Mercoledì 16 luglio 2014 il Giornale dell’Umbria www.giornaledellumbria.it - [email protected] - Spedizione in abb. post. D.L. 353/03 (Conv.L.46/04) art. 1 comma 1, DCB - Fil. Perugia - Euro 1,10 Under 30, decine di posti e stage pagati Gualdo Cattaneo, Ateneo umbro, 74 assunzioni: anche impiegati. Ultime chiamate lieto evento al Leopark all’ex Quasar di Perugia. Operai e altri profili, 11 occasioni immediate È nato Dalì, rarissimo DA PAGINA 31 A PAGINA 47 esemplare di Tapiro SCALABRINI PAGINA 59 Anno XV numero 194 A richiesta con: Il DVD “Insieme per la storia. Io c’ero” a 8,90 euro + il quotidiano / In Umbria in abbinamento obbligatorio con il Sole 24 Ore a 1,10 euro IL PIANO DELLA REGIONE. PATTO SALUTE, NUOVE REGOLE IN ARRIVO Sanità umbra, ecco la cura choc per le liste d’attesa Orari prolungati e prenotazioni in “overbooking” PAGINA 10 Cronache Comune Perugia, gli stipendi dei dirigenti FONTANA PAGINA 7 Marsciano, caso vinacce: solo i «no» in Consiglio PERUGIA - Sarà pronto entro la fine del mese il piano straordinario che la giunta regionale ha predisposto per arginare il fenomeno delle visite “lumaca”. Ad illustrare i principali provvedimenti in tema di liste d’attesa è stata ieri la presidente Catiuscia Marini, che ha la delega alla Sanità, ascoltata dalla Terza commissione consiliare. L’idea è quella di prolungare gli orari di servizio e, LIBEROTTI PAGINA 20 Povere 42mila famiglie Ricariche telefoniche e soldi per far spogliare le ragazzine: arrestato I numeri umbri del rapporto dell’Istat, la percentuale è il 10,9% COLETTA PAGINA 28 LE IDEE L’economia italiana e il paradigma della sua crisi MAIORCA PAGINA 12 VALORI PAGINA 63 CANONI DI LOCAZIONE Terni Cedolare al 10% in altri 3 comuni Ast, sale la tensione L’elenco dei municipi umbri sale a 61 E in alcune realtà del Folignate è baruffa COLETTA PAGINA 26 NELLA ZONA DELLA STAZIONE Umbria Mobilità Romanista accoltellato a Napoli C’è il nodo dell’orario “lungo”, i sindacati chiedono soldi in busta Ipotesi ritorsione per il delitto Esposito, il 36enne ferito “tradito” dall’accento PAGINA 25 CALCIO - SERIE A Clamoroso: Conte lascia la Juve Improvvisa rescissione consensuale con i bianconeri, caccia al nuovo tecnico PAGINA 56 PAGINE 6 E 24 ECONOMIA Castello, l’uomo indagato per false assunzioni ZAFFARAMI PAGINA 14 Polino, continui raid di furti nelle ville quindi, di incrementare la presenza di medici ed infermieri, ipotizzando anche la collaborazione di personale che arrivi da strutture convenzionate, e di accettare prenotazioni in “overbooking”, sfruttando i posti lasciati liberi da chi prenota per le analisi ma poi non si presenta. LUCCIOLI PAGINA 27 La mediazione con i sindacati si arena GIULI PAGINA 19 Uj/1, c’è il Dr John Tutta una notte dedicata ad Armstrong F. CASTELLINI PAGINA 57 Orvieto Tribunale, riforma beffa. Gli avvocati: i costi sono aumentati CARDUCCI PAGINA 22 Uj/2, note al Museo I Mountain Men fra i Maestri del ’500 PAGINA 57 Mercoledì 16 luglio 2014 il Giornale dell’Umbria 4 umbria Nel Pd balenìo estivo di lame L’affondo del capogruppo Locchi innesca la reazione di Leonelli: «Usi generosità da “padre nobile” e aiuti ad aprire una riflessione» IL DIBATTITO PERUGIA - L’antropologia, l’estetica, per non parlare dei riferimenti culturali e del proprio Pantheon politico. Tutto li divide e li porta in rotta di collisione, anche al di là di quello che vorrebbero. Scomodare i duellanti di Conrad è troppo, ma nella contrapposizione tra i due c’è anche simboleggiata la stagione che si trova a vivere il Pd umbro. Da una parte il capogruppo in Regione ed ex sindaco di Perugia, Renato Locchi, con la sua storia, e dall’altra il segretario regionale, Giacomo Leonelli, con la sua voglia di buttarsi in avanti e magari per scrivere la storia di un gruppo dirigente altro e diverso. Non si sono mai presi e difficilmente faranno un pezzetto di strada insieme. Per tutto questo, la polemica aperta tra i due ha un certo valore politico al di là della cronaca contingente. Su queste colonne alcuni giorni fa Locchi, a proposito delle elezioni amministrative, aveva mosso all’indirizzo del segretario la critica di superficialità: «Sulla sconfitta di Perugia come sul voto amministrativo non è stata fatta nessuna analisi e nessuno si è assunto la responsabilità di quanto avvenuto. Le parole di Leonelli sono state superficiali». Parole, queste, che Dibattito Un’assemblea sono risuonate forte, così del Pd forte che il diretto interessato ha deciso di uscire allo scoperto e replicare. Il confronto Allargando volutamente Il sistema elettorale la distanza: come a dire, da una parte il tuo mondo sarà discusso da questa parte il mio nella direzione mondo. «Non voglio pocon i toni taconvocata domani lemizzare glienti utilizzati nell’ina Perugia tervista da Renato Locchi nei miei confronti: lo invito piuttosto a fare generosamente il “padre nobile”, promuovendo per primo una vera e seria riflessione sulle dinamiche amministrative di questi anni che, a cominciare da Perugia, non sono state condivise dai cittadini». Traduzione: tu vuoi mettermi sul banco degli imputati, quando invece dovresti andarci tu. E ora? Al momento il non chiarimento tra due “mondi” non comunicanti finisce qui sotto il sole di un’estate incerta, ma non è detto che non risalti improvvisamente fuori. Poi a buttarsi sulla cronaca, bisogna dire che i due si ritroveranno domani pomeriggio in quel di Balanzano quando la direzione regionale si riunirà per discutere (o semplicemente sfogarsi) sulla nuova legge elettorale regionale. Guarda caso, un tema che sta particolarmente a cuore al capogruppo, ferrea la sua predilezione per il turno unico e l’abolizione del listino, e che il segretario regionale vive, invece, come una pratica necessaria d’affrontare e nulla più. D’altronde, lo stesso segretario in quest giorni di colloqui ha più volte esplicitato il suo pensiero sull’argomento, sottolineando il timore che «il Pd s’imbarchi, e magari si divida pure al suo interno, su un dibattito che la società regionale fa a dir poco fatica a capire». Il pericolo, insomma, è quello di dare l’impressione di stare chiusi in una torre d’avorio a discutere e spaccare il capello in quattro su dei tecnicismi, mentre gran parte della società regionale è sintonizzata su altre lunghezze d’onda e su altre esigenze. Per questo, con molta probabilità, lo stesso Leonelli cercherà di rimettere il dibattito con i piedi per terra, magari facendo un richiamo ai costi della politica e alla necessità di svincolarsi da un’immagine del Pd “vecchio stampo”. Locchi non sarà d’accordo, ma questo fa parte del duello. NEI PARTITI di PIERPAOLO BURATTINI Botta e risposta Il segretario regionale, Giacomo Leonelli, festeggia la vittoria alle premiare con alcuni membri del suo staff In basso, l’aula del consiglio regionale IN REGIONE Legge elettorale, balletto sul collegio: il dossier verrà rivisto a settembre PERUGIA - Andrea Smacchi ha infilato gli abiti di presidente della commissione Statuto e aperto ufficialmente il dibattito sulla nuova legge elettorale. La cosa più facile, e su cui tutti sembrano essere d’accordo è l’abolizione del famigerato listino, mentre su tutto il resto, al momento, vige la regola del “palla lunga e pedalare”. Turno unico? Al di là dei timori di possibile incostituzionalità manifestati dal consiglierte Pd Barberini, il meccanismo sul versante del centrosinistra gode di ampio consenso (Brutti dell’Idv lo ha tirato in ballo nel caso il vincitore si fermasse sotto al 40%, proponendo un’assegnazione puramente proporzionale dei seggi). Certo, il centrodestra sull’argomento spera che una fessura si apra ma a rigor di logica non ci dovrebbero essere cambiamenti di rotta. Comunque, l’opposizione è pronta ad infilarsi nelle contraddizione che si dovessero aprire nella maggioranza e segnatamente nel Pd. I capigruppo Nevi (FI), Zaffini (Fd’I) e Mantovani (Ncd) a settembre metteranno sul tavolo una propria proposta di legge. Al momento l’argomento che può scatenare un duello all’arma bianca è quello relativo al numero dei collegi. Nel Pd c’è chi propende per due e chi per uno solo (sull’argomento il segretario Leonelli dovrà mettere in campo non poche doti diplomatiche e di persuasione anche perché gran parte dei sindaci democrat propendono per il doppio collegio), mentre Rifondazione e Nuovo centrodestra sembrano aver deciso per dare la loro preferenza al collegio unico. Giochi di sponda e di tattica, tanto più che sulla legge elettorale il vincolo di maggioranza e quello di coalizione potrebbero andare alle ortiche. Sulla preferenza di genere, si riscontrano più perplessità che aperture al di là delle dichiarazioni ufficiali. Al momento Rifondazione si è detta favorevole, mentre Forza Italia ha alzato le barricate. Proprio il capogruppo forzista Nevi, oltre a una riduzione delle spese elettorali, insieme a Mantovani chiede la possibilità di nominare assessori esterni senza limitazioni. Appuntamento a settembre per l’accordo e il voto in Consiglio. Altro servizio a pagina 21 IL CORSIVO emerito Locchi, nella sua logica di aristocrazia partitista rivendicata con giusto orgoglio, ha più di qualche ragione dalla sua. Ma non il tempo, inteso non in senso banalmente biologico, ma piuttosto come modalità esclusivamente politica e simbolica. Questo tempo è quello del segretario regionale Leonelli e di quelli che muovo i primi passi insieme a lui dentro le stanze di piazza della Re- L’ pubblica. E nei confronti del segretario regionale e del nuovo gruppo dirigente ci deve essere non il servo encomio, ma un lineare anticipo di fiducia da verificare sui fatti. Il banco di prova sarà il modo, il percorso e anche le parole d’ordine che verranno scelte per affrontare le elezioni regionali del prossimo anno, che non saranno una semplice sgambata domenicale. Anticipo di fiducia, in attesa di giudizio. Mercoledì 16 luglio 2014 il Giornale dell’Umbria 6 umbria Liste d’attesa, c’è la cura “choc” SANITÀ COSA CAMBIA Orari prolungati e prenotazioni in “overbooking”: il piano PERUGIA - Sarà pronto entro la fine del mese il piano straordinario per contrastare le visite “lumaca”. Lo ha confermato ieri mattina la presidente della Regione, Catiuscia Marini, che ha riferito in Terza commissione consiliare lo stato delle cose per quanto concerne il fenomeno delle liste d’attesa negli ospedali umbri, confermando che è pronto un piano straordinario (già anticipato dal Giornale dell’Umbria) creato con l’obiettivo di abbattere i tempi, soprattutto dove si verifica la massima concentrazione di utenti ed in riferimento alle tipologie di prestazioni più richieste, che sono risonanza magnetica, ecografie, doppler, oculistica e mammografia. La “cura”. L’atto della Giunta sarà pronto entro la fine del mese. Si pensa ad un utilizzo “allungato” fino alle ore serali delle tecnologie a disposizione, che comporterà un aumento anche del personale. C’è l’ipotesi che possa essere fornito anche dalle strutture convenzionate, ad esempio per mezzo di tecnici che andranno a coprire l’estensione dell’orario an- Il Cup Operatrici al lavoro in uno sportello del Centro unico di prenotazione regionale dando a lavorare dentro l’ospedale. Si pensa anche ad una sperimentazione della modalità organizzativa negli ospedali basata sul cosiddetto '“overbooking”, vale a dire velocizzare l’accesso alle prestazioni includendo pazienti in lista di attesa in quei casi, e non sono pochi, in cui le persone non si presentano pur essendo prenotate in un dato giorno. L’atto della Giunta sarà pronto entro luglio Spesa farmaceutica a dieta Marini: non esiste un limite oltre il quale ci siano sanzioni 3,5% Il tetto Il limite del totale a carico del Sistema sanitario nazionale PERUGIA - «Non esiste un limite oltre il quale sono previste sanzioni, ma solo un atto di indirizzo sulla appropriatezza della spesa farmaceutica, che peraltro risale a otto anni fa, in cui viene indicato un tetto di spesa del 3,5% del totale a carico del Sistema sanitario». Così la presidente della Regione, Catiuscia Marini, ha risposto alla sollecitazione del capogruppo di Fratelli d’Italia, Franco Zaffini, in merito allo «sforamento dei tetti stabiliti dalla Conferenza Stato-Regioni sulla spesa farmaceutica». Intervenendo ai lavori della Terza Commissione, la presidente della Giunta regionale ha rilevato che «se è virtuoso diminuire l’uso dei farmaci, è una buonissima pratica quella di aumentare l’uso degli oncologici e degli oncoematologici, che comporta un aumento della spesa farmaceutica ospedaliera. Inoltre ha aggiunto - siamo al limite della decenza per quanto riguarda il nuovo farmaco che cura l’epatite C: nessuna Regione lo prescrive e dovremmo anche rimborsare chi lo va a comprare in Francia». Marini ha poi anticipato la creazione di un sistema unico della farmacia che prevede la gestione centralizzata del magazzino, con consistente riduzione dei costi e delle giacenze. Centrale unica di committenza e magazzino esternalizzato sono obiettivi realizzabili entro il 2015. I tempi. La presidente Marini ha sottolineato che «i medici di medicina generale al 90 per cento rispettano i Rao (Raggruppamenti di attesa omogenea, ndr) che distinguono prestazioni di tipo “U”, da effettuare entro 3 giorni, di tipo “B” (entro 10 giorni) e di tipo “D” (entro 30 giorni), mentre gli specialisti, ad esempio l’ortopedico che richiede una Tac, non fanno altrettanto, anche fra quelli convenzionati. Vi sono poi casi - ha aggiunto la presidente - penso alle mammografie, dove si esce anche dai 180 giorni, ma bisogna valutare le varie situazioni: quando non c'è urgenza, oppure la paziente rientra nella fascia di età compresa nello screening, si finisce nella inappropriatezza (l’appropriatezza delle prestazioni è al contrario uno dei cardini del Piano sanitario vigente, ndr). Nemmeno il Cup unico regionale riesce a risolvere tutti i problemi, perché non sempre il cittadino accetta la disponibilità anche immediata di un ospedale che non è quello del suo comune di residenza. Quindi, per rendere il sistema più omogeneo - ha concluso la presidente - è stata fissata una riunione con le quattro aziende sanitarie e la predisposizione di un piano straordinario per abbattere i tempi di attesa che contempli sia gli aspetti relativi alla salute che quelli delle priorità di urgenza che si trovano al di fuori del sistema di emergenza-urgenza e del pronto soccorso». RE. PE. Mercoledì 16 luglio 2014 il Giornale dell’Umbria Redazione Tel. 075 52911 Fax 075 5295162 [email protected] www.giornaledellumbria.it perugia 7 Comune, gli stipendi dei dirigenti Le retribuzioni annue degli apicali costano oltre 2,7 milioni all’Ente le retribuzioni dei suoi dirigenti. Così, dando uno sguardo sul portale PERUGIA - L’occasione l’ha forni- di Palazzo dei Priori, si scopre che ta l’avviso pubblicato all’Albo pre- sono state pubblicate le situazioni torio del Comune in cui gli uffici reddituali degli apicali del Comune rendono noto che, in questi giorni, aggiornate al 2013. Tolti i due dirigenti andati in pensione sono state pubblicate le siMaurizio Cipolloni ed tuazioni reddituali e paElvio Fagiolari - è così trimoniali dei dirigenti possibile consultare comunali relativi le 34 buste paga lorall’anno 2011. Stide dei dirigenti in pendi e patrimoni, Sono i dirigenti atservizio. Con due si legge nell’avvitualmente in servipuntualizzazioni, so, sono in visione una relativa ad Anpresso l’Ufficio zio. Da assegnare tonella Pedini che è movimento amminil’incarico di diretstata distaccata ad alstrativo di Palazzo dei tore generale tro ente e una riguardanPriori e presso gli uffici te Luca Conti, che dopo del Settore risorse umane l’esperienza nello staff di Wladi via Scarlatti. In realtà, con qualche clic, buona parte di questi dimiro Boccali, tornerà a lavorare in dati possono essere ottenuti diretta- Regione. Venendo alle retribuzioni mente sul sito internet del Comune. pubblicate, si scopre che i 34 diriAnzi, online si possono visualizzare genti del Comune costano alle casse dati più aggiornati rispetto a quelli a dell’ente oltre 2,7 milioni di euro disposizione negli uffici. Grazie al- all’anno considerando tutte le voci la trasparenza amministrativa, in- delle loro buste paga. Gli stipendi di fatti, il Comune è tenuto a pubblica- un apicale, infatti, sono composti da re annualmente sul proprio sito web una parte fissa, derivante dallo stidi LUCIO FONTANA L’ingreso di Palazzo dei Priori 34 LE SCELTE pendio tabellare previsto dal contratto nazionale e una parte variabile derivante dalla retribuzione di risultato. Quest’ultima parte, per farla semplice, riguarda quella parte di salario derivante dalla contrattazione integrativa fatta a livello aziendale. Ci sono poi altre indennità: da quella di vacanza contrattuale, ai Valzer sulle commissioni, la maggioranza freme tra veti, diktat e strappi di PIERPAOLO BURATTINI e ANDREA LUCCIOLI PERUGIA - Vado avanti io? No, scusa, questa volta tocca a me. Ma subito un terzo s’inserisce e alza l’indice ammonitore: eh no cari colleghi, la presidenza di Commissione tocca a me. Il siparietto, ma con minor fair play, è quello che sta andando in onda nelle ultime ore tra i ranghi della maggioranza. Alle agognate presidenze di commissione nessuno vuole rinunciare. L’unica cosa certa è che quella di Controllo e garanzia che spetta all’opposizione andrà alla democrat Emanuela Mori. Sul resto si balla, soprattutto in Forza Italia che secondo i calcoli dovrebbe prendere due postazioni, una il Nuovo centrodestra e una alla lista di centro guidata da Numerini. E adesso, ovvero al momento di scegliere i nomi, viene il bello: il gruppo consiliare forzista è sceso tutto in campo. Armando Fronduti si è posizionato in rampa di Presidente Leonardo Varasano lancio per la casella relativa a Territorio e infrastrutture, ma anche il collega Piero Sorcini ha ottime chance per finire in quella relativa agli Affari istituzionali. Ma la baraonda è tanta, perché dalle parti della lista “Progetto Perugia” Numerini non ci sta a restare fuori dalla stanza dei bottini. Così come scalpitano in casa forzista Massimo Perari, Carlo Castori e Carmine Camicia. Giuseppe Cenci, invece, sembra veleggiare tranquillo (ma non troppo) Per il Pd Mori è sicura Scenderà il numero dei consiglieri presenti nei vari organismi verso la nomina di capogruppo. Sul versante del Nuovo centrodestra Michelangelo Felicioni sembra aver fatto un passo avanti verso la commissione Cultura. Sarà una settimana di sali e scendi. Ma tutto è incerto, molto si trama e molto si trema: nessuno vuole restare fuori dal giro che conta. Il sindaco Romizi osserva ma da debita distanza, mentre il presidente del consiglio comunale Varasano da buon professore ha cominciato a consultare regolamenti e codicilli per evitare intoppi e non ridurre ogni seduta a una specie di duello all’arma bianca o in un maxi ingorgo istituzionale da strada all’ora di punta. Morale? Lunedì, seconda seduta del consiglio comunale e presenza ridotta dei consiglieri nelle varie commissioni. Dagli attuali 18 si passerà a 16 o 14. Tutti in carrozza, si parte. Francesco Di Massa buoni pasto, fino all’anzianità maturata sul posto di lavoro. Ecco, in dettaglio, l’elenco dei dirigenti con la relativa retribuzione annuale lorda: Enrico Antonoro 96.380 euro, Sergio Asfalti 78.104 euro, Franco Becchetti 85.066 euro, Ugo Maria Bonifacio 73.385 euro, Nicoletta Caponi 93.307 euro, Laura Cesarini 96.686 euro, Roberto Chiesa 81.782 euro, Roberto Ciccarelli 92.578 euro, Silvio Cipriani 73.071 euro, Luca Conti 93.049 euro, Alberto Corneli 78.371 euro, Luciana Cristallini 70.125 euro, Gabriele Alessandro De Micheli 79.963 euro, Amedeo Di Filippo 70.125 euro, Carmen Leombruni 85.516 euro, Luciana