20131227 Emigrazione 2.0

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Emigrazione 2.0
Se ne è parlato al 3° incontro della community di Bellunoradici.net
“L
e sfide poste in questo
secolo da globalizzazione e invecchiamento della popolazione
si vincono con la promozione di una
piena partecipazione dei giovani nella
società e nel mondo del lavoro. Il capitale umano delle nuove generazioni
deve essere considerato cruciale per
lo sviluppo sociale ed economico”.
Con questa frase ha avuto inizio il
convegno “Emigrazione 2.0” curato
dal prof. Alessandro Rosina – docente di Demografia e Statistica sociale
dell’Università Cattolica di Milano e
presidente di iTalents.org – all’interno
del 3° incontro della Community di
Bellunoradici.net tenutosi presso la
Sala convegni della Birreria di Pedavena venerdì 27 dicembre.
Rosina ha offerto al pubblico presente una panoramica dell’attuale situazione italiana nell’ambito della mobilità giovanile e sulle possibili svolte
che l’Italia dovrà affrontare per il suo
sviluppo e per la sua partecipazione
attività nel mondo globalizzato. “Dobbiamo eliminare questa spirale nega-
tiva – ha sottolineato Rosina – che
porta a dare meno spazio ai giovani,
spingendo i più qualificati e preparati
ad emigrare e ottenendo come risultato una minor crescita e un’inesistente spinta al cambiamento”.
Durante il convegno si è parlato
anche di Millennials ovvero la generazione di giovani nata nel secondo
millennio e alla quale bisogna assolutamente dare spazio. “Perché? Hanno maggiore fiducia in se stessi, sono
più ambiziosi e negoziali – ha sottolineato Rosina – sono più partecipativi
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e hanno una maggiore propensione
al rischio”. Purtroppo i Millennials in
Italia, a differenza di altri Paesi, sono
poco incoraggiati e di conseguenza sono spinti ad emigrare. Dove?
Nel 2011 oltre 50mila connazionali
hanno spostato la propria residenza
all’estero, superando di gran lunga
i 31mila italiani che invece hanno
scelto di tornare a vivere in Patria.
Le destinazioni principali sono Europa occidentale, Stati Uniti e Brasile
(4mila emigrati in Germania, 3mila in
Svizzera, 2mila nel Regno Unito solo
per citare alcuni numeri).
Questa la domanda di Rosina: “In
merito a questa nuova emigrazione
giovanile di cosa dobbiamo preoccuparci? Non della quantità di chi
esce, ma della qualità e dalla scarsa
capacità si riattrazione dall’estero a
fronte della bassa dotazione di capitale umano delle nuove generazioni”.
Come rispondere a questa domanda? “Migliorando la valorizzazione del
capitale umano in Italia, favorendo e
sostenendo progetti di ritorno, strut-
turando possibilità di coinvolgimento
attivo di chi rimane all’estero”.
Un convegno che ha portato alla
luce una realtà, quella della mobilità
giovanile, ancora poco conosciuta
ma che comporta numeri sempre più
in crescita e conseguenze dirette per
il futuro dello stato italiano.
I nuovi mezzi di comunicazione
permettono di creare delle reti adatte
per coinvolgere in prima persona le
migliaia di italiani residenti all’estero.
Un esempio concreto è Bellunoradici.net e, proprio durante il 3° incontro della community, chi era presente
ha portato interessanti e utili messaggi. Laura Giacobbi, docente di
italiano a Vienna: “La nostra lingua
è sempre più richiesta e sono aumentate le iscrizioni per corsi di
italiano. La cultura italiana è una
potenzialità che dobbiamo assolutamente sfruttare”. Christian
Rolandi, ingegnere a Zurigo: “Vivo
da sei anni in Svizzera ed è stato
meraviglioso conoscere la comunità bellunese residente a Zurigo. In questa Famiglia Bellunese
ci sono oltre 150 iscritti ed è un
piacere passare assieme dei momenti in allegria, parlando anche
un po’ in dialetto”. Manola Corrent,
ricercatrice tra USA, Francia, Africa:
“Ho viaggiato tanto per lavoro,
conoscendo e scoprendo molte
culture e popoli. L’Italia però è il
mio Paese, la mia terra e io voglio tornare a vivere qui”. Elisa Dal
Farra e Ulisse Della Giacoma, managers a Hong Kong: “Stiamo viven-
do un’esperienza bellissima. E’
importante andare all’estero per
crescere e per aprire la mente. Di
certo non rimarremo per sempre
qui, anche perché il welfare in
Cina non è ancora molto sviluppato a differenza dell’Italia”. Attilio
Ciotta, imprenditore a Milano: “Sono
qui per essere d’aiuto a qualche
impresa e commerciante bellunese che vuole fare business a Milano. Sappiate di avere un punto
di riferimento”. Andrea Da Ronch,
ricercatore in Inghilterra: “Sono importanti questi incontri per mantenere vivo il legame con la propria terra”. Sono intervenuti anche
Matteo Mognol (USA), Giovanna
Roncada (Milano), Catie e Nathan
Burlando (Canada), Alessio Padovan
(Bologna), Alessandro Prest (Svizzera), Luca Urpi (Germania), Anna
Dal Farra (Svizzera), Renzo Andrich
(Milano), Alberto Balzan (Singapore),
Martina Crepaz (Svezia), Patricia Madalozzo e Isabel Maizza (Brasile). Un
appuntamento, quello del 27 dicembre a Pedavena, deliziato anche dalla
bravura del giovane musicista Paolo
Fornasier che ha intrattenuto il pubblico presente con un concerto dove
ha suonato i suoi principali successi.
Non sono mancati gli interventi
delle autorità. In primis il vicesindaco di Pedavena Nicola Castellaz:
“Per il comune di Pedavena è un
onore ospitare questo incontro. Non
dimentichiamo la grande emigrazione del nostro paese verso il Brasile
dove, un secolo fa una nostra pae-
“Il Millennials è la generazione di
giovani nata nel secondo millennio e alla quale
bisogna assolutamente dare spazio. “Perché?
Hanno maggiore fiducia in se stessi, sono più
ambiziosi e negoziali. Sono più partecipativi e
hanno una maggiore propensione al rischio”.
Purtroppo i Millennials in Italia, a differenza
di altri Paesi, sono poco incoraggiati e di
conseguenza sono spinti ad emigrare”.
ALESSANDRO ROSINA
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L’esibizione di Paolo Fornasier
Marco Polo
La visita alla Fabbrica Pedavena
sana, Ana rech, fondò un quartiere”.
“L’emigrazione c’è sempre stata e
questo a dimostrazione che in fondo, non esistono confini, ma luoghi di
incontro. Grazie all’Associazione Bellunesi nel Mondo per quello che sta
facendo anche per la nuova mobilità
giovanile”: sono le parole del sindaco di Feltre Paolo Perenzin. Parole di
plauso anche da parte del senatore
Raffaella Bellot che ha voluto sottolineare l’importante missione che sta
portando avanti l’ABM e di come si
possa dare voce in Parlamento, attraverso la rete, alle nuove figure di
emigranti in continua crescita.
