Marzo 2015 - Anno 17 (n° 196) Mensile della Comunità Parrocchiale di Torri del Benaco Davanti a noi abbiamo due periodi forti: la Quaresima e la Pasqua. Uno è tempo di penitenza e conversione, l’altro di gioia ed esultanza. Non c’è contraddizione tra i due tempi, ma continuità. La fatica del cammino porta alla gioia della conquista della meta. È celebre la frase di Sant’Agostino: “Canta e cammina”. Canta perché sai che il Signore è vivo, è luce, è speranza. Cammina perché sei chiamato ad andargli incontro, anche attraverso le difficoltà della vita. “Non si va in Paradiso in carrozza”. Quaresima, tempo di conversione. Tempo per il cambiamento del cuore, della mente, della vita. Convertirsi è aprirsi a Dio, alla sua logica, al suo modo di agire, come ci insegna e manifesta concretamente la via di Gesù. È accettare di modificare il proprio cammino nella ricerca di lui e della sua volontà. Non è mai una conquista fatta per sempre, ma una realtà in continuo movimento, che esige vigilanza e impegno. Possono esserci utili tre mezzi. La preghiera: ci fa entrare nella logica di Dio, apre il cuore all’amore, dà forza. Il digiuno: modera le rigidità, purifica il cuore dalle incrostazioni, ci rende meno concentrati su noi stessi. L’elemosina: trasforma tutto in logica dell’amore, apre il cuore all’altro e alle sue necessità, è segno concreto di dono. Pasqua, tempo di gioia ed esultanza. Il Signore è vivo, è presente. La morte è vinta una volta per tutte. La vita riacquista il senso, l’orizzonte che ci sta davanti è ricco di speranza. Accanto a noi, c’è tanta tristezza, tanto smarrimento, tanta paura. Il mondo ha bisogno di ritrovare il Signore, unica risposta alle domande che la vita pone. E tocca a noi cristiani restituire al mondo il Signore. Non dobbiamo avere paura, né vergogna a dire che Gesù è la fonte della gioia, che soltanto in Lui tutto acquista significato, anche la sofferenza e la morte. “Ora siete tristi, ma vi rivedrò e il vostro cuore gioirà e nessuno potrà togliervi la vostra gioia”. È una delle promesse che trovano il loro compimento nel giorno di Pasqua. Leggendo questo bellissimo annuncio ci sembra di rivivere la stessa gioiosa esperienza dei primi discepoli e di passare con loro in modo sensibile dalla tristezza alla gioia piena. “Canta e cammina”. Don Giuseppe TESTIMONIANZA A TORRI 25 GENNAIO 2015 sicurezza e serenità e proprio lì vivere esposti al soffio dello Spirito e attratti dalla Grazia a ritrovarsi fratelli: intenti a preparare il momento in cui questo vincolo fraterno finalmente si manifesti, disponibili a recuperarlo con prontezza, passando dalle trattative al dono, dal trattamento di clienti allo scambio di doni tra fratelli dal volto tirato delle cautele e dei sospetti al viso disteso e sorridente dell’incontro festoso di famiglia. Veramente quella sera abbiamo ribadito che Dio è in mezzo a noi, è l’Emmanuele, abbiamo avuto conferma della vita nascosta di Nazaret, quando pregando in mezzo alle nostre abitazioni, ne siamo usciti con espressioni come Tu sei la nostra vita, Signore, Resta con noi Signore, proteggi le nostre famiglie, donaci la tua pace e tante altre, fino al consegnare a Dio per la mediazione del beato, l’esito felice della nostra avventura economico morale e spirituale. Lo Spirito Santo ci aiuti a vedere con gli occhi della fede, ogni nostro fratello e a saperlo accompagnare sul cammino della responsabilità personale di essere vangeli viventi per gli uomini e le donne di oggi. Don Antonio Carissimo don Giuseppe, lascia che ti offra la mia povera e umile testimonianza per aver partecipato alla processione votiva in onore del beato Giuseppe Nascimbeni la scorsa domenica a Torri. Ho potuto assistere a un atto di filiale devozione della tua gente di Torri per il vostro Beato conterraneo, una manifestazione di sintonia e umile e pacata gratitudine espressa da una folla composta e intimamente partecipe. Intimamente e anche esteriormente, come ho potuto costatare da vari segni, dal canto, al camminare immersi nel vento, alla presenza di famiglie intere con i bambini che compostamente hanno ricevuto dai genitori una testimonianza viva e un invito ad approfondire la figura del Beato fino a sentirsene non solo provocati, ma affascinati e sostenuti. Niente di strano, se non un legame familiare fondato sulla comune appartenenza a Cristo e a codesta terra sulla quale si viene a svolgere l’avventura di viverci, lavorarci e pure far da ospiti attivi e