Marzo 2015 - Parrocchia di Torri del Benaco

Marzo 2015 - Anno 17 (n° 196)
Mensile della
Comunità Parrocchiale di Torri del Benaco
Davanti a noi abbiamo due periodi forti: la
Quaresima e la Pasqua. Uno è tempo di
penitenza e conversione, l’altro di gioia ed
esultanza. Non c’è contraddizione tra i due
tempi, ma continuità. La fatica del
cammino porta alla gioia della conquista
della meta. È celebre la frase di
Sant’Agostino: “Canta e cammina”. Canta
perché sai che il Signore è vivo, è luce, è
speranza. Cammina perché sei chiamato
ad andargli incontro, anche attraverso le
difficoltà della vita. “Non si va in Paradiso
in carrozza”. Quaresima, tempo di
conversione. Tempo per il cambiamento
del cuore, della mente, della vita.
Convertirsi è aprirsi a Dio, alla sua logica,
al suo modo di agire, come ci insegna e
manifesta concretamente la via di Gesù.
È accettare di modificare il proprio
cammino nella ricerca di lui e della sua
volontà. Non è mai una conquista fatta
per sempre, ma una realtà in continuo
movimento, che esige vigilanza e impegno.
Possono esserci utili tre mezzi. La
preghiera: ci fa entrare nella logica di Dio,
apre il cuore all’amore, dà forza. Il
digiuno: modera le rigidità, purifica il
cuore dalle incrostazioni, ci rende meno
concentrati su noi stessi. L’elemosina:
trasforma tutto in logica dell’amore, apre
il cuore all’altro e alle sue necessità, è
segno concreto di dono. Pasqua, tempo di
gioia ed esultanza. Il Signore è vivo, è
presente. La morte è vinta una volta per
tutte. La vita riacquista il senso,
l’orizzonte che ci sta davanti è ricco di
speranza. Accanto a noi, c’è tanta
tristezza, tanto smarrimento, tanta
paura. Il mondo ha bisogno di ritrovare il
Signore, unica risposta alle domande che
la vita pone. E tocca a noi cristiani
restituire al mondo il Signore. Non
dobbiamo avere paura, né vergogna a
dire che Gesù è la fonte della gioia, che
soltanto in Lui tutto acquista significato,
anche la sofferenza e la morte. “Ora siete
tristi, ma vi rivedrò e il vostro cuore
gioirà e nessuno potrà togliervi la vostra
gioia”. È una delle promesse che trovano
il loro compimento nel giorno di Pasqua.
Leggendo questo bellissimo annuncio ci
sembra di rivivere la stessa gioiosa
esperienza dei primi discepoli e di
passare con loro in modo sensibile dalla
tristezza alla gioia piena. “Canta e
cammina”.
Don Giuseppe
TESTIMONIANZA A TORRI
25 GENNAIO 2015
sicurezza e serenità e proprio lì vivere
esposti al soffio dello Spirito e attratti dalla
Grazia a ritrovarsi fratelli: intenti a
preparare il momento in cui questo vincolo
fraterno
finalmente
si
manifesti,
disponibili a recuperarlo con prontezza,
passando dalle trattative al dono, dal
trattamento di clienti allo scambio di doni
tra fratelli dal volto tirato delle cautele e
dei sospetti al viso disteso e sorridente
dell’incontro festoso di famiglia.
Veramente quella sera abbiamo ribadito
che Dio è in mezzo a noi, è l’Emmanuele,
abbiamo avuto conferma della vita
nascosta di Nazaret, quando pregando in
mezzo alle nostre abitazioni, ne siamo
usciti con espressioni come Tu sei la
nostra vita, Signore, Resta con noi
Signore, proteggi le nostre famiglie, donaci
la tua pace e tante altre, fino al
consegnare a Dio per la mediazione del
beato, l’esito felice della nostra avventura
economico morale e spirituale.
Lo Spirito Santo ci aiuti a vedere con gli
occhi della fede, ogni nostro fratello e a
saperlo accompagnare sul cammino della
responsabilità personale di essere vangeli
viventi per gli uomini e le donne di oggi.
Don Antonio
Carissimo don Giuseppe, lascia che ti offra
la mia povera e umile testimonianza per
aver partecipato alla processione votiva in
onore del beato Giuseppe Nascimbeni la
scorsa domenica a Torri.
Ho potuto assistere a un atto di filiale
devozione della tua gente di Torri per il
vostro
Beato
conterraneo,
una
manifestazione di sintonia e umile e pacata
gratitudine espressa da una folla composta
e intimamente partecipe. Intimamente e
anche esteriormente, come ho potuto
costatare da vari segni, dal canto, al
camminare immersi nel vento, alla presenza
di famiglie intere con i bambini che
compostamente hanno ricevuto dai genitori
una testimonianza viva e un invito ad
approfondire la figura del Beato fino a
sentirsene
non
solo
provocati,
ma
affascinati e sostenuti.
Niente di strano, se non un legame familiare
fondato sulla comune appartenenza a Cristo
e a codesta terra sulla quale si viene a
svolgere l’avventura di viverci, lavorarci e
pure far da ospiti attivi e testimoni
contemplativi e rasserenati.
Portare la reliquia del Beato e veder scorrere
la via principale fino al porto e ritorno, mi
ha dato un punto di vista privilegiato e una
vicinanza invitante ad intessere col Beato
un dialogo intimo.
Pregare e lavorare nello stesso luogo e nello
stesso tempo è privilegio di chi mantiene
l’unione mistica con Dio e con i fratelli. La
lunga teoria di abitazioni e negozi, tra cui la
casa del beato e della sua comunità ispirata
alla Santa famiglia di Gesù, Maria e
Giuseppe, la presenza numerosa e attiva,
stimolante e sorprendente delle sue Piccole
Suore offre veramente a chi vi si immerge,
uno stimolo a immaginare come il Signore si
faccia presente e operante nelle case dei
fedeli.
