Presentazione - I.C. W. A. Mozart

Il ruolo degli ambienti di apprendimento
nella scuola digitale
Fabrizio Emer
I.C. W. A. Mozart
14 aprile 2014
mappe per leggere e capire il mondo
Da alcuni anni il termine “mappa concettuale” è diventato un caposaldo
del lessico “scolastico”, dalla scuola primaria fino all’Esame di Stato
della secondaria superiore.
Le mappe mentali e le mappe concettuali sono due forme di
rappresentazione grafica del pensiero.
Non sempre tuttavia è chiara la distinzione fra una mappa concettuale,
strumento impiegato per la ricerca e la formazione dal team di
Joseph Novak, e la mappa mentale, rappresentazione grafica del
pensiero, teorizzata da Tony Buzan.
Aver ben presente la differenza fra i due tipi di mappe è tuttavia
fondamentale in quanto gli usi didattici e i mezzi di realizzazione
sono del tutto diversi e una commistione fra le due tipologie non
gioverebbe allo scopo principale di una mappa, conferire cioè una
struttura a un insieme di informazioni destrutturate.
la mappa concettuale
è una rappresentazione grafica dell’informazione suddivisa in concetti
messi in relazione fra loro.
Di norma i concetti seguono un ordine gerarchico, secondo il modello
top-down, ma possono anche presentare collegamenti trasversali.
Il punto di partenza è il concetto più generale che si specializza in una
serie di sottoconcetti, fra loro legati da proposizioni (verbi o
connettivi).
La struttura è quindi di matrice connettivista, non dà alcuna enfasi
all’estetica e si concentra sulle parole (anche le relazioni sono infatti
rappresentazioni di proposizioni).
concept-map da vicino
Secondo l'impostazione originale di Novak, le caratteristiche essenziali di una
mappa concettuale sono le seguenti:
è costituita da nodi concettuali, ciascuno dei quali rappresenta un concetto
elementare e viene descritto con un'etichetta apposta ad una sagoma
geometrica;
i nodi concettuali sono collegati mediante delle relazioni di tipo connessionista:
in genere vengono rappresentate come frecce orientate e dotate di un'etichetta
descrittiva (in genere un predicato);
la struttura complessiva è di tipo reticolare (che quindi potrebbe non presentare
un "preciso punto di partenza").
Utili accorgimenti per realizzare una mappa concettuale sono i seguenti:
individuare chiaramente la "domanda focale", ovvero il tema che si sta
descrivendo e che circoscrive l'ambito di analisi;
svilupparla per quanto possibile dall'alto verso il basso, considerando le relazioni
trasversali una eccezione;
adottare una logica di realizzazione di tipo connessionista: prima avviene
l'identificazione dei concetti, poi la creazione delle relazioni associative tra di
essi;
riuscire a collegare i diversi argomenti in modo chiaro e corretto.
http://www.lemappedelpensiero.it/wordpress/
http://www.pavonerisorse.it/cacrt/mappe/
la mappa mentale
è la raffigurazione grafica del pensiero, strutturata in chiave
evocativa ed emozionale, e sviluppata per associazioni,
talvolta in ordine gerarchico, ma certamente con una spiccata
attenzione alla codifica iconico-cromatica.
I concetti non sono pre-esistenti rispetto alle relazioni, ma si
associano ad altri concetti in modo non lineare.
Le peculiarità di questo tipo di mappa sono pertanto la struttura
gerarchico-associativa e l’uso di elementi di forte impatto
percettivo.
mind-map da vicino
Le mappe mentali hanno una struttura gerarchico-associativa. Questo
significa che sono solo due le tipologie di connessioni che possono
essere create:
gerarchiche (dette anche rami) che collegano ciascun elemento con
quello che lo precede
associative (dette anche associazioni) che collegano elementi
gerarchicamente disposti in punti diversi della mappa.
La struttura portante di una mappa mentale è sempre gerarchica; le
relazioni associative aiutano ad aumentarne l'espressività,
evidenziando la presenza di legami trasversali mediante frecce.
