premio aci e galatea 2014

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Anno 10 - n° 9 - Distribuzione Gratuita
ATTUALITA’
A
KI S
K ULTURA
INFORMAZIONE
5 Luglio 2014
SPORT & TURISMO
Marino Giuseppe
C.so Italia, 96 - ACIREALE
IL GIORNALE DEL TERRITORIO DELLE ACI
Soffocati dall’urlo del nulla
Si rincorre un volto da dimenticare.
Lorenzo Marotta
“Il frullatore mediatico…”
Credo proprio che stavolta il frullatore mediatico abbia avuto qualche
problema di funzionamento. La
vicenda “Pesca” sulla quale il quotidiano catanese avrà venduto ad
Acireale e dintorni qualche decina di
copie in più recentemente, con l’intera pagina dedicata all’avvenimento
(inchiesta con indagati l’ex sindaco
( Nino Garozzo), un ex assessore (
Luciano Privitera) , alcuni funzionari del comune tra i quali Salvatore
Scibilia e Nuccio Leotta, oltre ad
alcuni impiegati e …. porta borse
certamente ha fatto il giro della Città
oltre a non fare dormire i protagonisti che nella e della vicenda, per la verità, erano già stati
messi fuori gioco dalla magistratura già nel 2013. Subito
smentite da parte degli stessi (tutte persone sulle quali è
anche possibile mettere la mano sul fuoco senza timore di
bruciarsi …) ed invito al quotidiano e al giornalista (n.d.r “La
Sicilia” e M.Barresi) a pubblicare il vero stato dei fatti. Il
“Quarto potere” allora, utilizzando un “potere” molto
discrezionale, anche per proteggere il giornalista da eventuali querele, pubblica, si, una rettifica ma con uno spazio
ed una evidenza sui quali molto ci sarebbe da ridire. Le lettere e le riflessioni che pubblichiamo di tre dei sospettati di
“autentici crimini”( le troverete nell’interno del nostro giornale) la dicono lunga sulla
bontà della scelta del quotidiano e del giornalista di
smentire o modificare i
fatti. Il sereno “apparente”
è tornato nei “sospettati”
ma il sentimento di uscire
in strada e guardare gli
altri senza dare l’impressione di essere un “delinquente” , per qualcuno
che ha una sensibilità
maggiore degli altri, è
rimasto. Tutto torna normale, la vita continua a
scorrere come se niente
fosse successo, l’onorabilità dei “presunti colpevoli” li fa
diventare “presunti innocenti”. Questa è la vita. Questa è
anche la volontà di chi detiene il “potere” e non ha voglia o
interesse a guardare nelle proprie tasche.
Turi Consoli
Premio
Aci e Galatea
2014
49a Edizione
Acireale - Piazza Duomo
Domenica 10 Agosto
Silvestro
Cavallaro
Nuovo
Presidente
Lions
Premio Donna Fidapa a Carmela Rozza
Vincenzo
Carbonaro
Nuovo
Presidente
Rotary
Inaugurato, tra le polemiche,
il bellissimo Museo del Carretto
ad Aci S. Antonio
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AKIS
Sabato 5 Luglio 2014
Il microcredito contro la mafia
Frutto di quanto il Prof. Ignazio Marino cercò
negli anni di inculcarmi, trassi delle idee che,
per naturale deformazione, mi fecero immaginare il complesso della struttura civile alla pari
di una struttura portante, dove dall’azione di
una parte consegue una reazione di mille altri
parti; dove dal contributo di una parte trae
vantaggio l’intero sistema; dove è necessario il concorso di ogni componente se non si vuole che l’intera struttura abbia a cedere. Solo nell’anno
2008, per iniziativa del Governatore Giacona, in un dibattito all’impronta
del Prof. Marino, del Prof. Iannotta, del Prof. Bocchini, venne ridiscusso il
ruolo dell’Associazionismo. Espressione chiave, in un contesto di alto profilo, fu: “…i cittadini come singoli, o anche nelle loro libere associazioni,
possono dare contenuto politico al loro agire.” Un ruolo nuovo dunque per
l’Associazionismo: un ruolo politico al di fuori della politica che, inserendosi in una cultura nuova di sussidiarietà che riserva ampi spazi alla famiglia,
alla Chiesa e per l’appunto all’Associazionismo, consenta di giocare un
ruolo incisivo nell’economia della struttura globale che è la nostra società.
Il nostro Centro Studi e le “menti raffinate” di cui certo non difettiamo, delinearono ruoli, funzioni e posizioni per potere dire “presente!” nel momento in cui se ne presentasse la necessità. Era chiaro che la figura del Club
Lions, da solo, non potesse possedere i requisiti necessari; così com’era
evidente che la nostra validissima Fondazione Internazionale non potesse
dare pronta e continua risposta sul territorio. Se ne rese conto il nostro
Distretto e se ne resero conto diversi altri Distretti Lions d’Italia; da ciò trasse origine una gemmazione di Fondazioni che si proponevano per svolgere la funzione di partner fissi, rintracciabili ed affidabili verso le Istituzioni
ed allo stesso tempo di operatori qualificati nello svolgimento delle funzioni sussidiarie che potessero essere chiamate a svolgere, come centri di
formazione, centri d’assistenza medica e legale, centri di ausilio per l’occupazione, e così via. Nacque così, oramai sono quattro anni, la
Fondazione di Club Lions del Distretto 108 Yb Sicilia, che ha impiegato
fruttuosamente questo lasso di tempo per darsi un’identità. delle regole e
fissare programmi e prospettive in maniera concreta e propositiva. Era
quasi un fatto naturale che, con l’aiuto di un illuminato vicepresidente,
fosse individuata l’area di Acireale quale prima area di sperimentazione,
pronti ad esportare il “progetto” in qualunque altra parte della Sicilia:
Acireale ha un solo Club Lions, ben noto per la sua vocazione solidale; è
sede di Diocesi impegnata; ha un’amministrazione comunale accessibile e
sensibile per cui i progetti, già iniziati sulla carta con il Sindaco che ha
completato il mandato, acquistano concretezza con il Sindaco appena
eletto, giovane e determinato. Ma siamo pronti allo stesso modo oramai a
trasferire questa esperienza ad ogni altra parte della Sicilia che ne abbia
necessità, che faccia delle proposte tramite un Lions Club, che sviluppi
nell’ambito della Fondazione un progetto credibile. Noi siamo pronti per
svolgere la nostra attività sussidiaria: siamo e saremo “presenti”, per quanto ce lo consentano le nostre risorse che, con il concretizzarsi di questo
progetto di microcredito, potranno vedere uno sviluppo altrimenti impensabile. Parteciperemo con convinzione ad ogni valida iniziativa contro le
mafie ed in aiuto delle parti “deboli”. Facciamo nostro il motto: “Il microcredito contro la mafia” !Il secondo passo di questo percorso si compie
con l’incontro nel corso del quale il disegno di legge sarà presentato e consegnato alla Commissione Nazionale Antimafia e alla Commissione
Regionale Antimafia della Sicilia nonché alla deputazione che rappresenta la Sicilia in seno al Parlamento e alla quale si chiede di avviare il processo istituzionale destinato ad attivare il microcredito attraverso un razionale utilizzo, in chiave fideiussoria, del gigantesco patrimonio dei beni confiscati dallo Stato alla criminalità organizzata.
Per questo secondo convegno vi rimandiamo al servizio che sarà pubblicato nel numero di settembre.
Tonino Sardo
Visita il sito
www.akis-aci.com
AK IS Sabato 5 Luglio 2014
Massimo D’Azeglio e la Sicilia
L’Accademia degli Zelanti e dei Dafnici e il Circolo degli ex alunni del Collegio
Pennisi hanno organizzato una conferenza di alto profilo scientifico su
“Massimo D’Azeglio e la Sicilia”. Brillante relatore della serata, allietata dalla
presenza di un folto e qualificato uditorio, il Cavaliere di Gran Croce, dott.
Gaetano Nicastro, già Presidente delle Sezioni Unite della Corte di
Cassazione e, in un certo periodo, particolarmente delicato, dell’intera Corte
di Cassazione.
L’illustre ospite è stato introdotto dal dott. Giuseppe Contarino come “un
magistrato di altissimo spessore, da tutti stimato per la sua preparazione giuridica che oltrepassa i confini dell’ordinario per sconfinare nella singolarità,
come insigne studioso della storia siciliana e saggista fecondo e acuto., e
come Socio corrispondente dell’ Accademia, per la quale ha pubblicato diversi scritti, che si segnalano per l’originalità, la eleganza delle osservazioni,
l’uso di fonti inedite e di materiale di archivio”.
“Prima che magistrato, letterato e saggista – ha proseguito Contarino Gaetano Nicastro è un acese che porta in giro per il mondo la storia, la cul-
tura, le tradizioni, i miti, lo stile della città di origine; è un perfetto gentiluomo,
in un contesto liquido dal quale sono scomparsi i galantuomini e persino gli
uomini, mentre c‘è - dice Giovanni Papini - abbondanza di sottouomini che si
affidano soprattutto ai muscoli, ai carnet, alla sfrontatezza. Egli esprime e
interpreta al meglio la formula ulpianea
dell’Honestevivere, alterum non laedere, suum cuique tribuere, costantemente presente nella sua cristallina esperienza di magistrato, nella sua limpida cultura, nel suo esemplare modo di abitare la società con classe, distinzione, raffinatezza. Ha ragione Lucio Anneo Seneca quando afferma che “da
un grande uomo c’è da imparare anche quando tace”.
“Stasera – ha proseguito il presidente dell’Accademia avviandosi alla conclusione - il nostro relatore ci parlerà dei viaggi in Sicilia di Massimo
D’Azeglio. Non ascolteremo una conferenza di routine perché ogni informa-
INAUGURAZIONE ANNO ACCADEMICO DELL’UNASA
È la prima volta che l’UNASA (l’Unione Nazionale delle Accademie delle
Scienze) celebra l’apertura dell’anno sociale in Sicilia. “L’idea di celebrare
nel profondo Sud una tale manifestazione potrebbe apparire azzardata – ha
detto tra l’altro il dott. Contarino nel porgere il saluto dell’Accademia degli
Zelanti e dei Dafnici ai circa cento rappresentanti delle consorelle- Essa
nasce, invece, dalla volontà strategica di dare alla mission sociale respiro e
orizzonti nazionali e di costituire un fronte comune in difesa dell’Agricoltura,
oggi trascurata, debole, indifesa, quasi un impiccio da delegare ad altri
paesi. Così le campagne si svuotano nell’indifferenza generale. I disastri
ambientali si moltiplicano. La disoccupazione aumenta. La morale pubblica
lascia a desiderare. Le strade, non più solo al sud, diventano luoghi in cui è
possibile naufragare, come osservava Denis Mack Smith. Occorre invertire
la rotta per promuovere questo settore fondamentale, per salvaguardare
l’Ambiente, sostenere l’innovazione tecnologica, per dare spazio alle biodiversità. Per riuscirci, c’èbisogno di lungimiranza, tenacia, pazienza e, soprattutto, conversione di mentalità e voglia di scommettersi. Soltanto così l’attuale scenario ambiguo, incerto e drammatico potrà essere sostituito con
uno capace di assicurare alle future generazioni una ragionevole qualità
della vita evitando, tra l’altro, che gli aranceti siciliani, alla soglia dell’estate,
restino carichi di frutta perché l’offerta non remunera i costi della raccolta”.
“L’autentica ricchezza delle nazioni, la mano invisibile della società - per
usare una metafora cara agli ideologi del liberalismo americano -, è, ancor
zione è stata verificata, soppesata, controllata, sicché ci verrà consegnato un
lavoro originale e assai interessante. Avremo tutti da apprendere qualcosa”.
L’avv. Rosario Leonardi, da parte sua, ha voluto riandare con la memoria ai
tempi in cui frequentava col cav. Nicastro il glorioso Collegio Pennisi. Il presidente degli ex alunni ha fornito tutta una serie di gustosi fatterelli, che
hanno inquadrato meglio la ricca personalità del relatore, che primeggiava
non soltanto in latino e greco, non soltanto come attore nelle rappresentazioni di istituto, ma anche fuori di esso.
“Assieme con lui e con altri amici, brillantemente affermatisi nella vita sociale – ha continuato l’avv. Leonardi – abbiamo potuto frequentare anche gli
spettacoli classici di Siracusa perché io potevo disporre della macchina di
mio padre. È stata una frequentazione molto proficua, un rapporto di amicizia e di reciproca stima che ricordo con grande piacere e di cui oggi, a tanti
decenni di distanza, voglio dare atto al carissimo Amico”.
Il dott. Nicastro non ha tradito le attese descrivendo i tre viaggi compiuti nell’isola, tra il 1842 e il 1844, da Massimo D’Azeglio spinto dal desiderio di riabbracciare il fratello Prospero, gesuita a Palermo, filosofo e futuro direttore di
Civiltà Cattolica, che accusava ricorrenti fastidi alla salute. I viaggi si intrecciano con le vicende politiche e familiari, raccontate dallo stesso scrittore
attraverso l’Epistolario dal quale emergono le vivissime emozioni provate
dinanzi alle bellezze dell’isola, fonte di ispirazione per numerosi quadri e per
il prezioso “Taccuino 25/71” che scandisce l’itinerario e i rapporti di amicizia
instauratisi con alcuni esponenti della cultura siciliana (Amari, Bertani,
Gemelli, Lanza di Trabia..), che diverranno protagonisti di primo piano della
rivoluzione del 1848.
Il dott. Nicastro ha ricostruito anche le vicissitudini di un viaggio non fatto,
progettato nel corso di questi avvenimenti per indurre i siciliani a non staccarsi da Napoli, intento reso vano, fra l’altro dall’opposizione di Pio IX e dalla
nomina del D’Azeglio a Presidente del Consiglio del Regno di Sardegna.
Particolarmente gustosi i riferimenti alla moglie gelosa, convinta che i viaggi
in Sicilia fossero un espediente di Massimo di restare lontano da lei e occasione per ben altre scappatelle. Rimasto vedovo della prima moglie – la figlia
di Manzoni, Giulia- Massimo aveva sposato in seconde nozze Luisa
Maumary, donna colta, gentilissima, ma tutta cuore, tutta immaginazione,
tutta fiamme, attanagliata da una esasperata e parossistica forma di gelosia
che trasformava in sospetti ogni più innocente manifestazione dell’estroverso marito, provocando continui litigi. A Massimo non restò altra alternativa
che quella di portare la moglie con sé nel primo viaggio, che fu pessimo. Il
mare in tempesta, infatti, attraversava il battello da una parte all’altra.
D’Azeglio pensò al suo epitaffio. Arrivarono a Palermo dopo sette giorni di
navigazione. La città pullulava di circoli che lo accolsero con grande entusiasmo. “Siamo ormai siciliani per la vita”, scriverà,
Anche gli altri due viaggi e il tour per l’isola hanno formato attento oggetto di
disamina del forbito relatore, che, dopo aver sottolineato gli stretti rapporti di
amicizia che vennero a stabilirsi con gli esponenti della politica siciliana dopo
la Rivoluzione, si è soffermato anche sull’attività di pittore del D’Azeglio,
proiettando molte delle opere realizzate in Sicilia. Dalla conferenza è venuto
fuori un quadro di Massimo D’Azeglio, più ricco, attendibile e inconsueto, dal
quale si evincono la profondità dei sentimenti e la sua alta personalità morale e umana, non sempre adeguatamente posta in luce, oltre che i suoi nobili ideali unitari e l’indelebile attaccamento alla Sicilia.
ph Fabio Consoli
P.C.
Presso I'lstituto "Casa Mia" delle
Nella raffinata e colta cornice dell'Accademia degli Zelanti di Acireale è
stato presentato il terzo romanzo di Lorenzo Marotta, IL SOGNO DI CHIARA.Numeroso e qualificato il pubblico, malgrado la coincidenza della data
con la disputa della partita dell'Italia.Il dott. Giuseppe Contarino, presidente dell'Accademia, ha ripercorso magistralmente l'intera opera letteraria di
Lorenzo Marotta, da Le ali del Vento, il suo primo romanzo, a Le ombre del
male, a Il sogno di Chiara, mettendo in evidenza le capacità di scrittura
creativa dell'autore assieme alla ricchezza dei motivi e delle riflessioni che
i vari personaggi esprimono. Non meno dei rimandi culturali e della presenza strutturale dell'arte presenti nei romanzi di Marotta. La professores-
sa Marinella Sciuto ha dato una lettura interpretativa del romanzo di cui il
viaggio come percorso fisico e interiore della protagonista Chiara rappresenta metaforicamente il cammino cui l'uomo in generale non può sottrarsi nella vita. Mariachiara Leonardi, studentessa del liceo Gulli e Pennisi, si
è distinta per la libera lettura che ne ha dato, incentrando il suo intervento
sul valore del "maestro" per la crescita dei giovani, su quello dell'amicizia
e sul tema della libertà. Temi affrontati nel libro. Una serata ricca culturalmente all'interno di una sede prestigiosa qual è l'Accademia degli Zelanti.
