SCHEDA PROGETTO PER L’IMPIEGO DI VOLONTARI IN SERVIZIO CIVILE IN ITALIA ENTE 1) Ente proponente il progetto: PROODOS - CONSORZIO COOPERATIVE SOCIALI SOCIETÀ COOPERATIVA SOCIALE A R.L. – ONLUS 2) Codice di accreditamento: 3) Albo e classe di iscrizione Albo Regionale della Campania NZ01464 3^ CARATTERISTICHE PROGETTO 4) Titolo del progetto: “Sogni nel cassetto 2014/2015” 5) Settore ed area di intervento del progetto con relativa codifica (vedi allegato 3): Settore: Assistenza Area: 02 (Minori) 11 (Donne con minori a carico e Donne in difficoltà) 7) Obiettivi del progetto: OBIETTIVI GENERALI Il progetto “Sogni nel cassetto 2014/2015” trova pieno riscontro nelle linee programmatiche del Piano di Zona del Comune di Napoli, che prevedono un processo di infrastrutturazione più organico, sia a livello centrale (ASL / Comune) e territoriale (Municipalità / Distretto), che consenta un funzionamento più orizzontale, adeguato alla complessità dei bisogni del cittadino e della sua famiglia. Il nuovo sistema integrato di welfare municipale è, pertanto, basato sulla costruzione di una rete di protezione sociale che accompagni il cittadino e la sua famiglia lungo tutto il percorso evolutivo, dalla nascita fino all’età adulta e ad un invecchiamento sereno ed attivo. Nello specifico ci si propone di: - aumentare la qualità dell’offerta educativa all’interno dei servizi; - potenziare il grado di flessibilità dei servizi stessi, recependo in questo modo una delle principali richieste delle famiglie; - aumentare la capacità di attenzione e presa in carico dei minori con particolari difficoltà relazionali o sociali (ad es. famiglie extacomunitarie, famiglie e/o minori in carico ai servizi sociali); - sviluppare proposte innovative complementari alle attività ordinarie dei servizi; - attività di sostegno ai genitori rispetto all’ acquisizione di competenze sul ruolo educativo, alla necessità di confronto e di rispecchiamento. Il progetto “Sogni nel cassetto 2014/2015” si sviluppa sulle orme dei precedenti progetti di servizio civile volontario, fra i quali “La Scatola dei Sogni” e “Campo di Fragole” ponendosi quindi l’obiettivo di raccogliere le indicazioni dei progetti precedenti, implementandone le azioni sulla base di analisi qualitative e quantitative e, parallelamente, ampliando l’area di intervento anche verso le famiglie e gli adulti che vivono in condizioni di disagio e che potrebbero, quasi con certezza, aver riflesso sul minore. In particolare, partendo dalle esperienze delle strutture residenziali e facendo riferimento ai servizi con cui l’utente entra in contatto prima di esse (Segretariato Sociale, Educativa Territoriale, Percorsi extra-scolastici di recupero, Assistenza Specialistica), ed ai servizi che dovrebbero seguire la struttura residenziale (Inserimento Lavorativo e Sociale) si vuole definire: - come intervenire preventivamente per evitare che il minore venga ricoverato in tali strutture, anche intervenendo sulla famiglia (il prima); - cosa va fatto per “de-istituzionalizzare” l’esperienza della struttura residenziale, utilizzando strumenti come l’Affido o i servizi di educazione e socializzazione territoriali (il durante); - come bisogna affiancare il minore in vista dell’uscita dalla struttura residenziale e come provvedere al compito più arduo, quello del reinserimento nella vita familiare (se possibile) lavorativa e sociale (il dopo). Si sottolinea che in virtù dell’unicità del singolo, delle sue peculiarità, caratteristiche, ma soprattutto nel rispetto delle esigenze personali e strettamente legate all’individualità dei soggetti, in ognuna delle fasi su indicate si intende implementare gli interventi in modalità di sperimentazione, sulla base di piani individuali. La sperimentazione riguarda almeno il 50% degli utenti ospitati nelle strutture residenziali della rete Proodos. OBIETTIVI GENERALI RISPETTO AI MINORI Al minore viene offerto un sostegno attraverso il “tutorato educativo” mediante il quale offrire un’opportunità di crescita. Verrà costantemente seguito nelle varie attività giornaliere, attraverso un sostegno diretto, con la presenza di un educatore professionista. Questi avrà il compito di comprendere le esigenze manifeste e/o non manifeste che il minore mette in atto nella loro relazione. Il tutor, attraverso un lavoro d’équipe e di rete, sviluppa le potenzialità del minore offrendo allo stesso ambiti ed occasioni utili a realizzare l’obiettivo. L’intervento, nella concretezza delle attività, favorisce il sostegno scolastico, i contatti con la scuola, le attività ludico – ricreative – sportive ed è mirato all’instaurazione di un dialogo/confronto con il tutor. Attivando la rete sociale del minore, lo stesso, viene inserito in un contesto sociale ricco di stimoli positivi anche in assenza dell’educatore. - formare nei giovani personalità capaci di essere protagonisti principali della loro vita, artefici del cambiamento del tessuto sociale in cui vivono. - promuovere lo sviluppo morale e spirituale dei giovani del territorio della provincia di Napoli così da favorire una cultura di tolleranza e di pace, di responsabilità e di educazione alla legalità. - promuovere quelle attività che favoriscono una migliore integrazione tra educatori e ragazzi, tra famiglia e scuola, tra italiani e stranieri e tra le varie etnie straniere; - promuovere nei genitori il senso di responsabilità del loro ruolo di genitori, di partner all’interno della coppia ed attori principali del tessuto sociale. OBIETTIVI SPECIFICI Obiettivo 1 = Attuare uno studio del territorio individuando le situazioni e le zone di maggiore criticità Obiettivo 2 = Realizzare un programma di prevenzione primaria da poter applicare come modello nelle scuole e nei luoghi di socializzazione dei ragazzi Obiettivo 3 = Stimolare la libera applicazione della spontaneità e della creatività dei ragazzi della nostra città Obiettivo 4 = potenziare il servizio di prossimità presso il domicilio delle famiglie gravate INDICATORI VALORE RISULTATO ATTESO % minori che ricevono un risposta personalizzata ai loro bisogni Solo il 30% dei soggetti riceve una risposta personalizzata adeguata Aumentare del 15% la risposta ai bisogni % percorsi di socializzazione e di integrazione sociale Solo il 10% dei soggetti ha avviato un percorso di socializzazione Almeno 41% di percorsi avviati n. percorsi di inserimento lavorativo per le donne Poche iniziative sporadiche e poco strutturate Almeno n. 15 percorsi di inserimento lavorativo Mappatura delle risorse Materiale poco n.1 manuale interno esistenti strutturato da onerosi con compiti di cura Obiettivo 5 = sostenere le famiglie nel loro ruolo educativo durante le fasi di crescita dei figli Obiettivo 6 = sostenere le donne per un’attiva partecipazione alla vita delle comunità locali e al mondo del lavoro In riferimento agli obiettivi generali e specifici del progetto, gli indicatori misurabili sono i seguenti: 8) Descrizione del progetto e tipologia dell’intervento che definisca dal punto di vista sia qualitativo che quantitativo le modalità di impiego delle risorse umane con particolare riferimento al ruolo dei volontari in servizio civile: 8.1 Complesso delle attività previste per il raggiungimento degli obiettivi Sulla base dell’obiettivo generale descritto al punto 7 ovvero “fornire un sostegno ai minori ed alle donne in difficoltà dando loro la possibilità di fruire di una rete integrata di servizi di assistenza finalizzata a favorire l’integrazione sociale e la crescita individuale e la lotta a fenomeni di emarginazione e di devianza” il presente progetto, mira a porre in essere tutta una serie di attività collegate a specifiche azioni seguendo la logica propria del formulario, redatto sulla base della metodologia GOPP, secondo la quale le attività portano al concretizzarsi delle azioni; le azioni portano al raggiungimento degli obiettivi specifici. Sulla base di questa premessa possiamo definire le azioni e le attività progettuali secondo il seguente schema: Obiettivo 1 = Attuare uno studio del territorio individuando le situazioni e le zone di maggiore criticità Azione 1: Effettuare una mappatura delle risorse esistenti - Attività 1.1 – Creazione di un coordinamento territoriale Attività 1.2 – Realizzazione di tavoli tematici Obiettivo 2 = Realizzare un programma di prevenzione primaria da poter applicare come modello nelle scuole e nei luoghi di socializzazione dei ragazzi Azione 2: Sviluppare azioni di rete sul territorio finalizzate alla prevenzione primaria con i genitori su tematiche dello sviluppo e della genitorialità. - Attività 2.1 – Gruppi di incontro periodici con tutti gli enti che a vario titolo si occupano delle problematiche legate ai minori ed alle donne in difficoltà - Attività 2.2 – Organizzazione di tavoli tematici con gli attori chiave del territorio sui problemi legati alla devianza minorile - Attività 2.3 – Formulazione di proposte innovative in tema di sostegno ai minori ed alle donne in difficoltà da sottoporre all’attenzione delle istituzioni competente al fine di programmare interventi condivisi e maggiormente efficaci. - Attività 2.4 – Organizzazione di conferenze e seminari su tematiche relative all’infanzia, all’adolescenza e alla famiglia. Obiettivo 3 = Stimolare la libera applicazione della spontaneità e della creatività dei ragazzi della nostra città Azione 3:Promozione di attività educative - Attività 3.1 Organizzare ed assemblare i laboratori di educativa territoriale già esistenti, con nuovi laboratori finalizzati all’integrazione sociale dei ragazzi; - Attività 3.2 Organizzazione di manifestazioni culturali, sportive ed artistiche, visite guidate ai musei locali, organizzate dai giovani per i giovani Obiettivo 4 = potenziare il servizio di prossimità presso il domicilio delle famiglie gravate da onerosi con compiti di cura Azione - 4: implementazione del sistema del welfare community Attività 4.1 – creazione di gruppi di auto mutuo aiuto rivolto alle famiglie Attività 4.2 – sviluppare forme di solidarietà sociale come la banca del tempo. Attività 4.3 – promuovere un maggiore raccordo tra le risorse ed i servizi presenti sul territorio a favore dei minori e delle donne in difficoltà e favorire lo sviluppo di altri. Obiettivo 5 = Azione trovare i propri - - Sostenere le famiglie nel loro ruolo educativo durante le fasi di crescita dei figli 5: Coordinare lo sportello di ascolto che dia la possibilità alle famiglie, di una persona amica, capace di ascoltare, sostenere e migliorare le relazioni con figli. Attività 5.1 – attivazione di percorsi di formazione per fornire ai genitori le competenze utili per accompagnare i figli nella costruzione della propria personalità, unica e irripetibile Attività 5.2 – creazione e distribuzione sul territorio di brochure e guide informative sui esistenti sul territorio a sostegno del nucleo familiare. Attività 5.3 – attivazione di collegamenti diretti con associazioni ed organizzazioni di volontariato, parrocchie, servizi socio-educativi, servizi socioassistenziali e sanitari, servizi ricreativo-culturali. Obiettivo 6 = Sostenere le donne per un’attiva partecipazione alla vita delle comunità locali e al mondo del lavoro Azione 6 :potenziare nelle donne in difficoltà le autonomie di base, il senso di responsabilità e la preparazione ad affrontare diverse prospettive di vita - Attività 6.1 – Supportare le donne attraverso un supporto pratico all’elaborazione dei bilanci di competenza, ad un graduale inserimento o - reinserimento nel mercato del lavoro Attività 6.2 – Sostenere e supervisionare i bambini nella esecuzione dei compiti Attività 6.3 – Accompagnare le donne, qualora ne avessero necessità, nella conduzione delle attività quotidiane lasciando alle stesse ampio spazio di gestione e di decisione. Azioni a latere Per