CORSO DI CHIMICA per l’Ambiente Lezione del 12 Giugno 2014 ELETTROCHIMICA Immaginiamo di immergere una lamina di Zinco in una soluzione che contiene solfato di rame (CuSO4) Si osserva lo sviluppo di due fenomeni che sembrano avvenire contemporaneamente: 1 - Sulla superficie della lamina di Zinco si forma del rame metallico (Cu) 2 - Dalla superficie della stessa lamina passano in soluzione ioni zinco (Zn2+) Se i due fenomeni sono correlati si può descrivere il fenomeno complessivo come una reazione chimica: Zn + Cu2+ ⇔ Zn2+ + Cu La reazione può essere descritta sulla base di un processo per il quale un atomo di zinco ( Zn) perde due elettroni trasformandosi in ione bipositivo (Zn2+) mentre per il rame avviene il processo opposto (Cu2+ ⇒ Cu) Immaginando di poter scomporre la reazione complessiva in due semi-reazioni separate in cui si ipotizza la presenza di elettroni ( e-) come reagenti chimici , potremmo scrivere: 1 - Zn ⇔ Zn2+ + 2 e2 - Cu2+ + 2 e- ⇔ Cu La somma dei due processi è la reazione che abbiamo già visto: Zn + Cu2+ ⇔ Zn2+ + Cu Un atomo, uno ione od una molecola che nel corso di una reazione chimica perdono elettroni si dice che subiscono un processo di OSSIDAZIONE Nel nostro caso, lo zinco si ossida Un atomo, uno ione od una molecola che nel corso di una reazione chimica acquistano elettroni si dice che subiscono un processo di RIDUZIONE Nel nostro caso, il rame si riduce. Numero di Ossidazione Nel caso illustrato è semplice individuare il numero di elettroni scambiati, chi li cede e chi li prende. Quando, però, la specie chimica è più complessa si ricorre ad una grandezza convenzionale che prende il nome di: NUMERO DI OSSIDAZIONE il numero di ossidazione di un atomo è la carica formale che assume quando gli elettroni in un legame covalente sono assegnati all’atomo più elettronegativo; corrisponde alla carica che un atomo avrebbe se il legame fosse ionico Per gli ioni monoatomici (Zn2+, Br-) il numero di ossidazione corrisponde alla carica dello ione. Per le molecole o ioni poliatomici, si può determinare il numero di ossidazione nella maggioranza dei casi seguendo alcune regole empiriche: la carica complessiva della molecola o dello ione corrisponde alla somma algebrica dei numeri di ossidazione dei singoli atomi il numero di ossidazione del Fluoro è sempre -1; il numero di ossidazione dell’Ossigeno è sempre -2 ad eccezione dei composti col Fluoro e nei perossidi; il numero di ossidazione dell’Idrogeno è sempre +1 ad eccezione dei composti chiamati Idruri in cui è -1; il numero di ossidazione degli atomi allo stato elementare è 0 Numero di Ossidazione Alcuni esempi: CO : carica della molecola = 0 N. OxO = -2 da cui N. OxC = +2 CO2 : carica della molecola = 0 N. OxO = -2 x 2 = -4 da cui N. OxC = +4 Numero di Ossidazione 2Cr2O7 : carica della molecola = -2 N. OxO = -2 x 7 = -14 da cui il contributo del Cr è tale da bilanciare 14 - 2 = +12 per cui N. OxCr = 12 / 2 = +6 H PO 2 4 : carica della molecola = -1 N. OxO = -2 x 4 = -8 da cui il contributo di H e P è tale da bilanciare 8 - 1 = +7 e tenendo conto che N.OxH = +1 N.OxP = +5 E se si immerge una lamina di rame in una soluzione di solfato di zinco che cosa succede? Cu + Zn2+ ⇔ Cu2+ + Zn (?) L’esperienza ci dice che non succede nulla: come previsto, il processo ha una sola direzione di sviluppo spontaneo Cosa succede se introduciamo Cu(s) in una soluzione di AgNO3? Ag(s ) Cu2 + L’esperimento può essere ripetuto scegliendo di volta in volta coppie metallo / sale differenti in cui gli elementi cambiano forma chimica essendo presenti come metallo o come ione. Si osserva che il processo ha sempre una direzione di spontaneità ma, come il Cu negli esempi precedenti, un elemento si può ossidare o ridurre a seconda dell’elemento a cui viene accoppiato. Si tratta di stabilire se esiste una regola che permetta di razionalizzare questi comportamenti. Torniamo all’esperimento iniziale in cui si osserva la riduzione del rame e l’ossidazione dello zinco: Esistono reazioni chimiche in cui due elementi si scambiano degli elettroni modificando la propria struttura elettronica e cambiando la propria natura chimica. Nell’esempio precedente, un atomo metallico si trasforma nel suo ione bipositivo passando dal metallo in soluzione acquosa mentre per l’altra specie chimica