«Welfare» per 100.000 soci Rilancio delle Famiglie coop Ferrandi: «Non ce più bisogno solo di pane e latte, ma di protezione» Dopo anni di gestazione, il welfare cooperativo potrà essere esteso a tutti i soci della cooperazione al consumo, aderenti alle Famiglie cooperative. Un progetto a cui tiene in particólar modo il presidente uscente di Federcoop, Diego Schelfi, e che mira a un rilancio della «fidelizzazione» della compagine sociale. Oggi è in programma la presentazione ufficiale dell'iniziativa, ma già nell'ultimo numero del mensile Cooperazione trentina il tema viene sviscerato a dovere. Finora la sanità integrativa cooperativa, gestita da «Cooperazione salute», è stata messa a disposizione di dipendenti e amministratori delle cooperative che fanno parte del sistema di via Segantini. Al momento gli iscritti sono 14.000, sopratutto lavoratori e in qualche caso i loro familiari, «che possono richiedere alla mutua il rimborso di un ampio elenco di spese sanitarie». Da anni il sostegno è stato pensato per arrivare, gradualmente, a toccare anche i semplici soci, ma il percorso è stato tortuoso. Forse qualche diffidenza reciproca di troppo ha allungato i tempi, tanto che qualche amministraTRENTO 14 mila Gli iscritti attuali a Coop salute 15 euro La tariffa che sarà applicata ai soci 10% risparmio Vertice Un recente convegno sul welfare con il presidente Diego Schelfi rispetto ai prezzi di mercato, per un risparmio «che ammonta mediamente al 10%. Sul tariffario odontoiatrico de "Il dentista di Cooperazione salute" lo sconto può raggiungere in alcuni casi il 70% rispetto al mercato». «Oggi i soci — spiega Andrea Ferrandi, direttore di Cooperazione salute — non hanno bisogno solo di pane e formaggio, ma anche di protezione sanitaria. L'invecchiamento della popolazione comporta più bisogni e più a lungo e le misure di contenimento finanziario hanno inciso anche tore, in polemica con le lungaggini e per rispondere all'interrogativo dei soci in attesa, ha decìso di sospendere la propria iscrizione. Ora però si dovrebbe partire sul serio. «Welfare cooperativo» prevede che il socio possa aderire con la propria famiglia a un piano di assistenza che dà accesso a ima rete di strutture sanitarie, odontoiatriche e sosui servizi alla salute». Una marcia in più rispetto ai competitor della grande distribuzione «pura» come Poh o Conad? Presto per dirlo, di sicuro il momento è quello giusto per tirare fuori nuove idee. L'idea è di far partire il progetto intercettando i 100.000 soci della cooperazione al consumo, raggiungendoli tramite le Famiglie cooperative dislocate sul territorio. All'inizio i soci potranno risparmiare rivolgendosi alle strutture convenzionate; raggiunta una certa massa critica, potranno esse- ciò assistenziali distribuite in tutto il territorio trentino, n documento attorno a cui graviterà il tutto sarà la «Carta InCooperazione», che finora nelle Famiglie cooperative funziona come fidelity card, ha valore istituzione e permette di pagare la spesa a fine mese senza costi aggiunti. In futuro, esibendo la Carta, il socio potrà beneficiare di tariffe agevolate Quanto si può risparmiare sulle spese sanitarie re attivati anche i rimborsi sui costi sostenuti, come già accade per i dipendenti. Per aderire all'iniziativa il socio della Famiglia cooperativa dovrà iscrivere se stesso e se vuole anche la sua famiglia a Coop salute versando una quota di 15 euro (30 se c'è anche il nucleo) o utilizzando 1.500 punti elettronici accumulati sulla Carta. Ferrandi annuncia già che, dopo questa fase sperimentale, l'opportunità verrà estesa anche agli altri soci della cooperazione. Enrico Orfano © RIPRODUZIONE RISERVATA Pag. 4 Via Segantini incuriosita dai «social network» Rapporto sui nuovi strumenti: 57 aziende in rete. «Sistema utile a raccogliere clienti» TRENTO I social media incuriosiscono le cooperative trentine, anche se ancora molte non li considerano uno strumento adeguato per mantenere un contatto diretto con i propri soci o clienti. È il risultato di un'indagine condotta dal mensile Cooperazione trentina e pubblicata nel numero di febbraio. n questionario è stato inviato a 430 società, tutte, tranne le coop di abitazione. Hanno risposto in 120 (circa il 30%). Fra le aderenti 58 coop di lavoro (il 23%), 14 agricole (il 16*); 29 Casse rurali (il 65%) e 19 Famiglie cooperative (il 28%). Il primo posto spelta a Mezzacorona, premiata da Winespectator Fra chi ha risposto, 63 non utilizza i social media, mentre 57 invece sì. In particolare questo mezzo è attualmente utilizzato da 57 coop: 4 Casse rurali, 9 Famiglie cooperative, 7 coop agricole e 37 coop di lavoro. Chi non li usa ammette soprattutto di non avere una strategia chiara sul mezzo, anche se alcuni non ritengono Facebook, Twitter e Youtube strumenti di marketing «idonei». Chi li usa apprezza soprattutto la possibilità di avere un «contatto tempestivo e low cost con soci, consumatori, clienti e fruitori di servizi». Importante anche la possibilità di Facebook Particolare della pagina Facebook della Federazione della cooperazione trentina «raccogliere nuovi soci o clienti». Il mezzo principe è Facebook, seguito da Youtube e Twitter. Chi vi opera sono spesso risorse interne all'azienda, con una frequenza per lo più settimanale. La soddisfazione non manca e nell'anno in corso in molti contano di tentare l'avventura. Ancora poco conosciuti i canali social della Cooperazione trentina (66 «no» rispetto a 51 «sì»). L'azienda più social della cooperazione trentina è Mezzacorona, che è stata premiata da Winespectator all'ultimo Vinitaly. E.Orf. © RIPRODUZIONE P SERVATA Pag. 5 «Basta Poste, I CANAL SAN BOVO Sulla chiusura dell'ufficio postale di Caoria, la frazione più popolosa del Comune di Canal San Bovo e distante 8 chilometri, anche l'amministrazione comunale si sta muovendo per capire se è possibile trovare una soluzione. La chiusura era stata decisa già nel 2007. Allora si era mosso l'allora sindaco Luigi Zortea e dopo una serie di interventi alla direzione delle poste trentine, era riuscito a spuntare una parziale apertura degli uffici nelle giornate di lunedì, mercoledì e venerdì mattina. Apertura mantenuta fino a ora. Ed ecco che Poste Italiane, continuando nella sua politica di conteni- mento dei costi, è tornata alla carica decidendo di chiudere del tutto l'ufficio di Caoria. Naturalmente i residenti nella frazione non ci stanno e non vogliono essere dimenticati. Per questo hanno chiamato il Trentino per fare presente il loro disagio e le loro ragioni. «Forse Poste Italiane non ha considerato il fatto che l'ufficio postale di Caoria - dicono i residenti - oltre a contemplare circa 80 movimenti giornalieri, ha un portafoglio consistente di libretti postali, conto depositi e prelievo pensioni che interessano in massima parte anziani. Anzi si potrebbe dire che quel portafoglio è il più consiste di tutta la valle del Vanoi. Il disagio che crea la chiusura dell'ufficio è grande, proprio perché di quei depositi sono titolari, come si diceva, in massima parte anziani che, come è naturale, hanno problemi a recarsi per le relative operazioni a Canal San Bovo centro che dista più di 8 km. L'alternativa potrebbe essere quella di prendere la drastica decisione di chiudere i conti e trasferirsi in qualche altro sportello, in questo caso bancario, che contempla l'apertura in paese». Ma a farsi interprete della situazione di disagio è stato anche il senatore del Patt, Franco Panizza che ha presentato un' interrogazione urgente al Ministro competente, «per conosce- re la situazione delle chiusure degli uffici postali in Trentino e nelle zone di montagna. Una vicenda - scrive Panizza - sulla quale avevamo già espresso tutta la nostra preoccupazione, chiedendo interventi e criteri che non penalizzassero i territori a media o bassa densità abitativa come il nostro. Il piano di razionalizzazione degli uffici postali, in questo momento, sembra non tenere conto delle specificità di territori come quelli montuosi. La chiusura degli uffici in queste zone rischia di rendere i loro abitanti, cittadini di serie B con consegne e possibilità d'accesso ai servizi nettamente inferiori rispetto a quelli di altre zone d'Italia», (r.b.) Pag. 6 Credito Informatica bancaria cresce I clienti sono novanta TRENTO Nel 2014 Ibt, Informatica bancaria Trentina ha allargato la propria rete di clienti, n suo prodotto di punta, Gesbank evolution, viene utilizzato ora in circa 90 istituti di credito in rutto il territorio italiano e a San marino. Fra i nuovi ingressi il Banco di Azzoaglio (storica banca piemontese con 18 filial fino in Liguria); la Banca Sviluppo Tuscia; la Banca Galileo (privata, con sedi a Milano, Bergamo e Mantova). Ibt ha oltre centro dipendenti che seguono l'intero parco clienti, sia nella manutenzion ordinaria che negli adeguamenti normativi. Negl ultimi anni Ibt è riuscita ad assumere diversi giovani, selezionati a partire dagli Ict Days e dai Tedx Trento. Presidente è Giorgio Fracalossi. © RIPRODUZIONE RISERV* Pag. 7 Toffol: «Tutta la skiarea perde credibilità» PRIMIERO - La