8 ECONOMIA giovedì 23 ottobre 2014 l'Adige Redazione: 0461 886111 fax 0461 886263 email: [email protected] G Accelerazione della Federazione: oggi al convegno di Processo già avviato, la decisione finale alle singole Casse settore la proposta approvata dal Comitato del credito Nasce il polo del Nord Est: Centrale Finanziaria col Fondo Restano i 373 sportelli. Il nodo di Folgaria commissariata Comune diventerà la holding delle società del sistema BANCHE Rivoluzione nelle Casse rurali trentine Arriva il piano delle fusioni: da 43 a 23 istituti Al via il progetto di super holding del Nord Est I crediti in Trentino per dimensioni delle banche Valori in milioni di euro Lavis Valle di Cembra Giovo Da 43 a 23 Casse Rovereto Isera Lizzana Brentonico Mori Val di Gresta Alta Vallagarina Folgaria* Mezzolombardo San Michele all'Adige Roverè della Luna Alto Garda Bassa Vallagarina Ledro 20 -0 Var. giu 2014 su giu 2013 Var. giu 2014 su mar 2014 30 Aldeno Cadine Trento 6- 20 3-0 Mezzocorona 31 TRENTO - Rivoluzione nelle Casse rurali trentine. Oggi al convegno di settore viene presentato il piano delle fusioni che riduce drasticamente il numero degli istituti di credito cooperativo della provincia. In base alla proposta approvata dal Comitato del credito della Federazione, dalle attuali 43 si passerà a 23 Casse, praticamente un dimezzamento. Con poche eccezioni, Trento in testa, sono interessate tutte le valli e anche le città medio-piccole. Accanto alle fusioni, è ai blocchi di partenza il progetto della super holding del Nord Est, secondo polo cooperativo nazionale dopo Iccrea. L’accelerazione della riorganizzazione del credito coop trentino era stata preannunciata dalla lettera agostana alle Rurali del presidente della Federazione Diego Schelfi e del presidente di Cassa Centrale Banca Giorgio Fracalossi. Erano stati avviati gruppi di lavoro sulla razionalizzazione delle Rurali e sul polo del Nord Est. Come aveva chiarito Schelfi, il modello a cui guarda la Cooperazione trentina è quello tedesco, con due poli di banche cooperative. E l’esigenza di aggregazioni nasce dalla necessità di un rafforzamento patrimoniale delle Casse e della capacità di offrire più servizi in modo più efficiente. Tutte le banche sono sotto pressione per la crisi finanziaria, le maxisvalutazioni di crediti, il nuovo assetto della vigilanza bancaria che dal 4 novembre passerà alla Banca Centrale Europea e al Meccanismo di Vigilanza Unico. Le Bcc e le Rurali, pur avendo resistito negli anni della crisi, cominciano ad essere in affanno. In Trentino i prestiti nell’ultimo anno sono scesi del 2%, si preannunciano altri 180 milioni di euro di rettifiche su crediti e se le Casse sono riuscite a chiudere il primo semestre quasi tutte in positivo, con un utile complessivo intorno ai 30 milioni, è grazie soprattutto ai proventi della negoziazione dei titoli acquistati con la provvista a buon mercato della Bce. 14 14 Il piano di fusioni tra le Casse Rurali trentine FRANCESCO TERRERI twitter: @fterreri 3.646 3.387 3.554 -2,5% +5,0% Banche grandi 112 169 175 +56,4% +3,6% Banche medie 839 1.036 1.016 +21,1% -1,9% Banche piccole 4.504 4.404 4.311 -4,3% -2,1% Banche minori 10.453 10.323 10.299 -1,5% -0,2% TOTALE CREDITI 19.555 19.318 19.355 -1,0% +0,2% Banche maggiori Fonte: Base dati statistica di Banca d'Italia Pergine Valle dei Laghi Pinetana Fornace Seregnano Valsugana e Tesino Caldonazzo Cross Levico Primiero e Vanoi Roncegno Centrofiemme Cavalese Fiemme Val di Fassa Agordino Tuenno Val di Non Bassa Anaunia Tassullo e Nanno D'Anaunia Taio Giudicarie Valsabbia Paganella Pinzolo Novella Alta Anaunia I piccoli perdono colpi Parte la vigilanza Bce Altavaldisole e Pejo Spiazzo e Javrè Adamello Brenta Rabbi e Caldes Strembo Bocenago Caderzone Saone don Guetti *commissariata, da verificare Insomma, in Federazione si sono convinti che piccolo non è più tanto bello. Certo, il piano di fusioni è una proposta perché la decisione finale spetta alle singole Casse, che qualche processo di aggregazione lo hanno avviato. Ma questa volta si chiederanno tempi certi e brevi: entro uno-due anni bisogna stringere perché, come hanno ripetuto ancora i vertici all’assemblea di maggio di Cassa Centrale a Villa