Linea Guida 11 Linee Guida per le strategie di campionamento e l'elaborazione statistica e geostatistica dei dati ambientali Presidente: Assessora all’Ambiente e Parco Sud: A cura della: Direttore Centrale: Coordinamento: Supporto tecnico e redazionale: Università degli Studi di Milano Dipartimento di Scienze della Terra ‘A. Desio’ Filippo Luigi Penati Bruna Brembilla Direzione centrale risorse ambientali Cristina Melchiorri Luca Raffaelli Paolo Paoltroni Giovanni Pietro Beretta, Marco Masetti, Roberta Pellegrini Questa pubblicazione è frutto della convenzione in atto tra la Provincia di Milano e l’Università degli Studi di Milano © 2006 by Provincia di Milano LINEE GUIDA PER LE STRATEGIE DI CAMPIONAMENTO E L’ELABORAZIONE STATISTICA E GEOSTATISTICA DEI DATI AMBIENTALI INDICE 1 1.1 1.2 1.2.1 1.2.2 1.3 1.3.1 1.3.2 1.3.3 1.3.4 1.4 1.4.1 1.4.2 1.4.3 1.5 STRATEGIE DI CAMPIONAMENTO ....................................................................................................... 2 REVISIONE DEI DATI ................................................................................................................................................................... 2 DEFINIZIONE DEGLI OBIETTIVI DI QUALITÀ DEI DATI ...................................................................................................................... 4 2 Aree con superficie ≤ 1000 m o soggette a procedura semplificata................................................................................. 4 2 Aree con superficie > 1000 m ........................................................................................................................................... 7 RACCOLTA DEI CAMPIONI ......................................................................................................................................................... 19 Campionamento puntuale................................................................................................................................................ 20 Campionamento composito ............................................................................................................................................. 21 Attività di controllo nelle operazioni di campionamento ed analisi................................................................................... 23 Redazione del piano di coordinamento e sicurezza ........................................................................................................ 24 ELABORAZIONE E RAPPRESENTAZIONE DEI DATI........................................................................................................................ 26 2 Aree oggetto di bonifica con superficie ≤ 1000 m ........................................................................................................... 26 2 Aree oggetto di bonifica con superficie > 1000 m .......................................................................................................... 26 La rappresentazione dei dati ........................................................................................................................................... 28 DEFINIZIONE DELLO STATO DEL SITO ........................................................................................................................................ 32 BIBLIOGRAFIA................................................................................................................................................34 APPENDICE 1 - CAMPIONAMENTO PER RICERCA DI HOT SPOT........................................................... 36 A1.1 A1.2 Campionamento ed analisi per la ricerca di hot spot....................................................................................................... 36 Piano di campionamento ................................................................................................................................................. 37 APPENDICE 2 – CALCOLO DELLA MEDIA, DELLA VARIANZA, DELLA DEVIAZIONE STANDARD E DEL COEFFICIENTE DI VARIAZIONE .......................................................................................................... 40 A2.1 A2.2 Calcolo della media ..................................................................................................................................................................... 40 Coefficiente di variazione ............................................................................................................................................................ 41 APPENDICE 3 – UTILIZZO DELLE TABELLE DEI NUMERI CASUALI ...................................................... 42 APPENDICE 4 – CAMPIONAMENTO CASUALE – TEST DELLA MEDIA .................................................. 43 A4.1 Determinazione del numero di campioni ......................................................................................................................... 43 APPENDICE 5 – CAMPIONAMENTO STRATIFICATO – TEST DELLA MEDIA ......................................... 46 A5.1 A5.2 A5.3 A5.4 Determinazione del numero di campioni ......................................................................................................................... 46 Calcolo della media ......................................................................................................................................................... 47 Decisione finale................................................................................................................................................................ 48 Esempio ........................................................................................................................................................................... 49 APPENDICE 6 – CAMPIONAMENTO SISTEMATICO – TEST DELLA MEDIA ........................................... 50 A6.1 A6.2 Determinazione del numero di campioni ......................................................................................................................... 50 Calcolo della media, stima della varianza e formulazione di ipotesi................................................................................ 51 APPENDICE 7 – TEST DELLE PROPORZIONI ............................................................................................ 54 A7.1 A7.2 Campionamento casuale o sistematico – test delle proporzioni...................................................................................... 55 Metodi per campionamento stratificato............................................................................................................................ 59 APPENDICE 8 – ESEMPIO DI APPLICAZIONE DELL’ANALISI GEOSTATISTICA DEI DATI................... 63 1 1 STRATEGIE DI CAMPIONAMENTO In queste linee guida si individuano le strategie di campionamento principali da seguire durante gli interventi di caratterizzazione e/o bonifica di siti contaminati. Il campionamento organizzato secondo questi schemi è volto alla verifica della presenza di contaminazione nei terreni nonché alla valutazione dell’estensione delle aree contaminate. Le procedure di esecuzione delle indagini dovranno essere incluse nella progettazione dell’intervento e dovranno indicare le modalità ed i tempi di esecuzione del campionamento, gli standard analitici da utilizzare, le modalità di rappresentazione dei risultati. Per l’ubicazione dei punti di campionamento si è scelto di utilizzare sia un criterio deterministico sia diversi criteri statistici. Per la corretta implementazione di un piano di campionamento è stato individuato un percorso operativo che si sviluppa secondo la Tabella 1.1. Tabella 1.1 - iter operativo per la certificazione di avvenuta bonifica delle aree di scavo. Fase 1 Fase 2 Fase 3 Fase 4 Fase 5 Fase 6 Fase 7 1.1 Revisione dei dati (Cap. 1.1) Definizione degli obiettivi di qualità dei dati (Cap 1.2): − Definizione aree da campionare − Procedure di raccolta e conservazione campioni − Selezione degli analiti da ricercare • Piano di campionamento (Cap 1.2.1): − Ubicazione dei campioni − Scelta del numero di campioni • Piano di analisi (Cap. 1.2.2) Raccolta e validazione dei campioni (Cap. 1.3) Elaborazione dei dati (Cap. 1.4) Decisione finale (Cap. 1.5) REVISIONE DEI DATI Per poter pianificare al meglio le operazioni di campionamento si devono raccogliere quante informazioni possibile relativamente al sito. La revisione dei dati storici deve prendere in considerazione tutte le operazioni svolte sul sito, sia in qualità di attività pregresse, sia eventualmente in qualità di indagini per la caratterizzazione, come i campionamenti eseguiti per la caratterizzazione preliminare ed approfondita del sito. Altre fonti d’informazione possono essere rapporti di sopralluoghi eseguiti da parte degli Enti. In caso sul sito siano già state svolte attività di caratterizzazione, si devono conoscere le ubicazioni esatte di tutti i campionamenti eseguiti (planimetrie con ubicazione dei punti di campionamento), la profondità raggiunta dai sondaggi, le procedure di raccolta dei campioni utilizzate, i contaminanti ricercati, la loro concentrazione, il metodo di 2 elaborazione dei dati, la destinazione d’uso dell’area e tutti quegli elementi che sono stati utilizzati per la formulazione del modello concettuale definitivo del sito. Dopo aver raccolto tutte le informazioni sul sito, si deve passare ad una valutazione diretta dello stato del sito, tramite l’esecuzione di un sopralluogo per sviluppare un piano di campionamento. Durante il sopralluogo si devono colmare eventuali lacune riscontrate nei dati storici: intervistando i residenti nei paraggi del sito o i lavoratori impiegati nel sito; revisionando eventuali registri o file riguardanti il sito; osservando e documentando fotograficamente eventuali anomalie o strutture particolari presenti; verificando l’ubicazione di eventuali indagini precedenti. La revisione dei dati ed il sopralluogo sono le prime fasi nell’individuazione sia dei problemi legati al campionamento nel sito, sia delle potenziali vie di migrazione dei contaminanti. Infatti l’ubicazione e la profondità dei campionamenti devono tenere conto dei volumi che possono essere stati interessati dalla contaminazione a seguito di un’eventuale migrazione della stessa. Di seguito si elencano brevemente gli elementi che si devono raccogliere prima di redigere il piano di campionamento ed il piano di analisi: - informazioni relative alla geologia, idrogeologia ed idrologia del sito; - acquisizione di planimetrie degli impianti esistenti; - rapporti di sopralluoghi effettuati presso il sito, con fotografie; - eventuale modello concettuale del sito; - ubicazione delle eventuali indagini dirette o indirette già svolte e risultati completi di stratigrafie, livelli piezometrici, eventuali prove svolte in situ o ex-situ (prove di permeabilità, prove granulometriche, ecc.); - risultati delle eventuali analisi chimiche svolte per la caratterizzazione e individuazione dei contaminanti presenti, della loro concentrazione, delle loro caratteristiche tossicologiche e fisico - chimiche; - eventuali carte con elaborazione e rappresentazione della distribuzione dei contaminanti nel sito; - individuazione di eventuali opere di messa in sicurezza; - destinazione d’uso del sito (per valutare correttamente il parametro di riferimento con cui confrontare i contaminanti); - potenziali bersagli e recettori dell’inquinamento (personale che opera sul sito, popolazione che occuperà il sito in futuro, ecc.) per l’analisi di rischio. Una volta revisionati tutti i dati e valutata la loro completezza, si può procedere alla definizione del piano di campionamento e del piano di analisi. 3 1.2 DEFINIZIONE DEGLI OBIETTIVI DI QUALITÀ DEI DATI Durante le fasi di caratterizzazione di un sito contaminato è possibile che si commettano alcuni errori di campionamento e/o di misura, che possono influire sulla qualità dei dati prodotti. La correttezza delle decisioni prese dagli Enti sulla base di tali dati può essere quindi inficiata. Non essendo possibile eliminare e controllare completamente certi tipi di errore, è comunque auspicabile ridurne la probabilità. Se le conseguenze di un errore decisionale sono sopportabili, come ad esempio nel caso di aree soggette a procedura semplificata, può essere presa una decisione ragionevole anche sulla base di dati relativamente grezzi; se invece le conseguenze sono gravi, come ad esempio nei casi di siti estesi o con tipi di contaminazione particolare, gli errori di campionamento e misura devono essere ragionevolmente contenuti. La possibilità di un errore decisionale può essere infatti controllata mediante la verifica dell’errore di campionamento (prelevando un elevato numero di campioni) e dell’errore di misura (analizzando un singolo campione più volte o utilizzando metodi di laboratorio più precisi, che garantiscano l’ottenimento di valori 10 volte inferiori rispetto ai valori di concentrazione limite). L’aumento del numero di campioni consente una riduzione degli errori dovuti alla scarsa accuratezza delle operazioni di campionamento. L’errore dovuto alle analisi di laboratorio invece è più controllabile visto che normalmente si conoscono l’accuratezza e la precisione del metodo analitico utilizzato. Per ridurre quindi al minimo gli errori operativi, prima di procedere al campionamento si dovranno stilare un accurato piano di campionamento ed un piano di analisi, che assumeranno caratteristiche differenti a seconda delle dimensioni del sito e dei conseguenti criteri di controllo. 1.2.1 Aree con superficie ≤ 1000 m2 o soggette a procedura semplificata Ogni sito va suddiviso in zone con caratteristiche di contaminazione e litologiche omogenee. Pertanto, in questo contesto, per aree con superficie ≤ 1000 m2 si intendono anche sub-aree all’interno di un sito di maggiori dimensioni. Le aree con superficie ≤ 1000 m² vanno trattate nel modo di seguito indicato. 1.2.1.1 Piano di campionamento Secondo i criteri indicati anche dal D.L.vo 152/06, Allegato 2, si possono presentare due principali strategie per selezionare l’ubicazione dei punti di sondaggio e prelievo: - ubicazione ragionata: “la scelta è basata sull’esame dei dati storici a disposizione e su tutte le informazioni sintetizzate nel modello concettuale preliminare e deve essere mirata a verificare le ipotesi formulate nel suddetto modello in termini di presenza, estensione e potenziale diffusione della contaminazione; questa scelta è da preferirsi 4 qualora le informazioni storiche e impiantistiche a disposizione consentano di prevedere la localizzazione delle aree più vulnerabili e delle più probabili fonti di contaminazione”; - ubicazione statistica: “la scelta della localizzazione dei punti è effettuata sulla base di un criterio di tipo casuale o statistico, ad esempio sulla base di una griglia predefinita o casuale; questa scelta è da preferirsi ogni volta che le dimensioni dell’area o la scarsità di informazioni storiche e impiantistiche sul sito non permettano di ottenere una caratterizzazione preliminare soddisfacente e di prevedere la localizzazione delle più probabili fonti di contaminazione”. In generale, per superfici ≤ 1000 m2, è preferibile il primo dei due approcci, in quanto generalmente sufficiente a verificare lo stato del sito, oltre a consentire un risparmio del numero di campioni necessario per la decisione finale. Il campionamento e le analisi dovranno essere effettuate in modo da fornire un campione rappresentativo della reale concentrazione dei contaminanti nello spazio. Nel caso in cui si decida comunque di procedere con una disposizione a griglia, i punti di indagine possono essere localizzati in corrispondenza dei nodi della griglia (ubicazione sistematica) oppure all'interno di ogni maglia in posizione casuale (ubicazione sistematica casuale). Si può decidere di seguire gli schemi consigliati per l’individuazione di hot spot (Appendice 1). Un’ubicazione casuale dei punti di campionamento è totalmente inadatta nel caso di aree piccole. La creazione di campioni compositi richiede condizioni particolari di applicazione (cfr. Cap. 1.3.2.). 1. Ubicazione dei campioni: L’ubicazione dei punti di campionamento si basa sulla presunta distribuzione degli inquinanti e sui tipi di suoli incontrati. Il campionamento statistico potrà essere utilizzato nel caso non sia stato acquisito, durante la fase di revisione dei dati e nei primi sopralluoghi, alcun elemento che porti ad ipotizzare la presenza di contaminazione in specifici settori dell’area in esame. Viene di seguito specificato il numero minimo di campioni da prelevare nell’area sia in caso di campionamento ragionato, sia statistico. Per il campionamento ragionato i campioni vanno raccolti dove è più probabile che il terreno sia contaminato. Le informazioni minime di cui si deve disporre per redigere un adeguato piano di campionamento ragionato sono le seguenti: vie di diffusione preferenziali del contaminante, aree sorgente, suoli con colorazioni o caratteristiche organolettiche anomale, variazioni litologiche, caratteristiche dei suoli, tipi di contaminanti implicati. 2. Numero di campioni: 5 Nel caso non siano emersi settori a maggiore probabilità di contaminazione si procede con un campionamento statistico: si effettua un campionamento sistematico tramite una griglia di 10x10 m, scegliendo da 2 a 3 punti di campionamento uniformemente distribuiti all’interno di ogni maglia (3 per inquinanti cancerogeni, 2 per inquinanti tossico - nocivi). Nel caso di campionamento ragionato, il numero minimo di campioni da prelevare è riassunto in Tabella 1.2. Tabella 1.2 - campionamento ragionato Area (m2) Numero di campioni < 50 50 – 100 100 – 150 150 – 200 200 – 300 300 – 400 400 – 600 600 – 850 850 – 1000 1 2 3 4 5 6 7 8 9 Un altro possibile metodo di campionamento adatto ai siti con superficie < 1000 m2 è il campionamento per la ricerca di hot spot, che verrà approfondito in Appendice 1. Per quanto riguarda la caratterizzazione dei siti soggetti a procedure semplificate si definisce anche un numero minimo di 3 perforazioni da attrezzare eventualmente a piezometro. 