Omelie funerali - In memroria di don Damiano Moreschi

La Messa del 28 dicembre per ricordare Mariella è ormai diventato un
momento importante per noi.
E’ grazie a lei ed al ricordo di lei e delle passioni missionarie che noi
vogliamo continuare nel nostro impegno.
Il vero ricordo è spiegato proprio dall’etimologia di questa bella parola
italiana che semplicemente significa “RIPORTARE AL CUORE”.
Ricordare è quindi far rivivere nell’affetto e nel sentimento una presenza
che anche col fluire del tempo non si è mai estinta.
Di fronte alle tante situazioni difficili nel mondo possiamo assumere
l’atteggiamento di spavento, sono problemi troppo grandi e complessi,
noi non possiamo far niente.
Invece vogliamo entrare nella logica della solidarietà che non è un
sentimento, ma:
 un modo di leggere la realtà
 un modo di essere
 un modo di agire
La solidarietà come modo di lavorare , come compito comunitario,
come mentalità ci presenta alcune sfide.
Bisogna saper prendere decisioni insieme, saper creare dinamiche
partecipative, creare un modo do attuare più comunitario. Tutto questo
dinamismo di raggruppare forze, di coordinare, di creare sbocchi operativi,
di lavorare in gruppo è una dimensione importante per noi che ricordiamo
Mariella.
Vita eterna: Dov‛è? Quando sarà?
Noi pensiamo alla vita eterna posta al di là del termine dei giorni terreni, come del “dopo
vita”, come della “vita dopo la morte”.
Ma più si invecchia meno interesse si nutre per il “dopo vita” e diventa una preoccupazione non
solo ciò che riguarda il domani, il prossimo anno, i prossimi dieci anni, ma ciò che riguarda una
vita futura
Il fatto di chiedermi come le cose saranno dopo la mia morte sembra essere, in buona parte,
una distrazione.
Quando il mio chiaro obiettivo è la vita eterna, questa vita diviene raggiungibile già da
ora, dove mi trovo, perché la vita eterna, è vita in e con Dio, e Dio è dove mi trovo qui
ed ora.
Il grande mistero della vita spirituale è ciò che noi non dobbiamo aspettare come qualcosa che
succederà più tardi. Gesù dice: «Rimanete in me e io in voi»
La vita eterna consiste nella presenza attiva di Dio al centro stesso del vivere
Che dire della vita dopo la morte?
Quando si vive in comunione con Dio, quando noi apparteniamo alla stessa famiglia di Dio, non
c‛è più un “prima” o un “dopo”.
La morte non è più la linea di separazione. La morte ha perso il suo potere sopra ciò che
appartiene a Dio, perché Dio è il Dio dei vivi, non dei morti.
Molti testi biblici che parlano del desiderio di vivere con Dio nella gioia e nella pace non sono
espressione del nostro desiderio vero.
Giobbe : « Io so che il mio Redentore è vivo e che, dopo che questa mia pelle sarà distrutta,
senza la mia carne, vedrò Dio. Io lo vedrò, io stesso, e i miei occhi lo contempleranno non da
straniero. Con la mia carne - e non senza di essa - vedrò il mio Dio
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Vivono in Dio. Non sono stati abbandonati da Dio.
Essi hanno già sperimentato di non essere stati abbandonati da
Non andiamo verso terre completamente sconosciute
La morte non è un fallimento della vita
Niente di ciò che facciamo nella vita va perduto; ogni singolo atto è un seme di eternità
Avanzare verso Dio titubanti e scoprire di essere amati
 Di fronte al mistero della morte l‛uomo cade in ginocchio.
 Nella storia dell‛umanità tutte le religioni contengono un fermento di vita che
lieviti la speranza di vincere la morte..
 Nel cuore di ogni religione c‛è sempre la promessa della vita immortale.
 Un evento di MORTE non colpisce solo l‛individuo, ma l‛intera collettività.
 La con-doglianza non è solo un atto di pietà, ma rivela una sensibilità che,
affrancandosi dall‛egoismo si apre alla solidarietà e all‛amore.
 E‛ abbastanza facile constatare che di solito la gente non è facilmente
disposta a lasciarsi coinvolgere da fatti di morte.
 La persona che NON E‛ IMPLICATA in un fatto di morte, non lo è perché
probabilmente rifiuta la morte come estranea a se, la emargina dalla propria
esperienza p La lettura che l
 L‛uomo è scintilla di Dio quindi immortale.
 Qualsiasi lettura cristiana della morte non può non partire da questa
prospettiva.
Se l‛uomo è immagine di Dio e Dio stringe un patto con l‛uomo ne segue che egli
non può morire.
L‛UOMO VIVE CON LA CERTEZZA CHE IL DIO DELL‛INIZIO E‛ ANCHE IL DIO
DELLA FINE.
La fede nella risurrezione è la fede nella vittoria sulla morte.
 La risurrezione di Gesù non è proclamata in se stessa, ma come primizia della
nostra risurrezione.
 L‛uomo non muore perché Dio rimane accanto a lui e gli si rivela definitivamente
come suo salvatore.
 Il peccato è la sfiducia dell‛uomo nella presenza di Dio, è la rottura dell‛amicizia
tra il creatore e la creatura, è l‛autoisolamento e l‛autoripiegamento
dell‛uomo in se stesso, nella sua fragilità-.
 La dichiarazione della morte di Dio è la celebrazione della morte dell‛uomo,
perché se Dio non è con l‛uomo , questi è abbandonato alla sua finitezza
che nessuno è in grado di riscattare
 COSA SUCCEDE CON I MORTI ?
 Vivono in Dio. Non sono stati abbandonati da Dio.
 Rito dell‛aspersione, la benedizione con l‛acqua come nel battesimo: è un
atto di fede: oggi è la sua nascita ad un‛altra vita dove starà con il Signore
per sempre.
 Sono occasioni in cui ci poniamo domande: spariremo definitivamente? Ci
sarà qualcosa, come esserne sicuri?
 Non è male dubitare . Anche l‛apostolo Tommaso.
 Essendo noi molto limitati vediamo solo una faccia della realtà: quello che
noi vediamo della morte è l‛assenza, il silenzio, la partenza.
 Ma c‛è un‛altra faccia nascosta della morte dove c‛è una luce, un‛altra vita.
Come saperlo? Come conoscere quanto è nascosto?
L‛unica possibilità è aver fiducia in colui che sa e può dunque parlarci di questo.
La fede è proprio quella che ci da la possibilità di capire la faccia nascosta della
morte.
Solamente se mi fido di una persona, se le voglio bene, credo a quanto mi dice
L‛unica possibilità è aver fiducia in colui che sa e può dunque parlarci di questo.
Siamo oggi invitati a fare un atto di fede.
Così dobbiamo fidarci di Cristo quando ci dice: ”Io me ne vado, vi lascio, ma vado
a casa di mio padre, dove c‛è un posto anche per voi.
Noi sappiamo bene cosa significa tornare a casa, sappiamo la felicità che può
comportare.
Gesù ci assicura che al di là della morte c‛è qualcuno che ci aspetta.
Dio ci attende.
E Gesù Cristo è presente nella nostra morte per condurci a Dio; Gesù, nostro fratello e
maestro, colui che Dio ci ha mandato per illuminarci sui misteri della vita e della morte.
Senza dubbio la vita dopo la morte è misteriosa, è una realtà che ci oltrepassa.
L‛unica cosa che sappiamo è che confidando in Cristo la morte non è solo la fine,
ma anche una nascita.
Come diceva Gesù: me ne vado, ma vado dal PADRE.
Per questo diciamo ADDIO a questo nostro fratello, A DIO: è una parola
bellissima per i credenti. Non possiamo più fare niente per te, ma ti consegniamo
a Dio. Non ti vedremo più, ma ci dai un appuntamento in Dio.
 Il grande mistero della vita spirituale è ciò che noi non dobbiamo aspettare
come qualcosa che succederà più tardi.
 Gesù dice: «Rimanete in me e io in voi»
 La vita eterna consiste nella presenza attiva di Dio al centro stesso del
vivere
 Che dire della vita dopo la morte?
 Quando si vive in comunione con Dio, quando noi apparteniamo alla stessa
famiglia di Dio, non c‛è più un “prima” o un “dopo”.
 La morte non è più la linea di separazione. La morte ha perso il suo potere
sopra ciò che appartiene a Dio, perché Dio è il Dio dei vivi, non dei morti.
 Molti testi biblici che parlano del desiderio di vivere con Dio nella gioia e
nella pace non sono espressione del nostro desiderio vero.
 In realtà, la morte viene da dove meno l‛aspettiamo, cioè dall‛interno di noi
stessi.
 La morte non viene solo dall‛esterno attraverso la vecchiaia, un incidente
o una malattia, ma soprattutto dal rifiuto opposto all‛anima di tradurre nel
corpo quanto essa ha di eterno.
 Quando commetto un‛ingiustizia divento immediatamente solidale e
responsabile della distruzione del potenziale di vita e di amore. Compio
un‛opera di morte.
 Impoverisco l‛umanità.
 Per mezzo di un atto d‛amore, invece, la arricchisco.
 Compio un‛opera di vita e allontano la morte.
 Dovremmo alimentare quegli affetti che rendono la vita gustosa e le
conferiscono il suo valore!
 Con due grandi immagini, la Scrittura cerca di svelarci questo volto cristiano
della morte.
Il pensiero della morte è di una grande utilità spirituale.
Rende più saggi. La morte ce ne rivela la fragilità. Accogliendo questa lezione lavoreremo di
più per conquistare i veri beni, le opere della fede e della carità, che la tomba non può certo
inghiottire.
Rende più misericordiosi
Rende più caritatevoli. Il nostro eterno destino dipenderà soprattutto dal modo con cui ci
saremo comportati con i nostri fratelli.
 Egli, che ha provato tale momento in tutta la sua drammaticità, non esclusa la
paura di essere solo, sarà per noi colui che ci condurrà per mano nel passaggio
e ci accoglierà con gioia per portarci a vivere per sempre nell‛amore del Padre.
 Convintissimi che la nostra tristezza dipenda esclusivamente da ciò che non abbiamo, non ci
fa certo piacere sentirci dire che l‛infelicità di cui siamo malati dipende, invece, da ciò che
non siamo, da ciò che non vogliamo essere.
 SIAMO SOLITI DIRE CHE, ANCHE SE NON LO VEDIAMO, DIO CAMMINA AL NOSTRO FIANCO
DURANTE LA NOSTRA VITA.
 QUANDO MORIAMO DIO NON SARÀ PIÙ SOLO AL NOSTRO FIANCO, MA SARÀ IN NOI, CON
LUI CONDIVIDEREMO TUTTO, OGNI BENE.
 SCOMPARIRÀ LA MORTE: PERCHÉ TUTTO CIÒ CHE È CONTRARIO ALLA VERA VITA DELL‛UOMO,
CHE TENDE A DISTRUGGERLO E AD OFFENDERNE LA DIGNITÀ, A RATTRISTARLO E A FARLO
SOFFRIRE SARÀ ANNULLATO..
” Dio stesso tergerà ogni lacrima dai nostri occhi, non ci sarà più lutto, né affanno,
né lamento”.
Tutto sarà per la felicità di tutti e tutti collaboreremo alla felicità di ciascuno.
Comprenderemo come si possa vivere insieme in un numero incalcolabile di persone
avendo un cuor solo e un‛anima sola.
Sarà questo il miracolo della resurrezione e della salvezza definitiva, l‛opera
straordinaria dell‛amore di Dio. Gesù dice: ” Io sono la resurrezione e la vita, chi
crede in me non morrà in eterno!”.
Tutto questo noi lo chiamiamo nel Credo: vita eterna, paradiso.
Il cristiano quando muore dovrebbe dire: ” Non parto,ma arrivo” verso la mia vera
casa, verso la vita piena, verso il mio Signore, verso tutti i miei cari che mi hanno
preceduto.
Da Dio viene tutto e tutto a lui ritorna.
Egli sta all‛inizio di ogni cosa e tutto esiste grazie
a lui; egli sta alla fine di ogni cosa perché tutto è
destinato a essere perfettamente in comunione con
lui
E‛ questa la vita vera che tutti noi desideriamo, come
l‛assetato l‛acqua.
Questo è il sogno di tutti noi.
Il rito cristiano che celebriamo davanti all‛altare ci
permette di intuire che questo sogno non è vano, che
questa speranza è vera.
In questo momento siamo chiamati a dire:” Signore
io non so quello che sarà di me dopo la morte, eppure
mi abbandono alla tua promessa; credo in gesù tuo
figlio, credo nella forza dello Spirito santo che lo
ha risuscitato, credo nel paradiso, dove un giorno ci
ritroveremo a cantare insieme il tuo amore e la tua
gloria.”
Con due grandi immagini, la Scrittura cerca di svelarci questo volto cristiano della morte.
Essa è un parto.
Tutta la vita dell‛uomo e del cosmo è vista da Gesú e da san Paolo come uno « stato di attesa »
ed è paragonata esplicitamente allo stato di una donna incinta
Quel giorno si conclude la lunga gestazione della « creatura nuova », nasce ‘uomo nuovo, quello
destinato a vivere per sempre, come dalla crisalide nasce la farfalla.
Noi siamo già quella creatura nuova, cioè figli di Dio, ma - dice Giovanni - solo allora si rivela
quello che ora siamo in verità (1 Gv. 3, 2). Il bambino che era nascosto nel grembo della
madre viene « alla luce ».
La morte è anche un battesimo: « C‛è un battesimo con cui devo essere battezzato., disse
Gesú, alludendo alla sua morte Battesimo e morte sono due termini intercambiabili nel
linguaggio di san Paolo: « Sepolti nel battesimo », « battezzati nella morte »
La morte è uno svestirsi della veste di miseria che è il corpo, è un immergersi nella terra, per
risorgere un giorno con una veste nuova che è il corpo glorioso della risurrezione
La risurrezione, dunque: ogni nostro pensiero va a finire qui. Senza di essa, la stessa fede
sarebbe vana e noi non potremmo far altro, di fronte alla morte, che « affliggerci come gli
altri che non hanno speranza » . In una delle letture abbiamo sentito la voce di Giobbe che
diceva: « Io so che il mio Redentore è vivo e che, dopo che questa mia pelle sarà distrutta,
senza la mia carne, vedrò Dio. Io lo vedrò, io stesso, e i miei occhi lo contempleranno non da
straniero. Con la mia carne - e non senza di essa - vedrò il mio Dio
Il nostro mondo si sforza di scacciare persino il pensiero della morte. Questo è male, perché
la morte resta una realtà innegabile:e il suo pensiero è di una grande utilità spirituale.
- Rende più saggi. Noi ci lasciamo sedurre dai beni terreni: la bellezza, la ricchezza, gli agi,
i piaceri, gli onori. La morte ce ne rivela la fragilità. Accogliendo questa lezione della morte,
lavoreremo molto di più per conquistare i veri beni, le opere della fede e della carità, che la
tomba non può certo inghiottire.
- Rende più generosi. La vita è breve e non si deve sprecarla. Per questo la chiesa ci ripete in
nome di Cristo: Convertitevi!
- Rende più caritatevoli. Il nostro eterno destino dipenderà soprattutto dal modo con cui
ci saremo comportati con i nostri fratelli. E la morte sembra dirci: Tutto il bene che fate lo
troverete nell‛altra vita moltiplicati per l‛eternità.
 La morte ci fa paura, è naturale. Ma se ci prepariamo in questo modo, essa ci troverà tranquilli
e sereni.
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Accompagnare un defunto: amicizia, stima, rispetto e…fede
Occasione per fermarci ed interiorizzare questa realtà
Non andiamo verso terre completamente sconosciute
“agli occhi degli stolti…
Un fiore di carta non appassisce
E‛ finito qualcosa, ma comincia qualcosa d‛altro
Il desiderio di vivere
La nostra società vuole onorare solo la vita: tabù della morte
Esiste solo la morte degli altri non la nostra
Ma la morte esiste
Evochiamo ed esperimentiamo l‛eterno, non solo tristezza, ma anche speranza
“Io sono la risu……
La morte non è un fallimento della vita
ESILIO
Ciò che nel nostro modo di vivere era solo abbozzato diventa realtà piena
La nostra liberazione dal male diventa definitiva
Cero pasquale
 Occasione per fermare nel nostro cuore e non disperdere il
patrimonio di quanto si è vissuto insieme, a non lasciar morire
i legami
 Morte: incubo, mostro a cui non è possibile sfuggire
un incontro, un riposo, una soglia, un ingresso.
 Niente di ciò che facciamo nella vita va perduto; ogni singolo atto è un seme
di eternità
 Chi semina nel pianto raccoglie con gioia
 I miei occhi contempleranno Dio non da straniero
 Venite a me voi affaticati ed oppressi
 Avanzare verso Dio titubanti e scoprire di essere amati
E‛ la 12° volta in questo scorcio di 2004 che accompagniamo un
fratello al cimitero. Tempo di Pasqua
Da tempo Aldo soffriva e il suo quadro clinico era andato via via
peggiorando.
Vedovo da 5 anni, padre di 6 figli tra cui Fausto al quale era
particolarmente legato.
Siamo vicini alla famiglia in questo momento
Uomo semplice, umile, meccanico di biciclette
La morte non è un fallimento della vita
Non è un nemico facile da sconfiggere.
Nonostante il progresso della scienza nessuno si illude di sconfiggerla.
Considerandola nemico da abbattere, invece che chiamata di Dio da
ascoltare, l‛uomo moderno ha imboccato una strada a vicolo cieco .
C‛E‛ MOLTO LAVORO PERCHE‛ LA MORTE TORNI AD ESSERE
UN GESTO CONSAPEVOLE PERCHE‛ OGNUNO TORNI A
RIAPPROPRIARSI DELLA SUA MORTE. I SEGUACI DI GESU‛
SANNO CHE LA MORTE E‛ IL PASSAGGIO DA QUESTO MONDO
AL PADRE
Ognuno di noi, specialmente dopo una certa età, ha il suo piccolo
necrologio nel cuore; i nomi che vi sono stati scritti di fresco sono
naturalmente quelli che salgono prima alla mente, che ridestano ricordi,
fremiti e rimpianto.
Noi cristiani dobbiamo credere che i nostri morti vivono in senso piú
vero e pieno: vivono « in Dio ».
Se visitiamo i cimiteri non è soltanto per ridestare un ricordo, ma
per stabilire, attraverso questi segni sensibili, un contatto reale con
essi, per imparare da essi qualcosa intorno al grande viaggio che anche
noi…
La cosa più utile che possiamo fare, mentre siamo riuniti ad
ascoltare la parola di Dio, non è, dunque, quella di parlare dei morti,
quanto ricordare che « Le anime dei giusti sono nelle mani di Dio e
nessun tormento ormai le può raggiungere »
La morte ci riguarda da vicino e tutti siamo radicalmente uguali, tutti
indifesi ed esposti, come bambini che, nel buio della notte
Di fronte a quel volto oscuro della morte, non resta a noi credenti
che piangere, senza freddi moralismi: piangere come pianse Gesù sulla
tomba dell‛amico Lazzaro e come pianse lagrime di sangue sulla propria
morte, là, nell‛orto degli ulivi.
Non parleremo, perciò, di questa morte. Parleremo dell‛altro volto di
essa: quello che solo la parola di Dio è in grado di svelarci.
Il volto della morte « che ha perso il suo pungiglione e che è stata
inghiottita dalla vittoria », che non minaccia più, perciò, il nostro essere
di distruzione totale.
Per capire questo linguaggio dobbiamo credere che la morte è stata
vinta, una volta per sempre, nel momento che Gesù Cristo è passato
attraverso di essa, ne ha succhiato, per così dire, tutto il veleno ed è
risorto da morte.
FUNERALE DI UN BAMBINO
Mi ha sempre fatto una certa impressione l’antica tradizione di suonare le campane di allegria quando
muore un bambino.
Ci sente impotenti, verrebbe voglia di non dire nulla, di tacere ed esprimere solo ai famigliari una tenera
amicizia.
Pero si deve parlare, ci si deve arrischiare a dire delle povere parole, inadeguate , ma di una fede discreta che
sa ascoltare e si arrischia a proclamare una speranza.
La Bibbia è piena di grida di perché e non ha paura a dirigere a Dio questi perché . Noi siamo qui in chiesa
a gridare a Dio il nostro dolore, se qualcuno è in grado di capire è proprio Lui . Andrea si stava preparando
alla sua prima comunione.
Vogliamo essere vicini ai genitori e al fratello , avete fatto tutto il possibile per Andrea e oggi siamo qui per
sostenervi nel vostro dolore.
Lamentazioni 3,17-26
Marco 14,32-36.
I testi ascoltati ci parlano sia della disperazione che della speranza.
Dove sta la speranza per noi oggi ?
Io la vedo innanzitutto in tutto questo affetto sincero che vi circonda
Spesso siamo indifferenti e siamo incapaci di manifestare il nostro dipendere gli uni dagli altri, ma oggi
tentiamo di esprimerlo, tentiamo di essere veramente prossimo per esprimere più con gesti che con parole a
chi sta soffrendo un po’ di conforto.
Simo qui per manifestarvi tuttora nostra amicizia e tenerezza.
Certo, siamo consapevoli che questo non sostituisce l’amore di un figlio , ma sentiamo dentro di noi come
un desiderio di lottare, di continuare a credere che la vita deve continuare e a nutrire la speranza anche di
fronte a questa morte.
Gesù: Dio mio perché mi hai abbandonato
I bambini: e le nostre preghiere ? Gesù allora non ci ha ascoltato!
Contrariamente a quanto qualcuno può pensare la fede di fronte a queste cose non da spiegazioni. Noi
credenti non siamo meglio preparati degli altri
Il profeta che abbiamo ascoltato nella 1° lettura dice: Ho detto addio ad ogni illusione, ciò che speravo da
Signore non è successo, ma poi ho detto il Signore è dalla mia parte perciò spero in Lui.
Esiste la disgrazia, ma esiste anche Gesù Cristo che non è venuto a spigarci nulla, ma piange e soffre con
noi, muore con noi. Noi non lo vediamo, ma sta qui con noi.
E’ per questo che affidiamo Andrea al Signore. Lui vive nel vostro cuore e nel Signore
Gesù ha detto: Se non diventerete come bambini non……
Andrea, credo che la tua vita non sia stata inutile. La tenerezza con cui i tuoi genitori ti hanno accompagnato
e la solidarietà che in questo momento vi è manifestata vi aiuteranno.
Avete tanto amato Andrea perciò rimarrà vivo in voi. Dona. O Signore, a tutti noi il conforto di saperlo felice
per sempre con Te
 Il nostro fratello Aribaldo è ormai entrato nella Casa di Dio; e avrà
scoperto con stupore quanto dolce sia la tenerezza di Dio e quanto forte il
suo perdono.
 Siamo impastati di quella pesante mistura umana che è fatta di coraggio e di
debolezza, di amore e di egoismo. Ma il Dio che lo ha accolto e che oggi ci
raduna è un Dio di perdono.
 Vicissitudini della vita
 Rosario
 Dio giudice misericordioso
 Di fronte al mistero della morte l‛uomo cade in ginocchio.
 Nella storia dell‛umanità tutte le religioni contengono un fermento di vita che
lieviti la speranza di vincere la morte..
 Nel cuore di ogni religione c‛è sempre la promessa della vita immortale.
 Vivono in Dio. Non sono stati abbandonati da Dio.
 Essi hanno già sperimentato di non essere stati abbandonati da Dio.
 Accompagnare un defunto: amicizia, stima, rispetto e…fede
 Occasione per fermarci ed interiorizzare questa realtà
 Non andiamo verso terre completamente sconosciute
 E‛ finito qualcosa, ma comincia qualcosa d‛altro
 Il desiderio di vivere
 Evochiamo ed esperimentiamo l‛eterno, non solo tristezza, ma anche speranza
 La morte non è un fallimento della vita
 Niente di ciò che facciamo nella vita va perduto; ogni singolo atto è un seme
di eternità
 Venite a me voi affaticati ed oppressi
 Avanzare verso Dio titubanti e scoprire di essere amati
Essendo noi molto limitati vediamo solo una faccia della realtà: quello che noi
vediamo della morte è l‛assenza, il silenzio, la partenza.
Ma c‛è un‛altra faccia nascosta della morte dove c‛è una luce, un‛altra vita.
Come saperlo? Come conoscere quanto è nascosto?
L‛unica possibilità è aver fiducia in colui che sa e può dunque parlarci di questo.