L'autore, visibilmente commosso, ha ringraziato di cuore i presenti per l'affetto e la vicinanza dimostrati.
T.C.
Piccole Sorelle dei Poveri lo scrittore
prof . Mario Grasso e la dott. Chiara
Licitra, hanno coordinato la tavola
Laurea Magistrale in Storia e Cultura dei paesi mediterranei
rotonda di ricerche critiche sul romanzo di Gabriella Cali "Sette storie per
7 giorni" edito da Lunario Nuovo.
Sono intervenuti Erica Donzella,
Francesco
Foti,
Orazio
Grasso,
Roberta Musumeci, Giulia Sottile.
ph Fabio Consoli
Nell'Aula magna della Facoltà di Scienze Politiche dell'Università di Catania
- votazione 110/110 relatore prof. Rosario Mangiameli correlatore Prof.ssa
Maria Concetta Calabrese - presidente della seduta di laurea il prof.
Federico Cresti si è laureato Maurizio Massimino, discutendo brillantemente su: “ Ritualità e Cerimonialità nella festa di Santa Venera V. e M. in
Acireale dal secolo XVII° ai giorni nostri. Al nostro carissimo amico giungono i più sentiti auguri da parte del Cine Foto Club “Galatea”, di Akis, e di Turi
Consoli in particolare.
oggi, la terra. – ha detto infine Contarino avviandosi alla conclusione Ostinarsi a trascurarla, vuol dire avvelenare l’ambiente e noi stessi a piccole dosi, ma in maniera irreversibile, fino a un punto di non ritorno”.
La relazione sull’attività svolta nel 2013 dal Sodalizio è stata svolta dal presidente prof. Michele Stanca, il quale prima di illustrare in maniera dettagliata e puntigliosa i dati di bilancio, ha precisato che quella intestatasi
dall’UNASA non è soltanto una battaglia economica, quanto, piuttosto, un
fronteggiare lo scontro di civiltà diverse, di forme di progresso con o senza
l’uomo. A nessuno, dunque, è lecito sottrarsi alle proprie responsabilità,
come, peraltro, ci ha insegnato l’insigne Maestro prof. Franco Scaramuzzi,
presidente dell’Accademia Nazionale dei Georgofili che, per motivi di età, ha
lasciato l’alto incarico”. Il presidente ha quindi passato in rassegna le 47 iniziative portate avanti con successo in tutti i settori che hanno attinenza con
l’agricoltura, sottolineando che nelle varie regioni è stata loro riservata una
accoglienza che lascia ben sperare per il futuro. I lavori della mattinata sono
stati conclusi con una conferenza di grande spessore scientifico del
Magnifico Rettore della Scuola Superiore di Pisa, prof. Pierdomenico Perata,
che ha illustrato, con un ricco corredo di slide, le ultime scoperte mondiali
nella coltivazione del riso, comprese le sue, che hanno messo in luce i meccanismi attraverso i quali la pianticella può resistere senza gravi danni a precipitazioni eccezionali che, in genere la soffocano. Il pomeriggio è stato invece dedicato all’esame del Bilancio consuntivo del 2013, che è stato approvato all’unanimità.
ph Fabio Consoli
P.C.
CINE FOTO CLUB
“GALATEA”
5 GIUGNO 1964 - 5 GIUGNO 2014
CompuTecnica
Riparazione
computer a domicilio
338 2071014
Un sentito grazie a Mario
Grasso per la competenza,
cordialità e grande professionalità nell’avere espletato il
ruolo di addetto stampa presso
la Città di Acireale. Per un
“quasi naturale” turn over prende il suo posto la giornalista
Licia Castorina alla quale
auguriamo buon lavoro.
4
AKIS
Sabato 5 Luglio 2014
Amarcord di Saro Faraci
Alfio Grassi nel Cons. Naz. Ingegneri
L' acese ing. Alfio Grassi e' stato nominato dal Consiglio
Nazionale degli Ingegneri componente della commissione nazionale sul Partenariato Pubblico Privato.
Il riconoscimento su scala nazionale all'ing. Grassi e'
legato all'attività' professionale svolta presso la Pubblica
Amministrazione ed in campo ordinistico a livello provinciale, regionale e nazionale quale esperto in materia
di finanza di progetto, relatore in convegni in tutta Italia
ed autore di articoli in riviste specialistiche riguardanti
l'argomento dell’ erogazione per la realizzazione delle
opere pubbliche di capitali finanziari provenienti dagli
investimenti di imprenditori privati. Questa tematica
oggi riveste una importanza cruciale per l'esecuzione
delle infrastrutture in considerazione della sempre minore disponibilità' di finanziamenti pubblici sia a livello
nazionale che comunitario.
La situazione di grave
stallo nei lavori pubblici che si è venuta a
creare per la mancanza dei finanziamenti
pubblici ha indotto l'attuale governo ad inserire una apposita previsione nel Documento
di
programmazione
economica finanziaria
(DEF) per l’anno 2014
e nel recente decreto
di rivisitazione del
codice dei contratti
inerente la normativa
sui lavori pubblici.
Il Partenariato Pubblico Privato( definito con l’acronimo
PPP) nelle sue varie forme di Project Financing,
Leasing in costruendo, Contratto di Disponibilità, Project
Bond, Concessione di lavori etc. è stato posto in grande
rilievo dal Governo Centrale al fine di canalizzare l'interesse degli imprenditori privati nella esecuzione delle
opere pubbliche con uno snellimento delle procedure
attualmente in vigore e la Commissione nazionale sul
PPP, attraverso il Presidente del Consiglio Nazionale
Ingegneri, è stata chiamata dal Governo a fornire il proprio supporto sulle modifiche normative al Codice dei
contratti su questo specifico argomento.
Anche la previsione di una Agenzia nazionale per la
gestione delle gare di partenariato pubblico privato, prevista nel DEF 2014, tende ad accelerare le procedure
ed a costituire una incentivazione dell'uso degli strumenti di PPP da parte degli enti locali, per far crescere
gli investimenti in infrastrutture e servizi pubblici che
costituiscono un necessario strumento per avviare la
ripresa e la crescita dell’economia, sia su scala nazionale che territoriale
Dopo Matteo e Orazio,
ecco Lorenzo Barbagallo,
terzogenito di papà Filippo
e
mamma
Simona
Bangrazi. Per la felicità di
tutti è venuto alla luce giorno 21 giugno alle 18.45 al
policlinico
Gemelli
di
Roma. Paffutello di oltre 3
kg. per la gioia dei fratellini, dei nonni materni,
dott.Orazio Barbagallo, apprezzatissimo ex Dirigente
Capo Area Economica e Finanziaria del Comune di Aci
Catena e la signora Maria La Rosa, e di quelli paterni
Josè e Mirella Bangrazi. All'amato papà, dirigente della
Regione Lazio, alla moglie, Matteo e Orazio, ed ai felicissimi nonni, le congratulazioni della redazione. A.F.
LE IMMAGINI CHE VORREMMO
SEMPRE VEDERE!!!
ph Fabio Consoli
Era il 25 Giugno 1947 e a Francesco Grasso
( in foto) veniva data abilitazione alla vendita dei biglietti ferroviari... da allora in poi la nostra famiglia ha attraversato tutte le epoche del " viaggio" fino ad oggi, nell'era di internet, è ancora vivo il suo " sogno"fare viaggiare le persone.... AUGURI a tutti noi!!
Due luglio del millenovecentottanquattro, lunedì. Avevano inizio gli esami di maturità classica.
Tutti puntuali dinanzi al cancello
d’ingresso del Liceo, in via
Sangiuliano ad Acireale. Da
poco neopatentato, io ero arrivato a scuola in macchina, uno dei
primi segni inconfutabili di
emancipazione. Una Fiat 127, due sportelli, di color blu
targata CT558994, quella di mia mamma con cui ho
iniziato a muovermi su strada. Ci ritrovavamo con i
compagni di classe e di scuola dinanzi a quel cancello
del Liceo dopo un mese, forse due, di clausura per uno
studio “matto e disperatissimo” che doveva portarci
alla tanto agognata maturità. Qualcuno era bianco,
qualche altro abbronzato, qualcuno cadaverico (per
l’ansia), qualche altro sorridente (per la strafottenza?).
Non c’era tempo per accorgersi (o forse sì) che dall’ultima volta, quell’assenza dai banchi per lo “studio
matto e disperatissimo” aveva reso qualcuno/a più
bello/a di prima (togliete pure o/o). I ricordi dell’ultima
gita scolastica del Liceo a Firenze erano solo ricordi,
cioè memoria del Cuore. Adesso, era tempo di sforzare la memoria del Cervello e fare quel benedetto tema.
Ragazze vestite blusanti, ragazzi in jeans di una misura più grande. Perché? Semplice, perché attorno alla
vita, c’erano pesantissime cartucciere (modello Beretta
o Vega) quasi “tatuate” sulla pelle e contenenti una
rassegna di tutti i possibili temi per tutte le possibili
tracce di tutti i possibili argomenti che sarebbero stati
oggetto di prova. Non si sa mai, dicevamo.
Armamentari che non avremmo mai utilizzato, ma che
bisognava portare con sé comunque, così voleva la
migliore tradizione. Suono della campanella, apertura
del cancello, la calca spinge, io rimango indietro, si salgono le scale velocemente, si corre per raggiungere
l’aula e posizionarsi rigorosamente in fondo. Io arrivo al
traguardo un millesimo di secondo sotto la media d’aula. Dalle Olimpiadi della maturità si può uscire fuori per
una frazione. Entro in aula, troppo tardi. Tutti “assittati”
e tutti a guardare con cinico senso di compiacimento i
fessacchiotti di turno che non avrebbero avuto altra
scelta, se non quella elegantemente definita residuale.
Sedere al primo banco. Io ero fra questi, un condan-
NOMINATI I NUOVI VICARI FORANEI
S.E. Mons. Antonino Raspanti ha
provveduto alla nomina dei Vicari
Foranei per il quinquennio 20142019.
I sacerdoti chiamati a svolgere questo
incarico sono:
1. Mons. Sebastiano Raciti – Vicario Foraneo Acireale I
2. Don Alfredo D’Anna – Vicario Foraneo Acireale II
3. Don Giovanni Mammino – Vic. Foraneo II Vicariato
4. Don Giuseppe D’Aquino – Vic. Foraneo III Vicariato
5. Don Antonio Russo – Vicario Foraneo IV Vicariato
6. Don Carmelo Di Costa – Vicario Foraneo V Vicariato
7. Don Orazio Barbarino – Vicario Foraneo VI Vicariato
La comunità diocesana acese è divisa in sette Vicariati
foranei che riuniscono più parrocchie vicine, per attuare
una pastorale organica nel segno della comunione e
dell’unità di missione. Il Vicario foraneo viene nominato
dal Vescovo e dura in carica cinque anni. È tra i più vicini collaboratori del Vescovo ed ha compito di promozione e di coordinamento pastorale e di vigilanza nel vicariato a lui affidato. Il Vicario si interessa dei sacerdoti
della propria zona, della loro situazione spirituale, culturale e materiale. Ha la massima sollecitudine per i
sacerdoti che si trovano in situazioni difficili o gravemente ammalati. Si accerta che le celebrazioni liturgiche si svolgano secondo le disposizioni della sacra liturgia e che si curi il decoro delle chiese. Il Vicario foraneo
favorisce un clima di comunione tra i presbiteri della sua
zona e cura il loro aggiornamento riunendo periodicamente tutti i sacerdoti diocesani e religiosi del Vicariato.
Presenta al Vescovo ogni anno un’analisi delle parrocchie evidenziando le mete pastorali raggiunte o eventuali difficoltà o limiti.
fra tradizione e scienza
La fitoterapia è una forma di trattamento che si
basa sull’uso delle piante, intere oppure in forma di
estratti preparati o essenze. Per migliaia di anni le
piante sono state utilizzate come fonte primaria di
medicinali in tutte le culture del mondo Quando la
fitoterapia viene condotta in modo responsabile, i
preparati utilizzati vengono standardizzati, il che
significa che questi sono cresciuti, raccolti ed elaborati in un modo che è stato progettato appositamente per creare una dose molto stabile e affidabile di principi attivi.
Un decalogo per un corretto utilizzo delle erbe proposto nel numero dell’editoriale Farmacovigilanza 12/13
del giugno 2005 curato dal Ministero della Salute e
dell’Agenzia Italiana del Farmaco:
1. Naturale non è sinonimo di innocuo: esistono infatti anche piante tossiche, altre responsabili di effetti collaterali noti, o con specifiche controindicazioni. 2. Non
dovrebbero essere mai utilizzate le erbe raccolte spontaneamente, bensì quelle garantite da un esperto e
quindi vendute attraverso i normali canali di vendita
(farmacia). 3.
L’assenza di controllo di qualità può
essere causa di contaminazioni (durante la lavorazione) ed errori nell’ identificazione delle specie medicinali. 4. La maggior parte delle preparazioni empiriche e
tradizionali a base di erbe è priva di documentata efficacia, mentre i prodotti erboristici gli integratori alimentari non hanno il ruolo di medicinali vegetali. 5. Le erbe
medicinali in quanto contenenti sostanze biologicamente attive, vanno assunte sotto il controllo medico o
del farmacista. 6 I trattamenti a base di erbe vanno
evitati in gravidanza o allattamento, per mancanza di
studi sulla loro innocuità a lungo termine. 7. Neonati,
bambini e anziani non dovrebbero usare erbe medicinali senza il controllo medico. 8. L’automedicazione
con prodotti a base di erbe dovrebbe essere comunque di breve durata; (i rischi altrimenti possono essere
ritardo nella diagnosi e/o terapia sicura ed efficace;
aggravamento per sospensione della terapia convenzionale.) 9 Erbe e preparati vegetali possono interagire con molti farmaci (il ginseng causa aumento di efficacia del warfarin e degli ipoglicemizzanti orali) . 10.
Prima di iniziare un trattamento a base di erbe è necessario che il medico venga informato riguardo particolari condizioni patologiche, allergie o terapie farmacologiche in atto (le piante contenenti salicilati come
Spirea, Betulla, Salix alba non vanno mai usate nei
pazienti allergici all’aspirina)
Farmacia Dott. Teresina Ferreri & C. snc
Tel. 095 7921871 - [email protected]
Piazza Cantarella, 10 - ACI S. ANTONIO
Il Centro di Servizio per il Volontariato Etneo
nato alla prima fila, di fronte al plotone d’esecuzione
della Commissione esaminatrice (presidente: il prof.
Natale Tedesco dell’Università di Palermo, un grande
italianista che amava venire ad Acireale ogni estate per
unire l’utile (esami di maturità e bagni termali) al dilettevole (l’incantevole bellezza del mare della perla
dell’Jonio). Nel nomedelpadredelfiglioedellospiritosanto, alla dettatura del tema scelsi la traccia d’attualità, mi
concentrai e iniziai a scrivere. Un po’ come sto facendo adesso con questo post. Buon trentesimo a tutta la
mia generazione di amici e compagni di scuola e di
liceo!
ha rinnovato i suoi vertici. Nel corso dell'assemblea
tenuta nella sede della Misericordia di Librino, a
Catania, i soci hanno eletto il nuovo Consiglio Direttivo
che, insediatosi immediatamente dopo la proclamazione, ha eletto presidente Salvo Raffa (vicepresidente
uscente) e vicepresidente Carmelo Scravaglieri (già
nel Direttivo e peraltro consigliere di CSVnet).
Un’interessante conferenza sulla “Salute dei Piedi”
è stata organizzata dalla Fidapa di Acireale con a capo
l’ instancabile Presidente M° Vera Pulvirenti nella sala
“Scacchiera” del S. Biagio Resort e tenuta dalla dottoressa Gisella Tomarchio (podologa).
Si è parlato dell’importanza e della funzione dei piedi,
del loro benessere e del loro ruolo importantissimo nel
sistema circolatorio venoso, costituendo un'autentica
pompa meccanica per il ritorno del sangue al cuore.
La giovane e brillante podologa ha trattato in prevalenza, con l’ausilio di alcune immagini in power point, delle
funzionalità e deformità del piede. Si è inoltre affrontaIl Direttivo risulta così composto: Carmelo Bianchini
(Protezione Civile Ross Siracusa), Feliciano Bufalino
(Avis Scordia), Lorenzo Colaleo (Anpas Sicilia),
Antonino Pane (Fratres Melilli), Armando Paparo
(Misericordia
Bronte),
Gaetano
Pernice
(Coordinamento Associazioni di Volontariato Iblee,
Santa
Croce
Camerina),
Salvatore
Raffa
(Associazione Andromeda, Acireale), Carmelo
Scravaglieri (Misericordia Catenanuova
ph Franco Barbagallo
ta l' importanza delle patologie a livello posturale (calzature troppo strette o tacchi troppo alti) e la necessità
di ricorrere alla chirurgia. Il piede risulta pertanto un
organo non solo motorio, ma proprio ricettivo e antigravitazionario. Sono state trattate durante la conferenza
alterazioni morfofunzionali come l'alluce valgo, le dita a
griffe, le ipercheratosi, le onicomicosi, il piede piatto, il
piede cavo, il Neuroma di Morton e le verruche. Una
particolare attenzione è stata data alla patologia diabetica in larga diffusione e alle sue complicanze, come il
rischio ulcerativo. Alla fine della conferenza si è aperto
un vivace dibattito con il folto pubblico presente in sala.