Essendo gerarchica, la mappa mentale ha necessariamente anche
una geometria radiale (che quindi dal centro si propaga verso
l'esterno): all'elemento centrale troviamo collegati degli elementi di
primo livello, ciascuno dei quali può essere collegato con elementi di
secondo livello e così via.
La mappa mentale è uno strumento votato alla creatività, alla
memorizzazione, all'annotazione in chiave personale.
Per questo Buzan ha formulato il suo modello incentrandolo
sull'evocatività: tutti gli elementi di una mappa mentale devono
essere ricchi di immagini fantasiose e colorate, perché da un lato
rendono gradevole la rappresentazione, dall'altro stimolano
l'emisfero cerebrale destro, le cui funzioni supportano facoltà come
la creatività, la memoria, la fantasia, l'intuizione.
Il modello realizzativo delle mappe mentali è
essenzialmente associazionista: si procede inserendo e
ricombinando dinamicamente gli elementi nella mappa, utilizzando
una struttura gerarchico-associativa e applicando il processo di
associazione mentale.
È importante notare che una mappa mentale non ha un'impostazione
gerarchica assoluta ma di contesto e dispone gli elementi intorno a
un centro secondo una raggiera: ciò che sta al centro è il punto di
partenza, ciò che si colloca radialmente è punto intermedio di un
processo associativo virtualmente infinito.
riassumendo…
La prima grande differenza salta agli occhi guardandole.
Nella mappa mentale si vedono subito l’utilizzo di colori, disegni,
enfatizzazioni del testo, struttura gerarchica di quest’ultimo: tutti questi
elementi mancano nelle mappe concettuali mentre abbondano in quelle
mentali.
La mappa mentale è infatti concepita per darci un’immediata fotografia di
una situazione, di un pensiero, di un’idea e così via.
La mappa concettuale è invece un disegno che ha bisogno di più tempo e di
un po’ di analisi per essere afferrata. La mappa mentale, dunque, si fa
afferrare al volo e non è un caso se è un’ottima tecnica di memorizzazione
mentre quella concettuale mira di più all’analisi di un fatto, di una domanda,
ecc.
Si potrebbe dire che le mappe concettuali sono più adatte per lo studio e le
analisi. Perché vanno in profondità, con la loro struttura ad albero e la loro
logica reticolare, nei concetti e nelle relazioni tra questi. Infatti, partono da una
domanda alla quale si cerca di dare una risposta.
Le mappe mentali sono più adatte per i progetti, il cercare nuove idee, il
raccontare una storia. Ma la differenza, in fondo, non è così netta. Per
prendere delle decisioni, ad esempio, le mappe mentali si prestano molto
bene.
solution-map
Le solution map per molti aspetti sono un compromesso tra l'evocatività
delle mappe mentali e l'espressività tipica delle mappe concettuali. In
tal senso possono essere considerate sia mappe cognitive, sia
mappe creative.
Le solution map sono caratterizzate da:
una strutturazione gerarchico-associativa: come le mappe mentali, le solution
map sono realizzate collegando rami e sottorami, in modo che ciascun
elemento abbia un solo antecedente. Questa è la loro primaria connotazione
strutturale ma, poiché in alcuni casi è necessario evidenziare dei legami
trasversali tra gli elementi della mappa, è possibile introdurre alcuni "legami
associativi" che prescindono dalla gerarchia;
l'uso pervasivo dell'evocatività: come le mappe mentali, anche nelle solution
map si fa largo uso di immagini, colori, simboli, che possano stimolare il
processo associativo e quindi la creatività. Anche il testo può essere utilizzato
in questo senso, introducendo parole che abbiano una valenza evocativa;
codifica e condivisione
la rappresentazione di concetti articolati: come nelle mappe concettuali e al
contrario di quanto avviene nelle mappe mentali, nelle solution map è
possibile introdurre del testo esteso, per descrivere in modo sintetico ma
preciso concetti/idee/informazioni. In questo caso, dunque, l'evocatività del
testo viene subordinata alla sua chiarezza espressiva;
l'impiego di codifiche: la chiarezza nelle solution map è raggiunta anche
introducendo codifiche, come quelle iconiche, cromatiche, testuali e
posizionali. Queste aiutano a rappresentare in modo sintetico e a creare
convenzioni;
il supporto tecnologico: le solution map si avvalgono di software, che ne
agevolano la visualizzazione e la condivisione, ma soprattutto la fruizione.