testimoni contemplativi e rasserenati. Portare la reliquia del Beato e veder scorrere la via principale fino al porto e ritorno, mi ha dato un punto di vista privilegiato e una vicinanza invitante ad intessere col Beato un dialogo intimo. Pregare e lavorare nello stesso luogo e nello stesso tempo è privilegio di chi mantiene l’unione mistica con Dio e con i fratelli. La lunga teoria di abitazioni e negozi, tra cui la casa del beato e della sua comunità ispirata alla Santa famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe, la presenza numerosa e attiva, stimolante e sorprendente delle sue Piccole Suore offre veramente a chi vi si immerge, uno stimolo a immaginare come il Signore si faccia presente e operante nelle case dei fedeli. Ripensavo a questa gente che passa dall’attività lavorativa alla contemplazione nella liturgia e questo mi ha offerto lo spunto per riuscire a immaginare questi figli di Dio immersi nelle correnti del commercio, la consuetudine di trattare clienti, di curarne il benessere e di argomentarne la condizione di dignità, 2 VERBALE DEL CONSIGLIO PASTORALE PARROCCHIALE DEL 5 FEBBRAIO 2015 Morti e alla Festa del Beato, mentre l’afflusso alla Novena è stato discreto. Infine, sembrerebbe opportuno anticipare le 40 ore alle 18.00. La Parrocchia dovrà sostenere la spesa per la manutenzione della facciata dell’Oratorio e del tetto della Canonica che ha delle infiltrazioni: il Consiglio degli Affari Economici ne valuterà le spese. Giampaolo Il Consiglio Pastorale si riunisce presso il Centro Giovanile alle ore 20,45 del 5 Febbraio 2015. Si inizia con la trattazione del primo punto dell’ordine del giorno ricordando che, in questo periodo, il Consiglio Pastorale programma le attività educative estive rivolte ai bambini e ai ragazzi. In realtà l’attività educativo pastorale della Parrocchia non si ferma mai: durante i mesi scolastici il catechismo, con la presenza di Suor Adriana, impegna bambini e ragazzi per un’ora e mezza. La naturale prosecuzione del catechismo è il Grest che si svolge nei due mesi centrali di Luglio ed Agosto e rappresenta una grande occasione di preghiera, di formazione, di crescita e anche di divertimento. Ci sono altre opportunità, quali i campi scuola e gli incontri vicariali ,ma l’adesione resta limitata.. Il Consiglio Pastorale è unanimemente concorde nel proseguire come negli altri anni nella propria missione educativa e cristiana con il Grest Interparrocchiale di Albisano, Pai e Torri, occasione di incontro e di crescita per bambini ed animatori. Pertanto vengono incaricate Anna per la Parrocchia di Pai, Rosanna per la Parrocchia di Torri, e Suor Adriana di formulare un programma concreto dell’attività estiva considerando spazi, tempi e persone. Don Giuseppe conferirà con don Tiziano per quanto si riferisce alla Parrocchia di Albisano, nel contempo si porta a conoscenza del Consiglio che quest’anno verrà organizzato un Grest anche dalla Scuola dell’Infanzia, in seguito ad una richiesta inoltrata dall’Amministrazione Comunale. Il Consiglio inizia a dibattere sugli altri punti all’ordine del giorno, tra i quali la celebrazione della Messa Domenicale. In particolare, si rileva una scarsa presenza dell’assemblea all’inizio della celebrazione e nei primi banchi; inoltre si rileva in alcune Messe la poca partecipazione al canto. Passando ad un giudizio sui grandi momenti liturgici dell’ultimo periodo, si è notata una forte presenza all’Ottavario dei Durante la Quaresima, la nostra Parrocchia insieme a quella di Pai promuovono la “QUARESIMA DI FRATERNITÀ” FRATERNITÀ” A FAVORE DI DUE INIZIATIVE NEL CUORE DELL’AFRICA 1. In ANGOLA dove sono presenti le Piccole Suore della Sacra Famiglia con un progetto per aiutare i bambini poveri della Scuola Di questa iniziativa ci riferirà Suor Adriana al suo ritorno dalla visita nelle missioni di Lucala e Luanda che è in programma dal 10 al 21 Marzo prossimi. 2. In TANZANIA nella missione dove operano i Padri Stimatini per contribuire al progetto della diga elettrica e della scuola, iniziative che stavano molto a cuore di Padre Gino Zantedeschi, che tanti di noi hanno conosciuto. Ai bambini e ragazzi delle elementari e delle Medie sono già stati distribuiti i piccoli salvadanai per raccogliere i loro piccoli risparmi a favore dei bambini poveri in Angola e in Tanzania. Per gli adulti le oblazioni a favore dei due progetti sopraindicati si possono depositare nella bussola in Chiesa nello scomparto: “Offerte per i bambini poveri in Angola e Tanzania”. 