nuova secondaria ricerca

NUOVA SECONDARIA RICERCA
Un Curriculum per il Latino
con il Supporto della Grammatica Storica
e della Valenza del Verbo
Paola Grazioli
S
oprattutto nel biennio della scuola superiore si gioca,
da parte degli studenti, l’apprendimento del latino, la
cui programmazione è rimasta pressoché invariata
dopo la riforma della scuola media negli anni ’60.
A partire dagli anni ’80, superate le vicissitudini pro o contro lo studio del latino, oggi l’insegnamento della lingua si
avvale di tutti gli spunti didattici suggeriti dagli autori di testi latini. Tra le varie metodologie sperimentate, significativa
quella che ricorre al supporto della grammatica storica e
della valenza del verbo. L’utilizzo di alcuni spunti di grammatica storica, usati sistematicamente, permette di superare
la distinzione fra forma regolari e non per sostantivi e verbi
– memorizzazione consapevole –; risalire con maggior facilità al nominativo – essenziale per i sostantivi di 3ª declinazione –; studiare con maggior scientificità il fenomeno linguistico, attraverso lo studio di radici, prefissi, suffissi,
conoscenza dei fenomeni fonetici che hanno caratterizzato
il passaggio dal latino all’italiano. La valenza del verbo, invece, risulta chiave di lettura pratica e coerente di tutte le
espansioni all’interno degli enunciati e di questi all’interno
del periodo. Da tale metodo derivano scelte relative alla
scansione dell’apprendimento, alla varietà della tipologia
degli esercizi, sempre in latino, con l’obiettivo di potenziare
le abilità che consentono una traduzione coerente e mirano
a prevenire l’errore. Il curriculum, per chi ha adottato la
grammatica storica e la valenza del verbo, presenta le seguenti motivazioni:
A. Motivazioni strutturali
● Il latino si studia solo nelle scuole superiori
● Il latino non deve diventare materia selettiva
Si avvale quindi delle seguenti strategie:
A. Strategie didattiche
● Attenzione per l’aspetto lessicale: studio radici, prefissi, suffissi
● Mutamenti fonetici nel passaggio dal latino all’italiano
● Utilizzo di alcuni spunti di grammatica storica per declinazioni e coniugazioni
● La valenza del verbo per individuare il rapporto esistente
con le sue espansioni
● Utilizzo linguistica testuale per la traduzione secondo coerenza e coesione
B. Strategie per lo studio del lessico
● Conoscenza del valore morfologico e sintattico di: radici,
prefissi, suffissi
● Ricostruzione della storia del vocabolo
● Costruzione di famiglie di vocaboli per campi semantici ed
associativi fra latino, italiano, lingue straniere
● Conoscenza dei principali fenomeni fonetici che hanno caratterizzato le modifiche formali del latino
C. Strategie per lo studio morfo-sintattico
● Utilizzo di testi di autore graduati in difficoltà
● Esercizi di riepilogo per il potenziamento delle abilità e il
recupero delle conoscenze
● Costruzione di quadri sinottici relativi alle declinazioni,
coniugazioni, analisi del periodo, valenza del verbo
● Utilizzo della valenza del verbo per imparare a tradurre
● Esercizi di lettura e traduzione guidata in classe, riflettendo
su coerenza e coesione
● Scelta mirata dei testi per difficoltà e tipologia
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B. Motivazioni didattiche
● Centralità del latino all’interno di una metodologia co- Si prefigge i seguenti obiettivi:
mune all’insegnamento delle lingue
● Recupero della linguistica
A. Obiettivi per il latino:
● Conoscenza del valore semantico delle parole
● Acquisizione degli strumenti per la comprensione ragio● Arricchimento del lessico italiano
nata del lessico
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● Acquisizione degli strumenti per tradurre con coerenza e 1ª Fase
coesione
Per la grammatica storica la prima fase prevede l’acquisizione
● Assunzione del punto di vista dell’emittente
delle modificazioni fonetiche e semantiche che permettono
di cogliere come latino ed italiano non sono due lingue diverse,
ma momenti di un processo evolutivo. Questo, conB. Obiettivi per l’italiano:
● Acquisizione della padronanza ragionata del lessico ita- traddistinto da trasformazioni significative per forma, significato e struttura linguistica, aiuta gli studenti a riflettere
liano (80% deriva dal latino)
● Controllo del lessico scientifico e tecnologico oggi indi- ed arricchire il loro lessico.
spensabile
Modificazioni fonetiche
● Inserimento del latino in un ampia area linguistica
Per quel che attiene agli aspetti formali, le trasformazioni più
significative intervenute nel passaggio dal latino all’italiano
Traduzione
sono:
Fine ultimo degli obiettivi: la traduzione. Essa richiede:
● L’analisi previsionale del un testo: analisi del periodo, riconoscimento funzione preposizioni, congiunzioni, valenza verbo…
● La motivazione delle scelte di traduzione
● La competenza lessicale anche a livello di sottocodici
1. Caduta delle consonanti finali (apocope)
filiam
-> filia (figlia)
montem
-> monte
dentem
-> dente
tres
-> tre
laudat
-> lauda (loda)
Valutazione1
monebat
-> moneba (ammoniva)
La valutazione è un momento molto delicato e non è solo
misurazione degli apprendimenti (conoscenze/abilità), ma
anche riconoscimento delle competenze. Il che significa che 2. Palatizzazione della -i in -g se seguita da vocale
iam
-> già
qualsiasi pratica valutativa non deve mai perdere di vista
iniustitiam
-> ingiustizia
l’unità della persona e la continuità del processo formativo.
coniuram
-> congiura
Pertanto, non dimenticando che la traduzione è una comIanum
-> Giano
petenza integrata (fatta di più competenze) e interlinguistica
iniuriam
-> ingiuria
(latino/italiano), la valutazione deve:
coniurare
-> congiurare
● Essere coerente con gli obiettivi e le strategie seguite nel
iugum
-> giogo
preparare le singole prove
iuvare
-> giovare
● Costituire per l’insegnante la verifica del proprio lavoro e
Iovem
-> Giove
il presupposto per attività di recupero
iustum
-> giusto
● Classificare la prova del singolo studente all’interno dei riiurare
-> giurare
sultati conseguiti da tutta la classe
Iunonem
-> Giunone
● Considerare diversamente l’errore in base agli obiettivi
delle singole prove
3. Sonorizzazione del gruppo -ti, seguito da vocale, in -z
● Considerare l’errore vero, dall’errore indotto dal primo
laetitiam
-> letizia
● Considerare le scelte lessicali e stilistiche
iustitiam
-> giustizia
Schede esemplificative2
Gli esempi riportati permettono di cogliere la sequenza dell’attività didattica con l’utilizzo della grammatica storica e
della valenza del verbo soprattutto in prima liceo scientifico e in IV ginnasio. Le successive fasi, che riguardano
biennio e triennio, altro non sono se non il completamento
della morfo-sintassi, utilizzando sempre la metodologia
proposta.
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1. A tal proposito si consulti la scheda valutativa del brano L’empietà del tiranno Dionigi e la relativa nota.
2. Al termine di ogni fase, il docente predispone esercizi ad hoc per verificare il livello
degli apprendimenti di tipo lessicale, morfologico, sintattico… Per la fase 3 gli esercizi
saranno predisposti per individuare i singoli casi e la declinazione di appartenenza dei
sostantivi. Presentati tutti i casi gli studenti scriveranno le tabelle di ciascuna declinazione. Se in contemporanea – fase 4 – si studiano, per assi temporali, i verbi, il docente
può assegnare enunciati minimi. In rapporto ai modi e tempi verbali spiegati, si introdurranno anche le congiunzioni e si passerà gradatamente dalla paratassi all’ipotassi.
