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Osservatorio Fillea Grandi Imprese e Lavoro
Newsletter Costruzioni e Grandi Imprese
16 – 23 maggio 2014
A cura di Alessandra Graziani1 e Giuliana Giovannelli2
Congiuntura:
legislazione:
distr. sughero:
piano casa:
fondi Ue:
legislazione:
bonus mobili:
Project Financing:
ed. scolastica:
ed. scolastica:
sicurezza:
restauro:
legno arredo:
strutture in legno fuori dalle opere superspecialistiche (sito internet edilportale, 16.05.14)
il paradiso del sughero diventato terra di strozzini (La Stampa, 19.05.14)
le chance sui capannoni (Il Sole 24 Ore, 19.05.14)
nuove imprese e lavoro coi fondi Ue (Il Sole 24 Ore, 19.05.14)
i nodi del recepimento della Direttiva Ue (Edilizia e Territorio, 19.05.14)
bonus semplificato (Il Sole 24 Ore, 21.05.14)
guida Ance-Abi (Il Sole 24 Ore, 21.05.14)
ok al piano coi Fondi immobiliari (Il Sole 24 Ore, 21.05.14)
tentativi estremi (Il Sole 24 Ore, 22.05.14)
giovedì click day sui fondi (Il Sole 24 Ore, 22.05.14)
arrivano i criteri per la qualifica (Italia Oggi, 23.05.14)
trovare lavoro nell’arredamento (Il Giornale, 23.05.14)
Grandi imprese delle costruzioni:
Natuzzi:
Trombini:
Italcementi:
Ikea:
Ikea:
Anas:
il re del divano democratico rilancia (Corriere Economia, 19.05.14)
Falco, i sindacati incontrano il Ministro Galletti (Il Resto del Carlino, 20.05.14)
alza il prezzo dell’Opa francese (Il Sole 24 Ore, 21.05.14)
l’idea di continuità aziendale (Il Sole 24 Ore, 21.05.14)
entrate fiscali per 286 milioni (Il Sole 24 Ore, 22.05.14)
nuove opere per 350 milioni (QN, 23.05.14)
Rapporti e studi:
Eurostat:
Eurostat:
Istat:
produzione nelle costruzioni marzo 2014 (Comunicato Eurostat, 19.05.14)
tasso di occupazione 2013 (Comunicato Eurostat, 19.05.14)
fatturato e ordinativi dell’industria marzo 2014 (Comunicato Istat, 20.05.14)
Eventi:
Ance, Una proposta di standardizzazione della convenzione di concessione lavori, Roma, 20 maggio 2014
Internazionale Marmi e Macchine Carrara, Carrara Marmotec 2014, Carrara, 21-24 maggio 2014
Congiuntura
legislazione (16.05.14):
Dalle categorie superspecialistiche vengono eliminate le strutture in legno. La novità è
contenuta nel ddl Casa approvato dal Senato e per diventare operativa dovrà essere convalidata anche dalla Camera.
La modifica apportata dal Senato avrà un impatto sulla differenziazione tra opere specialistiche e superspecialistiche ai
fini dell’attestazione Soa e della possibilità di eseguire direttamente o subappaltare i lavori. La categoria OS32 strutture in legno era stata collocata tra le opere superspecialistiche. Si tratta di opere e strutture di notevole
contenuto tecnologico e complessità tecnica di importo superiore al 10% dell’importo complessivo dell’opera o
superiore a 150 mila euro, che non possono essere affidate in subappalto, ma devono essere eseguite direttamente
dall’affidatario. Nel caso in cui questi non possegga le qualificazioni necessarie, deve costituire una Ati verticale con
una o più imprese in grado di eseguire la lavorazione. Ricordiamo che, dopo la sospensione del Decreto Qualificazioni,
in base al quale le imprese generali potevano eseguire anche i lavori specialistici, il ddl Casa aveva previsto
l’emanazione di un decreto ad hoc per mettere ordine nella materia delle attestazioni Soa. Il decreto, emanato dal
Ministero delle Infrastrutture e trasporti, da una parte ha ribadito che le imprese senza una adeguata qualificazione
devono subappaltare i lavori o costituire una Ati verticale servendosi di imprese con una capacità tecnica adeguata,
mentre dall'altra ha ridotto il numero delle categorie superspecialistiche, facendo rientrare però al suo interno la
categoria OS32. Per evitare ricorsi, i contenuti del decreto sono stati recepiti integralmente nel ddl Casa. L’Aula del
Senato ha però, depennando la categoria OS32 ha operato una modifica che dovrà ora essere confermata dalla
Camera.