Lucarelli 87.904 euro, Ivana Moretti 91.581 euro, Pier Giorgio Monaldi 91.674 euro, Roberta Migliarini 95.879 euro, Franco Marini 83.790 euro, Leonardo Naldini 82.947 euro, Fabio Ricci 85.675 euro, Paola Panichi 72.480 euro, Antonella Pedini 78.830 euro, Luigi Pigliautile 82.619 euro, Donatella Picchiotti 73.022 euro, Maurizio Tarantino 73.022 euro, Carla Trampini 72.480 euro, Mirco Rosi Bonci 54.491 euro, Daniela Maria Sarnari 72.480 euro, Antonella Vitali 73.022 euro, Pierluigi Zampolini 53.468 euro, Fabio Zepparelli 73.920 euro, Luca Zetti 98.758 euro. Ai dirigenti va aggiunto il segretario generale Francesco Di Massa, che percepisce uno stipendio lordo di 135mila euro annui. CONSIGLIO Online tutta l’attività di Palazzo dei Priori La richiesta di Nucciarelli alla Giunta PERUGIA - Più trasparenza per l’attività amministrativa di Palazzo dei Priori. Il consigliere Franco Nucciarelli ha presentato un ordine del giorno che mira ad aumentare la trasparenza nei lavori di Giunta, Consiglio e Commissioni. Il consigliere di “Perugia Rinasce” propone, in sostanza, di rendere maggiormente fruibili per i cittadini le sedute istituzionali, potenziando i sistemi già attivi, tramite la messa in rete delle riunioni consiliari, la predisposizione di strumenti di ricerca degli atti, ed altro. Nucciarelli chiede alla Giunta Romizi di predisporre un piano di fruibilità delle adunanze del consiglio comunale e delle commissioni consiliari secondo le modalità previste dalle norme sulla trasparenza e sulla base delle disponibilità interne dell’Amministrazione. Viene chiesta poi la messa in rete delle adunanze delle commissioni consiliari in forma audio e/o audio-video. E ancora. Il collegamento ipertestuale dei file audio-video delle adunanze del Consiglio e delle Commissioni con i relativi verbali e predisposizione di un elenco cronologico degli oratori. Nucciarelli chiede poi la predisposizione di uno strumento di ricerca (mediante database o “full text”) all’interno degli ordini del giorno e dei verbali, per poter individuare con immediatezza gli oratori e gli argomenti trattati nelle adunanze suddette consentendo agli utenti una efficace navigazione all’interno delle registrazioni digitali on line. Mercoledì 16 luglio 2014 il Giornale dell’Umbria Redazione Tel. 0744 432991 Fax 0744 409032 [email protected] www.giornaledellumbria.it terni Ast, la mediazione coi sindacati nel pantano 19 esiti di un piano “lacrime e sangue”, magari condito da centinaia di esuberi. Porzioni di sindacato, peraltro, non mollerebbero la presa sulla richiesta alle istituzioni locali di disertare l’incontro di domattina a palazzo Chigi, convocato dal Governo. Difficile però, per i vertici degli enti locali, sbattere la porta in faccia al ministro. E allora? Neppure la riunione di sera in Regione tra istituzioni e sindacati sembra sia servita a dipanare l’enorme confusione. Tra i sindacati c’è chi vorrebbe andare al- Proposto un incontro in Confindustria a Roma, organizzazioni divise INDOTTO AST Industria e Servizi ancora nel “limbo” TERNI - Mentre si attende con sufficiente ansia l’illustrazione tedesca del piano industriale per Ast (o, almeno, delle sue linee generali), un pezzo di piano industriale, in realtà, si sta in qualche modo applicando ormai da molti mesi. E riguarda, in particolare, l’ampio settore delle cosiddette ditte terze. Quelle dell’indotto Ast. È proprio su questo articolato “calderone” che - così si interpreta e si accredita tra gli addetti ai lavori - la Tk farà calare la sua mannaia, con tagli, non rinnovo degli appalti e con la conseguente reinternalizzazione (dove possibile) di servizi e prestazioni. Una mannaia, appunto, già attivata. Ecco allora che i 25 lavoratori della ditta Industria e Servizi di Terni, il cui appalto di manutenzioni e pulizie industriali non è stato rinnovato da Ast che lo ha invece aggiudicato ad altra società, sono ancora in attesa di capire la loro sorte. Sono in ferie pagate fino al 31 luglio. Poi, stante così le cose, saranno praticamente a spasso. Dovrebbe essere convocata entro questa settimana una riunione in Confindustria Terni con i sindacati e la ditta subentrante. Ma ancora la convocazione non c’è e, soprattutto, restano pesanti nodi da sciogliere, a cominciare dalle difficoltà create dall’esistenza di tre tipologie di contratto vigente tra i lavoratori di Industria e Servizi (metalmeccanici, multiservizi e trasporti). Anche tale aspetto non facilita la loro riassunzione (comunque non sarebbe per tutti e 25) ad opera dell’azienda subentrante, la Iosa Carlo di Terni. Meno drammatica, per ora, sembra invece la situazione dei 15 addetti della ditta EcoIndustria di Bastardo (gli oltre cento addetti restanti lavorano per le Ferrovie dello Stato in varie parti d’Italia) il cui appalto presso la partecipata Ast, Ilserv, per l’imballaggio dei rotoli è stato prorogato fino al prossimo 30 settembre. Poi si vedrà. Dipenderà da una serie di eventi e situazioni. A. G. TERNI - Di tattiche, di garanzie, di timori, di rilanci, si muore. Giusti o sbagliati che siano. Così, ancora, pare proprio stia accadendo in queste ore in quella che viene chiamata la fase di accelerazione dell’ennesima vertenza che investe le sorti dell’acciaieria ternana, alla vigilia del summit di domattina presso la presidenza del Consiglio, nel quale i vertici della ThyssenKrupp (il numero 1 della divisione Tk Materials, Limberg?) dovrebbero disvelare al Governo e alle istituzioni locali almeno le linee generali del piano industriale per Ast. A quel summit non è tuttora prevista la presenza dei sindacati territoriali e nazionali. E proprio questo, in attesa dei contenuti del piano, è il problema che per ora tiene sulle spine tutti gli attori della vicenda. Un problema che sembrerebbe insolubile. La ventilata - secondo indiscrezioni autorevoli e insistenti ipotesi di mediazione per tentare di evitare il “patatrac” delle relazioni non pare trovare euforici sostenitori da parte sindacale. Tessuta - così risulta - nelle ore scorse da vari protagonisti, in Italia e in Germani, la mediazione prevedeva (e prevede) che il summit a palazzo Chigi - senza sindacati - si tenga alle 8.30 di domani e che poi, nella stessa mattinata, i vertici della Tk si spostino nella sede romana di Confindustria per relazionare alle organizzazioni sindacali (nel pomeriggio al Mise, poi, sarebbe previsto un terzo incontro solo tra istituzioni e sindacati per tirare le fi- A destra, il complesso dell’acciaieria dell’Ast. Nella foto piccola, il responsabile della divisione Tk Materials, Limberg la). Ci sarebbe, dunque, lo stesso interlocutore per i sindacati, ma in sedi e tavoli differenti. Meglio, certo, dell’iniziale scenario, con i sindacati ricevuti a Terni dalla sola ad di Ast, Morselli, mentre a Roma si sarebbe svolto l’incontro istituzionale con i tedeschi. Ma, dopo una giornata di frenetici contatti e incontri inter-sindacali, l’ipotesi del doppio summit romano ancora ieri sera incontrava forti perplessità, se non contrarietà, tra i diversi sindacati (seppur con varie sfumature) e, addirittura, all’interno delle stesse sigle. Memori dell’agonia della vertenza del Magnetico di 10 anni fa, i sindacati insisterebbero per un unico confronto, a palazzo Chigi, tra tutti gli attori. Sia per evitare le possibili sorprese del doppio tavolo, sia per “spalmare” su più spalle la responsabilità di traghettare ai lavoratori in assemblea gli eventuali, probabili la riunione in Confindustria (per vedere le carte effettive di Tk) e chi invece (la maggior parte delle organizzazioni, sembra) è intenzionato a disertare quel tavolo per recarsi solo a quello pomeridiano al ministero. Sarebbero emerse pure divergenze di metodo e di proposta tra le segreterie ternane dei metalmeccanici e quelle regionali confederali. Un bailamme, a cui difficilmente potrà porre rimedio la rsu straordinaria convocata per stamane alle 8.30. A 24 ore dai summit decisivi, non il migliore dei biglietti da visita da mostrare a chi, in tema di sindacato, già ha manifestato diffuse prurigini. ANDREA GIULI I droni di Skyrobotic volano sull’aviosuperficie TERNI - Atc Servizi, la società pubblica che gestisce “in house” l’aviosuperficie di Terni, e Skyrobotic, società del gruppo Italeaf con sede a Terni, attiva nello sviluppo, produzione in serie e commercializzazione di sistemi aeromobili a pilotaggio remoto, hanno firmato una convenzione per l’utilizzo dei servizi logistici e dell’assistenza al volo dell’area operativa e degli spazi aerei “protetti” dello scalo aereo ternano per attività sperimentali e formative sui droni mini e micro per usi civili e commerciali, secondo quanto previsto dal recente regolamento Enac. In particolare, Skyrobotic svolgerà presso l’aviosuperficie ternana attività sperimentali per ricerca e sviluppo per l’ottenimento dell’omologazione dei sistemi aerei a pilotaggio remoto prodotti, attività di formazione e abilitazione all’uso dei droni, con corsi teorici e corsi di addestramento operativo. Grazie a questo accordo, Atc Servizi e Skyrobotic si propongono come partner di avanguardia in Italia per quanto riguarda i servizi rivolti al settore, in grande espansione, dei mezzi aerei a pilotaggio remoto da terra, cioè senza equipaggio (droni). Il presidente di Atc Servizi, Sbarzella, ha dichiarato: «È motivo di soddisfazione e orgoglio per Atc Servizi e per il cda che lo scalo aereo ternano sia stato preferito ad altre realtà per qualità e affidabilità da Skyrobotic, società tra le più accreditate in Italia nel settore. Tale partnership conferma il ruolo di infrastruttura di area vasta dello scalo aereo ternano». Il consigliere delegato di Skyrobotic, Federico Zacaglioni, ha detto: «L’accordo siglato rappre- senta un importante valore aggiunto per l’attività di Skyrobotic che sta avviando il processo di certificazione dei propri prodotti e dell’organizzazione di produzione all’Enac, con l’obiettivo di configurarsi come società leader del settore». Atc Servizi metterà a disposizione di Skyrobotic i servizi e l’area operativa dell’aviosuperficie negli orari di apertura, dal lunedì al venerdì. PUNTI DI VISTA ORA DALLE CLASSIFICHE FUORI GLI ATTRIBUTI ar riscoprire l’orgoglio ai ternani. Così in campagna elettorale il sindaco Di Girolamo aveva motivato le continue citazioni delle classifiche che davano Terni in ascesa nelle varie graduatorie nazionali . Lunedì proprio una delle fonti più utilizzate dal primo cittadino, Il Sole24Ore, ha detto che Terni è tra le realtà italiane che più hanno sofferto la crisi e ancora prima il dossier sugli indicatori dell’economia ternana ha scattato la fotografia di una città ancora molto lontana dalla ripresa. Ora se dalle classifiche benevole si vuole che i ternani riscoprono l’orgoglio, da queste è bene che qualcuno tiri fuori gli attributi. La preoccupante partita delle acciaierie è l’occasione buona per farlo. L’orgoglio e gli attributi di una città vanno portati al tavolo del Governo che nel rapporto con Tk può dimostrare a sua volta che vuole cambiare verso anche in Europa. La Germania certo fa paura, ma questa non è la Coppa del Mondo. F Modello di drone che verrà sperimentato a Maratta V. C. Mercoledì 16 luglio 2014 il Giornale dell’Umbria 22 orvieto Redazione Tel. 0744 432991 Fax 0744 409032 [email protected] www.giornaledellumbria.it Tribunale, riforma beffa «I costi sono aumentati» LA PROTESTA Oratorio rumoroso, arrivano i carabinieri Amaro bilancio degli avvocati orvietani a un anno dall’accorpamento con Terni: tanti disagi e tempi allungati, la situazione è peggiorata ORVIETO - «La situazione è peggiorata e il prezzo di una riforma sbagliata lo stanno pagando tutto i cittadini». Era il 13 settembre 2013 quando entrò in vigore la riforma dei tribunali minori e l’accorpamento di Orvieto a quello di Terni. Con la pausa estiva alle porte è dunque tempo di primi bilanci e quello tracciato dagli avvocati orvietani sembra essere decisamente in perdita. Il disagio di una vita da pendolari che da circa un anno a questa parte hanno cominciato a fare gli avvoca- « ti ma soprattutto i lavoratori che ruotano intorno al tribunale, potrebbe essere quasi l’ultima delle note dolenti. I tempi dei processi si stanno allungando come le file davanti ai vari uffici anche perché a un aumento del carico di lavoro per il tribunale di Terni non è coinciso un proporzionale adeguamento del personale amministrativo. Basta farsi un giro per le aule per vedere decine di avvocati assediare il tavolo del giudice civile, alla cancelleria civile c’è un solo sportello per il ricevimento degli atti, l’ufficio del casellario è aperto appena due ore la mattina. Tra gli avvocati orvietani c’è chi lamenta di aver «atteso tre mesi solo per sapere il magistrato e il capo di imputazione del procedimento», mentre i rinvii dei processi vanno anche dai 4 ai 6 mesi. L’ultimo significativo esempio riguarda il procedimento sugli swap che coinvolge il Comune di Orvieto (e che peraltro ha anche riflessi sul bilancio dell’amministrazione), iniziato sulla Rupe a luglio 2011, arrivato praticamente a definizione il 4 Le riforme a costo zero le pensano i burocrati, il prezzo lo pagano i cittadini Sergio Finetti, presidente dell’Ordine degli avvocati » giugno 2013 ma poi con il trasferimento del giudice che lo seguiva e l’accorpamento a Terni si è trascinato per mesi e solo il prossimo settembre la causa sarà riallocata, dopodichè ci vorranno altri sei mesi per gli ultimi adempimenti. «I tempi medi di definizione di una causa civile - spiega il presidente dell’Ordine degli avvocati di Orvieto, Sergio Finetti - a Orvieto erano di circa 300 giorni, oggi sono raddoppiati se non di più». E dietro i risparmi attesi con la riforma si nascondono in realtà una serie di costi che sono aumentati. Se prima, ad esempio, un pignoramento mobiliare a Città della Pieve, che rientrava sotto la giurisdizione di Orvieto, costava 38 euro ora da Terni è lievitato a 150 euro. Su tutti gli atti, come quelli, connessi alla tutela, alla curatela, alla volontaria giurisdizione ora gravano almeno 90 chilometri di “spese”. «Noi avvocati - continua Finetti - siamo venuti incontro ai nostri clienti e non abbiamo addebitato ulteriori costi per i viaggi. Gli unici costi che sono lievitati sono quelli di giustizia. Oltre all’aumento del contributo unificato, che interessa ovviamente tutti, è chiaro che le operazioni di ufficio fatte da Terni hanno un prezzo superiore poiché ci sono i costi di trasferta degli ufficiali giudiziari per venire a fare gli atti». Ma c’è di più. «Le forze dell’ordine di Orvieto che hanno contatti quasi giornalieri con la pro- Consiglio, fatte le commissioni Pettinacci rinuncia all’indennità Caviglie “nuove” con la protesi hi-tech, all’ospedale di Orvieto il primo intervento in Umbria ORVIETO - La seconda commissione a Maurizio Talanti (Pd) quella di Garanzia ad Andrea Sacripanti (FdI). Dopo l’insedimento, il consiglio comunale è diventato pienamente operativo con la formazione delle commissioni. Oltre alla I commissione ovvero alla conferenza dei capigruppo presieduta da Angelo Pettinacci, è stata confermata la II commissione competente in materia di “statuti, regolamenti, bilanci, tributi, urbanistica, ambiente, edilizia pubblica e privata” che sarà presieduta da Maurizio Talanti (Pd). È stata inolte costituita la commissione di Controllo e Garanzia la cui presidenza spetta alla minoranza e previo accordo tra i capigruppo consiliari, a dirigerne i lavori sarà Andrea Sacripanti. Il ruolo era stato chiesto inizialmente anche da Lucia Vergaglia (Cinque Stelle). Sempre in merito al funzionamento della macchina comunale, lunedì nel corso del consiglio comunale, il presidente del consiglio Angelo Pettinacci ha comunicato all’assemblea la sua volontà di rinunciare all’indennità di funzione. ORVIETO - Introdotta negli anni Settanta, la protesi totale della caviglia, dopo gli iniziali entusiasmi, non sempre ha prodotto i risultati sperati, con percentuali a volte significative di complicanze e fallimenti. Oggi però la tecnologia ha fatto passi da gigante, fino ad arrivare ad azzerare la possibilità di rigetto, assicurando al paziente la riconquista di una caviglia praticamente nuova. L’ultimo ritrovato in questo senso è una nuova protesi commercializzata da un’azienda americana leader globale in ambito ortopedico che progetta e costruisce soluzioni tecnologiche personalizzate per la sostituzione degli arti. E la novità è che il primo intervento di questo genere in Umbria è stato effettuato lunedì all’ospedale “Santa Maria del- la Stella” di Orvieto dall’équipe dell’unità operativa di ortopedia e traumatologia, diretta da Michele Biserni. Della ricostruzione della caviglia con l’inserimento di questa protesi ha beneficiato una giovane paziente di 44 anni che era praticamente ridotta all’immobilità a causa di una frattura complessa risalente a circa vent'anni fa. «Il nuovo dispositivo recentemente immesso sul mercato si caratterizza per acquisizioni ingegneristiche innovative destinate ad assicurare al paziente stabilità e mobilità. La protesi è studiata infatti per riprodurre la flessibilità naturale della caviglia ed il movimento. Il tutto senza possibilità di rigetto» spiega Biserni che ha condotto l’operazione. «L’intervento di pro- Ragazzi all’oratorio ORVIETO - Oratorio rumoroso, arrivano i carabinieri. Sulla Rupe invece di guardare di buon occhio il fatto che l’oratorio diocesano sia finalmente così ben frequentato, c’è chi storce il naso. Motivo? I ragazzini fanno troppo rumore. E l’insofferenza di alcuni residenti è arrivata al punto da alzare il telefono e chiamare il 112. Per la verità, non solo. Perchè per risolvere il problema di quiete pubblica al San Filippo Neri sono stati coinvolti addirittura polizia, carabinieri e vigili urbani. Insomma magari dopo il comitato anti rumore potrebbe nascere anche un comitato anti oratorio o forse le cose si sovrapporranno. L’oratorio diocesano coordinato da don Danilo Innocenzi è composto da un gruppo ragazzi e ragazze che vanno dai 28 ai 9 anni. Di media durante il recente Torneo dei Quartieri ha ospitato oltre un centinaio di ragazzi al giorno. I problemi Le trasferte degli ufficiali fanno lievitare i prezzi degli atti, la distanza pesa anche sul budget delle forze dell’ordine Giustizia, Orlando, affinché valuti gli effetti che ha avuto la riforma e prenda provvedimenti correttivi. Sul tavolo c’è sempre la proposta caldeggiata dagli avvocati orvietani, e fatta propria al tempo anche dalle istituzioni, di una rivisitazione delle circoscrizioni giudiziarie, ampliando il bacino di utenza di quello che era il tribunale di Orvieto ad alcuni Comuni dell’alto Lazio e Trasimeno, e dei distretti delle Corti di appello. «E le riforme della giustizia si fanno aumentando il personale e la capacità umana degli uffici giudiziari - conclude - perché le riforme a costo zero si trovano soltanto nelle menti dei burocrati che non conoscono la realtà delle cose». VINCENZO CARDUCCI Da un anno sulla Rupe Il primario di Ortopedia, Michele Biserni tesi di caviglia si esegue in pazienti affetti da grave degenerazione dell’articolazione sia in artrosi primitive che post traumatiche, come nel caso della signora che si è sotto- IL RAID Vandali in piazza Malcorini, danni alle auto e alla statua di San Pio ORVIETO - Vandali nel quartiere medioevale. Dopo i raid nel quartiere di San Giovenale, in piazzale Cimicchi e in Confaloniera, stavolta nel mirino, forse, di una banda di ragazzini annoiati, è finita piazza Malcorini. Nei pressi della appartata piazzetta a ridosso del quartiere di San Giovanni, dei vandali si sono accaniti su diverse automobili in sosta che sono state danneggiate e cura e il tribunale - aggiunge Finetti - effettuano ripetute e lunghe trasferte a Terni e questo incide sul già risicato budget che hanno a disposizione. La loro attività per così dire amministrativa potrebbe andare a discapito dell’attività investigativa e della sicurezza». Tradotto, se i soldi a disposizione per la benzina si utilizzano tutti o quasi per venire a Terni le macchine rischiano di rimanere a secco per andare a fare i controlli. Insomma, chiosa Finetti, «contrariamente a quello che le autorità avevano detto, l’accorpamento ha comportato disagi e problemi, i risparmi non ci sono stati e c’è stato invece un aggravio di costi soprattutto per la cittadinanza. Questa riforma epocale ha portato a un ulteriore ingolfamento della giustizia del quale ci si accorgerà tra qualche tempo e sarà troppo tardi». L’appello è dunque al nuovo ministro della non hanno risparmiato neanche vasi, piante e fiori con cui i residenti solitamente omaggiano la statua di San Pio da Pietrelcina, lì collocata da qualche anno dall’omonimo gruppo di preghiera. Sull’episodio stanno indagando i carabinieri che sembrano aver identificato almeno uno dei ragazzi ritenuti tra i responsabili del raid notturno avvenuto tra domenica e lunedì. posta all’intervento lunedì. Di norma comunque protesi di caviglia è indicata preferibilmente per i pazienti sopra i 60 anni». Michele Biserni, toscano, classe 1969, è primario di Ortopedia all’ospedale di Orvieto da poco più di un anno. All’epoca la copertura del primariato era particolarmente attesa anche per rilanciare un reparto che registrava allora la più alta fuga di pazienti verso altre strutture. Oggi il trend si è invertito. E l’Ortopedia è diventato uno dei reparti con la più alta percentuale di attrattività da altre regioni, dalla Toscana in primis. STEFANIA TOMBA Mercoledì 16 luglio 2014 il Giornale dell’Umbria Aeroporto, la concessione ventennale è realtà PERUGIA - È stato registrato ieri presso la Corte dei conti il decreto interministeriale (ministero dei Trasporti e ministero dell’Economia) che sancisce l’affidamento della concessione ventennale per la gestione dell’aeroporto internazionale dell’Umbria-Perugia “San Francesco d’Assisi” a Sase spa. È stata la stessa società a comunicare la notizia attraverso un comunicato con il quale ha ringraziato «tutti coloro che in questi anni hanno collaborato per arrivare a questo storico risultato». 