La fede è proprio quella che ci da la possibilità di capire la faccia nascosta della
morte.
 Credo di esprimere l‛unanime sentimento di tutta la comunità dicendo
che siamo tutti sconvolti per la morte di Bruna
 Con emozione vogliamo stringerci attorno al nostro carissimo Paolo in
questa chiesa dove Bruna ha tanto pregato, dove Paolo ha continuato a
pregare e a sperare nella sua guarigione fino a pochi giorni fa
 Bruna non ce l‛ha fatta
 E‛ ritornata alla casa del Padre
 E‛ difficile parlare di resurrezione, di luce e di pace, ma dobbiamo
farlo
 Un anno di malattia tra speranze e delusioni, fiducia e fede.
 Bruna e Paolo hanno affrontato con fede e coraggio questi mesi
 Percorso spirituale terribile e luminoso
 Sofferenze fisiche e torture morali laceranti al dover lasciare chi
amava
 Avrà incontrato il suo Flavio
 E‛ bene ricordarsi del fatto essenziale che ogni essere vivente lascia
dietro di sé un esempio
 Tutti coloro che hanno conosciuto Bruna devono riflettere
profondamente sull‛impronta che ha lasciato, sulla semente gettata,
che deve dare i suoi frutti.
 E‛ scritto nei vangeli che se il grano non muore non dà frutto, ma se
muore fruttificherà trenta, sessanta o cento volte.
 Tutti noi che l‛abbiamo conosciuta siamo invitati a raccogliere e
portare con noi i frutti della sua vita e ad imitare tutto ciò che nella
sua esistenza merita di essere imitato.
 Noi ora possiamo solo pregare: Signore fa riposare Bruna nella pace e
nella luce. Accogli Signore le preghiere che per lei a Te presentiamo.
Tu sei vita e risurrezione, carità e gioia perfetta per chi muore nella
tua grazia. Dal tuo amore fu creata, nel tuo sangue fu redenta: solo
in Te sarà beata.
 “Lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza”
 Come per i discepoli di Emmaus, nel nostro dolore e nella nostra
aridità qualcuno si avvicina e cammina con noi e ci può giungere una
forza sconosciuta
 Bruna ha conosciuta l‛assenza di Dio e la sua presenza
 Ora è la sua vita che ci parla
 La morte di una persona cara è quasi la nostra morte
 E‛ un conto dire si muore, è un conto quando si tratta della morte di
un qualcosa di insostituibile per noi, questo lo sa bene Paolo
 “ Se tu fossi stato qui, questo fratello non…..”Queste parole di Marta
sono le nostre . Perché? Non c‛è risposta
 Bruna ha vissuto un Calvario doloroso, un cammino spirituale
sofferenze fisiche, la consapevolezza della fine imminente alternata
con speranze di guarigione con la preoccupazione, addirittura superiore
ai dolori fisici per Paolo
 Inadeguatezza delle parole
 Se accompagnare un defunto: amicizia, stima, rispetto oggi …
 Occasione per fermarci ed interiorizzare questa realtà e per far
sentire a Paolo l‛affetto e la stima oltre alla gratitudine della nostra
comunità
 Noi vogliamo ora evocare l‛eterno, non solo tristezza, ma anche
speranza
 Bruna era francescana, OFS da 13 anni, viceministra da 5.
Spiritualità francescana, dolcezza
 La morte non è un fallimento della vita, avremmo voluto avere Bruna
per più tempo tra noi, ma..
 Ora Bruna vuole rassicurare Paolo e gli dice: continuo a sentire per
te una grande tenerezza, sono felice di averti incontrato e di aver
vissuto 40 anni con te sappi che nei tuoi momenti di sconforto e di
solitudine io ci sarò, pensa a questa meravigliosa casa dove io vivo e
dove un giorno ci disseteremo insieme, nel trasporto più intenso alla
fonte inesauribile dell‛amore. Amen
 La vita degli anziani è come una fiammella che diminuisce e che si spegne dolcemente dopo
aver a lungo illuminato e riscaldato
 Se Dio ha soffiato sulla fioca luce, ormai alla fine della sua vita è per annunciarle che è
giunto il momento di entrare nella luce di Dio
 Nulla lasciava presagire l‛improvvisa morte della signora Bruna.
 Solo l‛età era a rischio
 Sosta i chiesa come occasione per leggere la presenza di Dio in una vita
 Discernere le tracce dio Dio nel quotidiano e nella semplicità
 “Non si vede bene se non con il cuore”
 Nelle liturgia diciamo spesso al Signore: Ricordati !
 Ricordare è quindi far rivivere nell‛affetto e nel sentimento una presenza che può anche
divenire stinta col fluire del tempo , ma che non è mai estinta
 In fondo nella vita i vita ci sono pochi valori veramente importanti e sono l‛amore e il
servizio vissuti giorno per giorno
 Accompagnare un defunto: amicizia, stima, rispetto e…fede
 Occasione per fermarci ed interiorizzare questa realtà
 Non andiamo verso terre completamente sconosciute
 E‛ finito qualcosa, ma comincia qualcosa d‛altro
 La nostra società vuole onorare solo la vita: tabù della morte
 Evochiamo ed esperimentiamo l‛eterno, non solo tristezza, ma anche speranza
 La morte non è un fallimento della vita
 Occasione per fermare nel nostro cuore e non disperdere il patrimonio di quanto si è
vissuto insieme, a non lasciar morire i legami
 Morte:
incubo, mostro a cui non è possibile sfuggire
un incontro, un riposo, una soglia, un ingresso.
 Niente di ciò che facciamo nella vita va perduto; ogni singolo atto è un seme di eternità
 Chi semina nel pianto raccoglie con gioia
 I miei occhi contempleranno Dio non da straniero
 Venite a me voi affaticati ed oppressi
 Avanzare verso Dio titubanti e scoprire di essere amati
 Difficile cercare di capire; solo la Parola di Dio
 Ascoltiamo Dio che ci parla attraverso di lei
Cosa ci dice la parola di Dio?
 “Siamo passati dalla morte alla vita perché amiamo i fratelli”
 “Vedremo Dio come egli è”
 Abbiamo una dimora nei cieli”
 Beati i morti che muoiono nel Signore”
 Voglio che siano con me dove sono io
 Rileggere la vita alla luce del vangelo
 Rendere omaggio alla persona
 Rina donna di fede e di preghiera
 Rina donna che ha sofferto, lunga malattia
 Rina madre, sposa e nonna
FAMIGLIA
SPERARE CONTRO OGNI SPERANZA
 Malattia, sofferenza
 Ci sono alcune persone che lasciano un vuoto più di altre
Per ricordarla più che le mie povere parola abbiamo la sua vita, il suo sguardo, la sua voglia
di vivere. I valori per cui ha vissuto
 Lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza
 I miei occhi contempleranno Dio non da straniero
 Venite a me voi affaticati ed oppressi
 Continua a rimanere davanti a noi
 Sarebbe importante affrontare la morte prima di venire a trovarci davanti al pericolo di
reale di morire.
 E‛ importante prepararsi alla morte , ma se cominciamo a pensarci solo quando ormai siamo
malati terminali, le nostre riflessioni non potranno darci quel sostegno di cui abbiamo bisogno.
 Come fare amicizia con la morte?
 L‛amore non conosce la morte. L‛amore viene da quell‛ambito che sta dentro di noi e in cui la
morte non può entrare.
 L‛amore non è prigioniero del tempo.
 Non dobbiamo dimenticare chi muore, dobbiamo ricordarci di loro anche se questo comporta
sofferenza e dolore.
L‛ETERNITA‛ E‛ NATA NEL TEMPO, E, OGNI VOLTA CHE MUORE QUALCUNO
CHE ABBIAMO AMATO PROFONDAMENTE, L‛ETERNITA‛ PUO‛ FARE UNA
PICCOLA IRRUZIONE NELLA NOSTRA ESISTENZA MORTALE.
RICORDARE
Il vero ricordo è spiegato proprio dall‛etimologia di questa parola italiana che
semplicemente significa “RIPORTARE AL CUORE”.
Ricordare è quindi far rivivere nell‛affetto e nel sentimento una presenza che
può anche divenire stinta col fluire del tempo , ma che non è mai estinta
 Signorilità
 Umiltà-Intelligenza di non far pesare
 Bontà
 Delicatezza
 Disponibilità
Che dire della vita dopo la morte?
Quando si vive in comunione con Dio, quando noi apparteniamo alla stessa famiglia di Dio, non
c‛è più un “prima” o un “dopo”.
La morte non è più la linea di separazione. La morte ha perso il suo potere sopra ciò che
appartiene a Dio, perché Dio è il Dio dei vivi
Molti testi biblici che parlano del desiderio di vivere con Dio nella gioia e nella pace non sono
espressione del nostro desiderio vero.
Giobbe : « Io so che il mio Redentore è vivo e che, dopo che questa mia pelle sarà distrutta,
senza la mia carne, vedrò Dio. Io lo vedrò, io stesso, e i miei occhi lo contempleranno non da
straniero. Con la mia carne - e non senza di essa - vedrò il mio Dio
 Vivono in Dio. Non sono stati abbandonati da Dio.
 Essi hanno già sperimentato di non essere stati abbandonati
 Non andiamo verso terre completamente sconosciute
 La morte non è un fallimento della vita
 Niente di ciò che facciamo nella vita va perduto; ogni singolo atto è un seme di eternità
 Avanzare verso Dio titubanti e scoprire di essere amati
 Chi semina nel pianto raccoglie con gioia
 Venite a me voi affaticati ed oppressi
 L‛amore non conosce la morte.
 L‛amore viene da quell‛ambito che sta dentro di noi e in cui la morte non può entrare.
L’ETERNITA’ E’ NATA NEL TEMPO, E, OGNI VOLTA CHE MUORE QUALCUNO CHE ABBIAMO
AMATO PROFONDAMENTE, L’ETERNITA’ PUO’ FARE UNA PICCOLA IRRUZIONE NELLA
NOSTRA ESISTENZA MORTALE.
“ Se tu fossi stato qui, questo fratello non…..”
Queste parole di Marta sono le nostre
Perché? Non c’è risposta
Anche noi come Gesù davanti alla tomba di Lazzaro
Sposa, figlia, l’amata nipote, una vita tranquilla e serena
Tanti affetti, famiglia unita
Improvvisamente il male.
Tre anni di malattia,
Grandi speranza
Fede incrollabile
Terra santa – Padre Pio
Ultimo mese – le sue donne
 Lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza
 Inadeguatezza delle parole
 Vivere nel cuore di chi resta è come non morire
 Accompagnare un defunto: amicizia, stima, rispetto e…fede
 Occasione per fermarci ed interiorizzare questa realtà
 Non andiamo verso terre completamente sconosciute
 “agli occhi degli stolti…
 Significato della croce: Gesù
 E’ finito qualcosa, ma comincia qualcosa d’altro
 Il desiderio di vivere
 La nostra società vuole onorare solo la vita
 Ma la morte esiste
 Evochiamo ed esperimentiamo l’eterno, non solo tristezza, ma anche speranza
 “Io sono la risu……
 La morte non è un fallimento della vita
 Ciò che nel nostro modo di vivere era solo abbozzato diventa realtà piena
 La nostra liberazione dal male diventa definitiva
 Morte: incubo, mostro a cui non è possibile sfuggire
un incontro, un riposo, una soglia, un ingresso.
 Niente di ciò che facciamo nella vita va perduto; ogni singolo atto è un seme di
eternità
 Chi semina nel pianto raccoglie con gioia
 I miei occhi contempleranno Dio non da straniero
 Venite a me voi affaticati ed oppressi
 Siamo invitati al silenzio
 Siamo nella casa del Signore, cioè nella nostra casa e nessuno di noi
ha la benché minima idea di giudicare il suo ultimo gesto: chi può
sapere ciò che avviene nella mente e nel cuore di un uomo in quelle
ore decisive di stanchezza, di mancanza di senso in cui non ha più la
voglia e la forza di lottare ?
 Non sempre troviamo e comprendiamo il senso della nostra vita, ma
vogliamo aprire la porta alla speranza
 La necessità di essere in pace con se stessi e con gli altri, la
necessità di sentirsi amati e di corrispondere all‛amore, la gioia di
vivere, di scoprire, lo sperare qualcosa di bello a volte diventano
illusioni
 Allora è necessario imparare la pazienza, la speranza, il coraggio del
quotidiano.
 Lontananza tra i desideri e la realtà: sofferenza
 Signore che ci ami tutti senza distinzioni, senza limiti, ti preghiamo
perché questo fratello entri in quella vera pace che tu solo puoi
donare
 Siamo impastati di quella pesante mistura umana che è fatta di
coraggio e di debolezza, di amore e di egoismo. Ma il Dio che lo ha
accolto e che oggi ci raduna è un Dio di perdono e di misericordia
 Di fronte al mistero della morte l‛uomo cade in ginocchio.
 Nella storia dell‛umanità tutte le religioni contengono un fermento di vita che
lieviti la speranza di vincere la morte..
 Nel cuore di ogni religione c‛è sempre la promessa della vita immortale.
 Non sono stati abbandonati da Dio.
 Essi hanno già sperimentato di non essere stati abbandonati da Dio.
 Accompagnare un defunto: amicizia, stima, rispetto e…fede
 Occasione per fermarci ed interiorizzare questa realtà
 Non andiamo verso terre completamente sconosciute
 E‛ finito qualcosa, ma comincia qualcosa d‛altro
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Nel giro di pochi giorni nella stessa zona del paese, stessa età,
Sconvolti per questa morte improvvisa.
Incredulità generale.
Generale emozione che ci stringe davanti alla bara di Ernesto
Non riusciamo a capacitarci di quanto è successo
Smarrimento.
Siamo vicini alla moglie ed ai 4 figli
Presenza affettuosa di tanta gente
Ernesto era un uomo schivo, un uomo mite,
Sembrava avesse sempre paura di disturbare
Lavoro, famiglia, casa
In pensione si dedicava a tante cose, a tanti lavoretti, sapeva aggiustare tutto
Uomo disponibile e servizievole
Generoso
Lascia un vuoto enorme
Il significato di una vita si manifesta solo dopo la morte
Certezza che non vada perduto il vissuto
Alla fine della vita: un incontro: non avere paura
In chiesa: Sosta di speranza
Rendere omaggio alla persona
Ritornare alla terra non è cadere in un buco senza fondo, ma è nascondersi per germogliare,
è addormentarsi per riposare
TRISTEZZA TRA MEMORIA E SPERANZA
Ascoltiamo Dio che ci parla attraverso di lui
Lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza
La morte di una persona cara ci apre alla scoperta di noi stessi
Vicinanza tra il problema della morte e il problema di Dio
Non possiamo escludere la presenza della morte dal progetto di vita
Familiarizzare con la morte è il nostro compito
L‛amore non conosce la morte. L‛amore viene da quell‛ambito che sta dentro di noi e in cui la
morte non può entrare.
Il pensiero della morte è di una grande utilità spirituale.
Rende più saggi.
- Rende più misericordiosi
- Rende più caritatevoli.
Il nostro eterno destino dipenderà soprattutto dal modo con cui ci saremo comportati con i
nostri fratelli.
Se l‛uomo è immagine di Dio e Dio stringe un patto con l‛uomo ne segue che egli non può morire.
L‛UOMO VIVE CON LA CERTEZZA CHE IL DIO DELL‛INIZIO E‛ ANCHE IL DIO DELLA FINE.
La fede nella risurrezione è la fede nella vittoria sulla morte.
 L‛uomo non muore perché Dio rimane accanto a lui e gli si rivela definitivamente come
suo salvatore.
 COSA SUCCEDE CON I MORTI ?
 Vivono in Dio. Non sono stati abbandonati da Dio.
 Essi hanno già sperimentato di non essere stati abbandonati da Dio.
 Non andiamo verso terre completamente sconosciute
 La morte non è un fallimento della vita
 Niente di ciò che facciamo nella vita va perduto; ogni singolo atto è un seme di eternità
 Avanzare verso Dio titubanti e scoprire di essere amati
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Opera di rivelazione
Rileggere la vita alla luce del vangelo
“defunto”= ha smesso la sua funzione
rendere omaggio alla persona
Per ricordarla più che le nostre povere parola
abbiamo la sua vita, la sua bontà, la sua pazienza
e dedizione prima alla mamma poi al vecchio zio,
l’affetto delle sorelle e dei nipoti, la sua disponibilità,
la sua capacità di soffrire e di accettare i vari
acciacchi e malattie della sua vita.
Il Rosario
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Qual è il segreto della sua vita apparentemente senza grandi cose ?
Ritornare alla terra non è cadere in un buco senza fondo, ma è nascondersi per
germogliare, è addormentarsi per riposare e risvegliarsi in un altro luogo
Il significato di una vita si manifesta solo dopo la morte
TRA MEMORIA E SPERANZA
Ascoltiamo Dio che ci parla attraverso di lei
Lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza
Quelli che muoiono per la vita non possono considerarsi morti
Chi semina nel pianto raccoglie con gioia
Ester ha seminato, i frutti…
I miei occhi contempleranno Dio non da straniero
Venite a me voi affaticati ed oppressi
La morte di una persona cara ci apre alla scoperta d noi stessi
Vicinanza tra il problema della morte e il problema di Dio
Saper intuire il messaggio, ascoltare la sua voce misteriosa
Non possiamo escludere la presenza della morte dal progetto di vita
Familiarizzare con la morte è il nostro compito.
Ospite familiare o straniero minaccioso.
L‛amore non conosce la morte. L‛amore viene da quell‛ambito che sta dentro di noi e in
cui la morte non può entrare.
L‛amore non è prigioniero del tempo.
Non dobbiamo dire “torniamo alla normalità” come nulla fosse successo.
Non dobbiamo dimenticare chi muore, dobbiamo ricordarci di loro anche se questo
comporta sofferenza e dolore.
FUNERALE FRANCO PORTESI
« Tergerà ogni lacrima dai loro occhi;
non ci sarà più la morte né lutto, né lamento, né
affanno, perchè le cose di prima sono passate »
La vita dopo la morte? E‛ una domanda che tutti si pongono.
Se non oggi, arriverà il momento di pensarci.
Forse domani, a causa di un conoscente o di un amico che ci sta
lasciando. E anche per noi verrà l‛ora.
Alcuni dicono: “forse c‛è qualcosa, si vedrà quando sarà il
momento, perchè preoccuparmi oggi?”.
Altri passano tutta la vita a prepararsi a questo incontro con
l‛aldilà, a preparare l‛eternità, tanto è importante per loro.
Ma senza dubbio abbiamo resistenze a pensare alla morte,
perchè siamo fatti per la vita.
I cristiani credono ad una vita eterna di felicità con Dio,
successiva a questa vita e che resusciteremo con il nostro corpo,
come Gesù.
Possiamo allora essere certi che Dio è un Dio di bontà, di
misericoridia.
A coloro che, in buona fede, non lo riconoscono come tale è
pronto ad aprire le porte della salvezza. Egli guarda innanzi tutto
alla loro rettitudine. E‛ sufficiente che il loro cuore, il fondo del
loro animo, dica sì alla sua misericordia.
Nel faccia a faccia finale della persona al momento della morte,
un momento di cui noi non siamo testimoni, Dio, che è solo amore,
si rivela in un modo particolare come amore, misericordia. Tutte
le paure di Dio, le immagini sbagliate di Dio svaniscono come nubi
scacciate dalla tempesta. Basta allora dire di sì all‛amore di Dio,
Lui poi farà il resto.
Che cos‛è la vita eterna? Come vivremo? Che relazioni possiamo
avere con coloro che sono in cielo?
Ci immaginiamo a volte che la vita dopo la morte sia una sorta di
cimitero: un sonno lungo, molto lungo e monotono.
Un giorno un bambino di cinque anni ha chiesto: “In cielo vivono
tutti a letto?” Diceva questo perchè aveva capito che la zia, che
aveva vista malata nel letto, era ora in cielo. Gli è stato spiegato
che in cielo non c‛è più malattia o morte, si è ancora più vivi di
prima.
Teresa di Lisieux diceva morendo: “Entro nella vita”. E aveva
dichiarato: “Passerò il mio cielo a fare il bene sulla terra”. Tutti
quelli, numerosissimi, che la pregano da 100 anni (è morta nel
1897) possono testimoniare che tutto questo è vero.
Sono vivi, così come Dio è vivo. Contemplano il volto di Dio,
vivono la meraviglia, ed intercedono senza sosta per coloro che
camminano sulla terra. E‛ come una grande catena di solidarietà.
Asciugherà ogni lacrima dai loro occhi, secondo la frase
dell‛Apocalisse che abbiamo citato all‛inizio.
Ma questa vita eterna possiamo in un certo modo cominciare a
viverla fin da ora. Dio infatti si fa conoscere già da questa vita,
possiamo scoprirlo, ascoltarlo, accoglierlo.
Di nuovo accompagniamo un altro fratello
Da mesi Gino soffriva e lottava contro la malattia sostenuto dall‛affetto della moglie e dei
figli
Lo ricordo qua in chiesa l‛ultima volta barcollando
I figli hanno voluto leggere come prima lettura l‛inno all‛amore
Siamo vicini alla moglie Valeria ed ai figli
Ci mancheranno le sue battute, la sua voglia di vivere, la sua allegria
Uomo semplice, umile,
La morte non è un fallimento della vita
Non è un nemico facile da sconfiggere.
Nonostante il progresso della scienza nessuno si illude di sconfiggerla.
Considerandola nemico da abbattere, invece che chiamata di Dio da ascoltare, l‛uomo moderno
ha imboccato una strada a vicolo cieco .
C‛E‛ MOLTO LAVORO PERCHE‛ LA MORTE TORNI AD ESSERE UN GESTO CONSAPEVOLE
PERCHE‛ OGNUNO TORNI A RIAPPROPRIARSI DELLA SUA MORTE. I SEGUACI DI GESU‛
SANNO CHE LA MORTE E‛ IL PASSAGGIO DA QUESTO MONDO AL PADRE
Ognuno di noi, specialmente dopo una certa età, ha il suo piccolo necrologio nel cuore; i nomi
che vi sono stati scritti di fresco sono naturalmente quelli che salgono prima alla mente, che
ridestano ricordi, fremiti e rimpianto.
Noi cristiani dobbiamo credere che i nostri morti vivono in senso piú vero e pieno: vivono « in
Dio ».
Se visitiamo i cimiteri non è soltanto per ridestare un ricordo, ma per stabilire, attraverso
questi segni sensibili, un contatto reale con essi, per imparare da essi qualcosa intorno al grande
viaggio che anche noi…
La cosa più utile che possiamo fare, mentre siamo riuniti ad ascoltare la parola di Dio,
non è, dunque, quella di parlare dei morti, quanto ricordare che « Le anime dei giusti sono nelle
mani di Dio e nessun tormento ormai le può raggiungere »
La morte ci riguarda da vicino e tutti siamo radicalmente uguali, tutti indifesi ed esposti, come
bambini che, nel buio della notte
Di fronte a quel volto oscuro della morte, non resta a noi credenti che piangere, senza freddi
moralismi: piangere come pianse Gesù sulla tomba dell‛amico Lazzaro e come pianse lagrime di
sangue sulla propria morte, là, nell‛orto degli ulivi.
Non parleremo, perciò, di questa morte. Parleremo dell‛altro volto di essa: quello che solo la
parola di Dio è in grado di svelarci. Il volto della morte « che ha perso il suo pungiglione e che
è stata inghiottita dalla vittoria », che non minaccia più, perciò, il nostro essere di distruzione
totale.
Per capire questo linguaggio dobbiamo credere che la morte è stata vinta, una volta per
sempre, nel momento che Gesù Cristo è passato attraverso di essa, ne ha succhiato, per così
dire, tutto il veleno ed è risorto da morte.
Da che il mondo è mondo, gli uomini si sono sempre domandati se la vita finisse nel piccolo
angolo di un Cimitero.
Molti di essi hanno sperato nella Vita dopo la vita.
La Bibbia ha conservato come preziosa la professione di speranza di alcuni di loro. Noi
abbiamo letto quella di Giobbe, un uomo di 3000 anni fa: egli ha proclamato la sua speranza,
anzi la sua certezza di ergersi, un giorno, sulla polvere dei morti, dopo il suo ultimo respiro.
Egli faceva parte di quella lunga schiera di uomini che non hanno mai potuto rassegnarsi al
pensiero che gli occhi fatti per la luce si chiudessero per sempre sulla notte.