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8. Trasformazione di alcuni gruppi consonantici iniziali (cl
= chi; fl = fi; gl = gh; pl = pi etc.)
flumen
-> fiume
clamare
-> chiamare
flammam
-> fiamma
-> fiore
4. Trasformazione di una consonante in un gruppo con- florem
-> ghiro
sonantico: -l seguito da vocale = -gl; -n seguito da vocale glirem
plangere
-> piangere
= -gn
filium
-> figlio
9. Assimilazione di gruppi consonantici interni (bs = ss; ct
familiam
-> famiglia
= tt; pt = tt; df = ff etc.)
lilium
-> giglio
absolutum
-> assoluto
paleam
-> paglia
adfectum
-> affetto
alium
-> aglio
factum
-> fatto
milia
-> miglia
actorem
-> attore
meliorem
-> migliore
captivum
-> cattivo
volo
-> voglio
doctrinam
-> dottrina
miliarium
-> migliaio
folium
-> foglio
10. Raddoppiamento di consonante interna
folia
-> foglia
foeminam
-> femmina
tollere
-> togliere
machinam
->macchina
ingenium
-> ingegno
legitimam
->legittima
omnem
-> ogni
publicum
-> pubblico
scrinium
-> scrigno
legem
-> legge
faciem
-> faccia
5. Occlusione del dittongo (ae = e; oe = e; au = o)
caudam
-> coda
11. Trasformazione della b in v (dalla occlusiva labiale alla
laetitiam
-> letizia
fricativa) se intervocalica
coenam
-> cena
bibo
-> bevo
paucum
-> poco
habere
-> avere
aurum
-> oro
tabulam
-> tavola
tesaurum
-> tesoro
gubernare
-> governare
laudabat
-> lodava
6. Trasformazione della -u - interna in -o
debeo
-> devo (debbo)
gulam
-> gola
gubernatorem -> governatore
12. Aferesi (caduta della sillaba o del fonema iniziale)
populum
-> popolo
aestimo
-> stimo
rumpere
-> rompere
explico
-> spiego
vulgus
-> volgo
araneum
-> ragno
voluntatem
-> volontà
habere
-> avere
-> nemico
7. Sdoppiamento di alcune vocali in dittongo (e = ei; o = uo) inimicum
historiam
-> istoria - storia
bonum
-> buono
focum
-> fuoco
13. Sincope (caduta di una vocale, di una consonante, di
mel
-> miele
una sillaba interna atona)
levem
-> lieve
calidum
->caldum caldo
rotam
-> ruota
domum
-> duomo
frigidum
->frigdum freddo
sapientiam
scientiam
diligentiam
maestitiam
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-> sapienza
-> scienza
-> diligenza
-> mestizia
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dominam
oculum
mensem
insulam
facere
dicere
-> domnam donna
-> oclum occhio
-> mese
->isola
->fare
->dire
Questo doppio esito si coglie chiaramente dalle radici verbali:
piega - impiego - ripiegare
spiegare- ripiegamento
impiegato - spiegazione
spiegamento
plico
-> piegare
esplicare - replicare - complicare
implicare - implicazione
complicazione - plico
Come si può rilevare dalla esemplificazione all’interno di una
stessa parola, per stadi successivi sono intervenute anche
più trasformazioni, ma non tutte le parole derivate da una
stessa radice hanno subito un identico iter evolutivo, come
testimoniano i seguenti esempi:
focolare- focolaio - focoso
focus
fiato - fiatare - soffio
gonfiare - soffiata
flare
-> soffiare
afflato - inflazione
inflazionare - deflazione
->fuoco
fuochista - infuocato
glaciale - glaciazione
glacies ->ghiaccio
ghiacciaio - ghiacciata
pedestre - pedalare
pedone - pediluvio
pes
claudo -> chiudere
chiusura - chiusa - richiudere
conchiudere - chiostro
clausura - claustrofobia - clausola
includere - recluso - accluso
concluso - inclusione
conclusione - esclusione
-> piede
Il verbo claudo presenta in italiano parole derivate attraverso
tre radici:
1. claus- (da clausum) = forma originaria ricorrente in un remadrina - madrepatria
gistro medio-alto;
materno - matrimonio
2. chiud- (da chiudo) = forma utilizzata per indicare l’azione
matriarcato - matrona
concreta;
3. clud- (da cludo documentato in lingua classica per tutti i
oculare - monocolo
composti di claudo) per indicare l’idea.
oculista - oculato
A testimonianza di ciò si produce l’esempio di richiuso = ciò
che è stato chiuso di nuovo- recluso = la persona che viene
occhiali - adocchiare - occhialuto posta in luogo chiuso.
appiedare -piedistallo
mater
->madre
oculus ->occhio
clero - clericale - ecclesiastico
ecclesia ->chiesa
chiesastico - chierico
tesaurizzare
tesaurum->tesoro
tesoriere - tesoreria
rotativa - roteare
rotazione - rotella
rota
->ruota
ruotare
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Negotium
Modificazioni semantiche
Un altro tipo di modificazione, molto importante ai fini della
traduzione, è quella semantica: alcune parole, nel passaggio attività-operosità
dal latino all’italiano, hanno mutato nel tempo il loro significato o per restrizione o per ampliamento di campo semantico. Officium
Latino
Hortus
attività commerciale
ufficio
luogo in cui si lavora
orto
Non è rara la possibilità di spostamenti di significati per i
appezzamento coltivato quali non è possibile parlare né di restrizione né di ampliamenti, ma piuttosto di ridefinizione dei significati originari:
letame
Latino
Italiano
città
sostanza che dà Civitas
fertilità alla terra
cittadinanza
deficiente
Pecus
pecora
chi è privo di intelligenza
bestiame
alba
Vinculum
vincolo
la luce chiara
dello spuntar del giorno catena
giardino
Laetamen
ciò che dà giovamento
Deficiens
chi è privo di qualcosa
Alba
bianca-candida
moglie Proximus
Mulier
prossimo
donna sposata colui che è più vicino
donna
Parens
VICEVERSA
Latino
Casa
casa di campagna
Focus
fuoco del focolare
Volumen
ciò che è avvolto
Pontifex
sacerdote che presiedeva
il ponte sul Tevere
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dovere-compito
Italiano
negozio
parente
Italiano
casa genitore
casa Molte parole latine, pur non tramandante nella loro forma
primitiva, mantengono in italiano le radici, da cui sono defuoco rivate famiglie di parole spesso molto ricche:
● urbs = urbano - suburbano - urbanesimo - conurbazione
- suburbio - urbanizzare - urbanità inurbamento- inurfuoco
barsi -netturbino
volume ● humus = inumare - inumazione - esumare - riesumare riesumazione
volume ● ovis = ovino - ovile
● bellum = bellico - bellicoso - belligerante - imbelle - bellicismo - belligeranza
pontefice
● ager = agricolo - agrario - agreste - agricoltura - agronomia - agronomo - agrimensore
capo della chiesa
● rus = rurale - rustico - rusticano
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2ª FASE
Dalle modificazioni fonetiche e semantiche si presentano gli
elementi costitutivi del vocabolo, il loro valore semantico e
la loro funzione sia per risalire alla radice, sia per costruire
dalla stessa famiglie di parole. Questa scelta didattica agevola
il patrimonio lessicale e linguistico degli studenti sul piano
qualitativo e quantitativo.
2. La parola derivata risulta formata dalla radice + suffisso
tematico o semantico + desinenza
Il suffisso è una sillaba che si lega alla radice per definire il significato di base (indica se si tratta di persona o cosa, di una
qualità o di una caratteristica, se determina spazio o professione, se esprime appartenenza o materia e così via); si
chiama tematico perché, unito alla radice, forma il tema, e semantico perché influenza il significato.
