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100
ANNI DALLA GRANDE GUERRA
1914-1915 | 2014-2015
UNA GITA INDIMENTICABILE PER RICORDARE
I “CENT’ANNI DALLA GRANDE GUERRA”
Intellettuali
alla Guerra
E’ cominciato con il botto il programma “Cent’anni dalla Grande Guerra”, la serie
di appuntamenti che vede quattro associazioni promotrici dell’evento, il Consorzio Pro
Loco del Basso Veronese, l’associazione “Il Basso Adige” di Legnago, “Terra Nostra” di
Minerbe e “Lettori ABC” di Legnago, impegnate per un anno intero con 12 appuntamenti
per ricordare il Primo Conflitto
mondiale. E la prima uscita, una
gita in terra veronese per visitare
i luoghi della guerra sulle nostre
montagne, è stato un grande
successo.
A partecipare ben 62 persone
e, al pullman si sono aggiunte
anche alcune macchine per
far parte delle comitiva che
domenica 7 settembre da viale
dei Tigli a Legnago, alle 7.30 è
partita alla volta di Fumane per
visitare prima la Pieve di Cavalo
quindi le trincee di Passo Rocca Pia. Dopo il pranzo in agriturismo a Fosse di Sant’Anna
d’Alfaedo, è seguita la visita a Forte Monte con una vista mozzafiato sulla val d’Adige.
Complice anche il tempo, prima alquanto nuvoloso e via via sempre più bello, la prima
visita è stata alla pieve di Cavalo. La vecchia chiesa di Cavalo, sostituita dall’attuale chiesa
parrocchiale, risale probabilmente alla fine del 1200 ma con sostanziali rifacimenti tra il
’400 e il ’600, e un allargamento nel 1700. (continua a pagina 2)
Siamo abituati sin dai tempi della Guerra Fredda agli intellettuali “firmaioli”,
quelli che sottoscrivono tutti manifesti
possibili per le cause più disparate, soprattutto se hanno a che fare con la pace. Potrà
quindi suscitare un certo stupore che cento
anni fa, allo scoppio della Prima Guerra
Mondiale, molti degli autori che studiamo
nelle antologie scolastiche e degli artisti
che troviamo sui libri di arte furono decisamente, apertamente, direi entusiasticamente favorevoli, al punto di arruolarsi
come volontari e dimostrare coi fatti che le
loro non erano solo smargiassate.
Naturalmente, non tutti scesero in campo
spinti dalle medesime ragioni, ma possiamo
affermare che su di loro influirono le correnti irrazionaliste di fine Ottocento. Se ci fu
chi vide la guerra all’Austria come il complemento delle battaglie risorgimentali, e
chi sperò che da un immane conflitto potesse nascere una società più giusta, almeno che
si incrinasse il ferreo dominio della borghesia
e del Capitale,
(continua a pagina 3)
di Francesco Occhi
di Alberto Costantini
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Anno XXXVI - n. 9 - Settembre 2014
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periodico indipendente
UNA GITA INDIMENTICABILE PER RICORDARE I “CENT’ANNI DALLA GRANDE GUERRA”
(segue da pag. 1)
Il campanile, in calcare bianco, è rimasto in stile romanico.
È costruita con i tipici “conci” in pietra di Prun, così come il
campanile, che presenta un doppio ordine di bifore. All’interno
decorazioni pittoriche settecentesche e un’interessante lapide votiva
romana con dedica alla dea Lualda.
Terminata la visita guidata alla chiesa, il gruppo si è poi trasferito
in un posto ricco di fascino e di suggestione come le trincee di Passo
Rocca Pia, poco sotto il Corno d’Aquilio, inserite in un contesto
unico e magico con una veduta mozzafiato sulla Val d’Adige e
con un grande colpo d’occhio sia nel trentino (Ala e Avio), sia nel
veronese e dove un tempo vi era il cippo che divideva il territorio
austriaco da quello italiano.
Un percorso questo, conosciuto anche in tempi molto antichi dai
contrabbandieri che permetteva dal passo Rocca Pia, (1248 metri
s.l.m.), di giungere fino a Borghetto, in Val Lagarina, verso il passo
di Pealdetta passando sul lato ovest dei Corno d’Aquilio.
Dopo il pranzo, il gruppo si è quindi spostato a Forte Monte Il Forte
di Monte chiamato anche Forte Mollinary, è una fortezza edificata
dagli austriaci tra il 1849 e il
1852. Si trova a picco sulla
Valle dell’Adige nella frazione
di Monte nel comune di
Sant’Ambrogio di Valpolicella.
Dismesso, in seguito anche
ad una esplosione che lo ha
fortemente mutilato, versa ora
in stato di abbandono. Il forte
venne edificato tra il 1894 e
il 1852 allo scopo di proteggere il confine austriaco, in particolare
nella zona strategica della stretta dell’Adige dove passano la strada
del Brennero e la ferrovia. Allo
scopo, insieme al forte Monte,
erano stati edificati anche il forte
Wohlgemuth a Rivoli Veronese e il
forte Hlawaty a Ceraino (frazione
di Dolcè).
Il panorama che si è aperto al
gruppo degli escursionisti è stato
indescrivibile, un’altra occasione
per conoscere e scoprire la nostra terra, bellissima e da visitare.
Alla gita, che ha aperto le celebrazioni dei 100 anni recentemente
presentate in Provincia in Sala Rossa, alla presenza dell’assessore
provinciale Marco Ambrosini, c’erano i presidenti del Consorzio Pro
Loco del Basso Veronese Teresa Meggiolaro, del nostro “Il Basso
Adige” Gianni Galetto, di “Terra Nostra” Ornella Princivalle e di
Renata Nalin dei “Lettori ABC”.
Per tutti i presenti è stato un vero successo grazie anche alla guida
illuminata di Augusto Garau che ha descritto per filo e per segno
i luoghi e le strutture militari, e ai brani letti con grande trasporto
proprio sul cippo di Passo Rocca Pia, dai Lettori ABC Legnago che
hanno ricordato gli anni della Grande Guerra con letture scelte.
Un’esperienza da rifare senza dubbio e che ha visto partire con
il piede giusto le rievocazioni storiche legate al Primo Conflitto
Mondiale.
Il prossimo appuntamento è fissato per sabato 11 ottobre dalle
10.45 alle 12.35 aperto a tutti nell’aula magna del Liceo Cotta
a Porto di Legnago per incontrare lo scrittore Marco Buticchi,
vincitore del Premio Salgari e finalista al premio Bancarella, che
presenterà il suo romanzo “L’Anello dei Re” ambientato nella Prima
Guerra Mondiale; alle ore 17.30 Buticchi poi sarà presso la libreria
Ferrarin Mondadori di Legnago per parlare dei suoi libri.
Un patrimonio artistico-culturale da valorizzare
e da fare conoscere: le Fortificazioni d’Europa
35 percorsi di visita e di studio da Amburgo, Germania, all’Adriatico, a cura di ForteCultura
Ci troviamo spesso in città fortificate, a Verona
ed all’estero, ma mai si prestiamo la dovuta attenzione attenzione alle fortificazioni presenti, sia
perché non se ne conosce l’esistenza, sia perché
le stesse non sono curate, agibili e segnalate. Se,
poi, si abita in una città fortificata, come Verona,
per semplice esempio, si è talmente abituati a
vedere murature e bastioni,
anche millenari, che la mente
non ci invita a soffermarci
sulla loro entità, sulla loro
portata storica, sulla loro bellezza. Tali fortificazioni non
sono certamente segno d’un
passato di pace, ma sono
segno dei tempi, di incapacità
di vedere la guerra, per l’esclusivo interesse di alcuni, come vero macello
di uomini, mentre ora, con l’arte e gli stili, che
gli stessi esprimono, sono monito a comprensione ed a buone relazioni fra città e Paesi, e, al
tempo, opere imponenti, che meritano cura ed
attenzione, perché eredità straordinaria, che, oltre
ad essere arte, può essere motivo di creazione di
importanti flussi turistici. Un itinerario studiato
e, per il quale, già esiste una mappa dettagliata
a cura di Forte-Cultura e riguardante tutto il
Centro-Europa, partendo da Verona, tocca le
seguenti sedi di fortificazione, tutte meritevoli
d’essere visitate, anche perché talune di esse
ospitano importanti musei: Venezia, Palmano-
va, Komárom (Ungheria), Olomouc (repubblica
Cèca), Nysa (Polonia), Książ (Polonia), Kostrzyn
nad Odrą (Polonia), Königstein (Germania), Kronach (Germania), Kufstein (Austria) e Franzensfeste o Fortezza (Italia). Il tutto è stato annunciato dal vicepresidente provinciale di Verona,
Marco Ambrosini. Segnaliamo, con l’occasione, le importanti fortezze di
Josefov, presso Jaroměř, e
di Terezín, Litoměřice, nella
regione di Ústí nad Labem,
Repubblica Cèca. Terezín fu
portata a termine nel 1790,
sotto il controllo del veronese
architetto militare Clemente
Pellegrini, per ordine di Giuseppe II d’Asburgo, imperatore del Sacro Romano Impero (1741-1790) e
merita d’essere visitata, oltre che per essere stata,
purtroppo, campo di concentramento nazista,
per la sua struttura esterna, molto vicina a quella
delle mura veneziane.
Abbiamo indicato i punti principali europei,
sedi di importanti fortezze, ma, contando bene
quelle di tutta Europa, esse raggiungono il numero di 5000…, permettendo la creazione di non
meno di 35 percorsi… I quali tutti toccano,
ovviamente, Verona, per la sua concentrazione
di mura, erette dall’età romana a quella austriaca, quest’ultima, in opus poligonale, per un
insieme di duemila anni di storia architettonica
– ha sottolineato Helmut Röder, rappresentante
dell’ECCFH - European Cooperation Centre of
Fortified Heritage – parte della quale, dovuta al
grande Michele Sammicheli (1484-1559), che,
con il suo ingegno, ha impresso nuovo stile alle
successive fortificazioni d’Europa. La nostra
città s’aggiudica l’onore ed il compito di collaboratrice costruttiva nella valorizzazione del
grande complesso di tali fortezze, come punto di
azione, di riferimento e di informazione, presso
la Provincia di Verona, uno degli otto partners
europei del progetto Forte-Cultura, [email protected]. Il quale è attivo nella città
del Sammicheli anche per il costante contributo
collaborativo dell’arch. Fiorenzo Meneghelli,
esperto del settore e membro dell’International
Committee on Fortifications and Military Heritage, [email protected].
Per i giorni 8 ottobre, presso il Palazzo della
Gran Guardia, e per il 9 ottobre 2014, presso la
Loggia di Fra Giocondo, Verona, sono previsti
due importanti incontri, appunto, sulle Fortificazioni del Vecchio Continente e, quindi, su quelle
del Veronese, le quali attendono d’essere ripulite,
attentamente curate ed aperte alla visita di possibili, numerosi visitatori, che attraverso il lavoro
del citato ECCFH, imboccheranno la via per le
nostre città murata e provincia, contribuendo,
quindi, indirettamente anche ad un potenziamento significativo dell’economia turistica.
Pierantonio Braggio
periodico indipendente
Anno XXXVI - n. 9 - Settembre 2014
Intellettuali alla Guerra
(segue da pag. 1)
non mancarono quelli che dichiararono apertamente di amare la guerra per
la guerra, senza una ragione particolare,
semplicemente per il suo fascino orrido
e seducente insieme. Già nel suo “Manifesto” del 1909, Marinetti dichiarava di
considerare la guerra come “sola igiene
del mondo”. Va detto, a parziale giustificazione di questa mediocre uscita, che
lui almeno ebbe la coerenza di arruolarsi
volontario, e si fece pure l’altra guerra
mondiale, in Russia. Ma soprattutto, la
sua era un’idea tutt’altro che isolata. Il
giovane genietto della “Voce”, Giovanni
Papini, in un articolo dal significativo
titolo Amiamo la guerra scriveva: “Ci
voleva, alla fine, un caldo bagno di sangue nero dopo tanti umidicci e tiepidumi
di latte materno e di lacrime fraterne. (…)
Siamo troppi. La guerra è una operazione
malthusiana. C’è un di troppo di qua e un
di troppo di là che si premono. La guerra
rimette in pari le partite. Fa il vuoto perché si respiri meglio. Lascia meno bocche
intorno alla stessa tavola. E leva di torno
un’infinità di uomini che vivevano perché
erano nati; che mangiavano per vivere,
che lavoravano per mangiare e maledicevano il lavoro senza il coraggio di rifiutar
la vita.”
Ma la guerra fu anche scoperta di se
stessi, del senso dell’esistenza, del rapporto fraterno e solidale con gli altri uomini,
come nelle poesie di Ungaretti che più o
meno tutti abbiamo studiato alla scuola
media, tipo I fiumi o San Martino del
Carso. Altri intellettuali videro nella guerra l’occasione di un incontro, di un contatto diretto con le classi inferiori, che della
guerra non capiscono nulla, ma che vi
portano la loro forza tranquilla, l’atavica
rassegnazione, la capacità di arrangiarsi.
Pietro Jahier, in un celebre passo del suo
diario di guerra “Con me e con gli alpini”
ne dà una descrizione attraverso una figura emblematica: “Il soldato SOMACAL
Luigi da Castion – recluta dell’84, 3ª
categoria – era stato cretino dalla nascita
e manovale fino alla chiamata. Cretino
vuol dir trascurato da piccolo, denutrito,
inselvatichito. - Manovale vuol dir servo
operaio, mestiere sprezzato. Il suo lavoro consisteva in nulla essere, tutto fare.
Ne porta i segni il corpo presentato alla
visita militare. (…) - Somacal ha offerto
alla patria un fardello di ossa tribolate in
posizione di manovale. Certo, Somacal,
soldato stronco, uomo zimbello, sei il mio
amico. Ho trovato vicino a te l’onore d’Italia. Dico che è in basso l’onore d’Italia,
Somacal Luigi.” In effetti, se l’Italia non
venne travolta dalla guerra come accadrà
nel secondo conflitto mondiale, il merito,
più che a mediocri generali, va attribuito a
questo legame creatosi fra tanti Somacal
Luigi e i loro giovanissimi ufficiali di
complemento.