Abbiamo ascoltato le sue stesse parole, conservate con cura nella Bibbia.
La sua speranza di tre millenni fa collima con quella dei credenti del nostro secolo,
meravigliosamente illuminata dal Messaggio di Gesù Cristo.
Noi abbiamo la ferma speranza di contemplare un giorno con i nostri occhi il nostro Dio, di
stare in piedi, vivi alla sua presenza.
Giovanni qualche ora giorno fa era presente in mezzo a noi.
Oggi, non lo è più.
 Uomo buono, riservato, generoso
 Uomo che credeva, spesso lo vedevo al mattino in chiesa seduto all‛ultimo banco
in preghiera
 Il figlio, i fratelli, Ida gli sono stati particolarmente vicini in questo periodo di
malattia e sofferenza
Così, accanto a noi, alcuni muoiono, altri nascono.
«E‛ il destino!» diciamo. «E‛ la ruota che gira»...
Finiamo col pensare che sia una fatalità. Ma la Bibbia, Parola di Dio, viene ad aprire una
breccia nel muro della nostra rassegnazione: viene ad introdurre un dubbio... meglio: una
speranza, addirittura una certezza.
E se noi fossimo imbarcati per un viaggio diverso da quello che conduce al vuoto o all‛assenza?
E se la morte fosse solo un passaggio ? Se fosse un inizio e non una fine?
Misericordioso
La morte di tutti i nostri cari, è per noi un interrogativo doloroso.
L‛amaro rimprovero di Marta chissà quante volte lo ripetiamo o lo sentiamo ripetere..
Gesù ha conosciuto l‛angoscia prima della morte, che ci aiuti ad accogliere oggi il suo invito a
superare la paura e ad assumer il rischio della fiducia nella sua promessa: Io sono la res……….
“Padre, nelle tue mani affido il mio spirito”
Morire significa avere fiducia in chi è pronto ad accoglierci
“Non avere paura, ricordati che sei un figlio amato da Dio ed egli sarà là quando tu farai il
grande balzo. Non cercare di afferrarlo, è lui che afferrerà te. Stende solo le braccia e le
mani ed abbi fiducia”
La nostra breve vita terrena è tempo di semina.
Se non ci fosse la resurrezione, tutto quanto facciamo sulla terra sarebbe come niente.
Come possiamo credere che in un Dio che ci ama se tutte le gioie e i dolori della nostra vita
sono alla fine inutili
Se osserviamo una barca a vela che lascia la riva e diventa sempre più piccola e
scompare ai nostri occhi, noi dobbiamo supporre che qualcun altro su una riva
lontana si trovi a guardare questa barca che si fa sempre più vicina.
Giuseppe ha sofferto molto.
La malattia è stata spietata, l‛agonia lunga e dolorosa.
La moglie, il figlio,la sorella ed il fratello l‛hanno amorevolmente accompagnato
 Uomo buono, riservato
Così, accanto a noi, alcuni muoiono, altri nascono.
«E‛ il destino!» diciamo. «E‛ la ruota che gira»...
Finiamo col pensare che sia una fatalità. Ma la Bibbia, Parola di Dio, viene ad aprire una
breccia nel muro della nostra rassegnazione: viene ad introdurre un dubbio... meglio: una
speranza, addirittura una certezza.
E se noi fossimo imbarcati per un viaggio diverso da quello che conduce al vuoto o all‛assenza?
E se la morte fosse solo un passaggio ? Se fosse un inizio e non una fine?
Misericordioso
La morte di tutti i nostri cari, è per noi un interrogativo doloroso.
L‛amaro rimprovero di Marta chissà quante volte lo ripetiamo o lo sentiamo ripetere..
Gesù ha conosciuto l‛angoscia prima della morte, che ci aiuti ad accogliere oggi il suo invito a
superare la paura e ad assumer il rischio della fiducia nella sua promessa: Io sono la res……….
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Dieci anni da malattia
Rileggere la vita alla luce del vangelo
“defunto”= ha smesso la sua funzione
ogni vita è una storia santa
Semplicità - Vita apparentemente insignificante
Ritornare alla terra non è cadere in un buco senza fondo, ma è nascondersi per
germogliare, è addormentarsi per riposare e risvegliarsi in un altro luogo
Il significato di una vita si manifesta solo dopo la morte
TRA MEMORIA E SPERANZA
Persone che le hanno voluto bene
Hai nascosto………
Diventare come bambini
Niente può separarci dall‛amore di Dio
Cuore materno di Dio
Lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza
Leggere il significato di una vita
I miei occhi contempleranno Dio non da straniero
Venite a me voi affaticati ed oppressi
Malattia, sofferenza
La morte di una persona cara ci apre alla scoperta d noi stessi
Vicinanza tra il problema della morte e il problema di Dio
Saper intuire il messaggio, ascoltare la sua voce misteriosa
Non possiamo escludere la presenza della morte dal progetto di vita
Familiarizzare con la morte è il nostro compito.
Ospite familiare o straniero minaccioso.
L‛amore non è prigioniero del tempo
Non dobbiamo dimenticare chi muore, dobbiamo ricordarci di loro
Sconvolti per questa morte improvvisa.
Incredulità generale. Non è possibile
Generale emozione che ci stringe davanti alla bara di Guerino
Non riusciamo a capacitarci di quanto è successo
Smarrimento.
Siamo vicini a Flavia
Presenza affettuosa di tanta gente
A Guerino volevamo bene tutti, era stimato e benvoluto,
a sua simpatia, la bicicletta, le passeggiate, le conversazioni con gli amici, il suo sorriso, la
sua presenza alle partite di calcio in Oratorio, la sua capacità di dialogare con tutti, l‛affabilità,
il gusto della compagnia
 Non è bastata la sua meticolosa attenzione a curarsi
 Guerino uomo di fede: la domenica mattina in S. Giuseppe, 4 chiacchere, una battuta. Le
sue visite quotidiane in chiesa, il affetto filiale alla Madonna, la fede semplice da ragazzo
 Il significato di una vita si manifesta solo dopo la morte
 Certezza che non vada perduto il vissuto
 Alla fine della vita: un incontro: non avere paura
 In chiesa: Sosta di speranza
 Rendere omaggio alla persona
 Ritornare alla terra non è cadere in un buco senza fondo, ma è nascondersi per germogliare,
è addormentarsi per riposare
 TRISTEZZA TRA MEMORIA E SPERANZA
 Ascoltiamo Dio che ci parla attraverso di lui
 Lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza
 La morte di una persona cara ci apre alla scoperta di noi stessi
 Vicinanza tra il problema della morte e il problema di Dio
 Saper intuire il messaggio, ascoltare la sua voce misteriosa
 Non possiamo escludere la presenza della morte dal progetto di vita
 Familiarizzare con la morte è il nostro compito
 L‛amore non conosce la morte. L‛amore viene da quell‛ambito che sta dentro di noi e in cui la
morte non può entrare.
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 Difficile cercare di capire; solo la Parola di Dio
 Ascoltiamo Dio che ci parla attraverso di lei
Cosa ci dice la parola di Dio?
 “Siamo passati dalla morte alla vita perché amiamo i fratelli”
 “Vedremo Dio come egli è”
 Abbiamo una dimora nei cieli”
 Beati i morti che muoiono nel Signore”
 Voglio che siano con me dove sono io
 Rileggere la vita alla luce del vangelo
SPERARE CONTRO OGNI SPERANZA
 Malattia, sofferenza
Per ricordarla più che le mie povere parola abbiamo la sua vita, il suo sguardo, la sua voglia di
vivere. I valori per cui ha vissuto
 Lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza
 Quelli che muoiono per la vita non possono considerarsi morti
 Chi semina nel pianto raccoglie con gioia
 Tristezza, ma certezza che stiamo salutando qualcuno che ha vissuto
 I miei occhi contempleranno Dio non da straniero
 Venite a me voi affaticati ed oppressi
 Continua a rimanere davanti a noi
 Sarebbe importante affrontare la morte prima di venire a trovarci davanti al pericolo di reale
di morire.
 E‛ importante prepararsi alla morte , ma se cominciamo a pensarci solo quando ormai siamo
malati terminali, le nostre riflessioni non potranno darci quel sostegno di cui abbiamo bisogno.
 Come fare amicizia con la morte?
 L‛amore non conosce la morte. L‛amore viene da quell‛ambito che sta dentro di noi e in cui la
morte non può entrare.
 L‛amore non è prigioniero del tempo.
 Non dobbiamo dimenticare chi muore, dobbiamo ricordarci di loro anche se questo comporta
sofferenza e dolore.
L‛ETERNITA‛ E‛ NATA NEL TEMPO, E, OGNI VOLTA CHE MUORE QUALCUNO CHE ABBIAMO
AMATO PROFONDAMENTE, L‛ETERNITA‛ PUO‛ FARE UNA PICCOLA IRRUZIONE NELLA
NOSTRA ESISTENZA MORTALE.
 La vita degli anziani è come una fiammella che diminuisce e che si spegne dolcemente dopo
aver a lungo illuminato e riscaldato
 Se Dio ha soffiato sulla fioca luce, ormai alla fine della sua vita è per annunciarle che è
giunto il momento di entrare nella luce di Dio
 Tempo di Pasqua
 Sosta, come i discepoli di Emmaus, per scoprire una presenza viva di Dio
 Anche Gesù ha incontrato persone in lutto
 Ogni vita è una storia santa
 Occasione per leggere Di in una vita
 Discernere le tracce dio Dio nel quotidiano e nella semplicità
 “Non si vede bene se non con il cuore”
 Età avanzata
 Tempi duri e difficili
 Tanti anni con il figlio sacerdote. Non è semplice
 Nelle liturgia diciamo spesso al Signore: Ricordati !
 Il vero ricordo è spiegato proprio dall‛etimologia di questa bella parola che semplicemente
significa “RIPORTARE AL CUORE”.
 Ricordare è quindi far rivivere nell‛affetto e nel sentimento una presenza che può anche
divenire stinta col fluire del tempo , ma che non è mai estinta
 Non dimenticarti che Ines è stata battezzata, è stata mamma premurosa ed affettuosa,
che ha sofferto……
 Ha condiviso con Cristo la sua vita ed ora si incontrerà con Lui
 Quanto hai fatto l‛hai fatto per me, entra nella mia casa
 In fondo nella vita i vita ci sono pochi valori veramente importanti e sono l‛amore e il
servizio vissuti giorno per giorno
 Accompagnare un defunto: amicizia, stima, rispetto e…fede
 Occasione per fermarci ed interiorizzare questa realtà
 Non andiamo verso terre completamente sconosciute
 E‛ finito qualcosa, ma comincia qualcosa d‛altro
 La nostra società vuole onorare solo la vita: tabù della morte
 Evochiamo ed esperimentiamo l‛eterno, non solo tristezza, ma anche speranza
 La morte non è un fallimento della vita
 Occasione per fermare nel nostro cuore e non disperdere il patrimonio di quanto si è
vissuto insieme, a non lasciar morire i legami
 Morte:
incubo, mostro a cui non è possibile sfuggire
un incontro, un riposo, una soglia, un ingresso.
 Niente di ciò che facciamo nella vita va perduto; ogni singolo atto è un seme di eternità
 Chi semina nel pianto raccoglie con gioia
 I miei occhi contempleranno Dio non da straniero
 Venite a me voi affaticati ed oppressi
 Avanzare verso Dio titubanti e scoprire di essere amati
 Difficile cercare di capire; solo la Parola di Dio
 Ascoltiamo Dio che ci parla attraverso di lei
Cosa ci dice la parola di Dio?
 “Siamo passati dalla morte alla vita perché amiamo i frateli”
 “Vedremo Dio come egli è”
 Abbiamo una dimora nei cieli”
 Beati i morti che muoiono nel Signore”
 Voglio che siano con me dove sono io
 Rileggere la vita alla luce del vangelo
 Rendere omaggio alla persona
FAMIGLIA
CARITA‛
SPERARE CONTRO OGNI SPERANZA
 Malattia, sofferenza
 Ci sono alcune persone che lasciano un vuoto più di altre
Per ricordarla più che le mie povere parola abbiamo la sua vita, il suo sguardo, la sua voglia di
vivere. I valori per cui ha vissuto
 Lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza
 Quelli che muoiono per la vita non possono considerarsi morti
 Chi semina nel pianto raccoglie con gioia
 Tristezza, ma certezza che stiamo salutando qualcuno che ha vissuto
 I miei occhi contempleranno Dio non da straniero
 Venite a me voi affaticati ed oppressi
 Continua a rimanere davanti a noi
 Sarebbe importante affrontare la morte prima di venire a trovarci davanti al pericolo di reale
di morire.
 E‛ importante prepararsi alla morte , ma se cominciamo a pensarci solo quando ormai siamo
malati terminali, le nostre riflessioni non potranno darci quel sostegno di cui abbiamo bisogno.
 Come fare amicizia con la morte?
 L‛amore non conosce la morte. L‛amore viene da quell‛ambito che sta dentro di noi e in cui la
morte non può entrare.
 L‛amore non è prigioniero del tempo.
 Non dobbiamo dimenticare chi muore, dobbiamo ricordarci di loro anche se questo comporta
sofferenza e dolore.
L‛ETERNITA‛ E‛ NATA NEL TEMPO, E, OGNI VOLTA CHE MUORE QUALCUNO CHE ABBIAMO
AMATO PROFONDAMENTE, L‛ETERNITA‛ PUO‛ FARE UNA PICCOLA IRRUZIONE NELLA
NOSTRA ESISTENZA MORTALE.
Natale in ospedale
7 mesi di Matrimonio – Maria
Quadro clinico difficile
Grande fiducia di farcela
Speranza in un intervento chirurgico risolutore
Desiderio di una messa in casa
Desideria di una pensione tranquilla e serena
 La morte non è un fallimento della vita
Non è un nemico facile da sconfiggere.
Nonostante il progresso della scienza nessuno si illude di sconfiggerla.
Considerandola nemico da abbattere, invece che chiamata di Dio da ascoltare, l‛uomo moderno
ha imboccato una strada a vicolo cieco .
C‛E‛ MOLTO LAVORO PERCHE‛ LA MORTE TORNI AD ESSERE UN GESTO CONSAPEVOLE
PERCHE‛ OGNUNO TORNI A RIAPPROPRIARSI DELLA SUA MORTE. I SEGUACI DI GESU‛
SANNO CHE LA MORTE E‛ IL PASSAGGIO DA QUESTO MONDO AL PADRE
Ognuno di noi, specialmente dopo una certa età, ha il suo piccolo necrologio nel cuore; i nomi
che vi sono stati scritti di fresco sono naturalmente quelli che salgono prima alla mente, che
ridestano ricordi, fremiti e rimpianto.
Noi cristiani dobbiamo credere che i nostri morti vivono in senso piú vero e pieno: vivono « in
Dio ».
Se visitiamo i cimiteri non è soltanto per ridestare un ricordo, ma per stabilire, attraverso
questi segni sensibili, un contatto reale con essi, per imparare da essi qualcosa intorno al grande
viaggio che anche noi…
La cosa più utile che possiamo fare, mentre siamo riuniti ad ascoltare la parola di Dio,
non è, dunque, quella di parlare dei morti, quanto ricordare che « Le anime dei giusti sono nelle
mani di Dio e nessun tormento ormai le può raggiungere »
La morte ci riguarda da vicino e tutti siamo radicalmente uguali, tutti indifesi ed esposti, come
bambini che, nel buio della notte
Di fronte a quel volto oscuro della morte, non resta a noi credenti che piangere, senza freddi
moralismi: piangere come pianse Gesù sulla tomba dell‛amico Lazzaro e come pianse lagrime di
sangue sulla propria morte, là, nell‛orto degli ulivi.
Non parleremo, perciò, di questa morte. Parleremo dell‛altro volto di essa: quello che solo la
parola di Dio è in grado di svelarci. Il volto della morte « che ha perso il suo pungiglione e che
è stata inghiottita dalla vittoria », che non minaccia più, perciò, il nostro essere di distruzione
totale.
Per capire questo linguaggio dobbiamo credere che la morte è stata vinta, una volta per
sempre, nel momento che Gesù Cristo è passato attraverso di essa, ne ha succhiato, per così
dire, tutto il veleno ed è risorto da morte.
 Il nostro fratello è ormai entrato nella Casa di Dio; e avrà scoperto con
stupore quanto dolce sia la tenerezza di Dio e quanto forte il suo perdono.
 Siamo impastati di quella pesante mistura umana che è fatta di coraggio e di
debolezza, di amore e di egoismo. Ma il Dio che lo ha accolto e che oggi ci
raduna è un Dio di perdono e
 Di fronte al mistero della morte l‛uomo cade in ginocchio.
 Nella storia dell‛umanità tutte le religioni contengono un fermento di vita che
lieviti la speranza di vincere la morte..
 Nel cuore di ogni religione c‛è sempre la promessa della vita immortale.
 Vivono in Dio. Non sono stati abbandonati da Dio.
 Essi hanno già sperimentato di non essere stati abbandonati da Dio.
 Accompagnare un defunto: amicizia, stima, rispetto e…fede
 Occasione per fermarci ed interiorizzare questa realtà
 Non andiamo verso terre completamente sconosciute
 E‛ finito qualcosa, ma comincia qualcosa d‛altro
 Il desiderio di vivere
 Evochiamo ed esperimentiamo l‛eterno, non solo tristezza, ma anche speranza
 La morte non è un fallimento della vita
 Niente di ciò che facciamo nella vita va perduto; ogni singolo atto è un seme
di eternità
 Venite a me voi affaticati ed oppressi
 Avanzare verso Dio titubanti e scoprire di essere amat
Essendo noi molto limitati vediamo solo una faccia della realtà: quello che noi
vediamo della morte è l‛assenza, il silenzio, la partenza.
Ma c‛è un‛altra faccia nascosta della morte dove c‛è una luce, un‛altra vita.
Come saperlo? Come conoscere quanto è nascosto?
L‛unica possibilità è aver fiducia in colui che sa e può dunque parlarci di questo.
La fede è proprio quella che ci da la possibilità di capire la faccia nascosta della
morte.
Solamente se mi fido di una persona, se le voglio bene, credo a quanto mi dice
L‛unica possibilità è aver fiducia in colui che sa e può dunque parlarci di questo.
Siamo oggi invitati a fare un atto di fede.
Così dobbiamo fidarci di Cristo quando ci dice: ”Io me ne vado, vi lascio, ma vado
a casa di mio padre, dove c‛è un posto anche per voi.
Noi sappiamo bene cosa significa tornare a casa, sappiamo la felicità che può
comportare
Con due grandi immagini, la Scrittura cerca di svelarci questo volto
cristiano della morte.
Essa è un parto.
Tutta la vita dell‛uomo e del cosmo è vista da Gesú e da san Paolo come uno «
stato di attesa » ed è paragonata esplicitamente allo stato di una donna incinta
Quel giorno si conclude la lunga gestazione della « creatura nuova », nasce
‘uomo nuovo, quello destinato a vivere per sempre, come dalla crisalide nasce la
farfalla.
Noi siamo già quella creatura nuova, cioè figli di Dio, ma - dice Giovanni - solo
allora si rivela quello che ora siamo in verità (1 Gv. 3, 2). Il bambino che era
nascosto nel grembo della madre viene « alla luce »
La morte è anche un battesimo:
Gesù: C‛è un battesimo con cui devo essere battezzato.
Battesimo e morte sono due termini intercambiabili
La morte è uno svestirsi della veste di miseria che è il corpo, è un immergersi
nella terra, per risorgere un giorno con una veste nuova che è il corpo glorioso
della risurrezione
La risurrezione, dunque: ogni nostro pensiero va a finire qui. Senza di
essa, la stessa fede sarebbe vana e noi non potremmo far altro, di fronte
alla morte, che « affliggerci come gli altri che non hanno speranza » .
Giobbe : « Io so che il mio Redentore è vivo e che, dopo che questa mia pelle
sarà distrutta, senza la mia carne, vedrò Dio. Io lo vedrò, io stesso, e i miei
occhi lo contempleranno non da straniero. Con la mia carne - e non senza di essa
- vedrò il mio Dio
L’ANNUNCIO DI GESU’ COME RISPOSTA ALL’ASPIRAZIONE DI
VIVERE
Perché viene incontro all‛aspirazione più profonda e radicale di ogni essere umano,
individuale e collettivo, l‛aspirazione a vivere e a vivere in pienezza, con una
esistenza degna di questo nome, nella quale tutto ciò che è negativo o limitante
sia assente.
Pienezza dunque qualitativa e anche di durata.
Tale aspirazione viene espressa , nei vangeli, in due formule tipiche : una che parla
di” vita eterna,” l‛altra di “salvezza”. Tutte due vogliono esprimere la stessa
realtà.
In questo senso l‛annuncio di Gesù viene a dare una risposta . TALE ASPIRAZIONE
NON E‛ NE ASSURDA NE VANA, MA PIENA DI SENSO, inoltre che essa non
è destinata a risolversi definitivamente nel nulla, ma viceversa può avere una
risposta positiva :
DIO STESSO NE GARANTISCE LA REALIZZAZIONE, quindi questa aspirazione
è destinata ad essere appagata..
Se l‛uomo è immagine di Dio e Dio stringe un patto con l‛uomo ne segue che egli
non può morire.
L‛UOMO VIVE CON LA CERTEZZA CHE IL DIO DELL‛INIZIO E‛ ANCHE IL DIO
DELLA FINE. La fede nella risurrezione è la fede nella vittoria sulla morte.
 L‛uomo non muore perché Dio rimane accanto a lui e gli si rivela definitivamente
come suo salvatore.
 Il peccato è la sfiducia dell‛uomo nella presenza di Dio, è la rottura dell‛amicizia
tra il creatore e la creatura, è l‛autoisolamento e l‛autoripiegamento
dell‛uomo in se stesso, nella sua fragilità-.
 Misericordia
 Tutte le parole egli avvenimenti della vicenda di Gesù di Nazaret raggiungono
il loro punto culminante nell‛avvenimento pasquale.
 E ‘nella Pasqua che, come dice l‛antico poema della sequenza, “la vita e la morte
si sono confrontate in duello prodigioso”
 La Pasqua è il momento in cui si esprime in forma massima la tensione tra la
Vita e la Morte e la risoluzione è positiva mediante IL TRIONFO PIENO E
DEFINITIVO DELLA VITA.
 Gesù è morto per la fedeltà alla causa del Regno
 La Croce di Gesù però non è la canonizzazione del dolore umano e della morte
in quanto tale. Essa rimane di per se una maledizione come ogni dolore e ogni
sofferenza inflitta dalla cattiveria umana.
 Gesù sulla croce è veramente “l‛agnello che porta il peccato del mondo” nel
senso che consegna la sua vita personale per tutto ciò che ha proclamato.
 NON SI CAMBIA IL MONDO SENZA DOLORE E FATICA O DETTO IN
ALTRE PAROLE, NON SI AMA SUL SERIO SENZA SOFFRIRE.
 Gesù svela il volto del Padre
 Per qualcuno di noi la morte è sparire, è l‛assenza, è il nulla.
 Per altri si pongono domande se sia proprio vero che si sparisca
definitivamente, deve esserci qualcosa, ma come esserne sicuri?
 L‛unica possibilità è aver fiducia in colui che sa e può dunque parlarci di
questo.
 Siamo oggi invitati a fare un atto di fede.
 La fede è proprio quella che ci da la possibilità di capire la faccia nascosta
della morte.
 Gesù ci assicura che al di là della morte c‛è qualcuno che ci aspetta.
 Dio ci attende.
 Senza dubbio la vita dopo la morte è misteriosa, è una realtà che ci
oltrepassa. L‛unica cosa che sappiamo è che confidando in Cristo la morte non
è solo la fine, ma anche una nascita.
 Non possiamo più fare niente per te, ma ti consegniamo a Dio. Non ti vedremo
più, ma ci dai un appuntamento in Dio.
FUNERALE PIERA
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Un anno di malattia
Forza e coraggio
Marito e figlia
Fede senza fronzoli
Percorso spirituale terribile e luminoso
Sofferenze fisiche terribili e torture morali laceranti al dover lasciare chi amava
I testi ascoltati. Sottolineo 2 frasi: “Lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza”
“Gesù in persona si accostò e camminava con loro”
Mi rivolgo in modo particolare a coloro che erano il motivo della sua vita.
Possiamo essere come i due discepoli di Emmaus alla fine dell’episodio con il cuore che
arde nel petto nonostante la sofferenza o come gli stessi discepoli all’inizio: speravamo
che succedesse qualcosa!