Quaranta nel veronese, non c’è più tempo. Non sono previste aggregazioni nel capoluogo e dintorni, restano quindi le Casse rurali di Trento da una parte, di Aldeno e Cadine dall’altra. Rimane autonoma - per ora, si sottolinea in Federazione - la Rurale Valle dei Laghi. Ma già a nord di Tren- to scattano ipotesi di fusione tra Lavis-Valle di Cembra e Giovo e tra Mezzocorona, Mezzolombardo e Roverè della Luna. Il basso Trentino è quasi interamente interessato da ipotesi di aggregazione. La Rurale di Rovereto dovrebbe attrarre Isera e Lizzana. Mori e Brentonico sono tra le Casse che hanno già avviato un progetto di fusione. La Bassa Vallagarina (Ala) resterà autonoma. Ipotesi fusione invece tra Alto Garda e Ledro. Poi c’è il nodo, difficile, della Rurale di Folgaria commissariata dalla Banca d’Italia. L’ipotesi già avanzata dalla Federazione era una fusione nella Rurale Alta Vallagarina, ma tutto dipende dagli esiti del lavoro del commissario Giambattista Duso. Che sull’assetto della Cassa e sul portafoglio crediti non sta usando il guanto di velluto. In Valsugana, la Cassa di Pergine dovrebbe aggregarsi con la Pinetana, Caldonazzo con Levico, Valsugana e Tesino, già frutto di una fusione, con Roncegno e Cross, la Rurale di Olle, Samone e Scurelle. Resta la Cassa del Primiero e Vanoi, come anche quella di Fassa, mentre si va verso la Rurale unica in val di Fiemme, con Cavalese e Fiemme, e in val di Sole, con Altavaldisole e Rabbi e Caldes. Le cinque Casse della val di Non dovrebbero diventare tre: Tuenno con Tassullo e Nanno, Anaunia-Taio con Bassa Anaunia mentre resta da sola Novella Alta Anaunia. Tre Rurali anche nell’assetto finale previsto per Giudicarie e Rendena: a Spiazzo e TRENTO - L’andamento dei prestiti bancari in Trentino è differenziato sulla base delle dimensioni degli istituti di credito. Secondo i dati Bankitalia (tabella sopra), a metà 2014 le banche «maggiori» (3,5 miliardi di prestiti) sono in calo sul 2013 ma in crescita del 5% nel secondo trimestre dell’anno. Le poche «grandi» (175 milioni) registrano incrementi in tutti e due i casi, mentre le «medie» (1 miliardo) aumentano su base annua e calano nel trimestre. Chi perde colpi sia nell’anno che nel trimestre sono le «piccole» (4,3 miliardi) e le «minori» (10,3 miliardi, il grosso dei crediti), che sono tutte Casse rurali. Anche per questo in Federazione accelerano sulle aggregazioni. Senza dimenticare la novità che scatta il prossimo 4 novembre: il passaggio della vigilanza bancaria alla Bce e il nuovo fondo anticrisi, che le Bcc criticano in quanto sarebbe troppo favorevole alle grandi banche. Strembo, già in fase di avanzato confronto, dovrebbe aggiungersi Pinzolo, Adamello-Brenta dovrebbe aggregarsi con Saone, Giudicarie-Paganella con la don Guetti di Quadra, Fiavè, Lomaso. Questo per quanto riguarda il primo livello. Ma oggi presidenti e direttori delle Rurali si troveranno davanti anche il progetto di nuovo assetto del secondo livello: la super holding del Nord Est che, con un patrimonio complessivo di oltre 500 milioni di euro, dovrebbe trattare da pari a pari con Iccrea, la holding nazionale del credito cooperativo. Il polo del Nord Est ruoterà attorno a Centrale Finanziaria, la società che controlla Cassa Centrale. Nella holding conflui- ranno le controllanti delle società industriali del sistema coop, come il Fondo Comune delle Rurali Trentine che controlla Phoenix Informatica Bancaria. Insieme a Phoenix verrà consolidata Ibt, Informatica Bancaria Trentina, Nord Est Asset Management, la società che gestisce il fondo di investimento Nef, Assicura Group, oltre naturalmente a Cassa Centrale e a Mediocredito Trentino Alto Adige, a cui Cassa Centrale cederà le attività corporate. Le Bcc venete, che hanno tuttora tre istituti commissariati, sembrano d’accordo, i friulani anche, sia pur con meno entusiasmo. E le Province di Trento e Bolzano dovrebbero dare presto il via libera su Mediocredito. Conferma dall’Ad Messina. Accordo con Confindustria su nuovi prestiti Pagamenti | La banca ha 10 mila aziende clienti Btb nel vortice delle fusioni Intesa Anticipi ai creditori della Provincia Da Unicredit plafond di 30 milioni TRENTO - «A Nord Est ci saranno altre fusioni». Lo