Ovviamente il caso più noto e pubblicizzato di poeta-guerriero fu quello
di Gabriele D’Annunzio, che già s’era
distinto per bellicismo in occasione della
guerra libica. Nel 1914, si trovava “in esilio” in Francia, a causa di certi debitucci
per i quali in Italia rischiava la galera;
i francesi intuirono subito il potenziale
rappresentato dal Vate per sperare di portare l’opinione pubblica italiana, ancora
prevalentemente neutralista, dalla parte
dell’Intesa. Un ruolo fondamentale in
questo gioco lo rivestì «Il Corriere della
Sera» di Luigi Albertini, che si incaricò
di tacitare i debitori favorendo il ritorno
trionfale di D’Annunzio in patria. Fu
un’orgia di pubblici discorsi e infiammati
articoli carichi della sua alata retorica,
in cui arrivò a incitare i suoi seguaci a
colpire i deputati neutralisti, e soprattutto
l’odiato Giolitti, che ne era il capofila.
Una volta scoppiata la guerra, nonostante
l’età non tenerissima di 52 anni, volle
essere impiegato in prima linea “Io non
sono un letterato dello stampo antico, in
papalina e pantofole” scriveva. “Io sono
un soldato. Ho voluto essere un soldato,
non per stare al caffè o a mensa, ma per
fare semplicemente quel che fanno i soldati. Ho una situazione militare in perfetta
regola. Non soltanto ho la facoltà, ma ho
l’obbligo di combattere”. In realtà, il fine
Esteta decadente non andò mai in trincea,
o almeno non come i soldati normali, tra
il fango e i pidocchi, ma fu comunque un
soldato coraggioso e mise più volte la sua
vita in pericolo: durante un difficile atterraggio, dopo una missione su Zara, si ferì
seriamente a un occhio e dovette rimanere
immobile per evitare la cecità completa.
In quell’occasione, scrisse una delle opere
più affascinanti per il carattere innovativo, il “Notturno”. Il volo su Vienna fu
però l’impresa più nota di D’Annunzio e
anche la più rischiosa: ricordiamo che su
un aereo di allora, di legno e tela, carichi di benzina fino all’inverosimile, ogni
minimo incidente avrebbe significato una
morte certa e orribile. Ma D’Annunzio
tentò anche la via del mare, con la celebre
“beffa di Buccari”. La guerra, e la successiva impresa di Fiume furono l’occasione
per coniare i suoi famosi motti: da un
banale M.A.S. (ossia Motoscafo Armato SVAN) ricavò un “Memento Audere
Semper”, per non parlare di altri passati
al Fascismo come “Eia! Eia! Eia! Alalà!”,
“Me ne frego”, “A noi!”.
Dell’impresa fiumana possiamo ricordare, a titolo di curiosità, certe novità
rivoluzionarie della Carta del Carnaro, la
Costituzione da lui sottoscritta che prevedeva le pensioni di invalidità, il suffragio
universale maschile e femminile, la libertà
di opinione, di religione e di orientamento
sessuale, la depenalizzazione dell’omoses-
3
sualità, dell’uso di droga, il risarcimento
degli errori giudiziari.
Nel dopoguerra, altri intellettuali tornarono con la memoria al periodo della
trincea, e fra i “contro” mi piace ricordare
non solo il celebre “Niente di nuovo sul
fronte occidentale”, di E. Maria Remarque, ma anche Emilio Lussu con “Un
anno sull’altopiano” che offre un’immagine totalmente demistificata della guerra.
Non a caso, da questi romanzi furono tratti due straordinari film: la guerra si trasferiva dalle pagine dei libri e dalle tavole di
Beltrame agli schermi, con tutta la carica
di suggestione della nuova arte.
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comunemente definite “malattie da raffreddamento” che molto spesso vengono trattate con antibiotici che oltre ad
essere attivi sui batteri patogeni
responsabili di malattia, distruggono purtroppo anche
la microflora intestinale benefica. Quello che è importante sapere è che nel 90%
dei casi queste affezioni
sono di origine VIRALE, sia
negli adulti che nei bambini,
quindi il tentativo di curarsi con
antibiotici è del tutto sbagliato.
Fortunatamente però esistono dei prodotti
alternativi di notevole efficacia e selettività
nei confronti dei virus e parassiti e a tutto
ciò aggiungiamo una assoluta mancanza
di tossicità e di controindicazioni.
Il consiglio è mirato, la gamma di formulazioni è vasta e dà la possibilità di guarire in tempi comparabili con quelli della
medicina tradizionale. Una valida alternativa ai classici prodotti per
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danno come effetto collaterale un aumento della
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fluidificazione del muco in eccesso, facilitandone la rimozione. Tutti
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ripristino del fisiologico equilibrio delle vie
respiratorie. Vogliamo inoltre segnalare
che oggi ci sono in commercio degli ap-
Da sinistra: Dott.ssa Ferrante Marzia, Dott.ssa Girardello Caterina, Dott.ssa Tedesco Chiara.
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DO YOU REMEMBER JALISSE?
Nel 1997 a Sanremo una coppia praticamente sconosciuta vinse quella edizione del Festival cantando “Fiumi di parole”. Di questi due
musicisti, Fabio Ricci ed Alessandra Drusian,
si sono perse le tracce, forse al di là dei loro
demeriti che non dovevano essere così manifesti se due mesi dopo arrivarono quarti all’Eurovision Song Contest. In queste settimane i
Jalisse mi sono tornati a mente ogni volta che
alla televisione o sui giornali venivano riportate le dichiarazione di moltissimi politici,
senza distinzione di schieramento o collocazione parlamentare, che dopo una brevissima
e climaticamente infausta pausa ferragostana,
hanno ripreso a martellarci con sciocchezze
e a blaterare assurdità sull’universo mondo.
Il video e la carta stampata riempiti di fiumi
di parole, spesso incongruenti con quanto
affermato solo qualche giorno prima, oppure
profluvi di proposte del tutto senza senso e
ad ogni evidenza prive di qualsiasi copertura
economica e quindi palesemente irrealizzabili.
E pensare che Jalisse dovrebbe significare:
mettiti comodo e ascolta…. Se Sciascia fosse
vivo e si occupasse delle nascoste qualità dei
nostri rappresentanti istituzionali ripenserebbe
le sue celeberrime categorie da “Il giorno della
civetta” sostituendo “uomini, mezzi uomini,
ominicchi, ruffiani e quaquaraqua” con “draghi, dragoncelli e mezze pippe”, dove i draghi,
di nome e di fatto, paiono una razza quasi
in via d’estinzione, i dragoncelli, che se non
altro insaporiscono il piatto spesso indigesto
della politica nostrana, rimangono una ristretta
minoranza, mentre le mezze pippe, saccenti e
inascoltabili, costituiscono una folla sgomitante, presenzialista e priva del senso del ridicolo.
Mario Draghi ha sorpreso tutti attuando una
manovra di politica monetaria particolarmente
incisiva, che se non ha propriamente le stesse
caratteristiche del quantitative easing della
FED lo ricorda molto da vicino. Da un lato ha
portato quasi a zero il tasso di interesse, disincentivando in tal modo le Banche a mantenere
immobilizzate le loro riserve liquide; dall’altro ha annunciato il futuro acquisto di Asset
Backed Securities (ABS) provenienti dal sistema bancario e finanziario europeo. Questo
strumento è a tutti gli effetti un’obbligazione
sandwich, che viene emessa a fronte della cartolarizzazione dei prestiti delle Banche e non
solo, garantita dagli attivi sottostanti. Nella
sostanza, gli Istituti di Credito impacchettano
i loro crediti nei confronti di imprese e privati
e li trasferiscono in un titolo obbligazionario negoziabile e trasferibile, denominato per
l’appunto Asset Backed Security. L’intento di
Draghi è chiarissimo: vuole garantire copiosa
liquidità a buon mercato al sistema finanziario
continentale in modo da aumentare il flusso
di denaro verso le imprese ed i privati e nel
contempo promuove una graduale ma incisiva svalutazione dell’euro per migliorare le
ragioni di scambio nei confronti del resto del
mondo. Affinché l’attuazione di questa manovra abbia successo è stata posta una conditio
imperativa: vanno fatte il prima possibile in
ogni Paese tutta una serie di riforme, economiche e non solo, ad iniziare da quella del
mercato del lavoro. La risposta di gran parte
della politica italiana è stata nell’ordine: no
ad ogni riforma che incida in profondità sullo
status quo, abolizione dell’obbligo di pareggio
di bilancio sottoscritto dall’Italia solo alcuni
anni fa in sede comunitaria, chi se ne frega
del rapporto deficit/PIL e del fiscal compact,
via libera ad ogni rivendicazione di categorie
e corporazioni sindacalizzate, introduzione di
un non meglio definito reddito di cittadinanza,
no ai tagli della Spesa pubblica con l’esclusione di quelli di tipo militare, riduzione di tasse
più o meno generalizzata. Il tutto finanziato
non si sa come, magari aumentando qualche
balzello tipo imposta sul fumo o sui giochi.
Insomma, la distruzione creativa al potere,
con la quasi totale ignoranza delle risorse
necessarie e della posta in gioco. Risultato
prevedibile: rapido e definitivo scasso dei
Conti dello Stato, spread ai livelli di 2 anni fa,
titoli del debito pubblico assimilabili a quelli
argentini, perdita di qualsiasi credibilità in tutti
i consessi internazionali. Se almeno questi
profeti dell’assurdo durassero quanto i Jalisse
eviteremmo di rimpiangere la Prima Repubblica, ma temo che non sarà così.
Andrea Panziera
Anno XXXVI - n. 9 - Settembre 2014
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GLI ITALIANI RESTANO A CASA FINO A 30 ANNI
Mammoni sì, ma
giustificati almeno
in parte.
L’ultimo rapporto sulla coesione
sociale realizzato da
Istat, Inps e Ministero del Lavoro conferma la tendenza
dei giovani italiani
a posticipare il più possibile l’abbandono della
casa dei propri genitori.
Anche se questa volta le loro responsabilità
sono attenuate dal persistere di una situazione
economico-sociale difficile che, in molti casi,
impedisce ai ragazzi di costruirsi una vita indipendente al di fuori delle mura domestiche.
La diminuzione dei salari dei primi impieghi e
l’aumento della disoccupazione negli ultimi anni
hanno spinto molti giovani a restare a fianco di
mamma e papà, rinunciando, per il momento, ai
propri sogni di indipendenza.
Una situazione che, per la prima volta, coinvolge anche i nostri vicini europei, sebbene l’
Italia mantenga, quasi incontrastata, il record
tra i grandi e medi Paesi dell’Unione. I nostri
ragazzi ( maschi) vanno via di casa mediamente
a 30,9 anni, contro i 20,2 degli svedesi e i 24,4
dei francesi.
Tra le ragazze la media si abbassa: la prima
in classifica è sempre la Svezia (19,6) mentre le
italiane se ne vanno nove anni dopo.
Questi dati forniti dall’ Eurostat fanno eco a
quelli del nostro Istat, secondo cui, nel 2012, il
60% dei single italiani
di età compresa tra i 18 e i 34 anni, pari a sette
milioni di giovani, viveva ancora con i genitori.
Una percentuale in crescita di due punti rispetto
al 2011, equivalente a circa 31000 persone.
L’incertezza economica, causa prima del ritardo nel raggiungimento dell’indipendenza, non
si traduce però solo nella mancanza di risorse
necessarie per pagare affitti e mutui.
La paura del domani infatti ha riflessi evidenti
anche sulla psicologia dei giovani e delle loro
famiglie. La scarsa sicurezza in se stessi istigata
dagli allarmismi sul futuro e dall’iper protezione
di genitori ansiosi ha tolto ai ragazzi di oggi la
convinzione di potersela cavare da soli.
A ciò va aggiunto l’insofferenza dei giovani
nei confronti degli impieghi che richiedono di
lavorare fino a tardi o che non sono pienamente
coerenti con il proprio percorso di studio. Un
approccio un po’ snob che qualche decennio
fa non esisteva e che adesso complica notevolmente la ricerca di un posto di lavoro.
I dati Istat confermano la preponderanza dei
mammoni di sesso maschile, che vantano quasi
un milione di rappresentanti in più.
I maschi sono più abituati delle femmine a trovare sempre la pappa pronta e la biancheria lavata. Molti di loro considerano questa condizione
un diritto acquisito senza rendersi conto che si
tratta , al contrario, di una forma di dipendenza.
Spesso la colpa è dei loro genitori che in fondo
non vogliono che i figli se ne vadano di casa.
Con il patrocinio:
Con la collaborazione di:
Tribunale per i Diritti del Malato
e dell’Anziano ONLUS
Associazione
Amici di don WAlter
LEGNAGO - Via XXIV Maggio, 10
Cod. Fisc. 91004740238
Città di Legnago
Venerdì 3
Ottobre 2014
8^ Serata di Beneficenza a
favore della CARITAS
Parrocchia di S.Antonio
Casette di Legnago
ore 20.45
Teatro A. Salieri
LegnAgO
Benedetta Caretta ha partecipato a tutte le
edizioni di “Io Canto” condotto da Gerry Scotti,
risultando vincitrice della seconda edizione. Benedetta
Caretta, denominata “Voce d’angelo” per la sua
voce pulita e soave, è una giovane cantante che
sta riportando successi di grande rilevanza e di
notevole seguito di pubblico. Protagonista del tour
italiano “Io canto la Festa”, ha tenuto moltissimi
concerti in importanti teatri italiani sempre
con grande successo. durante la sua
bella e già lunga esperienza canora, si
è potuta confrontare, duettando con
loro, con artisti del calibro di elisa,
ron, Fausto Leali, raffaella Carrà e altri
come Micheal Bublé, Hayley Westenra,
Katherine Jenkins. di recente è stata
protagonista in “the voice of Italy” la
nota trasmissione di rai Uno, giungendo
in finale. allo scopo di trovare un suo
personale spazio artistico, Benedetta sta
studiando pianoforte e si dedica alla scrittura
di canzoni che sicuramente porterà al
successo. È stata protagonista nella 2a serata
di beneficenza organizzata al “Salieri” l’11
ottobre 2012. Un vero successo!
LA MUSICA ... CIBO DI VITA
Benedetta Caretta
COnCeRTO DI
e LA SUA BIg BAnD
Per aderire alla serata di beneficenza,
occorre munirsi del bigliettoinvito chiamando i seguenti numeri
telefonici: mobile 373 7007070
fissi: 0442 22052 / 0442 28011.
Oppure rivolgendosi alla biglietteria
del teatro “a. Salieri” Legnago (Vr).
La donazione minima
è di 10,00 euro.
regia Musicale
prof. andrea romanini
Conduce
Perversi
dottor Francesco Occhi Luciano
Funzionario commerciale
[email protected]
RPS S.p.A. Riello Power Solutions
RIELLO ELETTRONICA
20032 Cormano (MI) - ITALY - Via Somalia 20
T +39 02 66327303 - F +39 02 66327287
M +39 340 0558820
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Dott. Alessandro
Chieregato
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Via Cavour, 12
Legnago
L’unica nostra consolazione è la consapevolezza che la crisi ha esportato il fenomeno
dei mammoni anche in altri Paesi del Vecchio
Continente. Al primo posto di questa speciale
classifica europea c’è infatti la Croazia, dove i
maschi vanno via di casa a 34 anni. Seguono
Bulgaria, Slovacchia, Malta e Romania.