“Non sappiamo cosa chiedere…”
Mentre parlavano Gesù si mise a camminare con loro
Queste parole sono per noi oggi
Nel nostro dolore e nella nostra aridità qualcuno si avvicina e cammina con noi
Ci iunge una forza sconosciuta
Piera ha conosciuta l’assenza di Dio e la sua venuta
Piera ci parla
La morte di una persona cara è quasi la nostra morte
E’ un conto dire si muore, è un conto quando si tratta della morte di un qualcosa di
insostituibile per noi
“ Se tu fossi stato qui, questo fratello non…..”
Queste parole di Marta sono le nostre
Perché? Non c’è risposta
Anche noi come Gesù davanti alla tomba di Lazzaro
Improvvisamente il male.
Un Calvario doloroso, un cammino spirituale terribile, sofferenze fisiche laceranti, la
consapevolezza della fine imminente
La preoccupazione di essere di peso, di far tribulare era addirittura superiore ai dolori
fisici.
 Inadeguatezza delle parole
 Accompagnare un defunto: amicizia, stima, rispetto e…fede
 Occasione per fermarci ed interiorizzare questa realtà
 Non andiamo verso terre completamente sconosciute
 “agli occhi degli stolti…
 Significato della croce: Gesù
 E’ finito qualcosa, ma comincia qualcosa d’altro
 Il desiderio di vivere
 La nostra società vuole onorare solo la vita
 Ma la morte esiste

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
Evochiamo ed esperimentiamo l’eterno, non solo tristezza, ma anche speranza
“Io sono la risu……
La morte non è un fallimento della vita
Ciò che nel nostro modo di vivere era solo abbozzato diventa realtà piena
La nostra liberazione dal male diventa definitiva
Cero pasquale
 Occasione per fermare nel nostro cuore e non disperdere il
patrimonio di quanto si è vissuto insieme, a non lasciar morire i
legami
 Morte:
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
incubo, mostro a cui non è possibile sfuggire
un incontro, un riposo, una soglia, un ingresso.
Niente di ciò che facciamo nella vita va perduto; ogni singolo atto è un seme di
eternità
Chi semina nel pianto raccoglie con gioia
I miei occhi contempleranno Dio non da straniero
Venite a me voi affaticati ed oppressi
Avanzare verso Dio titubanti e scoprire di essere amati
 Sconvolti per questa morte improvvisa. Incredulità
 Generale emozione che ci stringe davanti alla bara di Rosa falciata prima del
tempo
 Non riusciamo a capacitarci di quanto è successo
 Smarrimento.
 Per la sua famiglia l‛impressione di non poter andare avanti
 Noi possiamo solo tentare di immaginare il dolore del marito e figlie
 Cuore di madre
 Presenza affettuosa di tanta gente
 Rosa era stimata, benvoluta, dedizione totale alla sua famiglia, generosa, vivace,
gioiosa
 Il significato di una vita si manifesta solo dopo la morte
 Saluto di Natale
 Certezza che non vada perduto il vissuto
 Alla fine della vita: un incontro: non avere paura
 In chiesa: Sosta di speranza
 Rendere omaggio alla persona
 Ritornare alla terra non è cadere in un buco senza fondo, ma è nascondersi per
germogliare, è addormentarsi per riposare
 TRISTEZZA TRA MEMORIA E SPERANZA
 Ascoltiamo Dio che ci parla attraverso di lei
 Lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza
 La morte di una persona cara ci apre alla scoperta di noi stessi
 Vicinanza tra il problema della morte e il problema di Dio
 Saper intuire il messaggio, ascoltare la sua voce misteriosa
 Non possiamo escludere la presenza della morte dal progetto di vita
 Familiarizzare con la morte è il nostro compito
 L‛amore non conosce la morte. L‛amore viene da quell‛ambito che sta dentro di
noi e in cui la morte non può entrare.
Tempo di Pasqua
In meno di 2 mesi la malattia non ha lasciato scampo a Rosi
Siamo vicini alla famiglia in questo momento
Famiglia molto unita, vita di lavoro
Persone semplici
La morte non è un fallimento della vita
Non è un nemico facile da sconfiggere.
Nonostante il progresso della scienza nessuno si illude di sconfiggerla.
Considerandola nemico da abbattere, invece che chiamata di Dio da ascoltare,
l‛uomo moderno ha imboccato una strada a vicolo cieco .
Vita eterna: Dov‛è? Quando sarà?
Noi pensiamo alla vita eterna posta al di là del termine dei giorni terreni, come del “dopo
vita”, come della “vita dopo la morte”.
Ma più si invecchia meno interesse si nutre per il “dopo vita” e diventa una preoccupazione il
domani, il prossimo anno, i prossimi dieci anni
Il fatto di chiedermi come le cose saranno dopo la mia morte sembra essere, in buona parte,
una distrazione.
Quando il mio chiaro obiettivo è la vita eterna, questa vita diviene raggiungibile già da
ora, dove mi trovo, perché la vita eterna, è vita in e con Dio, e Dio è dove mi trovo qui
ed ora.
Il grande mistero della vita spirituale è ciò che noi non dobbiamo aspettare come qualcosa
che succederà più tardi. Gesù dice: «Rimanete in me e io in voi»
La vita eterna consiste nella presenza attiva di Dio al centro stesso del vivere
Che dire della vita dopo la morte?
Quando si vive in comunione con Dio, quando noi apparteniamo alla stessa
famiglia di Dio, non c‛è più un “prima” o un “dopo”.
La morte non è più la linea di separazione. La morte ha perso il suo potere sopra ciò che
appartiene a Dio, perché Dio è il Dio dei vivi, non dei morti.
Molti testi biblici che parlano del desiderio di vivere con Dio nella gioia e nella pace non sono
espressione del nostro desiderio vero.
La morte ci riguarda da vicino e tutti siamo radicalmente uguali, tutti
indifesi ed esposti, come bambini che, nel buio della notte
Di fronte a quel volto oscuro della morte, non resta a noi credenti che
piangere, piangere come pianse Gesù sulla tomba dell‛amico Lazzaro e
come pianse lagrime di sangue sulla propria morte, là, nell‛orto degli
ulivi.
Parleremo dell‛altro volto della morte « che ha perso il suo pungiglione e che è
stata inghiottita dalla vittoria », che non minaccia più, perciò, il nostro essere di
distruzione totale.
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Opera di rivelazione
Rileggere la vita alla luce del vangelo
“defunto”= ha smesso la sua funzione
rendere omaggio alla persona
Ci sono alcune persone che lasciano un vuoto più di altre
Per ricordarla più che le nostre povere parola abbiamo la sua vita, la sua bontà, la sua
fede, la sua capacità di amare, i suoi consigli, il suo sguardo.
Ascoltiamo Dio che ci parla attraverso di lei
Lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza
Quelli che muoiono per la vita non possono considerarsi morti
Chi semina nel pianto raccoglie con gioia
Silvia ha seminato, i frutti…
Tristezza, ma certezza che stiamo salutando qualcuno che ha vissuto come esempio
I miei occhi contempleranno Dio non da straniero
Venite a me voi affaticati ed oppressi
Malattia, sofferenza
Continua a rimanere davanti a noi
 Sarebbe importante affrontare la morte prima di venire a trovarci davanti al pericolo
di reale di morire.
 E‛ importante prepararsi alla morte , ma se cominciamo a pensarci solo quando ormai
siamo malati terminali, le nostre riflessioni non potranno darci quel sostegno di cui
abbiamo bisogno.
 Familiarizzare con la morte è il nostro compito.
 Ospite familiare o straniero minaccioso.
 Come fare amicizia con la morte?
 L‛amore non conosce la morte. L‛amore viene da quell‛ambito che sta dentro di noi e in
cui la morte non può entrare.
 L‛amore non è prigioniero del tempo.
 Noi siamo più inclini ad aiutare la gente a nascondere il proprio dolore che a crescere
attraverso esso.
 Non dobbiamo dire “torniamo alla normalità” come nulla fosse successo.
 Non dobbiamo dimenticare chi muore, dobbiamo ricordarci di loro anche se questo
comporta sofferenza e dolore.
L‛ETERNITA‛ E‛ NATA NEL TEMPO, E, OGNI VOLTA CHE MUORE QUALCUNO CHE
ABBIAMO AMATO PROFONDAMENTE, L‛ETERNITA‛ PUO‛ FARE UNA PICCOLA
IRRUZIONE NELLA NOSTRA ESISTENZA MORTALE.
 Il nostro fratello è ormai entrato nella Casa di Dio; e avrà scoperto con
stupore quanto dolce sia la tenerezza di Dio e quanto forte il suo perdono.
 Siamo impastati di quella pesante mistura umana che è fatta di coraggio e di
debolezza, di amore e di egoismo. Ma il Dio che lo ha accolto e che oggi ci
raduna è un Dio di perdono e
 Di fronte al mistero della morte l‛uomo cade in ginocchio.
 Nella storia dell‛umanità tutte le religioni contengono un fermento di vita che
lieviti la speranza di vincere la morte..
 Nel cuore di ogni religione c‛è sempre la promessa della vita immortale.
 Vivono in Dio. Non sono stati abbandonati da Dio.
 Essi hanno già sperimentato di non essere stati abbandonati da Dio.
 Accompagnare un defunto: amicizia, stima, rispetto e…fede
 Occasione per fermarci ed interiorizzare questa realtà
 Non andiamo verso terre completamente sconosciute
 E‛ finito qualcosa, ma comincia qualcosa d‛altro
 Il desiderio di vivere
 Evochiamo ed esperimentiamo l‛eterno, non solo tristezza, ma anche speranza
 La morte non è un fallimento della vita
 Niente di ciò che facciamo nella vita va perduto; ogni singolo atto è un seme
di eternità
 Venite a me voi affaticati ed oppressi
 Avanzare verso Dio titubanti e scoprire di essere amat
Essendo noi molto limitati vediamo solo una faccia della realtà: quello che noi
vediamo della morte è l‛assenza, il silenzio, la partenza.
Ma c‛è un‛altra faccia nascosta della morte dove c‛è una luce, un‛altra vita.
Come saperlo? Come conoscere quanto è nascosto?
L‛unica possibilità è aver fiducia in colui che sa e può dunque parlarci di questo.
La fede è proprio quella che ci da la possibilità di capire la faccia nascosta della
morte.
Solamente se mi fido di una persona, se le voglio bene, credo a quanto mi dice
L‛unica possibilità è aver fiducia in colui che sa e può dunque parlarci di questo.
Siamo oggi invitati a fare un atto di fede.
Così dobbiamo fidarci di Cristo quando ci dice: ”Io me ne vado, vi lascio, ma vado
a casa di mio padre, dove c‛è un posto anche per voi.
Noi sappiamo bene cosa significa tornare a casa, sappiamo la felicità che può
comportare
Con due grandi immagini, la Scrittura cerca di svelarci questo volto
cristiano della morte.
Essa è un parto.
Tutta la vita dell‛uomo e del cosmo è vista da Gesú e da san Paolo come uno «
stato di attesa » ed è paragonata esplicitamente allo stato di una donna incinta
Quel giorno si conclude la lunga gestazione della « creatura nuova », nasce
‘uomo nuovo, quello destinato a vivere per sempre, come dalla crisalide nasce la
farfalla.
Noi siamo già quella creatura nuova, cioè figli di Dio, ma - dice Giovanni - solo
allora si rivela quello che ora siamo in verità (1 Gv. 3, 2). Il bambino che era
nascosto nel grembo della madre viene « alla luce »
La morte è anche un battesimo:
Gesù: C‛è un battesimo con cui devo essere battezzato.
Battesimo e morte sono due termini intercambiabili
La morte è uno svestirsi della veste di miseria che è il corpo, è un immergersi
nella terra, per risorgere un giorno con una veste nuova che è il corpo glorioso
della risurrezione
La risurrezione, dunque: ogni nostro pensiero va a finire qui. Senza di
essa, la stessa fede sarebbe vana e noi non potremmo far altro, di fronte
alla morte, che « affliggerci come gli altri che non hanno speranza » .
Giobbe : « Io so che il mio Redentore è vivo e che, dopo che questa mia pelle
sarà distrutta, senza la mia carne, vedrò Dio. Io lo vedrò, io stesso, e i miei
occhi lo contempleranno non da straniero. Con la mia carne - e non senza di essa
- vedrò il mio Dio
L’ANNUNCIO DI GESU’ COME RISPOSTA ALL’ASPIRAZIONE DI
VIVERE
Perché viene incontro all‛aspirazione più profonda e radicale di ogni essere umano,
individuale e collettivo, l‛aspirazione a vivere e a vivere in pienezza, con una
esistenza degna di questo nome, nella quale tutto ciò che è negativo o limitante
sia assente.
Pienezza dunque qualitativa e anche di durata.
Tale aspirazione viene espressa , nei vangeli, in due formule tipiche : una che parla
di” vita eterna,” l‛altra di “salvezza”. Tutte due vogliono esprimere la stessa
realtà.
In questo senso l‛annuncio di Gesù viene a dare una risposta . TALE ASPIRAZIONE
NON E‛ NE ASSURDA NE VANA, MA PIENA DI SENSO, inoltre che essa non
è destinata a risolversi definitivamente nel nulla, ma viceversa può avere una
risposta positiva :
DIO STESSO NE GARANTISCE LA REALIZZAZIONE, quindi questa aspirazione
è destinata ad essere appagata..
Se l‛uomo è immagine di Dio e Dio stringe un patto con l‛uomo ne segue che egli
non può morire.
L‛UOMO VIVE CON LA CERTEZZA CHE IL DIO DELL‛INIZIO E‛ ANCHE IL DIO
DELLA FINE. La fede nella risurrezione è la fede nella vittoria sulla morte.
 L‛uomo non muore perché Dio rimane accanto a lui e gli si rivela definitivamente
come suo salvatore.
 Il peccato è la sfiducia dell‛uomo nella presenza di Dio, è la rottura dell‛amicizia
tra il creatore e la creatura, è l‛autoisolamento e l‛autoripiegamento
dell‛uomo in se stesso, nella sua fragilità-.
 Misericordia
 Tutte le parole egli avvenimenti della vicenda di Gesù di Nazaret raggiungono
il loro punto culminante nell‛avvenimento pasquale.
 E ‘nella Pasqua che, come dice l‛antico poema della sequenza, “la vita e la morte
si sono confrontate in duello prodigioso”
 La Pasqua è il momento in cui si esprime in forma massima la tensione tra la
Vita e la Morte e la risoluzione è positiva mediante IL TRIONFO PIENO E
DEFINITIVO DELLA VITA.
 Gesù è morto per la fedeltà alla causa del Regno
 La Croce di Gesù però non è la canonizzazione del dolore umano e della morte
in quanto tale. Essa rimane di per se una maledizione come ogni dolore e ogni
sofferenza inflitta dalla cattiveria umana.
 Gesù sulla croce è veramente “l‛agnello che porta il peccato del mondo” nel
senso che consegna la sua vita personale per tutto ciò che ha proclamato.
 NON SI CAMBIA IL MONDO SENZA DOLORE E FATICA O DETTO IN
ALTRE PAROLE, NON SI AMA SUL SERIO SENZA SOFFRIRE.
 Gesù svela il volto del Padre
 Per qualcuno di noi la morte è sparire, è l‛assenza, è il nulla.
 Per altri si pongono domande se sia proprio vero che si sparisca
definitivamente, deve esserci qualcosa, ma come esserne sicuri?
 L‛unica possibilità è aver fiducia in colui che sa e può dunque parlarci di
questo.
 Siamo oggi invitati a fare un atto di fede.
 La fede è proprio quella che ci da la possibilità di capire la faccia nascosta
della morte.
 Gesù ci assicura che al di là della morte c‛è qualcuno che ci aspetta.
 Dio ci attende.
 Senza dubbio la vita dopo la morte è misteriosa, è una realtà che ci
oltrepassa. L‛unica cosa che sappiamo è che confidando in Cristo la morte non
è solo la fine, ma anche una nascita.
 Non possiamo più fare niente per te, ma ti consegniamo a Dio. Non ti vedremo
più, ma ci dai un appuntamento in Dio.
Ci siamo raccolti attorno al feretro di Vittorio, non si può non prendere
coscienza del fatto che la morte è un argomento che non va‛ trascurato affatto
nelle nostre conversazioni quotidiane, quella del trapasso è una tematica che
va‛ affrontata senza riserve almeno alcune volte nel corso della nostra vita.
Non si vuol dire qui che ci si debba ossessionare al pensiero continuo della
morte o che debba diventare il nostro chiodo fisso, ma che si debba prenderla
in considerazione nella vita di ogni giorno.
Circostanze come questa ci possono aiutare a far sì che
l‛esperienza della morte possa coglierci alla sprovvista,
trovandoci inebetiti
Se è legittimo e comprensibile che si versino lacrime per chi ci ha lasciati, e
che si debba essere presi dal senso di smarrimento e di inquietudine, dall‛altra
parte non possiamo lasciare che il dolore possa compromettere la nostra
vita al punto da farci perdere ogni speranza. Non possiamo permettere che
le angosce del momento ci opprimano cosicché perdiamo l‛orientamento e il
senso della nostra vita e per questo è molto utile per noi trovare dei motivi
di consolazione…
Ma dove trovarla,la consolazione? San Paolo rammenta che essa non si
riscontra in alcun elemento inerente a questo mondo, né presso uomo alcuno:
la consolazione deriva dalle parole della fede!
Noi troviamo consolazione nel fatto che il Signore
garantisce: “Le anime dei giusti sono nelle mani di Dio,
nessun tormento le toccherà… La loro speranza è piena di
immortalità”
Tutto questo ci da‛ la certezza che i nostri defunti vivono
per sempre e che quella che umanamente parlano abbiamo
descritto come la fine di tutto per l‛uomo, è in realtà la vita
senza fine alla quale tutti i nostri defunti sono destinati,
compreso il nostro fratello Vittorio, che adesso vive nella
gioia eterna; e a ragione di ciò non possiamo che essere
consolati, nonostante lo sgomento delle lacrime e il dolore
momentaneo.
Per questo il dolore non deve trasformarsi in
disperazione, cioè nella perdita di ogni speranza e nel
senso di abbandono definitivi: il nostro fratello vive nella
dimensione invidiabile della vita eterna e ci accompagna nel
nostro cammino terreno, noi che restiamo in questo mondo
in cerca di orientamento.
“Padre, nelle tue mani affido il mio spirito”
Morire significa avere fiducia in chi è pronto ad accoglierci
“Non avere paura, ricordati che sei un figlio amato da Dio ed egli sarà là quando
tu farai il grande balzo. Non cercare di afferrarlo, è lui che afferrerà te.
Stende solo le braccia e le mani ed abbi fiducia”
La nostra breve vita terrena è tempo di semina.
Se non ci fosse la resurrezione, tutto quanto facciamo sulla terra sarebbe come
niente.
Come possiamo credere che in un Dio che ci ama se tutte le gioie e i dolori della
nostra vita sono alla fine inutili
Se osserviamo una barca a vela che lascia la riva e diventa sempre più piccola e
scompare ai nostri occhi, noi dobbiamo supporre che qualcun altro su una riva
lontana si trovi a guardare questa barca che si fa sempre più vicina.
Vittorio ha fatto una vita normale quasi fino alla fine
La malattia è stata spietata, meno di un anno
Vittorio era un credente
Gioviale con tutti
Tanti amici
Sofferenze
Siamo vicini ai flgli tanto amati, nuore, nipoti e Marisa
La moglie, il figlio,la sorella ed il fratello l‛hanno amorevolmente
accompagnato
Misericordioso
La morte di tutti i nostri cari, è per noi un interrogativo doloroso.
L‛amaro rimprovero di Marta chissà quante volte lo ripetiamo o lo sentiamo
ripetere..
Gesù ha conosciuto l‛angoscia prima della morte, che ci aiuti ad accogliere oggi
il suo invito a superare la paura e ad assumer il rischio della fiducia nella sua
promessa: Io sono la res……….
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CUORE FERITO
GUERRA E PRIGIONIA: GENERAZIONE
LAVORO
CUORE PIENO E RISERVATEZZA NEI SENTIMENTI
NIPOTI
RELIGIOSITA’
ANSIA DI GIUSTIZIA
ONESTA’
MORTE DEI FRATELLI
FALEGNAME: passione, dedizione, giocattoli di legno con l’anima
Una vita apparentemente normalissima, nascosta, nulla di eclatante, lavoro, famiglia,
eppure spariscono generazioni di persone che hanno fatto un pezzo di storia della
nostra vita
 Lascia un vuoto nella sua famiglia
Occasione per fermare nel nostro cuore e
non disperdere il patrimonio di quanto si è
vissuto insieme, a non lasciar morire i legami
 S.Francesco esprime in maniera suggestiva i due volti
della morte che noi sperimentiamo:
 incubo, mostro a cui non è possibile sfuggire
 un incontro, un riposo, una soglia, un ingresso.
Cantico dei cantici: “L’amore è forte come la morte”
 Quando muore una persona che ha lasciato un segno
profondo nel nostro cuore non è una pianta caduta,
ma diventa un seme gettato nel terreno che produrrà
frutti
 Presenza fisica non più necessaria, perché è presente
profondamente nel cuore.
Normalmente si preferisce il silenzio, mancano le parole.
La fede è proprio quella che ci da la possibilità di capire la faccia
nascosta della morte.
Per questo diciamo ADDIO a questo nostro fratello, A DIO: è una parola bellissima per
i credenti.
Non possiamo più fare niente per te, ma ti consegniamo a Dio. Non ti vedremo più, ma
ci dai un appuntamento in Dio.
 La nostra vita tempo di semina: come possiamo credere in un Dio che ci ama
incondizionatamente , se tutte le gioie e i dolori della nostra vita sono alla fine
inutili.
 Niente di ciò che facciamo nella vita va perduto; ogni singolo atto è un seme di
eternità
 Morte come barca a vela che si allontana e poi scompare ; ma qualcuno dall’altra
riva ci attende con ansia, padre, madre, fratelli, figli, moglie, marito, amici cari ci
attendono per darci il benvenuto
 Questa gioia ci consente di morir bene
Occasione per fermare nel nostro cuore e
non disperdere il patrimonio di quanto si è
vissuto insieme a non lasciar morire i legami
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Opera di rivelazione
Rileggere la vita alla luce del vangelo
“defunto”= ha smesso la sua funzione
rendere omaggio alla persona
Quelli che muoiono per la vita non possono considerarsi morti
Chi semina nel pianto raccoglie con gioia
I miei occhi contempleranno Dio non da straniero
Venite a me voi affaticati ed oppressi
Malattia, sofferenza
L’amore non conosce la morte. L’amore viene da quell’ambito che sta dentro di noi
e in cui la morte non può entrare.
 L’amore non è prigioniero del tempo.
 Potrà continuare a fare il falegname, lavorare il legno senza fatica, senza tempo,
spazio, a fare giocattoli armai introvabili,
Quanti hanno conosciuto Alfredo hanno amato la sua naturale bontà, la sua gentilezza e
disponibilità, la sua mitezza, discrezione, la sua giovinezza di cuore.
Anche Dio ha amato tutte queste qualità
Dopo alcuni mesi di ricoveri, di passaggi da un ospedale all‛altro, varie operazioni,
amorevolmente assistito dalla moglie Alfredo ci ha lasciati.
La malattia non ha perdonato.
Ogni persona, ognuno di noi, riflette un po‛ nella parte migliore di sé alcune di quelle meraviglie
di amore che sono nel cuore di Dio, poiché noi siamo creati a sua immagine e somiglianza
Dio, che è Padre, deve rallegrarsi, come tutti i padri, di ritrovare nei suoi figli un po‛ di quello
che egli stesso è.
Dio non può permettere che questo venga distrutto dalla morte: in tal caso rinnegherebbe se
stesso.
La Bibbia, infatti, ci dice che tutte queste qualità, che sono belle, ma imperfette, fragili,
limitate, Dio le perfezionerà quando ritorneremo da lui.
E‛ per noi un grande conforto sapere che tutte queste qualità, la parte migliore, il suo cuore
che ci piaceva trovare nel nostro amico sono oggi dilatate e perfezionate secondo la misura
stessa di Dio.
Tutto il bene che facciamo sarà destinato a scomparire?
Ad andare definitivamente perduto?
Il brano della Parola di Dio che abbiamo ascoltato ci assicura di no: tutte le qualità che hanno
costituito la ricchezza umana del nostro amico non sono destinate ad essere sepolte: sono
destinate ad essere trasformate, elevate, per sempre.
