato
anche a gruppi di lavoro sul tema della
comunicazione, in particolare uno pro-
Percorsi di benessere
in Cooperativa
ta a questa nuova esperienza di gruppo.
Le lezioni sono tenute presso la nostra
Residenza Assistita “Parco del Navile” al
cui interno c’è una bella palestra con il
pavimento in legno e belle vetrate che si
affacciamo sul giardino.
Ci accoglie Annalita, la nostra insegnante, per trascorrere insieme due ore di piacevole relax.
Siamo un gruppo di undici ragazze over
50 e, grazie a questo corso, ho avuto modo di conoscere altre colleghe che lavorano al di fuori della sede di CADIAI.
Le lezioni, che hanno come sottofondo una musica rilassante, si articolano in
esercizi volti al benessere sia fisico che
mentale. La voce dolce, delicata di Annalita ci guida nei movimenti, insegnandoci ad occhi chiusi ad ascoltare questo
corpo che anche alla nostra età, come
Sono iniziati gli incontri che
CADIAI rivolge ai lavoratori
senior per contribuire a
migliorare la qualità della vita.
Di Donatella Masina, impiegata Settore
Prevenzione e Sicurezza
In occasione dei quarant’anni dalla nascita della Cooperativa, CADIAI ha voluto
offrire a tutte le socie dai 50 anni in su, un
corso, intitolato “Alla ricerca del proprio
benessere - Incontri dedicati alle donne
over 50”.
Ciò mi ha incuriosito e così mi sono iscrit-
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mosso da Impronta Etica
dal titolo “Comunicazione della sostenibilità: nuovi approcci e strumenti per
comunicare internamente
ed esternamente all’azienda”.
Questo percorso ha portato, quest’anno, in occasione del quarantesimo anno
della Cooperativa, a realizzare uno strumento nuovo
che ha lo scopo di rendere
più fruibili e immediati i dati del Bilancio
Sociale Consuntivo in un’ottica, appunto,
di miglioramento della comunicazione in
termini di semplicità ed efficacia.
Allo stesso tempo, in coerenza con una
particolare attenzione che CADIAI ha
sempre rivolto ai temi della sostenibilità ambientale, si è deciso di stampare solo questo folder pieghevole che illustra i
dati più significativi e non il Bilancio Sociale Consuntivo per esteso che, comunque, sarà disponibile online per chi volesse avere una informazione dettagliata e
completa. Siamo sempre noi, guardando
al futuro. n
per un’adolescente, subisce continui
cambiamenti. Poi piano piano apriamo
gli occhi, ci mettiamo in cerchio sedute
sul pavimento e, insieme, condividiamo
quelle che sono state le nostre sensazioni, emozioni percepite durante gli esercizi e, spesso, queste percezioni si traducono anche in piacevoli risate.
Sono due ore tutte nostre, al di fuori dal
caos, dalla fretta quotidiana. Il tempo
sembra andare più lento ed è tutto più
tranquillo, più rilassante, più sereno. A
fine corso siamo tutte più distese, sorridenti, piacevolmente più belle anche se
con i capelli un po’ “sgaruppati”. E poi via,
verso casa, in sella al motorino insieme
alla mia collega Livia e strada facendo tra
me e me penso: “Ma over 50 chi?!”. n
13
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Eletto il nuovo
Consiglio di
Amministrazione
Franca Guglielmetti
confermata Presidente
di CADIAI.
A cura della redazione
Le votazioni per il rinnovo del Consiglio
di Amministrazione hanno concluso un
iter, iniziato mesi or sono, che vogliamo
ripercorrere di seguito.
L’Assemblea dei Soci del 27 Marzo:
i criteri di composizione del Consiglio e la Commissione Elettorale
Vi hanno partecipato 122 soci e 37 soci
rappresentati con delega.
Sono stati deliberati i criteri di composizione del nuovo Consiglio di
Amministrazione:
• durata in carica: 3 anni;
• criteri di composizione:
attività sociale
attività
sociale
attività sociale
• 13 componenti;
• rappresentatività delle Aree produttive della Cooperativa, in misura proporzionale rispetto al numero di soci, espressa attraverso la presenza di:
-- 7 Consiglieri dell’Area Non Autosufficienza;
-- 4 Consiglieri dell’Area Educativa;
-- 1 Consigliere del Settore Prevenzione e Sicurezza sul Lavoro;
-- 1 Consigliere della Tecnostruttura;
• non sovrapposizione di incarico tra
Consiglieri e componenti della Direzione Operativa, con l’esclusione
della figura del Presidente.
A questi si aggiunge nuovamente l’accoglimento della sollecitazione di Legacoop ad adoperarsi affinché il Consiglio
di Amministrazione abbia il 30% di componenti di ogni genere (ovvero maschi
e femmine) e almeno il 10% di componenti al di sotto dei 35 anni. Da precisare
che questi non erano criteri vincolanti.
È stata nominata la Commissione Elettorale, col compito di effettuare delle riunioni nei servizi per diffondere i
suddetti criteri e per raccogliere candidature.
Ne hanno fatto parte: Ornella Monta-
nari (indicata come coordinatrice della Commissione), Giuseppina Capizzi
(consigliere uscente), Germana Grandi
(consigliere uscente), Arnaldo Forcella
(consigliere uscente) e i soci Jessica Bosi, Laura Gatti, Nadica Milenkovic, Gloria Verricelli e Maria Zamorani.
Il lavoro della Commissione Elettorale
La Commissione si è occupata di informare i soci a proposito del Regolamento Elettorale e dei criteri e degli orientamenti di composizione del Consiglio
deliberati dall’Assemblea di Marzo,
nonché di raccogliere proposte e candidature.
Tra il 11 aprile ed il 7 maggio ha effettuato 15 incontri nei servizi di Bologna
e Provincia, ai quali hanno partecipato
in totale 124 soci e 2 dipendenti
Le candidature raccolte sono state 31,
di cui 23 nuove.