1.2.1.2 Piano di analisi Le procedure di campionamento e di analisi devono consentire di individuare tutte le fonti di inquinamento presenti sulle superfici indagate e di definire gli eventuali focolai (hot spot). Per questo è fondamentale rispettare tutti i criteri di qualità per il campionamento e per l’analisi dei campioni. Le disomogeneità delle aliquote da analizzare possono essere ridotte tramite omogeneizzazione - miscelazione del campione e conducendo le analisi chimiche secondo metodologie ufficialmente riconosciute, tali da garantire l’ottenimento di valori 10 volte inferiori rispetto ai valori di concentrazione limite. Risulta comunque difficile stimare il numero di campioni necessario per ridurre al minimo possibile la casualità di differenze indotte dalla disomogeneità della matrice. L’analisi delle risultanze deve complessivamente permettere di: distinguere gli “outliers” (i valori molto più alti o molto più bassi della media); definire l’omogeneità del sito o dei lotti del sito in merito alla presenza di contaminanti e di componenti usuali; pervenire alla descrizione del sito con dati consistenti minimizzando i costi. In questo contesto si capisce come sia fondamentale la raccolta di duplicati rappresentativi, ai fini di chiarire le disomogeneità eventualmente presenti. 6 1.2.2 Aree con superficie > 1000 m2 In questo capitolo vengono riassunti i metodi e le procedure statistiche da utilizzare per la verifica della presenza di settori contaminati in caso di campionamento in aree omogenee estese. Le tecniche da utilizzare per la determinazione del numero di campioni, per il calcolo dei parametri statistici e per la valutazione delle diverse strategie di campionamento verranno approfondite singolarmente nelle rispettive appendici. (Appendice 1 per il campionamento per la ricerca di hot spot; Appendici 4 e 7 rispettivamente per il test della media ed il test delle proporzioni per il campionamento casuale; Appendici 5 e 7 rispettivamente per il test della media ed il test delle proporzioni per il campionamento stratificato; Appendici 6 e 7 rispettivamente per il test della media ed il test delle proporzioni per il campionamento sistematico). In particolare, nel caso delle superfici > 1000 m2, con numero di campioni piuttosto elevato, si consiglia l’utilizzo di metodi statistici sia per la fase di campionamento, sia per l’elaborazione dei dati. I fattori principali nel determinare il superamento dei valori soglia di contaminazione (Allegato 5 al Titolo V, D.Lgs. 152/06) sono: l’estensione dell’area, il numero di campioni raccolti o da raccogliere, la strategia di campionamento, il tipo di analisi dei dati. Nel caso si decida di utilizzare metodi statistici, è necessario procedere per fasi, perché ogni fase va pianificata in base agli obiettivi e ai dati disponibili. Le fasi, che verranno approfondite all’interno di questo capitolo, sono qui brevemente elencate in ordine sequenziale: Fase 1: Definizione degli obiettivi di qualità dei dati: 1. Definizione delle aree da campionare 2. Procedure di raccolta e conservazione campioni 3. Selezione degli analiti da ricercare 4. Specifica del parametro da confrontare con la CSC o la CSR (concentrazione soglia di contaminazione o concentrazione soglia di rischio) 5. Probabilità accettabile di dichiarare l’area pulita con un certo margine di errore Fase 2: Piano di campionamento Fase 3: Piano di analisi e dimensionamento del campione (numero dei campioni da raccogliere) Durante l’implementazione di questa procedura, è possibile commettere degli errori. L’area potrebbe essere contaminata in settori compresi tra due punti dove è stato effettivamente eseguito il campionamento, oppure il sito può essere giudicato contaminato quando solo un campione risulta contaminato. 7 I metodi statistici consentono di disporre di un approccio scientifico per bilanciare questi due tipi di errore decisionale e permettono estrapolazioni dei risultati. I concetti principali che devono essere considerati durante le procedure descritte di seguito sono: - la decisione con errore di falso positivo: il settore indagato viene ritenuto pulito quando non lo è; - la decisione con errore di falso negativo: il settore indagato viene ritenuto contaminato quando non lo è; - la media: il parametro corrispondente al valore centrale della distribuzione delle concentrazioni; - le proporzioni o percentili: un percentile è il valore di concentrazione che corrisponde ad una data percentuale dei valori dei dati. Tale valore può essere utilizzato, sulla base della distribuzione della concentrazione dei contaminanti, per approssimare la concentrazione massima del contaminante. L’applicazione di questi metodi presuppone che siano note dalla raccolta di dati storici tutte le possibili fonti di contaminazione, che i focolai di contaminazione siano stati rimossi e quindi le concentrazioni non varino durante il periodo di campionamento. 1.2.2.1 Definizione degli obiettivi di qualità dei dati Gli obiettivi sono le procedure ed i criteri che devono essere definiti, come guida operativa nel processo di campionamento ed analisi dei dati, al fine di raggiungere con una determinata probabilità un certo valore. 1. Definizione delle aree da campionare Il sito, in caso sia stato interessato da attività diverse per tipo di inquinanti o per tipo di terreno, deve essere suddiviso in aree di campionamento omogenee. Questo tipo di suddivisione generalmente viene effettuato prima dell’esecuzione del campionamento, per separare le aree con caratteristiche differenti. La definizione delle aree di campionamento deve considerare i seguenti elementi: - le aree di campionamento devono essere più omogenee possibile, relativamente al tipo di attività precedentemente svolta sulle stesse o dalle condizioni di utilizzo precedenti; - le aree devono essere omogenee anche dal punto di vista litologico, in quanto tipi di terreni diversi richiedono l’uso di tecniche analitiche diverse; - la dimensione delle aree non deve essere eccessivamente piccola, per evitare un eccessivo incremento dei costi di campionamento; 8 - deve essere definita all’interno del Piano di Caratterizzazione preliminare o definitivo la profondità massima che il campionamento deve raggiungere relativamente alla presenza di inquinanti. 2. Procedure di raccolta e conservazione dei campioni Per quanto riguarda la raccolta e la conservazione dei campioni è necessario specificare dettagliatamente le attrezzature che saranno utilizzate e gli strumenti di conservazione sia in cantiere che in laboratorio. Ci si deve attenere a quanto specificato al riguardo nel D.L.vo 152/06, Allegato 2 al Titolo V. In particolare “le attività di campo saranno descritte a cura del responsabile del sito, con la redazione del Giornale dei Lavori, che sarà verificato dai Responsabili degli Enti preposti al controllo”. 3. Selezione degli analiti da ricercare Per ogni area di campionamento si dovranno specificare le sostanze da analizzare in laboratorio, secondo quanto deciso nel Piano di Indagini o nel Progetto di Bonifica. 4. Specifica del parametro statistico da confrontare con il valore limite Esistono alcuni criteri sui quali basare la scelta del parametro statistico da confrontare con lo standard di riferimento. Di seguito si elencano i criteri–guida alla scelta del parametro (tra la media, la mediana ed il percentile superiore) più adatto a seconda della situazione: Media Facile da calcolare. A parità di livello di errore richiede un minor numero di campioni rispetto agli altri parametri. E’ utile quando il terreno è omogeneo e quindi i dati sono poco dispersi. Non è utile se la contaminazione è relegata in piccoli focolai in un’area estesa, poiché il valore medio può essere ridotto dai campioni puliti. Non è molto rappresentativa per suoli molto variabili in quanto le aree più fortemente contaminate possono non essere rappresentate dalla media. Non è utile quando ci sono molti valori inferiori al limite di rilevabilità. Mediana E’ un parametro migliore della media perché non è molto influenzata dagli outlier e dai dati molto variabili e può essere utilizzata anche in presenza di molti valori inferiori al limite di rilevabilità. 9 Possiede alcuni degli aspetti positivi della proporzione, inclusa la necessità di formulare un numero minore di ipotesi. Ha alcuni degli aspetti negativi della media come il fatto di non consentire il controllo dei valori estremi. Proporzione o percentile Può essere più significativa della media in certi casi. Ad superiore esempio è possibile esprimere aree o volumi come proporzioni del totale, es. se si decide che non più di 10.000 m3 di un totale di 1.000.000 m3 può superare valore limite, allora l’ipotesi da verificare è che almeno il 99% del sito sia al di sotto del limite. Consente un miglior controllo dei dati estremi nel caso di dati molto variabili. Se gli effetti dei contaminanti sulla salute sono acuti, è necessario che vengano considerate nelle elaborazioni anche le concentrazioni estreme, quindi è meglio accertarsi che una certa proporzione di inquinanti sia al di sotto del valore limite. Come per la media, se la contaminazione interessa una piccola area ma viene campionata un’area molto più grande, la proporzione risulta “diluita”. La proporzione del sito che deve avere valori inferiori al valore limite deve essere scelta. Se si utilizzano metodi statistici che richiedono la formulazione di poche ipotesi, è necessario un numero di campioni maggiore di quelli necessari per i test sulla media. Limite di confidenza È un valore che eguaglia o supera il valore il valore della media superiore (UCL) – 95% il 95% delle volte Rappresenta una stima conservativa del valore vero della media. Tiene conto dell’incertezza legata al calcolo della media. Varia a seconda del tipo di distribuzione dei dati. Oltre a considerare questi fattori si potrebbe eseguire una prima selezione del parametro più adatto, considerando la variabilità dei dati (Coefficiente di Variazione, CV=s/x, dove s è la deviazione standard, cfr. Appendice 2) ed il numero di dati inferiori al limite di rilevabilità. 5. Probabilità accettabile di dichiarare l’area non contaminata con un certo margine di errore Esistono numerosi fattori che possono introdurre un certo grado di incertezza nella decisione finale dello stato di contaminazione di un sito. A seguito di questa incertezza, si può commettere l’errore di dichiarare il sito pulito quando non lo è. Questo tipo di errore è 10 chiamato “falso positivo” (indicato con la lettera α). Esiste una questione fondamentale riguardo ai falsi positivi: da un punto di vista di protezione della salute umana e dell’ambiente, è necessario ridurre la probabilità di falso positivo. Ovviamente un basso tasso di falso positivo causa immancabilmente un incremento dei costi, in quanto richiede un quantitativo di campioni maggiore e metodi analitici più accurati. Tabella 1.3 - criteri per la selezione del parametro da confrontare con il valore limite. Variabilità dei dati Coefficiente di variazione alto (CV > 0.5) Percentuale di dati con valori inferiori al limite di rilevabilità Bassa ( < 50%) Alta ( > 50%) Media (o mediana) Percentile superiore o UCL Coefficiente di variazione basso Media (o mediana) (CV < 0.5) Mediana Quando si decide di progettare un test statistico per determinare se un area si può ritenere contaminata o non contaminata, si deve selezionare e specificare un determinato tasso accettabile di falso positivo. E’ raccomandabile che venga utilizzato lo stesso tasso di falso positivo per qualsiasi inquinante eventualmente presente nell’area. Il tasso di falso positivo dev’essere scelto anche sulla base del tipo di test statistico che si intende utilizzare per l’elaborazione finale dei dati. Si deve inoltre specificare il tasso di falso negativo (indicato con la lettera β), che è la probabilità di dichiarare un sito contaminato quando è pulito. Questa decisione errata è comunque meno dannosa per l’ambiente e per l’uomo, più cautelativa, in quanto si rischia di dover bonificare un’area già pulita. L’unico rischio è economico. Da ciò segue che il tasso accettabile di falso negativo è maggiore del tasso di falso positivo. Le fasi precedenti sono fondamentali per una buona pianificazione delle operazioni di campionamento dei terreni e per poter controllare l’errore nella valutazione dell’effettivo grado di contaminazione delle aree. Infatti è necessario che ogni fase venga svolta con accuratezza per garantire dei risultati affidabili e di buona qualità. A seconda del tipo di piano di campionamento e di analisi che si decide di scegliere, le procedure che seguono, quindi la scelta della strategia di campionamento, la scelta del livello di falso positivo e di falso negativo accettabili, la scelta del numero di campioni da raccogliere, ecc. saranno lievemente differenti. Pertanto nelle Appendici 1, 4, 5, 6 e 7 alla presente Linea Guida viene approfondito il procedimento completo a seconda della strategia di campionamento che si decide di seguire. Per raggiungere dei buoni obiettivi di qualità è necessario seguire con attenzione tutte le fasi. Si dovrà inoltre tenere conto dei seguenti fattori: - costrizioni di tempo e risorse (logistiche ed economiche) relativamente alla possibilità di raccolta dei dati; - descrizione dettagliata dei dati da raccogliere; 11 - conseguenze di una possibile decisione sbagliata causata dall’insufficienza dei dati disponibili; - calcoli da effettuare sui dati (statistici e non) per raggiungere i risultati prefissati; - livello d’incertezza nei risultati che gli Enti sono disposti ad accettare. Al termine di questa fase di definizione degli obiettivi di qualità dei dati, si passa alle fasi di preparazione del piano di campionamento e del piano di analisi ed al dimensionamento del campione (definizione del numero di campioni da raccogliere). 1.2.2.2 Piano di campionamento La scelta del piano di campionamento è estremamente importante. I metodi di analisi scelti devono essere conformi al piano di campionamento ed agli obiettivi di qualità. In questo capitolo si presentano alcuni criteri che guidano alla scelta del piano di campionamento migliore per ogni tipo di area e successivamente alla scelta del piano di analisi. Nel caso di aree oggetto di bonifica con superficie > 1000 m2, si consiglia l’utilizzo di una delle strategie di campionamento di seguito presentate: 1. campionamento casuale; 2. campionamento a griglia o sistematico casuale; 3. campionamento per la ricerca di hot spot; 4. campionamento per aree (stratificato); 5. campionamento per transetti. In ciascuna di queste strategie esiste una componente di casualità che consente di ottenere risultati accettabili da un punto di vista probabilistico ed estensibili a tutto il sito. Naturalmente rimane sempre valida l’applicazione del campionamento ragionato anche se la selezione delle zone di campionamento, basata sulla sola conoscenza delle caratteristiche del sito e sull’esperienza del professionista, e non su basi statistiche permette solo limitate osservazioni sulla popolazione dei campioni. Questo porta in molti casi ad una non completa caratterizzazione delle condizioni ambientali del sito in esame e quindi ad una minor efficacia nella pianificazione degli interventi di bonifica e nella giustificazione delle decisioni di intervento adottate. Di seguito vengono descritte brevemente le singole strategie di campionamento sopra citate: 1. Campionamento casuale 12 Il campionamento casuale consiste nella raccolta arbitraria di campioni all’interno di confini definiti dell’area interessata. La scelta dell’ubicazione dei campioni va fatta utilizzando una procedura di selezione casuale (es. utilizzando tavole dei numeri casuali, oppure tramite l’utilizzo di programmi generatori di numeri casuali come Excel di Microsoft, come illustrato in Appendice 3). La scelta arbitraria dei punti di campionamento implica che la scelta di ciascun punto debba essere indipendente dall’ubicazione di tutti gli altri punti, permettendo così a ciascun punto all’interno dell’area di avere la stessa probabilità di essere scelto. La casualizzazione è necessaria per poter fare considerazioni probabilistiche. La chiave interpretativa di queste considerazioni è l’assunzione che il sito sia omogeneo relativamente ai parametri da verificare. Maggiore è il grado di eterogeneità, minore è l’affidabilità del metodo di campionamento casuale. A causa della generale disomogeneità dei siti inquinati, verranno di seguito proposti alcuni metodi per suddividere il sito in aree omogenee. Questi metodi sono molto più adatti del campionamento casuale nel caso di azioni di rimozione del terreno inquinato. Il campionamento casuale è particolarmente adatto in aree con inquinamento distribuito uniformemente e con bassa variabilità ambientale (matrici di terreno omogenee). 2a. Campionamento a griglia Consiste nel suddividere l’area utilizzando una maglia quadrata o triangolare, ed effettuare i campionamenti ai nodi della maglia. Si seleziona l’origine e la direzione della griglia utilizzando un punto iniziale casuale. Da quel punto si costruisce un sistema di assi cartesiani a coordinate assolute o relative e si procede alla costruzione della maglia. La distanza tra i nodi della maglia è determinata dalle dimensioni dell’area da campionare e dal numero di campioni da raccogliere. Il campionamento sistematico è spesso utilizzato per delineare l’estensione della contaminazione o per definire i gradienti di concentrazione dei contaminanti, è quindi ritenuto il metodo più adatto per la ricostruzione di una cartografia geochimica del sito tramite metodi geostatistici, in quanto fornisce una .copertura completa e uniforme dell’area di studio. Non è un metodo consigliabile se i contaminanti possono avere variazioni sistematiche con andamento corrispondente al lato della maglia di campionamento (es. perdite da giunture di tubazioni, con giunture spaziate regolarmente ogni 5 m, e griglia di campionamento con maglia di lato 5 m). 