Quando suonerà per noi l‛ora decisiva del grande incontro con Dio, la parte migliore di noi
rinascerà più bella e imperitura.
Questa speranza sostiene la preghiera della nostra assemblea.
Parliamo ora, in questa chiesa, della morte, e abbiamo l‛audacia di pronunciare le parole
«risurrezione», «vita», «incontro».
E‛ vero che, davanti alla morte dei nostri cari, noi balbettiamo tutti come bambini... bambini
che un giorno dovranno lasciare le rive di un mondo conosciuto, per avventurarsi in un altro
mondo.... un mondo le cui rive noi prevediamo saranno familiari.... ma che resta un mondo
ignoto.
Gesù Cristo ha parlato di risurrezione e di un Dio Padre, che non sopporta di vedere i suoi
figli scomparire per sempre, ci ripete oggi: «Non abbiate paura! Il mondo in cui entrerete
un giorno nella luce piena, è la vostra casa di famiglia, quella in cui si è felici di radunarsi. Una
Casa dove sarete accolti dalle braccia spalancate di un Dio Padre e da tutti coloro che vi
hanno lasciati ed attenderete chi deve ancora arrivare».
 Servo buono e fedele sei stato fedele nel poco ti darò potere su molto.
Entra nella gioia del tuo Signore
 Da 3 anni non usciva
 Caratteristica di fondo: bontà
 Oggi è Dio che ci parla di lui
 Morte: occasione per rendere omaggio
 Tristezza per la perdita, ma certezza che stiamo salutando qualcuno che
ha vissuto bene
 Combattente: aviere. Si commuoveva…..
 Aveva ormai familiarizzato con la morte
 L‛amore non conosce la morte. L‛amore viene da quell‛ambito che sta dentro
di noi e in cui la morte non può entrare.
 Accompagnare un defunto: amicizia, stima, rispetto e…fede
 Occasione per fermarci ed interiorizzare questa realtà
 Non andiamo verso terre completamente sconosciute
 La nostra società vuole onorare solo la vita: tabù della morte
 Esiste solo la morte degli altri non la nostra
 Ma la morte esiste
 Evochiamo ed esperimentiamo l‛eterno, non solo tristezza, ma anche
speranza
 “Io sono la risu……
 La morte non è un fallimento della vita
 Niente di ciò che facciamo nella vita va perduto; ogni singolo atto è un
seme di eternità
 Chi semina nel pianto raccoglie con gioia
 I miei occhi contempleranno Dio non da straniero
 Venite a me voi affaticati ed oppressi
 Avanzare verso Dio titubanti e scoprire di essere amati
 Abituati a vederlo ogni giorno con tanta energia e salute ci eravamo dimenticati della sua età e non
pensavamo certo alla sua morte.
 Probabilmente un infarto lo aveva colpito al mattino presto mentre , come ogni giorno, percorreva
il paese. Era riuscito a trascinarsi fino a casa.
 Dall‛ospedale era stato mandato a casa a morire, ma è riuscito a vivere ancora una settimana
attorniato da tanto affetto
 Come un patriarca dell‛AT
 Grande personalità, conosciamo il suo carattere, le sue convinzioni.
 Siamo vicini a Fulvia, ai nipoti ed ai parenti
 Un pezzo di storia del paese, un personaggio
 Vita non facile, infanzia, guerra, lavoro, vedovanza
 Bersagliere.
 Custode delle tradizioni, conosceva tutti
 I suoi giri mattutini per il paese
 Grande credente, il suo posto fisso in chiesa, lettore alla messa della domenica mattina
 Rispettoso, onesto. Simpatico anche per chi non la pensava come lui
 Oggi è Dio che ci parla di lui
 Siamo alla presenza di Dio e ciò che conta per Lui non è quello che abbiamo fatto nella vita, ma
ciò che siamo
 Morte: occasione per rendere omaggio
 Siamo qui anche per dare uno sguardo alla nostra vita e capirne il valore
 Siamo invitati a pensare a quanto resterà di noi dopo la nostra morte: la misericordia, l‛attenzione
verso chi sta male, la bontà tradotta in opere, in una parola l‛amore
 La morte non può fare nulla contro l‛amore, contro la fede, contro la speranza perché sono immortali,
vengono da Dio, sono state depositate da Dio stesso nel profondo del nostro cuore.
 Se collochiamo la croce sulle bare e sulle tombe dei defunti è per esprimere la nostra convinzione
che CRISTO, MORTO COME NOI, STA CON NOI ANCHE OLTRE LA MORTE.
 Alla luce di questa luce diamo l‛addio a Bruno nel senso stretto del termine: a Dio.”Tu lasci molte cose
qui, ma non sparirai mai, tu vai verso la fonte, verso Dio. Cristo è qui per portarti, lui il pastore, la
guida di cui puoi fidarti.
Albero che continua a dar frutto
Fede forte ormai scomparsa
Profonde convinzioni
Amore alla “sua” chiesa
 non solo tristezza, ma anche speranza
 La morte non è un fallimento della vita
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Non ha concluso l‛anno 2001
Patrimonio
Come un patriarca dell‛AT
Un pezzo di storia del paese
Grande scultore
Grande credente
Uomo di preghiera
Orgoglioso della sua famiglia
Viveva come in simbiosi con la sua Lavinia
Oggi è Dio che ci parla di lui
Morte: occasione per rendere omaggio
Tristezza per la perdita, ma certezza che stiamo salutando qualcuno che ha vissuto
come esempio
Albero che continua a dar frutto
Fede forte ormai scomparsa
Profonde convinzioni
Amore alla “sua” chiesa: messa prima della domenica, poi sostava a conversare
Era ascoltato
Seme gettato che darà frutti
Aveva ormai familiarizzato con la morte
L‛amore viene da quell‛ambito che sta dentro di noi e in cui la morte non può entrare.
Inno di ringraziamento , magnificat,
Non dobbiamo dimenticare!
 non solo tristezza, ma anche speranza
 La morte non è un fallimento della vita
Occasione per fermare nel nostro cuore e non disperdere il patrimonio di quanto si è
vissuto insieme, a non lasciar morire i legami
Niente di ciò che facciamo nella vita va perduto; ogni singolo atto è un seme di
eternità
Chi semina nel pianto raccoglie con gioia
I miei occhi contempleranno Dio non da straniero
Venite a me voi affaticati ed oppressi
 Servo buono e fedele sei stato fedele nel poco ti darò potere su molto.
Entra nella gioia del tuo Signore
 Domenica scorsa
 Patrimonio
 Oggi è Dio che ci parla di lui
 Morte: occasione per rendere omaggio
 Tristezza per la perdita, ma certezza che stiamo salutando qualcuno che
ha vissuto come esempio
Albero che continua a dar frutto
Fede forte ormai scomparsa
Profonde convinzioni
Patriarca dell‛AT
Preghiera
Figura caratteristica
Precisione al 1° del mese
Tagliaerba e tagliasiepi
Amore alla “sua” chiesa, la sua casa
Primo giorno di ogni mese
Combattente
Alfiere
Timore di non essere in grado di aiutare la sua Agnese
Seme gettato che darà frutti
 Aveva ormai familiarizzato con la morte
 L‛amore non conosce la morte. L‛amore viene da quell‛ambito che sta dentro
di noi e in cui la morte non può entrare.
 Non dobbiamo dire “torniamo alla normalità” come nulla fosse successo.
 Inno di ringraziamento , magnificat,
 Non dobbiamo dimenticare!
 Accompagnare un defunto: amicizia, stima, rispetto e…fede
 Occasione per fermarci ed interiorizzare questa realtà
 Non andiamo verso terre completamente sconosciute
 La nostra società vuole onorare solo la vita: tabù della morte
 Esiste solo la morte degli altri non la nostra
 Ma la morte esiste
 Evochiamo ed esperimentiamo l‛eterno, non solo tristezza, ma anche
speranza
 “Io sono la risu……
 La morte non è un fallimento della vita
 ESILIO
 Ciò che nel nostro modo di vivere era solo abbozzato diventa realtà piena
 La nostra liberazione dal male diventa definitiva
 Occasione per fermare nel nostro cuore e non disperdere
il patrimonio di quanto si è vissuto insieme, a non lasciar
morire i legami
 Niente di ciò che facciamo nella vita va perduto; ogni singolo atto è un
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seme di eternità
Chi semina nel pianto raccoglie con gioia
I miei occhi contempleranno Dio non da straniero
Venite a me voi affaticati ed oppressi
Avanzare verso Dio titubanti e scoprire di essere amati
I famigliari ringraziano
GIOBBE
Da che il mondo è mondo, gli uomini si sono sempre domandati se la vita finisse nel piccolo
angolo di un Cimitero.
Molti di essi hanno sperato nella Vita dopo la vita.
La Bibbia ha conservato come preziosa la professione di speranza di alcuni di loro. Noi
abbiamo letto quella di Giobbe, un uomo di 3000 anni fa: egli ha proclamato la sua speranza,
anzi la sua certezza di ergersi, un giorno, sulla polvere dei morti, dopo il suo ultimo respiro.
Egli faceva parte di quella lunga schiera di uomini che non hanno mai potuto rassegnarsi al
pensiero che gli occhi fatti per la luce si chiudessero per sempre sulla notte.
Abbiamo ascoltato le sue stesse parole, conservate con cura nella Bibbia.
La sua speranza di tre millenni fa collima con quella dei credenti del nostro secolo,
meravigliosamente illuminata dal Messaggio di Gesù Cristo.
Noi abbiamo la ferma speranza di contemplare un giorno con i nostri occhi il nostro Dio, di
stare in piedi, vivi alla sua presenza.
Rino qualche ora giorno fa era presente in mezzo a noi. Oggi, non lo è più.
Così, accanto a noi, alcuni muoiono, altri nascono.
«E‛ il destino!» diciamo. «E‛ la ruota che gira»...
Finiamo col pensare che sia una fatalità. Ma la Bibbia, Parola di Dio, viene ad aprire una
breccia nel muro della nostra rassegnazione: viene ad introdurre un dubbio... meglio: una
speranza, addirittura una certezza.
E se noi fossimo imbarcati per un viaggio diverso da quello che conduce al vuoto o all‛assenza?
E se la morte fosse solo un passaggio ? Se fosse un inizio e non una fine?
GIOVANNI 11,17-27
La morte di tutti i nostri cari, è per noi un interrogativo doloroso.
L‛amaro rimprovero di Marta chissà quante volte lo ripetiamo o lo sentiamo ripetere..
Gesù ha conosciuto l‛angoscia prima della morte, che ci aiuti ad accogliere oggi il suo invito a
superare la paura e ad assumer il rischio della fiducia nella sua promessa: Io sono la res……….
Nel pomeriggio del Sabato santo
Avrebbe voluto morire così
Siamo ora più poveri
La sua morte ci ha sorpresi perché nonostante la sua età era solo maturata come una
vite al sole della vita
 Non si tratta di fare l‛elogio funebre o il panegirico della signora Dina che ci ha lasciati,
ma annunciare che la sua vita aveva un legame profondissimo con Dio. Non si può parlare
di lei senza parlare di Dio e della sua fede
 Dio ha vissuto con lei tutti gli avvenimenti della sua vita ed è quindi logico che lei
continui a vivere con Lui
 Le persone sono le parole con cui Dio scrive la sua storia
 Dio ha plasmato il suo cuore e le ha insegnato che il grande scopo della vita, l‛unico che
in definitiva conta è l‛amare
 Il filo conduttore della sua vita
 Signore tu hai nascosto…..
 Ci sono alcune persone che lasciano un vuoto più di altre
 Sordità
 A lei non piacerebbe ascoltare lodi e panegirici. Abbiamo qualcosa di molto meglio delle
parole per renderle omaggio abbiamo in noi l‛eco della sua vita
 Oggi è Dio che ci parla di lei
 Opera di rivelazione
 Rileggere la vita alla luce del vangelo
 rendere omaggio alla persona
 Lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza
 Quelli che muoiono per la vita non possono considerarsi morti
 Chi semina nel pianto raccoglie con gioia
 Tristezza per la perdita, ma certezza che stiamo salutando qualcuno che ha vissuto
con Dio
 I miei occhi contempleranno Dio non da straniero
 Venite a me voi affaticati ed oppressi
 Continua a rimanere davanti a noi
 Avrà raggiunto il suo sposo che sempre nominava
 Il suo santuario in casa
 Preghiera
 Fede semplice, ma ferrea
 Non superficiale , ma che diventa carità
 Generosità smisurata verso tutti
 Vera madre
 Ancora punto di riferimento per figli e nipoti
 Lavoro, preoccupazione che succedessero incidenti
 I figli
 Carità
 Missionari
 Chi passava di là
 Attenzione e gratitudine per chi lavora per gli altri
 Parrocchia
 Sacerdoti
Preghiera come alimento della carità concreta
Libretti, corone, immagini
Madonna
Amore alla chiesa
Timore di dare fastidio
Seme gettato che darà frutti
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 Ultimamente aveva la sensazione di essere vicina alla fine, aveva ormai familiarizzato
con la morte, per lei non era un problema
 L‛amore non conosce la morte.
 L‛amore non è prigioniero del tempo.
 Inno di ringraziamento , magnificat,
 Non dobbiamo dimenticare!
Addio Dina. Concedici, per la tua preghiera. Di cercare di vivere su questa terra quello
che tu ora vivi nei cieli con Dio e di Dio
Non ci lascia, non si allontana, semplicemente sta sull‛altra riva, invisibile per noi
Morire a Pasqua dono del Signore
I famigliari ringraziano
Erano ormai vari anni che Francesco era sofferente.
Gli acciacchi erano tanti, ma si pensava che avrebbe potuto continuare ancora un
po‛. E‛ una generazione che sta per terminare, tanti fratelli..
Siamo numerosi oggi a testimoniare a Maria, a Giuseppe e Mariarosa e ai nipoti il
nostro affetto e le nostre condoglianza.
Cum dòlere: soffrire con loro
Ogni persona, ognuno di noi, riflette un po‛ nella parte migliore
di sé alcune di quelle meraviglie di amore che sono nel cuore di
Dio, poiché noi siamo creati a sua immagine e somiglianza
E Dio, che è Padre, deve rallegrarsi, come tutti i padri, di ritrovare nei suoi figli
un po‛ di quello che egli stesso è.
E non può lasciarlo distruggere dalla morte: in tal caso rinnegherebbe
se stesso.
La Bibbia, infatti, ci dice che tutte queste qualità, che sono belle, ma
imperfette, fragili, limitate, Dio le perfezionerà quando ritorneremo da lui.
E‛ per noi un grande conforto sapere che le nostre qualità, la parte migliore di
noi, dopo la morte si dilatano e si perfezionano secondo la misura stessa di Dio.
Tutto il bene che facciamo sarà destinato a scomparire?
Ad andare definitivamente perduto?
Il brano della Parola di Dio che abbiamo ascoltato ci assicura di no: tutte le
qualità che costituiscono la nostra ricchezza umana non sono destinate ad
essere sepolte: sono destinate ad essere trasformate, elevate, per sempre.
Quando suonerà per noi l‛ora decisiva del grande incontro con Dio, la parte
migliore di noi rinascerà più bella e imperitura.
Questa speranza sostiene la preghiera della nostra assemblea.
Parliamo ora, in questa chiesa, della morte, e abbiamo
l‛audacia di pronunciare le parole «risurrezione», «vita»,
«incontro».
E‛ vero che, davanti alla morte dei nostri cari, noi balbettiamo tutti come
bambini... bambini che un giorno dovranno lasciare le rive di un mondo conosciuto,
per avventurarsi in un altro mondo.... un mondo le cui rive noi prevediamo saranno
familiari.... ma che resta un mondo ignoto.
Credo che la sola differenza fra quelli che credono al cielo e quelli che non ci
credono, sia che i credenti mettono la mano nella mano di Gesù Cristo...
Essi fanno la scommessa della speranza in quest‛Uomo che si è detto l‛inviato di
Dio e che non cessa da 2000 anni di affascinare le generazioni.
Gesù ha parlato di risurrezione e di un Dio Padre, che non sopporta di
vedere i suoi figli scomparire per sempre, ci ripete oggi: «Non abbiate
paura! Il mondo in cui entrerete un giorno nella luce piena, è la vostra
casa di famiglia, quella in cui si è felici di radunarsi.
Una Casa dove sarete accolti dalle braccia spalancate di un Dio Padre
e da tutti coloro che vi hanno lasciati ed attenderete chi deve ancora
arrivare».
 E’ difficilissimo per me. Ogni parola è di troppo.
 Ma devo farlo
 Siamo qui per accompagnare e salutare Giorgina che ci ha lasciato
troppo in fretta.
 Lei che era tanto piena di vita ed aveva tanta ansia di vivere, tanto
entusiasmo.
 Non è facile capacitarsi di quanto è successo e le modalità della sua
morte accrescono il dolore e ci invitano al silenzio
 I nostri perché rimangono sulle labbra
 Domande senza risposte: perché è successo, cosa avremmo potuto
fare per evitare.
 Il mio primo pensiero è per il papà e la mamma
 Siamo qui per manifestare la nostra vicinanza e il nostro affetto.
 So benissimo che il vostro dolore non lo possiamo condividere
fino in fondo, ma la presenza di tanta gente qui oggi è per dirvi
che vi siamo vicini, siamo qui a testimoniare la forza dell’amore e
dell’amicizia anche davanti alla morte
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Più di 14 anni insieme
Giorgina era diventata lo scopo della vita dei genitori
Viaggio in India
Adozione
14 anni di amore, di attenzioni, di felicità, di progetti
Casa sistemata per lei
Patente
Scuola
Il suo sorriso che la contraddistingueva si spegne
improvvisamente sull‛asfalto bagnato proprio il giorno della
ripresa della scuola. Sotto gli occhi della mamma
Vorrei che le mie povere parole e le nostre preghiere fossero
partecipazione all‛ immenso dolore.
Mi rendo conto che ai genitori è stata strappata la carne e si è
aperta una piaga che non si rimarginerà del tutto solo nel giorno
del ricongiungimento in cielo
Noi non possiamo credere che la voglia di vivere di Giorgina si sia
bruscamente spezzata su una strada.
Non ho assolutamente la pretesa di spiegare nulla, anche per
quelli che come me condividono la fede si domandono: perché?
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perché lei? Perché a 18 anni?
Posso solo dire che il Dio di cui ci ha parlato Gesù Cristo sta
dalla parte di coloro che muoiono, sta dalla parte di coloro che
piangono e soffrono
Il nostro è un Dio che condivide le lacrime e offre la speranza:
preghiamo perché lasciamo che ci ripeta che in ogni notte vi è una
luce.
“ Se tu fossi stato qui……”
Perché Signore non hai fatto nulla per evitare che questo
succedesse?
La nostra domanda rimane senza risposta
Sono ore buie in cui Dio sembra assente o ingiusto, sono ore in cui
è difficile anche aggrapparsi alla preghiera e in cui ci sembra che
la vita non abbia più sapore, più interesse per noi
Come Gesù morto tra le braccia di sua madre
Eppure vogliamo credere che DIO è QUI CHE SOFFRE CON
NOI, PIANGENDO LE NOSTRE STESSE LACRIME come Gesù
davanti alla tomba di Lazzaro
E‛ come essere in una città sconosciuta e non riusiamo a trovare
la casa dove sappiamo che qualcuno ci attende
Vogliamo credere che il suo amore per noi non cessa con la morte
E‛ stato dopo la sua morte che Gesù Cristo ha iniziato ad essere
più vivo che mai
Mi è difficile affermare davanti al corpo senza vita di Giorgina
che la parte migliore di lei continua a vivere
Mi è difficile dire che egli continua ad essere presente in mezzo
a noi quando non lo si vedrà più e il suo posto sarà vuoto
Mi è difficile parlare di risurrezione quando molte persone
intorno a noi non parlano se non di scomparsa o di morte, magari
con rabbia e tristezza
Eppure è questa la speranza che osiamo proclamare oggi in questa
chiesa e parlare di presenza e di vita non significa solo dire
parole vuote o di illusi.
Siamo invitati a fidarci di Qualcuno non con la ragione, ma con il
cuore
Giorgina NON STA DIETRO DI NOI , noi abbiamo l‛inclinazione
a fissarci solo nel passato, in ciò che abbiamo vissuto con lei, di
arrestare la vita al momento in cui ci ha lasciato, ma noi ora la
mettiamo nelle mani di Dio, nel luogo d germinazione, nel luogo
dell‛attesa, la seminiamo non la seppelliamo
 Lei RIMANE CON NOI , c‛è una continuità tra la vita vissuta con
noi e la vita con Dio.
 Lei STA ANCHE DAVANTI A NOI egli è il nostro futuro, ci
attende e un giorno lo ritroveremo.
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Fiori al suo posto della messa delle 7
Siamo ora più poveri, con lei se ne un patrimonio
Donna che ha fatto un pezzo di storia del paese
Mamma per tutti
La sua morte ci ha sorpresi perché nonostante la sua età e i suoi acciacchi
per noi non era invecchiata, era solo maturata come una vite al sole della
vita
Ci sono alcune persone che lasciano un vuoto più di altre
A lei non piacerebbe ascoltare lodi e panegirici. Abbiamo qualcosa di molto
meglio delle parole per renderle omaggio abbiamo in noi l‛eco della sua vita,
il ricordo del suo sguardo, la consolazione dei suoi consigli sempre preziosi,
la sua rara capacità di ascoltare, la fiducia che molta gente riponeva in lei
Nella sua vita noi le abbiamo parlato molto dei nostri problemi, ora ascoltiamo
lei, lasciamo parlare la sua vita
Oggi è Dio che ci parla di lei
Opera di rivelazione
Rileggere la vita alla luce del vangelo
rendere omaggio alla persona
Lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza
Quelli che muoiono per la vita non possono considerarsi mo
Chi semina nel pianto raccoglie con gioia
Tristezza per la perdita, ma certezza che stiamo salutando qualcuno che
ha vissuto come esempio
I miei occhi contempleranno Dio non da straniero
Venite a me voi affaticati ed oppressi
Continua a rimanere davanti a noi
S.Vncenzo
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Francescana
Ammalati
Confidente
Preghiera
Dove c‛era un problema, un dolore, un ammalato : la sua presenza
Mamma del paese
Preghiera come alimento della carità concreta
Libretti di preghiera rattoppati
Madonna
Amore alla chiesa
Perdono di Dio e meriti
Dispiaceri e sofferenze
Timore di dare fastidio
Seme gettato che darà frutti
Aveva ormai familiarizzato con la morte
L‛amore non conosce la morte. L‛amore viene da quell‛ambito che sta dentro
di noi e in cui la morte non può entrare.
L‛amore non è prigioniero del tempo.
Non dobbiamo dire “torniamo alla normalità” come nulla fosse successo.
 Inno di ringraziamento , magnificat,
 Non dobbiamo dimenticare!
L‛ETERNITA‛ E‛ NATA NEL TEMPO, E, OGNI VOLTA CHE MUORE QUALCUNO
CHE ABBIAMO AMATO PROFONDAMENTE, L‛ETERNITA‛ PUO‛ FARE UNA
PICCOLA IRRUZIONE NELLA NOSTRA ESISTENZA MORTALE.
Addio mamma Domenica. Concedici, per la tua preghiera. Di cercare di vivere
su questa terra quello che tu ora vivi nei cieli con Dio e di Dio
Non fiori, ma….
I famigliari ringraziano
1 CORINZI 15, 51-57
Quanti hanno avvicinato Renzo hanno amato la sua naturale bontà,
la sua gentilezza e disponibilità, la sua mitezza, discrezione, il suo
spirito di servizio, la sua giovinezza di cuore.
Anche Dio ha amato tutte queste qualità
Ogni persona, ognuno di noi, riflette un po‛ nella parte migliore di sé
alcune di quelle meraviglie di amore che sono nel cuore di Dio, poiché
noi siamo creati a sua immagine e somiglianza
E Dio, che è Padre, deve rallegrarsi, come tutti i padri, di ritrovare
nei suoi figli un po‛ di quello che egli stesso è.
E non può lasciarlo distruggere dalla morte: in tal caso rinnegherebbe
se stesso.
La Bibbia, infatti, ci dice che tutte queste qualità, che sono belle, ma
imperfette, fragili, limitate, Dio le perfezionerà quando ritorneremo
da lui.