Alcuni giorni prima del voto, sono state fatte circolare nei servizi le schede,
corredate da foto, relative ai candidati, perché i soci potessero conoscerli in
maniera più dettagliata.
L’Assemblea dei Soci del 29 Maggio: le votazioni
I soci presenti sono stati 181 e 152 i soci rappresentati tramite delega..
Il totale dei soci CADIAI con diritto di voto erano 894.
Il totale delle schede votate sono state 333; le valide 309, le nulle 22 mentre quelle bianche sono state 2.
Di seguito i voti per ogni candidato. In evidenza gli eletti.
Voti ottenuti
Franca Guglielmetti
Tecnostruttura
Franca Guglielmetti (Presidente uscente)
307
Rossella Maccagnani
1
Monica Bonora
1
Area Non Autosufficienza
Youseff Amchiaa
253
Tania Longobardo (Consigliere uscente)
208
Tania Longobardo
14
Youseff Amchiaa
attività sociale
attività
sociale
attività sociale
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Voti ottenuti
Tommaso Vito Marmo (Consigliere uscente)
208
Pia Accardi (Consigliere uscente)
185
Carlotta Borgia (Consigliere uscente)
185
Sabina Ravaglia (Consigliere uscente)
176
Jessica Bosi
130
Raffaele Montanarella
119
Barbara Cuoghi
116
Caterina Olivito
115
Lucia Cardone
97
Graziano Santoro
97
Riccardo Alberghini
73
Raffaele Uccello
73
Annalisa Loizzi
67
Salvatore Lantillo
61
Settore Educativo
Germana Grandi (Vicepresidente uscente)
224
Laura Zarlenga (Consigliere uscente)
190
Pietro Morotti
157
Laura Gatti
140
Cinzia Capecchi
124
Lura Santi
111
Monica Gagliardi
71
Isabella Tivoli
54
Anna Dimattia
42
Enrichetta Rotolo
38
Stefania Pascolin
29
Patrizia Cardellini
28
Caterina Mastrosimone
28
Carlotta Borgia
Sabina Ravaglia
Pia Accardi
Jessica Bosi
Tommaso Vito Marmo Germana Grandi
Settore Prevenzione e Sicurezza sul lavoro
Raffaele Diotallevi
302
Marina Atti
6
Lorella Zacchi
1
Pietro Morotti
Laura Gatti
Laura Zarlenga
Raffaele Diotallevi
Il Consiglio neoeletto, riunitosi immediatamente, ha confermato Franca Guglielmetti
Presidente del Consiglio di Amministrazione e Germana Grandi è stata nominata nuovamente vicepresidente.
15
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attività sociale
attività
sociale
attività sociale
CADIAI e Impronta
Etica per Stop
Hunger Now
La Cooperativa ha aderito
ad un evento che si colloca
all’interno di un programma
di aiuto umanitari.
Di Giulia Taddei, tirocinante
Martedì 13 Maggio alcuni soci della Cooperativa hanno aderito ad un evento di beneficenza organizzato da Impronta Etica in collaborazione con Stop
Hunger Now: una staffetta di confezionamento di razioni di cibo che si è tenuta presso il Dipartimento di Sociologia
e Diritto dell’Economia dell’Università
di Bologna.
Stop Hunger Now è un’organizzazione internazionale non governativa il
cui principale obiettivo è di offrire alle popolazioni più vulnerabili cibo ed
aiuti creando un movimento globale
per l’attivazione delle risorse necessarie. Nel 2005 comincia un’iniziativa per
dare la possibilità alle persone coinvolte di contribuire in modo attivo al programma di aiuti umanitari, il cosiddetto
Programma di Confezionamento Pasti.
Impronta Etica invece è un’associazione senza scopo di lucro costituitasi nel
2001 per la promozione e lo sviluppo
della sostenibilità e della responsabilità
sociale d’impresa (RSI).
CADIAI, socia ordinaria di Impronta, ha
accettato volentieri l’invito a prendere
parte a questa attività coinvolgendo
anche il gruppo soci che si occupa di
partecipazione.
Inizialmente i referenti di Stop Hunger Now hanno presentato la propria
mission e mostrato dove arrivano i pasti confezionati in Italia e come vengono distribuiti attraverso un programma
che permette ai bambini di frequenta-
16
re le scuole e attraverso cibo,
salute ed istruzione. In seguito hanno spiegato come viene suddivisa l’attività: da un
punto di vista temporale vengono programmati due turni
di un’ora ciascuno, mentre dal
punto di vista organizzativo
vengono create delle postazioni di lavoro in cui ognuno
ha il proprio ruolo (dall’insacchettamento dei vari ingredienti, al controllo peso, fino
all’impacchettamento vero e
proprio).
Man mano che il tempo passava ci siamo resi conto di come
l’idea e la sua messa in pratica sia congeniale alla mission,
di come sia ben organizzato il
tutto e, infine, di come sia quasi impossibile sbagliare.
Questo, a mio parere, aumenta il divertimento e rende l’attività adeguata ad
ogni fascia d’età.
L’iniziativa è particolarmente interessante proprio perché permette di capire come può essere facile e immediato
“fare” qualcosa per gli altri, basti pensare come in sole due ore siano stati realizzati circa 5000 pasti. Consiglio, perciò, vivamente di provare almeno una
volta un’attività che può sembrare molto semplice, ma non per questo priva di
significato.
Sto effettuando un tirocinio presso CA-
DIAI ed è stato molto stimolante partecipare a questo evento anche se collaterale rispetto alla vita lavorativa della
Cooperativa, in questo caso mi ha consentito di conoscere una realtà di volontariato di cui non ero al corrente.
A mio parere, comunque, esperienze
del genere andrebbero vissute a prescindere dalla proposta che può fare il
datore di lavoro, come arricchimento
personale. n
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numero 44
giugno 2014
Impara l’arte e
mettila da parte…
ma anche no!
Laboratorio di pittura
condotto dai ragazzi del
Maggiociondolo presso le scuole
Elementari “Cesana”
a Bologna.