Definizione dei termini: radice - prefisso - suffisso
Di ogni lemma bisogna ricordare che la radice è l’elemento Lector = parola derivata da lego (tema del supino lect-)
comune a tutte le parole derivate e composte e fornisce il silect-or-s
gnificato di base. Essa può essere verbale o nominale; nel caso
sia verbale può appartenere ad un presente o ad un supino; nel
radice suffisso desinenza
caso sia nominale ad un nome, ad un aggettivo o ad un avverbio; talvolta anche ad un pronome (ad es. l’aggettivo posIl suffisso tematico è -or- e specifica trattarsi di persona che
sessivo deriva dal pronome personale):
compie l’azione del leggere = nomina agentis
Le parole possono essere: primitive, derivate, composte,
Flumen = parola derivata da fluo (tema del presente flu-)
composte derivate.
flu-men
1. Una parola si dice primitiva quando risulta formata da
desinenza (manca perché
una radice + la desinenza
radice suffisso
presenta il puro tema)
La desinenza è la vocale o la sillaba finale della parola ed indica la funzione. Il termine desinenza deriva da desino = cesIl suffisso -men aggiunge come informazione che si tratta di
sare, finire (la desinenza è la parte finale della parola).
un neutro ed indica l’essenza dell’azione: flumen è ciò che
Laudo = parola primitiva
Laus = parola primitiva scorre, il fiume.
laud + o
radice
Altitudo = parola derivata da altus (radice aggettivale)
laud + s
desinenza
radice
desinenza
Rego = parola primitiva
Rex = parola primitiva
reg + o
reg + s3
radice
desinenza
radice
desinenza
Iuro = parola primitiva
Ius = parola primitiva
ius + o
ius + s4
radice
desinenza
radice
alti-tuden-s
radice suffisso desinenza
Il suffisso tematico tuden- si lega in linea di massima ad un
aggettivo qualificativo, per cui la parola derivata esprime
una qualità ed è sempre femminile.
Faciliter = parola derivata
facil-iter
desinenza
tema suffisso
che può essere suddiviso in:
fac + il(is) + iter
3. Consultare tabella formazione nominativo.
4. Vedi nota 3.
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radice suffisso (l’aggettivo deriva dal verbo facio)
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Il suffisso tematico – iter informa che si tratta di un avver- 4. Le parole composte derivate sono quelle che risultano
bio (e quindi di una parte invariabile) ed indica il modo in formate da prefisso - radice - suffisso - desinenza
cui avviene un’azione: in modo facile (è da ricordare che faInventor = parola composta derivata
cilis in sé per sé significa che si fa)
in-vent-or-s
3. Una parola si dice composta quando risulta formata da
prefisso - radice - desinenza
Il prefisso è una parte invariabile (in linea di massima le preposizioni hanno funzione di prefissi) che si premette alla radice.
I prefissi a più alta frequenza sono: in, ad, ab (non si assimila)
de, ex, per, cum, inter, circum, pro, sub, ob; accanto alle preposizioni sono da ricordare: dis- (separativo), re- (iterativo),
se-(separativo derivato da ex).
Il prefisso tende a ridefinire il significato di base.
pref. rad. suf. des.
(vent- tema del supino di venio)
Una parola composta derivata (come la composta o la derivata) si decodifica dalla desinenza: inventor è un maschile, si
tratta di persona (or), ed indica colui che compie l’azione del
venire; in- indica l’andare dentro: inventor è colui che va dentro qualcosa e quindi scopre; da qui inventore: colui che
scopre qualcosa, indagando.
Connubium = parola composta derivata
Redeo5 = parola composta
cum-nub-i-um
re - i - o
pref. rad. suf. des.
pref. rad. des.
Il termine è un neutro (um è des. neutra), indica apparteIl prefisso ci indica che l’azione espressa dal verbo, andare, si nenza, nub- è la radice derivata dal verbo nubo e significa
ripete: andare di nuovo, donde ritornare.
sposare, e cum è il prefisso che indica l’unione; connubium
pertanto ha attinenza con lo stare insieme e segna il legame
Adduco = parola composta
esistente tra due persone; in senso traslato indica qualsiasi legame.
ad-duc-o
pref. rad. des.
Il prefisso esprime l’idea dell’andare verso (aggiunge l’idea
del moto a lungo reale o figurato; se con un verbo di stasi indica presso).
Circumdare = parola composta
circum-d(a)-o
pref. rad. des.
Il prefisso circum conferisce al verbo l’idea di un’azione che
si svolge andando intorno: circumdo significa dare intorno,
per cui circondare.
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5. La radice del verbo eo ha un’alternanza vocalica indeuropea, cui si è aggiunta
un’alternanza puramente latina; si può semplificare la questione per gli studenti
parlando di una semplice –i che si modifica in – e dinanzi alla vocale. Per approfondire cfr. A. Traina - G. Bernardi-Perini, Propedeutica al latino universitario, Bologna
1998 (VI ed.).
6. Nel passaggio dal nominativo al genitivo plurale, si dirà che la desinenza delle cinque declinazioni era -om = um per oscuramento. In età classica 1ª- 2ª decl. adottarono –som (propria della declinazione pronominale). Esito 1ª: -a (vocale tema) + -som
= -arum per rotacismo e oscuramento. Esito 2ª: -o (vocale tema) + -som = -orum.
4ªdecl. –u (vocale tema) + om/um= -uum. Per la 3ª decl. –om/um. Esito per i sostantivi tematici: -i (sempre come vocale tema) + um= -ium. Esito per i sostantivi atematici -om/um= -um. A tal proposito si evidenzierà che alcuni nomi sono
apparentemente in consonante (urbs- mons- ars- fraus…), altri apparentemente in
vocale (iuvenis- panis- canis…).
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3ª FASE
nenza – e atematici – radice + desinenza. In modo particolare per la 3ª declinazione si colgono tutte le variazioni che
La declinazione
si
verificano dal nominativo alla declinazione. A titolo esemCon l’utilizzo della grammatica storica le declinazioni sono
presentate per casi. Si parte dal nominativo. I sostantivi si plificativo si presentano le tabelle del nominativo e vocativo
suddividono in tematici – radice + vocale tematica + desi- singolare e plurale6.
NOMINATIVO –S
È il caso del nomen. Caratterizzato da una desinenza S, che manca nella 1ª, è presente nella 2ª, 3ª, 4ª e 5ª, si modifica a contatto con la consonante finale della radice nella 3ª declinazione.
1ª declinazione
Radice nom. + a
Agricola
Nomi col tema puro, ma anche nomi in as, per influsso greco Aeneas
2ª declinazione
Radice nom. + o+s
lupos → us
4ª declinazione
Radice nom. + u+s
Senatus
Nessun fenomeno
5ª declinazione
Radice nom. + e+s
Res
Nessun fenomeno
os=us per oscuramento vocalico dovuto alla o in sillaba finale
3ª declinazione
Nomi in vocale
Radice nom. + i/e+s
Nomi in consonante* Gutturale
Civis
vulpes
g-c
g/c+s = x
leg+s = lex
duc+s = dux (fenomeno di assibilazione)
Dentale
t-d
t/d+s = s
cupiditat+s = cupiditas (sincope della
dentale)
Labiale
p-b
p/b+s = ps/bs
op+s = ops
Liquida
l-r
l/r+s = l/ r
orator+s = orators = oratorr = orator
(fenomeno di assimilazione e
semplificazione)
Nasale
m-n
m/n+s = o (caduta nasale)
nation+s = nations = nationn = nation =
natio (fenomeno di assimilazione
regressiva, semplificazione e caduta
della nasale)
altitudin+s = altitudins = altitudinn =
altitudin = altitudo (fenomeni analoghi ai
precedenti con gradazione vocalica e=o)
i nomi in tudin
Sibilante
s
s+s = s
Ceres+s = Ceres**
* Queste consonanti, a contatto con -s-, desinenza del nominativo, si modificano secondo lo schema presentato
** I nomi in sibilante possono presentare apofonia vocalica e/o=u per oscuramento; inoltre presentano il fenomeno di rotacismo s = r, quando -s- è intervocalica; es: Venerem = Vener = Venes = Venus
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NOMINATIVO NEUTRI
1ª declinazione
Non esistono
2ª declinazione
o+m=um
3ª declinazione
Nomi in vocale* - Nomi in consonante**
4ª declinazione
U (pochi nomi)
5ª declinazione
Non esistono
Dentale
Caduta della dentale
lact = lac
aromat = aroma
commat = comma
Liquida
Tema puro con liquida
aequor-mel-ver
Nasale
Tema puro con varazione fonetica
e/i al gen.
agm- +men
ful- +men
flu- +men
Sibilante
I temi in sibilante s+s al nom.
