Dicembre 2014 - Il Mezzaghero

Anno 18
numero 1
Dicembre 2014
IDENTITÀ IN TEMPI
DI CRISI
Il filosofo Umberto Galimberti in una
rubrica dell’inserto “D” di Repubblica
di gennaio, ci spiega: ”siamo nell’età
della tecnica… l’età umanistica è
definitivamente conclusa. Ma la
tecnica non è l’insieme degli strumenti,
come solitamente si crede: questa
semmai è la tecnologia. La tecnica
è la forma più alta di razionalità
raggiunta dall’uomo, più alta ancora
della razionalità dell’economia,
che soffre ancora di una passione
umana, la passione per il denaro,
da cui la tecnica è esonerata... In
un sistema regolato dalla razionalità
tecnica l’identità di ciascuno è data
dal proprio ruolo..Tra i valori della
tecnica, oltre all’efficienza e alla
produttività, troviamo l’idoneità di
una persona a ricoprire al meglio la
(segue in ulltima pagina)
Volontari di Mezzago
VOLONTARI MEZZAGO:
un aiuto per garantire un servizio veramente efficiente
Mezzago 1 Aprile 2014 – Si è tenuta ieri sera l’assemblea annuale dell’Associazione Volontari
Mezzago, durante la quale sono stati illustrati i bilanci di gestione 2013 e previsionale 2014, oltre
al bilancio sociale del 2013.
È quest’ultimo a descrivere nella maniera più chiara il valore del lavoro quotidiano dell’Associazione,
che conta oltre 400 iscritti e un buon numero di volontari attivi. Ecco alcuni dati:
Servizio
Utenti
Servizi
singoli erogati
Ore lavoro
volontario
12.832
8.298
Trasporto sociale
800
Servizio Infermieristico
538
546
78
39
Prelievi ematici
CUP
409
Prevenzione tumori seno e cute
975
702
1.155
2.000
20
1.560
Assistenza fiscale
Assistenza/compagnia Centro Anziani
1.150
Distribuzione sacchi raccolta differeziata
378
Corso di italiano per stranieri
100
Gestione estiva bar country per anziani
868
Altri servizi (segreteria, manutenzione mezzi, etc)
1.288
TOTALE 16.929
Anche il totale dei chilometri percorsi in un anno con i 3 mezzi a disposizione, descrivono
un’associazione veramente impegnata: 60.881 km totali.
Altro esercizio utile a valutare l’impatto del lavoro volontario dell’associazione, consiste nel
valorizzare ogni ora di servizio, come se fosse equivalente ad un’ora di lavoro: in pratica se
per tutti questi servizi ci si fosse rivolti a servizi a pagamento, ogni ora di lavoro sarebbe costata
mediamente 20,00 Euro, per un totale di circa 340.000,00 Euro, che sarebbero stati a carico
degli utenti o dell’intera comunità. E’ questo il valore, puramente economico, ma che sottolinea
l’importanza del lavoro dell’Associazione Volontari Mezzago.
L’acquisto di un nuovo mezzo attrezzato per il trasporto sociale, previsto per il 2014, il cui costo era
stato preventivato in circa 40.000 Euro, si sta finalmente concretizzando. Ciò grazie ai contributi
ed erogazioni liberali ricevute in questi anni da parte di soci e privati, al contributo straordinario
stanziato dall’Amministrazione Comunale e a quanto elargito dalla Pro Loco.
I risultati brevemente riassunti dimostrano il valore e l’efficienza dei servizi che l’Associazione
Volontari svolge per tutti. L’importante è che, di tutti, non venga mai meno la solidarietà.
Il Calendario
Mezzaghese
potrà
essere ritirato
presso la se
de
dell'Ass. Volon
tari via F.lli Bra
sca, 5
LA VOCE DEI GRUPPI CONSILIARI
GIORNATA DI LEGALITÀ A MEZZAGO
Vivere come volare ci si può riuscire soltanto poggiando su cose leggere
del resto non si può ignorare la voce che dice che oltre le stelle c’è un posto
migliore un giorno qualunque ti viene la voglia di andare a vedere, di andare
a scoprire se è vero che non sei soltanto una scatola vuota o l’ultima ruota del
carro più grande che c’è
(da: “Kurt Cobain” di Brunori Sas)
Cogliamo l’occasione per ringraziare l’associazione Bang, organizzatrice
del Progetto Legalità Brianza e il Bloom che domenica 23 Novembre ha
ospitato la prima edizione del Festival della Legalità, evento di chiusura del
più ampio programma di quattro incontri pubblici sulla lotta alle mafie.
Con la scelta di puntare su musica e cultura senza rinunciare a ospiti di
primo piano nella lotta alla criminalità organizzata e nella divulgazione, la
manifestazione punta a promuove la diffusione della coscienza della legalità,
senza la quale un paese non può avere un futuro né sperare in una società più
giusta. Informarsi è condizione necessaria per sentire il rispetto delle regole
come necessità etica imprescindibile.
La giornata mezzaghese, iniziata parlando di cinema e musica, con la
presentazione del libro di Marika Demaria “La scelta di Lea” e la proiezione del
film di Marco Amenta “La siciliana ribelle”, si è conclusa con lo straordinario
concerto del cantautore Brunori Sas.
Il ricavato dei biglietti venduti della serata sarà devoluto alle associazioni
AddioPizzo e Stampo Antimafioso.
Gruppo Mezzago Democratica
Il pensiero è l’attività della mente, un processo che si manifesta nella
formazione delle idee, dei concetti, della coscienza, dell’immaginazione, dei
desideri, della critica, del giudizio, e di ogni raffigurazione del mondo.
Pensare diversamente significa poterci sentire liberi. Vogliamo poter trovare
tempi e luoghi per poter liberamente dire il nostro pensiero, per poterlo vivere.
Se il nostro pensiero urta, ci spiace, ma non possiamo non esprimerlo.
Fa parte della diversità che vogliamo trasmettere a questa comunità.
E la diversità è ricchezza.
Soprattutto è la ricchezza di semplici cittadini che vogliono impegnarsi per la
propria comunità.
Alla fine del percorso ci auguriamo di essere qualche pecora nera in più.
Gruppo Cambia Mezzago
AIUTACI AD AIUTARE
Con l’aggravarsi della crisi economica sono aumentate anche nel nostro
paese le famiglie in difficoltà economica per mancanza di lavoro. Tanto che
nel giro di 3 anni i pacchi alimentari che la Caritas parrocchiale consegna
mensilmente alle famiglie sono passati da 4 a 38 coinvolgendo più di 115
persone. Questi pacchi vengono allestiti grazie al Banco alimentare che si fa
forza anche dei fondi della Comunità Europea destinati per questa finalità.
Dallo scorso anno la Comunità Europea ha tagliato i fondi per questi aiuti e
nel frattempo sono aumentate la famiglie mettendoci in difficoltà. Abbiamo
tentato di sopperire con raccolte straordinarie di viveri e facendo appello alla
generosità dei parrocchiani con donazioni in denaro o in generi alimentari.
La Coop di Mezzago ci è venuta incontro facendo lo sconto del 30% sui
prodotti acquistati dalla Caritas per i pacchi viveri.
Per questo vogliamo rinnovare l’appello alla comunità mezzaghese per
continuare questo aiuto, che non risolve i problemi delle famiglie in difficoltà
che hanno bisogno di lavoro, a volte di casa, ma è un piccolo aiuto che fa
tirare un sospiro sollievo. Ci puoi aiutare in 3 modi:
2
1. Raccolta alimenti
Porta a Messa o in casa parrocchiale il tuo contributo concreto
per aiutare le famiglie in difficoltà.
Aiuterai così alla composizione dei 38 “Pacchi famiglia” che ogni mese la
Caritas distribuisce a Mezzago.
Pasta /riso - Latte lunga conservazione - Zucchero - Olio/Tonno - Biscotti vari
per colazione - Materiale igiene personale
2. Contributo mensile
Dona 5€ al mese.
Contribuisci all’acquisto di generi alimentari che riempiono il “Pacco
famiglia” che ogni mese giunge a più di 115 persone a Mezzago.
Per informazioni chiama don Marco al tel.039.623842 oppure manda una
mail a [email protected]
3. Partecipazione attiva
Contribuisci anche tu con le tue energie e le tue idee
al gruppo Caritas Parrocchiale. Il lavoro di certo non manca! Ci troviamo il
primo mercoledì del mese alle 17.30 in Parrocchia. Contatta don Marco al
tel.039.623842 Oppure manda una mail a [email protected]
Caritas Parrocchiale
IL GEMELLAGGIO È UNA RISORSA!!
Poco meno di due mesi dopo aver
ricevuto la carica di Assessore
al gemellaggio, mi son trovata
catapultata a vivere une delle
esperienze più intense, ricche ed
uniche che potessi immaginare.
La mattina del 21 luglio io e
tre adolescenti, Samuel, Alice e
Sofia ci siamo trovati insieme su
un aereo diretto a Francoforte
per trascorrere una settimana
a Reilingen, il paese gemellato
con Mezzago in Germania. Io,
per accompagnare loro in un’
esperienza, loro per vivere in
prima persona un’esperienza Gemellagio Mezzao/Relingen : luglio 2014
unica: vivere una settimana
ospitati da una famiglia tedesca, vivere esperienze con i loro coetanei tedeschi,
vedere posti nuovi, conoscere una nuova cultura, diverse abitudini, ascoltare una
lingua non loro per una settimana e dover parlare inglese con tutte le persone
che avrebbero incontrato durante il loro cammino. Lo sguardo intimidito delle
prime ore l’ho visto dissolversi lentamente in poche ore lasciando spazio ad occhi
pieni di entusiasmo. Immediatamente siamo diventate quattro persone lontane
da casa che si sentivano a casa. I ragazzi hanno potuto vivere ogni tipo di
esperienza; andare a scuola e vedere le differenze con il nostro sistema scolastico,
fare attività di puro divertimento, cene tutti insieme dove miracolosamente tutti
riuscivano a parlar tra loro in inglese. In tutto ciò, io ho avuto l’immensa fortuna
di essere spettatrice di continui cambiamenti, miglioramenti. Vedevo i ragazzi
sempre più disinvolti, sempre più autonomi e pronti a recepire tutto quello che
c’era da recepire in un’esperienza simile. Ho visto tre adolescenti crescere,
cambiare e sperimentare sulla loro pelle quanto sia importante allontanarsi
da casa imparando ad essere
autosufficienti, quanto sia più
semplice di quanto si creda
parlare una lingua non nostra,
ma soprattutto capire quale sia
la potenza del gemellaggio.
Gemellaggio vuol dire trovare
persone, famiglie lontane da
casa tua pronte a farti sentire
a casa, pronte ad essere amici,
davvero “gemellati”, vicini.
L’esperienza di scambio tra
alunni è stato un esperimento
perfettamente
riuscito
e
personalmente non vedo l’ora
di poter replicare questa
esperienza per vedere nuovi
volti entusiasti, nuovi adolescenti pronti a capire quanto sia importante aprire
le nostre porte ad altri paesi, ad altre culture senza timore, ma solo con tanta
voglia di essere delle spugne pronte ad assorbire tutto ciò che c’è da assorbire.
Viaggiare, conoscere nuove culture apre la mente, forma le persone. Credo
vivamente che il gemellaggio con altri stati debba esser visto come una grande
opportunità oltre che qualcosa di prezioso. Credo che il gemellaggio sia una
risorsa soprattutto in un periodo storico tanto particolare come quello che stiamo
vivendo, dove si tende ad allontanarsi piuttosto che avvicinarsi. Il gemellaggio,
seppur in piccolissima parte, ha un grande potere: abbatte le distanze, i muri
che stiamo mettendo con chi ci è intorno, attraverso la conoscenza diretta di ciò
che non conosciamo e credo che questa non sia una banalità.
Valentina Balice
Assessore al Gemellaggio, Sport e Tempo Libero,
Politiche Giovanili e Pari Opportunità.
IL WEB, SEMPRE LUI (O LEI?)