Ma come si convince un giovane ad abbandonare l’alveo domestico quando le disponibilità
economiche non mancano?
Il ruolo più importante lo svolgono mamma e
papà, che dovrebbero imparare a rendere la vita
dei loro figli meno idilliaca. Un buon trucco è
limitare la loro libertà, facendoli sentire condizionati e non più “ a casa loro”.
Ma anche la fidanzata può essere determinante: può far capire l’importanza dell’indipendenza nella costruzione della vita di coppia.
Può, inoltre, far comprendere che un adulto
economicamente indipendente e con una vita
sentimentale appagante ha il dovere di tagliare
definitivamente il cordone ombelicale con i suoi
genitori.
L’errore più grave, che non si deve commettere, è quello di provare a sostituire il ruolo della
madre. Si rischia di faticare il doppio senza mai
riuscire a raggiungere gli standard di “ mammà”.
Mariapia De Carli
Se volete esprimere il vostro parere su questo
o altri argomenti trattati in precedenza mandatemi una mail a: [email protected]
Anno XXXVI - n. 9 - Settembre 2014
6
periodico indipendente
LIBRI ED ASSIMILATI AL MACERO… : UNA MODESTA PROPOSTA
Scrivo qui di libri, CD, DVD ecc.., dopo
aver seguito sui giornali le cronache circa i
recenti problemi di funzionamento di biblioteche – compresa quella della Fondazione Fioroni di Legnago - mettendole anche
in relazione ad altre cronache precedenti
intorno al rinvenimento in città, a Verona,
di intere collane di libri abbondonati nei
cassonetti della carta straccia. Appurato che
purtroppo dei libri sono finiti e finiscono in
discarica anche da noi in provincia, e considerato che la crisi economico-finanziaria del
nostro Paese sembra lontana dal risolversi,
da appassionata lettrice di libri e spettatrice
di contenuti su supporti magnetici, riterrei si
potessero esperire da parte di tutti, in particolare delle pubbliche autorità, dei convinti
tentativi affinché non vadano sprecati tanti
preziosi ausili. In effetti, capita sempre più
di frequente nella vita di tutti i giorni di sentir ipotizzare, da parte di qualche anziano,
l’eventualità di lasciare, alla sua morte e
talvolta anche prima, una sua - più o meno
grande - aggregazione di libri, DVD, dischi,
riviste ecc., per non dire - in casi più rari
e fortunati - un bene mobile, immobile o
somma di denaro a istituzioni ritenute valide
e meritevoli di essere beneficate - in primis
scuole e università. Sarà però per le poche
leggi semplici, chiare e amichevoli in questo
senso e, più ancora, per l’intrinseca delicatezza attinente tutto - o quasi - ciò che ha a che
fare con la dipartita di noi umani da questo
mondo, ma raramente tali predisposizioni
ad atteggiamenti di liberalità hanno un vero
seguito - a meno che il donante e i suoi cari
non vi si adoperino in modo determinato e
con la costosa assistenza di notai o avvocati.
Insomma, nonostante la penuria di denaro
pubblico noi Italiani continuiamo a essere
sciuponi anche in fatto di libri? Sembra di sì;
e paiono lontani anni luce i tempi – decadi
‘70 e ’80 del secolo scorso – in cui una legislazione ad hoc aveva cercato di ovviare alla
allora cronica mancanza di supporti culturali
adeguati in seno alle nostre famiglie non
solo potenziando le biblioteche di istituto in
ogni scuola primaria e secondaria italiana,
ma teorizzando e perseguendo l’obiettivo
dell’istituzione, all’interno di ogni plesso,
di una pluralità biblioteche di classe - con il
rischio di moltiplicare la spesa così come di
ritrovarsi con troppi doppioni di volumi sotto
lo stesso tetto. Oggi il discorso appare quasi
ribaltato, e di fronte a sentite necessità di
supporti culturali da parte anche di alunni di
origine straniera spinti a consultare, leggere e
studiare volumetti di opere italiane per imparare la nostra lingua, non di rado i consigli
di istituto si trovano a dover tagliare i denari
destinati a rimpinguare con nuovi acquisti le
dotazioni interne. Le biblioteche pubbliche,
quindi, faticano ad arricchirsi e ad aggiornarsi, mentre, d’altra parte, alcuni eredi di brave
persone defunte, ritengono di potersi disfare
senza rincrescimento di testi classici percepiti come noiosi, se non proprio obsoleti. Certo,
di solito le piccole biblioteche messe insieme
nel tempo con gusto, passione e sacrificio da
persone acculturate di prima generazione,
non sono neanche lontanamente paragonabili
come consistenza e valore commerciale con
quelle di studiosi, professori universitari e
collezionisti che, alla morte del possessore
originario, spesso prendono la via, in forma
di donazione, delle grandi biblioteche storiche - tra l’encomio delle autorità e la grande
attenzione dei mass media. Poco a che fare
con le collezioni di volumi del privato neofita culturale, magari non disprezzabili come
scelta di titoli, ma composte in genere di testi
di piccolo formato, non rilegati e a copertina
leggera: in una parola ‘economiche’ ma integrali sul piano dei contenuti e quindi ideali
per la trasmissione della cultura, soprattutto
a livello di scuola media e di biblioteche
popolari, per l’acquisizione immediata, la
fruizione informale e il prestito. Un toccasana per un Paese in difficoltà come il nostro
e in bisogno estremo di superare i propri
insuccessi sulla base di sempre più qualificate conoscenze e competenze culturali. Così,
perché non incoraggiare le autorità scolastiche, anche a livello universitario, ad essere
meno timide e ritrose nelle loro pagine web
ufficiali, esprimendo garbatamente la propria
apertura e riconoscenza verso coloro che
potessero e volessero destinare loro qualche
lascito o beneficio? Ciò anche sull’esempio
di Bill Gates e di altri magnati americani
diventati tali negli ultimi trent’anni, che pur
se provvisti di eredi naturali diretti non hanno
sin d’ora avuto tema di decidere di lasciare ai
figli solo una parte dei patrimoni accumulati
, destinando porzioni dei loro averi a fondazioni benefiche verso cause e gruppi validi
e non di rado trascurati dai flussi di denaro
delle comuni charities.
P.S. Quanto a libri, riviste, etc… ad uso
scolastico, noi italiani dovremmo, oltre che
imparare a studiarne e ad approfondirne
meglio i contenuti, a superare la nostra proverbiale schizzinosità verso i sussidi usati,
anche se in buone condizioni: un lusso da
ricchi che difficilmente ci si potrà permettere
ancora in futuro – almeno quello immediato!
Carla Faccio
BIBLIO FILIA - ALLA SCOPERTA DEI LIBRI di Sergio Bissoli - Parte 40
I GRANDI SCRITTORI ITALIANI DIMENTICATI
BALDINI ANTONIO (Roma
1889 - 1962).
BEATO TRA LE DONNE ristampa de LA DOLCE CALAMITA raccolta di racconti (Editore Mondadori
1943).
Trato dal racconto NIENTE FA
PIù PRESTO A INGIALLIRE
Niente fa più presto a ingiallire di
una lettera d’amore. C’è la sua ragione: l’amore ha ingordigia, l’amore
vive di frasi fatte, e le frasi fatte sono prive di
sostanza colorante. Da qui la tremenda monotonia delle lettere d’amore in genere.
L’amore è cieco, muto, e chi sa che non sia
anche zoppo. È naturale, è quasi fatale che uno
caduto in balia del gran Mutilato si veda a un
certo punto costretto a ricorrere, per guida e
per consiglio al Segretario Galante.
Ma da che mondo è mondo, fatta d’oro o
fatta d’argento, la catena è sempre quella: e chi
volesse scrivere la storia dell’Amore attraverso i tempi dovrebbe limitarsi a colorire certe
superficiali apparenze, che sono le uniche a
cambiare.
Certo, finchè dura, gli amanti sono se, quelle loro predilezioni per certi luoghi
sacri. Nondimeno, quante ne pensano, della città e certe ore del giorno. E sempre
ne dicono, ne fanno da far piangere e quelle sessanta o settanta parole ripetute nelle
vergognare in noi la nostra più nasco- stesse situazioni; quelle
venti o trenta frasi per ridire sempre la stessta umanità! Meschinità, cretineria,
superstizione, volgarità, impudicizia, sa cosa, e che mai, finchè dura l’umanità, si
vigliaccheria, prepotenza; e divina troverà niente di meglio! Quanta monotonia.
cortesia, e sovrumano spirito di dedi- Aria! Qui si soffoca.
“Signorina, dalla prima volta che la vidi...”
zione; di quale droga non c’è un pizzico in questo pasticcio dell’amore? I pronti a ripercorrere la solita strada fino in
sacri amanti. Gli intollerabili amanti. fondo, come se fosse la prima volta. E senza
Gli allegri amanti. E sempre da capo con quei accorgerci di ripassare sempre davanti agli
bacioni, con quei loro occhioni, con quel- stessi tabernacoli e alle stesse osterie.
le loro finzioni, con
quelle esagerazioni,
con la loro solita vita
attaccata a un filo,
con quel solito nome
dell’amata che non
finisce mai di tormentarsi sulle labbra,
con quelle loro eterne
bugie, quelle solite
manovre, quelle loro
inattendibili promesLEGNAGO - Via Matteotti, 94 - Tel. e Fax 0442 601749
periodico indipendente
Anno XXXVI - n. 9 - Settembre 2014
7
IL BIRRIFICIO RANIERA A VILLA BARTOLOMEA,
UN’ARTE ARTIGIANALE DI GRANDE QUALITà
Fare birra è di certo un’arte e di sicuro
richiede tempo e notevoli capacità ma se a
queste doti aggiungiamo un amore per il territorio e per i prodotti di questa terra, il risultato
è senza dubbio ben superiore alle aspettative.
E’ il caso di un professore di Villa Bartolomea che dopo studi e tanta passione, ha dato
vita al “Birrificio Raniera” in corso Fraccaroli.
A parlarci di questa nuova attività è il professor Luigi Barbieri che dal suo amore verso
questa terra e dagli studi sulle origini di questo
territorio, ha dato vita ad un’attività artigianale
di alta qualità.
“A dire il vero - ci spiega - il birrificio non ha
un nome suo, ma è l’azienda agricola “Grandarolo Raniera” a dare il nome a questo progetto. Infatti l’attività è suddivisa in due zone
ben distinte, poste in due comuni diversi come
Villa e Legnago anche se collegate sia per uniformità di terreno che di vicinanza di terra ed il
birrificio si trova proprio al loro interno, visto
che dal 2010 la produzione di birra rientra tra
le produzioni connesse all’azienda agricola.
Ma come è arrivato questo amore verso la
birra e soprattutto perché. “Da tempo facevo
birra per me ma mi sono avvicinato ulteriormente ad essa dopo e grazie ad un viaggio in
Germania fatto nel 2006 che mi ha portato ad
apprezzare una birra locale, diversa e di qualità superiore rispetto a tante altre - ci dice Barbieri - ho così iniziato ad amare le birre locali e
mi sono chiesto perché in Germania si poteva
fare e da noi no. A quell’epoca si poteva fare
un birrificio artigianale ora invece si può colle-
gare all’azienda agricola il birrificio. Ho quindi iniziato la trafila per avere l’autorizzazione
e… - e allora sono iniziati i problemi pensiamo
sorridendo - diciamo che la burocrazia da noi è
incredibilmente lunga e ci son voluti circa due
anni e mezzo per avere tutte le autorizzazioni
necessarie per poter avviare l’attività e oltre un
anno per ottenere gli ultimi documenti. Potrei
dire che oggi per inventarsi una nuova attività
imprenditoriale si intraprende una vera e propria “impresa”.
Ed una volta avuti tutti documenti necessari.
“Sono partito con una mia prima birra chiara
dal nome storico ed evocativo “Vicus” proprio
per richiamare le antiche origini di Vigo di
Legnago, un vicus romano con terra fertile e
di ottima qualità a cui è seguita una seconda
birra ambrata il cui nome inglese “MILL” si
avvicina alla parola inglese mulino.
La “Terra Raniera” è invece una birra nera
ed è la terza di questa produzione. Era l’idea di
partenza, ma maturata in un secondo momento
e che nasce dove forse il birrificio si sposterà
in futuro. Sarebbe il perfetto completamento
di un percorso che vede la birra legata a questo
territorio e alle sue peculiarità, prodotto in una
villa di fine 1700 in località Casette di Vigo di
Legnago”.
Se non erro però vi è anche una quarta birra.
“E’ vero ed è molto particolare - continua - si
chiama “25 del 12” ed è una birra di Natale
in linea con la tradizione birraia nordica. Noi
conosciamo birre di 4,5 o 6 gradi ma ve ne
sono altre che fanno molta più gradazione
arrivando anche a 10,5 come questa e che si
beve durante il periodo natalizio quando il
freddo inverno porta a bere qualcosa di più
coinvolgente”.
E dopo queste quattro birre ha qualche
altra novità. “Certo - confida Luigi Barbieri
- gli ingredienti con cui vengono fatte le birre
cioè acqua, malto, luppolo e lievito possono
garantire varie combinazioni e diverse birre
con gradazioni diverse, la maestria è quella di
saper combinare bene questi semplici ingredienti per riuscire ad ottenere ottimi risultati.
Le birre che io produco sono birre crude cioè
non pastorizzate, un qualcosa di vivo e che a
distanza di sei mesi può avere caratteristiche
diverse da quelle iniziali. Infatti anche alcune
birre come il vino si possono invecchiare,
quella che produco è naturale al 100% e ad
essa non viene aggiunto nulla, nessun rischio
quindi di mal di testa né di stomaco per chi la
beve”. E la sua produzione e i progetti futuri
quali sono. “Ho iniziato da poco - ci dice
sorridendo Barbieri - e quindi procedo con
cautela sia con i tipi di birra sia con la produzione. Diciamo che sono molto soddisfatto dei
risultati fin qui raggiunti. Il mercato è il più
vario possibile e va dal consumatore normale
al ristoratore, dal cultore di birra alla trattoria.
La mia birra è a chilometri zero e come tanti
altri prodotti è per molti ma non per tutti,
ma cerchiamo che chi la beve la apprezzi ed
apprezzi la qualità, l’originalità e la tipicità
con cui viene prodotta”.