distretto sughero (19.05.14): (…) Nel paradiso perduto del sughero c'è un giro milionario di denaro che sfugge
ai controlli. Agli usurai si rivolgono imprenditori caduti improvvisamente in disgrazia ma anche famiglie che hanno
esagerato con le finanziarie. Gente che in banca non può più chiedere nulla e che finisce nella rete degli strozzini. Suor
Luigia Leoni è la direttrice della Caritas diocesana ma anche la fondatrice del centro di ascolto per le vittime dell'usura:
«Nel nostro territorio purtroppo il fenomeno è radicato e ha una tradizione più che secolare. La crisi economica ha reso
più difficile tutto e allo stesso tempo ha proposto occasioni ancora più ghiotte a chi offre denaro. Gli usurai sono difficili
da riconoscere ma sono in mezzo a noi: si presentano inizialmente come amici molto generosi, poi fanno venire fuori la
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loro vera faccia. Conoscono le persone che hanno bisogno, le avvicinano e garantiscono un aiuto che in realtà è una
trappola. Le vittime non denunciano ma ultimamente in tanti si rivolgono al centro d'ascolto. Il guaio è che talvolta
neanche fare denuncia è sufficiente. Abbiamo avuto casi di persone che hanno trovato il coraggio di rivolgersi alle forze
dell'ordine ma alla fine sono state tradite dalle istituzioni: la giustizia è stata lentissima e la prescrizione ha fermato il
processo». Qualche storia, comunque, è venuta a galla. E nel giro di pochi anni la Procura di Tempio e la Guardia di
finanza hanno chiuso tre inchieste. Sono scattate diverse denunce e in qualche -caso anche le manette. Ma soprattutto
si è scoperto che agli usurai si rivolgono piccoli imprenditori, artigiani, padri di famiglia e industriali alla prese con il
rischio del fallimento. «Abbiamo sentito di qualcuno che ha chiesto soldi agli usurai per fare a sua volta lo strozzino: è
nato una sorta di business - racconta il sindaco Romeo Freudiani - In questo territorio siamo passati da una situazione
economica florida a una crisi senza precedenti. E poi c'è un altro problema che favorisce ulteriormente il mercato del
prestito clandestino: le persone in difficoltà non trovano risposte quando si rivolgono alle istituzioni o agli istituti di
credito».
piano casa (19.05.14): Una variabile importante in tempi di crisi economica, quando spesso è necessario
modificare o convertire gli impianti produttivi. I piani casa delle Regioni concedono premi di superfici o di volumetrie
per gli interventi di ampliamento, ristrutturazione o sostituzione edilizia non solo sugli immobili residenziali, ma anche
su quelli che ospitano fabbriche, officine, artigiani e attività commerciali. Le leggi che regolamentano i piani sono in
vigore in tutte le Regioni, in gran parte in scadenza quest'anno. Fanno eccezione la Lombardia e l'Emilia Romagna, che
hanno lasciato scadere senza più prorogarle le proprie normative. Quasi tutte, con differenti limiti, livelli di generosità
e modalità, incentivano gli interventi su capannoni industriali e altri edifici che ospitano attività economiche. Differente
è il caso della Basilicata, che ammette interventi sugli immobili a destinazione mista solo se non più del 30% della
superficie ha una destinazione diversa dalla residenza; analoga è la scelta fatta dalla provincia di Bolzano. Alcune
Regioni, come Marche e Umbria, fin dall'inizio avevano concesso i premi edilizi per gli immobili produttivi. Per altre,
come la Toscana, il piano casa è diventato anche un "piano capannoni" con le leggi che di volta in volta hanno
prorogato la scadenza e introdotto qualche modifica all'impianto originario. Con gli interventi di ampliamento o
demolizione e ricostruzione degli immobili a destinazione produttiva si perseguono anche gli stessi obiettivi che
giustificano la premialita sugli immobili residenziali: miglioramento degli standard energetici, impiego di fonti di
energia alternativa, adeguamento alle normative antisismiche. In più, nel caso di questi edifici, le norme fanno appello
alla necessità di riqualificare aree industriali e artigianali dismesse e di liberare determinate aree da opere incongrue.
In Puglia la legge regionale dà facoltà ai Comuni di concedere un premio fino al 35% della volumetria per ricostruire,
anche delocalizzandoli, gli edifici che per dimensione, tipologia o collocazione contrastano con il contesto
paesaggistico, urbanistico e architettonico circostante. In questi casi, ovviamente, i diritti devono poter essere
trasferiti da un'area a un'altra. Lo prevede espressamente la legge del Friuli Venezia Giulia: nel caso di interventi di
ristrutturazione con demolizione totale o parziale di edifici "fuori posto" rispetto alle previsioni del Prg, il Comune e il
proprietario dell'immobile possono concordare il trasferimento dei crediti edificatori derivanti dalla sostituzione
aumentati del 50 per cento. Solo in qualche caso le Regioni hanno subordinato la concessione di premi a particolari
esigenze. Nelle Marche per beneficiare dell'incremento della volumetria esistente del 20% o del 35%, a seconda che si
tratti di un intervento di ampliamento o di demolizione e ricostruzione, l'imprenditore deve documentare che le nuove
superfici siano necessarie per esigenze produttive. I vecchi capannoni demoliti possono anche essere ricostruiti come
abitazioni, ma fuori dalle zone omogenee a destinazione agricola, industriale, artigianale, direzionale e commerciale.
Particolarmente generosa la Regione Veneto, la cui legge non sembra, però, molto gradita ai sindaci, che ne chiedono
la modifica. La demolizione e ricostruzione è premiata con un aumento di volumetria fino al 70%, se il nuovo edificio
raggiunge standard energetici che lo collochino in classe A, quanto a consumi; si può toccare l'80% con l'utilizzo di
tecniche costruttive sull'edilizia sostenibile. Per gli ampliamenti il premio può raggiungere il 40 per cento. È consentito
realizzare gli interventi in lotti diversi da quello dell'area di sedime. Può esser trasformata in abitazioni o negozi anche
l'intera volumetria di edifici dismessi o in via di dismissione situati in zone territoriali omogenee diverse dall'agricola.
