12 CAMPIONATO GIORNALISMO GIOVEDÌ 26 FEBBRAIO 2015 Classe IIIC «Pascoli» Cascina Cascina Donne in prima linea al fronte Nelle celebrazioni del centenario riconosciuto il loro ruolo e valore APPROFONDIMENTI Stefania Turr prima italiana inviata FIGLIA di un patriota ungherese, che militò nella Spedizione dei Mille con Garibaldi, Stefania Turr nacque a Roma nel 1885 e, sin da piccola, fu educata agli ideali della libertà e dell’amor di patria. Racconta di sé che a tre anni giocava alla guerra e a cinque anni, con le lettere dell’alfabeto, scrisse: «Viva il Re e morte all’Austria». Interventista convinta, dalle pagine della sua rivista mensile «La Madre Italiana», parla alle donne della guerra come mezzo utile a preparare una nuova patria per i loro figli. Allo scoppio della guerra sente l’esigenza di far conoscere la vita dei soldati al fronte e l’organizzazione delle truppe; vuole raccontare la loro sofferenza e l’eroismo delle loro imprese. IL SUO REPORTAGE, raccolto nel volume «Alle trincee d’Italia», contiene la descrizione geografica dei paesi, dei campi militari, le foto dei soldati con le scarpe affondate nella neve. Percorre il fronte quasi per intero,dal San Michele al Monte Nero, dalle trincee del Carso a Caporetto e racconta come vivono i soldati, la loro gioia nel ricevere notizie e pacchi da casa. Nel 1916 fonda un’associazione per aiutare le vedove dei soldati ed evitare che i figli finissero in orfanotrofio. Si batté per l’emancipazione femminile, per il diritto al voto e alla partecipazione politica delle donne. E’ questo il meritato premio per aver sostituito gli uomini in tutti i settori lavorativi e in guerra al fronte. QUANDO si parla di guerra, si raccontano solo storie di uomini; ma è giusto e doveroso riconoscere alle donne il loro coraggioso contributo. Durante il primo conflitto mondiale, per la prima volta nella storia, un vero e proprio esercito di donne scelse di andare al fronte, alcune per spirito patriottico, altre per stare vicino in qualche modo alle persone amate. Si tratta delle crocerossine, in tutto circa 10.000, di cui poco più di mille furono inviate al fronte in prima linea nei nuclei chirurgici avanzati dove si operavano i feriti non trasportabili. Appartenevano a tutte le classi sociali, compresa l’alta aristocrazia, ed alcune di loro, per arruolarsi, dovettero lottare contro il volere del padre o del marito, di cui occorreva l’autorizzazione se minori di 21 anni. Esse dovettero affrontare una dura esperienza : combattere contro il freddo, i topi, gli insetti,i turni massacranti, il disagio di tenere fra le mani gli arti amputati, oppure avere la forza di sorridere ai moribondi e di togliere le bende agli seguirono i malati a loro affidati nel campo di prigionia di Katzenau. Le donne durante la prima guerra mondiale in immagini d’epoca ustionati con la carne che cadeva a brandelli. Proprio una crocerossina, Stella Diana, fu la prima ad offrirsi per un trapianto di pelle ad un soldato. Avevano i gradi da ufficiale per incutere maggiore rispetto e partivano per le zone di guerra dopo aver seguito un corso da infermiera. Il loro generale era la duchessa Elena d’Aosta, moglie di Emanuele Filiberto di Savoia, comandante della III Armata. Tra tutte Margherita Kaiser Orlando, partita a 18 anni, è stata sepolta, unica donna tra 10.000 uomini nel cimitero di Redipuglia come simbolo delle 44 crocerossine morte in guerra e delle 3 che RISCHIAVANO ogni volta la vita le portatrici della Carnia, in tutto circa 2000 donne tra i 12 e i 60 anni. Erano donne abituate a portare viveri ai mariti sui pascoli e perciò si muovevano con agilità sui sentieri di montagna. Furono reclutate dall’esercito, per portare, con le loro gerle, ai soldati italiani in prima linea, munizioni, rifornimenti, biancheria. Il carico arrivava anche fino a 40 chili ed ogni viaggio era pagato una lira e mezzo, il valore di quattro euro. Avevano un bracciale rosso di stoffa dove era segnato il numero del reparto a cui erano assegnate e, mentre salivano e scendevano erano capaci di lavorare ai ferri le calze come faceva Maria Plozer Mentil, medaglia d’oro al valor militare, uccisa da un cecchino austriaco. Un caso singolare è quello di Luigia Cioppi, maestra, che tentò, vestita da uomo, di arruolarsi nell’esercito, ma fu scoperta e rimandata a casa. APPASSIONATA LA STORIA DI UNA GIOVANE CORAGGIOSA AL SERVIZIO DELLA PATRIA Luisa Zeni: la nostra spia nella Grande Guerra CORAGGIO Un’immagine dell’epoca di Luisa Zeni LUISA nasce ad Arco in Trentino nel 1896, è figlia di un fabbro e rimane orfana di madre a tre anni. A diciannove anni si trasferisce a Milano dove incontra il colonnello Tullio Marchetti che cerca di formare una rete di spionaggio italiana e la arruola. Parte per Insbruck il 2 maggio 1915 con il falso nome di Josephine Muller, portando con sé in una borsa: una pistola, una boccetta di inchiostro simpatico, un manuale per comprendere i messaggi cifrati e un reagente per leggerli. Alla frontiera viene fermata ed interrogata e lei posa la borsa sulla scrivania dell’ufficiale, evitandone così la perquisizione; non le vengono nemmeno controllati i bottoni della giacca, dove nasconde gli indirizzi degli agenti italiani in Svizzera. PER DARE informazioni scrive ad un agente a Prato: il barone Silvio ed è stata lei ad avvertire il comando italiano dell’inizio della Strafexpedition senza, purtroppo, essere creduta. LA SUA attività è stata, dunque preziosa. La polizia austriaca la tiene d’occhio, la arrestano più volte, perquisiscono la sua casa, ma riesce sempre a farla franca e a farsi rilasciare. Per sfuggire si traveste anche da uomo e sebbene alla frontiera ad un posto di blocco viene fermata, riesce a fuggire e a rientrare in Italia. Diventa, poi, crocerossina, e, a guerra finita, sarà insignita della medaglia al valor militare. Si ammala, poi, di tubercolosi, malattia molto diffusa all’epoca e che in molti casi non lasciava scampo. Morirà nel 1940, lasciando anche alcuni scritti sulla guerra. LA REDAZIONE QUESTA pagina per il campionato di giornalismo organizzato dalla Nazione è stata realizzata dagli alunni della classe III C della scuola media “G.Pascoli“ dell’Istituto comprensivo “G.Falcone” di Cascina: Alisi Bi- slim, Berio Gaia, Borghini Francesca, Bruka Elda, D’Auria Margherita, Falciani Matteo,Falco Roberta, Fiscelli Mattia, Galletti Alessio, Jdir Noura, Leone Lisa, Lilo Brians,Mancini Sara, Moretti Elena, Namio Fabiana, Nesta Eleonora, Petrizzo Martina, Poli Siria,Romano Michele, Romboli Ilaria, Sassi Laura, Sbaragli Giacomo, Shushku Alessia, Viola Pietro, Voto Davide. Docente tutor: Anna De Cillis. Dirigente Scolastico: Federico Betti.
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