Una solution map, infatti, è quasi sempre legata alle funzionalità del sistema
che ha permesso di realizzarla e che consente di impiegarla, ad esempio per
generare un documento di testo, una struttura web o la WBS (Work
Breackdown Structure - Struttura di Scomposizione del Lavoro) di un
progetto.
solution map => creativity map
Poiché possono essere sia strumenti creativi, sia strumenti cognitivi, il
registro del loro utilizzo può variare dinamicamente: una solution map
potrebbe nascere come mappa creativa, evolversi in tal senso
raccogliendo idee e spunti, iniziare a strutturare informazioni
sintetiche, articolarsi maggiormente e trasformarsi infine in una
mappa cognitiva a tutti gli effetti.
Se per un verso questo stempera gli aspetti peculiari della solution map
come mappa cognitiva o come mappa creativa, per l'altro rende le
solution map strumenti particolarmente versatili, che possono
essere impiegati in una grande varietà di modi/contesti/situazioni,
anche al di fuori degli ambiti tipici delle mappe mentali e delle mappe
concettuali.
Esempio di solution map, sull'organizzazione di un evento pubblico
una marcia in +: mappe dinamiche digitali
Una mappa dinamica è uno strumento di rappresentazione di sistemi complessi,
fondato sull'applicazione di procedure software che costruiscono grafi,
composti da nodi e archi, partendo da informazioni prelevate da basi di dati.
Sia le mappe mentali di Tony Buzan che le mappe concettuali di Joseph
Novak possono essere ricostruite attraverso procedure dinamiche.
Principali strumenti di costruzione e visione di mappe dinamiche:
ThinkMap (http://www.thinkmap.com) Motore di ricostruzione di mappe
dinamiche personalizzabile, applicato in molti ambiti: knowledge
management, operations e workflow, network management, e-commerce,
ricerca e sviluppo, e business intelligence.
The Brain (http://www.thebrain.com) La tecnologia TheBrain può essere
utilizzata su intranets aziendali, desktops, e sul Web. Le applicazioni possono
includere: customer care, project management, dynamic mind mapping, IT
management e helpdesks, competitive intelligence, marketing e supporto
vendite, e personal information management.
Gnod (http://www.gnod.com) Mappa dinamica a ricostruzione gravitazionale,
in ambito culturale
polimorfismo
Gli strumenti software di sviluppo e rappresentazione di mappe concettuali come
cmap (http://cmap.ihmc.us/conceptmap.html) consentono diverse utili
modalità di variazione interattiva dell'aspetto della mappa, volte a renderne
più agevole la fruizione, tuttavia anche tali funzionalità non risolvono
completamente i problemi di rappresentazione e interpretazione dei sistemi
complessi.
Lo sviluppo delle mappe dinamiche parte da questa problematica, e la
ricostruzione automatica dei grafi offre sostanzialmente ulteriori soluzioni: il
polimorfismo algoritmico e il polimorfismo parametrico.
Il polimorfismo algoritmico, consiste nella scelta dell'algoritmo di ricostruzione
dinamica della mappa.
Il polimorfismo parametrico, consiste nel differenziare i parametri della
ricostruzione.
I polimorfismi algoritmo e parametrico, peculiari delle mappe dinamiche, in
combinazione con il polimorfismo interattivo, offrono un'ampia gamma di
modalità di ricostruzione e visualizzazione, in grado di rendere esplorabili
anche i contesti di conoscenza e i sistemi di maggiori dimensioni e maggior
grado di complessità.