Alcune Regioni permettono, poi, di cumulare i diversi benefici previsti dai piani. È il caso del Piemonte: se con
l'ampliamento, la superficie aggiuntiva non supera il 30% di quella utile risultante dalla concessione edilizia, si può
recuperare altra superficie riducendo con soppalchi l'altezza dei fabbricati con destinazione artigianale, produttiva e
direzionale, ma a condizione che gli edifici siano effettivamente utilizzati. Sulla stessa lunghezza d'onda anche il Friuli
Venezia Giulia. Tutti gli interventi sono in deroga alle previsioni degli strumenti urbanistici ed edilizi. (Raffaele
Lungarella)
fondi Ue (19.05.14): Più di 47mila posti di lavoro creati in Italia grazie ai fondi europei. E poi 3.700 nuove
imprese; banda larga estesa a più di 940mila persone; sostegno per 26mila Pmi. Il bilancio della Commissione europea
sull'efficacia della politica di coesione nel periodo 2007-2013 è ancora provvisorio. Non solo perché si ferma al 2012
ma anche perché molte regioni sono ancora indietro nella realizzazione dei progetti cofinanziati dalla Ue. All'attivo ci
sono anche 1.500 chilometri di ferrovie, costruite o ricostruite, e progetti di depurazione delle acque reflue per un
milione di persone. Queste cifre si riferiscono solo agli interventi del Fesr (Fondo per lo sviluppo regionale) che
rappresenta circa la metà delle risorse europee disponibili, considerando anche il Fondo sociale (Fse) e il Fondo per
l'agricoltura e le aree rurali (Feasr). Servono a dare concretezza alla politica di coesione dell'Unione e ai fondi europei,
troppo spesso associati nell'immaginario collettivo all'idea di spreco e mala gestione. Non che non ci siano - purtroppoepisodi di truffa o corruzione, ma come sempre un albero che cade fa più rumore di un bosco che cresce. E al bosco
bisogna guardare per cercare di capire non solo il senso delle politiche europee di coesione, ma anche come sfruttarle
per la crescita e l'occupazione. Perciò il confronto con gli altri Stati membri, che ancora una volta vede l'Italia nelle
posizioni di coda, va vissuto non come uno smacco ma come l'occasione per capire cosa possono fare regioni e
ministeri per spendere meglio e più velocemente le risorse europee. Per esempio guardando alla Germania, che con
risorse inferiori a quelle destinate all'Italia è riuscita a creare 88mila posti di lavoro e ha sostenuto la nascita di 6.500
nuove imprese e 5.900 progetti nelle energie rinnovabili. O alla Spagna che, è vero, aveva più risorse dell'Italia, ma
sembra anche averle spese molto meglio, sia in termini di nuova occupazione (58mila) che di supporto alle Pmi
(43mila) o, ancora più significativo, a sostegno di 30mila progetti di ricerca. L'elenco potrebbe continuare, per esempio
con il Regno Unito che, con un terzo dei fondi rispetto all'Italia, ha creato 87mila posti di lavoro. Dettaglio non
secondario, il Regno Unito, come la Germania, ha speso le risorse del Fse dopo aver definito una strategia che andava
al di là dei corsi di formazione ("il corsificio", come lo chiamano a Bruxelles) e puntava ad obiettivi ben individuati.
Salvo improbabili grosse modifiche imposte dalla Commissione all'Accordo di partenariato che è sotto esame, da qui al
2020 le regioni dovranno gestire direttamente più di 30 miliardi di euro, senza contare il cofinanziamento. Più di 1.000
euro procapite, neonati compresi, in diverse regioni del Sud. E sempre che non si applichi davvero la clausola che
impone di tagliare la dote alle regioni che si sono dimostrate meno efficienti, ampliando ulteriormente i programmi
nazionali. (Giuseppe Chiellino)
legislazione (19.05.14): Il pagamento diretto dei subappaltatori, la suddivisione degli appalti in lotti (in linea di
principio già presente nel nostro codice). la semplificazione delle procedure di pubblicazione degli avvisi per le
procedure ristrette la definizione dei casi in cui è possibile ricorrere alla trattati va privata. Mentre al ministero delle
Infrastrutture si lavora alla stesura dei principi intorno al quale costruire la riforma degli appalti, il dipartimento degli
Affari europei lavora alla "scrematura" normativa delle nuove regole europee. Non tutte le disposizioni varate tra
Bruxelles e Strasburgo saranno automaticamente recepite nel nuovo impianto normativa. Ed è proprio sulle misure a
«recepimento facoltativo» che si concentreranno le attenzioni nelle prossime settimane. Su molte delle novità
normative previste dalle direttiva 24/2014/Ue non c'è questione. vanno semplicemente trasportate nel nostro
ordinamento. Si tratta, solo per fare qualche esempio, della riduzione dei termini per la pubblicità e la ricezione delle
offerte nelle gare o delle nuove procedure come il partenariato per l'innovazione e la procedura competitiva con
negoziazione. Per tutta una serie di altre disposizioni, invece, la scelta finale del legislatore europeo è stata quella di
rimettere ai singoli Stati membri un ampio margine di discrezione sul recepimento. E si tratta di fattispecie non proprio
marginali. L'esempio più classico è quello della suddivisione in lotti degli appalti. L'obbligo previsto nel testo originario
della direttiva è stato derubricato a facoltà. Il principio della suddivisione (con l'obbligo di motivare la scelta contraria)
è già stato trasposto nel codice. ma nulla vieta che in fase di riscrittura delle norme la questione torni d'attualità. Di
certo non mancherà di far discutere la decisione europea di lasciare ai singoli Stati l'ultima parola sui criteri di