Sono nate anche interessanti
collaborazioni come quella con il Rotary Cadore-Cortina. La presidente
Claudia De Mario ha voluto proprio
ringraziare l’ABM per quanto fa e
per quello che ha in programma per
il 2014. “Grazie per la vostra presenza. Grazie per quello che fate. L’ABM
sta investendo risorse ed energia
per voi – questo l’intervento del presidente De Bona rivolto ai giovani di
Bellunoradici.net aggiungendo inoltre
che – dobbiamo essere riconoscenti
al dinamismo e alla preziosa collaborazione delle nostre Famiglie, venti
in provincia di Belluno e oltre centoventi all’estero”. Presenti all’incontro
anche alcuni partner di Bellunoradici.
net come Lattebusche, Cassa di Risparmio del Veneto e Dolomitiheart.
La giornata è continuata con il
pranzo presso la Birreria e la visita
guidata alla “Fabbrica di Pedavena”
resa possibile grazie alla gentile disponibilità del direttore Gianni Pasa.
MARCO CREPAZ
3
spiega a Kublai Khan che a
sostenere il ponte non sono
le singole pietre ma la linea
dell’arco.
Eppure il veneziano si mette
a descrivere le caratteristiche
e la collocazione più consona
di ogni singola pietra.
“Kublai Khan rimane silenzioso, riflettendo. Poi soggiunge: – Perché mi parli delle
pietre? È solo dell'arco che
mi importa.
Polo risponde: «Senza pietre
non c'è arco».
Le pietre
sono le persone,
i nodi della rete.
Valorizzare la rete
significa valorizzare
le persone,
chi sta alle due
estremità del ponte
e chi lo attraversa
Da Le città invisibili”
di Italo Calvino
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Il pubblico presente
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La City di Londra
LONDRA
GIOVANI ITALIANI CHE ARRIVANO E CHE PARTONO
I
taly is my country, London my
town!” L’Italia è il mio paese, Londra la mia città. Giuliana me lo
lancia di getto, con sorprendente
entusiasmo giovanile. Come i tantissimi giovani che arrivano a Londra,
ecco una vita che si sta costruendo
su due sponde. A lei, di ritorno da
un breve weekend in Italia “Com’è la
gente laggiù?” provo a chiedere. “Triste, scura, preoccupata... da far paura!”. Mi risponde, aggiungendo:“Qui
la gente almeno ancora sorride. Per
davvero! Di qualsiasi colore tu sia ti
guarda in faccia. Perfino al supermercato la cassiera ti rivolge un “How are
you?”(Come stai?) senza conoscerti
affatto. Sono le buone maniere che
umanizzano la vita. “Da noi si grida
per ottenere” mi fa, “qui, no, solo con
le buone maniere.” Un altro mondo.
Un’altra cultura, senz’altro. Thomas,
anche lui sbarcato recentemente:
“C’è un mondo di bella gente. Molto disponibili. Ti danno sempre una
mano”. E Andrea, qui da nove mesi,
come si trova? Si è innamorato della
città. “Anche se la vita è dura, - aggiunge subito - qui si combatte per
davvero!” Tanti fanno ritorno, lottare
non è il loro destino. D’incanto, tutti
questi giovani si accorgono terribilmente della chiusura in cui siamo avvolti in patria (…)
Pietro… ha perfino male ai piedi. Ha fatto il giro di mezza Londra
presentandosi e distribuendo il suo
curriculum. E ascolta Filippo e le sue
raccomandazioni: “Non demordere,
insisti.Devi mettere anche il volontariato in associazioni nel tuo curriculum: qui conta tantissimo!” È vero, qui
si guarda nel profilo anche l’apertura
di interessi, l’impegno sociale. Ma
guai se questi giovani leggessero le
parole di Mandela davanti al parlamento di Westminster, ai piedi della
sua statua con una montagna di fiori:
“Una nazione dovrebbe essere giudicata da come tratta non i cittadini
4
più prestigiosi, ma i cittadini più umili.”
Arrossirebbero di rabbia per la nostra
patria!
Anna, invece, frequenta London
School Economics, LSE in sigla, una
prestigiosa università di Londra. È un
po’turbata dall’ultima lezione: per i
suoi insegnanti, infatti, l’Italia è diventata un caso da manuale. La storia
di una nazione prosperosa, imprenditoriale e creativa, che in vent’anni
ha saputo dilapidare tutto il suo patrimonio. E si avvia decisamente verso
la terzo-mondializzazione. “È un vero
peccato!” sa solo aggiungere, con
voce amara.
Per trovare le cause, tra l’altro, ci
aiuta una convinzione del leader sudafricano che il mondo ora rimpiange:
“I veri leaders devono essere in grado
di sacrificare tutto per la loro gente!”
All’opposto di quanto avvenuto in Italia. A parte uno di nome Francesco.
Renato Zilio
missionario scalabriniano a Londra
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luxottica
CON UN FATTURATO NETTO PARI A
7,1 MILIARDI DI EURO NEL 2012, CIRCA 70.000 DIPENDENTI E UNA SOLIDA
PRESENZA GLOBALE, LUXOTTICA È
LEADER NEL DESIGN, PRODUZIONE,
DISTRIBUZIONE E VENDITA DI OCCHIALI DI FASCIA ALTA, DI LUSSO E
SPORTIVI
F
ondata nel 1961 da Leonardo
Del Vecchio, da sempre impegnato nella protezione degli occhi e nella valorizzazione di volti
di donne e di uomini, Luxottica Group
è oggi una grande realtà verticalmente
integrata operante nel settore della produzione e distribuzione di montature da
vista e da sole di elevata qualità tecnica
e stilistica.
L’attenzione costante al processo
di ricerca e sviluppo, l’innovazione tecnologica, l’adeguamento alle evoluzioni
del mercato, nel rispetto delle persone e
dell’ambiente, hanno condotto Luxottica ad un’espansione su scala mondiale.
/ Produzione
I prodotti del Gruppo sono progettati e realizzati in sei impianti produttivi in Italia, in due, interamente
controllati, in Cina, in uno in Brasile e
in uno negli Stati Uniti, dedicato alla
produzione di occhiali sportivi.
// Marchi
I prodotti di Luxottica sono noti in
tutto il mondo e si contraddistinguono per il design eccellente e l’elevata
qualità. Il portafoglio marchi è forte e
ben bilanciato: tra i marchi propri figurano infatti Ray-Ban, uno dei brand di
6
occhiali da sole più conosciuti a livello mondiale, Oakley, Vogue, Persol,
Oliver Peoples, Alain Mikli, Arnette,
mentre i marchi in licenza includono
Bvlgari, Burberry, Chanel, Coach,
Dolce & Gabbana, Donna Karan,
Paul Smith, Polo Ralph Lauren, Prada, Stella McCartney, Tiffany, Tory
Burch, Versace, e, dal 2013, Armani.
/// Distribuzione Wholesale
La distribuzione wholesale tocca
130 paesi su tutti i continenti e si avvale di 20 centri distributivi e di oltre
40 filiali commerciali, che consentono
Luigi Francavilla - vice presidente
Andrea Guerra - Amministratore delegato
una presenza diretta nei mercati più
importanti. Significativa è la penetrazione nei mercati emergenti e in
aumento quella nei nuovi canali rappresentati dai department store, dagli
aeroporti e dalle stazioni ferroviarie.
//// Distribuzione Retail
Al controllo diretto del Wholesale
si affianca un esteso network Retail
per i segmenti vista e sole.
Nel segmento Retail vista Luxottica Group è presente in America con
le insegne LensCrafters e Pearle Vision, in Asia-Pacifico con OPSM e,
Laubman & Pank, in Cina con LensCrafters e in America Latina con
GMO. Nel segmento Retail sole, il
Gruppo gestisce oltre 2.700 negozi
dislocati in Nord America, America
Latina, Asia-Pacifico, Sudafrica, Europa e Medio Oriente, principalmente
a marchio Sunglass Hut.