Ripensavo a questa gente che passa
dall’attività lavorativa alla contemplazione
nella liturgia e questo mi ha offerto lo
spunto per riuscire a immaginare questi
figli di Dio immersi nelle correnti del
commercio, la consuetudine di trattare
clienti, di curarne il benessere e di
argomentarne la condizione di dignità,
2
VERBALE DEL CONSIGLIO
PASTORALE PARROCCHIALE
DEL 5 FEBBRAIO 2015
Morti e alla Festa del Beato, mentre
l’afflusso alla Novena è stato discreto.
Infine, sembrerebbe opportuno anticipare
le 40 ore alle 18.00. La Parrocchia dovrà
sostenere la spesa per la manutenzione
della facciata dell’Oratorio e del tetto della
Canonica che ha delle infiltrazioni: il
Consiglio degli Affari Economici ne
valuterà le spese.
Giampaolo
Il Consiglio Pastorale si riunisce presso il
Centro Giovanile alle ore 20,45 del 5
Febbraio 2015.
Si inizia con la trattazione del primo punto
dell’ordine del giorno ricordando che, in
questo periodo, il Consiglio Pastorale
programma le attività educative estive
rivolte ai bambini e ai ragazzi. In realtà
l’attività
educativo
pastorale
della
Parrocchia non si ferma mai: durante i mesi
scolastici il catechismo, con la presenza di
Suor Adriana, impegna bambini e ragazzi
per
un’ora
e
mezza.
La
naturale
prosecuzione del catechismo è il Grest che
si svolge nei due mesi centrali di Luglio ed
Agosto e rappresenta una grande occasione
di preghiera, di formazione, di crescita e
anche di divertimento. Ci sono altre
opportunità, quali i campi scuola e gli
incontri vicariali ,ma l’adesione resta
limitata..
Il
Consiglio
Pastorale
è
unanimemente concorde nel proseguire
come negli altri anni nella propria missione
educativa e cristiana con il Grest
Interparrocchiale di Albisano, Pai e Torri,
occasione di incontro e di crescita per
bambini ed animatori. Pertanto vengono
incaricate Anna per la Parrocchia di Pai,
Rosanna per la Parrocchia di Torri, e Suor
Adriana di formulare un programma
concreto dell’attività estiva considerando
spazi, tempi e persone. Don Giuseppe
conferirà con don Tiziano per quanto si
riferisce alla Parrocchia di Albisano, nel
contempo si porta a conoscenza del
Consiglio che quest’anno verrà organizzato
un Grest anche dalla Scuola dell’Infanzia, in
seguito
ad
una
richiesta
inoltrata
dall’Amministrazione Comunale.
Il Consiglio inizia a dibattere sugli altri
punti all’ordine del giorno, tra i quali la
celebrazione della Messa Domenicale.
In particolare, si rileva una scarsa presenza
dell’assemblea all’inizio della celebrazione e
nei primi banchi; inoltre si rileva in alcune
Messe la poca partecipazione al canto.
Passando ad un giudizio sui grandi
momenti liturgici dell’ultimo periodo, si è
notata una forte presenza all’Ottavario dei
Durante la Quaresima, la nostra
Parrocchia insieme a quella di Pai
promuovono la
“QUARESIMA DI FRATERNITÀ”
FRATERNITÀ”
A FAVORE DI DUE INIZIATIVE
NEL CUORE DELL’AFRICA
1. In ANGOLA dove sono presenti le
Piccole Suore della Sacra Famiglia con
un progetto per aiutare i bambini
poveri della Scuola
Di questa iniziativa ci riferirà Suor
Adriana al suo ritorno dalla visita nelle
missioni di Lucala e Luanda che è in
programma dal 10 al 21 Marzo prossimi.
2. In TANZANIA nella missione dove
operano i Padri Stimatini per
contribuire al progetto della
diga elettrica e della scuola,
iniziative che stavano molto a cuore di
Padre Gino Zantedeschi, che tanti di noi
hanno conosciuto.
Ai bambini e ragazzi delle elementari e
delle Medie sono già stati distribuiti i
piccoli salvadanai per raccogliere i loro
piccoli risparmi a favore dei bambini
poveri in Angola e in Tanzania.
Per gli adulti le oblazioni a favore dei
due progetti sopraindicati si possono
depositare nella bussola in Chiesa nello
scomparto: “Offerte per i bambini
poveri in Angola e Tanzania”.
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CIRCOLO NOI
ULTIMO DI CARNEVALE
PELLEGRINAGGIO A PADOVA
PADOVA
Martedì grasso ultimo di carnevale 17
DI PRAGLIA
febbraio 2015 ci siamo ritrovati in parrocchia
È dal febbraio 2010, quando, terminati i
lavori di restauro alla Cappella dell’Arca”,
e il corpo di S. Antonio è stato ricollocato
nella sua sede tradizionale, che il gruppo
“Sant’Antonio” di Torri organizza il
pellegrinaggio alla Basilica del Santo.
Sono le 7.30 di martedì 10 febbraio,
siamo tutti pronti e accomodati sul
pullman per la partenza. Un segno di
croce, una benedizione dal nostro
accompagnatore, don Tiziano e via …
Partenza. Una piccola sosta per il caffè e
la visita alla toilette, ma di corsa, perché
all’appuntamento con la Santa Messa
non dobbiamo tardare. Il tempo libero
per la visita alla Basilica ognuno di noi lo
dedica
personalmente
facendosi
accompagnare da S. Antonio, una
preghiera silenziosa appoggiando la
mano
sull’Arca
del
Santo
(cuore
spirituale del Santuario), visita alla
Cappella delle Reliquie (segni concreti
della vita del Santo) e infine una
benedizione agli oggetti acquistati, alle
persone … etc. presso la cappella delle
benedizioni. Fra noi pellegrini ci si
incontra solo occasionalmente all’interno
della Basilica, ognuno ha un compito ben
preciso da svolgere sia per sé stesso che
per i cari lasciati a casa o per persone
bisognose di preghiere che si sono
affidate all’intercessione del Santo. Dopo
aver fatto tappa all’ufficio accoglienza per
chiedere Sante Messe per i nostri cari
(vivi o defunti), per acquistare libri e
souvenirs, ci siamo ritrovati sul piazzale
antistante la Basilica, pronti per partire.