Sempre a farla da padrone, ovunque. Eppure anche chi non lo vuole usare,
lo usa suo malgrado. Si fa trovare con una rete telefonica - vero genitore del
web - si fa prenotare le vacanze, si rivolge a chi può (o potrebbe) trovargli
lavoro o gli prepara i documenti essenziali a uno sportello, tutto sul web. “Lo
ha detto la televisione” si diceva un tempo. Oggi no; “l’ho visto sul sito...,
“lo dice Tizio su Facebook”, “lo ha Twittato Caio”, ”il video di Sempronio su
Youtube, ma l’hai visto?” Ma la carta resiste, strenuamente, da secoli. Potrà
farlo il web? Durerà tanto? Forse no, chissà. Quindi facciamo tutt’e due le
cose: la carta col suo profumo, l’inchiostro, la sua semplice applicazione
(anche “dopo”, per coprire, imballare, confezionare). E il web, il suo fascino,
il suo potenziale, la lunga gittata. Chi vi scrive ha letto i giornali vietati dal
regime a Teheran, quelli che non ci arrivano, non si possono stampare. E
tutto sul web, semplicemente. Quindi il web si vede e si ascolta (e “ci vede e
ascolta”), ci fa parlare e comunicare. Non potevamo restare fuori da questo,
ne noi con gli “anta” ne loro, i giovanissimi. Lunedì 10 Novembre è partito
il laboratorio di giornalismo alla scuola secondaria (o media), che come di
consueto aiuta a scrivere con creatività e da quest’anno anche a parlare
e comunicare sul/dal/col/ web. Con una opportunità di avvicinamento a
come fare un blog, un comunicato, una trasmissione radiofonica. A gruppi
i ragazzi proveranno a cimentarsi con i testi, le immagini e la regia della
radio via web, quella che arriva dall’altra parte del mondo senza fruscii (il
fascino delle onde medie ormai morto...), ovunque insomma su pc, tablet,
cellulari. A Mezzago c’è già dove farlo, oltre alle classi. L’aula di musica
ben insonorizzata, la Sala Prove proprio davanti al Centro di aggregazione
giovanile, entrambi studi radio perfetti e proprio nei luoghi giusti. Mancavano
i mentor, quelli che insegnano. Trovati anche quelli, gratis per giunta. E
allora? Allora via, provateci ragazzi. In un paese dove si legge poco, dove
chiudono i giornali di carta (alcuni quasi centenari), fare solo giornalismo su
carta poteva sembrare antico, fuori dal tempo. Buon lavoro dunque. Buon
lavoro e pensate a cosa dire, meglio se ben scritto prima. Sulla carta, come
negli ultimi millenni. Una informazione: chi è iscritto alla nostra biblioteca, o
a una delle tante del Sistema Bibliotecario Vimercatese e che presto potranno
diventare ancor di più, ha accesso con i suoi dati di registrazione al portale
MediaLibraryOnLine. Vi si trova di tutto, anche i giornali italiani e stranieri
oscurati da questo o quel regime nel mondo.
Visitate www.sbv.mi.it/sbvdrupal/node/162
Claudio Dozio
Assessore all’Istruzione e Politiche Culturali
Vice Presidente del Sistema Bibliotecario Vimercatese
ALZHEIMER CAFFE’ A MEZZAGO
L’Alzheimer o più generalmente la demenza è considerata una patologia
che colpisce tutta la famiglia. La malattia d’Alzheimer “ruba” alla persona
la capacità di esprimersi e di leggere la realtà in modo adeguato e porta
via i ricordi, in particolare quelli più recenti. Questo processo degenerativo
rende via via anche le relazioni più vicine difficoltose. Per sostenere questo
cammino faticoso, la “Casa del Sorriso”, CDI di Mezzago, nell’estate del
2013, ha deciso di organizzare un ciclo di incontri, indirizzati ai familiari
di persone con demenza, aperto anche alla popolazione del territorio. La
proposta è stata quella del “Gruppo ABC”. Il gruppo ABC, utilizzando
l’approccio capacitante mette le Parole al centro nella cura della persona
anziana malata per restituirle dignità e promuovere il suo benessere e quello
del caregiver (persona che si prende cura). Dalla positiva esperienza del
“Gruppo ABC” è emersa l’esigenza da parte dei partecipanti di poter
continuare ad incontrarsi per momenti di formazione e condivisione così,
per rispondere a questo bisogno “La casa del sorriso” ha deciso di aprire le
proprie porte, un pomeriggio al mese, a familiari e volontari, per realizzare
un “Alzheimer Caffè”. Gli Alzheimer Caffè, nati in Olanda nel 1997, nel
nostro paese, pur avendo modalità di gestione diversa, hanno tutti una
finalità comune: accogliere le persone con demenza e i loro caregiver in
un ambiente rilassante, accogliente in cui possano sentirsi a proprio agio ed
uscire dalla solitudine. Un ambiente in cui persone con demenza e familiari
possano incontrare altre persone con le loro difficoltà, volontari che offrono
il loro tempo e professionisti esperti con cui potersi confrontare e trovare un
aiuto concreto nel loro quotidiano vivere con questa malattia. Gli incontri
si sono svolti mensilmente il mercoledì pomeriggio da marzo a luglio; ad
ogni incontro il gruppo dei familiari si è ritrovato con un professionista per
confrontarsi su un tema specifico; contemporaneamente il gruppo delle
persone anziane si è ritrovato per un momento ludico; al termine i due gruppi
si sono riuniti per una merenda insieme. Negli incontri sono stati trattati
ogni volta temi diversi: la comunicazione, gli aspetti medici, l’assistenza,
la movimentazione, gli aspetti sociali, ecc. Il tempo dedicato agli anziani si
è qualificato come ludico ma di volta in volta andando ad allenare diverse
competenze, da quelle motorie a quelle cognitive. Il progetto ha visto
coinvolti gli ospiti del CDI con i loro familiari e alcune volontarie del centro.
La frequenza dei familiari è stata molto buona con una media di 12 persone
ad incontro e sia familiari che volontari hanno partecipato, intervenendo
durante gli incontri. Il risultato è stato un confronto puntuale e proficuo tra
familiari, volontari e professionisti.
Daria Antonietti
3
ECUOSACCO
I primi risultati e i primi ringraziamenti
A dieci mesi dall’avvio della sperimentazione del nuovo
sistema di conferimento del secco con il cosiddetto
EcuoSacco, i risultati ottenuti sono molti positivi,
migliori delle pur ambiziose aspettative iniziali. Il nuovo
sistema ha permesso di ridurre di oltre il 43% la frazione secca residua,
a vantaggio delle frazioni che vengono inviate al riciclaggio: la raccolta
del multipack è aumentata del 37%, quella della carta del 24%, l’umido
del 9.5%. Obiettivo centrato dunque. Sempre meno rifiuti vanno a finire
nell’inceneritore e contemporaneamente sempre più materiali, correttamente
differenziati, vengono avviati ai processi di recupero e riciclaggio per essere
poi nuovamente inseriti nel ciclo produttivo, con evidenti benefici ambientali
ed economici. A questo si aggiunge una riduzione di costi significativa
(circa 8%) che consente, già da quest’anno, di ridurre la spesa a carico dei
cittadini, che riceveranno una bolletta più leggera rispetto all’anno scorso.
Certo qualcuno ha dovuto richiedere, e pagare, una fornitura aggiuntiva di
sacchi rossi, perché quelli forniti a inizio anno non gli sono stati sufficienti,
ma è proprio questa una delle caratteristiche specifiche del nuovo sistema,
la leva per stimolare tutti noi a differenziare di più e meglio, e lo strumento
base di un sistema di tariffazione più equo, fondato sul principio del “chi
produce meno rifiuti, meno paga”. Le temute criticità, inevitabili e fisiologiche
per un’azione complessa di questo tipo, sono state molto contenute e
affrontate via via con qualche correzione e integrazione delle procedure
iniziali. L’introduzione di un nuovo tipo di sacco, più piccolo e versatile,
cosi come l’attivazione della figura del tecnico ispettivo per monitorare più
attentamente le situazioni più complicate, hanno permesso di contenere i
disagi e rimodulare il sistema sulla base delle effettive necessità. I temuti
comportamenti scorretti, l’abbandono di rifiuti o l’uso improprio dei cestini
pubblici sono stati contenuti. Insomma i mezzaghesi, e i cittadini degli altri
comuni coinvolti nella sperimentazione, hanno risposto molto positivamente,
dimostrando ancora una volta, se mai ce ne fosse bisogno, grande senso
civico e una forte volontà di contribuire al cambiamento in modo concreto
ed efficace. Il sistema però, per quanto efficiente, può – e deve - essere
sempre migliorato. Nel corso del prossimo anno verranno introdotti alcuni
correttivi che permetteranno di risolvere altre criticità emerse durante la
sperimentazione. Ci sarà una ulteriore revisione della dotazione iniziale di
sacchetti e delle integrazioni previste per determinate utenze (per i pannoloni
ad esempio), nuove modalità per il conferimento di particolari frazioni da
parte delle utenze non domestiche e una nuova campagna di comunicazione
multilingue. La novità più importante riguarderà l’attivazione di un sistema
di tracciabilità dei conferimenti. Ogni singolo “EcuoSacco” sarà identificato
da un codice che lo assocerà in modo univoco all’utenza, abbinamento che
verrà fatto in fase di consegna dei nuovi sacchi; in questo modo il gestore
sarà in grado di sapere a chi “appartiene” ogni singolo sacco, per una
gestione più efficace delle eventuali irregolarità di conferimento. Cosa
ancora più importante, la tracciabilità del sacco rappresenta un ulteriore
passo verso l’attuazione della “tariffazione puntuale” ovvero la possibilità di
definire la tariffa in base a quanti rifiuti vengono effettivamente conferiti. La
decisione di CEM Ambiente di estendere da prossimo anno il sistema anche
ad altri comuni, per coinvolgere in totale oltre 60000 abitanti, ci conforta
rispetto alla scelta fatta a suo tempo di aderire alla sperimentazione; grazie
all’impegno di tutti, i benefici introdotti dal questo nuovo sistema di gestione
dei rifiuti, verranno estesi ad un territorio sempre più ampio. Abbiamo da
subito creduto nella bontà del progetto e contribuito al suo perfezionamento,
condividendone obiettivi e le finalità, supportati dall’esperienza di CEM
Ambiente, dalla preparazione dei suoi tecnici e dei suoi amministratori.
Sapevamo di chiedere un ulteriore sforzo ai nostri concittadini in tempi non
facili, nei quali, troppo spesso, progettualità, visione strategica, capacità di
analisi e programmazione, cedono il passo ad approcci demagogici e di
corto respiro. Sapevamo delle criticità e abbiamo messo in conto polemiche
e critiche. Abbiamo deciso di fare comunque la cosa più giusta e utile anche
se più difficile; la comunità ci ha seguito e questi risultati sono un bel premio
per tutti.
Michele Bonanomi
Assessore all’Urbanistica ed Edilizia Privata, Ecologia e Sviluppo Sostenibile
PARTECIPAZIONE
Da qualche mese ricopro la carica di Vice-Sindaco ed assessore alla
partecipazione e ai beni comuni: incarico per me gratificante e per il
quale ringrazio sia chi mi ha permesso di riceverlo (tutti i cittadini) sia chi
formalmente mi ha delegata (il Sindaco). Cosa significa, di fatto, questo
assessorato?
Io ritengo che la partecipazione sia il metodo con cui debbano essere
affrontate le decisioni e le scelte più importanti che riguardano la cosa
pubblica. Partecipazione vuol dire: - costruire insieme gli indirizzi di una
determinata azione politica e di governo; - valutare apertamente le criticità,
i suggerimenti e le opportunità; - condividere le scelte e le responsabilità che
da esse derivano e misurare, ancora insieme, i risultati ottenuti.
Mi piace ricordare che l’assessorato alla partecipazione e ai beni comuni
ha il suo presupposto e fondamento nella nostra Costituzione che, proprio
all’art. 118 stabilisce “Stato, Regioni, Città metropolitane, Province e
Comuni favoriscono l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati,
per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio di
sussidiarietà”. Questo cosa significa?
Semplicemente che è la stessa Costituzione ad introdurre una nuova figura
di cittadini che si possono definire cittadini attivi, cioè persone responsabili e
solidali che si prendono cura dei beni comuni.
