275 Anno 10 - n° 3 - Distribuzione Gratuita ATTUALITA’ A KI S K ULTURA INFORMAZIONE SPORT & TURISMO IL GIORNALE DEL TERRITORIO DELLE ACI Scorre forte l’archetto sulle corde del violino a sprigionare acuti che trapassano di melodie il cuore. Lorenzo Marotta Emanuele Macrì (40 Anni dalla morte) BUON LAVORO, SEGRETARIO! Fausto Raciti Via Vitt. Emanuele, 35 ACI S. ANTONIO 7 Marzo 2014 LA GRANDE BELLEZZA ONORA L’ITALIA Marino Giuseppe C.so Italia, 96 - ACIREALE 2 Venerdì 7 Marzo 2014 AKIS Chiuso il lunedì All’indomani dell’ufficializzazione della sua candidatura a Primo Cittadino, l’ing. Michele Di Re, caposquadra” dei “Trenta per Acireale”, ha avviato un percorso di ascolto e di conoscenza delle realtà del territorio per comprendere a fondo le criticità di una comunità in perenne fermento. Nella sua agenda, incontri con le associazioni di categoria (ingegneri, architetti, geometri, commercianti, avvocati) e di volontariato, dibattiti con le comunità dei residenti delle frazioni acesi e semplici momenti di confronto con tanti privati cittadini, utili a capire cosa ci si aspetta dal prossimo Governo della Città. Nonostante ancora incerti appaiono i possibili apparentamenti con i partiti politici, continua, così, incessante l’impegno di tutto il movimento civico, capitanato dall’imprenditore acese e formato da professionisti, tecnici e gente lontana dalle classiche appartenenze alla politica tradizionale, senza dimenticare l’apporto fornito da tutte le migliori espressioni del panorama imprenditoriale locale. Prosegue, quindi, il percorso di ascolto dell'ing. Michele Di Re, candidato sindaco di Acireale, con le associazioni di categoria, i professionisti ed i privati. Obiettivo la ricezione di istanze, segnalazioni e proposte, per capire cosa ci si aspetta dal prossimo Governo della Città. Nell'incontro dello scorso Mercoledì 26 Febbraio, spazio alla comprensione delle criticità piu evidenti dell'Istituto Sperimentale per l'Agrumicoltura di Acireale, i cui ricercatori hanno segnalato all'ing. Di Re i motivi e l'esigenza di ridare lustro a questa eccellenza cittadina anche attraverso la concertazione di un piano di sviluppo culturale e turistico integrato a beneficio dell'ente. ph Fabio Consoli AK IS Venerdì 7 Marzo 2014 “Sette storie per sette giorni” il nuovo lavoro di Gabriella Calì, racconta la storia di Andrew De Falco, un magnate italoamericano che, un po’ per capriccio, un po’ per il desiderio di fare del mecenatismo sfruttando le sue grandi ricchezze, bandisce un vero e proprio concorso letterario, offrendo a sette scrittori dilettanti la possibilità di risiedere per una settimana presso la splendida Villa dei Pavoni e di dimostrare il proprio talento ed il proprio estro con la scrittura di una novella che tragga ispirazione dal tema dei fantasmi. Come in una sorta di Decamerone, il tempo all’interno della villa sarà scandito dalla lettura delle sette novelle, una al giorno per sette giorni. Solo alla fine della settimana, dopo aver ascoltato le sette storie, Andrew donerà ad uno dei sette autori la possibilità di stipulare un contratto letterario per pubblicare un’opera. Alla narrazione dei fatti che si svolgono dentro la villa e alla lettura delle sette novelle, si intreccia il racconto delle vicende personali di Andrew. Parallelamente alla narrazione delle vicende del protagonista, si svolge il racconto delle giornate presso la Villa dei Pavoni. L’autrice racconta con immagini vivaci e dettagliate il trascorrere del tempo tra i lussuosi saloni della villa e la natura rigogliosa del grande parco che la circonda; durante la settimana di convivenza, i sette protagonisti di questa insolita avventura, diversi per indole ed esperienze ma accomunati dall’amore per la scrittura, imparano a conoscersi e a legare tra loro. Insieme vivono momenti di allegria, tra le portate dei banchetti che loro stessi preparano, passeggiando tra i boschi della ricca tenuta, esplorando le grandi stanze della casa; ma spesso condividono anche momenti di sconforto, soprattutto a causa dell’imbarazzo per la pubblica lettura dei loro scritti. L’autrice presenta ogni personaggio caratterizzandolo appieno sia con la descrizione delle vicende personali, sia per mezzo della novella che attribuisce a ciascuno. E proprio questo è l’escamotage di Andrew: la novella assume qui un significato e una funzione fondamentale. Diversi e numerosi possono essere i motivi del narrare: descrivere, tramandare, ricordare un evento o una persona, comunicare informazioni, riferire fatti. CARO PITAGORA: UN LIBRO COLTO, MA DI SEMPLICE FRUIZIONE… ALLA RISCOPERTA DEI SEGRETI DEL MONDO Presentato a l Teatro Comunale di Gravina di Catania lo scorso 22 gennaio alle ore 17.30 il libro “Caro Pitagora, a scuola con il Maestro Pitagora e il miracolo della Conoscenza” (casa editrice Rupe Mutevole –Roma), scritto a quattro mani da Loredana Fratantoni, docente di scuola elementare e Giulietta Bizzarro, psicologa e psicoterapeuta. In qualità di moderatori sono intervenuti la d.ssa Antonella Gugliemino, direttore responsabile della Rivista “Globus Magazine” e il dott. Gaetano Pulvirenti, direttore della Banca Agricola Popolare di Ragusa (Acireale). ‘Ho già avuto piacevolmente modo di intervistarle. Una lettura semplice, ma di profonda cultura’, ha dichiarato la d.ssa Guglielmino, mentre il dr. Pulvirenti ha precisato che ‘É già la seconda volta che ho il piacere di introdurle ad una loro presentazione. È un libro che parla di fede, di scienza, di spiritualità. Ma spiritualità nell’accezione di “ricerca della perfezione”. Perché spesso siamo soliti confondere il difficile con l’impossibile. Ma nulla è realmente mai impossibile. E questo libro è rivolto anche ai bambini, abituati a vivere ancora più nell’intravisto che nel visto…perché anche le cose difficili possono essere descritte semplicemente, stimolando la curiosità’. Una presentazione-intervista, magistralmente argomentata e condotta della d.ssa Guglielmino, che, con domande stuzzicanti e aperte, ha dato l’input alle relatrici di esporre e toccare i punti cardine della loro scrittura. La d.ssa Birrazzo ha tenuto a precisare come ogni cosa, dal momento stesso in cui ha deciso di scrivere questo libro, coadiuvata dalla compagna di avventura Loredana, nulla sembra capitato per caso. ‘Anche la scelta del titolo sembra ci sia stato quasi suggerito, come se non potesse essere che questo. Mia madre era greca…una mattina l’ho sentito alla radio, l’ho letto su un pulmino per ragazzi…Pitagora…doveva essere lui…’. La prof.ssa Fratantoni, invece, ha comunicato agli uditori il motivo della loro scelta dell’immagine della copertina ‘Le piramidi (pyramis (πυραμίς), che significa letteralmente "della forma del fuoco")…non è un caso che siano tre, che siano in Egitto. Perché niente è un caso, ma il nostro prioritario intento era proprio di sottolineare questa “interconnessione”…perché le piramidi si interconnettono con l’universo, con il tutto. È tutta una questione di energie: perché noi siamo alla base della piramide, ma facciamo parte di una mente universale unica, che è Dio. E solo attraverso le piramidi possiamo comprendere come migliorarci per raggiungere Dio’. Hanno presenziato all’evento, l’assessore del Comune di Gravina Agata Viola ed il console onorario di Grecia Arturo Biuzzarro. Gremita la platea, che, a conclusione dell’evento di presentazione, ha attorniato piacevolmente le scrittrici per un gradito autografo sulla seconda di copertina del libro. In un momento in cui la cultura è in forte crisi, in cui si discute costantemente sulla carta stampata soppiantata dal web, presenziare alla presentazione di un libro, che per lo più non racconta una favoletta come tante, ma parla di cultura a 360° è un evento davvero straordinario. Foto Alessandro Favara Giuliana Corica Sempre e comunque, la narrazione è humanitas, espressione dell’anima, delle esperienze e dei pensieri degli uomini. Andrew ha fatto dell’empatia il mezzo più forte per conoscere il prossimo: per lui anche le parole di una semplice novella che racconta storie di fantasmi assumono un significato nuovo. Le parole sono rivelatrici: ognuno racconta una storia che in qualche modo lo riguarda, che lascia trapelare un episodio della sua vita, un particolare aspetto del suo carattere, il suo personale modo di intendere e di vedere la realtà. Chiara Licitra Donne Siciliane Franca Florio Se la storia di tutti i tempi racconta di donne bellissime, la Sicilia, sicuramente, non è da meno! Donne belle e, soprattutto, intelligenti, la nostra terra ne ha avute diverse. Donna Franca Jacona della Motta dei baroni di San Giuliano nata a Palermo nel 1873, proveniva da un'importante famiglia dell'antica nobiltà siciliana e quando a vent’anni sposò il ricco industriale Ignazio Florio Junior diede una vera svolta alla sua vita, dando inizio ad una esistenza travolgente che la portò a diventare donna simbolo della Belle Époque italiana fra gossip, tragedia e arte. Era una donna di grande bellezza: alta, slanciata, un portamento regale, un sorriso verginale e con occhi che trasmettevano bontà d’animo. Il marito, Ignazio Florio, oltre ad essere un grande industriale famoso per il marsala, possedeva panfili, navi commerciali, alberghi e le isole Egadi. Ignazio era famoso per essere un grande rubacuori e per aver avuto numerose relazioni sentimentali, e così, il padre di Franca, che all’inizio aveva ostacolato il fidanzamento della figlia anche perché le lontani origine dei Florio risalivano a dei commercianti, acconsentì al matrimonio ma pretese una cerimonia strettamente privata, e questo, per l’opinione del tempo, fu considerato un matrimonio riparatore. Negli anni che seguirono, l’impresa di famiglia passò nelle mani di Ignazio Jr, al fianco del quale Donna Franca ricoprì un ruolo fondamentale nella gestione di una fortuna. Il sogno di Ignazio Florio e della moglie fu, precisamente, di dare a Palermo e alla Sicilia un ruolo nell’Europa, attirando capitali e investimenti stranieri nell’isola, intessendo una rete di rapporti e di amicizie presti- La festa della donna... ... si sa, è legata ad una strage di donne a cui fu dato fuoco in una fabbrica americana. Con conferenze, convegni, mimose e torta mimosa si ricorda questo tragico avvenimento e si festeggiano le donne e la loro operosità. C’è un filo rosso che nei secoli lega alcune donne famose. È il filo rosso della passione e del sangue. Mi riferisco a donne lontane nei secoli come Ipazia, Trotula, Artemisia Gentileschi, Jane Austen e Virginia Woolf. Ipazia, scienziato, musicologo, medico e filosofo del IV secolo, erede della scuola neoplatonica alessandrina, per ordine del vescovo di Alessandria, Cirillo, fu torturata in modo orrendo e poi bruciata. Con la sua morte termina in occidente la cultura al femminile. Le donne però, fortunatamente, sono come la gramigna, difficili da estirpare e così nel secolo XI, nell’ambito della Scuola Salernitana, una donna medico fa il suo ingresso. È Trotula, della nobile famiglia de Ruggiero, che diventa ostetrico e ginecologo di fama e addirittura scrive un trattato, De passionibus mulierum ante e post partum, stampato poi a Strasburgo nel 1544, la cui maternità le verrà contestata e si cercherà di cancellare anche lei dalla storia. Nel Seicento, Artemisia Gentileschi, figlia del pittore Orazio Gentileschi, vuole entrare all’Accademia del Disegno a Firenze, prerogativa esclusivamente maschile, fino ad allora. Incontra diversi ostacoli, ma alla fine con la sua caparbietà e la sua bravura la spunta. Violentata a soli 17 anni dal pittore Agostino Tassi, lo accusa davanti ai giudici. Lei subisce la tortura delle cordicelle della Sibilla e per poco non le fanno saltare le dita. I giudici le credono, ma non la riabilitano, tanto che deve andare via da Roma e trasferirsi a Firenze con un marito che le hanno procurato, mentre Agostino Tassi, praticamente, la fa franca. Il matrimonio con il pittore Pietro Stiattesi dura pochi anni, poi lui l’abbandona, forse schiacciato dalla personalità di Artemisia e dal suo talento. Divenuta l’amante di Nicholas Lanier, musicista alla corte di Carlo I, organizza con lui il colpo del secolo: vende al re la collezione del duca di Mantova. Artemisia non vuole seguire l’amante in Inghilterra e la relazione finisce. A 28 anni Artemisia ha conquistato un’esistenza giuridica, dei diritti e un potere legale. Può vendere, comprare, affittare, ma nel suo intimo è tormentata dal passato, dal matrimonio fallito e dall’incomunicabilità col padre. A due secoli di distanza, la scrittrice Jane Austen, appartenente a una famiglia della buona borghesia inglese, scrive dei romanzi di grande successo come Orgoglio e pregiudizio, Emma, Ragione e sentimento, ma non li firma con il suo nome. Usa lo pseudonimo A lady. Questo perché, nella società inglese del tempo, il ruolo della donna è quello di moglie e madre e non certo di scrittrice. La Austen accetta il suo destino. Nel Novecento la scrittrice inglese Virginia Woolf, profondamente addolorata dal ruolo sociale secondario della donna nella società, scrive Una stanza tutta per sè in cui esprime l’umiliazione che le donne subiscono per non potere avere una propria stanza in cui leggere e scrivere, per non potersi recare in biblioteca, se non accompagnate da un uomo, per non essere accettate come scrittrici, ma solo come protagoniste dei romanzi, per non potere vendere e comprare, per non potere ereditare. Tant’è che spesso, per salvare i patrimoni familiari, le donne sono costrette a sposare dei parenti anche vecchi e sgraditi. Sembra che dai tempi in cui il culto del femminino sacro scomparve, vi sia stata la volontà di relegare la donna al ruolo di moglie e madre, chi non accettava il ruolo veniva perseguitata e annientata. Della donna erborista e curatrice si comincia ad avere terrore, così pure di quella che vive da sola o che ha un gatto nero oppure i capelli rossi. Queste donne vengono