Anno 18 numero 1 Dicembre 2014 IDENTITÀ IN TEMPI DI CRISI Il filosofo Umberto Galimberti in una rubrica dell’inserto “D” di Repubblica di gennaio, ci spiega: ”siamo nell’età della tecnica… l’età umanistica è definitivamente conclusa. Ma la tecnica non è l’insieme degli strumenti, come solitamente si crede: questa semmai è la tecnologia. La tecnica è la forma più alta di razionalità raggiunta dall’uomo, più alta ancora della razionalità dell’economia, che soffre ancora di una passione umana, la passione per il denaro, da cui la tecnica è esonerata... In un sistema regolato dalla razionalità tecnica l’identità di ciascuno è data dal proprio ruolo..Tra i valori della tecnica, oltre all’efficienza e alla produttività, troviamo l’idoneità di una persona a ricoprire al meglio la (segue in ulltima pagina) Volontari di Mezzago VOLONTARI MEZZAGO: un aiuto per garantire un servizio veramente efficiente Mezzago 1 Aprile 2014 – Si è tenuta ieri sera l’assemblea annuale dell’Associazione Volontari Mezzago, durante la quale sono stati illustrati i bilanci di gestione 2013 e previsionale 2014, oltre al bilancio sociale del 2013. È quest’ultimo a descrivere nella maniera più chiara il valore del lavoro quotidiano dell’Associazione, che conta oltre 400 iscritti e un buon numero di volontari attivi. Ecco alcuni dati: Servizio Utenti Servizi singoli erogati Ore lavoro volontario 12.832 8.298 Trasporto sociale 800 Servizio Infermieristico 538 546 78 39 Prelievi ematici CUP 409 Prevenzione tumori seno e cute 975 702 1.155 2.000 20 1.560 Assistenza fiscale Assistenza/compagnia Centro Anziani 1.150 Distribuzione sacchi raccolta differeziata 378 Corso di italiano per stranieri 100 Gestione estiva bar country per anziani 868 Altri servizi (segreteria, manutenzione mezzi, etc) 1.288 TOTALE 16.929 Anche il totale dei chilometri percorsi in un anno con i 3 mezzi a disposizione, descrivono un’associazione veramente impegnata: 60.881 km totali. Altro esercizio utile a valutare l’impatto del lavoro volontario dell’associazione, consiste nel valorizzare ogni ora di servizio, come se fosse equivalente ad un’ora di lavoro: in pratica se per tutti questi servizi ci si fosse rivolti a servizi a pagamento, ogni ora di lavoro sarebbe costata mediamente 20,00 Euro, per un totale di circa 340.000,00 Euro, che sarebbero stati a carico degli utenti o dell’intera comunità. E’ questo il valore, puramente economico, ma che sottolinea l’importanza del lavoro dell’Associazione Volontari Mezzago. L’acquisto di un nuovo mezzo attrezzato per il trasporto sociale, previsto per il 2014, il cui costo era stato preventivato in circa 40.000 Euro, si sta finalmente concretizzando. Ciò grazie ai contributi ed erogazioni liberali ricevute in questi anni da parte di soci e privati, al contributo straordinario stanziato dall’Amministrazione Comunale e a quanto elargito dalla Pro Loco. I risultati brevemente riassunti dimostrano il valore e l’efficienza dei servizi che l’Associazione Volontari svolge per tutti. L’importante è che, di tutti, non venga mai meno la solidarietà. Il Calendario Mezzaghese potrà essere ritirato presso la se de dell'Ass. Volon tari via F.lli Bra sca, 5 LA VOCE DEI GRUPPI CONSILIARI GIORNATA DI LEGALITÀ A MEZZAGO Vivere come volare ci si può riuscire soltanto poggiando su cose leggere del resto non si può ignorare la voce che dice che oltre le stelle c’è un posto migliore un giorno qualunque ti viene la voglia di andare a vedere, di andare a scoprire se è vero che non sei soltanto una scatola vuota o l’ultima ruota del carro più grande che c’è (da: “Kurt Cobain” di Brunori Sas) Cogliamo l’occasione per ringraziare l’associazione Bang, organizzatrice del Progetto Legalità Brianza e il Bloom che domenica 23 Novembre ha ospitato la prima edizione del Festival della Legalità, evento di chiusura del più ampio programma di quattro incontri pubblici sulla lotta alle mafie. Con la scelta di puntare su musica e cultura senza rinunciare a ospiti di primo piano nella lotta alla criminalità organizzata e nella divulgazione, la manifestazione punta a promuove la diffusione della coscienza della legalità, senza la quale un paese non può avere un futuro né sperare in una società più giusta. Informarsi è condizione necessaria per sentire il rispetto delle regole come necessità etica imprescindibile. La giornata mezzaghese, iniziata parlando di cinema e musica, con la presentazione del libro di Marika Demaria “La scelta di Lea” e la proiezione del film di Marco Amenta “La siciliana ribelle”, si è conclusa con lo straordinario concerto del cantautore Brunori Sas. Il ricavato dei biglietti venduti della serata sarà devoluto alle associazioni AddioPizzo e Stampo Antimafioso. Gruppo Mezzago Democratica Il pensiero è l’attività della mente, un processo che si manifesta nella formazione delle idee, dei concetti, della coscienza, dell’immaginazione, dei desideri, della critica, del giudizio, e di ogni raffigurazione del mondo. Pensare diversamente significa poterci sentire liberi. Vogliamo poter trovare tempi e luoghi per poter liberamente dire il nostro pensiero, per poterlo vivere. Se il nostro pensiero urta, ci spiace, ma non possiamo non esprimerlo. Fa parte della diversità che vogliamo trasmettere a questa comunità. E la diversità è ricchezza. Soprattutto è la ricchezza di semplici cittadini che vogliono impegnarsi per la propria comunità. Alla fine del percorso ci auguriamo di essere qualche pecora nera in più. Gruppo Cambia Mezzago AIUTACI AD AIUTARE Con l’aggravarsi della crisi economica sono aumentate anche nel nostro paese le famiglie in difficoltà economica per mancanza di lavoro. Tanto che nel giro di 3 anni i pacchi alimentari che la Caritas parrocchiale consegna mensilmente alle famiglie sono passati da 4 a 38 coinvolgendo più di 115 persone. Questi pacchi vengono allestiti grazie al Banco alimentare che si fa forza anche dei fondi della Comunità Europea destinati per questa finalità. Dallo scorso anno la Comunità Europea ha tagliato i fondi per questi aiuti e nel frattempo sono aumentate la famiglie mettendoci in difficoltà. Abbiamo tentato di sopperire con raccolte straordinarie di viveri e facendo appello alla generosità dei parrocchiani con donazioni in denaro o in generi alimentari. La Coop di Mezzago ci è venuta incontro facendo lo sconto del 30% sui prodotti acquistati dalla Caritas per i pacchi viveri. Per questo vogliamo rinnovare l’appello alla comunità mezzaghese per continuare questo aiuto, che non risolve i problemi delle famiglie in difficoltà che hanno bisogno di lavoro, a volte di casa, ma è un piccolo aiuto che fa tirare un sospiro sollievo. Ci puoi aiutare in 3 modi: 2 1. Raccolta alimenti Porta a Messa o in casa parrocchiale il tuo contributo concreto per aiutare le famiglie in difficoltà. Aiuterai così alla composizione dei 38 “Pacchi famiglia” che ogni mese la Caritas distribuisce a Mezzago. Pasta /riso - Latte lunga conservazione - Zucchero - Olio/Tonno - Biscotti vari per colazione - Materiale igiene personale 2. Contributo mensile Dona 5€ al mese. Contribuisci all’acquisto di generi alimentari che riempiono il “Pacco famiglia” che ogni mese giunge a più di 115 persone a Mezzago. Per informazioni chiama don Marco al tel.039.623842 oppure manda una mail a [email protected] 3. Partecipazione attiva Contribuisci anche tu con le tue energie e le tue idee al gruppo Caritas Parrocchiale. Il lavoro di certo non manca! Ci troviamo il primo mercoledì del mese alle 17.30 in Parrocchia. Contatta don Marco al tel.039.623842 Oppure manda una mail a [email protected] Caritas Parrocchiale IL GEMELLAGGIO È UNA RISORSA!! Poco meno di due mesi dopo aver ricevuto la carica di Assessore al gemellaggio, mi son trovata catapultata a vivere une delle esperienze più intense, ricche ed uniche che potessi immaginare. La mattina del 21 luglio io e tre adolescenti, Samuel, Alice e Sofia ci siamo trovati insieme su un aereo diretto a Francoforte per trascorrere una settimana a Reilingen, il paese gemellato con Mezzago in Germania. Io, per accompagnare loro in un’ esperienza, loro per vivere in prima persona un’esperienza Gemellagio Mezzao/Relingen : luglio 2014 unica: vivere una settimana ospitati da una famiglia tedesca, vivere esperienze con i loro coetanei tedeschi, vedere posti nuovi, conoscere una nuova cultura, diverse abitudini, ascoltare una lingua non loro per una settimana e dover parlare inglese con tutte le persone che avrebbero incontrato durante il loro cammino. Lo sguardo intimidito delle prime ore l’ho visto dissolversi lentamente in poche ore lasciando spazio ad occhi pieni di entusiasmo. Immediatamente siamo diventate quattro persone lontane da casa che si sentivano a casa. I ragazzi hanno potuto vivere ogni tipo di esperienza; andare a scuola e vedere le differenze con il nostro sistema scolastico, fare attività di puro divertimento, cene tutti insieme dove miracolosamente tutti riuscivano a parlar tra loro in inglese. In tutto ciò, io ho avuto l’immensa fortuna di essere spettatrice di continui cambiamenti, miglioramenti. Vedevo i ragazzi sempre più disinvolti, sempre più autonomi e pronti a recepire tutto quello che c’era da recepire in un’esperienza simile. Ho visto tre adolescenti crescere, cambiare e sperimentare sulla loro pelle quanto sia importante allontanarsi da casa imparando ad essere autosufficienti, quanto sia più semplice di quanto si creda parlare una lingua non nostra, ma soprattutto capire quale sia la potenza del gemellaggio. Gemellaggio vuol dire trovare persone, famiglie lontane da casa tua pronte a farti sentire a casa, pronte ad essere amici, davvero “gemellati”, vicini. L’esperienza di scambio tra alunni è stato un esperimento perfettamente riuscito e personalmente non vedo l’ora di poter replicare questa esperienza per vedere nuovi volti entusiasti, nuovi adolescenti pronti a capire quanto sia importante aprire le nostre porte ad altri paesi, ad altre culture senza timore, ma solo con tanta voglia di essere delle spugne pronte ad assorbire tutto ciò che c’è da assorbire. Viaggiare, conoscere nuove culture apre la mente, forma le persone. Credo vivamente che il gemellaggio con altri stati debba esser visto come una grande opportunità oltre che qualcosa di prezioso. Credo che il gemellaggio sia una risorsa soprattutto in un periodo storico tanto particolare come quello che stiamo vivendo, dove si tende ad allontanarsi piuttosto che avvicinarsi. Il gemellaggio, seppur in piccolissima parte, ha un grande potere: abbatte le distanze, i muri che stiamo mettendo con chi ci è intorno, attraverso la conoscenza diretta di ciò che non conosciamo e credo che questa non sia una banalità. Valentina Balice Assessore al Gemellaggio, Sport e Tempo Libero, Politiche Giovanili e Pari Opportunità. IL WEB, SEMPRE LUI (O LEI?) Sempre a farla da padrone, ovunque. Eppure anche chi non lo vuole usare, lo usa suo malgrado. Si fa trovare con una rete telefonica - vero genitore del web - si fa prenotare le vacanze, si rivolge a chi può (o potrebbe) trovargli lavoro o gli prepara i documenti essenziali a uno sportello, tutto sul web. “Lo ha detto la