E‛ per noi un grande conforto sapere che tutte queste qualità, la parte
migliore, il suo cuore che ci piaceva trovare nel nostro amico sono oggi
dilatate e perfezionate secondo la misura stessa di Dio.
Tutto il bene che facciamo sarà destinato a scomparire? Ad andare
definitivamente perduto?
Il brano della Parola di Dio che abbiamo ascoltato ci assicura di no:
tutte le qualità che hanno costituito la ricchezza umana del nostro
amico non sono destinate ad essere sepolte: sono destinate ad essere
trasformate, elevate, per sempre.
Quando suonerà per noi l‛ora decisiva del grande incontro con Dio, la
parte migliore di noi rinascerà più bella e imperitura.
Questa speranza sostiene la preghiera della nostra assemblea.
GIOVANNI 14, 1-6
Parliamo ora, in questa chiesa, della morte, e abbiamo l‛audacia di
pronunciare le parole «risurrezione», «vita», «incontro».
E‛ vero che, davanti alla morte dei nostri cari, noi balbettiamo tutti
come bambini... bambini che un giorno dovranno lasciare le rive di un
mondo conosciuto, per avventurarsi in un altro mondo.... un mondo le
cui rive noi prevediamo saranno familiari.... ma che resta un mondo
ignoto.
Credo che la sola differenza fra quelli che credono al cielo e quelli
che non ci credono, sia che i credenti mettono la mano nella mano di
Gesù Cristo...
Essi fanno la scommessa della speranza in quest‛Uomo che si è detto l‛inviato di
Dio e che non cessa da 2000 anni di affascinare le generazioni.
Gesù Cristo ha parlato di risurrezione e di un Dio Padre, che non
sopporta di vedere i suoi figli scomparire per sempre, ci ripete oggi:
«Non abbiate paura! Il mondo in cui entrerete un giorno nella luce
piena, è la vostra casa di famiglia, quella in cui si è felici di radunarsi.
Una Casa dove sarete accolti dalle braccia spalancate di un Dio Padre
e da tutti coloro che vi hanno lasciati ed attenderete chi deve ancora
arrivare».
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Scipione era una persona stimata da tutti
In questi ultimi anni la sua mente si era come spenta
Assistito amorevolmente dalla moglie e dai figli
Instancabile lavoratore e genio della meccanica
Uomo di fede, messa e confessione
Siamo vicini alla moglie ai figli e ai nipoti
Me lo immagino in cielo arrabattarsi attorno a qualche macchinario
Oggi è Dio che ci parla di lui
Morte: occasione per rendere omaggio
Tristezza per la perdita, ma certezza che stiamo salutando qualcuno che ha vissuto
come esempio
Albero che continua a dar frutto
Seme gettato che darà frutti
L‛amore viene da quell‛ambito che sta dentro di noi e in cui la morte non può entrare.
Inno di ringraziamento , magnificat,
Non dobbiamo dimenticare!
 non solo tristezza, ma anche speranza
 La morte non è un fallimento della vita
Occasione per fermare nel nostro cuore e non disperdere il patrimonio di quanto si è
vissuto insieme, a non lasciar morire i legami
Niente di ciò che facciamo nella vita va perduto; ogni singolo atto è un seme di
eternità
Chi semina nel pianto raccoglie con gioia
I miei occhi contempleranno Dio non da straniero
Venite a me voi affaticati ed oppressi
Funerale Vanda
Con coraggio e serenità Vanda ha percorso il calvario della malattia e
noi oggi la accogliamo in questa chiesa che ha amato.
Vi parlo da questo ambone dove tante volte ha letto la Parola
La sera di Pentecoste
Era lucida e cosciente della morte imminente
Ha lottato e poi si è arresa
Battista, hai preparato il vestito ?
 Rileggere la vita alla luce del vangelo
 Rendere omaggio alla persona
FAMIGLIA
MARITO
FRATELLI PRETI
BATTISTA E CESARE
NIPOTINI
Il grande mistero della vita spirituale è ciò che noi non dobbiamo
aspettare come qualcosa che succederà più tardi. Gesù dice:
«Rimanete in me e io in voi»
La vita eterna consiste nella presenza attiva di Dio al centro stesso
del vivere
Spesso davanti alla morte ci si situa in modo diverso:
 ci consideriamo vittime
 oppure la guardiamo come un‛intrusa.
Ritornare alla terra non è cadere in un buco senza fondo, ma è
nascondersi per germogliare, è addormentarsi per riposare e
risvegliarsi in un altro luogo
Il significato di una vita si manifesta solo dopo la morte
TRA MEMORIA E SPERANZA
 Ascoltiamo Dio che ci parla attraverso di lei
 Lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza
 Quelli che muoiono per la vita non possono considerarsi morti
Chi semina nel pianto raccoglie con gioia
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Cosa ci dice la parola di Dio?
“Vedremo Dio come egli è”
Abbiamo una dimora nei cieli”
Beati i morti che muoiono nel Signore”
Voglio che siano con me dove sono io
Nel pomeriggio del venerdì santo
Pedagogia liturgica
Avrebbe voluto morire così
La sua morte ci ha sorpresi perché nonostante la sua età era solo maturata come una vite al
sole della vita
 Non siamo qui per fare l‛elogio funebre o il panegirico di chi ci lascia, ma annunciare che la
sua vita aveva un legame profondissimo con Dio.
 Dio ha vissuto con lei tutti gli avvenimenti della sua vita ed è quindi logico che lei continui a
vivere con Lui
 Le persone sono le parole con cui Dio scrive la sua storia
 Dio ha plasmato il suo cuore e le ha insegnato che il grande scopo della vita, l‛unico che in
definitiva conta è l‛amare
 Il filo conduttore della sua vita
 Ci sono alcune persone che lasciano un vuoto più di altre
 Signorilità, delicatezza,
 A lei non piacerebbe ascoltare lodi e panegirici. Abbiamo qualcosa di molto meglio delle parole
per renderle omaggio abbiamo in noi l‛eco della sua vita
 Oggi è Dio che ci parla di lei
 Opera di rivelazione
 Rileggere la vita alla luce del vangelo è rendere omaggio alla persona
 Lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza
 Quelli che muoiono per la vita non possono considerarsi morti
 Chi semina nel pianto raccoglie con gioia
 Tristezza per la perdita, ma certezza che stiamo salutando qualcuno che ha vissuto con Dio
 Vicini a Maria e Paola
 I miei occhi contempleranno Dio non da straniero
 Venite a me voi affaticati ed oppressi
 Continua a rimanere davanti a noi
 Avrà raggiunto il suo sposo, era attesa
 L‛amore non conosce la morte.
 L‛amore non è prigioniero del tempo.
 Inno di ringraziamento , magnificat,
 Non dobbiamo dimenticare!
Addio Virna. Concedici, per la tua preghiera, dii cercare di vivere su questa terra quello che tu
ora vivi nei cieli con Dio e di Dio
Non ci lascia, non si allontana, semplicemente sta sull‛altra riva, invisibile per noi
Morire a Pasqua dono del Signore
I famigliari ringraziano
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Vito ha resistito a lungo, ma la malattia
Si è consumato
Lucidissimo
Rita: dolcezza, vicinanza e fede
Grande credente: la sua fede mi ha sempre impressionato
Uomo di preghiera
Lascia in eredità un patrimonio di fede
Non fede superficiale, leggeva, era informato
Il suo rapporto con Rita
Oggi è Dio che ci parla di lui
Morte: occasione per rendere omaggio
Tristezza per la perdita, ma certezza che stiamo salutando qualcuno che ha vissuto
come esempio
Albero che continua a dar frutto
Fede forte ormai scomparsa
Profonde convinzioni
Generosità
Seme gettato che darà frutti
Aveva ormai familiarizzato con la morte
L‛amore viene da quell‛ambito che sta dentro di noi e in cui la morte non può entrare.
Inno di ringraziamento , magnificat,
Non dobbiamo dimenticare!
 non solo tristezza, ma anche speranza
 La morte non è un fallimento della vita
Occasione per fermare nel nostro cuore e non disperdere il patrimonio di quanto si è
vissuto insieme, a non lasciar morire i legami
Niente di ciò che facciamo nella vita va perduto; ogni singolo atto è un seme di
eternità
Chi semina nel pianto raccoglie con gioia
I miei occhi contempleranno Dio non da straniero
Venite a me voi affaticati ed oppressi
“Se fossi stato qui”……
Perchè non hai fatto nulla?
Domanda senza risposta
Gesù davanti alla tomba di Lazzaro si commuove
La risposta di Gesù è sicura, come la professione di Marta
Tutti abbiamo domande , anche se credenti, senza riposta
E‛ come essere in una città sconosciuta e non riusiamo a trovare la casa anche se
sappiamo che là qualcuno ci attende
Cristo nella vita e nella morte
Questo però non viene dagli occhi, ma dal cuore
Sapere di essere amati, sentire che qualcuno ti sta vicino non si può dimostrare,
si sente, si sperimenta dentro di se
Io non posso dimostrarvi che Gesù Cristo è qui con noi, posso solo dirvelo, che
sta con noi nella morte come nella vita
Il suo amore per noi non cessa con la morte
La sua parola dura per sempre
La morte non ha alcun potere su di lui
Se oggi siamo qui con i genitori, il fratello, la sorella, i nipoti è per testimoniare
la forza dell‛amore e dell‛amicizia, anche di fronte alla morte.
E‛ stato dopo la sua morte che Gesù Cristo ha iniziato ad essere più vivo che mai
32
E’ difficilissimo per me. Ogni parola è di troppo.
Ma devo farlo
Siamo qui per accompagnare Giorgina che ci ha lasciato troppo in fretta.
Lei che era tanto piena di vita ed aveva tanta ansia di vivere, tanto
entusiasmo.
Non è facile capacitarsi di quanto è successo e le modalità della sua
morte accrescono il dolore e ci invitano al silenzio
I nostri perché rimangono sulle labbra
Domande senza risposte: perché è successo, cosa avremmo potuto
fare per evitare.
Il mio primo pensiero è per il papà e la mamma per manifestare la
nostra vicinanza e il nostro affetto.
So benissimo che il vostro dolore non lo possiamo condividere fino
in fondo, la presenza di tanta gente qui oggi è per dirvi che vi siamo
vicini, siamo qui a testimoniare la forza dell‛amore e dell‛amicizia
anche davanti alla morte
Più di 14 anni
Giorgina scopo della loro vita
Viaggio in India
Adozione
Casa sistemata per lei
Patente
Scuola
La mamma che lo accompagna al bus
14 anni di amore, di attenzioni, di felicità
Il suo sorriso
Vorrei che le mie parole e le nostre preghiere fossero partecipazione
al loro immenso dolore.
Mi rendo conto che è stata loro strappata la loro carne e si è aperta
una piaga che non si rimarginerà che nel giorno del ricongiungimento
in cielo
Noi non possiamo credere che la voglia di vivere di Giorgina si sia
bruscamente spezzata su una strada.
Non pretendiamo spiegare nulla, anche quelli che condividono la fede
si domandono: perché lei? Perché a 18 anni?
Diciamo semplicemente che il Dio che ci accoglie sta dalla parte di
coloro che muoiono, sta dalla parte di coloro che piangono.
Il nostro è un Dio che condivide le lacrime e offre la speranza:
preghiamo perché lasciamo che ci ripeta che in ogni notte vi è una
luce.
“ Se tu fossi stato qui……”
Perché Signore non hai fatto nulla per evitare che questo succedesse?
La nostra domanda rimane senza risposta
Gesù davanti alla tomba di Lazzaro si commuove
La risposta di Gesù è sicura, come la professione di Marta
Tutti abbiamo domande , anche se credenti, senza riposta
E‛ come essere in una città sconosciuta e non riusiamo a trovare la
casa anche se sappiamo che là qualcuno ci attende
Cristo nella vita e nella morte
Questo però non viene dagli occhi, ma dal cuore
Sapere di essere amati, sentire che qualcuno ti sta vicino non si può
dimostrare, si sente, si sperimenta dentro di se
Io non posso dimostrarvi che Gesù Cristo è qui con noi, posso solo
dirvelo, che sta con noi nella morte come nella vita
Il suo amore per noi non cessa con la morte
La sua parola dura per sempre
La morte non ha alcun potere su di lui
Se oggi siamo qui con i genitori è per testimoniare la forza dell‛amore
e dell‛amicizia, anche di fronte alla morte.
E‛ stato dopo la sua morte che Gesù Cristo ha iniziato ad essere più
vivo che mai
Mi è difficile affermare davanti al corpo senza vita di Giorgina che la
parte migliore di lei continua a vivere.
Mi è difficile dire che egli continua ad essere presente in mezzo a noi
quando non lo si vedrà più e il suo posto sarà vuoto
Mi è difficile parlare di risurrezione quando molte persone intorno a
noi non parlano se non di scomparsa o di morte
Eppure è questa la speranza che osiamo proclamare oggi in questa
chiesa e parlare di presenza e di vita non significa solo dire parole
vuote o di illusi.
Siamo invitati a fidarci di Qualcuno.
Giorgina NON STA DIETRO DI NOI , noi abbiamo l‛inclinazione
a fissarci solo nel passato, in ciò che abbiamo vissuto con lei, di
arrestare la vita al momento in cui ci ha lasciato, ma noi ora lo
mettiamo nelle mani di Dio, nel luogo d germinazione, nel luogo
dell‛attesa.
Lei RIMANE CON NOI , c‛è una continuità tra la vita vissuta con noi e
la vita con Dio.
Lei STA ANCHE DAVANTI A NOI egli è il nostro futuro, ci attende e
un giorno lo ritroveremo.
GIOVANE MORTO INCIDENTE
E’ difficilissimo per me esprimere qualche sentimento
Siamo qui per accompagnare Cesare che ci ha lasciato troppo in fretta,
lui che era tanto pieno di vita ed aveva tanta ansia di vivere Non è facile
capacitarsi di quanto è successo e la brutalità della sua morte accresce il
dolore e ci invita al silenzio
I nostri perché rimangono sulle labbra
Domande senza risposte: perché è successo, cosa avremmo potuto
fare per evitare.
Il mio primo pensiero è per il papà, la mamma, la sorella, le persone
che gli erano più vicine per manifestare la nostra vicinanza e il nostro
affetto. So benissimo che il vostro dolore non lo possiamo condividere
fino in fondo, la presenza di tanta gente qui oggi è per dirvi che vi
siamo vicini, siamo qui a testimoniare la forza dell‛amore e dell‛amicizia
anche davanti alla morte
bontà
sincerità
gioia di vivere
dopo una giornata di lavoro andava dalla sorella e nipoti
Vorrei che le mie parole qui in questa chiesa dove Cesare ha ricevuto
la Cresima, le nostre preghiere fossero partecipazione al loro immenso
dolore. Mi rendo conto che è stata loro strappata la carne della loro
carne e si è aperta una piaga che non si rimarginerà che nel giorno del
ricongiungimento in cielo
Noi non possiamo credere che la voglia di vivere di Cesare si sia
bruscamente spezzata su una strada.
Non pretendiamo spiegare nulla, anche quelli che condividono la fede
si domandono: perché lui? Perché a 26 anni appena compiuti?
Diciamo semplicemente che il Dio che ci accoglie sta dalla parte di
coloro che muoiono, sta dalla parte di coloro che piangono.
Il nostro è un Dio che condivide le lacrime e offre la speranza:
preghiamo perché lasciamo che ci ripeta che in ogni notte vi è una
luce.
“ Se tu fossi stato qui……”
Perché Signore non hai fatto nulla per evitare che questo succedesse?
La nostra domanda rimane senza risposta
Gesù davanti alla tomba di Lazzaro si commuove
La risposta di Gesù è sicura, come la professione di Marta
Tutti abbiamo domande , anche se credenti, senza riposta
E‛ come essere in una città sconosciuta e non riusiamo a trovare la
casa anche se sappiamo che là qualcuno ci attende
Cristo nella vita e nella morte
Questo però non viene dagli occhi, ma dal cuore
Sapere di essere amati, sentire che qualcuno ti sta vicino non si può
dimostrare, si sente, si sperimenta dentro di se
Io non posso dimostrarvi che Gesù Cristo è qui con noi, posso solo
dirvelo, che sta con noi nella morte come nella vita
Il suo amore per noi non cessa con la morte
La sua parola dura per sempre
La morte non ha alcun potere su di lui
Se oggi siamo qui con i genitori, il fratello, la sorella, i nipoti è per
testimoniare la forza dell‛amore e dell‛amicizia, anche di fronte alla
morte.
E‛ stato dopo la sua morte che Gesù Cristo ha iniziato ad essere più
vivo che mai
Mi è difficile affermare davanti al corpo senza vita di Cesare che la
parte migliore di lui continua a vivere.
Mi è difficile dire che egli continua ad essere presente in mezzo a noi
quando non lo si vedrà più e il suo posto sarà vuoto
Mi è difficile parlare di risurrezione quando molte persone intorno a
noi non parlano se non di scomparsa o di morte
Eppure è questa la speranza che osiamo proclamare oggi in questa
chiesa e parlare di presenza e di vita non significa solo dire parole
vuote o di illusi.
Siamo invitati a fidarci di Qualcuno.
Cesare NON STA DIETRO DI NOI , noi abbiamo l‛inclinazione
a fissarci solo nel passato, in ciò che abbiamo vissuto con lui, di
arrestare la vita al momento in cui ci ha lasciato, ma noi ora lo
mettiamo nelle mani di Dio, nel luogo d germinazione, nel luogo
dell‛attesa.
Lui RIMANE CON NOI , c‛è una continuità tra la vita vissuta con noi e
la vita con Dio.
Egli STA ANCHE DAVANTI A NOI egli è il nostro futuro, ci attende
e un giorno lo ritroveremo.
La Vita dopo la Morte
« Tergerà ogni lacrima dai loro occhi;
non ci sarà più la morte né lutto, né lamento, né
affanno, perchè le cose di prima sono passate »
Apocalisse 21, 4
La vita dopo la morte? E‛ una domanda che tutti si pongono.
Se non oggi, arriverà il momento di pensarci.
Forse domani, a causa di un conoscente o di un amico che ci sta
lasciando. E anche per noi verrà l‛ora.
Alcuni dicono: “forse c‛è qualcosa, si vedrà quando sarà il
momento, perchè preoccuparmi oggi?”.
Altri passano tutta la vita a prepararsi a questo incontro con
l‛aldilà, a preparare l‛eternità, tanto è importante per loro.
Ma senza dubbio abbiamo resistenze a pensare alla morte,
perchè siamo fatti per la vita. Ecco perché è utile chiarire cosa
possiamo sapere della vita dopo la morte.
Tra le tante risposte che ci vengono proposte, a cosa dobbiamo
credere, a chi dobbiamo credere?
I materialisti dicono: “tutto finisce con la morte, non ci sarà
altro, e il mondo continuerà a girare”.
I sostenitori della reincarnazione affermano: “Ci sono più vite
successive, finché non si diventa il Grande Tutto e non si respira
più la vita (nirvana)”.
Gli ebrei, i musulmani ed i cristiani credono ad una vita eterna
di felicità con Dio, successiva a questa vita. Per i cristiani in
particolare, resusciteremo con il nostro corpo, come Gesù.
1 - Come può esserci qualcosa dopo la morte? Se il corpo è
morto, come può rimanere qualcosa di noi?
La prima domanda da affrontare è: come può continuare la vita
quando il nostro corpo ormai è morto, ed è ormai sottoterra; e
presto questo corpo sparisce, disperdendo i suoi elementi nella
terra e nell‛aria.
Molti libri hanno parlato negli ultimi anni di esperienze di “vita
dopo la morte”. Alcuni medici americani hanno anche pubblicato
delle tesi al riguardo. Nelle testimonianze raccolte in questi libri
alcune persone malate, spesso in fase postoperatoria, in uno
stato critico, sono morte, e lo si è constatato biologicamente. E
dopo un certo tempo, si è constatato che riprendevano vita. Sono
state interrogate per conoscere cosa avevano vissuto nel periodo
in cui erano parse morte. Si riscontra una grande similitudine
nelle loro testimonianze. In generale queste persone provavano
una esistenza ‘extracorporale‛, potevano contemplare il proprio
corpo da spettatori. E la maggior parte delle persone che hanno
fatto questa esperienza riportano un incontro con un essere
misericordioso e luminoso. L‛immagine e l‛identità di questo
essere variano, ma è altrettanto poco precisa se le persone sono
poco o non credenti. E nonostante ciò, il confronto con un giudizio
misericordioso, con una bontà, sembra lo stesso.
Bisogna riconoscere in ogni caso che, al di là del loro valore,
queste testimonianze riferiscono di esperienze “ai limiti tra
la vita e la morte”; le persone hanno poi ricominciato a vivere,
per questo hanno poi potuto parlarne. Possiamo così pensare
che l‛essere misericordioso di questo incontro forse ha dato
loro un avvertimento, una domanda, una nuova possibilità, un
incoraggiamento a vivere la bontà ed il bene; ma si tratta
comunque di una ripresa, della prosecuzione invariata della stessa
vita che quelle persone avevano tra noi prima.
C‛è qualcosa che forse dobbiamo accettare di queste
testimonianze: ai limiti estremi della vita del corpo si svela
talvolta in modo sconvolgente che il nostro corpo non è del
tutto nostro, che esiste una parte della nostra vita in grado di
interrogarsi sul suo corpo, sulla vita, sul destino. E‛ forse l‛anima?
Questa è la domanda essenziale. Contrariamente a quanto
pensano i materialisti, vedremo per quali ragioni, che lo voglia o
meno, la nostra esistenza ‘materiale biologica‛ non può esprimere
tutto di noi. Non è logico ridurre ai limiti propri della biologia
la nostra vita, con tutto quello che ha di più profondo, le nostre
aspirazioni più vere, e il senso che noi abbiamo di un destino
ultimo. Non è difficile da capire. Facciamo un esempio:
Un uomo può amare una donna con il corpo. Ma è falso dire che
può amarla solo con il suo corpo. Coloro che limitano l‛amore
al corpo sono in errore. L‛amore vero va più lontano, più in
profondità; ed è più durevole. Amare in realtà non è amare solo
con il corpo ma con tutto il cuore, con tutte le forze dell‛anima.
E‛ amare l‛altro per l‛altro. E‛ volere il suo bene prima di tutto. E‛
dimenticare se stessi per amare, ed è amare per sempre.
« Forte come la morte è l‛amore » (dal libro ‘il Cantico dei Cantici‛
nella Bibbia), e ci chiama ad andare oltre.
Anche la Felicità. L‛uomo è fatto per la felicità. Come potremmo
essere infelici se non avessimo alcuna idea, alcun desiderio
della felicità? E quando sperimentiamo la felicità che cosa
desideriamo? Non soltanto che continui la situazione che ci ha
procurato felicità, bensì l‛essere felici sempre, al di là di ciò che
ne è la causa. C‛è quindi dentro di noi qualcosa che va ben oltre il
corpo, qualcosa che è fatto per desiderare la felicità senza fine,
ed è ciò che i cristiani - e molti altri - chiamano anima.
E la morte è un ostacolo. Siamo fatti per essere felici,
desideriamo una felicità eterna, e non una che si fermi alla morte.
Questa felicità senza fine la desideriamo tutti, per noi stessi,
per coloro che amiamo, perchè abbiamo un‛anima, non possiamo
arrenderci alla morte, abbiamo come un desiderio naturale ed
irresistibile di eternità, l‛anima non è fatta per sparire nella
terra.
2 - Le obiezioni dei ‘materialisti‛, che credono che non ci sia
niente dopo la morte.
I “materialisti” hanno delle obiezioni esteriori, e altre che sono di
ordine interiore, in se stessi: gli uni sono ragionamenti obiettivi,
discutibili, gli altri sono reazioni interiori, ferite o paure interne
assolutamente personali per ciascuno di noi. Non sempre se ne ha
coscienza, ma si possono mitigare e guarire quando queste ferite
vengono alla luce.
L‛obiezione principale dei materialisti è semplice, dichiarano che
non esiste niente oltre al mondo fisico (fisico-chimico), il mondo
che possiamo osservare con i sensi e misurare.
Questa obiezione vuole essere ‘scientifica‛, ed è effettivamente
l‛opinione dei cosidetti ‘scientisti‛.