la descrizione delle attività della Formazione generale e specifica si rinvia rispettivamente alle voci: 29/34 e 35/41. Per la descrizione delle attività di Monitoraggio si rinvia alle voci 21) e 42). Per le attività di promozione e sensibilizzazione del Servizio civile nazionale si rinvia alla voce 17). ARTICOLAZIONE TEMPORALE Per quanto concerne gli obiettivi, le azioni e le attività il diagramma di Gantt è strutturato nel seguente modo: Azioni 1° Fase 1:Avvio ed accoglienza volontari Fase 2: Formazione generale volontari Fase 3: Formazione specifica volontari Fase 4: Attività di promozione e sensibilizzazione Obiettivo 1 Azione 1 Attuare uno studio del territorio individuando le situazioni e le zone di maggiore criticità Attività 1.1 Creazione di un coordinamento territoriale Attività 1.2 Realizzazione di tavoli tematici Obiettivo 2 Azione 2 Sviluppare azioni di rete sul territorio finalizzate alla prevenzione primaria con i genitori su x x 2° 3° 4° 5° x x x x x x x x x x x 10° 11° x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x 12° x x x x 9° x x x Mesi 6° 7° 8° x x x x x x tematiche dello sviluppo e della genitorialità Attività 2.1 Gruppi di incontro periodici con tutti gli enti che a vario titolo si occupano delle problematiche legate ai minori ed alle donne in difficoltà Attività 2.2 Organizzazione di tavoli tematici con gli attori chiave del territorio sui problemi legati alla devianza minorile Attività 2.3 Formulazione di proposte innovative in tema di sostegno ai minori ed alle donne in difficoltà da sottoporre all’attenzione delle istituzioni competente al fine di programmare interventi condivisi e maggiormente efficaci Attività 2.4 Organizzazione di conferenze e seminari su tematiche relative all’infanzia, all’adolescenza e alla famiglia Obiettivo 3 Azione 3 Promozione di attività educative Attività 3.1 Organizzare ed assemblare i laboratori di educativa territoriale già esistenti, con nuovi laboratori finalizzati all’integrazione sociale dei ragazzi Attività 3.2 Organizzazione di manifestazioni culturali, sportive ed x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x artistiche, visite guidate ai musei locali, organizzate dai giovani per i giovani Obiettivo 4 Azione 4 Implementazione del sistema del welfare community Attività 4.1 Creazione di gruppi di auto mutuo aiuto rivolto alle famiglie Attività 4.2 Sviluppare forme di solidarietà sociale come la banca del tempo Attività 4.3 Promuovere un maggiore raccordo tra le risorse ed i servizi presenti sul territorio a favore dei minori e delle donne in difficoltà e favorire lo sviluppo di altri Obiettivo 5 Azione 5 Coordinare lo sportello di ascolto che dia la possibilità alle famiglie, di trovare una persona amica, capace di ascoltare, sostenere e migliorare le relazioni con i propri figli Attività 5.1 attivazione di percorsi di formazione per fornire ai genitori le competenze utili per accompagnare i figli nella costruzione della propria personalità, unica e irripetibile Attività 5.2 Creazione e distribuzione sul territorio di brochure e guide informative sui x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x esistenti sul territorio a sostegno del nucleo familiare Attività 5.3 attivazione di collegamenti diretti con associazioni ed organizzazioni di volontariato, parrocchie, servizi socio-educativi, servizi socio-assistenziali e sanitari, servizi ricreativo-culturali Obiettivo 6 Azione 6 potenziare nelle donne in difficoltà le autonomie di base, il senso di responsabilità e la preparazione ad affrontare diverse prospettive di vita Attività 6.1 Supportare le donne attraverso un supporto pratico all’elaborazione dei bilanci di competenza, ad un graduale inserimento o reinserimento nel mercato del lavoro Attività 6.2 Sostenere e supervisionare i bambini nella esecuzione dei compiti Attività 6.3 Accompagnare le donne, qualora ne avessero necessità, nella conduzione delle attività quotidiane lasciando alle stesse ampio spazio di gestione e di decisione. Fase 4: Monitoraggio e valutazione in itinere Fase 5: Valutazione complessiva del x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x progetto e ipotesi di follow up Le attività previste saranno realizzate nel rispetto della normativa in materia di tutela della salute e della sicurezza dei luoghi di lavoro di cui al Decreto Legislativo 9 aprile 2008 n. 81, così come modificato ed integrato dal decreto legislativo 3 agisto 2009 n. 106 di quella relativa al settore di riferimento del progetto. 8.3 Ruolo ed attività previste per i volontari nell’ambito del progetto. Il progetto “Sogni nel cassetto 2014/2015” prevede l’inserimento dei volontari nelle sedi di progetto gradualmente, secondo una metodologia ampiamente sperimentata nel corso degli anni, anche nei precedenti progetti di Servizio Civile. Difatti, il processo seguito sarà quello del “learning by doing”, che prevede l’impiego dei volontari nei servizi con l’affiancamento costante di operatori esperti e la supervisione degli OLP. Al lavoro sul campo vengono alternati momenti di formazione in aula, monitoraggio costante e verifiche periodiche (come da specifica nella sezione dedicata alla formazione), in linea con gli standard di qualità previsti dalle norme UNI EN ISO 9001, alle quali si attiene il Consorzio Proodos (il consorzio gode della certificazione di qualità). I volontari, seguiti dagli OLP, realizzeranno incontri di valutazione delle singole attività, con cadenza mensile. Scopo di questi incontri è far emergere le criticità e i punti di forza delle attività in corso e, allo stesso tempo, permettere ai volontari, a partire dall’esperienza concreta, di imparare il funzionamento complessivo del servizio in cui vengono impiegati, formulando al contempo osservazioni e proposte per migliorarlo. I Volontari saranno avviati all’esperienza di Servizio Civile, attraverso i seguenti momenti e le seguenti attività: a) conoscenza degli operatori delle cooperative e presentazione della realtà in cui opereranno attraverso la partecipazione alla formazione specifica e all’avvio della formazione generale, incontri di informazione e riflessione con l’Operatore Locale di progetto, lettura di documentazione relativa alle attività del progetto; b) graduale inserimento nel servizio attraverso la conoscenza del territorio e dei servizi offerti alla cittadinanza da parte delle Amministrazioni Pubbliche di riferimento; c) definizione e informazione in incontri con l’OLP degli obiettivi specifici del progetto, delle singole attività, degli orari, dei diritti e dei doveri del Volontario e dell’organizzazione proponente. I Volontari dopo essere stati facilitati ad entrare nell’organizzazione e a conoscere la realtà operativa del progetto saranno posti in affiancamento ad operatori che operano presso la sede al fine di acquisire le prime nozioni sui compiti da svolgere, attraverso i seguenti momenti ed attività: a) momenti di incontro con l’Operatore Locale di Progetto. b) Trasferimento delle necessarie informazioni per l’operatività del progetto. c) Addestramento in merito agli “strumenti operativi” necessari; I Volontari saranno impegnati, per 30 ore a settimana articolate in 5 gg. a settimana. I Volontari, seguiti dagli OLP e da un operatore esperto, dovranno essere capaci di affiancare gli operatori in tutte le loro mansioni, nel rispetto delle responsabilità definite dalle normative vigenti. É per questo che dovranno svolgere, oltre alle mansioni di affiancamento all’assistenza e all’educazione del minore, anche quelle attività di ordinaria gestione delle strutture e degli uffici. Allo stesso tempo, coordinati dall’OLP e da un operatore esperto, realizzeranno incontri di valutazione delle singole attività, con cadenza mensile. Scopo di questi incontri è far emergere le criticità e i punti di forza delle attività in corso e, allo stesso tempo, permettere ai volontari, a partire dall’esperienza concreta, di imparare il funzionamento complessivo del servizio in cui vengono impiegati, formulando al contempo osservazioni e proposte per migliorarlo. Si prevede di attuare un percorso formativo-lavorativo così articolato: 1.Prima fase di Accoglienza e Formazione I volontari saranno accolti dall’ente che mediante formazione generale e specifica (realizzato secondo i contenuti previsti dal progetto) fornirà loro le conoscenze, le competenze nonché gli strumenti di base affinché possano realizzare le attività previste. Dopodiché i volontari incontreranno gli operatori che li introdurranno al progetto, alle azioni programmate, ai suoi obiettivi e alla tipologia di destinatari. 2. Seconda fase- Costituzione dell’equipe di lavoro Acquisiti gli strumenti di base, sarà costituito il gruppo di lavoro del progetto, comprendente gli operatori coinvolti che i volontari affiancheranno nella realizzazione delle attività previste. Al fine di lavorare in maniera efficace, in via preliminare, si utilizzeranno strumenti di analisi sia del bisogno che dell’area di intervento, come la SWOT Analysis che definisce i punti di forza e debolezza. 3. Terza Fase- Realizzazione delle attività I volontari saranno coinvolti nelle attività a pieno ritmo, supportando gli operatori nelle varie mansioni definite. 4. Quarta Fase- Monitoraggio e valutazione in itinere Il percorso prevede una valutazione dell’andamento del progetto così da poter intervenire e applicare correttivi se necessario, salvaguardando la qualità dell’intervento. Pertanto saranno definite n. 5 giornate dedicate alla valutazione, alla quale parteciperanno sia gli OLP che i volontari. Gli strumenti di valutazione saranno questionari specifici somministrati ai volontari attraverso i quali si verificherà il soddisfacimento degli obiettivi e dei risultati attesi. 5. Quinta Fase- Valutazione complessiva del progetto Al termine del progetto, nel corso dell’ultimo mese, sarà realizzata una valutazione complessiva degli interventi che, oltre ad analizzare la coerenza con gli obiettivi/risultati, ne valuterà l’impatto. La valutazione sarà realizzata facendo riferimento a specifiche griglie di valutazione elaborate dal gruppo di lavoro sulla base degli indicatori definiti in sede progettuale e che tengano conto anche della valutazione in itinere. Sarà inoltre elaborato un report/bilancio contenente i risultati conseguiti e che sarà diffuso mediante i canali comunicativi dell’ente proponente e degli enti che appartengono alla sua rete territoriale. I volontari richiesti per il progetto “Sogni nel cassetto 2014/2015” sono n.6 e avranno come sede di destinazione: Napoli, Via Portacarrese a Montecalvario n. 69: ai volontari saranno affiancati due OLP oltre che alcuni operatori con adeguato titolo di studio e comprovata esperienza biennale nello svolgimento di servizi legati all’area minori e donne in difficoltà. 9) Numero dei volontari da impiegare nel progetto: 10) Numero posti con vitto e alloggio: 6 0 11) Numero posti senza vitto e alloggio: 6 12) Numero posti con solo vitto: 0 13) Numero ore di servizio settimanali dei volontari, ovvero monte ore annuo: 30 14) Giorni di servizio a settimana dei volontari (minimo 5, massimo 6) : 5 15) Eventuali particolari obblighi dei volontari durante il periodo di servizio: In funzione della particolarità delle motivazioni e degli obiettivi progettuali, ai volontari, oltre al rispetto degli orari e di tutto quanto definito dal progetto di servizio civile, è richiesto: - di rispettare la privacy sugli utenti seguiti dalle rispettive cooperative sociali e dall’associazione co-progettante; - di partecipare ai percorsi formativi; - di rispettare i regolamenti interni delle diverse strutture; - di rispettare le norme relative alla sicurezza sui luoghi di lavoro; - la disponibilità ad eventuali temporanei (max 30 giorni) spostamenti dalla sede di destinazione sulla