televisione” si diceva un tempo. Oggi no; “l’ho visto sul sito..., “lo dice Tizio su Facebook”, “lo ha Twittato Caio”, ”il video di Sempronio su Youtube, ma l’hai visto?” Ma la carta resiste, strenuamente, da secoli. Potrà farlo il web? Durerà tanto? Forse no, chissà. Quindi facciamo tutt’e due le cose: la carta col suo profumo, l’inchiostro, la sua semplice applicazione (anche “dopo”, per coprire, imballare, confezionare). E il web, il suo fascino, il suo potenziale, la lunga gittata. Chi vi scrive ha letto i giornali vietati dal regime a Teheran, quelli che non ci arrivano, non si possono stampare. E tutto sul web, semplicemente. Quindi il web si vede e si ascolta (e “ci vede e ascolta”), ci fa parlare e comunicare. Non potevamo restare fuori da questo, ne noi con gli “anta” ne loro, i giovanissimi. Lunedì 10 Novembre è partito il laboratorio di giornalismo alla scuola secondaria (o media), che come di consueto aiuta a scrivere con creatività e da quest’anno anche a parlare e comunicare sul/dal/col/ web. Con una opportunità di avvicinamento a come fare un blog, un comunicato, una trasmissione radiofonica. A gruppi i ragazzi proveranno a cimentarsi con i testi, le immagini e la regia della radio via web, quella che arriva dall’altra parte del mondo senza fruscii (il fascino delle onde medie ormai morto...), ovunque insomma su pc, tablet, cellulari. A Mezzago c’è già dove farlo, oltre alle classi. L’aula di musica ben insonorizzata, la Sala Prove proprio davanti al Centro di aggregazione giovanile, entrambi studi radio perfetti e proprio nei luoghi giusti. Mancavano i mentor, quelli che insegnano. Trovati anche quelli, gratis per giunta. E allora? Allora via, provateci ragazzi. In un paese dove si legge poco, dove chiudono i giornali di carta (alcuni quasi centenari), fare solo giornalismo su carta poteva sembrare antico, fuori dal tempo. Buon lavoro dunque. Buon lavoro e pensate a cosa dire, meglio se ben scritto prima. Sulla carta, come negli ultimi millenni. Una informazione: chi è iscritto alla nostra biblioteca, o a una delle tante del Sistema Bibliotecario Vimercatese e che presto potranno diventare ancor di più, ha accesso con i suoi dati di registrazione al portale MediaLibraryOnLine. Vi si trova di tutto, anche i giornali italiani e stranieri oscurati da questo o quel regime nel mondo. Visitate www.sbv.mi.it/sbvdrupal/node/162 Claudio Dozio Assessore all’Istruzione e Politiche Culturali Vice Presidente del Sistema Bibliotecario Vimercatese ALZHEIMER CAFFE’ A MEZZAGO L’Alzheimer o più generalmente la demenza è considerata una patologia che colpisce tutta la famiglia. La malattia d’Alzheimer “ruba” alla persona la capacità di esprimersi e di leggere la realtà in modo adeguato e porta via i ricordi, in particolare quelli più recenti. Questo processo degenerativo rende via via anche le relazioni più vicine difficoltose. Per sostenere questo cammino faticoso, la “Casa del Sorriso”, CDI di Mezzago, nell’estate del 2013, ha deciso di organizzare un ciclo di incontri, indirizzati ai familiari di persone con demenza, aperto anche alla popolazione del territorio. La proposta è stata quella del “Gruppo ABC”. Il gruppo ABC, utilizzando l’approccio capacitante mette le Parole al centro nella cura della persona anziana malata per restituirle dignità e promuovere il suo benessere e quello del caregiver (persona che si prende cura). Dalla positiva esperienza del “Gruppo ABC” è emersa l’esigenza da parte dei partecipanti di poter continuare ad incontrarsi per momenti di formazione e condivisione così, per rispondere a questo bisogno “La casa del sorriso” ha deciso di aprire le proprie porte, un pomeriggio al mese, a familiari e volontari, per realizzare un “Alzheimer Caffè”. Gli Alzheimer Caffè, nati in Olanda nel 1997, nel nostro paese, pur avendo modalità di gestione diversa, hanno tutti una finalità comune: accogliere le persone con demenza e i loro caregiver in un ambiente rilassante, accogliente in cui possano sentirsi a proprio agio ed uscire dalla solitudine. Un ambiente in cui persone con demenza e familiari possano incontrare altre persone con le loro difficoltà, volontari che offrono il loro tempo e professionisti esperti con cui potersi confrontare e trovare un aiuto concreto nel loro quotidiano vivere con questa malattia. Gli incontri si sono svolti mensilmente il mercoledì pomeriggio da marzo a luglio; ad ogni incontro il gruppo dei familiari si è ritrovato con un professionista per confrontarsi su un tema specifico; contemporaneamente il gruppo delle persone anziane si è ritrovato per un momento ludico; al termine i due gruppi si sono riuniti per una merenda insieme. Negli incontri sono stati trattati ogni volta temi diversi: la comunicazione, gli aspetti medici, l’assistenza, la movimentazione, gli aspetti sociali, ecc. Il tempo dedicato agli anziani si è qualificato come ludico ma di volta in volta andando ad allenare diverse competenze, da quelle motorie a quelle cognitive. Il progetto ha visto coinvolti gli ospiti del CDI con i loro familiari e alcune volontarie del centro. La frequenza dei familiari è stata molto buona con una media di 12 persone ad incontro e sia familiari che volontari hanno partecipato, intervenendo durante gli incontri. Il risultato è stato un confronto puntuale e proficuo tra familiari, volontari e professionisti. Daria Antonietti 3 ECUOSACCO I primi risultati e i primi ringraziamenti A dieci mesi dall’avvio della sperimentazione del nuovo sistema di conferimento del secco con il cosiddetto EcuoSacco, i risultati ottenuti sono molti positivi, migliori delle pur ambiziose aspettative iniziali. Il nuovo sistema ha permesso di ridurre di oltre il 43% la frazione secca residua, a vantaggio delle frazioni che vengono inviate al riciclaggio: la raccolta del multipack è aumentata del 37%, quella della carta del 24%, l’umido del 9.5%. Obiettivo centrato dunque. Sempre meno rifiuti vanno a finire nell’inceneritore e contemporaneamente sempre più materiali, correttamente differenziati, vengono avviati ai processi di recupero e riciclaggio per essere poi nuovamente inseriti nel ciclo produttivo, con evidenti benefici ambientali ed economici. A questo si aggiunge una riduzione di costi significativa (circa 8%) che consente, già da quest’anno, di ridurre la spesa a carico dei cittadini, che riceveranno una bolletta più leggera rispetto all’anno scorso. Certo qualcuno ha dovuto richiedere, e pagare, una fornitura aggiuntiva di sacchi rossi, perché quelli forniti a inizio anno non gli sono stati sufficienti, ma è proprio questa una delle caratteristiche specifiche del nuovo sistema, la leva per stimolare tutti noi a differenziare di più e meglio, e lo strumento base di un sistema di tariffazione più equo, fondato sul principio del “chi produce meno rifiuti, meno paga”. Le temute criticità, inevitabili e fisiologiche per un’azione complessa di questo tipo, sono state molto contenute e affrontate via via con qualche correzione e integrazione delle procedure iniziali. L’introduzione di un nuovo tipo di sacco, più piccolo e versatile, cosi come l’attivazione della figura del tecnico ispettivo per monitorare più attentamente le situazioni più complicate, hanno permesso di contenere i disagi e rimodulare il sistema sulla base delle effettive necessità. I temuti comportamenti scorretti, l’abbandono di rifiuti o l’uso improprio dei cestini pubblici sono stati contenuti. Insomma i mezzaghesi, e i cittadini degli altri comuni coinvolti nella sperimentazione, hanno risposto molto positivamente, dimostrando ancora una volta, se mai ce ne fosse bisogno, grande senso civico e una forte volontà di contribuire al cambiamento in modo concreto ed efficace. Il sistema però, per quanto efficiente, può – e deve - essere sempre migliorato. Nel corso del prossimo anno verranno introdotti alcuni correttivi che permetteranno di risolvere altre criticità emerse durante la sperimentazione. Ci sarà una ulteriore revisione della dotazione iniziale di sacchetti e delle integrazioni previste per determinate utenze (per i pannoloni ad esempio), nuove modalità per il conferimento di particolari frazioni da parte delle utenze non domestiche e una nuova campagna di comunicazione multilingue. La novità più importante riguarderà l’attivazione di un sistema di tracciabilità dei conferimenti. Ogni singolo “EcuoSacco” sarà identificato da un codice che lo assocerà in modo univoco all’utenza, abbinamento che verrà fatto in fase di consegna dei nuovi sacchi; in questo modo il gestore sarà in grado di sapere a chi “appartiene” ogni singolo sacco, per una gestione più efficace delle eventuali irregolarità di conferimento. Cosa ancora più importante, la tracciabilità del sacco rappresenta un ulteriore passo verso l’attuazione della “tariffazione puntuale” ovvero la possibilità di definire la tariffa in base a quanti rifiuti vengono effettivamente conferiti. La decisione di CEM Ambiente di estendere da prossimo anno il sistema anche ad altri comuni, per coinvolgere in totale oltre 60000 abitanti, ci conforta rispetto alla scelta fatta a suo tempo di aderire alla sperimentazione; grazie all’impegno di tutti, i benefici introdotti dal questo nuovo sistema di gestione dei rifiuti, verranno estesi ad un territorio sempre più ampio. Abbiamo da subito creduto nella bontà del progetto e contribuito al suo perfezionamento, condividendone obiettivi e le finalità, supportati dall’esperienza di CEM Ambiente, dalla preparazione dei suoi tecnici e dei suoi amministratori. Sapevamo di chiedere un ulteriore sforzo ai nostri concittadini in tempi non facili, nei quali, troppo spesso, progettualità, visione strategica, capacità di analisi e programmazione, cedono il passo ad approcci demagogici e di corto respiro. Sapevamo delle criticità e abbiamo messo in conto polemiche e critiche. Abbiamo deciso di fare comunque la cosa più giusta e utile anche se più difficile; la comunità ci ha seguito e questi risultati sono un bel premio per tutti. Michele Bonanomi Assessore all’Urbanistica ed Edilizia Privata, Ecologia e Sviluppo Sostenibile PARTECIPAZIONE Da qualche mese ricopro la carica di Vice-Sindaco ed assessore alla partecipazione e ai beni comuni: incarico per me gratificante e per il quale ringrazio sia chi mi ha permesso di riceverlo (tutti i cittadini) sia chi formalmente mi ha delegata (il Sindaco). Cosa significa, di fatto, questo assessorato? Io ritengo che la partecipazione sia il metodo con cui debbano essere affrontate le decisioni e le scelte più importanti che riguardano la cosa pubblica. Partecipazione vuol dire: - costruire insieme gli indirizzi di una determinata azione politica e di governo; - valutare apertamente le criticità, i suggerimenti e le opportunità; - condividere le scelte e le responsabilità che da esse derivano e misurare, ancora insieme, i risultati ottenuti. Mi piace ricordare che l’assessorato alla partecipazione e ai beni comuni ha il suo presupposto e fondamento nella nostra Costituzione che, proprio all’art. 118 stabilisce “Stato, Regioni, Città metropolitane, Province e Comuni favoriscono l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio di sussidiarietà”. Questo cosa significa? Semplicemente che è la stessa Costituzione ad introdurre una nuova figura di cittadini che si possono definire cittadini attivi, cioè persone responsabili e solidali che si prendono cura dei beni comuni. Proprio partendo da questo principio abbiamo pensato di istituire un assessorato che potesse legittimare e regolamentare la partecipazione di questi cittadini che, non essendo proprietari ma custodi dei beni comuni, potessero esercitare nei confronti di questi beni un diritto di cura fondato non sul proprio interesse ma su quello generale. Lo stimolo maggiore dei cittadini attivi è proprio la solidarietà, l’interesse a prendersi cura dei beni di tutti. Anche questo sarà uno degli obiettivi dell’assessorato alla partecipazione e ai beni comuni: INSIEME diventare cittadini attivi che si prendono cura e diventano custodi dei propri beni comuni, nell’interesse di TUTTA LA CITTADINANZA. Mi piace chiudere citando una frase di un grande artista che rappresenta in modo molto chiaro e semplice ciò che per me significa ‘partecipare’: LA LIBERTA’ E’ PARTECIPAZIONE. Giulia Fumagalli Vice-Sindaco L'ACCADEMIA ALBERO MOZZATI COMPIE 20 ANNI L’Associazione Amici della Musica di Mezzago è stata costituita nel 1994. E’ un’associazione culturale senza fine di lucro il cui presidente attuale è Alberto Baldrighi. In questi anni di fervente attività l’Associazione ha organizzato numerosi concerti sul territorio e istituito l’Accademia di Musica “Alberto Mozzati”, che ha sede presso il Palazzo Archinti di Mezzago. L’Accademia, è considerata un vero e proprio punto di riferimento per lo studio della musica e la sua peculiarità consiste nell’offrire corsi validi ed all’avanguardia a studenti di ogni livello: dai corsi propedeutici per bambini, ai corsi strumentali o di carattere divulgativo e amatoriale o rivolti al conseguimento degli esami presso i Conservatori di Musica. Sono istituiti corsi di perfezionamento e 4 seminari di approfondimento e di interpretazione musicale. Iniziativa di grande successo è stata la formazione del Coro Polifonico dell’Accademia diretto da Federico Porcelli. Sono stati docenti ospiti dell’istituzione Maestri di fama mondiale quali Aldo Ciccolini, Ludwig Hoffmann, Paul Badura-Skoda, Alfons Kontarsky, Françoise Ogéas, Dalton Baldwin e il Prof. Rolando Omar Benenzon. Importante ciclo di concerti, che si tiene tutti gli anni a Palazzo Archinti, è la rassegna concertistica “Musica in Accademia” che quest’anno prevede l’esecuzione integrale delle 32 sonate per pianoforte di Beethoven. Alberto Baldrighi In pochi mesi, la nuova Amministrazione ha dato vita a tante iniziative di pace. MEZZAGO, CITTA’ PER LA PACE “La violenza non si vince con la violenza, la violenza si vince con la pace. Dobbiamo ricordare che si può perdere tutto in guerra, ma nulla si perde con la pace.”(Papa Francesco) “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.” (Articolo 11 Costituzione Italiana). Anche il comune di Mezzago ha sempre avuto a cuore questo tema, tanto che dal 2002 è ufficialmente “città per la pace” e dal 2007 anche “città equosolidale”. Questo vuol dire impegnarsi attivamente e in modo concreto per la promozione della pace e dei diritti umani, aderire al “Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per la Pace”, orientare gli acquisti comunali e privati verso prodotti bio, equi e solidali sensibilizzando i cittadini ed avere quindi un consigliere dedicato. La nuova Amministrazione ha voluto e vuole proseguire questo importante percorso organizzando e promuovendo, in questi pochi mesi di mandato, molteplici iniziative di pace che hanno visto coinvolte le associazioni, gli enti locali e l’amministrazione stessa. Oltre alle tante iniziative promosse dalle associazioni di volontariato che operano a Mezzago, il comune si è reso attivo in prima persona organizzando tre grandi eventi di pace e cooperazione. 28 Settembre: “La vuoi la pace? Pedala!” Iniziativa promossa dalle ACLI Milanesi e dal Coordinamento La Pace in Comune in collaborazione con alcuni comuni lombardi, tra cui Mezzago. Questa biciclettata, giunta ormai alla sesta edizione, ha portato a Milano un cospicuo gruppo di concittadini che con forza hanno voluto dire “NO!” alle guerre. Con il tempo dalla loro e una Piazza Duomo gremita, hanno tinteggiato di pace con bandiere, striscioni, variopinti palloncini, Milano e le nostre Province. Una grande iniziativa di pace a livello regionale che ha permesso di discutere sul tema rafforzando l’idea che la pace, l’attenzione al bene comune, la coesione sociale e la tutela ambientale siano temi fondamentali nell’azione amministrativa degli Enti Locali e nell’impegno di tutti. 19 Ottobre: giornata della pace! Pace è collaborazione, e partendo proprio da tale principio le amministrazioni locali di Mezzago, Bellusco e Ornago hanno promosso una giornata dedicata alla pace, sia nei territori vicini che in quelli più lontani. La prima marcia tra i comuni coinvolti pensata principalmente per i bambini e i ragazzi ha visto una partecipazione incredibile di un centinaio di concittadini che nel pomeriggio si sono uniti agli amici di Bellusco e Ornago per confluire a piedi a Camuzzago. Qui i bambini, che nelle settimane precedenti avevano approfondito il tema della pace nelle loro classi, hanno condiviso con la popolazione presente il loro lavoro, facendo trasportare dal vento messaggi scritti sugli origami e appesi ai palloncini colorati. Velocemente il cielo si è colorato delle tinte dell’arcobaleno diffondendo nella nostra Brianza i loro piccoli pensieri di pace. La seconda marcia, pensata per gli adolescenti e gli adulti ha portato ben trenta mezzaghesi a Perugia. Qui si sono uniti agli altri centomila manifestanti che con lo zaino sulle spalle hanno percorso i ventiquattro chilometri per giungere ad Assisi. Forse non tutti sanno che la prima marcia per la pace e la fratellanza dei popoli Perugia-Assisi è nata da un’idea di Aldo Capitini, antifascista ed educatore perugino, il 24 settembre1961: un corteo popolare nonviolento che doveva passare per le strade che da Perugia portavano verso Assisi per non dimenticare le stragi passate e per non rifare gli stessi errori. Fu proprio in questa occasione che venne utilizzata, per la prima volta, la Bandiera arcobaleno della pace, simbolo tutt’oggi ancora vivo in tutto il mondo, dell’opposizione nonviolenta a tutte le guerre. Ricordando Aldo Capitini e la campagna italiana “Pace da tutti i balconi” promossa da Padre A.Zanotelli nel 2002, i partecipanti hanno ricevuto, come dono da parte dell’Amministrazione comunale, la bandiera arcobaleno con la speranza che ciascuno si faccia promotore di pace anche nel suo stesso paese. Ora l’impegno richiede a ciascuno una maggiore determinazione per trasformare le due marce di un giorno, nella Marcia di tutti i giorni, facendo tesoro di tutte le energie, le competenze e le belle esperienze vissute, stimolo e rilancio per costruire insieme una politica di pace per Mezzago, l’Italia, l’Europa e perché no, il mondo. 28 Settembre: “Perugia-Assisi” 28 Settembre: “La vuoi la pace? Pedala!” 19 Ottobre: giornata della pace! IL PROGETTO “TESSERE RELAZIONI” organizza 8 Dicembre: mercatini solidali natalizi Il prossimo evento che vedrà la collaborazione dell’Amministrazione comunale, della Parrocchia e della ProLoco, sarà, l’ormai noto mercatino di Natale. In questa occasione, tutte le associazioni di solidarietà di Mezzago o operanti nel paese, presenteranno il loro lavoro e venderanno diversi prodotti per autofinanziare le proprie opere. Questa vuole essere, per ogni cittadino, un’occasione da non perdere per sostenere, anche con piccoli gesti, il volontariato che quotidianamente svolge un ruolo di fondamentale importanza nel sostegno delle molteplici attività ed iniziative che arricchiscono e rendono attenta, la nostra realtà territoriale. “Non basta parlare di pace. Uno ci deve credere. E non basta crederci. Uno ci deve lavorare.” Eleanor Roosevelt Veronica Cattaneo Consigliere con delega alla pace, cooperazione e solidarietà CAMBIO “MERCATO DEL BARATTO” NASCE IL MERCATINO IN CUI E’ POSSIBILE SCAMBIARSI OGGETTI … UN OGGETTO “PER ME”, INUTILIZZATO E IMPOLVERATO PU0’ FARE LA FELICITA’ DI “QUALCUN ALTRO”. UN GESTO DI SOLIDARIETA’ E UN OCCASIONE DI INCONTRO … Per info: Marta Carzaniga, cell. 338/5746272 5 F’AMO ECO Molti ci chiedono: “Perchè la caffettiera?” La caffettiera è un oggetto a cui siamo affezionati, non la buttiamo mai, è sintomo di aggregazione, è porta voce di un meccanismo interno stimato in tutto il mondo, una macchina che riempita di polvere e poi scaldata genera un liquido colorato. Bhe il collegamento è fatto. Noi siamo gente che fornisce creatività e impegno, il caffè macinato, per trasmettere l’ecologia agli altri, il caffè liquido. Lo scopo è rendere ingeribile una sostanza, ecco quindi che con noi potrai bere del sano caffè ma verde...E se lo F’amo insieme è meno amaro. F’amo Eco è un progetto di sviluppo nato da Natural Jumping a Mezzago con l’appoggio di Soc. Cop. Aeris, Spazio Giovani, Pro Loco e con la collaborazione di CEM Ambiente, del Comune di Mezzago e di varie associazioni nel territorio di Monza e Brianza. F’amo Eco ha avuto come principale interesse, dal suo esordio ad ora, quello di organizzare eventi che diffondessero valori e pensieri inerenti al mondo dell’ecologia soprattutto attraverso l’arte. Infatti F'amo Eco Fest 2013 la frase con la quale abbiamo lanciato il nostro marchio è stata proprio: “Al posto del caffè mettiamo l'arte e aspettiamo che esca l'ecologia.” L’obiettivo è quello di diffondere in veste creativa ed allegra buone pratiche informando le persone riguardo lo sviluppo sostenibile. La questione si rigetta sulle azioni di vita quotidiana quali lo smaltimento di rifiuti, il riuso, il riciclo e l’energia che attraverso la creatività, l’arte e il design, intesi come strumenti di azione progettuale, aggregativa, formativa ed educativa diano voce e speranza a problemi attuali riguardanti la società e l’ambiente. L’evento pubblico per F’amo Eco è una forma di manifestazione che ristabilisce su questi temi una nuova coesione sociale e tende a stabilire rapporti tra figure operanti nel campo e recuperarli tra le generazioni. Fino ad ora abbiamo collaborato con diversi locali, come Bloom ed Arci, ma in particolare cerchiamo di immaginarci nuovi luoghi per i nostri eventi. Infatti, il F’amo Eco Fest, che ha visto la sua prima edizione nel 2013, è stato ambientato nell’isola ecologica del paese. Un evento fenomenale che si è ripetuto anche nel 2014. Ci attiveremo anche in occasione di Expo 2015, creando eventi artistici da affiancare all’agricoltura locale. Infine, lungimirando, prestando attenzione all’importanza che a livello globale stanno acquisendo sempre di più i temi trattati, questa proposta di progetto vuole fortemente cogliere l’occasione per creare una realtà che parta dal volontariato e tenti di arrivare a costituirsi negli anni come una vera e propria attività a servizio della comunità generando in essa reali posti di lavoro. Infatti, il prossimo passo