Destinazione ristorante: il casale di
Monna Lui. Dopo manovre spericolate
per il parcheggio davanti al ristorante
(strade piccole e … pullman grande) ci
ritroviamo a tavola sereni e felici di
essere insieme anche per il pranzo. Una
sala molto accogliente ed un menù
altrettanto gustoso. Ma il tempo a
disposizione è poco quindi finito di
pranzare si riparte con destinazione
Praglia. La tappa è la visita all’Abbazia
E VISITA ALL’ABB
ALL’ABBAZIA
al circolo in compagnia di tanti bambini
vestiti in maschera felici di divertirsi giocando
semplicemente con coriandoli e stelle filanti.
Ogni partecipante ha contribuito con dolci
bibite o salato per l'abbondante merenda.
Dopo il gioco libero all'esterno e all'interno
del centro giovanile ci siamo ritrovati insieme
in
sala
Comboni
per
partecipare
alla
tombola... un sacco di bei premi per i tanti
vincitori... salvadanai, specchi, spirografi,
bolle di sapone, carte geografiche, colori,
album,
acquerelli,
post-it,
attaccapanni,
giochi in legno e molti altri....
Le mascherine hanno sfilato e sono state
premiate le tre maschere migliori... la scelta
non deve essere stata facile visto che molte
erano davvero carine.
Alla fine della bella giornata noi ragazzi di
quinta abbiamo guardato il film “una bugia di
troppo”.
Mentre alcuni di noi guardavano il film altri
hanno pulito il piazzale.
La squisita pizza ha concluso la fantastica
serata...
I Ragazzi di quinta
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ed un monaco ci sta aspettando per
guidarci all’interno. L’Abbazia benedettina
sorge ai piedi dei Colli Euganei, il suo
nome deriva dal toponimo Pratalea che
significa località tenuta a prati. La prima
impressione
dall’esterno
è
di
una
costruzione
imponente,
ma
triste,
disadorna, circondata da prati e colline
brulle, abbandonate, ma all’interno…
Cominciamo la visita attraverso i chiostri:
quello rustico, un tempo riservato alle
attività agricole; all’interno il chiostro
botanico, che in passato era destinato alla
coltivazione delle piante officinali per la
farmacia; situato al primo piano il chiostro
pensile sostenuto da 4 pilastri impostati
sulla roccia. Quest’ultimo è il punto
cardinale del Monastero e collega tra di
loro i veri ambienti destinati alla vita
comunitaria: la sala capitolare (luogo
dell’ascolto e del dialogo); il refettorio
monumentale ( il luogo più elegante del
monastero dove avevano luogo i pasti); la
biblioteca ( un’ampia ed elegante sala al
piano superiore con un soffitto ornato da
un importante ciclo pittorico) ed infine la
chiesa (dedicata alla Beata Vergine
Assunta dove i monaci e la comunità si
raccolgono più volte al giorno per la
preghiera liturgica). Infine due parole sul
laboratorio “Restauro del libro” esistente
all’interno dell’Abbazia, ma che non
rientrava come luogo della visita guidata.
Tale laboratorio è stato inaugurato negli
anni ’50 e da allora prosegue la sua opera
a favore di Enti pubblici, ecclesiastici e
privati. Anche il Comune, Il Museo del
Castello e la Chiesa Parrocchiale di Torri
del Benaco hanno usufruito di questo
laboratorio per trattare attraverso il
restauro libri e documenti preziosi in sé e
per quello che ci vogliono trasmettere. Al
termine della visita guidata ci siamo
attardati all’interno per acquistare i
prodotti derivanti dalle piante officinali
che purtroppo ad oggi non sono più
coltivate dai monaci dell’Abbazia. È ora di
ripartire: tutti sul pullman, rosario alla
mano e nel cuore per ringraziare della
bella giornata. Arrivederci al prossimo …
anno!
Valeria
GIUSEPPE
L’UOMO DELLA FEDE
Ne parlano solo Matteo e Luca quando
riferiscono qualcosa dell’infanzia di
Gesù. Tutti gli episodi narrati trattano
del periodo che va dal fidanzamento di
Giuseppe fino ai primi anni di vita di
Gesù. Da queste scarne fonti sappiamo
che
Giuseppe
era
originario
di
Betlemme, emigrò a Nazaret, dove c’era
più lavoro, e lì avvenne il fidanzamento
con Maria.
Fede e concretezza
Matteo ci descrive Giuseppe come un
uomo ricchissimo di umanità. Maria non
era ancora sua moglie e lui che “non la
conosceva”, decise di prenderla con sé,
tuttavia, vista la nuova condizione in cui
Maria si era venuta a trovare, dopo
l’annuncio dell’angelo, egli non sapeva
come comportarsi di fronte alla sua
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Il coraggio dell’obbedienza
mirabile maternità. Voleva una risposta
all’inquietante
interrogativo,
ma
soprattutto cercava una via di uscita da
quella situazione per lui difficile.
Giuseppe sapeva che ciò che viene da Dio,
ha sempre dei segni di credibilità: la pace
e l’aderenza alla realtà concreta. E non
l’adesione ad una vaga fantasia.