Proprio partendo da questo principio abbiamo pensato di istituire un
assessorato che potesse legittimare e regolamentare la partecipazione di
questi cittadini che, non essendo proprietari ma custodi dei beni comuni,
potessero esercitare nei confronti di questi beni un diritto di cura fondato non
sul proprio interesse ma su quello generale. Lo stimolo maggiore dei cittadini
attivi è proprio la solidarietà, l’interesse a prendersi cura dei beni di tutti.
Anche questo sarà uno degli obiettivi dell’assessorato alla partecipazione
e ai beni comuni: INSIEME diventare cittadini attivi che si prendono cura
e diventano custodi dei propri beni comuni, nell’interesse di TUTTA LA
CITTADINANZA.
Mi piace chiudere citando una frase di un grande artista che rappresenta
in modo molto chiaro e semplice ciò che per me significa ‘partecipare’: LA
LIBERTA’ E’ PARTECIPAZIONE.
Giulia Fumagalli
Vice-Sindaco
L'ACCADEMIA ALBERO MOZZATI COMPIE 20 ANNI
L’Associazione Amici della Musica di Mezzago è stata costituita nel 1994. E’
un’associazione culturale senza fine di lucro il cui presidente attuale è Alberto
Baldrighi. In questi anni di fervente attività l’Associazione ha organizzato
numerosi concerti sul territorio e istituito l’Accademia di Musica “Alberto
Mozzati”, che ha sede presso il Palazzo Archinti di Mezzago. L’Accademia,
è considerata un vero e proprio punto di riferimento per lo studio della musica
e la sua peculiarità consiste nell’offrire corsi validi ed all’avanguardia a
studenti di ogni livello: dai corsi propedeutici per bambini, ai corsi strumentali
o di carattere divulgativo e amatoriale o rivolti al conseguimento degli esami
presso i Conservatori di Musica. Sono istituiti corsi di perfezionamento e
4
seminari di approfondimento e di interpretazione musicale. Iniziativa di
grande successo è stata la formazione del Coro Polifonico dell’Accademia
diretto da Federico Porcelli. Sono stati docenti ospiti dell’istituzione Maestri di
fama mondiale quali Aldo Ciccolini, Ludwig Hoffmann, Paul Badura-Skoda,
Alfons Kontarsky, Françoise Ogéas, Dalton Baldwin e il Prof. Rolando Omar
Benenzon. Importante ciclo di concerti, che si tiene tutti gli anni a Palazzo
Archinti, è la rassegna concertistica “Musica in Accademia” che quest’anno
prevede l’esecuzione integrale delle 32 sonate per pianoforte di Beethoven.
Alberto Baldrighi
In pochi mesi, la nuova Amministrazione ha dato vita a tante iniziative di pace.
MEZZAGO, CITTA’ PER LA PACE
“La violenza non si vince con la violenza,
la violenza si vince con la pace. Dobbiamo
ricordare che si può perdere tutto in guerra, ma
nulla si perde con la pace.”(Papa Francesco)
“L’Italia ripudia la guerra come strumento di
offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo
di risoluzione delle controversie internazionali;
consente, in condizioni di parità con gli altri
Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie
ad un ordinamento che assicuri la pace e la
giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce
le organizzazioni internazionali rivolte a tale
scopo.” (Articolo 11 Costituzione Italiana).
Anche il comune di Mezzago ha sempre avuto
a cuore questo tema, tanto che dal 2002 è
ufficialmente “città per la pace” e dal 2007
anche “città equosolidale”. Questo vuol dire
impegnarsi attivamente e in modo concreto per la
promozione della pace e dei diritti umani, aderire
al “Coordinamento Nazionale degli Enti Locali
per la Pace”, orientare gli acquisti comunali
e privati verso prodotti bio, equi e solidali
sensibilizzando i cittadini ed avere quindi un
consigliere dedicato. La nuova Amministrazione
ha voluto e vuole proseguire questo importante
percorso organizzando e promuovendo, in questi
pochi mesi di mandato, molteplici iniziative di
pace che hanno visto coinvolte le associazioni,
gli enti locali e l’amministrazione stessa. Oltre alle
tante iniziative promosse dalle associazioni di
volontariato che operano a Mezzago, il comune
si è reso attivo in prima persona organizzando
tre grandi eventi di pace e cooperazione.
28 Settembre: “La vuoi la pace? Pedala!”
Iniziativa promossa dalle ACLI Milanesi e
dal Coordinamento La Pace in Comune in
collaborazione con alcuni comuni lombardi, tra cui
Mezzago. Questa biciclettata, giunta ormai alla
sesta edizione, ha portato a Milano un cospicuo
gruppo di concittadini che con forza hanno voluto
dire “NO!” alle guerre. Con il tempo dalla loro e
una Piazza Duomo gremita, hanno tinteggiato di
pace con bandiere, striscioni, variopinti palloncini,
Milano e le nostre Province. Una grande iniziativa
di pace a livello regionale che ha permesso di
discutere sul tema rafforzando l’idea che la pace,
l’attenzione al bene comune, la coesione sociale
e la tutela ambientale siano temi fondamentali
nell’azione amministrativa degli Enti Locali e
nell’impegno di tutti.
19 Ottobre: giornata della pace!
Pace è collaborazione, e partendo proprio
da tale principio le amministrazioni locali di
Mezzago, Bellusco e Ornago hanno promosso
una giornata dedicata alla pace, sia nei territori
vicini che in quelli più lontani. La prima marcia
tra i comuni coinvolti pensata principalmente per
i bambini e i ragazzi ha visto una partecipazione
incredibile di un centinaio di concittadini che nel
pomeriggio si sono uniti agli amici di Bellusco
e Ornago per confluire a piedi a Camuzzago.
Qui i bambini, che nelle settimane precedenti
avevano approfondito il tema della pace nelle
loro classi, hanno condiviso con la popolazione
presente il loro lavoro, facendo trasportare dal
vento messaggi scritti sugli origami e appesi
ai palloncini colorati. Velocemente il cielo si è
colorato delle tinte dell’arcobaleno diffondendo
nella nostra Brianza i loro piccoli pensieri di
pace. La seconda marcia, pensata per gli
adolescenti e gli adulti ha portato ben trenta
mezzaghesi a Perugia. Qui si sono uniti agli
altri centomila manifestanti che con lo zaino
sulle spalle hanno percorso i ventiquattro
chilometri per giungere ad Assisi. Forse non
tutti sanno che la prima marcia per la pace e
la fratellanza dei popoli Perugia-Assisi è nata
da un’idea di Aldo Capitini, antifascista ed
educatore perugino, il 24 settembre1961: un
corteo popolare nonviolento che doveva passare
per le strade che da Perugia portavano verso
Assisi per non dimenticare le stragi passate
e per non rifare gli stessi errori. Fu proprio in
questa occasione che venne utilizzata, per la
prima volta, la Bandiera arcobaleno della pace,
simbolo tutt’oggi ancora vivo in tutto il mondo,
dell’opposizione nonviolenta a tutte le guerre.
Ricordando Aldo Capitini e la campagna
italiana “Pace da tutti i balconi” promossa da
Padre A.Zanotelli nel 2002, i partecipanti
hanno ricevuto, come dono da parte
dell’Amministrazione comunale, la bandiera
arcobaleno con la speranza che ciascuno si
faccia promotore di pace anche nel suo stesso
paese. Ora l’impegno richiede a ciascuno una
maggiore determinazione per trasformare le
due marce di un giorno, nella Marcia di tutti i
giorni, facendo tesoro di tutte le energie, le
competenze e le belle esperienze vissute, stimolo
e rilancio per costruire insieme una politica di
pace per Mezzago, l’Italia, l’Europa e perché
no, il mondo.
28 Settembre: “Perugia-Assisi”
28 Settembre: “La vuoi la pace? Pedala!”
19 Ottobre: giornata della pace!
IL PROGETTO “TESSERE RELAZIONI”
organizza
8 Dicembre: mercatini solidali natalizi
Il prossimo evento che vedrà la collaborazione
dell’Amministrazione comunale, della Parrocchia
e della ProLoco, sarà, l’ormai noto mercatino di
Natale. In questa occasione, tutte le associazioni
di solidarietà di Mezzago o operanti nel paese,
presenteranno il loro lavoro e venderanno
diversi prodotti per autofinanziare le proprie
opere. Questa vuole essere, per ogni cittadino,
un’occasione da non perdere per sostenere,
anche con piccoli gesti, il volontariato che
quotidianamente svolge un ruolo di fondamentale
importanza nel sostegno delle molteplici attività
ed iniziative che arricchiscono e rendono attenta,
la nostra realtà territoriale.
“Non basta parlare di pace. Uno ci deve
credere. E non basta crederci. Uno ci deve
lavorare.”
Eleanor Roosevelt
Veronica Cattaneo
Consigliere con delega alla pace, cooperazione
e solidarietà
CAMBIO “MERCATO DEL BARATTO”
NASCE IL MERCATINO IN CUI E’ POSSIBILE SCAMBIARSI OGGETTI … UN OGGETTO “PER ME”, INUTILIZZATO E IMPOLVERATO PU0’ FARE LA
FELICITA’ DI “QUALCUN ALTRO”. UN GESTO DI SOLIDARIETA’ E UN OCCASIONE DI INCONTRO … Per info: Marta Carzaniga, cell. 338/5746272
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F’AMO ECO
Molti ci chiedono: “Perchè la caffettiera?” La caffettiera è
un oggetto a cui siamo affezionati, non la buttiamo mai, è
sintomo di aggregazione, è porta voce di un meccanismo
interno stimato in tutto il mondo, una macchina che
riempita di polvere e poi scaldata genera un liquido
colorato. Bhe il collegamento è fatto. Noi siamo gente
che fornisce creatività e impegno, il caffè macinato,
per trasmettere l’ecologia agli altri, il caffè liquido. Lo
scopo è rendere ingeribile una sostanza, ecco quindi che
con noi potrai bere del sano caffè ma verde...E se lo
F’amo insieme è meno amaro. F’amo Eco è un progetto
di sviluppo nato da Natural Jumping a Mezzago con
l’appoggio di Soc. Cop. Aeris, Spazio Giovani, Pro Loco
e con la collaborazione di CEM Ambiente, del Comune
di Mezzago e di varie associazioni nel territorio di
Monza e Brianza. F’amo Eco ha avuto come principale
interesse, dal suo esordio ad ora, quello di organizzare
eventi che diffondessero valori e pensieri inerenti al
mondo dell’ecologia soprattutto attraverso l’arte. Infatti F'amo Eco Fest 2013
la frase con la quale abbiamo lanciato il nostro marchio
è stata proprio: “Al posto del caffè mettiamo l'arte e aspettiamo che esca
l'ecologia.” L’obiettivo è quello di diffondere in veste creativa ed allegra
buone pratiche informando le persone riguardo lo sviluppo sostenibile. La
questione si rigetta sulle azioni di vita quotidiana quali lo smaltimento di
rifiuti, il riuso, il riciclo e l’energia che attraverso la creatività, l’arte e il
design, intesi come strumenti di azione progettuale, aggregativa, formativa
ed educativa diano voce e speranza a problemi attuali riguardanti la società
e l’ambiente.
L’evento pubblico per F’amo Eco è una forma di manifestazione che ristabilisce
su questi temi una nuova coesione sociale e tende a stabilire rapporti tra
figure operanti nel campo e recuperarli tra le generazioni.
Fino ad ora abbiamo collaborato con diversi locali,
come Bloom ed Arci, ma in particolare cerchiamo di
immaginarci nuovi luoghi per i nostri eventi. Infatti, il
F’amo Eco Fest, che ha visto la sua prima edizione nel
2013, è stato ambientato nell’isola ecologica del paese.
Un evento fenomenale che si è ripetuto anche nel 2014.