sarà quello di coinvolgere le imprese e gli artigiani locali chiedendo loro di investire su di noi per effettuare ricerca creativa sui loro scarti. L’obiettivo è creare dei prodotti che alleggeriscano le spese di smaltimento aziendali ma soprattutto creino altri canali di mercato per le loro componenti industriali. Gli scarti spesso sono compenenti già standardizzate e quindi hanno già dei processi di produzione alla base. Ciò significa che, se i prodotti avranno un mercato decisivo tale per cui non basteranno gli scarti, le spese che ne conseguiranno saranno minori e non verrà alterata la normale filiera produttiva dell’azienda. Chiediamo a tutti un grande impegno e aiuto nel girarci contatti di realtà produttive e artigianali che vogliano affiancarci in questa “impresa”. Grazie tanto a chi ci ha sostenuto sino ad ora e #famoeco. Per qualsiasi informazione, proposta e idea: facebook: famo eco / [email protected] / 3474537955 Alberto Iannucci PERCHE’ SONO QUI? 6 Nel corso dello scorso mese di settembre in collaborazione con la ProLoco abbiamo promosso presso la biblioteca due incontri: l’inaugurazione della mostra One Day In Africa con la presenza del giornalista Raffaele Masto e la presentazione del libro “Immigrati: diritti della persona e doveri di solidarietà” di Luigi Lia, oltre all’autore erano presenti l’avv. Antonella Cavaiuolo, coordinatrice Avvocati di Strada di Monza e Vittorio Pozzati, presidente COOP Mezzago. La mostra realizzata dalla rivista”Africa” attraverso quarantacinque immagini, esposte secondo l’ordine in cui sono state scattate – dalle prime luci dell’alba fino a notte fonda - si proponeva di ricostruire una giornata di vita trascorsa alla scoperta di località e gesti distanti tra loro migliaia di chilometri, ma accomunati dalla stessa vibrante energia. L’occasione per avvicinarci a un continente – l’Africa – di cui si vuole tutto: oro, diamanti, petrolio e materie prime, ma non gli africani. Per riflettere che non esistono culture originariamente “pure”, ma che le culture sono meticce perché l’uomo ha piedi e non radici, cammina, si sposta e in questo suo camminare Biblioteca : Mbargou Diop alla presentazione della mostra ONE DAY IN AFRICA incontra altri uomini e da queste interazioni comunicative la cultura è continuamente sottoposta a processi di contaminazione. Nella società contemporanea assistiamo a un eccesso di identità, ad una manipolazione e strumentalizzazione del fattore culturale e in questa operazione spesso i migranti vengono presentati come il nemico pubblico ideale. Sono di volta in volta criminali che minacciano la sicurezza delle nostre vite quotidiane, gente che minaccia la nostra purezza etnica, abusivi che competono con noi nel mercato del lavoro e sottraggono benefici elargiti dallo stato sociale. Il secondo incontro, con la presentazione del libro è stato invece l’occasione per riflettere su come contrastare questo modo di pensare sempre più condiviso e in questo la nostra Costituzione ci è di grande aiuto. Anche se concepita e partorita in periodo storico diverso da quello attuale essa può rappresentare un punto fermo contro le discriminazioni grazie alla centralità che essa riconosce alla tutela dei diritti inviolabili dell’uomo, al tema dell’uguaglianza come compito che ci impegna ieri e oggi a rimuovere tutti gli ostacoli che di fatto impediscono nella vita concreta le pari opportunità. Un invito a pensare la solidarietà e la generosità non come accessorie alle nostre vite ma come basi su cui fondarle. Perché abbiamo voluto questi incontri? La risposta nelle parole di un rifugiato sbarcato a Lampedusa: “Venite a vedere dove viviamo, dove abitiamo, guardate le nostre scuole…..camminate per le nostre strade….imparate a conoscerci, cambiate prospettiva, mettetevi nei nostri panni, provate a vivere una nostra giornata…..” Progetto Continenti. L’UNITÀ DEI POPOLI Tra i popoli non c’è confine Siamo tutti uguali alla fine La cultura può essere differente Ma si convive ugualmente Ogni popolo ha la sua realtà Ma non deve creare difficoltà Ricevi e dai quello che hai Per uno scambio che non finisce mai L’apertura e l’integrazione Può diminuire l’aggressione Tra razze, tribù ed etnie Senza guerra, fame e malattie Per una vita migliore, nella pace Aiutiamoci per un mondo felice Mbargou Diop DELLE MANI E DEI LAVORI Appena mi svegliavo mangiavo il “pumià” e andavo in campagna con il mio papà, che aveva campi di frumento e Copertina del libro DELLE MANI E DEI LAVORI furmenton. Io tenevo in mano il cavallo, mio papà teneva il “rampeghen” per smuovere tutta la terra e mi diceva: “tira dress”. In famiglia eravamo in cinque figli: tre sorelle e due fratelli. Noi facevamo la polenta e il pane fatto in casa. Ho frequentato la scuola fino alla terza elementare. Mio papà faceva il cardegat, sistemava le sedie in Chiesa e raccoglieva le offerte. Io sono stata un po’ in “canatori” a filare la seta. Fino a quando ho fatto gli anni (dodici) e sono andata in “stabiliment”. Quando hanno chiuso il canatorio ho trovato lavoro a Monza in uno stabilimento di tessitura e filatura e ho lavorato lì fino a quando mi sono sposata. “Ho patì la fam e dopu inveci ho spusà un bravu omen”. Adesso ho cento anni!!.. e ho sempre lavorato nei miei “terren”...Teresa Crespi Queste le parole di Teresa Crespi, che ora ha cento e uno anni, raccolte nel libro “Delle mani e dei lavori.. ingegno e fatiche del secolo passato..gli ospiti del Centro Diurno Integrato “La Casa del sorriso” di Mezzago raccontano”, ideato e realizzato dall’equipe del CDI. La sua produzione è stata curata dalla Cooperativa “La riabilitazione” col patrocinio del Comune di Mezzago. L’equipe del C.D.I. è composta da: Daria Antonietti,Paola Biella, Marta Carzaniga,Marica Cogliati,Gabriella De Falco, Wendy Garcia, Laura Graziani, Alessio Motta,Oksana Romanova, Monica Telloli, Francesca Zavanone, con tutti i volontari, gli amici e i collaboratori. Teresa Crespi: 101 anni IL SOLE DEI VECCHI Il sole dei vecchi è un sole stanco trema come una stella e non si fa vedere ma solca le acque d’argento dei notturni favori. E tu che hai le mani piene d’amore per i vecchi sappi che sono fanciulli attenti al loro pudore Alda Merini VIVI MEZZAGO Una nuova risorsa per la comunità Una nuova realtà si affaccia nel panorama delle associazioni presenti in paese. “Vivi Mezzago” muove i suoi primi passi e decide di farlo presentandosi ufficialmente al Sindaco e al Vicesindaco, lo scorso mercoledì 26 novembre. Un gesto che vuole sottolineare la voglia di creare la giusta collaborazione e la necessaria sintonia per realizzare le proprie attività a beneficio della comunità mezzaghese. Cosa intende realizzare Vivi Mezzago lo si capisce dallo Statuto, che indica tra gli scopi quello della promozione della cultura, della responsabilità ambientale e sociale, dello sport e del benessere e delle attività sociali rivolte ai propri soci e alle persone facenti parte della comunità mezzaghese. Il tutto senza distinzione di età, sesso, lingua, razza, etnia, genere e condizione sociale, nel pieno rispetto dei diritti fondamentali dell’uomo, così come sono indicati nelle più alte dichiarazioni universali e internazionali. L’associazione è apolitica e apartitica e persegue solo le finalità che sono indicate nel suo Statuto. Vuole fare della collaborazione con le altre realtà presenti in paese uno stile, convinti che solo lavorando insieme si va lontano. Durante la presentazione al Sindaco, sono stati proposti due progetti, di semplice realizzazione, per i quali è stato richiesto il gratuito patrocinio: Coccole di Babbo Natale – In occasione dei Mercatini di Natale (8 dicembre 2014) Corso di Patcwork Tecnica Appliquè – Gennaio 2015 (in data da definirsi) Il tempo, le competenze, l’energia e l’entusiasmo degli associati sono a disposizione delle attività che si intendono realizzare nel prossimo anno e che verranno presentate nei prossimi mesi. Per contattare l’associazione e ricevere ulteriori informazioni o per associarti puoi visitare il sito internet www.mezzago.eu oppure inviare una mail a [email protected] Maria Adele Fumagalli Presidente Il laboratorio dei mezzaghini Il gruppo “Tornado di notizie” ha frequentato il laboratorio nel secondo quadrimestre dello scorso anno scolastico. Il giornale in cui dovevano comparire i loro lavori ha rinviato l’uscita per scrupoli sui tempi elettorali. Ora molti loro lavori, come altri articoli del giornale che doveva uscire, sono stati sacrificati. Però il loro lavoro migliore, e cioè le domande per l’intervista a ben due sindaci, compare per intero,.. scusate se è poco! Legenda foto: Da sinistra in alto: Simone Nuzzolese, Marco Vitali, Gabriele Colombo, Leonardo Perego, Matteo Ponzoni, Davide Colombo, Antonio De Meco, Alessandro Gigliarano, Fabio Biffi. Sedute: Monica Caputo, Adina Passoni, Sonia Ferrante, Mariangela Nicoscia. 7 Le pagine dei mezzaghini INTERVISTA AD ANTONIO COLOMBO, GIÀ SINDACO DI MEZZAGO L'ex Sindaco Antonio Colombo è nato a Mezzago a Palazzo Archinti nel 1952. Ha frequentato le scuole medie a Bellusco, poi l’Istituto di Ragioneria e infine l’Università. È entrato in politica a 43 anni dopo aver lavorato per molti anni in banca a Milano. Nel ‘95 è diventato Vicesindaco e nel 2004 Sindaco. Ha rivestito la carica di Sindaco per due mandati. Antonio Colombo Diventare Sindaco è sempre stata una sua aspirazione? Mi sarebbe piaciuto molto insegnare, poi negli studi universitari mi sono orientato all’economia e così ho lavorato per molti anni in banca. All’età di 43 anni, quando avevo già compiuto passi importanti come quello del matrimonio e avevo raggiunto una solida posizione, ho deciso di impegnarmi in politica per dedicarmi alla comunità. Sono stato vicesindaco mentre Vittorio Pozzati, mio grande amico, era sindaco; nel 2004 sono diventato sindaco e sono stato rieletto nel 2009. Il mio mandato è terminato il 25 maggio con la nuova tornata delle elezioni amministrative e quindi avete un nuovo sindaco. Da giovane ha praticato qualche sport? Ho una grande passione per il calcio e sono tifoso dell’Inter. Da ragazzino, all’oratorio, ho iniziato a giocare al calcio, col ruolo di stopper. A un certo punto ho incontrato un attaccante che giocava già coi più grandi e mi ha fatto dannare..Era Paolo Pulici, che poi sarebbe stato un grande attaccante del Torino e della nazionale. Quando poi sono andato alle superiori, ho iniziato a giocare a basket e nei tornei scolastici contro l’Istituto per geometri ho giocato contro un altro fuoriclasse, che in realtà non era neanche troppo alto.. Era Marzorati, che poi avrebbe giocato per molti anni nell’Ignis Varese con Dino Meneghin... Devo ammettere che i campioni si riconoscono subito. Io poi ho continuato col basket a Mezzago in Oratorio, dove era arrivato un allenatore molto bravo e ho giocato anche a Ornago. È stato difficile svolgere le mansioni del ruolo di Sindaco? Ci vuole passione per sostenere questo ruolo perché è molto faticoso, e negli ultimi tempi è diventato anche piuttosto complicato. In ogni caso ho avuto anche molte soddisfazioni.. Credo che la crisi attuale abbia influito molto sulla