26 Cedolare secca al 10% possibile in altri 3 comuni REGIONE Le decisioni Un momento della riunione del Tavolo per l’alleanza dell’Umbria, tenuto ieri nella sala della Giunta di Palazzo Donini All’elenco diffuso ieri si aggiungono Terni, Amelia e Narni. Il totale dei municipi sale a 61 di BRUNO COLETTA Narni e Terni) pubblicati ieri. PERUGIA - Ci sono anche Amelia, Narni e Terni tra i comuni umbri in cui è possibile, da subito, applicare da parte dei proprietari, nei contratti di locazione di immobili abitativi a canone concordato, la cedolare secca più vantaggiosa (ossia con aliquota al 10%). Il numero complessivo dei comuni umbri in cui si può utilizzare - come detto, solo nelle locazioni a canone concordato - la cedolare secca con aliquota ultra ridotta sale quindi a 61 (i 58 pubblicato ieri più i tre di oggi). L’ELENCO AGGIORNATO IL PERCHÉ DELL’AGGIUNTA DI TRE COMUNI Come già scritto nell’edizione di ieri, la nuova normativa prevede che l’aliquota della cedolare secca al 10% è possibile nel 2014 nei comuni «ad alta tensione abitativa» e in quelli colpiti da calamità naturali e per Locazioni i quali è stato deLa cedolare secca cretato lo stato di emergenza da giusi può applicare gno 2009. Questi alle locazioni ultimi in Umbria appunto 58. stipulate a canone sono, Per quanto riconcordato guarda i comuni ad alta tensione abitativa, nella regione sono 12, ma poiché il Cipe deve rimettere mano al nuovo elenco nazionale (nonostante il termine fosse fissato per il 30 giugno, era opinione generale che in questi comuni, fino a che il Cipe non avesse provveduto alla diffusione del nuovo elenco, non sarebbe potuta scattare la cedolaIl caso re secca ultra agevolata. Invece la Tensioni in alcuni informa comuni del Foligna- Regione che, in attesa te. Il Sunia non dell’aggiornadel Cipe firma, ma l’intesa è mento che va inteso cocomunque valida me eventuale aggiunta di comuni, vale l’ultimo elenco approvato dei municipi ad alta tensione abitativa. Elenco che, peraltro, a suo tempo è stato deliberato sia a livello centrale che regionale. Di conseguenza, anche nei 12 comuni umbri scatta da subito l’aliquota agevolata al 10% della cedolare secca. Ma, poiché 9 di questi 12 comuni erano già compresi tra quelli colpiti da calamità naturali e per i quali è stato decretato lo stato di emergenza da giugno 2009, solo 3 si aggiungono effettivamente ai 58 (come detto si tratta Amelia, Ecco quindi l’elenco aggiornato dei comuni umbri in cui si applica la cedolare secca ultra agevolata: Allerona, Amelia, Assisi, Bastia Umbra, Bettona, Bevagna, Cannara, Castel Giorgio, Castel Viscardo, Citerna, Castiglione del Lago, Città della Pieve, Città di Castello, Collazzone, Corciano, Costacciaro, Deruta, Fabro, Ficulle, Foligno, Fossato di Vico, Fratta Todina, Gualdo Cattaneo, Guardea, Gubbio, Lisciano Niccone, Magione, Marsciano, Monte Castello di Vibio, Monte Santa Maria Tiberina, Montecchio, Montefalco, Montegabbione, Monteleone d'Orvieto, Montone, Narni, Nocera Umbra, Orvieto, Otricoli, Paciano, Panicale, Parrano, Passignano, Perugia, Piegaro, Pietralunga, Porano, San Giustino, San Venanzo, Scheggia e Pascelupo, Sigillo, Spoleto, Todi, Torgiano, Terni, Trevi, Tuoro, Umbertide, Valfabbrica, Vallo di Nera, Valtopina. IL PROBLEMA E LO SCONTRO NEL FOLIGNATE La questione è cosa accade in quei comuni in cui manca un criterio guida. Il canone concordato, infatti si applica in base a intese tra le associazioni di inquilini e proprietari, città per città, che definiscono i livelli del canone. Dove tale accordo non c’è, un aiuto potrebbe arrivare dal decreto interministeriale Infrastrutture-Economia del 14 luglio 2004, che appunto contiene i criteri per i contratti a canone concordato in assenza di intese tra proprietari e inquilini. Il decreto invita a fare riferimento al «Comune demograficamente omogeneo di minore distanza territoriale, anche situato in altra regione». Sull’argomento, problemi nella regione ci sono in alcuni comuni del comprensorio folignate, come Trevi, Gualdo Cattaneo e Bevagna. Qui l’accordo sul canone concordato è stato siglato tra associazioni dei proprietari e Unione inquilini, mentre il Sunia (altra sigla degli inquilini) non solo non ha firmato, ma ritiene inapplicabile l’intesa in assenza della propria sigla. Le associazioni dei proprietari, a questo punto, hanno inviato uno specifico quesito all’Agenzia delle entrate che avrebbe risposto, stando a quanto riferiscono le stesse associazioni, che l’accordo raggiunto è pienamente valido. LE ALTRE ALIQUOTE Negli altri 31 comuni umbri, dove non è applicabile l’aliquota ultra agevolata, l’aliquota per i canoni a canone concordato è il 15%, mentre è al 21% per i canoni di locazione a libero mercato. Fondi strutturali europei, Marini presenta le linee degli interventi al Tavolo dell’alleanza per l’Umbria I piani Illustrati il Por Fesr e il Piano di sviluppo rurale PERUGIA - «Le Regioni intendono rispettare la scadenza del 22 luglio per la presentazione dei Piani operativi dei fondi strutturali europei, in modo da poter contare sulla copertura economica della programmazione regionale, già a partire dal prossimo autunno». Lo ha affermato la presidente della Regione, Catiuscia Marini, in apertura del Tavolo dell’alleanza per lo sviluppo dell’Umbria, nel corso del quale sono stati presentati il Programma operativo regionale Umbria Fesr 2014-2020 ed il Piano di sviluppo rurale per l’Umbria 2014-2020, che la Regione assumerà nel nuovo periodo di programmazione. «Entrambi i programmi - ha riferito la presidente - sono stati oggetti di un percorso approfondito che ha già recepito le richieste di modificazioni da parte della Commissione europea ed entrambi puntano ad utilizzare al meglio le risorse facendo leva sull’innovazione, la competitività delle imprese e sulla qualità del lavoro anche attraverso uno stretto contatto tra il mondo della formazione e quello « Le Regioni rispetteranno il termine del 22 luglio La presidente Catiuscia Marini » delle aziende». La presidente, dopo aver informato «che le Regioni sono state convocate per domani (oggi, ndr) a Roma per un incontro a Palazzo Chigi che verterà proprio sulla programmazione 201420120», è entrata nel merito dei contenuti dei documenti sottoposti alla valutazione del tavolo: il Programma operativo Fesr 2014-2020 si propone di sostenere azioni incisive per supportare una crescita intelligente, sostenibile ed inclusiva dell’Umbria nel contesto nazionale ed europeo. Ciò per affrontare la sfida della specializzazione ed innovazione della regione, della competitività del sistema produttivo, della tutela e valorizzazione delle risorse territoriali e di uno sviluppo sostenibile. Il programma ha una dotazione complessiva di 356 milioni 280 mila euro derivanti da diverse fonti finanziarie (comunitarie, nazionali e regionali). Il “Psr” per l’Umbria 2014-2020, illustrato a grandi linee dall’assessore regionale all’Agricoltura, Fernanda Cecchini, ha come obiettivo quello di stimolare la competitività del settore agricolo, garantire la gestione sostenibile delle risorse naturali, l’azione per il clima e realizzare uno sviluppo territoriale equilibrato delle economie e comunità rurali, con la creazione e il mantenimento dell’occupazione sono invece le principali finalità del Programma di sviluppo rurale per l’Umbria 2014-2020. Conta su 876 milioni di euro, in pratica il 10 per cento in più rispetto alla passata programmazione. Mercoledì 16 luglio 2014 il Giornale dell’Umbria economiaUMBRIA 27 UNIONE EUROPEA Gioco d’azzardo e tutela dei consumatori, le linee guida Autobus di Umbria Mobilità in piazza Partigiani a Perugia UM, il nodo dell’orario “lungo” I sindacati chiedono soldi in busta Riorganizzazione del lavoro a Umbria Mobilità, nuovo faccia a faccia tra azienda e sigle Vendita delle quote, le segreterie regionali all’attacco: «Disattesi gli accordi, servono tutele» di ANDREA LUCCIOLI PERUGIA - Riorganizzazione del lavoro, accordi sindacali e vendita delle quote di Umbria Mobilità. Sono i temi caldi di questi giorni alla voce azienda regionale dei trasporti. Andiamo con ordine. Ieri pomeriggio c’è stata un nuovo faccia a faccia tra sigle sindacali e azienda in merito alla riorganizzazione dell’orario e dei turni di lavoro. Dopo i tavoli tecnici che hanno approfondito la materia e le proposte che sono state formulate, ieri pomeriggio le parti si sono incontrate per cercare un’intesa. La fumata è stata nera, ma qualche passo avanti è stato fatto. Il nodo principale della trattativa resta sempre lo stesso: l’allungamento del “nastro”, ovvero l’orario di lavoro giornaliero dei lavoratori di UM. L’azienda ormai da tempo ha chiesto un aumento della produttività. Richiesta che si è tradotta in una volontà di aumentare il nastro di mezz’ora e arrivare così a nove ore e mezzo al giorno. I sindacati, da parte loro, chiedono che all’au- mento del nastro corrisponda, in parallelo, un adeguamento delle retribuzioni. L’azienda non ha posto veti, ma ha previsto un budget massimo. Risorse che, secondo le sigle, al momento non sarebbero sufficienti a coprire le richieste dei lavoratori. Proprio questo, al momento, sembra essere il punto più Le richieste «Gli enti locali si adoperino per garantire la continuità occupazionale con prospettive di sviluppo, servono investimenti» delicato della trattativa tra BusItalia e sigle sindacali. Le parti hanno deciso di riaggiornarsi a fine mese per cercare nuovi punti di contatto. Il prossimo faccia a faccia, inoltre, servirà anche a fare il punto sulla sperimentazione dei nuovi bus con ingresso anteriore e con autisti incaricati di verificare i biglietti al momento della salita dei passeggeri. Vendita delle quote, polemica infinita. Non accennano ad esaurirsi le polemiche intorno alla vendita del 30% delle quote di Umbria Mobilità dagli enti locali umbri a BusItalia. Le segreterie regionali di Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uilt-Uil, Faisa-Cisal e Ugl-Fna spiegano di aver appreso «con disappunto ma non con stupore, della decisione assunta dagli enti proprietari di Umbria Tpl e Mobilità spa di cedere, a Busitalia, le quote residue di partecipazione in Umbria Mobilità Esercizio srl, pari al 30% del capitale sociale. Questa decisione, si ribadisce non inaspettata, tradisce un patto siglato con le organizzazioni sindacali, i dipendenti e i cittadini, da parte degli esponenti politici umbri i quali, indistintamente da destra e da sinistra, si erano impegnati a fare tutto quanto fosse stato possibile per evitare di cedere le quote residue». Le sigle colgono l’occasione per ricordare i protocolli di intesa sottoscritti in tal senso all’atto dell’in- gresso di Busitalia in Umbria. Inoltre - spiegano le sigle - anche la campagna elettorale che ha caratterizzato le recenti elezioni amministrative aveva visto trattare, «nei comuni di Perugia, Terni e Spoleto, la questione della cessione delle quote, con la generalizzata assunzione di impegni precisi, da parte dei candidati sindaci di tutti gli schieramenti, di non vendere le quote residue». Poi la richiesta: «Ora, sgomberato definitivamente il campo dal velo di ipocrisia che era calato in questi mesi, le organizzazioni sindacali auspicano che, a questo punto, gli enti si adoperino affinché venga salvaguardata l’azienda Umbria Tpl e Mobilità, garantendone la continuità occupazionale con prospettive anche di sviluppo, affinché vengano individuate le risorse necessarie per gli urgenti investimenti sull’infrastruttura ferroviaria e, soprattutto, affinché vengano garantite le risorse economiche necessarie per mantenere l'attuale assetto dei servizi di trasporto pubblico locale e ferroviario». PERUGIA - Proteggere consumatori e minori dal rischio che il gioco d’azzardo online diventi una patologia. I cittadini dovrebbero avere accesso a informazioni corrette e trasparenti sui rischi del gioco, gli Stati dovrebbero garantire che i minori non abbiano accesso al gioco d’azzardo online, pubblicità e sponsorizzazioni dovrebbero essere più socialmente responsabili. A fronte della sempre più ampia diffusione del gioco, la Commissione europea ha raccomandato alcuni principi di base a tutela dei consumatori. Nella raccomandazione sui servizi di gioco d’azzardo online, la Ue «incoraggia gli Stati membri a realizzare un livello elevato di protezione per i consumatori, gli utenti e i minori grazie all’adozione di principi relativi ai servizi di gioco d’azzardo online e alla pubblicità e sponsorizzazione responsabile di questi servizi. Detti principi mirano a salvaguardare la salute e a ridurre al minimo gli eventuali danni economici che possono derivare dal gioco d’azzardo eccessivo o compulsivo». Poiché diversi Stati stanno riesaminando i propri quadri giuridici sul tema, la raccomandazione potrebbe rappresentare un utile orientamento. La raccomandazione della Commissione stabilisce una serie di principi che gli Stati membri sono invitati a integrare nelle proprie normative in materia di gioco d’azzardo. Uno riguarda le informazioni di base presenti sui siti web di gioco d’azzardo: queste devono garantire che i consumatori abbiano le informazioni sufficienti per comprendere i rischi legati al gioco d’azzardo. E le comunicazioni commerciali (pubblicità e sponsorizzazione) dovrebbero essere effettuate responsabilmente. Gli Stati, afferma la Commissione europea, dovrebbero garantire che i minori non abbiano accesso al gioco d’azzardo online e prevedere norme atte a ridurre al minimo i contatti tra i minori e il gioco. Conflavoro lancia l’allarme usura Pronto un team di esperti per le Pmi L’Anec organizza “Schermitutti”, il festival per i giovani cineasti PERUGIA - Conflavoro Pmi (la Confederazione delle piccole e medie imprese) lancia l’allarme sui temi dell’usura e dell’anatocismo bancario. Nel corso di un convegno a Ponte San Giovanni sono emersi, infatti, dati preoccupanti sul punto. La quasi totalità dei rapporti (conti correnti, mutui, derivati, leasing, finanziamenti, ecc.) tra istituti di credito ed aziende e privati risalenti a prima dell’anno 2000 sarebbero “viziati”; mentre dopo il 2000, anche grazie ad alcune opportune correzioni giuridicogiurisprudenziali, la media scende al 65-70%, dato comunque altissimo e passibile di produrre conseguenze devastanti per le imprese PERUGIA - Si chiama “Schermitutti - Umbria giovani film festival”, il concorso nazionale dedicato a giovani e giovanissimi cineasti, che si terrà dal 12 al 18 ottobre in 13 sale umbre aderenti all’Anec regionale. In vista del festival, sono state aperte le iscrizioni alla giuria popolare del festival. Giovani e giovanissimi, studenti e spettatori appassionati di cinema avranno la possibilità di far parte della giuria che decreterà i vincitori delle diverse sezioni della kermesse. In ciascuna sala cinematografica i giurati saranno i ragazzi dai 18 ai 25 anni, che costituiranno le giurie extra e i giovanissimi studenti degli istituti scolastici, suddivisi per scuole primarie, scuole secondarie di I grado e II grado, che andranno a comporre le giurie scuole. Il festival, organizzato dall’Associazione nazionale esercenti cinema Umbria aderente a Confindustria, vedrà in concorso i prodotti audiovisivi del territorio nazionale realizzati da bambini e ragazzi in ambito scolastico ed extra scolastico. Quattro le sezioni in concorso: scuole d’infanzia e primarie, secondarie di I grado, secondarie di II grado ed Extra, la quarta sezione extrascolastica, che si rivolge ai giovani cineasti tra i 18 e i 25 anni. Per richiedere l’iscrizione alle giurie i può consultare il sito ufficiale di www.schermitutti.it o iscriversi contattando la segreteria organizzativa del festival: [email protected]. soprattutto in un periodo di crisi economica come quello attuale. A tal fine, proprio nel corso del convegno, Conflavoro ha presentato il suo team anti-usura, nato proprio con l’obiettivo di sostenere le aziende, dando voce alle stesse nei rapporti con le banche. «Questo progetto - ha spiegato il presidente nazionale di Conflavoro, Roberto Capobianco - rappresenta un’occasione unica per gli imprenditori di tutelarsi nei confronti delle banche. Ormai da troppo tempo, infatti, le imprese sono vittime di due Stati: uno governativo ed uno bancario, con la conseguenza che, oggi, è diventato impossibile fare impresa a causa di Il convegno di Conflavoro tasse, clausole e cavilli vari. È un dato di fatto che le banche continuino a negare ad aziende e famiglie ogni forma di accesso al credito, nonostante le iniziative assunte in tal senso dalla Banca centrale europea. A questa situazione è venuto il momento di porre un freno». Mercoledì 16 luglio 2014 il Giornale dell’Umbria 28 economiaUMBRIA In Umbria 42mila famiglie povere I numeri della regione nel rapporto dell’Istat, nel 2013 è sotto la soglia il 10,9% dei nuclei di BRUNO COLETTA PERUGIA - Nel 2013 si ferma in Umbria la crescita della povertà relativa, che resta tuttavia agli altissimi livelli raggiunti nel 2012, con valori percentuali che sono i più alti di tutto il Centro-Nord. Ma, anche se in questo caso non ci sono dati specifici sulla regione, aumentano i poveri “in senso assoluto”. Emerge dal rapporto dell’Istat “La povertà in Italia”. I DATI UMBRI Povertà relativa. Nella regione, secondo l’Istituto nazionale di statistica è povero “in senso relativo” il 10,9% delle