Ci attiveremo anche in occasione di Expo 2015, creando
eventi artistici da affiancare all’agricoltura locale. Infine,
lungimirando, prestando attenzione all’importanza che
a livello globale stanno acquisendo sempre di più i temi
trattati, questa proposta di progetto vuole fortemente
cogliere l’occasione per creare una realtà che parta
dal volontariato e tenti di arrivare a costituirsi negli anni
come una vera e propria attività a servizio della comunità
generando in essa reali posti di lavoro. Infatti, il prossimo
passo sarà quello di coinvolgere le imprese e gli artigiani
locali chiedendo loro di investire su di noi per effettuare
ricerca creativa sui loro scarti. L’obiettivo è creare dei
prodotti che alleggeriscano le spese di smaltimento
aziendali ma soprattutto creino altri canali di mercato
per le loro componenti industriali. Gli scarti spesso sono compenenti già
standardizzate e quindi hanno già dei processi di produzione alla base.
Ciò significa che, se i prodotti avranno un mercato decisivo tale per cui non
basteranno gli scarti, le spese che ne conseguiranno saranno minori e non
verrà alterata la normale filiera produttiva dell’azienda.
Chiediamo a tutti un grande impegno e aiuto nel girarci contatti di realtà
produttive e artigianali che vogliano affiancarci in questa “impresa”. Grazie
tanto a chi ci ha sostenuto sino ad ora e #famoeco.
Per qualsiasi informazione, proposta e idea:
facebook: famo eco / [email protected] / 3474537955
Alberto Iannucci
PERCHE’ SONO QUI?
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Nel corso dello scorso mese di settembre in
collaborazione con la ProLoco abbiamo promosso
presso la biblioteca due incontri: l’inaugurazione
della mostra One Day In Africa con la presenza
del giornalista Raffaele Masto e la presentazione
del libro “Immigrati: diritti della persona e doveri
di solidarietà” di Luigi Lia, oltre all’autore erano
presenti l’avv. Antonella Cavaiuolo, coordinatrice
Avvocati di Strada di Monza e Vittorio Pozzati,
presidente COOP Mezzago. La mostra realizzata
dalla rivista”Africa” attraverso quarantacinque
immagini, esposte secondo l’ordine in cui sono
state scattate – dalle prime luci dell’alba fino a notte
fonda - si proponeva di ricostruire una giornata di
vita trascorsa alla scoperta di località e gesti distanti
tra loro migliaia di chilometri, ma accomunati
dalla stessa vibrante energia. L’occasione per
avvicinarci a un continente – l’Africa – di cui si
vuole tutto: oro, diamanti, petrolio e materie prime,
ma non gli africani. Per riflettere che non esistono
culture originariamente “pure”, ma che le culture
sono meticce perché l’uomo ha piedi e non radici,
cammina, si sposta e in questo suo camminare Biblioteca : Mbargou Diop alla presentazione della mostra ONE DAY IN AFRICA
incontra altri uomini e da queste interazioni
comunicative la cultura è continuamente sottoposta
a processi di contaminazione. Nella società contemporanea assistiamo a un
eccesso di identità, ad una manipolazione e strumentalizzazione del fattore
culturale e in questa operazione spesso i migranti vengono presentati come
il nemico pubblico ideale. Sono di volta in volta criminali che minacciano la
sicurezza delle nostre vite quotidiane, gente che minaccia la nostra purezza
etnica, abusivi che competono con noi nel mercato del lavoro e sottraggono
benefici elargiti dallo stato sociale. Il secondo incontro, con la presentazione
del libro è stato invece l’occasione per riflettere su come contrastare questo
modo di pensare sempre più condiviso e in questo la nostra Costituzione
ci è di grande aiuto. Anche se concepita e partorita in periodo storico
diverso da quello attuale essa può rappresentare un punto fermo contro le
discriminazioni grazie alla centralità che essa riconosce alla tutela dei diritti
inviolabili dell’uomo, al tema dell’uguaglianza come
compito che ci impegna ieri e oggi a rimuovere
tutti gli ostacoli che di fatto impediscono nella vita
concreta le pari opportunità. Un invito a pensare
la solidarietà e la generosità non come accessorie
alle nostre vite ma come basi su cui fondarle.
Perché abbiamo voluto questi incontri? La risposta
nelle parole di un rifugiato sbarcato a Lampedusa:
“Venite a vedere dove viviamo, dove abitiamo,
guardate le nostre scuole…..camminate per le
nostre strade….imparate a conoscerci, cambiate
prospettiva, mettetevi nei nostri panni, provate a
vivere una nostra giornata…..”
Progetto Continenti.
L’UNITÀ DEI POPOLI
Tra i popoli non c’è confine
Siamo tutti uguali alla fine
La cultura può essere differente
Ma si convive ugualmente
Ogni popolo ha la sua realtà
Ma non deve creare difficoltà
Ricevi e dai quello che hai
Per uno scambio che non finisce mai
L’apertura e l’integrazione
Può diminuire l’aggressione
Tra razze, tribù ed etnie
Senza guerra, fame e malattie
Per una vita migliore, nella pace
Aiutiamoci per un mondo felice
Mbargou Diop
DELLE MANI E DEI LAVORI
Appena mi svegliavo mangiavo il “pumià” e andavo in
campagna con il mio papà, che aveva campi di frumento e
Copertina del libro DELLE MANI E DEI LAVORI
furmenton. Io tenevo in mano il cavallo, mio papà teneva il
“rampeghen” per smuovere tutta la terra e mi diceva: “tira dress”.
In famiglia eravamo in cinque figli: tre sorelle e due fratelli. Noi facevamo la polenta e il pane fatto
in casa. Ho frequentato la scuola fino alla terza elementare. Mio papà faceva il cardegat, sistemava
le sedie in Chiesa e raccoglieva le offerte. Io sono stata un po’ in “canatori” a filare la seta. Fino a
quando ho fatto gli anni (dodici) e sono andata in “stabiliment”.
Quando hanno chiuso il canatorio ho trovato lavoro a Monza in uno stabilimento di tessitura e
filatura e ho lavorato lì fino a quando mi sono sposata. “Ho patì la fam e dopu inveci ho spusà un
bravu omen”. Adesso ho cento anni!!.. e ho sempre lavorato nei miei “terren”...Teresa Crespi
Queste le parole di Teresa Crespi, che ora ha cento e uno anni, raccolte nel libro “Delle mani e dei
lavori.. ingegno e fatiche del secolo passato..gli ospiti del Centro Diurno Integrato “La Casa del
sorriso” di Mezzago raccontano”, ideato e realizzato dall’equipe del CDI.
La sua produzione è stata curata dalla Cooperativa “La riabilitazione” col patrocinio del Comune di
Mezzago. L’equipe del C.D.I. è composta da: Daria Antonietti,Paola Biella, Marta Carzaniga,Marica
Cogliati,Gabriella De Falco, Wendy Garcia, Laura Graziani, Alessio Motta,Oksana Romanova,
Monica Telloli, Francesca Zavanone, con tutti i volontari, gli amici e i collaboratori.
Teresa Crespi: 101 anni
IL SOLE DEI VECCHI
Il sole dei vecchi è un sole stanco
trema come una stella
e non si fa vedere
ma solca le acque d’argento
dei notturni favori.
E tu che hai le mani piene
d’amore per i vecchi
sappi che sono fanciulli
attenti al loro pudore
Alda Merini
VIVI MEZZAGO
Una nuova risorsa per la comunità
Una nuova realtà si affaccia nel panorama delle associazioni presenti in paese. “Vivi Mezzago” muove i suoi primi passi e decide di farlo presentandosi
ufficialmente al Sindaco e al Vicesindaco, lo scorso mercoledì 26 novembre. Un gesto che vuole sottolineare la voglia di creare la giusta collaborazione e la
necessaria sintonia per realizzare le proprie attività a beneficio della comunità mezzaghese. Cosa intende realizzare Vivi Mezzago lo si capisce dallo Statuto,
che indica tra gli scopi quello della promozione della cultura, della responsabilità ambientale e sociale, dello sport e del benessere e delle attività sociali
rivolte ai propri soci e alle persone facenti parte della comunità mezzaghese. Il tutto senza distinzione di età, sesso, lingua, razza, etnia, genere e condizione
sociale, nel pieno rispetto dei diritti fondamentali dell’uomo, così come sono indicati nelle più alte dichiarazioni universali e internazionali. L’associazione è
apolitica e apartitica e persegue solo le finalità che sono indicate nel suo Statuto. Vuole fare della collaborazione con le altre realtà presenti in paese uno stile,
convinti che solo lavorando insieme si va lontano. Durante la presentazione al Sindaco, sono stati proposti due progetti, di semplice realizzazione, per i quali
è stato richiesto il gratuito patrocinio: Coccole di Babbo Natale – In occasione dei Mercatini di Natale (8 dicembre 2014) Corso di Patcwork Tecnica Appliquè
– Gennaio 2015 (in data da definirsi) Il tempo, le competenze, l’energia e l’entusiasmo degli associati sono a disposizione delle attività che si intendono
realizzare nel prossimo anno e che verranno presentate nei prossimi mesi. Per contattare l’associazione e ricevere ulteriori informazioni o per associarti puoi
visitare il sito internet www.mezzago.eu oppure inviare una mail a [email protected]
Maria Adele Fumagalli
Presidente
Il laboratorio dei mezzaghini
Il gruppo “Tornado di notizie” ha frequentato il laboratorio nel secondo
quadrimestre dello scorso anno scolastico. Il giornale in cui dovevano
comparire i loro lavori ha rinviato l’uscita per scrupoli sui tempi elettorali.
Ora molti loro lavori, come altri articoli del giornale che doveva uscire,
sono stati sacrificati. Però il loro lavoro migliore, e cioè le domande per
l’intervista a ben due sindaci, compare per intero,.. scusate se è poco!
Legenda foto:
Da sinistra in alto: Simone Nuzzolese, Marco Vitali, Gabriele Colombo,
Leonardo Perego, Matteo Ponzoni, Davide Colombo, Antonio De Meco,
Alessandro Gigliarano, Fabio Biffi.
Sedute: Monica Caputo, Adina Passoni, Sonia Ferrante, Mariangela
Nicoscia.
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Le pagine dei mezzaghini
INTERVISTA AD ANTONIO COLOMBO, GIÀ SINDACO DI MEZZAGO
L'ex Sindaco Antonio Colombo è nato a Mezzago a Palazzo Archinti nel 1952. Ha frequentato le scuole
medie a Bellusco, poi l’Istituto di Ragioneria e infine l’Università. È entrato in politica a 43 anni dopo aver
lavorato per molti anni in banca a Milano. Nel ‘95 è diventato Vicesindaco e nel 2004 Sindaco. Ha rivestito
la carica di Sindaco per due mandati.
Antonio Colombo
Diventare Sindaco è sempre stata una sua aspirazione?
Mi sarebbe piaciuto molto insegnare, poi negli studi universitari mi sono orientato all’economia e così ho
lavorato per molti anni in banca. All’età di 43 anni, quando avevo già compiuto passi importanti come
quello del matrimonio e avevo raggiunto una solida posizione, ho deciso di impegnarmi in politica per
dedicarmi alla comunità. Sono stato vicesindaco mentre Vittorio Pozzati, mio grande amico, era sindaco; nel
2004 sono diventato sindaco e sono stato rieletto nel 2009. Il mio mandato è terminato il 25 maggio con la
nuova tornata delle elezioni amministrative e quindi avete un nuovo sindaco.
Da giovane ha praticato qualche sport?
Ho una grande passione per il calcio e sono tifoso dell’Inter. Da ragazzino, all’oratorio, ho iniziato a giocare al calcio, col ruolo di stopper. A un certo punto
ho incontrato un attaccante che giocava già coi più grandi e mi ha fatto dannare..Era Paolo Pulici, che poi sarebbe stato un grande attaccante del Torino e
della nazionale. Quando poi sono andato alle superiori, ho iniziato a giocare a basket e nei tornei scolastici contro l’Istituto per geometri ho giocato contro un
altro fuoriclasse, che in realtà non era neanche troppo alto.. Era Marzorati, che poi avrebbe giocato per molti anni nell’Ignis Varese con Dino Meneghin...
Devo ammettere che i campioni si riconoscono subito. Io poi ho continuato col basket a Mezzago in Oratorio, dove era arrivato un allenatore molto bravo
e ho giocato anche a Ornago.
È stato difficile svolgere le mansioni del ruolo di Sindaco?