Giuseppe si consacra totalmente alla
volontà di Dio, che gli chiede di proteggere
e vigilare Maria e il Bambino. Egli la prese
in tutto il mistero della sua maternità, la
prese insieme col Figlio che sarebbe
venuto al mondo per opera dello Spirito
Santo e dimostrò in tal modo una
disponibilità di volontà, simile a quella di
Maria, in ordine a ciò che Dio gli chiedeva
per
mezzo
del
suo
messaggero.
Divenne, così, l’esecutore del mistero
«nascosto da secoli nella mente di Dio»,
come lo fu Maria, in quel momento
decisivo che dall’Apostolo è chiamato «la
pienezza del tempo». Di questo mistero
divino Giuseppe è insieme con Maria il
primo depositario. Insieme con Maria e in
relazione a lei, egli partecipa a questa fase
culminante dell’autorivelazione di Dio in
Cristo, e vi partecipa sin dal primo inizio.
Guardando a Matteo e Luca, possiamo
anche dire che Giuseppe è il primo a
partecipare alla fede della Madre di Dio, e
che, così facendo, sostiene la sua sposa
nella fede della divina Annunciazione. Nel
fare questo egli piega i suoi progetti al
Progetto
di
Dio:
obbedendo
alla
circostanza storica del censimento si reca
a Betlemme. Una scelta non facile, dato lo
stato di Maria. Là, sopporta l’umiliazione
di non trovare una degna dimora per la
sua sposa, in quella che era la sua
cittadina d’origine e nella quale vivevano
verosimilmente diversi suoi parenti e
conoscenti, accontentandosi di una grotta,
in cui far riposare Maria ormai prossima
al parto. Anche lui, come Gesù, è
ripudiato dalla sua gente e come vero
Patriarca inizia la generazione di un
popolo nuovo.
Obbedendo poi alle indicazioni di un
angelo, fugge in Egitto:Obbedendo
ancora a una indicazione soprannaturale
torna in Palestina, preferendo tornare a
Nazaret, probabile luogo d’origine di
Maria, invece che a Betlemme, per
assicurare al Figlio una esistenza più
sicura, lontana dai possibili pericoli che
potevano giungere dai discendenti di
Erode. La sua paternità verso Gesù
dunque non fu affatto una forma minore
di paternità: si può anzi dire che nessun
padre umano fu padre quanto lui, che
pure non aveva generato fisicamente
Gesù. Così la sua unione con Maria, pur
non esprimendosi in una carnalità
“ordinaria”, fu una vera unione sponsale.
Non fu certo una finzione il suo
matrimonio: anzi, si può dire che
nessuna unione matrimoniale fu così
profonda e intensa come quella tra
Giuseppe e Maria, che realizzarono
un’unità quale mai sarebbe stata
raggiunta perché per primi aprono una
nuova strada nel rapporto sponsale che
illumina la loro unione di intensità
nuova che proviene non dalla carne ma
dallo Spirito che dà la vita (Gv 6,63).
Anzi, poiché il matrimonio e la verginità
sono i due modi di esprimere e di vivere
l’unico mistero dell’alleanza di Dio col
suo popolo, che è comunione di amore
tra Dio e gli uomini, Giuseppe e Maria
esprimono con la loro casta unione
entrambe le dimensioni ed inaugurano
sulla terra, la realtà nuova del Regno.
D’altra parte, è dal matrimonio con
Maria che sono derivati a Giuseppe la
sua singolare dignità e i suoi diritti su
Gesù. E poiché la dignità della Madre di
Dio è così alta che nulla vi può essere di
più sublime, anche Giuseppe, stretto a
lei dal vincolo coniugale, partecipa a
questa dignità come nessun altro. Lui è
il primo accanto a Maria, il più vicino a
lei, colui che con lei ha condiviso le
vicende alterne e faticose dell’esistenza, e
ora, condivide con lei la sua stessa
corona di gloria.
Giuseppe
6
- IL PADRE –
MEDITAZIONI DI PAPA FRANCESCO
UDIENZA DEL 28 / 01 / 2015
Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Riprendiamo il cammino di catechesi
sulla famiglia. Oggi ci lasciamo
guidare dalla parola “padre”. Una
parola più di ogni altra cara a noi
cristiani, perché è il nome con il quale
Gesù ci ha insegnato a chiamare Dio:
padre. Il senso di questo nome ha
ricevuto una nuova profondità proprio
a partire dal modo in cui Gesù lo
usava per rivolgersi a Dio e
manifestare il suo speciale rapporto
con
Lui.
Il
mistero
benedetto
dell’intimità di Dio, Padre, Figlio e
Spirito, rivelato da Gesù, è il cuore
della nostra fede cristiana.
“Padre” è una parola nota a tutti,
una parola universale. Essa indica
una relazione fondamentale la cui
realtà è antica quanto la storia
dell’uomo. Oggi, tuttavia, si è
arrivati ad affermare che la nostra
sarebbe una “società senza padri”.
In altri termini, in particolare nella
cultura occidentale, la figura del
padre
sarebbe
simbolicamente
assente, svanita, rimossa. In un
primo momento, la cosa è stata
percepita come una liberazione:
liberazione dal padre-padrone, dal
padre come rappresentante della
legge che si impone dall’esterno, dal
padre come censore della felicità dei
figli e ostacolo all’emancipazione e
all’autonomia dei giovani. Talvolta
in
alcune
case
regnava
in
passato l’autoritarismo, in certi casi
addirittura la sopraffazione: genitori
che trattavano i figli come servi, non
rispettando le esigenze personali
della loro crescita; padri che non li
aiutavano a intraprendere la loro
strada con libertà - ma non è facile
educare un figlio in libertà -; padri
che non li aiutavano ad assumere le
proprie responsabilità per costruire il
loro futuro e quello della società.