A cura dei ragazzi e del gruppo di lavoro del
Maggiociondolo
Contattati dalla maestra Graziella, come al solito ci si è buttati con un bel po’
di incoscienza in una esperienza veramente unica e interessante.
Sì perché il batik ormai lo sappiamo fare (e c’è chi dice anche benino…) ma
insegnarlo, insegnarlo poi a dei bambini, per la precisione a duecento bambini di prima, seconda, terza e quarta elementare? Calma e gesso!
Quindi organizziamoci, strutturiamoci, facciamo un bel progetto e poi vediamo.
Il tempo, come solitamente ci accade,
è poco e il lavoro tanto.
Prima cosa: organizzare il gruppo di artisti che sarebbe andato nella scuola
nelle giornate del martedì e del giovedì mattina.
Più nel dettaglio abbiamo pensato a
due incontri per ogni classe.
Nel primo incontro abbiamo creato
un momento di presentazione e spiegazione pratica del lavoro da svolgere: una borsina bianca sulla quale ogni
bambino poteva disegnare ciò che
preferiva con l’unico divieto di fare particolari o cose piccole… e non è stato
facile!
I maestri di batik avrebbero poi dispensato idee e consigli e, per ogni
bambino, indicato sulla borsina nome
e classe perché ciascun lavoro fosse riconoscibile nel percorso. Nel secondo
incontro le borse, già cerate, venivano riconsegnate ad ogni bambino, ad
ognuno la sua, e con colori, pennelli e
gran fantasia tutti a colorare… maestre
comprese. Inutile raccontare quanto
colore sparso sul tavolo e sul pavimento (scusate dade!!! E scusate mamme
perché nonostante avessimo tappezzato i banchi e i bambini con sacchi
impermeabili il colore è finito un po’
ovunque…).
Esperienza veramente molto faticosa,
ma altrettanto gratificante.
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numero 44
giugno 2014
I ragazzi del Maggiociondolo, dopo un
primo momento di emozione e insicurezza, si sono buttati a capofitto sul lavoro inserendosi a meraviglia nel ruolo
di docenti e i bimbi, dopo una iniziale
sorpresa, hanno cercato la loro attenzione e i loro consigli, anche tirandoli
per la manica, “Maestra cosa devo fare? Mi aiuti?” e tutto questo è diventato
fonte di grande orgoglio.
I bimbi, curiosissimi ed entusiasti, hanno subito cominciato ad ascoltare con
grande attenzione svolgendo davvero
un buon lavoro.
Qualcuno si è dichiarato contento della
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nostra presenza perché “così saltiamo
l’interrogazione sui verbi, anche se un
po’ li sappiamo”.
Il personale scolastico, inizialmente un
po’ preoccupato per la confusione che
abbiamo portato, si è poi incuriosito
e reso superdisponibile: le insegnanti
erano quasi più entusiaste dei bambini.
Se l’obiettivo era quello dell’integrazione possiamo dire che è stato pienamente raggiunto!
A questa esperienza non hanno partecipato solo i ragazzi che sono andati
nella scuola, ma tutti gli utenti del Maggiociondolo: usciti dalla scuola, infatti,
solo una piccola parte del lavoro era
stata fatta. Le 200 borse disegnate dai
bimbi erano 200 borse sulle quali ripassare con la cera il disegno; e le 200 borse colorate erano 200 borse da stirare
ed etichettare e tutto questo avveniva
in un secondo momento, al di fuori della scuola.
Grande lavoro anche per Corrado e la
sua mamma della Lavanderia Miele che
in tempi record e gratis ci ha lavato tutte le borsine.
Veramente grazie per l’aiuto e la pazienza! n
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Mostra Mercato
del Gruppo Tempo
Libero di ASC
Insieme
un servizio promosso da
ASC Insieme gestito dalla cooperativa CADIAI in
convenzione dal 2011, anche se il Servizio gestito da
educatori esiste, come detto, da più di dieci anni.
Un progetto che ci vede
protagonisti da più di 10 anni
sul territorio di Casalecchio di
Reno.
Di Mariarosa Di Marco e Rosario Boccadifuoco,
educatori
Il 17 Aprile 2014, a quasi un mese di
distanza dall’inizio della primavera,
siamo finalmente riusciti a “mostrare”
per la seconda volta alla cittadinanza
di Casalecchio di Reno ‘Chi siamo’, ‘Da
dove veniamo’ e soprattutto ‘Cosa facciamo’!
Si tratta di un Servizio di Tempo Libero per Handicap Adulto lieve, frequentato da persone sulla soglia dei
50/55 anni, attivo da più di un decennio. Quest’anno si è formato un nuovo gruppo, in aggiunta a quello storico, che vede la partecipazione di
ragazzi tra i 20 e i 25 anni. In generale si tratta di persone con problematiche psichiche e/o fisiche lievi, che
però non hanno un facile inserimento nella società civile. Il Servizio si offre come punto di riferimento, come
luogo di osservazione ed autosservazione per rilevare le complessità
e semplificarle tramite un intervento educativo mirato e progettato da
Educatori professionisti. Il Servizio del
Gruppo Tempo Libero usa anche le dinamiche spontanee del gruppo per
mediare col mondo esterno e per far
sì che la relazione, sia fra i membri al
loro interno ma anche con il territorio
all’esterno, sia maggiormente fruibile
e fonte di evoluzione per persone che
altrimenti sarebbero chiuse in casa fra
quattro mura senza prospettive di so-
numero 44
giugno 2014
cialità e benessere. Infatti il benessere è al centro delle attività del gruppo “tempo libero” proprio perché la
partecipazione deve essere gioiosa
e le attività devono essere scelte con
consapevolezza e intenzione. Le attività ad oggi possibili sul territorio di Casalecchio riguardano il cinema, il bowling, una cena al ristorante, i laboratori
autogestiti in spazi offerti dai centri
sociali anziani e i laboratori offerti da
istituzioni del territorio.