famiglie, rispetto all’11% del 2012. Il che significa che, in valori assoluti, nel 2013 nella regione ci sono 42mila 170 famiglie “relativamente povere”. Va chiarito che la stima dell’incidenza della povertà relativa (la percentuale di famiglie e persone povere) viene calcolata sulla base di una soglia convenzionale (linea di povertà) che individua il valore di spesa per consumi al di sotto del quale una famiglia viene definita povera in termini relativi. La soglia di povertà relativa per una famiglia di due componenti è pari alla spesa media mensile per persona nel Paese, che nel 2013 è risultata di 972,52 euro (-1,9% rispetto al valore della soglia nel 2012, che era di 990,88 euro). Le famiglie composte da due persone che hanno una spesa mensile pari o inferiore a tale valore vengono classificate come povere. Per famiglie di ampiezza diversa il valo- re della linea si ottiene applicando un’opportuna scala di equivalenza, che tiene conto delle economie di scala realizzabili all’aumentare del numero di componenti. L’incidenza delle famiglie “relativamente povere” in Umbria continua ad essere inferiore alla media nazionale (11,9%, in calo rispetto al 12,6% del 2012), ma non a quella del Centro (che ha una percentuale di famiglie relativamente povere del 7,5%, con il minimo toccato in Toscana con il 4,8%). E il valore umbro, come nel 2012, è il più elevato tra tutte le regioni del Centro-Nord (al secondo posto, dopo l’Umbria, c’è il Lazio con l’8,5%). Povertà assoluta. L’incidenza della povertà assoluta viene, invece, calcolata sulla base di una soglia di povertà corrispondente alla spesa mensile minima necessaria per acquisire il paniere di beni e servizi che, nel contesto italiano e per una determinata famiglia, è considerato essenziale a uno standard di vita minimamente accettabile. Vengono classificate come “assolutamente povere” le famiglie con una spesa mensile pari o inferiore al valore della soglia (che si differenzia per dimensione e composizione per età della famiglia, per ripartizione geografica e ampiezza demografica del comune di residenza). Per la povertà assoluta l’Istat non fornisce cifre a livello regionale ma, ammettendo che tra percentuale di famiglie in povertà relativa e in povertà assoluta ci sia lo stesso rapporto medio rilevato per La percentuale delle famiglie “relativamente povere” nel 2013 non peggiora rispetto al 2012, ma resta su livelli altissimi, i più elevati del Centro-Nord l’Italia centrale, nel 2013 sarebbe “assolutamente povero” nella regione il 9,7% delle famiglie (quindi, quasi un nucleo su 10). In valori assoluti si tratterebbe di circa 37mila 500 famiglie. Nel Centro, a fronte del 7,5% di nuclei relativamente poveri, ce ne sono il 6% di assolutamente poveri (ossia, l’85,7% delle famiglie relativamente povere sono, in realtà, “assolutamente povere”, rapporto che, come detto, abbiamo usato anche per l’Umbria in assenza di dati specifici dell’Istat). L’ANDAMENTO TRA LE DUE POVERTÀ Dall’indagine emerge che, men- tre l’incidenza delle famiglie “relativamente povere” nel 2013 è rimasta sostanzialmente stabile rispetto al 2012, la percentuale di nuclei familiari in povertà assoluta aumenta invece un po’ dappertutto. Nella media nazionale tale incidenza era del 6,8% nel 2012 e passa al 7,9% nel 2013 (si tratta di 2,028 milioni di famiglie assolutamente povere), in quella del Centro era del 5,1% nel 2013, per crescere al 6% nel 2013 (315mila le famiglie assolutamente povere in questa circoscrizione territoriale). Da evidenziare che, se invece delle famiglie si guarda alle persone, le percentuali aumentano. L’indagine Secondo Coldiretti si è passati dai 511 euro medi mensili per nucleo del 2008 ai 466 spesi nel 2013 La crisi fa “restringere” il carrello della spesa, una caduta davvero pesante di LUCIO FONTANA PERUGIA - La crisi batte forte e tirare la cinghia è l’unico modo per far quadrare bilanci familiari sempre più precari e in molti casi ridotti all'osso. Per questo le famiglie umbre fanno attenzione anche a quello che mettono nel carrello della spesa. Il quadro che Coldiretti ricava dai dati Istat sui consumi delle famiglie tra 2008 e 2013, segnala un quadro piuttosto allarmante sulle “abitudini” degli umbri. Il quadro, parla chiaro: per cibo e bevande, le famiglie della nostra regione hanno speso 511 euro al mese nel 2008, quando la crisi economica era ancora agli albori e 466 nel 2013, ovvero in piena e propria “tormenta”. Quarantacinque euro che in termini percentuali significano l’8,8% in meno che, secondo l’affresco pennellato da Coldiretti, stanno a significare che l’Umbria ha registrato la flessione più alta dopo quella di Puglia (-11,3%) e Sardegna (-9,8%). Stando sempre alle cifre riportate dall’associazione, oltre sei euro in meno sono stati sborsati per pane e pasta (da 82 a 76), 11 per la carne (da 132 a 121) mentre per quanto riguarda il il pesce la spesa è cresciuta di 12 (da 40 a 52). Detto in altri termini, se nel 2008 per cibo e bevande andava ogni mese il 19% del budget delle famiglie umbre, la percentuale nel 2013 è scesa al 17,6%. C’è da dire comunque che, rispetto ai dati delle altre regioni, in Umbria i consumi per la tavola rimangono comunque nella fascia alta. L’importo minimo si registra in Valle d’Aosta con 412 euro, 425 in Sicilia, 433 in Sardegna, 436 in Friuli Venezia Giulia, 436 in Calabria come in Veneto, 442 in Trentino, 445 in Basilicata e 450 in Emilia Romagna, 456 in Liguria, 457 in Puglia e 460 in Lombardia. Sopra la media, oltre all’Umbria, Molise (463 euro), Marche (469), Toscana (470), Abruzzo (479), Lazio (485), Campania (489), Piemonte (491). Questa la situazione che emerge dai dati Istat rielaborati da Coldiretti secondo cui «le famiglie in generale, hanno messo in atto strategie di contenimento della spesa: con la quota di quelle Oltre sei euro in meno al mese per pane e pasta Carrelli vuoti Pensionati dopo aver fatto la spesa che riducono la qualità o la quantità di almeno uno dei generi alimentari acquistati che è salita al 65% nel 2013 e nel Mezzogiorno sfiora il 77%. In aumento anche la quota di famiglie che sceglie l’hard discount per l’acquisto di generi alimentari che sale al 14,4% nel 2013». In chiusura, Coldiretti, lancia l’allarme rispetto al calo di acquisti di frutta e verdura che nel 2013 «sono crollati al minimo da inizio secolo con le famiglie che sono state costrette a tagliare gli acquisti e a mettere oltre 100 chili di ortofrutta in meno nel carrello, rispetto al 2000». Le famiglie, dunque, stringono sempre di più la cinghia e fanno attenzione a tutto ciò che finisce nel carrello della spesa. Per quanto riguarda i consumi, la luce in fondo al tunnel ancora non si vede. E le famiglie sono le prime a risentirne. IL PROGETTO Led, ambiente e risparmio CITTÀ DI CASTELLO - Sono stati poco meno di duemila gli apparecchi a bassa efficienza sostituiti con quelli a led da Enel Sole a Città di Castello grazie a un accordo che è stato firmato lo scorso anno tra l’amministrazione comunale e la società di energia elettrica. Ieri, presso l’Accademia degli illuminati, sono stati presentati gli interventi realizzati da Enel Sole nel corso di questi dodici mesi e le prossime attività che verranno messe in campo con l’obiettivo di riqualificare l’intera rete di illuminazione pubblica del territorio. Le sorgenti luminose a led (Archilede high performance e Archilede special) garantiranno - è stato spiegato - un risparmio energetico complessivo del 40 per cento, maggiore affidabilità, qualità della luce e rispetto dell’ambiente. «Il progetto che Enel Sole sta realizzando nel Comune di Città di Castello, caratterizzato dall’introduzione della tecnologia a led - ha spiegato Carmelo La Rosa, responsabile Enel Sole Area centro - darà il via ad una nuova era per l’illuminazione pubblica comunale all’insegna dell’efficienza, della sostenibilità e del risparmio. Si tratta di questioni importanti che avranno una serie di ricadute positive su tutta la cittadinanza in termini di sicurezza e fruibilità degli spazi pubblici, oltre che per le casse dell’Amministrazione». «Dal 1998 il Comune è impegnato in progetti di efficientamento e riqualificazione energetica, in linea con i programmi nazionali ed europei di salvaguardia e protezione delle risorse naturali» ha inoltre sottolineato il sindaco di Città di Castello, Luciano Bacchetta. Seguici anche su UMBRIA PERUGIA Povertà, si consuma sempre meno carne A Mercoledì 16 luglio 2014 Anno XXXII n. 194 - euro 1,20 www.corrieredellumbria.it w.corrieredellumbria.it CITTA’ DI CASTELLO Sollecito si laurea e discute una tesi sul suo caso A a pagina 7 MARSCIANO Narcotraffico, arrestato pusher perugino A a pagina 15 Fronte comune contro le vinacce A a pagina 23 L’accusa della madre nei confronti dell’anziano finito ai domiciliari: da qui è partita l’indagine “Mia figlia molestata dall’autista” ITALIA & MONDO MEDIO ORIENTE Tregua interrotta: sirene a Tel Aviv Diplomazia al lavoro E’ guerra tra palestinesi e israeliani A a pagina 5 A PERUGIA a pagina 22 IN FONDO AL POZZO Le rovine del Belpaese di Guido Barlozzetti Accuse pesanti, parole irripetibili. La denuncia della madre è dettagliata: la figlia tredicenne avrebbe subito molestie a sfondo sessuale da parte dell’anziano autista dello scuolabus. L’uomo è ai domiciliari nell’hinterland perugino. Difeso da Maria Chiara De Pascalis, 64 anni, già autista di un’azienda di trasporto locale, svolgeva la stessa funzione per il servizio navetta nell’area di Torgiano. La madre della piccola, di origini straniere, si appresta a costituirsi parte civile,ed ha presentato in primis la denuncia ai carabinieri: due pagine con la descrizione cruda, irripetibile, degli atti di molestia. Il giudice delle indagini preliminari ha ritenuto che le accuse e quanto emerso nella fase iniziale degli accertamenti fossero sufficienti a far scattare l’ordinanza di arresto. A La proposta di Virgilio Ambroglini per ricordare Piazzoli Una Fondazione per Sergino A La proposta di Virgilio Ambroglini raccolta dal Corriere alle pagine 18-19 A H o camminato per Venezia in un fine settimana estivo e, nella folla sudata e trafelata, mi sono chiesto se è questo il turismo che vogliamo. Una domanda che ne sottintende subito un’altra, in che modo la città antica deve affrontare la modernità in questo passaggio che la sta facendo diventare qualcosa d’altro che non riusciamo ancora a intravedere? Venezia mi pare un osservatorio estremo e per questo particolarmente significativo. Milioni di turisti ogni anno si rovesciano su una città di cristallo, inondano più dell'acqua alta alcuni luoghi monumentali,entratinell'immaginario globale (...) a pagina 15 [continua a pagina 4] In Umbria abbinamento opzionale con: “Ricette Vegan” Euro 8,50; “Pizza” Euro 9,80; “DVD insieme per la storia” Euro 8,90; “La Grande Cucina Regionale Italiana” Euro 4,80; + il prezzo del quotidiano MOSCA Deraglia la metro Almeno 21 morti e più di 150 feriti A Terni L’azienda convoca per domani i rappresentanti dei lavoratori in Confindustria che decidono stamattina se andare Ast-istituzioni-sindacati: gli incontri diventano tre A TERNI L’Ast non cambia idea e non ammette le organizzazioni sindacali all’incontro di domani con le istituzioni. Di contro le convoca due ore e mezza dopo in Confindustria. E nel pomeriggio i sindacalisti dovrebbero poi recarsi al ministero. Tre interlocutori e altrettanti tavoli. Difficile da capire. Oggi i sindacati decidono se andare. a pagina 5 CALCIO Divergenze sul mercato Conte dice addio alla Juve In pole per la Nazionale A nello sport A Ecco il progetto Decathlon A a pagina 30 Serie B Da ieri pomeriggio tutti nella quiete del ritiro di Norcia SERIE B Il diesse: “Sarà un Perugia bello e divertente” A Goretti detta la linea: “Grifo con tre giocatori esperti” a pagina 36 LEGA PRO Gubbio, meno Parma e più altri club A Ecco Cais e Bentoglio a pagina 37 SERIE D Segretario e preparatore atletico a Foligno A a pagina 39 Anniboletti e Falcone sono pronti Al lavoro Il nuovo Perugia di Andrea Camplone L’Italia a… Prandelli di Anton Carlo Ponti A Sport Ternana, oggi firma Bastrini Stretta finale per Gigi Vitale e per lo juventino Castiglia GIOVENALE PERUGIA A a pagina 35 a pagina 17 C ome si può cambiare il corso della storia sostituendo una consonante. L'Italia non sarà a… brandelli, ma quasi, moralmente. Meno male che un pezzo della scacchiera sta tentando scac[continua a pagina 8] co matto. CORRIERE 10 DELL’UMBRIA u Mercoledì 16 Luglio 2014 ECONOMIA FONDI UE, L’UMBRIA CAMBIA MARCIA Redazione: via Pievaiola, 166 F-6 PERUGIA Tel. 075 91191 Fax 075 4659140 [email protected] CRESCITA Al tavolo dell’Alleanza la presidente Marini presenta il Programma operativo regionale Umbria Fesr e il Piano di sviluppo rurale z A PERUGIA IL DOCUMENTO ECCO LE SEI STRATEGIE DEL PSR 2014-2020 A PERUGIA Stimolare la competitività del settore agricolo; garantire la gestione sostenibile delle risorse naturali e l’azione per il clima; realizzare uno sviluppo territoriale equilibrato delle economie e comunità rurali, compresi la creazione ed il mantenimento di posti di lavoro. Sono gli obiettivi della proposta di Piano di sviluppo rurale 2014-2020 predisposto dalla giunta regionale ed illustrato ieri in seconda commissione dall'assessore all'Agricoltura, Fernanda Cecchini. La proposta di Piano, che prevede l'attivazione nel settennio di 876 milioni di euro, dovrà essere presentata entro il prossimo 22 luglio a Bruxelles, alla Commissione europea che sarà chiamata ad approfondire il documento, avviando un negoziato con la Regione che dovrebbe portare, stando agli auspici dell'assessore, all'approvazione del Piano entro prossimo mese di dicembre. Sei le strategie delineate nel documento, da perseguire attraverso strumenti attuativi (18 misure e 58 sottomisure). Innovazione, capitale umano, ricerca: riguarda le competenze professionali degli imprenditori agricoli e forestali. Sono previsti interventi formativi, informativi e di cooperazione tra i diversi soggetti della filiera agricola, agroalimentare e forestale e il mondo della ricerca. Le risorse programmate per questa finalità, che ha carattere trasversale, ammontano a 91 milioni 600mila euro, pari al 10,45 per cento dell'intera dotazione del programma. Competitività e sostenibilità ambientale: punta al miglioramento della competitività delle imprese umbre: investimenti e azioni volti alle conoscenze, incremento delle dimensioni aziendali; sostenibilità ambientale delle produzioni agricole e zootecniche, ingresso di giovani imprenditori agricoli, qualità delle produzioni, sostenibilità energetica ed ambientale, promozione delle singole produzioni, ma anche del brand enogastronomico e territoriale dell'Umbria. Stanziati per tutto ciò 170 milioni di euro (pari al 19,39 per cento della spesa dell'intero programma). Qualità e innovazione: mira al rafforzamento qualitativo e al consolidamento dell'offerta regionale agroalimentare. Viene promossa l'innovazione delle imprese di trasformazione e commercializzazione puntando al miglioramento delle relazioni di filiera utili anche al miglioramento reddituale delle imprese. Progetti filiera: persegue progetti di filiera e/o di cooperazione destinati a varcare anche i confini regionali nel caso di impossibilità di chiudere in Umbria l'intero ciclo della filiera. Le risorse programmate ammontano a 103 milioni di euro (pari al 11,75 per cento della spesa pubblica programmata) a cui si aggiungono le risorse destinate dal Piano operativo nazionale alla misura 'gestione rischi'. Nell'ambito di questa priorità si punta a conservare l'integrità e l'autenticità dell'ambiente naturale regionale, sia da un punto di vista ambientale che economico. L'obiettivo è la tutela e promozione della biodiversità e sviluppo e qualificazione del biologico. Le risorse ammontano a 192 milioni di euro. Sostenibilità energetica: prevede misure volte al miglioramento del clima. Consistono nell'uso razionale dell'acqua in agricoltura attraverso la riduzione degli sprechi ed inefficienze e con estensione delle infrastrutture più innovative, efficientamento energetico delle imprese agricole e delle imprese di trasformazione, riprogettazione dei sistemi di alimentazione energetica attraverso innovazione e cooperazione e riduzione delle emissioni, in particolare di metano, legate al comparto zootecnico sono tra gli obiettivi principali. Le risorse programmate consistono in 163 milioni 300mila euro (18,63 per cento della spesa pubblica programmata), a cui si aggiungono le risorse del PON per la misura 'piano irriguo'. Rafforzamento infrastrutture e servizi: è rivolta alle comunità rurali. Punta a contrastare l'invecchiamento e la marginalizzazione della maggior parte delle aree rurali. Previsti interventi che, oltre all'agricoltura, sono indirizzati alla rete delle infrastrutture e dei servizi, rivolti particolarmente verso i giovani e le fasce più anziane, promuovendo così nuove forme di dinamismo economico-sociale e culturale. Le risorse programmate ammontano a 136 milioni 332mila euro (15,55 per cento della B spesa programmata). y “Le Regioni intendono rispettare la scadenza del 22 luglio per la presentazione dei Piani operativi dei fondi strutturali europei, in modo da poter contare sulla copertura economica della programmazione regionale, già a partire dal prossimo autunno”: lo ha affermato la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, in apertura del Tavolo dell'Alleanza per lo sviluppo dell'Umbria, nel corso del quale sono stati presentati il Programma operativo regionale Umbria Fesr 2014-2020 ed il Piano di sviluppo rurale per l'Umbria 2014-2020 che la Regione Umbria assumerà nel nuovo periodo di programmazione. “Entrambi i programmi - ha riferito la presidente - sono stati oggetti di un percorso approfondito che ha già recepito le richieste di modificazioni da parte della commissione europea ed entrambi puntano ad utilizzare al meglio le risorse facendo leva sull'innovazione, la competitività delle imprese e sulla qualità del lavoro anche attraverso uno stretto contatto tra il mondo della formazione e quello delle aziende”. La presidente, dopo aver informato “che le Regioni sono state convocate domani (oggi ndr) a Roma per un incontro a Palazzo Chigi che verterà proprio sulla programmazione 2014-20120", è entrata nel merito dei contenuti dei documenti sottoposti alla valutazione del tavolo: il Programma operativo Fesr 2014-2020 si propone di sostenere azioni incisive per supportare una crescita intelligente, sostenibile ed inclusiva dell' Umbria nel contesto nazionale ed europeo. Ciò per affrontare la sfida della specializzazione ed innovazione della regione, della competitività del sistema pro- I tempi La Marini al tavolo dell’Alleanza ha confermato il 22 luglio per la presentazione dei piani operativi duttivo, della tutela e valorizzazione delle risorse territoriali e di uno sviluppo sostenibile. Il programma, con una dotazione complessiva di 356 milioni 280mila euro derivanti da diverse fonti finanziarie (comunitarie, nazionali e regionali), concentra le risorse disponibili secondo un approccio integrato su un numero limitato di obiettivi tematici, a cui corrispondono cinque assi prioritari di intervento in materia di ricerca innovazione, crescita digitale, competitività delle "pmi", energia sostenibile, ambiente e cultura e a cui si aggiunge l'Asse dedicato allo sviluppo urbano sostenibile, come previsto dalla regolamentazione comunitaria. Il tutto per assicurare nel medio-lungo periodo risultati di rilievo sul contesto socio-economico regionale. Il "Psr" per l'Umbria 2014-2020, illustrato a grandi linee dall' assessore regionale all'Agricoltura, Fernanda Cecchini, ha come obiettivo