situazione generale. Il fenomeno della disoccupazione soprattutto nei giovani è molto preoccupante. La nostra zona ha sempre richiamato manodopera. Abbiamo e avevamo nel Vimercatese aziende importanti, come la S.T. , la I.B.M. e l’Alcatel. C’è sempre stato molto lavoro femminile. In questi ultimi tempi purtroppo anche nel nostro comune ci sono state aziende che hanno chiuso. Ai miei tempi eravamo più fortunati: io stesso ho iniziato a lavorare ancora prima di terminare l’Università. Oggi è molto più difficile trovare lavoro. Cosa ci può dire del fenomeno dell’immigrazione a Mezzago? Negli ultimi venti anni il numero dei residenti è cambiato: nel ’91, secondo il censimento eravamo 2900 abitanti, ora siamo 4300, con un aumento del 40%. Un altro dato interessante è questo: trent’anni fa il 70% degli abitanti era nativo di Mezzago, ora la popolazione “non originaria di Mezzago” ha raggiunto il 61 % della popolazione collettiva. Gli extracomunitari sono il 10%, quindi sono circa quattrocento. Non hanno mai costituito un problema, e rispetto allo scorso anno sono diminuiti: una conferma della crisi che stiamo attraversando. È soddisfatto di ciò che ha realizzato finora? Cosa cambierebbe? Razionalmente, se rifletto, ci sono sicuramente cose da fare, ma sono soddisfatto perché ho la coscienza di essermi impegnato fino in fondo. Una cosa penso che dovesse essere fatta diversamente: la copertura del corso d’acqua del Pissanegra. Nel Nostro territorio ci sono tre corsi d’acqua: Rio Vallone, Rio Cava e Pissanegra, quest’ultimo aveva la funzione di asse fognario principale del paese a cielo aperto, quindi riceveva gli “scarichi” delle case. Negli anni successivi (per costruire case e strade nuove dagli anni’50 al 2005) nel suo”letto” sono state posate le tubazioni della nuova fognatura, e ora è completamente coperto e riprende il suo corso superficiale a sud del campo di calcio verso la provinciale: durante le piogge vi scorre l’acqua piovana. Sicuramente una progettazione più accurata (certo più difficile nei decenni passati) avrebbe potuto mantenere il suo corso aperto per lunghi tratti del nostro abitato. Quali attività si potranno svolgere nel Rio Vallone? Per quanto riguarda il Parco Rio Vallone abbiamo deciso con il nuovo “Piano di governo del Territorio” di aumentare il perimetro del parco per includere l’area di attraversamento della “futura autostrada Pedemontana”, per mitigare l’impatto ambientale e proteggere meglio l’abitato. La superficie del parco aumenterà di 0,5 kmq. arrivando ad un totale di due kmq., poco più della metà del nostro territorio. Nelle funzioni di carattere paesaggistico- ambientale e di fruizione delle aree vincolate a Parco Locale di Interesse Sovracomunale, sono state valutate anche utilità di carattere ludico e sportivo, naturalmente in ambiti localizzati e attrezzati o organizzati. Cosa ci può dire del mondo della scuola? La mia generazione ha vissuto l’evoluzione della scuola. Ho frequentato la scuola media quando venne istituita la “scuola media unificata”, nel ‘63. A Mezzago non c’era l’edificio e ci si spostava a Bellusco, dove c’era anche un televisore.. Per quanto riguarda la struttura, negli anni passati ci siamo dedicati molto alla sistemazione degli altri plessi, nido, materna ed elementare, con opere importanti. Devo ammettere che questa scuola necessita di parecchi interventi. Cosa pensa dei giovani di oggi? Noi eravamo molto più disperati di voi, però eravamo anche molto più maturi, responsabili e avevamo il dovuto rispetto per gli adulti. Oggi nei giovani noto una bassa attenzione per l’adulto. Quando ero ragazzino e coi miei coetanei giocavo in corte, se per esempio un signore anziano mi chiedeva di correre a comprargli i sigari, io glieli compravo. Avevamo credo più attenzione e ascolto nei confronti delle persone più grandi. Cosa vorrebbe cambiare del nostro paese? Ci sono ancora tante cose da fare, uno dei progetti prevede di dare un po’ più spazio a chi si muove a piedi e meno alle macchine. Una soluzione potrebbe essere quella di far diventare la strada che attraversa il paese, dalla Chiesa al Bloom, tutta a “senso unico”, favorendo chi si muove a piedi o in bici e aumentando il benessere della comunità. Cosa farà nel futuro? Sono ancora indeciso, di sicuro mi occuperò ancora della campagna e degli asparagi, come in parte ho già fatto anche in questi anni. Se ci sarà bisogno darò ancora il mio apporto anche nel campo amministrativo. Diciamo che essere paragonato a Cincinnato... mi farebbe piacere 8 Le pagine dei mezzaghini INTERVISTA A GIORGIO MONTI, SINDACO DI MEZZAGO Il Sindaco Giorgio Monti è nato a Mezzago nel 1986. Ha frequentato le scuole medie di Mezzago, poi ha studiato ragioneria e infine si è laureato in Scienze Politiche all’Università Statale di Milano. È entrato in politica a 21 anni come segretario locale del Partito Democratico. Nel 2009 è stato eletto per il Consiglio Comunale ed è stato nominato Vice Sindaco, carica che ha ricoperto per tutto il mandato. A maggio 2014 è stato eletto Sindaco. Diventare Sindaco è sempre stata una sua aspirazione? Non direi, pur avendo sempre avuto un certo interesse per la politica, e quindi di riflesso un’attenzione particolare verso i temi dell’Amministrazione della Cosa Pubblica, l’interesse e la voglia di mettersi a disposizione per questo ruolo è abbastanza recente. Ad ogni modo il percorso di conoscenza e crescita che ho fatto nei cinque anni da Vice Sindaco mi ha dato gli strumenti e gli elementi per rendermi conto e valutare Giorgio Monti questa possibilità che adesso è realtà. Senza la minima conoscenza del funzionamento della macchina amministrativa non avrei potuto scegliere, questo genere di leggerezza o superficialità non mi appartiene. Quali sono le sue passioni e i suoi interessi? Una passione un po’ particolare è quella di mettermi al servizio della comunità: ho sempre messo a disposizione molto tempo per le attività in paese, prevalentemente all’interno della Pro Loco, per cui ho organizzato diverse iniziative ed eventi, ma anche nell’Associazione Volontari. Interessi per i quali cerco di ritagliarmi un po’ di tempo, sono il cinema (preferibilmente mono-sala), e quando posso un concerto con amici (prevalentemente musica indipendente). Non seguo molto lo sport, anche se fino all’adolescenza l’ho praticato (basket e pallavolo); negli ultimi anni mi ha appassionato il rugby. Quello per la politica, di cui ho detto prima, non è un semplice interesse o una passione: la politica si occupa della vita quotidiana di tutti, quindi ho sempre ritenuto indispensabile conoscere, capire e soprattutto scegliere da quale parte schierarmi. Come si trova a svolgere le nuove mansioni del ruolo di Sindaco? Certamente non stiamo parlando di mansioni facili da svolgere: si tratta di indirizzare, organizzare e gestire l’ente che opera quotidianamente a contatto coi cittadini, e che fornisce loro un gran numero di servizi. Ogni giorno si prendono scelte che determinano le caratteristiche della nostra comunità attuale e futura. L’esperienza di cinque anni da Vice Sindaco mi ha permesso di entrare a pieno regime quasi subito, ma il quadro generale ci impone sempre maggiori impegni con risorse, non solo economiche, sempre meno certe e comunque in riduzione. Quali sono i temi più importanti ed urgenti da affrontare? Purtroppo le nuove fragilità sociali sono all’ordine del giorno, e per affrontarle tutte con risposte e soluzioni concrete servono risorse ingenti. Il lavoro che non c’è è la causa principale delle situazioni di disagio, ma su questo fronte i comuni non possono essere incisivi, perché spetta ad altri enti la competenza su questa materia. Che cosa avrebbero potuto realizzare diversamente le Amministrazioni che lo hanno preceduto? Gli ultimi tre Sindaci, quelli che conosco di persona e che ho conosciuto come amministratori, hanno dotato il nostro paese di alcune vere eccellenze che ogni giorno testimoniano la loro capacità e la loro lungimiranza tra cui: Il bosco in città, La Biblioteca, un plesso scolastico completo e costruito con criteri all’avanguardia. Fatta salva la realizzazione del campo da calcio, si è dato poco spazio ad interventi e investimenti sul settore sportivo, che oggi fatica a trovare gli spazi per accogliere le attività sempre più frequentate.. Quanta attenzione dedicherà alle tematiche ambientali? Le tematiche ambientali saranno il fulcro, come sono state fino ad oggi, dei prossimi 5 anni di amministrazione: interventi di rafforzamento della naturalità, sostegno all’agricoltura di pregio e di rivalutazione degli spazi aperti con i progetti riguardanti l’Asparago Rosa, interventi per il miglioramento della gestione dei rifiuti. Già da Vice Sindaco ho promosso e seguito in prima persona alcune iniziative importanti quali il nuovo PGT con l’espansione del PLIS Rio Vallone, piuttosto che la sperimentazione dell’ECUO SACCO che oltre ad essere stata un successo, ancorché perfezionabile, apre la strada per altre azioni di miglioramento della raccolta differenziata. Cosa ci può dire del mondo della scuola? La scuola è un centro fondamentale della comunità, essa deve formare cittadini consapevoli e in grado di preservare, rafforzare e rinnovare i legami che fondano il nostro paese, oltre a preparare le future generazioni in maniera adeguata. Credo che queste funzioni siano sempre più a rischio, e in parte siano già compromesse dopo oltre un decennio di interventi sconsiderati per “riformare” il sistema scolastico. Il settore scolastico sarà sempre al centro dell’attenzione della mia azione perché non possiamo consentire ulteriori degenerazioni, al contrario dobbiamo garantire ogni sforzo per una scuola di qualità e che arricchisca il valore della nostra comunità Cosa pensa dei giovani di oggi? Lo vedo da vicino… in termini anagrafici… ma anche per quanto riguarda l’attenzione che da qualche anno è necessario dedicare ai giovani. Le difficoltà che i ragazzi e le ragazze devono affrontare sono sempre maggiori per quanto riguarda il loro percorso di crescita e emancipazione. Una scuola sempre più sacrificata che fatica a orientare e a preparare adeguatamente, un mercato del lavoro che non accoglie più come una volta, l’adolescenza che si prolunga e con essa aumentano i rischi legati al disagio e allo scoraggiamento. I giovani d’oggi non hanno certezze sul proprio futuro e faticano a trovare gli strumenti e le risorse per progettarselo: non possiamo sottovalutare le conseguenze che questo periodo gravemente incerto potrà avere tra qualche anno. Cosa vorrebbe cambiare del nostro paese? La retorica del cambiamento non mi è mai piaciuta, non solo in riferimento alla politica. Credo nella conoscenza e nel rispetto di quanto accaduto precedentemente, nella conservazione e valorizzazione dell’eccellenza, e credo che la qualità migliore per un amministratore pubblico sia la lungimiranza. Sono convinto che sia anzitutto doveroso difendere la nostra comunità dalle tensioni e dai tentativi di divisione, per conservare anzitutto l’unitarietà non del pensiero ma dei fini. Le sfide che abbiamo davanti saranno più facili da superare se stiamo insieme. Il rafforzamento e il continuo rinnovamento del senso comunitario è un grande obiettivo che dovrebbe appartenere a tutti coloro che “fanno politica” nel modo giusto; se si riesce in questo, ogni cosa, ogni cambiamento, ogni novità, arriva naturalmente e migliora la nostra vita. Progetti per quando non sarà più sindaco Per quanto riguarda la dimensione pubblica, sicuramente non smetterò di essere a disposizione delle attività sociali e aggregative del paese. Sul lato personale dipenderà da molti fattori, la gran parte ancora in divenire; sono giovane e quindi spero di poter sfruttare ancora numerose opportunità. Ma adesso voglio concentrarmi sui progetti da Sindaco. 