aggiudicazione delle gare. Rispetto al passato. dalla diffidenza si è passati alla netta preferenza verso l'offerta
economicamente più vantaggiosa. Tanto che ora viene lasciata la possibilità di cancellare del tutto l'aggiudicazione
basata solo sul prezzo o quantomeno di limitarla ad alcuni tipi di appalto. Molta attenzione richiederanno anche le
norme sul subappalto. La nuova direttiva lascia innanzitutto spazio alla possibilità che le stazioni appaltanti prevedano
il pagamento diretto del subappaltatore. anche senza che quest'ultimo ne faccia esplicita richiesta. Una misura simile è
stata già introdotta dal decreto «destinazione Italia». Ma il fatto di averla genericamente limitata ai casi «crisi di
liquidità finanziaria dell'affidatario. comprovata da reiterati ritardi nei pagamenti dei subappaltatori o dei cottimisti,>
l'ha resa di fatto inapplicabile. Sempre sul subappalto le direttive invitano a un maggiore controllo della catena dei
subappalti attraverso una sorta "di qualificazione" dei subaffidatari. Vanno in questa direzione le norme che prevedono
la facoltà di obbligare i concorrenti a indicare già nel l'offerta le imprese incaricate dell'esecuzione dei subappalti e
imporre alle amministrazioni di escludere i subappaltatori per violazione delle regole europee in materia ambientale,
sociale o di lavoro. (MAURO SALERNO)
bonus mobili (21.05.14): Bonus mobili operativo, dopo l'approvazione definitiva, ieri alla Camera del decreto
casa, che ha fatto seguito al voto di fiducia di lunedì. A favore del decreto hanno votato 277 deputati della
maggioranza, 92 i no di M5S e SeI, mentre Fi e Fdi non hanno partecipato al voto. Molte novità quelle più complesse
sull'edilizia sociale e sullo stanziamento di fondi statali - richiedono misure attuative. Per dispiegare a pieno i suoi
effetti il Piano casa ha infatti bisogno di 9 decreti ministeriali (alcuni di concerto con il Mef oltre a delibere del Cipe e
intese in conferenza unificata. Altre misure – come la cedolare secca e il bonus mobili hanno una ricaduta immediata,
a partire dall'entrata in vigore della legge di conversione. La novità più importante riguarda la semplificazione relativa
al bonus mobili. La scadenza per lo sgravio è fissata alla fine di quest'anno, ma la norma consente di recuperare, entro
i massimali consentiti, anche le spese sostenute a partire dal 6 giugno 2013. La detrazione Irpef del 50% per l'acquisto
di arredi viene liberata da una serie di vincoli: in sintesi, all'indomani della pubblicazione in «Gazzetta Ufficiale» della
legge di conversione, lo sconto non sarà più legato all'ammontare della ristrutturazione e potrà, eventualmente, anche
superarlo. Questo avviene per effetto dell'eliminazione di una modifica portata dall'ultima legge di stabilità.
Un'eliminazione che, peraltro, recupera una misura già inserita nel decreto salva Roma (DI n. 151/2013), decaduto
senza essere stato convertito. (…) All'indomani dell'approvazione sono già arrivate richieste volte ad ampliare i
benefici. «Rendere strutturale il bonus sugli arredi» chiede il sottosegretario allo Sviluppo economico, Simona Vicari. I
costruttori dell'Ance vorrebbero estendere alle imprese i benefici della cedolare secca dell'affitto a riscatto».
Legambiente lancia invece l'allarme di possibili speculazioni consentite dalla possibilità - anche questa
immediatamente operativa che consente di non considerare una nuova costruzione strutture abitative leggere collocate
in strutture ricettive all'aperto come campeggi o villaggi. (Massimo Frontera, Giuseppe Latour)
Project Financing (21.05.14): Presentate ieri a Roma le «Linee guida» elaborate da Ance (costruttori), Anci
(comuni) e Abi (banche) per l'elaborazione delle convenzioni di partenariato pubblico privato. Si tratta di uno
strumento a legislazione vigente, subito applicabile, frutto di negoziati e accordi tra le parti coinvolte (Pa, banche,
imprese). II documento suggerisce 23 contenuti da disciplinare in dettaglio per ridurre il contenzioso e rilanciare il
project financing.
edilizia scolastica (21.05.14): Via libera al decreto del Miur che assegna 36,5 milioni di euro ai Comuni per
realizzare nuove scuole con lo strumento dei fondi immobiliari. La graduatoria degli enti beneficiari, approvata con
decreto direttoriale del Miur, porta a compimento l'iniziativa voluta dal governo Monti. Prime città a partire, con la
selezione della Sgr, saranno Bologna e Firenze.
edilizia scolastica (22.05.14): La finanza immobiliare ha tempi lunghi. Si è visto nell'housing sociale dove il
"fondo dei fondi" di Cassa depositi e prestiti ha avuto un avvio lento e continua ad avere un ritmo inadeguato al
fabbisogno. Un modello simile è stato pensato perle scuole. Un primo banco di prova è il programma avviato dallo
scorso ministro Profumo e "scongelato" ieri dal governo Renzi (dopo approfondita "radiografia" da parte della Corte dei
Conti). La lista dei Comuni beneficiari suscita perplessità. Come si può pensare che il Comune di San Rocco al Porto
possa fare una scuola da 1,85 milioni con un fondo immobiliare, o il Comune di Robbiate (1,3 milioni)? Per non parlare
del Comune di Verucchio (317 mila euro) o di Savogna d'Isonzo (147 mila). A parte il caso di Bologna - l'unico con un
investimento complessivo appena compatibile con un fondo immobiliare - gli altri non sembrano scelte realmente
consapevoli. Piuttosto tentativi estremi di chi ha' tentato varie strade, e le ha trovate tutte sbarrate.
