Anno III – Numero 368 AVVISO Ordine 1. In riscossione la quota sociale 2014. 2. Corsi ECM: 2014 Notizie in Rilievo Scienza e Salute 3. Glucosamina non legata a riduzione danno cartilagine ginocchio 4. Artrite: ora si può fermarla 5. Nel nostro corpo la soluzione contro i danni cerebrali dopo un ictus Prevenzione e Salute 6. Disturbi d’ansia negli adolescenti. Oltre la metà destinati a scomparire 7. Una cura tutta naturale contro le irritazioni della pelle 8. Bimbi ciccioni con la tv nella cameretta Domande e Risposta 9. È sano dormire col cane o col gatto? Giovedì 13 Marzo 2014, S. Arrigo, Letizia Proverbio di oggi…….. oggi…….. 'A o tirchio pare ca 'o culo l'arrobba a cammisa GLUCOSAMINA NON LEGATA A RIDUZIONE DANNO CARTILAGINE GINOCCHIO Uno studio a breve termine ha trovato che gli integratori di glucosamina non sono associabili con una riduzione del deterioramento della cartilagine del ginocchio fra le persone con dolore cronico al ginocchio. La scoperta pubb. sulla rivista Arthritis & Rheumatology indica che la glucosamina non diminuisce il dolore o migliora le lesioni al midollo osseo del ginocchio, meglio note come contusioni ossee, fonte di dolore per i pazienti con osteoartrite. STUDIO: la ricerca ha coinvolto 201 volontari con dolore lieve o moderato in una o entrambe le ginocchia. I partecipanti hanno ricevuto quotidianamente a. 1500 mg di idrocloruro di glucosamina b. placebo per 24 settimane. RISULTATI: la risonanza magnetica per immagini non ha mostrato nessuna diminuzione del danno cartilagineo nel primo gruppo, rispetto al gruppo di controllo. (Agi) È SANO DORMIRE COL CANE O COL GATTO? Si può fare, a patto di seguire alcune semplici regole igieniche. L’animale domestico può essere infatti veicolo di parassiti, come pulci e zecche, dannosi alla salute. Per evitare che si trasmettano al padrone, cosa che può comunque succedere anche se non si dorme insieme, è bene usare antiparassitari e verificare con scrupolo che l’animale ne sia privo. Un’altra norma è che l’animale sia vaccinato e controllato regolarmente dal veterinario per escludere che abbia malattie. Vietato a...: Chi soffre di allergia dovrebbe evitare di far salire cani e gatti sul letto, così come chi ha il sistema immunitario compromesso. Anche bambini e anziani, di norma più esposti alle infezioni, non dovrebbero condividere il letto con gli animali. (Focus) SITO WEB ISTITUZIONALE: www.ordinefarmacistinapoli.it iBook Farmaday E-MAIL: [email protected]; [email protected] SOCIAL – Seguici su Facebook –Diventa Fan della nostra pagina www.facebook.com/ordinefarmacistinapoli PAGINA 2 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 368 ARTRITE: ORA SI PUÒ FERMARLA «Le cure a base di farmaci biologici immunomodulatori danno buoni risultati» Le donne che soffrono di artrite reumatoide hanno un mito: l'attrice Anna Marchesini. Non finiranno mai di ringraziarla per aver avuto il coraggio di parlare, in tv da Fabio Fazio, della sua malattia. Quella maledetta artrite reumatoide, appunto, che colpisce soprattutto le donne, che regala dolore, invalidità e mani che piano piano assumono la forma di un artiglio. Ha parlato per tutti i pazienti: «Sono molto malata ma non mollo». Magrissima non si è vergognata di raccontare la sua sofferenza e di ribadire che lei, la vita, la ama molto. Un manifesto per chi è malato di artrite reumatoide (in Italia sono 350400mila i pazienti con una proporzione donna-uomo di 4 a 1 età media di insorgenza tra i 30 e i 45 anni), una voce fuori dal coro che ha raccontato la vita di tanti. Una vita difficile, piena di ostacoli, dai dolori ai gonfiori alle difficoltà nel camminare ma anche nel tenere in mano una penna, che la maggioranza delle persone non conosce. E non riconosce nei pazienti che combattono quotidianamente con un mondo che stenta a credere che stanno davvero tanto male. Un appello sopra a tutto: se, dalla mattina alla sera, sentite dolori forti alle mani, ai polsi, ai piedi e alle caviglie non trascuratevi e approfondite. Non aspettate. Perché la malattia si può fermare. CAMPANELLI D'ALLARME: «Appena si avvertono dolori alle piccole articolazioni, a mani e polsi a piedi e caviglie sia a destra che sinistra è il caso di verificare di che cosa si tratta - spiega Donatella Fiore resp. del servizio di reumatologia di Villa Betania Santo spirito a Roma. Basta una radiografia