tacciate di stregoneria e dall’anno Mille arrestate, torturate e bruciate vive. Solo il fuoco evidentemente può estinguere il male che la donna rappresenta. Nel 1782, in Europa, viene giustiziata l’ultima donna ritenuta strega. Le donne che abbiamo preso in esame non sono famose solo per il loro talento e la loro perizia, ma anche per la loro bellezza. Di Trotula non sappiamo come fosse esteticamente, ma di Ipazia e Artemisia si sa che erano molto belle. Forse non solo il talento, ma anche l’avvenenza di Ipazia e di Artemisia furono motivo di ostilità non solo da parte delle altre donne, ma anche da parte degli uomini. Queste due donne sono belle e di talento ed è proprio il talento che le fa grandi e infelici, perché non accettano il solo ruolo di donne. Sono artiste e vogliono essere riconosciute e per questo ricordate. Maria Rita Pennisi giose e influenti. Il capoluogo della Sicilia fiorisce di architetture nel nuovo stile Liberty che fa tanto moderno. Ecco allora il lussuoso albergo Art Nouveau di Villa Igiea o il Villino dell'Olivuzza dove c'è lo zampino dei Florio, anche dietro alla costruzione del Teatro Massimo di Palermo, progettato, infatti, da Ernesto Basile, che poe era l'architetto di famiglia. In tutto questo, Franca, che si muoveva con eleganza nella sfavillante vita mondana, giocò un ruolo di grande protagonista. Eccola, perciò, in compagnia degli uomini più potenti d’Europa, come in una celebre foto che la ritrae assieme al Kaiser Guglielmo II, o con il grande D’Annunzio, Giacomo Puccini, e sfoggiare abiti sontuosi e favolosi gioielli, che il marito le regalava per farsi perdonare le numerose scappatelle. Famosa era la sua collana di perle che si diceva fosse lunga sette metri: pare che il marito la faceva allungare per ogni avventura galante. L'impero dei Florio dopo la Prima Guerra Mondiale, però, comincia un lento e inesorabile declino, dei fasti di inizio secolo rimane ben poco. Lo Stato Italiano, secondo la politica Giolitti, tagliò le convenzioni alla Società di navigazione Florio, decidendo di concentrarsi sul porto strategico di Genova. Ignazio, però, perseverando nel tentativo di rammodernare e ampliare i cantieri navali della sua città, investì nell’opera l’intero capitale dei Florio, portando, in poco tempo, ad un progressivo disfacimento del suo impero e all’assorbimento da parte delle ban- che delle proprietà. Inutili furono i tentativi di riaprirsi la strada con nuove iniziative imprenditoriali. Presto arrivano anche le tragedie famigliari. Nel giro di pochi mesi muoiono prima la figlia Giovanna, poi il piccolo Ignazio detto “Baby Boy”. In seguito Donna Franca rimane incinta di nuovo ma la piccola Giacobina visse solo per poche ore. Solo le figlie Igea e Costanza, nate molti anni dopo, riuscirono a diventare grandi. Negli anni Venti, la Regina di Sicilia, fu costretta, per racimolare liquidi, a vendere all’asta tutti i suoi gioielli, persino la famosa collana di perle che possiamo ancora ammirare nei numerosi ritratti di Donna Franca Florio. Mariella Di Mauro 4 AKIS Venerdì 7 Marzo 2014 Parte il Bando per le Zone Franche Urbane Dalle ore 12 del 5 marzo è possibile presentare le istanze per accedere alle agevolazioni previste dal bando per le Zone Franche Urbane. Le istanze, firmate digitalmente, devono essere presentate, complete di eventuali allegati, in via esclusivamente telematica tramite la procedura informatica accessibile dalla sezione "ZFU Convergenza e Carbonia Iglesias" del sito Internet del Ministero dello sviluppo economico (www.mise.gov.it). L'accesso alla procedura informatica prevede l'identificazione dell'impresa tramite codice fiscale e l'autenticazione, tramite credenziali informatiche, inviate all'indirizzo di posta elettronica certificata (PEC) dell'impresa, come risultante dal Registro delle Imprese. E’, pertanto, indispensabile accertarsi che la PEC non sia scaduta. Attraverso la procedura informatica, l'impresa avrà accesso alla specifica sezione relativa alla Zona Franca Urbana di interesse, dove saranno riportate le informazioni inerenti le risorse finanziarie disponibili, le riserve finanziarie di scopo attivate e le relative risorse dedicate, nonché l'elenco delle sezioni censuarie che individuano l'area della ZFU. Le istanze possono essere presentate sino alle ore 12:00 del 23 maggio 2014; quelle pervenute fuori dai termini, iniziale e finale, così come le istanze redatte o inviate con modalità difformi da quelle indicate nel bando, non saranno prese in considerazione. Le istanze dovranno essere sottoscritte in forma digitale,pertanto è necessario essere in possesso di firma digitale. Per chi non lo fosse è essenziale munirsi per tempo della firma al fine di evitare possibili problemi di rilascio da parte del Registro Imprese di Catania. Si ricorda che, non ha nessuna importanza la data di spedizione in quanto verranno ammesse alle agevolazioni tutte le domanda pervenute regolarmente e fra queste verranno distribuite le somme stanziate tenuto conto del credito d’imposta richiesto e delle riserve di scopo previste dal bando. Vediamo nel dettaglio gi stanziamenti previsti per le zone franche presenti nella Provincia di Catania: Catania 18.478.551,34 euro, con le seguenti riserve di scopo: – Imprese di nuova o recente costituzione 20% – Imprese sociali 10% Acireale 10.242.483,28 euro con le seguenti riserve di scopo: – Imprese di nuova o recente costituzione 15% – Imprese femminili 15% Aci Catena 8.918.279,15 euro, con le seguenti riserve di scopo: – Imprese di nuova o recente costituzione 15% – Imprese operanti nei settori “Istruzione” e “Sanità e assistenza sociale” (sezioni P e Q classificazione Ateco 2007) 15% Giarre 6.211.567,45 euro, con le seguenti riserve di scopo: – Imprese di nuova o recente costituzione 15% – Imprese femminili 15% L’agevolazione consiste in un credito d’imposta da utilizzare in compensazione ai fini Ires, Irpef e Irap, ai fini contributivi per i contributi sui dipendenti, oltreché ai fini Imu, nel caso in cui l’azienda sia proprietaria dell’immobile in cui svolge l’attività. Si ricorda che è importante che l’azienda abbia almeno un’unità locale all’interno della ZFU e, per quanto riguarda l’agevolazione contributiva, che almeno il 30% risieda all’interno del Sistema Locale Lavoro interessato. Per assistere coloro che vorranno presentare istanze nel territorio del Comune di Acireale, è stato istituito, presso gli uffici dello sviluppo economico, uno specifico ufficio di supporto per tutti coloro che vorranno chiarimenti in merito alla predisposizione della domanda, e, soprattutto, per fugare ogni dubbio in merito alle zone che ricadono all’interno della Zona Franca Urbana. Infine si rammenta che l’agevolazione rientra tra gli aiuti “De Minimis” pertanto, è di fondamentale importanza, fare attenzione alle agevolazioni già ottenute nel triennio precedente che vanno riportate nella domanda da presentare. L’eventuale errore o omissione potrebbe comportare anche la revoca delle agevolazioni. Risulta dunque indispensabile da parte delle imprese farsi assistere dai propri commercialisti nella determinazione dell’esatto ammontare dell’agevolazione da richiedere. dott. Fabrizio Leotta Finalmente l'ANAS risponde... Da circa un anno ha segnalato la pericolosità del tratto e finalmente sembra che, anche se con un minimo intervento, qualcosa si stia muovendo (ai fini di ottimizzare la visualizzazione del tracciato stradale, è stata predisposta la collocazione di nuovi dispositivi rifrangenti costituiti da delineatori per barriere metalliche di sicurezza). L'eventuale installazione di 'bande luminose', ovvero di segnali complementari (bande di rallentamento ottiche art. 42 del Codice della Strada) per evidenziare particolari curve o punti critici, dovrà essere opportunamente vagliata dai tecnici, in quanto la presenza di eccessivi segnali luminosi lungo la carreggiata potrebbe solo generare confusione.) A questo punto il Monaco ha chiesto con quali tempistiche saranno effettuati gli interventi indicati. "Dopo numerose segnalazioni finalmente l'ANAS risponde con l'indicazione di un intervento concreto, dice Paolo Monaco. Sicuramente non sarà sufficiente ma mi sembra un primo passo verso la realizzazione di quanto sarà necessario a rendere questo tratto di strada totalmente sicuro. Ho chiesto di indicarmi le tempistiche per il posizionamento dei nuovi dispositivi rifrangenti e di procedere al più presto alla valutazione tecnica per l'installazione delle bande luminose. Mi auguro che presto i residenti siano più sereni e che gli incidenti mortali ai quali hanno assistito nel corso degli anni possano essere solo un ricordo" “Quello che i ragazzi dicono” era il tema del concorso bandito dal Comune in occasione del XXIV Anniversario della Convenzione Internazionale dei Diritti dell’Infanzia, concorso che ha registrato la premiazione delle classi IIID della S.M.S.Galileo Galilei e IIA dell’Istituto Fuccio/La Spina-plesso Fanciulli. Alla manifestazione hanno partecipato i dirigenti delle due scuole partecipanti (prof.sse G.Montella per la Galileo Galilei e M.Castiglione per la Vigo Fuccio La Spina) e l’assessore alla Cultura prof.ssa Nives Leonardi. AKIS Proviamo a chiedere a Salvo Raciti di fare una presentazione di se stesso? Sono nato ad Acireale il 01/04/1957 da una famiglia umile. Mio papà e mia mamma a fronte di enormi sacrifici hanno dato a tutti noi figli ( 4 maschi) l’opportunità di poter acquisire un titolo di studio. Ho frequentato il Liceo Classico Gulli e Pennisi e successivamente ho conseguito la laurea in Scienze Politiche. Pur studiando ho collaborato nella gestione della piccola impresa edile di mio papà e questa esperienza assieme a tante altre hanno contribuito a formarmi con una visione della vita ,da più prospettive. La formazione ricevuta nella mia famiglia, mi ha portato a schierarmi sempre dalla parete dei più deboli e a scommettermi in prima persona per cercare di migliorare il sistema. Scioperi ed assemblee studentesche miranti ad ottenere il diritto allo studio e la democrazia che i ragazzi di oggi si ritrovano nelle scuole, occupazione del Collegio Pennisi, militanza nel sindacato e tante esperienze che mi hanno aiutato sicuramente a crescere e delle cui non sono assolutamente pentito e per le quali ho pagato spesso un prezzo salato. Infatti buona parte dei mie amici di allora , “strusciandosi” opportunamente con i politici in auge, hanno in un battibaleno trovato “sistemazione” mentre il sottoscritto, per tanti anni ha dovuto lottare con le unghie e con i denti per ottenere il posto di lavoro che in atto ricopre presso l’Ipab Oasi Cristo Re di Acireale. Ho da sempre creduto alla Politica con la P maiuscola, intesa come servizio a favore dei cittadini e dopo tantissimi anni passati ad assistere allo scempio operato dai mestieranti della politica, a 56 anni ho pensato che forse sarebbe stato opportuno metterci la faccia in prima persona per cercare di fare qualcosa per arginare tale degrado. E questo non per un bisogno di rivalsa personale ma perché avendo un figlio di 20 anni credo che questa mio impegno coniugato con quello di tanti altri che sono pervenuti alle mie medesime convinzioni, possa consentire alle nuove generazioni di poter riavere il diritto di vivere in una società pulita, sana, rispettosa della persona, ove la meritocrazia diventi regola di vita, ove le persone possano vivere libere da ricatti e condizionamenti , piuttosto che nell’attuale sistema ove gli interessi e lo strapotere di pochi, uccidono giorno dopo giorno l’ambiente e gli esseri umani che dello stesso sono parte integrale. Ma per quale motivo , fra tante forze politiche presenti in campo, ha scelto di entrare a fare parte del M5S? La risposta in parte credo di averla già accennata sopra e sta nel fatto che la mia formazione mi ha da sempre portato a non accettare determinate logiche che, anche se sotto diverse sfaccettature , di fatto sono riscontrabili in tutti i partiti politici. La militanza giovanile, nel vecchio PSI è stata per me una esperienza traumatizzate . Lotte per la conquista delle poltrone usando metodi più o meno corretti, constatazione che il malaffare si trova trasversalmente in tutti i partiti a prescindere dalla loro collocazione e dai principi ispiratori. Tutto ciò mi ha convito a restarne lontano. Solo da recente avendo conosciuto alcuni attivisti del M5S e avendo non riscontrato negli stessi tutte quelle zone d’ombra che caratterizzano i “mestieranti “ della politica, ho deciso che forse era arrivato il momento di scendere in campo , accompagnandomi a delle persone che la pensavano nella mia stessa maniera , per costruire assieme un percorso mirato al raggiungimento di un obiettivo ben definito: ridare dignità alle persone, eliminando le cause mortificanti che la politica di basso rango, ha generato. Quali gli obiettivi che il M5S si prefigge di raggiungere nell’immediato? Certo la situazione in cui versa l’Amministrazione e la città tutta è drammatica e di questa emergenza ne abbiamo tenuto conto nello stilare il nostro programma, frutto di approfondimenti ed analisi. In esso vengono esaminate delle macro arie e successivamente si propongono le azioni da mettere in atto . Ben sappiamo quali grandi difficoltà incontrano oggi gli Enti Locali per fare stare in piedi i loro bilanci e a fronte di tutto ciò , da subito proponiamo interventi mirati , rivolti a garantire la trasparenza nell’azione amministrativa e un contenimento delle spese, utilizzando ad esempio la diretta streaming sia in consiglio che nelle commissioni consiliari. In tal maniera si eliminerebbe la costosissima quanto inutile diretta TV con un risparmio di decine di migliaia di euro Anche alcuni sprechi degli apparati della politica si possono drasticamente arginare con la riduzione del 30% delle indennità di sindaco,giunta e consiglieri ,regolarizzando altresì la erogazione dei gettoni di presenza e nel contempo