non di solo PANE Sussidio di preghiera per la famiglia I settimana di Avvento anno XIV n. 686 2014 Domenica 30 Novembre 2014 Quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate!». Offerta della giornata “Pregare, forse il discorso più urgente” Sussidio di preghiera per la famiglia Sito di Non di Solo Pane: www.latracciameditazioni.it Novembre - Dicembre 2014 Offerta quotidiana Cuore divino di Gesù, io ti offro per mezzo del Cuore Immacolato di Maria, Madre della Chiesa, in unione al Sacrificio eucaristico, le preghiere, le azioni, le gioie e le sofferenze di questo giorno, in riparazione dei peccati, per la salvezza di tutti gli uomini, nella grazia dello Spirito Santo, a gloria del divin Padre. Con Maria, la madre del Signore e della Chiesa, prego specialmente per le intenzioni che il Santo Padre raccomanda alla preghiera di tutti i fedeli in questo mese Intenzione del Santo Padre • Perché la nascita del Redentore porti pace e speranza a tutti gli uomini di buona volontà. Intenzione missionaria Perché i genitori siano autentici evangelizzatori, trasmettendo ai figli il prezioso dono della fede. Intenzione dei vescovi Dio, nostro Padre, io ti offro tutta la mia giornata. Ti offro le mie preghiere, i pensieri, le parole, le azioni, le gioie e le sofferenze in unione con il Cuore del tuo Figlio Gesù Cristo che continua ad offrirsi a te nell’Eucaristia per la salvezza del mondo. Lo Spirito Santo che ha guidato Gesù sia la mia guida e la mia forza oggi affinché io possa essere testimone del tuo amore. • Perché nei credenti cresca il desiderio di annunciare con gioia il Cristo, luce delle genti. Intenzione del Vescovo di Brescia Mons. Luciano Monari Perché i credenti crescano nella fede, nella speranza e nell'amore e siano veri testimoni di Cristo nel mondo. Non di solo pane - Numero 686 - Tempo di Avvento - pagina 2 I settimana di Avvento Contemplando la nostra Madre Immacolata, bella, riconosciamo anche il nostro destino più vero, la nostra vocazione più profonda: essere amati. Domenica 30 Novembre (Papa Francesco) I Settimana del Salterio Il santo del Giorno: Beato Federico da Ratisbona Il beato Federico nacque a Ratisbona (Germania) da genitori appartenenti alla classe media. Entrato come fratello laico nel convento degli agostiniani, servì la comunità come falegname. Divenne ben presto noto per la sua religiosità, la sua umiltà e la sua ardente devozione per l'Eucaristia. Poco si sa della sua vita, conosciamo però alcune leggende. Quella più conosciuta narra che Federico un giorno, non potendo partecipare alla Messa, ricevette proprio nel luogo dove stava lavorando la comunione da un angelo. Racconti come questo rispecchiavano la devo- Brano Evangelico: Mt 13, 33-37 zinne eucaristica del nostro beato e provano la profonda influenza prodotta sui contemporanei e il culto incessante che gli fu tributato. Federico morì a Ratisbona il 29 novembre del 1329. Nel 1909 Pio X lo proclamò beato. Quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate! In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Fate attenzione, vegliate, perché non sapete quando è il momento. È come un uomo, che è partito dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai suoi servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vegliare. Vegliate dunque: voi non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino; fate in modo che, giungendo all’improvviso, non vi trovi addormentati. Quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate!». Un giorno, una parola In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete? (S. Giovanni). Ovunque tu sia sulla terra, tu che vorresti percepire il mistero che è nel cuore del tuo cuore, intuisci in te, anche se in modo fuggevole, la silenziosa attesa di una presenza. frère Roger Non di solo pane - Numero 686 - pagina 3 Gli APPROFONDIMENTI della domenica mato, con Te atteso, con Te benedetto nei secoli". Più volte Paolo VI ha ripetuto: "Tu ci sei necessario” e il “Tu” è chiaramente rivolto a Gesù Cristo sul quale anch’Egli ha costruito la sua vita cristiana, mettendosi a servizio della Chiesa. Anch’io riprendo questa bellissima espressione, perché mi rendo conto che il mondo è scoppiato, ferito da troppe divisioni, e che l’umanità non sa più scegliere tra il bene e il male, spesso ripetendosi un falso ritornello: “Così fan tutti”. E le separazioni aumentano, e con esse aumentano le tentazioni di non lottare più per la vita ma di lasciarci scivolare inesorabilmente nell’abisso della morte. Ma Gesù viene, anche contro il parere di tut- Diversamente dal solito a cura di don Luciano Vitton Mea ti. Viene per risvegliare l’amore che si è addormentato in noi, viene per dirci che abbiamo un Padre che ci ama più di qualunque altra cosa. Gesù viene, e Diversamente dal solito, oggi, del male e la speranza della san- ancora una volta ci dirà di farci piccoli, primo giorno di Avvento, tità: per deplorare i nostri peccati se vogliamo apprezzare