e un'analisi del sangue per scoprire se si è malati o no. Vanno misurate Ves e proteina C reattiva spie dell'infiammazione. E invece noi continuiamo a visitare persone che già da tempo si portano dietro il problema. Che provoca, simmetricamente, oltre il fastidio nei movimenti anche rigidità e tumefazioni. Una condizione che compromette irrimediabilmente la funzionalità». Lettere dai blog: «Anche io sono piena di dolori ma ormai sono stanca di fare cure, ho smesso di prendere cortisone. Come vuole Dio faccio, sono sofferente ma sono qua», «Sono in fase acuta, non so che fare e non riesco a farmi capire da chi mi sta intorno perché non mi devono operare, non ho segni sulla pelle, non ho un tumore...», «Sto dimagrendo, non ho più fame. La mattina non riesco neppure a tenere la tazzina in mano, faccio fatica ad abbracciare i miei figli. Ma vivo!». Sintomi che aveva anche Cristoforo Colombo. «Si tratta di una malattia che se presa in tempo può essere fermata, rallentata, non curata - aggiunge la Fiore ma si può far sì che i pazienti convivano con il problema. Le ultime cure, quelle a base di farmaci biologici che sono degli immunomodulatori, danno buoni risultati. Capaci, all'esordio, non più tardi di 12 settimane dai primi segnali, di stroncare l'evolutività della malattia». Ma, proprio questi farmaci, in epoca di ristrettezze per il servizio sanitario, lottano per la sopravvivenza. Ogni paziente costa, mediamente, 20mila euro l'anno. Una spesa, secondo gli specialisti, «che, però, fa perdere meno giornate di lavoro, fa avanzare meno richieste di invalidità e fa abbassare il consumo di altri medicinali». (Il Messaggero, salute e Benessere) PAGINA 3 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 368 PREVENZIONE E SALUTE DISTURBI D’ANSIA NEGLI ADOLESCENTI OLTRE LA METÀ DESTINATI A SCOMPARIRE Un intervento terapeutico sui problemi depressivi persistenti può avere un effetto protettivo sullo sviluppo della personalità Episodi di disturbo psicologico in adolescenza possono talvolta precedere disturbi simili in età adulta, ma c’è una buona notizia: circa metà di tali episodi invece non si ripresenteranno più dopo i vent’anni. Particolarmente favorevole è l’esito per gli episodi di disturbo psichico singolo, di durata inferiore a sei mesi. È la risposta a una domanda che molti genitori si pongono, ossia se devono preoccuparsi per le cadute depressive e le manifestazioni d’ansia, frequenti tra gli adolescenti. Risposta che proviene da una ricerca recentemente pubb. sulla rivista The Lancet. LO STUDIO - Lo studio ha coinvolto 1.943 adolescenti di 44 diverse scuole secondarie, testati a 15 anni e poi, successivamente, in altre otto ondate successive, fino ai 29 anni. Dai risultati emerge anche che le femmine sono un po’ più a rischio di persistenza dei disturbi rispetto ai maschi, così come i ragazzi che provengono da famiglie con separazioni e divorzi. «Il decorso dei disturbi ansiosi e depressivi è diverso in adolescenti individuati con un’intervista condotta sulla popolazione generale, secondo il quale il 29% dei maschi e il 54% delle femmine presenterebbe in un qualche momento un disturbo depressivo o ansioso - oppure in soggetti che richiedono attivamente una visita» chiarisce Gabriele Masi, dir. della Unità operativa di psichiatria dell’età evolutiva dell’Istituto scientifico Stella Maris di Pisa. «Quelli che richiedono una visita allo psichiatra sono meno numerosi, ma generalmente più gravi, con un disturbo più stabile e invalidante, e con un decorso a lungo termine forse meno favorevole rispetto ai dati dello studio australiano» spiega la psichiatra -. Vanno inoltre differenziate le forme ansiose, generalmente più benigne, dalla depressione (soprattutto le forme più gravi o con maggiore componente genetica), che ha decorso più sfavorevole e più frequenti ricadute. È vero comunque, anche in base all’osservazione clinica, che molti soggetti possono non ripresentare il disturbo nella terza decade di vita». MATURAZIONE DEI SISTEMI NEURONALI - Per quanto riguarda le modalità attraverso le quali verosimilmente molti adolescenti riescono a sfuggire, strada facendo, alle proprie difficoltà emozionali e di comportamento, gli autori della ricerca invocano fenomeni quali la maturazione dei sistemi neuronali coinvolti nello sviluppo delle abilità necessarie per processare le situazioni