intervenendo sulle partecipate, eliminando i costi degli apparati di sotto-governo . Proponiamo inoltre un nuovo metodo di raccolta dei rifiuti, ben sperimentato in altri comuni virtuosi, al fine di venire fuori da un sistema ormai superato, che ci ha condotti drammaticamente in coda nella classifica nazionale a fronte di una spesa di oltre 11 milioni di euro. Il programma contiene ulteriori misure da porre in essere nella gestione dei vari servizi, atte a contribuire alla riduzione della spesa . Le somme recuperate saranno destinate ad assicurare ulteriori servizi con conseguenti benefici a favore dei cittadini. Il nostro obiettivo nell’immediato è quello di avvicinare la gente comune, le categorie, le associazioni, gli imprenditori e tutti coloro che operano sul territorio e fare si che tutti conoscano quali sono i contenuti del nostro programma e che si convincano che non tutto è perduto. Vorremmo che tutti i delusi della politica che hanno già da tempo disertato le elezioni, avessero il coraggio di scommettere sul programma per la città che il M5S ha compilato e che dessero con il loro voto la possibilità di metterlo in atto. Solo in tal maniera potremo insieme lavorare per ridare a questa città e ai suoi figli la dignità che è stata loro rubata. Salvo Raciti Venerdì 7 Marzo 2014 Santa Venerina: primo incontro sugli 80 anni di autonomia comunale Nei locali del Centro diurno “Arcobaleno” a Santa Venerina, si è svolto l’incontro sul tema “Santa Venerina: 80 anni in comune” per il ciclo Giovediamoci, ideato dall’associazione culturale Sto. Cu. Svi. T (Storia, Cultura e Sviluppo Territoriale) e presentato dal prof. Giovanni Vecchio. Trattasi del primo momento di informazione a carattere storico e documentario sul Comune di Santa Venerina, a cui ne seguiranno altri più specifici fino al 2016, quando ricadrà l’anniversario della vera e propria attivazione del nuovo ente locale. Dopo i saluti del presidente della suddetta associazione, dr. Domenico Strano, e di Antonino Russo, presidente del Centro, la serata ha avuto inizio con il video realizzato e montato dal dott. Salvatore Sciacca riportante immagini dei luoghi più significativi dell’intero territorio comunale com’erano in passato e come sono oggi, molto apprezzato dai presenti specialmente per la rarità di alcune foto o cartoline d’epoca. Il prof. Vecchio ha percorso poi l’itinerario per l’istituzione del nuovo comune di Santa Venerina con i tentativi falliti dal 1838 fino al 1895, con l’ausilio delle letture di pagine e documenti da parte di Teresa Maccarrone e Franco Cannata, per poi passare al XX secolo e alla Delibera del Fascio di Combattimento di Santa Venerina del 10 giugno 1928 indirizzata al Prefetto della provincia di Catania con la quale si ribadiva che si erano ormai determinate le condizioni richieste per l’istituzione del nuovo Comune. In effetti le condizioni socio-economiche del territorio erano molto migliorate grazie soprattutto alla varie distillerie che avevano acquistato anche fama internazionale e al superamento dell’analfabetismo che aveva caratterizzato il secolo precedente. Con il Regio Decreto 19 febbraio 1934,n°412 e la conversione in legge dello stesso il 7 giugno 1934 fu finalmente istituito il Comune di Santa Venerina con una parte proveniente dal Comune di Acireale (S. Venerina, Linera, Cosentini), un’altra da Giarre (Dagala del Re, Monacella, Dalaga Sottana) e un’altra ancora da Zafferana Etnea (Bongiardo). Non poche le ‘grane’ che i primi commissari prefettizi dovettero affrontare dopo il Regio Decreto n. 1294 dell’8 giugno 1936 per amalgamare sul piano politico, economico e spirituale la nuova entità, come hanno spiegato il professore e il dott. Strano, tra queste la delimitazione interna o la denominazione dello stesso Comune. Il relatore ha accennato alle polemiche sorte a seguito della richiesta del 1948 (ovvero dopo 12 anni di vita del Comune) da parte di un comitato di cittadini del quartiere di Bongiardo di aggiungere alla denominazione S. Venerina quella, appunto, di Bongiardo, istanza che fu accolta dalla Provincia di Catania, ma che provocò forti reazioni dai rappresentanti delle undici importanti distillerie locali note in tante parti del mondo con il toponimo S. Venerina, agli amministratori comunali che deliberarono, invece, a maggioranza, per il mantenimento della denominazione originaria e fecero appello alla Regione siciliana in tal senso. Ci fu anche un serrato confronto di posizioni sui quotidiani dell’epoca (specialmente nell’anno 1949). Si aggiunsero i parroci delle parrocchie locali che indirizzarono delle petizioni per il mantenimento del nome anche alle autorità di governo nazionale e regionale e ai rappresentanti nazionali e locali della politica. Tra le delibere illustrate merita di essere segnalata quella del 28 aprile 1949 (designazione capoluogo del comune e determinazione delle frazioni) che poneva fine alla annosa questione di quale doveva esser considerato il territorio del centro del nuovo ente locale (comprendente unitariamente S. Venerina, Bongiardo e Dagala Sottana), luoghi nei quali avrebbero potuto essere allocati gli uffici comunali unitari. Il prof. Vecchio ha, dunque, illustrato con ampia documentazione i fatti e le ragioni che hanno portato all’istituzione del nuovo Comune ed ha espresso il proposito di proseguire la ricerca con l’esame dei provvedimenti più importanti delle varie amministrazioni che sono succedute dal 1946 ad oggi presentando, intanto, le foto di tutti i sindaci del secondo dopoguerra. Durante la conferenza la Scuola di formazione musicale Etra di Linera, diretta da Cristina Mammino, ha allietato il numeroso pubblico presente mediante le voci di Valentina Abramo, Alfio Calì, Veronica Grasso e Eliana Battiato, che hanno eseguito brani degli anni Trenta e Quaranta in abiti d’epoca. Un indirizzo di saluto è stato rivolto dal sindaco di S. Venerina arch. Salvatore Greco, mentre in sala era presente anche il dott. Antonino Arcidiacono che in passato per ben tre volte ha ricoperto la carica di sindaco. La lettura di una poesia “Alla città di Santa Venerina” di Giovanni Formisano jr (poeta e drammaturgo), nipote del grande Giovanni Formisano, autore del testo di “E vui durmiri ancora” e della commedia “Matrimoni e viscuvati”, ha concluso la ricca serata tra gli applausi del pubblico e gli assaggi di prodotti tipici stagionali del territorio, messi a disposizione dai soci dell’associazione organizzatrice. Nhora Caggegi RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO: A proposito della lettera inviataci dal dott. Giuseppe Contarino e da noi pubblicata nel numero scorso, non abbiamo ricevuto risposta e/o riscontro da parte del prof. Alfonso Sciacca, chiamato in causa, e per il quale teniamo a disposizione lo spazio che potrà aventualemnte richiedere. 5 Grande partecipazione di studenti siciliani e dell’area acese al concorso “Un poster per la pace” del Lions International Nella sede dell’Istituto Comprensivo ”Paolo Vasta” di Acireale ha avuto luogo la premiazione degli studenti di 11, 12, 13 anni vincitori dell’edizione 2013-2014 di “Un poster per la pace”, giunto alla 26^ edizione, che il Lions propone in tutto il mondo al fine di sensibilizzare i ragazzi al valore della convivenza pacifica tra i popoli. Il tema di questa edizione è stato: “Il nostro mondo, il nostro futuro”. I poster sono stati giudicati in base all’originalità, al merito artistico e all’attinenza al tema. Vincitore del multidistretto Italy è stato l’alunno Christian Varisco della provincia di Rovigo, che parteciperà alla selezione mondiale ed il vincitore verrà premiato a New York durante la Giornata Lions delle Nazioni Unite che si svolgerà in questo mese di marzo. In Sicilia hanno partecipato circa seimila alunni di 180 scuole. Vincitore distrettuale per la Sicilia è stato Alessio Colombo della scuola media “Quasimodo” di Ragusa; vincitore della IV Circoscrizione, che raggruppa una parte dei Comuni della Provincia di Catania, è stata Chiara Rapisarda del 1° Istituto Comprensivo “Fabrizio De André” di Aci Sant’Antonio, sponsorizzato dal Lions Club di Acireale. Menzioni di merito sono andate a Maria Rosaria Barbagallo del 2° Istituto Comprensivo “Vigo Fuccio-La Spina” di Acireale, sponsorizzato anch’esso dal Lions acese, il quale, peraltro, si è classificato primo, per il secondo anno consecutivo, a livello regionale per il numero di scuole che ha coinvolto nel concorso (undici). Gli alunni partecipanti sono stati 153 (un numero maggiore rispetto all’anno scorso) appartenenti alle scuole secondarie di primo grado di Acireale, Acicatena, Aci S. Antonio, S. Venerina e Viagrande. Accanto alla selezione distrettuale regionale, il Lions Club Acireale ha stilato una graduatoria fra gli undici elaborati selezionati come primi nelle rispettive scuole con la collaborazione delle socie Irene Patané, Graziella Scalia e Rosaria Scuderi. Sono stati assegnati i seguenti premi, nell’ordine: Francesco Raciti del 2° I.C. “Alcide De Gasperi” di Aci S. Antonio,Chiara Rapisarda del 1° I.C. “Fabrizio De André” di Aci S. Antonio, Maria Rosaria Barbagallo del 2° I.C. “Vigo Fuccio-La Spina” di Acireale. Infine sono stati premiati anche altri otto alunni classificatisi primi nelle rispettive scuole: Antonella Pulvirenti (I.C. “F. Guglielmino” di Acicatena; Ada Martinez (Ist. paritario “Spirito Santo” di Acireale; Laura Grasso del 1° I.C. di Acireale; Julia Laguzza del 3° I.C. “G. Rodari” di Acireale; Carla Pellicori del 4° I.C. “G. Galilei” di Acireale; Giorgio Bonaventura del 5° I.C. “P. Vasta” di Acireale; Aurora Calcagno dell’I.C. di S. Venerina, Martina Calabretta dell’ I.C. “G. Verga” di Viagrande. Davvero una edizione ben riuscita grazie all’impegno dei docenti e all’organizzazione impeccabile per il Lions Club di Acireale del preside Rosario Musmeci. Un momento altamente educativo che ha convogliato l’attenzione di tantissimi ragazzi sul mondo attuale e su come si può costruire un futuro migliore di concordia e di pace tra i popoli. Giovanni Vecchio Torneo “Aci e Galatea” Si è svolto il torneo sociale della Galatea Scacchi Rapid Play denominato “Aci e Galatea” disputato in otto turni di gioco con la formula italo-svizzera con 15 minuti di tempo per giocatore (Semilampo), a cui hanno preso parte 12 giocatori. Ha vinto Giovanni Sposito, 2° Paolo Di Mauro, 3° Giuseppe Magazzù. Nella foto Sposito (al centro) viene premiato dal Vice Presidente della Galatea, Salvatore Mangiagli (a sinistra), a destra il socio Luigi Safiotti. 6 Venerdì 7 Marzo 2014 Esame per l’intolleranza alla caffeina Esame genetico del metabolismo della caffeina per ridurre il rischio d’infarto. La caffeina è un alcaloide naturale apprezzata per la sue proprietà stimolanti. Essa viene ingerita sotto forma di caffè o tè (la cioccolata la contiene solo in tracce). Uno degli effetti più conosciuti della caffeina è la sua capacità di agire come eccitante in grado di ritardarela stanchezza fisica, di migliorare i riflessi e la capacità di concentrazione e di avere una blanda azione analgesica; la sua conformazione chimica ( è una 1,3,7 trimetilxantina derivata dalla purina), la rende infatti idonea, anche a concentrazioni molto basse, ad interagire con specifici recettori biologici che regolano la funzionalità del sistema cardiovascolare, endocrino e nervoso; grazie alla sua azione di antagonista competitivo nei confronti dei recettori dell’adenosina, la caffeina favorisce il rilascio di due ormoni chiamati adrenalina e noradrenalina. Le catecolamine favoriscono l'aumento del metabolismo corporeo, della frequenza cardiaca, della pressione arteriosa e del numero di atti respiratori (aumentando così l'ossigenazione del sangue). Ulteriori funzioni dimostrate sono :aumento della sintesi acida a livello gastrico, aumento della diuresi, se applicata sulla cute tramite cosmetici specifici (creme, gel e patch), risulta utile nel trattamento delle adiposità localizzate. Come poche altre sostanze inoltre, ha la capacità di passare rapidamente la barriera emato-encefalica, nonché di attraversare la placenta ed essere presente nel latte materno. Uno studio del 2006 pubblicato nel Journal of the American Medical Association , Cornelis et al. ha monitorato circa 4000 individui di cui 2000 reduci da infarto del miocardio; considerando altri fattori variabili come il consumo di alimenti, l’attività fisica o lo stato socio economico, la loro ricerca ha evidenziato come le persone a metabolizzazione lenta di caffeina secondo il gene CYP1A2-1F, erano associate ad un alto rischio di infarto, rischio che aumenta, anche in base al numero di tazzine consumate. L’esame si prescrive come polimorfismo CYP1A2-1F Dott. Giovanni Tringali Torneo di Carnevale Nell’ambito del programma del “Carnevale di Acireale, il più bel Carnevale di Sicilia” si è disputata sabato 1 marzo la dodicesima edizione del “Trofeo di Carnevale, Città di Acireale”, quadrangolare scacchistico organizzato dalla Società Dilettantistica Galatea Scacchi, presieduta da Rosario Puglisi, in collaborazione con la Fondazione Carnevale di Acireale e con l’Assessorato al Turismo della Città di Acireale. Il torneo si è svolto presso la sede del 52° Club Frecce Tricolori, gentilmente messa a disposizione dal direttivo del club presieduto da Antonino Zangrì. Ha vinto il quadrangolare la Galatea Scacchi di Acireale, che ha totalizzato 6 punti; al secondo posto si AKIS “La voce dell’interprete nelle zone di conflitto” Si è svolta l’Aula Magna “La Bianca” dell’“Archimede”, per iniziativa dell’Associazione Culturale Archimede e dell’Istituto Siciliano di Bioetica di Catania, la conferenza dal titolo “La voce dell’interprete nelle zone di conflitto” tenuta dalla dott.ssa Valentina Scandura, brillantemente introdotta dal dott. Giuseppe Quattrocchi. La giovane dott.ssa che vanta già un corposo curriculum, ha esposto le problematiche salienti della figura dell’interprete sui teatri di