9 Gli alunni delle quarte elementari PROGETTO “TUTTI IN BICI” Il progetto “Tutti in bici” è nato due anni fa da una idea del signor Tiziano Favalli, fondatore e presidente dell’Associazione "Dinamici e Felici". La proposta portata all’attenzione di noi docenti era stata quella di promuovere uscite didattiche in bicicletta con lo scopo di favorire una esperienza esplorativa del territorio in cui viviamo, di conoscerne le realtà agricole e produttive che vi operano, nonché le finalità sportive ed educative dell’Associazione stessa. Sono state scelte mete raggiungibili percorrendo preferibilmente sentieri sterrati e tratti di strada asfaltata con l’accompagnamento di Volontari e Vigili. Nel corso del primo anno, grazie alla collaborazione del signor Pasquale Stifano, l’iniziativa è stata integrata da un percorso di Educazione Stradale, mentre quest’anno sono intervenuti nelle classi il signor Bocchiola (ciclista) e la signora Carlotta Mori (docente d’arte). La sinergica collaborazione di tante persone volontarie e insegnanti, ha permesso di far vivere a tutti gli alunni della scuola una esperienza esplorativa molto particolare nella consapevolezza di aver usato un mezzo ecologicamente compatibile. Ci auguriamo che l’abitudine all’uso della bicicletta si diffonda sempre più fra i ragazzi, con una sempre maggiore disponibilità di percorsi ciclabili sicuri. Le Insegnanti della Scuola Primaria di Mezzago Disegni realizzati dagli alunni delle classi quarte di Mezzago INTERVISTA A GIORGIO BOCCHIOLA Socializzazione delle nostre relazioni redatte in gruppo Il signor Giorgio Bocchiola, geometra, pratica lo sport di famiglia: il ciclismo. Ha 24 anni e ricorda di avere vinto la prima gara alla quale ha partecipato, all’età di sei anni. Ha avuto due incidenti : in uno è caduto male e si è rotto in più punti la clavicola; da allora ha una piastra metallica per non avere una spalla più corta dall’altra. Un’altra volta, ad una rotatoria, una macchina lo ha investito e il tergicristalli gli si è infilato nel ginocchio e i medici gli hanno messo diversi punti di sutura. Nome della squadra: Colpack con sede a Bergamo. Deve mantenersi in forma ed è costantemente sottoposto ad esami medici, anche per verificare che corra senza l’aiuto di sostanze proibite. Vittoria più recente: a Biella, si è classificato primo al fotofinish! Giorgio ci ha ricordato che per gli sportivi è importante avere una vita regolare, andare a dormire presto e svegliarsi altrettanto presto il mattino: senza sacrifici non sarebbe arrivato a fare il professionista. Di solito percorre almeno 70-100 km al giorno, in un anno percorre in media 35000 mila chilometri. Durante le gare, i gregari aiutano il capitano a vincere. Il Giorgio Bocchiola capitano può variare a seconda del tipo di gara: se c’è uno scalatore, abile in salita, i gregari lo favoriscono stando davanti, ma se non è abile in pianura, si affida il ruolo di capitano ad un altro. Giorgio ci ha detto di essere un capitano da pianura o di brevi salite. La sua prima bicicletta era bianca con i quadratini rossi. Ne ha avute molte altre, che ha sempre tenuto con cura perché è importante mantenere funzionale e ordinato ciò che si usa quotidianamente. La sua bicicletta è proporzionata alla sua altezza: quando è in sella deve toccare con la punta dei piedi il terreno. È di carbonio, di fabbricazione belga, marca “Ridley”, pesa 6,8 kg, costa circa 7000-8000 Euro. Sul manubrio ha un computer che registra tutti i dati che vengono analizzati dal medico di squadra e dall’allenatore per fornirgli consigli utili alla sua prestazione. Giorgio cerca sempre di dare il meglio di sé e dice che non bisogna mai “mollare” durante una competizione. È stato campione d’Italia ed è stato emozionante per lui indossare la maglietta della Nazionale e rappresentare la nostra bella Italia. Gli è molto piaciuto anche quando è andato in Messico. È bello e importante aiutare un compagno in difficoltà durante una gara, così come essere aiutato al bisogno. Un ciclista professionista non può mangiare prima di una gara caramelle o “schifezze”: le patatine appesantiscono e le assaggia raramente. Deve nutrirsi sempre in modo sano. Il suo corredo: una sacca contenente la tuta, il casco, le scarpe, i guanti. Tutto è bianco, nero con un po’ di rosso; ha una tuta estiva ed una invernale. Su tutto il suo corredo è stampato il suo nome e tutto il suo abbigliamento è fatto con materiali traspiranti e impermeabili: se piove l’acqua non penetra. Il casco deve essere robusto e va tenuto sempre ben agganciato perché in caso di caduta questa protezione può salvare la vita. Ci ha mostrato le sue scarpe: sono senza stringhe (pericolose per un ciclista) e hanno dei fori nella suola che si agganciano ai pedalini per dare più forza alla pedalata evitando che il piede possa scivolare dal pedale quando va molto veloce. Si possono compiere anche 90-100 pedalate al minuto,che è la sua media. Gli alunni delle classi quarte di mezzago (a.s. 2013/2014) Lunedì , 7 ottobre 2013 - Raccolta di vissuti personali RIPENSA ALL’USCITA DIDATTICA IN BICICLETTA CHE HA AVUTO COME META IL “CENTRO IPPICO SULBIATESE”..... 10 Ho vissuto un momento di bellezza ..... • quando ho visto i colori e l’eleganza dei purosangue; • quando dopo l’incidente capitato a Francesco durante la gara (caduto perché una stringa slacciata si era agganciata al pedale)i miei compagni Alarico e Nicolò si sono fermati a soccorrerlo perdendo la loro posizione; • quando ci siamo messi sul prato a mangiare. C’era il sole, ero in buona compagnia, i panini erano gustosi..... Disegni realizzati dagli alunni delle classi quarte di Mezzago stavo bene; • quando , dopo aver consumato il pranzo al sacco, ci siamo messi sotto un gazebo e abbiamo giocato con un gioco in scatola; • quando ho visto un cavallo bellissimo, era nero e con la criniera marrone, in quel momento volevo cavalcarlo e accarezzarlo; • quando abbiamo fatto la gara, io sono arrivato per ultimo ma per me non era importante vincere ma partecipare; • quando abbiamo mangiato sul prato, sull’erba fresca e verde, è stato fantastico; ero con i miei compagni e potevo mangiare e chiacchierare con loro liberamente; • quando ho visto i cavalli da vicino ed ho ascoltato il sig. Mattavelli che ci raccontava tante cose di loro che non sapevo; • quando abbiamo fatto la gara ed alla fine tutti abbiamo guadagnato una medaglia simbolica. Gli alunni delle classi quarte di Mezzago ARRIVANO GLI ASINI BIBLIOTECARI A MEZZAGO Anche SBA-Raglio segue la strada di Lucia Pignatelli e del Biblioasino Sabato 25 ottobre, presso la biblioteca, è stato sfatato della città. Finchè un giorno la bibliotecaria incontra uno stereotipo consolidato da secoli: l’equivalenza tra Serafino, un simpatico e mansueto asino, e le viene l’asino e l’ignoranza. un’idea geniale: se non sono i bambini ad andare a Ci voleva Lucia Pignatelli e la presentazione del libro cercare i libri, saranno i libri a cercare i bambini!”. “L’asino che legge” (Il Battello a Vapore, Serie Bianca, 5+ Con queste parole inizia la storia del primo Ed. Piemme, 2014), affinché il somaro trovasse giustizia Biblioasino che abbiamo potuto ascoltare dalla e riscatto vestendo i panni di bibliotecario per diventare viva voce di Lucia Pignatelli in compagnia di una promotore di lettura e cultura. Come sia potuto succedere foltissima platea di oltre cinquanta bambini attenti e questa piccola rivoluzione copernicana è presto detto: si curiosi di conoscere l’avventura della realizzazione chiama “Biblioasino, libri in prestito a passo d’asino”, ed di questo sogno. è un progetto avviato nel 2010 da Lucia in compagnia Dopo avere letto insieme alcune pagine del libro, c’è del suo asino Serafino (www.biblioasino.blogspot.com). stata la possibilità di dare sfogo alla creatività con il Da allora hanno fatto tanta strada insieme, coi libri laboratorio “Costruiamo l’asino marionetta”, durante caricati sulla groppa del ciuchino; sono stati invitati in il quale tutti i bambini hanno realizzato un asinello di molte scuole e hanno incontrato centinaia di bambini carta, stoffa e fili di lana colorati da portare a casa, che hanno potuto prendere in prestito testi, riviste, film come ricordo di questo incontro speciale. Infine, e musica da questa speciale biblioteca ambulante, Dalla favola alla realtà: iIniziativa Biblioasino sono apparsi nel piazzale accanto alla biblioteca particolarmente morbida e affettuosa. i nostri asini Natalino e Neve, attrezzati di basti e E come per magia, dopo tanto tempo passato a trasportare documenti ceste cariche di libri per una dimostrazione pratica di Biblioasino. E a questo e volumi, sono finiti essi stessi tra le pagine di un libro intitolato “L’asino punto è successa la magia: tra una carezza e un libro di Roald Dahl, tra un che legge”, appunto, un libro per bambini raccontato dalle parole di Anna sorriso e una filastrocca di Gianni Rodari, tra un albo illustrato e un abbraccio Lavatelli e dalle bellissime illustrazioni di Maurizia Rubino. peloso si è creata quell’atmosfera di felice stupore che accomuna l’asino e i “L’asino che legge” è un omaggio a questo modo eccentrico di concepire il libri. servizio bibliotecario, ma soprattutto è un invito a esercitare la fantasia e a E così anche Mezzago ha i suoi asini bibliotecari, pronti a portare la biblioteca cercare soluzioni creative: “Nella biblioteca di Lucia non entra mai nessuno, in giro per il mondo: qualcosa ci dice che è l’inizio di un’altra avventura. perché per i bambini è troppo pericoloso attraversare da soli le strade caotiche Massimo Pini e Erica Brioschi IL PEDIBUS TORNA A RAGLIARE Gli asini della city farm SBA-Raglio tornano ad accompagnare i bambini a scuola Mezzago, 31 ottobre 2014. In una fredda mattinata dello scorso dicembre, al capolinea del Pedibus si presentarono due asini. Dopo qualche attimo di stupore, ai bambini in procinto di andare a scuola bastarono qualche carezza per familiarizzare con i quadrupedi dalle orecchie lunghe e partire insieme. Il Pedibus si arricchiva così di due preziosi collaboratori, gli asini Natalino e Neve, che per tutto l’anno scolastico 2013-14, con gli zaini sulla groppa, hanno accompagnato tra i banchi i bambini delle sei linee di Pedibus che da ogni angolo del paese giungono a scuola. Ebbene, l’originale sperimentazione denominata “Compagni di b(r)anco in cammino”, da quest’anno è diventata un appuntamento fisso. Dallo scorso 22 ottobre, ogni mercoledì