sicurezza (22.05.14): Il click day per gli incentivi Inail su salute e sicurezza si svolgerà il 29 maggio dalle 16.00
alle 16.30. Le aziende che hanno superato la prima fase dovranno inviare via internet il codice identificativo ottenuto
dall'istituto per cercare di ottenere il bonus. Con il bando Isi 2013, l'Inail mette a disposizione oltre 307 milioni di euro
per incentivare interventi finalizzati al miglioramento delle condizioni di salute e di sicurezza nei luoghi di lavoro. La
prima fase del bando è stata operativa dal 21 gennaio 2014 a martedì 8 aprile. In tale arco di tempo è stato possibile
inserire online il proprio progetto: Se quest'ultimo è risultato in linea con quanto previsto dal bando e le imprese hanno
effettuato il download del codice identificativo, ora possono partecipare alla seconda fase di invio telematico della
domanda. Le risorse sono destinate a finanziare progetti di investimento, oppure progetti per l'adozione di modelli
organizzativi e di responsabilità sociale nonché progetti per la sostituzione o l'adeguamento di attrezzature di lavoro
messe in servizio prima del 21 settembre 1996 con attrezzature rispondenti ai requisiti di cui al decreto legislativo
81/2008. Alla stregua di quanto avvenuto negli anni passati, per erogare i finanziamenti l'Inail utilizza una particolare
procedura denominata "valutativa a sportello". In sostanza, le domande - nel rispetto dell'ordine cronologico di
presentazione - vengono preventivamente valutate dall'istituto per verificare se ci sono i presupposti per l'ammissione.
Destinatarie dell'agevolazione sono tutte le imprese, anche individuali, iscritte alle Camere di commercio, con
esclusione di quelle che nel 2010, 2011 e 2012 hanno già fruito dell'aiuto. È possibile presentare soltanto un progetto,
di una sola tipologia e per una sola unità produttiva su tutto il territorio nazionale. Il contributo concedibile, nelle
regole del "de minimis", va da 5.000 euro al 65% dell'importo totale del progetto ma comunque fino a un massimo di
130.000 euro. Nella prima parte dell'operazione le imprese, accedendo alla procedura chiamata Isi (presente nel sito
www.inail. it) hanno potuto inserire la domanda anche al fine di verificare che le iniziative poste in essere
raggiungessero il punteggio minimo di ammissibilità, pari a 120. Dopo la verifica, l'Inail ha messo a diposizione delle
aziende un codice identificativo che il prossimo 29 maggio servirà per l'invio telematica dell'istanza. L'attribuzione dei
contributi verrà effettuata dal sistema informatico in base all'ordine cronologico di arrivo dei codici identificativi, salva
successiva verifica degli uffici Inail dei requisiti dichiarati nel progetto. Secondo quanto comunicato dall'Inail stesso,
entro oggi dovrebbero essere pubblicate sul sito internet dell'istituto le regole e le informazioni tecniche di supporto
alle imprese partecipanti per l'invio telematico delle domande. (Giuseppe Maccarone, Silvia Perna)
restauro (23.05.14): Arrivano i nuovi criteri per ottenere la qualifica di restauratore e di collaboratore
restauratore di beni culturali. Ad annunciarlo lo stesso ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, Dario
Franceschini, che fa sapere di aver approvato le linee guida applicative dell'articolo 182 del codice dei beni culturali
(dlgs 42/04) che in via transitoria ha dettato una disciplina per l'acquisizione, diretta o indiretta, dell'abilitazione
professionale. La stessa che consentirà poi, una volta che il sistema sarà a regime, di far parte di specifici albi costituiti
presso il ministero. È lo stesso codice dei beni culturali a prevedere, appunto, che in una prima fase transitoria la
qualifica di restauratore e di collaboratore restauratore di beni culturali si acquisisca mediante un'apposita procedura di
selezione pubblica che dovrà essere conclusa entro il 30 giugno 2015. Secondo la norma di riferimento, infatti, il titolo
spetterà di diritto a un ristretto campo di soggetti: chi ha conseguito il titolo di laurea quinquennale, o in alternativa il
diploma presso le accademie e gli istituti di alta formazione accreditati. Tutti gli altri soggetti che si sono formati
altrove o hanno acquisito un'esperienza sul campo dovranno dimostrare di essere idonei e soprattutto di essere in
possesso di determinati requisiti. In particolare accanto ad alcuni titoli di studio magari regionali, le attività di restauro
svolte e le competenze autocertificate. II tutto, come si legge nella premessa alle linee guida, con l'obiettivo di «dare
ordine alla situazione pregressa esistente sul mercato del lavoro». L'iter del provvedimento. È comunque la stessa
disciplina sul settore ad aver subito diverse modifiche dopo che, con il dm 53/09, era stata disciplinata la prova di
idoneità utile all'acquisizione di tali qualifiche. Sulla base di apposite linee guida, poi, a partire dal settembre di
quell'anno era stata avviata una procedura di selezione telematica delle domande. Ma si concluse con un nulla di fatto:
secondo le rappresentanze sindacali di settore, ma anche il parlamento (che approvò due mozioni) le procedure erano