base delle indicazioni dei responsabili del progetto (per es. in occasione di campi estivi, gite fuori porta, ecc.); - la disponibilità alla flessibilità oraria nell’ambito del monte ore previsto; - la disponibilità alla reperibilità per situazione di emergenza; - la disponibilità ad un possibile utilizzo nei giorni festivi. Nei confronti degli utenti dei servizio, tutti i volontari che affiancano gli operatori assumono l’impegno di rispettare i seguenti principi: Onestà - rispettare con diligenza i regolamenti interni delle strutture e la carta dei servizi. - astenersi dall’accettare compensi in denaro o sotto qualsiasi altra forma dagli utenti e dai familiari. Integrità morale - Assumere, nei diversi contesti, un comportamento moralmente integro e coerente con i valori che da sempre contraddistinguono l’operato del Consorzio Proodos. Equità - Essere imparziali (nella forma e nella sostanza) in tutte le decisioni che devono essere prese in modo obiettivo ed equanime senza discriminare alcun interlocutore per ragioni legate al sesso, all’orientamento sessuale, all’età, alla nazionalità, allo stato di salute, alle opinioni politiche, alla razza e alle credenze religiose. Trasparenza e Correttezza - Comunicare in maniera trasparente, adottando una forma e un contenuto di facile - comprensione e appropriato per i diversi interlocutori con i quali si relaziona. Comunicare in modo corretto e fornendo informazioni complete. Le informazioni, qualora sia previsto per legge o richiesto dai soggetti, devono essere trattate in forma riservata. Efficienza ed Efficacia - Svolgere il proprio compito in maniera professionale e responsabile per - raggiungere gli obiettivi concordati in maniera efficace. Rispettare l’orario ed avvertire tempestivamente se per malattia o motivi emergenti, non può presentarsi al lavoro: Comunicare i giorni di assenza. Dialogo Prendere decisioni dopo aver ascoltato e consultato i responsabili di progetto interessati. 22) Eventuali requisiti richiesti ai canditati per la partecipazione al progetto oltre quelli richiesti dalla legge 6 marzo 2001, n. 64: Oltre ai requisiti richiesti dalla legge 6 marzo 2001, n. 64 ai candidati è richiesto: - motivazione allo svolgimento del servizio civile nazionale; - buone doti comunicative per potersi relazionare con tutti i soggetti compresi gli utenti; - propensione al lavoro in squadra in quanto il gruppo rappresenta l’anima del Consorzio Proodos; - capacità di organizzazione del lavoro; Per la verifica dei requisiti non sono previsti titoli di studio ma esclusivamente si terrà conto del colloquio motivazionale. CARATTERISTICHE DELLE CONOSCENZE ACQUISIBILI 26) Eventuali crediti formativi riconosciuti: I volontari iscritti all’Università degli Studi di Napoli “Federico II” potranno avere riconosciuti i Crediti Formativi Universitari (CFU) per le attività svolte nell’ambito del presente progetto, come da convenzione allegata. 27) Eventuali tirocini riconosciuti : Tirocini riconosciuti da: Università degli Studi di Napoli “Federico II”, come da convenzione allegata. 28) Competenze e professionalità acquisibili dai volontari durante l’espletamento del servizio, certificabili e validi ai fini del curriculum vitae: Le competenze acquisibili dai volontari in servizio civile faranno riferimento a: CAPACITÀ E COMPETENZE RELAZIONALI Vivere e lavorare con altre persone, in ambiente multiculturale, occupando posti in cui la comunicazione è importante e in situazioni in cui è I volontari saranno impiegati per almeno il 60% del loro orario di servizio in attività assieme agli operatori nelle sedi di attuazione; in questo modo avranno la possibilità: - di apprendere le modalità relazionali più adeguate per creare efficaci relazioni d’aiuto nei confronti dell’utenza; essenziale lavorare in squadra (ad es. cultura e sport), ecc - di conoscere e collaborare con le diverse figure professionali presenti nel proprio centro; - di apprendere competenze specifiche rispetto il lavoro di gruppo e, una metodologia corretta (es. pre-gruppo, gruppo, post-gruppo; supervisioni, ecc.) - di relazionarsi con i referenti di enti, associazioni o altre realtà presenti nel territorio. CAPACITÀ E COMPETENZE ORGANIZZATIVE Avere la capacità di definire un progetto di lavoro per processi operativi e di distribuire le diverse attività al gruppo di lavoro di cui si è parte - Attraverso il lavoro di gruppo con l’intera équipe di operatori, i volontari potranno partecipare all’organizzazione delle attività previste dal progetto - Ai volontari verrà insegnato, attraverso gli incontri con gli OLP o altri formatori, cosa sono i piani di intervento personalizzati, come vengono creati e gestiti, le verifiche successive. - Per le attività di tempo libero collaboreranno con gli OLP nel progettare ed avviare attività ludico/ricreative rivolte all’utenza. - Per le attività di sensibilizzazione del territorio i volontari collaboreranno con gli OLP o altri operatori e potranno apprendere come progettare, organizzare ed attivare contatti con realtà presenti nel territorio e creare momenti di incontro con la cittadinanza locale. Competenze di Leadership, Problem Solving, Team Building. CAPACITÀ E COMPETENZE PROFESSIONALI E/O TECNICHE - Uso dei piani di intervento personalizzato e dei rispettivi programmi informatici. - Uso computer e internet per aggiornamento data base, sito, ricerche a diverso tema (es. iniziative presenti sul territorio, mappatura risorse sul territorio. et.) - Uso strumenti tecnici durante le attività laboratoriali. Con computer, attrezzature specifiche, macchinari, ecc. L’Ente terzo Obiettivo Napoli certifica e riconosce le stesse competenze e professionalità sopra indicate, acquisite dai volontari durante l’espletamento del servizio civile con l’attuazione del presente progetto (si veda Convenzione in allegato). L’Ente di formazione progetta e gestisce corsi finanziati e non che vanno dalla riqualificazione del personale dipendente al reinserimento nel mercato del lavoro dei disoccupati, fino alla formazione post diploma e ai corsi di specializzazione post laurea. Formazione generale dei volontari 29) Sede di realizzazione: Sede centrale di PROODOS – Vico Scalciccia, 16 – 80142 Napoli e presso la sede dell’ente di 1^ classe SHALOM A.d.V., dal quale è stato acquistato il sistema della formazione generale. 