2b. Campionamento sistematico casuale Questo è un sistema utile e flessibile per stimare la concentrazione media dei contaminanti all’interno di ogni singola cella della maglia. Si suddivide l’area secondo una maglia quadrata o triangolare, come descritto prima, e si raccolgono campioni da ogni cella usando procedure di selezione casuale e ripetute nel tempo. 13 Questo tipo di campionamento consente l’isolamento di celle che possono richiedere ulteriori campionamenti e analisi. Inoltre consente di ovviare all’inconveniente di variazioni sistematiche dei contaminanti. 2. Ricerca di hot spot Questo tipo di campionamento è considerato il più adatto nel caso di contaminazione localizzata. Un sicuro vantaggio di questo metodo è la possibilità di definire il tasso di falso positivo, cioè di sapere con che grado di sicurezza si arriva alla conclusione che il sito sia contaminato o meno. Per questo tipo di ricerca è consigliato un campionamento a griglia sistematica o un campionamento sistematico casuale. Il numero di campioni e la spaziatura della griglia si determinano sulla base di livelli di errore accettabili (cioè la probabilità di non “vedere” un hot spot). Si devono inoltre sviluppare delle ipotesi relative alla dimensione, forma e profondità degli hot spot (più piccoli sono, o più piccolo debba essere l’errore accettabile, minore dovrà essere la spaziatura della griglia, e maggiore il numero di campioni raccolti). Una volta scelta la griglia, è possibile determinare la probabilità di individuare un hot spot. Utilizzando una griglia sistematica, tramite la Tabella 7.4 è possibile avere un’idea della probabilità di non individuare un hot spot ellittico, considerate le dimensioni e la forma della griglia e le dimensioni previste dell’hot spot. Le lunghezze degli assi maggiore e minore dell’ellisse sono rappresentate come percentuale della spaziatura scelta per la griglia. Una griglia triangolare si dimostra migliore per l’individuazione degli hot spot, confrontata con una griglia quadrata. La Tabella 1.4 può essere utilizzata in due modi: se è stabilita la probabilità accettabile di non individuare un hot spot, si può ricavare la dimensione dell’hot spot per quella probabilità; se è nota la dimensione approssimata dell’hot spot, allora si può determinare la probabilità di individuarlo. Tabella 1.4 - probabilità di non individuare un hot spot ellittico (da Gilbert. 1987). LUNGHEZZA ASSE MINORE COME PERCENTUALE DELLA SPAZIATURA GRIGLIA LUNGHEZZA ASSE MAGGIORE COME PERCENTUALE SPAZIATURA GRIGLIA 10% 10% 20% 30% 40% 50% 0.97 0.95 0.95 0.92 0.92 0.87 0.88 0.85 0.85 0.82 20% 30% 40% 50% 0.88 0.85 0.83 0.72 0.78 0.66 0.75 0.65 0.50 0.71 0.55 0.41 0.69 0.54 0.38 0.21 0.63 0.44 0.27 0.08 14 60% 70% 80% 90% 100% 0.80 0.80 0.77 70% 0.77 0.75 80% 0.75 0.72 90% 0.72 100 0.70 % 0.66 60% 0.62 0.58 0.56 0.54 0.54 0.50 0.51 0.45 0.45 0.37 0.45 0.35 0.38 0.29 0.32 0.23 0.30 0.21 0.24 0.18 0.27 0.15 0.18 0.12 0.12 0.08 0.10 0.06 0.08 0.04 0.12 0.03 0.07 0.01 0.05 0.0 0.03 0.0 0.01 0.0 griglia 0.06 0.0 0.03 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 quadrata 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.12 0.05 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 griglia triangolare 3. Campionamento stratificato Questo metodo consiste nel suddividere l’area di campionamento in aree più piccole chiamate strati, sulla base di informazioni storiche e dati analitici precedenti. Ogni strato deve essere più omogeneo del sito considerato nella sua interezza. Gli strati possono essere definiti sulla base di vari fattori, inclusi: la profondità di campionamento, i livelli di concentrazione dei contaminanti, le aree sorgente della contaminazione, la composizione litologica, il tipo di copertura vegetale, ecc.. I punti di campionamento devono essere poi scelti in base a criteri casuali all’interno di ogni singolo strato. Durante la suddivisione delle aree di scavo in strati si deve verificare che i singoli strati non si sovrappongano tra loro, e quindi che la somma delle superfici degli strati sia uguale all’area totale degli scavi. Il campionamento stratificato è un metodo utile e flessibile per stimare la concentrazione di un inquinante all’interno di ogni area d’interesse. 4. Campionamento per transetti In questo caso è necessario tracciare una o più linee di transetto attraverso la superficie. Si raccolgono campioni a intervalli regolari lungo i transetti, in superficie e/o a determinate profondità. La lunghezza delle linee ed il numero di campioni da raccogliere determinano la spaziatura tra i punti di campionamento. Se si scelgono più linee, possono essere sia parallele che non. Se sono parallele, il campionamento è simile a quello di una griglia sistematica. Questo tipo di campionamento è spesso utilizzato per delineare l’estensione della contaminazione e per definire i gradienti di concentrazione dei contaminanti. Viene anche utilizzato, anche se in minor misura, negli schemi di campionamento composito. Ad esempio un campionamento per transetti può essere utile per caratterizzare strutture lineari come le trincee di drenaggio. 15 0.0 In Tabella 1.5 sono riassunti i vari tipi di approccio al campionamento e sono indicati i più adatti a seconda degli obiettivi. Una volta scelta la strategia di campionamento, si deve disegnare l’ubicazione dei punti di campionamento. Per un campionamento statistico (non ragionato) è necessaria un’attenta ubicazione di ogni punto di campionamento, al fine di ottenere una buona rappresentatività dei campioni. Fattori di disturbo nella raccolta dei campioni, come difficoltà logistiche nel raggiungimento di un punto, potrebbero inficiare (dare una tendenza) un piano di campionamento statistico. Tabella 1.5 - Confronto tra i principali approcci al campionamento. Scopi del campionamento Ragionato Casuale Metodo di campionamento Casuale Griglia Sistematic Ricerca stratificato sistematic casuale hot spot Transetti Stabilire il rischio 1 4 3 2a 3 3 2 Identificare sorgenti 1 4 2 2a 3 2 3 Estensione contaminazione 4 3 3 1b 1 1 1 Opzioni trattamento o smaltimento 3 3 1 2 2 4 2 Confermare avvenuta bonifica 4 1c 3 1b 1 1 1d 1 – Metodo preferito 2 – Metodo accettabile 3 – Metodo moderatamente accettabile 4 – Metodo meno accettabile a – Dovrebbe essere utilizzato previa selezione analitica sul campo b – Preferibile solo quando esistono dei trend noti c – Consente la verifica della bonifica con metodi statistici se si campiona l’intero sito d – Può essere efficace con la tecnica dei campioni compositi se si suppone che il sito sia pulito Esistono numerosi metodi per ubicare i punti di campionamento. Un metodo relativamente semplice per ubicare punti casuali consiste nell’uso di una bussola e di un nastro o asta graduata, mantenendo un punto fisso di riferimento. Se i punti devono essere precisi si può utilizzare un sistema di posizionamento GPS. Dopo aver raccolto i campioni è opportuno marcare ciascun punto con un’asta permanente per consentire una facile identificazione delle ubicazioni. Infine in Tabella 1.6 si riporta uno schema generale che evidenzia la tipologia di campionamento suggerita in funzione della tipologia di problema che ci si trova ad affrontare, dei mezzi a disposizione e degli obiettivi generali dell’analisi. 16 Tabella 1.6 - Schema generale sull’uso delle diverse tipologia di campionamento Azione Mezzi effettuare una fase di indagine budget e/o tempo limitato preliminare per un problema di piccola scala Metodo suggerito Obiettivo campionamento ragionato valutare se la fase di investigazione successiva debba comprendere un sistema di campionamento statistico sviluppare la comprensione di budget adeguato al numero campionamento quando la contaminazione è di campioni necessario sistematico presente acquisire informazioni contaminazione sviluppare la comprensione di budget adeguato al numero campionamento dove la contaminazione è di campioni necessario griglia presente stimare la media popolazione di campioni della budget adeguato di produrre una buona stima della media con costi ridotti buona campionamento transetti per ridurre il numero di analisi necesssario per il livello prefissato di precisione della informazioni sulla campionamento distribuzione spaziale e stratificato temporale della contaminazione aumentare la precisione della stima con lo stesso numero di campioni o raggiungere la stessa precisione con un costi minori un’area strumento campo stimare la prevalenza di carattere a bassa frequenza della campionamento a produrre anche informazioni sulla distribuzione spaziale e temporale griglia o sistematico della contaminazione budget limitato e conoscenza del sito definire i confini contaminata temporale a acquisire la conoscenza dell’area di interesse con un livello di confidenza prefissato che si sia riscontrato un hot spot di date dimensioni budget limitato e costi campionamento analitici elevati rispetto ai composito (7.3.2.) costi di campionamento stimare la media popolazione di campioni sull’evoluzione di analisi di campionamento hot spot per utilizzare in tempo reale tutte le osservazioni per la stima della media un costi analitici alti rispetto ai campionamento costi di campionamento casuale o composito 17 produrre una buona stima della prevalenza con analisi e costi ridotti Azione Mezzi Metodo suggerito Obiettivo tentare di identificare le unità della abilità di miscelare aliquote campionamento popolazione di campioni che di campioni e poi ritestare le composito presentano un carattere a bassa aliquote addizionali frequenza classificare tutte le unità a basso costo non analizzando ogni unità tentare di identificare le unità della abilità di miscelare aliquote campionamento popolazione di campioni che di campioni e poi ritestare le composito presentano il più alto livello di aliquote addizionali contaminazione identificare tali unità a basso costo non analizzando ogni unità 18 1.2.2.3 Piano di analisi Come per il piano di campionamento, anche il piano di analisi dev’essere definito prima di iniziare le operazioni di campionamento. La CSC (o la CSR) è un valore limite da non superare. Se il parametro che viene scelto (la media, un percentile o l’UCL) supera la concentrazione soglia, il sito viene definito contaminato. Tuttavia esiste una eccezione: nel caso di contaminazione uniforme da parte di sostanze inorganiche in aree che presentano già un naturale arricchimento di tali sostanze nei valori del fondo naturale (quali per es. metalli pesanti naturalmente arricchiti), si può optare per lo studio di una popolazione naturale di riferimento, con la definizione di una nuova concentrazione soglia (si consultino al proposito le “Linee Guida Per la Determinazione dei Valori del Fondo Naturale” della Provincia di Milano). Il piano di campionamento ed il piano di analisi devono essere sviluppati in parallelo, poiché sono interdipendenti. Infatti se si sceglie un piano di campionamento che prevede l’utilizzo di una griglia sistematica, i dati analitici dovranno essere interpretati con delle equazioni adatte al campionamento sistematico. La prima fase di un piano di analisi è la determinazione del numero di campioni da raccogliere. Spesso il numero di campioni è determinato da ragioni economiche, tuttavia è necessario tenere conto del numero di campioni disponibili per conoscere il grado di accuratezza raggiungibile. 1.3 RACCOLTA DEI CAMPIONI Le fasi di campionamento rappresentano uno degli aspetti più delicati e critici nella valutazione dello stato di contaminazione di un’area, in particolare se i livelli di concentrazione degli inquinanti attesi sono bassi. Un non corretto campionamento può infatti compromettere i risultati finali dell’indagine, e quindi la scelta della idonea tecnologia di bonifica. La metodologia, le procedure e la rappresentatività della raccolta dati infatti influiscono sul risultato e sulla sua variabilità. Questo può produrre due tipi di errore: l’errore di falso positivo, oppure l’errore di falso negativo. Le informazioni minime di cui si deve disporre per redigere un adeguato piano di campionamento mirato sono le seguenti: vie di diffusione preferenziali del contaminante, aree sorgente, suoli macchiati, variazioni litologiche, tipi di suoli e loro caratteristiche, caratteristiche organolettiche ed altri elementi specifici del sito. Questa fase del campionamento dev’essere pianificata in tutti i suoi aspetti, definendo: le procedure di campionamento, le attrezzature da utilizzare per il campionamento ed il loro funzionamento, le misure da effettuare in campo e le modalità d’identificazione, conservazione e trasporto dei campioni. Per quanto riguarda la attrezzature ed il loro funzionamento si può fare riferimento a quanto riportato nel presente testo nei capitoli precedenti. Inoltre ci si deve attenere a quanto specificato al riguardo nel D.L.vo 152/06, Allegato 2. 19 Il campionamento va effettuato in condizioni meteorologiche favorevoli (in assenza di vento o pioggia). Inoltre i campioni, prima di essere posti nei contenitori, vanno omogeneizzati – miscelati, per ridurre al minimo possibile errori dovuti alla disomogeneità dei campioni. Fanno eccezione i campioni raccolti per l’analisi dei VOC, che non devono subire manipolazioni. 1.3.1 Campionamento puntuale A seconda della tipologia di campionamento scelta, si effettua un prelievo di campioni puntuali. Il campione deve essere confezionato scartando in campo la frazione maggiore di 2 cm e le determinazioni analitiche in laboratorio vengono effettuate sull’aliquota di granulometria inferiore a 2 mm. La concentrazione del campione viene poi determinata sulla totalità dei materiali secchi. Ogni campione, eccetto quelli destinati all’accertamento della presenza di VOC, viene suddiviso in due aliquote, “una per l’analisi da condurre ad opera dei soggetti privati, una per archivio a disposizione dell’ente di controllo”. I campioni che dovranno essere analizzati per la determinazione di volatili, dovranno essere prelevati tramite l’ausilio di carotieri provvisti di fustella porta campione che, una volta estratta, dovrà essere sigillata alle due estremità. In questo caso non viene previsto il campionamento in doppia aliquota. La formazione dei campioni da inviare ad analisi deve avvenire al momento del campionamento del materiale in modo da impedire la perdita di rappresentatività del campione stesso. In aggiunta ai campioni previsti per ciascun sondaggio, si devono prelevare separatamente i “materiali che si distinguono per evidenze di inquinamento o per caratteristiche organolettiche, chimico-fisiche e litologico-stratigrafiche. Analisi di campo e analisi semiquantitative potranno essere utilizzate, laddove applicabili, per selezionare tali campioni e per ottenere una maggiore estensione delle informazioni sulla verticale. I campioni relativi a particolari evidenze o anomalie sono formati per spessori superiori ai 50 cm”. “Per corrispondere ai criteri indicati, da ciascun sondaggio i campioni dovranno essere formati distinguendo almeno: • campione 1: da 0 a -1 m dal piano campagna; • campione 2: 1 m che comprenda la zona di frangia capillare; • campione 3: 1 m nella zona intermedia tra i due campioni precedenti”. È importante inoltre prestare attenzione alla pulizia delle attrezzature tra un campionamento ed il successivo, che dovrà essere eseguita con mezzi o solventi compatibili con i materiali e le sostanze di interesse, per evitare fenomeni di contaminazione incrociata o perdita di rappresentatività del campione. 20 1.3.2 Campionamento composito In casi particolari si può utilizzare il campionamento composito per la raccolta di campioni. Generalmente viene preferito per aree particolarmente estese, in cui il campionamento risulta economicamente oneroso, per abbassare i costi e per risparmiare tempo nella fase di analisi in laboratorio. La formazione di campioni compositi viene invece consigliata per il campionamento di cumuli di terreno omogenei (es. biopile o landfarming). Il campionamento composito consiste nell’unire fisicamente più campioni in un unico campione tramite miscelazione e omogeneizzazione, secondo procedure da seguire scrupolosamente per evitare errori. Per ridurre al minimo le possibilità di errore nell’utilizzo dei campioni compositi è necessario che le procedure di raccolta e conservazione dei campioni vengano preventivamente specificate nel piano di campionamento, soprattutto al fine di garantire una buona miscelazione del campione composito. L’analisi viene effettuata sul campione così formato, e può potenzialmente fornire le stesse informazioni di analisi effettuate sui singoli campioni, se si presta attenzione ad alcuni particolari. Si consiglia comunque l’utilizzo dei campioni compositi solo in aree con inquinamento uniforme, in quanto la ricerca di hot spot con residui di contaminazione può essere infruttuosa con questo metodo. Nel Decreto Ministeriale 13 settembre 1999 (Approvazione dei “Metodi ufficiali di analisi chimica del suolo”) si esprime la possibilità di effettuare campioni compositi solo per le aree omogenee. In particolare si parla del campionamento in una zona presunta omogenea di più aliquote per la formazione di uno o più campioni per l’analisi, rappresentativi del livello medio e/o delle caratteristiche in esame. In ogni caso si deve rispettare la regola di non mescolare mai terreni di diversa natura. La formazione di campioni compositi può anche incrementare la potenza dei test statistici nell’individuare il mancato raggiungimento del valore limite. Questo grazie alla diminuzione della varianza; le misure dei parametri inquinanti per campioni compositi raccolti in tempi o luoghi diversi può essere minore della varianza di campioni non compositi. 