AKIS
Sabato 5 Luglio 2014
Intervista a Don Fortunato Di Noto
Don Fortunato Di Noto presidente dell’Associazione onlus METER per la
tutela dell’infanzia contro ogni forma di abuso sui minori. Abbiamo posto
delle domande a Don Fortunato per conoscere più da vicino il suo impegno
contro la pedofilia. Da dove nasce il suo impegno contro l’abuso della
pedofilia?<<In ogni avventura anche associativa esiste un’ origine che
nasce da un dono che viene direttamente dal Signore e della sua Chiesa.
20 anni fa quando non si discuteva di questi fenomeni di pedofilia, quando
già iniziava l’avvento delle nuove tecnologie e non solo delle nuove tecnologie, la mia storia personale si è incrociata nella storia di abusi sessuali su
bambini e dall’altra parte l’avvento delle nuove tecnologie e nel 89 per la
prima volta ho visto degli atti pedopornografici e mi sono posto una
domanda Gesù Cristo cosa farebbe? Si volterebbe indietro? Lascerebbe
la storia così? Da lì è iniziato un’attività che definisco pastorale oltre che
sociale e culturale affinché Dio incidesse nella realtà sociale ed ecclesiale
cioè Dio venisse messo al centro, ma non solo come definizione ma venisse messo come l’origine, cioè che Dio si è fatto bambino nelle attività della
carità dell’impegno educativo e soprattutto il problema della denuncia di
questi fenomeni>>Da chi è autorizzato per scovare questi siti pedopornografici?<<L’associazione Meter ha un protocollo ufficiale con la polizia
postale italiana dal 2008, ma ancor prima poiché questo è l’atto ufficiale,
in quanto da 20 anni collaboriamo con le forze dell’ordine e le magistrature per segnalare e mandare il flusso delle informazione che servono di
certo a loro per l’approfondimento se lo ritengono opportuno di indagine per
individuare i bambini. L’ultima operazione denominata salvataggio è stata
completata il 16 marzo scorso su 70000 indagati 600 poi iscritti veri e propri 230 arresti, circa 250 bambini individuati in tutto il mondo e anche in
Sicilia vi era stata un’induzione di un bambino, che poi è risultato siciliano
il quale veniva abusato nei campi estivi da un educatore, non legati ad
aspetti religiosi, ma a campi estivi organizzate da società che facevano per
i bambini e immetteva su internet le fotografie e video da lì è partita la
nostra segnalazione coinvolgendo tutto il mondo europool, interpool>>.
Quando possiamo capire che i bambini sono soggetti di abusi sessuali o di
altri abusi in genere?<Il problema non è dare un elenco di eventuali sintomi che i bambini possono mostrare perché ogni bambino mostra in maniera diversa i sintomi, è anche vero però che dobbiamo attivarci magari nelle
comunità parrocchiali nei catechisti, educatori, insegnanti negli operatori
sanitari, negli avvocati magistrature forze dell’ordine di innestare dei percorsi preventivi e formativi>>Esistono già campagne di sensibilizzazione?
<<Noi come Meter associazione ne facciamo tantissimi per esempio una
scuola che ci chiama un’università noi ci adoperiamo per quanto è possibile di indirizzare in maniera anche scientifica la lettura di questi fenomeni
con l’intervento da fare con le forze dell’ordine, non vorrei creare allarmismi inutili, vorrei dire semplicemente stiamo dalla parte dei bambini una
società che ama i bambini poi di fatto non li ama, una società che sembra
attenta molto premurosa poi di fatto è disattenta e nega il diritto naturale
normale di avere una famiglia un punto di riferimento>>L’impegno che
deve sostenere a livello Europeo a Vienna?<<La delegazione italiana del
OCSE Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico ci ha
invitato a Roma dove abbiamo consegnato un primo documento insieme
all’onorevole Migliori, che è il presidente della delegazione, e ci ha chiesto
come progetto pilota, ma anche autorevole di partecipare alla prossima
assemblea che si terrà credo a febbraio coinvolgendo 56 paesi dove noi
possiamo portare, secondo l’onorevole Migliori, il nostro progetto pilota
unico nel suo genere come esempio per gli altri paesi. Questo da una parte
ci fa onore, dall’altra parte ci dimostra come realtà come noi, che a volte
vivono con poche risorse a differenza di altri che magari vivono con maggiore risorse diventiamo segno e punto di riferimento certo per questo tipo
di servizio, oltre a questo tutto l’impegno delle nostre sedi, ogni parrocchia
può chiedere il nostro intervento all’aspetto educativo. A Catania abbiamo
la sede a Ficarazzi, il nostro numero verde è 800455270 per qualsiasi informazione potete consultare il nostro sito ufficiale www.associazionemeter.org>>.
Nella foto di Fabio Consoli don Fortunato Di Noto in occasione del
Premio “Aci e Galatea” 2001
Anita Rapisarda
La lettura di questo libro parte da un argomento semplice (i capelli) e da una parola
difficile: “epitome”, che leggiamo sulla quarta pagina di copertina. Ho cercato “epitome”
e ho trovato che vuol dire riassunto, compendio. E ho pensato ai capelli, soprattutto
ai capelli di donna, perché di questi, principalmente parla il libro. E ne parla con le
parole semplici e profonde di chi i capelli
altrui ha toccato per tutta la vita.
Per la verità il libro, colto e documentato,
nel ripercorrere la storia della cura dei
capelli, parla anche dei capelli maschili e di
chi se ne prende cura: i barbieri. Ho un ricordo professionale, commovente,
di un barbiere presso cui un medico, mio cliente, aveva portato i suoi due
figli piccoli, un maschietto e una femmina, perché dovevano accorciare i
capelli. Il medico era un padre separato e mentre attendevano, lui e i suoi
figli, il turno per il taglio dei capelli ai bambini, la femminuccia, addestrata
dalla pessima madre, chiamò i Carabinieri dicendo: “Aiuto! Mio papà mi sta
picchiando!”. Una macchina dei Carabinieri quasi sfondò la vetrina del barbiere. Il medico fu salvato non solo dalla verità (non si era mai permesso di
alzare un dito contro i suoi figli), ma dalla testimonianza del suo barbiere: ”Il
dottore è qui che aspetta con i bambini insieme agli altri clienti che vede
seduti”. Il libro di Marilena Menicucci contiene, tra l’altro, veri racconti.
“Si può capire, allora, perché la notizia di una signora romana, salvata dalla
sua parrucchiera sia stata riferita nei particolari dal telegiornale regionale e
dalle cronache dei quotidiani. Questa signora di 79 anni, vedova e sola, era
caduta in casa, e sarebbe morta disidratata se la parrucchiera Maria dalla
quale si recava ogni settimana alla stessa ora, non avesse fatto di tutto per
contattarla: il telefono, il campanello di casa, il 113,e il 118. un modo di vivere la relazione professionale che coincide con la qualità umana di un
ambiente di un quartiere” Lo spazio dedicato al parrucchiere Pino Coppari è
prevalente. E la sorpresa è che considerazioni profonde e inaspettate provengano non da uno dei tanti modaioli maître à penser, ma da un artigiano
che è stato anche imprenditore. Nel passato i capelli, maschili e femminili,
sono stati associati alla religione o, anche, al mito. Come scrive la professoressa Carmelina Urso su Quaderni Catanesi 2007, Sansone era un nazireo, era cioè, per la religione ebraica del tempo, un “unto del Signore”. Per
questo, non avrebbe potuto tagliare i propri capelli. Ma la studiosa, esperta
di legislazioni romano-barbariche, si sofferma anche sulle leges burgundionum che punivano severamente, chi, fuori dal campo di battaglia, strappava o tagliava i capelli ad una donna. Superstizioni, o influenza della luna
sulle maree, hanno sempre raccomandate alle madri siciliane il “taglio a
zero” dei capelli ai bambini prima che avessero compiuto un anno di età.
Il taglio doveva essere fatto in uno dei giorni di luna piena. Che dire delle
capigliature femminili del passato? E di quelle maschili? E dei capelli delle
bambole? Ho una bambola di legno, con i capelli scolpiti nello stesso legno.
Si chiama Moidel (diminutivo di Maria in tedesco) ed ha i capelli di legno.
Venne acquistata a Bolzano più di settanta anni addietro. Il libro della
Menicucci, come possiamo vedere dall’indice, può dirsi diviso in tre parti: i
capelli (“ la chioma ”) tra arte, costume, e società; la biografia di Pino
Coppari ( e dei suoi colleghi) e una raccolta di 10 racconti che parlano di
capelli. Apprendiamo anche che non era così bigotta la regina Vittoria di
Inghilterra (pag 27-28).
ANNA RUGGIERI
Io penso che le persone non si dimenticano. Non puoi dimenticare chi un
giorno ti faceva sorridere, chi ti faceva battere il cuore, chi ti faceva piangere per ore intere. Le persone non si dimenticano. Cambia il modo in cui
noi le vediamo, cambia il posto che occupano nel cuore, il posto che occupano nella nostra vita. Ci sono persone che hanno tirato fuori il meglio di
me, eppure adesso tra noi, c'è solamente un semplice "ciao". Ci sono persone che nonostante mi abbiano fatto versare lacrime, mi abbiano stravolto la vita, mi hanno insegnato a vivere. Mi hanno insegnato a diventare
quello che sono. E, anche se oggi tra noi resta solamente un sorriso o un
semplice ciao, faranno per sempre parte della mia vita. Io non dimentico
“nessuno”. Non dimentico chi ha toccato con mano, almeno per una volta
la mia vita. Perché se lo hanno fatto, significa che il destino ha voluto che
mi scontrassi anche con loro prima di andare avanti.
Angelo Trovato
Nel recente congresso del Serra Club,
svoltosi a Bologna, ben tre siciliani
sono stati nominati nel Consiglio
Nazionale Italiano Serra: Renato
Vadalà del club di Palermo, riconfermato Vice Presidente alle comunicazioni, Mario di Bella del club di
Acireale, vice presidente alle vocazioni
e Vera Pulvirenti del club di Acireale,
Responsabile della Commissione
Nazionale Cultura per il "Concorso di Esecuzione Musicale".
5
Un acese ricostruì la chiesa camilliana a Messina
Quattrocento anni di presenza, discreta eppure
operosa quella dei Ministri degli Infermi, meglio
conosciuti come Camilliani, nel tessuto cittadino
di Messina, città tra le più importanti della Sicilia.
Una storia iniziata per caso, il 28 dicembre 1599,
quando la nave sulla quale viaggiavano due religiosi partiti da Napoli e diretti a Palermo per lì
fondare una casa, fu costretta ad approdare a
Messina a causa di una violenta burrasca. Da
questo episodio inizia la lunga storia dei
Camilliani nella Città dello Stretto, ripercorsa
analiticamente con dovizia di particolari e rigore
scientifico da Giovanni Zona, ispettore della
Polizia Municipale nella Città peloritana, che
arricchisce il suo recente e pregevole lavoro “I
Ministri degli Infermi a Messina – Una presenza
lunga quattro secoli” di tantissime citazioni corredandolo pure di parecchie fotografie, anche
d’epoca, ed immagini di numerosi documenti archivistici. Di questo interessante volume ci ha colpito la figura di un religioso, Padre Francesco
Indelicato, acese, che tanta parte ebbe prima nel far ritornare i Camilliani a
Messina e, dopo, nella ricostruzione materiale della Casa dopo il terribile
terremoto del 28 dicembre 1908. Con la demolizione nel 1879 dell’antica
Chiesa di San Camillo con annesso convento per costruirvi al suo posto il
palazzo della Camera di Commercio, terminò di fatto la presenza dell’ordine dei Ministri degli Infermi nella Città peloritana. Dovranno passare 25
anni, un quarto di secolo affinché faranno ritorno. E gran parte di merito va
proprio al religioso acese. Padre Francesco Indelicato nacque ad Acireale
il 30 novembre 1870 e, sebbene sin da giovinetto manifestò la sua vocazione per il sacerdozio, le ristrettezze economiche della famiglia gli impedirono di assecondare i suoi desideri. Durante il servizio militare svolto a
Mantova conobbe l’Ordine di San Camillo in cui vi entrò all’età di 23 anni;
dopo quattro anni fece la professione e venne ordinato sacerdote. Spese
tutta la sua vita per il ritorno dei Camilliani in Sicilia e alla restaurazione dell’antica Provincia. Alla sua attività si deve la rifondazione della Casa di
Messina nel 1905 dove rimase per quattro anni come primo superiore; dopo
un periodo in altre zone, ritornò a Messina nel 1920 dove rimase fino alla
morte avvenuta il 22 aprile 1930. Il giorno 8 dicembre 1900 Padre Indelicato
scrisse da Verona una lettera al Padre Generale perorando la rinascita della
presenza Camilliana in Sicilia e proponendosi per primo. I tempi non erano
ancora maturi, dovettero passare tre anni e, soprattutto, l’elezione di un
nuovo Padre Generale, P. Francesco Vido, affinché si iniziò a pensare
seriamente al ritorno. Nell’agosto del 1904 a Padre Indelicato fu concesso
di ritornare ad Acireale per far visita ai propri genitori e, soprattutto, per verificare la possibilità di fondare una nuova Casa in qualche località isolana. Il
religioso acese passò anche da Messina ed ebbe un incontro con
l’Arcivescovo Mons. Letterio D’Arrigo Ramondini. Il caso, o meglio la
Provvidenza, provvide in seguito: un casuale incontro tra Padre Indelicato
ed il messinese Canonico Giuseppe Ciccolo, membro del Capitolo della
Cattedrale di Messina, avvenne presso l’Istituto delle Piccole Suore di
Acireale; il messinese, non appena vide la presenza di un Padre crocifero,
si mostrò sorpreso, e saputa la motivazione della sua presenza, espresse
il desiderio che i Camilliani tornassero nella Città peloritana, tra la cui popolazione era ancora vivo il ricordo delle loro benemerenze acquisite durante
la loro permanenza. Il Can. Ciccolo assicurò a P. Indelicato che avrebbe
perorato la cosa con l’Arcivescovo D’Arrigo, il quale, dal canto suo, sposò
in pieno l’idea e scrisse subito al Padre Generale dei Camilliani per avere
inviati alcuni religiosi come Cappellani all’Ospedale Civico di Messina.
Passerà però ancora un anno, ma alla fine la determinazione di P.
Indelicato, l’aiuto del Can. Ciccolo e la stima dell’Arcivescovo D’Arrigo furono premiate: il 21 agosto 1905 da Verona partirono Padre Indelicato ed il
fratello Vincenzo Ambrosini, diretti prima a Roma e successivamente a
Messina. Il 9 settembre 1905 i due Camilliani giunsero a Messina e presero possesso della chiesa di Gesù e Maria delle Trombe, che si trovava nei
pressi del torrente Portalegni, dove vi erano gli acquedotti, chiamati volgarmente “trombe”, da cui prese il nome.
Qualche anno dopo un tragico evento costrinse i Camilliani, e non solo loro,
a ripartire da zero; alle ore 5,21 del 28 dicembre 1908 la terra tremò e rase
in pratica al suolo le città di Messina e Reggio e l’area circostante dello
Stretto. Divennero cumuli di macerie anche la chiesa dei Camilliani e il
Grande Ospedale cittadino. Dagli scritti di Padre Indelicato si può rivivere il
dramma vissuto dai religiosi e dall’intera Città. Ancora una volta i Camilliani,
malgrado le pesanti perdite subìte, sono in prima fila nel portare conforto e
alleviare le pene della popolazione. Ma rimasero nuovamente senza Casa;
furono ospitati dopo qualche tempo in una baracca di legno costruita nel terreno della villa di proprietà dei fratelli D’Arrigo. La Cappellina ricavata dentro la baracca era frequentata quotidianamente negli anni di permanenza a
Messina da Giorgio La Pira, che diventerà sindaco di Firenze.