chiusura per protesta degli impianti di Passo Rolle ha colto di sorpresa Paola Toffol, presidente della locale Apt, che non era stata avvisata. «È più efficace commenta - continuare a richiamare l'attenzione sulle criticità del valico con modi opportuni. Io cerco di ribadirlo in tutte le sedi che al Rolle ci sono imprese sedute su qualche milione di debito che hanno diritto di lavorare. Noi vendiamo un'area sciabile unica, i 60 chilometri di piste sono comprensivi della skiarea di Rolle, quindi quando la strada rimane chiusa, sono penalizzate sia le aziende, che tutta l'area nella sua credibilità». Toffol concorda, invece, col dirigente Raffaele De Col che la funicolare possa essere un'alternativa al collegamento stradale tra San Martino e Passo Rolle: «Ma devono sbrigarsi a farla. Ce l'hanno promessa quattro anni fa e non si hanno ancora risposte, nonostante il governatore Ugo Rossi in autunno durante gli Stati generali del Turismo che ho organizzato, abbia ribadito che si farà. Dev'essere chiaro che non abbiamo bisogno di cabinovie come si sente ipotizzare da qualcuno: o noi facciamo un collegamento alternativo che abbia un significato coerente con la nostra offerta di attenzione al territorio, oppure francamente non so di cosa stiamo parlando». Nel frattempo, in attesa delle decisioni della giunta provinciale, l'Apt «sta facendo un'azione molto forte per riposizionare San Martino di Castrozza sul mercato dello sport, che è sia invernale che estivo. Tutte le azioni costose intraprese sono orientate al target bike, arrampicata, freeride». «Ma lo sci - conclude la presidente dell'Apt - resta fondamentale. Rinunciarvi richiede interventi altrettanto pesanti dal punto di vista finanziario. Dobbiamo saperci vendere come una località di "slow ski", che significa pochi impianti, ma di qualità, e collegare realmente San Martino di Castrozza a quella meraviglia che è il Passo Rolle, non solo a parole e con un puzzolente servizio di skibus». M.C. Pag. 8 MONTA LA PROTESTA Gruppo La Vis, problemi di liquidità Rischio paghe di Enrico Orfano a pagina 11 La Vis, difficoltà a erogare le paghe Gennaio, non si supereranno i mille euro. Addetti nervosi Ancora problemi di liquidità per La Vis : ieri è stato comunicato ai dipendenti del gruppo che per quanto riguarda gennaio al massimo verranno pagati mille euro, la rimanenza verrà corrisposta a data da destinarsi. La comunicazione diretta ai dipendenti della cooperativa la Vis e delle altre società, come ad esempio Casa Girelli, ha informato che la tensione finanziaria, dovuta al mancato via libera delle banche al piano di riassetto, avrà conseguenze in busta paga. In particolare chi guadagna uno stipendio sotto ai 1000 euro (come ad esempio i lavoratori part-time) non avrà problemi, mentre a chi ha una paga superiore verranno riconosciuti solo 1000 euro, il resto in fuTRENTO raHralIP mmMmmm ilAVl Cantina La capogruppo della La Vis turo, quando le condizioni lo permetteranno. A questo punto ai dipendenti di tutto il gruppo manca ancora la tredicesima del 2014 e ora anche parte del mese di gennaio. In Casa Girelli manca anche circa la metà del premio di produzione 2014. Ovviamente la notizia non è stata presa bene dagli addetti, fra i quali aumenta la preoccupazione e il nervosismo. Per dopodomani, venerdì 13, in Casa Girelli è in programma un'assemblea con i sindacati per esaminare la situazione e decidere il da farsi. Nel frattempo sul fronte finanziario non ci sono novità che possano testimoniare un diverso atteggiamento delle banche. E.Orf. © RIPRODUZIONE RISERVATA Pag. 9 Il Circolo vela Torbole vuole ampliare la sede Via libera dal Comune per la richiesta di contributo alla Provincia Ci riprova anche PAc Nago Torbole per avere il campo sintentico alla Mala di Matteo Casso! I NAGO-TORBOLE Da Nago-Torbole arriva il via libera del Comune alla richiesta di finanziamento provinciale per due opere legate al mondo dello sport: il rifacimento in materiale sintetico del manto erboso del campo da gioco in località Mala e Nago e la ristrutturazione con ampliamento in sopraelevazione della sede del Circolo Vela Torbole. Nel caso del campo sportivo si tratta di un bis della domanda di contributo già inoltrata (senza successo) lo scorso anno, mentre nel caso del sodalizio è il primo tentativo. Tutto parte dalla considerazione che la Giunta provinciale è autorizzata a concedere ad associazioni ed enti sportivi un contributo in conto capitale fino al 70% della spesa riconosciuta ammissibile per l'acquisizione, la costruzione, la ristrutturazione, l'ampliamento e il miglioramento delle strutture sportive. Per quel che riguarda la copertura sintetica dell'impianto naghese, per cui in un pri- n VTr^' •'Ti** fi* ? * Il Circolo vela Torbole punta ad alzare di un piano la sede mo momento - vista la posizione in graduatoria - il contributo non è stato concesso, lo studio preliminare redatto dall'architetto Stefano Mazzoldi evidenzia una spesa complessiva di 454.395 euro, di cui 380.797 per lavori. Nel 2014 la società sportiva asd Nago Torbole Ac non ha rinnovato la richiesta di ammissione a finanziamento dell'intervento, ma è intenzionata a presentare una nuo- va istanza per il 2015 sulla base del progetto già approvato dall'amministrazione: la Giunta Civettini ha quindi rinnovato la dichiarazione del pubblico interesse dell'opera relativa alla struttura di proprietà comunale, opera che prevede l'impegno al mantenimento del vincolo di destinazione all'uso sportivo per la durata di 15 anni a partire dalla fine degli eventuali lavori. Per quanto concerne invece la sede del Circolo Vela Torbole, il progetto preliminare redatto dall'architetto Raffaella Todeschini delinea una spesa totale di 600.000 euro, di cui 555.000 per lavori e 50.000 per spese e imprevisti: si tratta in sostanza della ristrutturazione dell'immobile con innalzamento di un piano, con la Giunta municipale che ha dato parere favorevole all'intervento, per quanto ai soli fini della concessione del contributo. Anche in questo caso, qualora l'iter di finanziamento andasse a buon fine, ci sarebbe un vincolo di destinazione all'uso sportivo di 15 anni. «Nella sede del Circolo Vela Torbole - spiega il sindaco Luca Civettini - ci sono vari problemi ed è ora di "prenderla in mano", cogliendo l'occasione anche per ampliare di un piano. Speriamo che l'opera, così come il rifacimento della copertura del campo da calcio, possa trovare finanziamento, nella consapevolezza che la decisione spetta alla Provincia e che non dipende dal Comune». tìRI PRODUZIONE RISERVATA Pag. 10 Ecco la startup sociale per le famiglie NICOLA GUARNITO [email protected] Le startup, in senso Iato, possono valere anche nel sociale e non solo per l'industria. E a Rovereto, per schivare la crisi e contestualmente coinvolgere la società civile nella gestione (gratuita) della vita pubblica, si è scelto di puntare proprio su questo. Tradotto in soldoni, significa mettere sul piatto degli spiccioli per cercare di creare, e consolidare nel tempo, un progetto di autogestione delle famiglie, di condivisione tra piccoli e grandi e di socializzazione tra cittadini a prescindere dall'etnia e dall'estrazione. In quest'ottica va visto il progetto «Centro e periferia: famiglie in rete» che offre spazi comuni in cui far divertire e interagire i figli tra 0 e 6 anni. L'accesso è libero e non serve prenotare (è richiesta solo un'unica tessera annuale di 15 euro) ma ogni bimbo deve essere accompagnato da un adul- :r n mm to, genitore nonno zio o baby sitter che sia. I tre centri ritrovo e svago - al Brione dentro lo Smart Lab, in via Canestrini alla casa ex Tranquillini e alla Ludoteca di via Benacense - coprono cinque giorni alla settimana e si può andare ovunque, indipendemente dalla residenza. Lo scopo del Comune è plurimo. Innanzitutto si vuole mettere in relazione le famiglie della città e sviluppare una collaborazione tra nucle^diversi e tra adulti e infanti ma, quel che più si nota in epoca di taglio drastico delle risorse, istituire una rete che si autofinanzi negli anni diventando un'attività sociale a costo zero per la comunità. Ognuno, infatti, è invitato a contribuire con la presenza ed essere di supporto, in modo del tutto volontario, agli altri. In altre parole le famiglie devono operare per le famiglie, con la società civile che si anima perché tale e non per un assegno a fine mese. Per quanto riguarda il concetto di startup sociale, a spiegarlo sono le cifre: per i tre anni del progetto si spenderanno in totale 33 mila euro di cui 18 mila versati dalla Provincia con un apposito bando. Come le startup aziendali, appunto. La speranza, tra l'altro, è che questa iniziativa riesca a completare il percorso di integrazione con i tanti stranieri che abitano a Rovereto. Ci vorrà del tempo, ovviamente, ma i segnali positivi arrivano, per esempio, dalla Ludoteca dove, seppure in quattro anni, si è riusciti a coinvolgere le donne musulmane con i propri figli. Nei tre centri - gestiti da Progetto 92, Nexus Culture e Quartiere Solidale - si troverà un ambiente adeguatamente