Negli Stati Uniti, il Gruppo è inoltre
uno dei maggiori operatori nel Managed Vision Care attraverso EyeMed,
nonché secondo player nella lavorazione delle lenti, potendo contare su
un network di cinque laboratori centrali e su oltre 900 laboratori interni ai
negozi LensCrafters.
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///// Oakley
Il marchio Oakley consente infine
un forte presidio del mercato del canale sportivo sia a livello Wholesale che
Retail, attraverso la catena di negozi
monomarca “O” stores. In questi punti
vendita il Gruppo propone un’ampia
gamma di abbigliamento, scarpe, zaini
e altri accessori a marchio Oakley ,oltre ai noti modelli di occhiali da sole.
I prodotti a marchio Oakley includono
abbigliamento da uomo e da donna,
nonché scarpe e accessori per il surf,
gli sport invernali, il golf, il motociclismo, il ciclismo e altri lifestyle sportivi.
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Leonardo Del Vecchio - presidente
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Ai piedi del Civetta
il più bel rifugio delle Dolomiti
È
diventata subito un’attrazione turistica la Grande
Baita Civetta, inaugurata all’inizio della stagione
sciistica ai Piani di Pezzé, punto di riferimento
dello Ski Civetta, il più grande comprensorio del
Veneto e una delle punte di diamante di Dolomiti Superski.
Tre piani, un’ampia terrazza, oltre 500 posti a sedere,
il fabbricato è stato realizzato secondo i più moderni criteri
di efficienza energetica, e si presenta arredato e rifinito
con molto gusto. Investimento della famiglia di Luigi Francavilla, presidente di Luxottica Srl e braccio destro di Leonardo Del Vecchio, il rifugio è gestito da Renato De Zordo.
Propone un’area self-service e un ristorante “a la carte”
oltre ai servizi connessi, Internet incluso.
«È certamente il più bel rifugio delle Dolomiti», chiosa convinto Sergio Pra, presidente di Dolomiti Stars. «E
sarà la nuova piazza del paese», aggiunge altrettanto entusiasta il sindaco di Alleghe, Gloria Pianezze. Facilmente
raggiungibile in cabinovia, o con gli sci ai piedi o d’estate
con la mountain bike, la Grande Baita Civetta è un’opera
8
che fa onore anche a chi l’ha costruita: l’impresa Deon di
Belluno per la parte strutturale, Rasom di Predazzo per
la parte in legno, la direzione lavori con l’ingegner Felice
Gaiardo.
Ristoro degli sciatori, degli escursionisti, degli amanti
della natura all’aria aperta, la Grande Baita è una novità
assoluta che accresce le capacità competitive dell’area
Civetta e che fa da traino a un turismo sempre più alla
ricerca del benessere dei propri clienti.
«Abbiamo impiegato la moderna tecnologia costruttiva del legno», spiega l’ingegner Gaiardo, «realizzando
strutture portanti, e di tamponamento e isolamento, aventi
elevate qualità dal punto di vista termico e tecnologico».
Complimenti per quest’importante progetto alla famiglia Francavilla che così conferma la passione e l’amore
per l’Agordino e le sue bellezze, di cui il Civetta è simbolo
ed icona.
maurizio busatta
I
l GDS DOLOMITI “E. Fermi”, Gruppo Divulgazione Scientifica, è
un'associazione no profit con sede
a Belluno, il cui obbiettivo è la diffusione della conoscenza scientifica.
L'idea è quella di offrire alla popolazione locale l'opportunità di confrontarsi con queste tematiche in una sorta di “invito alla comunicazione”, una
condivisione di quel patrimonio di conoscenze che può esplicarsi soltanto
attraverso la partecipazione collettiva.
In particolare, pur avendo un orizzonte più ampio, questo progetto trova
la sua naturale collocazione a Belluno, terra in cui la richiesta di cultura
è pressante, ma spesso difficile da
soddisfare anche a causa della distanza dai grandi centri intellettuali
tradizionali.
L'idea di creare il Gruppo nasce
nell'estate 2006 dalla passione per la
scienza di due ex compagni del corso di laurea in chimica a Ferrara. L'iniziativa sembrava destinata a morire
sul nascere, invece ha preso forma
in poco tempo, grazie alla dedizione
del Presidente Dott. Fabiano Nart e
all'entusiasmo con cui si sono aggregati gli attuali Consiglieri, nonché
all'interesse e al contributo determinante di associazioni locali. Il Gruppo
ha inoltre ottenuto l'appoggio di personaggi illustri della comunità scientifica, nazionale e non solo; tra gli altri: il
Prof. Alfonso Bosellini, luminare nella
geologia delle Dolomiti; il Dott. Gabriele Vanin, Presidente dell'AAF Rheticus di Feltre (Associazione Astrofili
Feltrina) e Presidente emerito dell'UAI
(Unione Astrofili Italiana); il Prof. Carlo
Barbante, ordinario di Chimica presso l'Università di Venezia e massimo
esperto a livello mondiale sul tema
delle polveri cosmiche; il Prof. Piero
Gianolla, coordinatore scientifico per
il dossier di candidatura delle Dolomiti a patrimonio mondiale dell'umanità
UNESCO; il Prof. Alessandro De Angelis, ordinario di Fisica Sperimentale
all'Università di Udine e al Politecnico
di Lisbona
Le iniziative che il Gruppo propone al pubblico sono le più varie: la
rassegna “Dolomiti in Scienza”, che
si tiene ogni inizio anno a Belluno in
collaborazione con la Biblioteca Civica, è diventata un appuntamento di
spicco tra le manifestazioni scientifiche in Italia; le conferenze, proposte
di propria iniziativa o su invito, sono
sempre molto apprezzate.
Il Gruppo tiene anche lezioni nelle scuole e ha organizzato diverse
escursioni guidate sul terreno per i
propri associati. Dall'autunno 2008
al giugno scorso è stato ospite sulle frequenze di Radio Belluno, prima
con “Pillole di Scienza” e quindi con
"Note di Scienza", brevi trasmissioni
ideate per portare spunti scientifici direttamente nelle case della gente.
Da ottobre 2010 propone sul proprio sito un giornalino – il “Gatto Di
Schrödinger” - incubatore di articoli
scientifici e brevi rubriche; i contenuti
sono scritti principalmente dai componenti il Consiglio Direttivo e dai
9
soci, ma l'obbiettivo, soprattutto, è
che sul “Gatto” i ricercatori possono
pubblicare un estratto delle proprie
ricerche e i giovani laureati la sintesi
delle proprie tesi.
Nel 2010 il gruppo ha partecipato come lead partner ad un progetto
Interreg Italia-Austria per il turismo
culturale.
Dal 2012 il GDS tiene dei laboratori didattici per gli studenti delle
scuole elementari, medie inferiori e
superiori, con l'intento di avvicinare i
più giovani alla scienza.
Tutte le iniziative aperte al pubblico sono assolutamente a titolo
gratuito; il sostentamento per le numerose attività proviene dai patrocini,
dagli sponsor e soprattutto dai nostri
preziosi soci. Ad oggi vantiamo un
centinaio di iscritti, tra cui anche soci
"internazionali" e circa trecento simpatizzanti.