la vita. Gesù m’introduco nel Vangelo par- e per averne perdono. Tu ci sei viene, e ancora una volta ci dirà di es- tendo non dalla pericope, ma necessario, o fratello primogeni- sere miti e umili di cuore, se vogliamo da una preghiera di Papa Pa- to del genere umano, per ritrova- imparare ad andare incontro agli altri olo VI: "Tu ci sei necessario, o re le ragioni vere della fraternità ed essere felici con loro. Per questo solo e vero maestro delle ve- fra gli uomini, i fondamenti della “Vegliate!” è il grido del Vangelo, per- rità recondite e indispensabili giustizia, i tesori della carità, il ché siamo immersi nelle tenebre della per la vita, per conoscere il bene sommo della pace. Tu ci sei notte, e la notte può far paura a chi nostro essere e il nostro de- necessario, o Cristo, o Signore, o non rivolge lo sguardo alla luce seppur stino e la via per conseguirlo. Dio-con-noi, per imparare l'amo- tenue delle stelle. Tu ci sei necessario o nostro re vero e camminare nella gioia e Redentore, per scoprire la nella forza della tua carità, lungo nostra miseria e guarirla, per il cammino della nostra via fati- avere il concetto del bene e cosa, fino all'incontro con Te a- Non di solo pane - Numero 686 - Tempo di Avvento - pagina 4 Un anno con papa Francesco Proteggere le tracce del bimbo Gesù Il Natale per me è speranza e tenerezza... Il Natale legato al mistero della vita, al nudo desiderio di stare accanto al Bambino e alle persone che hanno seminato amore nella nostra Preghiamo la Parola vita rinnova la sicurezza dell'esistenza del progetto salvifico di Dio per ciascuno di noi. II Natale di Cristo, il nostro e delle persone care ci ricordano che negli adulti permangono e vanno Ripensiamo al dono del nostro battesimo e per ogni battesimo ti rendiamo grazie, Signore! Per la regalità di Cristo, siamo liberi, liberi per sempre e alla radice: liberi di amare come Gesù e, come lui, liberi di offrire la nostra vita, come pane da spezzare insieme. Non saremo mai soli, in questo segreto, intimo, ma condiviso «apprendistato» di una regalità che si nutre di servizio, fino all'estremo dono di sé. protette le tracce del bimbo che siamo stati. È grazie ad esse che guardiamo il mondo con gli occhi spalancati dallo stupore, ridiamo e gioiamo per le piccole cose, viviamo la tenerezza e cerchiamo il lembo di azzurro oltre il grigiore delle difficoltà. Il Natale degli affetti risuona nell'intimo e fortifica speranza e tenerezza. Amen Non di solo pane - Numero 686 - Tempo di Avvento - pagina 5 Le Letture Spirituali di Non di Solo Pane Il passo di chi cerca Pagina a cura di don Luciano Ora la mia anima si mette in cammino. Essa va a Dio. Dio viene a lei. È l'Avvento. Di dove viene la mia anima? Di dove Iddio? La mia anima viene dal pensiero della fine. Viene dal pensiero del fine. La fine ed il fine sono il motivo di meditazione della pri- ma domenica d'Avvento. Con questo argomento si riallaccia all'ultima dell'anno liturgico terminato; con questo si protende verso l'avvenire. Qual è la sapienza che fa cominciare con il pensiero finale? Anche S.Ignazio, maestro di spirito, comincia i suoi eNon di solo pane - Numero 686 - pagina 6 sercizi così.. Anche S. Tommaso, maestro di scuola, dice che il pensiero finale ha da primeggiare su l'attività umana. Ma perché dunque questo iniziale pensiero finale? Perché da esso dipende il problema della vita. La vita è davvero problema quando tocca al suo termine. Al suo termine cronologico: è immortale la vita? Al suo termine morale: è degna d'esser finalmente vis suta la vita? Se si muore, se si lavora indarno perché cominciare la fatica del vivere? Anche S. Agostino apre i suoi soliloqui con queste an gosciose domande. Se al termine, dunque, c'è qualche cosa. Sul principio c'è l'inganno e manca la forza. Queste visioni sono larghe e profonde. Sono esattamente umane e sono misteriose. Dal mistero deve sorger la luce. Dal mistero la vita. Questo è il periodo spirituale del mistero. Perciò questo primo passo dell'Avvento è il passo di chi cerca. Cerca con l'ansia di chi cerca cose necessarie, indispensabili: l'aria, la luce, il cibo, la vita. La mia preghiera mi deve dare queste cose necessarie Beato Paolo VI Lunedì 1 Dicembre I settimana di Avvento La gioia è una virtù pellegrina. È un dono che cammina, che cammina sulle strade della vita, cammina con Gesù. (Papa Francesco) I Settimana del Salterio Il Santo del giorno: San Girolamo de Patris Originario d'Aragona (Spagna), San Girolamo de Pratis, appartenente al convento mercedario di Sant'Eulalia in Barcellona, fu un religioso umile, paziente, donato all'orazione ed estremamente caritatevole. Inviato in redenzione a Tunisi in Africa, iniziò la sua missione passando paese per paese alla ricerca di schiavi, alcuni perfidi mori vedendolo così risoluto nella sua fede in Cristo tentarono invano di farlo abiurare. Adirati e pieni di odio verso i cristiani lo presero e legatolo ad un albero lo trafissero