strutturato per target d'età in grado di stimolare la creatività, la curiosità e le abilità dei bambini e dei loro genitori, garantendo un tempo condiviso con l'adulto che li accompagna. Nelle sale sono a disposizione ambiti mul- tifunzionali, giochi, laboratori, attività realizzate grazie alla fantasia di chi partecipa. E saranno sempre presente un educatore e volontari che faranno da facilitatori. Il progetto, per ora, rimane chiaramente una scommessa su un nuovo modo di intendere la «res publica». «Vogliamo proporre un welfare dal basso accanto a quello istituzionale. - butta lì l'assessore alle politiche sociali Fabrizio Gerola - Oggi le famiglie sono più vulnerabili del passato per ragioni economiche ma pure demografiche. Per questo cerchiamo di coinvolgerle nell'azione in modo da trasformare questa iniziativa, tre due o tre anni, in qualcosa di solido, partecipato e autofinanziato. E chiaro che ci aspettiamo un coinvolgimento di associazioni, semplici cittadini, magari anziani che vogliono dare una mano a titolo di volontariato. La città è invitata a rispondere, ad aiutarsi ma anche a divertirsi insieme». Divertirsi insieme Adulti e bambini fino a 6 anni Dal 23 febbraio 2015 prenderà il via il progetto «Centro e periferia: famiglie in rete!» con l'apertura in città di due nuovi centri per famiglie con bambini da 0-3 anni e 4-6 anni. I centri saranno collocati in via Canestrini 1, in alcuni locali della Ludoteca e in viale Trento 47 allo Smart-lab. II progetto consiste nel potenziamento del servizio «Famiglie al centro» che il Comune di Rovereto ha aperto in via Benacense, ex Forni, dal gennaio 2014 con la collaborazione della cooperativa sociale Progetto '92. Si vuole ora proporre questa nuova tipologia di servizio per le famiglie in altre due zone della città, garantendo così ben 7 (8 da aprile) aperture settimanali, per un totale di 14-16 ore settimanali, sia al mattino che al pomeriggio, così distribuite: dalle 10 alle 12 martedì e venerdì al Brione e in via Benacense, lunedì e giovedì in via Canestrini; dalle 16 alle 18 lunedì e mercoledì in via Canestrini e in via Benacense. Pag. 11 Ritorna venerdì «M'illumino di meno» Tante le iniziative per ! ì l a edizione della campagna di sensibilizzazione sul risparmio energetico I TRENTO La presentazione di ieri Anche quest'uri no Trenti! aderisce a M'illumino di meno, la campagna di sensibilizzazione sul risparmio energetico di Caterpillar, la nota trasmissione di Radio 2 . Per l'undicesima giornata del risparmio energetico, venerdì 13 febbraio, sono state programmate diverse iniziative che coinvolgono cittadini grandi e piccoli. Accanto all'impegno per un giorno, M'illumino di meno è anche l'occasione per raccontare o intraprendere percorsi più strutturati nel rispetto dell'ambiente. Molte le iniziative, eccone alcune. Il Comune di Trento, in colla- borazione con l'Agenzia provinciale per la protezione dell'ambiente (APPA) el'Agenzi;-i perle risorse idriche e l'energia (APRIE), allestirà la mostra didattica interattiva Energy Transformer le mille facce dell'energia nel cortile di ingresso di palazzo Geremia in via Belenzani. La mostra sarà visitabile dalle 14.30 alle 18. Info su; www.appa. provìncia, tri. it/educazioneanibientalelmostreintemttivel paginaC3.html Come ogni anno, inoltre, anche questa edizione di M'illumino di meno avrà il suo spegnimento simbolico: il Dos Trento resterà al buio dalle 18 alle 19 di venerdì. Le Politiche giovanili, in collaborazione con le scuole primarie della città e all'interno del progetto "Bambini a piedi sicuri", propongono una gara di mobilità sostenibile. Tutti i bambini e gli insegnanti sono invitati, in particolare venerdì, a raggiungere la scuola con modalità di trasporto sostenibile (a piedi, in bicicletta, con i mezzi pubblici), rinunciando al mezzo privato, I bambini più virtuosi saranno premiati. Tutti i dipendenti dell'amministrazione comunale verranno sensibilizzati ad adottare le "buone pratiche" per un ufficio ambientalmente sostenibile. L'Associazione di promozione sociale Villazzano Tre e la Circo- scrizione Ollrefersina, venerdì, organizzano una fiaccolata con partenza dalla scuola primaria d a n n a alle 1K. Lungo il percorso le classi terze, quarte e quinte mostreranno i lavori realizzati dagli alunni per la giornata nazionale del risparmia energetico. La circoscrizione di Mattarello in collaborazione con la Biblioteca, i vigili del fuoco volontari, la sezione Sat, il gruppo Alpini e la Cassa rurale di Aldeno-Cadine organizzano una passeggiata sotto le stelle con partenza alle 17.45 dal cortile della scuola primaria di Mattarello fino a località Dossi. I partecipanti dovranno portarsi unapila. STRADENA5COSTE»VIA DELLA MANTOVANA Un ricordo di campagna in pieno centro BUDAÌ _f=-_-_ «*-|^H^^^K Kiturna venerdì «M'illumino di meni»» k Pag. 12 La Provincia smentisce la presidente delPApsp di Paolo dorando I CASTELLO TESI NO «L'Apsp assicura parametri di personale superiori a quelli stabiliti dalla Provincia»: lo aveva detto giorni fa Fulvia Nervo, presidente dell'Apsp "Suor Agnese", in un documento ufficiale del cda in risposta al Trentino. «La struttura rispetta i requisiti minimi di personale socio-sanitario (...) fatta eccezione per un sottoparametro relativo all'assistenza generica alla persona», recita invece la determinazione del Dipartimento salute e solidarietà sociale datata 3 febbraio (firmata dal dirigente Silvio Fedrigotti) con cui la Provincia ha rilasciato all'Apsp di Castello Tesino l'accreditamento provvisorio di un anno per 64 posti letto. Chi ha ragione? Vediamo. La Provincia, rilasciando l'accreditamento provvisorio, vincola quello istituzionale definitivo all' osservanza di una lunga serie di prescrizioni, contenute in un allegato al provvedimento: tutte per lo più di carattere tecnico-procedurale e facilmente realizzabili nel giro di pochi mesi, il tempo dato appunto dalla Provincia alla "Suor Agnese" per procedere. Prescrizioni che dunque non vale la pena citare per esteso. È invece proprio la formulazione citata all'inizio, quella relativa al "sottoparametro", a rivelare un'altra circostanza, questa sì non secondaria alla luce delle polemiche degli ultimi giorni sulla gestione finanziaria del lascito Pasqualini da parte del nuovo cda dell'Apsp, insediatosi nell'agosto del 2013. Che cos e infatti questo misterioso "sottoparametro relativo all'assistenza generica alla persona"? Si tratta di un preciso rapporto tra non finanziati. E infatti la Provin- mina. Manca insomma (anzi: cia, nella determina, dà atto alla mancava già) il personale a ga"Suor Agnese" di aver dichiarato ranzia del rapporto 1 Oss/2,3 ospiti a copertura completa dei (attraverso una nota del 27 diposti disponibili. Mentre in pascembre) che adempirà all'adesato non era così. Alla presidenguamento del parametro «al momento dell'ingresso degli ospiti te Nervo il Trentino pone dunque due ulteriori domande: che e conseguente effettiva occupazione dei posti letto». Anche per- cosa dal 2013 ha mutato la situaché, in caso contrario, la Provin- zione? E perché ci ha parlato di cia potrebbe tagliare per quota Apsp "sovraparametro" quando già sapeva che non era così? parte i finanziamenti. Detta più chiaramente: l'Apsp garantisce tìRIPRODUaoNERISERVSTfl sì i parametri di personale richiesti dalla Provincia per l'accreditamento, ma per ora nulla più. Mentre risulta al Trentino che altrove, in strutture analoghe, tali parametri sono regolarmente superati, per un buon 10% al di là dello standard fissato nella delibera di cui si diceva. Cioè con presenza di Oss maggiore rispetto a quel rapporto di 1 ogni 2,3 posti letto: un rapporto cioè più che sufficiente a garantirne il rispetto, senza ulteriori assunzioni (tipicamente a tempo determinato), anche quando vengono coperti i posti aggiuntivi non finanziati dalla Provincia. E, non va dimenticato, senza le ingenti risorse del lascito Pasqualini di cui dispone la "Suor Agnese". Torniamo ora alle dichiarazioni ufficiali che, a nome dell'intero cda, la presidente della "Suor Agnese" Fulvia Nervo ha rilasciato venerdì 30 gennaio (attenzione alle date) in risposta alle domande del Trentino di alcuni giorni prima, che riguardavano soprattutto la gestione finanziaria del lascito Pasqualini: un documento lunghissimo, pubblicato integralmente nell'edizione di sabato 31 gennaio, che però nulla diceva circa la controversa questione della vendita dei Btp a tasso fisso (per un valore di 11,4 milioni di euro) e il conseguente deposito dell'intera somma su il numero degli ospiti della casa un conto corrente della Cassa di riposo e quello, in questo caRurale Valsugana e Tesino, con so, degli operatori sociosanitari (Oss) : rapporto che una delibera interessi drasticamente inferiori rispetto allo stacco delle cedole della giunta provinciale, la numero 2373 del 22 dicembre scor- se i titoli fossero stati mantenuti so, fissa in 1 (uno) Oss ogni 2,3 fino alla scadenza. «Ci teniamo a posti letto. E va detto che la man- sottolineare - scriveva la presidente - che sia in relazione al sercata osservanza verificata