ha dichiarato l’Ad del gruppo Intesa Sanpaolo Carlo Messina ieri all’Università di Padova. Dopo l’assorbimento della Cassa di Risparmio di Venezia e la conferma che invece Cariveneto resterà autonoma, il riferimento è alla Cassa del Friuli e a Btb, la banca trentina e altoatesina del gruppo, che quindi entro il 2016 potrebbe perdere la sua autonomia. Sempre ieri è stata ufficializzata la conferma di Renzo Simonato come direttore Nord Est della Banca dei Territori di Intesa. Intanto Btb, insieme all’altra banca del gruppo Mediocredito Italiano, ha firmato un accordo con Confindustria Trento che prevede nuove risorse e un programma di interventi per incoraggiare il dinamismo della piccola e media impresa trentina. Le finalità dell’intesa sono state presentate ieri da Ro- TRENTO - Dopo il varo da parte della giunta provinciale di uno specifico protocollo per anticipare ai fornitori i crediti certificati dalla Provincia e dai suoi enti strumentali, anche Unicredit si aggiunge al novero degli intermediari finanziari che avevano già sottoscritto l’accordo. Il gruppo, tramite la propria società-prodotto Unicredit Factoring, mette a disposizione un plafond di 30 milioni di euro, che potrà erogare a quelle imprese, tra le circa 10 mila aziende seguite dalla banca in Trentino, interessate all’iniziativa. La somma richiesta sarà disponibile entro 15 giorni lavorativi dal ricevimento della domanda, applicando un tasso conveniente. I crediti ceduti alle banche e agli intermediari saranno pagati dalla Provincia e dai suoi enti strumentali entro il 28 febbraio 2015. Ad apporre la firma al protocollo il presidente della Provincia Ugo Rossi e il Deputy regional manager Nord Est di Unicredit Romano Artoni, presenti il direttore generale della Provincia Paolo Nicoletti e il responsabile Trentino Alto Adige di Unicredit Marco Martincich. «La Provincia deve affrontare una criticità in ordine ai pagamenti in conto capitale a seguito degli stringenti vincoli imposti dal Patto di stabilità - afferma Rossi - destinato peraltro ad essere cancellato entro il 2018 come previsto dal Patto di garanzia definito in questi giorni a Roma». «L’adesione di Unicredit all’iniziativa della Provincia sottolinea Artoni - ribadisce la nostra attenzione nei confronti di un territorio nel quale affondano le radici del nostro istituto». CREDITO berto Busato (a destra nella foto), direttore di Confindustria Trento, e Franco Dall’Armellina (a sinistra nella foto), direttore generale Btb. Si tratta in particolare di un programma specifico per la copertura finanziaria a medio termine riferita a investimenti produttivi, crescita dimensionale, innovazione, ricerca e sviluppo, rafforzamento dell’export e internazionalizzazione delle Pmi. Obiettivi raggiungibili at- traverso l’offerta di credito agevolato, con l’accesso diretto al Fondo centrale di garanzia, finanziamenti con provvista messa a disposizione dalla Banca Europea degli Investimenti per finanziare il 100% del costo del progetto con esenzione dell’imposta sostitutiva, finanziamenti specialistici e di leasing finanziario su beni immobiliari, strumentali, veicoli e impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili. Per le operazioni oggetto dell’accordo Btb favorirà un iter veloce con un contatto nei confronti dell’azienda entro tre giorni lavorativi dalla richiesta, la predisposizione dell’istruttoria creditizia entro i successivi cinque giorni lavorativi per comunicarne l’esito entro 30 giorni dalla consegna di tutta la documentazione alla banca. Ciascuna proposta potrà inoltre usufruire di condizioni economiche di favore. F. Ter. FINANZIAMENTI Da Credem 130 milioni per l’agroalimentare TRENTO - Credem ha stanziato un plafond di 130 milioni di euro a livello nazionale di finanziamenti dedicati alle piccole e medie imprese del settore agroalimentare. L’obiettivo è affiancare le imprese con finanziamenti utili a sostenere le spese correnti di fine anno. L’intervento è disponibile anche in Trentino, dove Credem opera con quattro filiali e col nuovo Centro imprese, che si occupa della gestione delle medie aziende che sviluppano un fatturato di oltre 2,6 milioni di euro.
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