guerra, figura di cui nessuno si occupa. Con la sua esposizione chiara ed ineccepibile ha fatto conoscere ad una platea molto attenta una situazione che, come tutte le cose che sentiamo lontane da noi, non avevamo mai considerato e su cui non si era mai riflettuto abbastanza: come avviene l’arruolamento di que- sti interpreti improvvisati, cosa viene promesso a loro e quali poi in realtà sono alla fine le cose che ottengono. Ha evidenziato una vera e propria mancanza di tutela verso queste figure che si potrebbero definire eroiche, e il loro stato psicologico durante l’incarico e alla fine dei loro servigi quando si trovano in uno stato di “non appartenenza”, né ormai all’esercito, ne al loro Paese dal quale vengono tacciati come “traditori”. Come sempre l’Associazione Culturale Archimede e l’Istituto Siciliano di Bioetica, ci propongono argomenti di grande interesse. Cettina Quattropani La prova provata che nella vita come a Sanremo sono più remunerative le battute da trivio che le sonate. è classificato il Circolo Scacchi Giarre con 3 punti di squadra e 11 individuali, terza l’Associazione Scacchistica Etnea di Catania con 3 punti di squadra e 10 individuali; chiude la classifica il Taormina, composto da promettenti studenti, al quarto posto. La Galatea Scacchi Acireale iscrive così per la sesta volta il proprio nome nell’Albo d’Oro del torneo; con due affermazioni vi è poi il Circolo Scacchi Giarre, mentre ad una sono il Grammichele, l’A.D. Scacchi Valverde, l’Associazione Scacchistica Etnea di Catania e l’A.P.D. Kodokan di Messina. Alla premiazione sono intervenuti l’assessore al Turismo della Città di Acireale, prof.ssa Nives Leonardi, il consigliere comunale dott. Antonio Riolo e la Sig.ra Rosaria Ferlito del Comune di Acireale. Rodolfo Puglisi Presentazione di “Bioetica e Cultura” con un incontro sul tema “La guerra e l’etica che non c’è” Si è svolto l’incontro sul tema “La guerra e l’etica che non c’è” nell’aula magna del Liceo Scientifico “Archimede”, organizzato dall’Istituto Siciliano di Bioetica per la presentazione dei nn. 45 e 46 della rivista “Bioetica e Cultura”. Aperto da un’editoriale di Cettina Ardita dal titolo eloquente: “… Vinci le tue ragioni di morte …”, è proseguito con un incisivo intervento del direttore scientifico dell’Istituto Giuseppe Quattrocchi, il quale ha dichiarato che la guerra, piaga sanguinante della storia umana, non può mai essere giustificata, esaltata, glorificata, santificata, ma deve essere soprattutto condannata. Quattrocchi ha poi denunciato l’imbarbarimento evidente nei più recenti conflitti e si è soffermato sulle cosiddette “missioni di pace” nonché sulle tecnologie di potenziamento umano in ambito militare. Giovanni Vecchio, direttore dell’Ufficio Diocesano per la Pastorale della Cultura, nel coordinare gli interventi successivi per la presentazione di alcuni saggi contenuti nei due numeri della rivista, ha ricordato il centenario dello scoppio della prima guerra mondiale e la trasformazione dei metodi e degli strumenti di bellici da allora ad oggi con il coinvolgimento sempre maggiore di vittime tra i civili ed ha poi illustrato analiticamente il documento del Comitato Nazionale per la Bioetica “Diritti umani, etica medica e tecnologie di potenziamento in ambito militare”, nel quale, dopo una puntualizzazione del ripudio della guerra come sancito dall’art. 11 della Costituzione, si prende in considerazione soprattutto lo sviluppo e l’applicazione pratica di tante tecniche innovative tendenti ad incrementare il quoziente di difesa/offesa dell’ ”armamento” nonché la cura sempre più sofisticata nella preparazione del “fattore umano”, ovvero degli Ufficiali e dei soldati per elevare il loro livello di professionalità. Proprio questo processo di sperimentazione in corso pone dei seri problemi di bioetica perché c’è un costo da pagare in quanto “il contesto della guerra futura metterebbe in discussione essenziale il diritto alla vita ma anche quello dell’integrità del corpo e della psiche, sempre più manipolati per esigenze diverse dalla tutela della salute o dalla ricerca del benessere”. Sono seguiti gli interventi di alcuni autori dei saggi contenuti nella rivista: l’avv. Valentina Pennisi ha relazionato su”Il ripudio della guerra nelle Carte Costituzionali Europee”, don Alfio Spampinato su “Sturzo, <profeta> di soluzioni di pace”, il neuropsichiatra infantile Renato Scifo ha messo in rilievo il rapporto tra “guerra e salute mentale in età evolutiva”, mentre la teologa Letizia Franzone ha posto l’accento “sui conflitti che offendono la dignità dell’uomo e del creato”; Barbara Messina, specializzata in Bioetica e Sessuologia, si è soffermata sulla posizione attuale della Chiesa sul tema della guerra. Ha chiuso gli interventi degli autori la psicologa Maria Teresa Privitera con alcune puntuali annotazioni sulla socializzazione come controllo dell’aggressività e il ruolo dei videogiochi. La seconda parte dell’interessante incontro culturale è stata curata dal “Gesuele Sciacca Group”, il quale ha presentato le più belle liriche di Giuseppe Ungaretti, scritte nel periodo del primo conflitto mondiale, e musicate dallo stesso Sciacca. All’esecuzione è stata abbinata la proiezione di filmati d’epoca proprio sulla stessa guerra creando un coinvolgimento anche emozionale del numeroso pubblico intervenuto. Maria Grazia Ardita, infine, ha recitato magistralmente un brano dal romanzo di Claudio Calandra “Bucce d’arancia sul fronte del Nord Est”, che rievoca un evento verificatosi sul Carso quando di notte, mentre le armi tacevano, si alzò nel silenzio la voce di un soldato siciliano che cantava “E vui durmiti ancora” e alla fine giunsero gli applausi anche dall’altra parte della barricata dove si trovavano i soldati austriaci “nemici”. Si è visto un pubblico attento e partecipe per un incontro di alta cultura e ben articolato nei suoi momenti. Il direttore responsabile della rivista Giuseppe Vecchio ha proposto di effettuare degli incontri anche con gli studenti di mattina per agevolare la loro partecipazione e riflessione su temi di particolare rilevanza sociale ed etica. G.V. Si è svolta a Catania la cerimonia di premiazione organizzata dal Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Catania. In tale occasione sono state consegnate le medaglie celebrative agli avvocati che esercitano la professione da oltre un cinquantennio. Tra questi, gli acesi Avv.ti Nunzio Bonaccorsi, Matteo Calabretta e Vincenzo Crisà (nell’ordine). Sono state consegnate, inoltre, delle spille celebrative agli avvocati che eserci- tano la professione da oltre un sessantennio e delle toghe ai giovani che si sono distinti agli esami di avvocato. Oltre agli avvocati acesi sopra citati, la medaglia d’oro per i cinquant’anni è stata conferita agli avvocati: Domenico Buscemi, Giovanni Caruso, Felice Caruso Messineo, Ferdinando Ciancio, Placido Mazzamuto, Francesco Sapia, Vincenzo Trantino. Le spille celebrative sono state consegnate agli avvocati: Antonino Caruso, Antonino Lombardo, Barbara Mirenna. G.C. Grande successo della retrospettiva di Michele Pennisi AKIS Sabato 7 Marzo 2014 “Una iniziativa civica, veramente civica, che nasce dal cuore della società civile che non sta a guardare dall’esterno quello che succede, che vuole riunire le migliori risorse di Acireale, valorizzandole in un progetto di sviluppo e di crescente coesione civile nell’interesse collettivo”. Questo quanto proposto da “Acireale al Centro” nuovo movimento civico che fa capo all’avv.to Mario Di Prima e che si è proposto in’assemblea cittadini assieme a Salvatore Ferlito (Presidente Associazione Nazionale Costruttori Edili), Ornella Raneri (Presidente Sezione Alberghi e Turismo di Confindustria Sicilia), Francesco Sorbello ( Vice Direttore Confcommercio Catania), Corrado Vigo ( Presidente Regionale Ordine Dottori Agronomi e Forestali di Sicilia). Non ha ancora espresso alcun candidato sindaco, il movimento, ma ha come obiettivo quello di aggregare tutti attorno ai valori comuni dell’amore e dell’impegno per il bene della città. IL TAKEOVER DELL’AZIENDA ITALIA Squallido spettacolo il pseudo-incontro tra Renzi e Grillo. Ma non me la prendo con loro. In Parlamento tutti e due non ci sono mai entrati e, conseguentemente, possono permettersi un linguaggio da talk show alla Giletti o Barbara D’Urso anche quando provano a giocare a fare le consultazioni in vista del nuovo governo. Io me la prendo invece con gli azionisti dell’azienda Italia, quelli che da noi votati siedono in Parlamento, che dopo il voto del 2013 non sono riusciti a superare l’oggettiva frammentazione della rappresentanza politica del Paese trovando dall’interno un accordo serio e stabile, un compromesso verso l’alto, che assicurasse un governo credibile all’Italia. E che, per ben due volte, hanno avuto bisogno di Napolitano per trovare una via d'uscita. Per usare un paragone aziendale, non me ne 7 Riflessioni teorico-pratiche dopo 13 anni dalla emanazione del D.Lgs.231/2001 I Modelli di organizzazione e di gestione idonei a prevenire reati, le connessioni con i delitti di criminalità organizzata e contro l’industria ed il commercio. Il sistema sanzionatorio. All’inizio di questo secolo il legislatore ha introdotto nel nostro ordinamento positivo il riferimento all’etica, lasciando alle associazioni di categoria e ai privati la relativa regolamentazione. Il D.Lgs. 231/2001 costituisce il primo significativo caso. L’esigenza del riferimento all’etica è dovuta all’attuale crisi dei valori con le gravi conseguenze prodotte nei mercati e nella società. E’ sempre più avvertita, in economia, l’esigenza di rispettare non solo la legalità ma anche l’eticità. Su questo tema si è dibattuto un interessante congresso sul quale il dott. Saverio Continella, Direttore Generale del Credito Siciliano, ha commentato “ la normativa che, oltre un decennio addietro, ha introdotto nelle aziende la cultura dei controlli interni come strumento di prevenzione dei reati”. Prosegue, poi, “dichiarando che in un contesto gravemente deficitario come è quello della lotta alla criminalità economica del nostro paese, il decreto 231 rappresenti un approdo importante, riconosciuto a livello internazionale, che merita una maggiore valorizzazione” Hanno partecipato al congresso: il dott. Saverio Continella (Direttore Generale Credito Siciliano), il Rettore dell’Università, prof. Giacomo Pignataro, il Presidente dell’ODEC, dott. Sebastiano Truglio, il Presidente di Confindustria, dott. Domenico Bonaccorsi di Reburdone, il Presidente OdV 2 Credito Sicilia, dott. Antonio Pogliese, il prof. Giovanni Grasso, ordinario di Diritto Penale , il Presidente del Tribunale del Riesame, dott. Maria Grazia Vagliasindi, il prof. Ruggero Vigo, Ordinario Diritto Commerciale, il dott. Ciro Strazzeri, Presidente Sezione Consulenza Confindustria , il dott. Giacomo Casale, dello Studio Pogliese, il dott. Edoardo Della Cagnetta , Presidente Collegio Sindacale Credito Siciliano, il dott. Maurizio Stella, Consigliere ODEC Catania, il dott. Vincenzo Di Cataldo, Ordinario Diritto Commerciale. ph Fabio Consoli voglia nessuno, quello di Renzi assomiglia tanto ad un takeover, all’”acquisizione non amichevole” di un’azienda in crisi, decotta, ove il management esistente si è finora distinto per incapacità e opportunismo. Arriva un'offerta esterna, tutti i piccoli azionisti vendono, e si rimpiazzano proprietà e management. Succede così nelle aziende quotate, quando i meccanismi esterni di governance surrogano quelli interni. Abbiamo capito che ciò può accadere anche in politica, ma non dovrebbe mai succedere in democrazia. Non ci resta dunque che augurare a Renzi, che in Parlamento non ci ha mai messo piede, di operare velocemente quel cambiamento di management e di rotta che solo con un ribaltone della proprietà dovrebbe essere a questo punto possibile. Ho qualche dubbio, ma – a questo punto della storia del Paese – provarci non costa nulla. Quanto a noi? Beh…io speriamo che me la cavo!" Rosario Faraci CompuTecnica Riparazione computer a domicilio 338 2071014 AK IS IL GIORNALE DEL TERRITORIO DELLE ACI AKIS: Anno X, numero 3 del 7 Marzo 2014 - Editore e Direttore Responsabile: Turi Consoli - Autor. n. 22 del 23/05/2005 del Tribunale di Catania - Sede: via M. di Casalotto 68 - 95025 Aci S.Antonio Redazione: via Alliotta, 14 - 95024 Acireale - Tel.- Fax 095 7921059 – 347 5382517 - [email protected] - Tipografia-Litografia: “TM” di Mangano Venera - via N. Martoglio, 93 - S. VENERINA (CT) Tel. 095 953455 - Site: www.akis-aci.com - www.akis-acionline.com - Elaborazione grafica, fotomontaggi e impaginazione: MP Graphic di Maurizio Pagano - Tel. 347 1433135 - Distribuzione e arretrati: 340 7152814 - Gli articoli pubblicati esprimono il pensiero dei rispettivi autori e non rispecchiano necessariamente la linea editoriale assolutamente indipendente della testata. La Direzione si riserva di pubblicare in tutto o in parte le foto, gli articoli e i servizi pervenuti, secondo le esigenze di spazio. Il materiale anche se non pubblicato non sarà restituito. 