quello di stimolare la competitività del settore agricolo, garantire la gestione sostenibile delle risorse naturali, l'azione per il clima e realizzare uno sviluppo territoriale equilibrato delle economie e comunità rurali, con la creazione e il mantenimento dell'occupazione sono invece le principali finalità del Programma di sviluppo rurale per l'Umbria 2014-2020. Le strategie delineate nel documento si articolano in sei priorità, coerenti con la nuova PAC e con le finalità di Europa 2020, da perseguire attraverso strumenti attuativi (18 misure e 58 sottomisure) per un importo totale di risorse pubbliche programmate di oltre 876 milioni di euro, in pratica il 10 per cento in più rispetto alla passata programmazione. B L’INTERVENTO Caccia e agricoltura, unione possibile di Claudio Nardoni * A La Copagri -Confederazione produttori agricoli dell’Umbria ritiene opportuno avanzare alcune riflessioni e considerazioni sulla caccia ed il rapporto con gli agricoltori in Umbria. E’ da molto tempo che la caccia sta attraversando un periodo difficile per la costante diminuzione delle specie migratorie, per la difficoltà delle specie stanziali reimmesse ogni anno, di ambientarsi e riprodursi. Gli ungulati quest’anno specie per i cinghiali stanno registrando un ridimensionamento che è iniziato contestualmente al ripopolamento del lupo, la cui dieta include particolarmente questa specie. Il coinvolgimento degli Istituti scientifici di ricerca (Università, Poli di ricerca, Osservatori, etc) potrebbe assumere una forte rilevanza per avviare una gestione scientifica delle specie cacciabili, con un programma mirato a ripopolare il nostro territorio regionale. Sarebbe stimolante prevedere incentivi per quegli agricoltori che si rendessero disponibili a favorire alcune forme di caccia con la coltivazione di colture idonee destinate alla selvaggina stanziale. Per le zone di ripopolamento e cattura vanno ridiscusse le modalità di organizzazione, mantenimento ed uso, in particolare per quanto riguarda i prelievi e la selezione. Va inoltre riconosciuta, alle sole squadre di cacciatori appositamente costituite ed autorizzate, l’esclusività di effettuare la caccia al cinghiale, oltre alla assegnazione, in tempo utile, delle zone a disposizione. La predisposizione del calendario venatorio regionale, inoltre, non può essere un mero atto amministrativo, ma deve scaturire da una discussione approfondita, non semplicemente consultiva, supportata da apporti tecnici e scientifici e con il coinvolgimento convergente di tutti i soggetti interessati. Dobbiamo ricordare che l'esercizio venatorio è riconosciuto per legge, quindi il cacciatore che paga le tasse può esercitare un diritto riconosciuto. La caccia è una attività sportiva che da sempre sta vivendo un rapporto non idilliaco con gli agricoltori, che vedono le loro aziende oggetto di invasione da parte dei cacciatori e soprattutto per i danni provocati dai selvatici alle coltivazioni, per i quali viene richiesto di erogare i risarcimenti in tempi rapidi e con la copertura totale. Il mondo agricolo ed il mondo venatorio hanno molti elementi in comune. Si trovano ad affrontare problematiche come l'uso non corretto delle aree agro-silvo-pastorali, a concorrere alla salvaguardia della biodiversità, al mantenimento degli ecosistemi, alla difesa del territorio, alla cultura delle tradizioni, alla sostenibilità ambientale ed alla tutela delle specie. Una collaborazione, aperta, nel rispetto delle parti, non può che giovare agli interessi della collettività agricola e contribuirebbe certamente al mantenimento di quella venatoria. Dobbiamo, ancora una volta, evidenziare con forza che l’aumento delle uccisioni di bestiame ovino-caprino e bovino, da parte dei lupi, sono in continuo aumento e stanno mettendo in seria difficoltà il settore zootecnico e conseguentemente l’economia delle aree montane ed il reddito degli allevatori. Alla Regione e alle istituzioni preposte viene quindi richiesto di adottare soluzioni adeguate alle varie problematiche. La Copagri resta a disposizione per un confronto costruttivo con tutti i soggetti che intendono partecipare con il loro contributo ad un progetto di profonda revisione del sistema e delle regole che lo determinano per creare le condizioni al superamento degli aspetti controversi tra B gli agricoltori e i cacciatori. * Presidente Copagri la strada interna in attesa del manager NUOVOCDADIGESENU SUBENTRANO I DIRIGENTI PACIOSIEVERGARI di Alessandro Antonini A PERUGIA - Il nuovo cda “transitorio” di Gesenu è cosa fatta. In attesa che alla prossima assemblea dei soci - prevista alla fine di luglio - il Comune di Perugia (socio di minoranza) indichi la strada da percorrere presentando un nuovo manager. Si tratterebbe di un uomo di esperienza, di origini umbre ma che attualmente lavora fuori regione. Il traghettatore che verrà dovrà decidere se rilanciare la società con il prestito ponte di sei milioni, con contestuale piano industriale (che ancora manca), oppure attuare un’altra strategia. Che potrebbe essere quella di un progressiva uscita del pubblico dal gruppo. Interessati alle quote ci sarebbero colossi del settore, Hera in testa. Anche il privato è chiamato a una scelta: le traversie giudiziarie del gruppo Cerroni non hanno impedito di modificare gli assetti del consiglio di amministrazione. Anche in questo caso la cessione di quote rappresenterebbe un’opzione praticabile. Le dimissioni Il 27 giugno Gesenu ha rinnovato il cda sostituendo il presidente Luciano Ventanni e il consigliere Marzia Vertici Sopra, al centro, il dimissionario Ventanni. In alto Sassaroli Biagiotti, usciti per dimissioni dal consiglio della società partecipata rispettivamente il 24 maggio e il 7 giugno scorsi. I due consiglieri di parte pubblica si sarebbero dimessi a causa di insanabili fratture avvenute all’interno del cda. La linea dell’amministratore delegato Silvio Gentile, espressione del socio privato, è stata diversa. La diversa valutazione delle criticità aziendali e la non condivisione delle scelte economiche, che sarebbero state avallate dal socio di minoranza Carlo Noto La Diega, avrebbero indotto i due rappresentanti del Comune a rimettere il proprio mandato nelle mani del sindaco uscente. Nuovo cda I nuovi membri del cda sono Susanna Paciosi, come presidente , e Giovanni Vergari, dirigente dell’area amministrativa e finanza. La Paciosi è l’attuale dirigente delle risorse umane. Di lei si ricorda il piglio thatcheriano utilizzato nella contrattazione di secondo livello nel 2013, quando Gesenu ha disdetto “unilateralmente” tutti gli accordi aziendali siglando a Roma il cosiddetto accordo di luglio. In quell’occasione c’era stata anche la spaccatura all’interno della triplice, con la Cisl che si è sfilata allorchè è stato indetto un referendum con i lavoratori. E’ stato il nuovo sindaco ergo a decidere di affidare l’azienda ad un pezzo di management “interno”, invece di ricorrere all’intervento dei dirigenti del Comune, scelta operata in passato per altre società a capitale misto per garantire il controllo della parte pubblica. A fine luglio, con l’approvazione del bilancio, le nuoB ve nomine. CORRIERE P RIFIUTI Il Comune di Perugia sceglie DELL’UMBRIA Economia t Mercoledì 16 Luglio 2014 11 z TRASPORTI UMBRIA MOBILITA’ “TRADITI I PATTI” A PERUGIA Le segreterie Regionali dell'Umbria di Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uilt-Uil, Faisa-Cisal e Ugl-Fna “hanno appreso, con disappunto ma non con stupore, della decisione assunta dagli Enti proprietari di Umbria tpl e mobilità spa di cedere, a Busitalia, le quote residue di partecipazione in Umbria mobilità esercizio srl, pari al 30% del capitale sociale”. Questa decisione, si ribadisce “non inaspettata”, “tradisce - accusano i sindacati - un patto siglato con le organizzazioni sindacali, i dipendenti e i cittadini, da parte degli esponenti politici umbri i quali, indistintamente da destra e da sinistra, si erano impegnati a fare tutto quanto fosse stato possibile per evitare di cedere le quote residue”. Si ricordano, infatti, i protocolli di intesa sottoscritti in tal senso all'atto dell'ingresso di Busitalia in Umbria. Inoltre, anche la campagna elettorale che ha caratterizzato le recenti elezioni amministrative aveva visto trattare, “nei comuni di Perugia, Terni e Spoleto, la questione della cessione delle quote, con la generalizzata assunzione di impegni precisi, da parte dei candidati sindaci di tutti gli schieramenti, di non vendere le quote residue”. Ora, “sgomberato definitivamente il campo dal velo di ipocrisia che era calato in questi mesi”, le organizzazioni sindacali auspicano che, a questo punto, gli enti si adoperino “affinché venga salvaguardata l'azienda Umbria tpl e mobilità spa, garantendone la continuità occupazionale con prospettive anche di sviluppo, affinché vengano individuate le risorse necessarie per gli urgenti investimenti sull'infrastruttura ferroviaria e, soprattutto, affinché vengano garantite le risorse economiche necessarie per mantenere l'attuale assetto dei servizi di trasporto pubB blico locale e ferroviario”. y CORRIERE DELL’UMBRIA Perugia t Mercoledì 16 Luglio 2014 17 Si torna a parlare di Decathlon, ecco come sarà realizzato secondo lo studio progettuale, 200 posti di lavoro Arriva il villaggio della forma di Diego Aristei A PERUGIA - Si potrebbe chiamare tranquillamente il villaggio della forma fisica. Uno dei pochi esempi in Italia di strutture commerciali immerse in un ambiente naturalistico. E’ questo il progetto Oxylane Decathlon, marchio storico francese che dovrebbe sorgere in un’area di 118.652 metri quadrati compresa tra la strada di Ellera Lacugnano, il raccordo stradale che collega la E45 con l’area del Quattrotorri e il complesso privato della villa Rizzoli. Anni di dibattiti che hanno coinvolto non solo i partiti presenti in consiglio comunale ma anche associazioni e ambientalisti. Con la nuova giunta del sindaco Romizi la discussione è ripresa anche se pare che stavolta sia la volta buona per chiudere tutta la vicenda. Se infatti tutto fila liscio l’iter burocratico dovrebbe concludersi entro l’anno con l’avvio dei lavori alla fine di gennaio 2015. Tempo di realizzazione un anno circa. Il che vorrebbe dire che ipoteticamente ai primi mesi del 2016 il parco sportivo e le strutture saranno operative. L’area totale dell’intervento è di 12 ettari di cui 10 destinati a parco sportivo ad uso pubblico costituito da un percorso pedonale da running di 1.600 metri e attrezzature sportive all’aperto quali il cal- Simulazione grafica Due immagini di come verrà realizzato il nuovo villaggio sportivo alle porte di Perugia cetto, il tennis, lo skateboard. Ovviamente non mancano gli spogliatoi previsti sempre all’interno del parco. L’intervento lascia intatti e mantiene i tratti salienti del territorio come il corso d’acqua, che diventa un laghetto artificiale o l’asse alberato esisten- te che fa da scermatura ai parcheggi da 1.200 posti auto. In un progetto del genere non poteva mancare la piazza, cuore pulsante del Villaggio. Qui le persone di tutte le età, con particolare attenzione per i più piccoli, potranno avere la possibilità di avvicinarsi ad alcune attività sportive. La piazza insieme alle zone coperte all’interno della galleria del punto vendita Decathlon si propongono come centro di gravitazione di tutte le attività e associazioni sportive locali che nelle inten- zioni del progetto possono avere un punto nevralgico per esporre e promuovere le loro attività godendo dell’afflusso dei visitatori. Previste, due strutture: una dove sorgerà il negozio Decathlon di 8mila metri quadrati e un’altra di 4mila metri quadrati sempre ad uso commerciale. Contatti in corso con importanti imprese nazionali. Per quanto riguarda l’edificio dove sorgerà Decathlon è costruito secondo tecniche costruttive in cemento armato prefabbricato a formare un impianto pressoché regolare di forma rettangolare. La struttura sosterrà le coperture piane in parte in cemento ed in parte in metallo. Il negozio è un’unica grandesuperficie, dove il cliente può cercare liberamente i prodotti di suo interesse. Tre corridoi, uno centrale e due laterali collegano ai dieci "Universi sportivi" chiaramente identificati da una segnaletica che facilità i percorsi nei reparti, display e pannelli che spiegano le caratteristiche tecniche dei prodotti. Insomma, la struttura alle porte di Perugia, almeno nelle intenzioni dovrebbe diventare a tutti gli effetti il vero e proprio paradiso per gli amanti dello sport sotto tutti i punti di vista. L’intervento del nuovo Villaggio dovrebbe produrre circa duecento posti di lavoro. E in tempi come questi, decisamente non sono pochi. B L’obiettivo da realizzare Il primo esempio in Italia A PERUGIA I villaggi Oxylane, destinati alla pratica sportiva di grandi e piccoli, rappresentano un modello di sviluppo che si attua in collaborazione con le realtà del territorio. E’ questo il principale obiettivo che si vuole raggiungere a Perugia, primo caso in Italia. Attualmente i villaggi Oxylane sono tutti ubicati in Francia. “La nostra volontà - affermano gli ideatori di questo progetto - è realizzare sul territorio del Comune di Perugia il primo Villaggio Oxylane in Italia che sarà costituito da un negozio Decathlon immerso in ampi spazi verdi per lo sport corredati dalle necessarie strutture di servizio gratuite (parcheggi, spogliatoi/docce, zone pic-nic, servizi vari), da un'attività commerciale e da piccole attività di servizio all'attività B sportiva”. Decisa presa di posizione del consigliere regionale di Forza Italia Valentino “Basta con i ritardi di anni” A PERUGIA “Non si possono mettere in discussione, dopo anni di discussione, progetti validi per il rilancio economico e lavorativo di Perugia”. Con queste parole il consigliere regionale di Forza Italia, Rocco Valentino, interviene sulla vicendaDecathlon, dove "alcuni assessori della giunta guidata dal sindaco Andrea Romizi offrono un quadro di lettura che differisce per alcuni aspetti.Non è mia intenzione sollevare alcun appunto rispetto alle opinioni espresse dai singoli assessori comunali - spiega Valentino - ma la vicenda Decathlon ha veramente dell'inverosimile: sono passati ben sei anni da quando il consiglio comunale di Perugia approvò la variante urbanistica che interessa il progetto in questione. Una telenovela cui è giunta l'ora di mettere la parola fine. Vista la sempre più difficile realtà occupazionale del nostro territorio prosegue Valentino - non si possono più procrastinare risposte. Specialmente quelle che, in una prospettiva di breve-medio periodo, oltre a facilitare la viabilità in zona Lacugnano-Santa Sabina (senza oneri per il Comune di Perugia), porteranno un indiscutibile vantaggio in termini occupazionali e di indotto. L'iter di studio e fattibilità relativo al progetto Dechatlon, ed in particolar modo la procedura di valutazione di impatto strategico, è ormai avviato a conclusione. Dato il momento di gravi incertezze sociali ed economiche che interessano anche la nostra città, fermarsi a riflettere sull'insieme di questo progetto potrebbe essere valutato dai cittadini B come una ulteriore opportunità persa”. -MSGR - 06 UMBRIA - 35 - 16/07/14-N: Umbria www.ilmessaggero.it METEO (C) Il Messaggero S.p.A. | ID: 00155924 | IP: 151.12.186.133 PERUGIA Terni Rubrica di Gare, Aste, Appalti e Sentenze Mercoledì 16 Luglio 2014 Perugia f Foligno f Spoleto f Piazza Italia, 4 (PG) T 075/5736141 F 075/5730282 f Terni Piazza della Repubblica T 0744/58041 (4 linee) F 0744/404126 Terni Borgo Rivo sotto assedio: raffica di furti di auto e in casa Terni Ast, alta tensione ma forse il piano industriale partirà a tappe Omicidio Kercher Grassi a pag. 47 Ugolini a pag. 48 Servizio a pag. 36 Raffaele, laurea sull’innocenza «Il web mi ha già assolto» Sollecito, condannato con Amanda Knox, è dottore in ingegneria informatica con una tesi sui flussi su internet tra innocentisti e colpevolisti «Morta per la cura sperimentale» Perugia, richiesta di giudizio per due noti professionisti. La difesa: «Estranei ai fatti» Secondo l’accusa della magistratura, la terapia era rischiosa e non regolarmente autorizzata ` Egle Priolo PERUGIA La diagnosi che parla di tumore fa paura. Ma è stato preso in tempo, si può guarire. Si immagini il dolore del marito e dei figli a perdere una moglie e una madre quando sembrava che ne sarebbe uscita. Si immagini la disperazione, poi, se ci si convince che la causa del decesso potrebbe essere una cura sperimentale che avrebbe dovuto salvarla. Si immagini la rabbia, alla fine, se quella cura non era neanche autorizzata e la famiglia non era stata informata degli eventuali rischi. Ma la medicina è così: santa quando ti salva, demonio quando non ci riesce. Pur rimanen- do la stessa per tutti. Ma è naturale: dolore, disperazione e rabbia diventano prima un esposto al posto fisso dell’ospedale Santa Maria della Misericordia, quindi si tramutano in un’indagine dei carabinieri del Nas e si trasformano nel nero su bianco della richiesta di rinvio a giudizio per due importanti esponenti della sanità umbra: Annibale Donini, in qualità di direttore della struttura complessa di Chirurgia generale d’urgenza, e Stefano Fiorucci, professore e responsabile dell’Unità di ricerca del laboratorio della clinica di Gastroenterologia. Richiesta, appunto. Continua a pag. 37 Sanità Umbria Jazz. Stasera Hancock-Shorter Nuovo piano per abbattere le liste d’attesa PERUGIA Un piano straordinario per abbattere i tempi di attesa delle prestazioni sanitarie sarà pronto entro la fine del mese: lo ha annunciato ieri la presidente Catiuscia Marini in Commissione regionale. «Mi apre? Vado da un’amica» ma al citofono ci sono i ladri Perugia, condomini-detective per non farsi sorprendere dalle bande Michele Milletti PERUGIA «Le modalità d’azione dei delinquenti cambiano continuamente» ha detto lunedì scorso il questore, Carmelo Gugliotta. Subito servito: dalle facce losche ai modi cortesi, chi vuole entrare nelle case le studia di tutti i tipi. E se dai condomini del quartiere di Madonna Alta qualche settimana fa era partito l’allarme di alcune ragazze ben vestite, apparentemente innocue ma troppo interessate a osservare chi esce e chi entra dai palazzi, l’evoluzione ulteriore per dare l’assalto in qualche modo agli appartamenti di quartieri in cui i ladri contano sulla densità di popolazione, e dunque sulla possibilità di non conoscersi con altri condomini, è quella di attaccarsi al citofono. «Scusi mi apre? Devo andare da un’amica». Ma la gente ormai prima di aprire un portone a sconosciuti ci pensa due o tre volte. E allora ecco che i cittadini-residenti, sempre nella zona di Madonna Alta, si fanno detective per capire il motivo di tante “citofonate”. Anche perché si fa presto a intrecciare situazioni e abitazioni, e bastano poche domande per capire che le richieste dall’altra parte del citofono sono inventate, buttate là solo per trovare qualcosa da dire e farsi aprire il portone. E allora i tentativi d’assalto, ripetuti nel quartiere per qualche giorno, sono stati bloccati in tempo. La ragazza che chiede dell’amica non è riuscita a entrare, magari facendo irrompere i propri complici per qualche furto. Alla prossima. Pd, tutti al summit il giovedì sera. In arrivo un bastimento carico di richieste per far svolgere le primarie anche per la Regione. Comincia la partita a scacchi, astenersi deboli di nervi. ***** Pd, presentato il movimento ”Rifare l’Italia”. Obiettivo ambizioso. E se per cominciare provassimo con il più sobrio: “Diamole un’aggiustata”? ***** Un bel record: con Raffaele Palumbo per la prima volta a Perugia un vicario diventa