Fenomeno di rotacismo con
alternanza vocalica al gen. O=u/e
tempos = tempus, temporis;
facinos = facinus, facinoris
opos = opus, operis
Nom. Acc. Voc.
n.b.: caput non perde la dentale ed al gen.
u=i per indebolimento
agminis
fulminis
fluminis
* 3ª declinazione nomi neutri in vocale
Anticamente con vocale i/e, hanno avuto esito al - e - ar. Animali; mari; nectari; esito: al - e - ar
** 3ª declinazione nomi neutri in consonante
NOMINATIVO (NOMEN) -S
1ª declinazione
2ª declinazione
3ª declinazione
4ª declinazione
5ª declinazione
Masc. Femm.
a+s =a
Masc. Femm.
u+s=us
Masc. Femm. in vocale
i/e+ s= is/ es
Masc. Femm.
u+s= us
Masc. Femm.
e+s= es
Masc. in
er/ir
libros=librs=librr=liber
(vocalizzazione r)
Neutro in vocale
i/e= e-al-ar
Neutro
u
Neutro
u+m= um
Nomi in consonante
Masc. Femm. Neutro
vedi tabelle formazione
nominativo
IL VOCATIVO
È il caso dell’invocazione (vocare) e della chiamata diretta. Si accompagna all’imperativo.
1ª declinazione
2ª declinazione
3ª declinazione
4ª declinazione
5ª declinazione
Masc. Femm.
a
Masch. Femm.
e (per i nomi in us)
er/ir*
Neutro
Um
Masch. Femm. Neutro
Come per il nominativo
Masc. Femm.
us
Masc. Femm.
es
Neutro
u
* il nome deus, voc. come nom.; i nomi in ˘ı us → i+e = ¯ı ; filius meus = fili mi
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NOMINATIVO E VOCATIVO - PLURALI -ES
1ª declinazione
2ª declinazione
3ª declinazione
4ª declinazione
5ª declinazione
Masc. Femm.
Masc. Femm.
Masc.Femm./Neutro
Masc. Femm.
Masc. Femm.
a+es=aes=ai=ae
o+i=i
Nomi in vocale
i+e=es /i+a=ia
u+es=us
e+es=es
Neutro
o+a=a
Nomi in consonante
…+ es /…+a
Neutro
u+a=ua
4ª FASE
Il confronto tra la coniugazione tematica e quella atematica
consente di cogliere analogie e differenze nel processo di forI verbi
mazione. Significativo è instaurare un confronto tra le forme
tematiche e le atematiche e sottolineare processi di formaSISTEMA DEL PRESENTE
zione
analogici.
I verbi latini furono divisi in età imperiale in 4 coniugazioni
in base alla vocale del tema del presente:
Per sistema del presente si intende l’insieme dei tempi che
● I coniugazione verbi in - a - re
si formano dal tema del presente:
● II coniugazione verbi in - e¯ - re
●
il presente di tutti i modi
● III coniugazione verbi in - e˘ - re
● l’imperfetto indicativo e congiuntivo
● IV coniugazione verbi in - i - re
● il futuro indicativo e imperativo
Un numero limitato di verbi presenta un processo di formazione differente; infatti fa ricorso alla vocale tematica
solo in alcune persone e spesso lega il tema direttamente alla
desinenza. Tali verbi sono:
● sum, verbo atematico per eccellenza;
● fero (nel presente ind. e inf., nell’imperativo e nell’imperfetto congiuntivo);
● volo, nolo, malo (nel presente indicativo e infinito e nel
congiuntivo imperfetto);
● eo (tema in vocale ma non fa mai apparire la vocale tematica)7;
● edo (verbo tematico con una coniugazione collaterale atematica).
7. Vedi nota 5.
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NUOVA SECONDARIA RICERCA
ELEMENTI COSTITUTIVI DELLE FORME VERBALI DEL SISTEMA DEL PRESENTE
DESINENZE PERSONALI:
I s.
II s.
III s.
I p.
II p.
III p.
Attivo
-o/m
-s
-t
- mus
- tis
- nt
Passivo
I s.
II s.
III s.
I p.
II p.
III p.
-r
- ris
- tur
- mur
- mini
- ntur
SUFFISSI TEMPORALI DEI MODI FINITI
INDICATIVO
Presente
Imperfetto
radice del pres. + voc.
tem. + des. pers.
Futuro semplice
radice pres.+ voc. tem. + (infisso-b-) + a
(vocale che indica il valore imperfettivo
e percettivo) + des. pers.
radice pres.+ be/bo + des. pers. (1°,2°
coniug.)
radice pres.+ a (prima pers.) (e) + des.
pers. (3°, 4° coniugazione)
CONGIUNTIVO
Presente
Imperfetto
e (1°), a (2°, 3°, 4°) + des. pers.
se -> re+des. pers.
IMPERATIVO
Tema del presente - senza suffisso+des. proprie
Attivo
Passivo
Presente
Futuro
Presente
Futuro
——, -te
-to, -to, -tote, -nto
-re, -mini
poco usato
SUFFISSI TEMPORALI DEI MODI INFINITI
Infinito Presente
Participio Presente
se -> re (rotacismo o assimilazione nei
verbi atematici)
Vocali Tematiche
Legano la radice alla vocale
caratteristica (=tema) al
suffisso o alla desinenza
-nt + s -> ns (caduta della dentale davanti
ad -s-)
E - (o, s, t)
O - (m, n)
Esempio: AD – MON - E -A - M =cong. pres. 1° pers. sing.
Prefisso
adRadice
-mon-
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Gerundio e Gerundivo
tema del presente + nd + des. nominali
Vocali Caratteristiche Legate
alla Radice
Voc. caratt.
Suffisso
Desinenza
a = 1° coniugazione
e˘ = 2° coniugazione
- = 3° coniugazione
¯ı = 4° coniugazione
-e-a-m
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SISTEMA DEL PERFETTO
MODI DI COSTITUZIONE
E) PERFETTO IN -VI - UI
di tipo latino proprio dei temi in vocale anche se non mancano forme diversificate (indulgo, veto…)
A) PERFETTO CON RADDOPPIAMENTO
(3° coniugazione - rari di 1° o di 2° origine indoeuropea)
1) ripetizione consonante iniziale seguita da -e
dedi -> do
ex.
cecini -> cano
2) se il verbo ha inizio con un gruppo consonantico (s + occlusiva) si ripete per intero il gruppo
spondeo -> spopondi (da spospondi)
ex.
curro -> cucurri
Dopo vocale lunga - vi come laudavi da laudo
Dopo vocale breve - ui
ha˘bere - habui - habitum
ex.
do˘mare - domui - domitum
do˘cere - docui - doctum (sincope)
SUFFISSI DEL PERFETTO
tema + suff. - is (-er se seguito da vocale)
Es.
laudav - is – tis
laudav - is - ont
laudav - er - unt (-is- subisce il rotacismo, -ont
B) PERFETTO CON INCREMENTO VOCALICO
fenomeno di apofonia)
1) allungamento al perfetto della vocale stessa del presente
ve˘nio -> ve¯ni
TEMPI DERIVATI
ex.
vı˘deo -> vı¯di
2) in altri casi si ha l’allungamento di a˘ (pres.) in e¯ (perfetto)
fa˘cio -> fe¯ci
ex.
a˘go -> e¯gi
ia˘cio -> ie¯ci
INDICATIVO
Piucheperfetto
tema perf. + infisso caratt.