emotive interne e anche le sfide provenienti dall’ambiente sociale. Ma un ruolo è giocato verosimilmente anche dalle naturali transizioni del ruolo sociale: man mano che entrano nell’età adulta i ragazzi si trovano ad avere maggiore riconoscimento sociale, e quindi diventano anche più sicuri di se stessi. «Nello studio australiano la persistenza del disturbo depressivo o ansioso decresce gradualmente e solo nel corso della terza decade di vita scende in maniera netta - sottolinea ancora il dottor Masi -. Nel periodo in cui un disturbo depressivo persiste a un livello clinicamente rilevante, spesso determina un’interferenza sulla qualità delle relazioni sociali e familiari, sulle prestazioni scolastiche e sullo sviluppo della personalità. Anche se dopo un decennio la metà di questi adolescenti non presenta più depressione o ansia, le cicatrici prodotte negli anni possono esercitare un’azione negativa sulla qualità della vita. Un intervento terapeutico efficace sui disturbi depressivi persistenti può avere un effetto protettivo sullo sviluppo della personalità e sulla qualità della vita». (salute, Corriere) PAGINA 4 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 368 PREVENZIONE E SALUTE UNA CURA TUTTA NATURALE CONTRO LE IRRITAZIONI DELLA PELLE La seta medicata non irrita la pelle, la protegge e accelera la rigenerazione dei tessuti danneggiati. Molto utile per la cute dei malati oncologici, ma non è rimborsata Un metodo tutto naturale può aiutare a mitigare l’impatto delle cure anticancro – chemio e radioterapia in primis – sulla pelle. Un problema tutt’altro che secondario se si pensa che circa il 70% dei pazienti deve fare i conti quotidianamente con effetti collaterali che colpiscono in modo particolare la cute e l’aspetto fisico, soprattutto quando la malattia diventa cronica. Si chiama fibroina di seta e, da una scoperta tutta italiana, sono nati un brevetto e degli indumenti già usati con successo nella cura delle dermatiti atopiche. La parte nobile della seta: La seta è composta per l’80% da una proteina fibrosa chiamata fibroina, la parte nobile di questa preziosa fibra tessile che è costituita per la maggior parte da amminoacidi molto simili a quelli della nostra pelle. Nasce da qui l’idea di utilizzarla per creare una «seta medicata», ovvero un tessuto che (dopo una lunga e delicata lavorazione) sia uno strumento in grado di lenire diversi disturbi cutanei, come dermatite, micosi, candida e anche molti effetti collaterali legati ai trattamenti antitumorali. Diversi studi scientifici hanno già dimostrato che la sostanza antimicrobica contenuta nei capi d’abbigliamento realizzati con il materiale brevettato (DermaSilk) si lega stabilmente alla seta e non viene rilasciata sulla pelle. E’ dunque sicura ed efficace, tanto che in alcuni Paesi Europei (Regno Unito, Svizzera, Svezia, Austria, Paesi Bassi) i 180 prodotti disponibili (tra cui guanti, magliette, slip) inseriti ufficialmente nelle Linee Guida Europee dal 2009 per la cura della dermatite atopica sono rimborsati dal SSN e dalle assicurazioni private. In pratica il tessuto è risultato efficace contro le dermatiti perché riesce ad alleviare il prurito, l’arrossamento, il bruciore, aiuta a controllare e prevenire le infezioni e promuove il ripristino della funzione barriera della cute. Un aiuto per i pazienti oncologici: «Insomma, la fibroina ha un’azione emolliente e lenitiva e favorisce il ripristino del giusto equilibrio della pelle, spesso rotto dai trattamenti tumorali» spiega Maria Concetta Pucci Romano, Prof. di Terapie Speciali Dermatologiche a Tor Vergata a Roma. I nuovi medicinali anticancro, come gli inibitori della crescita o i farmaci biologici, sono infatti molto efficaci, ma hanno purtroppo spesso conseguenze molto pesanti per la cute. «Alla base di tutti i problemi c’è l’inibizione dei fattori di crescita che serve a contenere la proliferazione tumorale. L’inibizione provoca un ritardo ed un rallentamento di tutte le funzioni biologiche della pelle e quindi anche un fenomeno infiammatorio generale, con una successiva grave forma di secchezza che può portare alla comparsa di ragadi, fessurazioni, rash cutaneo. Quest’ultimo disturbo, oltre ad essere molto sgradevole a vedersi, con problemi anche psicologici per il paziente, è anche invalidante. Esiste infine una forma di follicolite molto simile