275 8 AKIS Venerdì 7 Marzo 2014 I GRANDI CONSENSI DEL DOTT. NOÈ I grandi risultati si ottengono grazie all’unione tra volontà, talento e competenze. È il connubio che caratterizza il Dott. Salvo Noè, noto Psicoterapeuta e Mental Coach di atleti, aziende ed istituzioni. Il suo lavoro si esplica in tutto il territorio nazionale ed ogni tanto fa una capatina anche negli States. Lo incontriamo nel suo studio e con la disponibilità che lo contraddistingue, facciamo una bella dissertazione sulla crisi e sulle potenzialità. Dott. Noè, vista la sua capacità di fare conferenze con la presenza di migliaia di persone, qual è la cosa che ha fatto scattare in Lei la voglia di fare questo lavoro in maniera così particolare? Ognuno di noi deve trovare la sua strada, il suo talento, la sua ricchezza interiore e metterla a disposizione degli altri. Io ho scoperto di avere un dono: quello di comunicare in modo chiaro ed appassionato. Quando ho scoperto questa mia tendenza, ne ho subito approfittato, ho studiato facendo il mio percorso accademico, ho fatto tanti corsi di specializzazione, master e varie esperienze che mi hanno arricchito tantissimo. Ho conosciuto, girando il mondo, persone straordinarie che mi hanno dato tanto. Io cerco di trasferire il mio sapere a tutti coloro che lo vogliono, con un linguaggio semplice e pieno di pathos, perché io non faccio un lavoro, io sono il lavoro che faccio. Le mie cellule sono intrise della mia materia ed esprimo con spontaneità, tutto quello che ho dentro. Su che cosa si è concentrato primariamente? Ho pensato di attingere dalle tante risorse che avevo dentro e fuori di me e non dai limiti di un contesto che parla sempre di cosa si dovrebbe fare (vedi periodo elettorale) e agisce poco nel determinare quei pensieri che sono belli a sentirsi, ma che poi non trovano quasi mai realizzazione. È l’azione che determina il cambiamento. Io ho fatto di questa frase il mio start-up continuo. Sono le azioni proattive che innescano nel cervello nuove tracce che ci permettono di utilizzare al meglio questo organo meraviglioso che insieme al corpo nella sua totalità, ci permette di vivere e di fare l’esperienze straordinarie. La mia più grande fortuna è stata capire la grande potenzialità che c’era dentro di me. Tutti possiamo fare grandi cose, dobbiamo solo dare valore ed importanza alla nostra vita. Ognuno viene al mondo per realizzare un progetto, un disegno meraviglioso. Però se frequentiamo limiti, se ci lamentiamo, se parliamo sempre di quello che non va, rischiamo di rovinare tutto. Dobbiamo essere capaci di ottimizzare quello che abbiamo e farne qualcosa di più. Tutti noi possiamo fare meglio quello che facciamo, ecco perché ho scritto un libro dal titolo:”Diventa il meglio di te! In cosa consiste il suo lavoro praticamente? Io lavoro per rendere migliore la vita degli altri attraverso la conoscenza di tutte le quelle strategie comportamentali che consentono risultati sempre più adeguati agli standard di valore. Con le singole persone come psicoterapeuta, lavoro per fronteggiare nel giusto modo tutti quei disturbi d’ansia, depressivi, e difficoltà comportamentali in genere che spesso creano seri problemi a chi ne soffre. Nelle aziende lavoro per la gestione dello stress, della comunicazione, della motivazione e della leadership. Le aziende sono come le famiglie, hanno punti di forza e punti di debolezza. Il mio lavoro consiste nel potenziare i punti di forza e migliorare quelli di debolezza. Ormai c’è tutta una letteratura scientifica che supporta il mio lavoro e che lo rende efficiente ed efficace. La stessa cosa faccio con gli atleti, è bello anche il progetto del Calcio Catania che ho sposato con entusiasmo, perché stiamo lavorando con tutto il settore giovanile per formare campioni sia nel campo che nella vita. E poi, L’università, le Istituzioni militari (Guardia di Finanza, Arma dei Carabinieri), le scuole ed i gruppi di lavoro che mi chiedono sempre più interventi nel settore della gestione delle risorse umane. Un lavoro veramente interessante il mio. Le sue conferenze sono molto frequentate. Qual è secondo Lei il motivo di tale successo? La gente ha bisogno di capire come può vivere meglio. Noi non veniamo educati alla vita, ma a ripetere le lezioni, a sentire bugie, a vedere comportamenti discutibili sia in famiglia che nel sociale. Quindi abbiamo magari una buona intelligenza tecnica che non è supportata da quella che io chiamo l’intelligenza della vita, che non si apprende nei libri, ma facendo esperienze pragmatiche. A scuola non ci hanno mai fatto una lezione sulla comunicazione, sulle emozioni, sull’autostima, sulla cooperazione e questo ci ha molto penalizzati. Cresciamo senza crescere veramente e le nevrosi che si formano dentro di noi ( a causa di traumi o di difficoltà di esprimere al meglio se stessi), creano quelle difficoltà che tutti conosciamo. Le mie conferenze aprono varchi, fanno capire alle persone che si può cambiare in meglio la propria vita e questo innesca in chi mi ascolta entusiasmo e quella sana riflessione che permette a genitori, figli, amministratori, liberi professionisti… di avere più consapevolezza ed acquisire quello che io chiamo: “Potere Personale”. LE... L O B A S O C QUAL A? L O T N E P N I Secondo Lei perché siamo in crisi? La vera crisi è quella dei valori. I valori supremi hanno perso valore e ci siamo ridotti così. La nostra non è stata una crisi legata alla mancanza di risorse, ma all’incapacità di saper gestire le risorse che avevamo. Il sistema ci ha impoveriti, perché dietro c’è stata una strategia veramente diabolica, ma conveniente per alcuni. Se un popolo si impoverisce, non ha più potere di parola e dipende dai potenti. Ecco cosa è successo: ci hanno resi schiavi di un sistema che ha lavorato per schiacciarci. Oggi siamo tutti alla ricerca di qualcosa per vivere quando potevamo fare una vita da ricchi. Ma la vera ricchezza non sta nei soldi che hai in tasca, ma nella tua mente. Se non hai abilità emotive e cognitive adeguate, il denaro può diventare la tua peggiore disgrazia. Bisogna portare le persone ad un più alto livello di consapevolezza. Ci vorrebbe una “Rivoluzione mentale”. La gente si lamenta, ma non fa nulla per cambiare in meglio la vita. Tranne rari casi. Ecco perché ho scritto l’altro libro: “Smettila di lamentarti” e ho fatto anche un cartello “Vietato Lamentarsi”. Infine, da dove bisogna partire per migliorare la nostra società? Dal pensiero collettivo! Dobbiamo renderci conto che l’azione dei singoli determina il risultato sociale. Quindi ognuno di noi è responsabile del proprio comportamento che a sua volta influenza il comportamento degli altri. La felicità arriva quando io faccio qualcosa che fa bene a me e al mondo. Basta con l’individualismo. Bisogna perpetrare il paradigma “Vincere/Vincere” che significa fare delle cose vincenti per me e vincenti per gli altri. Non possiamo parlare di un mondo migliore se costruiamo bombe... Vorrei chiudere con quella bella frase di Ghandi che diceva: “Un pianeta migliore è un sogno che inizia a realizzarsi quando ognuno di noi decide di migliorare se stesso.” 347 1433135 [email protected] AKIS Venerdì 7 Marzo 2014 9 "Tito Marrone... poeta crepuscolare e non solo..." Considerazioni su Tito Marrone Ad Acireale si parla nuovamente dello scrittore trapanese Tito Marrone e del suo importante ruolo nell'ambito del movimento crepuscolare e questa volta dinanzi ad un pubblico di giovani attenti e desiderosi di apprendere. L'avvenimento culturale a cui hanno preso parte tutti gli alunni delle quinte classi dell'Istituto Superiore Brunelleschi è stato preparato con grande cura e sinergia dalla nuova D. S. dell'Istituto, la prof.ssa Maria Elena Grassi , coadiuvata dai docenti di Lettere delle varie sezioni e dalla collaborazione della prof. Maria Rita Pennisi, esperta animatrice di incontri letterari e culturali. Nell'Aula Magna multimediale del Brunelleschi la Dirigente ha porto i saluti ed il benvenuto ai convenuti, presentando brevemente il significato dell'incontro ed ha quindi dato la parola alla moderatrice, prof.ssa Pennisi che ha coordinato le varie parti del convegno. Hanno partecipato alla conversazione tre relatori, i prof.ri Rosario Musmeci, Carmelo Di Blasi e Pinella Musmeci, animati dal desiderio di poter colmare un "buco nero" nella storia della Letteratura italiana, individuato già da tempo da Francesco Flora e segnalato da parecchi critici, ma mai finora messo a fuoco in modo deciso e chiaro. I relatori sono partiti dalla pubblicazione recente (nel Maggio 2013) del saggio critico di Pinella Musmeci edito dalla Collana Atheneum, MEF, Firenze e presentato ad Ottobre 2013 alla Fiera Internazionale del Libro di Francoforte e di cui è stata già esaurita la prima edizione in tiratura bassa di mille copie. Per primo il prof. Di Blasi, docente emerito dell'Istituto, ha presentato il saggio, articolato in quattro capitoli, corredato da antologia poetica e da due allegati esplicativi di tutte le opere crepuscolarI sia del Marrone che di altri poeti. Egli ha accennato alla singolare origine dell'opera, nata dall'occasione scolastica di una visita di istruzione effettuata a Trapani dalla prof.ssa Pinella Musmeci in compagnia di una terza Liceo Scientifico un po' di anni fa. La relazione del prof. Di Blasi è stata accattivante, puntuale ed attentamente seguita. Successivamente ha parlato il prof. Rosario Musmeci, docente, preside ed Ispettore emerito del Ministero della P.I., residente a Roma, ma spesso in visita ad Acireale sua città natale. Egli, con padronanza dell'argomento e con efficace comunicativa, ha chiarito gli aspetti peculiari della poetica marroniana, gli agganci con la tradizione classica e con quella moderna sia straniera che italiana, con particolare riferimento a situazioni, lessemi e pensieri che sono comuni all'ermetismo, alla poetica pascoliana e carducciana ed al teatro pirandelliano. Un momento di silenzio e di piacevole sorpresa è stato offerto dalla drammatizzazione della lirica “Serenata nuziale”, interpretata dagli alunni della classe V A , Giusi Leone e Mauro Pulvirenti. Ha concluso la tornata culturale l'autrice del saggio trattato, Pinella Musmeci con la lettura ed il relativo commento di cinque liriche esemplari per comprendere a fondo la poetica marroniana e per dare la misura della valenza del poeta trapanese sia nell'ambito del Crepuscolarismo sia come anello imprescindibile di continuità far la letteratura dell'Ottocento e quella del Novecento. Un incontro svolto in due ore, all'insegna della cultura, della didattica applicata, della semplicità e del volontariato che ha gratificato per l'alto livello di resa, gli alunni, i docenti e la dirigenza scolastica: un inizio di ottimo auspicio per la nuova gestione dirigenziale dell'Istituto Superiore Brunelleschi di Acireale. Giusi Benintende Salvatore Musmeci IV A Liceo Artistico “F.Brunellesci” La notte Arrivata lo sera il mondo sta in silenzio; ci vuole ascoltare e sta attenta. Ascolta i nostri amori, i nostri silenzi, i nostri sguardi. Tra le lacrime di un bambino, c'è un abbraccio che lo fa addormentare. I nostri respiri si fanno forti, come gli strattoni di una bambina alla gonna della propria mamma. I ricordi della notte, sono i riflessi dei desideri del giorno, mascheriamo gli uni con gli altri, per paura che il mondo se ne accorga. Un uomo con la barba Portami in quei luoghi in cui lei sorrise, Dove le foglie sono leggere, portate via dai sospiri dei vecchi barbuti. Portami dove non avrai paura dei visi tristi, che con i loro silenzi appesantiscono i sorrisi. Portami dove la folla è un miscuglio di colori, e un bicchiere di vino ti faccia sorridere con chi, ormai, non trova più niente da dire. Tito Marrone, nobile cantore. Siciliano. Ignoto ai più. Perché, mi chiedo, “Tito” mettendo da parte l’anagrafe di “Sebastiano Amedeo”? Forse un vezzeggiativo, di casa o degli amici; oppure, com’era stato per Foscolo, un nome “di più gradito suono”? Sfoglio il volumetto che la nostra Pinella Musmeci gli ha dedicato (TITO MARRONE, CHI ERA COSTUI?) e mi avviene di pensare ai versi di una poesia latina del secondo secolo d.C., il “Pervigilium Veneris”. Il poeta aveva descritto momenti della primavera, si era fermato sul garrire incessante delle rondini ed era tornato a sé e alla propria condizione: “lei non cessa il suo canto, mentre io seguito a tacere: quando verrà la mia primavera? Quando farò come la rondine e cesserò di tacere? Ho perduto la mia Musa, tacendo, e il dio della poesia non mi mostra il suo volto..”. Al suo lungo silenzio e alle occasioni perdute dové a lungo pensare Tito Marrone, nel suo esilio romano. Ma se il poeta latino silenzioso è per noi solo una meteora, Marrone, schivo di ogni moda e di ogni esibizionismo, continuò la sua “fatica di vivere”: gli altri, tranne qualche amico, non sapevano; ma il poeta non lasciava scivolare via senza frutto il suo macerarsi nell’intimo. Quel che il cuore gli “dittava dentro andava significando” (tanto per adattare il verso famoso del Purgatorio dantesco). Scriveva. Quarant’anni di pagine nascoste nel cassetto. Attendeva: il ritorno della primavera? “Ozio”, del 1947, in “Esilio della mia vita” (“io sono dentro il vuoto del mio giorno..”) è paradigmatico del tormento e dell’orgoglio. Tentare l’abisso del silenzio, il conteso infinito: mettere alla prova, varcati i confini dell’esistere, l’immortalità. Conteso, l’infinito, perché si rivela al termine di un tormento senza pari. Non vince l’angoscia del dubbio, però, ma la certezza. Nella “prigione del silenzio”, in cui volontariamente si è recluso il poeta, le porte si aprono all’infinito del “tempo senza tempo”. La profonda formazione classica del Nostro gli consente di richiamarsi, da una parte, ai foscoliani Sepolcri (il tempo, che ogni cosa cancella, viene vinto dalla poesia, sì che “onore di pianti, Ettore, avrai, / ove fia santo e lagrimato il sangue / per la patria versato, e finché il sole / risplenderà su le sciagure umane”), dall’altra all’oraziano “ho eretto un monumento che durerà più a lungo di una statua di bronzo.. che non potrà ridurre in rovina la pioggia che tutto consuma né il vento impetuoso, né il volgersi innumere degli anni e la fuga del tempo.. Non morirò del tutto, anzi gran parte di me sfuggirà alla dea della Morte..”; sono i versi che concludono i primi tre libri delle Odi e certamente li ha presenti Marrone. Ma il suo infinito ha anche una dimensione spirituale. Ce lo rivela la lirica “liberazione” nella quale ritornano accenni mutuati, in qualche modo, dal Vangelo: “Sono nei poveri /che incontrai sul cammino degli anni: nello storpio, /nel cieco, nel demente. Mi accascio fra lo strame dei trivi, sotto l’arco /dei ponti, agli angoli / delle vie disperate;/la mano ho teso a tutte / le vanità. / E posso risalire a te, mio Dio: /cantare la più libera / gioia. Stelle in attesa / d’ogni mia notte, io sono vostro. Parlo / con l’infinito.” “Ozio” riconferma, nel suo schema, il dramma del poeta che deve esprimere sentimenti difficili, per pudore, da manifestare: leggiamo e non tutto è limpido al lettore. Ecco, c’è una differenza profonda fra Marrone e gli altri del cenacolo; tutti hanno qualcosa da dire, e l’esprimono in forma piana, semplice, colloquiale: così Corradini, così il Moretti del notissimo: “Piove. Mercoledì. Sono a Cesena..”