di frecce; gloriosamente ricevette il martirio nell'anno 1431. L'Ordine lo festeggia l'1 dicembre. Brano Evangelico: Mt 8, 5-11 «Verrò e lo guarirò». In quel tempo, entrato Gesù in Cafàrnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava e diceva: «Signore, il mio servo è in casa, a letto, paralizzato e soffre terribilmente». Gli disse: «Verrò e lo guarirò». Ma il centurione rispose: «Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di’ soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Pur essendo anch’io un subalterno, ho dei soldati sotto di me e dico a uno: “Va’!”, ed egli va; e a un altro: “Vieni!”, ed egli viene; e al mio servo: “Fa’ questo!”, ed egli lo fa». Ascoltandolo, Gesù si meravigliò e disse a quelli che lo seguivano: «In verità io vi dico, in Israele non ho trovato nessuno con una fede così grande! Ora io vi dico che molti verranno dall’oriente e dall’occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli». Un giorno, una parola Aspiriamo tutti ardentemente al cielo, dove c'è Dio, ma possiamo essere in paradiso con lui già ora ed essere felici con lui già in questo momento. Ma essere felici con lui già ora significa: amare come ama lui, aiutare come lui aiuta, dare come lui dà, servire come lui serve, redimere come lui redime, essere con lui 24 ore su 24, toccare lui nei suoi umili travestimenti. Beata Madre Teresa di Calcutta Non di solo pane - Numero 686 - Tempo di Avvento - pagina 7 Meditiamo la Parola Anche tu oggi puoi incontrarlo Preghiamo la Parola A cura della redazione I incontro con Gesù ti sorprende sempre, ha sempre qualcosa di inaspettato, mai un finale scontato. Anche tu oggi puoi incontrarlo e lasciarti sorprendere. La sua Parola è la sua presenza, parla a te attraverso il desiderio del centurione, un desiderio di guarigione per il suo servo. Un atteggiamento per sua natura sorprendente. Sappiamo infatti come la collocazione sociale dei servi li rendeva proprietà dei loro padroni, da sfruttare fino alla fine; non era conveniente "una loro manutenzione", anziché spendere per un pezzo di ricambio, conveniva comprarne un altro, meglio se più giovane e robusto. C'è un rincorrersi di sorprese in questo brano: Gesù stesso, possiamo immaginare, rimane sorpreso dalla richiesta di guarigione per un e lo avrebbe dato per scontato, se ciò avesse come soggetto il proprio figlio figlio. Questa sensibilità straordinaria spinge Gesù a un incontro personale, «Verrò e lo guarirò...». A tale affermazione il centurione viene colto da stupore e non riesce a trattenere l'esplicitazione di un vero atto di fede, che forse avrebbe voluto tenere nascosta, data la sua posizione. È Gesù, a questo punto, a mettersi in contemplazione della fede del centurione: lui che comanda le centurie, sceglie di mettersi all'ultimo posto, fiducioso nel comando di Gesù. A questo credente, innalzato da Gesù a modello di fede, la Chiesa riconosce una esplicita citazione nella celebrazione eucaristica: «O Signore, non sono degno di partecipare alla tua mensa, ma di' soltanto una parola ed io sarò salvato». Gesù continua a sorprenderci ogni giorno, sorprende anche te se gli dai la possibilità di incontrarti, Lui ti attende, vuole parlare con te come a un amico. Ma dove incontrarlo, dove parlargli? Ecco, lo stai già facendo mettendoti in ascolto della sua Parola, se vuoi continuerà a guidarti e tu sorprendilo con la tua presenza all'Eucaristia, per ridire le parole del centurione e lasciarti con templare Lui. Vieni, vieni ancora, Signore Gesù! Accompagna e guida questi nostri passi sul sentiero che porta alla tua natività. Sono passi di poveri, che sperimentano la propria fragilità, per tua grazia, trasfigurata in culla santa della tua incarnazione, luogo di abbondanza e di condivisione spontanea. Tu vieni e santifichi ogni nostro limite, Signore! Amen Agisci Oggi, nel mio ritorno al cuore, verificherò la qualità del mio dono. Si tratta di un gretto e misurato superfluo, viziato da una sottile ed egoica ricerca di me o è un vero donarmi senza attendere onda di ritorno, ma solo per il bisogno di "dire" e donare amore? Non di solo pane - Numero 686 - Tempo di Avvento - pagina 8 I settimana di Avvento La vera carità richiede un po’ di coraggio: superiamo la paura di sporcarci le mani per aiutare i più bisognosi. Martedì 2 Dicembre I Settimana del Salterio (Papa Francesco) Il Santo del giorno: San Abacuc Profeta È annoverato tra i profeti minori dell'Antico Testamento. Denominazione dovuta solo alla brevità dei suoi scritti, ma non all'importanza secondaria del suo messaggio. Di Abacuc ignoriamo quasi tutto, ma alcune allusioni presenti nel libro biblico a lui attribuito, composto di solo tre capitoli, ci fa ipotizzare una sua col- locazione cronologica all'epoca dell'avversario di Geremia, re Ioiakim, che succedette nel 609 a.C. al giusto e sfortunato re Giosia, ucciso in battaglia dal faraone Necao. Questo profeta si contraddistingue per il suo stile brillante e