I Padri Crociferi nel 1921 entrarono in possesso di un terreno, situato nei
pressi dell’odierna circonvallazione cittadina, dove edificheranno la nuova
chiesa dedicata a San Camillo, che venne aperta al culto nel luglio del
1932. Una chiesa in gran parte voluta e progettata proprio da Padre
Francesco Indelicato; scrive il Zona: “Il Padre Indelicato che tanto aveva
faticato e sofferto per la rifondazione della Casa dei Camilliani a Messina,
teneva molto alla costruzione di questa nuova chiesa. L’aveva a lungo desiderata, l’aveva progettata con tanto entusiasmo, ne aveva seguito trepidante il tormentato iter di approvazione ed infine ne aveva anche seguito
con grande dedizione i lavori di costruzione… nella chiesa, che venne
costruita rispettando in larga parte il suo progetto, può ben dirsi che vi è
stato trasfuso il suo cuore di sacerdote e di
figlio di San Camillo. Egli riuscì a vederla
pure costruita anche se, tuttavia, non fece in
tempo a vederla del tutto ultimata essendo
morto il 22 aprile 1930, due anni prima dell’inaugurazione”. Padre Indelicato desiderava
che il nuovo edificio di culto venisse decorato con i marmi della antica chiesa di S. Anna,
distrutta dal terremoto. Egli con grande spirito di servizio e da amante dell’arte raccolse
dalle macerie una grande quantità di opere
marmoree (paraste, altari, colonne, eccetera) e li conservò amorevolmente convinto
che sarebbero stati nuovamente ammirati. Si
tratta di meravigliosi marmi policromi intarsiati a rabeschi di fiori e uccelli, opera di maestranze messinesi del XVII
secolo. Oggi la chiesa di San Camillo, in viale Principe Umberto (circonvallazione di Messina), si presenta con una elegante e svettante facciata a tre
ordini in stile neoclassico con un timpano spezzato triangolare a chiudere il
terzo ordine, mentre l’interno, ricco dei marmi dell’antica chiesa di S. Anna,
è elegante ed invita allo stesso tempo alla preghiera ed al raccoglimento.
Dentro di essa è tangibile l’anima Camilliana. Ed in essa vive anche lo spirito di Padre Francesco Indelicato, acese dall’animo nobile, personaggio
sconosciuto che merita senz’altro più attenzione per gli altissimi meriti conseguiti durante la sua vita.
Rodolfo Puglisi
6 Sabato 5 Luglio 2014
Riceviamo per conoscenza e pubblichiamo:
Al Sig. Commissario Straordinario Prov.Catania Dott. G. Romano e alla Dott.ssa Caruso Santa
Settore Turismo e BB. CC.
In nome e per conto di tanti cittadini e artigiani
Santantonesi, mi faccio portatore di considerazioni e
riflessioni che tanto clamore stanno sollevando in questi giorni in paese. Apprendiamo con immenso piacere
l’allestimento del Museo del Carretto Siciliano in Aci S.
Antonio, finalmente dopo tanto tempo si completa una
precisa volontà volta a valorizzare il tipico artigianato
locale del carretto siciliano. Ma con altrettanto stupore
constatiamo l’assoluta mancanza di sinergia e interlocuzione con gli artigiani, con le associazioni e con il
sottoscritto, autore e fautore della nascita del Museo
del Carretto in Aci S. Antonio. Per decenni ho portato
avanti con estremo impegno la suddetta realizzazione,
grazie alla disponibilità dei Presidenti pro-tempore
Musumeci e Lombardo che hanno condiviso la nascita
del Museo. Oggi per una oscura volontà, impensabile
fino a qualche tempo fa, le vere realtà del territorio vengono ignorate, anzi esautorati. E quando dico realtà del
territorio , intendo sia i tantissimi artigiani , professionisti, associazioni, pro-loco, sia chi si è speso dal primo
momento . La realizzazione del nascente Museo passa
principalmente dalle esperienze dei nostri maestri artigiani locali, sorretti da coloro che si sono intestati
tempo fa questa iniziativa. Certamente non siamo e
non volevamo essere i fruitori del prodotto finito, ma si
pensava di dare una mano e un contributo ad un vero
Museo, che sicuramente volevamo più qualificato e più
competitivo di tanti altri Musei ricadenti nei dintorni. Mi
rammarico per quanto accaduto, pensavamo che l’afflato umano , conoscitivo e professionale, potessero
essere elementi indispensabili per l’allestimento del
locale -Museo e tutti insieme potevamo fornire il meglio
di conoscenze e di pezzi del carretto, altamente pregiati, vere e proprie opere d’arte, destinati alla fruibilità
e all’ammirazione popolare. Purtroppo rimaniamo amareggiati e delusi di tutto ciò, vogliamo solo augurarci
che alla fine ci sbagliamo. Tanto per dovere.
Cordialmente.
Dott. Cutuli Giuseppe
Via R. Margherita, 64
95025 Aci S. Antonio (CT)
AKIS
Museo del carretto siciliano
Il 7 luglio aprirà finalmente i battenti il Museo del carretto siciliano in cui faranno bella mostra di sé 7 dei 20
carretti acquistati nel 1996 dall’amministrazione provinciale. Si conclude così la lunga e controversa vicenda
del museo del carretto siciliano che ha inizio nel lontano 1986 con l’istituzione della “Mostra permanente” a
cura del Comune Aci S. Antonio, purtroppo dopo breve
tempo lasciata in abbandono. Idea ripresa, per l’appunto nel 1996, dall’allora Presidente della provincia regionale di Catania On. Nello Musumeci con l’acquisto di 20
carretti siciliani e paramenti per i cavalli da destinare al
museo del carretto siciliano. Nel settembre 2001 veniva
acquistato un immobile (per poco più di 100.000 euro)
ad Aci Sant’ Antonio, patria riconosciuta per la costruzione di carretti siciliani da adibire a museo del carretto. L’immobile veniva ristrutturato negli anni 2007-2009
(quasi 840.000 euro l’importo dei lavori).
Successivamente nel 2011 la Provincia provvedeva ad
attrezzare l’immobile di impianto antifurto e videosorveglianza, mentre l’unità operativa Beni EtnoAntropologici della Soprintendenza ai Beni Culturali di
Catania provvedeva alla catalogazione dei carretti e
alla redazione di schede e contenuti necessari per l’allestimento del museo. Nel novembre 2012 su emendamento del dott. Enzo D’Agata venivano stanziati €
35.000,00 per tutti gli adempimenti necessari all’apertura del museo, provvedendo in particolare all’effettuazione di un trattamento antitarlo sui carretti e all’allestimento di un percorso museale tramite l’acquisto degli
arredi espositivi. Così il 14 febbraio 2013 veniva aggiudicata, alla Gamma Forniture e servizi di Acireale, la
gara per la fornitura necessaria per l’allestimento del
museo. Lavori che verranno svolti nei mesi di settembre
- ottobre 2013. Quasi contestualmente veniva affidato
l’incarico per l’antitarlatura e il fissaggio dei colori sui
carri. Infine nel mese di giugno 2014 viene affidato al
liceo artistico “Lazzano” di Catania l’allestimento scenografico ed espositivo con un importo previsto di €
27.640,00 affidandone la gestione funzionale al comune di Aci Sant’Antonio. “Magari non sarà il museo vivo
e interattivo che avevo immaginato ma sono comunque
contento che sarà finalmente aperta una struttura culturale, troppo a lungo desiderata dalla comunità locale,
in cui verranno valorizzati contestualmente l’artigianato,
la storia e le tradizioni popolari, museo che rappresenterà un potente attrattore turistico per il territorio acese”
dichiara l’ex consigliere provinciale Enzo D’Agata.
Dopo avere partecipato alla inaugurazione del Museo ed avere notato assenze e presenze (fisiche) ci sembra anche doveroso e normale condividere quanto espresso nella lettera sopra pubblicata delle “considerazioni e riflessioni” del dott. Pippo Cutuli. Amare, certamente, e da non sottovalutare in un momento in
cui ci sarebbe solo bisogno di coesione e di amore vero la cittadina. Così si continua a spargere zizzania
e …. odio, anche se odio è una parola grossa!, ma l’intelligenza umana comporta anche questi “scivoli”
che la cittadinanza benpensante (composta dalla maggior parte delle persone) non sottovaluta certamente. Per il resto ho assistito alla inaugurazione quasi familiare di un Museo che non mi aspettavo tanto bello
e così curato. Credo proprio che la cittadina del Casalotto possa andare orgogliosa di cotanta struttura e
che la stessa farà certamente da volano per incrementare un notevole flusso turistico verso questa antica
tradizione. Per la cronaca oltre al sindaco della cittadina del Casalotto e parti della giunta e del consiglio
erano presenti il commissario della Provincia dott. Romano e il dirigente dott. ssa Caruso, parecchi funzionari dell’ex ente provinciale, rappresentanti dell’Arma, della Polizia, della G.di Finanza, della Polizia
Municipale, il sindaco di Acireale Roberto Barbagallo e rappresentanti di altri comuni viciniori.
Segnalazione a parte per Domenico Di Mauro che dall’alto dei suoi 101 anni ha catalizzato l’attenzione di
tanti. Gli assenti, che normalmente hanno sempre torto, non erano stati invitati e … l’avrebbero meritato
per quello che avevano speso a favore del Museo.
T.C.
INTERESSANTE CONFERENZA
CON IL DOTT. NOÈ E IL MISTER PELLEGRINO.
DICHIARAZIONE DEL VESCOVO DI ACIREALE
MONS. ANTONINO RASPANTI
Allenare campioni nel campo e nella vita è una bella
impresa. L'atteggiamento mentale è importante tanto
quanto la potenzialità atletica. Il potere dell'educazione è fondamentale per generare campioni che abbiano VALORI e OBIETTIVI da condividere con altri campioni. Tutto questo partendo dai settori giovanili fino
alle prime squadre. I COACH hanno un ruolo importante: quello di fare uscire il meglio da ogni atleta che
IN MERITO ALLA NOTIZIA DI CONDANNA IN PRIMO GRADO
DI GIUDIZIO DEL SAC. VINCENZO CALA' IMPIROTTA.
giocherà la sua partita non soltanto in campo, ma
anche nella vita. È stato questo l’obiettivo della conferenza che si è svolta presso la sala consiliare del
Comune di Zafferana Etnea. I due relatori, il dott.
Salvo Noè (psicologo psicoterapeuta e life coach) e il
Mister Maurizio Pellegrino (allenatore del Calcio
Catania), hanno intrattenuto il numeroso pubblico che
ha molto gradito e evidenziato la positività dell’iniziativa che mira a dare suggerimenti importanti a tutte le
categorie, non soltanto nel mondo sportivo, ma anche
in quello familiare, sociale, aziendale e istituzionale.
Un bel connubio: un Life coach e un Mister (ambedue
siciliani appassionati) insieme per dare una bella sferzata di entusiasmo e di ottime strategie per diventare
campioni nella vita!Il progetto, unico in Italia, è partito
dalla Sicilia e si espanderà in tutto il territorio nazionale coinvolgendo anche società importanti di serie A.
L’Ufficio Diocesano delle Comunicazioni sociali rende
nota la seguente dichiarazione del Vescovo della
Diocesi di Acireale, Mons. Antonino Raspanti:
«Ho appreso con profondo dispiacere e vivo dolore la
notizia della condanna in primo grado di giudizio del
Tribunale di Catania inflitta a don Vincenzo Calà
Impirotta per molestie ai danni di un giovane, diciassettenne al tempo dei fatti considerati. Esprimo rispetto per il lavoro della magistratura italiana, anche in ordine ai successivi gradi di giudizio che si renderanno
necessari per fare piena chiarezza su ogni aspetto di
questa vicenda. Sento, quindi, il dovere oltre che il
bisogno di esprimere una parola di vicinanza e di accoglienza per la vittima, come ho già avuto modo di fare
personalmente in un incontro di qualche tempo fa. Allo
stesso tempo invito la comunità diocesana a pregare
per il sacerdote, che ha rassegnato le sue dimissioni
da parroco, perché sia definitivamente chiarita la sua
posizione e si faccia la verità e la giustizia».
+ Antonino Raspanti Vescovo.
Una grave perdita per Nuccia Leotta, la nostra
brava ed affezionata segretaria e fotografa: è morto il
papà Giuseppe che tanto ha partecipato anche alla
nostra vita giovanile. A Nuccia, Giovanni, ai quali siamo
particolarmente legati ed ai tanto affezionati figli e
nipoti vanno le nostre più affettuose condoglianze
estensibili anche a quanti gli sono sempre stati vicini
assistendolo amorevolmente .Gli affezionati nipoti ci
hanno fatto pervenire questo suo ricordo che volentieri pubblichiamo:
Ridere fa bene, sopratutto quando lo si fa per beneficenza. La Noè Compagnia Teatrale si è esibita, , sul
palco del S.Tecla Tower a favore dell'associazione italiana MPS ONLUS. Uno spettacolo teatrale, per aiutare i bambini affetti da mucopolisaccaridosi e sostenere la ricerca di terapie efficaci. «Quando si aiuta in
allegria, senza pietismo, la felicità che può portare un
sorriso è una marcia in più per supportare i genitori
che vivono quotidianamente la sofferenza dei propri
figli» il commento di Daniela Corica (foto) dell'MPS
onlus, alla consegna della raccolta fondi.
Marinella Arcidiacono
A te, caro nonno, andando via, dentro al nostro cuore,
hai lasciato un grande vuoto, un vuoto che non riusciremo, forse, a colmare grazie ai ricordi più belli che ci
hai lasciato. Ci hai trasmesso tanto amore per il mare
e per la vita … ed è proprio il “rispetto per la vita”l’esempio più bello che ci hai lasciato. Oggi non ci sei più,
ma tutte le volte che alzeremo gli occhi verso il cielo, il
cielo ci sorriderà di più e sarà sempre pieno di sole
come lo amavi tu!Non ti dimenticheremo mai.
Auguri
a Paolo
e Rosaria
La Biblioteca Fardelliana, nei suoi 184
anni di esistenza, ha contribuito a scrivere la storia culturale della Città di Trapani, promuovendo incontri e
seminari di studio volti a far conoscere al grande pubblico gli intellettuali trapanesi che si sono distinti nel
panorama culturale italiano. Con questa pubblicazione, nata dalla collaborazione tra la Fardelliana e la
prof.ssa Pinella Musmeci Benintende, a cui va il
nostro più sentito ringraziamento per l'impegno profuso, si intende rendere omaggio ad uno dei letterati più
illustri ai quali questa Città abbia dato i natali: Tito
Marrone. Uomo schivo e solitario, poeta e commediografo di grande sensibilità e profondità di sentire e di
pensiero, seppure a lungo colpevolmente trascurato
dalla critica, il Marrone oggi è comunemente riconosciuto come l' antesignano della poesia crepuscolare
del primo Novecento. Se di recente alcuni studi critici
hanno in parte reso giustizia alla grazia e alla bellezza
della sua poesia, la sua produzione teatrale resta
ancora tutta da esplorare. Auspichiamo che la presente pubblicazione possa proficuamente contribuire a stimolare ulteriori studi e ricerche che sicuramente conferiranno a Tito Marrone il rilievo che merita nell'ambito della storia letteraria italiana.
Vito Damiano Pres. della Biblioteca Fardelliana
Sindaco della Città di Trapani
KIWANIS
SIMON DANIELA
(PREMIATA CON
LA ZELLER) CON
ANTONIO MANISCALCO ( A SINISTRA) ATTUALE
S E G R ATA R I O
DISTRETTO
iTALIA ELETTO
GOVERNATORE
PER
L'ANNO
2015/2016 E L’ATTUALE GOVERNATORE CARLO
LUCCHETTI.
AKIS
Sabato 5 Luglio 2014
7
Maria, 7 luglio 1945
Al nome di mia madre è dedicato
questo scorrere lieve di parole
(altra cosa è poesia)
fluire del tempo, frammenti di vita.
Ne ripenso i capelli ricci e neri
crine di viola come Saffo antica
sorriso melanconico, riserbo,
lo sguardo intenso e dolce..
Amava il Parzanese, modulava
con voce tenue ‘balocchi e profumi’..
Poi trascorse la guerra e consumò
i suoi giorni inespressi.
Da quanto tempo sei polvere, mamma.
Quanto è vivo il ricordo.
Rosario Musmeci
Grande folla ad Acicatena per tutte le serate
della rassegna CineNostrum che quest’anno
è dedicata all’attrice Ornella Muti, ospite
insieme con la figlia Naike Rivelli e Remo
Girone, Giancarlo Giannini e tanti altri attori.
Un successo della manifestazione ma possiamo anche affermare che si è trattato di un successo di tutta l’amministrazione Maesano e
del D.A. Grasso. [le foto sono Franco
Barbagallo]
La morte non è¨ niente. Sono solamente passato
dall'altra parte: E’¨ come fossi nascosto nella stanza accanto. Io sono sempre io e tu sei sempre tu.