. Marrone è limpido e semplice da comprendere nel suo dire, come loro, ma non sempre: a volte il pensiero risente del tormento dell’anima e le parole sgorgano in qualche modo oscure ad immagine del dubbio interiore. Così è in “Ozio”. Ma questa lirica riprende fremiti oscuri che si ritrovano nei versi delle prime poesie; pensiamo, che so, a “Mascherine di Mirella”, canto di disillusioni e di morte (“chiudi le tue palpebre / per incontrare il re /che sorride e non parla”). Marrone si pone, da una parte, all’inizio della poesia che si definisce crepuscolare: dall’altra getta i semi che germoglieranno nell’ermetismo. Spesso, nello scritto della Musmeci, troviamo sottolineato il senso della nullità, del vuoto, della morte. C’è, veramente, in buona parte dell’opera marroniana. Anteriore, perfino, ai drammi che lo colpirono (come la morte della futura sposa adorata). Lo troviamo anche nel teatro, e non solo nelle parole destinate agli attori: basta fermarsi, a caso, alla descrizione della scena in cui si svolge la vicenda de “Il francobollo”: “La sera fredda di novembre scende nella piazzetta d’un paesino oppressa da nere case imbronciate. Nessuna bottega. Un solo lampione sporge duramente da un rozzo muro, sbatten- do in terra la sua luce giallastra. Il vento sbuca da una viuzza, fa mulinello e fugge. Due vecchi cenciosi stanno accovacciati in un angolo, sopra un gradino.” In parallelo con “L’uomo dal fiore in bocca” di Pirandello? Pessimismo, fatalismo, nichilismo..: la Musmeci vi si sofferma anche commentando il “Dialogo del giovedì grasso”; e si sofferma sul sapore di morte di altre situazioni descritte. Ora io non so quanto si debba ad ascendenze letterarie, anche recenti (Foscolo? Stecchetti? i lamenti di Corazzini?), quanto invece ad un fondo oscuro dell’anima siciliana; viene alla mente la figura del principe Fabrizio, de “Il Gattopardo”: il suo dialogo con Chevalley, sul sonno che sembra essere l’aspirazione più profonda dei Siciliani, e l’altra affermazione del nipote Tancredi, “tu, zione, corteggi la morte”. O forse bisognerebbe andare ancora più indietro nel tempo. Vorrei poter sapere quali siano stati gli scrittori greci suoi preferiti: egli stesso ha sottolineato con orgoglio la sua formazione classica (in una lettera romana del 25 settembre 1950: “La mia educazione letteraria si è formata sui Latini e, più, sui Greci..”). Il liceale che scrive i suoi primi versi conosce, sono nel programma dei suoi studi, Sofocle e Menandro (attraverso Terenzio). Il sapore amaro della morte è ben presente in Sofocle, che nell’Edipo Re afferma “non esser mai nati è la cosa migliore, e la seconda, una volta venuti al mondo, tornare là donde si è giunti”, e in Menandro, “muor giovane colui che al cielo è caro”.. E chi gli fu caro fra i poeti dell’età ellenistica, gli alessandrini cui si riferisce nella lettera a De Maria? Perché tra i cantori più delicati troviamo un Asclepiade di Samo: “Ahimè, ventidue anni ancora non ho / e già sono stanco di vivere! O Amori / che cos’è questo tormento? Perché / mi bruciate? E se la morte mi colpisce, / Amori che farete? Ah! Come prima / continuerete a giocare con i dadi.” Corriamo il rischio di perderci, nell’approfondire le fonti molteplici del “sapere” marroniano: a molte ha attinto, da ognuna ha raccolto sentimenti e significati dell’essere. Per questo non possiamo considerarlo semplice discepolo o seguace di una corrente. Gli altri poeti del cenacolo crepuscolare o coloro che li hanno preceduti (Gozzano) sembrano monocordi o ripiegati su se stessi o non perdono di vista l’oggetto della loro reazione o affezione - contro tutti questi imitatori Marrone si rivolge la sua critica nella lettera a De Maria del 3 ottobre 1949; lo scrittore ritorna ad uno dei suoi argomenti critici prediletti: il rapporto fra antichi e moderni: “Non dico cose nuove, ma pare che, benché ovvie, gli artisti contempo- ranei non le tengano presenti: niente scuole, di nessun genere: il Petrarca, e non i petrarchisti; il Manzoni e non i manzoniani; il Carducci, il D’Annunzio, il Pascoli, ma non i loro pallidissimi copiorecchiatori. [...] Credono, codesti signori, di essere nuovi e sono invece terribilmente vecchi: della vecchiaia delle mondane disfatte che celano le rughe antiche sotto i recenti belletti.. “. Che bello, quel “copiorecchiatori”, orecchianti, che copiano uno stile imitando solo per aver sentito dire! Richiama Carducci e qui qualcosa lo avvicina a lui: sembra di ascoltarne la voce (“Davanti a San Guido”) che irride al “manzonismo degli Stenterelli”, agli imitatori di Manzoni e al loro tentativo di “sciacquare i panni in Arno” (tanto per citare la lettera di don Lisander alla madre). Certamente all’interno del gruppo dei “crepuscolari” l’intento di Marrone si impose: “niente scuole”, niente manifesti alla Berchet, o, come sarebbe stato poi, per Marinetti e il futurismo. Giustamente, orgogliosamente, nella lettera del 17 ottobre 1949 Marrone può affermare che “tutta, dico tutta, la poesia crepuscolare nasce da me”. Qualcosa vorrei riprendere del “dire poetico”. Vede, Marrone, che la formula del verso scandito da stretti legami di formula sillabica e nei giochi delle rime non è adeguata per esprimere i sentimenti; non si tratta solo del compromesso necessario per mediare tra pensiero e formula, si tratta anche del dominio sulla parola che si adegua al sentimento. Sente forse stridere il rapporto fra contenuto e formula, ad esempio, nello schema dell’anacreontica che Carducci dedica al figlio Dante (“l’albero cui tendevi..”); o, ancor più, del contrasto fra il “Mio cuore, fanciullo giocondo..” che Gozzano compone sulla sua abituale musica del doppio novenario e il drammatico contenuto del racconto (la scoperta della malattia che lo porterà alla morte). E’ verso che suona e non crea; non si può tradire il sentimento. Conosce, Marrone, la naturale musicalità delle parole; a pensarci bene, qualcosa che avevano scoperto i Greci (“parliamo in trimetri giambici”) avviene anche per la nostra lingua (spesso naturalmente ci esprimiamo nell’endecasillabo, basta leggere i titoli dei giornali – anche in questa frase, “spesso naturalmente ci esprimiamo” è un perfetto endecasillabo). Vorrei pensare che l’attenta lettura del mondo classico ha dato a Pascoli fonte d’ispirazione per le figure e le storie, a Carducci per la ricchezza dei ritmi greci e latini; al Nostro, da una parte il desiderio di far parte al Popolo della ricchezza della tradizione tragica, dall’altra, nella lettura dei tragici, la scoperta di una risorsa nella formula del coro, libera, all’occhio del lettore comune, della schiavitù del verso codificato. Sia ben chiaro, per il poeta greco c’è la legge della melica corale, della musica che accompagna i versi; ma nella lingua nostra rimane l’armonia della parola e il sentimento. E’ vero, contemporaneamente si snoda il verso libero di D’Annunzio: ma è fastoso, in qualche modo wagneriano. Marrone lega il verso a una semplicità di dire e fluire che appare spontanea, non meditata; vorrei pensare alla nudità dei versi di Ungaretti, quelli della guerra sul Carso. Dopo Marrone la formula poetica non sarà più la stessa. Ciò non significa abbandono dei metri classici e soprattutto dell’endecasillabo o di strutture quale il sonetto; anche la rima è accettata, la ritroviamo ad arricchire la musicalità di versi che sembrano solo “sciolti”. Ma non siamo più alla presenza di una legge assoluta. Come se la ricerca della sottigliezza, il numero delle sillabe, la rima, in qualche modo possano rompere l’enunciazione del sentimento: volere “il mio canto libero” (come dice il richiamo fortunato di un moderno cantore, Lucio Battisti). Carducci aveva fatto rinascere gli schemi poetici di Roma, aveva meditato sulla sua grandezza e sulle sue rovine; Pascoli ne aveva ricreato le atmosfere nei suoi poemi latini. Marrone pensa che non sia sufficiente il richiamo al mondo classico, il semplice mediare, cioè, fra l’antico e il nuovo. E’ necessario invece che le generazioni nuove tocchino con mano le realtà e i sentimenti dell’Antico, senz’altra mediazione che l’adeguarsi della lingua. Chissà se il Nostro aveva conosciuto il motto che io ho ritrovato in una grammatica greca del Settecento, avanzo dei libri di uno zu’ parrinu della mia famiglia (ai miei tempi, ogni famiglia ne aveva almeno uno), “phos apan ex Ellados”, “tutta la luce viene dall’Ellade”. Rimane l’orgoglio di colui che per primo ha aperto una finestra su orizzonti sconfinati e meravigliosi: “diedi con la traduzione dell’Orestiade il segnale della ripresa del teatro greco tra noi” (la lettera del settembre1950). Perché poi scegliere la trilogia di Eschilo per far rinascere il teatro antico? Io integrerei quanto scrive la Musmeci con la considerazione che il poeta affronta il problema della colpa, in chiave della giustificazione e della liberazione dell’uomo, solo che il suo agire sia in consonanza con il volere della divinità (nel dramma finale Oreste è assolto, nella parità dei voti dell’Areopago, per il voto della dea Atena); non parimenti avviene nelle tragedie di Sofocle (l’eroe è al di sopra di tutti e basta a se stesso) e di Euripide (l’eroe è solo un pover’uomo); allo stesso modo, del “dramma con una tesi nascosta”, è concepita la vicenda di Alda e Bramimonda, sofferente rielaborazione del mito di Roncisvalle: ma qui si scoprono superamento del dramma e sublimazione nel divino e nell’amore, e l’idea che l’amore è più forte della morte (mi piace ricordare i versi di Properzio per Cinzia, che si ritroveranno dopo la morte, “stringerò le tue ossa alle mie fino a consumarle..” in un definitivo sublime abbraccio). Poesia drammatica, specchio di un’anima tormentata, talvolta oscura. Quasi solo nel ricordo della terra amata la poesia di Marrone si fa aperta, solare; come in “Erice”: “Sereno è l’uomo che ti guarda, o monte;/ e l’anima sua libera viaggia / altrove, lunge dalla nostra lite; / poi che dall’alto a lui, bianca la fronte, / per l’infinito riso della piaggia, / scende l’eterna giovine Afrodite. Rosario Musmeci “Il ruolo e la funzione dei magistrati nella lotta alla mafia” è stato il tema che ha trattato l’incontro organizzato dalla prof.ssa Grassi Maria Elena, attivissimo Dirigente Scolastico del “Liceo Artistico “F.Brunelleschi” di Acireale (le sue citazioni, segnate su questo articolo, hanno lasciato il segno!) e che ha registrato qualificatissimi interventi prodotti dal sostituto procuratore generale alla Corte d’Appello di Catania, giudice Vittorio Fontana,da Carmelo Cavallaro, già dirigente polizia, Attilio Cavallaro, presidente “Associazione Livatino”, dott. Carmelo Strano, Presidente Associazione “Brunelleschi” e della stessa prof. Grassi Maria Elena. Una grande attenzione da parte dagli alunni che in massa hanno affollato la capiente aula magna e che hanno sentitamente applaudito gli interventi. 10 AKIS Venerdì 7 Marzo 2014 Durante i lavori di restauro della statua della statua di San Filippo d’Agira (sotto il rivestimento argenteo della stessa) è venuta alla luce una preziosa scultura in legno che il prof. Gaetano Correnti di Misilmeri ha illustrato ad un folto pubblico riunito nella chiesa di Aci S.Filippo (moderato da Antonio Carreca ) assieme al prof. Paolo Giansiracusa. L’intervento era stato promosso dal dott. Vincenzo D’Agata, consigliere provinciale che ne aveva promosso il finanziamento. Il sindaco di Aci Catena Ascenzio Maesano, è vicino ai familiari ed in particolar modo alla mamma e Filippo La Spina, autorevole componente nazionale dell'antidoping, per la prematura scomparsa dell'adorato Alfio La Spina. Apprezzatissimo giornalista ed insegnante, Alfio La Spina, nel corso della sua vita si è distinto nel sociale e nello sport. Tifosissimo dell'Aci Catena calcio, ha condotto talvolta battaglie sportive anche in solitario, pur di fare risaltare i colori biancorossi che amava. L'amministrazione Maesano è vicina al dolore dei familiari. Turi Consoli che lo ha avuto come amico, collega a scuola e collaboratore nel giornale AKIS lo ricorda con particolare affetto mentre formula alla famiglia le più sincere condoglianze. Un regolamento che arricchisce il senso civico di una comunità E’ stato, infatti, approvato Giovedì 13 febbraio dal Consiglio Comunale di Acireale il regolamento per la tutela degli animali costituito nel suo insieme da ben 51 articoli che oltre a specificarne i principi e le finalità si occupa della detenzione degli animali, del divieto di maltrattamento di questi, degli animali randagi e di quelli di compagnia, di animali pericolosi, dell’abbandono degli animali, del trasporto di cani o di altri animali di affezione, degli spettacoli ed intrattenimenti con l’utilizzo di animali, delle colonie feline, di tutti gli animali selvatici che vivono nel nostro territorio ed infine delle sanzioni e della vigilanza. Il regolamento fortemente voluto dalla settima commissione consiliare è stato redatto e completato dal comandante della polizia Municipale Dott. Alfio Licciardello, cui vanno i miei ringraziamenti per l’ottimo lavoro svolto. Il regolamento riconosce alle specie animali non umane il diritto a un’esistenza compatibile con le proprie caratteristiche biologiche, fisiologiche ed etologiche e adotta provvedimenti per la loro tutela; inoltre, istituisce la consulta comunale per i problemi e la convivenza con gli animali che dovrà in