(-is+a-)+ comuni desinenze
C) PERFETTO SENZA CARATTERISTICA
(molto limitati - coincidenza fra presente e perfetto)
offendo -> offendi
ex.
accendo -> accendi
ascendo -> ascendi
Futuro anteriore
tema perfetto + is ( ->er ) + o
CONGIUNTIVO
Perfetto
tema perf. + is + i(ni) +
desinenze
Piucheperfetto
tema perf. + is + se + in
(ed altre desinenze)
INFINITO
D) PERFETTO SIGMATICO
(derivato dall’aoristo, che in greco indica l’azione puntuale
nel passato)
1) fusione consonante finale gutturale con s
duco -> duxi
ex.
dico -> dixi
2) dentale + s --> ss che si semplifica con s se preceduta da
vocale lunga o da dittongo
percutio (percut + si ) --> percussi
ex.
divido (divid + si ) --> divisi
3) assibilazione della gutturale:
veho -> vexi
ex.
rego -> rexi
traho -> traxi
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Perfetto
tema perf. + is + se
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5ª FASE
desiderabant, ut agminum humanorum duces. Etiam duces
veloces ad cavos irrumpunt premuntque, sed ob vexilla miliLa traduzione
taria in portis haerent: ita facilis hostium praeda sunt. Victores voracibus dentibus duces immolant atque in capaces alvos
Del tradurre: coesione ma anche coerenza
Le informazioni morfo-sintattiche fin qui date consentono mergunt. Cum tristis calamitas imminet, magnitudo princidi analizzare un testo con enunciati completi ma non com- pum et superbia in periculo est; minuta plebs in facili presidio
plessi (in pratica un testo basato soprattutto sulla paratassi) latet.
e sono sufficienti per constatare come, per una corretta traduzione, non sempre basta ricercare la coesione, cioè co- ● La prima operazione è un’attenta lettura del testo completo,
per cogliere il significato di alcune parole da segnare a marstruire la rete delle relazioni morfo-sintattiche, senza tener
gine.
conto della coerenza, ossia di effettiva logica del discorso.
Infatti, se è vero che per decodificare un testo è d’obbligo, so- ● La seconda operazione è la divisione del testo nei vari periodi con successiva analisi, dopo aver sottolineato i funprattutto in rapporto ad una lingua sintetica, ricostruire la
zionali.
serie delle relazioni che il verbo instaura, è altrettanto vero
che il testo tradotto deve avere una logica interna che espliciti il messaggio. Da qui la necessità di ben ponderare il ✓Primo enunciato:
campo semantico di ogni termine per arrivare ad una co- Mustelarum forte agmen in proelio mures vicit.
Lo schema sarà:
noscenza profonda del lessico. Infatti, ogni parola latina ha
in sé una molteplicità di significati, appartenenti in italiano
att. sogg.
pred.
ogg
a campi semantici e associativi diversi; proprio per questo il
Forte agmen
vicit
mures
vocabolario deve servire per verificare le ipotesi di tradunom. s.n.
acc. p.
zione, formulate tramite la ricostruzione delle relazioni e l’intuizione, attraverso la decodificazione di alcune parole. Inmustelarum
in proelio
fatti i latini per esprimere tutta la dimensione del reale, del
gen. pl.
in + abl. s.n.
culturale, del trascendente, crearono neologismi, utilizzarono
espressioni linguistiche greche, italiche, celtiche ma, sopratLe relazioni costruite attraverso il verbo transitivo vicit sugtutto, traslarono termini propri di un campo semantico ad
geriscono la seguente traduzione:
altri molto diversi.
La forte schiera delle faine vinse in battaglia i topi.
Lo studio della parola nelle sue parti costitutive, (radice-suffissi tematici-prefisso) e nelle trasformazioni fonetiche faciLa traduzione di questo primo enunciato ci consente di velita una prima decodificazione e permette di formulare una
rificare la coerenza esistente tra il titolo del testo e l’enunciato
serie di ipotesi da verificare con l’apporto del vocabolario. Instesso; con un’attenta analisi si nota che non esiste la possifatti il vocabolario riporta prima il significato originario di bilità di sovrapposizioni di funzioni, nel senso che l’aggettivo
ogni parola, spesso connesso con il sistema di vita rurale e la forte può riferirsi soltanto ad agmen perché, appartenendo
cultura materiale, poi definisce il diverso significato nei vari alla II classe, è senza dubbio una forma neutra; il fatto che il
campi in cui lo stesso termine è stato usato.
verbo sia singolare indica che il soggetto è agmen, l’unico
Si analizza ora il seguente adattamento di una favola di Fe- nome che può essere un nominativo singolare. Il verbo vicit,
dro come esemplificazione delle procedure da seguire per però, funge da spia: all’interno del testo i topi devono risultradurre.
tare sconfitti.
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La battaglia fra i topi e le faine
Mustelarum forte agmen in proelio mures vicit. Debilis murium turba fuga salutem petivit atque circum artos cavos trepidabat. Postremo arti favi omnes mures aegre receperunt: ita
misera turba horribilem necem vitavit. Sed superbis murium
ducibus contraria fortuna contigit. Nam in capitibus vexilla
militaria ligaverant: in proelio conspicuum signum habere
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✓Secondo enunciato:
Debilis murium turba fuga salutem petivit atque circum artos cavos trepidabat.
Poiché si tratta di un periodo composto da due enunciati parattattici, lo schema sarà:
att. + sogg.
debilis turba
nom s.f.
pred.
petivit
ogg.
salutem
acc. s.f.
fuga (esp. mezzo)
abl. s.f.
murium (spec.)
gen. p.n.
atque
pred.
trepidabat
circum artos cavos (esp. ind. luogo)
circum + acc. p.m.
Anche la decodificazione di questo periodo è lineare poiché il funzionale coordinativo atque lega due verbi che hanno lo
stesso soggetto, ossia turba, con l’attributo debilis (è da notare il rapporto contrastivo tra forte agmen, che indica la schiera
ordinata e compatta in ordine di battaglia, e debilis turba, che lascia intendere una massa confusa e disordinata e, per di
più, debole). L’unico termine che merita una certa attenzione dal punto di vista morfologico è fuga che, nel contesto, può
essere solo ablativo singolare, perché indica lo strumento della salvezza: per coerenza è la debole schiera che cerca la salvezza e non la fuga debole che cerca la salvezza.
La traduzione pertanto sarà:
La debole schiera dei topi ricerco la salvezza con la fuga e trepidava intorno alle strette tane.
✓Terzo enunciato:
Postremo arti cavi omnes mures aegre receperunt: ita misera turba horribilem necem vitavit.
L’analisi di questo periodo è facilitata perché sono note molte parole: arti cavi sono le strette tane, omnes mures sono i topi,
misera turba è la schiera dei topi. La riduzione a schema dell’enunciato sarà:
esp. avv. tempo
postremo
(esp. avv. modo)
ita
att. + sogg.
arti cavi
nom.pl.m.
att. + sogg.
misera turba
nom. s.f.
pred.
receperunt
pred.
vitavit
..
att+ ogg.
omnes mutes
acc. p.m.
aegre (esp., avv. modo)
attr. + ogg.
horribilem necem
acc. s.f.
La traduzione sarà:
Alla fine le strette tane ospitarono a stento tutti i topi: così l’infelice schiera evitò un’orribile morte.
L’unica difficoltà potrebbe essere l’attribuzione di omnes che può essere reputato sia un nominativo che un accusativo e
pertanto può essere connesso o ad arti o a mures.
Se consideriamo la posizione di omnes si nota che essa è mediana tra i due nomi, il che può essere segno che si deve attribuire ad entrambe, nel senso che tutte le strette tane accolsero tutti i topi. Una interpretazione tale non altera la coerenza,
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NUOVA SECONDARIA RICERCA
poiché dal contesto si capisce che le tane sono numerose ed, esplicitato da turba, che i topi sono molti. Che dire di arti? Si
potrebbe scambiare per artus. Il ragionamento deve condurre lo studente a riconoscere, tramite la desinenza e la concordanza con cavi, – coesione – e per significato – coerenza – trattarsi di aggettivo e non di sostantivo.