dalla vizio infermieristico che a quelCommissione tecnica provincialo medico l'Apsp assicura parale per l'accreditamento, che ha metri di personale superiori a effettuato un sopralluogo alla quelli stabiliti dalla Provincia». rsa il 10 dicembre scorso, è relativa: quell' 1 /2,3 è infatti rispetta- Parole che non si conciliano con to per quanto riguarda i posti let- la nota inviata il 27 dicembre a Trento, in cui già si ammetteva il to (64) finanziati dalla Provincia, non rispetto del parametro, e non così invece se si consideraora smentite anche dalla deterno anche quelli aggiuntivi (3) SIUBIGUMEHTO. GRUATIRE EMTIEZZAnillE IHHEflHUI Pag. 13 BORGO In 1500 firmano per salvare la Lidi SI negozio chiude a fine mese: domani incontro proprietà - sindaco I BORGO Il supermercato Lidi di Bc Non chiudere il negozio della Lidi di Borgo. A chiederlo - a tutt'oggi - sono oltre 1.500 persone della Valsugana. Tanti, infatti, sono coloro che in questi giorni si sono recati al negozio di via Roma per firmare la petizione. A queste firme si aggiungono poi le quasi 500 persone che su Facebook hanno risposto all'accorato appello lanciato dai dipendenti del supermercato, che chiedono di essere aiutati nel tentativo di salvare il punto vendita di Borgo dall' imminente chiusura, annunciata dalla proprietà per il sempre più prossimo 28 febbraio. In tantissimi dunque stanno portando la propria solidarietà ai dipendenti della grande catena di distribuzione alimentare e che al contempo si oppongono alla chiusura del punto vendita. Tutto questo in attesa di capire come andrà a finire l'incontro tra il responsabile della Lidi e il sindaco di Borgo Fabio Dalledonne. Incontro che è stato fissato per la giornata di domani. Pag. 14 Anche il gruppo Noi Comunità contro il Poli a Male » VAL DI SOLE Sono affidate ad un comunicato le osservazioni e le valutazioni dei consiglieri Alberto Pasquesi e Marco Panizza del gruppo "Noi Comunità" su uno dei temi centrali della politica valligiana delle ultime settimane, ovvero il Piano stralcio in materia di programmazione urbanistica del settore commerciale, sul quale la conferenza dei sindaci ha già espresso il proprio parere. Il gruppo Noi Comunità si è riunito lunedi per analizzare la proposta di piano stralcio _in jvista. dell'assemblea della Comunità, convocata per venerdì alle 20.30. «Pur condividendo alcune azioni contenute nel piano stralcio, come la qualificazione commerciale e la valorizzazione dell'offerta commerciale dei centri storici- scrivono i consiglieri- Noi Comunità esprimerà il suo voto negativo per la presenza nel documento della localizzazione di un'area per l'insediamento di una grande struttura di vendita a Male». Secondo quanto emerso dal dibattito all'interno del gruppo, che in Comunità di valle siede tra i banchi della minoranza, «la previsione di una grande struttura di vendita non risulta coerente con gli indirizzi strategici e le proposte operative individuate dall' Accordo quadro di programma del Piano Territoriale di Comunità, condiviso e sottoscritto da tutti i quattordici Comuni e dal Presidente della Comunità di Valle, Alessio Migazzi, in data 5 gennaio 2015». Il gruppo guidato da Pasquesi non si limita ad anticipare la propria dichiarazione di voto, ma chiede anche «una presa di posizione chiara e netta sui contenuti del piano alle forze politiche (Patt, Upt, Pd) e ai gruppi assembleari presenti in assemblea con una nota ufficiale da rendere pubblica prima di venerdì 13 febbraio 2015». Poi un appello a tutti i consiglieri di Comunità affinché gli stessi «esprimano la loro scelta in modo libero, trasparente e motivato attraverso una votazione palese, senza nascondersi dietro alla richiesta di un voto segreto». Ciò, secondo Noi Comunità sarebbe un atteggiamento di responsabilità verso i cittadini della Val di Sole. (a.z.) Pag. 15 Per i laureati il postofissoè un miraggio di Luca nerognoli I TRENTO Il postofisso:quello che ieri era un sogno realizzabile oggi è un miraggio per la stragrande maggioranza dei giovani laureati trentini. Che oltre a doversi rassegnare spesso al precariato, sono sempre più costretti ad accettare occupazioni non corrispondenti al loro livello di istruzione. Fenomeno ancora più evidente se si parla di prima occupazione. L'esito di una originale ricerca focalizzata sugli under 34 sono stati al centro del seminario dal titolo "I primi lavori dei giovani a Trento: sempre più instabili e meno qualificati?", organizzato da Tsm LaReS ieri nell'aula magna di Trentino School of Management, in via Giusti. Principale relatore Emilio Reyneri, docente dell'Università di Milano Bicocca e autore del libro "Dieci domande su un mercato del lavoro in crisi", al quale è stato chiesto di approfondire in ambito trentino la stessa materia sondata su scala nazionale. «Dallo studio emergono due processi- l'aumento dell'instabilità occupazionale durante la crisi e la dequalificazione dei primi lavori - che ricalcano entrambi quelli italiani», spiega il docente. «Non è un risultato inatteso: era facile formulare tali ipotesi, ma noi le abbiamo dimostrate con i numeri. La crisi ha prodotto maggiore disoccupazione ma anche un lavoro più instabile e meno qualificato, a parità di livello di istruzione». Sia la precarizzazione, sia la sovra-istruzione o sotto-qualificazione dei primi lavori svolti dai giovani (da 15 a 34 anni) sono tendenze di lungo periodo, osservate sin dagli anni Ottanta del secolo scorso, ma la crisi le ha accelerate in modo netto. A livello nazionale, sia pur usando fonti diverse, è possibile mettere in luce sia le tendenze di lungo periodo, confrontando gli anni Settanta con il primo decennio degli anni Duemila, sia l'effetto della crisi, confrontando l'anno 2008 con l'anno 2012. Per la provincia di Trento è possibile osservare solo l'effetto della crisi, ma entrambe le tendenze sono altrettanto nette che a livello nazionale. Significativo il dato sui laureati trentini: negli anni 2007-2008 il 23% di essi trovava un lavoro dipendente a tempo indeterminato, in misura lievemente superiore rispetto a chi si era fermato alle medie e a chi aveva conseguito il diploma superiore; nel 2012-2013 quella percentuale scende al 7,5%, contro il 17,8% e l'I 1,1% degli altri livelli di istru- In Italia i laureati con il posto fisso precipitano dal 63% del decennio 1971-1980 al 37,8% di quello 2000-2009, superati nettamente da chi si ferma all'istruzione primaria (il 45,9% raggiunge il posto fisso) e alla secondaria (46,3%). Il mercato del lavoro, dunque, produce pochi posti di lavoro qualificati, con i laureati che hanno maggiori difficoltà di inserimento ma che tuttavia sul medio periodo hanno più chance di trovare impiego: solo il 3,9% resta senza contratto, mentre rimane a casa il 16,3% di chi ha un'istruzione primaria e il 7,9% di chi ne ha una secondaria. Quanto al livello di qualificazione, calano le professioni intellettuali, dirigenziali e tecniche, aumentano gli impiegati esecutivi e gli addetti al commercio e al turismo. «Invertire questa tendenza sarà faticoso», riflette Reyneri. «Abbiamo qualche segnale, in Trentino e in qualche regione del Nord, di ripresa dell'economia, ma non ancora dell'occupazione e solo in termini quantitativi. È difficilissimo fare previsioni». La ricetta per rianimare il mercato del lavoro? È chiara, ma difficile da tradurre in realtà: «Servono investimenti in tecnologia e innovazione, che in Italia latitano, anche se in Trentino va un po' meglio». Giovanna Fambri, dirigente del Servizio Statistica della Provincia di Trento mette in luce un altro fenomeno: «In Trentino c'è una polarizzazione maggiore sui lavori ad alto contenuto intellettuale e con competenze medio-basse. Questo dipende dal maggior numero di attività stagionali legate al turismo, ma anche dal tipo di sistema produttivo, che è più terziarizzato di altri. La pubblica amministrazione inoltre ha dato impulso a professioni di un certo livello». Il tasso di occupazione mostra un Trentino molto più vicino all'Europa, nelle fasce di età 25-34 anni (83,1% contro 84,2%) e 15-64 anni (70,3% contro 71,9%), che all'Italia (73,1% e 63,5%). Quanto al tasso di disoccupazione, Fambri invita a leggere correttamente i dati: «Siamo al 23% ma questo non vuol dire che 1 su 4 non lavora, perché il riferimento è al 29% rappresentato dalla forza lavoro giovane. Meglio utilizzare il "rapporto di disoccupazione", un nuovo indicatore introdotto dall'Europa dove il riferimento è all'intera popolazione di quella fascia di età: qui nel 2013 il dato giovanile era del 6,8%, molto simile a quello totale, del 6,6%». Pag. 16 Tempesta in aula contro le quote rosa: 1.500 emendamenti Nuovo muro contro muro dopo il caso del ddl antiomofobia La presidente del consiglio Avanzo: «Sarà una lunga seduta» I TRENTO Dopo il rinvio "forzato" a luglio del ddl contro l'omofobia, si profila un nuovo muro contro muro sulle quote rosa, già "bocciate" dal Consiglio delle autonomie. Gli emendamenti presentati in consiglio regionale hanno già raggiunto quota 1550, cosi distribuiti: 500 a firma della Civica