seguito essere costituita deliberando un apposito regolamento. Appunto prendendo spunto dai primi articoli del regolamento, che riconoscono agli animali il diritto a un’esistenza compatibile con le proprie caratteristiche biologiche – fisiologiche – etologiche, ho presentato degli emendamenti che tendevano a mettere fine, finalmente, all’utilizzo e alla detenzione di animali durante gli spettacoli circensi. Ritengo sia impensabile al giorno d’oggi, accettare che animali come felini, elefanti, scimmie, rinoceronti, orsi, foche, ecc. possano essere utilizzati al fine di far divertire noi essere umani, costringendo questi a movimenti ed atteggiamenti non conformi alla loro natura. Ritengo impensabile che si possa accettare che animali in via di estinzione possano vivere in pochi metri quadrati, in gabbie, in cui rimarranno relegati per tutta la loro esistenza. Non accetto assolutamente tutto questo, ritengo che una società civile e sensibile debba ribellarsi a ciò dichiarando apertamente che i circhi che detengono e utilizzino animali non siano i benvenuti nel nostro territorio comunale. Non ritengo, inoltre, che gli animali nati in cattività siano idonei all’attività circense e alla vita dentro una gabbia, chi accetta questo lo fa solamente per dare una giustificazione a quello che ritengo sia una tortura psico- fisica a questi esseri viventi nati e manipolati dall’essere umano per creare spettacoli che hanno come fine l’introito economico. Abbiamo potuto assistere, qualche anno fa, presso il Palazzetto di contrada Tupparello ad uno spettacolo meraviglioso messo in scena dal Cirque du Soleil esempio chiaro di come si possa fare spettacolo circense senza l’utilizzo degli animali. Da sottolineare, inoltre, che anche nei tradizionali circhi, l’utilizzo degli spettacoli con animali, rappresenta solamente il 10% di tutta la manifestazione. Ecco perché ho presentato degli emendamenti che vietano l’utilizzo e la detenzione di animali in via di estinzione nelle strutture circensi. Emendamenti votati positivamente dal civico consesso che hanno completato un regolamento che elenca una serie di comportamenti dell’essere umano nei confronti degli animali, definendone chiaramente gli aspetti di detenzione, di cura ed igiene, di alimentazione e di sgambamento. Tra gli articoli da evidenziare il riconoscimento e la tutela da parte dell’ente comune delle colonie feline che saranno censite in collaborazione con l’Azienda Sanitaria e le associazioni del settore. Il Comune di Acireale si impegna con questo regolamento ad assicurare nei nuovi parchi urbani almeno un’area destinata ai cani, posta all’interno di spazi verdi pubblici; inoltre incoraggia, collaborando con le associazioni preposte, attività di cura, riabilitazione ed assistenza a persone, che prevedono l’impiego di animali (Pet Terapy) per una moderna collaborazione con i nostri amici animali già sperimentata nel mondo della scuola attraverso dei progetti di ippoterapia. Non nascondo che il mio intendo era quello di evitare del tutto l’utilizzo degli animali all’interno degli spettacoli circensi ma da un’accurata ricerca ho potuto riscontrare che tutti i regolamenti approvati dai consigli comunali che prevedevano il divieto assoluto di utilizzo di animali nei circhi erano stati smentiti dai giudici a cui si erano rivolti le strutture circensi attraverso dei ricorsi. L’unico modo per evitare l’iniziativa di ricorso ai giudici da parte dei circhi è stato innanzitutto il riferimento, all’interno del regolamento, alla delibera CITES (Convention on International Trade of Endangered Species) 2006 e conseguentemente il divieto di utilizzo e detenzione durante gli spettacoli circensi di animali in via di estinzione come appunto raccomandato dalla delibera CITES 2006. Un obiettivo certamente non di poco conto considerato che gli animali utilizzati dai circhi sono quasi del tutto animali in via di estinzione. La convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione o CITES è una convenzione firmata da numerosi stati a Washington nel 1973 ed ha lo scopo di regolamentare il commercio di fauna e flora in pericolo di estinzione, mirando ad impedire lo sfruttamento commerciale delle specie in pericolo, prima causa di estinzione seguita dalla distruzione dell’habitat. Il nostro Comune, in questo modo, anticipa quanto sta avvenendo nel parlamento nazionale, dove è stato approvato al Senato un decreto legge che mira a contrastare l’utilizzo degli animali all’interno degli spettacoli circensi. Il grado di civiltà di un Comune si giudica anche da questo. Saro Raneri Due colorate mongolfiere in cartapesta, per volare con la fantasia attraverso il sogno del Carnevale. I ragazzi dell’Istituto Penale Minorile di Acireale, a chiusura del progetto ideato dal locale Rotary Club, hanno consegnato a Palazzo di Città i manufatti carnascialeschi realizzati sotto l’egida dei maestri del Carnevale di Acireale, Luciano Parlato e Sebi Torrisi. Due mongolfiere che si sono staglate tra i monumentali balconi barocchi del Municipio. “Un segno di partecipazione al Carnevale, un motivo di impegno per i nostri ragazzi, un progetto che è stato accolto con interesse da chi in questo modo desidera partecipare alla gioiosa festa” ha commentato la dottoressa Carmela Leo, direttore dell’Istituto. Un impegno che in realtà si rinnova: dopo la “Chiave del Carnevale” ideata e “forgiata” nel 2012 con cui il sindaco ha aperto la sarabanda dedicata a Re Burlone - consegnando la stessa chiave alla Reginetta-., e dopo le maschere della tradizione carnascialesca italiana (Pantalone, Pulcinella, Gianduia, Colombina e la “Gattina violinista” di Acireale) del 2013, i ragazzi sono andati oltre: le mongolfiere per volare con la fantasia verso un futuro che tutti si augurano più roseo. “Per noi è motivo di soddisfazione proseguire questo connubio che nasce per integrare e che tutta Acireale ha già ben integrato. Adesso non ci resta che ammirarle, colorite e frizzanti sulla bianca pietra del Palazzo di Città” spiega il presidente del Rotary Club di Acireale. dott. Giuseppe Licciardello. In tal senso fa da eco l’assessore al Turismo Nives Leonardi: “Ci siamo abituati ormai a queste forse piccole, ma significative innovazioni, certamente visibili e apprezzate dal grande pubblico del Carnevale di Acireale”. Mongolfiere, belle a vedersi, che“sono frutto di numerose ore di lavoro trascorse prima sulla lavorazione dello stampo, poi sulla stesura della carta, quindi sulla colorazione degli elementi in cartapesta: davvero un bel lavoro che i ragazzi hanno portato a compimento con l’allegria, sentimento che è tipico del nostro Carnevale”. Le mongolfiere sono state consegnate al sindaco di Acireale Nino Garozzo.Presente alla consegna anche l'ex presidente del Rotary, Luciano Privitera, che anni fa ideò il progetto. Foto Fabio Consoli ISTITUTO TECNICO ECONOMICO “AMMINISTRAZIONE FINANZA E MARKETING” – “SISTEMI INFORMATIVI AZIENDALI” Via Luigi Galvani n° 5 - 95024 – Acireale (CT) - Tel/Fax 095 7633724 ISTITUTO PROFESSIONALE INDUSTRIA, ARTIGIANATO E SETTORE SERVIZI Via delle Terme 78, 95024 Acireale (CT) – Tel/fax 095 605275 - 095 7631761 e-mail : [email protected] web: www.majorana-meucci.it “Con l’Europa investiamo nel vostro futuro” “Programma Operativo Nazionale: “Competenze per lo sviluppo” 2007IT051PO007 FSE. Autorizz AOODGAI – 11920 del 19.11.13 Codici progetti B7-FSE-2013-457, C1-FSE-2013-2600 Il Dirigente scolastico dell’Istituto Superiore MAJORANA MEUCCI, prof. Ing. Gaetano La Rosa, comunica che sono in fase di avvio i seguenti interventi formativi finanziati con il Fondo Sociale Europeo, fondo a sostegno dell’innovazione e della qualità del sistema scolastico: Progetti destinati agli studenti cod. C1-FSE-2013-2600 Competenze nelle lingue straniere “Oscar Wilde”: per l’approfondimento della lingua inglese e il conseguimento della certificazione Trinity; “Machado”: per l’approfondimento della lingua spagnola e il conseguimento della certificazione Dele; “Moliere”: per l’approfondimento della lingua francese e il conseguimento della certificazione Delf; Competenze digitali “Jobs”: per il conseguimento della patente europea del Computer ECDL; Spirito di iniziativa e imprenditorialità “Keynes”: per la simulazione di iniziative imprenditoriali nel settore turistico-ricettivo Competenze scientifiche e tecnologiche “Green”: per l’acquisizione di conoscenze specifiche nel settore delle energie alternative; “Lupin”: per l’acquisizione di competenze specifiche per la realizzazione di impianti di sicurezza; “Montalcini”: per l’acquisizione di competenze nel setto- UNA “BUONA” PER IL PALASPORT “TUPPARELLO” Il Dipartimento Regionale delle Attività Produttive in data 18 febbraio u.s. ha indirizzato una nota all’IRFIS e p.c. al Comune di Acireale con la quale si invita tale Istituto “a voler provvedere alla predisposizione ed al successivo inoltro a questo Dipartimento della proposta del piano di ammortamento del mutuo” concesso nell’aprile 1991 alla Pallavolo Srl, rinegoziandolo alle stesse condizioni a favore del Comune di Acireale. Il Sindaco Garozzo e l’Assessore Pavone hanno avuto il garbo, e per quesro li ringrazio, di darmene comunicazione,stante che sull’argomento “Palasport Tupparello” ho presentato nel corso della consiliatura tre puntuali interrogazioni, volte a scongiurare - come ottenuto dal compianto prof. Marino e dall’avv. Condorelli - dapprima la vendita all’asta richiesta dall’IRFIS, stante l’accolta re della chimica Consapevolezza ed espressione culturale “Aciantica”: per la conoscenza del territorio – area artistico-culturale ”Eracle”: per la conoscenza del territorio – area naturalistico-ambientale Progetto destinato al personale della scuola codice B7-FSE-2013-457 “Learning”- per l’approfondimento della lingua inglese richiesta di considerare il Palasport Tupparello “Patrimonio indisponibile del Comune” ; di poi la “rinegoziazione del mutuo allo stesso tasso agevolato” a cui ora ha acceduto l’Assessorato alle Attività Produttive, per l’attenta e puntuale attività portata avanti dagli avv. Condorelli e Patanè che in tal senso hanno ricevuto specifico incarico dall’Amministrazione. L’IRFIS dovrà ora predisporre la proposta di piano di ammortamento del mutuo in questione e il Comune, avutone comunicazione dal Dipartimento delle Attività Produttive, dovrà contrarre il nuovo mutuo. Questo sarà preciso dovere da parte della nuova Amministrazione. Sarà così scongiurata la perdita di un patrimonio di assoluta rilevanza qual’è il Palasport Tupparello. Dr. Ambrogio Bonaventura AKIS Venerdì 7 Marzo 2014 BALLO DI CARNEVALE 2014 11 Alumni - Associazione ex Alunni Liceo Classico Statale “Gulli e Pennisi” - Acireale Come per gli anni passati il nostro club si inserisce nell’ambito delle manifestazioni de “ Il più bel Carnevale di Sicilia “ ed ha organizzato la tradizionale “ Serata Danzante “. In un clima festoso i kiwaniani nostri soci e della div. Sicilia 2 e gli ospiti hanno trascorso una festosa serata insieme. Hanno Mi è gradito invitare i soci e gli amici alla conferenza che il prof. Alberto Andronico, ordinario di Fiolosofia del Diritto presso l’Università di Catania, terrà il giorno 14 marzo p.v., alle ore 18, presso la sede del “Gulli e Pennisi”, via Arcidiacono, 2, sul seguente tema: “Sulla dismisura Nomos e Dike nell’Antigone di Sofocle” (e non solo) Il Presidente Alfonso Sciacca Una serata di intima magia quella vissuta al Resort S. Biagio. allietato il tutto il suono dell’orchestra “ Blue Sound 2 “ e le attrattive delle ragazze “ brasiliane “ e delle “ danzatrici del ventre “che hanno stimolato i presenti al ballo. Ignazio Mammino Il progetto “Incontro al territorio” che ha coinvolto 27 giovani di varie scuole medie acesi di utilizzare il “ritratto” come mezzo di espressione artistica ha avuto il suo epilogo con gli studenti del locale Liceo Artistico, che hanno fatto da tutor, durante una cerimonia conclusiva che si è tenuta con la dirigente prof.ssa Maria Elena Grassi, nei locali del Collegio Santonoceto. Particolarmente soddisfatta la Preside che assieme ai docenti Tomasello e Carlino ha seguito l’iter del progetto. Itinerario attraverso i luoghi del Commissario Montalbano: Scicli e lungomare di Donnafugata “punta secca” Domenica 23 marzo 2014 Sagra del Mandorlo in fiore Valle dei Templi Agrigento Domenica 16 marzo 2014 Per informazioni: 3498407204 – 3397624238 mail [email protected] http://www.associazionevolipindarici.it/ Non la festa tradizionale nel giorno di S. Valentino, ma un incontro dedicato ai “sentimenti parlati e cantati”. La Presidente del sodalizio, prof.ssa Vera Pulvirenti, nel salutare i numerosi ospiti convenuti in una sala gremita oltre ogni limite, alla presenza di autorità distrettuali, presidenti di sezioni (Catania, Giardini), presidenti di club service (Serra e Kiwanis), del presidente della Zelantea dott. Contarino, ha sottolineato come la manifestazione sia scaturita dal desiderio di celebrare in modo originale la data del 14 febbraio, riproponendo brani lirici della nostra poesia e del nostro patrimonio musicale, ridondanti di sentimenti universalmente comuni, presenti in tutti i tempi. Sentimenti amorosi che partono dal cuore: dolci, teneri, misteriosi, sofferti, multiformi come appunto è l’Amore. Non c’è stato poeta che non l’abbia trattati ampiamente e la coincidenza con la giornata di S. Valentino, patrono degli innamorati, a cui anche Papa Francesco ha voluto rendere omaggio incontrando a Roma migliaia di coppie di fidanzati, ha fatto sì che si allestisse un itinerario romantico dedicato ad alcuni autori del passato, partendo proprio da una donna, Elisabeth Barrett Browing, per proseguire poi con altri “cantori” dell’amore, quali Aznavour, Neruda e Prevert. Le opere sono state recitate con sapiente maestria e intima dolcezza dalla socia prof.ssa Corradina Schinocca Calì, attrice di consumata esperienza - anche se questa non è diventata mai la