Questo,
certamente,
è
un
atteggiamento non buono; però
come spesso avviene, si passa da un
estremo all’altro. Il problema dei
nostri giorni non sembra essere più
tanto la presenza invadente dei
padri, quanto piuttosto la loro
assenza, la loro latitanza. I padri
sono talora così concentrati su se
stessi e sul proprio lavoro e alle
volte sulle proprie realizzazioni
individuali, da dimenticare anche la
famiglia. E lasciano soli i piccoli e i
giovani. Già da vescovo di Buenos
Aires avvertivo il senso di orfanezza
che vivono oggi i ragazzi; e spesso
7
domandavo ai papà se giocavano con
i loro figli, se avevano il coraggio e
l’amore di perdere tempo con i figli. E
la
risposta
era
brutta,
nella
maggioranza dei casi: “Mah, non
posso, perché ho tanto lavoro…”. E il
padre era assente da quel figliolo che
cresceva, non giocava con lui, no, non
perdeva tempo con lui.
Ora, in questo cammino comune di
riflessione sulla famiglia, vorrei dire a
tutte le comunità cristiane che
dobbiamo
essere
più
attenti:
l’assenza della figura paterna nella
vita dei piccoli e dei giovani produce
lacune e ferite che possono essere
anche molto gravi. E in effetti le
devianze
dei
bambini
e
degli
adolescenti si possono in buona parte
ricondurre a questa mancanza, alla
carenza di esempi e di guide
autorevoli nella loro vita di ogni
giorno, alla carenza di vicinanza, alla
carenza di amore da parte dei padri.
E’ più profondo di quel che pensiamo
il senso di orfanezza che vivono tanti
giovani.
Sono orfani in famiglia, perché i papà
sono
spesso
assenti,
anche
fisicamente, da casa, ma soprattutto
perché, quando ci sono, non si
comportano da padri, non dialogano
con i loro figli, non adempiono il loro
compito educativo, non danno ai figli,
con il loro esempio accompagnato
dalle parole, quei principi, quei valori,
quelle regole di vita di cui hanno
bisogno come del pane. La qualità
educativa della presenza paterna è
tanto più necessaria quanto più il
papà è costretto dal lavoro a stare
lontano da casa. A volte sembra che i
papà non sappiano bene quale posto
occupare in famiglia e come educare i
figli. E allora, nel dubbio, si
astengono, si ritirano e trascurano le
loro
responsabilità,
magari
rifugiandosi
in
un
improbabile
rapporto “alla pari” con i figli. E’
vero che tu devi essere “compagno”
di tuo figlio, ma senza dimenticare
che tu sei il padre! Se tu ti comporti
soltanto come un compagno alla pari
del figlio, questo non farà bene al
ragazzo.
E questo problema lo vediamo anche
nella comunità civile. La comunità
civile con le sue istituzioni, ha una
certa responsabilità – possiamo dire
paterna - verso i giovani, una
responsabilità che a volte trascura o
esercita male. Anch’essa spesso li
lascia orfani e non propone loro una
verità di prospettiva. I giovani
rimangono, così, orfani di strade
sicure da percorrere, orfani di
maestri di cui fidarsi, orfani di ideali
che riscaldino il cuore, orfani di
valori
e
di
speranze
che
li
sostengano
quotidianamente.
Vengono riempiti magari di idoli ma
si ruba loro il cuore; sono spinti a
sognare divertimenti e piaceri, ma
non si dà loro il lavoro; vengono
illusi col dio denaro, e negate loro le
vere ricchezze.
E allora farà bene a tutti, ai padri e
ai figli, riascoltare la promessa che
Gesù ha fatto ai suoi discepoli: «Non
vi lascerò orfani» (Gv 14,18). E’ Lui,
infatti, la Via da percorrere, il
Maestro da ascoltare, la Speranza
che il mondo può cambiare, che
È NATA BIANCA
Congratulazioni a mamma Elena
e a papà Sergio.
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l’amore vince l’odio, che può esserci
un futuro di fraternità e di pace per
tutti. Qualcuno di voi potrà dirmi: “Ma
Padre, oggi Lei è stato troppo
negativo.
Ha
parlato
soltanto
dell’assenza dei padri, cosa accade
quando i padri non sono vicini ai figli…
È vero, ho voluto sottolineare questo,
perché mercoledì prossimo proseguirò
questa catechesi mettendo in luce la
bellezza della paternità. Per questo ho
scelto di cominciare dal buio per
arrivare alla luce. Che il Signore ci
aiuti a capire bene queste cose.
Grazie.
espressioni che si trovano nel Libro
dei Proverbi, parole che un padre
rivolge al proprio figlio, e dice così:
«Figlio mio, se il tuo cuore sarà
saggio, anche il mio sarà colmo di
gioia. Esulterò dentro di me, quando
le
tue
labbra
diranno
parole
rette» (Pr
23,15-16).
Non
si
potrebbe esprimere meglio l’orgoglio
e la commozione di un padre che
riconosce di avere trasmesso al figlio
quel che conta davvero nella vita,
ossia un cuore saggio. Questo padre
non dice: “Sono fiero di te perché
sei proprio uguale a me, perché
ripeti le cose che dico e che faccio
io”. No, non gli dice semplicemente
qualcosa. Gli dice qualcosa di ben
più importante, che potremmo
interpretare così: “Sarò felice ogni
volta che ti vedrò agire con
saggezza, e sarò commosso ogni
volta che ti sentirò parlare con
rettitudine. Questo è ciò che ho
voluto lasciarti, perché diventasse
una cosa tua: l’attitudine a sentire e
agire, a parlare e giudicare con
saggezza e rettitudine. E perché tu
potessi essere così, ti ho insegnato
cose che non sapevi, ho corretto
errori che non vedevi. Ti ho fatto
sentire un affetto profondo e
insieme discreto, che forse non hai
riconosciuto pienamente quando eri
giovane e incerto. Ti ho dato una
testimonianza
di
rigore
e
di
fermezza che forse non capivi,
quando avresti voluto soltanto
complicità e protezione. Ho dovuto
io stesso, per primo, mettermi alla
prova della saggezza del cuore, e
vigilare sugli eccessi del sentimento
e del risentimento, per portare il
peso delle inevitabili incomprensioni
e trovare le parole giuste per farmi
capire. Adesso – continua il padre -,
UDIENZA DEL 4 / 02 / 2015
Oggi vorrei svolgere la seconda parte
della riflessione sulla figura del padre
nella famiglia. La volta scorsa ho
parlato
del
pericolo
dei
padri
“assenti”,
oggi
voglio
guardare
piuttosto all’aspetto positivo. Anche
san Giuseppe fu tentato di lasciare
Maria, quando scoprì che era incinta;
ma intervenne l’angelo del Signore
che gli rivelò il disegno di Dio e la sua
missione di padre putativo; e
Giuseppe, uomo giusto, «prese con sé
la sua sposa» (Mt 1,24) e divenne il
padre della famiglia di Nazaret.