Ci vuole passione per sostenere questo ruolo perché è molto faticoso, e negli ultimi tempi è diventato anche piuttosto complicato. In ogni caso ho avuto
anche molte soddisfazioni.. Credo che la crisi attuale abbia influito molto sulla situazione generale. Il fenomeno della disoccupazione soprattutto nei giovani
è molto preoccupante. La nostra zona ha sempre richiamato manodopera. Abbiamo e avevamo nel Vimercatese aziende importanti, come la S.T. , la I.B.M.
e l’Alcatel. C’è sempre stato molto lavoro femminile. In questi ultimi tempi purtroppo anche nel nostro comune ci sono state aziende che hanno chiuso. Ai miei
tempi eravamo più fortunati: io stesso ho iniziato a lavorare ancora prima di terminare l’Università. Oggi è molto più difficile trovare lavoro.
Cosa ci può dire del fenomeno dell’immigrazione a Mezzago?
Negli ultimi venti anni il numero dei residenti è cambiato: nel ’91, secondo il censimento eravamo 2900 abitanti, ora siamo 4300, con un aumento del 40%.
Un altro dato interessante è questo: trent’anni fa il 70% degli abitanti era nativo di Mezzago, ora la popolazione “non originaria di Mezzago” ha raggiunto
il 61 % della popolazione collettiva. Gli extracomunitari sono il 10%, quindi sono circa quattrocento. Non hanno mai costituito un problema, e rispetto allo
scorso anno sono diminuiti: una conferma della crisi che stiamo attraversando.
È soddisfatto di ciò che ha realizzato finora? Cosa cambierebbe?
Razionalmente, se rifletto, ci sono sicuramente cose da fare, ma sono soddisfatto perché ho la coscienza di essermi impegnato fino in fondo. Una cosa penso
che dovesse essere fatta diversamente: la copertura del corso d’acqua del Pissanegra. Nel Nostro territorio ci sono tre corsi d’acqua: Rio Vallone, Rio Cava e
Pissanegra, quest’ultimo aveva la funzione di asse fognario principale del paese a cielo aperto, quindi riceveva gli “scarichi” delle case. Negli anni successivi
(per costruire case e strade nuove dagli anni’50 al 2005) nel suo”letto” sono state posate le tubazioni della nuova fognatura, e ora è completamente coperto
e riprende il suo corso superficiale a sud del campo di calcio verso la provinciale: durante le piogge vi scorre l’acqua piovana. Sicuramente una progettazione
più accurata (certo più difficile nei decenni passati) avrebbe potuto mantenere il suo corso aperto per lunghi tratti del nostro abitato.
Quali attività si potranno svolgere nel Rio Vallone?
Per quanto riguarda il Parco Rio Vallone abbiamo deciso con il nuovo “Piano di governo del Territorio” di aumentare il perimetro del parco per includere
l’area di attraversamento della “futura autostrada Pedemontana”, per mitigare l’impatto ambientale e proteggere meglio l’abitato. La superficie del parco
aumenterà di 0,5 kmq. arrivando ad un totale di due kmq., poco più della metà del nostro territorio. Nelle funzioni di carattere paesaggistico- ambientale e di
fruizione delle aree vincolate a Parco Locale di Interesse Sovracomunale, sono state valutate anche utilità di carattere ludico e sportivo, naturalmente in ambiti
localizzati e attrezzati o organizzati.
Cosa ci può dire del mondo della scuola?
La mia generazione ha vissuto l’evoluzione della scuola. Ho frequentato la scuola media quando venne istituita la “scuola media unificata”, nel ‘63. A
Mezzago non c’era l’edificio e ci si spostava a Bellusco, dove c’era anche un televisore..
Per quanto riguarda la struttura, negli anni passati ci siamo dedicati molto alla sistemazione degli altri plessi, nido, materna ed elementare, con opere
importanti. Devo ammettere che questa scuola necessita di parecchi interventi.
Cosa pensa dei giovani di oggi?
Noi eravamo molto più disperati di voi, però eravamo anche molto più maturi, responsabili e avevamo il dovuto rispetto per gli adulti. Oggi nei giovani noto
una bassa attenzione per l’adulto. Quando ero ragazzino e coi miei coetanei giocavo in corte, se per esempio un signore anziano mi chiedeva di correre a
comprargli i sigari, io glieli compravo. Avevamo credo più attenzione e ascolto nei confronti delle persone più grandi.
Cosa vorrebbe cambiare del nostro paese?
Ci sono ancora tante cose da fare, uno dei progetti prevede di dare un po’ più spazio a chi si muove a piedi e meno alle macchine. Una soluzione potrebbe
essere quella di far diventare la strada che attraversa il paese, dalla Chiesa al Bloom, tutta a “senso unico”, favorendo chi si muove a piedi o in bici e
aumentando il benessere della comunità.
Cosa farà nel futuro?
Sono ancora indeciso, di sicuro mi occuperò ancora della campagna e degli asparagi, come in parte ho già fatto anche in questi anni. Se ci sarà bisogno
darò ancora il mio apporto anche nel campo amministrativo. Diciamo che essere paragonato a Cincinnato... mi farebbe piacere
8
Le pagine dei mezzaghini
INTERVISTA A GIORGIO MONTI, SINDACO DI MEZZAGO
Il Sindaco Giorgio Monti è nato a Mezzago nel 1986. Ha frequentato le scuole medie di Mezzago, poi ha
studiato ragioneria e infine si è laureato in Scienze Politiche all’Università Statale di Milano.
È entrato in politica a 21 anni come segretario locale del Partito Democratico. Nel 2009 è stato eletto per il
Consiglio Comunale ed è stato nominato Vice Sindaco, carica che ha ricoperto per tutto il mandato.
A maggio 2014 è stato eletto Sindaco.
Diventare Sindaco è sempre stata una sua aspirazione?
Non direi, pur avendo sempre avuto un certo interesse per la politica, e quindi di riflesso un’attenzione
particolare verso i temi dell’Amministrazione della Cosa Pubblica, l’interesse e la voglia di mettersi a
disposizione per questo ruolo è abbastanza recente. Ad ogni modo il percorso di conoscenza e crescita che
ho fatto nei cinque anni da Vice Sindaco mi ha dato gli strumenti e gli elementi per rendermi conto e valutare
Giorgio Monti
questa possibilità che adesso è realtà. Senza la minima conoscenza del funzionamento della macchina
amministrativa non avrei potuto scegliere, questo genere di leggerezza o superficialità non mi appartiene.
Quali sono le sue passioni e i suoi interessi?
Una passione un po’ particolare è quella di mettermi al servizio della comunità: ho sempre messo a disposizione molto tempo per le attività in paese,
prevalentemente all’interno della Pro Loco, per cui ho organizzato diverse iniziative ed eventi, ma anche nell’Associazione Volontari.
Interessi per i quali cerco di ritagliarmi un po’ di tempo, sono il cinema (preferibilmente mono-sala), e quando posso un concerto con amici (prevalentemente
musica indipendente). Non seguo molto lo sport, anche se fino all’adolescenza l’ho praticato (basket e pallavolo); negli ultimi anni mi ha appassionato il
rugby. Quello per la politica, di cui ho detto prima, non è un semplice interesse o una passione: la politica si occupa della vita quotidiana di tutti, quindi ho
sempre ritenuto indispensabile conoscere, capire e soprattutto scegliere da quale parte schierarmi.
Come si trova a svolgere le nuove mansioni del ruolo di Sindaco?
Certamente non stiamo parlando di mansioni facili da svolgere: si tratta di indirizzare, organizzare e gestire l’ente che opera quotidianamente a contatto
coi cittadini, e che fornisce loro un gran numero di servizi. Ogni giorno si prendono scelte che determinano le caratteristiche della nostra comunità attuale e
futura. L’esperienza di cinque anni da Vice Sindaco mi ha permesso di entrare a pieno regime quasi subito, ma il quadro generale ci impone sempre maggiori
impegni con risorse, non solo economiche, sempre meno certe e comunque in riduzione.
Quali sono i temi più importanti ed urgenti da affrontare?
Purtroppo le nuove fragilità sociali sono all’ordine del giorno, e per affrontarle tutte con risposte e soluzioni concrete servono risorse ingenti. Il lavoro che non
c’è è la causa principale delle situazioni di disagio, ma su questo fronte i comuni non possono essere incisivi, perché spetta ad altri enti la competenza su
questa materia.
Che cosa avrebbero potuto realizzare diversamente le Amministrazioni che lo hanno preceduto?
Gli ultimi tre Sindaci, quelli che conosco di persona e che ho conosciuto come amministratori, hanno dotato il nostro paese di alcune vere eccellenze che
ogni giorno testimoniano la loro capacità e la loro lungimiranza tra cui: Il bosco in città, La Biblioteca, un plesso scolastico completo e costruito con criteri
all’avanguardia. Fatta salva la realizzazione del campo da calcio, si è dato poco spazio ad interventi e investimenti sul settore sportivo, che oggi fatica a
trovare gli spazi per accogliere le attività sempre più frequentate..
Quanta attenzione dedicherà alle tematiche ambientali?
Le tematiche ambientali saranno il fulcro, come sono state fino ad oggi, dei prossimi 5 anni di amministrazione: interventi di rafforzamento della naturalità,
sostegno all’agricoltura di pregio e di rivalutazione degli spazi aperti con i progetti riguardanti l’Asparago Rosa, interventi per il miglioramento della gestione
dei rifiuti. Già da Vice Sindaco ho promosso e seguito in prima persona alcune iniziative importanti quali il nuovo PGT con l’espansione del PLIS Rio Vallone,
piuttosto che la sperimentazione dell’ECUO SACCO che oltre ad essere stata un successo, ancorché perfezionabile, apre la strada per altre azioni di
miglioramento della raccolta differenziata.
Cosa ci può dire del mondo della scuola?
La scuola è un centro fondamentale della comunità, essa deve formare cittadini consapevoli e in grado di preservare, rafforzare e rinnovare i legami che
fondano il nostro paese, oltre a preparare le future generazioni in maniera adeguata. Credo che queste funzioni siano sempre più a rischio, e in parte
siano già compromesse dopo oltre un decennio di interventi sconsiderati per “riformare” il sistema scolastico. Il settore scolastico sarà sempre al centro
dell’attenzione della mia azione perché non possiamo consentire ulteriori degenerazioni, al contrario dobbiamo garantire ogni sforzo per una scuola di
qualità e che arricchisca il valore della nostra comunità
Cosa pensa dei giovani di oggi?
Lo vedo da vicino… in termini anagrafici… ma anche per quanto riguarda l’attenzione che da qualche anno è necessario dedicare ai giovani. Le difficoltà
che i ragazzi e le ragazze devono affrontare sono sempre maggiori per quanto riguarda il loro percorso di crescita e emancipazione. Una scuola sempre più
sacrificata che fatica a orientare e a preparare adeguatamente, un mercato del lavoro che non accoglie più come una volta, l’adolescenza che si prolunga e
con essa aumentano i rischi legati al disagio e allo scoraggiamento. I giovani d’oggi non hanno certezze sul proprio futuro e faticano a trovare gli strumenti
e le risorse per progettarselo: non possiamo sottovalutare le conseguenze che questo periodo gravemente incerto potrà avere tra qualche anno.
Cosa vorrebbe cambiare del nostro paese?
La retorica del cambiamento non mi è mai piaciuta, non solo in riferimento alla politica. Credo nella conoscenza e nel rispetto di quanto accaduto precedentemente,
nella conservazione e valorizzazione dell’eccellenza, e credo che la qualità migliore per un amministratore pubblico sia la lungimiranza. Sono convinto che
sia anzitutto doveroso difendere la nostra comunità dalle tensioni e dai tentativi di divisione, per conservare anzitutto l’unitarietà non del pensiero ma dei fini.
Le sfide che abbiamo davanti saranno più facili da superare se stiamo insieme. Il rafforzamento e il continuo rinnovamento del senso comunitario è un grande
obiettivo che dovrebbe appartenere a tutti coloro che “fanno politica” nel modo giusto; se si riesce in questo, ogni cosa, ogni cambiamento, ogni novità, arriva
naturalmente e migliora la nostra vita.