Come ultima curiosità, il nostro
logo contiene un'immagine insolita,
ma dal profondo valore scientifico:
un frattale, ovvero un elemento geometrico irregolare, ma costituito da
elementi uguali a loro stessi riprodotti
in scala sempre più piccola. La nostra scelta è caduta proprio su questo tipo di frattale in quanto ricorda la
forma di un'ammonite e, contemporaneamente, rappresenta una matematica molto complessa e dà l'idea
di dinamicità.
informazioni e contatti:
www.gdsdolomiti.org
[email protected]
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Gruppo
Divulgazione
Scientifica / Dolomiti
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IL DOLOMITI IN SCIENZA 2014
Giunto all'ottava edizione, questo appuntamento rappresenta l’evento di spicco nel calendario del GDS. Il programma prevede, come di consueto, cinque incontri, ognuno con la partecipazione di due relatori; lo svolgersi degli argomenti seguirà il virtuale filo conduttore delle scienze in un affascinante viaggio intellettivo che dagli aspetti più teorici ci
condurrà fino alla nostra realtà quotidiana. Oltre ai componenti del Gruppo, ad offrire gratuitamente alla cittadinanza
la propria esperienza e cultura saranno personaggi illustri della comunità scientifica, nazionale e non solo, quali il prof.
Sebastiano Sonego, dell'Università di Udine, la dott.ssa Damaris Selle, dell'ARPAV di Belluno, la dott.ssa Valentina
Saitta, biologa freelance e la dott.ssa Laura Vidalino, dell'Università di Trento.
Tutti gli incontri, organizzati in collaborazione con la Biblioteca Civica di Belluno, si terranno presso la sala E. Dal
Pont “Bianchi”, in V.le Fantuzzi, 11 - Belluno, con inizio alle ore 17:00. La cittadinanza è invitata a partecipare,
ingresso gratuito.
Sabato 11 gennaio
/ Darwin e il cosmo. Evoluzione delle specie ed evoluzione dell'universo Prof. Sebastiano Sonego (Univ. Udine)
Lo sviluppo della cosmologia nel XX secolo ha mostrato come l'esistenza delle strutture cosmiche (stelle, galassie,
ammassi di galassie) sia fortemente condizionata dai valori di pochi parametri che intervengono nelle leggi fisiche.
Sorprendentemente, valori leggermente diversi corrisponderebbero a condizioni talmente diverse da quelle usuali,
che lo sviluppo della vita non sarebbe possibile. Il nostro universo appare quindi regolato con molta precisione in
modo da consentire l'esistenza di esseri viventi. Applicando un ragionamento tipico della teoria evoluzionistica,
mostrerò come queste "coincidenze cosmiche" suggeriscano l'esistenza di una moltitudine di regioni, al di là
dell'universo visibile.
// La qualità dell´acqua dei laghi alpini Dott.ssa Damaris Selle (Arpav Belluno)
Nel territorio della provincia di Belluno sono presenti numerosi laghi sia naturali che artificiali. Tra i primi figurano
quelli di Misurina, oltre a quelli di Alleghe e Santa Croce, che pur essendo di origine naturale, in seguito sono stati
chiusi da dighe artificiali per permettere il controllo del deflusso e aumentarne la capacità d'invaso. Tra i laghi artificiali vi sono quelli di Santa Caterina, Centro Cadore, Mis, Corlo. Oltre a questi sono presenti, soprattutto in alta
quota, oltre 120 laghetti che nel 70% dei casi non superano l’ettaro di superficie. L’attuale normativa ambientale
(D.Lgs 152/2006 e Decreto Ministeriale 260/2010) ha dato molta importanza agli elementi di qualità biologica o
EQB (macroinvertebrati, macrofite, fitoplancton, fauna ittica) per la stima della qualità ambientale lacustre. In particolare, gli studi del lago di Misurina conosciuto fin dai tempi antichi come la “Perla delle Dolomiti”, famoso connubio
fra la limpidezza delle acque e l’anfiteatro dolomitico che vi si rispecchia e del lago di Alleghe, il lago del mistero,
specchio della catena del Civetta, ben esprimono la ricchezza biologica micro e macroscopica lacustre del territorio
bellunese.
Sabato 25 gennaio
/ Acqua, calce e cemento: la chimica del muratore Dott. Fabiano Nart (GDS)
Quello del muratore è un lavoro duro e umile, ma al contempo arte, il muratore riesce a costruire un muro, un tetto, una casa. Il tutto partendo da semplici materie prime, ad esempio calce, cemento ed acqua. Ma ci siamo mai
chiesti che cosa accade una volta che, ad esempio, il calcestruzzo viene gettato? Come mai indurisce col tempo?
Perché dopo aver disarmato il getto, il calcestruzzo è caldo? Perché un solaio deve rimanere armato per 28 giorni?
Da dove derivano queste semplici materie prime che hanno permesso il progresso dell´uomo? Il dott. Nart, forte
anche di una esperienza estiva lunga parecchi anni come manovale, accompagnerà il pubblico nell'affascinante,
ma complessa chimica del muratore. Dopo alcuni cenni storici verrà illustrato come si creano le materie prime
necessarie al muratore, per poi tuffarci nelle numerose reazioni chimiche che hanno luogo e che trasformano una
miscela eterogenea e liquida in un composto solido. Ed altro ancora della chimica del muratore verrà svelato!
// Fisica a Cinque Cerchi Dott. Alex Casanova (GDS)
Dal 7 al 23 febbraio 2014 si svolgeranno a Sochi i XXII Giochi Olimpici invernali, l'avvenimento sportivo dell'anno.
I Giochi Olimpici costituiscono un traguardo fondamentale nella carriera di uno sportivo: vincere l'oro olimpico è
paragonabile per un fisico alla conquista del Premio Nobel. Ma quanta fisica si nasconde nello sport? Quali principi
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Sabato 8 febbraio
/ Sperimentazione animale: pratica inutile o risorsa necessaria? Dott.ssa Laura Vidalino (CIBIO - Univ. Trento)
Il tema della della sperimentazione animale è un argomento etico-scientifico estremamente delicato che, di recente,
ha infiammato il dibattito presso l'opinione pubblica e tra i rappresentanti delle istituzioni. Al fine di creare un punto di
contatto tra il mondo della ricerca e la società, la dott.ssa Vidalino relazionerà sul tema della sperimentazione animale.
L'idea è quella di diffondere le conoscenze sulla ricerca informando anche chi non fa parte del mondo scientifico su
come essa si svolge, su cosa sono le 3R (Reduction, Refinement, Replacement) e su come influiscono sul benessere
degli animali da laboratorio, su cosa significa utilizzo di un modello animale, perché si usa questo modello e perché la
comunità scientifica lo reputa valido.
// Tingere con la natura delle Dolomiti Dott.ssa Valentina Saitta (biologa freelance)
Tingere con la natura delle Dolomiti" viaggio tra i vegetali tintorei spontanei e coltivati nel territorio Dolomitico...parlando
di vegetali (piante, ortaggi, cortecce e tintorie pure) tintorei tipici con un accenno storico della tintura naturale (pratico
su vari tessili e filati) e trasportando l'auditore nella flora e vegetazione spontanea tintoria reperibile nell'arco dolomitico
(es. sambuco, equiseto, fitolacca cortecce varie) oltre a quella coltivata (ortaggi, frutta etc) per tavole di colore.