Ogni famiglia ha bisogno del padre.
Oggi ci soffermiamo sul valore del suo
ruolo, e vorrei partire da alcune
9
quando vedo che tu cerchi di essere
così con i tuoi figli, e con tutti, mi
commuovo. Sono felice di essere tuo
padre”. È così ciò che dice un padre
saggio, un padre maturo.
Un padre sa bene quanto costa
trasmettere questa eredità: quanta
vicinanza, quanta dolcezza e quanta
fermezza. Però, quale consolazione e
quale ricompensa si riceve, quando i
figli rendono onore a questa eredità!
E’ una gioia che riscatta ogni fatica,
che supera ogni incomprensione e
guarisce ogni ferita.
La prima necessità, dunque, è proprio
questa: che il padre sia presente nella
famiglia. Che sia vicino alla moglie,
per condividere tutto, gioie e dolori,
fatiche e speranze. E che sia vicino ai
figli nella loro crescita: quando
giocano e quando si impegnano,
quando sono spensierati e quando
sono angosciati, quando si esprimono
e quando sono taciturni, quando
osano e quando hanno paura, quando
fanno un passo sbagliato e quando
ritrovano la strada; padre presente,
sempre. Dire presente non è lo stesso
che dire controllore! Perché i padri
troppo controllori annullano i figli, non
li lasciano crescere.
Il Vangelo ci parla dell’esemplarità del
Padre che sta nei cieli – il solo, dice
Gesù, che può essere chiamato
veramente “Padre buono” (cfr Mc
10,18).
Tutti
conoscono
quella
straordinaria parabola chiamata del
“figlio prodigo”, o meglio del “padre
misericordioso”, che si trova nel
Vangelo di Luca al capitolo 15 (cfr
15,11-32). Quanta dignità e quanta
tenerezza nell’attesa di quel padre
che sta sulla porta di casa aspettando
che il figlio ritorni! I padri devono
essere pazienti. Tante volte non c’è
altra cosa da fare che aspettare;
pregare e aspettare con pazienza,
dolcezza,
magnanimità,
misericordia.
Un buon padre sa attendere e sa
perdonare, dal profondo del cuore.
Certo, sa anche correggere con
fermezza: non è un padre debole,
arrendevole, sentimentale. Il padre
che sa correggere senza avvilire è lo
stesso che sa proteggere senza
risparmiarsi. Una volta ho sentito in
una riunione di matrimonio un papà
dire: “Io alcune volte devo picchiare
un po’ i figli … ma mai in faccia per
non avvilirli”. Che bello! Ha senso
della dignità. Deve punire, lo fa in
modo giusto, e va avanti.
Se dunque c’è qualcuno che può
spiegare fino in fondo la preghiera
del “Padre nostro”, insegnata da
Gesù, questi è proprio chi vive in
prima persona la paternità. Senza la
grazia che viene dal Padre che sta
nei cieli, i padri perdono coraggio, e
abbandonano il campo. Ma i figli
hanno bisogno di trovare un padre
che li aspetta quando ritornano dai
loro fallimenti. Faranno di tutto per
non ammetterlo, per non darlo a
vedere, ma ne hanno bisogno; e il
non trovarlo apre in loro ferite
difficili da rimarginare.
La
Chiesa,
nostra
madre,
è
impegnata a sostenere con tutte le
sue forze la presenza buona e
generosa dei padri nelle famiglie,
perché essi sono per le nuove
generazioni custodi e mediatori
insostituibili della fede nella bontà,
della fede nella giustizia e nella
protezione di Dio, come san
Giuseppe.
Papa Francesco
10
IL PERDONO CRISTIANO
PREGHIERA A SAN GIUSEPPE
GUARISCE
A te, o beato Giuseppe,
Vuoi essere felice per un istante?
stretti dalla tribolazione ricorriamo
Vendicati!
e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio,
Vuoi essere felice per sempre?
insieme con quello della tua santissima
Sposa.
Perdona!
Vuoi guarire dal male che hai "dentro"?
Per quel sacro vincolo di carità,
Dimentica!
che ti strinse all’Immacolata Vergine
Madre di Dio,
Lacordaire
e per l’amore paterno che portasti al
fanciullo Gesù,
Si sente dire:
riguarda, te ne preghiamo, con occhio
benigno
1. Io non perdono!
Sì, ma il rancore resta e ti fa star male!
la cara eredità che Gesù Cristo acquistò
col suo sangue,
2. Io perdono... ma non dimentico!
È un perdono solo a metà, un quasiperdono.
e col tuo potere ed aiuto soccorri ai nostri
bisogni.
3. Io perdono... e dimentico!
È un perdono generoso,
che ti permette di voltar pagina
Allontana da noi, o Padre amatissimo,
la peste di errori e di vizi che ammorba il
mondo;
4. Io perdono... dimentico... e scuso!
È il grande perdono che ti fa felice.
assistici propizio dal cielo
in questa lotta con il potere delle
tenebre,
5. Io perdono...e ricambio facendo del bene a
chi mi ha fatto del male!