Trentina, 700 del M5S, 180 di Biirger Union, 100 della Lega Nord, una tren- La presidente Chiara Avanzo tina di Progetto Trentino e alcuni anche di Verdi, Patt e Pd. che siano affrontati in giornaCritiche e distinguo giungo- ta i due disegni di legge imporno quindi anche dai banchi tanti sulla fusione dei Comuni, della maggioranza. «Una tale perché altrimenti si andrebbe mole di emendamenti lascia a marzo. Quello sulla parità saintendere che ci sia un intento rà il secondo punto all'ordine ostruzionistico e comunque la del giorno. Immagino che sarà volontà di mettere in discus- una seduta lunga, ma è impossione questa legge, che ha un sibile sapere che ora si farà. solo articolo», afferma la presi- Prima dell'inizio, ci sarà un dente del consiglio regionale collegio dei capigruppo per Chiara Avanzo. «Non so dire se concordare come affrontare la ci sarà una trattativa: vedremo giornata». domani (oggi, ndr). Ho chiesto Fioccano intanto le prese di posizione: il Movimento 5 Stelle, per voce di Filippo Degasperi, dichiara che la proposta di legge, se approvata, punta a «vincolare la libertà di scelta dell'elettore trentino obbligandolo ad esprimere preferenze di genere diverso solo nei comuni della provincia di Trento. Si tratta di un atto coercitivo che pone su un piano di disparitale donne del Trentino e quelle dell'Alto Adige. Non si ritiene nemmeno corretto cambiare le regole a pochi mesi dalle elezioni amministrative». «La parità di genere - aggiunge Degasperi - si ottiene non limitando la libertà di scelta dell'elettore ma piuttosto tutelando il ruolo dele donne offrendo i servizi che oggi mancano (per esempio asili nido, politiche sociali, posti letto nelle Rsa, assistenza domiciliare agli anziani)». La Lega Nord - fa sapere il segretario Maurizio Fugatti intende «bloccare l'attuazione Pag. 17 • . >A ^ • —" a * • m**Émà / Una raccolta firme per le quote rosa di questa insensata normativa dato che nel caso di applicazione l'elettore non potrà più scegliere secondo la propria volontà ma sarà obbligato, nel caso in cui indicasse più di una preferenza, a votare per il candidato di sesso opposto al primo, ovvero, nella maggior parte dei casi, per una donna». Per il coordinatore giovani di Forza Italia Cristian Zanetti, la norma «vincola il voto dell'elettore» e «non rende più libera l'espressione delle preferenze, andando così a ledere un diritto del cittadino». «A questo punto - conclude chiediamo perché non introdurre anche una quota giovani, visto che spesso questi ultimi risultano penalizzati pur avendo tutto il diritto di rappresentare la propria comunità e di partecipare alla vita politica». (l.rn.) •f RI PRODUZIONE RISERVATA Pag. 18 i e spento monsignor Visintainer 8 TRENTO Si è spento ieri a Trento, all'età di 82 anni, monsignor Severino Visintainer, uno dei sacerdoti più noti del clero Trentino, al termine di alcune settimane di infermità vissute serenamente. Originario di Salter (in valle di Non} aveva studiato teologia a Roma nella seconda metà degli anni Cinquanta per poi tornare a Trento dove - dopo un primo periodo al servizio della parrocchia di San Giuseppe - divenne docente del Seminario. Ma monsignor Visintainer fu anche vicario generale della diocesi di Trento per ben vent'anni (dal 1975 al 1995) al servizio di due vescovi: monsignor Alessandro Maria Gottardi (14 anni) e monsignor Giovanni Maria Sartori (6 anni). Infine, con l'avanzare dell'età, tornò nella sua valle di Non dove fu parroco di Sanzeno, Banco e Casez e negli ultimi anni collaboratore pastorale a Fondo, Malgolo, Romeno e Salter. Lorenzo Dellai, all'epoca presidente della giunta provinciale di Trento, nel 2008, quando monsignor Visintai- ner aveva 76 anni, salì a Salter per consegnargli, nella chiesa della valle di Non, l'Aquila di San Venceslao. Ieri l'onorevole Dellai ha voluto ricordare così il sacerdote: «Scompare con monsignor Visintainer un grande trentino, testimone autentico di quella Chiesa dalle solide radici e dal forte radicamento nella comunità. Come prete, come studioso e anche nell' esercizio delle sue funzioni di vicario generale, don Severino ha sempre trasmesso ai suoi interlocutori doti di sensibilità umana e di alto profi- lo di pensiero. È stato per me un onore conoscerlo e averlo potuto frequentare in numerose occasioni pubbliche e private». Il funerale di monsignor Visintainer sarà celebrato domani mattina alle ore 10 nella cattedrale di Trento e successivamente nella chiesa parrocchiale di Romeno, dove la comunità dei fedeli della valle di Non avrà l'occasione di salutare il sacerdote. Seguirà - come informa un comunicato dell'Arcidiocesi di Trento - la sepoltura nel paese natale di Salter. Un uomo schietto, che amava la libertà Ha segnato cinquant'anni di chiesa trentina, fra accelerazioni progressiste e «frenate» identitarie di Piergiorgio Cattarti E SEGUEDALLAPRIMAPAGINA Se ne va in punta di piedi, dopo essersi ritirato da qualche anno nella sua Val di Non (dal 2000 al 2004 presso la basilica dei Martiri di Sanzeno, poi come collaboratore nelle parrocchie dei paesi vicini) in compagnia dell'amico fraterno, don Piergiorgio Piechele. E come l'amico si spegne in febbraio. Se ne va senza fare rumore, dopo una vita al servizio della Chiesa trentina, come professore, come parroco, come vicario. Monsignor Severino Visintainer è morto così prima di aver compiuto 83 anni. Ma la sua personalità è stata tutt'altro che silenziosa e tranquilla. Chi lo ha conosciuto bene lo ricorda come un uomo colto, libero, deciso, sanguigno, aperto alla modernità,, pronto a intervenire sulle principali probiematiche interne ed esterne alla comunità ecclesiale. Il suo era un parlare schietto e franco. La sua abilità di conferenziere anche. Purtroppo lascia pochissimi testi scritti. La sua presenza ha segnato profondamente gli ultimi cinquant'anni della diocesi di Trento, in una misura paragonabile a quella di monsignor Rogger. E come Rogger fu uomo di Chiesa, di cultura e di potere: lasciate le cariche però rivelò la sua umani- stesso arcivescovo Gottardi, che aveva capito che "l'unità politica" dei cattolici stava perfiniree che anche le testimonianze "di trincea" sono di grande valore. Una differenza di vedute frutto anche della inevitabile dialettica tra vescovo e vicario. Visintainer cercò invano di riportare agli antichi splendori l'Azione cattolica: lui infatti, in piena stagione wojtyliana, non amava i movimenti di massa giudicati troppo entusiasti e autoreferenziali - preferendo i gruppi diocesani storici. Ben presto però capì che i tempi erano cambiati. Inesorabilmente L'anziano sacerdote durante un'intervista a Trentino In Blu [vitaTrentina) cambiati. Vedeva con preoccutà ricca e amichevole. Ruolo e tra i teologi morali pazione l'invecchiamento del umanità spesso confliggono tra "progressisti", ai tempi della di- clero, il seminario che si di loro. Questo si rintraccia an- scussione sulla legge sul divor- svuotava... Alcuni ricordano la che nella vicenda biografica di zio, si dimostrò aperto a una nor- sua attività, una delle sue molteVisintainer. mativa che rispecchiasse i muta- plici attività, nella commissione Aveva studiato alla Gregoria- menti della società italiana. Sal- diocesana Giustizia e Pace, cona, a Roma, poi a Lovanio, negli vo poi sostenere apertamente il me portatrice di uno sguardo atanni prima del Concilio. Dopo Referendum abrogativo del tento ai cambiamenti del monessere stato cappellano a San 1974, guardando con disappun- do. Giuseppe, a Trento, divenne to a quei cattolici schierati sul Aperto al mondo ma ancorato professore di teologia morale al fronte del no. al Trentino. Nel 2008 gli è stata seminario - impegno svolto, Un altro esempio. Nel 1978, a conferita l'Aquila di San Vencecon alcune sospensioni, per qua- fronte della candidatura alle ele- slao, il massimo riconoscimento si 40 anni. Per vent'anni, dal zioni provinciali del cattolico della Provincia autonoma di 11175 al 1995. fu Vicario vescovi- {ed esponente delle Acli) .Aldo Trento. L'allora presidente Delle, sotto gli arcivescovi Goliardi Marzari tra lefiledel PCI come lai era dovuto salire in Val di e Sartori. indipendente, con la sua solita Non quasi per rimarcare la Fu sicuramente un sacerdote schiettezza parlò di un "nonesità" del monsignore. La conciliare, con però qualche po- "cristiano parzialmente fallito". fiera appartenenza identitaria alsizione altalenante. Annoverato Salvo poi essere smentito dallo le proprie radici serviva a Visin- tainer come base per un'analisi rigorosa del presente, con un occhio vigile per cogliere i "segni dei tempi". Dellai lo definì come "testimone della nostra storia e delle radici cristiane e mitteleuropee della comunità trentina". Monsignore guardava all'Europa, forse con qualche nostalgia austriaca. Basti pensare che è stato lui a celebrare, nel 2012, la messa degli Schùtzen per il loro pellegrinaggio a San Romedio alla presenza del noneso Franco Panizza, raggiante alfiere della memoria, Visintainer aveva un grande rispetto della libertà altrui. Per lui la libertà di coscienza della persona è