La promozione dell’agio in persone
con le problematiche descritte è una
fonte preziosa per il riequilibrio continuo delle proprie energie psicofisiche,
ma soprattutto aiuta e contribuisce a
conservare il più a lungo possibile le
autonomie raggiunte sia nel Gruppo
Tempo Libero che in altri ambiti educativi/lavorativi frequentati dai ragazzi (centri diurni, contesti lavorativi
protetti, ed altro). In ultimo ma non ultimo, l’obiettivo fra altri è poter dare
qualche ora di sollievo alle famiglie.
I ragazzi sono tutti casalecchiesi ed il
Servizio del Gruppo Tempo Libero è
La Mostra
Per tutta la giornata del 17
Aprile 2014, il Gruppo Tempo Libero Handicap Adulto
ha fatto bella mostra di sé
alla Casa della Conoscenza di Casalecchio con una
Mostra Mercato. Questa ha
avuto inizio la mattina, con
accoglienza e presentazione del gruppo da parte dei
ragazzi più giovani attraverso cartelloni descrittivi
preparati da loro, con tanto di foto e video autoprodotti negli anni di attività, presentati
da Luca e Daniela Z.
É stato allestito l’angolo del “trucco/
parrucco” con manicure a cura di Sara
e Marika, poi è stato allestito l’angolo
del “Mercatino dell’usato” con giochi
e libri usati per contrastare il consumismo e la crisi a cura di Cristina ed
Alessandro e nel pomeriggio Daniela
e M.Antonietta. Infine non sono mancati i “laborAttivi”, laboratori di Creta e
Disegno con uso terapeutico del colore dalle matite alla tempera passando per l’acquarello, curati sempre dal
gruppo. A fine pomeriggio Lorella si è
occupata dell’angolo della “Cartomanzia” prevedendo il futuro con le carte
da briscola. Ogni proposta era a offereta libera. Il Gruppo ha raccolto una
piccola somma che è stata usata per le
attività ricreative. L’allestimento della
Mostra è stata un’occasione in cui i ragazzi si sono sentiti importanti e riconosciuti, attraverso la quale abbiamo
potuto mostrare alla cittadinanza chi
siamo e cosa facciamo. n
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numero 44
giugno 2014
La nuova
organizzazione
interna della
Cooperativa
Diamo conto degli importanti
cambiamenti, frutto di
un percorso di analisi e
valutazione per migliorare
l’efficacia della nostra
organizzazione.
Di Franca Guglielmetti,
Presidente di CADIAI
A partire dal primo di Aprile è diventata operativa in Cooperativa la nuova
organizzazione interna che rivede l’as-
setto della struttura centrale della Direzione e di alcuni Servizi di Staff.
Abbiamo intrapreso questo percorso
di riorganizzazione quasi due anni fa,
una volta messa a fuoco la necessità di
integrare maggiormente le risorse della Cooperativa alla luce delle difficoltà
che la crisi economica e i conseguenti tagli dei servizi stavano generando
nella nostra area di attività.
Si rendeva necessario spingere maggiormente sul versante dell’innovazione, andando alla ricerca di nuove tipologie di servizio o di nuove modalità
per erogare servizi tradizionali; si trattava di rendere maggiormente fluida
l’organizzazione interna in modo tale
da dare maggiori possibilità di mobilità e di integrazione delle risorse, per
fronteggiare in modo adeguato la riduzione di servizi in un Settore compensandola con nuovi sviluppi in un
altro.
La struttura centrale della Cooperativa, di fronte a queste sfide, appariva
troppo rigida, prigioniera di logiche
settoriali che non avevano più una ragion d’essere.
Si è cominciato così un percorso di
analisi organizzativa e di valutazione
delle possibili innovazioni, che ha impegnato la Direzione Operativa e, in
alcune fasi anche le collaboratrici di
Settore, in due diversi cicli di formazione e consulenza, il primo condotto dal professor Franceschetti e la sua
equipe, il secondo dal dottor Lazzarotto della società di consulenza SINODÈ.
Dall’empowerment del gruppo di lavoro coinvolto (Direzione e collaboratrici di Settore) si è progressivamente
passati all’analisi organizzativa e quindi alla formulazione di proposte di revisione degli assetti. Infine, a Luglio
Direttore
Area non
autosufficienza
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Amministrazione
Personale
Formazione
SASCeR
Gestione Sistemi
Commerciale
Gestione Qualità
Commerciale
Progetti Kedos
Prevenzione
e Sicurezza
Area servizi educativi
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servizi
2013, si è conclusa la fase consulenziale per passare ad una più operativa,
condotta attraverso gruppi di lavoro
interni alla Direzione, che hanno disegnato il nuovo assetto organizzativo.
Oggi la struttura centrale della Cooperativa è strutturata come potete vedere dal grafico.
Le novità più significative sono:
• nell’ambito produttivo, l’accorpamento dei Settori Residenze Anziani – Socio Assistenziale – Servizi ai
disabili in un’unica area denominata
Area Non Autosufficienza e la creazione di un nuovo Settore denominato “Progetti KEDOS” che raggruppa le strutture gestite dal consorzio
KEDOS: Parco del Navile, Parco della
Graziosa e mini alloggi;
• tra i Servizi di Staff, le novità più
significative riguardano la maggior
specializzazione che si è voluta dare
al servizio Gare e progetti, trasformato in “Servizio Commerciale” e al
servizio Marketing, trasformato in
Servizio Attività Sociali, Comunicazione e Ricerca (SASCeR);
• l’individuazione del Responsabile
Gestione Sistemi con il compito di
supportare il processo di informatizzazione e integrazione dei sistemi
informativi interni;
• sul versante tecnico, l’individuazione dei responsabili dei coordinamenti scientifici di Area
e la costituzione del Coordinamento Scientifico Centrale con
compiti di raccordo tra le attività sviluppate nelle diverse Aree.
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per tutte le persone coinvolte si tratta
oggi di affrontare importanti cambiamenti nel proprio approccio al lavoro.