Francesco Occhi
una “medaglia d’oro” da Hong Kong Al ‘Ripasso Valpolicella superiore 2011’
dell’Azienda Agricola Poltretti DI VERONA
Il premio è stato assegnato, a livello mondiale, da CWSA - China Wine & Spirits
Awards. Un risultato che premia il produttore,
ma anche la vitivinicoltura e,
quindi, l’economia veronesi.
Che Verona e la Valpolicella, anche allargata, producano importanti uve e dispongano, quindi, di ottimi vini,
tutti lo sanno, ma che ve ne
sia qualcuno, che supera gli
altri, è bene sia detto e confermato da qualche istituzione, meglio se internazionale,
come è il caso della CWSA
di Hong Kong, Cina. Dove,
di vini se ne intendono da
anni e dove, per importarli,
vogliono garanzie assolute,
che, ovviamente, possono
essere date solo da istituzioni radicate e riconosciute, che, per dare un parere, seguono
rigorose normative di scelta. CWSA s’avvale
di giudici esperti e super selezionati che,
nel caso della valutazione di vini nell’annuale competizione internazionale, costituivano in 100 la competente giuria. La quale
è composta da importatori, da grossisti, da
distributori, da dettaglianti e da sommelliers
che, sotto ogni aspetto, assaggiano e soppesano le caratteristiche di vini e di alcoolici,
provenienti di oltre 35 Paesi
produttori. Ogni vino ed ogni
alcoolico vengono sottoposti
a prova, senza, ovviamente,
che la giuria conosca né il
nome del produttore, né la
provenienza del prodotto. Ciò
non solo tenendo conto delle
necessarie qualità e doti, ma
anche del prezzo alla produzione. Fra i diversi vini
da tutto il mondo valutati
quest’anno, il premio CWSA
2014, una medaglia d’oro,
che costituisce il maggiore
riconoscimento cinese della
più prestigiosa competizione
internazionale vinicola, è stato assegnato al
Ripasso Valpolicella superiore 2011, prodotto
accanto ad Amarone e a Valpolicella superiore, dall’Azienda Agricola dei fratelli Carlo e
Bruno Poltretti, attiva sulle colline veronesi,
a dieci minuti dal centro della città scaligera,
via Bonuzzo Sant’Anna, www.poltretti.it. È
così premiato – internazionalmente – l’impe-
gno e la voluta qualità del prodotto, con una
medaglia che è garanzia di riconoscimento
della serietà, inserita nel procedimento produttivo, il quale, a dire il vero, è coadiuvato
da un ottimo terroir collinare, che significa,
oltre che particolare sapore del vino, derivante dal terreno, anche ottimo soleggiamento,
necessario alla creazione di zuccheri nelle
uve da appassimento.
Quanto alla CWSA, essa è la più grande
e più prestigiosa organizzazione di premiazione di vini e di alcoolici, esistente in Cina,
la quale, se mira a selezionare, contribuisce
anche a creare merito per il produttore corretto e costantemente orientato alla massima
qualità. Circa la premiazione di vini con una
medaglia, l’esperta Ms Xueyuan Sheng, della
Winsente Wine Co. di Shanghai, evidenzia
come “le medaglie di CWSA sono la via più
diretta per clienti e distributori, per riconoscere a colpo d’occhio un vino idoneo e di
qualità”… Un’espressione che pone in luce
come un riconoscimento attribuito ad un
valido vino permetta rapide e garantite scelte
e che, al tempo, bene s’adatta al “Ripasso
Valpolicella superiore”, quest’anno premiato
ad Hong Kong.
Pierantonio Braggio
Anno XXXVI - n. 9 - Settembre 2014
8
periodico indipendente
Stagione Teatrale 2014-’15 Mignon di Porto-Legnago
SABATO 9 OTTOBRE 2010
SABATO 12 FEBBRAIO 2011
La nonna
Una escort di scorta
SEI SPETTACOLI IN CARTELLONE, PIù TRE EXTRA. PULIERO APRE.
ARMATHAN
GLI INSOLITI NOTI
SABATO 6 NOVEMBRE 2010
L’avaro di Moliere
L’AQUILONE
Ancora spettacolo, e Che spettacolo!, al
Mignon di Porto-Legnago per la stagione
2014-’15, che prende il via il prossimo 27 settembre 2014 alle 21.00, con Roberto Puliero
e il suo gruppo, La Barcaccia, impegnati nella
loro ultimissima produzione “Nemici come
prima” di G. Clementi. In essa, il capocomico
veronese abbandona il fido Goldoni in favore di
una commedia definita “veramente all’altezza
della realtà dei nostri giorni”, ambientata in
una struttura ospedaliera dove le preoccupazioni, il dolore, lo smarrimento delle persone
in pena per un parente gravemente ammalato
e improvvisamente ricoverato, si scontrano
con l’insensibilità e il distacco di un personale
reso indifferente dall’abituale convivenza con
situazioni estreme, e dalla conseguente ricerca
dell’arte di arrangiarsi. La denuncia sociale
si accompagna alla irresistibile comicità del
dialogo e al realistico disegno dei personaggi che, con un linguaggio sempre attuale di
coinvolgente naturalezza, si confrontano su
temi come il potere condizionante del denaro,
il desiderio di fuga da una società sempre più
catena di montaggio, l’ipocrisia dei sentimenti…ecc. Per garantire l’assoluta naturalezza
del parlato, l’autore ha consentito al regista
di tradurre le parti originalmente scritte in
CONSORZIO PRO LOCO
BASSO VERONESE
LETTORI ABC
LEGNAGO
ProGrAmmA
LuNedì 25 AGosTo 2014
ore 11.00
Palazzo della Provincia di Verona - Sala Rossa.
Presentazione ufficiale dell’evento “Cent’anni
dalla Grande Guerra” e del concorso per le scuole “Cent’Anni dalla Grande Guerra, Racconta e/o
dipingi una storia tratta dalla Grande Guerra”.
100
GROUP s.r.l. s.
squalini
oma , 3
TERRAZZO -VR-
srls - [email protected]
domeNICA 7 seTTemBre 2014
Visita in pullman nei luoghi della Prima Guerra mondiale in terra veronese. Visita alla Pieve di Cavalo, alle trincee di Passo Rocca Pia di
ANNI DALLA GRANDE GUERRA
Sant’Anna d’Alfaedo, pranzo Agriturismo “La
Costa”,1914-1915
visita esterna a forte
monte e alla Pieve
| 2014-2015
di San floriano Eventi
(partenza
7.30 Viale dei Tigli,
per ore
ricordare
Legnago, rientro ore 20.00).
sABATo 11 oTToBre 2014
ore 10.45
Aula magna Liceo “G.Cotta” Porto di Legnago.
Incontro con lo scrittore di fama internazionale
marco Buticchi (vincitore premio Salgari e finalista premio Bancarella), presenterà il suo romanzo “L’Anello dei Re”. Ore 17.30 marco Buticchi
presenterà i suoi libri presso la libreria ferrarin
mondadori di Legnago.
domeNICA 19 oTToBre 2014
ore 17.00
Incontro al Castello Bevilacqua con tre autori
che raccontano del Primo Conflitto mondiale:
Lucia menini Beltrame, coadiuvata dal giornalista mario Klein, federico melotto ed Alberto
Costantini.
- Posta Certificata: p f b s r l s @ p e c . i t
SABATO 5 MARZO 2011
Gli attori
preferiscono le farse
dialetto romanesco, in un dialetto veronese
che trasferisce la vicenda in un Ospedale della
città veneta.
L’attuale stagione include un complesso
di nove rappresentazioni, prevalentemente di
prosa – commedie brillanti in dialetto e in
italiano – ma anche di musica, di cui alcune
a pagamento e altre ad ingresso libero. Le
compagnie coinvolte sono in prevalenza amatoriali, ma con lunga esperienza e ampiamente
conosciute in loco per aver già dato spettacoli
sia al Mignon che ad altri teatri viciniori, e si
alterneranno sul palco del teatro della Legnago
di sinistra d’Adige con la seguente scansione
temporale:
• 27 settembre 2014, alle 21.00, “Nemici
come prima” (R. Puliero e la Barcaccia) Euro
10,00
• 18 ottobre 2014, alle 21.00 “Un fraco e ‘na
sporta” (La Trappola) Euro 8,00
• 8 novembre 2014 “Indo’ manca natura, arte
procura” (Gli amici del Paese) ingresso libero
• 13 dicembre 2014 “Io, due figlie e tre valigie” (Gli insoliti Noti) Euro 8,00
• 10 gennaio 2015 “La Guerra” di C. Goldoni
(L’Archibugio) Euro 8,00
• 7 febbraio 2015 “ Sala d’aspetto”
(Lavanteatro) Euro 8,00
SABATO 18 DICEMBRE 2010
THEAMA TEATRO
Biciclette
TEATROIMPIRIA
SABATO 26 MARZO 2011
SABATO 22 GENNAIO 2011
Il letto ovale
Cena di famiglia
(cognate)
LAVANTEATRO
NAUTILUS
ASSOCIAZIONE POETI
IN LINGUA ITALIANA
GERVASIO BELLINATO
sABATo 8 NoVemBre 2014
ore 11.00 Fondata nel 2003
Salada
Convegni,
Stazione
a Castagnaro
Francavia
Isolan
Ramazzotto
Incontro con i ragazzi delle scuole medie ed il
professor Riccardo Celeghin e proiezione video
SERATA
DI Guerra”.
sul tema “A scuola
con la Grande
POESIA E MUSICA
dICemBre 2014
DAL TEMA:
fondazione fioroni di Legnago.
“LA
BASSA
VERONESE”
Inaugurazione mostra fotografica, di documenti ed oggetti della Prima Guerra mondiale con
materiale
fornito dagli
storici francesco Occhi e
SABATO
4 OTTOBRE
Giuseppe Battaglia.
ORE 20.45
domeNICA 18 GeNNAIo 2015
ore 15.30
PRESSO
Sala Consigliare del comune di Cerea (Palazzo
IL TEATRO MIGNON
della Biblioteca). Proiezione di cortometraggi sulDIGuerra
PORTO-LEGNAGO
la Prima
mondiale con declamazione di
alcune lettere dal fronte tratte dal libro “Adorata
IL FESTEGGIATO
DELLA
SERATA:
Luigia,
mio diletto Antonio”
di L. menini
Beltrame.
PAOLO LANZA
feBBrAIo 2015
INGRESSO
LIBERO
Scuola materna
“Gesù Bambino”
di San Pietro di
Legnago Laboratorio
manuale per
Bambini “GioENTRATA
E LIBRETTI
GRATUITI
cavano così, come ci si divertiva a Carnevale durante la Grande
Guerra”.
Presidente
Franca
Isolan Ramazzotto
• 28 febbraio 2015 “ Effetto Shock” ( I Saggi e
i Folli) ingresso libero
• 14 marzo 2015 “L’uomo, la bestia e la virtù”
di L. Pirandello (Armathan) Euro 8,00
• 18 aprile 2015 “Sulla strada della musica: II
parte (Duende) ingresso libero.
Organizzazione a carico del direttore,
Pierantonio Berardo, e degli altri volontari non
retribuiti che con lui collaborano. Si ringrazia
il Circolo NOI Salutis e la parrocchia di Porto,
nelle persone dei suoi sacerdoti, in primis il
parroco Don Moreno Roncoletta. Un attestato
di stima anche a tutti gli sponsor, il cui contributo è stato determinante per il buon fine
dell’iniziativa, alla stampa locale che fornisce
sempre generosamente spazio, e al pubblico
che ha dato e vorrà dare fiducia allo sforzo di
offrirgli qualcosa di valido, compatibilmente
con i mezzi ridotti a disposizione. Biglietti
singoli ( anche ridotti per spettatori inferiori
ai 13 anni) e abbonamenti ( 40 euro adulti e
30 ragazzi) per l’intera stagione sono acquistabili in pre-vendita presso il bar del Circolo
NOI Salutis di Porto, mediante prenotazione
telefonica (328 3688610), tramite e-mail –
[email protected] - o al botteghino prima
di ogni spettacolo.
Carla Faccio
UNA DOMENICA
QUALUNQUE
Pia Gavaglia
(ex ministro
ex presidente Croce
E’ giunto
il momento
delle ed
campane
Rossa Italiana)
e altre presenze femminili. Coordinella Domenica
lucente
na l’incontro la professoressa margherita ferrari.
sulla bionda
campagna.
Ripercorro vecchie stradine
sABATo 18 APrILe 2015
di terra
battuta
Presso
gli Istituti delle scuole vincitrici, Cerimocon vecchie
case
nia di premiazione
degli elaborati inviati dae siepi di
rovi
gli Istituti Scolastici di elementari e medie, del
e voli giocosi
Concorso “Cent’Anni dalla Grande Guerra, Ractra i baci
tiepidi
dell’aria.
conta
e/o dipingi
una storia tratta dalla Grande
La Bassa
distesa
appare
Guerra”.
Primo
premio “una giornata al museo”,
visita guidata
pullman al museo dei Grandi
riflettendo
luci e in
ombre
fiumi
di bronzi.
Rovigo.
e melodie
dei
Oh, che armonia, che pace, che stupore!
sABATo
23 mAGGIo 2015
Non chiedo
altro
ore
21.00
a questo giorno
Teatro Sociale di Villa Bartolomea.
vivido di sole
Serata di cori alpini dedicati ai canti del Primo
che mi tende la mano.
Conflitto. Partecipano il Coro “La Parete” di
Via l’ansia,
fretta,
Santala
Lucia
Extra di Verona e il “Coro ANA Valli
via i pensieri,
laLegnago.
tristezza...
Grandi” di
E la solitudine?
La tua sABATo
anima colta
da Dio2015
20 GIuGNo
ha cittadinanza
ore 21.00 nel mio cuore,
eternamente
mi sarà.
Antica Pieve
di San Salvaro di San Pietro di Legnago. Serata di poesia e di musica con il GruppoIsolan
Lettori ABC
dal titolo: “Poesia in prima linea”.