mattina Natalino e Neve saranno a disposizione dei bambini in cambio di un po’ di coccole e qualche carota. L’iniziativa frutto della collaborazione tra i volontari del Pedibus coordinati da Maddalena Villa, l’Amministrazione comunale, la Pro Loco e la city farm SBA-Raglio (dell’associazione Passo Trotto Galoppo) ha l’obiettivo di sostenere la partecipazione al Pedibus e promuovere l’andare a piedi come scelta ecologica, salutare e prosociale. Ma ci sono altri aspetti, non meno importanti, che scaturiscono dall’incontro tra asini e bambini. Maddalena ne sottolinea alcuni: "Iniziare la giornata in compagnia degli asinelli aiuta grandi e piccini a partire col piede giusto. Grazie a Natalino e Neve i bambini arrivano a scuola pimpanti e sorridenti, il modo migliore per affrontare la giornata". Per questo siamo felici di averli ancora con noi. Erica Brioschi e Maddalena Villa Pedibus con "Natalino e Neve" a.s.d. Passo Trotto Galoppo Sede legale: via Concordia, 11 - 20883 Mezzago (MB) tel: 328 9132535 [email protected] www.sbaraglio.blogspot.it www.facebook.com/sbaragliomezzago "ARTE RAGLIO" IN MOSTRA In biblioteca opere creative nate tra il bosco e la stalla Surrealismo, pop art, avanguardie e arte concettuale: tutte categorie che avrete già sentito. A Mezzago però questa estate, durante un centro estivo frequentato da bambini tra i 6 e i 12 anni, è nato un nuovo movimento artistico che va sotto il nome di “Arte raglio”, o almeno così sembra sia stato definito dai suoi giovani inventori. Probabilmente non verrà riportato nei manuali di storia dell’arte ma sicuramente rimarrà parte indelebile della storia formativa dei piccoli “artisti” che hanno passato l’estate alla fattoria SBARaglio, tra escursioni a dorso d’asino e laboratori creativi. Qui, infatti, circa cinquanta bambini hanno vissuto intere giornate nei boschi del Parco del Rio Vallone ad ascoltare la natura, arrampicarsi sugli Laboratorio Arte Raglio alberi, giocare sull’erba scalzi. Tutte queste esperienze hanno liberato l’espressività che ha poi trovato spazio nei laboratori proposti da Erica Brioschi, educatrice dello SBA-Raglio e studentessa di Terapeutica Artistica presso l’Accademia di Belle Arti di Brera. Queste esperienze creative, nate tra i boschi e la stalla, sono diventate una mostra vera e propria, “Arte raglio”, presso lo spazio espositivo della biblioteca da sabato 15 novembre a sabato 6 dicembre. I visitatori sono stati accompagnati da guide speciali, nientemeno che le bambine e i bambini protagonisti e autori delle opere d’arte. Massimo Pini 11 Romanzo a puntate di ROSA BAVETTA ALL’OMBRA DEL GATTOPARDO XIIIª puntata La leggenda aveva spalancato finalmente le sue porte per farmi entrare in una grande luce dove, all’improvviso, non ero più sola. C’erano un paio di occhi azzurri a guardarmi e due grosse mani che mi tenevano stretta, come incollata col mastice, per non permettere a niente e a nessuno di staccarmi. Quanto tempo era passato dal primo incontro con Gerry? Poco, davvero poco, ma se l’amore è leggenda e la leggenda fantasia, a quel punto un castello era già sorto nella mia testa. Tutto in gran segreto e di nascosto, io e Gerry avevamo preso ad incontrarci. Quel vedersi strategico nella sacrestia deserta della chiesa all’ora in cui le comari facevano il rosario, era diventato il nostro castello dove, dall’alto, buttavamo l’occhio sul nostro vecchio mondo in cui niente, invece, era diverso dal solito. Laggiù l’amore scarseggiava al limite della carestia, tra sofferenze varie, fatica e sottile indifferenza. Le mogli piangevano quando i mariti vociavano, e di sicuro non parlavano mai con loro di come si sentivano, stanche e depresse, anche se poi andavano a braccetto a funerali, matrimoni, battesimi, comunioni, cresime e visite ai parenti. Le picciotte zite sparlavano la suocera pillica quanto mai, per aver ricevuto in regalo una goliera scadente al fidanzamento ufficiale, o facevano il conto di quante toccate riuscivano a farsi col fidanzato durante le serate nella penombra davanti al televisore, mentre le sentinelle genitoriali erano distratte dalle scene coinvolgenti di Poldark. Meglio andavano le vedove, legittimate dal sacro vincolo del matrimonio e quindi, per certi versi, libere di fare, amore o non amore. Leggiadre sottane di donnette lascive e viziose svolazzavano sotto i nostri occhi e si potevano individuare una ad una, secondo il lessico maschile che le classificava: disonorate, fuiute, vedove, buttane, zitelle e cornute. E tra queste, qualche storia forte di abusi taciuti anche in famiglia. L’unica comprensione sembrava concessa alle cornute, senza colpa perché l’uomo è cacciatore. Ma il benservito spettava anche ai mariti. Uomini di tutti i tipi, tra cui anche i cornuti, ma di costoro, com’era logico, si parlava meno. Si menzionavano appena quelli di tipo minchione, malato o coperchio. Donna Concettina ne aveva uno del genere che rientrava in più categorie: minchione e coperchio. Scarso di cervello, ma sempre con la zappa in mano. Mentre lui combatteva a spietrare la vigna e a scotolare ulivi, lei scalpitava nell’ambulatorio del medico condotto, scapolo ambito da schette e maritate. Stessa sorte per donna Titina dal marito coperchio e malato, uomo ricco ma paralitico, sposato per aggiustare delle faccende giovanili altrimenti imperdonabili. Nel tempo, però, l’uomo si era rivelato più pillico d’una suocera, allora Titina era ritornata alle vecchie abitudini lascive con personaggi forestieri generosi e compiacenti, nella speranza di diventare ricca una volta morto il marito, come delle volte era sembrato. Invece il paralitico resisteva inchiodato alla sua carrozzella, per morire avrebbe dovuto ucciderlo con le sue mani e lei, malgrado tutto, non se la sentiva. E sempre laggiù si snodava sinuoso il Belice nella sua calma ingannevole. L’antico Hipsa che con la sua acqua, grazia per le terre e disgrazia per qualcuno che guadandolo a cavallo ci aveva rimesso la pelle, era ormai un letto prosciugato con qualche chiazza umida qua e là. Intorno i paesi distrutti e quelli ricostruiti con insoliti alloggiamenti, le baracche. Negli anni si era cercato di renderle più sicure eliminando i pavimenti di legno e linoleum gonfi di muffa e pieni di buchi, si erano create stanze con divisori di legno compensato, verande, tettoie, pensiline colorate e garage. Quasi ogni giorno c’era qualcuno che “sperciava” porte e finestrelle sul retro, e s’allargava impossessandosi di un pezzo di marciapiede o di strada. Potevamo vedere anche i giardini, tanti piccoli orti recintati con rete metallica, e persino quello della mia baracca dove la mia vecchia si era data alla botanica. Nel suo ritaglio costellato di bidoni di latta e fusti di plastica tagliati a metà pieni di terra, accarezzava i suoi fiori, salutava il rampicante e spuntava con le dita petrosino e basilicò per chissà quale minestra. Unica sua compagnia una palma ormai più alta della baracca, cresciuta per sbaglio in una vecchia tinozza dove aveva creduto di seminare semenza di giummara, con la speranza di farne delle scope per ripulire quel ritaglio d’asfalto davanti casa, sempre fiorito di merda di cane, cartacce, campane di gesso e terra di campagna. Guardavamo tutto ciò io e Gerry, e io cercavo di spiegargli le cose che si era perso durante la sua permanenza a Chicago. La stranezza era come tutto mi apparisse più umano, come soffuso da una serena indulgenza che partiva dal cuore, ora che finalmente riuscivo a prendere la giusta distanza dalle cose. Faceva tutto meno male, e quasi avrei voluto fare subito una corsa insieme a Gerry, scendere in fretta le scale del castello e portarlo con me come nella macchina del tempo. Nel passato in cui bambina avevo cominciato ad amare la mia scatola di latta, tutta sfavillante d’argento nei giorni di pioggia e nel sole, lontana dal pensiero che un giorno si sarebbe stinta come un paio di jeans in varechina, e nel presente, al cospetto di don Carlo e donna Annina, tanto amareggiati dal fatto che grandi cervelli, pensatori e politici ci avessero fatto credere ai containers come a una sistemazione provvisoria, mentre invece eravamo ancora lì, come sarde nelle buatte. Avrei voluto fargli vedere da vicino la mia stanzetta, i poster attaccati alla formica liscia delle pareti, i libri di scuola, i diari, le bambole di pezza, e le cassette delle mie canzoni preferite col mangianastri avuto in regalo dalla madrina per la cresima. - Ti piace De André? Baglioni?- Se venissi a casa tua?- E a mio padre chi glielo dice?- A tuo padre ci penso io!- In anteprima il nuovo libro di ROBERTA BRIOSCHI "HO FATTO TARDI… TI STAVO ASPETTANDO" "Un romanzo a due LATI, la stessa storia vista da due punti di vista opposti" Un rapporto di profondo amore lega madre e figlio che, come sempre, diventa difficile da gestire quando i ragazzi diventano grandi. Un adolescente come tanti esce di casa un mattino dopo l’ennesima litigata con la madre e decide di non rientrare a casa dopo la scuola. La giornata (giusto questo tempo dura il racconto) si svolgerà tra ricordi, rimorsi e incontri, uno strano personaggio costringerà il ragazzo a pensare spesso agli anni passati e a casa. Il risultato è la presa di coscienza della propria momentanea difficoltà di gestire i rapporti con la madre ma anche la necessità impellente di tornare da lei. Nel romanzo il ragazzo parlando della genitrice non la chiama mai mamma ma solo genericamente “lei” 12 proprio a sottolineare il momento di freddezza e di astio. Torna a chiamarla mamma solo alla fine di questo viaggio e della presa di coscienza, al suo rientro a casa. La stessa giornata è vissuta dalla madre che, visto il ritardo del figlio, comincia ovviamente a preoccuparsi. Anche per lei tante occasioni per riflettere sull’attuale situazione famigliare e arrivare alla conclusione che l’importante è riavere a casa il figlio e con lui intraprendere un percorso di avvicinamento e comprensione reciproca. Anche in questo caso la madre non chiama mai il figlio per nome ma solo “lui” fino alla scena finale nella quale si lascia andare alla commozione e alla tenerezza. Un romanzo a due LATI, la stessa storia vista da due punti di vista opposti, ripercorribile nel tempo e nelle situazioni che ne scaturiscono ma non nelle emozioni e nelle suggestioni vissute dai due protagonisti. AA Un angolo di mondo Se volete pubblicare il vostro viaggio, descrivere il vostro “angolo di mondo”, inviate il vostro racconto a [email protected], lo aspettiamo… In questo numero vi presentiamo Lione, la ricca città francese vicina a St. Pierre de Chandieu, la cittadina gemellata con Mezzago. Ve la descrive Tommaso, che ci ha vissuto per il Progetto Erasmus “Lione è come una scatola di cioccolatini, non sai mai quello che ti capita”, direbbe Forrest Gump, se si trovasse seduto su una panchina di questa città del sud della Francia; e avrebbe ragione, perché la ville lumière è davvero un crogiolo di piccole e grandi meraviglie pronte a conquistare in ogni momento della giornata i suoi abitanti e i suoi numerosi turisti. Lione stuzzica, attira, coinvolge, trascina, sorprende, vizia. A rimanere impressa