Nella seconda metà del XIX° secolo e nella prima metà del XX°
secolo gli scientisti dichiaravano di credere esclusivamente alla
scienza, e impressionavano le persone poco istruite avvalendosi
della scienza. Erano persuasi che il metodo scientifico avrebbe
spiegato tutto. Rigettavano come irrazionali tutte le altre forme
di sapienza, scienza o saggezza. Al di là della scienza tutto era
insulso. Un po‛ come se uno specialista in greco vi dicesse che
tutto quello che non è scritto in caratteri greci non ha senso.
L‛anima non poteva essere misurata né messa in equazione, per cui
trassero la conclusione che essa non esisteva.
Queste teorie materialiste sono dette ‘riduzioniste‛, perché
riducevano l‛uomo a cifre, calcoli, reazioni chimiche, schemi
fisiologici.
Il pensiero, l‛amore, la vita, vengono ridotti ad una semplice
sovrastruttura di reazioni fisico-chimiche.
Con questo, gli scientisti non usavano meno pregiudizi
‘antiscientifici‛ degli altri per salvaguardare le loro teorie. Così
gli avversari del grande Pasteur, lo scopritore dei microbi e dei
vaccini, credevano alla generazione spontanea. Perché ? Non per
veri motivi scientifici, ma per ateismo, perché pensavano: se non
poniamo la generazione spontanea degli animali nell‛ambiente,
dove li troviamo abitualmente, saremmo obbligati a credere alla
Creazione e al Creatore.
D‛altra parte lo stesso Pasteur, così esigente in materia
scientifica, credeva all‛esistenza dell‛anima e dell‛eternità.
Ringraziava Dio delle sue scoperte (ad esempio nel suo discorso
per l‛inaugurazione dell‛Istituto Pasteur). E dopo la morte di uno
dei suoi figli scrisse la più bella dichiarazione di speranza, quella
di ritrovarsi nell‛eternità. La difficoltà è proprio lì. La domanda
viene pos
3 - Nel cuore dell‛uomo, non c‛è forse una paura segreta davanti
al mistero di Dio e dell‛eternità?
Molti dei nostri amici atei e delle persone che dicono che non c‛è
niente dopo la morte hanno obiezioni di tutt‛altra natura, diverse
dall‛affermare che non c‛è niente oltre alle scienze fisiche.
Le loro difficoltà a credere alla vita dell‛anima, e all‛eternità
del cielo, sono di ordine molto personale. Sono questioni che
riguardano la libertà, la morale, la giustizia, l‛amore degli altri,
la nostra storia personale. Cercheremo di mostrare che questi
interrogativi sono posti in modo sbagliato, a causa della nostra
storia personale. Da allora non possiamo avere la risposta giusta;
la rifiutiamo a priori perchè ne abbiamo paura. Non vogliamo
ascoltare, per paura di sentire qualcosa che ci faccia male; ci
tappiamo gli orecchi. Invece, se ascoltassimo la vera risposta, che
gioia e che liberazione ne avremmo!
Ci sono degli atei che non possono accettare che esista una vita
eterna, perchè il loro padre, o la loro madre, o un amico, il marito,
... è morto apparentemente non credente. La reazione è perciò
quella di dirsi: questa persona cara, ammirata, non può andare in
cielo con Dio, ammesso che ne esista uno, perchè non credeva.
O meglio, questa persona ha fatto cose non conformi a quanto
io immagino della morale voluta da Dio. Preferisco ad ogni modo
che non ci sia Dio e vita eterna, perchè il mio caro ne sarebbe
escluso, e questo sarebbe triste.
Ma a tutto questo il Vangelo (cioè la “Buona Novella”) di Gesù
risponde :
“Questo è impossibile agli uomini, ma a
Dio tutto è possibile”.
(Vangelo di Matteo 19, 26)
“Dio vuole che tutti gli uomini siano
salvati”
(San Paolo, 1° lettera a Timoteo 2, 4)
“Dio infatti ha tanto amato il mondo
da dare il suo Figlio unigenito, pechè
chiunque crede in lui non muoia, ma
abbia la vita eterna.
Dio non ha mandato il Figlio nel mondo
per giudicare il mondo, ma perchè il
mondo si salvi per mezzo di lui”.
(Vangelo di Giovanni 3, 16-17)
Possiamo allora essere certi che Dio è un Dio di bontà, di
misericoridia. A coloro che, in buona fede, non lo riconoscono
come tale è pronto ad aprire le porte della salvezza. Egli guarda
innanzi tutto alla loro rettitudine. E‛ sufficiente che il loro cuore,
il fondo del loro animo, dica sì alla sua misericordia. Questo ci
viene mostrato nel Vangelo quando Gesù muore sulla croce, al suo
fianco ci sono due malfattori ugualmente crocifissi. Ed uno di loro
si rivolge a Gesù con pietà dicendo :
« Noi riceviamo il giusto per le nostre azioni, egli invece non
ha fatto nulla di male ». E dice a Gesù : « Gesù, ricordati di me
quando entrerai nel tuo regno. » E Gesù gli dice :
« In verità ti dico, oggi sarai con me nel Paradiso.
Questo è quanto possiamo chiedere a Dio per la persona cara
morta senza, apparentemente, conoscere Dio: che come il buon
ladrone sia toccata dall‛innocenza di Dio quando lo incontrerà, e
che gli chieda che Gesù si ricordi di lei nel suo regno. E Dio, a cui
niente è impossibile, renderà il nostro caro capace di entrare con
lui in Paradiso.
Nel faccia a faccia finale della persona al momento della morte,
un momento di cui noi non siamo testimoni, Dio, che è solo amore,
si rivela in un modo particolare come amore, misericordia. Tutte
le paure di Dio, le immagini sbagliate di Dio svaniscono come
nubi scacciate dalla tempesta. L‛amore, che è il vero volto di Dio,
nel Cristo appare come al buon ladrone. Basta allora dire di sì
all‛amore di Dio, Lui poi farà il resto.
Per noi che siamo vivi, possiamo forse avere paura di Dio oggi
perché ne abbiamo una immagne sbagliata. Per esempio a causa
della morale. Devo abbandonare una cosa che amo oggi per una
felicità futura che non conosco? Dio vuole impormi delle cose
austere per mostrarmi la sua potenza? In realtà è nemico della
mia felicità? Vuole fare di me uno schiavo? La risposta è la stessa
di prima :
« Se Dio ha dato il suo Figlio perché io avessi la vita eterna, se mi
ama anche se io non lo conosco, non lo amo e forse addirittura lo
combatto; se mi ama fino a questo punto, perchè avere paura che
voglia per me altro che la felicità? »
Possiamo avere difficoltà a capirlo. Perché non chiedergli, in nome
dell‛amore che ci dichiara, di fare luce su queste difficoltà?
Il Dio di Gesù non mi impone il suo amore. E‛ venuto tra noi come
un bambino a Natale, debolissimo, senza potere. Per schiacciarci
forse? Il suo amore, lui non lo impone, piuttosto lo propone; lo
mendica. Attende da me solo una risposta libera, anche se non
capisco tutto immediatamente, posso cominciare a guardarlo in
modo diverso. Nella mia mente inizieranno a sparire le immagini
contraffatte che avevo di Dio. Lui non vuole impedire la mia
felicità in questa vita; mi mostrerà le vie di una felicità che va
più lontano, che mi soddisferà completamente, una felicità che
corrisponde ai desideri più profondi del mio essere.
Allora potrò scoprire questo Dio di amore ed accettare le sue
promesse straordinarie. Nella gioia e nella libertà, guarito dalle
mie ferite profonde, avrò voglia di dirgli di sì, voglio amare con
tutta la mia anima. Deporrò ai suoi piedi tutto quello che non va,
riceverò con gioia il suo perdono, che mi renderà completamente
nuovo; ed entrerò in una speranza nuova, un senso di amore per il
quale sarò pronto a cambiare qualcosa nella mia vita.
4 - Ma la reincarnazione non è ugualmente una vita dopo la
morte? E‛ possibile avere più vite successive?
Molti dicono oggi di credere alla reincarnazione. Spesso non si sa
di cosa si tratta, ma è di moda.
Perché alcuni sono affascinati dall‛idea della reincarnazione? Che
vantaggi offre?
Due sono i motivi profondi di questa attrazione verso la
reincarnazione.
1 - Sento bene in me che la mia vita profonda non è
fatta per arrestarsi. Il niente mi ripugna. Occorre
allora che, in qualche modo, la mia vita, il mio corpo,
continuino dopo la morte, in una qualche forma di
vita. Di fatto, ciò che cerchiamo sotto la parola
‘reincarnazione‛ è l‛eternità. Ma la teoria della
reincarnazione è la risposta giusta, è la via alla vera
felicità?
2 - La gente sa bene di non poter accedere così al
Paradiso. Siamo tutti coscienti di aver bisogno di
essere purificati. Non siamo stati tutti, d‛altra parte,
un giorno o l‛altro, un po‛ complici del male nel mondo
con un male che noi stessi abbiamo commesso? que nous
avons fait ?
Le dottrine della reincarnazione suggeriscono che di vita in vita
(ricominciata sulla terra) ci purifichiamo e ci possiamo sbarazzare
del male che ci portiamo addosso. Questa idea è profonda e
rispettabile; ma la soluzione che propone al problema è valida?
(L‛idea che l‛anima si sposti di corpo in corpo in modo
indipendente riduce il corpo ad essere solamente una prigione
di passaggio. In realtà il corpo è la carta d‛identità dell‛anima.
L‛anima prende vita insieme al corpo, il corpo le dà un aspetto, ed
essa ne è la vita spirituale. Ciascuno di noi è un individuo, con una
sola anima, un solo corpo, una sola storia, una sola eternità.)
Eppure, la reincarnazione non è la vita eterna.
La reincarnazione, qualunque sia la teoria seguita (ne esistono
numerose: dottrine orientali, new age, buddismo del grande o del
piccolo veicolo), in realtà non è la vita eterna. E‛ un‛addizione di
piccole vite con sempre dei limiti della vita di qui, fino al momento
in cui non c‛è più vita, il “nirvana”.
La felicità proposta al termine del cammino non è strana? Se
si ammette l‛etimologia del termine ‘nirvana‛, lo stato ultimo
dopo la reincarnazione, è un‛assenza di respiro. La purificazione
attraverso vite successive consiste nel distaccarsi dal desiderio
di beni materiali, dal potere, dagli affetti e dalle relazioni con
gli altri, dall‛amicizia; e da ogni legame con la vita stessa: non
pensare più, non respirare più. Ci si confonde così infine con
l‛universo, il grande tutto. Senza muoversi, si arriva a non pensare
più, a non amare più. Non si ha più identità, più personalità.
E‛ questa la felicità a cui aspiriamo: per essere Tutto, non essere
più noi stessi?
Al contrario, nella Resurrezione, rimarremo sempre noi stessi, e
vivremo per sempre. Insieme al Dio vivente e a tutti coloro che
vivono con lui nel suo amore e nella gioia che lui dona. Parliamo con
lui; continuiamo ad amare quelli che sono sulla terra, e preghiamo
perchè anche loro accedano a questa gioia.
I problemi della purificazione attraverso le reincarnazioni.
L‛altro aspetto della reincarnazione è il modo di purificazione che
propone: passando da vite successive risaliremo o ridiscenderemo
la scala che conduce dal male - la materia - al bene - il Tutto
immateriale ed impersonale.
Così la vita rischia di perdere molto del suo valore intrinseco: da
una parte, si rinviano i problemi a più tardi, faremo meglio in una
ipotetica vita successiva. E‛ irresponsabile, la vita così non viene
presa sul serio: posso così non prendere delle decisioni adesso, mi
rifarò in un‛altra vita.
Se fosse vero! Perché non cercare la felicità della vita per
sempre fin da ora? Quale strano nemico dell‛uomo e della
grandezza del suo destino gli inietta questa anestesia? Gli
toglie il senso ed il valore della sua vita? Si dovrà sempre allora
ripetere la classe?
E poi, si misurano male i danni che questa dottrina a volte opera:
se nella mia vita attuale porto il peso degli errori di una vita
precedente, pago per una vita di cui non ho alcun ricordo; nella
quale avevo il corpo di un‛altra persona, o di un animale. Quale
colpa pesa su di me, e che sforzi da fare! Dovrò forse accumulare
vite e vite per risalire questa scala.
Non c‛è allora qualcuno che possa venire in mio aiuto? Su cui
appoggiarmi per diventare buono e fermare questa catena fatale?
Le promesse di Dio vivente sono altre. Sì, Dio nostro Padre ci
vuole buoni e perfetti; ma sa anche di cosa siamo fatti. Dio è
amore, dono e perdono. Non esige vite e vite; invia suo Figlio per
perdonarci, purificarci, farci accedere al bene, lui sorgente di
ogni bene. Ci dona la sua stessa vita e la sua stessa bontà; con la
sua misericordia si strappa dal male e dalle imperfezioni, e ci dà
accesso alla vera vita.
Rispetta la nostra libertà e la prende sul serio. Ama la nostra
libertà, ce l‛ha data perchè potessimo amare. Se liberamente
diciamo di sì alla sua mano tesa, sì al suo amore, entriamo per
sempre nella vita.
5 - Che cos‛è la vita eterna? Come vivremo? Che relazioni
possiamo avere con coloro che sono in cielo?
Ci immaginiamo a volte che la vita dopo la morte sia una sorta di
cimitero: un sonno lungo, molto lungo e monotono.
Un giorno un bambino di cinque anni ha chiesto: “In cielo vivono
tutti a letto?” Diceva questo perchè aveva capito che la zia, che
aveva vista malata nel letto, era ora in cielo. Gli è stato spiegato
che in cielo non c‛è più malattia o morte, si è ancora più vivi di
prima.
Teresa di Lisieux diceva morendo: “Entro nella vita”. E aveva
dichiarato: “Passerò il mio cielo a fare il bene sulla terra”. Tutti
quelli, numerosissimi, che la pregano da 100 anni (è morta nel
1897) possono testimoniare che tutto questo è vero.
Sono vivi, così come Dio è vivo. Contemplano il volto di Dio,
vivono la meraviglia, ed intercedono senza sosta per coloro che
camminano sulla terra. E‛ come una grande catena di solidarietà.
E‛ perchè sono presso Dio, perché hanno il cuore rivolto a Dio,
che ricevono da Lui, per amore, la possibilità di pregare per noi;
di domandare per noi la luce e l‛aiuto di Dio; di farci a volte un
segno, per grazia di Dio, per orientarci verso il cammino della
Vita, verso Gesù, che è “la via, la verità e la vita”.
Non si tratta però di interrogare i morti per utilizzarli,
distaccandoci così dal cielo e da Dio, ad esempio per esercitare
la divinazione, la predizione. Questo rapporto con i morti,
considerati come morti per “utilizzare il loro spirito” è una
forma di culto idolatrico, cioè non rivolto al vero Dio. Questo
è necromanzia, spiritismo, ecc, ed è pericoloso. Può alterare le
nostre facoltà e condurci a comportamenti riprovevoli, ed anche
molto cattivi.
Al contrario, per coloro che sono presso Dio, la vita divina
trasfigura ed aumenta il buono ed il bello dei loro affetti
terrestri. E ciò che non era giusto viene purificato, adattato al
bene, si amano allora di amore perfetto tutti coloro che si sono
conosciuti. E con Dio, si vuole la loro felicità, si prega Dio di dare
loro la stessa felicità in cui si è entrati.
I nostri corpi risusciteranno.
La pienezza della vita non riguarda soltanto la vita. Gesù nel
vangelo ci annuncia la resurrezione dei corpi :
“Io sono la Resurrezione, chi
crede in me, anche se muore,
vivrà, e chiunque crede in me
non morirà”.
(Vangelo di S. Giovanni 11, 2526)
Cristo è risorto con il corpo. I suoi discepoli hanno visto le
piaghe delle sue mani, dei suoi piedi e del suo costato; Gesù ha
mangiato e bevuto con loro. Ma non ha ripreso il corpo della sua
vita terrestre. E‛ risorto con un corpo di gloria. Da 2000 anni i
cristiani ne sono testimoni.
Anche noi, alla fine dei tempi, resusciteremo con un corpo
trasfigurato, con un corpo di gloria.
San Paolo, nella prima lettera ai Corinzi (15, 35-53) spiega che
sarà lo stesso corpo - la stessa persona - ma, come un seme che
germoglia è la stessa cosa della pianta che ne spunta, il nostro
corpo, riunito allora alla nostra anima, non vivrà più della vita
della terra, ma trasfigurato vivrà nella Vita di Dio, che viene
chiamata, sotto forma di immagine, il cielo.
“E se lo Spirito di colui che
ha risuscitato Gesù dai morti
abita in voi, colui che ha
risuscitato Cristo dai morti
darà la vita anche ai vostri
corpi mortali per mezzo del
suo Spirito che abita in voi.”
(Lettera di San Paolo ai Romani
8, 11)
Non c‛è dunque dissoluzione nell‛universo, nel grande tutto come
pensano i reincarnazionisti, perchè non conoscono le promesse di
Dio. E‛ Dio che ci ridona vita perfetta, e restiamo noi stessi nella
nostra identità. Veri compagni di Dio, invitati alla sua tavola come
a un banchetto. Asciugherà ogni lacrima dai loro occhi, secondo la
frase dell‛Apocalisse che abbiamo citato all‛inizio.
Ma questa vita eterna possiamo in un certo modo cominciare a
viverla fin da ora. Dio infatti si fa conoscere già da questa vita,
possiamo scoprirlo, ascoltarlo, accoglierlo. Come? Con la lettura
del Vangelo, della Parola di Dio, con la vita dei “sacramenti”: il
Battesimo, con cui nasciamo alla vita divina; l‛Eucarestia, cioè la
messa, in cui riceviamo Dio nell‛ostia, Lui ci vuole nutrire della sua
stessa vita, del suo amore vivificante, del suo Spirito Santo; e poi
la Riconciliazione, in cui domandiamo perdono dei nostri errori,
dei nostri “peccati” contro l‛amore di Dio e degli altri, ed in cui
Dio, per mezzo del sacerdote, ci dona il suo perdono e ci purifica.
C‛è ancora il Sacramento dei malati, il Matrimonio, l‛Ordinazione
per i sacerdoti.
Nella preghiera accogliamo anche la vita eterna già nella nostra
vita presente. Dio, se gli diamo un po‛ del nostro tempo prezioso,
viene già a stabilire la sua dimora nel nostro cuore e ad aprirci
alle cose del cielo.
Allora la nostra vita matrimoniale si trasforma: amiamo in modo
nuovo. Le nostre relazioni con gli altri cambiano: li guardiamo con
uno sguardo diverso, uno sguardo di amore e di speranza.
Questa è la carità: Dio viene in noi e noi compiamo delle opere di
amore.
Conosciamo la gioia, perché abbiamo la speranza.
“Per te ci hai fatti, o
Signore, ed il nostro cuore è
inquieto fino a che non riposa
in te”
Sant‛Agostino.
6 - Cosa possiamo fare per coloro che sono morti?
Nel Credo, che riassume ciò in cui i cristiani credono da 2000
anni ad oggi, diciamo: “Credo la comunione dei santi”. Questo
significa che esiste una grande relazione tra tutti coloro che sono
in cielo presso Dio, cioè “i santi”, e noi che viviamo sulla terra.
I “Santi”, occorre precisarlo, non sono solo coloro che sono stati
dichiarati tali dalla Chiesa, cioè i santi canonizzati, i santi del
calendario. Tutti coloro che sono morti dicendo sì all‛amore di Dio
sono, a volte dopo un periodo di purificazione, con lui, e sono dei
“santi”.
Ma per entrare nel fuoco dell‛amore occorre ardere di amore.
Per questo, se abbiamo bisogno di essere riscaldati, questa
purificazione si chiama Purgatorio. E le nostre preghiere possono
accelerare questa marcia verso l‛amore. Per Dio, il tempo non
esiste. Se oggi pensiamo ad uno dei nostri defunti e preghiamo
per lui, Dio ha già visto la nostra preghiera.
La migliore delle preghiere è quella di offrire una messa, e di
assistervi se possibile. Ma tutte le nostre parole, per quanto
povere, hanno un grande potere per i nostri defunti, queste
preghiere toccano il Cuore di Dio.
Accetta con benevolenza,
o Signore, l‛offerta che ti
presentiamo noi tuoi ministri e
tutta la tua famiglia. Disponi
nella tua pace i nostri giorni,
salvaci dalla dannazione
eterna, ed accoglici nel gregge
degli eletti.
(Preghiera della messa)
Occorre anche pregare molto per coloro che stanno per morire, è
il momento in cui dicono di sì o di no all‛amore.
Come pregare con la Vergine
Maria.
Ave, o Maria, piena di grazia, il
Signore è con te.
Tu sei benedetta tra le donne, e
benedetto
è il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria,
Madre di Dio, prega per noi,
peccatori,
adesso e nell‛ora della nostra
morte. Amen.
L‛inferno esiste? Sì, Gesù ce ne parla nel Vangelo, in particolare
nella parabola del povero Lazzaro e del ricco avaro. E soprattutto
nella parabola del giudizio finale.
“Non possiamo essere uniti a Dio a meno che non scegliamo
liberamente di amarlo”, dice il Catechismo della Chiesa Cattolica.
Le parole di Cristo sono importanti :
“Chi non ama rimane nella morte. Chiunque odia il proprio
fratello è omicida, e voi sapete che nessun omicida possiede
in se stesso la via eterna”.
(1° lettera di San Giovanni 3, 15)
Gesù parla della Geenna, del “fuoco che non si estingue”.
(Vangelo di San Marco 9, 43 e 48)
Annuncia che “invierà i suoi angeli per radunare gli operatori
di iniquità e gettarli nella fornace ardente.”. L‛inferno infatti
esiste, e la Chiesa ci ripete in proposito ciò che Gesù stesso ne
ha detto. Perché ? L‛amore di Dio ci mette in guardia dal dramma
di mancare di amore, di passare accanto al cielo, alla vita eterna.
E‛ un richiamo alla responsabilità con cui l‛uomo può usare la
propria libertà in vista del suo destino eterno. E‛ una chiamata
alla conversione.
Ma l‛inferno non significa un rifiuto da parte di Dio. Dio non
predestina nessuno ad andare all‛inferno, come hanno creduto
erroneamente i giansenisti. Per andare all‛inferno, occorrerebbe
che rifiutassimo volontariamente Dio e che persistessimo
su questa posizione sino alla fine. Che rifiutassimo la sua
misericordia.
Dio vuole infatti che ogni uomo sia salvato. Domandare
sinceramente il suo perdono, significa già ottenerlo: ricordiamoci
del Buon Ladrone.
Dio vuole “che nessuno
perisca, ma che tutti abbiano
modo di pentirsi”.
(Seconda lettera di Pietro 3, 9)
Possiamo perciò sperare che tutti i nostri defunti abbiano
chiesto la misericordia di Dio, e possiamo pregare per loro per
questo. Dio stesso ci ispira a pregare per loro e vuole lasciarsi
vincere dal nostro appello alla sua misericordia.
Per loro, allora, e per noi, la nostra speranza è il Cielo, e grazie
alla misericordia di Dio abbiamo la ferma speranza che noi con
loro ci ritroveremo nel cielo di Dio
E‛ negativo fare riferimento al dopo-morte a scopo di minaccia. I “CASTIGHI ETERNI”
e le “PENE DEL PURGATORIO” di cui si parlava fino a poco fa non liberano i credenti ma
li mantengono in uno stato di paura e di schiavitù spirituale.
Una chiesa che per farsi ascoltare ricorre ai castighi dell‛aldilà non è credibile.
Ricerche recenti dicono che solo il 30% dei cattolici crede nell‛aldilà
Mai come ora siamo a contatto con notizie di morte
Si dice che adesso nemmeno i preti parlano di purgatorio, inferno e
paradiso
Si accusava la chiesa che parlando dell‛aldilà allontanava dall‛impegno
nell‛aldiquà
Mai come ora si parla di vita e mai come oggi si butta via la vita
Non è così vero come sembrerebbe il detto popolare che “si nasce diversi, ma la morte ci
rende uguali”, perché come non si nasce e non si vive tutti uguali, così non si muore tutti uguali
perché diversi sono anche i modi di morire, cioè di intendere e descrivere la morte che
non per tutti ha lo stesso significato.
Questo varia non solo a seconda delle culture , ma anche a seconda delle epoche . Il significato
della morte è un prodotto culturale.
C‛è il rischio che anche noi come credenti ci lasciamo influenzare della “gestione” della morte da
parte di una società disumana e alienata.