Franca
Ramazzotto
VeNerdì 6 mArzo 2015Lunedì 6 Ottobre alle ore
sABATo
19 seTTemBre 2015
16.30
ore 20.45
Visita in pullman nei luoghi della Grande Guerra
presso la Casa di Riposo di Legnago
Sala Civica di minerbe
presso il museo della Guerra di Rovereto, pransarà
il giornalino
n° 85. “La terrazza sul Leno” e visita alla
Incontro “Le donne nella
Primapresentato
Guerra mondiazo al Ristorante
Fondato
nel
1992
da
Franca
Isolan
Ramazzotto
le”. Con il Prefetto di Verona Perla Stancari, maria
Campana dei Caduti (partenza ore 7.30 Viale
Tutti sono invitati.
dei Tigli, Legnago, rientro ore 20.00).
periodico indipendente
Al Castello Bevilacqua misteri e delitti continuano a ripresentarsi: venerdì 24 ottobre alle ore
20.30 la Cena con delitto “Morte al ristorante” vi aspetta. Una serata in giallo, dove potrete
Anno XXXVI - n. 9 - Settembre 2014indossare i panni di Sherlock Holmes, Monsieur Poirot o Miss Marple e divertirvi a scoprire
9
indizi
e misteri di questo delitto efferato. Durante la serata il fasto dei saloni del Castello di Bevilacqua
faranno da scenografia al mistero, dando vita ad un gioco deduttivo nel quale una compagnia di
attori mette in scena per gli ospiti la trama di un vero enigma. A completare la serata il menù proposto dai nostri chef, che propongono i migliori prodotti del territorio e un’interpretazione sempre
nuova della cucina veneta.
CENA CON DELITTO
Venerdì 24 ottobre 2014 ore 20.30
Antipasto
Carne salata trentina con insalatina autunnale,
mele croccanti e filetti di Asiago stagionato con glassa al Balsamico
Primo piatto
Lasagnetta croccante con ragout di meline e gocce di tastasale mantovano
Secondo piatto
Bocconcini di coniglio arrosto su letto di polentina morbida e verdurine spadellate al rosmarino
Dessert
Millefoglie croccante con crema chantilly al cioccolato e pere Williams cotte nel vin brulé
Caffé
Acqua gasata e naturale
Vino in bottiglia
Costo a persona euro 49,00
Compresi acqua e vino
(su prenotazione)
JUST MARRIED – 4 MATRIMONI PER 4 STILI DIVERSI: Medieval, Minimal, Classic e Vintage
SHOW ROOM PER GLI SPOSI AL CASTELLO BEVILACQUA - DOMENICA 16 NOVEMBRE 2014
Un importante appuntamento per tutte le coppie che stanno programmando il loro matrimonio! Anche quest’anno il Castello Bevilacqua ospita “Just Married – 4 matrimoni per 4 stili
diversi”, rassegna dedicata ai futuri sposi, che suscita ogni anno grande interesse. Domenica 16
novembre 2014 alle ore 10 le porte del castello si apriranno per tutta la giornata, permettendo a
tutte le coppie interessate di guardare, chiedere e prendere spunto dai molti espositori presenti, i
quali offriranno una carrellata di tutto ciò che serve per rendere perfetto il Grande Giorno del Sì. I
futuri sposi possono anche prenotare il pranzo o la cena in cui viene proposto uno speciale menù di
4 portate per poter assaggiare e trovare spunto per il loro banchetto nuziale. Il menù, ideato dagli
chef del Castello Bevilacqua, in collaborazione con le wedding planner, prevede:
Antipasto
Cruditè di carciofi con misticanza autunnale con olio di zucca e crudo di Montagnana
Primo piatto
Pasta casareccia con zucchine novelle, fiori di zucchina
guanciale tostato e Caciocavallo del Salento
Secondo piatto
Petto d’anatra al pepe verde con giardinetto di cruditè e chips di patate
Dessert
Spumone agli agrumi con colatura di mirtilli
Caffé
Acqua gasata e naturale
Vino in bottiglia
Costo a persona euro 37,00
Compresi acqua e vino
(su prenotazione)
Il Relais Castello Bevilacqua è la vostra
nuova destinazione nel cuore della storia.
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i giorni dal lunedì sera alla domenica, per
un viaggio nel gusto attraverso i sapori e le
tipicità della tradizione locale, in un’ottica
di valorizzazione dei prodotti del territorio.
Per informazioni e prenotazioni: tel. 0442 93655 - [email protected] - www.castellobevilacqua.com
Anno XXXVI - n. 9 - Settembre 2014
10
periodico indipendente
MAN RAY A VILLA MANIN
La grande mostra dedicata a Man Ray
(1890-1976) a cura di Guido Comis e
Antonio Giusa e con la collaborazione
della Fondazione Marconi, Milano, presenta al pubblico oltre 300 opere, fra
fotografie, oggetti, dipinti, disegni e film
sperimentali. Un itinerario affascinante per
ripercorrere la vita e l’opera di uno degli
artisti più significativi del Novecento, autore
di vere e proprie icone del secolo scorso,
come Le Violon d’Ingres, vera e propria
icona di nudo femminile in posa scultorea
a tre quarti con due arabeschi ad intaglio di
violino sulla schiena e Cadeau, ferro da stiro
la cui piastra percorsa da una fila di chiodi. La straordinaria inventiva di un artista, allo
stesso tempo fotografo, pittore, ideatore di
oggetti e autore di cortometraggi cinematografici, viene raccontata attraverso un ricco
percorso espositivo che permette così di scoprire, oltre all’artista, anche Man Ray uomo
e di seguirlo nella lunga e movimentata
carriera fra Stati Uniti ed Europa, fra amori
e amicizie. Per Man Ray non esiste infatti
distinzione fra arte e vita, fra interesse estetico e sentimentale, fra desiderio e invenzione visiva. Pur mettendo in evidenza le diverse espressioni dello stile dell’artista, talvolta
to alla definizione dell’estetica dadaista e
surrealista, l’elaborazione di tecniche fotografiche come il rayograph e la solarizzazione, l’immagine della donna, le sperimentazioni cinematografiche e altri ancora.
Gli amici artisti
Già a partire dal periodo newyorchese, quando strinse amicizia con Marcel
Duchamp, e a maggior ragione negli anni
parigini, Man Ray frequentò molti fra i più
importanti artisti del Novecento: oltre al
citato Duchamp, Francis Picabia e Pablo
Picasso, poi Henri Matisse, Giorgio De Chirico e Constantin Brancusi, solo per citare
alcuni nomi. L’esposizione mette in evidenza il sodalizio sia umano che creativo con
queste ed altre personalità grazie agli indimenticabili ritratti a ricordo di felici sodalizi, ma anche attraverso opere di Man Ray
stesso o degli artisti citati che testimoniano
le curiosità e gli ambiti di ricerca condivisi.
La figura femminile
Così come dalle amicizie con i colleghi
artisti, la vita e l’opera di Man Ray furono
segnate dall’incontro con donne affascinanti: la celebre Kiki de Montparnasse, immortalata da pittori famosi in tele di superba
esecuzione; Lee Miller, Meret Oppenheim,
Juliet Browner e
molte altre che non
furono solo modelle e, spesso, amanti,
ma vere e proprie
muse capaci di ispirare, attraverso il
proprio corpo, alcune delle sue opere
più celebri: dal Violon d’Ingres, che
ha per protagonista
Kiki, alla Erotique
Voileé, serie fotografica nata dalla
collaborazione con
Meret Oppenheim,
per giungere ai
magnifici ritratti che
Man Ray scattò alla
moglie Juliet Browquasi disorientanti nel loro carattere enigma- ner nel corso degli anni. Oltre a un’ampia
tico, l’antologica consente di cogliere gli ele- selezione di fotografie femminili, la mostra
menti di continuità nell’opera di Man Ray, le presenta opere in cui il corpo femminile,
curiosità e le ossessioni che la punteggiano. sinuoso ed avvolgente in un erotismo appena
Le Tematiche
suggerito si fonde con architetture, oggetti
La mostra attraversa tutta la vita dell’ar- geometrici, forme inanimate. L’erotismo di
tista: dagli anni d’esordio fra New York queste immagini lascia trapelare anche l’ine Ridgefield - New Jersey, sede di una teresse estetico-letterario che ispirò l’opera
vivace colonia di artisti - alle prime opere del marchese De Sade, influenzando nettadadaiste; dall’arrivo a Parigi nel 1921, alla mente la fascia dell’ arte visiva surrealista.
fuga dalla Francia occupata dopo un ven- Man Ray e il cinema
tennio di attività intensissima; dagli anni di
La creatività di Man Ray si espresse
Hollywood, dove Man Ray si stabilisce al anche nei film sperimentali girati negli
ritorno in America, agli ultimi due decenni anni Venti: Retour à la raison, Emak
di vita trascorsi a Parigi. Non si tratta tut- Bakia, Les Mystères du Chateau du dé,
tavia di un iter semplicemente cronologico, Etoile de mer, testimonianze di eccezioma di un percorso articolato in una succes- nale inventiva nell’uso della cinepresa e
sione di approfondimenti che hanno per oggi unanimamente considerati fra i capotema la scoperta della vocazione all’arte, il lavori della cinematografia surrealista. rapporto con gli amici artisti e il contribu- A documentare questa manifestazione del
talento visivo dell’artista, la specifica sezione curata da Carlo Montanaro. I film saranno inseriti nel percorso espositivo e saranno
proiettati nell’ambito del ciclo di iniziative
collaterali, ospitate sempre a Villa Manin. Accompagna l’esposizione un catalogo edito
da Skira con le immagini delle opere esposte, i contributi critici di Guido Comis, Antonio Giusa, Janus, Carlo Montanaro e con un
ricordo dell’artista di Giorgio Marconi.
Location
Il maestoso complesso di Villa Manin,
tra i monumenti artistici più significativi
del Friuli Venezia Giulia e fra i simboli
più conosciuti del turismo e della cultura
regionale, sorge a Passariano, Codroipo, in
provincia di Udine. Fatta edificare nel Seicento da Ludovico I Manin per celebrare la
ricchezza e la potenza della sua casata, con
il suo parco secolare di diciotto ettari, negli
anni Villa Manin è stata testimone di importanti vicende storico-politiche del territorio:
alla fine del XVIII secolo, all’epoca dell’ultimo doge di Venezia Ludovico Manin
(1789-1798), divenne quartier generale delle
truppe francesi capitanate da Napoleone
Bonaparte mentre successivamente nelle
sale della dimora dogale si svolsero importanti trattative che portarono al “Trattato di
Campoformido” (17 ottobre 1797), con il
quale venne sancita la fine della Repubblica
di Venezia a favore dell’Impero Asburgico.
Questo momento segnò l’inevitabile decadimento della dinastia dei Manin. Così, dopo
la metà del Novecento, la Villa fu acquistata
dall’Ente per le Ville venete ed in seguito,
nel 1969 dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, attuale proprietario che
attraverso l’Azienda speciale Villa Manin
ne valorizza il patrimonio architettonico e
ambientale, oltre a promuovere e gestirne
le attività culturali. La Villa è inserita in un
parco storico monumentale di diciotto ettari,
luogo ameno e di interesse botanico. Oggi
la Villa è sede di numerose rassegne musicali e cinematografiche e offre una programmazione continuativa di importanti mostre
d’arte e di fotografia, visitabili all’interno di
un contesto unico e affascinante.
Caterina Berardi
Passariano (UD), Villa Manin.
Fino all’11 Gennaio 2015
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periodico indipendente
Anno XXXVI - n. 9 - Settembre 2014
Corcos, I Sogni della Belle Epoque
Dopo il successo della mostra dedicata a De Nittis, Fondazione Bano, in
collaborazione con il Comune di Padova e la Regione Veneto, prosegue il
suo progetto decennale sulla pittura dell’Ottocento italiano, con un’antologica di eccezionale caratura intesa ad approfondire l’universo creativo di Vittorio Corcos, uno dei protagonisti della cultura figurativa italiana fra Otto e
Novecento . L’esposizione, curata da Ilaria Taddei, Fernando Mazzocca
e Carlo Sisi, presenta oltre 100 dipinti che segnano il percorso artistico
di ripercorrere la vicenda del pittore livornese (1859 – 1933), attraverso
un considerevole nucleo di capolavori noti ed inediti, provenienti dai
maggiori musei e dalle più importanti collezioni pubbliche e private. La
fama di Corcos era peraltro già affermata nella prima metà del Novecento.
Ugo Ojetti, nel 1933: “Chi non conosce la pittura di Vittorio Corcos? Attenta,
levigata, meticolosa, ottimistica: donne e uomini come desiderano d’essere,
non come sono”, e Cipriano Efisio Oppo, nel 1948, “Una pittura chiara, dolce, liscia, ben finita: la seta, seta,
la paglia, paglia, il legno, legno, e
le scarpine lucide di copale, lucide
come le so fare soltanto io, diceva
Corcos”. Il viaggio visivo inizia
con Sogni, l’opera più celebre di
Corcos, proveniente dalla Galleria
d’Arte Moderna di Roma. Si tratta
del ritratto, davvero particolare per
l’epoca, di una ragazza moderna,
Elena Vecchi. Grazie alla forza
del gesto e dello sguardo, come
alla suggestiva ambientazione, è
considerato l’icona figurativa più
emblematica della cosiddetta Belle
Époque di cui ben rappresenta l’atmosfera sospesa tra i sogni dorati e una
sottile inquietudine. Esposto per la prima volta alla Festa dell’Arte e dei Fiori
di Firenze 1896, il quadro aveva destato un “chiasso indiavolato” e provocato un acceso dibattito sul significato da attribuire a quell’intenso ritratto di
giovane donna, ora definito “spiritualista” ora “realista”, ma infine universalmente ammirato per l’originalità della composizione e l’inquieto carattere
della protagonista. Introduce il percorso l’unico Autoritratto realizzato nel
1913 per la serie dei ritratti di artisti della Galleria degli Uffizi di Firenze, a
fianco del Ritratto della moglie dell’ artista, già al Museo Giovanni Fattori
di Livorno. La prima sezione analizza i luoghi che hanno visto scorrere l’esistenza di Corcos, gli amici e le importanti personalità incontrate – dall’Imperatore Guglielmo II di Germania a Giosuè Carducci, Silvestro Lega e molti
altri, ritratti in diverse opere. Di particolare rilievo, il ritratto dell’editore
milanese Emilio Treves (1907) già Collezione Franco Maria Ricci, e quello
del critico Yorick (1889), concesso per quest’antologica dal Museo Giovanni
Fattori di Livorno. Un capitolo particolare apre a Parigi ( dove Corcos si
fermò 1880 al 1886) e che lo vide uno dei maggiori interpreti della cosiddetta
pittura della vita moderna, assieme a Boldini e De Nittis. Straordinarie alcune ‘parigine’, Ore tranquille (1885-1890 ca.) e Jeune femme se promenant
au Bois de Boulogne, o come i ritratti en-plein air de La signora col cane e la
Figlia di Jack La Bolina (1897). Le istitutrici ai Campi Elisi (1892), uno dei
vertici dell’artista livornese, che raffigura una scena ambientata in una dorata
giornata d’autunno in uno dei luoghi più affascinanti di Parigi, testimonia
quanto Corcos abbia mantenuto costanti rapporti con la capitale francese, ma
anche con l’Inghilterra, e come la sua pittura si evolva verso soluzioni sempre più raffinate in un continuo dialogo con la pittura europea. Una serie di
dipinti, alcuni di grandi dimensione, confermano come, anche dopo il 1900,
Corcos continui a elaborare la fortunata formula del ritratto mondano, qui
rappresentato da autentici capolavori come Ritratto della Contessa Carolina Sommaruga Maraini del 1901, conservato alla Fondazione per l’Istituto
Svizzero di Roma, o il Ritratto di Lina Cavalieri (1903), la ‘Venere in terra’,
come la definì d’Annunzio. L’ultima sezione, La luce del mare, rivela come
i suoi soggiorni a Castiglioncello, a partire dal 1910, sembrano riportarlo
all’osservazione della realtà e alle gioie della pittura en plein air. Esemplari
sono In Lettura sul mare (1910 ca.) o La Coccolì (1915), ritratto della nipotina sulla spiaggia. Sottolineato, all’interno del percorso espositivo, un
confronto con artisti quali Giuseppe De Nittis, Léon Bonnat, Ettore Tito e
altri, coi quali Corcos ha intrattenuto un rapporto di lavoro e di amicizia.