sacra; nessuno può essere costretto ad agire contrariamente alla propria volontà. Nel 2006, in occasione dei suoi 50 anni di sacerdozio, festeggiati ancora nella sua comunità, a Romeno, in un intervento sul ruolo del prete, riprese questi concetti: "Quella di oggi è la sfida della libertà e con questa libertà il prete deve rapportarsi giorno per giorno. Non sono più i tempi in cui bisognava esibire al parroco la ricevuta dell'avvenuta confessione e comunione pasquale: adesso il cristiano deve vivere la sua fede nella libertà, libero di sceglierla, ma anche di non farlo". Unalibertàe una veritàacui è stato sempre fedele. Pag. 19 Tassa di soggiorno, si tratta Possibile un rinvio a ottobre ANGELO CONTE Il rinvio della tassa di soggiorno, chiesto dagli albergatori trentini congiuntamente (Unat più Asat) potrebbe diventare realtà domani, anche se le difficoltà non mancano, a partire da quelle di bilancio. Domani mattina, infatti, è previsto un confronto che viene annunciato come decisivo tra i vertici dell'Unione albergatori e dell'Associazione albergatori da un lato, l'assessore provinciale al turismo Michele Daliapiccola dall'altro. Sul tavolo la richiesta massima degli albergatori di cancellare la tassa di soggiorno (considerata però irricevibile in partenza da parte della Provincia), e la richiesta di mediazione di spostarla avanti di qualche mese, in particolare di farla partire non in maggio bensì in ottobre o novembre, così da saltare la stagione estiva. I circa 7 milioni di euro che dovrebbero entrare quest'anno si ridurrebbero di una quota di un paio di milioni, i quali devono però essere coperti in qualche modo perché il rinvio diventi effettivo. A spiegare la posizione della Provincia è l'assessore Daliapiccola che chiarisce come, effettivamente, domani ci sia il vertice con gli albergatori che «chiedono attenzione e noi proveremo ad ascoltare le loro richieste. E al vertice di domani si decide sul rinvio o meno». Dallapiccola lascia aperta la porta anche al rinvio, ma chiarendo che esso può arrivare solo se si trovano le risorse nel bilancio necessarie per riuscire a coprire i mancati introiti causati dall'eventuale ri- nivio. «1 tempi di applicazione della tassa di soggiorno sono oggetto di trattativa, ma occorre decidere, se ci sarà il rinvio, quali attività rinviare e cosa non fare. Perché, se un tempo si ragionava su un bilancio che aveva avanzi anche di 400 milioni di euro da cui pescare per poter soddisfare le richieste delle categorie, oggi quei tempi non ci sono più». Se il rinvio ci fosse, probabilmente verrebbe meno la minaccia degli albergatori trentini di abbandonare le Apt di ambito o di congelare i versamenti volontari che servono ad alimentare le risorse degli enti di promozione turistica territoriali. Come è noto, sin dall'inizio, Unat e Asat si sono opposti all'introduzione della tassa di soggiorno, presente attualmente già in Sudtirolo e in tan- te località turistiche sia italiane sia europee. Si tratta di una tassa sotto forma di maggiorazione del costo della ricettività che va ad alimentare il capitolo del bilancio provinciale destinato a finanziare la promozione turistica nel suo complesso. In una fase di riduzione delle risorse di bilancio, l'intenzione della Provincia è quella di evitare di tagliare il budget destinato alla promozione turistica (in complesso in media si tratta di circa 50 milioni di euro annui tra risorse assegnate dalla Provincia a Trentino Marketing e alle Apt, cui si aggiungono quelle che i privati mettono a disposizione). La tassa di soggiorno nelle intenzioni della Provincia, pagata dai turisti e non dagli operatori turistici, dovrebbe partire per legge dal primo maggio. Pag. 20 Startup, Trentino patria eli innovazione I TRENTO Trento è la prima provincia in Italia per densità di startup innovative: 107 imprese ogni 10 mila società di capitali, davanti a Cagliari (41 imprese ogni 10 mila) e Torino (37 ogni 10 mila) . Secondo i dati pubblicati da InfoCamere e Registro delle imprese, aggiornati al 5 febbraio 2015, in Trentino si contano complessivamente 96 nuove imprese ad elevato tasso di innovazione, contro le 22 di Bolzano. Un risultato che dimostra l'ottimo lavoro svolto dal "sistema Trentino" grazie a programmi dedicati finanziati dalla Provincia autonoma di Tren- to, quali Seed Money-FESR e TechPeaks, agli spazi e ai servizi di accompagnamento offerti negli incubatori di Trentino Sviluppo e all'elevato livello raggiunto da università, fondazioni ed enti di ricerca presenti sul territorio. Analizzando nel dettaglio le 96 startup innovative iscritte nello speciale registro tenuto dalla Camera di commercio di Trento, si può notare che 38 sono state finanziate dal fondo Seed Money-Fesr (40,6%), 9 hanno beneficiato del programma TechPeaks (9,3%), 22 sono insediate nei Business Innovation Centre (Bic) di Trentino Sviluppo (22,9%) ed in parti- colare nei due incubatori tematici di Progetto Manifattura (green) e Polo Meccatronica. Il Seed Money-Fesr si è rivelato strumento particolarmente efficace nell'accelerare la nascita di startup di alta qualità. Dal 2009, anno di pubblicazione del primo bando, il fondo cofinanziato da Provincia di Trento, Ministero Sviluppo Economico e Unione Europea ha sostenuto 100 progetti d'impresa in settori innovativi e ad elevata tecnologia su 306 progetti ammessi a valutazione; dei 100 ammessi a finanziamento, 87 sono già diventati impresa e danno lavoro complessivamen- te a circa 400 persone, in gran parte giovani. Lo strumento del "Seed Money" offre agli "startupper" un finanziamento, fino a 150 mila euro a progetto, a copertura delle spese di avvio dell'impresa, come ad esempio analisi di mercato, progettazione e prototipazione, acquisizioni attrezzature, brevetti/marchi, certificazioni. Circa 11 milioni di euro complessivamente stanziati nelle tre edizioni (2009, 2011, 2013). Altri 23 progetti d'impresa sono stati finanziati dal programma TechPeaks, l'acceleratore di talenti gestito da Trento Rise in collaborazione con Trentino Sviluppo. Pag. 21 L'incontro eli Rossi e Dallapiccola con l'Associazione Nazionale Città del Vino L'INCONTRO Associazione «Città del vino» intesa eoe la Provincia » TRENTO I territori e le loro differenze sono la forza dell'Italia: questa la sintesi fatta dal presidente della Provincia Ugo Rossi al termine dell'incontro, lunedì nel tardo pomeriggio, con i rappresentanti dell'Associazione Nazionale Città del Vino, che hanno fatto omaggio a lui e all'assessore all'agricoltura Michele Dallapiccola di due delle 150 bottiglie "magnum" prodotte per celebrare l'anniversario dell'Unità d'Italia. L'incontro ha offerto l'occasione per fare una panoramica dell'attività dell'associazione e impostare la collaborazione con la Provincia che attualmente ne è socia. Per l'associazione erano presenti Carlo Rossi, "ambasciatore" del sodalizio, Franco Nicolodi, coordinatore per il Trentino Alto Adige, Paolo Corbini, vice direttore e Mario Mosna, anche lui "ambasciatore" dell'Associazione nazionale Città del Vino. L'associazione riunisce circa 500 soci, tra comuni che hanno vini doc sul loro territorio, Regioni e Province, come soci straordinari. In Trentino vi aderiscono oltre alla Provincia, 11 comuni e la Comunità della Vallagarina. "Si tratta di una rete importante - ha aggiunto il presidente Rossi - in un ambito strategico per l'economia legata alla filiera agroalimentare". Pag. 22 Popolari, il relatore propone un «tetto» ai diritti di voto NICOLA PINI ROMA l controversodecreto legge che riformale banche popolari approda alla Camera, dove ieri sono state respinte (con 272 voti contro 136) le pregiudiziali di costituzionalità avanzate dalle opposizioni. Il via libera con ampio margine non riflette però un sostegno altrettanto robusto sul merito del provvedimento, contestato anche da settori della maggioranza, in particolare dall'area di Ned e Udc. Ma anche all'interno del Pd non mancano distinguo e richieste di modifica anche su aspetti non secondari del DI che dispone la trasformazione in società per azioni delle dieci maggiori banche popolari italiane entro 18 mesi. Il relatore Marco Causi durate la sua relazione in Commissione Finanze ha detto di avere chiesto al governo di valutare l'inserimento di «limiti all'esercizio di voto» nelle future Spa, con l'obiettivo di «mantenere la caratteristica "public" degli istituti, cioè la proprietà diffusa». Causi ha parlato di ufi «rétrò'àl 5%"o al 3% questo si potrà vedere». L'introduzione di un limite di questo tipo permetterebbe alle banche a mantenere un assetto di controllo di tipo plurale. Oggi le popolari sono società cooperative dove vige il voto capitario: ogni socio è titolare I di un voto in assemblea indipendentemente dalla quota di capitale posseduta. Caratteristica che, in base al decreto, manterranno solo le popolari e le banche di credito cooperativo più piccole. Il governo per ora prende tempo e non si sbUangig, Il sottosegretario all'Economia Pier Paolo Baretta, interrogato sull'ipotesi di modifica avanzata dal relatore, si è limitato a dire che «entreremo nel