[ per approfondire: “mappedinamiche” e “fondinfo” – (pag. 49) nel wiki ]
darsi alle mappe: il software
L'opensource FreeMind ha una grafica piuttosto spartana ma è completamente gratuito,
è stato rilasciato sotto licenza GPL
Uno strumento che consente di creare diagrammi e di condividerli è Bubbl.us,
completamente online tramite l'utilizzo del proprio browser permette di creare e
condividere mappe e diagrammi
Un altro software da tenere in considerazione è Cayra. È totalmente gratuito e lo
distingue da Freemind la possibilità di realizzare delle Mappe mentali morbide e colorate
così come indicato dallo stesso Buzan.
Anche Mind42 è un'applicazione web 2.0 che consente di realizzare mappe mentali online in forma collaborativa, molto utile per il Brainstorming e per la condivisione in rete.
BrainVizing è un'applicazione che sfrutta le capacità di GraphViz che consente di
realizzare mappe mentali in forma incrementale, di produrre le mappe in sequenze che
ne illustrano la definizione collegamento dopo collegamento.
Uno strumento per realizzare mappe online è MindMeister. La filosofia di sviluppo è
analoga a quella di altri software, ma il sistema è completamente online, alcune delle sue
funzionalità sono del tutto gratuite e permette di lavorare in modo collaborativo via
Internet.
Il progetto Mindmaple appare uno dei più promettenti in ambito MS Windows, sia per
semplicità, sia per versatilità. Consente anche di produrre mappe non gerarchicoassociative, pur mantenendo una grande usabilità nella manipolazione dei rami di mappe
mentali digitali.
XMIND è particolarmente interessante e promettente. La grafica è abbastanza curata, i
comandi sono semplici e intuitivi ed è possibile installarlo su Win/Mac/Linux.
intro
Gli scenari culturali prodotti dallo sviluppo dei nuovi media pervadono la
quotidianità delle giovani generazioni e impongono un ripensamento delle
strategie educative nella scuola.
Una pratica che sta ottenendo consenso nelle comunità di docenti prevede di
capovolgere (to flip) i momenti classici dell’attività didattica: la lezione frontale
e lo studio individuale.
Grazie alla crescente disponibilità di videolezioni, di risorse multimediali, di
strumenti di interazione online la fruizione dei contenuti può essere svolta al di
fuori delle mura scolastiche, mentre la fase di esercitazione, applicazione ed
elaborazione si sposta a scuola, in un contesto collaborativo ideato e condotto
dal docente.
Le implicazioni pedagogiche di questa inversione sono molteplici: dalla
individualizzazione e personalizzazione dell’apprendimento nel primo
spostamento, all'apprendimento attivo e fra pari nel secondo, consentendo di
trasformare una didattica fondamentalmente istruzionista in una costruttivista
e sociale.
flipped classroom
Non è una rivoluzione improvvisa, ma un processo in evoluzione con radici educative profonde nei movimenti
dell’apprendimento attivo.
È una proposta di trasformazione della didattica che emerge dalle esperienze di docenti che vogliono cambiare la
scuola.
In estrema sintesi si propone di invertire i momenti classici dell’attività didattica: la lezione frontale si sposta a casa
utilizzando le nuove tecnologie e lo studio individuale a scuola che può così avvalersi della presenza del docente
oltre il libro
Questo dipinto del 1350 riproduce una lezione all’Università di
Bologna che ricorda molto la scuola di oggi non solo per la
presenza della cattedra, dell’insegnante, del libro, ma
soprattutto per il climi della classe. Sembra che i secoli, lo
sviluppo tecnologico, la ricerca pedagogica, la sperimentazione
didattica non abbiano cambiato molto. Come è possibile?
Più che le resistenze istituzionali e culturali ciò che ha fissato la
lezione frontale nel tempo è la tecnologia su cui si basa: il libro.