Federica Tirapelle
Padova. Palazzo Zabarella.
Fino al 14 Dicembre 2014.
11
CINEMA SALUS Legnago
INAUGURAZIONE
DELLA SALA RINNOVATA
CON NUOVO PROIETTORE DIGITALE:
SABATO 27 SETTEMBRE
col film WALKING ON SUNSHINE
...e a seguire
risotto per tutti gli spettatori
CINEMA
SALUS
INIZIO CINEFORUM SALUS
CINEFORUM
SALUS
GIOVEDI' 2 – VENERDI' 3 OTTOBRE
STAGIONE 2014/15 – ANNO 55°
Stagione 2014 /2015PREVENDITE
~ anno 55°
~ primo ciclo Ottobre-Gennaio
ABBONAMENTI:
GIOVEDI & VENERDI 11/9-12/9 ~ 18/9–19/9 ~ 25/9–26/9
DALLE ORE 17 ALLE 19.30 - PRESSO ATRIO CINEMA SALUS
CINEMA SALUS
CINEFORUM SALUS
16-17 OTTOBRE
2-3 OTTOBRE
9-10 OTTOBRE
Stagione
2014
/2015 ~THEanno
~ primo
ciclo
Ottobre-Gennaio
GRAND55°
BUDAPEST
HOTEL
QUEL
CHE SAPEVA MAISIE
LA
SEDIA DELLA
FELICITA'
di Carlo Mazzacurati
23-24
OTTOBRE
2-3 OTTOBRE
ALLACCIATE
LE CINTURE
LA SEDIA DELLA
FELICITA'
di Wes Anderson
di Scott McGehee, David Siegel
30-31
OTTOBRE
9-10 OTTOBRE
6-7 NOVEMBRE
16-17
OTTOBRE
JERSEY
BOYS HOTEL QUEL CHE
THE GRAND
BUDAPEST
LE WEEK-END
SAPEVA MAISIE
Ferzan
Ozpetek
didiCarlo
Mazzacurati
di Clint
Eastwood
Wes Anderson
Roger Michell
di ScottdiMcGehee,
David Siegel
13-14
23-24NOVEMBRE
OTTOBRE
LOCKE
ALLACCIATE
LE CINTURE
20-21
30-31NOVEMBRE
OTTOBRE
LUNCHBOX
JERSEY
BOYS
6-7 NOVEMBRE
27-28
NOVEMBRE
LE
WEEK-END
FRANCES
HA
Ritesh
Batra
didiClint
Eastwood
Roger
Michell
didiNoah
Baumbach
diFerzan
StevenOzpetek
Knight
di
Date successive: 4-5/12 ~ 11-12/12 ~ 18-19/12 ~ 22-23/12 (LUNEDI-MARTEDI) ~8-9/01 ~ 15-16/01 ~22-23/01
PROIEZIONI: GIOVEDI' ore 21.00 / VENERDI' ore 15.30 e 21.00
ABBONAMENTI / tessera 1° ciclo (16 film): 38 € ~ tessera 1°+2° ciclo (32 film): 65 €
biglietto di ingresso: 5.50 €
13-14 NOVEMBRE
LOCKE
di Steven Knight
20-21 NOVEMBRE
LUNCHBOX
27-28 NOVEMBRE
FRANCES HA
di Ritesh Batra
di Noah Baumbach
Date successive: 4-5/12 ~ 11-12/12 ~ 18-19/12 ~ 22-23/12 (LUNEDI-MARTEDI) ~8-9/01 ~ 15-16/01 ~22-23/01
PROIEZIONI: GIOVEDI' ore 21.00 / VENERDI' ore 15.30 e 21.00
ABBONAMENTI / tessera 1° ciclo (16 film): 38 € ~ tessera 1°+2° ciclo (32 film): 65 €
biglietto di ingresso: 5.50 €
Anno XXXVI - n. 9 - Settembre 2014
12
periodico indipendente
Venezia 71: Vincitori e Vinti
Vince la Svezia ma l’Italia conquista le due
Coppe Volpi. Amarezza per Martone e Munzi.
“Vincitori e vinti” è il titolo di un film
famoso del 1961 a firma di Stanley Kramer
sul terzo processo di Norimberga. Un film
giudiziario con una sentenza. Infatti quasi ad
ogni Festival ci sono Vincitori e vinti, come è
successo quest’anno a Venezia,
edizione 71, appena conclusa.
Vincitori. Il Leone d’oro è
stato assegnato alla Svezia con
un film filosofico, come annuncia già il titolo, che tradotto in
italiano fa “Siede su un ramo
a riflettere sull’esistenza” di
Roy Andersson. E’ una specie di noir, molto
surreale e grottesco, ed era già in odore di
premi quando lo avevano selezionato. Leone
d’argento al maestro Andrej Konchalovskij
come miglior regista. Il suo film, sempre tradotto, “Le notti bianche del postino” è molto
emozionante. E’ stato girato nel nord della
Russia. Sempre a Venezia Konchalovskij vinse
un premio per il suo primo cortometraggio “Il
ragazzo e la colomba”. Gran Premio della giuria a Joshua Oppenheimer per “The Look of
Silence”, sul genocidio in Indonesia. In regola
con le previsioni già annunciate prima che
il Festival cominciasse. Vincitore anche del
Premio Fipresci. Il miglior Film Opera Prima
De Lautentiis di 100 mila dollari e miglior film
di Orizzonti è “Court” dell’indiano Thamane,
uno squarcio sul mondo giudiziario indiano
dove ogni volto ha una storia. Infine ma non
ultima l’Italia che conquista due premi con
il film di Saverio Costanzo “Hungry Hearts”,
due coppe Volpi per Alba Rohrwacher e Adam
Driver. Le due Coppe sono importanti perché
permettono all’Italia di continuare a credere
che il cinema italiano può farcela: l’anno scorso al “Sacro Gra” di Rosi, quest’anno l’Oscar
a Sorrentino, dopo il Gran Premio di Cannes
ad Alice Rohrwacher, adesso le Volpi. Sono
registi e interpreti che ritrovano una nuova
energia. Non ce l’aspettavamo certo da un personaggio difficile come quello interpretato da Alba, ma ci
vuole tenacia e coraggio. Ottiene un riconoscimento anche un
altro italiano, Franco Maresco
con “Belluscone”.
Vinti. Amarezza per i film
italiani esclusi come “Il giovane favoloso” di Martone con uno straordinario
Elio Germano e “Anime Nere” di Munzi,
applauditissimi da tutta la critica. Ma dispiace
anche per “Le dernier coup de marteau” che
peraltro ha fatto vincere a Romain Paul, 15
anni, un premio per la miglior giovane speranza.
Roberto Tirapelle
FONDAZIONE DOMUS PER L’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA
E VERONAFIERE: PROTOCOLLO D’INTESA PER LA CREAZIONE DEL FONDO
ACQUISIZIONI PER ART VERONA|ART PROJECT FAIR
La decima edizione di ArtVerona|ArtProject
Fair, la fiera d’arte moderna e contemporanea
entrata a fare parte nel 2014 del portafoglio di
Veronafiere, si arricchisce quest’anno di un nuovo strumento di promozione e valorizzazione
dell’arte.
È stato infatti sottoscritto un protocollo di intesa, tra Fondazione Domus per l’arte moderna e
contemporanea e Veronafiere per la nascita di un
Fondo Acquisizioni del valore di 100.000 euro,
che prevede l’acquisto da parte di Fondazione
Domus di opere di artisti presenti alla manifestazione, con un’attenzione particolare all’arte emergente, che non tralascerà
peraltro anche gli artisti più affermati.
Le opere presenti ad ArtVerona saranno valutate nei giorni di manifestazione - che si terrà dal 9 al 13 ottobre 2014 nei padiglioni della Fiera - da
una Commissione Selezionatrice composta dal prof. Luca Massimo Barbero, Direttore Artistico di Fondazione Domus; dal prof. Mario Gandolfi,
Consigliere di Fondazione Domus e dal dott. Guidalberto di Canossa, Vice
Presidente di Veronafiere.
Al riguardo, il Vice Presidente di Fondazione Domus, avv. Fausto Sinagra, ha sottolineato
come “l’iniziativa sia volta da un lato a rendere sempre più interessante la manifestazione
ArtVerona, dall’altro a dare un incoraggiamento
a giovani e promettenti artisti, oltre ad avere una
concreta ricaduta positiva sulla città, andando ad
arricchire con nuove opere le Collezioni delle
istituzioni cittadine”.
Da parte sua, il dott. Ettore Riello, Presidente
di VeronaFiere, ha dichiarato con soddisfazione
che “si tratta di un risultato importante, frutto del
consolidamento istituzionale di ArtVerona, che in tal modo si allinea alle
manifestazioni competitor con un posizionamento ancora più forte, diventando reale e concreto volano per la promozione e valorizzazione di artisti
e gallerie partecipanti alla fiera. Un indirizzo che si stava perseguendo già
da alcuni anni attraverso format innovativi quali Raw Zone, Collectors for
Celeste e Level 0, e che vede nella costituzione del Fondo Acquisizioni un
chiaro segnale di crescita ed evoluzione della manifestazione”.
A cura dell’ufficio Stampa Veronafiere
PHIL HOGAN NUOVO COMMISSARIO UE ALL’AGRICOLTURA
RIELLO E MANTOVANI: LO ASPETTIAMO A VERONAFIERE; BUON LAVORO
«Vogliamo esprimere le più vive felicitazioni
al neo commissario dell’Agricoltura dell’Unione
europea, Phil Hogan, per l’incarico affidatogli e
desideriamo fin da ora invitarlo a partecipare alla
prossima edizione di Fieragricola 2016, rassegna
dell’agricoltura nata nel 1898, a Vinitaly e Fieracavalli nel 2015. Sono tre manifestazioni internazionali di alto livello nel settore agricolo e agroalimentare. Il prossimo anno saremo impegnati anche
nell’organizzazione del Padiglione dell’esperienza vitivinicola italiana “VINO a Taste of Italy”
nell’ambito del Padiglione Italia all’Expo 2015:
un’avventura impegnativa e molto stimolante, che
ci vede lavorare insieme al ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali», sottolinea il
presidente di Veronafiere, Ettore Riello, in occasione della nomina di Phil Hogan a commissario
europeo all’Agricoltura.
Il direttore generale, Giovanni Mantovani, nel
ringraziare il Commissario uscente Ciolos per
«l’attenzione riservata negli anni del suo mandata
culminata nella visita a Vinitaly nel 2012», espri-
me «migliori auguri di buon lavoro al neo commissario Hogan che sarà chiamato a risolvere alcune
questioni impellenti, dalla crisi occupazionale, alla
difesa delle produzioni Dop e Igp fuori dai mercati
comunitari, alla questione legata all’embargo russo. Senza dimenticare l’applicazione della nuova
Politica agricola comune, che traghetterà il settore
fino al 2020 e che sarà chiamata a una verifica già
nel 2017-2018, e il Ttip, il Trattato transatlantico
sul commercio e gli investimenti».
A cura dell’ufficio Stampa Veronafiere
periodico indipendente
Anno XXXVI - n. 9 - Settembre 2014
13
Pfass: Acque Veronesi incontra le amministrazioni e le Ulss
interessate. Confermata la disponibilità ad effettuare le
verifiche presso il proprio laboratorio a costi contenuti
Concordate le linee guida. Sarà compito dei comuni coordinare le attività
Si è svolto ieri mattina, nella sede di Legnago di Acque Veronesi, l’incontro tra la società consortile e i rappresentanti di alcune
amministrazioni della pianura. Erano presenti anche i referenti
delle Ulss 20 e 21. La riunione ha avuto come oggetto la definizione delle linee guida in merito alla questione pfass e ai “Primi
indirizzi operativi per l’utilizzo dei pozzi privati ai Comuni delle
Province interessate dalla presenza di sostanze perfluoroalchiliche nelle acque destinate al consumo umano.” Acque Veronesi
ha confermato che le analisi relative all’eventuale presenza di
elementi inquinanti potranno essere svolte anche nel proprio laboratorio e che il costo sarà calmierato ad 80 euro + iva per ogni
campione analizzato, con oneri a carico del titolare. Le modalità
ed i termini di pagamento per i cittadini saranno indicati nella fattura emessa a seguito dell’attività svolta. L’azienda fornirà inoltre
gratuitamente ai Comuni, su richiesta, il materiale necessario per
il prelievo di campioni, offrendo così un servizio che non rientra
tra i suoi compiti istituzionali. I cittadini interessati a tali attività dovranno rivolgersi alle amministrazioni competenti, che
avranno il compito di coordinare tutte le attività di prelievo
dei campioni e concordare con il laboratorio analisi le regole
di consegna degli stessi. La recente Deliberazione della Giunta
Regionale n. 618 del 29 aprile 2014, disciplina infatti alcune attività essenziali per la tutela sanitaria della popolazione esposta a
sostanze perfluoroalchiliche nelle acque sotterranee. Queste azioni prevedono la ricognizione dei pozzi privati presenti nell’am-
bito territoriale di riferimento, tenendo conto delle mappature
della distribuzione dell’inquinamento messe a punto dall’Arpav;
l’individuazione dell’utilizzo di quelli ad impiego potabile e l’indicazione, in presenza di concentrazioni elevate, di allacciarsi
alla rete acquedottistica dove possibile o, all’utilizzo di sistemi
di abbattimento, dove non è possibile l’allacciamento. Sempre in
base a quanto previsto dalla delibera, il titolare del pozzo privato
è tenuto ad effettuare e produrre le analisi delle acque prelevate
(indipendentemente dagli altri adempimenti necessari, comunque
previsti da norme statali e regionali). L’azienda ha ricordato ai
presenti che tali procedure si riferiscono esclusivamente alla questione Pfass, dato che per legge non è abilitata a emettere giudizi di idoneità dell’acqua destinata al consumo umano, giudizio che è di esclusiva competenza delle Aziende ULSS, ai sensi
dell’art. 6 comma 5-bis del D.Lgs 31/01 e dell’art. 4 del dgrv n.