Un detto popolare recita che si muore come si vive, quindi se si vive in una società
alienata e disumana non deve sorprendere il fatto che così si muore. E‛ quindi importante
conoscere i modi di interpretare la morte in epoche passate per esprimere le prospettive di
fede di Gesù.
LA MORTE : NEMICO DA SCONFIGGERE
Se l‛uomo è riuscito a governare la terra perché non dovrebbe riuscire a governare la morte?
La morte è dovuta a cause che ancora non si conoscono, ma che presto si controlleranno
La morte diventa il campo di lotta tra il medico e il malato. Il medico tenta di
strappare la falce alla morte..
LA MORTE : TABU‛ DA ESORCIZZARE
Non è un nemico facile da sconfiggere.
Nonostante il mito del progresso e della scienza nessuno si illude di sconfiggerla.
Lottare è vano.
Considerandola nemico da abbattere , invece che chiamata di Dio da ascoltare o
evento naturale da assecondare, l‛uomo moderno ha imboccato una strada a vicolo cieco .
La morte si è trasformata in un tabù che con ogni mezzo cerchiamo di esorcizzare : si
muore in silenzio, in luoghi appartati, in punta di piedi con un senso di vergogna : non
soltanto da parte di chi muore, ma anche da parte di coloro che restano: il primo come
se compisse una azione cattiva ; i secondi (familiari, amici, medici, ecc.) come se subissero
una vile sconfitta.
Il silenzio colpevole che avvolge la morte moderna appare in tutta la sua scandalosa evidenza
se si raffronta con il modo di morire di circa un secolo fa.
Oggi si vietano ai bambini gli incontri con moribondi, i familiari non hanno il
coraggio di essere presenti al capezzale del loro caro, i medici fanno di tutto per tacere
la verità sullo stato del moribondo, lo stesso sacerdote, per “pietà” non ha il coraggio
di aiutare il moribondo a prendere coscienza della sua reale situazione. Così si muore in un
contesto di menzogna reciproca.
C‛E‛ MOLTO LAVORO PERCHE‛ LA MORTE TORNI AD ESSERE UN GESTO
CONSAPEVOLE PERCHE‛ OGNUNO TORNI A RIAPPROPRIARSI DELLA SUA MORTE. I
SEGUACI DI GESU‛ SANNO CHE LA MORTE E‛ IL PASSAGGIO DA QUESTO MONDO
AL PADRE
COSA SUCCEDE CON I MORTI ?
 Vivono in Dio. Non sono stati abbandonati da Dio.
 Essi hanno già sperimentato di non essere stati abbandonati da Dio.
 Quando cerchiamo di descrivere la loro situazione ci troviamo in difficoltà perché la
realtà dopo la morte coincide con il mistero stesso di Dio e del mistero non si può parlare
e tanto meno lo si può descrivere Qualsiasi tentativo di capire e spiegare porta ad una
riduzione e a una mistificazione.
Un linguaggio razionale e materiale (si pensi alla descrizione del purgatorio e dell‛inferno con
le “fiamme”) non soltanto appare poco credibile all‛uomo d‛oggi, ma priva l‛escatologia della sua
forza e del suo fascino.
Le categorie : giudizio-purgatorio-inferno-paradiso hanno solo valore
pedagogico e non descrittivo e non sono dirette a descrivere quello che ci attende , ma ad
illuminare l‛esperienza presente.
Giudizio è quello che la vita stessa dà di ognuno di noi a seconda se la viviamo sulla linea di Gesù,
in atteggiamento di disponibilità o sulla linea dell‛interesse, in atteggiamento di egoismo.
Purgatorio è tutta la sofferenza, l‛angoscia il nonsenso di cui facciamo quotidianamente
esperienza quando tradiamo la linearità del nostro comportamento e la nostra adesione a Dio.
Non ci piacerebbe incontrare la gente con gli stessi difetti
Inferno è il fallimento radicale che sperimentiamo quando più da nessuno ci sentiamo accettati
Paradiso è la gioia che noi proviamo quando viviamo in comunione e ci sentiamo oggetto d‛amore
e capaci di amore.
Solo a partire da queste esperienze possiamo immaginare qualcosa del mondo futuro e non
viceversa
.
RICORDARE
Il vero ricordo è spiegato proprio dall‛etimologia di questa bella parola italiana che
semplicemente significa “RIPORTARE AL CUORE”.
Ricordare è quindi far rivivere nell‛affetto e nel sentimento una presenza che può anche
divenire stinta col fluire del tempo , ma che non è mai estinta
SAPIENZA 3,1-9
Le anime dei giusti sono nelle mani di Dio.
Quando passa questa visitatrice che è la morte abbiamo spesso l‛impressione
di non contare molto su questa terra.
Oggi siamo una persona che parla, agisce, ama,
Domani saremo un corpo indebolito dalla malattia, uno spirito annebbiato
dall‛età.
Saremo un corpo senza vita
La Bibbia, Parola di credenti illuminati da Dio, ci invita a credere nella
nostra grandezza: il nostro corpo e il nostro cuore sono plasmati a misura
dell‛infinito di Dio.
Nel punto più profondo e misterioso del nostro essere c‛è una potenza di
vita e di risurrezione che ci vengono dall‛essere ad immagine e som.
Vi è questa dura necessità a cui nessuno sfugge: passare attraverso il
crogiuolo della morte; ma è soltanto un passaggio: la nostra vocazione è
quella di risplendere un giorno al sole di Dio.
- età, lungo cammino
- un‛infanzia a ...
- una vita professionale
- una vita familiare;
- poi la sera dell‛età avanzata
Noi non siamo soltanto un fuscello di paglia portato via dal vento
Noi siamo grandi: siamo «Immagini di Dio», destinati come Lui a vivere
eternamente.
La nostra vocazione, il nostro destino, come ci ha detto una magnifica frase
del libro della Sapienza, è quello di risplendere un giorno nella Luce di Dio.
GIOVANNI 6,37-40
Il Vangelo ci dice che Cristo ha incontrato molte persone
Conosceva le loro difficoltà, le loro qualità come le loro debolezze: sapeva
che ogni vita comporta ombre e luci: ognuno aveva ai suoi occhi lo stesso
valore: ognuno era infinitamente amato da Dio
E perciò abbiamo fiducia che non l‛abbandona oggi.
«La volontà del Padre mio - ci dice Cristo nel Vangelo - è che
nessuno
di noi vada perduto.... che nessuna persona sia, su questa terra, un figlio
smarrito... ma che ciascuno scopra quel segreto
della vita e della felicità
che ognuno cerca per vie tanto diverse».
Le anime dei giusti sono nelle mani di Dio.
 Quando passa questa visitatrice che è la morte ci rendiamo conto di
non contare molto su questa terra.

Oggi siamo una persona che parla, agisce, ama
 Domani saremo un corpo indebolito dalla malattia, uno spirito
annebbiato dall‛età.
 Saremo un corpo senza vita
 La Bibbia, Parola di credenti illuminati da Dio, ci invita a credere
nella nostra grandezza: il nostro corpo e il nostro cuore sono plasmati
a misura dell‛infinito di Dio.
 Nel punto più profondo e misterioso del nostro essere c‛è una potenza
di vita e di risurrezione che ci vengono dall‛essere ad immagine e som.
 Vi è questa dura necessità a cui nessuno sfugge: passare attraverso il
crogiuolo della morte; ma è soltanto un passaggio: la nostra vocazione
è quella di risplendere un giorno al sole di Dio.
 Ernesto ha raggiunto la sua amata Virginia
 Era vedovo da 5 anni e mezzo
 Ha vissuto a lungo, era l‛uomo più anziano della nostra comunità
 Desiderava vivere ancora, ha lottato con tutte le sue forze, i medici
stessi erano stupiti della sua volontà nel superare un intervento
impegnativo
 Però nessuna può fuggire alla sera della vita
 Noi non siamo destinati a vivere eternamente con Dio
 La nostra vocazione, il nostro destino, come ci ha detto una magnifica
frase del libro della Sapienza, è quello di risplendere un giorno nella
Luce di Dio.
 «La volontà del Padre mio - ci dice Cristo nel Vangelo - è che
nessuno di noi vada perduto.... che nessuna persona sia, su questa
terra, un figlio smarrito... ma che ciascuno scopra quel segreto della
vita e della felicità che ognuno cerca per vie tanto diverse».
Le anime dei giusti sono nelle mani di Dio.
 Quando passa questa visitatrice che è la morte ci rendiamo conto di
non contare molto su questa terra.

Oggi siamo una persona che parla, agisce, ama
 Domani saremo un corpo indebolito dalla malattia, uno spirito
annebbiato dall‛età.
 Saremo un corpo senza vita
 La Bibbia, Parola di credenti illuminati da Dio, ci invita a credere
nella nostra grandezza: il nostro corpo e il nostro cuore sono plasmati
a misura dell‛infinito di Dio.
 Nel punto più profondo e misterioso del nostro essere c‛è una potenza
di vita e di risurrezione che ci vengono dall‛essere ad immagine e som.
 Vi è questa dura necessità a cui nessuno sfugge: passare attraverso il
crogiuolo della morte; ma è soltanto un passaggio: la nostra vocazione
è quella di risplendere un giorno al sole di Dio.
 Orfeo uomo di fede
 Orfeo amava cantare al Signore
 Orfeo uomo stimato nella comunità
 Uomo riservato
 Siamo vicini alla moglie ed al figlio
 Però nessuna può fuggire alla sera della vita
 Noi non siamo destinati a vivere eternamente con Dio
 La nostra vocazione, il nostro destino, come ci ha detto una magnifica
frase del libro della Sapienza, è quello di risplendere un giorno nella
Luce di Dio.
 «La volontà del Padre mio - ci dice Cristo nel Vangelo - è che
nessuno di noi vada perduto.... che nessuna persona sia, su questa
terra, un figlio smarrito... ma che ciascuno scopra quel segreto della
vita e della felicità che ognuno cerca per vie tanto diverse».
Quando si parla di morte con qualcuno, solitamente le persone che ascoltano fanno
strani gesti per scacciare la sfortuna: un gesto dei più comuni è quello di toccare ferro.
Insomma, di fronte alla morte, il primo pensiero è: speriamo che venga il più tardi
possibile!
Ma qui non stiamo parlando soltanto di chi non crede in Dio o di chi vive come se Dio non
esistesse; neppure di quelli che credono in Dio ma sono lontani dalla Chiesa; neppure
di quelli che credono in Dio e sono vicini alla Chiesa e vivono la fede nella vita di tutti i
giorni; tali reazioni spesso le mostriamo anche noi, meglio, le mostro anch‛io.
Magari per scherzo, magari per far ridere, ma sotto sotto forse c‛è una certa mentalità.
Eppure la morte, potremmo dire esagerando è l‛unica cosa che sappiamo con certezza
ci succederà. La vita tende naturalmente verso la morte, inesorabilmente, in modo
inarrestabile.
Fin dal momento della nascita, quell‛essere umano che nasce inizia un cammino che lo
porterà alla morte, intanto dal punto di vista biologico, ma che dovrebbe essere seguito
anche da un cammino dal punto di vista della crescita e della maturità interiore.
Ecco che allora iniziamo a vedere il discorso nella sua giusta angolazione: questo cammino
dell‛uomo verso la fine della vita, non va visto come un cammino di discesa, di peggioramento
di condizione, di tensione verso il peggio, ma verso il meglio.
La vita non tende verso e non finisce con la morte, ma dovrebbe essere tutta un cammino
di crescita che porta verso l‛evento più importante della vita stessa, che è la morte, che
apre le porte alla Vita vera.
Noi solitamente viviamo il pensiero della morte come afflizione pensando di dover
rinunciare a tutti i nostri progetti; dovremmo trasformare questi sentimenti in gioia per
l‛incontro con Dio cui ci avviciniamo.
Dovremmo vivere la nostra vita come la gravidanza dell‛uomo nuovo che diventeremo
pienamente quando ritorneremo a Dio.
Nei Vangeli Gesù è in cammino e tende con tutte le sue forze verso Gerusalemme, il luogo
in cui si compirà pienamente la volontà del Padre, il luogo in cui potrà finalmente dare
tutto se stesso e morire sacrificandosi per la salvezza dell‛uomo.
Allo stesso modo la nostra vita deve tendere verso la Gerusalemme del cielo verso la quale
siamo chiamati da Dio per vivere in pienezza con Lui.
Pensiamo che disastro se un bambino, dopo essere stato per nove mesi nel grembo della
madre, si rifiutasse di uscirne! Era stato per tutto quel tempo, non per rimanerci per
sempre, ma per poter essere pronto, allo scadere dei nove mesi, a vivere finalmente in
modo autonomo.
Tante volte noi siamo come dei bambini che non vorrebbero mai staccarsi dal grembo
della madre: la vera vita, la vita nostra in pienezza, sarà veramente tale quando lasceremo
questo mondo per entrare nel mondo di Dio.
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Nei confronti della morte l‛uomo d‛oggi si pone in una situazione di rifiuto e ciò si esprime in varie forme.
E‛ come se l‛uomo, afflitto e impaurito talmente dall‛idea della morte, pensasse di poterla esorcizzare semplicemente
non pensando a lei.
Anche il linguaggio rivela questo atteggiamento: si ha quasi paura a nominare la morte.
Se questo è indice di una società chiusa nel solo orizzonte terreno, c‛è però anche da dire che tale atteggiamento
rispecchia sicuramente una realtà oggettiva: la morte, per l‛uomo di tutti i tempi e di tutti i luoghi, rappresenta una
fatto sicuramente traumatico e difficile da affrontare.
Di fronte ad essa l‛uomo si trova in una situazione di solitudine estrema.
Certo, posso avere delle persone care che mi sono vicine, può esserci una persona che mi sta accanto fino all‛ultimo,
che mi tiene la mano e mi fa sentire il suo affetto, ma ciò non toglie che chi sta per morire in questo momento è
solo.
Eppure il cristiano sa che anche in questo momento di rottura, di solitudine e di distacco da tutti non è solo.
Anche Gesù ha fatto l‛esperienza della morte.
E siccome era uomo davvero ha vissuto fino in fondo anche questo momento.
Ma in che modo Gesù ha vissuto la morte?
Nei Vangelo si vede con chiarezza che Gesù va consapevolmente verso Gerusalemme, luogo in cui morirà
Sulla croce Gesù vive con crudezza l‛esperienza della morte; egli è solo: non ha più vicino a sé gli apostoli che
ha amato e istruito per tre anni; non ha più vicino a sé le folle che ancora pochi giorni prima lo osannavano. Solo
Giovanni e sua madre, sono sotto la croce.
Gesù ha anche provato l‛abbandono di Dio: nel grido: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato”, c‛è tutta la
durezza dell‛esperienza del sentirsi abbandonato anche da Dio.
Gesù si sente abbandonato, ma in fondo sa che Dio non lo ha lasciato solo ed ha vissuto questo momento con fiducia:
Dio era con lui in quel momento così importante della sua vita; sapeva che stava soffrendo accanto a lui
Gesù ha dunque vissuto la morte con fiducia ed abbandono: “Signore, nelle tue mani affido il mio spirito”.
Gesù non ha semplicemente subito la morte, ma l‛ha abbracciata con piena consapevolezza ed offerta di sé, offerta
che è diventata principio di salvezza per tutto il genere umano.
Il modo con cui Gesù ha vissuto la morte diventa quindi per noi un modello da imitare
Abbiamo fede che nel momento in cui Dio ci chiederà la vita, Gesù ci sarà accanto e ci infonderà i suoi stessi
sentimenti e la sua stessa fiducia ed abbandono in Dio.
Egli, che ha provato tale momento in tutta la sua drammaticità, non esclusa la paura di essere solo, sarà per noi
colui che ci condurrà per mano nel passaggio e ci accoglierà con gioia per portarci a vivere per sempre nell‛amore
del Padre.
Convintissimi che la nostra tristezza dipenda esclusivamente da ciò che non abbiamo, non ci fa certo piacere
sentirci dire che l‛infelicità di cui siamo malati dipende, invece, da ciò che non siamo, da ciò che non vogliamo essere.
LA VEGLIA FUNEBRE
INTRODUZIONE
G.
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
T.
Amen.
G.
Fratelli, nella dimora di questo nostro fratello (sorella), che è tornato alla casa del
Padre, ci siamo raccolti in meditazione e preghiera.
La bontà di Dio conceda a lui (lei) la pace eterna, ai
famigliari conforto; a noi porti luce intorno al mistero della morte.
Salmo 129
R.
L’anima mia spera nel Signore.
Dal profondo a te grido, o Signore;
Signore, ascolta la mia voce.
Siano i tuoi orecchi attenti
alla voce della mia preghiera
.
Se consideri le colpe, Signore,
Signore, chi potrà sussistere?
Ma presso di te è il perdono;
perciò avremo il tuo timore.
Io spero nel Signore,
l’anima mia spera nella sua parola.
L’anima mia attende il Signore
più che le sentinelle l’aurora
G.
T.
Israele attenda il Signore,
perchè presso il Signore è la misericordia
e grande presso di lui la redenzione.
Egli redimerà Israele da tutte le sue colpe.
.
Preghiamo
Signore Gesù Cristo, nostro Redentore,
che ti sei volontariamente offerto alla morte, perchè tutti gli uomini siano salvi
e passino da morte a vita, guarda questi tuoi fedeli, che gemono nel dolore
e invocano la tua clemenza per il loro caro defunto.
O Signore infinitamente santo e misericordioso,
perdona tutti i suoi peccati, tu, che morendo sulla croce
hai aperto ai fedeli le porte della vita,
non permettere che il nostro fratello si separi da te,
ma accogli la sua anima nella dimora
della luce, della gioia e della pace.
Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.
Amen.
LA PAROLA DI DIO
Prima lettura
G.
Il nostro Dio è il Dio della vita, della verità e della gioia.
Questo è l’annuncio, carico di speranza, che il profeta ci propone con immagini simboliche nella
lettura che ora ascoltiamo.
L.
Dal Libro del profeta Isaia
In quel giorno:
il Signore degli eserciti preparerà su questo monte
un banchetto per tutti i popoli.
Egli strapperà su questo monte
il velo che copriva la faccia di tutti i popoli
e la coltre che copriva tutte le genti.
Eliminerà la morte per sempre;
il Signore Dio asciugherà le lacrime su ogni volto; farà scomparire da tutto il paese
la condizione disonorevole del suo popolo,
poiché il Signore ha parlato.
E si dirà in quel giorno:
«Ecco il nostro Dio,
in lui abbiamo sperato perché ci salvasse; questi è il Signore in cui abbiamo sperato;
rallegriamoci esultiamo per la sua salvezza».
Parola di Dio
Salmo 22
Rit. Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla.
Su pascoli erbosi il Signore mi fa riposare,
ad acque tranquille mi conduce.
Mi rinfranca, mi guida per il giusto cammino,
per amore del suo nome.
Se dovessi camminare in una valle oscura,
non temerei alcun male, perchè tu sei con me.
Il tuo bastone e il tuo vincastro
mi danno sicurezza.
Davanti a me tu prepari una mensa
sotto gli occhi dei miei nemici;
cospargi di olio il mio capo.
Il mio calice trabocca.
Felicità e grazia mi saranno compagne
tutti i giorni della mia vita,
e abiterò nella casa del Signore
per lunghissimi anni.
Seconda lettura
G.
L
G.
Fondamento della nostra speranza che non delude è il Cristo risorto:
in Lui il Padre ci ha dato la «caparra» della gloria e della finale risurrezione.
Dalla seconda lettera di San Paolo apostolo ai Corinzi
Fratelli, siamo convinti che colui che ha risuscitato il Signore
Gesù, risusciterà anche noi con Gesù e ci porrà accanto a lui insieme con voi. Tutto infatti è per
voi, perché la grazia, ancora più abbondante ad opera di un maggior numero, moltiplichi l’inno di
lode alla gloria di Dio. Per questo non ci scoraggiamo, ma se anche il nostro uomo esteriore si va
disfacendo, quello interiore si rinnova di giorno in giorno. Infatti il momentaneo, leggero peso della
nostra tribolazione, ci procura una quantità smisurata ed eterna di gloria, perché noi non fissiamo
lo sguardo sulle cose visibili, ma su quelle invisibili. Le cose visibili sono d’un momento, quelle
invisibili sono eterne. E sappiamo che quando verrà disfatto questo corpo, nostra abitazione sulla terra,
riceveremo un’abitazione da Dio, una dimora eterna, non costruita da mani d’uomo, nei cieli.
Parola di Dio
Diamo la nostra risposta a questa parola della fede con la recita di un’antica preghiera
responsoriale, ispirata al libro di Giobbe.
Responsorio
V.
Io credo: il Signore è risorto e vive,
e un giorno anch’io risorgerò con lui.
R.
Che io possa contemplarti, mio Dio e Salvatore mio.
V.
I miei occhi si apriranno alla sua luce,
e su di lui si poserà il mio sguardo.
R.
Che io possa contemplarti, mio Dio e Salvatore mio.
V.
Conservo salda questa speranza in cuore:
R.
Che io possa contemplarti, mio Dio e Salvatore mio.
Vangelo
G.
La vita cristiana deve essere come una «vigilia» operosa in attea del Signore che
ritorna.La virtù della vigilanza, che Gesù tante volte a richiamato ci viene ora ricordata dalle parole
evangeliche.
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «Siate pronti, con la cintura ai fianchi e le lucerne accese; siate
simili a coloro che aspettano il padrone quando torna dalle nozze, per aprirgli subito, appena arriva e bussa.
Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità vi dico, si cingerà le sue vesti, li
farà mettere a tavola e passerà a servirli.
E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell’alba, li troverà così, beati loro!
Sappiate bene questo: se il padrone di casa sapesse a che ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa.
Anche voi tenetevi pronti, perché il Figlio dell’uomo verrà nell’ora che non pensate».
Parola del Signore
Professione di fede
G.
Noi non siamo, di fronte alla morte, come coloro che non hanno speranza;
professiamo dunque coralmente la nostra fede battesimale con la recita del Credo.
T.
Credo in un solo Dio, Padre onnipotente,
creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili.
Credo in un solo Signore, Gesù Cristo,unigenito Figlio di Dio,
nato dal Padre prima di tutti i secoli:
Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, generato, non creato,
dalla stessa sostanza del Padre; per mezzo di lui tutte le cose sono state create.
Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo, e per opera dello Spirito Santosi è incarnato
nel seno della vergine Maria e si è fatto uomo.
Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato,morì e fu sepolto.
Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture, è salito al cielo,
siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti, e il suo regno
non avrà fine.
Credo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita,
e procede dal Padre e dal Figlio.
Con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato, e ha parlato per mezzo dei profeti.
Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica.
Professo un solo battesimo per il perdono dei peccati.
Aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà.
Amen.
PREGHIERE CONCLUSIVE
G.
In suffragio del nostro fratello supplichiamo il Signore Gesù che ha detto: “Io sono la
risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se è morto, vivrà, e chiunque vive e crede in me,non
morirà in eterno”.
T.
Ascoltaci, o Signore.
Signore,che hai pianto sulla morte di Lazzaro,
asciuga le nostre lacrime.Noi ti preghiamo.
Tu, che hai richiamato i morti alla vita,
dona la vita eterna al nostro fratello N. Noi ti preghiamo.
Tu, che hai promesso il paradiso al ladrone pentito, conduci in cielo questo nostro fratello. Noi ti
preghiamo.
Accogli nella schiera degli eletti questo nostro fratello purificato nel fonte battesimale e consacrato con
la santa Cresima.Noi ti preghiamo.
Accogli alla mensa del tuo regno questo nostro fratello,
che si è nutrito del tuo Corpo e Sangue nel convito eucaristico. Noi ti preghiamo.
Conforta con la consolazione della fede e con la speranza della vita eterna
coloro che piangono per la morte del nostro fratello. Noi ti preghiamo.
T
Padre nostro, che sei nei cieli,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno
sia fatta la tua volontà,
come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
e rimetti a noi i nostri debiti
come noi li rimettiamo ai nostri debitori,
e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male.
G.
G.
Sii misericordioso, o Padre, verso questo defunto: non imputargli a condanna
ciò che ha fatto nella vita terrena, perchè il suo cuore desiderò mantenersi fedele alla tua volontà. Il
vincolo della vera fede lo congiunse quaggiù alla comunità dei fedeli;
la tua misericordia lo unisca ora al coro degli angeli in cielo.
Per Cristo nostro Signore.
T.
Amen.
L‘eterno riposo donagli, Signore.
E splenda a lui la luce perpetua.
Riposi in pace. Amen.