Progetti per quando non sarà più sindaco
Per quanto riguarda la dimensione pubblica, sicuramente non smetterò di essere a disposizione delle attività sociali e aggregative del paese. Sul lato personale
dipenderà da molti fattori, la gran parte ancora in divenire; sono giovane e quindi spero di poter sfruttare ancora numerose opportunità. Ma adesso voglio
concentrarmi sui progetti da Sindaco.
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Gli alunni delle quarte elementari
PROGETTO “TUTTI IN BICI”
Il progetto “Tutti in bici” è nato due anni fa da una idea del signor Tiziano Favalli, fondatore e presidente
dell’Associazione "Dinamici e Felici". La proposta portata all’attenzione di noi docenti era stata quella di
promuovere uscite didattiche in bicicletta con lo scopo di favorire una esperienza esplorativa del territorio
in cui viviamo, di conoscerne le realtà agricole e produttive che vi operano, nonché le finalità sportive
ed educative dell’Associazione stessa. Sono state scelte mete raggiungibili percorrendo preferibilmente
sentieri sterrati e tratti di strada asfaltata con l’accompagnamento di Volontari e Vigili. Nel corso del primo
anno, grazie alla collaborazione del signor Pasquale Stifano, l’iniziativa è stata integrata da un percorso
di Educazione Stradale, mentre quest’anno sono intervenuti nelle classi il signor Bocchiola (ciclista) e la
signora Carlotta Mori (docente d’arte). La sinergica collaborazione di tante persone volontarie e insegnanti,
ha permesso di far vivere a tutti gli alunni della scuola una esperienza esplorativa molto particolare nella
consapevolezza di aver usato un mezzo ecologicamente compatibile. Ci auguriamo che l’abitudine all’uso
della bicicletta si diffonda sempre più fra i ragazzi, con una sempre maggiore disponibilità di percorsi ciclabili
sicuri.
Le Insegnanti della Scuola Primaria di Mezzago
Disegni realizzati dagli alunni delle classi quarte di Mezzago
INTERVISTA A GIORGIO BOCCHIOLA
Socializzazione delle nostre relazioni redatte in gruppo
Il signor Giorgio Bocchiola, geometra, pratica lo sport
di famiglia: il ciclismo.
Ha 24 anni e ricorda di avere vinto la prima gara
alla quale ha partecipato, all’età di sei anni. Ha avuto
due incidenti : in uno è caduto male e si è rotto in più
punti la clavicola; da allora ha una piastra metallica
per non avere una spalla più corta dall’altra. Un’altra
volta, ad una rotatoria, una macchina lo ha investito
e il tergicristalli gli si è infilato nel ginocchio e i
medici gli hanno messo diversi punti di sutura. Nome
della squadra: Colpack con sede a Bergamo. Deve
mantenersi in forma ed è costantemente sottoposto ad
esami medici, anche per verificare che corra senza
l’aiuto di sostanze proibite. Vittoria più recente: a
Biella, si è classificato primo al fotofinish! Giorgio
ci ha ricordato che per gli sportivi è importante
avere una vita regolare, andare a dormire presto e
svegliarsi altrettanto presto il mattino: senza sacrifici
non sarebbe arrivato a fare il professionista. Di solito
percorre almeno 70-100 km al giorno, in un anno
percorre in media 35000 mila chilometri. Durante
le gare, i gregari aiutano il capitano a vincere. Il Giorgio Bocchiola
capitano può variare a seconda del tipo di gara: se
c’è uno scalatore, abile in salita, i gregari lo favoriscono stando davanti,
ma se non è abile in pianura, si affida il ruolo di capitano ad un altro.
Giorgio ci ha detto di essere un capitano da pianura o di brevi salite. La sua
prima bicicletta era bianca con i quadratini rossi. Ne ha avute molte altre,
che ha sempre tenuto con cura perché è importante mantenere funzionale e
ordinato ciò che si usa quotidianamente. La sua bicicletta è proporzionata
alla sua altezza: quando è in sella deve toccare con la punta dei piedi
il terreno. È di carbonio, di fabbricazione belga,
marca “Ridley”, pesa 6,8 kg, costa circa 7000-8000
Euro. Sul manubrio ha un computer che registra tutti
i dati che vengono analizzati dal medico di squadra
e dall’allenatore per fornirgli consigli utili alla sua
prestazione. Giorgio cerca sempre di dare il meglio
di sé e dice che non bisogna mai “mollare” durante
una competizione. È stato campione d’Italia ed è
stato emozionante per lui indossare la maglietta della
Nazionale e rappresentare la nostra bella Italia. Gli è
molto piaciuto anche quando è andato in Messico. È
bello e importante aiutare un compagno in difficoltà
durante una gara, così come essere aiutato al bisogno.
Un ciclista professionista non può mangiare prima
di una gara caramelle o “schifezze”: le patatine
appesantiscono e le assaggia raramente. Deve nutrirsi
sempre in modo sano. Il suo corredo: una sacca
contenente la tuta, il casco, le scarpe, i guanti. Tutto
è bianco, nero con un po’ di rosso; ha una tuta estiva
ed una invernale. Su tutto il suo corredo è stampato
il suo nome e tutto il suo abbigliamento è fatto con
materiali traspiranti e impermeabili: se piove l’acqua
non penetra. Il casco deve essere robusto e va tenuto
sempre ben agganciato perché in caso di caduta questa protezione può
salvare la vita. Ci ha mostrato le sue scarpe: sono senza stringhe (pericolose
per un ciclista) e hanno dei fori nella suola che si agganciano ai pedalini per
dare più forza alla pedalata evitando che il piede possa scivolare dal pedale
quando va molto veloce. Si possono compiere anche 90-100 pedalate al
minuto,che è la sua media.
Gli alunni delle classi quarte di mezzago (a.s. 2013/2014)
Lunedì , 7 ottobre 2013 - Raccolta di vissuti personali
RIPENSA ALL’USCITA DIDATTICA IN BICICLETTA
CHE HA AVUTO COME META IL “CENTRO IPPICO SULBIATESE”.....
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Ho vissuto un momento di bellezza .....
• quando ho visto i colori e l’eleganza dei purosangue;
• quando dopo l’incidente capitato a Francesco durante la gara (caduto perché una stringa slacciata si era
agganciata al pedale)i miei compagni Alarico e Nicolò si sono fermati a soccorrerlo perdendo la loro posizione;
• quando ci siamo messi sul prato a mangiare. C’era il sole, ero in buona compagnia, i panini erano gustosi.....
Disegni realizzati dagli alunni delle classi quarte di Mezzago
stavo bene;
• quando , dopo aver consumato il pranzo al sacco, ci siamo messi sotto un gazebo e abbiamo giocato con un
gioco in scatola;
• quando ho visto un cavallo bellissimo, era nero e con la criniera marrone, in quel momento volevo cavalcarlo e accarezzarlo;
• quando abbiamo fatto la gara, io sono arrivato per ultimo ma per me non era importante vincere ma partecipare;
• quando abbiamo mangiato sul prato, sull’erba fresca e verde, è stato fantastico; ero con i miei compagni e potevo mangiare e chiacchierare con loro
liberamente;
• quando ho visto i cavalli da vicino ed ho ascoltato il sig. Mattavelli che ci raccontava tante cose di loro che non sapevo;
• quando abbiamo fatto la gara ed alla fine tutti abbiamo guadagnato una medaglia simbolica.
Gli alunni delle classi quarte di Mezzago
ARRIVANO GLI ASINI BIBLIOTECARI A MEZZAGO
Anche SBA-Raglio segue la strada di Lucia Pignatelli e del Biblioasino
Sabato 25 ottobre, presso la biblioteca, è stato sfatato
della città. Finchè un giorno la bibliotecaria incontra
uno stereotipo consolidato da secoli: l’equivalenza tra
Serafino, un simpatico e mansueto asino, e le viene
l’asino e l’ignoranza.
un’idea geniale: se non sono i bambini ad andare a
Ci voleva Lucia Pignatelli e la presentazione del libro
cercare i libri, saranno i libri a cercare i bambini!”.
“L’asino che legge” (Il Battello a Vapore, Serie Bianca, 5+
Con queste parole inizia la storia del primo
Ed. Piemme, 2014), affinché il somaro trovasse giustizia
Biblioasino che abbiamo potuto ascoltare dalla
e riscatto vestendo i panni di bibliotecario per diventare
viva voce di Lucia Pignatelli in compagnia di una
promotore di lettura e cultura. Come sia potuto succedere
foltissima platea di oltre cinquanta bambini attenti e
questa piccola rivoluzione copernicana è presto detto: si
curiosi di conoscere l’avventura della realizzazione
chiama “Biblioasino, libri in prestito a passo d’asino”, ed
di questo sogno.
è un progetto avviato nel 2010 da Lucia in compagnia
Dopo avere letto insieme alcune pagine del libro, c’è
del suo asino Serafino (www.biblioasino.blogspot.com).
stata la possibilità di dare sfogo alla creatività con il
Da allora hanno fatto tanta strada insieme, coi libri
laboratorio “Costruiamo l’asino marionetta”, durante
caricati sulla groppa del ciuchino; sono stati invitati in
il quale tutti i bambini hanno realizzato un asinello di
molte scuole e hanno incontrato centinaia di bambini
carta, stoffa e fili di lana colorati da portare a casa,
che hanno potuto prendere in prestito testi, riviste, film
come ricordo di questo incontro speciale. Infine,
e musica da questa speciale biblioteca ambulante, Dalla favola alla realtà: iIniziativa Biblioasino
sono apparsi nel piazzale accanto alla biblioteca
particolarmente morbida e affettuosa.
i nostri asini Natalino e Neve, attrezzati di basti e
E come per magia, dopo tanto tempo passato a trasportare documenti ceste cariche di libri per una dimostrazione pratica di Biblioasino. E a questo
e volumi, sono finiti essi stessi tra le pagine di un libro intitolato “L’asino punto è successa la magia: tra una carezza e un libro di Roald Dahl, tra un
che legge”, appunto, un libro per bambini raccontato dalle parole di Anna sorriso e una filastrocca di Gianni Rodari, tra un albo illustrato e un abbraccio
Lavatelli e dalle bellissime illustrazioni di Maurizia Rubino.
peloso si è creata quell’atmosfera di felice stupore che accomuna l’asino e i
“L’asino che legge” è un omaggio a questo modo eccentrico di concepire il libri.
servizio bibliotecario, ma soprattutto è un invito a esercitare la fantasia e a E così anche Mezzago ha i suoi asini bibliotecari, pronti a portare la biblioteca
cercare soluzioni creative: “Nella biblioteca di Lucia non entra mai nessuno, in giro per il mondo: qualcosa ci dice che è l’inizio di un’altra avventura.
perché per i bambini è troppo pericoloso attraversare da soli le strade caotiche
Massimo Pini e Erica Brioschi
IL PEDIBUS TORNA A RAGLIARE
Gli asini della city farm SBA-Raglio tornano ad
accompagnare i bambini a scuola
Mezzago, 31 ottobre 2014. In una fredda
mattinata dello scorso dicembre, al capolinea
del Pedibus si presentarono due asini. Dopo
qualche attimo di stupore, ai bambini in procinto
di andare a scuola bastarono qualche carezza
per familiarizzare con i quadrupedi dalle
orecchie lunghe e partire insieme. Il Pedibus si
arricchiva così di due preziosi collaboratori,
gli asini Natalino e Neve, che per tutto l’anno
scolastico 2013-14, con gli zaini sulla groppa,
hanno accompagnato tra i banchi i bambini
delle sei linee di Pedibus che da ogni angolo del
paese giungono a scuola. Ebbene, l’originale
sperimentazione
denominata
“Compagni
di b(r)anco in cammino”, da quest’anno è
diventata un appuntamento fisso. Dallo scorso
22 ottobre, ogni mercoledì mattina Natalino e
Neve saranno a disposizione dei bambini in
cambio di un po’ di coccole e qualche carota.
L’iniziativa frutto della collaborazione tra i
volontari del Pedibus coordinati da Maddalena
Villa, l’Amministrazione comunale, la Pro Loco
e la city farm SBA-Raglio (dell’associazione
Passo Trotto Galoppo) ha l’obiettivo di sostenere
la partecipazione al Pedibus e promuovere
l’andare a piedi come scelta ecologica, salutare
e prosociale. Ma ci sono altri aspetti, non meno
importanti, che scaturiscono dall’incontro tra
asini e bambini. Maddalena ne sottolinea alcuni:
"Iniziare la giornata in compagnia degli asinelli
aiuta grandi e piccini a partire col piede giusto.