Libro e lezione sono strettamente legati: lectio deriva da legere
e ai tempi del dipinto la lezione consisteva nella lettura ad alta
voce del libro, che era un oggetto raro e costoso. Oggi La sua
funzione non è più la lettura del libro alla classe, ma
l’esposizione che ne fa il docente. Questa trasformazione è
dovuta ad un cambiamento tecnologico: l’avvento della stampa
che ha reso il libro facilmente accessibile. Oggi, come è
evidente, ci troviamo a vivere in una nuova fase di profonda
trasformazione delle tecnologie intellettuali e in uno scenario
culturale profondamente mutato. I cosiddetti nativi digitali,
immersi dalla nascita in un ambiente pervaso da tecnologie
multimediali e interattive, vivono la realtà scolastica come
estranea al proprio modo di apprendere. Come la stampa
qualche secolo fa ha reso improduttiva la lettura di un testo ad
una classe, oggi le tecnologie digitali riproducendo le lezioni e
trasformandole in videolezioni rendono improduttivo trovarsi in
classe per ascoltare passivamente l’esposizione di contenuti.
videolezioni
La libera disponibilità di
videolezioni sta mettendo in
seria discussione il sistema
dell’istruzione superiore.
Negli Stati Uniti startup come
Coursera, Udacity, Udemy
attivano corsi con centinaia di
migliaia di studenti (MOOCs,
Massive Open Online
Courses), sostenibili sia sul
piano formativo sia su quello
economico.
Khan academy
Anche nell'ambito della
scuola si moltiplicano
iniziative.
La Khan Academy è una
realtà che sta incidendo in
modo significativo nella
realtà scolastica degli Stati
Uniti con più di 4500 lezioni
e oltre 200 milioni di
visualizzazioni.
La sua popolarità oltre che
dalle capacità di Salman
Khan deriva dalla strategia
comunicativa che non è
quella del docente in
cattedra, ma di un tutor a
fianco dello studente.
virtualizzare la lezione
I video non sono “lezioni magistrali”,
ma interventi informali.
Questi aspetti producono
coinvolgimento negli studenti, che si
sentono accompagnati
nell’apprendimento da un amico
piuttosto che da un docente.
Tutto ciò, lungi dell’essere frutto
dell’improvvisazione, richiede, come
è facilmente intuibile, una profonda
competenza delle materie trattate e
grandi doti di carattere didattico e
comunicativo.
mappa della conoscenza
Khan Academy ha sviluppato
anche altre funzionalità, come la
Mappa della conoscenza che
personalizza per ogni studente una
serie di esercizi in base alle
videolezioni visualizzate.
Il superamento degli esercizi fa
conseguire badge che si possono
esibire come trofei.
strumenti di gestione della classe
Khan Academy si propone anche come strumento per la
gestione della classe. Con l’iscrizione gratuita dei suoi
studenti un insegnante dispone di un ambiente di
gestione delle attività didattiche. Le risorse visualizzate,
il tempo dedicato, gli esercizi svolti, gli errori compiuti
vengono tracciati in modo da produrre dati, grafici e
statistiche. Non è difficile scorgere alla base di tutto
questo una visione dell'apprendimento di stampo
comportamentista.
Le critiche più lucide sostengono che Khan
Academy lungi dall’essere la scuola del futuro
offra invece una risorsa funzionale alla scuola
così com’è oggi.
Le videolezioni non sarebbero altro che
ripetizioni a buon mercato che rinforzano un
apprendimento nozionistico e migliorando il
rendimento scolastico, da cui appunto
deriverebbe buona parte della loro popolarità.
Anche il sistema di esercizi incentiva gli studenti
a conquistare livelli come nei videogiochi,
piuttosto che sollecitare una comprensione
profonda.
Si tratta di analisi fondate che però non mettono
in discussione la Khan Academy nel suo
complesso, ma consentono di inquadrarla in una
più corretta prospettiva, quella della flipped
classroom.
Open Educational Resources
Oltre a Khan Academy ci sono
molte iniziative nella Rete.
YouTube ha prodotto un servizio
per docenti proponendo video
organizzati per materia e ordine
scolastico.
TEDEd propone video
appositamente per la Teachers
Flipped classroom e strumenti per
adattarli alle specifiche esigenze di
un docente.