È il massimo! È il perdono pieno insegnato
da Gesù che non solo ti guarisce, ma ti
rende simile a Lui!
o nostro fortissimo protettore;
e come un tempo salvasti dalla morte
la minacciata vita del bambino Gesù,
Gesù ha detto e fatto così:
così ora difendi la Santa Chiesa di Dio
"Se uno ti percuote la guancia destra, tu
porgigli anche l'altra, e a chi ti vuol
chiamare in giudizio per toglierti la
tunica, tu lascia anche il mantello" (Mt5,
39-40).
dalle ostili insidie e da ogni avversità.
E stendi ognora sopra ciascuno di noi il
tuo patrocinio,
ffinché a tuo esempio e mediante il tuo
soccorso,
"Amate i vostri nemici e pregate per i vostri
persecutori, perché siate figli del Padre
vostro celeste... Se amate quelli che vi
amano, quale merito ne avete? ...Siate
voi dunque perfetti come è perfetto il
Padre vostro celeste" (Mt5,44-46. 48).
possiamo virtuosamente vivere,
piamente morire,
e conseguire l’eterna beatitudine in cielo.
Amen.
"Perdonate e vi sarà perdonato" (Lc 6,37).
"Mettiti d'accordo con il tuo avversario
mentre sei per via con lui..." (Mt5,25).
11
Come?
Con parole sincere e con gesti semplici.
Basta un sorriso, un segno, una mano
tesa... Basta una parola: "scusa"!
Basta poco; bastano piccoli segni
d'amore, purché siano spontanei e veri!
"Dovete perdonare non sette volte, ma
settanta volte sette" (cf. Mt 18, 22).
Morendo sulla croce, Gesù dice: "Padre,
perdonali, perché non sanno quello che
fanno" (Lc 23, 34).
A quali condizioni?
A nessuna condizione! Senza chiederti se
sarai capito e corrisposto! Senza contare su
nessuna certezza o sulle inflessibili regole
delle "convenienze" umane.
Dio perdona subito e senza condizioni!
Incomincia tu
II perdono è la conquista più difficile. Lo
puoi concedere solo con l'aiuto divino
che si ottiene con la preghiera.
Da dove cominciare? Semplicissimo:
dalla tua decisione di voler perdonare!
Incomincia tu! Muoviti per primo! Non fare
troppi calcoli! Vai incontro al tuo
"nemico": bùttati!
Vuole avere ragione? Dagliela! Vuole
essere superiore a te? Lasciagli questa
soddisfazione! Sta covando la sua
vendetta? Tu prendilo in contropiede con
un gesto d'amore!
Persuaditi che perdonare è più importante
e ti da di più che avere ragione.
Facendoti "piccolo", diventerai grande!
Accettando di "perdere", avrai vinto la
battaglia più ardua e impegnativa!
Dunque: incomincia tu! Incomincia
però perdonando a te stesso, accettandoti
umilmente per quello che sei ed
eliminando quei sensi di colpa che ti
fanno tanto soffrire.
Novello
Due mani che si stringono sono un segno
concreto di perdono e di amicizia
IL PERDONO
Quando subisci un torto, ti senti vittima
di un'ingiustizia. E dici: me la deve
pagare! Non lo perdono se non si umilia
chiedendomi scusa e riparando i danni
che mi ha arrecato! Sul piano umano, è
comprensibile la tua reazione! Prova però
a riflettere: Dio con te non si comporta
così! Egli è l'Amore, e il suo Amore è
misericordioso e gratuito. Dio ti ama e ti
perdona non perché lo meriti, ma perché
Lui gratuitamente ti dona l'amore e il
perdono. Tu, perdonando, hai l'occasione
privilegiata per partecipare a questa sua
gratuità! Il perdono è l'unico modo con cui
puoi agire senza fare prevalere il tuo io e il
tuo egoismo!
Quando, come, a quali condizioni?
SONO TORNATI AL PADRE
Quando?
Subito, senza pensarci troppo!
Senza aspettare che "tramonti il sole sopra
la tua ira" (cf. Ef, 26); senza consultare
"esperti" e "amici".
Subito! perché più passerà il tempo e più ti
sarà difficile!
Se perdoni ora, il merito è tuo; se
perdonerai domani, il merito sarà ... del
tempo!
PARROCCHIA DI TORRI
VANNA
SILVIO GIOVANNI
PARROCCHIA DI PAI
ADELIO
12
PER CELEBRARE BENE LA SANTA MESSA
MOMENTI CHE URGONO DI CONVERSIONE
1) Prepararsi in Chiesa prima dell’inizio della Santa Messa, in
modo da formare visibilmente una famiglia di Dio unita insieme per
celebrare l’Eucaristia. Arrivare in Chiesa prima piuttosto che in
ritardo.
2) Occupare i posti a cominciare dai primi banchi davanti
all’altare e all’ambone. Non è corretto che vengano lasciati vuoti i
primi banchi davanti all’altare e all’ambone.
3) Per chi desidera fare la Comunione, prepararsi in fila davanti
all’altare, mentre il Sacerdote assume le sacre specie, prima che
scenda dall’altare.