Quello che eravamo prima l'uno per l'altro lo
siamo ancora. Chiamami con il nome che mi hai
sempre dato, che ti è¨ familiare; parlami nello
stesso modo affettuoso che hai sempre usato. Non
cambiare tono di voce, non assumere un'aria
solenne o triste. Continua a ridere di quello che ci
faceva ridere, di quelle piccole cose che tanto ci
piacevano quando eravamo insieme. Prega, sorridi, pensami! Il mio nome sia sempre la parola
familiare di prima: pronuncialo senza la minima
traccia d'ombra o di tristezza. La nostra vita conserva tutto il significato che ha sempre avuto: E’
la stessa di prima, c'è¨ una continuità che non si
spezza. Perchè dovrei essere fuori dai tuoi pensieri e dalla tua mente, solo perchè sono fuori dalla
tua vista? Non sono lontano, sono dall'altra parte,
proprio dietro l'angolo. Rassicurati, va tutto
bene. Ritroverai il mio cuore, ne ritroverai la tenerezza purificata. Asciuga le tue lacrime e non
piangere, se mi ami: il tuo sorriso è¨ la mia pace".S.Agostino
8
AKIS
Sabato 5 Luglio 2014
... il PIT delle Aci 2000/2006
Stanotte ho avuto notizia dalla stampa
(ad oggi non ho ricevuto nulla né sono
stato mai richiesto di chiarimenti) di un
mio presunto coinvolgimento, unitamente
a moltissime persone che nella quasi
totalità non conosco e non ho mai frequentato, circa un progetto pesca di molti
anni fa del Pit delle Aci 2000/2006 per il
quale ci sarebbero stati utilizzi impropri
(truffa) di fondi comunitari.Premesso che
avendo rappresentato le istituzioni non
posso che confidare fiducioso nel lavoro
della Magistratura alle cui valutazioni mi
affido in coscienza sereno ma con l’ansia
di capire, non posso non affermare con
forza che non ho idea delle contestazioni
e sono certo di non avere avuto alcun
ruolo in questa vicenda, sono certissimo di essermi comportato sempre con
correttezza e con riferimento proprio a questo progetto, e di altri, non mi
sono mai occupato degli aspetti gestionali (che non sono di mia competenza) come è ben noto a chi conosce i miei comportamenti interni
all’ente.Non dubito, e per questo sono sereno, che sarà tutto chiarito e
spero a breve …. ma sono addolorato e stordito al solo pensiero che il mio
nome e la mia storia personale vengano accostati a tali vicende dalle quali
ho sempre mantenuto distanze siderali senza se e senza ma … penso con
amarezza infinita che tanti anni di impegno vissuti con onestà e correttezza non sono bastati e, con amaro senno del poi, ripenso a questi anni di
sacrifici, ansie, servizio appassionato e sincero e mi chiedo se ne valeva
davvero la pena. Il Sindaco viene sempre a trovarsi nelle posizioni più delicate ed esposte … spero in futuro di ritrovare maggiore ottimismo, oggi non
ci riesco, prima occorre eliminare ogni ombra …. Scusate lo sfogo, vi assicuro che quello tra le mura domestiche è stato di ben altra intensità. Un
dispiacere che mi permetto, con umiltà ma con fermo convincimento, ritenere immeritato e lo affermo prima ancora di conoscere rilievi e carte ….
spero si chiuda tutto in tempi brevissimi e che si tratti di un equivoco perché il frullatore mediatico non risparmierà’ nessuno, questo è l’unico aspetto sul quale non coltivo alcuna illusione.”
avv. Nino Garozzo
Un “frullatore mediatico” a cui fa seguito un naturale “sconforto”
e, quindi, una naturale e profonda ” riflessione”
“Aria netta non teme tempesta”: per questo non ho avuto mai la ben che
minima preoccupazione, sapendo come ho operato, con quale impegno,
zelo e scrupolo ho interpretato il ruolo di assessore all’epoca affidatomi. Più
forti e distruttive sono state l’amarezza e il senso di umiliazione che, per
giorni, sono stato chiamato a provare per colpa di un incauto “sucainchiostro” che gioca con la dignità delle persone, complici una testata giornalistica ed una televisiva che ritenevo avessero a libro paga professionisti più
attenti a verificare la fondatezza di certe soffiate. Ho dovuto rappresentare
ai miei figli il profondo mio disagio per quanto stava accadendo, ricevendo
da loro conforto arricchito da attestazioni di stima e riconfermata fiducia,
basate sulla rievocazione di un percorso educativo che non ha mai ammesso deroghe a determinati
valori, fra cui l’onestà! Poi
quella ridicola marcia indietro durata qualche giorno,
sino a quando Magistrati e
giornalisti seri non hanno
deciso di mettere definitivamente la parola fine sulla
bufala. Chiederò conto e
ragione della diffamazione
non per trarne un vantaggio
personale ma per ripristinare
nella mia Città il credito della
Istituzione, per confermare la
dignità di un assessore che
mi piacerebbe venisse ricordato per la sua operosità (il
Patto Territoriale, le opere
realizzate attraverso il fatidico PIT, l’area artigianale, la Zona Franca, per citarne alcune) e per i numerosissimi errori che ha commesso con la assoluta convinzione –sempre- di
agire per il bene comune. E, giusto per chiarirci, avevo già maturato una
seria riflessione sull’argomento, ma questa circostanza mi porta a mettere
la pietra tombale su ogni futuro politico che mi potesse riguardare. Grazie
Acireale a cui auguro sempre più luminosi traguardi.
Luciano Privitera
Amareggiato ed indignato...
...per quanto pubblicato dai giornali
venerdì 20 Giugno 2014, ho osservato
l’evolversi degli eventi sicuro e fiducioso
nell’operato della magistratura e che l’equivoco, perchè di equivoco si sta parlando, fosse risolto. Equivoco confermato dal comunicato stampa diramato
recentemente dalla Procura di Catania.
Ho deciso di scrivere solo oggi perchè,
colpito da un grave lutto familiare, a ben
altro erano rivolte le mie risorse che
commentare quanto stava accadendo.
Alcuni giornalisti, se di giornalisti stiamo
parlando, si sono permessi di infangare
l’operato di numerose persone, me
compreso, dopo anni di onorata carriera, pubblicando delle notizie infondate,
calpestando ogni diritto costituzionale,
la privacy e la dignità della persona. Se
essere sentito dagli inquirenti per dei
chiarimenti come persona informata dai
fatti, cosa accaduta numerose volte
durante 45 anni di servizio, visto il ruolo che ricoprivo al Comune di
Acireale, equivale ad essere iscritto nel registro degli indagati, a mia insaputa, datosi che non ho mai ricevuto un avviso di garanzia, forse è una procedura penale a me sconosciuta. Questi presunti Carl Bernstein e Bob
Woodward, convinti di avere trovato il loro Watergate personale, accortisi di
aver fatto un errore madornale, invece di pubblicare un articolo chiaro di
smentita della notizia, hanno cercato di salvare il buon nome del giornale
creando confusione nel lettore. Sono spariti i titoloni, sono spariti i nomi
delle persone coinvolte ed il ruolo, in un angolino di una pagina anonima la
notizia dell’archiviazione della posizione della maggior parte delle persone
coinvolte nell’inchiesta. Archiviata cosa? Si parla di archiviazione in caso di
iscrizione nel registro degli indagati. Se non si è¨ iscritti nel registro degli
indagati, di cosa di parla??
dott. Salvatore Scibilia
Fiamma Tricolore: vogliamo la donazione su carta d’identità
Tenuta a battesimo ad Acireale, alla presenza di autorevoli esponenti dell’imprenditoria enogastronomica etnea di qualità, la nuova pubblicazione
del valente chef, contenente una ottantina di ricette della migliore cucina
tipica siciliana, “raccontate” dall’autore attraverso ricordi d’infanzia e
momenti di vita vissuta La cucina non è fine a se stessa, ossia solo una
delizia per il palato, ma ha tutto un “retrogusto” che sa di storia, cultura,
ambienti naturalistici e ricordi personali: è questo l’intelligente assunto che
sottende “‘U Panzaruccutu”, ossia la nuova pregevole fatica “gastronomico-letteraria” di Franco Pulvirenti, pregiato chef di Acireale nonché imprenditore della ristorazione. Nelle circa duecento coloratissime ed illustratissime pagine che compongono il volume, edito per i tipi della “Akis”, l’autore
è andato oltre la semplice compilazione di un ricettario, non limitandosi ad
un’arida elencazione di ingredienti e metodi di cottura; Pulvirenti ci accompagna, infatti, tra le varie pietanze (una ottantina) accennando, con stile
quasi letterario, ai suoi ricordi d’infanzia, a momenti della sua “quotidianità”,
ai luoghi in cui è consigliabile andare a reperire gli ingredienti ed a quelli
(sia ristoranti esclusivi che umili abitazioni di contadini e pescatori) in cui gli
è capitato di conoscere tante delle specialità che in questa pubblicazione ci
“racconta”. Per ogni ricetta, inoltre, il competente e raffinato gourmet
Pulvirenti suggerisce il vino ideale con cui “innaffiarla”. Da apprezzare, infine, la facilità di consultazione grazie all’adozione del sistema ad “agenda”,
che consente, tramite la diversa colorazione delle pagine, di andare immediatamente alle sezioni che interessano sulla base di ciò che si desidera
portare in tavola (primi piatti, secondi di carne, legumi, e secondi di pesce).
Il volume (la cui intitolazione non è altro che il corrispettivo in dialetto siculo del termine “buongustaio”) è stato tenuto a battesimo qualche pomeriggio addietro presso la sala conferenze dell’agenzia di Acireale della “Banca
Agricola Popolare di Ragusa”. A fare gli onori di casa, oltre all’autore, anche
il direttore della filiale bancaria ospitante, Gaetano Pulvirenti, e l’editore
nonché presidente del Cine Foto Club “Galatea”, Turi Consoli. I contenuti
di “‘U Panzaruccutu” sono stati commentati da qualificati relatori, quasi tutti
storici imprenditori agroalimentari etnei “di qualità”, come Giuseppe
Benanti, “patron” dell’omonima e prestigiosa Cantina, Rosanna Romeo del
Castello, produttrice nei vigneti di Randazzo del rinomato vino
“Allegracore”, e Roberto Paternò di Castello, produttore del raffinatissimo
olio extravergine d’oliva “Aragona”. Ma oltre a questi prestigiosi “testimonial”, hanno preso la parola pure gli avvocati Anna Ruggieri ed Orazio
Consolo (quest’ultimo anche sommelier dell’A.I.S. Sicilia), lo psicologo e
psicoterapeuta Salvo Noè ed il sottoscritto in qualità di autore della nota
introduttiva contenuta nel libro. Tutti gli intervenuti hanno espresso parole
di elogio per la “gustosa” iniziativa editoriale (la cui accattivante grafica è
stata curata da Maurizio Pagano) ed, ovviamente, per l’arte culinaria di
Franco Pulvirenti, in grado di esaltare al massimo gli inebrianti sapori ed
aromi della Sicilia, ma anche gli ambienti tipici e le atmosfere uniche della
nostra isola che, come ci dimostra l’autore in questa sua opera, hanno un
ruolo determinante nella genesi del gusto dei vari piatti. E sì! Perché la
tavola di Sicilia rispecchia appieno la solarità e gli inconfondibili profumi di
questa terra. E non si tratta di un’affermazione autoreferenziale, tanto per
dover decantare a tutti i costi il luogo in cui viviamo, bensì di una conseguenza logica ed inconfutabile della ricchezza di una natura che “nutre” ciò
che produce (ortaggi, frutta, vino, ecc.) con le sostanze che si ritrova grazie, soprattutto, alla presenza dei terreni vulcanici etnei, a delle condizioni
climatiche ideali per la coltivazione nonché per l’attecchimento spontaneo
di numerose specie arboree e vegetali ed, infine, alla “generosità” del Mar
Mediterraneo, “culla” (soprattutto nel versante jonico) di un’infinita varietà
di specie ittiche. Se a tutto ciò si aggiungono le “ricette” ereditate dalle varie
dominazioni straniere che hanno governato l’isola nel corso dei secoli,
bisogna obiettivamente ammettere che la gastronomia siciliana è sicuramente una delle più ricche e gustose del mondo. Di questo ed altro ancora ci si rende conto sfogliando le pagine di “‘U Panzaruccutu”, in cui lo stimato e colto chef Pulvirenti rivela il meglio di quanto si possa preparare per
soddisfare il palato di noi autoctoni nonché dei sempre graditi ospiti che ci
vengono a trovare, ed ai quali la beltà della Sicilia non va mostrata e raccontata solo attraverso i paesaggi ed i beni culturali, ma anche tramite le
“emozioni” che riescono a procurare le sue pietanze tipiche.
Alla luce dei pregi che lo contraddistinguono, di questo libro ognuno di noi
dovrebbe possederne… due copie: una da tenere vicino ai fornelli e l’altra
da custodire gelosamente nella propria libreria accanto ai migliori testi di
storia e cultura della Sicilia.
Rodolfo Amodeo
La Sez. “Beppe Alfano” del Movimento Sociale Fiamma Tricolore ha inoltrato agli uffici competenti del Comune di Santa Venerina un documento in
cui si richiede in maniera esplicita di dare corso e attuazione alle ultime
diposizioni in materia di donazioni di organi e tessuti. Da qualche anno
infatti i Comuni sono obbligati a trasferire al Sistema Informativo Trapianti
(SIT) le dichiarazioni di volontà espresse dai cittadini in sede di rinnovo
della Carta d’Identità, ovvero a quel sistema unico che raccoglie tutte le
volontà espresse e che i medici dei centri trapianti interrogano h24 qualora debbano verificare con urgenza se un potenziale donatore di organi ha
o meno espresso la sua volontà su tale materia. Dove il sistema è partito si
registrano un 30% di indicazioni espresse, con un 90% di sì e, anche se i
numeri sono piccoli, sono importanti perché indice di possibili vite salvate.
<< L’iniziativa da noi sollecitata –dichiara il commissario locale Vincenzo
Musmeci- è una battaglia di sensibilizzazione su una tematica molto delicata. Speriamo con orgoglio di vedere inserita Santa Venerina tra i Comuni
virtuosi segnando una pietra miliare di umanità e civiltà.
Buon lavoro, Antonio.
Antonio Coniglio (presidente) – Cda area politica e tecnica: Rosita Romeo,
Marcello Bonaventura, Diana Merlino, Anna Romeo, Nicoletta Nicolosi,
Mario Musmarra, Antonino Nicotra. Questi i probabili e papabili nominativi
che dovrebbero comporre il CdA della Fondazione del Carnevale. Ci hanno
sempre detto che il Presidente doveva essere il sindaco della Città (così ci
siamo “sorbiti” per alcuni anni Nino Garozzo), ci accorgiamo adesso che
Roberto Barbagallo, nuovo sindaco, non è neppure nel CdA. La scelta di
Antonio Coniglio? Conoscendolo bene, l’abbiamo quasi svezzato sin dal
suo primo “vagito” giornalistico, ci sembra una scelta giusta ed un riconoscimento verso un giovane che non le manda a dire di certo ma che prende
di petto tutti i problemi che gli capitano davanti. Naturalmente è giovane,
molto giovane e, naturalmente, un pochino presuntuoso … ( scagli la prima
pietra chi non lo è!) , ma dopo l’esperienza Garozzo niente di Lui ci sembra
possa assomigliare a qualcosa di inutile e dannoso. Buon lavoro, Antonio, a
te e a tutti gli altri componenti della Fondazione.
T.C.
Sicurezza stradale SS 114 km 78/79, viale Ionio Acireale (CT)
A seguito di numerose richieste inoltrate nel corso degli ultimi mesi, Paolo
Monaco, presidente dell’associazione AciGaia, richieste con le quali chiedeva di intervenire per rendere più sicuro il tratto di strada in oggetto, recentemente ha avuto un incontro con il dirigente responsabile dell’Anas sezione compartimentale di Catania, Ing. Domenico Renda, accompagnato dal
personale addetto agli interventi.E’ stato effettuato insieme un sopralluogo
per verificare le condizioni del manto stradale e della segnaletica prevista,
valutando i possibili interventi da effettuare celermente.L’Ing. Renda, con la
consueta cordialità e disponibilità con la quale ha ascoltato le richieste che
seguono le preoccupazioni dei
residenti stanchi di assistere a
scene raccapriccianti, frutto
anche della pazzia di quanti
non rispettano i limiti di velocità previsti sottovalutando il
pericolo che generano per se
stessi e per chi transita in quel
momento.Si sono valutati i
provvedimenti che concretamente si potranno effettuare
presto per rendere evidente ai
mezzi che transitano il pericolo del tratto in questione, pericoli causati
sostanzialmente da chi percorre questa strada ad una velocità superiore ai
50km/h indicati dalla segnaletica stradale.Nei prossimi giorni l’Ing. Renda
darà avvio all’iter per espletare la concreta realizzazione di quanto discusso
e, grazie alla sua disponibilità, ci saranno nelle prossime settimane aggiornamenti circa lo stato della pratica.Ci si augura che presto si realizzi quanto discusso e che questo possa evidenziare il pericolo che si corre nel caso
in cui non si rispetti il limite di velocità previsto. E’ l’invito, che Paolo Monaco
rivolge a tutti , ed in special modo ai giovani, in passato spesso tristi protagonisti di incidenti mortali.
T.C.