Si tratta di fasi difficili che, per altri motivi (accreditamento, riduzione dei servizi, cambiamenti normativi), hanno
interessato e stanno interessando anche molti nostri servizi. Riteniamo però di essere sulla strada giusta e che lo
sforzo oggi profuso sia necessario per
far sì che la nostra organizzazione sia
sempre più capace di corrispondere alle aspettative dei nostri interlocutori. n
A due mesi dall’avvio operativo di questi cambiamenti, i problemi legati alla
fase di passaggio sono ancora tanti e
L’omino
della pioggia
Esperienze Sonore al Nido
“Le Nuvole” di Cento.
Di Lisa Lambertini, collaboratrice di Nido
Le educatrici della sezione piccoli parttime, quest’anno hanno seguito alcuni
incontri di formazione con Arianna Sedioli, ricercatrice nel campo dell’educazione al sonoro e ideatrice di spazi e
allestimenti per l’esplorazione e la creatività musicale.
Nel mese di Maggio hanno poi organizzato due appuntamenti al Nido con
la docente e proposto ai bambini il
progetto “Esperienze Sonore” .
Nel primo incontro e con curiosità, i
bambini hanno ascoltato i suoni ed osservato le azioni quotidiane di Teo, un
coniglietto di Peluche, che ripercorre
la giornata di un qualsiasi bambino.
Durante il secondo incontro, Arianna Sedioli ha raccontato le avventure
sonore dell’omino della pioggia, che
saltella da una nuvola all’altra senza
sfondare il pavimento vaporoso, utilizzando strumenti ed oggetti. n
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numero 44
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Una laguna
senza barriere
Gita fuori porta per i
ragazzi della residenza socio
riabilitativa “Casa Rodari”.
Di Gennaro Pazienza,
operatore socio sanitario
È strano immaginare la città di Venezia
attraversata in lungo e in largo da una
comitiva la cui storia è raccontata negli
oltre venti anni di “Casa Rodari”.
Dove andiamo in gita?
A Venezia...
Ma no, Venezia ha tutti quei canali, l’acqua, gli spostamenti con il vaporetto,
tutta quella gente, le maschere, tutti
quei piccioni in Piazza San Marco.
Ma al rientro a Bologna verso le otto di
sera la grande sfida è stata vinta.
Hanno vinto i ragazzi (ormai adulti) che
sono saliti in treno, hanno affrontato serenamente il viaggio, hanno pranzato in
un ristorante come una brava scolaresca
di liceo, sono saliti su un vaporetto messo a disposizione dal Comune di Venezia e hanno attraversato le acque della
laguna ammirando e fotografando tutte le bellezze.
La gente divertita li salutava da un vaporetto all’altro come se fossero i conquistatori di quelle acque.
Una giornata in cui è nata la consapevolezza che a volte le barriere sono solo
nostre, sono solo mentali.
In ogni sorriso, in ogni sguardo, in ogni
singola tenerezza di questa bella comitiva, “Casa Rodari” ha vinto la grande sfida, conquistare Venezia e regalare a tutti, con qualche sforzo, un piccolo sorriso.
Grazie di cuore a tutti coloro che hanno
preso parte a questa gita fuori porta. n
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numero 44
giugno 2014
Che serata al
Corniolo…
e che pomeriggio!
La rassegna “Capelli
d’Argento” torna, come di
consueto, presso la Residenza
Assistita di Baricella.
Di Monica Bondioli, animatrice
Nel mese di Giugno diversi sono stati gli
appuntamenti al Corniolo, che hanno
visto come sempre protagonisti i nostri
ospiti.
Il primo appuntamento della rassegna
musicale “Capelli d’Argento”, che si svolge da anni in collaborazione con il Comune di Baricella, si è tenuto il 6 Giugno 2014 con il concerto della Anderlao
Band.
Nove artisti ci hanno accompagnato nei
ricordi del rhythm and blues, passando
da Otis Redding a Etta James, con brani di Tina Turner, Aretha Franklin, James
Brown, Marvin Gaye e tanti altri.
Il concerto è iniziato alle 20. 30 nel parco della struttura, arredato per l’occasione con tavolini e sedie per permettere
ai partecipanti di poter godere appieno
della bella e calda serata quasi estiva.
I volontari del Centro Sociale “La Villa” si
sono offerti e hanno collaborato con noi
per la riuscita dell’iniziativa, friggendo
per i presenti quasi 300 crescentine!
I nostri ospiti, i tanti parenti ed amici
hanno detto che erano proprio buone!
Gli ospiti poi, in prima fila, hanno ballato seguendo ritmi di musiche diverse da
quelle dei loro tempi divertendosi nel
vedere il parcheggio adibito a pista da
ballo dove si sono scatenati in tanti fino
a mezzanotte.
“A’ parèva la fèste c’as feva una volta intl’era in ested quand à s’andèva à mèdar!”.
Che bello che è stato vedere gli ospiti in
carrozzina dimenare a ritmo di musica le
braccia… perché non si balla solo con le
gambe e quando il ritmo è trascinante,
si va!
Che bello è stato vederli ballare il blues!
Che bello che è stato incontrare tante
persone… Arnaldo, Pia, Marco, Ornella,
Monica, Fabiana, Tina, Lella, Fabio, Elisa,
Roland, la piccola Gaia, alcuni ospiti della struttura di Granarolo accompagnati
da Grazia e Simone e tanti parenti e amici degli ospiti.
Che bello che è stato vederli vivere la
musica, leggeri anche dopo una giornata faticosa di lavoro…
Si, è stato proprio bello!
Ma una settimana dopo eccoci ad un altro appuntamento importante, l’inaugurazione del parcheggio interno a servizio della struttura.
Abbiamo invitato le autorità: il Sindaco,
il Parroco, la Presidente della CADIAI, il
Maresciallo…
Speriamo non sia troppo caldo, perché
l’appuntamento è per le 15!
Tavolo in giardino pronto per il rinfresco,
pasticcini, salatini, tramezzini e spumante con i flûte per il brindisi.