015/2009 allegato A. «L’incontro rientra in una serie di appuntamenti che Acque Veronesi sta portando avanti in coordinamento
con le aziende sanitarie e i comuni interessati dal problema – ha
commentato il presidente Massimo Mariotti – Diverse amministrazioni della provincia scaligera e alcune del vicentino e del
padovano (circa una decina, compresa la città di Vicenza) hanno
già iniziato ad inviare i campioni per le analisi al nostro laboratorio che, è bene ricordarlo, è l’unico in Veneto e tra i pochi in Italia
ad essere accreditato per la ricerca delle sostanze perfluorurate».
A cura dell’ufficio Stampa di Acque Veronesi
GIOVANNI MANTOVANI NOMINATO PRIMO VICEPRESIDENTE
DELL’EUROPEAN CHAPTER DI UFI
Il direttore generale di Veronafiere è stato
nominato ai vertici di UFI-the Global Association of the Exhibition Industry, l’associazione mondiale delle Fiere che riunisce 630
membri da 83 paesi.
Si occuperà di coordinare e gestire le attività degli associati UFI europei sia in termini di sviluppo strategico che di nuove iniziative e ricerche.
Un altro prestigioso riconoscimento per
l’attività nazionale e internazionale di Veronafiere. Il direttore generale Giovanni Mantovani è stato eletto , per il triennio 20142017, Primo Vicepresidente del Chapter
Europeo di UFI – the Global Association of
the Exhibition Industry.
Mantovani sovraintenderà, insieme al
Chairman Gerald Bose, CEO di Koelnmesse, le attività dei 314 associati UFI europei
sia in termini di sviluppo strategico che di
nuove iniziative e ricerche.
La nomina è stata ufficializzata nel corso
del Seminario annuale Europeo UFI, tenutosi a San Pietroburgo.
Il mandato triennale di Mantovani avrà
inizio a fine ottobre, dopo l’Assemblea Generale
UFI prevista nel corso del Congresso di
Bogotá (29 ottobre-1 novembre 2014).
UFI-the Global Association of the Exhibi-
tion Industry è l’associazione che raggruppa
i principali organizzatori ed enti fieristici e
le associazioni nazionali ed internazionali
del settore. Ad oggi UFI conta 630 membri
provenienti da 83 paesi che rappresentano
4.500 manifestazioni, 150 milioni di visitatori, 700.000 espositori e 40 milioni di superfice netta espositiva.
«Ringrazio tutti i soci della fiducia accordatami che rappresenta per me motivo di orgoglio anche perché espressione
dell’apprezzamento per il lavoro svolto sia
a Veronafiere, come direttore generale, sia
nell’ambito dell’intero comparto a livello
internazionale. Questo nuovo incarico rappresenta per me una grande responsabilità
nonché un ulteriore stimolo a potenziare
sempre di più l’impegno per la valorizzazione del sistema fieristico mondiale. Insieme ai colleghi, lavoreremo per sostenere
gli associati nello sviluppo di una sempre
maggiore collaborazione tra gli enti di tutto il mondo con l’obiettivo di favorire lo
scambio di idee e la condivisione di strategie per un sempre più concreto ed armonico
sostegno alle imprese ” - afferma Giovanni
Mantovani.
UFI, fondata nel 1925, è oggi l’associazione mondiale che raggruppa i principali
organizzatori fieristici, centri espositivi e
congressuali, associazioni di settore e partner industriali.
Tutti i membri UFI - 630 da 83 Paesi a
rappresentare 4.500 manifestazioni, 150
milioni di visitatori, 700.000 espositori e 40
milioni di superfice netta espositiva - sono
riconosciuti a livello internazionale per il
loro alto standard qualitativo.
L’associazione è divisa in Chapter continentali. Quello europeo si riferisce alla
grande Europa, non solo agli Stati UE: ha
314 membri che rappresentano il 49% degli
associati.
UFI rappresenta un’opportunità di dialogo e confronto tra i professionisti del settore
fieristico internazionale e svolge un ruolo
importante nella promozione delle manifestazioni come strumento di marketing molto efficace.
Con sede a Parigi e uffici regionali a Hong
Kong e in Kuwait, la missione di UFI è rappresentare e servire il settore fieristico internazionale.
UFI nasce infatti con l’obiettivo di far
conoscere le potenzialità del sistema fieristico come motore trainante dell’economia
europea e mondiale, di promuovere il valore
unico delle fiere ed educare i professionisti
del settore fieristico.
A cura dell’ufficio Stampa Veronafiere
Anno XXXVI - n. 9 - Settembre 2014
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Anno XXXVI - n. 9 - Settembre 2014
periodico indipendente
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Presentati oggi i dati del settore. Coldiretti: “E’ crisi strutturale”
IL CARRELLO DI FRUTTA E VERDURA SI SVUOTA, CONTINUANO LE IMPORTAZIONI DALL’ESTERO E
L’EMBARGO RUSSO FA IL RESTO. IL COMPARTO ORTOFRUTTICOLO SOTTO LA LENTE DI COLDIRETTI VENETO
Per Coldiretti Veneto è una crisi strutturale quella
in cui versa l’ortofrutta veneta. A poche settimane
dalla produzione di radicchio, ortaggio di punta del
comparto nazionale dove il Veneto primeggia con le
sue eccellenze, Coldiretti traccia un’analisi del settore messo a dura prova da un calo dei consumi e
dalle turbolenze provocate dall’embargo russo che
ha toccato, per la verdura, il - 8% nel primo semestre. Il Veneto che coltiva più del 40% della produzione esporta in Germania e in Austria grossi quantitativi che nel complesso nazionale valgono per
questa cicoria 314 milioni dell’export delle lattughe
e radicchi. Se questo quadro è incoraggiante preoccupa sul fronte interno
la riduzione degli acquisti che interessa in particolare i prodotti orticoli di
pregio. Dal 2008 ad oggi sono spariti 48 chili di frutta e verdura dal carrello delle famiglie – spiega Coldiretti Veneto - Ad aggravare la situazione
già critica anche i flussi di importazione che vedono la Spagna immettere
nella nostra regione tonnellate di pesche ed altri Paesi che con triangolazioni apparentemente impossibili riescono a far arrivare dall’Olanda migliaia
di quintali di pere. Il consumatore, oltre tutto, ignora che nella Penisola
Iberica è autorizzato un principio attivo per la conservazione della frutta
che il Ministero della Salute italiana ha assolutamente vietato. La domanda interna è comunque fondamentale per il comparto che, purtroppo, deve
fare i conti con una prolungata contrazione della spesa che anche nel 2014
manifesta riduzioni notevoli. Nelle tabelle, presentate oggi dai dirigenti di
Coldiretti Veneto si analizzano alcuni prodotti ortofrutticoli, i principali,
ovvero quelli che più stanno soffrendo, o che nel prossimo futuro potrebbero avere ripercussioni a causa del blocco in Russia e della recessione a
tavola. «L’embargo russo – dice Claudio Valente, presidente di Coldiretti
Verona – ha peggiorato una crisi, quella dell’ortofrutta, già grave. Oltre
alle perdite economiche per il mancato export, a preoccupare è l’effetto
domino. Infatti la situazione dell’Italia è comune anche ad altri paesi che, a
seguito dell’embargo riverseranno le loro produzioni all’interno della Comunità europea. La Polonia, ad esempio, esporta notevoli quantità di mele
verso la Russia ora questi quintali di frutta saranno immessi nel mercato europeo, con effetti ingovernabili anche sui prezzi». «All’ortofrutta veronese
– continua Valente - il blocco russo provocherà un danno dell’ordine dei 20
milioni. Se si considera l’indotto la cifra triplica. Pensiamo alle produzioni
di mele Granny Smith che sono molto apprezzate nel mercato russo e che
trovano il loro habitat ideale nel veronese. Per questo motivo, parecchi produttori veronesi avevano
fatto importanti investimenti e aperto canali diretti
di commercio ora si ritrovano con una sovrapproduzione difficile da smerciare».
I dati rilevano flussi verso la Russia nel comparto
ortofrutticolo significativi ma non decisivi – commenta Coldiretti - Tuttavia, è importante rilevare
che la chiusura di alcuni sbocchi commerciali determina, in una situazione di eccesso di offerta per
molti prodotti in una situazione di crisi dei consumi
risvolti negativi che non sono facili da stimare. Lo
studio evidenzia che per il Veneto il primo partner commerciale nell’ortofrutta è la Germania che, con ogni probabilità, non solo si approvvigiona
in Italia per il mercato interno, ma anche per poi commercializzare le produzioni ortofrutticole verso l’est dell’Europa fino alla Russia. I segnali che
sono stati registrati in primis per le pesche e nettarine e che, purtroppo,
stanno incominciando a pervenire anche per le pomacee (mele e pere), non
sono positivi. Esistono timori quindi anche per le quotazioni del kiwi e
del radicchio, anche se in questa fase è temerario giungere a conclusioni.
Per sovvertire questo trend negativo nel settore dell’ortofrutta, non basta
il ritiro dell’embargo da parte della Russia, né possono rappresentare una
soluzione le misure di compensazione ai produttori che non immettono in
commercio i prodotti recentemente varate dall’Unione europea. Solo una
decisa ripresa dei consumi domestici può consentire il recupero del prezzo
per gli agricoltori che, praticamente, subiscono la gran parte degli effetti
della domanda al ribasso con quotazioni che, come nel caso delle pesche,
sono addirittura al di sotto dei costi di produzione.
Coldiretti ha dunque lanciato un cronoprogramma sotto lo slogan “MEGLIO ITALIANO, SCELGO VENETO” al fine di stringere un patto, che è
già alleanza con i consumatori, assieme alla Regione, ai rappresentanti del
Governo, ai mercati ortofrutticoli e alla Grande Distribuzione Organizzata.
Nei prossimi giorni le delegazioni provinciali incontreranno i Prefetti e gli
assessorati regionali competenti oltre che la Presidenza del Consiglio Veneto per definire una politica d’interventi necessari a sostenere la fiducia delle
famiglie verso la tipicità nostrana che vede frutta e verdura al top della
qualità e della sicurezza alimentare come tutto il patrimonio agroalimentare
regionale.
A cura di Ufficio Stampa Coldiretti Verona
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Anno XXXVI - n. 9 - Settembre 2014
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periodico indipendente
LA NUOVA FRONTIERA DEL RISPARMIO - 3A PARTE
IL PASSION INVESTMENT
L’oro è sempre stato un elemento
fondamentale nel funzionamento dei
sistemi economici di tutto il mondo ed
è lo strumento che ha permesso di
superare il sistema di scambio delle
merci basato sul baratto consentendo
la nascita dell’attività mercantile così
come la conosciamo oggi. Anche
ai giorni nostri la creazione di nuovi
sistemi valutari è stata supportata e
resa possibile dalle garanzie collaterali
fornite dai depositi in oro. L’evoluzione
del prezzo dell’oro dipende da diversi
fattori ma in generale si può affermare
che rappresenta un barometro dello
stato di salute del sistema economico
internazionale e della fiducia che i privati
e gli investitori istituzionali ripongono
sulle sue prospettive; più aumenta la
sensazione di incertezza, presunta o
reale, anche nei rapporti fra i singoli
Stati sovrani, maggiore è la probabilità
che le quotazioni dell’oro subiscano
delle impennate, come è capitato negli
ultimi 10 anni, soprattutto dopo la
crisi del 2008, nei confronti delle più
importanti monete, con rivalutazioni
comprese fra il 150 ed il 300%. A ben
vedere la vera forza dell’oro, così come
di pochi altri beni, è che da oltre 2000
anni è universalmente riconosciuto e
accettato come mezzo di regolamento
delle transazioni, che sfugge ai
problemi di svalutazione monetaria,
di iperinflazione, di congiunture
economiche problematiche, di disordini
sociali, di guerre. Oggi la gran parte dei
patrimoni personali, frutto di un’attività
di risparmio durata anni o decenni,
è di fatto allocata e rappresentata
da strumenti cartacei, da scritture
contabili custodite in qualche file dei
computer, spesso è il corrispettivo
di debiti contratti da enti pubblici o
privati che forniscono garanzie in molti
casi del tutto teoriche. La molla che
spinge gli investitori più avveduti a
diversificare in termini “fisici” la propria
ricchezza prende spunto da queste
considerazioni e dal fatto che quasi
tutte le Banche Centrali detengono forti
riserve in oro: la storia insegna che la
moneta di carta in certe condizioni
può essere modificata o addirittura
soppressa, il prezioso metallo giallo
tramanda il suo valore nel tempo
e nel lungo termine lo accresce.
La prima considerazione da fare è
proprio questa: l’orizzonte temporale
dell’investimento in oro fisico, che
non può essere differente dal medio
- lungo periodo. Nel recente passato
si sono verificate situazioni che hanno
consentito una rapida rivalutazione
anche nell’arco di pochi mesi, ma per
l’appunto si tratta di eventi eccezionali,
che sicuramente non costituiscono la
regola. Relativamente alle possibili
scelte di investimento, il risparmiatore
ha a disposizione una vastissima
gamma di opportunità, che spazia
dai lingotti di piccole o piccolissime
dimensioni (dai 2 ai 10 grammi), per
arrivare a quelli da 100, 250, 500
grammi ed oltre. Il tutto garantito
da sigilli anticontraffazione con
certificazione delle principali fonderie
europee. Recentemente è stato reso
operativo un Piano di Accumulo in oro
fisico, che prevede acquisti periodici di
una sorta di Unità base di metallo, con
l’obiettivo di ricevere al completamento
del Piano un certo numero di lingotti
ovvero, in caso di interruzione dei
versamenti, la facoltà di recesso
anticipato con la conversione in lingotti
e con la consegna dei medesimi
del controvalore pagato fino a quel
momento.