nella memoria, una volta tornati a casa, non sono tanto questo o quel L'Opera La collina di Fourvière monumento, quanto più l’atmosfera, quell’immaginario che si viene a creare in seguito al processo di scoperta a cui è sottoposto continuamente ognuno dei cinque sensi del suo spettatore. Il suo fascino lo deve innanzitutto alla sua particolare conformazione: la città è, infatti, solcata da due fiumi, il Rodano e la Saona, che confluiscono formando una curiosa Y, che divide in tre parti distinte la città, e circondata a nord e a ovest da due imponenti colline, Fourvière e la Croix Rousse. Questa varietà produce un continuo e piacevole senso di smarrimento. Proprio queste due dolci pendenze hanno ricoperto un ruolo storico nello sviluppo della città; innanzitutto perché la prima ne ospitò la nascita, in epoca romana, mentre la seconda accolse i numerosi tessitori di seta, la cui maestria, a partire dall’età rinascimentale, fu la principale ragione di crescita e arricchimento della città. Ora la prima ospita un teatro galloromano e una cattedrale che domina sulla città, mentre l’altra un attivo quartiere di ex manifatturieri, che da popolare fulcro della resistenza rischia di diventare un po’ troppo snob; i colpi d’occhio da queste pendici e dalle loro viuzze mostrano l’intera Lione e non si fa fatica a vedere il Monte Bianco. Giù troviamo la vecchia Lione e i suoi vicoli, un’altra meravigliosa ricordo. Si arriva quindi alla penisola, nella quale troviamo le piazze e i viali più conosciuti, tra le quali place Terreaux e place Bellecour, due piazze, soprattutto la seconda, di dimensioni gigantesche; place Bellecour ospita manifestazioni di ogni tipo e un’enorme ruota panoramica. Il cinema è nato a Lione, grazie ai fratelli Lumières, due fotografi, che dopo anni di ricerche fecero questa eccezionale invenzione e la consegnarono all’umanità. La città dedica loro un museo intero e ospita annualmente un festival del Cinema, dove ogni anno viene assegnato un premio alla carriera, che quest’anno è andato al regista Tarantino, premiato in una serata omaggio che si tiene a chiusura del Festival. Il gusto è appagato dai numerosi ristoranti e bouchons, che, continuando la grande tradizione culinaria lionese, fanno della città una capitale gastronomica di livello internazionale. Il più famoso tra gli chef locali è sicuramente Paul Bocuse, che ha aperto quattro ristoranti qui, in Piazza Bellecour Panorama da Fourvière cattedrale e un viavai continuo di gente, dove i francesi si mischiano ai turisti ed è un fiume di accenti e lingue diverse. I ponti sono molti e molto vari tra loro. Dalla loro visuale i due fiumi offrono sempre scorci adatti per la foto corrispondenza di ogni punto cardinale della città, e che dà il nome alle Halles, un mercato coperto che oltre alla vendita offre anche degustazioni e aperitivi. Ma Lione è anche una città musicale, una città dell’udito, perché la musica qui è dappertutto: dalle jam sessions improvvisate sul lungofiume, ai ragazzi di colore che “rappano” dietro l’Opera e dall’Auditorium, dove vengono suonati concerti classici, all’Opera. Negli ultimi anni, inoltre, Lione si sta facendo conoscere nel mondo anche per i numerosi deejay cresciuti da queste parti, che hanno dato vita ad una scena musicale molto attiva, quasi al livello di Londra e Berlino. La città ospita, infine, la cosiddetta Festa delle Luci, che per tre giorni a partire dall’8 dicembre di ogni anno, invade le vie di Lione con giochi di luce, proiezione d’immagini contro le facciate degli edifici e numerose produzione artistiche. Lione è, dunque, una città attiva e dinamica, operosa e artistica. Elegante e proporzionata, a misura d’uomo. Una città che ricorda il passato, ma punta forte sul futuro. Tommaso Aquili 13 MAGGIO MEZZAGHESE SAGRA DEG LI ASPARAGI Dal 25 Aprile al 23 Maggio 2014 14 ALBUM FOTOGRAFICO Studio Giudicianni & Biffi "Pranzo dei Sindaci" Presentazione alla stampa della Sagra Preparazione pranzo dei Sindaci Palazzo Archinti: Nuova dislocazione del bar esterno Asparalonga Asparalonga Asparalonga Crono Mountain Bike Crono Mountain Bike Crono Mountain Bike Gruppo Operatori Shiatsu Sala civica: Corso di Medicina Cinese Palazzo Archinti Sala Mansarda: Torneo Scacchi 9ª edizione Palazzo Archinti Sala Mansarda: Torneo Scacchi 9ª edizione Palazzo Archinti Sala Mansarda: Torneo Scacchi 9ª edizione Palazzo Archinti Sala Mansarda: Premiazione Torneo Scacchi Coop. Asparagicoltori : Vendita Asparago Rosa Volontari Mezzago: Vendita ricami Palazzo Archinti: Pelatura degli Aspragi Rosa BLOOM: Il Sindaco Giorgio Monti presenta il libro di Robecchi Il libro "Questa non è una canzone d'amore" l'autore Robecchi Bocciofila Ponte: 41ª Trofeo degli Asparagi Bocciofila Ponte: Ristoro Paolo Proserpio squadra Bocciofila Ponte Mezzago campione italiano 2014 di coppia con Gian Luca Menghini Bocciofila Ponte: Premiazione 41ª Trofeo degli Asparagi Sala Civica: Presentazione Mostra "Materie" Sala Civica: Presentazione Mostra "Materie" "Zancle" performance musicale SPAVENTAMAGGIO : Ultima edizione SPAVENTAMAGGIO : Corteo funebre SPAVENTAMAGGIO : Corteo funebre SPAVENTAMAGGIO : Banda "Senza Fià" dei ragazzi di Mezzago SPAVENTAMAGGIO : Bancarelle SPAVENTAMAGGIO : Bancarella scouts SPAVENTAMAGGIO : Bancarelle SPAVENTAMAGGIO : Artisti di strada SPAVENTAMAGGIO : Artisti di strada 15 L'angolo della cucina POLPETTE DI TONNO Ingredienti (per quattro persone) Per la salsa di pomodoro: olio d’oliva, 1 piccola cipolla pelata e tritata, 4 spicchi d’aglio pelati e tagliati a fettine, un cucchiaino di origano secco, 800g di pomodoro, sale marino e pepe appena macinato, aceto di vino rosso, una manciata di foglie di prezzemolo. Per le polpette: 400 g di tonno fresco, olio d’oliva, 55 g di pinoli, un cucchiaino raso di cannella in polvere, sale marino e pepe appena macinato, un cucchiaino di origano secco, una manciata di foglie di prezzemolo, 100 g di pangrattato, 55 g di parmigiano grattugiato, 2 uova, succo e buccia gratuggiata di un limone. PREPARAZIONE Preparate una normale salsa di pomodoro. Per le polpette: mentre si cuoce la salsa, tagliare il tonno a dadini e mettere sul fuoco un’altra padella con due cucchiaini d’olio. Aggiungere il tonno insieme ai pinoli, alla cannella e un po’ di sale e pepe. Friggere per qualche minuto fino a far dorare i pinoli e i dadini di tonno su tutti i lati. Togliere dal fuoco e versare in una ciotola, lasciando raffreddare il tutto per 5 minuti. Aggiungere l’origano, il prezzemolo, il pangrattato, il parmigiano, le uova, la buccia grattugiata e il succo del limone. Sminuzzate e mescolate il tutto finchè si ottiene un impasto omogeneo. Fate delle polpette grandi poco meno di una pallina da golf e riponetele su un piatto unto, da mettere in frigorifero per circa un’ora per farle riposare. Rimettete sul fuoco la padella usata per friggere il tonno e aggiungere dell’olio. Versare le polpette e farle dorare su tutta la superficie. Una volta cotte, potete condirle con la salsa di pomodoro e disporle nei piatti, guarnite con una manciata di prezzemolo. MINESTRA DI SEDANO RAPA Ingredienti (per quattro persone) 900 gg di sedano rapa sbucciato e tagliato a pezzi, qualche foglia di sedano, 1 litro di brodo vegetale, 1 chcchiaio + 220 ml di olio extravergine di oliva, 1 cipolla, 2 cucchiai di panna, sale, pepe. PREPARAZIONE Fate cuocere per qualche minuto in acqua bollente le foglie del sedano. Sciacquatele in acqua fredda eliminando l’acqua in eccesso, quindi conditele con 200 ml di olio d’oliva, sale e pepe. Fate rosolare la cipolla tritata fine. Aggiungete i sedano rapa tagliato a pezzi, le sue foglie, il brodo vegetale e lasciate sobbolirre per 15-20 minuti. Quindi frullate il tutto con la panna da cucina, il pepe e il sale. Condite con l’olio di sedano e servite ancora calda. (segue dalla prima pagina) funzione che gli è stata assegnata.. finché quella funzione è ritenuta indispensabile. Negli apparati tecnici, che sono tanto le fabbriche, quanto gli uffici, la scuola, gli ospedali, che hanno in vista solo le “funzioni” e non le “persone” con le loro identità, inclinazioni, vocazioni e aspirazioni, le persone che non si attagliano perfettamente con efficienza e produttività alle funzioni per le quali sono previste (funzioni che vengono sempre modificate o soppresse in base alle esigenze della razionalità del mercato) vengono dimesse, ricollocate o sottodimensionate. E siccome l’esclusione dagli apparati tecnici equivale a un’esclusione sociale, è ovvio che le persone finiscono col (cercare e) trovare la propria identità nel ruolo che stanno svolgendo, dove un riconoscimento rafforza la loro identità, così come un ridimensionamento la indebolisce. Così la “libertà personale”, nell’età della tecnica si è ridotta a una “libertà di ruolo”. Nell’età della tecnica il ruolo è la condizione della formazione dell’identità della persona. Crediamo di essere più liberi dei nostri predecessori che vivevano nell’età umanistica, invece siamo, a nostra insaputa e con la nostra adesione, in una condizione dove la nostra identità ci viene concessa dal ruolo che l’apparato tecnico d’appartenenza ci assegna. Come scriveva il filosofo Gunter Anders:”La vera domanda non è cosa possiamo fare noi con la tecnica, ma che cosa la tecnica può fare di noi”.. Fin qui Galimberti.. A questo punto si affollano le considerazioni: “Sarà proprio vero? ci abbiamo mai pensato?”, immagino che siano le prime che si affacciano alla nostra mente, ma poi: ”In fondo, perché io non devo essere orgoglioso di un mio ruolo in un apparato?”, e di seguito:”Va bene.. ma in un apparato hai possibilità di scelta? Da che parte devi stare?”, soprattutto se quell’apparato ti può espellere da un momento all’altro, proprio di questi tempi. E inoltre.. “Se di questi tempi molti apparati si dissolvono come nuvole di fumo, io ho mai pensato alla mia identità vera, alla sua solidità o fragilità e ho mai provato a immaginarla proiettata nel futuro, a “lavorare” per costruirla più vera e autentica?”..Ecco: forse in periodi di crisi come questo siamo portati a interrogarci, a farci domande e a cercare risposte. Nel negativo dell’oggi forse si intravvede e si può intraprendere un cammino che ci porterà, individualmente e collettivamente, a un futuro migliore, anche attraverso mille difficoltà. AA Direttore responsabile Antonio Colombo Capo redattore Alberto Aquili Registrazione al Tribunale di Monza N°1805 del 23/05/2005 16 Consulente informatico Nick Radaelli Fotografie Erica Brioschi Giudicianni&Biffi Massimo Pini Patrizia Giudicianni Riccardo Bacchiocchi Valentina Balice Veronica Cattaneo Progetto grafico e Stampa Tipolitografia Riva Villasanta Hanno collaborato Alberto Baldrighi, Alberto Iannucci, Claudio Dozio, Daria Antonietti, Erica Crespi, Enrico Giudicianni, Giorgio Monti, Giulia Fumagalli, Giuseppe Solcia, Marta Carzaniga, Maddalena Villa, Mariangela Villa, Massimo Pini, Michele Bonanomi, Rosa Bavetta, Tommaso Aquili , Valentina Balice, Veroniva Cattaneo, Gianfranca Bignami e gli alunni della scuola elementare, Raimondo Sanna e i Mezzaghini.
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