Il nastro lo porta il Sindaco.
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numero 44
giugno 2014
Gli ospiti sono all’ombra in attesa…
Arrivano tutti puntuali e dopo i saluti e
due chiacchiere si inizia la cerimonia.
Sergio e Nena, due nostri ospiti, tengono il nastro; Nicola è vicino al Parroco;
alcuni operatori e altri anziani ai lati e
davanti Maria, pronta con la macchina
fotografica, per immortalare il momento storico!
Franca, la nostra Presidente, e Andrea,
il nostro Sindaco, sono pronti per il taglio…
E le forbici?
Porca miseria, ho dimenticato le forbici!!!
Franca mi suggerisce anche il cuscino e
tempo un attimo ecco le forbici sul cuscino pronte per il taglio del nastro…
Inaugurazione e benedizione fatte!
Ma non è finita… alle 15,30 abbiamo il
secondo concerto della rassegna musicale.
Ospiti pronti per tornare in soggiorno
e assistere all’esibizione di Massimo Tagliata con la sua fisarmonica e Antonio
Raffaele con il violino in un concerto che
ci farà rivivere le colonne sonore più fa-
Un regalo per il
Centro Diurno
“Villa Arcobaleno”
Mercoledì 25 Giugno ha suonato alla
porta del centro diurno Villa Arcobaleno un fioraio di cui non si vedeva il volto perché una bellissima ed enorme
pianta di Spathiphyllum lo nascondeva e… SORPRESA! Gli utenti hanno regalato questa pianta al personale del
servizio come ringraziamento del lavoro svolto durante l’anno.
A nome di tutto il personale ringraziamo di cuore chi ha partecipato a questa gradita iniziativa.
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mose del cinema italiano e straniero.
Il discorso iniziale del Sindaco e di Nicola e siamo nuovamente pronti… si può
ricominciare!
Le dita volano sulla fisarmonica e il suono pulito del violino le segue…
Ora è arrivato il momento di lasciarsi andare alla musica.
Ma prima… grazie a tutti voi che avete
reso speciali queste iniziative. n
con i nostri occhi
con
i
nostri
occhi
con i nostri occhi
numero 44
luglio 2014
Inauguriamo in questo numero una nuova sezione di Scoop a carattere culturale ma non solo:
la recensione di film. Questa sezione è stata pensata dalla Redazione in una maniera un po’
diversa, rispetto alle recensioni dei libri: vuole essere infatti un angolo in cui condividere film
che hanno a che fare col nostro lavoro di tutti i giorni, con il nostro essere operatori di servizi
socio-assistenziali. Film visti, appunto, “con i nostri occhi”, come abbiamo intitolato la rubrica.
Chiunque voglia mandare un proprio contributo può scrivere a [email protected]
“Amour”
Michael Haneke
di Catia Sabattini
L’impatto e l’immediatezza del cinema
non hanno eguali e forse è per questo
che, in una civiltà dell’immagine come
la nostra, che propone l’omologazione
di una società di giovani- belli- ricchi e
sani , molte pellicole che affrontano temi centrali della vita dell’uomo in forma diretta, o anche solo come drammatico epilogo di una vicenda umana,
sono diventate un indicatore affidabile
di quanto questi argomenti suscitino
emozione e condivisione, imponendo riflessioni, consapevolezza e prese di coscienza. L’arte cinematografica
offre, a tal proposito, un ampio venta-
glio di possibilità e, per il “debutto” di
questa rubrica, si è scelto “Amour” (Palma d’Oro Cannes 2012) del settantenne austriaco Michael Haneke che, con
la sua consueta “precisione chirurgica”,
senza ridondanze retoriche o pietistiche, riesce, con questo film, a scardinare gli equilibri delle nostre certezze
e delle nostre coscienze con una franchezza quasi insostenibile; il regista si
mette da parte, ed il suo tratto diventa quello di uno che osserva, un “entomologo” dell’umanità che, solo a tratti si intromette per interrompere, con
piccole dosi di tenerezza e solidarietà,
una sequenza lacerante di eventi, lasciando infine un dubbio volutamente aperto, bruciante ed enigmatico sui
confini dei sentimenti e sulla natura
stessa di un atto definitivo, affidando
allo spettatore il compito d’interpretare il gesto del protagonista che, nell’ultima scena, chiude la porta dietro di
sé, scomparendo.
L’interpretazione è affidata a due
grandi icone del Cinema francese come Emmanuelle Riva (Anne), splendida protagonista di “Hiroshima Mon
Amour” e Jean-Louis Trintignant (Georges), artista versatile e ricco di sfumature, straordinario nel faticoso ruolo affidatogli da Haneke.
Separati negli anni Novanta da “due
colori kieslowskiani”, Emmanuelle
Riva (“Film Blu”, 1993) e Jean-Luis
Trintignant (“Film Rosso”, 1994) sono,
in “Amour”, una coppia di insegnanti di
musica in pensione, membri dell’austera e colta borghesia parigina che,
sobriamente, si avviano al tramonto
della loro esistenza, attraverso il con-
fronto quotidiano con l’ineluttabilità
del destino umano, vivendo e sopportando il dramma intimo e universale
della malattia, della vecchiaia e della
morte.
Anne e Georges, dopo aver dedicato
una vita all’insegnamento della musica, si godono la pensione continuando ad amarsi e a scoprirsi giorno dopo
giorno come se fossero ancora giovani. Fin dalle prime battute, lui è premuroso e attento “… Lo farò io domattina, non voglio che questo ti guasti la
serata… dammi il cappotto… ti ho già
detto che ti trovavo molto carina stasera?”. I dialoghi, gli sguardi, i sorrisi, la
complicità, la condivisione dei ricordi
e della passione per la musica fanno
percepire la loro vita vissuta all’insegna dell’Amore, un sentimento assoluto che si rivela in immagini in movimento che prendono forma in piccoli
gesti, nell’abitudine, nel prendersi cura, ma anche nella sofferenza, nella disperazione e nel dolore spesso soffocati, ma pronti a colpire lo spettatore
come “un pugno nello stomaco” quando emergono dall’abisso di uno sguardo.