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Anno XXXVI - n. 9 - Settembre 2014
IN CORSA CON L’AVIS, GRAND PRIX DI
PATTINAGGIO A MENA’ DI CASTAGNARO
Il 21 settembre 2014 presso l’anello stradale lungo 330 metri dell’impianto sportivo in viale
Europa a Menà di Castagnaro, si terrà il trofeo “in corsa con l’AVIS”, una manifestazione
nazionale che rientra nel circuito Grand prix giovani di pattinaggio corsa.
All’appuntamento saranno presenti ben 300 atleti suddivisi in categorie dagli 8 ai 30 anni a
rappresentare 30 società del Veneto e anche di regioni limitrofe con la presenza pure di dirigenti FIHP. Ci sarà un momento anche per i cuccioli o primi passi per valorizzare gli agonisti
di domani.
L’organizzazione è curata dalla società “La Vangadina Menà” e dalla Federazione italiana
hochey pattinaggio (FIHP) in collaborazione con il Comune di Castagnaro.
L’orario della manifestazione è stato spostato alle ore 13,30 per sfruttare il più possibile la
luce considerando che recentemente, ignoti hanno rubato tutti i cavi elettrici sotterranei contenenti rame, indispensabili per l’illuminazione della pista.
La spesa per il ripristino è notevole ed è stata quantificata pari al valore di un anno intero di
illuminazione stradale della rete elettrica pubblica dell’intero comune di Castagnaro compresa
la frazione Menà. Tuttavia, per garantire il corretto svolgimento della manifestazione, si è
provveduto a ripristinare almeno l’impianto dei bagni e la postazione dei giudici che dovranno
supervisionare l’intera manifestazione.
Francesco Occhi
Visita del Legnago agli sponsor
EsseGroup e Punto Blu
Visita prima dell’inizio del campionato
dei dirigenti biancazzurri Mario Preto direttore generale, Alberto Frattini responsabile marketing, Marco Marostica dirigente
accompagnatore, dell’ allenatore Leonardo
Rossi, del capitano Nicola Valente e del
vice Federico Tobanelli, alla ditta Esse
Group Autoricambi Bosch che sponsorizza
le partite casalinghe del Legnago e al Punto Blub dei fratelli Gianni e Luciano Mella
parteners pubblicitari che hanno offerto le
nuove divise.
Il direttore generale Mario Preto ha ringraziato i titolari della ditta Esse Group e i
fratelli Mella,titolari del Punto Blub, eccellenti interpreti del commercio.
A.N.
Nelle foto Navarro alcuni momenti delle
visite agli sponsor
17
DAL 1 SETTEMBRE è
sparita LA RICETTA
ROSSA FARMACEUTICA
“Dal 1 settembre i cittadini che richiederanno una prescrizione farmaceutica al proprio
medico di medicina generale riceveranno un
promemoria stampato su carta bianca con il
quale potranno recarsi in farmacia e ritirare
il farmaco prescritto.” annuncia Massimo
Piccoli, Direttore Generale dell’Azienda Ulss
21 “Scompare dunque la ricetta rossa farmaceutica che, grazie al percorso di dematerializzazione delle prescrizioni realizzato in seno
al progetto Fascicolo Sanitario Elettronico
regionale, non ha più ragione di esistere”.
Si completa in questo modo la seconda fase
del processo di dematerializzazione della produzione ed erogazione delle ricette reso possibile grazie ad un collegamento telematico tra
medici, Azienda ULSS 21, farmacie, Regione
Veneto e Ministero dell’Economia. Un sistema
che, in linea con le norme regionali e nazionali
in materia, offre un’occasione per migliorare il
servizio direttamente al cittadino. Attualmente
sul totale dei medici di medicina generale (n.
103) e pediatri di libera scelta (n.20) dell’Azienda Ulss 21 la quasi totalità risulta collegato
in rete ed inviante la ricetta dematerializzata.
“La novità – precisa Massimo Piccoli - non
implica cambiamenti particolari per il cittadino che, al posto della ricetta rossa farmaceutica, riceve un promemoria bianco contenente
tre codici: il numero di ricetta elettronica, il
codice fiscale dell’assistito e il codice di controllo del Ministero dell’Economia. Con questo
può recarsi alla farmacia preferita e ricevere
il farmaco prescritto dal proprio medico. Non
avendo valore legale come in precedenza la
ricetta rossa, il promemoria serve esclusivamente come fonte di riferimento. I cittadini
– conclude il Direttore Generale - saranno
informati attraverso una campagna di comunicazione dal titolo “Cambia il colore, aumenta
il valore” che prevede la distribuzione di materiali negli ambulatori dei medici nelle strutture
sanitarie del territorio”.
La dematerializzazione sarà successivamente estesa alle prescrizioni specialistiche erogate
dai medici dell’Azienda ULSS 21. Il processo
di digitalizzazione sarà chiuso completamente
dal 2015 quando la ricetta rossa scomparirà e
al cittadino basterà recarsi in farmacia con la
propria tessera sanitaria per ricevere il farmaco
prescritto.
Tutto questo garantisce maggiore sicurezza,
tempi più rapidi nell’erogazione dei servizi e
contenimento della spesa sanitaria.
L’Azienda ULSS 21 sta attuando la dematerializzazione della ricetta come primo importante esito del progetto Fascicolo Sanitario
Elettronico regionale (FSEr), iniziativa della
Regione coordinata per l’appunto da Arsenàl.
IT. Il FSEr, attraverso una complessiva riorganizzazione dei sistemi informativi sanitari di
ogni azienda, rivoluzionerà i servizi di cura,
garantendo a tutti i cittadini un’assistenza
sociosanitaria più efficiente, efficace e sostenibile.
Massimo Piccoli
Anno XXXVI - n. 9 - Settembre 2014
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IRIDE, AURORA E VITTORIA
Eccoci giunti alla settantesima puntata della rubrica di AstroMitologia del Basso Adige.
Oggi cominceremo a descrivere le divinità minori dell’antica Roma soffermandoci su quelle
femminili come Iride, Aurora e Vittoria.
Iride, che nella mitologia greca corrisponde ad Iris, è la dea dell’arcobaleno e messaggera degli dei. È figlia della divinità marina
primordiale Taumante e della ninfa oceanina
Elettra e sorella delle tre Arpie, ciascuna delle quali rappresentava un diverso aspetto della tempesta: Aello (il turbinio), Ocipete (la
velocità) e Celeno (l’oscurità). È vestita di gocce di rugiada e a differenza di Mercurio, che
portava messaggi propizi da parte degli dèi, il
compito della dea Iride era quello di annunziare agli uomini messaggi funesti. Iride svolge
il suo compito di messaggera grazie alle sue
grandi ali d’oro con cui corre veloce nel cielo.
Aurora, che nella mitologia greca corrisponde a Eos, è la dea dell’aurora. È figlia
del titano Iperione (titano della vigilanza e
dell’osservanza) e della titanide Teia e sorella
di Elio (il Sole) e di Selene (la Luna). È moglie
del titano Astreo, col quale ha generato i venti del nord (Borea), dell’est (Euro), dell’ovest
(Zefiro) e del sud (Noto). La dea Aurora si rinnova ogni mattina all’alba e viaggia attraverso
il cielo annunciando l’arrivo della mattina. Tra
gli amanti di Aurora si può nominare Giove,
da cui ebbe Ersa (la dea della rugiada), e il dio della guerra Marte. Marte però era anche l’amante della dea della bellezza Venere
che sdegnata punì la dea rivale,
condannandola ad innamorarsi
solo dei mortali. Così Aurora,
durante una passeggiata presso
la città di Troia, si innamorò di
Titone, un bellissimo ragazzo
figlio del re di Troia. Un giorno
la dea lo rapì e chiese a Giove
di concedere al suo innamorato l’immortalità, dimenticando
però di richiedere anche l’eterna giovinezza.
Così con il passare del tempo Aurora vedeva
Titone diventare sempre più vecchio e privo
di forze. Alla fine la dea dell’aurora chiese ed
ottenne che fosse mutato in cicala. Dalla loro
unione nacquero due figli, Emazione e Memnone, quest’ultimo ucciso da Achille durante
l’assedio di Troia.
Vittoria, che nella mitologia greca
corrisponde a Nike, è la personificazione della vittoria in battaglia. Viene raffigurata come
una giovane donna con le ali; proprio per questo viene a volte chiamata con gli appellativi di
Vittoria Alata e di Dea Alata della Vittoria. A
Roma aveva un suo tempio sul colle Palatino.
Vittoria (nell’immagine a fianco con in mano
l’alloro) è figlia del titano Pallante e della ninfa
periodico indipendente
Stige (che presiedeva il fiume infernale Stige) e
sorella di Cratos (personificazione del potere),
Bia (personificazione della violenza) e Zelos
(personificazione dell’ardore). Secondo la mitologia la ninfa Stige, durante la guerra contro i Titani, portò i suoi quattro figli da Giove
mentre stava riunendo alleati per la battaglia.
Giove quindi nominò Vittoria
condottiera del suo carro divino,
ruolo in cui viene spesso ritratta
nelle raffigurazioni classiche e
nominò tutti e quattro le personificazioni sentinelle del suo trono.
Vittoria era rappresentata sul palmo della mano della dea dell’intelligenza e della guerra ordinata
Atena/Minerva nel Partenone di
Atene e ad Olimpia nella mano
di Giove. Tra le sue sculture
più famose non possiamo non
ricordare la famosa Nike di Samotracia custodita al Louvre di Parigi. Vittoria
è strettamente legata alla dea Atena, infatti le
due fanno spesso coppia, coppia che è spesso
raffigurata sulle antiche monete greche. La
loro affinità ha portato al formarsi della figura
divina di Atena Nike a cui era dedicato un tempio sull’Acropoli di Atene, costruito intorno al
425 a.C. Nel mondo contemporaneo la figura
di Vittoria è apparsa in varie occasioni, come
sulla prima Coppa del Mondo di calcio della FIFA, conosciuta anche come Coppa Jules
Rime, e nei giochi olimpici come simbolo di
vittoria per gli atleti. Nel prossimo numero della rubrica continueremo a parlare delle divinità
minori dell’antichità greco-romana. Arrivederci al prossimo mitologico numero!!
Gianluigi Viviani
Castello Bevilacqua Academy
Matrimonio civile
al Castello Bevilacqua: ora si può!!!
La fredda e sterile sala comunale dove fino a qualche tempo fa
si era costretti ad andare per convolare a nozze sarà solo un lontano ricordo: da oggi al Castello Bevilacqua finalmente potrete
scambiarvi le vostre promesse d’amore in modo legale. Il comune di Bevilacqua ha riconosciuto questa location come luogo per
pronunciare il più famoso e desiderato dei Sì. Molte future coppie di sposi potranno celebrare il proprio matrimonio civile in un
meraviglioso e curato giardino all’aperto o in uno dei suggestivi
ed eleganti saloni del Castello Bevilacqua in modo legale, permettendo al loro giorno speciale di essere davvero memorabile
sia per loro che per i loro ospiti. Le wedding planner presenti
all’interno della struttura sono sempre informate sulle ultime
tendenze, consapevoli del fatto che stile ed eleganza sono assolutamente indispensabili in ogni dettaglio. Mise en place, fiori ed
allestimenti in genere saranno curati dall’inizio della cerimonia
civile al taglio della torta nuziale finale, proponendo sempre soluzioni nuove adatte alle esigenze di ogni coppia di sposi.
L’ autunno è alle porte e la nuova stagione del Castello Bevilacqua Academy è pronta per riaprire i battenti. Cominciamo lunedì 13 ottobre con la seconda edizione di
“Fashion Aperibeauty”, in collaborazione con Salone Chiara Immagine, tra cocktail,
ombretti e rossetti potrete liberare la vostra fantasia e potenziare le vostre abilità di
make-up artist, naturalmente aiutate dalla fashion-stylist Chiara Voltolin, che saprà
darvi il giusto consiglio! Gli altri appuntamenti saranno lunedì 20 ottobre e lunedì 3 novembre dalle 18.45 per trascorrere due ore di puro svago con le vostre amiche. Lunedì
13 ottobre poi, Castello Bevilacqua Academy, in collaborazione con gli chef del Ristorante All’Antica Ala, organizzano il primo corso sull”Arte del cake design”, per scoprire
i dolci trucchi e segreti della pasticceria. Lunedì 27 ottobre ci sarà “L’ABC della cucina”,
dove corsisti inesperti potranno cominciare a mettere le mani in pasta e imparare a sopravvivere in cucina. Il 10 novembre invece ci si potrà cimentare in un ambito culinario
sempre molto spinoso: il pesce. Dalle 19.30 alle 22.30 avrete la possibilità di superare
l’incubo del pesce ed imparare soluzioni veloci e originali per preparare gustosi piatti.
Il 17 novembre ci sarà l’appuntamento con le buone maniere in “Il galateo in tavola”.
Con l’arrivo dell’inverno ci sarà un corso dedicato alle sue verdure di stagione lunedì 24,
con “La zucca e i suoi abbinamenti”, e l’imperdibile corso sul Pranzo di Natale lunedì
1 dicembre. Al termine di tutti i corsi i partecipanti assaggeranno i piatti preparati e
verrà rilasciato un attestato di partecipazione. Novembre è un mese ricco di impegni
anche per chi vorrà intraprendere la professione di wedding planner: sabato 8, 15 e
22 novembre un team di esperti vi darà tutte le conoscenze per poter intraprendere
questo lavoro così dinamico e stimolante. Castello Bevilacqua Academy pensa anche
ai più piccoli con due corsi creati ad hoc per loro: “Cucina con i bambini” domenica 23
novembre e “Mi faccio bella come mamma” domenica 30 novembre dalle ore 15 alle
ore 18. Spazio anche ai più piccoli!!!
Anno XXXVI - n. 9 - Settembre 2014
periodico indipendente
19
2014
LINEE ESTIVE
LESSINIA
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Lidi Ferraresi
Milano Marittima
Cesenatico
Rimini
Riccione
VERONA - CATTOLICA
La linea Verona-Cattolica è il mezzo ideale
per raggiungere le rinomate località di
mare dei lidi ravennati e della riviera
romagnola, dove trascorrere un periodo
di villeggiatura o anche per una nottata
in discoteca senza l’assillo di mettersi al
volante sulla strada del ritorno.
Partenze da Verona tutti i venerdì e sabato,
ritorno il sabato e la domenica.
Scopri anche le altre Linee ATV per l’estate:
LAGO DI GARDA - VENEZIA
BUS SERVICE
ARENA DI VERONALAGO DI GARDA
ATV – Azienda Trasporti Verona srl
Lungadige Galtarossa, 5
37133 VERONA
Per ulteriori info su orari e percorsi:
tel: 045 8057805 (ore 8,00-13,30)
[email protected] - www.atv.verona.it
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