In questo ambiente ognuno può
caricare i propri video e poi
predisporre la Lezione con diversi
strumenti di personalizzazione.
da noi…
In Italia le iniziative che si possono
citare sono:
• OilProject con migliaia di
videolezioni e oltre 250.000 utenti;
• Scuola Interattiva che pubblica
liberamente su YouTube
videolezioni utilizzando mappe
concettuali;
• lnsegnalo.it con corsi che
possono essere anche a
pagamento;
• Innovascuola??? con risorse per
ciclo scolastico e materia.
• Alexandrianet Repertorio Aperto
e Marketplace di Risorse
Didattiche Digitali per la Scuola e
l’Università
Slideshare
Slideshare è una
piattaforma dedicata alla
condivisione di
documenti, presentazioni
e slide particolarmente
famosa negli ambiti
accademici, ma anche
tra i comuni mortali che
non vogliono lasciar
morire il proprio lavoro
su file ppt.
la piattaforma Google
screencast
Una delle attività della Flipped classroom è la produzione diretta da parte degli
insegnanti di videolezioni. Questa strategia consente di realizzare prodotti personali,
ma richiede lo sviluppo di competenze tecnologiche e metodologiche.
Per l'aspetto tecnologico occorre
apprendere un ambiente di
screencasting.
La Rete ne offre molti gratuiti e di
facile uso che richiedono un
normale computer dotato di
webcam e microfono con cui si
può apprendere come effettuare
la registrazione, l’editing, il
montaggio e la produzione di una
videolezione.
Più difficile apprendere a parlare
davanti ad una webcam. Occorre
la volontà di impegnarsi in una
nuova sfida.
Learning Management System
Tutte le risorse possono
essere riproposte alla
classe utilizzando un
LMS come Moodle o
Edmodo che non
necessita di installazione
server.
La piattaforma Docebo
pensata per singoli
docenti o scuole che
vogliono gestire le
proprie classi online.
www.edmodo.com
https://moodle.org
aula come luogo di progettazione
Portare in aula lo studio individuale non significa banalmente svolgere in classe i
tradizionali compiti per casa, ma progettare attività didattiche centrate
sull’apprendimento, cioè far apprendere piuttosto che insegnare.
Significa portare al centro dell’azione didattica non tanto i contenuti, ma i processi
con i quali avviene l’apprendimento: la riflessione; la motivazione; la capacità
di analizzare, valutare, applicare in contesto le conoscenze.
Al centro dell’aula non c’è più il testo e nemmeno il docente, ma ogni studente. Il
docente svolge il ruolo di facilitatore dei processi di apprendimento, di
sostegno allo sviluppo delle facoltà cognitive, di guida nello sviluppo delle
competenze: attività oggi più rilevanti e critiche di quelle della diffusione dei
contenuti.
apprendimento esperienziale
Progettare attività didattiche che si concentrino sullo sviluppo di
competenze e che riescano a coinvolgere attivamente gli studenti
anche attraverso le strategie introdotte dalle nuove tecnologie, cioè
attraverso un apprendimento esperienziale, collaborativo,
contestualizzato e guidato dall'interesse.
informale vs formale
• Provando attivamente
• Contestualizzato
• Socialmente
• Per interesse
• Ascoltando passivamente
• Decontestualizzato
• Individualmente
• Per dovere
apprendimento attivo
L’attività didattica si può
trasformare secondo le
linee riconducibili all’active
learning.
Le esperienze più significative
dei docenti che hanno
adottato la flipped
classroom hanno messo in
evidenza due principi:
l’apprendimento per ricerca
(Inquiry Based Learning) e
l’apprendimento fra pari (Peer
Learning).
inquiry learning
The formulation of a
problem is often
more essential than
its solution, which
may be merely a
matter of
mathematical or
experimental skill.