L’Overture del film ha una struttura a
flash-back, in cui la scelta delle immagini riassume e fa prevedere l’intera
trama poi, il resto della pellicola, diventa una sorta di diario, di pièce teatrale
in cui i protagonisti vengono costretti
da mattina a sera negli spazi del loro
appartamento, così vissuto e vero da
sembrare un luogo autentico, carico di
memorie di una vita, alle prese con una
sorta di prigionia, un day by day lacerante e senza speranza, tutto teso a rie-
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numero 44
giugno 2014
i ritratti
di
Lele
i ritratti di Lele
Quando qualche suono s’intrufola nel
tuo orecchio.
Quello non schiacciato dal cuscino.
Quando la luce scostumata ti tormenta le ciglia.
Quando il sogno sembra sfumare.
Quando la circolazione torna a scombussolarsi.
In quel momento lo cerchi.
Più passano gli anni, più cambia.
Diventa più complicato, meno diretto.
O forse è il contrario.
Resta il fatto, che se lo cerchi, vuol dire
che lo hai scordato.
Magari perché il tempo passa.
Hai scordato persino perché lo ricordavi.
Come faceva quella musica?
Come faceva quel motivo?
Ognuno ha il suo.
C’è chi ha un orto e lo cura fino a farlo
brillare di verde.
C’è chi ha dei nipoti da vedere cresce-
re, come una seconda possibilità di imprimere un segno nel tempo, come continuazione dell’amore originario.
C’è chi ha la moglie o il marito, attardatisi nella strada iniziata insieme, inciampati nel destino, precipitati nell’oblio.
C’è chi ha dei figli, che questa vita non
ha voluto far crescere, o che ha fatto crescere troppo e hanno bisogno della luce
originaria.
C’è chi ha dei modellini di legno da incidere, per riconoscersi, chi colleziona delle foto per ricordarsi o delle monete per
ordinarsi.
C’è chi pulisce la casa, come un antico
museo la custodisce, come a voler lustrarsi il cuore.
C’è chi parla al bar, del tempo e del pallone, ogni tanto mischiandoli.
C’è chi gioca a carte, per continuare a
vincere.
Per continuare a saper perdere.
C’è chi vuole solo camminare e leggere
e stare solo.
Per dimenticare di non ricordarsi quel
motivo.
Quando qualche suono s’intrufola nel
tuo orecchio.
Quello non schiacciato dal cuscino.
Quando la luce scostumata ti tormenta
le ciglia.
Quando il sogno sembra sfumare.
Quando la circolazione torna a scombussolarsi.
In quel momento lo cerchi.
Più passano gli anni, più cambia.
Come faceva quella musica?
Come faceva quel motivo?
Tutti hanno bisogno di un motivo.
Un motivo per alzarsi.
Il tuo qual è?
Com’è che faceva?
vocare la musica dei giorni che non sono
più perché Anne viene inaspettatamente colpita da una serie di ischemie che la
portano, inesorabilmente, a “vivere” un
cammino di malattia e disabilità duro e
sfiancante, in cui lo strazio del vivere è
solamente a tratti addolcito dai momenti in cui il ricordo del passato s’infiltra nel
presente attraverso le note di un brano
musicale e qualche vecchia foto. Anne e
Georges hanno un “prima” con cui confrontarsi, e la malattia sempre più invalidante di lei provoca una “frattura” che
rompe, irrevocabilmente, le normali dinamiche, costringendoli a dover rimodellare la loro vita e la loro immagine in
funzione di una condizione nuova, sconosciuta e completamente diversa. Lui
stesso ammette con la figlia Eva (Isabelle
Huppert) “... Ne abbiamo passati tanti di
brutti momenti, io e tua madre… questo è un po’ nuovo…”.
Anne è come se subisse una sorta di
“furto” della propria identità, diventando all’improvviso straniera in un mondo che fino a poco prima le era familiare. Di qui la paura e la consapevolezza
di entrambi di essere stati “colpiti ” da
un qualcosa di non risolvibile in qualche giorno o con qualche farmaco, una
condizione che provoca una vera e propria rottura tra il prima e il dopo e che
li fa precipitare in uno scenario tragico
e drammatico in cui il dolore, la tristezza e l’umiliazione vengono mitigati solo
dall’Amore di Lui che continua ad amarla incondizionatamente con contegno,
forza e dignità, convertendo la propria
devozione in nuove forme ed in insoliti gesti.
“Amour” è rigoroso, didascalico, a tratti
“claustrofobico”; è un film che fa i conti con la realtà, quella realtà che gioca
a dadi col destino e improvvisamente
toglie la stabilità, un film in cui il protagonista, allorché la figlia pretende di
sapere come si svolge la giornata della
madre morente, replica “Niente di tutto questo merita di essere messo in mostra”. E forse, è proprio per questo che
Haneke, senza alcuna ipocrisia, ha il coraggio di esibire tutto ciò… per far riflettere e pensare poiché “Gli uomini, non
avendo potuto guarire la morte, la miseria, l’ignoranza, hanno creduto meglio, per essere felici, di non pensarci”
(B. Pascal). n
Un motivo,
che fa così
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Raffaele Montanarella
Operatore del SAD Anziani
di San Lazzaro di Savena
liber libero
liber
libero
liber libero
numero 44
giugno 2014
La rubrica dedicata ai suggerimenti di lettura è uno spazio a disposizione di tutti. Chiunque volesse scrivere un commento o un’impressione su un libro che si è
apprezzato e che si vuol condividere con gli altri, può contattare la redazione allo
051 7419001 o scrivendo a [email protected]
Non posso stare altrove | Per una vita intera
Marco Cevolani
di Lisa Lambertini
“Non posso stare altrove” e “Per una vita intera” sono due splendide e delicate storie d’amore.