3 CIRCOLO NOI ULTIMO DI CARNEVALE PELLEGRINAGGIO A PADOVA PADOVA Martedì grasso ultimo di carnevale 17 DI PRAGLIA febbraio 2015 ci siamo ritrovati in parrocchia È dal febbraio 2010, quando, terminati i lavori di restauro alla Cappella dell’Arca”, e il corpo di S. Antonio è stato ricollocato nella sua sede tradizionale, che il gruppo “Sant’Antonio” di Torri organizza il pellegrinaggio alla Basilica del Santo. Sono le 7.30 di martedì 10 febbraio, siamo tutti pronti e accomodati sul pullman per la partenza. Un segno di croce, una benedizione dal nostro accompagnatore, don Tiziano e via … Partenza. Una piccola sosta per il caffè e la visita alla toilette, ma di corsa, perché all’appuntamento con la Santa Messa non dobbiamo tardare. Il tempo libero per la visita alla Basilica ognuno di noi lo dedica personalmente facendosi accompagnare da S. Antonio, una preghiera silenziosa appoggiando la mano sull’Arca del Santo (cuore spirituale del Santuario), visita alla Cappella delle Reliquie (segni concreti della vita del Santo) e infine una benedizione agli oggetti acquistati, alle persone … etc. presso la cappella delle benedizioni. Fra noi pellegrini ci si incontra solo occasionalmente all’interno della Basilica, ognuno ha un compito ben preciso da svolgere sia per sé stesso che per i cari lasciati a casa o per persone bisognose di preghiere che si sono affidate all’intercessione del Santo. Dopo aver fatto tappa all’ufficio accoglienza per chiedere Sante Messe per i nostri cari (vivi o defunti), per acquistare libri e souvenirs, ci siamo ritrovati sul piazzale antistante la Basilica, pronti per partire. Destinazione ristorante: il casale di Monna Lui. Dopo manovre spericolate per il parcheggio davanti al ristorante (strade piccole e … pullman grande) ci ritroviamo a tavola sereni e felici di essere insieme anche per il pranzo. Una sala molto accogliente ed un menù altrettanto gustoso. Ma il tempo a disposizione è poco quindi finito di pranzare si riparte con destinazione Praglia. La tappa è la visita all’Abbazia E VISITA ALL’ABB ALL’ABBAZIA al circolo in compagnia di tanti bambini vestiti in maschera felici di divertirsi giocando semplicemente con coriandoli e stelle filanti. Ogni partecipante ha contribuito con dolci bibite o salato per l'abbondante merenda. Dopo il gioco libero all'esterno e all'interno del centro giovanile ci siamo ritrovati insieme in sala Comboni per partecipare alla tombola... un sacco di bei premi per i tanti vincitori... salvadanai, specchi, spirografi, bolle di sapone, carte geografiche, colori, album, acquerelli, post-it, attaccapanni, giochi in legno e molti altri.... Le mascherine hanno sfilato e sono state premiate le tre maschere migliori... la scelta non deve essere stata facile visto che molte erano davvero carine. Alla fine della bella giornata noi ragazzi di quinta abbiamo guardato il film “una bugia di troppo”. Mentre alcuni di noi guardavano il film altri hanno pulito il piazzale. La squisita pizza ha concluso la fantastica serata... I Ragazzi di quinta 4 ed un monaco ci sta aspettando per guidarci all’interno. L’Abbazia benedettina sorge ai piedi dei Colli Euganei, il suo nome deriva dal toponimo Pratalea che significa località tenuta a prati. La prima impressione dall’esterno è di una costruzione imponente, ma triste, disadorna, circondata da prati e colline brulle, abbandonate, ma all’interno… Cominciamo la visita attraverso i chiostri: quello rustico, un tempo riservato alle attività agricole; all’interno il chiostro botanico, che in passato era destinato alla coltivazione delle piante officinali per la farmacia; situato al primo piano il chiostro pensile sostenuto da 4 pilastri impostati sulla roccia. Quest’ultimo è il punto cardinale del Monastero e collega tra di loro i veri ambienti destinati alla vita comunitaria: la sala capitolare (luogo dell’ascolto e del dialogo); il refettorio monumentale ( il luogo più elegante del monastero dove avevano luogo i pasti); la biblioteca ( un’ampia ed elegante sala al piano superiore con un soffitto ornato da un importante ciclo pittorico) ed infine la chiesa (dedicata alla Beata Vergine Assunta dove i monaci e la comunità si raccolgono più volte al giorno per la preghiera liturgica). Infine due parole sul laboratorio “Restauro del libro” esistente all’interno dell’Abbazia, ma che non rientrava come luogo della visita guidata. Tale laboratorio è stato inaugurato