(La formulazione di un problema è spesso più essenziale
della sua soluzione, che può essere semplicemente una
questione di competenze matematiche o sperimentali)
Si cerca di trasformare la
classe in una comunità di
ricerca impegnata ad
affrontare i contenuti
attraverso i processi di
pensiero che costituiscono
le basi epistemologiche
dell’ambito indagato,
adottando, per quanto
possibile, le stesse
strategie e metodologie
della ricerca scientifica.
il restyling della classe di matematica
Più che a risolvere
problemi astratti e
codificati, gli studenti
sono chiamati a porre
problemi significativi
e concreti, e solo
successivamente a
individuare strategie
per la loro soluzione,
come illustrato in
questo video.
significare
Esempio di esercizio non significativo
Esempio di trasformazione di una
formula geometrica in problemi
significativi
trasformare la didattica
attraverso l’apprendimento
per scoperta
risorse
http://wise.berkeley.edu/ Wise Web
based ambiente di inquiry learning per
le scienze dell’Università di Berkeley
http://www.nquire.org.uk/home
software dell’Università di Nottingham
che guida nelle varie fasi di un
progetto di ricerca
http://www.ispotnature.org/
piattaforma dedicata alle
scienze naturali
Peer Learning
(I pari possono essere i migliori insegnanti, perché sono quelli che
ricordano cosa vuol dire non capire)
il modello dei pari
Un modello per l’apprendimento fra pari è il Peer
Instruction proposto da Eric Mazur. Dopo
aver proposto materiali di studio agli
studenti le attività d’aula sono condotte
attraverso la proposizione di domande con
l’obiettivo che risponda correttamente una
percentuale compresa fra il 30 e il 70%
della classe. Si da quindi avvio al confronto
in gruppi che contengano studenti che
hanno dato risposte diverse chiamati
ognuno a sostenere le proprie posizioni.
Questo confronto aiuta a chiarire le idee e a
migliorare le proprie riflessive. Al termine di
questa fase la riproposizione della stessa
domanda porta generalmente a un esito
decisamente migliore, che consente di
chiudere il problema con una condivisione
guidata dal docente dei processi e delle
soluzioni emerse nei vari gruppi e con una
spiegazione finale.
feedback
Mobile learning
Queste attività possono essere
condotte senza l’impiego di alcuna
tecnologia digitale, ma ci si può
avvalere di un ambiente prodotto
dallo stesso gruppo di ricerca che
gestisce l’interazione degli studenti
online e in aula.
https://learningcatalytics.com/
bibliografia
Novak J.D., L'apprendimento significativo, Edizioni Centro Studi Erickson, Trento, 2001.
Novak J.D. e Gowin D.B., Imparando a imparare, S.E.I., Torino, 1989.
Scocco A., Costruire mappe per rappresentare e organizzare il proprio pensiero, Ed. Franco Angeli,
Milano 2008.
Guastavigna M., GraficaMente, Carocci, Roma, 2008.
Emiliani A., Mappe concettuali, uno strumento per la promozione dell'apprendimento significativo,
in Insegnare filosofia, 2, 1997.
Buzan, T., The Mind Map Book. Penguin Books, 1996
Novak, J.D., Learning, Creating, and Using Knowledge: Concept Maps as Facilitative Tools in Schools
and Corporations. Lawrence Erlbaum Associates, Mahwah, 1998
Barabasi, L., Link La scienza delle reti. Einaudi. Torino, 2004
Dodge, M & Kitchin, R. Atlas of Cyberspace.
Pedroni, M., Knowledge mapping attraverso la ricostruzione automatica di mappe concettuali
dinamiche, in 10th Knowledge Management Forum. Siena, 2005
Pedroni, M., E-learning e rappresentazione della conoscenza. Tecomproject, Ferrara, 2006
Pedroni, M., La mappatura dinamica e polimorfica della conoscenza, in 14th Knowledge
Management Forum. Milano, 2009
Emer, F., Il docente multimediale, Roma, Anicia, 2012
Maglioni, M., Biscaro, F., La Classe Capovolta, Erickson editore
Mazur, E.,Peer Instruction, A User's Manual, Prentice Hall Series in Educational Innovation Upper
Saddle River, 1997.
Bergmann, J, Sams, A., Flip Your Classroom. Reach Every Student in Every Class Every Day, 2012
Grazie per l’attenzione.
[email protected]