questore. Complimenti. © RIPRODUZIONE RISERVATA UNIONE EUROPEA Si va a 35 gradi Programma di Sviluppo Rurale per l’Umbria 2007-2013 Mis. 3.1.3 Uj decolla a teatro e sui tasti Il pieno a teatro, successo per i pianisti: oggi tocca a Herbie Hancock col sassofonista Wayne Shorter. E Uj decolla Nucci a pag. 42 Comune di Foligno Gilberto Scalabrini Incalzano bel tempo e caldo. L'estate va verso il trionfo, ma secondo le ultime proiezioni dei modelli durerà solo qualche giorno, perché l'Atlantico non vuole mettersi da parte. Però le temperature sono in aumento e, tra venerdì e sabato, il caldo si farà sentire. Addirittura sabato dovrebbe essere la giornata più calda della settimana, con valori intorno ai 35 gradi. In pianura, ci sarà un po’ di afa. Ma attenzione: potrebbe essere in arrivo qualche altro temporale. Intanto da oggi fino a sabato sole al più con qualche velatura. Tour 2.0 Itinerari turistici Laboratori Visite guidate uidate Convegni PROGRAMMA A CURA DI ITINERARI TURISTICI A CURA DI COORDINAMENTO UMBRIAMIA DI Claudio Carnieri on è la prima volta che il segretario regionale della Cisl Ulderico Sbarra mi chiama ad un confronto nelle sue riflessioni sull’Umbria. Non mi sottraggo, nella consapevolezza di quanto il futuro della nostra regione dipenda da una azione comune e convinta di tutte le classi dirigenti, non solo delle istituzioni e in particolare del protagonismo e dell’autonomia delle forze sociali, del lavoro, dell’impresa e della scienza. Sono tra coloro che, in questi anni, si sono impegnati a leggere, senza infingimenti, la dura crisi della regione, la più lunga dal dopoguerra, che ha fatto riemergere in Umbria più antiche gracilità che si pensava fossero state superate nella fase espansiva che pur c’era stata, importante, a metà degli anni 2000: così si è riaperto criticamente il rapporto tra passato e futuro e si sono riaccesi molti interrogativi sulla fase a venire. E’ certo che il Pil non dice tutto, ma quando in un territorio si perdono 12 punti, il 30% più dell’Italia, siamo di fronte ad uno “smottamento” che investe insieme l’economia e la società e che N SBARRA (CISL) HA RAGIONE: SERVE CLASSE DIRIGENTE INCLUSIVA MA NON BASTA ANCORA L’angolo del meteo Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale: l’Europa investe nelle zone rurali Contro la crisi forte alleanza tra istituzioni e società @libero.it Venerdì 16,00_19,00 / Sabato e Domenica 10,00_13,00 16,00_19,00 può e potrà gravemente ipotecare il futuro. Qui sta la radice prima di ogni riflessione e anche la necessità di un aggiornamento della visione dell’Umbria rispetto al passato. Non mi sembra pertinente tuttavia, anche per questo, una interpretazione di “meridionalizzazione” che, dico a Sbarra, avrebbe ben altri connotati e che le classi dirigenti dell’Umbria hanno sempre rifiutato, anche in ben altre, più difficili, fasi storiche: da Luciano Radi, a Pietro Ingrao, a Filippo Micheli. Certo la portata attuale della crisi fa oggi "scivolare" l’Umbria “verso il basso”, aprendo così nuovi distacchi territoriali, ma proprio per questo l'analisi deve essere molto rigorosa. Oggi il Pil dell’Umbria pesa su quello nazionale per l’1,35%, meno che in passato: è così che la crisi ha ridislocato in tutto il paese forze e caratteri dei diversi territori, al Nord come al Sud. Aldo Bonomi e altri studiosi hanno parlato di 6/8 aree che distinguono ormai la nuova articolazione territoriale dell’economia italiana e sulle quali bisognerebbe ripensare le politiche nazionali e territoriali dello sviluppo. Questo è il dato della contemporaneità in Umbria, nel rapporto tra economia e politica, per come si pone oggi. Continua a pag. 39 -MSGR - 06 UMBRIA - 39 - 16/07/14-N: 39 Perugia (C) Il Messaggero S.p.A. | ID: 00155924 | IP: 151.12.186.133 Mercoledì 16 Luglio 2014 www.ilmessaggero.it Per vincere la crisi una forte alleanza tra istituzioni e società L’UMBRIA STENTA PIÙ DI ALTRI RIPARTIRE DALLA MANIFATTURA Classi dirigenti protagoniste insieme Gli otto punti di Prodi e un nuovo sforzo comune segue dalla prima Potrebbe accadere anzi che la nostra regione non sia in futuro in grado di agganciare pienamente la “ripresa”, quando ci sarà, per un eccessivo indebolimento e potrebbe non funzionare più allo stesso modo quel famoso “prisma” umbro per il quale quando l’Italia va bene, l’Umbria va meglio e quando “a Milano piove, qui da noi grandina!”. Di questo sono fermamente convinto: nessuna visione accomodante, dunque. Siamo dentro una complessa tempesta. Perciò mi preme sottolineare l’incrocio critico tra economia e società che si è venuto strutturando nella crisi e che ha enormi conseguenze: dalla precarietà, alla forte diminuzione della nuzialità con una calo che in Umbria è stato tra i più alti d’Italia, con il perdurare di un livello basso di natalità, malgrado l’apporto fortissimo delle nuove dimensioni multietniche (circa il 24% dei nati da genitori immigrati), fino alle dimensioni critiche nella lettura dei libri. E poi ancora: il risparmio forzato delle famiglie sull’istruzione dei figli e delle figlie. Qui stanno anche le radici materiali e simboliche delle povertà (in Umbria l’11%), delle emarginazioni vecchie e nuove, delle solitudini, della sofferenza sociale che non si vede e che ha perso voce. Né secondaria è la dinamica dei consumi delle famiglie arrivata, nel 2103, sotto la media nazionale. LA GRANDE TEMPESTA E’ in questa tempesta che si gioca sempre più la qualità istituzionale della nostra regione. Questo è l’orizzonte che vorrei proporre con più forza nella interlocuzione con Ulderico Sbarra, ben oltre le dinamiche di ceto politico. Qui sta la vera scommessa della “inclusività” delle istituzioni sulla quale il segretario regionale della Cisl lancia una provocazione forte: avere una relazione continua tra l’impegno amministrativo e di governo e questi grandi, complessi, “mondi vitali”, per dirla con Ardigò, che sono in sofferenza. Ecco allora una conseguenza centrale: c’è bisogno di una nuova e più forte alleanza tra istituzioni e forze sociali, non lesiva delle autonomie, ma volta a rendere più ricca e salda una visione criti- ca dell’Umbria che non è pessimismo, ma snodo essenziale per aprire positivamente gli orizzonti del futuro, anche attraverso un nuovo e più forte protagonismo sociale. L’Umbria più di altre realtà è talmente connessa alle dinamiche del "mercato interno" che senza politiche espansive, nazionali ed europee, non ce la potrà fare. Anche in Umbria c’è stata l’illusione che le manovre di finanza pubblica avrebbero aperto la strada allo sviluppo: non è stato vero!. Oggi bisogna essere chiari: crescita e sviluppo vengono da una dinamica positiva della domanda e da politiche pubbliche volte a questo fine, anche le più complesse e di “nuova generazione”, lontane da ogni più antica illusione “statalista”. Ecco dove bisogna recuperare un patrimonio importante della tradizione umbra: la consapevolezza che, in quei più grandi scenari internazionali, si possono ancora fare politiche territoriali, nei contesti regionali ed interregionali, come quelli recentemente evocati dell’Italia centrale. E sconfiggere il ritorno di una cultura “neocentralista”. LE QUESTIONI DA PROPORRE In un asse tematico di questo tipo si possono proporre queste questioni: 1) In Umbria si produce poca ricchezza, processo che poi si ripercuote su tante caratteristiche della forza economia e sociale della regione. Qui sta tutto il tema della produttività, così intimamente connesso, per l’Umbria, alla questione della specializzazione produttiva, del “che cosa si produce”. Ecco la domanda: come si fa ad andare verso nuove traiettorie produttive? Che conseguenze ne derivano per l’internazionalizzazione, per la ricerca, per il lavoro? 2) Perché l’investimento privato in ricerca & sviluppo nella regione è così basso (lo 0,5 del totale nazionale)? E’ una contraddizione antica: che si può fare per superarla? L'Università di Perugia sceglierà la strada della ricerca come asse di una sua nuova e più forte identità? 3) L’internazionalizzazione. Andiamo ai numeri: l’Umbria è tornata, nell’ultimo anno allo 0,9% del totale nazionale. Certo c’è stato un calo pesante della metallurgia e della chimica: ma dove si arriverebbe se si tolgono quei valori che arrivano allo 0,35% e oltre? 4) Come è che la remunerazione del lavoro dipendente è in Umbria significativamente minore della media nazionale? Non c’è in Umbria un “contratto a parte” e allora bisogna andare alla visualizzazione delle qualifiche, dell’organizzazione del lavoro, agli stessi processi di “operaizzazione” che in Umbria sono altissimi. Così accade spesso che la generosa partecipazione di tanti lavoratori ai corsi di Formazione Professionale Continua organizzati dalla Regione finiscono per non avere alcuna conseguenza sulla elevazione delle qualifiche e dei livelli retributivi. 5) Che ruolo possono giocare per l’economia regionale le Multinazionali, e la stessa rete importantissima delle medie imprese nella prospettiva di costruire una nuova e più forte connettività interna nelle filiere umbre? Si pensi che nel flusso del commercio interregionale, come più volte è stato sottolineato dal prof. Paolo Savona e da Zeno Rotondi, direttore dell’Ufficio Studi dell’Unicredit: l’import netto dell'Umbria dalle altre regioni, solo per l’industria, è di ben 1,2 miliardi di euro, segno evidente di spazi particolarmente significativi per una nuova crescita imprenditoriale nelle stesse filiere produttive oggi presenti nella regione. 7) se il tema è quello di un più forte arricchimento del tessuto dell'imprese umbre, come si può dare una nuova centralità alla creazione d'impresa e alla stessa attrazione d'impresa, selezionando e finalizzando per questo risorse e luoghi? AVVIARE UNA RICERCA COMUNE Perciò mi sembrerebbe importante, dopo lo straordinario e duro impegno del Governo regionale di questi anni, dentro la crisi, che si proseguisse ancora più avanti, verso una fase ancor più ricca di ricerca comune, anche molto oltre la “concertazione”. A Sbarra dico: ci vuole “spirito di verità”, volto a vedere che cosa è successo realmente nella esperienza umbra degli ultimi venti anni, nei quali non è certo mancata una ricerca nelle diverse classi dirigenti che ha avuto tuttavia esiti diversi, anche rispetto a quelli preventivati. Romano Prodi ha rilanciato recentemente otto punti sulle politiche industriali e sulla nuova centralità della manifattura. Penso stiano lì snodi cruciali di un comune cammino di ricerca, fatto con uno spirito di confronto. Altre generazioni seppero farlo negli anni ’70, organizzando convegni nazionali su chimica, siderurgia, energia, centri storici, pianificazione urbanistica. Piccola regione, ma capace di un forte e plurale pensiero politico. Ecco. Qui sta ancora, mi sembra la scommessa centrale dell’Umbria, la ragione di uno stile e di una ambizione possibile per misurare le classi dirigenti in tutte le direzioni, nelle istituzioni certo, ma anche nel mondo produttivo, in quello finanziario, in quello accademico e della ricerca scientifica, in quello della ricerca culturale ed artistica. Claudio Carnieri, presidente Aur «Contenzioso col Comune da 24 anni, voglio giustizia» SCRIVE A PAPA E PRESIDENTE La protesta di un maresciallo LA STORIA Marcello Zampa, 84 anni, già maresciallo maggiore aiutante dei carabinieri, per vedere accolta la sua richiesta di rapida giustizia ha scritto a tutti. Ha iniziato con il vescovo di Assisi monsignor Domenico Sorrentino, poi padre Mauro Gambetti, custode del Sacro Convento, ma non si accontentato e per conoscenza ha addirittura informato il Santo Padre e il Presidente della Repubblica. Brega: «I confini delle Regioni da rivedere» «SÌ AL NUOVO SENATO» Le riforme sono necessarie Il nuovo Senato federale «è un atto dovuto ai cittadini» e «va salutato con soddisfazione» perchè si tratta di una riforma fondamentale. Il presidente della Conferenza delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome, Eros Brega (Pd), presidente del Consiglio della Regione Umbria, è soddisfatto. «Mi auguro - dice - che si possano superare gli ultimi ostacoli per arrivare ad una approvazione che è un atto Ora, divenendo paladino per i tantissimi cittadini che si trovano nelle sue stesse condizioni, ha scritto anche all'attuale ministro della giustizia onorevole Andrea Orlando. «Maresciallo dell'arma in pensione dopo 40 anni di onorato servizio, ed invalido grave al 100% - scrive avvilito Marcello Zampa - avendo iniziato un contenzioso per abusi edilizi da circa 24 anni con il comune di Assisi, ancora da definire, ai sensi dell'articolo 50 della costituzione chiedo se non sia possibile creare una linea preferenziale per la sola discussione processuale per le persone ultraottantenni e gravemente ammalate per dar loro modo di vedere la conclusione dell'iter giudiziario prima che passino a miglior vita; un procedimento che acceleri la definizione dei processi. Dopo 24 anni il sottoscritto ritiene che tutti coloro che si trovano nella sua situazione abbiano diritto ad una risposta celere e certa». Per onor del vero alcune sentenze sono state emesse nel merito della vessata quaestio, molte di queste però hanno lasciato l'amaro in bocca a Zampa perché, per la lunghezza dei procedimenti, alcuni reati sono caduti in prescrizione. Nei quasi cinque lustri trascorsi dal 1989 del caso si sono interessati il Tar dell'Umbria, il Tribunale di Perugia, la Corte d'appello di Perugia, il Consiglio di Stato. «Quello che mi avvilisce è la diversità di trattamento riservata alla mia famiglia alla quale è stata rifiutata la concessione edilizia per il rifacimento dei garage, pari ad 1/6 del volume realizzato ex novo dalla controparte, nonché una altra modestissima concessione edilizia per il prolungamento della terrazza, che sarebbe dovuta servire a coprire il portone d'ingresso, con la motivazione che in campagna non sono consentite terrazze a sbalzo, mentre gli altri hanno costruito davanti alla mia casa una stalla per venti cavalli con concimaia di 100 mq e un maneggio di 1200 mq». Luigi Foglietti dovuto». Brega sottolinea il riconoscimento importante che il testo che archivia il bicameralismo perfetto e riforma il Titolo V della Costituzione, riconosce alle Assemblee legislative e al ruolo legislativo delle Regioni: «i 100 futuri senatori - sottolinea - di cui ben 74 consiglieri regionali e 21 sindaci, verranno eletti dai Consigli regionali» e ai critici dell'elezione indiretta dei senatori, fa notare che «il consigliere regionale è eletto dal popolo e rappresenta il territorio, dunque condivido in pieno la cosiddetta elezione indiretta». Sul tema dell'immunità dei futuri senatori, al centro di furiose polemiche, osserva: «l'immunità non deve servire a coprire i corrotti, se è così va tolta. Deve invece servire a garantire al meglio i ruoli che vengono svolti. Certo o si dà o si toglie a tutti: un Senato senza immunità e un Camera con l'immunità renderebbe il primo di serie B». Il testo del Ddl costituzionale approdato a Palazzo Madama, secondo Brega, «è molto migliorato rispetto a quello iniziare: do atto al ministro Boschi di aver accolto molte delle nostre richieste, il confronto è stato serio e ha raggiunto importanti obiettivi. Importante è stato anche il lavoro con Calderoli e Finocchiaro, interlocutori fondamentali». E per Brega, la riforma del Titolo V, che toglierà alcune competenze alle Regioni, «riporta il giusto equilibrio e assegna alle Regioni il ruolo che la Costituzione ha loro attribuito. Quando si modificò il Titolo V - spiega - lo si fece con troppa fretta e si caricarono le Regioni di troppe responsabilità - ci fu una accelerazione non positiva, insomma». Con il nuovo Titolo V, dunque, «le Regioni vedranno valorizzate al meglio la loro funzione. La riforma non le sminuisce ma anzi le rafforza e le rilancia». E Brega va oltre: «il tempo dice - è maturo per rivedere i confini delle Regioni in termini più federali. L'Umbria per esempio - ragiona Brega insieme alle Marche, potrebbe essere più forte, avere maggiore accesso ai fondi europei. Così come per queste due Regioni, il discorso potrebbe valere anche per altre». Infine, i costi della politica. Il premier Renzi ha detto più volte che i consiglieri regionali dovrebbero guadagnare quanto i sindaci dei capoluoghi. «Siamo pronti a riaffrontare il tema delle indennità dei consiglieri - conclude il presidente della Conferenza delle Assemblee legislative - ed anche a farlo prima dell'approvazione definitiva del nuovo Senato. Ricordo che tutti i Consigli regionali, dal 1 gennaio Fax: Perugia 075 5730282 Terni 0744 404126 Foligno-Spoleto 0742 0355841 E-mail: [email protected] / [email protected] / [email protected] / [email protected] GRAZIE ALL’EQUIPE DEL PROFESSOR FALINI Mi chiamo L., oggi ho 64 anni: ne avevo 63 quando, nell’ottobre 2013, scoprii all’improvviso di essere ammalata di linfoma mantellare. Il fatto di avere a Perugia una sezione di ematologia (diretta dal prof. Brunangelo Falini) mi faceva stare assolutamente tranquilla (nonostante il nome altisonante della malattia) e i sei cicli di chemioterapia, ai quali fui sottoposta, non mi diedero alcun problema, al punto tale che mi fu facile continuare la mia vita, come se intanto non fosse successo niente: continuai ad andare al lavoro, le colleghe furono preziose come sempre e al “day hospital” il sorriso, come terapia per l’anima, regnava sovrano. Non so altrove ma in Italia è costume abbastanza diffuso criticare ciò che pensiamo non vada bene: mi sento, per tanto, in dovere di far conoscere al pubblico ciò che invece bene funziona (e come). All’inizio sono stata ricoverata dal prof. Falini, che per il mio percorso terapeutico mi ha affidata al dottor Flavio Falcinelli e alla dottoressa Monia Capponi, che ora so con certezza essere due persone e due professionisti meravigliosi, tra quanto di migliore mi potesse capitare durante i mesi della malattia. Il professor Falini non ha bisogno delle mie parole di presentazione: Perugia non può che essere orgogliosa di questo suo figlio, conosciuto in tutto il mondo, reso ancora più grande dalla umiltà con la quale quotidianamente porta avanti il proprio lavoro e con la quale si mette a disposizione di tutti i propri pazienti. All’uscita dall’ospedale il 3 luglio di quest’anno, grazie al trapianto autologo sono oramai arrivata con successo alla fine della mia terapia: ringrazio, pertanto, tutti coloro – medici e paramedici – che fanno parte dell’equipe del prof. Falini e che ho avuto la fortuna di conoscere; tutti si sono presi cura di me in maniera professionalmente competente e umanamente solidale: la malattia ci rende fragili e un sorriso, una carezza, una parola comprensiva possono fare miracoli; tutto questo l’equipe del professor Falini lo sa bene e lo mette quotidianamente in pratica. Infine, mi corre l’obbligo di esprimere gratitudine per i miei “due angeli custodi”, il dottor Flavio Falcinelli e la dottoressa Monia Capponi: con paziente disponibilità insuperata scienza medica mi hanno restituito alla kia vita e ai miei figli, che della mia vita costituiscono la parte essenziale e insostituibile. Allora grazie! Colgo l’occasione per ricordare l’esistenza dell’Associazione onlus Daniele Chianelli e per chiedere di sostenerne la preziosa attività. L., Perugia SCALE MOBILI KO Qualche volta mi chiedo se c’è una forma di autolesionismo nel fatto che le scale mobili vengano risistemate sempre nei momenti di maggior afflusso turistico nella città di Perugia. Poi concludo che è un caso. Ma un caso di non curanza delle cose pubbliche. R. C., Perugia La vignetta di Pino 2013, hanno unificato l'importo degli emolumenti, che prima variavano da Regione a Regione». FONDI EUROPEI «Le Regioni