30) Modalità di attuazione: Il progetto formativo ha l’obiettivo di dotare i giovani volontari di competenze specifiche e coerenti con il percorso formativo proposto dal progetto attraverso due livelli, formazione generale e specifica. Per quanto concerne la Formazione generale questa ha l’obiettivo di sviluppare nei volontari le dimensione della cittadinanza attiva e responsabile, conoscere i fondamenti costituzionali e la normativa del servizio civile nazionale, sviluppare le diverse competenze e capacità dei volontari, per attuare il progetto. In ogni caso, la formazione generale è effettuata con le modalità del sistema certificato in sede di accreditamento dall’ente di 1^ classe Shalom A.d.V. – Codice NZ03078 32) Tecniche e metodologie di realizzazione previste: Si rinvia alle tecniche ed alle metodologie di realizzazione della formazione generale previste nel sistema di formazione verificato dall’Ufficio Nazionale per il Servizio Civile in sede di accreditamento dell’ente Shalom Associazione di Volontariato ONLUS - Iscritta con codice di accreditamento NZ03078 alla I^ classe dell’Albo Regionale della Campania e da noi acquisite. In ogni caso, la formazione ha come obiettivo un positivo inserimento nel contesto di servizio in modo da garantire la tutela sia del volontario che dell’utente dello stesso servizio. Si trasferiranno tutte quelle informazioni e competenze tecnico/operative utili ad ogni singolo volontario affinché si senta serenamente inserito nel contesto progettuale, sia con riguardo all’utenza che incontrerà, sia rispetto alla piena e fattiva collaborazione con le altre figure coinvolte. In particolare: Nella fase di accesso al servizio civile: Il progetto prevede un percorso di ingresso per la conoscenza della proposta, allo scopo di creare le condizioni ottimali di inserimento. Metodologia - lezioni frontali; - gruppi di approfondimento; - confronto sulle motivazioni; - riflessioni personali. Durante il servizio civile: A. Formazione generale Obiettivi - fornire ai volontari gli strumenti per vivere correttamente l’esperienza del servizio civile; - sviluppare all’interno degli enti partecipanti al progetto la cultura del servizio civile; - offrire ai giovani volontari in servizio civile un’occasione di crescita umana e civile, raccordando la loro esperienza concreta con i valori della solidarietà, della partecipazione, della cittadinanza attiva. Metodologia Per ogni obiettivo formativo viene considerato: - la coscientizzazione: essere/divenire consapevoli di sé, dell’altro, del mondo - dalla conoscenza della realtà al saper comunicare la realtà - dal sapere di essere nella realtà al saper stare nella realtà - dal saper fare al saper fare delle scelte - dallo stare insieme al cooperare ed in relazione a questi livelli la dimensione: - individuale della persona - la famiglia, il gruppo, la comunità di appartenenza - la società, il mondo attraverso: - lezioni frontali - dinamiche non formali - elaborazione dei vissuti personali e di gruppo - simulazioni e giochi di ruolo - lavori in gruppo e riflessioni personali - testimonianze e/o visite ad esperienze significative B. Attività di sensibilizzazione del territorio Obiettivi Le competenze e la maturazione acquisibili attraverso la formazione, lo scambio e il confronto nel gruppo, portano a comunicare l’esperienza allo scopo di: - sviluppare le diverse competenze e capacità comunicative dei volontari - promuovere il progetto sul territorio - sensibilizzare sulle tematiche del progetto Metodologia - elaborazione di programmi di animazione e sensibilizzazione del territorio; - studio delle principali forme di comunicazione mass-mediale (elaborazione di testi, grafica, informatica, accesso a stampa e Radio-TV); - preparazione alle principali forme di comunicazione (gestire un gruppo, parlare in pubblico, etc.). Si prevede, in linea con quanto affermato dalle Linee Guida per la formazione generale, di erogare almeno n. 25 ore di formazione in modalità e-learning (a distanza) mediante la predisposizione di una piattaforma che fornisce alcuni servizi standard: monitoraggio dell’interazione, strumenti di comunicazione intergruppo, pubblicazione dei dati. La piattaforma favorirà la gestione di vari corsi di formazione, divisi per classi e monitorati da tutor. Al termine del percorso gli allievi dovranno sostenere un test finale obbligatorio 33) Contenuti della formazione: Fermo restando i contenuti previsti dalle linee guida per la formazione generale dei giovani in servizio civile nazionale, approvate con DECRETO DEL CAPO DEL DIPARTIMENTO DELLA GIOVENTÙ E DEL SERVIZIO CIVILE NAZIONALE 19 LUGLIO 2013: LINEE GUIDA PER LA FORMAZIONE GENERALE DEI GIOVANI IN SERVIZIO CIVILE NAZIONALE,, si rinvia ai contenuti proposti nel sistema di formazione verificato dall’UNSC in sede di accreditamento dell’ente Shalom Associazione di Volontariato ONLUS - Iscritta con codice di accreditamento NZ03078 alla I^ classe dell’Albo Regionale della Campania. In particolare il progetto prevede un percorso formativo di ingresso per la conoscenza della proposta, ed un successivo percorso formativo, durante il servizio, visto come approfondimento dei temi fondamentali e rafforzamento delle motivazioni, alla luce dell’esperienza di servizio. Questi i principali contenuti delle due fasi di formazione: In particolare i moduli previsti sono: 1. Valori e identità del SCN: L’identità del gruppo in formazione e patto formativo; Dall’obiezione di