Seguendo la narrazione si ha l’impressione che, pur con affanno, i topi riescono a salvarsi: il discorso è coerente.
✓Quarto enunciato:
Sed superbis murium ducibus contraria fortuna contigit.
Siamo in presenza di un verbo monovalente ampliato da una espansione al dativo(è un costrutto affine al dativo di possesso)
(cong. avv.)
Sed
sogg.+attr.
fortuna contraria
nom. f.s.
pred.
contigit
dat. + att.
superbis ducibus
dat. p.m.
murium (esp. spec.)
gen. p.m.
La semplicità dell’enunciato non deve trarre in inganno: il funzionale paratattico avversativo sed indica chiaramente che
l’interesse, sottolineato anche dall’attributo di fortuna, contraria, deve essere spostato.
La traduzione sarà:
Ma una sorte opposta toccò ai superbi capi dei topi.
Da questo momento la narrazione deve essere relativa non alla salvezza, ma alla morte.
✓Seguendo tale ipotesi si analizza il quinto enunciato:
Nam in capitibus vexilla militaria ligaverant: in proelio conspicuum signum habere desiderabant, ut agminum humanorum duces.
Si rileva con immediatezza che tutto l’enunciato è introdotto da un funzionale coordinativo dichiarativo nam, che avvia
la spiegazione di quanto è stato anticipato.
Lo schema pertanto sarà:
(cong.) sogg. sott.
pred.
ogg. + att.
Nam
(duces)
ligaverunt
vexilla militaria
acc. p.n.
in capitibus (esp. luogo)
in + abl. p.n.
sogg. sott.
(duces)
pred.
desiderabant habere
ogg. + att.
signum conspicuum
acc. s.n.
ut (funzionale comparativo.modale)
in proelio (esp. tempo)
in + abl. s.n.
sogg.
duces
nom.p. m.
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pred.
habent
agminum humanorum (esp. spec.)
gen. pl.n.
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La traduzione è:
Infatti avevano legato intorno alla testa le insegne militari: essi in battaglia desideravano avere un segno ben visibile,
come i comandanti delle schiere umane.
È da sottolineare l’uso di ut, un funzionale ad altissima frequenza in latino, che può introdurre, come in questo caso, una
modale (enunciato incidentale, subordinato).
Ormai la narrazione volge alla fine: le insegne militari, ben visibili, devono risultare la causa della morte: questo è esplicitato nel
✓Sesto enunciato:
Etiam duces veloces ad cavos irrumpunt premuntque, sed ob vexilla militaria in portis haerent: ita facilis hostium praeda
sunt.
Da sottolineare in questo caso i funzionali etiam, un vero intensivo, e sed avversativo; è importante cogliere questi valori
in quanto sottintendono il perché della sorte opposta. Schematizziamo il periodo:
(cong.)sogg.
pred. cop.
nom. pred.
Etiam duces
irrumpunt
veloces
nom. p.m.
nom. p.m.
ad cavos (esp. luogo)
ad + acc. p.m.
et
pred.
premunt
sed
»
pred.
haerent
ob vexilla militaria (esp. causa)
ob + acc. p.n.
in portis (esp. luogo)
in + abl. p.f.
ita
»
cop.
sunt
parte nom.
facilis praeda (nome + agg.)
nom. s.f.
hostium (esp. spec.)
gen. p.m.
I primi due enunciati mettono a fuoco come i capi si comportano, ma sono traditi proprio dalle insegne. La traduzione
sarà:
Anche i capi irrompono veloci verso le tane, ma restano legati alle porte per le insegne militari: così sono facile preda
dei nemici.
A ben riflettere è ipotizzabile una diversa funzione di veloces e, di conseguenza, di irrumpunt; se infatti consideriamo veloces un semplice attributo di duces (e questo è possibile perché è nota a tutti la velocità dei topi), il verbo irrumpunt diventa un puro verbo di movimento: anche i veloci capi irrompono verso le tane. Con questa seconda traduzione non si opera
in modo incoerente, ma il testo risulta meno efficace.
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Lo stesso discorso può essere fatto anche per l’espansione ad cavos: i verbi irrumpunt premuntque formano quasi un tutt’uno, per cui ad cavos è attribuibile ad entrami i verbi: i capi irrompono verso la tane e fanno pressione presso le tane. È
da sottolineare che in casi del genere è il ricevente che decodifica nel modo che ritiene più coerente col contesto.
✓Epilogo della favola:
Victores voracibus dentibus duces immolant atque in capaces alvos mergunt.
Questo enunciato impone alcune riflessioni prima ancora della schematizzazione poiché due parole, victores e duces, possono essere, stando alle desinenze, nominativo o accusativo plurale o entrambi nominativo plurale (uno soggetto, l’altro
apposizione). La presenza di un verbo transitivo-bivalente ci induce a pensare che siamo in presenza di un nominativo e
di un accusativo, ossia di un soggetto e di un’espansione oggetto. Per individuare la funzione di ciascuno è fondamentale
tener conto che: i vincitori sono le faine per cui, per la coerenza del testo, è necessario che siano esse a compiere il sacrificio: victores è soggetto di immolant. Duces, d’altra parte, all’interno del testo è la qualifica dei capi dei topi che vanno incontro alla morte: duces è l’oggetto di immolant.
Lo schema pertanto sarà:
sogg.
pred.
esp. ogg.
victores
immolant
duces
nom.p.m.
acc.p.m.
voracibus dentibus (esp. mezzo)
abl.p.m.
atque
pred.
mergunt
in capaces alvos (esp.luogo)
in + acc.p.m.
La traduzione dell’enunciato sarà:
I vincitori fanno morire i capi con voraci denti e li inghiottono nelle capienti pance.
✓L’ultimo enunciato, come in tutte le favole, racchiude la morale:
Cum tristis calamitas imminet, magnitudo principum et superbia in periculo est; minuta plebs in facili presidio latet.
Prima occorre definire la funzione di cum; poiché non c’è all’interno del primo enunciato nessun ablativo, il cum è funzionale ipotattico. Cum con l’indicativo ha, di norma, valore temporale, ossia quando. Si coglie subito la presenza di est, III
persona singolare, in rapporto a due soggetti: questo è frequente in latino per la costruzione a senso. Lo schema di tutto
l’enunciato sarà:
(cong. temp.)
sogg.+ att.
pred.
Cum
tristis calamitas
imminet
nom.s.f.
sogg.
sogg.
pred.
magnitudo ----- et----- superbia
est
in periculo (esp.l.)
in+ abl. s.n.
principium (esp. spec.)
gen.p.m.
sogg.+ att.
pred.
plebs minuta
latet
nom.s.f.
in facili praesidio (esp. l.)
in+ abl. s.n.
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NUOVA SECONDARIA RICERCA
La traduzione sarà:
Quando una grave sventura incombe, la grandezza dei
principi e la superbia è (sono) in pericolo: la plebe minuta
si nasconde in una facile difesa.
Per una corretta traduzione è necessaria una rigorosa decodificazione cui è possibile pervenire non solo attraverso un
regolare riconoscimento della funzione delle desinenze, ma
anche con una continua interazione tra elementi morfosintattici e coerenza logica, tra normativa grammaticale e capacità di contestualizzare.
La Valenza del Verbo
Avvio all’analisi della proposizione: considerazioni
Il verbo è il perno del discorso. Esso contiene in sé informazioni di vario tipo attraverso la radice (informazioni semantiche), il tema (informazioni temporali), il modo (modalità dell’azione) e le desinenze (informazioni sintattiche).
Il verbo, proprio per questa molteplicità di informazioni, va
analizzato non solo secondo le canoniche coniugazioni (le 4
coniugazioni tematiche, comunemente dette regolari e la
coniugazione atematica, spesso considerata irregolare), ma
attraverso i sistemi temporali e la loro strutturazione in
temi-suffissi temporali-desinenze personali.
I sistemi attraverso i quali si coniuga il verbo sono:
a. sistema del presente
b. sistema del perfetto
c. sistema del supino.