1.3.2.1 Formazione di un campione composito Per formare un campione composito è necessario omogeneizzare adeguatamente il campione, per evitare errori di campionamento nel risultato delle analisi. Si uniscono tutte le aliquote che comporranno il campione (preventivamente omogeneizzate); successivamente, con l’aiuto di una paletta di acciaio inossidabile o con palette usa e getta, si omogeneizza il campione manualmente. Si opera tramite quartatura, ripetendo ogni fase 5 volte, fino a completa omogeneizzazione del campione. Per suddividere un campione in due aliquote di cui una da analizzare e una da conservare separatamente (parte + enti) si prescrive una omogeneizzazione preliminare come prima descritto. Successivamente si riempiono i contenitori delle aliquote contemporaneamente, mettendo palettate alternate nei contenitori dal campione omogeneo fino a completo 21 riempimento. I campioni compositi danno un’idea della concentrazione media dei contaminanti su un certo numero di campioni, riducendo il numero di campioni da analizzare e la variabilità. Bisogna comunque operare con una certa cautela. Si deve innanzitutto specificare il metodo di scelta delle aliquote da comporre ed il fattore di composizione. Il fattore di composizione è il numero di aliquote che verranno composte in un campione unico (3 – 1; 10 – 1); si determina valutando i limiti di rilevabilità dei parametri di interesse e confrontandoli con il valore limite per quel parametro. Ovviamente ogni singola aliquota che andrà a comporre il campione dev’essere uguale alle altre in termini di volume o peso. 1.3.2.2 Limiti del campionamento composito Se l’integrità del singolo campione può essere compromessa durante la composizione del campione finale, allora non si deve ricorrere all’utilizzo di campioni compositi (es. composti volatili che sfuggirebbero durante l’omogeneizzazione del campione, oppure composti chimici che potrebbero reagire tra loro cambiando natura). Nel caso di contaminazione puntuale la formazione di campioni compositi può causare una diluizione dei contaminanti di un singolo campione, tale da non risultare rilevabile nel campione composito. In tal caso si deve abbassare il limite di rilevabilità applicabile in modo proporzionale. Se il valore del campione composito è da paragonare ad un livello standard di riferimento, questo valore di riferimento andrà diviso per il numero di aliquote che compongono il campione per determinare il limite di rilevabilità adeguato. Il livello di rilevabilità non va abbassato se l’area rappresentata dal campione composito è considerata omogenea per distribuzione di concentrazione (inquinamento diffuso, non puntuale). Si raccomanda di effettuare le analisi con tecniche aventi limite di rilevabilità almeno un ordine di grandezza inferiore ai limiti tabellari. In questo modo si può rilevare la presenza di inquinanti anche in campioni composti da 4 o 5 aliquote. L’omogeneità del campione costituisce un altro problema, soprattutto se il campione composito non viene analizzato interamente, ma se ne analizza solo un’aliquota. Per questo ogni singolo campione dev’essere omogeneizzato il meglio possibile, prima di essere incluso come aliquota nel campione composito, ed a sua volta il campione composito dev’essere omogeneizzato al meglio. L’utilizzo di campioni compositi inoltre non consente di conoscere la reale concentrazione dell'inquinante nell’aliquota con concentrazione alta (cioè se un campione è formato da 3 aliquote ed una sola ha valori di contaminazione superiori al limite di riferimento, non si può conoscere la concentrazione nell’aliquota inquinata); da ultimo non potremo avere indicazioni sull’ubicazione esatta della contaminazione. 1.3.2.3 Decisioni sulla base dei risultati analitici sui campioni compositi Dopo aver effettuato le analisi sui campioni compositi, è possibile ripetere le analisi su alcuni campioni singoli (ad esempio se un campione composito formato da 5 campioni singoli ha dei valori sospetti, si possono analizzare i singoli campioni che lo formavano per verificare quale di questi ha valori superiori al limite), sulla base dei primi risultati. 22 In caso le analisi indichino chiaramente che il campione composito ha livelli di contaminazione superiori ai limiti, si può procedere in due modi, a seconda della disponibilità di tempo e risorse economiche: se le aliquote che compongono il campione sono state prelevate da punti adiacenti, si può decidere di bonificare tutta l’area interessata dai prelievi, oppure di individuare con precisione l’ubicazione dell’hot spot ripetendo le analisi sui campioni puntuali e successivamente procedere alla sua bonifica. Per quanto riguarda i metodi statistici, il campionamento composito è abbastanza utile nel caso si applichino test sulla media dei campioni (cfr. Appendici 4, 5, 6), mentre è inutilizzabile nei test delle proporzioni o dei percentili. 1.3.3 Attività di controllo nelle operazioni di campionamento ed analisi Il D. L.vo 152/06 indica alcune procedure per il controllo di qualità in tutte le operazioni di campo e di laboratorio; la documentazione che la parte deve fornire agli enti e le procedure a cui si deve attenere sono di seguito descritte. “L’attività di controllo da parte della Pubblica Amministrazione sarà soprattutto qualitativa e potrà essere realizzata durante lo svolgimento delle attività di campo attraverso la verifica dell’applicazione delle specifiche definite nel Piano di Indagini. Le attività di campo saranno descritte a cura del responsabile del sito, con la redazione del Giornale dei Lavori, che sarà verificato e valicato dai responsabili degli Enti preposti al controllo. Le attività di controllo da parte degli enti preposti potranno essere realizzate durante lo svolgimento delle analisi di laboratorio, seguendone le diverse fasi. I Responsabili degli Enti preposti al controllo potranno pertanto verificare, attraverso un sistema di controllo qualità, la corretta applicazione: • delle metodiche analitiche; • dei sistemi utilizzati; • del rispetto delle Buone Pratiche di Laboratorio. Tutte le fasi operative di laboratorio” ... “saranno descritte nel giornale lavori di laboratorio, che potrà essere verificato e valicato dai Responsabili degli stessi Enti”. Nel giornale dei lavori andranno riportate tutte le attività svolte ed andranno archiviate le schede di campionamento, il Piano di Sicurezza e Coordinamento (PSC) delle attività ai sensi del D. Lgs. 626/94. Tutte le operazioni svolte in campo dovranno attenersi a quanto specificatamente concordato con gli Enti preposti al controllo delle operazioni di bonifica. Le analisi chimiche dovranno garantire l’ottenimento di valori 10 volte inferiori rispetto ai valori di concentrazione limite. E’ necessario quindi definire tutti gli accorgimenti utili a ridurre gli eventuali errori dovuti alle fasi di campionamento ed analisi. Viene specificato nel D.L.vo 152/06: “L’elaborazione dei risultati analitici deve esprimere l’incertezza del valore di concentrazione determinato per ciascun campione: in considerazione della eterogeneità delle matrici suolo, sottosuolo e materiali di riporto la 23 deviazione standard per ogni valore di concentrazione determinato, da confrontare con i valori di concentrazione limite accettabili, dovrà essere stabilita sulla base del confronto delle metodologie che si intendono adottare per il campionamento e per l’analisi dei campioni di terreno e acqua”. Un’elevata variabilità dei dati può essere dovuta a forte eterogeneità della matrice. Le disomogeneità possono essere ridotte tramite omogeneizzazione - miscelazione del campione. Gli accorgimenti devono portare a standardizzare i metodi di prelievo dei campioni ed i metodi di analisi. Il primo punto si risolve rendendo contemporanei i prelievi delle due aliquote di ciascun campione (stesse aliquote di campionamento, stesse fasi di preparazione, stessi accorgimenti per evitare fenomeni di contaminazione indotta, stesse modalità di conservazione) e riportando le fasi di prelievo in una scheda di campionamento controfirmata dalle parti. Il secondo punto può essere risolto imponendo ai laboratori procedure d’analisi secondo metodi ufficiali, che garantiscano di corrispondere ai necessari requisiti di qualità. 1.3.4 Redazione del piano di coordinamento e sicurezza Il D. L.vo 152/06 specifica che “l’applicazione di un intervento di bonifica/messa in sicurezza permanente e ripristino ambientale di un sito inquinato deve garantire che non si verifichino emissioni di sostanze o prodotti intermedi pericolosi per la salute degli operatori che operano sul sito durante l’esecuzione delle indagini, dei sopralluoghi, del monitoraggio, del campionamento e degli interventi. Per ciascun sito in cui i lavoratori sono potenzialmente esposti a sostanze pericolose sarà previsto un piano di protezione con lo scopo di indicare i pericoli per la sicurezza e la salute che possono esistere in ogli fase operativa ed identificare le procedure per la protezione dei dipendenti”... Le attività di campionamento devono attenersi al Piano di Coordinamento e Sicurezza (PCS) ai sensi del D. Lgs. 626/94. Nel PCS va riportato l’elenco delle persone presenti in cantiere, con le loro funzioni e responsabilità, in particolare è indispensabile il nominativo del responsabile di cantiere e (se persona diversa) del responsabile alla sicurezza di cantiere. Inoltre devono essere indicati i numeri di telefono d’emergenza del cantiere e di pubblico utilizzo. Nel PCS vanno descritti il sito ed il programma delle attività, oltre ai potenziali rischi a cui sono soggetti gli operatori. Vanno indicati anche i rischi potenziali dovuti all’esposizione a sostanze tossiche e nocive per la salute umana, ed una lista delle sostanze presenti con relativa classificazione di pericolosità (si possono utilizzare le banche dati nazionali disponibili su WEB, quali quella dell’Istituto Superiore di Sanità – http://www.iss.it/ ). Nel PCS vanno indicati i dispositivi di protezione individuale (DPI) in base alle specifiche sostanze presenti. In particolare i dispositivi devono provvedere alla protezione: dell’apparato respiratorio, degli occhi e della pelle. 24 L’elenco di DPI deve prevedere l’utilizzo di: - maschera antipolvere dotata di filtro con valvola per polveri a bassa nocività, con efficienza filtrante del 78%, fino a quattro volte il TLV (Threshold Limit Values), conforme alla norma EN 149; - elmetto protettivo; - tuta da lavoro e stivali antinfortunistici e antisdrucciolo; - tuta in tyvek usa e getta; - occhiali protettivi; - guanti usa e getta, possibilmente in neoprene per gli operatori a contatti diretto con i terreni; - inserti auricolari, cuffia antirumore o tappi auricolari in caso di lunga permanenza vicino ad una fonte di rumore. In caso di presenza di composti organici volatili o di composti molto tossici si può consultare la norma UNI 10720 “Guida alla scelta e all’uso degli apparecchi di protezione delle vie respiratorie”. In ogni caso i filtri respiratori utilizzati devono essere certificati secondo le norme EN 141 (protezione gas, vapori e combinati) e EN 134 (protezione polveri). Tutti gli operatori dovranno essere informati ed istruiti, prima dell’inizio dei lavori; - sui pericoli ed i rischi per la sicurezza e la salute connessi alle specifiche attività svolte ed all’ambiente di lavoro; - sulle misure di prevenzione e protezione da adottare; - sull’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale; - su quanto riportato nel PCS. Infine nel PCS dev’essere descritto l’eventuale programma di sorveglianza sanitaria necessaria per la tutela della salute dei lavoratori. Dove richiesto o indispensabile si deve utilizzare uno spogliatoio bianco/nero, che prevede un percorso obbligato degli operatori per evitare il contatto con il materiale contaminato. Lo spogliatoio ha due locali separati da una zona docce. Il personale deve poter uscire totalmente decontaminato al termine del lavoro. Ci sarà un primo locale di equipaggiamento, dotato di due accessi, uno adiacente all'area di lavoro e l'altro adiacente al locale doccia. Un apposito contenitore deve essere sistemato in questa zona per permettere agli operai di riporvi il proprio equipaggiamento prima di passare al locale doccia. La doccia sarà accessibile dal locale equipaggiamento e dallo spogliatoio incontaminato. Questo locale dovrà contenere come minimo una doccia con acqua calda e fredda e sarà dotato di servizi igienici. Dovrà essere assicurata la disponibilità continua di sapone in questo locale. Infine c’è il locale spogliatoio che avrà un accesso dall'esterno (aree incontaminate) ed un'uscita attraverso la zona docce. Il locale dovrà essere munito di armadietti per consentire agli operai di riporre gli abiti puliti al loro ingresso dall'esterno. 25 1.4 ELABORAZIONE E RAPPRESENTAZIONE DEI DATI 1.4.1 Aree oggetto di bonifica con superficie ≤ 1000 m2 Per le aree di bonifica piccole (incluso siti grandi con aree di contaminazione piccole) andranno considerate le dimensioni dei singoli settori contaminati. In tal modo è possibile analizzare separatamente i dati di ciascun settore, limitando la variabilità dei campioni. Come espresso nel D.L.vo 152/06 la validità delle analisi viene riferita al valore della deviazione standard. Non esistono indicazioni relative alla metodologia analitica da seguire e alle procedure da attivare per il confronto dei dati con il valore limite. Si può quindi valutare il non superamento dello standard di riferimento solo quando in termini statistici il valore ottenuto strumentalmente (singolo o media) addizionato della imprecisione della misura risulta inferiore al valore della concentrazione di riferimento. Per quanto riguarda aree oggetto di bonifica con superficie < 1000 m2, avendo in genere un numero di dati piccolo, la procedura migliore da adottare è il confronto diretto dei singoli valori analitici con i valori di concentrazione soglia di contaminazione. 1.4.2 Aree oggetto di bonifica con superficie > 1000 m2 Nel caso delle aree oggetto di bonifica con superficie > 1000 m2, esistono più strategie da adottare per il confronto dei dati con il valori di concentrazione limite indicati dal D.L.vo 152/06. Si può operare una prima distinzione in siti con inquinamento uniforme e siti con inquinamento puntuale, o ad hot spot. A loro volta, i siti con inquinamento uniforme possono essere suddivisi in due categorie in base alla natura dei contaminanti: siti con inquinamento da parte di sostanze inorganiche, o siti inquinati da sostanze organiche. inorganici uniforme Inquinamento organici hot spot In ogni singolo caso si opera diversamente, in quanto si possono utilizzare diversi tipi di elaborazione dei dati. In particolare si può specificare quanto segue: 26 - per i siti con inquinamento uniforme di inorganici in aree con valori del fondo naturale superanti i valori CSC imposti dal D.L.vo 152/06, si può confrontare la distribuzione della popolazione di dati ricavati dai campionamenti nel sito contaminato con la distribuzione di una popolazione di riferimento (valori del fondo naturale), tramite test statistici su due popolazioni. - per i siti con inquinamento uniforme di organici si deve optare per un confronto puntuale di un parametro di riferimento con il valore CSC dell’Allegato 5 del D.L.vo 152/06 o con il valore CSR determinato tramite analisi di rischio. Il parametro da confrontare può essere costituito dalla media, dalla mediana o da determinati percentili della distribuzione dei valori analitici. Oppure si possono condurre test statistici su singola popolazione. - per i siti con inquinamento ad hot spot, si opta per una procedura particolare che prevede la creazione di un piano di campionamento, un piano di analisi ed un tipo di elaborazione dei dati specifico (cfr. Appendice 1). Per i siti con inquinamento uniforme da parte di inorganici si valutano i valori del fondo naturale. Infatti, a titolo di esempio, in alcuni siti dove avviene la lavorazione di metalli pesanti, si sono riscontrati valori oltre il limite per i metalli utilizzati e prodotti. Tuttavia, specialmente in caso di prossimità della fonte estrattiva di tali metalli, si è potuto verificare sperimentalmente che il suolo ed il sottosuolo contengono a loro volta delle concentrazioni naturali anomale di quei metalli. I valori del fondo naturale di tali elementi in alcuni campioni superano i limiti imposti dalla legge sulle bonifiche, ma sarebbe impensabile bonificare un ambiente naturalmente arricchito di tali elementi. In questi casi quindi è inutile riportare a valori inferiori ai valori naturali i terreni oggetto di bonifica, mentre è consigliabile individuare un nuovo valore limite del fondo naturale. Tale problematica viene discussa in dettaglio nelle Linee Guida per la Determinazione dei Valori del Fondo Naturale, della Provincia di Milano. Per i siti con inquinamento uniforme di inorganici, ove non siano presenti anomalie dei valori del fondo naturale, o di organici, si possono condurre test statistici su una singola popolazione, con approccio parametrico (es. test di ipotesi sulla media di una popolazione, test delle proporzioni) o non parametrico (es. test sulla somma dei ranghi di Wilcoxon). Altri tipi di elaborazioni possono consistere nella costruzione di intervalli statistici, quali l’intervallo di tolleranza e l’intervallo di previsione. Alcuni di questi tipi di elaborazione statistica vengono sviluppati singolarmente in Appendice alle presenti linee guida (i test della media nelle Appendici 4, 5 e 6, i test delle proporzioni nell’Appendice 7) per consentire un utilizzo pratico delle guide nei singoli casi di lavoro. Per quanto riguarda la ricerca di residui di hot spot, si utilizza un procedimento per l’individuazione, con un certo grado di probabilità, di piccole aree contaminate. L’elaborazione dei dati per questo procedimento è molto semplice e si basa sulla consultazione di tabelle. (cfr. Appendice 1). 