si verifica il processo opposto Cosa succede se separiamo le due coppie Zn2+ (aq)/Zn(s) e Cu2+ (aq)/Cu(s)? Ovviamente, non succede nulla Se la causa è la impossibilità di spostamento degli elettroni da dove vengono prodotti (Zn(s)⇔Zn2+ (aq) + 2 e-) a dove vengono utilizzati (Cu(s) + 2 e⇔ Cu2+ (aq)), aggiungiamo un conduttore elettrico: Ma abbiamo ancora qualche problema All’inizio del processo di ossidoriduzione, le soluzioni di CuSO4 e ZnSO4 sono neutre ( la concentrazione dei cationi eguaglia quella degli anioni). Come la reazione procede, si producono ioni Zn2+ nella soluzione dove lo Zinco viene ossidato. D’altro canto, ioni Cu2+ vengono rimossi dalla soluzione dove gli ioni Rame vengono ridotti. La concentrazione degli anioni (ioni solfato in entrambi i casi) non cambia. In tal modo,si produce una carica positiva nella soluzione dello Zinco ed una negativa nella soluzione del Rame. Questa distribuzione di cariche si oppone al flusso di elettroni (cariche negative). Infatti la carica positiva nella soluzione di zinco rende più difficile per gli elettroni allontanarsi. Parimenti, le cariche negative nella soluzione di rame respingono gli elettroni che stanno cercando di arrivare dallo zinco. Si deve trovare un sistema per neutralizzare le cariche che si generano nelle soluzioni come conseguenza delle variazioni delle concentrazioni delle specie in soluzione. Se si collegano i due recipienti con un tubo pieno di una soluzione salina gli anioni potrebbero muoversi dalla soluzione del rame a quella dello zinco e mantenere neutre le cariche in soluzione. In tal modo, gli elettroni potrebbero passare. La migrazione degli anioni crea nel tempo un gradiente di concentrazione che si oppone allo spostamento stesso Il dispositivo che così si realizza viene chiamato PILA un sistema in cui in pratica si utilizzano dei processi di ossido riduzione per generare una corrente elettrica. Nell’uso quotidiano le pile hanno un aspetto differente ma il loro meccanismo base di funzionamento è sempre lo stesso e vi si ritrovano tutte le componenti prima illustrate La pila standard è costituita da una barra di grafite avvolta da una pasta di Mn2O3 (con Mn che si riduce) separata dal contenitore di Zn (che si ossida) da segatura imbevuta da una soluzione di NH4Cl (Ponte salino). Nella pratica il tubo (Ponte Salino) viene riempito di una soluzione di un sale (ad esempio KCl): il flusso di cationi (K+) ed anioni (Cl-) in direzioni opposte bilancia correttamente le cariche e chiude il circuito permettendo alle reazioni di procedere La prima osservazione che si può fare è che se vi è, nella pila, un passaggio di corrente deve esistere una differenza di potenziale elettrico tra i due conduttori metallici. E’ possibile misurare tale differenza con un semplice voltmetro. La differenza di potenziale che si misura sperimentalmente varia al variare della coppia di metalli, della temperatura, della pressione parziale di eventuali specie gassose e della concentrazione in soluzione delle specie ioniche. Apparentemente una lamina metallica immersa in una soluzione acquosa contenente disciolto un sale dello stesso elemento assume un potenziale elettrico. Dato che non si possono misurare i potenziali elettrici isolati ma solo differenze di potenziale, si è deciso di assumere una coppia redox come riferimento e misurare i potenziali in riferimento a questo elettrodo di riferimento Innanzitutto si sono definite le condizioni standard: Temperatura = 298 K (25° C) Pressione Parziale di eventuali specie gassose = 1 atm Concentrazione delle specie ioniche [A] = 1 M La coppia scelta come riferimento è la coppia: 2 H+ / H2 e la semireazione: 2 H+ + 2e- <=> H2. Voltmetro 1 atm H2 Ponte salino Bolle di H2 [H+] = 1 M Elettrodo di Pt platinato Il potenziale di questo elettrodo in condizioni standard è, per definizione, eguale a 0. Accoppiando a questo elettrodo gli elettrodi fatti con le varie sostanze, sempre in condizioni standard, è possibile misurare una differenza di potenziale che viene assunta come potenziale della coppia redox dell’elemento coinvolto. Voltmetro H2 = 1 atm Ponte salino [H+] = 1 M Cu Elettrodo di Pt platinato [Cu2+] = 1 M Ad esempio, nel caso in cui si accoppi all’elettrodo standard ad idrogeno, un elettrodo di rame (Cu) immerso in una