Sono infatti i tre sistemi, in tutti i loro tempi e modi e in tutte
le loro forme verbali o nominali, implicite o esplicite, che
consentono al verbo di esprimere l’azione e di entrare in relazione con gli altri elementi dell’enunciato per estrinsecare
il suo significato.
Proprio per questo è necessario valutare il verbo come perno
della valenza, ossia la capacità del verbo di saturare il suo significato e di definire il suo raggio d’azione.
Per quanto riguarda l’aspetto temporale i suffissi caratteristici di ciascun tempo o suffissi temporali costituiscono
l’elemento base per cogliere il momento in cui avviene
l’azione (presente - passato e futuro, attraverso le varie sfumature), il modo (realtà - possibilità - dubbio - supposizione - comando etc.) e il rapporto con altre azioni (posteriorità - anteriorità - contemporaneità); le desinenze invece
consentono al verbo di esprimere ed instaurare le relazioni
essenziali (con il soggetto, con l’espansione diretta o l’espansione di agente, nonché con le espansioni di termine o di altra natura). Nell’affrontare lo studio del verbo non bisogna
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pertanto limitarsi ad uno studio mnemonico delle desinenze o delle forme, ma mettere in relazione le numerose informazioni che esso, come elemento cardine dell’enunciato,
ci fornisce.
La teoria della valenza o dei legami del verbo:
prime informazioni
Per valenza del verbo si intende la capacità dello stesso di
esprimere completamente il suo significato; essa si determina
tramite le espansioni necessarie e il soggetto, se la struttura
è personale. Per necessarie si intendono quelle espansioni
che, espresse o sottintese, servono a completare il processo
verbale, mentre per accessorie quelle che definiscono la situazione o il raggio d’azione del verbo.
Se, ad esempio, si ha l’espressione: Caesar exercitum ducit
(Cesare conduce l’esercito) è evidente la bivalenza del verbo
ducit che può essere rappresentata dallo schema:
Caesar
ducit
exercitum
ove le frecce, convergenti verso il verbo, indicano il legame
necessario.
Ma, talvolta, il verbo non è saturato, ossia non ha espressa
qualche valenza: Lego, ossia il verbo da solo, è l’esempio più
tipico; il soggetto non espresso è dato dalla desinenza del
verbo, per cui è sottinteso ego, mentre l’oggetto è implicito
nel valore del verbo. In tal caso la valenza non è espressa, ma
il verbo continua ad essere bivalente.
N.B. I verbi si definiscono: zerovalenti - monovalenti - bivalenti - trivalenti tipo in rapporto al numero delle valenze necessarie.
1. I verbi zero valenti sono tutti gli impersonali per natura o
un verbo in forma impersonale in un determinato contesto.
● pluit = piove
● licet = è lecito
oppure
● pugnatur = si combatte
2. I verbi monovalenti sono quelli che, per esprimere il loro
significato, si avvalgono solo del soggetto.
Il verbo sum è il monovalente per eccellenza e, come esso,
sono monovalenti tutti i verbi copulativi (fio-videor) e, per
certi aspetti, la maggior parte degli intransitivi.
65
NUOVA SECONDARIA RICERCA
● Caesar venit (Cesare viene)
Caesar
venit
Verbo sum bivalente con espansione necessaria al dativo di
possesso.
● Cicero orator fuit (Cicerone fu un oratore)
Cicero
fuit
orator
4. I verbi trivalenti sono quelli che, oltre al soggetto, hanno
bisogno di due espansioni per esprimere il loro processo. Il
verbo trivalente tipo è generalmente transitivo con espansione
Nel caso del verbo sum il nome del predicato non costitui- oggetto e espansione di termine:
sce valenza a sé, perché la copula non è altro che un elemento ● Tibi praemium dono (ti do un premio)
Ego
dono
praemium
di unione, per cui soggetto e nome del predicato formano un
tutt’uno, come pure il predicativo del soggetto.
tibi
Nel caso di venio si possono avere delle espansioni accessorie (moto a luogo - moto da luogo) che indicano solo il ragDallo schema risulta immediatamente la trivalenza del verbo:
gio d’azione del processo espresso dal verbo.
● Romam cras venio (domani vengo a Roma) avrà il se- ● Legati pacem a Caesare petunt (gli ambasciatori chiedono
la pace a Cesare)
guente schema:
Legati
petunt
pacem
ego
venio
a
Caesare
cras
Romam
La freccia diretta verso il verbo indica la valenza necessaria, Il verbo peto è trivalente ma la seconda espansione necessaria è in ablativo (mota da luogo figurato).
mentre le frecce che partono dal verbo indicano il suo raggio d’azione, ma non possono in nessun modo interferire sul
Non mancano esempi di verbi trivalenti tipo intransitivi:
valore semantico.
● Tibi ingenio praestitit nemo (nessuno ti ha superato in ingegno)
3. I verbi bivalenti tipo sono quelli che per esprimere il loro
Nemo
praestitit
significato si avvalgono, oltre che del soggetto, di un’espaningenio
tibi
sione necessaria diretta (oggetto) o indiretta (l’espansione
L’enunciato presenta il verbo praesto con valore intransitivo;
più frequente è quella di termine).
esso, nel significato di superare, è trivalente.
● Ego librum lego (io leggo un libro)
Ego
lego
librum
Strumenti per una corretta applicazione della teoria
della valenza o dei legami del verbo
Verbo bivalente tipo con espansione necessaria diretta alPer illustrare il rapporto che esiste fra il verbo e le espansioni
l’accusativo (oggetto)
che determina, si è fatto graficamente ricorso all’uso delle
● Victor pueris parcit (il vincitore risparmia i vinti)
frecce, secondo quanto segue:
Victor
parci
pueris
La freccia rivolta verso il verbo in senso orizzontale indica:
1. Rapporto col soggetto: Ego (io)
lego
Verbo bivalente tipo con espansione necessaria indiretta al
Io
leggo
dativo.
● Ego carne vescor (io mi nutro di carne)
2. Rapporto con l’espansione necessaria diretta (oggetto):
Ego
vescor
Ego
lego
librum
carne
Io
leggo
un libro
Verbo bivalente tipo con espansione necessaria all’ablativo.
● Liber pueris est
Liber
est
pueris
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NUOVA SECONDARIA RICERCA
La freccia rivolta verso il verbo obliquamente indica sempre Valutazione
un’espansione necessaria indiretta:
Ego
suadeo
EMPIETÀ DEL TIRANNO DIONIGI
amicis (dativo)
participio; infinitive; cum narrativo
io persuado gli amici.
Il tiranno Dionigi di Siracusa è protagonista di numerosi
aneddoti: qui si ricorda di come non abbia esitato a spogliare
Ego
vescor
anche i templi, togliendo alle statue degli dei le parti fatte in
carne (ablativo)
metalli preziosi.
io mi nutro di carne.
La freccia che parte dal verbo indica sempre un’espansione accessoria:
Ego
venio
ad urbem (acc.)
io vengo in città.
N.B.: Nell’esempio:
Ego
sum
bonus
Dionysius, cum fanum Proserpinae Locris 1 expoliavisset 2, navigabat Syracusas et, cum secundo vento 3 cursum 4 teneret 5, ridens amicis dixit bonam navigationem
a diis immortalibus 6 sacrilegis 7 dari 8. Quondam, cum ad
Peloponnesum classem appulisset 9 et in fanum 10 venisset 11 Iovis Olympii, aureum amiculum grandi pondere 12
deo 13 detraxit 14 atque etiam iocose 15 affirmavit aestate
grave 16 esse 17 aureum 18 amiculum 19, hieme frigidum 20; si-
io sono buono
Il nome del predicato bonus non costituisce espansione perché è parte integrante del soggetto.