coscienza al servizio civile nazionale: evoluzione storica, affinità e differenze tra le due realtà; Il dovere di difesa della Patria- difesa civile non armata e nonviolenta. L'adempimento del dovere di difesa della patria è un dettato costituzionale e riguarda tutti i cittadini senza distinzioni di sesso, età, reddito, idee e religione. Analisi delle varie interpretazioni; La normativa vigente e la Carta di impegno etico 2. La cittadinanza attiva: la formazione civica, le forme di cittadinanza, la protezione civile, la rappresentanza dei volontari nel servizio civile 3. Il giovane volontario nel sistema del servizio civile: Presentazione di Proodos (mission/vision) ; Il lavoro per progetti, Organizzazione del servizio civile e le sue figure, Disciplina dei rapporti tra enti e volontari del servizio civile nazionale, Comunicazione interpersonale e gestione dei conflitti. Altri moduli saranno: Conoscenza della Costituzione italiana e delle istituzioni sociali, politiche, sociali e giuridiche della Repubblica Italiana. Analisi della storia repubblicana e delle sue interpretazioni Conoscenza del funzionamento del Servizio Nazionale di Protezione Civile e della sua importanza in termini di sviluppo della cittadinanza attiva. Conoscenza della normativa relativa. Valori del Servizio Civile e cittadinanza attiva: analisi dei legami tra i valori fondanti il Servizio Civile e lo sviluppo della cittadinanza attiva Le forme di cittadinanza. La rappresentanza dei volontari di servizio civile Servizio civile nazionale, associazionismo e volontariato: analisi delle norme che sono alla base del Servizio Civile e la loro applicazione nel progetto. Servizio civile e volontariato: analisi del legame tra servizio civile e il mondo del volontariato; analisi delle figure previste dal Servizio Civile Diritti e doveri del volontario del servizio civile; Sicurezza e salute sui luoghi di lavoro (Dlgs 81/2008) 34) Durata: Durante il servizio sono previste 42 ore di formazione entro i primi 180 giorni dall’avvio del progetto. Formazione specifica (relativa al singolo progetto) dei volontari 35) Sede di realizzazione: La formazione specifica si terrà nella sede di realizzazione del progetto; nello specifico a Napoli in via Portacarrese a Montecalvario n. 69 36) Modalità di attuazione: Il percorso formativo specifico sarà realizzato in proprio, presso l’ente, con formatori dell’ente con l’obiettivo di sviluppare nei volontari le diverse competenze e capacità utili per la realizzazione efficace del progetto. Il percorso si realizzerà attraverso 10 moduli per complessive 75 ore (come indicato rispettivamente alle voci 40 e 41). I volontari parteciperanno, inoltre, ai tavoli di lavoro per il coordinamento delle attività formative insieme a docenti, tutor, educatori e coordinatori didattici. L’obiettivo è quello di coinvolgere pienamente i volontari nei team di lavoro e nelle prassi operative, che possono rappresentare un momento di formazione in un’ottica dell’ “imparare facendo”. La formazione fa riferimento e integra: - il Modello Strutturale Integrato (M.S.I) di Giovanni Ariano elaborato nella SIPI, Società Italiana di Psicoterapia Integrata, che si intende applicare alla gestione delle comunità; - il concetto di comunità terapeutica (in particolare si fa riferimento all’esperienza di Soteria fondata a Berna da Luca Ciompi). Riguardo al concetto di comunità terapeutica in particolare si focalizzerà il concetto di ”famiglia” sia per funzione che le comunità hanno di contenitore affettivo, sia per il loro porsi come modello educativo (valori, regole e ruoli); - l’approccio Bio - Psico - Sociale che ipotizza la compresenza e l’interazione dei tre fattori nella genesi, nel mantenimento e nella cura della sofferenza psichica del minore. Risultati attesi: fornire ai volontari un bagaglio di competenze tecniche professionali spendibili nel ruolo di accompagnamento/affiancamento affidato ed utili per operare all’interno del contesto della formazione professionale. 39) Tecniche e metodologie di realizzazione previste: Il progetto prevede che nell’esperienza annuale di sevizio civile sia pianificato un percorso di formazione che si propone di sostenere il ruolo dei volontari in modo adeguato attraverso l’acquisizione di competenze specifiche nell’ambito del progetto scelto rispetto al specifico settore d’impiego. Il progetto prevede quindi una serie di incontri mensili di formazione specifica. Ogni incontro è strutturato in tre momenti principali: - una fase iniziale di apertura, molto importante per porre le basi della relazione con e tra i partecipanti e definire gli obiettivi del lavoro di gruppo, - una fase intermedia in cui vengono presentati e sviluppati i contenuti specifici della formazione, - una fase finale in cui, attraverso uno scambio reciproco (formatori-volontariOLP), e’ possibile valutare il raggiungimento degli obiettivi. Gli interventi formativi si articoleranno in: - lezioni didattiche, - accompagnamento formativo - visite guidate - role-playing, - analisi della comunicazione per mezzo di simulazioni in aula, - lavori di gruppo, - giochi ed esercitazioni psicosociali. Ogni volta, alla conclusione di questi incontri, al volontario verrà consegnata una scheda che serve come strumento per approfondire nella sede di attuazione del progetto, assieme all’OLP, l’argomento trattato in modo più ampio Inoltre, ogni volontario verrà affiancato da un operatore esperto nelle attività specifiche previste e potrà usufruire di altri momenti di formazione, differenti e specifici per ogni sede. Nel corso dell’anno di servizio i volontari saranno inoltre attivamente coinvolti in tutte le attività di coordinamento e formazione dell’ente e verrà promossa la loro partecipazione a convegni e seminari sulle tematiche specifiche del progetto. A questi percorsi possono partecipare i formatori, tutti gli operatori dei diversi progetti attivi