soluzione di ioni ([Cu2+] = 1 M) in condizioni standard, si misura una differenza di potenziale pari a 0,34 volt Cambiando l’elemento non solo si osserva una variazione del valore di differenza di potenziale ma anche nel verso di passaggio di corrente. Nel caso caso in cui si accoppi all’elettrodo standard ad idrogeno, un elettrodo di rame si osserva che il rame si riduce (Cu2+ Cu) e l’idrogeno si ossida(H2 2 H+ ). Ad esempio, nel caso in cui si accoppi un elettrodo di zinco (Zn) immerso in una soluzione di ioni ([Zn2+] = 1 M) in condizioni standard, si misura una differenza di potenziale pari a 0,77 volt ma un verso opposto delle reazioni: lo zinco si ossida (Zn Zn2+) e l’idrogeno si riduce (2 H+ H2) Per utilizzare dei dati che indicassero le proprietà ossido / riduttive dei vari elementi si è scelto di accoppiare al valore della differenza di potenziale un segno che indicasse in maniera univoca il senso delle reazioni nel sistema con l’elettrodo ad idrogeno. Si utilizza il segno positivo per quegli elementi che accoppiati all’elettrodo standard ad idrogeno, si riducono (Cu2+/ Cu = +0,34 volt ) ed il segno negativo per quegli elementi che accoppiati all’elettrodo standard ad idrogeno, si ossidano (Zn2+/ Zn = -0,77 volt ) Poiché il segno si inverte se si inverte il segno della reazione, si è deciso di riferire i valori alle semireazioni scritte come reazioni di riduzione e i valori si chiamano Potenziali standard di riduzione (E°). Cu2++ 2 e- Cu E° = +0,34 volt Zn2+ + 2 e- Zn E° = -0,77 volt Il valore del Potenziali standard di riduzione (E°) indica la tendenza a ridursi dei vari elementi. In sostanza se si scelgono due coppie redox, la tabella permette di sapere quale sarà il verso di spontaneità della reazione di ossido-riduzione: Si riduce quello con il potenziale più alto Si ossida quello con il potenziale più basso Non è rilevante la differenza tra i valori Si riduce quello con il potenziale più alto Si ossida quello con il potenziale più basso O2 + 4 H+ + 4 e- <=> 2 H2O E° = +1,23 V Ag + + e- <=> Ag E° = +0,80 V Cu 2+ + 2 e- <=> Cu E° = +0,34 V Fe 2+ + 2 e- <=> Fe E° = -0,44 V Zn 2+ + 2 e- <=> Zn E° = -0,77 V Al 3+ + 3 e- <=> Al E° = -1,66 V Osservando questa tabella si deduce che l’ossigeno dell’atmosfera è capace di ossidare gran parte dei metalli una volta che questi vengano esposti all’aria. La differenza di comportamento deriva dalle reazioni chimiche che seguono l’ossidazione e la natura dei prodotti che si formano. Consideriamo il caso di metalli come Zn o Al. L’ossidazione produce ioni Zn2+ o Al3+: questi due ioni reagiscono ulteriormente con l’ossigeno e si formano ossidi come ZnO o Al2O3 . Il fatto è che questi ossidi aderiscono spontaneamente e perfettamente al metallo proteggendolo da ulteriori ossidazioni. O2 ZnO o Al2O3 Zn o Al Nel caso di Fe la reazione è simile. L’ossidazione produce ioni Fe2+ e questo ione reagisce ulteriormente con l’ossigeno e forma l’ossido FeO che reagisce ulteriormente formando Fe2O3 . Il fatto è che questo ossido non aderisce al metallo ma se ne allontana facilmente. O2 Fe2O 3 Fe CO2 in acqua si dissocia in H+ e HCO3-: gli ioni funzionano da ponte salino O2 + CO2 Fe2+ con O2 passa a Fe3+ Fe2+ Impurezza metallica che funziona da catodo: O2 passa a H2O La Formazione della Ruggine Le semi-reazioni sono: Fe Fe2+ + 2 eO2+ 4 e- + 4 H+ 2 H2O L’impurezza metallica (qualsiasi metallo con E° maggiore del Fe) non partecipa alla reazione e quindi non si consuma. Protezione passiva Per proteggere il ferro dalla formazione della ruggine si può ricorrere ad un tipo di protezione che impedisca il contatto del ferro con l’ossigeno dell’aria. Si tratta in genere di vernici o rivestimenti plastici che svolgono, però, un ruolo passivo: se rimossi anche parzialmente il processo di corrosione ricomincia senza arrestarsi. In alternativa si può proteggere il Fe con altri metalli come Zn o Sn. In tal modo Fe viene protetto dal meccanismo di protezione degli altri metalli. O2 ZnO o SnO Zn o Sn Fe Protezione attiva O 2 Ferro Essendo il potenziale dello Zn più basso di quello del Fe, sul ferro si riduce O2 a H2O mentre all’anodo Zn Zn2+ Essendo il potenziale del Fe più basso di quello del Cu, sul rame si riduce O2 a H2O mentre all’anodo Fe Fe2+
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