all’acne, che peggiora ulteriormente la qualità di vita dei malati. In tutti questi casi ho potuto constatare l’apporto positivo della fibroina di seta, che attraverso la sua azione anti infiammatoria può portare benefici». Costosa e non rimborsata: La fibroina è morbida, non irrita le cuti sensibili, è fresca e molto traspirante, «riesce così ad avere un’azione antinfiammatoria e antimicrobica in tantissime donne che soffrono di candida e infezioni ginecologiche da micosi, perché contribuisce a lenire dolore intimo, prurito, irritazioni». Se questo presidio può essere di grande aiuto, ad oggi in Italia è tutto a carico dei pazienti. (Salute, Corriere) PAGINA 5 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 368 NEL NOSTRO CORPO LA SOLUZIONE CONTRO I DANNI CEREBRALI DOPO UN ICTUS Nell’organismo umano è presente in modo naturale una sostanza che può essere utilizzata per controllare e ridurre i danni cerebrali causati dall’ictus, anche fino a quattro ore dopo l’evento Potrebbe essere la svolta decisiva nel trattamento post-ictus per controllare e ridurre i danni cerebrali, più o meno gravi, che seguono l’attacco ischemico. La notizia fa seguito alla scoperta da parte di un team di ricercatori che hanno pubb. sulla rivista Stroke, i risultati del loro nuovo studio. Il dott. Li Zhang e colleghi hanno scoperto che nel corpo è presente naturalmente una sostanza molecolare in grado di ridurre in modo sostanziale i danni cerebrali dopo un ictus acuto e contribuire a un migliore recupero della persona colpita. Lo studio, condotto su modello animale, dimostra che il peptide chiamato “AcSDKP” fornisce una protezione neurologica quando somministrato 1-4 ore dopo l’insorgenza di un ictus ischemico – un tipo di ictus che si verifica quando un’arteria al cervello è bloccata da un coagulo di sangue, il quale, interrompendo l’apporto di ossigeno, fa morire il tessuto cerebrale con esiti invalidanti o fatali. «L’ictus è una delle principali cause di morte e disabilità in tutto il mondo – I nostri dati hanno mostrato che il trattamento dell’ictus acuto con AcSDKP da solo o in combinazione con tPA ha ridotto notevolmente i danni neurovascolari e migliorato l’esito neurologico». Il tPA, o attivatore tissutale del plasminogeno, allo stato attuale è l’unico trattamento approvato dalla FDA per l’ictus acuto. Solo che questa sostanza, per fornire i migliori risultati nel trattamento, deve essere somministrata quasi immediatamente dopo l’ictus – cosa che, di fatto, può avvenire con grande difficoltà se non si è oggetto di ricovero immediato. Ma ora, grazie allo studio, questa “finestra terapeutica” può essere estesa fino a quattro ore dopo l’ictus, offrendo il vantaggio di avere maggiori possibilità di controllare i danni cerebrali; cosa che non era possibile con l’utilizzo del tPA o dell’AcSDKP da soli. La soluzione è dunque usare il tPA in combinazione con AcSDKP. (salute, La Stampa) Bimbi ciccioni con la tv nella cameretta Il peso aumenta di 500 g all'anno a prescindere dal tempo speso a guardarla La tv nella camera dei piccoli gli fa guadagnare mezzo chilo all'anno. Solo con la sua presenza, a prescindere dal tempo passato lì davanti, lo schermo nuoce al girovita dei ragazzini. La ricerca è stata pubblicata su Jama Pediatrics. A prescindere dalle altre abitudini - Lo studio ha coinvolto 6.500 bambini dai 10 ai 14 anni in cinquanta stati americani. La tv era presente nelle stanze del 59% dei ragazzini coinvolti nello studio che gli studiosi hanno seguito per quattro anni. L’indice di massa corporea aumentava di 0,24 dai 2 ai 4 anni e il peso in più, scorporato da elementi legati ad altre abitudini, è di almeno 500 g. ogni anno. "Incide sullo stile di vita" - I ricercatori osservano: "Il passo successivo sarà quello di quantificare gli effetti di altri tipi di schermi comunemente tenuti nelle stanze dei ragazzi, come quelli dei computer e degli smartphone". "Lo studio quantifica, per la prima volta, l’aumento del peso dovuto semplicemente al fatto di avere la tv in camera e conferma ciò che si dice da tempo. La televisione non dovrebbe essere messa nelle stanze da letto perché può incidere sullo stile di vita del bambino e diminuire le ore di sonno. E' meglio tenere schermi tv o di altro tipo in stanze comuni, di socializzazione". (salute, Tgcom24)
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