LE ACI E IL LIBERO CONSORZIO
Quale futuro per il territorio dopo l’abolizione delle Province?
L’attualissimo ed interessante argomento è stato trattato nei giorni scorsi
nella sala conferenze del palazzo Cantarella di Aci S. Antonio davanti ad un
folto e qualificato pubblico che ha animato l’incontro con parecchi interventi. La conferenza-dibattito è stata organizzata dall’Associazione Culturale
“Terre di Aci” nell’ambito delle sue iniziative volte alla salvaguardia e alla
valorizzazione del territorio delle Aci. Nella sua prolusione il presidente
dell’Associazione “Terre di Aci”, avv. Carmelo Sardella ha evidenziato l’importanza del dibattito per scuotere l’apparente inerzia dei Comuni dell’ex
Provincia di Catania
su cui incombe l’imminente scadenza
del 28 settembre per
decidere del loro
futuro. Delle implicazioni e dell’importanza di tale decisione
ha magistralmente
relazionato
l'avv.
Nando
Gambino,
portavoce
del
Comitato a difesa
delle Aci, che, dopo
aver messo in evidenza le lacune
della legge regionale e i conseguenti dubbi interpretativi che dovranno
essere sciolti dal legislatore, ha rilevato come l'area metropolitana di
Catania ha diviso in due parti l'ex provincia, senza che le due parti abbiano continuità territoriale, talché è ipotizzabile la creazione, ope legis, di due
liberi consorzi: l'uno a nord con Acireale città capofila e l'altro a sud con
Gela o Caltagirone citta' capofila. Ha rilevato inoltre che, allo stato, solo
Acireale e Aci Catena si sono messi al riparo da rischi essendosi già distaccati dall'area metropolitana. Sull’opportunità che l’aggregazione dei
Comuni rispetti la continuità territoriale si è soffermato l’intervento del dott.
Giovanni Tringali, esponente del Comitato a difesa delle Aci. Egli ha evidenziato come il territorio delle Aci è caratterizzato da una peculiare omogeneità territoriale essendo correlato in modo importante all’evoluzione del
vulcano Etna che è nato circa 580.000 anni fa nel golfo pre-etneo e le cui
testimonianze sono visibili ad Acicastello ed Acitrezza. L’attività sottomarina è dimostrata dalla presenza di lave a cuscino mentre l’attività vulcanica
emersa è testimoniata anche dal cono piroclastico di Monte Rosso la cui
eruzione storica è datata 1329. Le peculiari caratteristiche territoriali e le
emergenze naturalistiche presenti come, ad esempio, la Riserva orientata
Timpa di Acireale costituisce un pregevole sito anche dal punto di vista paesaggistico di grande interesse in quanto presenta un campione integrale
della macchia mediterranea. La realizzazione di un’aggregazione dei
comuni del comprensorio delle Aci in un contesto di rete con le altre aree
viciniori sicuramente porterebbe ad un maggiore incremento del turismo
etneo di versante con notevoli ricadute positive sull’economia locale oggi
caratterizzata da un pesante stato di crisi economica.
Angelo Russo
AKIS
Sabato 5 Luglio 2014
Analisi del voto di Silvio Cavallaro
ADESSO IL SENSO DI RESPONSABILITA'
BUON LAVORO!
Care amiche ed amici, abbiamo vinto. E che bella vittoria! Se tutto ciò è
successo il merito è di TUTTI: tutti voi che avete dato il vostro contributo
alla vittoria con il vostro personale voto. Anzi, molti di voi con tre voti: al
primo turno ai candidati alle liste e al candidato sindaco, infine al ballottaggio (tantissimi di più) a Roberto ormai lanciatissimo verso il successo.
Un voto popolare, trasversale, enorme, netto: un successo di strategia, ma
soprattutto di democrazia. Una legittimazione, l'elezione di Roberto a
Sindaco, che premia il percorso ed il progetto di CA. Certo, un merito particolare va riconosciuto al Comitato che ha avuto intuito e perseveranza; ai
quattro generosi sfidanti delle primarie che hanno legittimato il progetto;
ma, soprattutto, ai 120 candidati che ci hanno messo l'anima e hanno dato
sostanza ad una idea. A loro va il massimo di riconoscenza, soprattutto a
chi non è stato eletto o non ricoprirà cariche amministrative: chi li chiama
"trombati" non ha capito nulla di noi, dello spirito di gruppo, dell'armonia
che regna al nostro interno, della certezza che tutti debbono avere che chi
si è candidato è speciale e avrà diritto (perché lo abbiamo sempre scritto
e detto) ad essere chiamato a ruoli politici e gestionali. Dalle nostre parti
non esiste l'ipocrisia dei tecnici: prima conta chi si candida, il resto viene
dopo se serve alla causa. La causa è Acireale che ci ha chiamati a governare: adesso serve intelligenza, senso di responsabilità e rispetto. Può
succedere che qualcuno sia tentato di anteporre le proprie legittime aspettative agli interessi del gruppo: abbiamo provocato un profondo rinnovamento, c'è al nostro interno tanta freschezza e tanta ingenuità. E' dunque
normale che ci siano anche opinioni diverse. Siamo infatti protagonisti di
un progetto che ha fatto della partecipazione democratica dei suoi "attivisti" il suo punto di forza. E dunque delle due l'una: o si accettano critiche e
consigli, oppure tutto evapora. Ovviamente CA non deve perdere questa
sua grande e preziosa caratteristica, critiche e consigli sono sempre ben
accetti, ma poi si prendono decisioni e non si può continuare a perdere
tempo in oziosi e sterili dibattiti da bar dello sport. D'altra parte non disconosciamo il valore delle rete: CA nasce da un dibattito su Fancity della
scorsa estate, si struttura e cresce su FB e dunque sa perfettamente a
cosa si va incontro. Conosce anche i suoi attori: ci sono quelli spassionati, quelli critici per forza, gli amici anche acritici. Vanno tutti bene, anche
quelli che tifano contro e non vedono l'ora di sputtanarci, magari facendo
finta di essere obiettivi. Non ci preoccupano, anche quando guardano le
pagliuzze negli occhi degli altri (abbiamo le nostre, ci mancherebbe) e non
vedono le travi conficcate nei loro. Sono
pronti a perdonare le più grandi porcate
dei partiti per cui tifano, ma sono spietati
sulle nostre scelte. Ma facciano pure,
capiamo che è normale avendo vinto,
siamo noi ora gli osservati speciali (veramente lo siamo già da 10 mesi), e non
disprezzeremo o sottovaluteremo nessuno, ma non ci faremo neppure mettere in
soggezione. Abbiamo troppa esperienza
e conosciamo bene i nostri polli (cioè i
nostri critici). Per questo guardiamo subito ed ogni giorno avanti, con il senso di
responsabilità che deve prevalere perché
la città ci ha scelto, evitando inutili discorsi da cortile, soprattutto evitando il tentativo furbo e maldestro di strumentalizzazione. Daremo attuazione al nostro programma, lo faremo con gli
uomini e le donne che saranno preferiti, non sarà mai un singolo a costituire un problema, perché la forza è nel gruppo e nel progetto. Adesso è il
momento di concretizzare le idee del programma: le energie vanno spese
in questa direzione, le competenze di tutti messe a disposizione unicamente del Sindaco che deve trovare un equilibrio in città, dentro il Palazzo,
dentro il Consiglio. Ci aspettano giorni esaltanti ed altri pieni di amarezze,
abbiamo il dovere di concentrarci sui bisogni della città all'insegna della
concretezza e del realismo. Sono certo che tutti capiranno, specie i nostri
avversari quando si renderanno conto che non siamo per nulla come gli
altri, perché per esempio non potranno metterci mai l'uno contro l'altro.
Nicola D’Agostino
Parlare col senno del poi è sempre facile, ma io posso dire “l’avevo detto”!
Con una nota pubblicata sui social network ed anche sul periodico locale
Akis nel mese di marzo, facevo appello ai candidati sindaco ed ai maggiorenti del centro-destra perché si adoperassero affinché fosse presentata
una candidatura unitaria. Il risultato è sotto gli occhi di tutti. Ogni tanto però,
una sonora sconfitta è più utile di una pasticciata vittoria. Mi dispiace per
Michele Di Re che è persona per bene, un serio professionista che sarebbe stato certamente un ottimo sindaco: ha peccato solo di ingenuità politica. Avrebbe dovuto mantenere quell’indipendenza che aveva contraddistinto la sua discesa in campo: il candidato di un gruppo di professionisti,
non legati alla politica, che mettevano le loro intelligenze a disposizione
della collettività. Non è stato così, in prima battuta, al posto di nominare
candidati assessori tutti professionisti senza legami con la politica, ha
ceduto alla bramosia di potere dei soliti noti ed ha designato un rappresentante di Scavone, uno di Basile ed un altro di Garozzo. Al secondo
turno ha completato la distribuzione delle cariche secondo il metodo
Cencelli, con un rappresentante di Catanoso ed addirittura imbarcando
nell’arca Primavera. Paradossalmente l’unico professionista sganciato
dalla politica era Gaetano Rizzo, persona seria che stimo tantissimo che,
anche se candidato in prima battuta nella coalizione di Seby Leonardi,
sarebbe stato certamente un assessore sganciato dal PD ed indipendente
nel senso più autentico del temine. A quel punto nessuno più ha creduto
all’indipendenza del progetto “30 per Acireale”. Lo
squallido finale di campagna elettorale, con l’attacco
frontale del candidato avversario, non sul piano dei
programmi ma sul piano personale ed addirittura per
motivi risibili, attacco per di più proveniente da quella parte politica (Forza Italia) che si è sempre distinta
per gli innumerevoli condoni votati e sanato sempre
tutto ciò che c’era d’illegale, ha completato l’opera.
Ora la campagna elettorale è finita. Mi auguro che sia
finita per tutti. Mi auguro che la maggioranza non amministri con tracotanza, che l’opposizione svolga il suo mandato senza pregiudizi e che entrambe le fazioni abbiano come obbiettivo solo il bene della Città. Mi auguro
anche che possa ricostituirsi ad Acireale una nuova formazione di Destra,
senza persone legate al passato, ma solo con chi crede negli Ideali e non
nelle poltrone. Auguri e buon lavoro Sig. Sindaco! Auguri Acireale!
Silvio Cavallaro
9
DOPO ELEZIONI
Ad elezioni finite, con gli animi, in
parte, placati, mi vengono fuori, violente, alcune domande: perché? Perché
7 sindaci e quasi 600 persone, mi
auguro tutti abitanti ad Acireale, decidono di candidarsi per ambire ad
essere il sindaco o uno dei 30 consiglieri comunali della Città? Cosa li
motiva? Da quanto tempo covava in
loro (e questo pensiero va a tutti,
diciottenni e non) il desiderio di aspirare ad una poltrona che altro non vuol
dire che combattere, escogitare, lambiccarsi il cervello, passare notti insonni, soffrire, apparentarsi (nel senso buono), lavorare collegialmente solo
per trovare il modo di far vivere (o rivivere) la nostra amata Acireale? La
amano davvero? Così tanto da annullarsi e lavorare in modo indefesso per
Lei? Ma 600 non è un numero spropositato? E la prossima volta quanti
saranno? Ricordo quando partecipavo ai primi concorsi, 5.000 partecipanti per 0 posti, cioè quelli che si sarebbero liberati per gente andata in quiescenza o, addirittura, morta. La gente rideva – cinquemila partecipanti per
zero posti, assurdo!- Assurdo? Era il nostro lavoro, avevamo sudato sui
libri, non potevamo fare altro, forse era anche assurdo, ma aveva un
senso! Sinceramente a me 600 persone sufficientemente preparate e motivate mi sembra un numero veramente eccessivo. La politica è per tutti, si,
ma siamo tutti in grado di fare la politica degli altri, della Città? Siamo tutti
pronti a dimenticarci della vita personale per occuparci dei numerosissimi
problemi, piccoli e grandi, di Acireale? E i 600 candidati si sono fermati a
riflettere, a ragionare se la persona con cui stavano per allearsi rappresentava il loro ideale politico? Bè, abbiamo già visto, non tutti… E quando
si cambia repentinamente, prima delle elezioni e dopo, lo si fa perché si è
percepito che così andava bene per la città? Ad essere sinceri noi cittadini
abbiamo capito diversamente! Più che una corsa politica ci è sembrato un
enorme e lungo provino del “grande fratello” dove persone qualsiasi, le più
strane e le più varie, alle quali non viene richiesto nessun titolo o merito, si
sono affollate, coinvolgendo l’intera città, per entrare nella “Casa” e iniziare da lì una vita fantastica fatta di denaro, successo, applausi: tanti applausi. Noi acesi ci auguriamo che la selezione fatta, al di là di amici e parenti,
risulti veramente una squadra coesa e motivata che riporti la nostra città in
condizioni più vivibili e soprattutto con più opportunità di lavoro.
Mariella Di Mauro
Nell’aula magna del liceo “Turrisi colonna” di Catania, l’associazione culturale G. Turrisi Colonna – Onlus ha presentato il libro ”Leonardo profilo
di un genio” di Laura Tornabene. Sono intervenuti la prof.ssa Anna Maria
Di Falco, dirigente dell’istituto, la prof.ssa Carmela Bufalino, docente di
Filosofia e storia, la prof.ssa Mariella Di Mauro giornalista, scrittrice e nostra
valida collaboratrice, Laura Tornabene, attrice, scrittrice, autrice dell’opera.
ph Fabio Consoli
Nando Ardita, vice Sindaco designato e assessore ai LL.PP. ha presentato la richiesta di redazione di un apposito regolamento da proporre al
Consiglio Comunale con il quale strumento si possa colmare il vuoto normativo tra il principio dii sussidarietà orizzontale e la realtà delle amministrazioni locali per la cura e la gestione condivisa dei beni comuni urbani
attraverso l’adozione di atti di natura non autoritativa che si estrinsecano
nella stipula di atti di collaborazioni.
www.akis-aci.com
Via Vitt. Emanuele, 35
ACI S. ANTONIO
10
AKIS
Sabato 5 Luglio 2014
I ruderi di Santo Stefano parlano ancora
Teatro di reviviscenza a Santa Venerina nel palcoscenico naturale della Cella Truchora bizantina e dell’antico
éremo. L’Associazione “Storia, Cultura e Sviluppo
Territoriale” di Santa Venerina, meglio nota come
Sto.Cu.Svi.T., mettendo insieme tutte le risorse interne
di volontariato e facendo leva sulle competenze di soci
e simpatizzanti, domenica 15 giugno nella contrada
San Michele di Santa Venerina ha proposto un evento
culturale davvero inedito: un teatro di reviviscenza,
secondo l’insegnamento artistico di Alfredo Mazzone,
ovvero una rappresentazione scenica nel palcoscenico
naturale della Cella Trichora bizantina del V-VI secolo
d.C. e dell’antico éremo di Santo Stefanonella contrada
San Michele di Dagala del Re. Proprio in quel suggestivo e pittoresco ambiente che coniuga storia e natura,
i monaci benedettini, introdotti dal canto gregoriano, e
impersonati da Franco Cannata, Rosario Pulvirenti e
dagli attori dell’Officina d’Arte di Alfio Vecchio, Gianni
Costa, Orazio Finocchiaro, Pippo Pennisi e Antonio
Spoto, hanno raccontato agli intervenuti la storia di quel
sito che fino al XIII secolo ha avuto un ruolo determinante per la vita materiale e spirituale del territorio
sopra l’antica Mascali, denominato Sant’Andrea. Tra il
querceto, inoltre, sono risuonate le voci di testimoni e
studiosi che hanno fatto riferimento al monastero e alla
cella trichora, ciascuno nel suo linguaggio d’epoca: San
Gregorio Magno (epistola n. 59 del 593 d.C.) e il cronachista del Trecento Nicolò Speciale, in lingua latina, e
del can. Giuseppe Recupero (Settecento) e Lionardo
Vigo (Ottocento) in lingua italiana, declamate da don
Giovanni Mammino. Gli spettatori hanno posto delle
domande alle quali il priore Hugo e i confratelli Jacopo,
Mattia, Stefano, Giovanni e Marco, ottimi personaggi
sia per la recitazione che per l’abbigliamento, hanno
risposto alle domande del pubblico. L’idea è stata di
Giovanni Vecchio, il quale ha trasposto in forma di dialogo un suo saggio pubblicato nelle “Memorie e
Rendiconti” dell’Accademia Zelantea di Acireale del
2008 e l’ha proposto al direttivo dell’Associazione nonché all’attore-regista Franco Cannata, che si è dimostrato subito entusiasta, e successivamente al regista
Alfio Vecchio. Il presidente dell’Associazione Domenico
Strano si è adoperato per ottenere il patrocinio del gruppo di Acireale del FAI (Fondo Ambiente Italiano), della
sezione comprensoriale dell’area jonico-etnea
dell’Archeoclub, della sezione di Giarre del CAI (Club
Alpino Italiano) e della sede di Acireale di SiciliAntica.