intendono rispettare la scadenza del 22 luglio per la presentazione dei Piani operativi dei fondi strutturali europei, in modo da poter contare sulla copertura economica della programmazione regionale, già a partire dal prossimo autunno»: lo ha affermato la presidente umbra, Catiuscia Marini, in apertura del Tavolo dell'alleanza per lo sviluppo dell'Umbria, nel corso del quale sono stati presentati il Programma operativo regionale Umbria Fesr 2014-2020 ed il Piano di sviluppo rurale per l'Umbria 2014-2020 che la Regione Umbria assumerà nel nuovo periodo di programmazione. «Entrambi i programmi - ha riferito la presidente - sono stati oggetti di un percorso approfondito che ha già recepito le richieste di modificazioni da parte della commissione europea ed entrambi puntano ad utilizzare al meglio le risorse facendo leva sull'innovazione, la competitività delle imprese e sulla qualità del lavoro anche attraverso uno stretto contatto tra il mondo della formazione e quello delle aziende». La presidente ha anche informato che le Regioni sono state convocate per oggi a Roma per un incontro a Palazzo Chigi che verterà proprio sulla programmazione 2014-20120. ABCD FONDATO NEL 1878 DIRETTORE RESPONSABILE: Virman Cusenza CAPOREDATTORE EDIZIONE UMBRIA: Marco Brunacci -MSGR - 06 UMBRIA - 48 - 16/07/14-N: 48 Terni (C) Il Messaggero S.p.A. | ID: 00155924 | IP: 151.12.186.133 Mercoledì 16 Luglio 2014 www.ilmessaggero.it «Sindacati necessari» Ast, tutti contro la scelta del governo CONSIGLIO COMUNALE L’imbarazzo c’è ed è palpabile. Il sindaco Leopoldo Di Girolamo racconta le sue preoccupazioni e le sue speranze per l’imminente presentazione del piano industriale di ast, ma a scoppiare, è ovviamente, la mina che riguarda la mancata presenza (almeno fino ad oggi), dei sindacati al tavolo della trattativa nazionale, a palazzo Chigi. E il paradosso lo mette subito sul tavolo l’ex assessore allo Sviluppo Economico, che da semplice consigliere tira fuori un po’ più di grinta, dopo il silenzio durante i due anni di trattativa sulla vertenza Ast: «I tedeschi ci stanno per presentare un piatto già preparato e non è un caso che lo facciano in piena estate, utilizzando una strategia che mira a dividere istituzioni e rappresentanze sindacali», sostiene Piermatti. «Noi, per contro, dovremo impegnarci per mantenere ferma l'unità tra istituzioni e sindacato. Perfino il governo Berlusconi, che non amava le organizzazioni sindacali, le convocava ai tavoli, nelle precedenti vertenze». L’assist è lanciato e molti lo raccolgono, sia a destra sia a sinistra. Enrico Melasecche (IlT) ha espresso la sua forte preoccupazione per la vicenda delle acciaierie. «Dovremo attendere l'incontro di giovedì, ma ribadiamo che è fondamentale la presenza dei sindacati e che è necessaria una interlocuzione diretta del sindaco con il presidente del consiglio». «Chiediamo al sindaco di non partecipare ad alcun incontro al quale non vengano invitati i sin- dacati, le Rsu e i parlamentari umbri», ha detto nel suo intervento Thomas De Luca del Movimento 5 Stelle, ricordando l'interrogazione parlamentare attraverso la quale il M5S ha cercato di ottenere chiarimenti dal governo sulla vicenda Ast. «Occorre comunque intervenire prima che il piano industriale sia presentato, altrimenti ci troveremo solo a prendere atto di decisioni già prese. Terni ha già pagato, con la chiusura del Magnetico, ma oggi c'è lo spettro di situazioni pesanti, come quella dell' Electrolux. Eventuali altri ridimensionamenti rappresenterebbero un colpo al cuore della città». Per Faliero Chiappini (Città Aperta), che da ex sindacalista non può che sostenere la presenza del sindacato al tavolo della trattativa «non bastano più gli strumenti ordinari, occorre pensare strumenti nuovi e anche strumenti di sostegno e serve una presenza forte del Governo su questo territorio, per l'acciaio, ma anche per la chimica». Marco Cecconi (FdI) ha rilevato quello che – a suo parere – appare essere quasi “un gioco delle parti": «Da un lato fate finta di chiedere a Renzi di ammettere all'incontro di giovedì anche i sindacati e, dall'altro, vi beccate il rifiuto senza colpo ferire e, anziché rifiutarvi di andare a Palazzo Chigi se non insieme ai sindacati, vi mettete in fila come soldatini davanti all'Azienda e alla Presidenza del Consiglio». Francesco Ferranti (FI) ha sottolineato come un ulteriore ridimensionamento delle acciaierie «decreterebbe la morte socio-economica della città». AST Operai al lavoro in un reparto delle acciaierie Orvieto Scalo Polfer a rischio sindaco chiede aiuto al prefetto LA RICHIESTA AST Operai davanti alla fabbrica Lacrime e sangue o versione più soft Gli scenari del piano `Filtrano le prime indiscrezioni sul futuro delle acciaierie IL RESTROSCENA L’incubo si chiama chiusura della parte fusoria, del ”caldo” che porterebbe a tagli con l’accetta anche del personale. E’ un incubo che i sindacati hanno molto chiaro e che, finchè non conosceranno i dettagli del piano della ThyssenKrupp per Ast rimarrà comunque un obiettivo da evitare a tutti i costi. Subito o, anche, nel caso il piano industriale prevedesse più di una fase di attuazione, in un secondo momento. E’ un incubo motivato, oltre che dai rumors interni all’azienda, anche dal fatto che i turni per il caldo sono in calo e i lavoratori o vengono spostati ad altre mansioni oppure fanno qualche ore di cassa integrazione. L’altro scenario che si profila in queste ore è più soft. Non è il caso nè di alimentare speranze nè di creare panico, perchè le fonti ufficiali (Ministero, Regione e Comune) e chi conosce il piano,(oltre alla ThyssenKrupp, l’ex ad Marco Pucci e l’attuale, Lucia Morselli), non danno indicazioni di sorta. Ma sono i segnali già in atto dentro la fabbrica a suggerire un secondo scenario. In una prima fase del piano indu- striale la parte fusoria a caldo sarebbe ridimensionata ma non chiusa (si parla di 15 turni). Questa scelta prevederebbe un esubero di circa 180-200 operai che, però, potrebbero essere in parte assorbiti facendo rientrare in Ast del lavoro affidato a ditte terze (una sarebbe già stata avvisata che non vedrà rinnovato il contratto da settembre). Certo, anche in questo caso c’è il rischio di licenziamenti, in aziende, poi, in cui, spesso, i lavoratori hanno meno tutele e garanzie, e che meno possono fare pressione mediatica. Il problema è spostato, ma per le acciaierie sarebbe comunque un modo per minimizzare tagli e ammortizzatori sociali. La società delle fucine resta, comunque, a rischio e alcuni Pucci, idea Ilva Si è fatto anche il nome di Marco Pucci, ex ad di Ast, come ad di Ilva all’ultimo incontro al ministero sul destino delle acciaierie tarantine e della siderurgia italiana. D’altra parte l’ex ad ternano aveva dichiarato di non voler entrare in un settore concorrente di Ast, che fa acciaio inox, ma la tentazione di rimanere, comunque nel settore e di sfidarsi con una situazione così impegnativa potrebbe attirarlo. D’altra parte aveva detto che aveva bisogno di nuove sfide. voci la vogliono non più autonoma, ma interna ad Ast. Andrebbe in questa direzione il ”declassamento” di una decina di dirigenti (gli ultimi assunti, secondo voci ufficiose) a quadri, fatta nei giorni scorsi dall’ad Lucia Morselli. Altre voci sostengono che, per completare questo quadro, manca un tassello: la messa in vendita di Aspasiel. Potrebbe essere invece un buona carta da mettere sul tavolo della trattativa, invece, il trasferimento, - in realtà annunciato da tempo e ancora non realizzato - della linea 5 di Torino che qui diventerebbe linea 6 e che farebbe lavorazione a freddo. E’ vero che questo piano ricalcherebbe molto quello annunciato da Pucci e c’è chi sostiene che i tedeschi potrebbero averlo del tutto ribaltato. Le incognite, dunque, restano tante. Anche se, sempre stando ad alcune indiscrezioni, il muro di Essen si sarebbe ammorbidito. Non è detto che domani i dirigenti della Thyssen come temono i sindacati - presenteranno a palazzo Chigi il piano già pronto e blindato. Potrebbe essere solo il primo incontro, interlocutorio, su cui lavorare in collaborazione con le parti. Già ieri, dopo il viaggio di Morselli in Germania, la Thyssen ha proposto ai sindacati - esclusi, almeno fino a tarda sera, dall’incontro di palazzo Chigi - un secondo incontro a Confindustria Roma. E si stanno cercando mediazioni. Vanna Ugolini «Incarico a tutti i consiglieri», la super giunta di Filiberti `Ognuno degli eletti avrà un compito: «Si guadagnino i voti» COMUNE LUGNANO IN TEVERINA E' stato un mese e mezzo di studio ed assestamento quello passato dal sindaco e dai consiglieri a Lugnano in Teverina dopo le elezioni del maggio scorso. Ma non sprecato: il manipolo degli eletti hanno valutato le tendenze di ognuno e subito dopo il sindaco Gianluca Filiberti ha assegnato deleghe e compiti. Insomma, fuori dalle righe: tutti assessori, ed ognuno degli eletti avrà un compito da risolvere su un tema sul quale si ritiene più portato: «Un'idea innovativa? - dice Gianluca Filiberti, il sindaco - Non lo so. So soltanto che non aveva mai visto una cosa del genere ma a noi è venuta naturale». Il comune è piccolo e non ci sono i professionisti della politica, quelli che possono passare ventiquattro ore al giorno in comune: «Per questo ognuno degli eletti dai cittadini deve prendersi sulle spalle un pezzo di fardello e studiare per cercare di arrivare alla fine dei cinque anni con una buona amministrazione alle spalle». Ovviamente le delibere le potranno firmare solo gli assessori ufficialmente nominati ma non è sembrato un problema in quanto sarà il sindaco a firmare una volta esaminato il lavoro dei consiglieri. Gianluca Filiberti tiene anche a specificare che tutto questo viene svolto a titolo gratuito. Così con atto pubblico il consigliere Alessandro Dimiziani, che è il capogruppo della maggioranza, avrà compito sul turismo, cultura, grandi eventi, politiche agricole, toponomastica, gemellaggi, marketing territoriale, politiche del lavoro, politiche comunitarie e fondi europei, servizi cimiteriali, valorizzazione centro storico, terme di Ramici; il consigliere Daniel Lupino l'Informazione e comunicazione, sito internet, sicurezza, sport, politiche giovanili. La consigliera Maria Saltalamacchia la scuola e servizi educativi, sanità, verde pubblico, igiene pubblica, formazione qualità urbana, arredo urbano - decoro urbano, il consigliere Aldo Santi le infrastrutture, viabilità, mattatoio, relazioni con università agraria e comunità montana, Umbria mobilità ed infine alla consigliera Daniela Tessicini: commercio, artigianato, pari opportunità, servizi al cittadino, politiche per l'immigrazione. Rimangono in capo al sindaco le deleghe ai lavori pubblici, l'urbanistica, il bilancio, la polizia locale rifiuti e servizi sociali. Per cercare di allargare la platea di discussione il sindaco ha anche promesso la costituzione delle varie consulte per vedere e capire i problemi. «Il nostro è un tentativo di coinvolgere al massimo ogni rappresentante pubblico: riusciremo ad ottenere i risultati che abbiamo in mente? Ogni anno tireremo le somme così saremo anche in grado di fare gli aggiustamenti necessari. Di certo non si potrà dire che il nostro non sia un comune trasparente». m.g. © RIPRODUZIONE RISERVATA SINDACO Gianluca Filiberti ORVIETO Un ricovero per delinquenti e barboni. Senza nessuno che possa intervenire. É l’incubo di molti orvietani che immaginano in cosa potrebbe trasformarsi la stazione ferroviaria se davvero si traducesse in realtà il piano di revisione dei presidi e degli uffici della polizia su tutto il territorio nazionale preparato dal ministero dell’Interno in funzione della carenza degli organici. È questo infatti il rischio ed è una possibilità, almeno fino ad ora solo ipotizzata, che viene vissuta da molti come l’ennesimo schiaffo al territorio orvietano, un territorio che ha già dovuto subire il depauperamento causato dal trasferimento del Tribunale. Con la paventata ipotesi della chiusura del presidio della polizia ferroviaria il colpo sarebbe davvero pesante. A scendere in campo in questi giorni, dopo che più volte il segretario nazionale dell’Ugl, Filippo Girella, ha gridato aiuto, è anche il sindaco di Orvieto Giuseppe Germani (in foto) che scrive direttamente al Prefetto di Terni, Gianfelice Bellesini, esprimendo la forte preoccupazione di tutti i sindaci dell’Orvietano e dei Comuni del Lazio soprattutto sul fronte della sicurezza. «Noi sindaci non poniamo la questione come “difesa di campanile” - dice Germani - ma vorremo invece rappresentarle la nostra posizione come formale istanza affinché si possa avviare un confronto sulla obiettiva utilità del servizio svolto dalla Polizia ferroviaria di Orvieto e se ne valutino attentamente le conseguenze della eventuale soppressione». Le considerazioni da cui l'ap- «UN PRESIDIO PER LA SICUREZZA SUL TERRITORIO» Marco Germani pello dei sindaci prende le mosse partono da alcuni punti essenziali: innanzitutto la collocazione della stazione, situata sulla linea ferroviaria storica Roma-Firenze, una linea strategica che scorre parallela all’Autosole sull’asse viario più importante del Paese. Una posizione che, di conseguenza, rende la zona particolarmente frequentata: dai turisti, che per raggiungere la città inevitabilmente fanno scalo alla stazione, e anche i pendolari che ogni giorno utilizzano i treni per andare a lavoro nella Capitale. «Dopo le 21 e fino alle 6 del giorno successivo - sottolinea il primo cittadino Germani - la stazione non è presidiata neanche dal personale di Trenitalia, avendo ormai eliminato il dirigente di movimento per l’intera giornata e il personale di biglietteria per il turno di notte». La necessità sollevata e condivisa dai sindaci di Umbria e di quella parte di Toscana e Lazio che hanno uno sviluppo naturale nella cosidetta Tuscia, dunque, è quella di mantenere quei livelli anche minimi di sicurezza di cui la collettività sente sempre di più il bisogno. Quello della sicurezza è per Orvieto un tema particolarmente sentito. La posizione strategica rispetto ai movimenti delle merci e delle persone nel Paese è dimostrata quasi ogni giorno anche dal superlavoro del distaccamento della Polstrada. E gli orvietani che dopo aver perso i militari delle caserme ormai svuotate, il tribunale e altri presidi si sentono sempre più soli, non intendono sottovalutarlo. Sa.Simo © RIPRODUZIONE RISERVATA www.lanazione.it/umbria e-mail: [email protected] - [email protected] MERCOLEDÌ 16 luglio 2014 Ztl, in cinquemila la devono pagare In arrivo i bollettini relativi al pass 2014. Occhio: i vecchi tagliandi non valgono più Dolore e speranza La spola dei parenti tra Ilaria e il bimbo DOOTTTTOORR D SSOOLLLLEECCIITTOO Per lui laurea specialistica in Informatica a Verona MILIANI · A pagina 5 NUCCI · A pagina 2 Lo storico teatro Morlacchi, quanti posti per i Vip S.COLETTI · A pagina 8 Le liste in ospedale La Regione dice stop all’attesa · A pagina 8 L’arrivo dell’azienda Ikea: «Perugia rimane un’ipotesi» VAGNETTI · A pagina 4 Snodo fondamentale Perugia-Ancona Cantieri verso la riapertura Uno dei passaggi della tesi analizza le opinioni via web sull’assassinio della povera Mez VERGARI · In Nazionale · A pagina 3 OGGI SU: www.lanazione.it/umbria GUARDA LE FOTO Delitto Kercher Le tappe della storia Le «baby-squillo» davanti al giudice LEGGI L’ARTICOLO Scandalo di Terni, le ragazzine (dai 13 ai 17 anni) verranno ascoltate LEGGI L’ARTICOLO CINAGLIA · A pagina 23 La curiosità Prestigioso riconoscimento dalla Provincia di Perugia Altro che Umbria Jazz, qui premiamo Gigione MENTRE in questi giorni i più famosi artisti del mondo sono a Perugia per partecipare a «Umbria Jazz», la Provincia assegna un riconoscimento inedito al cantante Luigi Ciaravola, in arte Gigione (nella foto), che verrà premiato domani a Foligno per aver ideato e portato al successo un nuovo genere musicale: la «Folk Dance». La decisione di assegnare il riconoscimento istituzionale a Gigione è stata presa dal vicepresidente della Provincia, Aviano Rossi, che consegnerà a Ciaravola il prestigioso premio durante lo spettacolo serale che si terrà a San Giovanni Profiamma, all’interno delle iniziative della Sagra della Rocciata. Insomma, sembra proprio che di fronte alla «Folk Dance» non ci sia «Umbria Jazz» che tenga... Norcia, albero cade su un’auto Bimba-coraggio cattura una ladra PRIMO PIANO PERUGIA MERCOLEDÌ 16 LUGLIO 2014 3 •• L’INTERVENTO PARLA IL CONSIGLIERE REGIONALE DI FORZA ITALIA, ROCCO VALENTINO «Decathlon fondamentale al rilancio dell’economia locale» — PERUGIA — «NON SI POSSONO mettere in discussione, dopo anni progetti validi per il rilancio economico e lavorativo di Perugia». Il consigliere regionale di Forza Italia, Rocco Valentino (nella foto), rompe gli indugi sulla vicenda Decathlon, anche all’indomani delle prescrizioni rese note da alcuni enti su traffico e inquinamento. «La vicenda Decathlon ha ve- BYPASSATA LA «VAS» La Conferenza dei servizi (organismo composto da una molteplicità di enti pubblici e privati che devono valutare interventi urbanistici complessi come questo) ha espresso parere favorevole sul fatto che il progetto non andrà sottoposto al procedimento di Valutazione ambientale strategica IL «SI’» E’ PARZIALE Ma il sì è parziale perché il costruttore del colosso dell’abbigliamento sportivo che sorgerà a Olmo dovrà prima mettere a punto alcune modifiche che riguardano il traffico, il rumore e l’inquinamento prodotto dal maxi-afflusso di veicoli nella zona ramente dell’inverosimile: sono passati ben sei annida quando il Consiglio comunale approvò la variante urbanistica che interessa il progetto in questione. Una telenovela cui è giunta l’ora di mettere la parola fine. Vista la sempre più difficile realtà occupazionale del nostro territorio non si possono più procrastinare risposte. Specialmente quelle che, in una prospettiva di breve-medio periodo, oltre a facilitare la viabilità in zona Lacugnano- Santa Sabina (senza oneri per il Comune), porteranno un indiscutibile vantaggio in termini occupazionali e di indotto. L’iter di studio e fattibilità relativo al progetto Dechatlon è avviato a conclusione. Dato il momento di gravi incertezze sociali ed economiche — conclude — fermarsi ulteriormente a riflettere sul questo progetto potrebbe essere valutato dai cittadini come una ulteriore opportunità persa». Ikea continua a prendere tempo «Perugia rimane solo un’ipotesi» Il colosso svedese rivela: ‘Sono in atto valutazioni interne’ — PERUGIA — L’ASSESSORE all’Urbanistica, Emanuele Prisco (nella foto) prenderà contatti quanto prima con i vertici italiani di Ikea. Il neotitolare della delega alla programmazione urbana infatti vorrebbe conoscere — e intende farlo presto — le reali intenzioni del colosso svedese, e se, insomma, ci sia ancora la volontà di proseguire nell’investimento programmato a San Martino in Campo. Intenzioni che vanno al di là delle dichiarazioni rilasciate nelle settimane scorse da Valerio Di Bussolo, responsabile relazioni esterne Ikea Italia («L’investimento sul capoluogo umbro è congelato») e delle indiscrezioni che si sono susseguite nei giorni successivi sull’ipotesi che il maxi-negozio di arredamento sbarcasse nel territorio di Corciano. DALLA SEDE milanese continuano dunque a prendere tempo. Almeno ufficialmente. Interpellato proprio ieri sulla questione, L’Ufficio relazioni esterne della so- UMBRIA MOBILITA’ LA VOCE DEI SINDACATI «E’ inutile il Pos obbligatorio» URBANISTICA L’assessore comunale Emanuele Prisco — PERUGIA — CARLA SPGNOLI del Movimento per Perugia tuona: «Dal 30 giugno è scattato per legge l’obbligo per commercianti, artigiani e professionisti di dotarsi del Pos che traccerà