Grazie a Natalino e Neve i bambini arrivano a
scuola pimpanti e sorridenti, il modo migliore per
affrontare la giornata".
Per questo siamo felici di averli ancora con noi.
Erica Brioschi e Maddalena Villa
Pedibus con "Natalino e Neve"
a.s.d. Passo Trotto Galoppo
Sede legale: via Concordia, 11 - 20883
Mezzago (MB) tel: 328 9132535
[email protected]
www.sbaraglio.blogspot.it
www.facebook.com/sbaragliomezzago
"ARTE RAGLIO" IN MOSTRA
In biblioteca opere creative nate tra il bosco e la stalla
Surrealismo, pop art, avanguardie e arte concettuale:
tutte categorie che avrete già sentito. A Mezzago però
questa estate, durante un centro estivo frequentato da
bambini tra i 6 e i 12 anni, è nato un nuovo movimento
artistico che va sotto il nome di “Arte raglio”, o
almeno così sembra sia stato definito dai suoi giovani
inventori. Probabilmente non verrà riportato nei
manuali di storia dell’arte ma sicuramente rimarrà
parte indelebile della storia formativa dei piccoli
“artisti” che hanno passato l’estate alla fattoria SBARaglio, tra escursioni a dorso d’asino e laboratori
creativi. Qui, infatti, circa cinquanta bambini hanno
vissuto intere giornate nei boschi del Parco del Rio
Vallone ad ascoltare la natura, arrampicarsi sugli
Laboratorio Arte Raglio
alberi, giocare sull’erba scalzi. Tutte queste
esperienze hanno liberato l’espressività che ha
poi trovato spazio nei laboratori proposti da Erica
Brioschi, educatrice dello SBA-Raglio e studentessa
di Terapeutica Artistica presso l’Accademia di
Belle Arti di Brera. Queste esperienze creative,
nate tra i boschi e la stalla, sono diventate una
mostra vera e propria, “Arte raglio”, presso lo
spazio espositivo della biblioteca da sabato 15
novembre a sabato 6 dicembre. I visitatori sono
stati accompagnati da guide speciali, nientemeno
che le bambine e i bambini protagonisti e autori
delle opere d’arte.
Massimo Pini
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Romanzo a puntate di ROSA BAVETTA
ALL’OMBRA DEL GATTOPARDO
XIIIª puntata
La leggenda aveva spalancato finalmente le sue porte per farmi entrare in
una grande luce dove, all’improvviso, non ero più sola. C’erano un paio di
occhi azzurri a guardarmi e due grosse mani che mi tenevano stretta, come
incollata col mastice, per non permettere a niente e a nessuno di staccarmi.
Quanto tempo era passato dal primo incontro con Gerry? Poco, davvero
poco, ma se l’amore è leggenda e la leggenda fantasia, a quel punto un
castello era già sorto nella mia testa. Tutto in gran segreto e di nascosto, io e
Gerry avevamo preso ad incontrarci. Quel vedersi strategico nella sacrestia
deserta della chiesa all’ora in cui le comari facevano il rosario, era diventato
il nostro castello dove, dall’alto, buttavamo l’occhio sul nostro vecchio mondo
in cui niente, invece, era diverso dal solito.
Laggiù l’amore scarseggiava al limite della carestia, tra sofferenze varie,
fatica e sottile indifferenza. Le mogli piangevano quando i mariti vociavano,
e di sicuro non parlavano mai con loro di come si sentivano, stanche e
depresse, anche se poi andavano a braccetto a funerali, matrimoni, battesimi,
comunioni, cresime e visite ai parenti. Le picciotte zite sparlavano la suocera
pillica quanto mai, per aver ricevuto in regalo una goliera scadente al
fidanzamento ufficiale, o facevano il conto di quante toccate riuscivano a
farsi col fidanzato durante le serate nella penombra davanti al televisore,
mentre le sentinelle genitoriali erano distratte dalle scene coinvolgenti
di Poldark. Meglio andavano le vedove, legittimate dal sacro vincolo del
matrimonio e quindi, per certi versi, libere di fare, amore o non amore.
Leggiadre sottane di donnette lascive e viziose svolazzavano sotto i nostri
occhi e si potevano individuare una ad una, secondo il lessico maschile che le
classificava: disonorate, fuiute, vedove, buttane, zitelle e cornute. E tra queste,
qualche storia forte di abusi taciuti anche in famiglia. L’unica comprensione
sembrava concessa alle cornute, senza colpa perché l’uomo è cacciatore.
Ma il benservito spettava anche ai mariti. Uomini di tutti i tipi, tra cui anche
i cornuti, ma di costoro, com’era logico, si parlava meno. Si menzionavano
appena quelli di tipo minchione, malato o coperchio. Donna Concettina ne
aveva uno del genere che rientrava in più categorie: minchione e coperchio.
Scarso di cervello, ma sempre con la zappa in mano. Mentre lui combatteva
a spietrare la vigna e a scotolare ulivi, lei scalpitava nell’ambulatorio del
medico condotto, scapolo ambito da schette e maritate. Stessa sorte per
donna Titina dal marito coperchio e malato, uomo ricco ma paralitico,
sposato per aggiustare delle faccende giovanili altrimenti imperdonabili. Nel
tempo, però, l’uomo si era rivelato più pillico d’una suocera, allora Titina
era ritornata alle vecchie abitudini lascive con personaggi forestieri generosi
e compiacenti, nella speranza di diventare ricca una volta morto il marito,
come delle volte era sembrato. Invece il paralitico resisteva inchiodato alla
sua carrozzella, per morire avrebbe dovuto ucciderlo con le sue mani e lei,
malgrado tutto, non se la sentiva.
E sempre laggiù si snodava sinuoso il Belice nella sua calma ingannevole.
L’antico Hipsa che con la sua acqua, grazia per le terre e disgrazia per
qualcuno che guadandolo a cavallo ci aveva rimesso la pelle, era ormai un
letto prosciugato con qualche chiazza umida qua e là. Intorno i paesi distrutti
e quelli ricostruiti con insoliti alloggiamenti, le baracche. Negli anni si era
cercato di renderle più sicure eliminando i pavimenti di legno e linoleum
gonfi di muffa e pieni di buchi, si erano create stanze con divisori di legno
compensato, verande, tettoie, pensiline colorate e garage. Quasi ogni giorno
c’era qualcuno che “sperciava” porte e finestrelle sul retro, e s’allargava
impossessandosi di un pezzo di marciapiede o di strada. Potevamo vedere
anche i giardini, tanti piccoli orti recintati con rete metallica, e persino quello
della mia baracca dove la mia vecchia si era data alla botanica. Nel suo
ritaglio costellato di bidoni di latta e fusti di plastica tagliati a metà pieni di
terra, accarezzava i suoi fiori, salutava il rampicante e spuntava con le dita
petrosino e basilicò per chissà quale minestra. Unica sua compagnia una
palma ormai più alta della baracca, cresciuta per sbaglio in una vecchia
tinozza dove aveva creduto di seminare semenza di giummara, con la
speranza di farne delle scope per ripulire quel ritaglio d’asfalto davanti
casa, sempre fiorito di merda di cane, cartacce, campane di gesso e terra
di campagna. Guardavamo tutto ciò io e Gerry, e io cercavo di spiegargli le
cose che si era perso durante la sua permanenza a Chicago. La stranezza era
come tutto mi apparisse più umano, come soffuso da una serena indulgenza
che partiva dal cuore, ora che finalmente riuscivo a prendere la giusta
distanza dalle cose. Faceva tutto meno male, e quasi avrei voluto fare subito
una corsa insieme a Gerry, scendere in fretta le scale del castello e portarlo
con me come nella macchina del tempo. Nel passato in cui bambina avevo
cominciato ad amare la mia scatola di latta, tutta sfavillante d’argento nei
giorni di pioggia e nel sole, lontana dal pensiero che un giorno si sarebbe
stinta come un paio di jeans in varechina, e nel presente, al cospetto di
don Carlo e donna Annina, tanto amareggiati dal fatto che grandi cervelli,
pensatori e politici ci avessero fatto credere ai containers come a una
sistemazione provvisoria, mentre invece eravamo ancora lì, come sarde nelle
buatte. Avrei voluto fargli vedere da vicino la mia stanzetta, i poster attaccati
alla formica liscia delle pareti, i libri di scuola, i diari, le bambole di pezza, e
le cassette delle mie canzoni preferite col mangianastri avuto in regalo dalla
madrina per la cresima.
- Ti piace De André? Baglioni?- Se venissi a casa tua?- E a mio padre chi glielo dice?- A tuo padre ci penso io!-
In anteprima il nuovo libro di ROBERTA BRIOSCHI
"HO FATTO TARDI… TI STAVO ASPETTANDO"
"Un romanzo a due LATI, la stessa storia vista da due punti di vista opposti"
Un rapporto di profondo amore
lega madre e figlio che, come
sempre, diventa difficile da gestire
quando i ragazzi diventano grandi.
Un adolescente come tanti esce di
casa un mattino dopo l’ennesima
litigata con la madre e decide di non rientrare a casa dopo la scuola.
La giornata (giusto questo tempo dura il racconto) si svolgerà tra ricordi,
rimorsi e incontri, uno strano personaggio costringerà il ragazzo a pensare
spesso agli anni passati e a casa. Il risultato è la presa di coscienza della
propria momentanea difficoltà di gestire i rapporti con la madre ma anche
la necessità impellente di tornare da lei. Nel romanzo il ragazzo parlando
della genitrice non la chiama mai mamma ma solo genericamente “lei”
12
proprio a sottolineare il momento di freddezza e di astio. Torna a chiamarla
mamma solo alla fine di questo viaggio e della presa di coscienza, al suo
rientro a casa. La stessa giornata è vissuta dalla madre che, visto il ritardo
del figlio, comincia ovviamente a preoccuparsi. Anche per lei tante occasioni
per riflettere sull’attuale situazione famigliare e arrivare alla conclusione che
l’importante è riavere a casa il figlio e con lui intraprendere un percorso di
avvicinamento e comprensione reciproca. Anche in questo caso la madre
non chiama mai il figlio per nome ma solo “lui” fino alla scena finale nella
quale si lascia andare alla commozione e alla tenerezza. Un romanzo a
due LATI, la stessa storia vista da due punti di vista opposti, ripercorribile nel
tempo e nelle situazioni che ne scaturiscono ma non nelle emozioni e nelle
suggestioni vissute dai due protagonisti.