icastico. Dal libretto di Abacuc occorre però scorporare il terzo ed ultimo capitolo: secondo gli studiosi Brano Evangelico: Lc 10, 21-24 esso contiene infatti un inno arcaico, forse composto ben prima, nel X secolo a.C.. Il personaggio Abacuc ricompare però nell'Antico Testamento in un racconto miracolistico e leggendario del libro di Daniele. Ti rendo lode, o Padre. In quella stessa ora Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo e disse: «Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo». E, rivolto ai discepoli, in disparte, disse: «Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. Io vi dico che molti profeti e re hanno voluto vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono». Un giorno, una parola L’umiltà è la passione di lodare Dio, dimenticando completamente noi stessi, affinché nessuna ricerca di amor proprio venga a detrarre l’omaggio dovuto a “Colui che è” [...]. Il dono ricevuto dall’alto deve ritornare come incenso verso Colui dal quale emana: l’umiltà non vuole trattenere nulla. Louis M. Baudin Non di solo pane - Numero 686 - pagina 9 Meditiamo la Parola La vera gioia Preghiamo la Parola Di Fiorella Elmetti Gesù dà lode a Dio, ma contrariamente a quello che si può pensare, ciò non accade in un momento di ritiro e di solitudine. Se andiamo a leggere dove il brano è collocato, possiamo accorgerci che la lode di Gesù scaturisce mentre egli sta con i settantadue discepoli andati in missione. Egli ascolta i loro racconti pieni di gioia perché hanno visto i demoni sottomettersi nel suo nome e fa notare come la vera gioia sta nel rallegrarsi perché "i vostri nomi sono scritti nei cieli". Da qui proviene la lode al Padre e da questo rapporto intenso si manifesta la gioia "nello Spirito Santo", che suggella l'amore che lo lega a Lui. La vera gioia, quindi, non sta nel compiere le cose (pur belle e pur sante), ma nello stare con il Signore. Meglio che le mie parole, questo testo può essere "spiegato" da un aneddoto: "Un giorno Madre Teresa parlò con un seminarista. Guardandolo con i suoi occhi limpidi e penetranti gli chiese: "Quante ore preghi ogni giorno?". Il ragazzo rimase sorpreso da una simile domanda e provò a difendersi dicendo: "Madre, da lei mi aspettavo un richiamo alla carità, un invito ad amare di più i poveri. Perché mi chiede quante ore prego?". Madre Teresa gli prese le mani e le strinse tra le sue quasi per trasmettergli ciò che aveva nel cuore. Poi gli confidò: "Figlio mio, senza Dio siamo troppo poveri per poter aiutare i poveri! Ricordati: io sono soltanto una povera donna che prega; pregando, Dio mi mette il suo Amore nel cuore e così posso amare gli altri e i poveri. Pregando!". E il bello è che la vera gioia non è comprensibile ai sapienti e ai dotti, ma è "rivelata ai piccoli", coloro che nella storia non sono facilmente rintracciabili con date ed eventi grandiosi, come accade agli eroi, ma con sorrisi e sguardi in cui Dio si rivela con semplicità. Signore Gesù, noi ti ringraziamo. Ecco di nuovo, per noi, il tempo dell'attesa, il tempo della vigilanza e della preghiera, il tempo del cammino e del divenire, il tempo dell'attenzione al germoglio, all'accenno, ai segni di piccolezza, di nascondimento silenzioso. Rinasca in noi l'invocazione che il nostro cuore non può dimenticare, perché risponde alla profondità di ogni nostra attesa: «Vieni, vieni ancora, Signore Gesù!». Amen Agisci Oggi, nel mio rientro al cuore, sosterò in silenziosa contemplazione del Crocifisso. Lascerò che mi parli proprio con la sua impotenza, che è mistero: forza travolgente di amore. Non di solo pane - Numero 686 - Tempo di Avvento - pagina 10 I settimana di Avvento Non si può crescere da soli, non si può camminare da soli, isolandosi, ma si cammina e si cresce in una comunità, in una famiglia. (Papa Francesco) Mercoledì 3 Dicembre I Settimana del Salterio Il Santo del giorno: Beato Guglielmo de Bas Illustre cavaliere di Montpellier (Francia), il Beato Guglielmo de Bas, fu il secondo Maestro Generale dell'Ordine Mercedario.Designato dalla Madre di Dio come successore di San Pietro Nolasco nella" carica di generalato, fu eletto il 12 giugno 1245 e degnamente Brano Evangelico: Mt 15, 29-37 svolse tale mansione fino alla fine. Molto compassionevole verso gli schiavi per i quali subì molte pene rimanendo anche in ostaggio per essi, benvoluto da Re e Prìncipi che ne seppe conquistare la loro fiducia con la parola e l'esempio di vita. In età molto avanzata, famoso per la gloria ed i miracoli compiuti, morì all'inizio del 1260 nella città di Barcellona in Spagna. L'Ordine lo festeggia il 3 dicembre. Tutti mangiarono a sazietà. In quel tempo, Gesù giunse presso il mare di Galilea e, salito sul monte, lì si fermò. Attorno a lui si radunò molta folla, recando con sé zoppi, storpi, ciechi, sordi e molti altri malati; li deposero ai suoi piedi, ed egli li guarì, tanto che la folla era piena di stupore nel vedere i muti che parlavano, gli storpi guariti, gli zoppi che camminavano e i ciechi che vedevano. E lodava il Dio d’Israele. Allora Gesù chiamò a sé i suoi discepoli e disse: «Sento compassione per la folla. Ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da mangiare. Non voglio rimandarli digiuni, perché non vengano meno lungo il cammino». E i discepoli gli dissero: «Come possiamo trovare in un deserto tanti pani da sfamare una folla così grande?». Gesù domandò loro: «Quanti pani avete?». Dissero: «Sette, e pochi pesciolini». Dopo aver ordinato alla folla di sedersi per terra, prese i sette pani e i pesci, rese grazie, li spezzò e li dava ai discepoli, e i discepoli alla folla. Tutti mangiarono a sazietà. Portarono via i pezzi avanzati: sette sporte piene. Un giorno, una parola Dio ci ama nella misura in cui abbiamo bisogno di lui. Ci ama a causa della nostra sofferenza, della nostra povertà, della nostra fame e sete di lui, della nostra ansia del meglio. P. Monier Non di solo pane - Numero 686 - pagina 11 Salmo 23 Lungo i fiumi commento ai Salmi cura di don Luciano Vitton Mea Inserto speciale Del Signore è la terra e quanto contiene, * l'universo e i suoi abitanti. E' lui che l'ha fondata sui mari, * e sui fiumi l'ha stabilita. Chi salirà il monte del Signore, * chi starà nel suo luogo santo? Chi ha mani innocenti e cuore puro, † chi non pronunzia menzogna, * chi non giura a danno del suo prossimo. Egli otterrà benedizione dal Signore, * giustizia da Dio sua salvezza. Ecco la generazione che lo cerca, * che cerca il tuo volto, Dio di Giacobbe. Sollevate, porte, i vostri frontali, † alzatevi, porte antiche, * ed entri il re della gloria. Chi è questo re della gloria? † Il Signore forte e potente, * il Signore potente in battaglia. Sollevate, porte, i vostri frontali, † alzatevi, porte antiche, * ed entri il re della gloria. Chi è questo re della gloria? * Il Signore degli eserciti è il re della gloria. Gloria al Padre e al Figlio * e allo Spirito Santo. Come era nel principio, e ora e sempre, * nei secoli dei secoli. Amen. Introduzione Canto dei pellegrini mentre entravano nei Tempio e inno per le feste solenniz-zate dalla processione con l'arca. La ricerca di Dio (e non più la sicurezza di Dio succhiata col latte materno) caratterizza la nostra epoca. È un cammino spesso sofferto e tormentato, dove la guida è affidata alla ragione e dove a volte emerge la paura di un impegno definitivo, totale, di una scelta. Il salmo è un invito a superare le paure per entrare in un atteggiamento di fiducia, l'atteggiamento di chi sa accogliere un dono. Il volto di Dio di don Luciano Vitton Mea Ecco la generazione che lo cerca, * che cerca il tuo volto, Dio di Giacobbe. In tutto l’Antico testamento il volto di Dio rimane un mistero. Da un lato c’è un intera generazione che desidera conoscere, vedere con i propri occhi lo splendore del volto del Dio di Giacobbe; dall’altro c’è la chiara consapevolezza che vedere Dio faccia a faccia significherebbe morire. Ma questo desiderio è stato esaudito nella pienezza dei tempi, nell’incarnazione del Verbo che ha posto per sempre la sua tenda in mezzo a noi: «Signore, mostraci il Padre e ci basta» (Gv 14,8). E il Signore risponde: «Chi ha visto me, ha visto il Padre» (Gv 14,9). Noi sappiamo dove incontrare il volto di Dio, dove Non di solo pane - Numero 686 - Tempo di Avvento - pagina 12 L u n g o i fi u m i c o m m e n t o a i S a l m i Una canna pensante contemplare la sua presenza. Il volto di Dio è quello di un bambino appena nato e adagiato in una greppia. E’ il volto della piccolezza di Dio, dell’onnipotente che ha deposto la sua potenza e la sua forza per poterci incontrare nella nostra debolezza e povertà. Il volto di Dio lo incontriamo nel figlio del carpentiere di Nazareth mentre apprende l’arte del falegname, mentre cresce in “bontà e sapienza” sottomesso a Giuseppe e Maria. «Ecco la generazione che lo cerca, che cerca il tuo volto, Dio di Giacobbe». Sappiamo dove incontrarti e vederti Dio di Giacobbe: stai attraversando le polverose strade della Galilea facendo del bene a tutti. Siedi a mensa con i peccatori, incontri e sani i lebbrosi, ridoni la vista ai cechi, guarisci gli storpi, doni un nuovo tatto alle mani inaridite. Risusciti il figlio unico di una vedova e fai uscire dal sepolcro l’amico Lazzaro. Al tuo passaggio la misericordia illumina il cuore dei peccatori: i pubblicani lasciano il tavolo delle imposte e se hanno frodato qualcuno restituiscono quattro volte tanto, la tua ombra restituisce dignità alle meretrici e i sassi della lapidazione vengono lasciati cadere. «Ecco la generazione che lo cerca, che cerca il tuo volto, Dio di Giacobbe». Tuttavia Tu rimani il Dio del monte: sul Tabor il tuo volto risplende luminoso, i tuoi discepoli non ti vedono di spalle come è accaduto a Mosè, ma contemplano la tua Gloria. Sul Calvario il tuo volto è tumefatto dalle percosse, i rigagnoli di sangue che scendono dal tuo capo incoronato di spine si mescolano al sudore