Durante e alla fine della manifestazione c’è stata la
degustazione di alcuni prodotti tipici medievali; l’evento
si è concluso con la visita guidata della Cella Trichora
bizantina; ulteriori chiarimenti e informazioni sono stati
forniti, su richiesta, da Giovanni Vecchio. Il presidente
di Sto.Cu.Svi.T Domenico Strano e tutti i soci hanno collaborato attivamente per la riuscita della manifestazione impegnandosi in tutte le fasi organizzative e persino
nella ripulitura del sito archeologico e nell’adattamento
del selciato delle vie di accesso. Particolare cura hanno
riservato anche alla preparazione di prodotti d’epoca
medievali, degustati dai visitatori assieme ai liquori
locali. Di grande aiuto l’apporto del service messo a
disposizione da Gesuele Sciacca e la ripresa con tre
videocamere coordinata da Salvatore Sciacca. Questa
iniziativa è la terza che l’Associazione dedica al
Monumento: nei primi due incontri sono stati affrontati
gli aspetti storico-architettonici e quelli religiosi-spirituali; questa volta si è focalizzata l’attenzione sui ruderi di
Santo Stefano in forma nuova e dinamica superando lo
stereotipo dell’informazione secondo i canoni consueti
orali e scritti. L’auspicio è che il sito, acquisito nel 2012
al patrimonio del Comune di Santa Venerina, venga salvaguardato e valorizzato d’intesa tra l’Ente Locale e la
Soprintendenza e possa nel tempo ampliarsi l’area di
riferimento con l’acquisizione del suggestivo querceto e
dell’anfiteatro naturale che si è formato nelle vicinanze,
dove si fermò la colata lavica del 1284, che travolse l’éremo lasciando intatta la basilichetta bizantina che si
trovava poco più giù. Urge anche l’adattamento e il
miglioramento delle vie d’accesso al monumento.
Comunque, l’operazione ardita e suggestiva è stata
coronata dal successo decretato unanimemente da tutti
coloro che vi hanno partecipato. La qualità artistica è
stata assicurata da attori di indiscussa professionalità,
l’evento ha contribuito certamente a sensibilizzare i cittadini e ci si augura che le autorità riconoscano appieno l’importanza del sito non solo per la memoria storica, ma anche come elemento che potrebbe contribuire
allo sviluppo del territorio.
Nhora Caggegi
Il prof. avv. Anna Genovese alla CONSOB
Il prof. avv. Anna Genovese, originaria di Aci Catena ed
ex alunna del “Gulli e Pennisi” di Acireale, nominata
componente della CONSOB Abbiamo appreso con
soddisfazione della nomina del prof. avv. Anna
Genovese quale componente della CONSOB
(Commissione Nazionale per le Società e la Borsa),
ente che tra i propri compiti ha quello di tutelare il pub-
blico risparmio, concorre alla protezione degli interessi
dei risparmiatori, regolamentando la prestazione dei
servizi e delle attività di investimento, e vigilando sulle
società di gestione dei mercati, sulla trasparenza e l’ordinato svolgimento delle negoziazioni. La Genovese è
nata ad Aci Catena nel 1965, ha frequentato il Liceo
Classico Statale “Gulli e Pennisi” di Acireale, conseguendo con il massimo dei voti la maturità liceale nella
sessione d’esami del 1984. La Commissione esaminatrice si congratulò con la scuola per l’eccellente esame
sostenuto dalla Genovese e dal suo collega Rosario
Faraci e mi delegò, quale preside dell’Istituto, alla firma
di tutti i diplomi. Pertanto ebbi l’onore di consegnare ai
due studenti, oggi illustri e ben affermati docenti universitari, il rispettivo diploma. La Genovese si laureò
nel 1989 in giurisprudenza con il massimo dei voti e la
lode nell’Università degli Studi di Catania, si abilitò
all’esercizio della professione forense e si iscrisse
all’Ordine degli Avvocati; vinse nel 1992 una Borsa di
studio per l’Estero del CNR fruita presso il Max Planck
Institut di Diritto privato internazionale di Amburgo e nel
1994 conseguì il dottorato di ricerca in Diritto
Commerciale. Dal 1994 al 1998 è stata funzionario
presso l’Autorità Garante della Concorrenza e del
Mercato e fra il 1999 e il 2005 ha svolto attività di ricerca di diritto commerciale nel sopra citato istituto di
Amburgo e nel 2008 presso la London School of
Economics and Political Science. E’ autrice di autorevoli opere scientifiche pubblicate dagli editori
Giappichelli e CEDAM. Dal 2004 è professore ordinario di Diritto Commerciale nell’Università degli Studi di
Verona, è presidente del Comitato Scientifico del
Corso di Perfezionamento sul nuovo Diritto
Fallimentare, collabora a prestigiose riviste del settore
giuridico. La nomina nella CONSOB costituisce un
riconoscimento alla sua competenza e professionalità
e siamo certi che svolgerà con scrupolo e correttezza
il delicato e complesso compito all’interno di un organismo strategico per l’economia italiana.
Giovanni Vecchio
Incendi: figli del voto di scambio, di una sottocultura
del lavoro a tutti i costi ...che se non c'e' si crea, tanto
la regione Sicilia pagava tutto. Oggi piangiamo la perdita di un habitat irripetibile quale quello dei MONTI
ROSSI. Trent'anni non basteranno per ricreare quell'ambientazione che tanti di noi amavano e tanti illustri
personaggi ne avevano descritto la meraviglia nel
mondo. I politici hanno trasformato l'istituzione della
regione Siciliana in un mostro dai mille tentacoli. La
tragedia dei monti rossi altro non e' che uno dei tanti
costi che indirettamente paghiamo per gli anni di oscurantismo. Per liberarcene dovremo patire chissà quali
altre tragedie
Salvo Zappalà
Le musiche più belle e
toccanti che,fin da bambino, ho sentito nei riti
della Chiesa cattolica
dentro la quale, come
tanti altri ,ho passato la
mia fanciullezza e mi
sono nel “profondo” formato, l’ “Ave Maria” e
“La marcia nuziale”,
sono state composte da
un ateo, Franz Schubert
la prima, e da un ebreo
convertito convintamente al cristianesimo luterano, Felix Mendelsson, la seconda: che,
come tale, peraltro, compose una sinfonia, soprannominata appunto “Riforma”, nell’anno 1830 per celebrare il
3° centenario della “Confessione di Augusta” che sancì
la definitiva affermazione del culto cristiano-protestante
all’interno della cultura mitteleuropea. L'arte e la spiritualità non conoscono steccati di nessuna
natura.(Pensiero n°13 del 3 sett. 2003)
Stille di Glamour
IN UNA DIMORA PRIVATA DI GUARDIA MANGANO
Ed ecco che la sera del giorno più lungo dell'anno, a
Guardia Mangano in un antico casale di fine Settecento,
fitte scintille di glamour si coniugano al country siciliano
per disegnare una quanto mai suggestiva atmosfera. E'
la magica cornice pensata dai familiari per festeggiare,
in stile che definiremmo minimal chic i sessant'anni (tutto
sommato ben portati) della padrona di casa, insegnante
di scuola materna, che, per l'occasione ha voluto con sè
principalmente le colleghe più care e sostenibili, nonchè
un piccolo stuolo di amici e parenti. Fra tutti, brillano di
luce riflessa , per via di prestigiosi riferimenti, due coppie
: una perché cugina del noto presentatore televisivo
Pippo Baudo, l'altra per avere dato i natali al giovane
politico ex vicecapogabinetto del governatore Crocetta.
Splende,invece, di luce propria la talentuosa, giovanissima Alessia Pitali, che letteralmente ammalia gli astanti
solleticando con le sue eleganti dita le corde dell'arpa e
quelle del cuore. Maledettamente bella, pluridiplomata al
Conservatorio Corelli di Messina, fresca vincitrice alla
VII Edizione del premio internazionale Amigdala, l'artista
peloritana, attingendo in assoluta libertà al suo repertorio riesce a creare un'ineffabile atmosfera edenica che
infonde serenità - e vi prego di credere al cronista quando afferma d'avere visto i lucciconi su più d'un paio d'occhi. Tuttavia ad abbassare il livello provvedono le richieste - esaudite, purtroppo - di qualche nostalgico del pop
partenopeo. Poi...il rito della torta, lo scarto dei regali, i
saluti, le auto che defluiscono. Il cerchio magico si spezza. Alessia, l'arpa, la sagoma dell'Etna, l'aria frizzantina
e il cielo illune...Il tutto è una stilla destinata a perdersi
nel grande mare della memoria.
Mariano Antonio SEMINARA
Un simpatico incontro con una operatrice “postale” ci
fa dimenticare, finalmente, le lunghe, estenuanti code
agli sportelli postali. Il motivo di questa nostra soddisfazione la elencazione di quanto la nostra bella operatrice, Graziella Trovato, titolare di un servizio postale denominato “Posta Privata Nazionale – Le Poste
come le vuoi tu””, con sede operativa nel centro della
nostra città, in funzione da qualche settimana .
“L’azienda - ci conferma Graziella Trovato - opera in
completa autonomia ed è dotata di licenza individuale
e autorizzazione generale, rilasciata dal Ministero per
lo Sviluppo Economico, Dipartimento delle
Comunicazioni. La nostra attività prevalente prevede
l’accettazione di ogni tipo di corrispondenza ed il
recapito diretto della stessa nell’ambito della nostra
capacità operativa. I nostri servizi sono integrati o
integrabili con criteri operativi a valore aggiunto”.Una
visita nei centralissimi locali, eleganti e spaziosi, di
Corso Italia 36 ci darà la conferma dell’efficienza e
celerità del servizio.
Fortunatamente, ogni tanto, nelle cronache dei giornali si leggono notizie positive....
Il matrimonio di due giovani, in ogni caso, è notizia da riportare in grande evidenza e,
soprattutto, quando gli interessati, sono cari amici nostri.
I genitori Venera Trovato e Nello Vasta (chi
non lo conosce? è stato soggettista del
cantiere di Luciano Parlato e organizzatore de “La spada d’Oro”) hanno partecipato,
felicissimi, alle nozze della figlia Claudia
con l’ing. Seby Torrisi, assieme ai genitori dello sposo, Marta Verti e Mario Torrisi.
Una bellissima cerimonia celebrata nella
chiesa di San Domenico con il coro
Gospel del Maestro Giuseppe Puglisi, cui
ha fatto seguito un ricevimento presso
Villa Mirador. Tra gli ospiti la cantante
Stefania Sammartino (che abbiamo ammirato su SanRemoGiovani di Rai)
e Marco Vito, vocal coach di The Voice di Rai1 oltre che D.A. in “Ti lascio
una canzone” di Rai1. Cosa ci resta da scrivere? Solo augurare una
perenne vita serena per i novelli sposi e gli auguri ai felici genitori da parte
di Akis.
Chi ama è paziente. E’ premuroso. Chi ama non è geloso. Non si
vanta. Non si gonfia d’orgoglio. Chi ama è rispettoso. Non va in
cerca del proprio interesse. Non conosce la collera. Dimentica i
torti. Chi ama rifiuta l’ingiustizia: la verità è la sua gioia. Chi ama
scusa tutto. Di tutti ha fiducia. Tutto sopporta. Non perde la speranza. L’amore mai tramonterà. (Paolo di Tarso)
Poichè è utile continuare a comunicare notizie belle e piacevoli accomuniamo i nostri auguri anche alla coppia
Andrea e Simona che, nella Cattedrale di Acireale, si sono uniti in matrimonio che è stato officiato da don Roberto
Strano. Testimoni: Graziella Imbrogiano, Maurizio Contarino, Tiziana Lampuri e Giuseppe Messina. Paggetti e
Damigelle Antonino Parisi, Simone Messina, Sarah Messina e Maria Chiara Parisi che sono stati “meravigliosamente”vestiti da Mariella Gennarino. Anche a loro i più fervidi auguri da parte di Akis.
AKIS
Giovedì 5 Luglio 2014
Torneo di calcio a 5 - San Giovanni Bosco 2014
2° Memorial Giovanni Spina
La terza edizione della riuscitissima manifestazione “A Nivarata-il rito della
granita siciliana” - organizzata in sinergia da Progetticollaterali, Comune di
Acireale, Studio Muse ed Etnamare reporter - si è aperta con un’interessante conferenza sul tema “Neviere e nevaroli di Sicilia”. Ad introdurre l’incontro culturale è stata Tiziana Privitera, una delle organizzatrici della rassegna, la quale ha ricordato che, seppure si parli di granita siciliana come
specialità regionale, consistenza, gusto e lavorazione della stessa cambiano da zona a zona. Ed è proprio al legame tra la granita e la storia del territorio è stata dedicata la tavola rotonda, moderata da Giovanni Criscione,
che ha visto l’intervento di scrittori, storici e registi, che hanno approfondito
questa tematica nell’ambito della loro attività professionale e di studio.
Il prof. Luigi Romana di Caltavuturo ha parlato delle neviere nella zona delle
Madonie (Palermo), vere e proprie costruzioni, strutture del diametro di 2025 metri e della profondità di 8-10 metri, naturali o artificiali (a cupola e a
dammuso), dove la neve veniva conservata d’inverno e poi tagliata in blocchi per essere venduta in città. Centinaia di persone erano coinvolte in questa attività, che si incrementò nel ‘600, quando a Palermo si registrò un vero
e proprio “boom” nel consumo della neve (per la produzione dei gelati, ma
non solo), tanto che ne venivano trasportate anche cento balle al giorno.
Grazie alla maestria dei gelatai, sorbetti e granite si diffusero dalla Sicilia in
Europa, a partire da una semplice ricetta, che vedeva l’utilizzo di ghiaccio,
sale e ingredienti naturali come il succo di limone. Solo a seguito della diffusione delle gelatiere elettriche, nella seconda metà del ‘900, venne
dismesso l’uso delle neviere in Sicilia occidentale.
Il prof. Luigi Lombardo, antropologo, studioso delle neviere nella zona degli
iblei e del commercio della neve in Sicilia, ha relazionato su “La neve alla
mensa del Vescovo di Catania”, ricordando come in passato il “signore
della neve” nella zona etnea era proprio il vescovo di Catania, che nel 1638
stipulò una apposita convenzione, fissandone il prezzo a 4 grani a rotolo
(circa 800 grammi). Si crearono in quel periodo anche delle società tra
nevaroli che garantirono per due secoli la fornitura di neve a Malta, dove vi
era il più grande ospedale del Mediterraneo. Il prezzo fu calmierato fino al
1860, infatti, perchè la neve serviva anche per uso medico.
Lo scrittore e giornalista Giovanni Criscione ha, quindi, intrattenuto il pubblico ricostruendo la storia della famiglia Bonajuto di Modica tra la fine del
‘700 e l’800. La svolta imprenditoriale si ebbe nel 1821, quando Francesco
Ignazio Bonajuto ottenne la licenza di aromatiere ed iniziò la vendita di spezie e neve, dal cui commercio conseguirà le sue maggiori rendite; attività
che negli anni ’50 del secolo lo porterà a diventare un monopolista nel settore. Quando ne verrà estromesso, nel 1861, si dedicherà con eguale successo al settore della dolceria (cioccolato modicano), mentre il commercio
della neve nella zona degli iblei entrerà in crisi all’inizio del secolo seguente, quando apriranno a Siracusa delle fabbriche di ghiaccio (1895, 1905).
Il regista e sceneggiatore Nello Correale ha poi presentato un suo lavoro,
“Il Signore delle Nevi”, dedicato al principe Francesco Alliata di Villafranca
Due giornate di sport e di
sano agonismo
per
ricordare Gio, il giovane
pozzillese scomparso - il
19 gennaio 2012 - a
seguito di un incidente
stradale. Anche quest'anno Pinuccio Vanella,
Presidente della FC
Acireale, si è fatto promotore di questa importante iniziativa volta a
ricordare uno dei suoi
“ragazzi”. “Un goal per
non dimenticare...”lo slogan di questa due giorni,
iniziata l'11 giugno e conclusasi il 18, nel campetto parrocchiale di S.
Giovanni Bosco. «Per
noi è importante educare
i nostri allievi, attraverso
le regole dello sport, alla
vita e sensibilizzarli sin da piccoli a certe tematiche. Crediamo nell'importanza formativa di questo tipo di eventi.» il commento di Salvatore
Cavallaro, Presidente del Real Trecastagni.