merito solo nei prossimi giorni, quando saranno formalizzate le proposte valuteremo». Causi ha comunque difeso l'impianto generale della riforma che «è importante -ha detto - e non è difensiva ma offensiva perché consentirà di rafforzare il sistema». Mentre da Area Popolare (Ned e Udc) arrivano segnali molto critici. Alessandro Pagano, della Commissione Finanze, spiega che il suo gruppo ha «votato contro le pregiudiziali di costituzionalità», ma ora chiede «profonde modifiche al decreto» perché mettere il patrimonio della banche popolari arischiospeculazione internazionale è una follia». Anche Paola Binetti annuncia che «in commissione e in aula continueremo a difendere la cultura fondativadellebanchepopolarietuttì gli strumenti che rendano possibile tradurla anche oggi in concreto sostegno alle famiglie e alle imprese». Favorevole invece all'impostazione del decreto il deputato di Centro Democratico BrunoTabacci che giudica «incomprensÌDile l'opposizione» alla riforma. © RPRqpuSQW («SERVATA Pag. 23 Credito. Dopo lo sciopero, riunione del Casi a Roma Abi compatta: le banche scelgono la linea dura Cristina Casadei codegliscattimagarisoloperladuLinea dura e compatta dei ban- ratadelcontratto.cosìcomelarevichieri sul rinnovo del contratto dei sione degli inquadramenti. Ma bancari. Ilcomitatopergli affarisin- anche ilriconoscimentodell'1,85% dacaliedellavorodiAbiierisièriu- di inflazione, una percentuale che nito attorno al presidente Alessan- deriva dalla somma dello 0,1% del dro Profumoacuièstatoconferma- secondo semestre del 2014, delto il mandato pieno e compatto per ri,3%peril2oi5,dell'i,5%peril20i6e il negoziato. Lo sciopero del 31 gen- delloo,8%perilprimosemestredel naio nonspostalalineadiAbi che è 2017. Totale3,7o%acuibisogna sofbasata sulle oggettive condizioni frane (MeremMedell'inflazione economiche.fìnanziarieenormative in cui si trovano le banche in Italia,comeavevaspiegatoinun'inter- IO SCONTRO vistaaquestogiornale(sivedail So- Muro contro muro sugli le 24 Ore del 1° febbraio) lo stesso scatti: le imprese ne Profumo e come è stato ribadito, chiedono il blocco, fermo no nellasostanza,ieri.Nessun cambiamento sulla tabella dimarcia. Se en- della Cgil. Linea dura ora tro il 31 marzo non si farà il rinnovo, anche da parte della Fabi da aprile il contratto, già disdettato, sarà disapplicato. Attenzione, però, sembra dire il per il triennio precedente, pari a segretario generale della Fabi, Lan- ' i,85%.Perlebanchegiàpagato,peri dò Maria Sileoni: «L'esito di questa sindacati, con Fabi e Fisac in prima vertenza è nell'occhio del ciclone, fila, no.Unaposizione cheperò non perché farà da apripista ai rinnovi sarebbe comune secondo quanto contrattuali di altre categorie. Se scritto in alcuni volantini di due sivogliono il muro contro muro, con- gle sindacali, di cui gli istituti si fatinuino così». Nell'incontro di ieri i rebberoforti. banchieri hanno fatto il punto sulla È evidente che per le parti non è situazione ribadendo la loro posi- facile tornare al tavolo. Dopo l'esezione: il contratto deve essere a co- cutivo della prossima settimana stozero.Equestorichiederàilbloc- Abi però potrebbe chiamare i sin- dacati per provare a riprendere il dialogo. «Questa situazione conflittuale poteva essere evitata se ci fosse stata, da parte di Abi, attenzione, sensibilità e lungimiranza politica - osserva Sileoni -. Non c'è solo la pregiudiziale su tfr e scatti d'anzianità, che non condividiamo, ma mancano le risposte che le banche devono dare, al settore e all'intero Paese, su occupazione, area contrattuale, nuovo modello di banca e inflazione. Da parte di Abi c'è la volontà di interrompere la dinamica del costo del lavoro, che non è giusto considerare argomento di trattativa». AlterminedeldirettivodellaUilca il segretario generale Massimo Masi ribadisce «la disponibilità a tornare al tavolo purché Abi tolga qualsiasi pregiudiziale». Dal palco diMilano,ilsegretariogeneraledella Cgil, Susanna Camusso, ha detto chegliscattinonsitoccano.posizione condivisa da Sileoni. Oggi e domani cisaraildirettivodellaFisac.il segretario generale Agostino Megale dice che «Abi deve togliere le pregiudiziaUerestituirealnegoziatopari dignità Senonconvocheràa breve i sindacati si andrà verso altri scioperiealtremanifestazioni». ©RIPRODUZIONE RISERVAIA Pag. 24 1 dati dell'Airi Inripresail mercato della casa Nel 2014 mutui cresciuti del 32,5% Erogati alle famiglie 25,3 miliardi MASSIMO IONDINI T con un più 5-6% di compravendite. Qualcosa si muove. Ma in gran parte questa mini-ripresa è dovuta ad acquirenti che acquistano in contanti immobili di livello medio o medioalto. I mutui recuperano, sì, ma in gran parte grazie alle surroghe, cioè ai nuo- oma lafiducia.Eripartonoi mutui delle famiglie per l'acquisto della casa. Il bene più gettonato dagli italiani sta cosìriprendendosilo scettro. Un dato finalmente positivo dopo anni di perdurante crisi del merln aumento del 77,5% cato immobiliare. Nel corso del 2014 i prestiti a tasso variabile t'ammontare dei mutui erogati dalle 84 banche del campione Abi (circa L'esperto Armando Borghi: l'80% della totalità del mercato ban«Un segnale che di solito cario italiano) alle famiglie, per l'acquisto di case, è stato pari a 25,2 mianticipa la ripresa. E questo liardi: una crescita del 32,5% rispetto inizio di 2015 lo conferma» al 2013. In aumento, in particolare, i mutui a tasso variabile, che rappresentano il 77,5%. Così i mutui L'ammontare delle nuove eNuovi prestiti per le case (miliardi di euro) rogazioni di mutui è anche Quota a tasso variabile superiore al dato dell'intero 2012 quando sì attestarono sui 20,712 miliardi di euro. Il dato fornito dall'Abi precisa poi che, al netto delle rinegoziazioni di prestiti già in essere, pari a 4,6 miliardi (il 18%), l'ammontare netto è stato di 20,683 miliardi. Secondo l'Abi, questi dati «evidenziano laripresadel mercato dei finanziamenti alle famiglie per l'acquisto delle abitazioni». Ma è vera ripresa? A pensarla come l'Associazione bancaria italiana è anche Armando Borghi, esperto di real estate dell'Università Bocconi di Milano 2014 ZU13 e ad di Citylife: «Siamo di ANSA icamimeiri Fonte: Abi (su 3 banche, 84% del mercato) fronte a una ripresa del credito e questo è un segnale estremamente positivo - sottolinea vi contratti di chi sostituisce un muBorghi -. Nel primo mese del 2015 tuo con un altro più conveniente. I stiamo assistendo a una ripresa delle tassi di interesse sono bassi, è vero. transazioni. Un indicatore che anticiMa per erogare ifinanziamentile banpa di solito la ripresa del mercato». Più che chiedono garanzie che molti non cauto Mario Breglia di Scenari Imriescono a dare». mobiliari: «A mercato ha chiuso il 2014 © RIPRODUZIONE RISERVATA Pag. 25 Start-up, Trentino in vetta Nel registro camerale ne sono iscritte 96 Trento è la prima provincia in Italia per densità di starrup innovative: 107 imprese ogni 10.000 società di capitali, davanti a Cagliari (41) e Torino (37). Secondo i dati pubblicati da InfoCamere e Registro delle imprese, aggiornati al 5 febbraio 2015, in Trentino si contano complessivamente 96 nuove imprese ad elevato tasso di innovazione, contro le 22 di Bolzano. Un risultato che dimostra il lavoro svolto dal «sistema Trentino» grazie a programmi finanziati dalla Provincia autonoma di Trento, quali Seed Money-FESR e TechPeaks, agli spazi e ai servizi di accompagnamento offerti negli incubatoli di Trentino Sviluppo e all'elevato livello raggiunto da università, fondazioni ed enti di ricerca presenti sul territorio. Analizzando nel dettaglio le 96 starrup innovative TRENTO iscritte nello speciale registro tenuto dalla Camera di commercio di Trento, si può notare che 38 sono state finanziate dal fondo Seed Money-Fesr (40,6%), 9 hanno beneficiato del programma TechPeaks (9,3%), 22 sono insediate nei Business Innovation Centre (Bic) di Trentino Sviluppo (22,9%) ed in particolare nei due incubatoli tematici di Progetto Manifattura (green) e Polo Meccatronica. Il Seed Money-Fesr dal 2009 ha sostenuto 100 progetti d'impresa in settori innovativi e ad elevata tecnologia su 306 progetti ammessi a valutazione; dei 100 ammessi a finanziamento, 87 sono già diventati impresa e danno lavoro complessivamente a circa 400 persone, in gran parte giovani. Nelle 3 edizioni sono stati stanziati 11 milioni. © RIPRODUZIONE RISERVATA Pag. 26 Borgonovo corregge il testo Pianificazione socio-sanitaria, si cambia linea TRENTO Donata Borgonovo Re cambia direzione. Sono bastati sette giorni, all'assessora, per correggere la riforma della programmazione sociosanitaria dopo la pioggia di critiche subite durante le ultime audizioni di associazioni, professionisti e amministratori locali. Ai dubbi degli addetti ai lavori avevano fatto eco le preoccupazioni bipartisan dei membri della quarta commissione. Ieri, alla ripresa dei lavori, l'assessora ha presentato diversi emendamenti: tre, in particolare, quelli che sono intervenuti in maniera decisa sulle questioni che avevano sollevato maggiori perplessità. «Nonostante i numerosi incontri e l'ampio dibattito — spiega Borgonovo Re — il mondo del sociale ha manifestato il timore che il piano della salute celi una preoccupante "sanitarizzazione" del sociale e questo non vogliamo che sia percepito nemmeno come possibilità». Il piano per la salute viene disciplinato non più all'interno della legge provinciale sulla tutela della salute, ma dalla norma provinciale sulle politiche sociali, con la previsione di «formule di tipo partecipativo». Vengono poi previsti un «programma sociale provinciale» con l'indicazione precisa dei fabbisogni sociali, delle linee di indirizzo, dei livelli essenziali, e un «programma sanitario e sociosanitario provinciale», introdotto al posto della generica previsione di singoli atti programmatori in materia sanitaria e sociosanitaria. «La partecipazione — sottolinea Borgonovo Re — viene così garantita in modo istituzionale». L'esame del provvedimento è stato rinviato di due settimane per consentire approfondimenti. Walter Viola (Progetto Trentino), riconosce che «l'impostazione iniziale è cambiata di molto e va riconosciuto lo sforzo apprezzabile di venire incontro alle sollecitazioni emerse durante le audizioni e i lavori in commissione. Ora il testo, però, va analizzato a fondo». A. Pap. © RIPRODUZIONE RISERVATA Pag. 27 REGIONE Donne e urne Gentile direttore, oggi il Consiglio regionale si dovrà esprimere sul disegno di legge che potrebbe introdurre, già nelle prossime elezioni comunali di maggio, la doppia preferenza di genere e cioè la richiesta a elettrici ed elettori, nel caso in cui volessero esprimere tutte e due le preferenze concesse, di indicare come seconda preferenza una persona di sesso diverso dalla prima. Si tratta di una norma che ha già superato il vaglio costituzionale e che è già presente nelle le- gislazioni comunali a livello nazionale. Fa parte delle cosiddette azioni positive, caldeggiate dall'articolo 51 della Costituzione per riequilibrare la rappresentanza femminile in grande sofferenza nei diversi ambiti sociali. Lariluttanzadella classe politica maschile a seguire il dettato costituzionale in materia e l'accanimento con cui cerca sempre di trovare soluzioni — chiamate «mediazioni» per indorare la pillola — che riducano il più possibile gli effetti positivi delle norme tese al riequilibrio della rappresentanza politica femminile la dice lunga sul mix di pochezza e arroganza che la contraddistingue. Come Coordinamento donne di Trento ci auguriamo che questa volta il disegno di legge venga approvato così com'è—senza mediazioni da presa in giro, come quella di introdurre la preferenza di genere ma all'interno di una terna di preferenze — e che ciò sia di buon viatico all'approvazione in tempi brevi di una legge elettorale provinciale altrettanto efficace nel perseguire quello che sicuramente è un obiettivo di civiltà e anche di democrazia. Delia Valenti, presidente Coordinamento donne di Trento Pag. 28 TEOLOGO E VICARIO L'addio di Visintainer, una coscienza libera FRANCO DE BATTAGLIA a morte di monsignor Severino Visintainer, a 82 anni, sembra Lriportare indietro le lancette dell'orologio della Chiesa trentina, fa rivivere la stagione fattiva e innovativa che ha preceduto e seguito il Concilio, con i suoi confronti, le sue contraddizioni, le sue profezie. Resta il rimpianto, in chi lo ha conosciuto. Non solo per la perdita di un uomo grande. CONTINUA A PAGINA AjC Ma per non poter misurare sulla sua esperienza di teologo raffinato e di saggezza contadina (che non aveva mai perduto) insieme, la pastorale di accoglienza di papa Francesco, le speranze e le tempeste che sta suscitando. Perché Visintainer era uomo che non temeva burrasche e temporali. Come i contadini della Val di Non sapeva che, dopo le grandinate che devastano i «pomàri», occorre riprendere il lavoro da capo, con dolore, ma con fiducia, senza disperarsi. Nato a Salter Severino Visintainer ha vissuto i suoi ultimi anni nella piccola, vicina, Casez, come parroco (dal 2000 al 2008) e poi come collaboratore pastorale. Era «ritornato a casa», ma la sua era anche la casa dove era nata la Chiesa trentina, in prossimità di Sanzeno, il luogo del martirio dei tre giovani di Cappadocia inviati da Vigilio, e poi di Romedio, santo antichissimo e modernissimo, perché capace di saldare il farsi eremita con l'esigenza di pacificarsi con la natura, di riconoscere anche agli animali, l'orso, (come diceva già San Basilio, non a caso il promotore degli eremitaggi in Cappadocia), l'anima delle creature di Dio. Origini umili e una morte umile quella di mons. Visintainer. Ma nel mezzo un'attività intensissima di evangelizzazione nel mondo dei giovani, delle coppie, oltre che di sostegno e vocazione alla Chiesa tridentina nel passaggio fra una tradizione non priva di clericalismo, e una modernità con tutte le sue contraddizioni, gli abbandoni e i disimpegni: Visintainer ne soffrì e se ne fece carico in prima persona, come vicario generale di due vescovi, Gottardi e Sartori per un ventennio, dal 1975 al 1995. Sotto questo profilo Visintainer fu un riferimento certo, un ancoraggio forte nei dubbi. Non perché non ne avesse, ma perché li affrontava, non li coltivava. Voleva essere un prete autentico. Le sfide andavano superate, non diventare alibi all'incertezza. Nel preConcilio fu, assieme a don Vielmetti, il riferimento di una generazione che lasciava il vecchio associazionismo Pag. 29 diocesano per esplorare strade nuove. Ma se Vielmetti era vicino al pensiero tedesco con sfumature che spesso avvolgevano i problemi, Visintainer, che aveva studiato alla Gregoriana e poi a Lovanio, rivendicava il suo essere teologo moralista, quindi pratico. Si spendeva la sera in conversazioni, omelie, incontri, e comunicava non solo sapienza, ma energia vitale. La sua era una visione non intimista, «morbida» dell'essere cristiani. Essere cristiani voleva dire essere donne e uomini veri, voleva dire saper amare, voleva dire essère coerenti. Tre furono i suoi momenti di testimonianza più significativa. Il primo nel fermento pre-conciliare, quando preparò l'humus umano su cui ancora si regge tanta parte della solidarietà, della tolleranza, della volontà di dialogo dei cristiani nel Trentino. Il secondo si riferisce alle polemiche aspre attorno al referendum sul divorzio (1974) alla richiesta che veniva da ampi settori di Chiesa per «schierarsi» contro l'abolizione del divorzio tanto faticosamente conquistato, alleandosi di fatto alla «revanche» politica della De di Fanfani. Visintainer, invece, con prudenza, riconosceva il primato della libertà di coscienza, faceva capire che un cristiano rimaneva tale anche se diceva «no» all'abolizione del divorzio, per evitare le strumentalizzazioni di quel voto, o per non condannare all'ipocrisia farisaica tante dolorose realtà familiari. Questa rivendicazione di coscienza non gli fu perdonata da certi settori vaticani (e politici romani). Aveva una preparazione da vescovo, ma la sua coerenza gli bruciò ogni eventualità di nomina. Visintainer, peraltro, non se ne fece mai un cruccio. Non cercava carriere ecclesiastiche. Era un uomo che amava la semplicità, ed anche la sua libertà. Il terzo punto fu il sinodo che l'arcivescovo Gottardi indisse negli anni 1984-85 nel concludersi del suo episcopato, dopo la stagione della diaspora dei sacerdoti, dentro una crescente secolarizzazione, dopo gli anni del terrorismo, per «fare il punto» sulla «Chiesa in Trento» e prepararne il futuro. Anima e motore del Sinodo, principale artefici del lucidissimo documento finale (sul quale occorrerà ritornare) fu Visintainer. Era molto realista Visintainer, non cedeva a facili ottimismi, ma aveva un visione generosa, forte di Chiesa, non cedeva a malinconie. La sua ultima stagione data dal 2000, quando lasciò gli incarichi diocesani per fare il parroco a Sanzeno. La scelta venne interpretata come un voler proporre un ritorno alle origini della Chiesa per rinnovarne la testimonianza. Per rinnovare «dal basso» un mondo sempre più secolarizzato. C'erano le premesse perché tutto questo accadesse. La sua scelta di esilio - interiore, perché nessuno lo costringeva - resta invece uno dei misteri della sua anima e della Chiesa trentina. 0 forse una delle sue pagine più grandi. Forse era «solo» bisogno di preghiera. Forse derivò anche dalla sua delusione (ne accennava con chi andava a trovarlo) per come era cambiata la sua Valle di Non, non tanto la fede, ma il Dna cristiano della popolazione. E Visintainer non era certo un tradizionalista! Ma lo colpiva l'ottusità di coscienza che il consumismo provocava. Non si capacitava che i giovani provassero piacere a dormire fino a mezzogiorno la domenica mattina. Non perché non andassero a messa: «Ma non vanno nemmeno in montagna», diceva. Ora monsignor Severino Visintainer non c'è più. Ma il silenzio dei suoi ultimi anni sembra quasi uno scrigno affidato al Trentino - non solo alla Chiesa, a tutto il Trentino dei laici, delle valli, del lavoro -. perché lo custodisca. Lo ascolti. E un giorno, forse, possa capirlo. Ililti ==™' - wBft Pag. 30
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