troppo restrittive e penalizzanti, specie per alcune categorie di operatori. La selezione fu così sospesa a fine 2010 con
l'obiettivo nel frattempo di rivedere l'articolo 182. Detto, fatto. La sua ridefinizione avvenne con la legge n. 7/2013 che
prevede, sulla base di nuovi requisiti, una (nuova) procedura di selezione pubblica, che appunto dovrà essere chiusa
entro il 30 giugno del 2015. Che cosa prevedono le linee guida. Dunque in questa fase transitoria per acquisire il titolo
di restauratori o di collaboratore restauratore dei beni culturali è necessario svolgere una selezione pubblica, oppure
superare una prova di idoneità con valore di esame di stato abilitante all'esercizio dell'attività (solo per chi ambisce al
titolo di restauro). La qualifica si acquisisce, poi, per il settore o i settori specifici richiesti che dovranno essere indicati
nella domanda. Ma per la prova di idoneità sarà necessario un'ulteriore decreto del Mibac definito di concerto con il
Miur. Infine, si legge ancora nella bozza di linee guida, le selezioni e le prove verranno indette mediante bandi
pubblicati sul sito del ministero. «Accogliamo con favore la notizia dell'approvazione delle linee guida», commentano i
sindacati di categoria Feneal Uil, Filca Cisl, Fillea Cgil che comunque in attesa di poter leggere il testo ufficiale sperano,
«che abbia prevalso la logica delle competenze e la valutazione dell'esperienza dei lavoratori del settore,come da noi
sostenuto con forza in questi anni». (BENEDETTA PACELLI)
legno arredo (23.05.14):
Dopo la presentazione dei percorsi formativi avvenuta lo scorso marzo la Fondazione
lts Rosario Messina ha pubblicato sul proprio sito il modulo di candidatura per il percorso di lstruzione Tecnica
Superiore per l'anno scolastico 2014/2015 rivolto agli studenti diplomati. Si tratta di una nuova opportunità formativa
parallela all'università retta e fortemente orientata all'inserimento nel mondo del lavoro. Il percorso proposto è rivolto
ai giovani che desiderano specializzarsi in un settore internazionale e in sviluppo quale il settore dell' arredamento e
del legno. La figura professionale sarà formata specificatamente per lavorare nella direzione commerciale di imprese
della filiera diretta allo sviluppo dei mercati internazionali, e nel settore pubblicità e pubbliche relazioni.
Grandi imprese delle costruzioni
Natuzzi (19.05.14): Il nuovo consiglio di amministrazione della Natuzzi Spa nei giorni scorsi ha riconfermato il suo
fondatore Pasquale Natuzzi, 74 anni, come amministratore delegato e presidente. “Il nuovo consiglio di
amministrazione avrà il compito di supportare il management nel raggiungimento degli ambiziosi obiettivi del nostro
business pian - ha commentato L'imprenditore - approvato lo scorso 28 febbraio e che prevede, dopo un biennio
dedicato alla ristrutturazione e all'implementazione della strategia, l'incremento delle vendite e il ritorno alla
profittabilità». (…)
Trombini-Falco (20.05.14): È SEMPRE più serrato il pressing che i sindacati, ferraresi e ravennati, esercitano per
evitare la perdita definitiva dei posti di lavoro degli oltre 200 lavoratori occupati negli stabilimenti del Gruppo Trombini,
sia a Codigoro che a Piangipane nel ravennate. e i giorni corsi nella sede della Cgil di Codigoro si sono riuniti i segretari
provinciali della Cgil, unitamente ai colleghi della Cisl e della Uil dopo il verbale della sezione fallimentare del Tribunale
di Ravenna che di fatto non scioglie il nodo fra omologa, concordato o fallimento del gruppo Trombini di cui i due
stabilimenti emiliani fanno pane. UN INCONTRO, molto importante è previsto il 27 a Roma al ministero dello Sviluppo
economico, dove si spera di scongiurare quello che sembra sempre più un destino inarrestabile per i lavoratori del
Gruppo Trombini; ovvero il prossimo 23 luglio, quando, in assenza di novità importanti, si rischia di scrivere la parola
fine su una delle aziende più importanti del territorio del delta. Per far sentire la voce degli operai, è prevista una serie
di incontri di sensibilizzazione a tutti i livelli. In campo locale dopo quello con il isindaco di Codigoro Rita Cinti Luciani
«che ringraziamo - dicono i segretari provinciali Sandro Guizzardi Fillea-Cigl e Corrado Pola Filca-Cisl - per la grande
disponibilità e collaborazione sempre dimostrata durante tutta la vertenza)}, ne seguiranno altri con i 16 sindaci nei
cui comuni abitano i 123 dipendenti della Falco. SABATO si è tenuto un incontro a Lagosanto fra le Rsu dello
stabilimento Falco, le organizzazioni sindacali di Ferrara e il ministro dell’ambiente Gian Luca Galletti. «Gli abbiamo
chiesto – proseguono i due segretari provinciali - il massimo interessamento per la Falco di Codigoro, spiegandogli che
è uno stabilimento tecnologicamente non obsoleto, nel quale si lavora legno riciclato, proveniente dalle isole ecologiche
e dalle discariche. E' dotato di un sistema di filtraggio polveri anchesso non superato ed altri accorgimenti che
garantiscono un eccellente grado di attenzione all'ambiente e paradossalmente sta per chiudere».