Sabato 22 febbraio
/ La matematica è rock! Suggestioni numeriche a tempo di musica Ing. Paolo Alessandrini (GDS)
Ci sono dischi che hanno fatto la storia della musica rock e che ancora oggi, a molti anni dalla loro uscita, sono amatissimi dai fans e vendono milioni di copie. Ma non tutti sanno che dietro quelle copertine, all'interno dei testi e tra le note
di quelle canzoni, si celano alcune sorprese matematiche. Numeri primi, geometrie esoteriche, vertiginose strutture
ricorsive, moderni bit e antica saggezza orientale: ebbene sì, il rock è anche questo! Aiutato da assistenti d'eccezione
(Beatles, Pink Floyd, Led Zeppelin, Queen, solo per fare dei nomi), Paolo Alessandrini guiderà il pubblico in un viaggio
sorprendente. Rigorosamente a tempo di rock'n'roll.
// Lo strano caso della fusione fredda Dott. Giovanni Pellegrini (GDS)
Il 23 marzo 1989 una conferenza stampa sconvolgeva il mondo della fisica. Martin Fleischmann e Stanley Pons dichiaravano di aver ottenuto un processo di fusione nucleare a temperatura ambiente: un risultato che se verificato
avrebbe comportato incalcolabili conseguenze tecnologiche e sociali. Ripercorreremo gli eventi che hanno portato a
quella controversa conferenza stampa, come quelli che ne sono scaturiti, la caccia alla fusione scatenatasi in tutti i più
importanti laboratori del mondo, le polemiche, le controversie e le rivalità, per arrivare fino ai giorni nostri.
Sabato 8 marzo
/ Viaggio di un granello di sabbia: il ciclo litogenetico Dott. Manolo Piat (GDS)
“Legata ad un granello di sabbia”, cantava Nico Fidenco nel 1961. Se fosse davvero possibile rimanere uniti a questi
corpuscoli e seguirli nel loro percorso attraverso la litosfera, la porzione più esterna del nostro pianeta, ci troveremo
a sperimentare situazioni del tutto inusuali, passando dalla tranquillità di una spiaggia alle condizioni dell'erosione ad
opera degli agenti atmosferici, attraverso le elevate pressioni e temperature dell'ambiente diagenetico. Il dott. Piat ci
guiderà in questo viaggio virtuale, della durata di milioni di anni, in una sorta di "andata e ritorno" dalle coste marine
fino alle cime dolomitiche.
// Tommaso Antonio Catullo, un bellunese dimenticato Dott. Maurizio Alfieri (GDS)
Chi fu Tommaso Antonio Catullo? Chi conosce questo naturalista dell’800 che dedicò la sua intera vita allo studio
della geologia e mineralogia del territorio bellunese? La vita scientifica di questo studioso è emblematica per farci
capire, al di la dei suoi grandi meriti, come siamo tutti proiettati ad elevare agli onori delle cronache e della ribalta personaggi di dubbia capacità e ci dimentichiamo dei nostri conterranei del passato che si sono prodigati per lo sviluppo
scientifico ed hanno portato in alto e fatto conoscere il nostro territorio, non solo in tutta Italia, ma anche nei più grandi
ed importanti paesi europei. Un viaggio nella geologia del bellunese nel XIX esimo secolo che farà meditare su come,
con le poche conoscenze di allora e senza l’ausilio delle tecnologie che ci sono familiari, Catullo abbia avuto delle intuizioni che oggi sembrano poca cosa, ma che per quei tempi furono assolutamente rivoluzionarie.
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bellunoradici.net > newsletter GENNAIO 2014 / 1
fisici si trovano applicati nelle diverse discipline olimpiche? In questo seminario il dott. Casanova analizzerà alcuni sport
invernali con la lente di ingrandimento del fisico, per scoprire come la conoscenza delle leggi fisiche e la loro corretta
applicazione permettano non solo di capire il perché dei gesti atletici ma anche di far evolvere le stesse discipline
sportive.
bellunoradici.net > newsletter NGENNAIO 2014 / 1
Novant’anni fa nasceva Mario de Donà
Eronda, grafica
bellunese di qualità
R
icorre quest’anno il novantesimo anniversario dalla
nascita di Mario de Donà, in
arte Eronda, nato nel 1924 a
Treviso, da una famiglia originaria di
Lorenzago di Cadore, e deceduto a
Trieste nel 2009. È stato uno dei più
grandi designer italiani del ‘900.
Ancora studente agli inizi degli
anni ’40 cominciò a pubblicare suoi
lavori su giornali e riviste. La sua prima mostra ebbe luogo nel 1944 a
Belluno e si intitolava «Figurine diaboliche infernali di scheletri e fantasmini». Diplomatosi Maestro d’Arte
all’Istituto d›Arte di Venezia nel 1947
fu poi per dieci anni docente in vari
istituti statali di Belluno.
Negli anni Cinquanta, oltre che
all’attività di pittore e disegnatore,
cominciò ad occuparsi di design creativo architettonico. Nel 1960 fu presentato a Milano da Bruno Munari,
il che gli aprì le strade di varie città
italiane ed europee dove espose più
volte con grande successo.
Nel 1967 fu il promotore della mostra pittorica di Dino Buzzati, organizzata dai Lions all’Auditorium di Belluno, della quale curò l’allestimento
ed il catalogo che il grande scrittore
giornalista bellunese autografò così:
«A Mario De Donà con molta gratitudine per la passione e soprattutto il
gusto, la bravura e l’intelligenza con
cui ha preparato questa mia mostra
e impaginando squisitamente questo
libretto. Affettuosamente, Dino Buzzati. 3-7-67 ».
Dopo il premio «Dattero d’oro» (Bordighera, 1969) sul tema «La
luna», ebbe successo a Montreal
(1971) e all’Old Vic di Londra (1977).
Nel frattempo nel 1973 fu presidente
di giuria a Skopje per la grande mostra organizzata a dieci anni dal terremoto per ringraziare il mondo per
l’aiuto ricevuto.
Dal 1985 al 1995 continuò l’attività producendo contributi originali
per la tipografia, l’editoria, l’immagine
pubblica partecipando alle mostre in
Italia ed in vari Paesi europei. Importante, nel 1994, l’omaggio a Federico
Fellini per la Biennale dell’umorismo
d’arte di Tolentino. Nel 2003 gli fu
assegnato il Premio speciale “Sandro Carlesso” per la sperimentazione
grafico-stilistica alla 35ª edizione della rassegna internazionale di grafica
umoristica “Umoristi a Marostica”,
nonché il Premio dell’Arte Leggera
“Marco Biassoni” a Humour di Gallarate.
Ritiratosi ufficialmente dall’attività professionale, e trasferitosi con la
famiglia a Trieste, continuò sempre
ad inventare immagini con humour
così come ha fatto per un’intera vita
nell’“Eronda Graphic Studio” di Belluno.
Gran parte della grafica pubblicitaria di note aziende, non solo in provincia di Belluno, porta la sua firma a
conferma che, con il suo nome, egli
ha onorato il territorio d’origine per
valentìa artistica, spirito innovativo,
senso dell’humor, amore e conoscenza profonda del suo amato Cadore dove oggi riposa nel cimitero di
Lorenzago.
Dino Bridda
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Eronda con la moglie e Dino Buzzati
Eronda con Bruno Munari
Cartolina ufficiale firmata da Eronda
bellunoradici.net > newsletter GENNAIO 2014 / 1
San Martino nel Duomo di Belluno
SAN MARTIN
La storia la ne dis
che San Martìn
par cuèrder da la pioca ‘n porecàn,
senza pernsarghe
gnanca ‘n s-ciantenìn,
l’à fat, an dì, doi toc del so gabàn.