CENTRI DI ASCOLTO
QUARESIMA 2015
FAMIGLIE OSPITANTI
ANIMATORI
GIORNO
ORA
1 Benaglio Catullo e Caterina
Tonelli Lucrezia, Vedovelli Caterina
Mercoledì
15.00
2 Pescetta Ottorino e Luigina
Suor Adelia
Venerdì
20.30
3 Vedovelli Franco e Isidora
Carli Nadia
Martedì
15.00
4 Corradi Santa
Vedovelli Valeria
Martedì
20.30
5 Presso “Casa del Padre”
Suor Giovanna Paola
Mercoledì
15.00
6 Giacometti Chiara (S. Faustino)
Suor Felicina, Zanolli Rosanna
Martedì
15.00
7 Sala Parrocchiale di Pai
Menapace Anna, Bertuzzi Claudia
Martedì
20.30
13
CALENDARIO DELLE
CELEBRAZIONI PASQUALI
PASQUAL I 2015
PARROCCHIA DI TORRI
DOMENICA DELLE PALME - 29 MARZO
ore 8.30
S. MESSA
ore 9.45
Benedizione delle Palme presso il Centro Giovanile.
ore 10.00
S. MESSA DELLE FAMIGLIE.
ore 11.00
Benedizione delle Palme presso oratorio SS. Trinità
PROCESSIONE
ore 11.15
S. MESSA SOLENNE
ore 17.00
VESPERO
ore 18.00
S. MESSA
LUNEDÌ 30 MARZO – MARTEDÌ 31 MARZO - MERCOLEDÌ 1 APRILE
ore 7.00 LODI
ore 10.00 S. MESSA
ore 17.00 VESPERO
ore 18.00 S. MESSA
GIOVEDÌ SANTO - 2 APRILE
ore
7.00 LODI
ore 20.30
ore 17.00
VESPERO
MESSA IN “COENA DOMINI”
ore 21.30 ADORAZIONE EUCARISTICA (fino alle 24.00)
VENERDÌ SANTO - 3 APRILE
ore
7.00 LODI – CONFESSIONI e ADORAZIONE EUCARISTICA
ore 15.00
CELEBRAZIONE DELLA PASSIONE DEL SIGNORE
ore 16.00
VENERAZIONE DELLA CROCE
ore 16.00 – 19.00 CONFESSIONI
ore 20.30
VIA CRUCIS COMUNITARIA PER LE VIE DEL PAESE
14
SABATO SANTO - 4 APRILE
ore
7.00
LODI VENERAZIONE ALLA CROCE
ore
8.00 - 12.00
ore 21.30
CONFESSIONI - ore 15.00 - 19.00
CONFESSIONI
VEGLIA PASQUALE
DOMENICA DI PASQUA - 5 APRILE
ore 7.00
S. MESSA
ore 8.30 S. MESSA
ore 10.00
S. MESSA DELLE FAMIGLIE
ore 11.15
S. MESSA SOLENNE
ore 17.00
VESPERO SOLENNE
ore 18.00
S. MESSA
DURANTE VENERDÌ SANTO, SABATO SANTO E DOMENICA DI PASQUA
SARÀ PRESENTE UN SACERDOTE PER LE CONFESSIONI
PARROCCHIA DI PAI
DOMENICA DELLE PALME – 29 MARZO
ore 9.45 BENEDIZIONE DELLE PALME PRESSO IL CAPITELLO, PROCESSIONE
ore 10.00
S. MESSA SOLENNE
GIOVEDÌ SANTO – 2 APRILE
ore 17.00
MESSA IN “COENA DOMINI”
VENERDÌ SANTO – 3 APRILE
ore 17.00
CELEBRAZIONE DELLA PASSIONE DEL SIGNORE
ore 20.30 A TORRI VIA CRUCIS COMUNITARIA PER LE VIE DEL PAESE
SABATO SANTO – 4 APRILE
ore 9.00 - 12.00 - 15.00 - 19.00
ore 21.30
CONFESSIONI A TORRI
VEGLIA PASQUALE:
DOMENICA DI PASQUA – 5 APRILE
ore 10.00 S. MESSA SOLENNE
15
APPUNTAMENTI SETTIMANALI MARZO 2015
ore 10.00: S. MESSA DELLE FAMIGLIE.
OGNI DOMENICA
ore 17.00: ADORAZIONE EUCARISTICA E CANTO DEL VESPERO.
OGNI LUNEDÌ
ore 9.00-12.00: ADORAZIONE EUCARISTICA E CONFESSIONI.
OGNI MARTEDÌ
ore 15.00: CATECHESI SCUOLA MEDIA.
ore 15.00: CATECHISMO SCUOLA ELEMENTARE.
OGNI GIOVEDÌ
ore 17.00: ADORAZIONE EUCARISTICA.
OGNI VENERDÌ
ore 20.00: INCONTRO GRUPPO ADOLESCENTI/GIOVANI.
OGNI SABATO
ore 15.00 - 18.00: TEMPO PER LE CONFESSIONI.
OGNI MERCOLEDÌ ore 19.45: STAZIONE QUARESIMALE “LA PENITENZIALE”
DI QUARESIMA
ore 20.00 S. MESSA
OGNI VENERDÌ DI
QUARESIMA
GIOVEDÌ
19
DOMENICA
22
ore 15.00 VIA CRUCIS
SAN GIUSEPPE
FESTA DEL PERDONO
ORE 17.00: PRIMA CONFESSIONE DEI BAMBINI DI TERZA ELEMENTARE.
VENERDÌ
25
ANNUNCIAZIONE DEL SIGNORE
DOMENICA
29
DOMENICA DELLE PALME
CELEBRAZIONE DELLA LITURGIA
PARROCCHIA DI TORRI
ORARIO FESTIVO
ORARIO FERIALE
Sabato
ore 17.00 Vespero
ore 18.00 S. Messa
Domenica
ore
ore
ore
ore
ore
8.30
10.00
11.15
17.00
18.00
S. Messa
S. Messa
S. Messa
Vespero
S. Messa
ore
ore
ore
7.00 Lodi
17.00 Vespero
18.00 S. Messa
PARROCCHIA DI PAI
ORARIO FESTIVO
Sabato
ore 19.30
Domenica ore 10.00
Bollettino di informazione Parrocchiale stampato in proprio
La Redazione: Don Giuseppe Cacciatori – Daniela Pippa – Addea Cestari - Anna Menapace - Nuccia Renda – Rosanna Zanolli - William Baghini.
Collaborazione fotografica: Mario Girardi /Impaginato e stampato da: Daniela Pippa