Italcementi (21.05.14):
Italcementi ritocca al rialzo il prezzo dell'Opa annunciata sulla controllata Ciments
Français e porta a 500 milioni di euro la ricapitalizzazione in agenda. Il gruppo che fa capo alla famiglia Pesenti ha
aumentato di 3 euro, a 79,5 euro per azione, il valore dell'Opa totalitaria annunciata lo scorso marzo sulla società
d'Oltralpe nell'ambito di una riorganizzazione della catena societaria. Quanto basta per incassare il parere favorevole
del consiglio di amministrazione della controllata francese (i cui consiglieri espressione dell'azionista di maggioranza
non hanno partecipato alla discussione e al voto). La decisione di rivedere il prezzo dell'offerta arriva dopo la
valutazione fatta dall'esperto indipendente nominato da Ciments Français che ha fissato il valore giudicato fair nella
parte alta della forchetta individuata dagli advisor di Italcementi. A fronte del rialzo dell'opa, che evidenzia un premio
del 23,6% rispetto al prezzo di Borsa dello scorso 5 marzo, la società ha inoltre fatto sapere di aver incrementato
l'importo dell'aumento di capitale fino a 500 milioni di euro, pari all'ammontare della delega conferita dall'assemblea
dei soci del17 aprile. In prima battuta, infatti, la ricapitalizzazione, che servirà a coprire l'operazione su Ciments
Français, era fissata a 450 milioni. «Nei tempi che ci eravamo prefissati abbiamo perfezionato i dettagli dell'operazione
che permetterà a ltalcementi di integrare totalmente le attività gestite attraverso Ciments Français», ha commentato
l'amministratore delegato di ltalcementi Carlo Pesenti al Sole 24 Ore. «È un passo importante in un contesto che vede
il settore dei materiali da costruzione in significativa evoluzione – ha proseguito Pesenti -. Questa operazione, che già
ha ricevuto l'apprezzamento da parte di numerosi investitori come dimostra anche l'andamento odierno in Borsa,
permetterà di ottimizzare maggiormente la struttura finanziaria e industriale del gruppo garantendo ulteriore impulso
al recupero della redditività a fronte dei segnali di ripresa economica». Non solo, secondo Pesenti «il rafforzamento
patrimoniale permetterà inoltre di poter cogliere eventuali occasioni di ulteriore sviluppo soprattutto nelle aree dei
mercati emergenti». Ieri in Borsa il titolo Italcementi ha chiuso in rialzo dell'l,49%, mentre le azioni del gruppo
francese hanno segnato +1,73 a 79,35 euro. (Marigia Mangano)
Ikea (21.05.14):
Ingvar Kamprad, fondatore di Ikea, ha reso pubbliche le dimissioni dai due trust che possiedono
proprietà intellettuale, marchio e attività commerciale del colosso dell'arredamento. Il commento ricorrente da noi è
stato: «Ecco una grande impresa che soffre di passaggio generazionale come la piccola impresa italiana». Al di là del
trascurare che in Italia il 60% delle imprese quotate e oltre il 50% di quelle con più di 50 milioni di fatturato sono
familiari, gli esperti sono talmente tormentati dal passaggio generazionale che molti dei nostri imprenditori hanno
finito per esserne terrorizzati: La buona notizia è che il passaggio generazionale è una frottola inventata da chi guarda
dal di fuori le aziende familiari e si aspetta un miracolo che faccia transitare capacità, visione, storia di un
predecessore nel successore. Un po' come se a Patroclo fosse bastato indossare l'armatura per diventare Achille.
Pensare in termini di passaggio generazionale genera una lacerazione tra chi "dovendo passare" deve rassegnarsi a
finire e chi "dovendo ricevere" deve dimostrarsi all'altezza. Il passaggio generazionale non esiste, esiste la necessità di
dare continuità all'azienda. Il passaggio è un momento di rottura, il contrario della continuità. La preoccupazione
dev'essere rivolta a creare quanto serve all'azienda per continuare la storia di successo. Tutti gli imprenditori
affermano che l'azienda viene prima della famiglia: l'importante èvincere la guerra di Troia non avere un nuovo Achille,
che come i grandi imprenditori non è clonabile. La continuità aziendale ha bisogno di tre cose: essenza imprenditoriale,
capacità gestionale, solidità nella proprietà. E’ necessario che questi tre elementi siano ripensati, anche non in una sola
persona, per garantire il proseguimento del successo dell'azienda familiare. L'essenza imprenditoriale è data dai valori
e dalle competenze che l'imprenditore ha nel suo DNA e che sono presenti nell'azienda e nella famiglia; è l'elemento
distintivo rispetto ai concorrenti. La famiglia imprenditoriale nasce quando l'imprenditore decide e riesce a educare i
figli come imprenditori. Kamprad viaggia su una Volvo vecchia di 15 anni e si preoccupa di capire come farci arredare
le nostre case a prezzi abbordabili; se è stato d'esempio i suoi figli non viaggeranno su un'auto fiammante. L'essenza
imprenditoriale è il tesoro che va tramandato in famiglia. La capacità gestionale può èssere trovata al di fuori, anche
se non è facile. I manager di successo nelle aziende familiari sono diversi dai managér di successo delle aziende a
proprietà diffusa; hanno sensibilità e capacità differenti e, di solito, hanno stipendi più bassi ma la convinzione di
partecipare a qualcosa di più grande e duraturo di loro. La solidità nella proprietà deve essere mantenuta anche con
l'aumento del numero degli azionisti. Nel mondo esiste un gran numero di famiglie imprenditoriali, sopravvissute oltre