L’autore, Marco Cevolani, racconta con
purezza il sogno di un mondo migliore; partendo dal calcio, ambiente fatto
di denaro e protagonismo ed arrivando all’affido di un bimbo ad una coppia omosessuale.
Nel primo, “Non posso stare altrove”,
Samuel Bertelli è un calciatore di Serie A. All’apice della sua carriera, a 25
anni, lascia il calcio giocato per stare
accanto al compagno Riccardo, gravemente malato, rivelando quindi al
mondo la sua omosessualità.
Riccardo, durante un delicato intervento chirurgico per la rimozione di
un tumore al cervello, muore, gettando Samuel nello sconforto. Passano
tre anni, tre anni che Samuel vive assolutamente in modo apatico.
Un giorno Samuel casualmente assiste
ad una partita di calcio di una squadra
della frazione di Pieve di Borgopianura, suo paese natale, una squadra
sull’orlo del fallimento e decide di rilevarla e di diventarne l’allenatore, riuscendo a portare la formazione ad una
insperata salvezza.
Il secondo, “Per una vita intera”, inizia
dove “Non posso stare altrove” finisce,
con i festeggiamenti per l’importante vittoria, salvo un piccolo flash back
dove vediamo Riccardo e Samuel, appena diciottenni, progettare il loro futuro.
Samuel, dopo aver riorganizzato la
squadra, decide di tornare in Sardegna, dove anni prima aveva fatto la
prima vacanza assieme a Riccardo. Sul
traghetto che lo porta in Sardegna conosce Mattia e i suoi genitori, una coppia di sordomuti. Mattia non soffre di
questo handicap e si rivelerà un bambino molto sveglio, accettando l’omosessualità di Samuel che è il suo idolo.
A Cagliari Samuel fa la conoscenza di
Benedetto Di Gennaro. Samuel subito
prova attrazione per questo ragazzo,
frenato però sia dal ricordo di Riccardo che dal fatto che Benedetto è etero
e fidanzato.
Tra i due inizia una particolare amicizia, fatta di confidenze e di primi baci.
Ma la felicità di Samuel viene sconvolta da un fatto veramente triste: i genitori di Mattia muoiono in un incidente stradale e lui si offre di diventare il
tutore del piccolo Mattia a cui sono rimasti solo i nonni paterni, ormai troppo anziani per accudire un bambino di
otto anni.
Ho letto entrambe le storie, omettendo da questo mio racconto colpi di
scena e conclusioni, per lasciare a voi
il piacere di questa lettura, che scorre leggera seppur carica di significati
sociali ed affettivi, nella speranza che
ci siano davvero dei “Samuel” come il
protagonista di questi due racconti di
Marco Cevolani.
La saga prosegue con “Un passo alla
volta” e “Tranquilli, ci pensa Mattia” di
prossima stesura.
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numero 44
giugno 2014
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Pillole verdi
Piccoli consigli
di sostenibilità ambientale
Le cassette della frutta possono
diventare degli oggetti di
arredamento utili e spesso
molto eleganti.
Assemblate una accanto l’altra, in
senso verticale o orizzontale, si possono realizzare delle splendide librerie oppure basta capovolgere le cassette e ricoprirle con un cuscino di
cotone per ottenere degli originali
posti a sedere per le vostre verande.
Dono-Presto-Cerco
La rete di CADIAI per mettere in contatto le persone e incrociare i loro bisogni.
Il DONO-PRESTO-CERCO è una modalità di donazione e/o prestito, fra i
soci e i dipendenti della cooperativa,
di quegli oggetti che hanno per i singoli terminato la propria utilità.
È prevista anche la possibilità di
CHIEDERE (“cerco la tal cosa…, c’è
qualcuno che ce l’ha?”), perché il bisogno di qualcuno può far ricordare
ad altri di avere degli oggetti inutilizzati e magari sollecitare la disponibilità a prestarli o donarli.
“Fiocco azzurro
nella (quasi)
redazione
di Scoop”
Non è proprio
proprio parte della redazione,
ma dopo anni di collaborazione
e di numeri di Scoop impaginati
è come se lo fosse:
auguri alla nostra grafica Natascha
per la nascita di Bruno.
Come funziona?
Chi vuole donare, prestare o cercare, fa
la propria segnalazione ad uno dei seguenti referenti, contattandoli direttamente presso i servizi in cui lavorano:
• C
ristina Anteghini, Monica Bernabiti,
(Residenza per disabili “La Corte del
Sole” di San Giovanni in Persiceto);
• Lara Girotti e Laura Piana (Nido ”Gatto Talete” di Castel Maggiore);
• Giulia Casarini (uffici della sede);
• Roberta Meotti (Casa protetta “Torre
di Galliera”);
• Nada Milenkovic (Nido “Abba” di Bologna);
• Giuseppina Reto (“Balenido” di Casalecchio).
numero 44
giugno 2014
Nati in CADIAI
Congratulazioni alle neo mamme
Valentina Buvoli
Maria Paola Lodi
Sara Madrigali
Martina Masi
Annamaria Pilo
Questa lista di persone è naturalmente aperta ad altre che vi si volessero aggregare.
Le segnalazioni vengono esposte
nelle bacheche dei servizi e riportate
in una apposita pagina del sito:
www.cadiai.it
Il DONO-PRESTO-CERCO è una rete
informativa che mette in contatto le
persone e le loro disponibilità ed esigenze.
Non è prevista alcuna modalità di
stoccaggio o deposito degli oggetti:
le persone si accordano autonomamente per le
consegne.
CADIAI
augura a tutti
buone vacanze!
III
Newsletter
Per ricevere ogni mese la nostra newsletter nella tua casella di posta elettronica, iscriviti inserendo
il tuo indirizzo nell’apposito spazio della pagina principale del sito www.cadiai.it
Chi volesse scrivere una lettera può farlo via mail all’indirizzo [email protected]
o per posta a Scoop c/o CADIAI - Via Boldrini, 8 - 40121 Bologna