Sei le squadre scese in campo, tutte appartenenti alla categoria giovanissimi: FC Acireale, Linera, Aci Bonaccorsi, Mascali, Polisportiva S.Venerina
e Trecastagni. Un clima di gran festa, ha coinvolto nell'ultimo turno di girone, i piccoli atleti della categoria Pulcini e Primi calci. Tutti vincitori, in quello che è stato un “campionato alla vita”. Da cornice, un'atmosfera amichevole contornata da un pizzico di genuina competizione e tanta contentezza negli occhi degli apprendisti calciatori. Pallone al piede, hanno giocato con grinta ed entusiamo. Gioia e commozione, hanno accompagnato
il momento della premiazione. A consegnare medaglie e coppe, i genitori
di Giovanni, mister Vanella e Pippo Rossi consigliere regionale della FGCI
. Presenti parenti ed amici del giovane oltre che i rappresentanti delle
squadre scese in campo; Gaetano Giardina Presidente ASD Giovanile
Mascali, Nino Torrisi Dirigente Resp. ASD Polisportiva S.Venerina, Orazio
Viscuso Dirigente ASD Trecastagni e Simone Sciuto ASD Aci Bonaccorsi.
«Noi allenatori del calcio, siamo prima di tutto educatori. E' nostro compito, trasmettere lo spirito di partecipazione e condivisone dello sport,
costruire valori. In questa giornata, si ricorda la figura di un giovanissimo
sportivo, venuto a mancare prematuramente. Tutta la famiglia arbitrale
della sezione Acireale, di cui Giovanni faceva parte, lo ricorda con affetto»
ha sottolineato Rossi. «Grazie di cuore, a tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione di questa manifestazione in ricordo di mio figlio. Ci dà
forza, percepire il vostro affetto e solidarietà. Giovanni era un vulcano d'energia ed un appassionato al gioco del pallone. Quale miglior modo per
ricordarlo, se non attraverso un torneo di calcio» il sig. Rosario Spina a
fine cerimonia. Giovanni e le altre vittime della strada, devono essere un
monito di riflessione. Sempre più spesso, purtroppo, le nostre strade
diventano teatro di stragi annunciate. L'incuria di un attimo, l'imprudenza
di un gesto e...si giunge ad un punto di non ritorno. Perchè organizzare e
partecipare ad un memorial? Indubbiamente perchè sia ha il bisogno di
commemorare chi non c'è più, ma soprattuto per non dimenticare che la
vita è sacra ed una sola e come tale va preservata ed amata.
Ogni storia, racchiude un dolore incommensurabile, al contempo vuol
essere una testimonianza forte su come è possibile reagire proattivamente. Ognuno, può dare il buon esempio. Guidare in modo consapevole e
responsabile, rispettando il codice della strada, è il primo “step” per fare la
differenza. Basta poco per “cambiare rotta”e puntare alla vita!
Marinella Arcidiacono
[email protected]
(1919), l’ultimo degli imprenditori siciliani della neve ancora viventi. Nel suo
video l’autore ha raccontato la storia della neve in Sicilia, del suo commercio e del suo utilizzo in ambito alimentare, con l’obiettivo di valorizzare questo straordinario patrimonio, diffuso in tutto il nostro territorio regionale. Il
regista ha ricostruito varie scene di vita contadina, come il trasporto della
neve dall’Etna con i muli: una storia dalla grande forza espressiva, ma che
nessuno prima aveva mai raccontato.
E’ stato il modo migliore per dare inizio ad una manifestazione che sempre
più si impone come l’evento gastronomico-culturale più importante dell’estate acese, quest’anno, peraltro, gemellato con due realtà di livello internazionale quale il “Brighton & Hove Food and Drink Festival” (Inghilterra) e
l’Eurochocolate (Perugia-Italia).
Guido Leonardi
AK IS
IL GIORNALE
DEL TERRITORIO
DELLE ACI
I tanti suicidi e omicidi che
avvengono sempre più frequente mi e ci turbano. Che cosa succede? Vale così poco la nostra e
l'altrui vita? Solitudine, sconforto, male oscuro o perdita di
senso
e
indifferenza
a
tutto?Nello scegliere di morire
forse non c'é un solo perché. Si
può solo abbassare gli occhi per
una preghiera. Vivere richiede
coraggio anche quando la vita ci
sferza. Preziosa é la solidarietà
degli amici. Sentirli vicini è stato
ed é per me una grande forza.
Se guarirò dal tumore lo dovrò
proprio a tutti loro. C'è tanto
male nel mondo, ma abbiamo una risorsa che nessuno può toglierci: la
bontà dell'animo umano.
Lorenzo Marotta.
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7^ edizione del Memorial Arturo Volcan
Con una intensa giornata di sport, ricca di contenuti non solo agonistici ma
di vero incontro e solidarietà, è andata in archivio la 7^ edizione del
Memorial Arturo Volcan. L'istruttore di minibasket, educatore e scout, impegnato nel sociale quotidianamente, anche nella sua attività professionale, è
stato ricordato proprio con la disciplina sportiva che più amava, il basket. Nel
Palazzetto a lui intitolato nel 2009, la Polisportiva Basket Acireale, presieduta da Paolo Panebianco, ha quest'anno cambiato un pò la formula della
giornata. Intanto si è scelto di cambiare la categoria, dedicando il Memorial
all'Under 15, e di dare un respiro regionale. Hanno partecipato, infatti, Capo
d'Orlando, Messina, Gravina, oltre, ovviamente, al team padrone di casa.
Nella prima sfida proprio il Basket Acireale di coach Daniele Balbo ha superato il Gravina, allenato da coach Proietto, con il punteggio di 59-34. Nella
seconda sfida sul parquet del PalaVolcan si sono presentate le due messinesi, con una supremazia degli orlandini di coach Sussi concretizzatasi con
il 71 a 49, sugli arancioni di coach Restanti. La pausa pranzo, deliziata dai
manicaretti preparati dalle mamme acesi che non si sono risparmiate in delizie in quantità, è poi durata meno del previsto per la voglia di tutti di rientrare in campo. Così la finalina 3^-4^ posto è stata vinta dal Messina, e poi spazio alla finalissima. Gara vibrante, combattuta dal primo all'ultimo secondo,
con i granata di casa che imponevano il proprio gioco, andando all'intervallo lungo con un ottimo vantaggio. Al rientro, però, Capo d'Orlando con una
inespugnabile difesa assestavano un parziale importante che permetteva il
recupero e poi la vittoria finale, anche se nell'ultimo quarto gli acesi di Balbo
si rifacevano sotto. Una bella partita che ha onorato lo sport, nel senso più
alto del termine, e dunque ricordato nel migliore dei modi Arturo. Al termine
la premiazione con un omaggio ricordo per tutti, dai singoli giovani cestisti
partecipanti ai quattro arbitri federali impegnati: Federico Castorina, Fabio
Fichera, Marco Puglisi e Luca Moschitto. Coppa per le singole squadre e poi
quattro riconoscimenti particolari: miglior play maker, Di Dio del Messina;
premio Fair Play, Di Guardo del Gravina; miglior rimbalzista Giglia del Capo
d'Orlando; miglior marcatore Enrico Panebianco, capitano del Basket
Acireale. Vincitori tutti in questa giornata, però, dove nel ricordo di Arturo
Volcan ogni partecipante, ogni singola persona che ha permesso questo
evento, ha contribuito alla buona riuscita e al perpetuarsi del suo esempio,
in campo e fuori. Non per nulla, legato al memorial, ma protagonista anche
in altri eventi è il progetto "Un canestro per l'Africa" fortemente voluto dalla
sua famiglia, ieri presente al Palazzetto, e dagli amici più cari. Una raccolta
fondi che arriva direttamente a padre Zanchetta a Kinshasa, capitale della
Repubblica Democratica del Congo, dove si aiutano decine di ragazzi e
ragazze a crescere nell'istruzione e nello sport.
Nella foto le quattro squadre partecipanti
La morte non è¨ niente. Sono solamente passato dall'altra parte: E’¨
come fossi nascosto nella stanza accanto. Io sono sempre io e tu sei
sempre tu. Quello che eravamo prima l'uno per l'altro lo siamo ancora. Chiamami con il nome che mi hai sempre dato, che ti è¨ familiare;
parlami nello stesso modo affettuoso che hai sempre usato. Non cambiare tono di voce, non assumere un'aria solenne o triste. Continua
a ridere di quello che ci faceva ridere, di quelle piccole cose che tanto
ci piacevano quando eravamo insieme. Prega, sorridi, pensami! Il
mio nome sia sempre la parola familiare di prima: pronuncialo senza
la minima traccia d'ombra o di tristezza. La nostra vita conserva tutto
il significato che ha sempre avuto: E’ la stessa di prima, c'è¨ una continuità che non si spezza. Perchè dovrei essere fuori dai tuoi pensieri e dalla tua mente, solo perchè sono fuori dalla tua vista? Non sono
lontano, sono dall'altra parte, proprio dietro l'angolo. Rassicurati, va
tutto bene. Ritroverai il mio cuore, ne ritroverai la tenerezza purificata. Asciuga le tue lacrime e non piangere, se mi ami: il tuo sorriso è¨
la mia pace".-S.Agostino
PREMIO ACI E GALATEA 2014
Piazza Duomo - 10 Agosto
AKIS: Anno X, numero 9 del 5 Luglio 2014 - Editore e Direttore Responsabile: Turi Consoli - Autor. n. 22 del 23/05/2005 del Tribunale di Catania - Sede: via M. di Casalotto 68 - 95025 Aci S.Antonio
Redazione: via Alliotta, 14 - 95024 Acireale - Tel.- Fax 095 7921059 – 347 5382517 - [email protected] - Tipografia-Litografia: “TM” di Mangano Venera - via N. Martoglio, 93 - S. VENERINA (CT) Tel. 095 953455 - Site: www.akis-aci.com - www.akis-acionline.com - Elaborazione grafica, fotomontaggi e impaginazione: MP Graphic di Maurizio Pagano - Tel. 347 1433135 - Distribuzione e
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Sabato 5 Luglio 2014
Premio Donna Fidapa a Carmela Rozza
In una location rimembrante antichi passi e mistici profumi, si è svolta la bellissima Cerimonia delle Candele della sez. Fidapa di Acireale, coordinata
dalla Presidente Vera Pulvirenti, un po’emozionata per l’occasione. Il
Chiostro del S. Biagio Resort, al centro del quale troneggia un importante
pozzo in pietra lavica con “mascheroni” in rilievo di contorno ai quattro
angoli (…. anche loro felici di partecipare all’evento), ha fatto da cornice al
ricco addobbo floreale di supporto alle variopinte candele della cerimonia
pronte a dare “Luce” alla serata, dando inizio all’importante momento di vita
associativa, quale è la “Festa delle Candele”, la più importante di tutto l’anno sociale. Altro momento significativo e altamente qualificante è stata la
consegna del “Premio Donna Fidapa 2014”, che ogni anno la sezione di
Acireale, assegna ad una donna che si sia distinta nelle arti, nelle professioni o negli affari. Quest’anno il Premio Donna Fidapa 2014 è stato assegnato alla dott.ssa Carmela Rozza, ragusana di origine e attualmente
assessore ai lavori pubblici al comune di Milano, dove si è trasferita dal
1983. Ha lavorato presso l’ospedale S. Giuseppe e poi presso l’ASL e si è
mantenuta da sola agli studi facendo anche saltuariamente lavori legati alla
sua attività primaria. Le sue origini siciliane sono state spesso causa di
discriminazioni nei concorsi pubblici. E’ stata sindacalista fino ad arrivare
alla carica di Segretario Generale, occupandosi di Sanità, Enti locali e
Trasporti, e soprattutto si è occupata delle periferie; ha fatto parte del con-
siglio comunale di Milano prestando molta attenzione alle classi più deboli
della popolazione, tanto che nelle ultime elezioni dell’amministrazione
Pisapia è stata la donna più votata al Comune di Milano con 2.534 voti. E’
stata definita la Donna Chiave di Milano expo 2015. Si dice di lei che sia
“una persona scomoda, ingombrante”, ma lei risponde “perché sono una
donna libera”. Alla domanda se si sente più milanese o ragusana, risponde:
“Ragusa è la mamma che non ho scelto ma mi ha generata, Milano è il mio
compagno di vita che ho scelto e che amo”.Come sappiamo la Fidapa ha
tra gli obiettivi e finalità la promozione della donna e si è sempre battuta,
presentando anche in parlamento mozioni per la cosidetta parità di genere.
La Fidapa di Acireale, nell’ambito dell’assegnazione del “Premio Donna
Fidapa” istituito da tempo dalla nostra sezione, pensando ad un personaggio di rilievo e di spicco, ha scelto di trovare nella dott.ssa Carmela Rozza,
diventata ormai nostra Amica, una “testimonial” significativa, una Donna,
che partita in punta di piedi, con tanti sacrifici, puntando solo sulle proprie
forze, facendo valere i propri diritti contro una società troppo maschilista, è
riuscita ad arrivare a dei traguardi rilevanti, non a caso si trova ad un posto
di “comando”, uno degli assessorati più importanti delle giunte comunali,
solitamente occupati da uomini. La Presidente Vera Pulvirenti nel consegnare la targa ha letto la motivazione che così recita:”A Carmela Rozza,
nostra conterranea, donna volitiva e determinata, che, con coraggio e lungimiranza, è riuscita a raggiungere ambiti traguardi, non ultimo –una Rosa
nei cantieri di Milano per Expo 2015-“. La premiata lusingata per l’importante premio, ha raccontato dei primi timidi approcci in una fredda e, per
certi versi, ostile Milano, quando, da emigrante, per telefonare alla famiglia
in Sicilia, si metteva in fila nelle agenzie dell’allora Sip, all’interno della
famosa Galleria Vittorio Emanuele, dove adesso, in veste di assessore ai
lavori pubblici, si trova a decidere quale tonalità di colore dare alla facciata
interna. Subito dopo la consegna della targa, è stata presentata una nuova
socia Isabella Maugeri, pronta a dare il suo contributo per la crescita culturale della sezione, a cui è seguito il magico momento dell’accensione delle
candele da parte degli ospiti presenti, con un dolcissimo sottofondo musicale eseguito dalla piccola violoncellista pluripremiata Giulia Strano, che ha
reso l’atmosfera ancora più incantevole. Una serata magica. Una serata da
non dimenticare.
ph Fabio Consoli
T.C.
Passaggio della campana
al Rotary Club
tra Giuseppe Licciardello
e Vincenzo Carbonaro
ph Fabio Consoli
SIMPATICHE, BELLE e BRAVE!!!
Gli Angeli di Charlie
Passaggio della campana
al Lions Club
tra Pietro Currò
e Silvestro Cavallaro
ph Fabio Consoli
Rao Erbe
Azienda erboristica artigianale
Continua il percorso poetico di Maria Grazia Falsone che comincia
raccogliere i frutti della sua incessante attività nel campo della poesia.
Ultimamente si è aggiudicata il 2° posto al Premio Culturale Nazionale “San
Carlo Borromeo” nella sezione “Libro edito” con l’opera “Respiro di … verso
nel tempo” ed il 3° posto al Premio Culturale Nazionale “Filippo Tommasi
Marinetti_-Futuristi a Milano 2014” nella sezione “Libro Edito” con l’opera “Il
senso della vita”. Ultimamene, poi, a Motta Camastra ha ricevuto il Primo
Premio per la lirica inedita “Pace” da parte dell’Associazione “Il
Convivio”.Ultimamente è stata intervistata da “ Sicilia in Rosa”.
La Rao Erbe dal 1981 opera nel settore delle piante officinali di grande qualità,
veicolati da aspetti squisitamente tecnico estrattive, formulative, tecno-agro produttive e commerciali. Gli anni ed il sano operare hanno fatto dell'azienda un
punto di riferimento per quanti, erboristerie, medici, farmacie, università, istituti
di ricerca, operatori agricoli e giovani imprenditori, operano e progettano di operare nel mondo del salutistico naturale. È attraverso l'interscambio avuto, in particolare con medici, università e istituti di ricerca che ha ulteriormente consolidato l'esperienza dell'azienda e i rapporti professionali con gli stessi. Questo grande bagaglio tecnico esperenziale è stato ad esclusivo appannaggio dei clienti
della Rao Erbe: farmacie ed erboristerie, tra le più qualificate sul territorio.
Rao Erbe oggi apre un ulteriore canale, verso obiettivi e strategie atte a promuovere, qualificare ed ampliare il mondo dell'industria del naturale.
Lo fa puntando anche verso le aziende che producono e non si limitano a percorrere sentieri già logori e stagnanti, ma che amano aprire nuove vie alla luce
delle competenze, delle vere novità, della serietà, proponendosi in un mercato
da protagonisti e verso un consumatore sempre più attento e selettivo; ad un
mercato in continua crescita fatto sia di nuove iniziative imprenditoriali, ma
anche delle consolidate aziende in continua ricerca per la loro affermazione,
nuovi prodotti, nuove formulazioni per un consumatore sempre più informato.
Rao Erbe è tradizione e ricerca e partner con il Consiglio Nazionale delle
Ricerche Istituto per lo studio delle Sostanze Naturali di Catania, via Paolo
Gaifami.
Rao Erbe - Laboratorio Erboristico Artigianale
Via Alssandro Volta 35 VALVERDE (95028) - Tel/fax 095 2882755
[email protected] - www.raoerbe.it
Farmacia Ferreri -
ACI S. ANTONIO