dell’agonia. E la Gloria del Tabor diventa misericordia, la luce velata degli occhi sguardo di pietà e perdono: «In verità, in verità ti dico oggi sarai con me in Paradiso». Ecco la generazione che lo cerca, che cerca il tuo volto, Dio di Giacobbe. Sì, noi, nuova generazione illuminata dal Risorto, sappiamo dove incontrare il volto di Dio: nella luce soffusa di un Tabernacolo, agli angoli delle strade negli occhi spenti di un vagabondo, nel corpo scarno dell’affamato, nei gemiti dell’ammalato, nel rantolo ansimante di un agonizzante. Ecco la generazione che lo cerca, che cerca il tuo volto, Dio di Giacobbe, mio prossimo e mio Signore. Non di solo pane - Numero 686 - pagina 13 Giovedì 4 Dicembre I settimana di Avvento La pienezza della vita cristiana che Dio compie negli uomini, infatti, è sempre insidiata dalla tentazione di cedere allo spirito mondano. (Papa Francesco) I Settimana del Salterio Il Santo del giorno: San Giovanni Calabria È il 1900. In una nebbiosa sera di novembre, Giovanni Calabria, giovane studente veronese di teologia, scorge un mucchietto di stracci in un anfratto del portone: è un piccolo zingarello costretto a elemosinare e portare ogni giorno una certa somma per sfuggire a botte e soprusi; non sapendo dove altro rifugiarsi, cerca - come può - di difendersi dal freddo. È un disperato come tanti, uno di quelli per cui non esiste la parola futuro. Giovanni lo porta nella sua casa e lo affida alla madre, abituata a condividere la generosità del figlio. Quella notte non riesce però a prendere sonno, e gli nasce l'idea di pregare, ma soprattutto di lottare per opporsi a ingiustizie come questa. Lo farà per oltre 50 anni, promuovendo tramite la fondazione dell'Opera Don Calabria, attività di assistenza presenti in ben 12 nazioni e 4 continenti. Nato l'8 ottobre 1873 e ordinato sacerdote nel 1901, Giovanni Calabria morirà il 4 dicembre 1954, a 81 anni. Brano Evangelico: Mt 7, 21.24-27 ...che ha costruito la sua casa sulla roccia. In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia. Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande». Un giorno, una parola Come, quando si deve edificare una casa, niente si colloca prima della pietra da usare come fondamento, così la Chiesa ha la sua pietra, cioè Cristo, nascosta nel profondo del cuore e nulla antepone alla fede e all'amore per lui. S. Beda Non di solo pane - Numero 686 - Tempo di Avvento - pagina 14 Meditiamo la Parola Preghiamo la Parola Nella libertà del tuo amore Di Fiorella Elmetti È bellissimo quello che il profeta Isaia ci fa notare: "In quel giorno si canterà questo canto nella terra di Giuda: «Abbiamo una città forte; mura e bastioni egli ha posto a salvezza. Aprite le porte: entri una nazione giusta, che si mantiene fedele. La sua volontà è salda; tu le assicurerai la pace, pace perché in te confida. Confidate nel Signore sempre, perché il Signore è una roccia eterna, perché egli ha abbattuto coloro che abitavano in alto, ha rovesciato la città eccelsa, l’ha rovesciata fino a terra, l’ha rasa al suolo. I piedi la calpestano: sono i piedi degli oppressi, i passi dei poveri». Ecco, qualunque casa sia abitata dal Signore diventa la casa in cui entrano gli oppressi e i poveri, ma questa casa la si costruisce perché "il Signore è una roccia eterna". Questo è anche il richiamo del Vangelo: "Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli". Possono venire sciagure e sofferenze di tutti i tipi (e nella vita reale esse si manifestano puntualmente), ma tutto può essere non solo sopportato ma vissuto con il Signore. Solo chi "ascolta" e mette in pratica le parole di Gesù può intenderne la preziosità. E non occorre essere grandi per respirare la propria libertà anche nelle difficoltà e nei propri limiti, come viene accennata in questa bella poesia di Adriana Zarri: "E tienimi ben salda e prigioniera, nella libertà del tuo amore, perché non abbia a cadere in servitù del mio egoismo, del mio orgoglio, del mio voler essere al primo posto: prima ancora di te. Invece dammi di poter camminare alla tua ombra: di essere una piccola cosa custodita da te. E verrà sera e notte e inverno; e verrà il freddo e verrà il buio; ma io sarò nascosta e calda, nel cavo della tua mano". Vieni, vieni ancora, Signore Gesù! La tua parola, letta e meditata, diventi la roccia del nostro cuore, fondamento certo della nostra città interiore, edificata stalla fedeltà a te e al tuo vangelo! Vieni, Signore, nel volto di ogni fratello e sorella, che con noi ti cerca, ti attende e fonda in se un frammento della tua presenza, Dio tra gli uomini! Amen Agisci Oggi, nella mia pausa di contemplazione, rifletto sulle parole di San Paolo: "Non sapete che il vostro corpo è tempio dello Spirito Santo che è in voi?" Il Signore vuole che anche il mio cuore diventi ‘casa di preghiera' nella comune ‘casa di preghiera' che è la Chiesa. Non di solo pane - Numero 686 - Tempo di Avvento - pagina 15 I settimana di Avvento Doppiamente povere