elettronicamente i pagamenti sopra i 30 euro. Questo provvedimento è inutile e dannoso, perché non andrà minimamente a intaccare l’evasione fiscale mentre aggraverà i costi delle nostre piccole e medie imprese». cietà svedese fa sapere che «ad oggi non abbiamo novità su Perugia, perché stiamo ancora facendo una serie di nostre valutazioni interne». Una risposta laconica che potrebbe essere interpretata in più maniere, ma che di fatto lascia intendere come per ora tutto resti fer- mo al palo. E’ chiaro che società come queste prima di scoprire le carte ci pensano non due ma duecento volte. Di certo nessuno dei vertici italiani di Ikea si è mosso o ha alzato il telefono per prendere contatti con la nuova amministrazione comunale perugina. FONDI EUROPEI LA MARINI OGGI AL SUMMIT DI ROMA «Salvaguardare l’azienda» L’Umbria vara il suo piano — PERUGIA — — PERUGIA — «I SOCI pubblici si adoperino affinché venga salvaguardata l’azienda Umbria Tpl e Mobilità Spa, garantendone la continuità occupazionale con prospettive anche di sviluppo, affinché vengano individuate le risorse necessarie per gli urgenti investimenti sull’infrastruttura ferroviaria e, soprattutto, affinché vengano garantite le risorse economiche necessarie per mantenere l’attuale assetto dei servizi di trasporto pubblico locale e ferroviario». Le Segreterie Regionali dell’Umbria di Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uilt-Uil, Faisa-Cisal e Ugl-Fna scoprono le carte e affermano di aver «appreso, con disappunto ma non con stupore, della decisione assunta dagli enti proprietari di Umbria Tpl e Mobilità Spa di cedere, a Busitalia, le quote residue di partecipazione in Umbria Mobilità Esercizio Srl, pari al 30% del capitale sociale. Questa decisione — affermano — si ribadisce non inaspettata, tradisce un patto siglato con le organizzazioni sindacali, i dipendenti e i cittadini, da parte degli esponenti politici umbri i quali, indistintamente da destra e da sinistra, si erano impegnati a fare tutto quanto fosse stato possibile per evitare di cedere le quote residue». «LE REGIONI intendono rispettare la scadenza del 22 luglio per la presentazione dei Piani Operativi dei fondi strutturali europei, in modo da poter contare sulla copertura economica della programmazione regionale, già a partire dal prossimo autunno». LA PRESIDENTE, dopo aver informato «che le Regioni sono state convocate oggi a Roma per un incontro a Palazzo Chigi che verterà proprio sulla programmazione 2014-2020», è entrata nel merito dei contenuti dei documenti sottoposti alla valutazione del tavolo: «il Programma operativo Fesr 2014-2020 si propone di sostenere azioni incisive per supportare una crescita sostenibile e inclusiva dell’Umbria. Il programma, con una dotazione di 356 milioni 280mila euro derivanti da diverse fonti finanziarie, concentra le risorse disponibili secondo un approccio integrato su un numero limitato di obiettivi tematici, a cui corrispondono cinque Assi prioritari di intervento in materia di ricerca innovazione, crescita digitale, competitività delle “pmi”, energia sostenibile, ambiente e cultura e sviluppo urbano». •• 22 PERUGIA PROVINCIA MERCOLEDÌ 16 LUGLIO 2014 FOLIGNO-SPOLETO FOLIGNO AL «CIAC» L’ARTE CONTEMPORANEA SI TERRÀ sabato 19 al Ciac, alle 18,30, l’inaugurazione della mostra «Ricognizione 2014. Arte contemporanea in Umbria». Resterà aperta fino al prossimo 19 ottobre (venerdì 15,30-19; sabato e domenica 10-13/15,30-19). E’ lotta a tutto campo agli abusi edilizi Spoleto: polizia giudiziaria «scatenata». Nell’ultimo anno 30 opere non in regola — SPOLETO — RISCHIANO da una pesante ammenda alla demolizione della costruzione abusiva. Prosegue senza tregua l’attività degli agenti di polizia giudiziaria, impegnati nei controlli per verificare eventuali abusi edilizi sul territorio del comune di Spoleto. Come avviene ormai da circa un anno il Comune pubblica periodicamente all’albo pretorio l’elenco dei rapporti pervenuti proprio in seguito ai controlli effettuati. I DATI che emergono sono piuttosto preoccupanti, visto che negli ultimi 12 mesi sono state riscontrate ben 30 opere e lottizzazioni realizzate abusivamente. Il trend sembra in fase discendente, ma anche negli ultimi tre mesi, (aprile, maggio e giugno) gli agenti della polizia giudiziaria hanno rilevato ben cinque casi di opere costruite in assenza, o in difformità della Scia (segnalazione certificata di inizio attività) o del Pdc (permesso di costruire). Nel primo trimestre del 2014 gli abusi rilevati sono stati 7, mentre negli ultimi sei mesi del 2013 i casi sono stati ben 18. Gli abusi nella maggior parte dei casi sono realizzati nelle frazioni, o nella prima periferia. Nel report del secondo trimestre del 2014, nella località di San Nicolò è stata scoperta anche una costruzione totalmente abusiva, realizzata in assenza di Scia e di Pdc. Un caso SPOLETO Politica in campo per salvare la Onofri — SPOLETO — MUNICIPALE Le sanzioni possono arrivare fino alla demolizione della costruzione ‘illegittima’ simile, a marzo, era stato riscontrato anche in una abitazione di via delle Felici, in pieno centro storico, dove si era verificata anche una frana, a causa delle abbondanti piogge. Le sanzioni comminate dalla Polizia municipale, coordinata dal comandante Vincenzo Russo (nella foto), variano a seconda dell’entità dell’abuso. Nei casi più gravi, quando non sussistono le condizioni per una sanatoria, l’ente pubblico può emettere anche l’ordinanza di demolizione. È il caso degli abusi riscontrati nel primo trimestre del 2014 alla bocciofila e al campo di ruzzolone di Pontebari e al circolo tennis di Montarello, dove i tecnici hanno ravvisato anche il pericolo idrogeologico. Per questi tre casi pe- rò i titolari degli impianti sportivi hanno fatto ricorso al Tar, per chiedere l’immediata sospensiva dell’ordinanza. La «lotta all’abuso» avviata dalla precedente amministrazione prevede per prassi che gli avvisi vengano inviati anche alla Procura di Spoleto, al presidente della Giunta provinciale e alla Prefettura. D. M. NORCIA TRAGEDIA SFIORATA ALL’USCITA DELLA GALLERIA L’albero cade sull’auto, salvo per miracolo — NORCIA — ALBERO cade sulla strada provinciale per Norcia e schiaccia la parte anteriore di una macchina in transito; conducente ferito ma fortunatamente senza gravi conseguenze. E’ accaduto lunedì sera a pochi chilometri da Norcia, in località Serravalle. Protagonista un residente del posto che stava rincasando. All’uscita della galleria di Serravalle, si è visto cadere l’albero addosso senza poter far nulla per evitarlo. Con ogni probabilità l’albero è stato MONTEFALCO VIA ALLE MANIFESTAZIONI D’AGOSTO divelto dalla furia dei temporali che lunedì si sono abbattuti sulla zona di Norcia. Una pattuglia in transito del Corpo Forestale ha soccorso il malcapitato che è uscito dall’abitacolo della vettura, un furgonato blu, da solo e cosciente anche se accusando dolori alla testa e a un braccio. Oltre al Cfs sono poi intervenuti soccorritori del 118 e carabinieri. Il ferito, trasportato all’ospedale di Spoleto è stato dimesso poco dopo: ha raccontato di non essersi accorto di nulla. L’uomo è stato sottoposto anche ad alcoltest, ma è risultato negativo. ANCHE il mondo della politica interviene per salvare la scuola di musica e danza «Onofri». Dopo la lettera inviata al sindaco Cardarelli dai genitori degli allievi della scuola di musica comunale, il consigliere del Pd, Paolo Martellini presenta una interrogazione urgente al primo cittadino per chiedere il ripristino del calendario originale con l’inizio delle lezioni fissato in autunno. I problemi per quello che rappresenta uno degli istituti formativi più importanti della città erano iniziati già nella scorsa estate, quando l’amministrazione Benedetti, a causa delle problematiche legate al buco di bilancio, era stata costretta a posticipare l’inizio delle lezioni. Le procedure per l’apertura dell’anno scolastico 2013/2014 erano state avviate con ampio ritardo a causa dell’incertezza relativa allo stanziamento dei fondi comunali. Le lezioni per gli oltre 200 giovani musicisti sono iniziate solo a febbraio del 2014, con ben oltre quattro mesi di ritardo. Martellini chiede che venga assicurata nel prossimo anno scolastico 2014/2015 la prosecuzione dell’attività formativa della scuola comunale, unica in Umbria insieme a quella di Città di Castello. Una scuola che può vantare beni strumentali e materiale didattico di elevato valore. SPOLETO LA RICHIESTA DEI CONSIGLIERI REGIONALI ZAFFINI E CINTIOLI Giovani musicisti in concerto «Ims, intervenire per tutelare i lavoratori» — MONTEFALCO — ARRIVA a Montefalco la grande «City of Leeds Youth Orchestra» formata da 85 musicisti di età compresa fra i 14 e i 19 anni con la direzione di Dougie Scarfe che si esibirà sabato 19 alle 21.30 nella Chiesa Museo di San Francesco. Il programma prevede popolari pagine di Giuseppe Verdi (Sinfonia del Nabucco), di Giacomo Puccini (Intermezzo dell’opera Manon Lescaut), di Peter J. Tchaikowskj (Sinfonia dell’opera di Francesca da Rimini) e da pagine di illustri contemporanei come Edward Elgar (Enigma Variations). IL SUO DIRETTORE musicale è Dougie Scarfe , musicista eclettico formatosi presso la Royal Northern College of Music di Londra, che oltre a preparare i giovanissimi musicisti dell’organico della Leeds con la quale è chiamato a partecipare ad importanti festivals nazionali ed internazionali , tiene normalmente corsi di direzione d’orchestra in varie città del Regno Unito. IL CONCERTO, patrocinato dal Club Unesco di Foligno e si avvale della collaborazione del Comune di Montefalco e del Sistema Museo, segna l’apertura dell’agosto montefalchese e fa parte di un tour che il progetto Omaggio all’Umbria ha incluso nel proprio calendario di eventi del 2014. Metallurgiche di Spoleto, garantendo supporto e serietà. Ma serve anche un’azione tempestiva sul piano delle politiche industriali, energetiche e infrastrutturali indirizzando meglio sul territorio, le ingenti risorse dei fondi strutturali di sostegno alle imprese e di contrasto alle scelte difensive di delocalizzazione produttiva, che altrimenti avranno conseguenze esiziali per l’economia spoletina». — SPOLETO — LA CRISI della Ims-Isotta-Fraschini approda sui banchi del Consiglio Regionale. I consiglieri regionali Franco Zaffini (nella foto), di Fratelli d’Italia, e Giancarlo Cintioli, del Partito democratico, hanno presentato una mozione congiunta sulla crisi delle Industrie Metallurgiche di Spoleto, con richiesta di trattazione urgente nel Consiglio regionale di oggi. ZAFFINI e Cintioli chiedono alla Giunta di riferire in aula e ritengono necessario un «intervento deciso per tutelare i dipendenti e indirizzare il processo di ristrutturazione aziendale». I due consiglieri chiedono di conoscere quali azioni di supporto e indirizzo intende porre in essere la Giunta re- gionale per salvaguardare la importante realtà economica e occupazionale dalle Industrie metallurgiche di Spoleto. «È opportuno — si legge nella mozione — un intervento deciso delle istituzioni per tutelare i dipendenti e indirizzare il processo di ristrutturazione aziendale delle Industrie SECONDO Zaffini e Cintioli si tratta di interventi urgenti vista la crisi produttiva che sta riguardando il polo metallurgico spoletino, il blocco della cassa integrazione in favore dei dipendenti e l’avvio della verifica dei requisiti per accedere al salvataggio dell’azienda mediante la legge ‘Prodi bis’. MERCOLEDÌ 16 LUGLIO 2014 LE SFIDE UMBRE IL GIORNO il Resto del Carlino LA NAZIONE STRATEGIE & NUOVI PROGETTI Il Tavolo dell’Alleanza parla chiaro «Ripartire dalla competitività» Perugia: summit sul programma Fesr e sul Piano di sviluppo rurale · PERUGIA IL PROGRAMMA operativo regionale Umbria Fesr 2014-2020 ed il Piano di sviluppo rurale per l’Umbria 2014-2020 (nella foto sotto l’assessore regionale Fernanda Cecchini) sono i due provvedimenti che sono stati esaminati all’incontro di partenariato previsto nell’ambito del Tavolo dell’Alleanza per lo sviluppo dell’Umbria. La dotazione finanziaria di risorse pubbliche ammonta complessivamente a più di mille 200 milioni di euro. IN PARTICOLARE il Programma Operativo Fesr 2014-2020 si propone di sostenere azioni incisive per supportare una crescita intelligen- vento. IL TUTTO per assicurare nel medio-lungo periodo risultati di rilievo sul contesto socio-economico regionale. Il primo degli Assi individuati (ricerca innovazione) si avvale di una disponibilità finanziaria di circa il 29% del costo totale del Programma, pari ad oltre 103 milioni di euro, allo scopo di incrementare l’attività di innovazione delle imprese, rafforzare il sistema innovativo regionale e nazionale, accrescere la collaborazione fra imprese e strutture di ricerca e il loro potenziamento e aumentare l’incidenza di specializzazioni innovative in perimetri applicativi ad alta intensità LE RISORSE ECONOMICHE Sono disponibili quasi 360 milioni di euro tra fondi locali ed europei 29 di conoscenza. Al secondo asse (crescita digitale) sono stati assegnati quasi 32 milioni di euro, pari al 9% delle risorse, con la finalità di ridurre i divari digitali sui territori, digitalizzare i processi amministrativi e la diffusione di servizi digitali della pa offerti a cittadini e imprese e potenziare a domanda di Ict di cittadini e imprese in termini di utilizzo dei servizi online, inclusione digitale e partecipazione in rete. IL TERZO ASSE (competitività delle pmi) dispone del 24% delle risorse per quasi 80 milioni di euro, allo scopo di sostenere il rilancio degli investimenti del sistema produttivo, lo sviluppo occupazio- nale e produttivo in aree colpite da crisi. Al quarto Asse (energia sostenibile) viene assegnato il 21,5% delle risorse totali, pari i a circa 46 milioni, finalizzato alla riduzione dei consumi energetici negli edifici e nelle strutture pubbliche. Il quinto Asse (ambiente e cultura) si avvale di quasi 36 milioni di euro, pari al 10% delle risorse totali, per migliorare gli standard di offerta e fruizione del patrimonio nelle aree di attrazione naturali e culturali, e rendere più competitive le destinazioni turistiche. L’ultimo asse (sviluppo urbano sostenibile) può contare su oltre 46 milioni 800mila euro (il 13,1 del totale). AGRICOLTURA PER I GIOVANI L’ULTIMA PRIORITA’ è rivolta alle comunità rurali, per contrastare l’invecchiamento e la marginalizzazione della maggior parte delle aree rurali attraverso interventi che oltre all’agricoltura sono indirizzati alla rete delle infrastrutture e dei servizi, in particolare rivolti a giovani e fasce più anziane, così da promuovere nuove forme di dinamismo economico-sociale e culturale. Un ruolo “decisivo” è assegnato alle attività turistiche che valorizzano il patrimonio storico-architettonico e ambientale, per le quali è prevista una strategia sperimentale e progressiva in collaborazione con il Governo, e il sostegno alla diffusione delle tecnologie. Le risorse ammontano a 136 milioni 332mila euro. CONFCOMMERCIO MANCA LA COPERTURA FINANZIARIA Lavoratori senza ‘cassa’ da mesi · PERUGIA te, sostenibile ed inclusiva dell’Umbria nel contesto nazionale ed europeo. Ciò per affrontare la sfida della specializzazione ed innovazione della regione, della competitività del sistema produttivo, della tutela e valorizzazione delle risorse territoriali e di uno sviluppo sostenibile. Il programma, con una dotazione complessiva di 356 milioni 280mila euro derivanti da diverse fonti finanziarie (comunitarie, nazionali e regionali), concentra le risorse disponibili secondo un approccio integrato su un numero limitato di obiettivi tematici, a cui corrispondono cinque Assi prioritari di inter- CONFCOMMERCIO Umbria aggiunge il proprio grido di allarme a quello dei sindacati dei lavoratori per il mancato rifinanziamento della cassa integrazione in deroga, a causa del quale migliaia di lavoratori del commercio, turismo e servizi, oltre che di altri settori, sono da circa 6 mesi senza alcun ammortizzatore sociale. La prima tranche di finanziamenti è servita infatti a coprire gli ultimi mesi del 2013 e solo circa 550 domande delle oltre 5mila pervenute nel 2014, non ancora autorizzate per mancanza di copertura. E anche per le 550 domande autorizzate le risorse hanno permesso di coprire solo il mese di gennaio 2014, il che vuol dire che 11.500 lavoratori in cassa integrazione in deroga, di cui quasi 3.400 a zero ore, non hanno percepito un euro da febbraio. «Una situazione pesantissima – denuncia l’organizzazione – sulla quale il Governo è chiamato a dare risposte immediate, che non possono attendere la preannunciata riforma degli ammortizzatori sociali». Questa emergenza tra l’altro si aggiunge alla riduzione del periodo di concessione della Cig in deroga da 12 a 8 mesi, per cui per le imprese che l’hanno chiesta a gennaio il termine di scadenza passa da fine dicembre a fine agosto, mentre quelle che hanno chiesto la cassa integrazione successivamente non sanno ancora la durata del beneficio. «La Cig in deroga — dice Confcommercio — per le imprese del terziario è stata una conquista che avrebbe dovuto attenuare le conseguenze della crisi occupazionale che ha investito pesantemente anche commercio, turismo e servizi. Il venire meno nei fatti di questo ammortizzatore ha non solo effetti diretti sui lavoratori, ma mette le aziende nelle condizioni di non poter resistere». INFRASTRUTTURE GRAZIE AL DECRETO DEL MINISTRO I LAVORI RIPRENDERANNO TRA AGOSTO E NOVEMBRE Perugia-Ancona, verso la riapertura dei cantieri · VALFABBRICA SI LAVORA su quattro fronti per permettere la ripresa dei cantieri sul tratto Pianello–Valfabbrica, l’accelerazione dei lavori sulla Valfabbrica–Casacastalda e la conclusione della Perugia–Ancona, lotto umbro, prevista per l’agosto 2015. QUALCHE GIORNO FA il ministro delle Infrastrutture Federica Guidi ha firmato il decreto che consente la vendita della società Dirpa, in amministrazione straordinaria per insolvenza dal 2013, e contraente di due appalti della Quadrilatero (la Pianello – Valfabbrica e il tratto umbro-marchigiano della Ss 76 che parte da Fossa- to). Il commissario Daniela Saitta ha ora tutte le certezze necessarie per dar corso alle procedura di vendita del ramo d’azienda, essendo già state recepite le manifestazioni di interesse. E il riavvio dei lavori è previsto tra agosto e novembre. — ha spiegato Rometti — soprattutto ora che il ministro Guidi ha firmato il decreto». UNA RIPARTENZA che interessa da vicino anche le imprese di costruzioni umbre, interessate ad aggiudicarsi una serie di mini-appalti sul lotto Pianello–Valfabbrica. Qualche giorno fa, infatti, l’assessore regionale alle Infrastrutture, Silvano Rometti, e il presidente di Ance Umbria, Massimo Calzoni, hanno incontrato lo staff tecnico di Impresa spa per «cercare di riattivare al più presto i cantieri IL SINDACO ANASTASI «Insistiamo affinché siano le imprese umbre a eseguire tutta l’opera» CI SONO 15 MILIONI di euro sul piatto per «appaltini» sull’intero tratto, che di questi tempi fanno gola. «Insistiamo — ha detto il sindaco Oriano Anastasi — affinché siano le imprese umbre con i necessari requisiti ad eseguire i lavori». Il terzo fronte è quello della Valfabbrica–Casacastalda, lotto Anas, su cui è all’opera l’impresa ligure Carena. «Hanno ripreso con due sole squadre — ha detto Anastasi — ma ci hanno promesso che aperto un lotto sulla Salerno-Reggio Calabria, si concentreranno sull’Umbria». Si chiudevano infine ieri i tempi per l’invio delle segnalazioni, da parte dei Comuni, di grandi opere inconcluse richieste dal premier Renzi: Valfabbrica ha risposto subito con strada e diga del Chiascio. Beatrice Vergari IN AZIONE Oriano Anastasi
© Copyright 2025 Paperzz