27 1.4.3 La rappresentazione dei dati “Tutti i risultati analitici ricavati nel corso delle fasi di indagine” e di monitoraggio “costituiscono la base di dati a cui riferirsi per definire il modello concettuale del sito e definire il grado e l’estensione della contaminazione nel sito” (D. L.vo 152/06, Allegato 2 al Titolo V) ed in fasi successive definire il grado di avanzamento della bonifica. “L’obiettivo è quello di raccogliere e rappresentare tutti gli elementi che servono a definire: l’estensione dell’area da bonificare; i volumi di suolo contaminato; le caratteristiche rilevanti dell’ambiente naturale e costruito; il grado di inquinamento delle diverse matrici ambientali”. Il D. L.vo 152/06 riporta: “I risultati delle attività di indagine svolte sul sito e in laboratorio devono essere espressi sotto forma di tabelle di sintesi, di rappresentazioni grafiche e cartografiche, tra cui devono essere realizzate: • carte geologiche, strutturali ed idrogeologiche; • carte dell’ubicazione delle indagini svolte e dei punti di campionamento; • carte piezometriche, con evidenziazione delle direzioni prevalenti di flusso e dei punti di misura; • carte di rappresentazione della contaminazione”. Per quanto riguarda la rappresentazione della contaminazione è opportuno operare in due fasi: • in una prima fase si disegna una mappa per ogni analita con indicata l’ubicazione dei punti di campionamento, contrassegnati dalla sigla del campione e da un colore che indichi se la concentrazione dell’analita supera o meno il valore limite (sia esso CSC o CSR a seconda della fase in cui ci si trova). • in una seconda fase, e solo per le aree oggetto di bonifica con superficie > 1000 m2, si elabora una cartografia geostatistica; per ogni analita si elabora una mappa delle concentrazioni e la relativa mappa della deviazione standard. 1.4.3.1 Rappresentazione dei punti di campionamento Per la rappresentazione dei punti di campionamento e dei risultati analitici si presenta una mappa con la planimetria del settore indagato, possibilmente a scala 1:1000 per le aree oggetto di bonifica con superficie > 1000 m2 e 1:500 per le aree oggetto di bonifica con superficie < 1000 m2. Su ciascuna planimetria va indicata la maglia di campionamento utilizzata e l’ubicazione di ogni singolo campione prelevato e analizzato. Il punto di campionamento dev’essere indicato con la sigla del campione prelevato, in modo da rendere univoca la collocazione 28 del campione. Inoltre sulla planimetria (Figura 1), a seguito dei risultati analitici, va riportato il risultato indicando con un colore i punti risultati puliti (es. verde) e con un altro colore i punti risultati contaminati (es. rosso). In legenda dev’essere chiaramente indicato il colore rappresentativo del “superamento” del valore limite. Se il numero di campioni lo consente, si riporti anche sulla stessa planimetria una tabella riassuntiva dei valori analitici dei singoli punti. Indispensabile è l’indicazione della scala e possibilmente delle dimensioni dei lati del settore indagato. Valore < VL Valore > VL S1 S2 S3 S4 S5 S6 S7 S8 S9 S10 S11 S12 S13 S14 S15 Figura 1: esempio di rappresentazione dell’ubicazione dei punti di campionamento. 1.4.3.2 Elaborazioni geostatistiche I metodi geostatistici consentono di interpolare dati relativi a punti nello spazio, e di stimare la precisione dell’interpolazione tramite elaborazioni informatiche. E’ fondamentale, per chi si avvicina a questi metodi, comprendere i concetti base di questi metodi e le relative applicazioni. Per l’implementazione corretta dei metodi geostatistici, la strategia di campionamento migliore è quella che utilizza una maglia sistematica. Concetti di base e implementazione del metodo L’analisi geostatistica può essere considerata un processo a cinque fasi: 1) rappresentazione della distribuzione dei dati: attraverso dei metodi grafici (istogrammi, diagrammi a scatola, a stelo e foglia e diagrammi quantile – quantile) si può effettuare una prima stima sul tipo di distribuzione di probabilità associata ad una insieme di dati. 29 Infatti i metodi geostatistici di seguito descritti richiedono una distribuzione dei dati normale o log-normale. In realtà la distribuzione normale, o gaussiana (Figura 2), è una delle più comuni distribuzioni di probabilità che si incontrano nell’analisi dei dati ambientali, e si presta per descrivere il comportamento di certi fenomeni casuali, oltre a poter essere spesso usata per approssimare altre distribuzioni di probabilità. 25,0 16,7 8,3 0,0 4,0 119,3 234,7 350,0 Figura 2: esempio di istogramma per una distribuzione apparentemente normale. 2) test statistici per la verifica delle ipotesi sulla distribuzione dei dati: i metodi grafici non sono sufficienti a risolvere le ambiguità relative alla distribuzione, pertanto si rende necessario l’utilizzo di indicatori e test statistici. I più comuni indicatori statistici sono: coefficiente di variazione (CV) e coefficiente di asimmetria; i test sono: test del Chi quadrato, test di Shapiro – Wilk e test di D’Agostino. (I test statistici qui citati sono trattati nelle Linee Guida per la Determinazione dei Valori del Fondo Naturale della Provincia di Milano). 3) successivamente a queste fasi preliminari viene sviluppato un modello che prevede la relazione spaziale tra un punto a concentrazione stimata e dei punti a concentrazione nota (campagna di campionamento) a varia distanza dal punto. I punti più prossimi al punto da stimare saranno fortemente influenti sulla stima, mentre allontanandosi i punti avranno sempre meno influenza. Questa funzione di correlazione, che descrive l’influenza tra dati prossimi tra loro, viene modellizzata e si chiama variogramma (Figura 3) o semi-variogramma. 1400000 1200000 Variogram 1000000 800000 600000 400000 200000 0 0 2 4 6 8 10 12 Lag Distance 30 14 16 18 20 22 24 Figura 3: esempio di variogramma sperimentale e di un possibile modello. 4) la successiva fase dell’analisi geostatistica è il kriging. Vengono stimate le concentrazioni chimiche per ogni punto nell’area (in questo caso il fondo scavo o la parete). Per ogni punto di cui va fatta la stima, i punti noti che lo circondano forniscono un contributo pesato alla stima. I pesi sono determinati tramite il variogramma, l’ubicazione dei punti da stimare e la prossimità di altri punti a concentrazione nota. In questo modo viene stimata la concentrazione nei punti che non sono stati campionati, e questo è il compito principale dell’analisi geostatistica. Il kriging, oltre a fornire una stima della concentrazione, fornisce una stima della precisione ad essa associata. Il prodotto finale dell’analisi geostatistica tramite kriging sono due rappresentazioni grafiche del sito, una come carta delle isoplete di concentrazione, l’altra come carta delle isoplete della deviazione standard (s), indicatrice del grado di variabilità del dato finale. Una volta ottenute le carte tramite kriging, si possono ricavare le griglie con i valori puntuali. I dati così ottenuti possono essere successivamente elaborati statisticamente tramite fogli di calcolo elettronico per ricavare la probabilità puntuale che il valore superi la CSC o CSR. Tale probabilità puntuale si ricava tramite la seguente formula: ⎛ VL − x i ⎞ ⎟⎟ z i = 1 − ⎜⎜ ⎝ si ⎠ Una volta ricavata la probabilità per ogni punto della griglia, si può costruire una carta delle isoprobabilità attraverso procedure di tipo deterministico (es. inverso delle distanze, minima curvatura, ecc.). Tramite questa carta è possibile conoscere la probabilità che in un determinato punto sia superato la CSC. In Appendice 8 è riportato un esempio esplicativo. 1.4.3.3 Indagini supplementari per aree con valori > valori CSC/ CSR In caso di rappresentazione puntuale dei dati, si possono individuare due strategie di intervento per i punti che presentano concentrazioni dei contaminanti superiori al valore limite: - si può optare per un infittimento della maglia di indagine nell’intorno del punto in questione (come indicato ad esempio in Figura 1, con traslazione della maglia utilizzata per il campionamento), per valutare l’estensione della contaminazione nell’intorno del punto ed eventualmente bonificare solo il terreno che risulti contaminato da quest’ultima indagine; - si può decidere di bonificare il terreno nell’intorno del punto contaminato in un’area delle stesse dimensioni della maglia della griglia utilizzata, con centro nel punto risultato contaminato (come indicato in Figura 1). Nel caso invece si decida di utilizzare metodi geostatistici di rappresentazione dei dati, l’iter decisionale risulta differente. Tuttavia anche in questo caso è possibile individuare le 31 aree in cui risulta necessario infittire i punti di campionamento, oppure le aree da bonificare. I punti di campionamento che si trovano al di sopra del valore di concentrazione soglia devono essere bonificati. Successivamente si può optare per due soluzioni che non si escludono a vicenda: 1. si può decidere di infittire la maglia di campionamento nelle aree in cui la probabilità di superamento del valore di CSC/CSR è maggiore del 20%; 2. si può decidere di bonificare tutto il materiale compreso nelle aree in cui la probabilità di superamento del valore di CSC/CSR è maggiore del 90%. 1.5 DEFINIZIONE DELLO STATO DEL SITO Una volta implementate le analisi statistiche e geostatistiche dei dati, ed applicata l’analisi di rischio, ci si può trovare in due situazioni distinte: il sito risulta pulito, oppure il sito risulta contaminato, e quindi si deve optare per una soluzione. Alla fine delle procedure di campionamento dovrà essere redatta una relazione sullo stato del sito (Piano di Caratterizzazione o Progetto do Bonifica), che dovrà avere le seguenti caratteristiche: Relazione: La relazione deve riportare il numero e l’ubicazione dei campioni e giustificare l’ubicazione scelta (come e perché). Segue un sommario del contenuto minimo di una relazione per la definizione dello stato di un sito (caratterizzazione): 1. CARTE Carte in scala 1:500 – 1:1000 dell’area con l’ubicazione dei punti di campionamento. Nel caso delle aree oggetto di bonifica con superficie > 1000 m2 devono essere presentate anche mappe dell’elaborazione geostatistica dei dati e della relativa deviazione standard, a scala 1:1000. Carta della destinazione d’uso del sito. 2. MOTIVAZIONE DELL’UBICAZIONE DEI CAMPIONI a. Ubicazione dei punti di campionamento, b. Profondità di prelievo dei campioni, c. Procedure di raccolta dei campioni, 32 d. Descrizione del metodo di campionamento utilizzato e delle motivazioni di scelta di ciascun punto di prelievo (es. fratture nell’argilla, suoli decolorati, perdite in serbatoi o strutture precedentemente presenti). 3. ANALISI DEI DATI a. Parametri analitici, b. Metodologie analitiche, c. Limiti di rilevabilità del metodo, d. Certificazione di qualità del laboratorio. 4. ANALISI STATISTICHE a. Calcolo delle concentrazioni massime ammissibili (analisi di rischio), b. Calcolo del coefficiente di variazione, c. Risultati analitici di laboratorio, d. Implementazione dei test statistici, e. Analisi geostatistica dei dati (solo per le aree oggetto di bonifica > 1000 m2) f. Spiegazione narrativa delle concentrazioni di fondo. 33 BIBLIOGRAFIA APAT (2006) – “Criteri metodologici per l’applicazione dell’analisi assoluta di rischio ai siti contaminati”, Revisione 1, Luglio 2006. ARPA Lombardia (2001) – “Procedura di Controllo in Sede di Conclusione degli Interventi di Bonifica dei Siti Contaminati”. Servizio Territoriale Milano Città, Aprile 2001, Milano Gilbert R.O., LeGore T., O’Brien R.F. (1996) – “An Overview of Methods for Evaluating the Attainment of Cleanup Standards for Soils, Solid Media and Groundwater”. For U.S. EPA, EPA Volumes 1, 2, 3 Department of Environmental Quality, State of Michigan (1994) – “Guidance Document – Verification of Soil Remediation”. Environmental Response Division, Waste Management Division, April 1994, Rev. 1. ISO 5667-1:1980: Water quality -- Sampling -- Part 1: Guidance on the design of sampling programmes ISO 5667-14:1998: Water quality -- Sampling -- Part 14: Guidance on quality assurance of environmental water sampling and handling Provincia di Milano (1999) – “Linee Guida N.1 – Perimetrazione e Caratterizzazione di un Sito Contaminato”. Settore Ecologia – U.O. Tecnica Progetti Speciali – Ufficio Bonifiche Suolo e Sottosuolo, 12 febbraio 1999, Milano Raimondi P., Grossrubatscher D. (2000) – “Protocollo definitivo di monitoraggio ed analisi relativo all’intervento di bonifica (autorizzazione n.14 del 29/01/99 del Comune di Milano)”. Provincia di Milano, prot.55180/2063/97, Milano Repubblica Italiana (1999) – “Approvazione dei “Metodi ufficiali di analisi chimica del suolo””. D.M. Ministro per le Politiche Agricole del 13/09/1999,G.U. N.248 del 21 ottobre 1999, Roma Repubblica Italiana (1999b) – “Regolamento recante criteri, procedure e modalità di messa in sicurezza, la bonifica e il ripristino ambientale dei siti inquinati, ai sensi dell’articolo 17 del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n.22 e successive modificazioni e integrazioni”. D.M. del 25 ottobre 1999, n. 471, Ministero dell’Ambiente, G.U. del 15 dicembre 1999, n. 293 Serie generale, Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, Roma Repubblica Italiana (2003) – “Procedure da applicarsi alla caratterizzazione, alla movimentazione ed alla destinazione dei terreni inquinati provenienti da aree oggetto di interventi di bonifica, ai sensi e per gli effetti dell’art. 17 del d.lgs. 5 febbraio1997, n.22”. D.g.r. 20 giugno 2003, n.7/13410. Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia. Estratto dalla Serie Ordinaria – N.28 – 7 luglio 2003, Milano Repubblica Italiana (2006) – “Norme in materia ambientale” D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152, Ministero dell’Ambiente, Suppl. Ord. G.U. N.88 del 14 aprile 2006, Roma. Sesana G., Brunetti F., Dellavedova P. (2003) – “Criteri e modalità di validazione dei dati analitici da parte dei laboratori ARPA”. Provincia di Milano – Atti del convegno: La bonfica 34 dei siti contaminati: dall’esperienza in campo esempi di soluzioni alle problematiche – 15 novembre 2002, Milano Thurnblad, T.. 1994. Ground Water Sampling Guidance: Development of Sampling Plans, Sampling Protocols, and Sampling Reports. Minnesota Pollution Control Agency. U.S. Environmental Protection Agency (1989) – “Methods for Evaluating the Attainment of Cleanup Standards – Volume 1: Soils and Solid Media”. EPA 230/02-89-042 Office of Policy,Planning and Evaluation, Washington D.C. U.S. Environmental Protection Agency (1994) – “Statistical Methods ForEvaluating The Attainment Of Cleanup Standards – Volume 3: Reference-Based Standards ForSoils And SolidMedia” EPA 230-R-94-004, Office of Policy,Planning and Evaluation, Washington D.C. U.S. Environmental Protection Agency (1995) – “EPA Observational Economy Series – Volume 1: Composite Sampling”. EPA-230-R-95-005, Office of Policy,Planning and Evaluation, Washington D.C. 35 APPENDICE 1 - Campionamento per ricerca di hot spot Lo scopo di questo tipo di campionamento è di poter verificare l’assenza di hot spot all’interno di una determinata area, tramite l’utilizzo di metodi di campionamento che garantiscano un certo grado di affidabilità. Di seguito verrà illustrato un approccio semplice, che si avvale di due possibili tipi di campionamento. A1.1 Campionamento ed analisi per la ricerca di hot spot La prima assunzione che si deve fare per l’utilizzo di questo metodo riguarda la definizione di hot spot, che in questa sede viene considerata come un’area ellittica localizzata con concentrazioni di inquinanti superiori agli standard di riferimento. L’hot spot è generalmente piccolo in confronto all’area da campionare. La tecnica di campionamento consiste nell’utilizzo di una griglia sistematica a maglia triangolare o quadrata. La questione di base di questo tipo di campionamento riguarda il livello di certezza con cui si asserisce l’assenza di hot spot nell’area. Da questa osservazione derivano le seguenti domande: - Forma dell’hot spot (circolare, ellittica con asse minore ≈ asse maggiore o ellittica molto allungata); - Ordine di grandezza della lunghezza dell’asse maggiore dell’hot spot (1 cm, 10 m o 100 m); - Tipo di griglia utilizzata (triangolare o quadrata); - Ordine di grandezza della distanza tra i punti della griglia (0.1 m, 1 m o 100 m). Se si è in grado di rispondere a queste domande e se viene implementato un piano di campionamento, non trovando nessun hot spot, si può concludere con un certo grado di confidenza che non sono presenti hot spot di una determinata dimensione. Le probabilità di non individuare un hot spot e di commettere un errore decisionale sono maggiori quando: (a) gli hot spot sono più piccoli; (b) gli hot spot hanno una forma più allungata, (c) si utilizza una griglia quadrata anziché triangolare e (d) la spaziatura tra i nodi della griglia è maggiore. Se uno solo dei campioni risulta avere concentrazioni superiori al valore limite, allora è stato individuato un hot spot, quindi l’area in esame risulta contaminata ed è necessario procedere alla bonifica del terreno inquinato presso le aree individuate come hot spot. Successivamente è necessario ripetere il campionamento nelle aree bonificate, per poter asserire con un certo grado di confidenza che il sito è effettivamente risanato da hot spot di una determinata forma ed estensione. 