Pertanto s’intende per:
monovalente = ogni verbo che abbia valenza o legame con
il soggetto (tutti, tranne gli impersonali)
bivalente tipo = ogni verbo che abbia bisogno oltre che
della valenza col soggetto, di una valenza necessaria per realizzare il suo significato (1 + 1)
trivalente tipo = ogni verbo che abbia bisogno oltre che della
valenza col soggetto, di due valenze necessarie per realizzare,
il suo significato (1 + 2)
Paola Grazioli
Università degli Studi di Bergamo
BIBLIOGRAFIA
C. Maccarrone - M.R. Torri - P. Grazioli, Rem tene, Napoli 1995.
A. Traina - G. Bernardi-Perini, Propedeutica al latino universitario, Bologna 19986.
© NS Ricerca n. 9, maggio 2014
1. a-Di Locri errore di scelta voc. e complemento; b- di Proserpina Locride errore di
scelta voc. e complemento; g- di Proserpina Locride errore di scelta voc. e complemento; h- Della Locride errore di scelta voc. e complemento;i- In Locride errore di
scelta voc.
2. a-Depredato non coglie il soggetto dell’azione
3. a- Omesso
4. d-Una rotta, imprecisione
5. a-Navigava tradotto con l’imperfetto, non considerato il cum; f- Dopo che aveva
compito errore di rapporto temporale;g- tenendo il vento favorevole durante il viaggio errore 2 compl.
6. i- Omesso
7. a-Omesso; b- dagli dei sacrileghi immortali trasposizione dell’aggettivo e non riconoscimento della funzione di 2 compl.; c-A causa del sacrilegio errore di scelta di
vocabolo sacrilegium per sacrilegus e di compl.; f- Era data dai sacrilegi agli dei immortali, valenza verbo 2 compl.; h- Per il sacrilegio errore di scelta di vocabolo e di
compl.; i- Profanatore errore di num.
8. d- Era stata data errore di rapporto temporale; e- Di offrire sacrilegi agli dei immortali per una buona navigazione 4 errori, uno di forma verbale e tre di compl.; l- sarebbe stata data, errore di rapporto temporale
9. c-Dopo aver avvicinato la flotta al Peloponneso, anziché approdare la flotta
nel…modifica l’azione
10. b-Al tempio…(venuto al ?)
11. d- Venne non solo errore di tempo ma non ha colto la relazione della coord.; hQuando Giove all’Olimpo venne chiamato dalla flotta del Peloponneso e venne nel
santuario, non riconosciuta la cong., il cum narrativo, tre compl., il significato dei verbi
12. a-Omesso, g- Importanza errore lessicale, scelto senso fig.
13. b-Molto pesante al dio errore di valenza
14. a-Estrasse errore lessicale:letto extraho? Manca logica; l-Una grande quantità di
oro di un caro amico al dio, errori compl., concordanza, lessico
15. d- Per gioco imprecisione
16. d- Importante grave errore di lessico; e- Importante grave errore di lessico
17. c-Fosse imprecisione in quanto il cong. imp. indica un’ipotesi mentre, data la vicenda, è da usare l’ind. imp. che sottolinea la convinzione; g- Fosse imprecisione in
quanto il cong. imp. indica un’ipotesi mentre, data la vicenda, è da usare l’ind. imp.
che sottolinea la convinzione
18. h- Omesso
19. a-Tradotto: un mantello, imprecisione;
20. b- Aveva vissuto un’estate pesante e un inverno freddo errori nell’analisi dei
compl. e logica; d- Senza importanza 3 errori: ha inserito sine; l’agg.è diventato sost.;
errore lessicale; e- Futile errore lessicale; g- Nel freddo inverno errore concordanza; lAffermò che l’estate sarebbe stata malsana per l’oro del caro amico, l’inverno freddo,
errori di concordanza, compl. lessico, rapporto temporale
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NUOVA SECONDARIA RICERCA
mulacro 21 laneum 22 pallium iniecit, cum indumentum
laneum 23 aptum ad omne tempus anni 24 esse diceret 25.
Epidauri 26 barbam auream Aesculapii demi iussit: 27 dixit neque enim convenire barbatum esse 28 filium, 29 cum
in omnibus 30 fanis pater imberbis esset. 31 Etiam mensas
argenteas 32 de omnibus delubris 33 subtrahi iussit. 34
(da Valerio Massimo)
21. h- Su una statua, non solo imprecisione, ma non coglie il rapporto di causa effetto
22. i- Morbido lessico
23. a-Morbido errore lessicale
24. b- Omesso; d- Degli anni errore di numero; e- omesso
25. a -E legato il mantello di lana disse che fosse lì da molto tempo: non considerato
il cum, errato il significato di aptum ad, inserito un avverbio; b-poiché si diceva errore
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forma verbo; g- Avendo detto errore rapporto temporale; h- Perché l’indumento di
lana attaccato (primo sig. di aptus) sia commentato (esse) ad ogni stagione non valutato aptus+ad, errato significato e reggenza di esse; i- Quando il morbido indumento attaccato tutto il tempo dell’anno dicesse, non colto il cum narr., errato utilizzo
di aptum ad, errore less. per aptus; l- Avendo detto che il mantello sarebbe stato, errore tempo e rapporto temporale
26. b- Di Epidauro; c- Ad Epidauro ordinò, ambiguo; d- Di Epidauro errore compl.; eDi Epidauro errore compl. ;f- Di Epidauro errore compl.; g- Ad Epidauro ordinò, ambiguo
27. a-Frase omessa; d- Decise errore lessicale; Epidauro dalla barba dorata comandò
ad Easculapio, omesso verbo demi non riconoscendo l’infinitiva, 3 compl. errati; lFosse abbassata da demitto anziché demo, errore individuazione
28. g- Fosse idem nota 16; l- Sarebbe stato conveniente che… errore di rapporto temporale
29. d- e- Disse che il figlio non era d’accordo che lui avesse la barba non riconosciute
le due subordinate e la funzione di barbatum filium, 3 errori; h- Imbarbuto lessico; iE ancora concordarono che il figlio fosse barbuto, ordinò anche…, errata trad. di
neque enim, di convenire, legando iussit alla propos, successiva
30. g- Ogni, lessico
31. a-Frase omessa;
32. a-La mensa argentea errore di numero e ….di lessico; g- Gli affari argentei lessico
33. a-Compl. omesso;f- Di tutti i santuari errore comp.; g- Di ogni tempio, lessico e
compl.; h- Da ogni santuario lessico; l- Di ogni tempio, lessico e compl.
34. d- Decise errore lessicale
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NUOVA SECONDARIA RICERCA
Alunno F
Data 25/05/071
Classe 1
GRIGLIA DI VALUTAZIONE LATINO
Tipologia errori e punti
Numero errori
Punteggio
Lessico
Vocaboli errati e/o non tradotti (½×2)
Imprecisioni lessicali (½ ×4)
Verbo
Modi e tempi errati (½)
Desinenze errate (¼)
1
½
1
1
11
2
Morfologia (½)
Desinenze di nomi ed aggettivi equivocate
Desinenze avverbiali scambiate con quelle di nomi, pronomi, verbi
Numero
Sintassi
Concordanze non colte (½)
Valenze o legami del verbo errate (1)
Espansioni o complementi non capiti (1)
Sintassi del periodo
Errato rapporto congiunzioni e verbo (½)
Errata individuazione di strutture (1; 2)
Omissioni periodi
(si attribuisce il punteggio della stessa frase con il maggior numero di errori)
Errori di ortografia (½ ×4)
Comprensione generale del testo
Resa in italiano
● Esauriente +1
● Mediocre
● Superficiale
● Nulla
1
Lessico:
● appropriato al contesto
+1
● generico
● errato
Stile:
● sciolto +1
● rigidamente letterale
● troppo libero
Valutazione del livello delle competenze acquisite
7½
1. Il compito è stato assegnato verso la fine dell’anno scolastico in una classe prima di Liceo scientifico. La lettera dell’alfabeto sostituisce il nominativo dello studente. Si noterà come la valutazione non solo considera il numero degli errori, – sottrarre punti – ma anche gli aspetti positivi – aggiungere un punto – se la comprensione generale e
la resa in italiano sono di buon livello.
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