la terza generazione, che hanno realizzato soluzioni originali e di buon senso per tenere unite compagini a due o tre
cifre di cugini. La proprietà deve essere unita "come un sol uomo", questo permette la velocità di decisione e la visione
di lungo termine. Accanirsi con il passaggio generazionale significa sbagliare il punto di osservazione e fantasticare di
clonazioni miracolose. Lavorare per tempo e con buonsenso per la continuità aziendale è il compito degli imprenditori
che vogliono dare un futuro all'azienda che hanno creato. Non è semplice e le soluzioni non si trovano belle e pronte su
uno scaffale; gli imprenditori devono sapere che, come ci ha insegnato Ingvar Kamprad, se vuoi un arredamento
adatto a te e con un buon rapporto qualità-prezzo, te lo devi montare da solo. (Bernardo Bertoldi)
Ikea (21.05.14): Nel 2013 Ikea Italia ha versato contributi fiscali per 286 milioni di euro, ha generato un miliardo
di valore aggiunto e ha dato lavoro a 21mila addetti: ieri Ikea ha celebrato i primi 25 anni di attività in Italia, con 20
negozi operativi, ricordando i dati economici e i cambiamenti introdotti nel mercato: dallo stile alle scelte dei
consumatori, dai rapporti con il territorio alla sostenibilità. Ieri però nella cornice del Teatro Litta a Milano è arrivata
anche la notizia che il colosso dei mobili in scatola non avrà, a breve, il terzo negozio a Roma perché l'iter
autorizzativo, dopo 7 anni di procedura, è ripartito da capo. L'accordo di programma aspettava solo la firma del
governatore del Lazio Nicola Zingaretti, con la quale la Regione rilasciava la licenza commerciale (necessaria per le
superfici superiori a 20mila mq) e, dopo, sarebbe dovuto entrare in ballo il Comune di Roma con la licenza di
costruzione. Il governatore non ha firmato e intanto è scaduta l'opzione, secondo la burocrazia. L'iter deve ripartire,
«noi però osserva Lars Petersson, ad di Ikea Italia - siamo determinati ad aprire il terzo negozio a Roma, al Pescaccio»
con un maxi investimento di 110 milioni di euro. Sul fronte dello sviluppo della rete commerciale, gli svedesi hanno
una serie di trattative avviate con vari enti locali e in varie regioni. «Da Verona a Palermo, dall'Umbria a Torino –
conferma Petersson - abbiamo progetti in vari stadi di sviluppo. Si vedrà». Per la celebrazione del 25° anniversario
Ernst&Young ha condotto uno studio sul valore complessivo generato da Ikea in Italia e dal quale emerge che nell'anno
fiscale 2013 dei 21mila posti di lavoro oltre 14.500 (il 69%) sono riconducibili all'indotto della catena di fornitura;
inoltre il polo logistico di Piacenza dà lavoro a 5 porti grazie a 13mila container movimentati e gli acquisti in Italia della
consociata tricolore di Ikea sono valutabili in 1,526 miliardi. Oltre l'8% dei prodotti venduti nei 351 negozi Ikea di tutto
il mondo sono prodotti in Italia, terzo fornitore dopo Cina e Polonia. «25 anni fa - ricorda Petersson - i consulenti ci
avevano sconsigliato di aprire in Italia: lo ritenevano un mercato troppo difficile. Eravamo terrorizzati ma decidemmo
di aprire lo stesso. Oggi i risultati ci danno ragione e l'azionista è contento». Nonostante i risultati deludenti degli ultimi
anni? «Nell'ultimo quinquennio conclude Petersson - la domanda di mercato è scivolata del 45% ed era inevitabile che
ne soffrissimo. Ma non abbiamo tradito la nostra filosofia, fornire più servizi a prezzi minori:abbiamo tagliato i listini
del 2% nell'anno fiscale in corso nonostante l'importo medio degli scontrini continuasse a calare. Ma ora, dopo la
tempesta, sembra tornare un po' di fiducia: le somme le tireremo a settembre». (Emanuele Scarci)
Anas (23.05.14): Trecentocinquanta milioni per la realizzazione di 193 opere stradali. Lo prevede il decreto firmato
dal ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Maurizio Lupi che approva la convenzione con Anas.
Rapporti e studi
Eurostat (19.05.14):
La produzione nelle costruzioni a livello europeo cala, a marzo 2014, dello 0,6% nell’euro
area e dello 0,5% nell’EU28, rispetto a febbraio 2014 (dati destagionalizzati). Le variazioni rispetto allo stesso mese
dell’anno precedente sono, rispettivamente, +5,2% e +5,3%.
Eurostat (19.05.14):
Il tasso di occupazione a livello europeo (EU28), relativo alla popolazione dai 20 ai 64 anni,
è sceso fino al 68,3% nel 2013, in continuo calo dal 2008. La strategia europea 2020 fissa come obiettivo il
raggiungimento del 75% di occupati (EU28) entro il 2020.
Istat (20.05.14): A marzo 2014 il fatturato dell’industria, al netto della stagionalità, aumenta dello 0,3% rispetto
a febbraio, registrando un incremento dello 0,9% sul mercato interno e un calo dello 0,8% su quello estero. Nella
media degli ultimi tre mesi, l’indice complessivo aumenta dello 0,5% rispetto ai tre mesi precedenti (+0,9% per il
fatturato estero e +0,3% per quello interno). Corretto per gli effetti di calendario (i giorni lavorativi sono stati 21 come
a marzo 2013), il fatturato totale cresce in termini tendenziali del 2,7%, con aumenti del 4,2% sul mercato estero e
dell’1,8% su quello interno. Per gli ordinativi totali, si registra un incremento congiunturale dell’1,3%, sintesi di un
aumento del 3,5% degli ordinativi esteri e una flessione dello 0,2% di quelli interni.