AA
Un angolo di mondo
Se volete pubblicare il vostro viaggio, descrivere il vostro “angolo di mondo”, inviate il vostro racconto a
[email protected], lo aspettiamo…
In questo numero vi presentiamo Lione, la ricca città francese vicina a St. Pierre de Chandieu, la cittadina gemellata con Mezzago. Ve la descrive Tommaso,
che ci ha vissuto per il Progetto Erasmus
“Lione è come una scatola di cioccolatini, non sai mai quello che ti capita”,
direbbe Forrest Gump, se si trovasse seduto su una panchina di questa
città del sud della Francia; e avrebbe ragione, perché la ville lumière è
davvero un crogiolo di piccole e grandi meraviglie pronte a conquistare in
ogni momento della giornata i suoi abitanti e i suoi numerosi turisti. Lione
stuzzica, attira, coinvolge, trascina, sorprende, vizia. A rimanere impressa
nella memoria, una volta tornati a casa, non sono tanto questo o quel
L'Opera
La collina di Fourvière
monumento, quanto più l’atmosfera, quell’immaginario che si viene a creare
in seguito al processo di scoperta a cui è sottoposto continuamente ognuno
dei cinque sensi del suo spettatore. Il suo fascino lo deve innanzitutto alla sua
particolare conformazione: la città è, infatti, solcata da due fiumi, il Rodano
e la Saona, che confluiscono formando una curiosa Y, che divide in tre parti
distinte la città, e circondata a nord e a ovest da due imponenti colline,
Fourvière e la Croix Rousse. Questa varietà produce un continuo e piacevole
senso di smarrimento. Proprio queste due dolci pendenze hanno ricoperto un
ruolo storico nello sviluppo della città; innanzitutto perché la prima ne ospitò
la nascita, in epoca romana, mentre la seconda accolse i numerosi tessitori
di seta, la cui maestria, a partire dall’età rinascimentale, fu la principale
ragione di crescita e arricchimento della città. Ora la prima ospita un teatro
galloromano e una cattedrale che domina sulla città, mentre l’altra un attivo
quartiere di ex manifatturieri, che da popolare fulcro della resistenza rischia
di diventare un po’ troppo snob; i colpi d’occhio da queste pendici e dalle
loro viuzze mostrano l’intera Lione e non si fa fatica a vedere il Monte
Bianco. Giù troviamo la vecchia Lione e i suoi vicoli, un’altra meravigliosa
ricordo. Si arriva quindi alla penisola, nella quale troviamo le piazze e i
viali più conosciuti, tra le quali place Terreaux e place Bellecour, due piazze,
soprattutto la seconda, di dimensioni gigantesche; place Bellecour ospita
manifestazioni di ogni tipo e un’enorme ruota panoramica. Il cinema è nato
a Lione, grazie ai fratelli Lumières, due fotografi, che dopo anni di ricerche
fecero questa eccezionale invenzione e la consegnarono all’umanità. La città
dedica loro un museo intero e ospita annualmente un festival del Cinema,
dove ogni anno viene assegnato un premio alla carriera, che quest’anno è
andato al regista Tarantino, premiato in una serata omaggio che si tiene a
chiusura del Festival. Il gusto è appagato dai numerosi ristoranti e bouchons,
che, continuando la grande tradizione culinaria lionese, fanno della città
una capitale gastronomica di livello internazionale. Il più famoso tra gli chef
locali è sicuramente Paul Bocuse, che ha aperto quattro ristoranti qui, in
Piazza Bellecour
Panorama da Fourvière
cattedrale e un viavai continuo di gente, dove i francesi si mischiano ai turisti
ed è un fiume di accenti e lingue diverse. I ponti sono molti e molto vari tra
loro. Dalla loro visuale i due fiumi offrono sempre scorci adatti per la foto
corrispondenza di ogni punto cardinale della città, e che dà il nome alle
Halles, un mercato coperto che oltre alla vendita offre anche degustazioni e
aperitivi. Ma Lione è anche una città musicale, una città dell’udito, perché
la musica qui è dappertutto: dalle jam sessions improvvisate sul lungofiume,
ai ragazzi di colore che “rappano” dietro l’Opera e dall’Auditorium, dove
vengono suonati concerti classici, all’Opera. Negli ultimi anni, inoltre, Lione
si sta facendo conoscere nel mondo anche per i numerosi deejay cresciuti da
queste parti, che hanno dato vita ad una scena musicale molto attiva, quasi
al livello di Londra e Berlino. La città ospita, infine, la cosiddetta Festa delle
Luci, che per tre giorni a partire dall’8 dicembre di ogni anno, invade le vie
di Lione con giochi di luce, proiezione d’immagini contro le facciate degli
edifici e numerose produzione artistiche. Lione è, dunque, una città attiva e
dinamica, operosa e artistica. Elegante e proporzionata, a misura d’uomo.
Una città che ricorda il passato, ma punta forte sul futuro.
Tommaso Aquili
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MAGGIO MEZZAGHESE
SAGRA
DEG LI
ASPARAGI
Dal 25 Aprile al 23 Maggio 2014
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ALBUM FOTOGRAFICO
Studio Giudicianni & Biffi
"Pranzo dei Sindaci" Presentazione alla stampa della Sagra
Preparazione pranzo dei Sindaci
Palazzo Archinti: Nuova dislocazione del bar esterno
Asparalonga
Asparalonga
Asparalonga
Crono Mountain Bike
Crono Mountain Bike
Crono Mountain Bike
Gruppo Operatori Shiatsu
Sala civica: Corso di Medicina Cinese
Palazzo Archinti Sala Mansarda: Torneo Scacchi 9ª edizione
Palazzo Archinti Sala Mansarda: Torneo Scacchi 9ª edizione
Palazzo Archinti Sala Mansarda: Torneo Scacchi 9ª edizione
Palazzo Archinti Sala Mansarda: Premiazione Torneo Scacchi
Coop. Asparagicoltori : Vendita Asparago Rosa
Volontari Mezzago: Vendita ricami
Palazzo Archinti: Pelatura degli Aspragi Rosa
BLOOM: Il Sindaco Giorgio Monti presenta il libro di Robecchi
Il libro "Questa non è una canzone d'amore" l'autore Robecchi
Bocciofila Ponte: 41ª Trofeo degli Asparagi
Bocciofila Ponte: Ristoro
Paolo Proserpio squadra Bocciofila Ponte Mezzago campione
italiano 2014 di coppia con Gian Luca Menghini
Bocciofila Ponte: Premiazione 41ª Trofeo degli Asparagi
Sala Civica: Presentazione Mostra "Materie"
Sala Civica: Presentazione Mostra "Materie"
"Zancle" performance musicale
SPAVENTAMAGGIO : Ultima edizione
SPAVENTAMAGGIO : Corteo funebre
SPAVENTAMAGGIO : Corteo funebre
SPAVENTAMAGGIO : Banda "Senza Fià" dei ragazzi di
Mezzago
SPAVENTAMAGGIO : Bancarelle
SPAVENTAMAGGIO : Bancarella scouts
SPAVENTAMAGGIO : Bancarelle
SPAVENTAMAGGIO : Artisti di strada
SPAVENTAMAGGIO : Artisti di strada
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L'angolo della cucina
POLPETTE
DI TONNO
Ingredienti (per quattro persone)
Per la salsa di pomodoro:
olio d’oliva, 1 piccola cipolla pelata e tritata,
4 spicchi d’aglio pelati e tagliati a fettine,
un cucchiaino di origano secco,
800g di pomodoro, sale marino e pepe appena
macinato, aceto di vino rosso, una manciata di
foglie di prezzemolo.
Per le polpette:
400 g di tonno fresco, olio d’oliva,
55 g di pinoli, un cucchiaino raso di cannella in
polvere, sale marino e pepe appena macinato,
un cucchiaino di origano secco, una manciata
di foglie di prezzemolo,
100 g di pangrattato,
55 g di parmigiano grattugiato,
2 uova, succo e buccia gratuggiata di un limone.
PREPARAZIONE
Preparate una normale salsa di pomodoro.
Per le polpette: mentre si cuoce la salsa, tagliare il tonno a dadini
e mettere sul fuoco un’altra padella con due cucchiaini d’olio.
Aggiungere il tonno insieme ai pinoli, alla cannella e un po’ di
sale e pepe. Friggere per qualche minuto fino a far dorare i pinoli
e i dadini di tonno su tutti i lati. Togliere dal fuoco e versare in una
ciotola, lasciando raffreddare il tutto per 5 minuti.
Aggiungere l’origano, il prezzemolo, il pangrattato, il parmigiano,
le uova, la buccia grattugiata e il succo del limone.
Sminuzzate e mescolate il tutto finchè si ottiene un impasto
omogeneo. Fate delle polpette grandi poco meno di una pallina da
golf e riponetele su un piatto unto, da mettere in frigorifero per circa
un’ora per farle riposare. Rimettete sul fuoco la padella usata per
friggere il tonno e aggiungere dell’olio. Versare le polpette e farle
dorare su tutta la superficie. Una volta cotte, potete condirle con la
salsa di pomodoro e disporle nei piatti, guarnite con una manciata
di prezzemolo.
MINESTRA DI
SEDANO RAPA
Ingredienti (per quattro persone)
900 gg di sedano rapa sbucciato e tagliato a
pezzi, qualche foglia di sedano,
1 litro di brodo vegetale,
1 chcchiaio + 220 ml di olio extravergine di
oliva,
1 cipolla, 2 cucchiai di panna, sale, pepe.
PREPARAZIONE
Fate cuocere per qualche minuto in acqua bollente le foglie del
sedano.
Sciacquatele in acqua fredda eliminando l’acqua in eccesso, quindi
conditele con 200 ml di olio d’oliva, sale e pepe.
Fate rosolare la cipolla tritata fine.
Aggiungete i sedano rapa tagliato a pezzi, le sue foglie, il brodo
vegetale e lasciate sobbolirre per 15-20 minuti.
Quindi frullate il tutto con la panna da cucina, il pepe e il sale.
Condite con l’olio di sedano e servite ancora calda.
(segue dalla prima pagina)
funzione che gli è stata assegnata.. finché quella funzione è ritenuta indispensabile. Negli apparati tecnici, che sono tanto le fabbriche, quanto gli uffici,
la scuola, gli ospedali, che hanno in vista solo le “funzioni” e non le “persone” con le loro identità, inclinazioni, vocazioni e aspirazioni, le persone che
non si attagliano perfettamente con efficienza e produttività alle funzioni per le quali sono previste (funzioni che vengono sempre modificate o soppresse in
base alle esigenze della razionalità del mercato) vengono dimesse, ricollocate o sottodimensionate. E siccome l’esclusione dagli apparati tecnici equivale a
un’esclusione sociale, è ovvio che le persone finiscono col (cercare e) trovare la propria identità nel ruolo che stanno svolgendo, dove un riconoscimento
rafforza la loro identità, così come un ridimensionamento la indebolisce. Così la “libertà personale”, nell’età della tecnica si è ridotta a una “libertà di ruolo”.
Nell’età della tecnica il ruolo è la condizione della formazione dell’identità della persona. Crediamo di essere più liberi dei nostri predecessori che vivevano
nell’età umanistica, invece siamo, a nostra insaputa e con la nostra adesione, in una condizione dove la nostra identità ci viene concessa dal ruolo che
l’apparato tecnico d’appartenenza ci assegna. Come scriveva il filosofo Gunter Anders:”La vera domanda non è cosa possiamo fare noi con la tecnica,
ma che cosa la tecnica può fare di noi”.. Fin qui Galimberti.. A questo punto si affollano le considerazioni: “Sarà proprio vero? ci abbiamo mai pensato?”,
immagino che siano le prime che si affacciano alla nostra mente, ma poi: ”In fondo, perché io non devo essere orgoglioso di un mio ruolo in un apparato?”,
e di seguito:”Va bene.. ma in un apparato hai possibilità di scelta? Da che parte devi stare?”, soprattutto se quell’apparato ti può espellere da un momento
all’altro, proprio di questi tempi. E inoltre.. “Se di questi tempi molti apparati si dissolvono come nuvole di fumo, io ho mai pensato alla mia identità vera, alla
sua solidità o fragilità e ho mai provato a immaginarla proiettata nel futuro, a “lavorare” per costruirla più vera e autentica?”..Ecco: forse in periodi di crisi
come questo siamo portati a interrogarci, a farci domande e a cercare risposte. Nel negativo dell’oggi forse si intravvede e si può intraprendere un cammino
che ci porterà, individualmente e collettivamente, a un futuro migliore, anche attraverso mille difficoltà.
AA
Direttore responsabile
Antonio Colombo
Capo redattore
Alberto Aquili
Registrazione al Tribunale di Monza
N°1805 del 23/05/2005
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Consulente informatico
Nick Radaelli
Fotografie
Erica Brioschi
Giudicianni&Biffi
Massimo Pini
Patrizia Giudicianni
Riccardo Bacchiocchi
Valentina Balice
Veronica Cattaneo
Progetto grafico e Stampa
Tipolitografia Riva Villasanta
Hanno collaborato
Alberto Baldrighi, Alberto Iannucci, Claudio Dozio, Daria Antonietti, Erica Crespi,
Enrico Giudicianni, Giorgio Monti, Giulia Fumagalli, Giuseppe Solcia, Marta
Carzaniga, Maddalena Villa, Mariangela Villa, Massimo Pini, Michele Bonanomi,
Rosa Bavetta, Tommaso Aquili , Valentina Balice, Veroniva Cattaneo, Gianfranca
Bignami e gli alunni della scuola elementare, Raimondo Sanna e i Mezzaghini.