36 A1.2 Piano di campionamento Non sono necessari calcoli per la definizione di un piano di campionamento, in quanto tutte le informazioni sono desumibili da tabelle. A B C D Figura A1.1: Griglia sistematica a maglia quadrata con hot spot ellittici e circolari. Esistono tre approcci al campionamento per la ricerca di hot spot. L’efficacia di un tipo di campionamento dipende essenzialmente dai seguenti fattori: a) STRUTTURA DELLA GRIGLIA: spaziatura tra i punti di campionamento e geometria della griglia; b) FORMA DEGLI HOT SPOT: c) TASSO DI FALSO POSITIVO: probabilità accettabile di un falso (concludere che il sito è pulito quando è presente almeno un hot spot). lunghezza dell’asse maggiore dell’hot spot; positivo; Due di questi fattori vengono scelti e mantenuti fissi, mentre il terzo dipende dalla scelta dei primi due. In Tabella A1.1 si può determinare il terzo parametro a seguito della scelta dei primi due. Di seguito vengono illustrati tre esempi per l’organizzazione del piano di campionamento. ESEMPIO 1: noti la dimensione dell’hot spot e il tasso di falso positivo; si deve determinare la spaziatura della griglia e successivamente il numero dei campioni da prelevare. Dimensioni dell’hot spot: L (asse maggiore) = 5 m S (asse minore) = 2 m Forma dell’ellisse: F = (S/L) = 2/5 = 0.4. L’organismo decisionale decide di ritenere accettabile una probabilità del 10 % di non individuare un hot spot. Viene scelta una griglia a maglia triangolare perché fornisce una 37 maggior probabilità di individuare un hot spot di forma ellittica. La spaziatura della griglia viene calcolata tramite l’uso della Tabella A1.1 e secondo il seguente schema: Quadrata G Triangolare G Asse maggiore (L) Asse minor (S) Figura A1.2: Definizione delle dimensioni della maglia d’indagine e della forma dell’ellisse. In questo esempio si entra nella parte della Tabella A1.1 per la griglia triangolare e per un valore di F = 0.4; un falso positivo di α = .10 o minore. A questi valori corrisponde un valore di L/G = 0.9, da cui si ottiene il valore di G = 5.6 m. Ovviamente la densità della griglia dev’essere valutata anche in funzione delle dimensioni dell’area. Infatti un metodo per valutare il numero di campioni necessari conoscendo le dimensioni dell’area e la spaziatura della griglia è il seguente: n = A/G2 dove: n = numero totale di campioni richiesti; A = dimensioni dell’area da campionare (stessa unità di misura rispetto a G); G = spaziatura della griglia come definita in Figura A1.2. Si supponga, ad esempio, il caso di un sito contaminato di 45x73 m, cioè 3285 m2; il numero di campioni richiesto è: 3285 / (5.6)2 = 104 Nel caso invece di un sito di 17x20 m, cioè 340 m2, il numero di campioni richiesto è: 304 / (5.6)2 = 11 Se l’area è relativamente piccola, si arriva ad un buon livello di confidenza, mentre se l’area è grande ed il numero di campioni richiesto eccessivo, si può optare per altri approcci. ESEMPIO 2: noto il numero massimo di campioni prelevabili, si decide la forma dell’ellisse e si determina il tasso di falso positivo. Si supponga di disporre di un numero massimo di campioni = 40, considerando come esempio il sito di 3285 m2. La minima spaziatura possibile per la griglia di campionamento è: 3285 m2 / G2 < 40 38 G ≥ 9.1 m Ora si deve determinare la probabilità di individuare un hot spot di dimensioni uguali all’esempio precedente (5x2 m) con una griglia spaziata di 9.1 m. Sempre tramite la Tabella A1.1 si determina che per L/G = 5/9.1 = 0.55 e per F = 2/5 = 0.4, allora 0.33 < α < 0.63. In questo caso si ha una riduzione dei costi perché si prelevano 40 campioni invece di 104, però si ha una diminuzione della probabilità di individuare gli hot spot. Se questa probabilità è troppo bassa esiste un terzo approccio. ESEMPIO 3: si fissano il tasso accettabile di falso positivo e la spaziatura della griglia (o il numero di campioni); si determina la dimensione degli hot spot individuabili con tale configurazione. Verranno ricercati degli hot spot di maggiori dimensioni o di forme differenti (più arrotondati). In questo caso, sempre consultando la Tabella A1.1 si possono raggiungere dei livelli molto bassi di falso positivo. Tabella A1.1 - tasso di falso positivo associato alla ricerca di hot spot, in funzione della spaziatura della griglia e della forma degli hot spot. Tassi di falso positivo Griglia triangolare Griglia quadrata L/G 1.00 .80 .60 .40 .20 .10 0.1 0.95 0.96 0.97 0.98 0.98 0.99 0.3 0.66 0.74 0.80 0.86 0.93 0.96 0.5 0.08 0.27 0.44 0.63 0.82 0.91 0.7 0.00 0.00 0.08 0.33 0.65 0.83 0.9 0.00 0.00 0.00 0.10 0.47 0.72 1.0 0.00 0.00 0.00 0.04 0.37 0.66 0.1 0.97 0.97 0.98 0.98 0.98 0.99 0.3 0.72 0.77 0.80 0.88 0.94 0.97 0.5 0.21 0.38 0.54 0.69 0.85 0.92 0.7 0.00 0.02 0.16 0.42 0.70 0.85 0.9 0.00 0.00 0.00 0.17 0.53 0.76 1.0 0.00 0.00 0.00 0.08 0.44 0.70 39 APPENDICE 2 – Calcolo della media, della varianza, della deviazione standard e del coefficiente di variazione Di seguito si riportano le formule per il calcolo della media, della varianza e della deviazione standard. Questi parametri sono alla base di tutte le elaborazioni statistiche suggerite nelle seguenti appendici per il confronto con le concentrazioni soglia di contaminazione e le concentrazioni soglia di rischio del D.Lgs. 152/06. Calcolo della media Disponendo di un set di n dati, ognuno designato da x1, x2…, xi,…fino a xn, di una variabile x, la media, indicata con x , si calcola nel seguente modo: n x= ∑x i =1 i n Calcolo della varianza La formula per il calcolo della varianza campionaria nel sito, indicata come s2, è la seguente: 2 ⎛ n ⎞ ⎜ ∑ xi ⎟ n 2 i =1 ⎠ xi − ⎝ ∑ n . s 2 = i=1 n−1 Calcolo della deviazione standard La deviazione standard campionaria è la radice quadrata della varianza, si esprime come s e si calcola con la seguente formula: s= ⎛ n ⎞ ⎜∑ xi ⎟ n 2 i =1 ⎠ xi − ⎝ ∑ n i =1 n −1 2 La deviazione standard fornisce una misura della variabilità dei dati del sito. 40 Coefficiente di variazione Questo parametro indicato con CV è dato dal rapporto tra la deviazione standard e la media dei campioni, quindi: CV = s x I gradi di libertà, df, indicano la quantità di informazioni su cui si basa la varianza o la deviazione standard. Nei casi indicati sopra, per un campionamento di tipo casuale, la varianza e la deviazione standard hanno n-1 gradi di libertà. I gradi di libertà sono utilizzati nel calcolo degli intervalli fiduciari e nei test statistici per la verifica delle ipotesi. 41 APPENDICE 3 – utilizzo delle tabelle dei numeri casuali Di seguito si spiega come si utilizzano le tabelle di numeri casuali, per l’ubicazione dei punti di campionamento nel caso di strategia di campionamento di tipo casuale. Il primo passo è di attribuire al sito un sistema di assi cartesiani (con coordinate assolute o relative) ed una griglia sistematica, e successivamente di attribuire ad ogni punto un numero. I punti da campionare tra quelli della griglia saranno individuati tramite il seguente procedimento. Si determina il numero di punti della griglia e si identifica il numero di cifre massimo della popolazione (cioè per 55 punti si avrà bisogno di 2 cifre). Usando la tabella dei numeri casuali si seleziona un numero qualunque per iniziare. Da questo punto iniziale, si va in una qualunque direzione con un passo pari al numero massimo di cifre della popolazione (2 nell’esempio) e si continua nella stessa direzione e sequenza finché si siano selezionati tutti i campioni necessari senza ripetizioni. I numeri più grandi del numero di campioni designato non sono ammissibili. Se si utilizzano quindi le tavole di numeri casuali (riportate in qualsiasi libro di statistica), si procede come nell’esempio seguente. Supponiamo di dover scegliere 12 punti dei 55 della griglia. Quindi, scegliamo una riga qualunque nella tabella dei numeri casuali (es. la riga 26) e componiamo le cifre in gruppi di due cifre (81, 52, 57, 22, 95, 04 ecc.). Riga/Col 1 2 3 4 5 6 7 8 24 29334 27001 87637 87308 58731 00256 45834 15398 25 02488 33062 28834 07351 19731 92420 60952 61280 26 81525 72295 04839 96423 24878 82651 66566 14778 27 29676 20591 68086 26432 46901 20849 89768 81536 28 00742 57392 39064 66432 84673 40027 32832 61362 I numeri corrispondono ai punti da campionare sulla griglia, come inizialmente numerati. Si scartano man mano che si presentano i numeri superiori a 55 e quelli già scelti in precedenza e si continua finché si sono raccolti i 12 numeri richiesti. In questo caso i numeri validi sono: 52, 22, 04, ecc. E’ anche possibile utilizzare un generatore di numeri casuali automatico, ad esempio utilizzando un foglio Microsoft EXCEL con la funzione =CASUALE(), che restituisce un numero casuale compreso tra 0 e 1. Nel caso di 55 campioni si utilizzerà la formula =INT(CASUALE()*55+1), che genererà numeri a caso compresi tra 1 e 55. 42 APPENDICE 4 – Campionamento casuale – test della media Il metodo indicato in questa appendice è da applicare per il confronto della media con il valore di concentrazione limite (CSC o CSR) del D.Lgs. 152/06, nel caso si scelga una strategia di campionamento casuale. La procedura si articola in tre fasi principali: • determinazione del numero di campioni necessario; • ubicazione dei punti di campionamento all’interno del sito e raccolta dei campioni per l’analisi; • elaborazione statistica dei dati utilizzando le procedure di seguito indicate. A4.1 Determinazione del numero di campioni Per la determinazione del numero di campioni sarebbe necessario conoscere il valore della deviazione standard dei campioni. Tuttavia il vero valore di questo parametro può essere ricavato solo dopo aver effettuato le analisi. Pertanto in questo caso è necessario effettuare una stima del valore, utilizzando i dati dell’indagine effettuata in fase di caratterizzazione. Il valore di σ così ottenuto, che è una stima del valore reale, viene indicato con σˆ . Per ottenere una buona stima della deviazione standard è necessario lavorare su una popolazione di minimo 20 dati. Un’altra opzione è quella di prelevare ed analizzare 20 campioni, calcolare la deviazione standard su questi campioni e successivamente valutare se il numero di campioni raccolti (20) è sufficiente o no. In caso di insufficienza si prosegue il campionamento fino al raggiungimento del numero di campioni designato. Una volta determinato il valore di σˆ si può procedere al calcolo del numero di campioni. Per questo calcolo si devono fissare i seguenti parametri: il valore limite (VL), la concentrazione media per la quale il sito può essere dichiarato pulito con una buona probabilità (μ1), il tasso di falso positivo (α), il tasso di falso negativo (β) e la deviazione standard ( σˆ ). La formula per il calcolo del numero di campioni (nc)necessari per la stima della media è la seguente: ⎧ z 1−β + z 1− α ⎫ n c = σˆ ⎨ ⎬ ⎩ VL − μ 1 ⎭ 2 2 dove z1-β e z1-α sono i valori critici per la distribuzione normale con una probabilità di 1-α e 1-β: si ricavano conoscendo i valori di α e β tramite la Tabella A4.1. 43 Tabella A4.1 - valori di z associati a determinati α e β β z1-β α z1-α 0.450 0.124 0.400 0.253 0.350 0.385 0.300 0.524 0.250 0.674 0.200 0.842 0.100 1.282 0.050 1.645 0.025 1.960 0.010 2.326 0.0050 2.576 0.0025 2.807 0.0010 3.090 Nel calcolo bisogna anche considerare la percentuale di campioni che potranno essere analizzati (può capitare che alcuni campioni per varie ragioni risultino inutilizzabili). Tale percentuale viene indicata con R e viene introdotta nel calcolo del numero di campioni finale (nf): nf = nc R Calcolo dell’intervallo fiduciario della media Di seguito si riporta la procedura di calcolo per la valutazione della concentrazione media e dei parametri correlati. Nella formula seguente, per concentrazioni inferiori al limite di rilevabilità, utilizzare il valore del limite. La media dei valori ottenuti dai campioni è una stima della contaminazione media in tutto il sito, ma non contiene informazioni sull’affidabilità della stima. Utilizzando un limite fiduciario si può fornire un intervallo di valori tra cui la media è collocata. La formula per il calcolo di un intervallo fiduciario con percentuale del 100*(1-α) sopra la media, è la seguente: μ Uα = x + t 1− α,df s n 44 dove x è il livello medio di contaminazione calcolato, ed s è la deviazione standard corrispondente. Il valore di t1-α,df (dove df esprime i gradi di libertà, cioè nf -1) si ottiene tramite consultazione della Tabella A4.2. L’intervallo fiduciario deve essere utilizzato nella decisione finale. Decisione finale Per decidere se l’area indagata è conforme ai valori limite (VL) si utilizza il livello fiduciario calcolato, μUα: se μUα < VL, l’area è conforme; se μUα ≥ VL, l’area non è conforme. Tabella A4.2 - valori di t corrispondenti a determinati valori di α e df. α per la determinazione di t1-α,df .25 .10 .05 .025 .01 .005 .0025 .001 α per la determinazione di t1-α/2,df df .50 .20 .10 .05 .02 .01 .005 .002 1 1.000 3.087 6.314 12.706 31.821 63.657 127.321 318.309 2 0.816 1.886 2.920 4.303 6.965 9.925 14.089 22.327 3 0.765 1.638 2.353 3.182 4.541 5.841 7.453 10.215 4 0.741 1.533 2.132 2.776 3.747 4.604 5.598 7.173 5 0.727 1.476 2.015 2.571 3.365 4.032 4.773 5.893 6 0.718 1.440 1.943 2.447 3.143 3.707 4.317 5.208 7 0.711 1.415 1.895 2.365 2.998 3.499 4.029 4.785 8 0.706 1.397 1.860 2.306 2.896 3.355 3.833 4.501 9 0.703 1.383 1.833 2.262 2.821 3.250 3.690 4.297 10 0.700 1.372 1.812 2.228 2.764 3.169 3.581 4.144 11 0.697 1.363 1.796 2.201 2.718 3.106 3.497 4.025 12 0.695 1.356 1.782 2.179 2.681 3.055 3.428 3.930 13 0.694 1.350 1.771 2.160 2.650 3.012 3.372 3.852 14 0.692 1.345 1.761 2.145 2.624 2.977 3.326 3.787 15 0.691 1.341 1.753 2.131 2.602 2.947 3.286 3.733 16 0.690 1.337 1.746 2.120 2.583 2.921 3.252 3.686 17 0.689 1.333 1.740 2.110 2.567 2.898 3.222 3.646 18 0.688 1.330 1.734 2.101 2.552 2.878 3.197 3.610 19 0.688 1.328 1.729 2.093 2.539 2.861 3.174 3.579 20 0.687 1.325 1.725 2.086 2.528 2.845 3.153 3.552 21 0.686 1.323 1.721 2.080 2.518 2.831 3.135 3.527 22 0.686 1.321 1.717 2.074 2.508 2.819 3.119 3.505 45 23 0.685 1.319 1.714 2.069 2.500 2.807 3.104 3.485 24 0.685 1.318 1.711 2.064 2.492 2.797 3.091 3.467 25 0.684 1.316 1.708 2.060 2.485 2.787 3.078 3.450 26 0.684 1.315 1.706 2.056 2.479 2.779 3.067 3.435 27 0.684 1.314 1.703 2.052 2.473 2.771 3.057 3.421 28 0.683 1.313 1.701 2.048 2.467 2.763 3.047 3.408 29 0.683 1.311 1.699 2.045 2.462 2.756 3.038 3.396 30 0.683 1.310 1.697 2.042 2.457 2.750 3.030 3.385 40 0.681 1.303 1.684 2.021 2.423 2.704 2.971 3.307 60 0.679 1.296 1.671 2.000 2.390 2.660 2.915 3.232 120 0.677 1.289 1.658 1.980 2.358 2.617 2.860 3.160 400 0.675 1.284 1.649 1.966 2.336 2.588 2.823 3.111 infinite 0.674 1.282 1.645 1.960 2.326 2.576 2.807 3.090 APPENDICE 5 – Campionamento stratificato – test della media Il metodo indicato in questa appendice è da applicare per il confronto della media con il valore limite del D.Lgs. 152/06, nel caso si scelga una strategia di campionamento per aree (stratificato). La procedura si articola in tre fasi principali: • determinazione del numero di campioni necessario per ciascun settore (strato); • ubicazione dei punti di campionamento all’interno di ogni singolo settore e raccolta dei campioni per l’analisi; • elaborazione statistica dei dati analitici utilizzando le procedure di seguito indicate. Per effettuare i calcoli nel caso di campionamento stratificato, è necessario conoscere la proporzione dell’area in esame rispetto a quella totale dei settori interessati dalle indagini. Si suppone di avere L strati (singoli settori o somma di più settori a caratteristiche omogenee) indicati con h = 1,2,3,….,L. Per il calcolo si consideri il valore Ah = area del settore h. La proporzione areale dello strato h è data dalla formula: Wh = Ah L ∑A h h =1 A5.1 Determinazione del numero di campioni Le formule per la determinazione del numero di campioni per ogni strato utilizzano le seguenti notazioni, dove h indica il numero dello strato: 46 nch numero di campioni necessario per l’analisi statistica nello strato h nfh numero di campioni finale per lo strato h, cioè il numero di campioni effettivamente disponibili per l’analisi statistica, compresi i valori al di sotto del limite di rilevabilità Wh proporzione dell’area dello strato h σˆ h stima della deviazione standard per i valori dello strato h. Per la stima di σˆ per uno strato si veda l’Appendice 4; se si dispone solo di una stima di σˆ complessiva per tutta l’area, si può utilizzare quella per tutti gli strati Ch il costo relativo per la raccolta, conservazione ed analisi di un campione nello strato h. Se si stima che tutti gli strati abbiano lo stesso costo per campione, è più semplice utilizzare Ch= 1 per tutti gli strati L numero di strati xhi valore di concentrazione dell’inquinante nell’i-esimo campione dello strato h Dopo aver definito l’estensione di ogni singolo strato, è necessario decidere quanti campioni si devono raccogliere per ogni strato, tramite la seguente formula: 2 n ch ⎧L ⎫ ⎧ z 1− α + z 1−β ⎫ Wh σˆ h = ⎨∑ Wh σˆ h C h ⎬ ∗ ⎨ ⎬ ∗ Ch ⎩ h=1 ⎭ ⎩ VL − μ 1 ⎭ dove VL è il valore limite per il parametro in esame. I valori di z1-α e di z1-β si calcolano con la Tabella A4.1. A5.2 Calcolo della media Le formule e le procedure presentate di seguito per il calcolo della media possono essere utilizzate se i valori inferiori al limite di rilevabilità sono pochi. Se sono pochi si utilizza cfh considerandoli valori inutilizzabili, mentre se sono molti si utilizza al loro posto il valore limite (VL). La concentrazione media di tutti gli strati in caso di campionamento stratificato ( x st ) si calcola tramite la seguente formula: x st ⎛ nh ⎞ ⎜ ∑ x hi ⎟ L ⎟ = ∑ Wh ⎜ i=1 ⎜ n ⎟ h =1 ⎜ h ⎟ ⎝ ⎠ oppure: L x st = ∑ Wh x h h =1 47 Successivamente, per il calcolo degli intervalli fiduciari, si deve calcolare l’errore standard di x st ( s x st ), che si calcola così: 2 L ∑W s x st = 2 h h =1 sh nh nh ∑ (x 2 − xh ) 2 i =1 sh = dove: hi nh − 1 nh xh = e: ∑x hi i =1 nh I gradi di libertà (df) approssimati, da arrotondare all’intero più prossimo, si calcolano così: (s ) 2 df = x st L 4 Wh ⋅ s h ∑ n (n h =1 2 h h 4 − 1) A questo punto è possibile calcolare l’intervallo fiduciario superiore tramite la seguente formula: μ Uα = x st + t 1− α,df s x st dove x st è il livello medio di contaminazione nel sito, s x st il corrispondente errore standard. Il valore di t1-α,df si ottiene tramite la consultazione della Tabella A4.2. Il valore di μUα così calcolato rappresenta l’intervallo fiduciario del 100 (1-α) per cento della media dei campioni. A5.3 Decisione finale Per decidere se l’area indagata è conforme ai valori limite (VL) si utilizza il livello fiduciario calcolato, μUα: se μUα < VL, l’area è conforme; se μUα ≥ VL, l’area non è conforme. Se l’intervallo fiduciario è al di sotto del riferimento normativo, allora si può asserire con una probabilità di 1-α che la media è inferiore al riferimento normativo e quindi il sito può essere dichiarato non contaminato. 