sua professione - che la Fidapa ha voluto valorizzare, dando giusto risalto alle qualità di una propria socia; al suo recitato si sono alternate le due splendide voci del soprano Rosanna Leonti e del mezzosoprano Maria Motta. Calde e pastose le voci di Maria e Rosanna, che si contraltavano duettando in maniera elegante e persuasiva, trasmettendo al folto pubblico (presenti anche gli ospiti del Resort, attirati già dalle prime note) vibrazioni intense e forti emozioni. La duttilità e la versatilità delle loro voci, dalle variegate sfumature timbriche, hanno permesso alle due artiste di spaziare, partendo dall’amabilità di alcune “Chansons d’Amour” del repertorio di musica da camera, fino alle più belle “Arie Amorose” del repertorio italiano e straniero, accompagnate magistralmente al pianoforte dal M° Vera Pulvirenti, in doppia veste di Presidente e Pianista. Alla fine dell’incontro le artiste hanno concesso dei bis: Corradina con la luce tenue di ”Abat Jour”, Rosanna e Maria con la suggestione di “Musica Proibita” hanno reso ancora più magica la serata. Interessante seminario alla Fidapa di Acireale sui “Codici Miniati” dell’abbazia dei Benedettini di S, Nicolò l’Arena di Catania, tenuto dalla dott. Giuseppina Lo Coco, Conservatore Beni Musicali Librari. Si tratta di una raccolta di libri di canto liturgico in uno dei complessi monastici più grandi d’Europa. La relazione è dedicata al lavoro condotto sui libri di canto liturgico del Fondo benedettino, conservati presso le Biblioteche Riunite “Civica e A. Ursino Recupero” di Catania. Il Fondo proviene dal Monastero di San Nicolò l’Arena, luogo magnifico per la storia della cultura e per la vastità (è il secondo complesso monastico in Europa, per grandezza dopo quello di Mafra in Portogallo). Raggiunse il suo massimo fulgore nel ‘700, quando aumentarono lasciti e donazioni, in parte conseguenza dell’accoglienza riservata soprattutto a novizi di nobili origini. La sala Vaccarini, la grande biblioteca dei monaci fondata nella prima metà del ‘700, conserva integro il suo patrimonio librario, non avendo subito dispersioni dopo l’eversione dell’asse ecclesiastico del 1866-67, che la trasformò in Biblioteca civica. I libri di canto liturgico, diciannove manoscritti e quattro libri a stampa, definiti “Corali”, costituiscono parte del Fondo benedettino. I manoscritti, quasi tutti settecenteschi, sono Salteri, Antifonari e Graduali. Il contenuto è costituito da canti monodici notati con la tipica notazione quadrata nera, disposta sempre su tetragramma (nelle stampe compaiono anche righi musicali a tre e cinque linee) in inchiostro rosso. Il Fondo è arricchito da un prezioso salterio del secolo XIII, di origine pisana, con notazione neumatica diastematica dell’Italia centrale. Sono tutti di grandi dimensioni, tranne il Salterio trecentesco che può essere tenuto in una mano. I manoscritti risaltano per la ricchezza delle decorazioni, la bellezza delle miniature e la raffinatezza della scrittura. Dall’analisi del Fondo è emersa una raccolta di libri dalla tipologia complessa; infatti, o per esigenze pratiche o per motivi di risparmio e riuso, i monaci in molte occasioni hanno operato tagli e accorpamenti, producendo palinsesti e aggiungendo fogli e frammenti. Una perlustrazione in archivio di stato non ha confermato l’esistenza di uno scriptorium regolare e organizzato all’interno del monastero, tuttavia non si può escludere che i monaci richiedessero manoscritti in prestito per la duplicazione e dedicassero energie nella copiatura e decorazione dei codici liturgici, usufruendo dell’aiuto di maestranze esterne. Nulla si sa degli uomini che hanno partecipato alla loro realizzazione, gli scribi, i rubricatori, i decoratori. Le poche notizie che si ricavano sono emerse dall’analisi del Fondo e si riferiscono ad un periodo successivo al confezionamento quando, nei primi anni del XVIII secolo, i cenobiti di San Nicolò l’Arena avviano un importante intervento atto a tutelare il proprio patrimonio librario, rinfrescando e in alcuni casi riscrivendo i propri codici. Numerosi frammenti, provenienti da altri libri, fanno da carte di guardia e controguardia ad alcuni manoscritti. La bravissima relatrice si è avvalsa anche di bellissime proiezioni che hanno fatto gustare ai presenti in sala momenti di alta cultura. STORIA ZEN - I DUE VASI Un'anziana donna aveva due grandi vasi, ciascuno sospeso all'estremità di un palo che lei portava sulle spalle. Uno dei vasi aveva una crepa, mentre l'altro era perfetto, ed era sempre pieno d'acqua alla fine della lunga camminata dal ruscello a casa, mentre quello crepato arrivava mezzo vuoto. Per due anni interi andò avanti così, con la donna che portava a casa solo un vaso e mezzo d'acqua. Naturalmente, il vaso perfetto era orgoglioso dei propri risultati. Ma il povero vaso crepato si vergognava del proprio difetto, ed era avvilito di saper fare solo la metà di ciò per cui era stato fatto. Dopo due anni che si rendeva conto del proprio amaro fallimento, un giorno parlò alla donna lungo il cammino: "Mi vergogno di me stesso, perché questa crepa nel mio fianco fa sì che l'acqua fuoriesca lungo tutta la strada verso la vostra casa". La vecchia sorrise: " Ti sei accorto che ci sono dei fiori dalla tua parte del sentiero, ma non dalla parte dell'altro vaso? È perché io ho sempre saputo del tuo difetto, perciò ho piantato semi di fiori dal tuo lato del sentiero ed ogni giorno, mentre tornavamo, tu li innaffiavi. Per due anni ho potuto raccogliere quei bei fiori per decorare la tavola. Se tu non fossi stato come sei, non avrei avuto quelle bellezze per ingentilire la casa.” Il nostro benessere psicologico dipende dal modo in cui percepiamo noi stessi e gli eventi che ci accadono. Lo psicologo è un “allenatore” che aiuta le persone a prendere consapevolezza delle emozioni e dei comportamenti che mettono in atto e migliorare la qualità della loro vita. Lo “psicologo in farmacia” ti aspetta ogni lunedì pomeriggio, prenota un appuntamento! Dott.ssa Rosa Puglisi Psicologa e psicoterapeuta Tel. 3207171341 12 AKIS Venerdì 7 Marzo 2014 Spettacolo nato dalla riduzione teatrale degli articoli del battagliero giornale “D’Artagnan” di Nino Martoglio che meglio esprimono la vena ironico-umoristica ed il pensiero politico e sociale del noto commediografo siciliano. “Il giornale D’Artagnan” è un’opera teatrale che trae spunto dal giornale politico-letterario-umoristico “D’Artagnan” fondato nel 1889 e diretto a Catania da Nino Martoglio. Il foglio ebbe un notevole successo, specialmente per la ricchezza delle sue rubriche, per il suo modo vivace, battagliero, nuovo di raccontare gli avvenimenti correnti e per le ferme prese di posizione, immuni da condizionamenti esterni, assunte nei confronti dei gravi problemi sociali, politici e culturali del tempo. Il tutto espresso con un linguaggio alla portata di tutti, denso d’umorismo ma incisivo e corrosivo al tempo stesso, temuto da chi del potere ne faceva un uso sconsiderato e invece apprezzato da coloro che vivevano nel disagio subendo tale potere. Oltre a scrittori locali, come Giuseppe Borrello, Agatino Perrotta, Filippo Marchese, Vincenzo Finocchiaro, l’acese Saru Platania ed altri, collaborarono al “D’Artagnan” anche Trilussa, Di Giacomo, Scarpetta, Pascarella, Fucini. Ma fu Martoglio con le poesie, le feroci polemiche sulle questioni politiche e la comicità dei suoi personaggi, il mattatore principe del giornale, l’animatore delle sue rubriche. Nella stesura del presente lavoro teatrale, nato, appunto, dalla lettura del “D’Artagnan”, è stata scrupolosamente curata l’aderenza al testo giornalistico originale. Infatti, le rielaborazioni e le invenzioni sceniche rispettano tale regola ed aiutano a completare e a sviluppare meglio la trama del racconto. Fra gli innumerevoli articoli presi in esame, oltre un migliaio, si sono privilegiati quelli inerenti ai temi del disagio sociale delle classi meno abbienti, afflitte da ingiustizie sociali, miseria e dalla piaga dell’emigrazione. O, ancora, relativi alle deluse aspettative sull’Unità d’Italia, ai sommovimenti politici e sociali, come i “Fasci dei lavoratori siciliani”, allo stato d’assedio, al brigantaggio e ad eventi come la morte del Cardinale Dusmet. Ma non sono state tralasciate le rubriche sugli usi e i costumi del popolo minuto, nella fattispecie gli abitanti della Civita, quartiere popolare catanese “adottato” da Martoglio, quali il "puntamento di matrimonio", la superstizione, il gioco del lotto, il ballo…, oppure quelle satiriche che hanno per oggetto i politici catanesi. Sarà lo stesso Martoglio-D’Artagnan a condurci per mano attraverso una preliminare presentazione dell’argomento, proposto a mo’ di articolo di fondo, che verrà successivamente sviluppato e “tradotto” in scenette gustose dai proletari civitoti o dai rappresentanti della classe borghese, ciascuno secondo il proprio stile. Nella composizione della colonna sonora, si è cercato di privilegiare canzoni popolari e ballabili in voga tra l’800’e il 900’, periodo della pubblicazione del giornale, e frammenti della “Norma” di Bellini. Le musiche “La minestra” e “Musica bizzarra”, invece, sono state composte, rispettivamente, dai maestri Francesco Mangiagli e Lorenzo Grasso. Domenico Platania Nei locali parrocchiali della frazione acese di S.M.Ammalati, g. c. dal parroco, si è svolto l'incontro tra il candidato Sindaco del progetto civico "Trenta per Acireale", ing. Michele Di Re ed i residenti. L'appuntamento, coordinato da Paolo Monaco, referente per il territorio nel corso degli ultimi anni e tra i fondatori del Movimento Civico dei Trenta, ha visto la presentazione alla platea sia del progetto che ha portato alla nomina a Sindaco di Michele Di Re che l'indicazione degli obiettivi prefissi per le prossime settimane. La prima parte del progetto di Di Re punta sicuramente all'ascolto e proprio per questo motivo Di Re ha incontrato già numerosi gruppi e realtà locali.. Il dibattito è stato sentito e sincero, con numerose domande e problematiche poste dai residenti presenti, aprendo un confronto costruttivo che sarà utile al candidato Sindaco ed al gruppo dei Trenta per stilare il programma da presentare alla città nel corso della prossima campagna elettorale. Alla fine dell’incontro Paolo Monaco, che ha efficacemente organizzato l’incontro ha registrato per la nostra testata questa dichiarazione che ha avuto l’avallo anche del candidato Sindaco Di Re presente: "Siamo soddisfatti della consistente partecipazione all'incontro, per niente scontata vista il periodo di forte repulsione a qualsiasi forma di partecipazione politica. Numerosi gli argomenti trattati e le problematiche sollevate. Utilizzeremo questo materiale nella stesura del programma che presenteremo alla città nel corso della prossima campagna elettorale. Oggi più che mai sono convinto che incontri come questo possano ridare fiducia ed ottimismo, riportando la gente alla partecipazione politica attiva. Il nostro compito, in caso di vittoria delle prossime elezioni, sarà quello di non deludere le aspettative e di alimentare l'entusiasmo e la crescita culturale della nostra città senza dimenticare che per amministrare e' fonda- Ma è mai possibile, mi domando cari amici e lettori, che per farmi un’allegra passeggiata, zompettando allegramente come natura comanda, debba essere io costretto a sgranocchiare pietruzze e incrociare i miei passi tapini su di un selciato croccante?!?! Ditemi ora, se un arguto osservatore, critico non lo nego, come me della realtà di ciò che circonda la vetusta e disgraziata Aci debba essere costretto a masticare duro lungo i viali del polmone verde per eccellenza, passando da lastricati a ghiaietta, salite e discese, cambi di direzione e di marcia manco fossimo ad Imola. Insomma, cari amici, ho pure un’età, me misero, e di questi passi mi servirà un sostegno. Non fisico, ma mentale, perché faccio ormai fatica a capire quali siano le logiche di questa Città, di grandezza, ma di inconsistenza, di sfarzo, ma di spending review, di “abbiamo fatto meglio di quanto tutti potessero fare”, ma di “alla fine dei conti, si è tutti scontenti”. Che ne sarà della vecchia Eden, dove i miei avi, in assolate giornate di canicola estiva, cantavano allegramente tra uno spettacolo e l’altro? Ecco, arriverà una struttura nuova e rinnovata, uno spazio dove organizzare eventi e concertini, sagre e “tarallucci e vino” ( perché mi sembra che ci si sia ridotti così). Poi se piace o meno, questo è un altro paio di maniche. All’acese, secondo tante menti contorte che affollano e rimbalzano negli ambienti del Palazzo, non è dato esprimere compiacenza, ma solo sentirsi dire “è un progettone magnifico, eco sostenibile, eco realizzabile, eco qua ed eco là”. Intanto fioccano le lettere, si scrivono appelli, si interviene sulle televisioni, risuonano i “non ci sto” e via trascorrendo. Ma vivaddio, prepariamoci ad una giornata campale, quella dedicata per eccellenza alle donne, le donne del Palazzo delle Commedie capitanate da una sfavillante “Miss Tuppetturu” dallo sfavillante sorriso a 102 denti. Prepariamoci ad una inaugurazione senza precedenti, un evento mondano che non importa quanti consensi riscuoterà. L’importante è che le parole di circostanze, i falsi sorrisi ed i paroloni “riempi bocca” vengano ben sciorinati. Prepariamoci all’8 Marzo, data storica per Acireale…. Ah scusate….per chi non l’avesse ancora capito, prepariamoci alla nuova (?!?!?!) Villa Belvedere. Me lo permettete un “Iddio Potente e Misericordioso, perdona loro, perché non sanno ciò che faranno…”? Il Grillo (S)Parlante mentale la diligenza del buon padre di famiglia e la lungimiranza tipica di chi ha la capacità di spingersi oltre la burocratica esigenza quotidiana. Farmacia Dott. Teresina Ferreri & C. snc Tel. 095 7921871 - [email protected] - Piazza Cantarella, 10 - ACI S. ANTONIO
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