Par ricordàr sto sior tant generoso,
sul Nevegàl, do sot al Visentìn,
a à batedà ‘n albergo assai grazioso
col nome de sto Santo:
“San Martìn”.
L’è ‘n albeghèt indove che ‘l cliente
al vien tratà pì mejio che in fameja.
“E’ un posticin calduccio
ed accogliente”
Insoma proprio bel, ‘na meraveja!
Ma co i te porta ‘l conto, porcocàn,
Modi de dir
& Modi de far
Al par che tu àpie le man da puina
Sembra che tu abbia le mani da ricotta
Modo di fare sbadato, non riuscire a tenere in mano qualche oggetto
Sto colpo tu l à catà ti, quel delformai!
Questa volta hai trovato quello del formaggio!
Incontrare persona che non permette di fare quello che si vuole. Dicasi
di persona che impone le regole da rispettare
di Renato Zanolli
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sarà cambià la storia, no lo so,
no l’è pì ‘l Santo a darte ‘l so gabàn,
ma ti che te ghe lassa ‘l paletò!
Però l’è cussì bel in promavera
gustar an goto drio le so verande
che mi ghe lasse, infati, volentiera
anca i calzèt, le braghe
e le mutande.
Ugo Neri
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Al circo
Buffalo Bill
la partecipazione di un folto pubblico bellunese
D
ietro al leggendario pseudonimo di Buffalo Bill si cela il
vero nome del colonnello
americano William Frederick
Cody (1846-1917), vita avventurosa e
spericolata.
Da giovane fu corriere del Pony,
cacciatore di bisonti per sfamare gli
operai che costruivano la ferrovia dal
Kansas al Pacifico, combattente nella Guerra Civile Americana, esploratore del tenente colonnello George
Armstrong Custer del 7° Cavalleria,
personaggio e militare fra i più controversi della storia americana.
Dopo essere stato deputato nello
stato del Nebraska nel 1883 fondò
assieme all’attore drammatico Nate
Salsbury il famoso Wild West Show,
una specie di circo nel quale si esibi-
vano cow-boys e indiani, una squadra di tiratori scelti, spettacoli circensi
che raccontavano e raffiguravano il
mitico Far West.
Con il Wild West Show Buffalo Bill
venne in Europa tre volte, in Italia due
volte. Nel 1890 fu ricevuto dal Papa
assieme ad alcuni pellirosse del seguito. Poi ritornò in Italia nel 1906.
Il Wild West Show era uno spettacolo con 500 cavalli e 800 uomini. Per
trasferire e trasportare tutta la troupe
erano necessari cinque treni speciali
per una lunghezza di un chilometro.
Per l’accampamento era necessaria
un’area non inferiore ai 40.000 metri
quadrati.
Negli spettacoli non v’erano solo
gli attesissimi indiani. L’originale idea
di Buffalo Bill era lo spettacolo offer-
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to dalla riproduzione viaggiante delle
ultime battaglie degli Stati moderni del secolo, in cui si esibivano veri
protagonisti ingaggiati oltre che in
America anche in Europa e in altre
parti del mondo, come i soldati inglesi che avevano servito Baden Pawell,
gli americani della Milizia Civile degli
Stati Uniti, gli arabi delle tribù beduine
con le loro caratteristiche scimitarre,
i cosacchi del Caucaso, i messicani,
una rappresentanza di Samurai giapponesi, ovviamente non mancavano
le esibizioni di cow-boys e indiani, fra
cui il famoso capo Toro Seduto e tiratori scelti.
Gli spettacoli che si avvicendarono erano un susseguirsi di dimostrazione di forza, di tornei e duelli,
rappresentazioni spettacolari come
piumato, gli altri due inalberavano in
testa una piuma tenuta da una colorata cinta.
Missy all’imbarcadero forse per
paura dell’acqua non volle salire sulla
gondola. Stabilirono che lei attendeva
a terra il ritorno della comitiva. Buffalo
Bill ordinò ad un indiano di rimanere
con lei per proteggerla e attendere il
loro ritorno sostando al tavolo esterno dell’osteria-ristorante che si trovava vicino l’imbarcadero.
Buffalo Bill e gli indiani salirono
sulla gondola che percorse il Canal
Grande fino ad arrivare a Piazza San
Marco, dove finalmente gli americani ebbero un momento di stupore e
meraviglia nel vedere la Piazza e la
Basilica di San Marco, ritenendo il resto dello spettacolo offerto dalla città
sull’acqua una normalità.
Un cicerone improvvisato raccontò agli americani le bellezze artistiche
della Piazza, dei palazzi, dei monumenti e narrò della vita dei Dogi che,
il colonnello William Frederick Cody
semplificò, paragonandoli all’attività dei presidenti delle Repubbliche
Americane.
Conclusa la visita alla celebre
Piazza e alla storica Basilica di San
Marco, la comitiva risalita sulla gondola con l’aggiunto cicerone attraversato il Canal Grande raggiunse al
ristorante Missy e l’indiano in attesa.
Riunita la comitiva, tutti assieme
pranzarono degustando una fragrante dorata frittura di pesce accompagnata da fette di polenta abbrustolita,
menù molto gradito ed apprezzato
dai conviviali.
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A questo punto accadde uno
sgradevole imprevisto. Mentre la comitiva s’accingeva a lasciare il locale,
improvvisamente un indiano abbracciò una donna ospite del ristorante.
Un gesto inconsunto. Temendo il
peggio il colonnello William Frederick
Cody alias Buffalo Bill, impugnò l’inseparabile Colt e, puntandola contro
l’indiano, gli intimò di lasciarla. L’indiano all’istante ubbidì, poi s’inginocchiò chiedendo scusa dell’accaduto
a Buffalo Bill.
Ristabilita la quiete e in parte l’atmosfera, Buffalo Bill e Missy preso
posto sulla carrozza e, seguiti dagli
indiani a cavallo, s’avviarono alla volta
di Treviso.
Il giorno successivo la grande e numerosa carovana del circo Wild West
Show partì per raggiungere la città di
Trieste, dove nei giorni successivi diede
spettacolo richiamando il pubblico delle
grandi occasioni dal Friùli Venezia Giulia,
dall’Austria, dalla Slovenia e Croazia.
Il grande e atteso spettacolo circense terminò nel capoluogo giuliano il tour
italiano ed europeo.
Il colonnello americano William
Frederick Cody alias Buffalo Bill fu un
grande e leggendario personaggio,
quando giunse nel 1906 in Italia con
lo spettacolo del Wild West Show
contava sessanta anni. Inclementi le
cronache del tempo ricordano che
era un’autorità in declino.
Per tutti sarà e resterà per sempre
Buffalo Bill, un’icona del mito americano.
Renato Zanolli
bellunoradici.net > newsletter GENNAIO 2014 / 1
l’attacco alla diligenza degli indiani.
Dopo essersi esibito con successo in
America, Buffalo Bill fece una tournée
trionfale in Europa. Allo spettacolo di
Londra nel 1887 assistette anche la
Regina Vittoria.
Nel mese di marzo 1906 il Wild
West Show iniziò la tournée europea
a Parigi, poi fece scalo a Genova,
seguirono spettacoli in Piemonte, Toscana, Emilia, Umbria, Marche, ancora due tappe in Emilia Romagna, una
lunga permanenza in Lombardia, poi
nel Veneto a Verona (in Arena 12.000
spettatori), seguirono gli spettacoli a
Vicenza e a Treviso dove arrivarono
treni affollatissimi di spettatori dalle
isole e dall’entroterra veneziano, dal
bellunese e dal pordenonese. Costo
del biglietto 5 – 8 lire.