48 A5.4 Esempio L’area ha due strati. Lo strato 1 costituisce il 10% dell’area del sito. Si dispone di 40 campioni per lo strato 1 e 60 per lo strato 2. Tra i campioni dello strato 1, due valori sono inferiori al limite di rilevabilità, quindi sono stati sostituiti con il valore del limite. calcolo delle medie degli strati: la media delle concentrazioni per lo strato 1 è stata calcolata come x 1 = 23 ppm, mentre per lo strato 2 x 2 = 35 ppm. calcolo delle varianze: le deviazioni standard degli strati sono: s1 = 18.2; s2 = 20.5. Per questo calcolo sono state utilizzate tutte le misure disponibili, comprese quelle inferiori al limite di rilevabilità. calcolo della media complessiva: dalle considerazioni precedenti si ricavano W1= 0.10 e 0.90. Quindi la media complessiva del sito è la seguente: W2= x st = W1 x 1 + W2 x 2 = (0.1)(23) + (0.9 )(35) = 33.8 ppm calcolo s x st = dell’errore (0.1⋅ 18.2)2 + (0.9 ⋅ 20.5)2 40 60 calcolo df = (0.1⋅ 18.2) 40 2 (39) dei + (0.9 ⋅ 20.5) = 5.76 = 2.40 gradi 5.76 4 4 = standard: di libertà: 5.76 = 10.55 = 11 0.546 60 2 ⋅ 59 calcolo dell’intervallo fiduciario: t.99,11=2.718, quindi l’intervallo fiduciario superiore per la media è dato da: μ Uα = x st + t .99,61s x st = 33.8 + (2.71) ⋅ (2.40 ) = 40.30 conclusione: il VL per l’inquinante in esame è VL = 40, quindi si può concludere che l’area non è conforme ai VL di bonifica. 49 APPENDICE 6 – Campionamento sistematico – test della media Il metodo indicato in questa appendice è da applicare per il confronto della media con il valore limite del D.Lgs. 152/06, nel caso si scelga una strategia di campionamento sistematico. Questo metodo di campionamento non deve essere utilizzato quando la contaminazione può avere una distribuzione sistematica. In tal caso il campionamento sistematico può rilevare solo i valori alti (o bassi) del contaminante, e quindi il risultato può essere influenzato. A6.1 Determinazione del numero di campioni Il campionamento sistematico generalmente consente un incremento nella precisione delle stime statistiche ed una conseguente diminuzione del numero di campioni. L’errore standard di una media basata su un campionamento sistematico di solito è simile o minore dell’errore di una media calcolata su un campionamento casuale con lo stesso numero di campioni. Quindi, utilizzando le formule per il campionamento casuale su un campionamento sistematico, i risultati sono in generali più protettivi sulla salute umana e sull’ambiente. Per la determinazione del numero di campioni si deve stimare il valore della deviazione standard dei campioni, utilizzando i dati dell’indagine effettuata in fase di caratterizzazione. Il valore di σ così ottenuto, che è una stima, viene indicato con σˆ . Per ottenere una buona stima della deviazione standard è necessario lavorare su una popolazione di minimo 20 dati. Un’altra opzione è quella di prelevare ed analizzare 20 campioni, calcolare la deviazione standard su questi campioni e successivamente valutare se il numero di campioni raccolti (20) è sufficiente. In caso di insufficienza si prosegue il campionamento fino al raggiungimento del numero di campioni designato. Una volta determinato il valore di σˆ si può procedere al calcolo del numero di campioni. Per questo calcolo si devono fissare i seguenti parametri: il valore di riferimento normativo (VL), la concentrazione media per la quale il sito può essere dichiarato pulito con una buona probabilità (μ1), il tasso di falso positivo (α), il tasso di falso negativo (β) e la deviazione standard ( σˆ ). La formula per il calcolo del numero di campioni (nc)necessari per la stima della media è la seguente: ⎧ z 1−β + z 1− α ⎫ n c = σˆ ⎨ ⎬ ⎩ VL − μ 1 ⎭ 2 2 dove z1-β e z1-α sono i valori critici per la distribuzione normale con una probabilità di 1-α e 1-β: si ricavano conoscendo i valori di α e β tramite la Tabella A4.1. 50 Nel calcolo bisogna anche considerare la percentuale di campioni che potranno essere analizzati (può capitare che alcuni campioni per varie ragioni risultino inutilizzabili). Tale percentuale viene indicata con R e viene introdotta nel calcolo del numero di campioni finale (nf): nf = nc R A6.2 Calcolo della media, stima della varianza e formulazione di ipotesi Per la stima dell’errore standard della media nel caso di campionamento sistematico esistono numerosi metodi. Questi metodi consistono nel trattare il campionamento sistematico come: • un campionamento casuale; • un campionamento per aree (stratificato); • una campionamento a serpentina, per il quale si utilizza un sistema particolare di calcolo della varianza. Il metodo migliore è quello di considerare il campionamento sistematico come un campionamento a serpentina, se i contorni dello scavo lo consentono; oppure di utilizzare i metodi del campionamento stratificato. Si sconsiglia di utilizzare i metodi per il campionamento casuale. Trattare il campionamento sistematico come il campionamento casuale Il metodo più semplice per stimare l’errore standard per un campionamento sistematico, consiste nell’utilizzare le formule per la varianza che si utilizzano per il campionamento casuale. La formula per il calcolo della varianza, indicata come s2, è la seguente: ⎛ n ⎞ ⎜ ∑ xi ⎟ n 2 i =1 ⎠ xi − ⎝ ∑ n s 2 = i=1 n−1 2 Questo metodo è appropriato solo se la contaminazione (dal piano di caratterizzazione) è distribuita casualmente nell’area dello scavo. Se esistono dei gradienti di contaminazione, o se esistono cospicue aree contigue aventi contaminazione maggiore rispetto alla contaminazione media, questo metodo può introdurre errori verso un incremento del tasso di falso negativo. Trattare il campionamento sistematico come il campionamento stratificato Una stima dell’errore standard meno soggetta a incertezza si ottiene unendo i punti disegnati per il campionamento standard in gruppi, e trattando questi gruppi come se fossero strati. Questo tipo di raggruppamento può essere fatto anche nel caso l’area fosse già “stratificata”, nel qual caso i sottogruppi vanno creati all’interno del singolo “strato”. 51 Tipicamente si utilizzano sottogruppi di 4 campioni adiacenti (Fig. 1), in quanto dimensioni simili tra gruppi ed in generale gruppi piccoli forniscono migliori risultati. Figura A6.1: esempio di suddivisione in sottogruppi in uno scavo di forma irregolare. La media viene calcolata con il metodo tradizionale, cioè come la somma dei valori analitici divisa per il loro numero. Però si può anche considerare la media come la somma pesata delle medie dei gruppi. Per il calcolo della media si utilizza la seguente formula: x= 1 L ∑ nh x h n h=1 con L numero dei sottogruppi e h indicativo del singolo gruppo, n è il numero di punti in ciascuno “strato” e x h la media dei valori per lo strato h. L’errore standard della media si calcola nel seguente modo: sx = 1 n2 L ∑n s h 2 h h =1 dove sh2 è la varianza del gruppo h. I gradi di libertà si esprimono come df = n – L. Dopo aver calcolato la media, si procede con i test utilizzati per il campionamento casuale, con l’unico accorgimento di modificare la formula utilizzata per il calcolo dell’intervallo fiduciario nel seguente modo: μ Uα = x + t 1− α,df s x con s x calcolata con la formula precedente. Per decidere se l’area indagata è conforme ai valori limite (VL) si utilizza il livello fiduciario calcolato, μUα: se μUα < VL, l’area è conforme; se μUα ≥ VL, l’area non è conforme. 52 Calcolo dell’errore standard e dei gradi di libertà tramite linearizzazione del campionamento sistematico E’ possibile linearizzare uno schema per il campionamento sistematico formando una serpentina e confrontando ciascun campione con quello adiacente come indicato in Figura A6.2. i 1 Figura A6.2: esempio di schema a serpentina. La numerazione rende lo schema una sequenza lineare; la differenza tra le osservazioni di due punti adiacenti contiene una componente sistematica che rappresenta la differenza reale tra essi più una componente casuale. La componente sistematica rappresenta un errore, ma poiché si tratta di punti adiacenti l’errore è piccolo, se confrontato con la differenza tra due punti distanti tra loro. La stima dell’errore standard per uno schema a serpentina utilizza coppie sovrapposte, cioè: il punto 1 è confrontato con il punto 2, il 2 con il 3 e così via. La formula per il calcolo dell’errore standard è la seguente: sx = n (1 2n)∑ (x i − x i−1 )2 (n − 1) i= 2 I gradi di libertà sono: df ≈ 2n . 3 Lo schema dev’essere pianificato prima del campionamento. Se si pensa ci possa essere un gradiente nei valori, allora si consiglia di disegnare la serpentina in modo che segue i contorni del gradiente. 53 APPENDICE 7 – test delle proporzioni Il metodo indicato in questa appendice è da applicare per verificare che solo una piccola determinata proporzione del suolo superi il valore limite imposto dal D.Lgs. 152/06. Esistono due approcci principali per i test delle proporzioni e dei percentili: • il primo approccio consiste nell’applicazione di un test non parametrico (che funziona per qualsiasi tipo di distribuzione dei dati); si opera attribuendo un codice a ciascun valore analitico, che sarà 1 in caso il valore sia superiore al riferimento normativo, e 0 se il valore è inferiore al riferimento. A questo punto, se la proporzione di 1 è grande il sito sarà dichiarato ancora contaminato, altrimenti si potrà collaudare lo scavo. Il limite principale di questo test è che non da indicazioni sull’entità del superamento del VL (Valore Limite). • il secondo approccio si basa sulla stima di un intervallo fiduciario per un determinato percentile di una distribuzione normale (o log-normale). Per l’applicabilità del test è indispensabile che i dati abbiano una distribuzione normale o che siano trasformabili in modo da assumere una distribuzione normale. Il primo tipo di test è applicabile per campionamenti casuali e sistematici o per campionamenti stratificati, mentre il secondo è adatto solo a campionamenti casuali con distribuzione normale dei dati. Nelle formule e considerazioni seguenti verranno utilizzati i seguenti simboli: P: la reale ma ignota proporzione dell’area di campionamento con concentrazioni di contaminante superiori al VL; P0: il criterio per decidere se collaudare lo scavo o meno; lo scavo è pulito se P < P0; H0: ipotesi nulla (si suppone che sia vera): l’area non raggiunge gli obiettivi di bonifica: H0: P ≥ P0; α: tasso desiderato di falso positivo (probabilità di dichiarare lo scavo pulito quando non lo è); Ha: ipotesi alternativa (è vera solo se si dimostra che l’ipotesi nulla è falsa): Ha: P < P0; Pa: il valore di P nel caso di ipotesi alternativa; β: tasso di falso negativo (probabilità di dichiarare lo scavo ancora contaminato quando non lo è) con proporzione di contaminanti = Pa; xi: concentrazione del contaminante nel campione i (nel caso di valori inferiori al limite di rilevabilità, xi = limite di rilevabilità); yi: valore codificato di xi; se xi < VL, allora yi = 0; se xi ≥ VL, allora yi = 1. 54 A7.1 Campionamento casuale o sistematico – test delle proporzioni Questo tipo di test si sviluppa in tre fasi principali: • determinazione del numero di campioni; • ubicazione e raccolta dei campioni; • analisi statistica dei dati e decisione finale. L’applicabilità del test al campionamento sistematico è limitata dalla scarsa possibilità di stimare l’errore standard. Determinazione del numero di campioni Esistono due metodi per la stima del numero di campioni: il primo si avvale di un calcolo, mentre il secondo dell’uso di tabelle. Nel primo caso il calcolo del numero di campioni, date le quantità P0, Pa, α e β si avvale della seguente formula: ⎧⎪ z 1−β Pa (1 − Pa ) + z 1− α P0 (1 − P0 ) ⎫⎪ nd = ⎨ ⎬ P0 − Pa ⎪⎩ ⎪⎭ 2 dove z1-β e z1-α sono i valori critici per la distribuzione normale, con probabilità di 1-α e 1-β, e si ricavano dalla Tabella A4.1. Nel secondo caso si selezionano i valori di P0, Pa, α e β (con α = 0.01, 0.05 e 0.10; β = 0.20). Tramite la consultazione delle Tabelle 1, 2 o 3 si ricava il numero di campioni necessario per l’applicazione del test statistico. Esempio: si supponga di aver rimosso del terreno contaminato tramite escavazione. Il fondo scavo e le pareti (considerate come insieme) devono essere campionate per verificare il raggiungimento dell’obiettivo di bonifica e quindi per ottenere il collaudo. Gli Enti decidono che lo scavo sarà giudicato pulito se meno del 10% del terreno (P0 = 0.1) avrà concentrazioni superiori al VL, con un tasso di falso positivo del 10% (α = 0.1), cioè con una certezza del 90%. Ci si attende una percentuale di suolo contaminato inferiore al 5%. La parte vuole avere la certezza dell’80% (β = 0.2) che se meno del 2% del suolo (P1 = 0.02) è contaminato il sito venga dichiarato pulito. Consultando la Tabella A7.3, vediamo che il numero di campioni necessario è di 39 campioni. Se invece decidiamo di utilizzare la formula, con z1-β = 0.842 e z1-α = 1.282: ⎧⎪ z 1−β P1 (1 − P1 ) + z 1− α P0 (1 − P0 ) ⎫⎪ ⎧ 0.842 0.02 ⋅ 0.98 + 1.282 0.1 ⋅ 0.9 ⎫ nd = ⎨ ⎬ = 39.45 ⎬ =⎨ P0 − P1 0.1 − 0.02 ⎪⎭ ⎪⎩ ⎩ ⎭ 2 2 Appare chiaro come da parte dell’Ente si cerchi di stabilire un limite che sia cautelativo della salute e dell’ambiente, mentre la parte cerchi di cautelarsi da eventuali errori di falso negativo, che implicherebbero eccessivi costi di bonifica, non necessari. 55 Tabella A7.1 - numero di campioni con α = 0.01 e β = 0.20, per valori fissati di P0 e Pa. Valore di P nel caso di ipotesi alternativa, Pa P0 0.002 0.005 4519 0.01 1131 3383 0.02 407 659 1676 0.03 241 333 577 2649 0.04 169 217 323 823 3593 0.05 129 158 218 434 1058 4515 0.06 103 124 162 281 538 1287 5416 0.07 86 101 127 202 340 639 1509 6295 0.08 73 85 104 156 240 396 737 1726 7155 0.09 64 73 88 125 182 276 451 833 1938 7994 0.10 56 64 144 207 311 504 925 2145 0.005 0.01 0.02 0.03 0.04 0.05 0.06 0.07 0.08 0.09 0.10 0.15 0.20 0.25 0.30 0.35 0.40 75 104 0.15 43 53 103 469 0.20 28 34 55 140 606 0.25 21 24 35 71 171 723 0.30 16 18 25 43 83 197 819 0.35 12 14 19 30 50 93 217 894 0.40 10 11 14 22 33 54 101 233 950 0.45 8 9 11 16 24 36 58 106 243 986 0.50 6 7 9 13 17 25 37 60 109 248 0.45 8813 1001 Tabella A7.2 - numero di campioni per il test delle proporzioni con α = 0.05 e β = 0.20, per valori determinati di P0 e Pa. Valore di P nel caso di ipotesi alternativa, Pa P0 0.002 0.005 2623 0.01 633 1990 0.02 222 373 986 0.03 129 185 332 1588 0.04 90 119 183 485 2171 0.05 68 86 122 252 630 2741 0.06 55 67 90 162 317 772 3297 0.07 45 54 70 116 198 380 910 3840 0.08 38 45 57 88 139 234 441 1044 4371 0.09 33 39 48 71 105 162 268 500 1175 4889 0.10 29 34 83 120 183 301 557 1303 0.005 0.01 0.02 0.03 0.04 0.05 0.06 0.07 0.08 0.09 0.10 0.15 0.20 0.25 0.30 0.35 0.40 41 58 0.15 23 29 59 282 0.20 15 19 31 83 386 0.25 11 13 20 41 103 440 0.30 8 10 14 25 49 119 500 0.35 7 7 10 17 29 56 132 548 0.40 5 6 8 12 20 33 61 142 583 0.45 4 5 6 9 14 21 35 64 149 606 0.50 3 4 5 7 10 15 23 37 67 153 56 0.45 5394 616 Tabella A7.3 - numero di campioni per il test delle proporzioni con α = 0.10 e β = 0.20, per valori determinati di P0 e Pa. Valore di P nel caso di ipotesi alternativa, Pa P0 0.002 0.005 1822 0.01 426 1398 0.02 145 254 693 0.03 84 124 229 1133 0.04 58 79 125 341 1559 0.05 44 57 82 175 447 1975 0.06 35 44 60 111 223 551 2381 0.07 29 35 47 79 138 269 652 2778 0.08 24 29 38 60 97 164 314 750 3166 0.09 21 25 32 48 72 113 189 357 846 3544 0.10 19 22 57 84 129 214 399 940 0.005 0.01 0.02 0.03 0.04 0.05 0.06 0.07 0.08 0.09 0.10 0.15 0.20 0.25 0.30 0.35 0.40 27 39 0.15 15 20 41 202 0.20 10 12 22 59 265 0.25 7 9 14 29 73 318 0.30 5 6 10 18 35 85 363 0.35 4 5 7 12 21 40 95 398 0.40 3 4 5 9 14 23 44 103 424 0.45 3 3 4 6 10 15 25 47 108 441 0.50 2 2 3 5 7 11 16 26 48 111 0.45 3913 449 Calcolo della proporzione di terreno contaminata e dell’errore standard associato Per il calcolo della proporzione contaminata, si deve porre yi = 1 per concentrazioni superiori a VL (xi > VL), e yi = 0 per i campioni puliti (xi ≤ VL). Se si pone n = numero totale di campioni analizzati, la proporzione p di campioni contaminati può essere calcolata tramite le seguenti equazioni: n r = ∑ yi i =1 p= r n L’errore standard sp della proporzione p è: sp = p(1 − p) n A questo punto si può procedere in due modi differenti per la costruzione dell’intervallo fiduciario: 1. per un numero di campioni sufficientemente grande (np ≥ 10 ed n(1-p) ≥ 10) si può utilizzare il metodo dell’approssimazione normale; 2. se il campione è piccolo è consigliabile l’utilizzo di una procedura “esatta”. 57 1. Costruzione dell’intervallo fiduciario per campioni numerosi Si utilizza la seguente formula: PU = p + z 1− α s p con z1-α ricavabile dalla TabellaA4.1. Se PU < P0, lo scavo può essere considerato pulito e quindi collaudato; se PU ≥ P0, lo scavo è ancora contaminato, necessita quindi di ulteriore approfondimento. 