e sono prese in considerazione e analizzate le problematiche che possono sorgere nel rapporto diretto con il cliente (lezioni frontali, lavori di gruppo, utilizzo di schede di verifica ecc…). Riunioni settimanali nelle équipe educative A questo percorso partecipano gli educatori, i tirocinanti, i formatori, i volontari direttamente impegnati nel singolo progetto; sono analizzate periodicamente le situazioni organizzative generali, la programmazione e la verifica delle attività . Riunioni ad hoc A questi momenti partecipano i soli volontari con i formatori e l’Operatore locale di progetto al fine di verificare l’andamento dell’esperienza, chiarire il contesto, esplicitare i vissuti e risolvere eventuali conflitti (rivisitazione dei vissuti dei volontari, esplicitazione delle dinamiche interpersonali, metodologia della revisione di vita ecc…) La metodologia di insegnamento sarà improntata per lo più al Learning by doing, ritenendo questa tecnica molto utile al tipo di relazione che spesso da subito si instaura tra gli operatori esperti e i volontari del servizio civile. In ogni caso, la formazione specifica prevede dei momenti di: - lettura critica di testi e dispense; - discussioni di gruppo; - lavoro sui vissuti personali e sulle dinamiche di gruppo Metodologie di riferimento: Learning on the job: La formazione sul campo è fondamentale affinché i tirocinanti possano acquisire lo specifico “know-how” attinente al ruolo lavorativo che intendono svolgere e che si identifica con quella specifica capacità di svolgere i compiti, il “saper fare delle cose”. In questa maniera si ha la possibilità di mettersi alla prova e verificare, integrare, rielaborare quanto appreso. Peer education: La peer education, creando un canale comunicativo privilegiato tra gli adulti che lavorano per i giovani e alcuni ragazzi (e tramite loro tutti gli altri), mette in contatto due mondi che solitamente hanno poca consapevolezza l’uno dell’altro. Se all’interno di un territorio tutti coloro che si occupano a vario titolo dei giovani sono in “rete”, la peer education si sviluppa in maniera più rapida ed efficace. La pluralità di competenze è infatti necessaria alla promozione di questo tipo di percorso. La peer education propone la costruzione di un luogo fisico e mentale in cui i ragazzi avviano, grazie al confronto, una ricerca di risposte adeguate alle problematiche della loro età, ma anche di significati che possano dare senso alle cose che succedono nella quotidianità: nel gruppo di amici, nella coppia, nella relazione con i familiari o con gli adulti in generale. Questa ricerca è messa in pratica soprattutto dai peer educator i quali, durante i corsi di formazione, non imparano a memoria una serie di attività e di frasi da applicare meccanicamente nelle discussioni nei gruppi, bensì interiorizzano i contenuti e le tecniche di conduzione di gruppo (focus group, brain storming e role playng), facendoli diventare “una cosa propria”. 41) Durata: 75 ore complessive Altri elementi della formazione 42) Modalità di monitoraggio del piano di formazione (generale e specifica) predisposto: Sul modello dei precedenti progetti di servizio civile (Sciuscià, Favola, Casa Proodos, Feedback, Città Solidali, ecc.) gestiti dal consorzio Proodos, tra cui alcuni di essi hanno avuto anche l’ispezione dell’UNSC in fase di realizzazione, dimostrando ottimi risultati, saranno effettuate 11 rilevazioni nell’arco dei primi 11 mesi, oltre quella a conclusione del progetto, che saranno riportate su un verbale di monitoraggio interno e valutate in sede di coordinamento. Il processo di verifica del progetto si articola in: o verifica iniziale: comprende un questionario di inizio corso, con il quale si intende stabilire quali sono le aspettative, il grado di conoscenza sui principi e le finalità o o del Servizio Civile Nazionale, e le problematiche legate al disagio giovanile; verifica in itinere è prevista durante lo svolgimento dell’azione formativa, verifiche individuali e di gruppo attraverso test o lavori svolti durante i laboratori al fine di identificare potenzialità, difficoltà, azioni correttive e di rinforzo individuale e collettivo da parte dei formatori.; verifica finale ha valore formativo e si baserà sui risultati delle verifiche precedenti, attraverso l’accertamento delle competenze più significative acquisite, la valutazione delle strategie utilizzate, le modalità di strutturazione dei percorsi, l’organizzazione complessiva dell’intervento. - Metodologia utilizzata: colloqui individuali e questionari. si adotteranno strumenti ad hoc per ciascuno dei soggetti coinvolti nel progetto: Volontari Tutor Operatori locali di progetto Responsabili locali di ente accreditato Le attività previste dal progetto saranno misurate rispetto all’efficacia e all’efficienza. In ogni progetto saranno selezionati altri indicatori che permetteranno di integrare il quadro offerto dal progetto nazionale e vagliare le specifiche azioni. Di seguito riportiamo le variabili quantitative e qualitative utilizzate per la misurazione: Efficienza: rapporto tra mezzi impiegati e risultati raggiunti persone coinvolte nel progetto risorse strumentali numero di destinatari raggiunti destinatari indiretti del progetto sostenibilità nel tempo parametri gestionali ed economici Efficacia: capacità di raggiungere gli obiettivi individuati entro limiti di probabilità assunti come accettabili individuazione degli obiettivi specifici raggiunti grado di soddisfazione dei volontari grado di soddisfazione tra gli utenti destinatari indiretti del progetto (sviluppo comunità locale, fasce d’utenza, ulteriori tipologie) numero complessivo di destinatari diretti raggiunti dal servizio elementi estranei alla previsione progettuale iniziale - grado di connessione tra il progetto ed enti pubblici e/o organizzazioni del Terzo settore.
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