sono le donne che soffrono di situazioni di esclusione, maltrattamento e violenza. (Papa Francesco) Venerdì 5 Dicembre I Settimana del Salterio Il Santo del giorno: Beato Filippo Rinaldi Nato nel 1856 a Lu Monferrato nell'Alessandrino, Filippo Rinaldi a 21 anni conobbe don Bosco. Divenuto prete nel 1882 e maestro dei novizi, fu inviato in Spagna dove divenne Ispettore e contribuì allo sviluppo dei Salesiani in loco. Da vicario generale della congrega- zione, diede impulso ai cooperatori, alla pastorale vocazionale, istituì le federazioni mondiali degli ex allievi e allieve, fu attento al mondo del lavoro. Sostenne le Figlie di Maria Ausiliatrice e intuì il ruolo delle «Zelatrici», future «Volontarie di don Bosco». Nel 1921 fu eletto terzo successore di don Bosco. Morì nel 1931 a Torino. È stato beatificato da Giovanni Paolo II il 29 aprile 1990 nella piazza antistante la Basilica di Maria Ausiliatrice a Torino, dove riposa nella cripta della stessa Basilica. Brano Evangelico: Mt 9, 27-31 «Figlio di Davide, abbi pietà di noi!». In quel tempo, mentre Gesù si allontanava, due ciechi lo seguirono gridando: «Figlio di Davide, abbi pietà di noi!». Entrato in casa, i ciechi gli si avvicinarono e Gesù disse loro: «Credete che io possa fare questo?». Gli risposero: «Sì, o Signore!». Allora toccò loro gli occhi e disse: «Avvenga per voi secondo la vostra fede». E si aprirono loro gli occhi. Quindi Gesù li ammonì dicendo: «Badate che nessuno lo sappia!». Ma essi, appena usciti, ne diffusero la notizia in tutta quella regione. Un giorno, una parola Il cieco desidera dal Signore non del denaro, ma la luce. Senza di questa, tutto il resto gli sembra di ben poco valore. Imitiamo costui per essere illuminati esteriormente e interiormente. S. Gregorio Magno Non di solo pane - Numero 686 - pagina 16 Meditiamo la Parola Attendiamo una vera luce Preghiamo la Parola a cura della redazione Chissà se papa Francesco quando ha definito la Chiesa «ospedale da campo» ha coniato questa stupenda immagine ricordando questo capitolo 9 del Vangelo di Matteo! È bello pensarlo, perché significa richiamare tutti i credenti a farsi infermieri o, meglio, samaritani del prossimo, barellieri di speranza, che accompagnano alla locanda dei miracoli dove si rinnova il miracolo della vera guarigione. In una particolare icona che rappresenta il brano evangelico del buon Samaritano, c'è qualcosa di singolare: colui che soccorre e colui che è soccorso hanno lo stesso volto. Il volto di Gesù. È Lui che guarisce, è lui che, condividendo il dolore umano, chiede di essere soccorso. La sofferenza e il dolore diventano luoghi privilegiati dell'incontro con Gesù. In questo capitolo Gesù compie dieci miracoli, quello narrato in questi versetti riguarda due ciechi. La luce è un tema fondamentale,più volte troveremo Gesù che guarisce i ciechi. È una delle categorie citate 'dal profeta Isaia la cui guarigione segna la venuta del Messia. Giovanni Battista invierà i suoi discepoli da Gesù per accertarsi sulla sua vera identità: «Sei tu quello che deve venire o dobbiamo attenderne un altro?». Gesù risponderà indirettamente: «Andate e riferite a Giovanni ciò che voi udite e vedete: i ciechi ricuperano la vista...». Siamo in tempo di Avvento e l'attesa del Natale è già ricolma di luci, forse non tutte sono in sintonia con la luce vera che viene al mondo, ma il Natale è caratterizzato, anche quello laico, proprio dalla luce. Ma la luce vera che viene nel mondo evoca un'altra luce, quella della fede e in questo brano evangelico è proprio la fede che rende possibile la guarigione dalla cecità. Proprio la fede in Gesù rende possibile aprire gli occhi. C'è una guarigione più profonda di cui tutti noi abbiamo bisogno: dare un senso a questa nostra vita. Gesù chiede anche a te di crescere nella sua amicizia, questo tempo di Avvento è il tempo favorevole, tempo di attesa di quella luce vera che viene nel mondo, così come all'inizio della creazione Dio disse: «sia la luce» e la luce fu, così oggi Dio vuole ricominciare con te. A te chiede solo un atto di fiducia, per fare insieme a te cose grandi, per continuare con te a fare miracoli. Vieni, vieni ancora, Signore Gesù! Resta accanto a noi in questo cammino di Avvento e fa' che i nostri occhi sappiano vedere, lucidi e lavati da lacrime che ben conosciamo, e le nostre orecchie odano, ogni porta si spalanchi, ogni nostra povertà ti chiami e ti invochi. Tutto in noi creda e aderisca a te, Salvatore bambino! Amen Agisci Chiederò scusa a coloro ai quali avrò rivolto parole offensive. Perdonerò volentieri quelli che mi feriscono con le loro parole. Accetterò le giuste critiche che mi verranno fatte per il mio bene. Non di solo pane - Numero 686 - Tempo di Avvento - pagina 17 I settimana di Avvento Per favore, non guardare la vita dal balcone! Mischiatevi lì, dove ci sono le sfide, che vi chiedono aiuto per portare avanti la vita, lo sviluppo, la lotta per la dignità delle persone, la lotta