In queste città le cronache riportano commenti sullo spettacolo ponendo l’accento sui costumi variopinti dei circensi, l’abilità a cavallo dei
cow-boys, l’impassibilità degli indiani
in ogni situazione.
La pubblicità sui giornali locali che promuoveva lo spettacolo del
circo prometteva: La celebrità delle
pianure, il Re di tutti, riprodurrà fra
noi le gesta compiute attraverso il
continente americano, si mostrerà
nell’abilità ad uccidere gli Siux (così
scritto, ndr), e terminerà lo spettacolo
con l’apoteosi della pace e la danza
delle nazioni.
Il cronista della Gazzetta del
Popolo descrivendo lo spettacolo,
raccontò: Gli sguardi della folla si rivolsero con curiosità vivissima sulle
pelli-rosse, le quali fecero il loro ingresso galoppando vertiginosamente
intorno alla pista, ed emettendo grida
altissime e disordinate, proprio come
gli indiani che aggrediscono il treno.
Terminato lo spettacolo a Treviso,
Buffalo Bill promise a Missy (amante
e tiratrice scelta):
“Domani andiamo a Venezia, ti
porterò a far un giro in barca”.
Il giorno successivo il colonnello
americano William Frederick Cody,
alias Buffalo Bill e Missy accompagnati da cinque indiani a cavallo raggiunsero Venezia in carrozza.
Buffalo Bill indossava casacca e
pantaloni a righe e ai fianchi l’immancabile fodero con le pistole Colt, i tre
capi indiani portavano il copricapo
bellunoradici.net > newsletter NGENNAIO 2014 / 1
Ranunculus plavensis
Scoperta una nuova specie floreale tutta bellunese
“R
anunculus plavensis”.
È il nome della specie
floreale non ancora descritta e costituisce una
rarità tutta bellunese.
Una tipologia particolare di ranuncolo che, come dice il nome latino, è
legata alla vicinanza al corso del Piave.
A segnalarne l’esistenza in provincia di Belluno sono gli studi dei due
botanici bellunesi Carlo Argenti e Cesare Lasen.
Il “Ranunculus plavensis” è una
specie che fino a poco tempo fa era
stata sempre confusa con il ranuncolo
“tradizionale”, ma che invece presenta caratteristiche inedite, riconoscibili
da un occhio esperto osservando le
foglie basali: nel caso del ranuncolo
“del Piave” si nota infatti la presenza
di foglie quasi intere e di foglie invece
settate. Un tratto distintivo che rende
questa specie diversa da tutte le altre.
Questo particolare ranuncolo è
diffuso soprattutto nella zona di San
Fermo e del Boscon, dove in primavera sui prati si vedono spuntare questi fiori di colore giallo, e nelle località
di Villiago, Triva, Pasa, Landris, Oregne, fino a Celarda e Collesei.
Alcune fioriture sono state rilevate
anche a Cornuda, al bosco del Fagarè, e in Friuli, precisamente a Cessalto.
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Si tratterebbe comunque di una
specie che trova il proprio luogo di
elezione in territorio bellunese, con
bacino principale di gravitazione il fiume Piave. In sostanza, una specificità
del territorio della nostra provincia.
L’esistenza di questa specie è
un’ulteriore testimonianza della ricchezza dal punto di vista floreale del
territorio (le specie di genere “ranunculus” finora descritte sono circa una
trentina), che è stato molto studiato
e ha visto operarvi botanici di tutto
rispetto, uno tra tutti Renato Pampanini, che ha studiato per decenni le
piante presenti nella zona del Cadore.
MARTINA REOLON
per misurare il mercurio nell’aria
G
li scienziati dell’Università Ca’ Foscari Venezia hanno attivato nei giorni scorsi una stazione di rilevamento ai 2.550 metri di quota del Col Margherita, nei
pressi del Passo San Pellegrino, al confine tra Veneto e Trentino-Alto Adige.
Sulle Dolomiti, gli studiosi misureranno la presenza naturale nell’atmosfera
di mercurio gassoso, inquinante emesso da processi industriali. Questo dato sarà poi
confrontato con le informazioni raccolte da decine di altre stazioni sparse per il mondo
e contribuirà quindi a indirizzare le future politiche ambientali.
L’Università Ca’ Foscari Venezia e l’Istituto per la Dinamica dei Processi Ambientali
del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) entrano così nella prima rete mondiale di
monitoraggio del mercurio, metallo tra i più tossici per l’uomo e l’ambiente.
La stazione di Col Margherita, infatti, è un nodo della rete globale Gmos (Global
Mercury Observation System), che coinvolge 23 istituti internazionali ed è finanziata con
10 milioni di euro dall’Unione Europea nell’ambito del 7° Programma Quadro. Le stazioni attive si trovano a terra in aree sensibili, ma non solo: strumenti si trovano in volo
a 6mila metri di quota, montati su aerei, e altri attraversano gli oceani a bordo di navi.
«Vogliamo capire quale sia l’impatto dell’uomo sulle variazioni nel ciclo del mercurio
nell’ambiente – spiega Carlo Barbante, professore di Chimica analitica all’Università
Ca’ Foscari e direttore dell’Istituto per la Dinamica dei Processi Ambientali del Cnr -. Il
compito della nostra stazione è vedere quale sia il fondo naturale dell’inquinante in un
sito di alta quota. La strumentazione ci aggiorna telematicamente ogni cinque minuti
con i dati sul mercurio, inoltre misura parametri meteorologici e campioni di precipitazioni».
La ricerca coinciderà con la divulgazione. Informazioni preziose saranno messe a
disposizione degli sciatori, in tempo reale: alla base della funivia del Col Margherita i
visitatori vedranno su uno schermo dati utili come temperatura, precipitazioni, effetto
del vento sulla sensazione termica. Il progetto è stato realizzato in collaborazione con
la società degli impianti sciistici del San Pellegrino, che ha permesso ai ricercatori di
trasportare sulla cima il container e gli strumenti per il monitoraggio (nella foto).
Gli istituti di ricerca che partecipano a Gmos sono: Ca’ Foscari Venezia, Cnr-Iia
(Italia), Nilu (Norvegia), Ivl (Svezia), Jsi (Slovenia), Inibioma (Argentina), Ifremer (Francia),
Intec (Suriname), Chalmers University of Technology (Svezia), National Environmental
Research Institute (Danimarca), Hzg (Germania), Ujf (Francia), University of York (Regno Unito), Igcas (China), Aplba (Brasile), Msc-E (Russia), Mpg (Germania), Jrc (Belgio), Iom-Auc (India), Saws (Africa), Inmg (Capo Verde), Iaps (Lettonia), Spbsu (Russia).
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Bando di concorso
del Miur
per assistenti
di lingua italiana
all’estero
Il 16 gennaio scadono i termini per la presentazione della
candidature al bando per assistenti di lingua italiana all’estero pubblicato dal Ministero
dell’Istruzione, Università e
Ricerca per l’anno scolastico
2014/2015. Gli assistenti affiancheranno docenti di lingua
italiana in servizio nelle istituzioni scolastiche di Austria (30
i posti disponibili), Belgio (3),
Francia (169), Irlanda (6), Germania (29), Regno Unito (15) e
Spagna (29), con un impegno
di 12 ore settimanali a fronte
del quale viene corrisposto un
compenso variabile a seconda
del Paese. Gli incarichi si svolgeranno tra settembre 2014 e
maggio 2015.