2. Costruzione dell’intervallo per campioni piccoli tramite test esatti e decisione finale Normalmente per le aree oggetto di bonifica con superficie < 1000 m2, quindi con numero di campioni limitato, non si utilizzano procedimenti statistici, tuttavia si ritiene opportuno segnalare questo metodo, che si avvale della consultazione di tabelle, senza dilungarsi sugli algoritmi utilizzabili. Se l’approssimazione normale non si rivela appropriata, si può procedere con la procedura “esatta”. Si utilizza il seguente procedimento: dati un certo n, α, P0 e r determinare il valore critico del test, rα;n, utilizzando le Tabelle A7.4, A7.5 e A7.6. Per utilizzare queste tabella il valore di α dev’essere 0.01, 0.05 o 0.10 rispettivamente. Per determinare il valore critico si seleziona prima la colonna per P0 specificata. Scorrendo in basso nella colonna si individua il primo numero maggiore di n. Ci si muove poi in alto di una riga e si legge il valore di rα;n nella prima colonna a sinistra. Se rα;n così determinato è maggiore di r (numero di valori superiori al VL), non si hanno a disposizione abbastanza dati per implementare il test. Se rα;n è minore di r, si utilizzi l’approssimazione normale di cui al punto 1. Dai campioni si determini il valore di r e lo si confronti con rα;n: se r < rα;n, l’area può essere considerata pulita; se r ≥ rα;n, l’area è contaminata. Tabella A7.4 - tavola per determinare i valori critici per il test esatto, con α = 0.01. rα;n 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 0.01 459 662 838 1001 1157 1307 1453 1596 1736 1874 2010 0.02 228 330 418 499 577 652 725 796 866 935 1003 P0, Proporzione di suolo contaminato sotto l’ipotesi nulla 0.03 0.04 0.05 0.06 0.07 0.08 0.09 0.10 152 113 90 75 64 56 49 44 219 164 130 108 92 81 71 64 277 207 165 137 117 102 91 81 332 248 198 164 140 122 109 97 383 287 229 190 162 142 126 113 433 324 259 215 184 160 142 127 482 360 288 239 204 178 158 142 529 396 316 263 225 196 174 156 576 431 344 286 244 213 189 170 622 465 371 309 264 230 204 183 667 499 398 331 283 247 219 197 58 0.11 40 58 74 88 102 116 129 141 154 166 178 0.12 37 53 67 81 93 106 118 129 141 152 163 Tabella A7.5 - tavola per determinare i valori critici per il test esatto, con α = 0.05. rα;n 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 0.01 299 473 628 773 913 1049 1182 1312 1441 1568 1693 0.02 149 236 313 386 456 523 590 655 719 782 845 P0, Proporzione di suolo contaminato sotto l’ipotesi nulla 0.03 0.04 0.05 0.06 0.07 0.08 0.09 0.10 99 74 59 49 42 36 32 29 157 117 93 78 66 58 51 46 208 156 124 103 88 77 68 61 257 192 153 127 109 95 84 76 303 227 181 150 129 112 100 89 348 261 208 173 148 129 115 103 392 294 234 195 167 146 129 116 436 326 260 217 185 162 143 129 478 358 286 238 203 178 158 142 521 390 311 259 221 193 172 154 562 421 336 280 239 209 185 167 0.11 26 42 56 69 81 93 105 117 128 140 151 0.12 24 38 51 63 74 85 96 107 117 128 138 0.11 20 34 47 59 71 83 94 105 116 127 138 0.12 19 31 43 54 65 76 86 96 106 116 126 Tabella A7.6 - tavola per determinare i valori critici per il test esatto, con α = 0.10. rα;n 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 0.01 230 388 531 667 798 926 1051 1175 1297 1418 1538 0.02 114 194 265 333 398 462 525 587 648 708 768 P0, Proporzione di suolo contaminato sotto l’ipotesi nulla 0.03 0.04 0.05 0.06 0.07 0.08 0.09 0.10 76 57 45 38 32 28 25 22 129 96 77 64 55 48 42 38 176 132 105 88 75 65 58 52 221 166 132 110 94 82 73 65 265 198 158 132 113 98 87 78 308 230 184 153 131 114 101 91 349 262 209 174 149 130 115 104 390 292 234 194 166 145 129 116 431 323 258 215 184 160 142 128 471 353 282 235 201 175 156 140 511 383 306 255 218 190 169 152 A7.2 Metodi per campionamento stratificato I metodi statistici descritti per il campionamento stratificato di seguito, sono applicabili quando il criterio decisionale per la valutazione della contaminazione in un area si basa sulla proporzione di campioni di terreno contaminati. Il processo si articola in tre punti principali: determinazione del numero di campioni necessari per ogni “strato”; in ogni strato, ubicazione e raccolta dei campioni; analisi statistica dei dati e decisione finale. L’ubicazione dei campioni all’interno di ogni strato deve seguire il criterio casuale. Nelle formule e considerazioni seguenti verranno utilizzati i seguenti simboli: 59 h: numero indicativo dello “strato”; nhd: numero di campioni necessari per i calcoli statistici; nh: numero di campioni disponibile per le analisi statistiche; Wh: proporzione del volume di suolo compreso nello strato h; Ch: costo della raccolta ed analisi di un campione di terreno per lo strato h; L: numero di strati; Yhi: dati di concentrazione acquisiti, dove yhi = 1 se il valore supera il VL e 0 altrimenti. Determinazione del numero di campioni Si può utilizzare, per determinare il numero di campioni, una tabella, per l’utilizzo della quale è necessario fissare delle regole sul numero di “superi” ammessi. Si possono specificare: il numero di valori sopra VL massimi accettabili, il livello di affidabilità del metodo statistico, ed il grado di pulizia del sito, e si consulta la Tabella A7.7. Tabella A7.7 - per la determinazione del numero di campioni. Possibilità di dichiarare il sito pulito quando è contaminato Tasso di falso positivo, α (1- α) .01 (.99) .05 (.95) .10 (.90) Proporzione Numero di campioni necessari in funzione del numero di “superi” del VL della parte pulita ammessi del sito Numero di superi ammesso 1-P0 .99 .95 .90 .99 .95 .90 .99 .95 .90 0 1 3 5 459 90 44 299 59 29 230 45 22 662 130 64 473 93 46 388 77 38 1001 198 97 773 153 76 667 132 65 1307 259 127 1049 208 103 926 184 91 In alternativa, si può utilizzare la seguente formula se si conoscono le seguenti informazioni: - dimensione dello “strato”; - costo del prelievo e dell’analisi di un campione da uno “strato”; - la proporzione di suolo contaminato all’interno dello “strato” (Ph); - l’accuratezza del test desiderata. 60 In caso non si conoscano i costi e la proporzione di suolo contaminato, è possibile ipotizzarli nel seguente modo: si pone il costo identico per ogni strato e quindi Ch = 1; e si pone Ph = Po per gli strati di cui non si conosce la proporzione di suolo inquinato. Il numero atteso di campioni contaminati nello strato h è Ph x nhd; il numero minimo di campioni contaminati attesi dev’essere di minimo 5 perché i calcoli siano affidabili; questo può richiedere un aumento del numero di campioni totali in alcuni strati. La formula per il calcolo del numero di campioni, dati certi Ch, Ph e Wh,è la seguente: 2 nhd ⎧L ⎫ ⎧ z 1− α − z 1−β ⎫ Wh = Ph (1 − Ph ) ⋅ ⎨∑ Wh C h ⎬ ⋅ ⎨ ⎬ ⋅ Ch ⎩ h=1 ⎭ ⎩ P0 − P1 ⎭ Calcolo della proporzione totale dei valori superanti Rn (Pst) e dell’errore standard della proporzione La proporzione di campioni contaminati nel singolo “strato” (Ph) si calcola con la seguente formula: n Ph = ∑y i =1 hi nh La proporzione totale di campioni contaminati per il sito (Pst) è: Pst = L ∑W P h h h =1 L’errore standard di Pst si calcola con la seguente formula: s Pst = L ∑W h h =1 2 Ph (1 − Ph ) nh e serve per calcolare l’intervallo fiduciario attorno alla proporzione calcolata come sopra, e di conseguenza costruire la regola decisionale. Costruzione dell’intervallo fiduciario e decisione finale Il limite dell’intervallo fiduciario superiore (100(1-α)) si calcola con la seguente formula: PUα = Pst + z 1− α s Pst dove z1-α si ottiene consultando la Tabella A4.1. Se PUα < P0, il sito può essere considerato pulito; se PUα ≥ P0, il sito è ancora contaminato. Esempio: si supponga un sito suddiviso in 2 “strati” omogenei, di uguali dimensioni. Sono stati prelevati 434 campioni dal settore 2 e 324 dal settore 1. Quattro campioni del settore 61 1 sono andati persi a causa di errori di laboratorio, quindi rimangono 320 campioni utili per l’analisi statistica. Le proporzioni di campioni contaminati sono: P1 = 0.0531 e P2 = 0.0922. Si calcola quindi la proporzione totale per il sito: Pst = L ∑W P h h =1 h = 0.5 ⋅ 0.0531 + 0.5 ⋅ 0.0922 = 0.0727 L’errore standard è il seguente: s Pst = L ∑W h h =1 2 Ph (1 − Ph ) = nh 0.25 ⋅ 0.0531⋅ (1 − 0.0531) 0.25 ⋅ 0.0922 ⋅ (1 − 0.0922) + = 0.0094 320 434 A questo punto si calcola l’intervallo fiduciario: PUα = Pst + z 1− α s Pst = 0.0727 + 1.282 ⋅ 0.0094 = 0.0848 Dato che 0.0848 è minore di P0 (0.10), l’area può essere collaudata. 62 APPENDICE 8 – esempio di applicazione dell’analisi geostatistica dei dati Si supponga di aver effettuato il campionamento in un sito (area > 1000 m2) contaminato da idrocarburi leggeri (C≤12,VL = 250 mg/kg). Si è utilizzata una strategia di campionamento di tipo casuale e le analisi hanno dato i seguenti risultati, riportati in Figura A8.1. I valori esprimono le concentrazioni di idrocarburi leggeri in mg/kg. 159 209 174 6 129 5.5 92 157 5 284 55 4.5 276 4 166 344 95 202 145 88 3.5 238 233 181 3 301 142 2.5 238 2 132 86 113 1.5 175 1 153 1 1.5 311 2 2.5 3 206 3.5 4 164 4.5 5 Figura A8.1: ubicazione dei punti di campionamento a fondo scavo. Dopo aver verificato che i dati seguono una distribuzione normale, si sviluppa un modello che preveda la relazione spaziale tra un punto a concentrazione stimata e dei punti a concentrazione nota (campagna di campionamento) a varia distanza dal punto, cioè il variogramma sperimentale e si cerca il modello che meglio approssima la distribuzione dei punti (Figura A8.2). 9000 8000 Variogram 7000 6000 5000 4000 3000 2000 1000 0 0 0.2 0.4 0.6 0.8 1 1.2 1.4 1.6 1.8 2 2.2 Lag Distance Figura A8.2: variogramma sperimentale e modello utilizzato. 63 Una volta trovato il modello più adatto, tramite il metodo del kriging, si costruiscono la carta delle isoplete di concentrazione e la carta delle isoplete della deviazione standard (Figura A8.3). Nella figura sono evidenziate con colore più scuro le aree in cui i valori sono maggiori, sono inoltre riportati i punti di campionamento. Nella carta delle isoconcentrazioni è riportata in grassetto la linea corrispondente alla concentrazione del VL e sono colorate le aree con concentrazioni probabilmente al di sopra del VL. 6 5.5 5 4.5 4 3.5 3 2.5 2 1.5 1 1 1.5 2 2.5 3 3.5 4 4.5 5 Figura A8.3: carta delle isoplete di concentrazione (a sinistra) e carta della deviazione standard (a destra), ottenute tramite kriging. Dopo aver costruito le carte si estrapolano le griglie ottenute tramite kriging. Tali griglie sono matrici nei cui nodi sono rappresentati i valori puntuali restituiti dall’elaborazione effettuata. I valori puntuali sono importati in un foglio di calcolo ed elaborati statisticamente attraverso l’applicazione della seguente formula: ⎛ VL − x i ⎞ ⎟⎟ z i = 1 − ⎜⎜ ⎝ si ⎠ dove xi è il valore di concentrazione nel punto i ed si è la sua deviazione standard. A questo valore di zi corrisponde un valore f(zi) = Pi nella distribuzione normale standard cumulativa, che esprime la probabilità che il valore superi il VL. Il valore di Pi si può ricavare tramite la Tabella A8.1. Una volta ottenuto il valore di probabilità per ogni singolo punto, attraverso procedure di tipo deterministico (nel presente caso si è utilizzato il criterio di minima curvatura), si può costruire una carta delle isoprobabilità (Figura A8.4). Tramite questa carta è possibile conoscere la probabilità che in un determinato punto della griglia sia superato il VL. Una volta effettuate tutte le elaborazioni, si può utilizzare la carta delle isoprobabilità come strumento decisionale. 64 I punti di campionamento che si trovano al di sopra del valore limite devono essere asportati. Successivamente si può optare per due soluzioni che non si escludono a vicenda: - si può decidere di infittire la maglia di campionamento nelle aree in cui la probabilità di superamento del VL è maggiore del 20%; - si può decidere di asportare tutto il materiale compreso nelle aree in cui la probabilità di superamento del VL è maggiore del 90%. 6 6 5.5 5.5 5 5 4.5 4.5 4 4 3.5 3.5 3 3 2.5 2.5 2 2 1.5 1.5 1 1 1 1.5 2 2.5 3 3.5 4 4.5 5 1 1.5 2 2.5 3 3.5 4 4.5 5 Figura A8.4: carta della isoprobabilità (a sinistra) generata con il metodo della minima curvatura a partire dalla griglia dei dati (a destra). 65 Tabella A8.1 - distribuzione normale standard cumulativa. Z -3.5 -3.4 -3.3 -3.2 -3.1 -3.0 -2.9 -2.8 -2.7 -2.6 -2.5 -2.4 -2.3 -2.2 -2.1 -2.0 -1.9 -1.8 -1.7 -1.6 -1.5 -1.4 -1.3 -1.2 -1.1 -1.0 -0.9 -0.8 -0.7 -0.6 -0.5 -0.4 -0.3 -0.2 -0.1 -0.0 0.0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.00 0.00023 0.00034 0.00048 0.00069 0.00097 0.00135 0.0019 0.0026 0.0035 0.0047 0.0062 0.0082 0.0107 0.0139 0.0179 0.0228 0.0287 0.0359 0.0446 0.0548 0.0668 0.0808 0.0968 0.1151 0.1357 0.1587 0.1841 0.2119 0.2420 0.2743 0.3085 0.3446 0.3821 0.4702 0.4602 0.5000 0.5000 0.5398 0.5793 0.6179 0.6554 0.6915 0.7257 0.01 0.00022 0.00033 0.00047 0.00066 0.00094 0.00131 0.0018 0.0025 0.0034 0.0045 0.0060 0.0080 0.0104 0.0136 0.0174 0.0222 0.0281 0.0351 0.0436 0.0537 0.0655 0.0793 0.0951 0.1131 0.1335 0.1562 0.1814 0.2090 0.2389 0.2709 0.3050 0.3409 0.3783 0.4168 0.4562 0.4960 0.5040 0.5438 0.5832 0.6217 0.6591 0.6950 0.7291 0.02 0.00022 0.00031 0.00045 0.00064 0.0009 0.00126 0.0017 0.0024 0.0033 0.0044 0.0059 0.0078 0.0102 0.0132 0.0170 0.0217 0.0274 0.0344 0.0427 0.0526 0.0643 0.0778 0.0934 0.1112 0.1314 0.1539 0.1788 0.2061 0.2358 0.2676 0.3015 0.3372 0.3745 0.4129 0.4522 0.4920 0.5080 0.5478 0.5871 0.6255 0.6628 0.6985 0.7324 0.03 0.00021 0.0003 0.00043 0.00062 0.00087 0.00122 0.0017 0.0023 0.0032 0.0043 0.0057 0.0075 0.0099 0.0129 0.0166 0.0212 0.0268 0.0336 0.0418 0.0516 0.063 0.0764 0.0918 0.1093 0.1292 0.1515 0.1762 0.2033 0.2327 0.2643 0.2981 0.3336 0.3707 0.4090 0.4483 0.4880 0.5120 0.5517 0.5910 0.6239 0.6664 0.7019 0.7357 0.04 0.0002 0.00029 0.00042 0.0006 0.00085 0.00118 0.0016 0.0023 0.0031 0.0041 0.0055 0.0073 0.0096 0.0125 0.0162 0.0207 0.0262 0.0329 0.0409 0.0505 0.0618 0.0749 0.0901 0.1075 0.1271 0.1492 0.1736 0.2005 0.2297 0.2611 0.2946 0.3300 0.3669 0.4052 0.4443 0.4840 0.5160 0.5557 0.5948 0.6331 0.6700 0.7054 0.7389 66 0.05 0.00019 0.00028 0.0004 0.00058 0.00082 0.00114 0.0016 0.0022 0.0030 0.0040 0.0054 0.0071 0.0094 0.0122 0.0158 0.0202 0.0256 0.0322 0.0401 0.0495 0.0606 0.0735 0.0885 0.1057 0.1251 0.1469 0.1711 0.1977 0.2266 0.2578 0.2912 0.3264 0.3632 0.4013 0.4404 0.4801 0.5199 0.5596 0.5987 0.6368 0.6736 0.7088 0.7422 0.06 0.00019 0.00027 0.00039 0.00056 0.00079 0.00111 0.0015 0.0021 0.0029 0.0039 0.0052 0.0069 0.0091 0.0119 0.0154 0.0197 0.0250 0.0314 0.0392 0.0485 0.0594 0.0721 0.0869 0.1038 0.1230 0.1446 0.1685 0.1949 0.2236 0.2546 0.2877 0.3228 0.3594 0.3974 0.4364 0.4761 0.5239 0.5636 0.6026 0.6406 0.6772 0.7123 0.7454 0.07 0.00018 0.00026 0.00038 0.00054 0.00076 0.00107 0.0015 0.0021 0.0028 0.0038 0.0051 0.0068 0.0089 0.0116 0.015 0.0192 0.0244 0.0307 0.0384 0.0475 0.0582 0.0708 0.0853 0.1020 0.1210 0.1423 0.1660 0.1922 0.2207 0.2514 0.2843 0.3192 0.3557 0.3936 0.4325 0.4721 0.5279 0.5675 0.6064 0.6443 0.6808 0.7157 0.7486 0.08 0.00017 0.00025 0.00036 0.00052 0.00074 0.00104 0.0014 0.0020 0.0027 0.0037 0.0049 0.0066 0.0087 0.0113 0.0146 0.0188 0.0239 0.0301 0.0375 0.0465 0.0571 0.0694 0.0838 0.1003 0.1190 0.1401 0.1635 0.1894 0.2177 0.2483 0.281 0.3156 0.3520 0.3897 0.4286 0.4681 0.5319 0.5414 0.6103 0.648 0.6844 0.7190 0.7517 0.09 0.00017 0.00024 0.00035 0.00050 0.00071 0.0010 0.0014 0.0019 0.0026 0.0036 0.0048 0.0064 0.0084 0.0113 0.0143 0.0183 0.0233 0.0294 0.0367 0.0455 0.0559 0.0581 0.0823 0.0985 0.1170 0.1379 0.1611 0.1867 0.2148 0.2451 0.2776 0.3121 0.3483 0.3859 0.4247 0.4641 0.5359 0.5753 0.6141 0.6517 0.6879 0.7224 0.7549 Z 0.7 0.8 0.9 1.0 1.2 1.3 1.4 1.5 1.6 1.7 1.8 1.9 2.0 2.1 2.2 2.3 2.4 2.5 2.6 2.7 2.8 2.9 3.0 3.1 3.2 3.3 3.4 3.5 0.00 0.7580 0.7881 0.8159 0.8413 0.8849 0.9032 0.0192 0.9332 0.9452 0.9554 0.9641 0.9713 0.9773 0.9821 0.9861 0.9893 0.9918 0.9938 0.9953 0.9965 0.9974 0.9981 0.99865 0.99903 0.99931 0.99952 0.99966 0.99977 0.01 0.7611 0.7910 0.8186 0.8438 0.8868 0.9049 0.9207 0.9345 0.9463 0.9563 0.9649 0.9712 0.9778 0.9826 0.9864 0.9896 0.9920 0.9940 0.9955 0.9966 0.9975 0.9982 0.99869 0.99906 0.99934 0.99953 0.99967 0.99978 0.02 0.7642 0.7939 0.8212 0.8461 0.8888 0.9066 0.9222 0.9357 0.9474 0.9574 0.9656 0.9726 0.9783 0.983 0.9868 0.9898 0.9922 0.9941 0.9956 0.9967 0.9976 0.9983 0.99874 0.99910 0.99936 0.99955 0.99969 0.99978 0.03 0.7673 0.7967 0.8238 0.8485 0.8907 0.9082 0.9236 0.9370 0.9484 0.9582 0.9664 0.9732 0.9788 0.9834 0.9871 0.9901 0.9925 0.9943 0.9957 0.9968 0.9977 0.9983 0.99878 0.99913 0.99938 0.99957 0.9997 0.99979 0.04 0.7704 0.7995 0.8264 0.8508 0.8925 0.9099 0.9251 0.9382 0.9495 0.9591 0.9671 09738 0.9793 0.9838 0.9875 0.9904 0.9927 0.9945 0.9959 0.9969 0.9977 0.9984 0.99882 0.99915 0.9994 0.99958 0.99971 0.9998 67 0.05 0.7734 0.8023 0.8289 0.8531 0.8944 0.9115 0.9265 0.9394 0.9505 0.9599 0.9678 0.9744 0.9798 0.9842 0.9878 0.9906 0.9929 0.9946 0.9960 0.9970 0.9978 0.9984 0.99886 0.99918 0.99942 0.9996 0.99972 0.99981 0.06 0.7764 0.8051 0.8315 0.8554 0.8962 0.9131 0.9279 0.9406 0.9515 0.9608 0.9686 0.9750 0.9803 0.9846 0.9881 0.9909 0.9931 0.9948 0.9961 0.9971 0.9979 0.9985 0.99889 0.99921 0.99944 0.99961 0.99973 0.99981 0.07 0.7794 0.8078 0.8340 0.8577 0.8980 0.9147 0.9292 0.9418 0.9525 0.9616 0.9693 0.9756 0.9808 0.985 0.9884 0.9911 0.9932 0.9949 0.9962 0.9972 0.9979 0.9985 0.99893 0.99924 0.99946 0.99962 0.99974 0.99982 0.08 0.7823 0.8106 0.8365 0.8599 0.8997 0.9162 0.9306 0.9429 0.9535 0.9625 0.9699 0.9761 0.9812 0.9854 0.9887 0.9913 0.9934 0.9951 0.9963 0.9973 0.9980 0.9986 0.99896 0.99926 0.99948 0.99964 0.99975 0.99983 0.09 0.7852 0.8133 0.8389 0.8261 0.9015 0.9177 0.9319 0.9441 0.9545 0.9633 0.9706 0.9767 0.9817 0.9857 0.9890 0.9916 0.9936 0.9952 0.9964 0.9974 0.9981 0.9986 0.9990 0.99929 0.9995 0.99965 0.99976 0.99983
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