contro la povertà... (Papa Francesco) Sabato 6 Dicembre I Settimana del Salterio Il Santo del giorno: San Pietro Pascasio Pedro Pascual (italianizzato in Pietro Pascasio) nacque a Valencia verso il 1225. Studiò a Parigi con san Bonaventura e san Tommaso, poi tornò in Spagna. Entrò tra i Mercedari: il nome Pietro, infatti, gli era stato dato dai genitori perché, sterili, avevano invocato san Pietro Nolasco, fondatore dell'ordine dedito agli schiavi. Divenuto vescovo di Jaén, percorse Spagna e Portogallo, confortando i prigionieri degli arabi. Fu catturato e portato dal sultano di Granada. Dapprima ebbe una certa libertà. Poi, date le molte conversioni, fu ucciso nel Brano Evangelico: Mt 9, 35-10,1.6-8 1300. A Granada in Spagna, beato martire Pietro Pascual, vescovo di Jaén, dell’Ordine della Mercede, che, arrestato dai Mori mentre, in visita al suo gregge, esortava il popolo alla difesa delle fede, morì in prigione. Il regno dei cieli è vicino. In quel tempo, Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni malattia e ogni infermità. Vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore. Allora disse ai suoi discepoli: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe!».Chiamati a sé i suoi dodici discepoli, diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità. E li inviò ordinando loro: «Rivolgetevi alle pecore perdute della casa d’Israele. Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date». Un giorno, una parola Dio ci ha fatti alleanza. È per tutti che ciascuno riceve la fede. Una volta che la Parola di Dio è incarnata in noi, non abbiamo il diritto di conservarla per noi: noi apparteniamo, da quel momento, a coloro che l’attendono. Madeleine Delbrêl Non di solo pane - Numero 686 - Tempo di Avvento - pagina 18 Meditiamo la Parola Preghiamo la Parola Tutto è dono, tutto è grazia di Fiorella Elmetti "...Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe!", è questo il richiamo centrale del testo di oggi. Mi è facile collegarlo a quanto ha detto Papa Francesco: "Nelle ‘Lettere pastorali’ inviate ai suoi discepoli Timoteo e Tito, l’apostolo Paolo si sofferma con cura sulla figura dei vescovi, dei presbiteri e dei diaconi e su una descrizione di ogni cristiano nella Chiesa... l’accoglienza, la sobrietà, la pazienza, la mitezza, l’affidabilità, la bontà di cuore... È questo l’alfabeto, la grammatica di base di ogni ministero! Deve essere la grammatica di base di ogni vescovo, di ogni prete, di ogni diacono, perché senza questa predisposizione bella e genuina a incontrare, a conoscere, a dialogare, ad apprezzare e a relazionarsi con i fratelli in modo rispettoso e sincero, non è possibile offrire un servizio e una testimonianza davvero gioiosi e credibili”. Papa Francesco ha poi rammentato l’atteggiamento di fondo che vescovi, sacerdoti, presbiteri o diaconi devono “ravvivare continuamente”, cioè “il dono” del loro ministero, e questo mantenendo “sempre viva la consapevolezza che non si è vescovi, sacerdoti o diaconi perché si è più intelligenti, più bravi e migliori degli altri, ma solo in forza di un dono, un dono d’amore elargito da Dio, nella potenza del suo Spirito, per il bene del suo popolo”. Una consapevolezza che, ha proseguito il Papa, “costituisce una grazia da chiedere ogni giorno. Infatti, un Pastore che è cosciente che il proprio ministero scaturisce unicamente dalla misericordia e dal cuore di Dio non potrà mai assumere un atteggiamento autoritario, come se tutti fossero ai suoi piedi e la comunità fosse la sua proprietà, il suo regno personale”. Tutto è dono, tutto è grazia. Ecco un altro passo che ci avvicina alla grotta della tua natività, Signore: cammina con noi e insegnaci a lasciare che i segni della tua presenza risplendano, valorizzando il bene in ciascuno, rispettandone il mistero e facendoci strumenti di efficace liberazione dalla zavorra del male che appesantisce il nostro cuore. Per questo ti invochiamo: «Vieni, vieni ancora, Signore Gesù!». Amen Agisci Voglio seguire i consigli delle persone sagge. Non devo giudicare le persone solo dall'apparenza e non devo lasciarmi condizionare dalle critiche ingiuste. Non di solo pane - Numero 686 - Tempo di Avvento - pagina 19 Sussidio di preghiera per la famiglia Coordinatrice Fiorella Elmetti Anno XIV- n. 686 Domenica 30 Novembre 2014 Redazione don Luciano Vitton Mea, don Carlo Moro, don Fabio Marini, don Diego Facchetti, Fiorella Elmetti Chiuso il 23 Novembre 2014 Numero copie 1300 333/3390059 don Luciano Grafica e stampa don Luciano Vitton Mea Ideato da don Luciano Vitton Mea Per la tua vita spirituale visita il Vi troverai: Ogni giorno una meditazione dei più grandi maestri di spiritualità Il settimanale di preghiera Non di Solo pane (da scaricare) I Santi del Giorno Tutte le opere di San Agostino I racconti di un pellegrino russo L’Imitazione di Cristo Ti aspetto ogni giorno su: http://www.latracciameditazioni.it/
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