I candidati non devono aver
compiuto il 30° anno di età e
devono essere studenti universitari o neolaureati di madrelingua e cittadinanza italiana. La
domanda può essere presentata per uno solo dei Paesi di
destinazione. Per consultare il
bando: http://www.istruzione.
it/allegati/Avviso_2014.pdf
bellunoradici.net > newsletter GENNAIO 2014 / 1
Sulle Dolomiti
bellunoradici.net > newsletter NGENNAIO 2014 / 1
Tutela dei prodotti veneti
a denominazione. Regione
per vigilanza anche all’estero
Manzato: un patrimonio che vale 5 miliardi
P
ugno di ferro del Veneto per
tutelare i propri prodotti a denominazione anche all’estero, sia nei Paesi comunitari
che in quelli extra UE, contrastando
le attività di produzione che non rispettano gli accordi internazionali in
materia. “Come avevamo preannunciato al Festival del consumatore – ha
annunciato l’assessore all’agricoltura
Franco Manzato – la Giunta regionale
ha impegnato per queste finalità mezzo milione di euro, assegnato all’U.
VI.VE, l’Unione dei vini veneti a DOC,
quale contributo nella misura massima del 70 per cento per la compartecipazione alle spese da sostenere per
la realizzazione di uno specifico programma di azioni sinergiche, finalizzate al monitoraggio e vigilanza. L’U.
VI.VE opererà in rappresentanza dei
Consorzi di tutela dei prodotti agroalimentari veneti, fermo restando che
rimane in capo ai singoli Consorzi la
competenza della tutela e protezione
delle rispettive DOP e IGP”.
“Per quanto riguarda le esportazioni, il valore economico del nostro
patrimonio agroalimentare a denominazione è valutabile in quasi 5 miliardi
di euro. Nel solo comparto del vino
superiamo il miliardo e mezzo, con
una quota che sfiora il 32 per cento
dell’intero export enologico nazionale. Nel nostro territorio si producono
18 prodotti a Denominazione d’Origine Protetta, dalla carne, all’ortofrutta, alle specialità ittiche, e altrettanti
a IGP. Nel comparto vinicolo le DOC
sono 28, 14 i vini a Denominazione
d’Origine Controllata e Garantita e 10
le IGT. Si tratta di veri e propri ambasciatori del “made in Veneto” nei principali mercati consumatori a livello
mondiale che rappresentano un’autentica ricchezza, frutto di lavoro,
impegno, esperienza, tradizione,
selezione e processi di qualità, troppo spesso penalizzata da imitazioni o addirittura
veri e propri falsi, che sfruttano
la fama dei nostri prodotti per
lucrare, di fatto ingannando
i consumatori e danneggiando i
nostri produttori”.
Queste
produzioni sono peraltro tutelate dal punto di vista
normativo sia a livello nazionale, sia
comunitario, sia mondiale. Qualora
si verifichino utilizzazioni improprie
o contraffazioni o uso illegittimo del
marchio di una determinata denominazione o parte di una denominazione all’interno della UE si attiva
prioritariamente il sistema di allerta
tra le strutture ispettive incaricate
da ciascun stato membro. Nel caso
in cui siano interessati paesi extra
UE, la situazione da affrontare è più
complessa e differenziata, a seconda
dell’adesione o meno al TRIPs, cioè
all’“Accordo relativo agli aspetti dei
diritti di proprietà intellettuale attinenti
al commercio” e del concetto anglosassone della preminenza del marchio d’impresa sul principio europeo
dell’origine geografica.
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DERIVATI ANIMALI
Miele delle Dolomiti bellunesi DOP
CARNI, INSACCATI, TRASFORMATI
Cotechino di Modena IGP
Mortadella di Bologna IGP
Prosciutto Veneto Berico Euganeo DOP
Salame di Cremona IGP
Salamini Italiani alla Cacciatora DOP
Sopressa Vicentina DOP
Zampone di Modena IGP
FORMAGGI
Casatella Trevigiana DOP
Asiago DOP
Grana Padano DOP
Monte Veronese DOP
Piave DOP
Provolone Valpadana DOP
Taleggio DOP
D
avvero interessante il 3° incontro organizzato da Bellunoradici.net a fine dicembre, a Pedavena, sul tema
della mobilità giovanile. Non solo perché è stata l'occasione per affrontare
DOP e IGP in Veneto
OLIO
Olio Extravergine di Oliva Garda DOP
Olio Extravergine di Oliva Veneto DOP
ORTOFRUTTA E CEREALI
Aglio Bianco Polesano DOP
Asparago Bianco di Cimadolmo IGP
Asparago di Badoere IGP
Fagioli di Lamon IGP
Marrone del Monfenera IGP
Marrone di Combai IGP
Marrone di San Zeno DOP
Pesca di Verona IGP
Radicchio di Chioggia IGP
Radicchio Rosso di Treviso IGP
Radicchio Variegato di Castelfranco IGP
Riso Vialone Nano Veronese IGP
un argomento di stringente attualità
con i necessari approfondimenti di
metodo e di merito, ma anche perché, dati alla mano, sono stati demoliti alcuni luoghi comuni che comunemente si usano circa questo tema.
Per me, in virtù delle interessantissime relazioni e degli interventi di alcuni giovani e meno giovani, è stata
anche l'occasione per convincermi
che davvero il sostantivo migrazione
oggi va interpretato in maniera completamente diversa. In particolare,
a me pare, non c'è più una emigrazione di andata ed eventualmente di
ritorno. L'emigrazione, soprattutto in
virtù dello sviluppo dei moderni mezzi
di comunicazione e della facilità del
viaggiare, è oggi una sorta di circolarità dentro alla quale persone e pensieri si muovono, migrano, ritornano,
comunicano, interagiscono.
Oggi il migrante non emigra come
una volta e mantiene possibilità di
contatti con il mondo che ha abbandonato solo qualche anno fa inimmaginabili.
Questo rende evidenti le gran-
19
di opportunità di questa circolarità.
Sta a tutti coloro che hanno a cuore il problema delle emigrazioni e
delle immigrazioni strutturare nuovi
strumenti che, cogliendo al meglio
le opportunità che la circolarità delle persone e dei pensieri consente,
riportino nei luoghi di origine, quando non le persone medesime, nuove
idee e nuovi pensieri.
Ecco, credo che l'emigrazione
come processo di andata e di eventuale ritorno sia terminata. I migranti
del XXI secolo possono scegliere di
tornare anche anche quando non
tornano, riportando nelle loro terre
di origine una ricchezza della quale
sono depositari proprio in virtù della
loro emigrazione.
Sta dunque soprattutto a noi,
in questo caso a noi bellunesi, attivare canali di ritorno, e mi pare che
da questo punto di vista il convegno
di fine dicembre sia stato un ottimo
punto di partenza. Non resta che
metterci a lavorare.
Vincenzo Agostini
bellunoradici.net > newsletter GENNAIO 2014 / 1
Concludiamo questa newsletter con una riflessione di Vincenzo Agostini, presidente
di Dolomitiheart.it, in merito al 3° incontro della community di Belunoradici.net e al
convegno “Emigrazione 2.0” tenutisi il 27 dicembre 2013 a Pedavena
20
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