negli anni ’50 e da allora prosegue la sua opera a favore di Enti pubblici, ecclesiastici e privati. Anche il Comune, Il Museo del Castello e la Chiesa Parrocchiale di Torri del Benaco hanno usufruito di questo laboratorio per trattare attraverso il restauro libri e documenti preziosi in sé e per quello che ci vogliono trasmettere. Al termine della visita guidata ci siamo attardati all’interno per acquistare i prodotti derivanti dalle piante officinali che purtroppo ad oggi non sono più coltivate dai monaci dell’Abbazia. È ora di ripartire: tutti sul pullman, rosario alla mano e nel cuore per ringraziare della bella giornata. Arrivederci al prossimo … anno! Valeria GIUSEPPE L’UOMO DELLA FEDE Ne parlano solo Matteo e Luca quando riferiscono qualcosa dell’infanzia di Gesù. Tutti gli episodi narrati trattano del periodo che va dal fidanzamento di Giuseppe fino ai primi anni di vita di Gesù. Da queste scarne fonti sappiamo che Giuseppe era originario di Betlemme, emigrò a Nazaret, dove c’era più lavoro, e lì avvenne il fidanzamento con Maria. Fede e concretezza Matteo ci descrive Giuseppe come un uomo ricchissimo di umanità. Maria non era ancora sua moglie e lui che “non la conosceva”, decise di prenderla con sé, tuttavia, vista la nuova condizione in cui Maria si era venuta a trovare, dopo l’annuncio dell’angelo, egli non sapeva come comportarsi di fronte alla sua 5 Il coraggio dell’obbedienza mirabile maternità. Voleva una risposta all’inquietante interrogativo, ma soprattutto cercava una via di uscita da quella situazione per lui difficile. Giuseppe sapeva che ciò che viene da Dio, ha sempre dei segni di credibilità: la pace e l’aderenza alla realtà concreta. E non l’adesione ad una vaga fantasia. Giuseppe si consacra totalmente alla volontà di Dio, che gli chiede di proteggere e vigilare Maria e il Bambino. Egli la prese in tutto il mistero della sua maternità, la prese insieme col Figlio che sarebbe venuto al mondo per opera dello Spirito Santo e dimostrò in tal modo una disponibilità di volontà, simile a quella di Maria, in ordine a ciò che Dio gli chiedeva per mezzo del suo messaggero. Divenne, così, l’esecutore del mistero «nascosto da secoli nella mente di Dio», come lo fu Maria, in quel momento decisivo che dall’Apostolo è chiamato «la pienezza del tempo». Di questo mistero divino Giuseppe è insieme con Maria il primo depositario. Insieme con Maria e in relazione a lei, egli partecipa a questa fase culminante dell’autorivelazione di Dio in Cristo, e vi partecipa sin dal primo inizio. Guardando a Matteo e Luca, possiamo anche dire che Giuseppe è il primo a partecipare alla fede della Madre di Dio, e che, così facendo, sostiene la sua sposa nella fede della divina Annunciazione. Nel fare questo egli piega i suoi progetti al Progetto di Dio: obbedendo alla circostanza storica del censimento si reca a Betlemme. Una scelta non facile, dato lo stato di Maria. Là, sopporta l’umiliazione di non trovare una degna dimora per la sua sposa, in quella che era la sua cittadina d’origine e nella quale vivevano verosimilmente diversi suoi parenti e conoscenti, accontentandosi di una grotta, in cui far riposare Maria ormai prossima al parto. Anche lui, come Gesù, è ripudiato dalla sua gente e come vero Patriarca inizia la generazione di un popolo nuovo. Obbedendo poi alle indicazioni di un angelo, fugge in Egitto:Obbedendo ancora a una indicazione soprannaturale torna in Palestina, preferendo tornare a Nazaret, probabile luogo d’origine di Maria, invece che a Betlemme, per assicurare al Figlio una esistenza più sicura, lontana dai possibili pericoli che potevano giungere dai discendenti di Erode. La sua paternità verso Gesù dunque non fu affatto una forma minore di paternità: si può anzi dire che nessun padre umano fu padre quanto lui, che pure non aveva generato fisicamente Gesù. Così la sua unione con Maria, pur non esprimendosi in una carnalità “ordinaria”, fu una vera unione sponsale. Non fu certo una finzione il suo matrimonio: anzi, si può dire che nessuna unione matrimoniale fu così profonda e intensa come quella tra Giuseppe e Maria, che realizzarono un’unità quale mai sarebbe stata raggiunta perché per primi aprono una nuova strada nel rapporto sponsale che illumina la loro unione di intensità nuova che proviene non dalla carne ma dallo Spirito che dà la vita (Gv 6,63). Anzi, poiché il matrimonio e la verginità sono i due modi di esprimere e di vivere l’unico mistero dell’alleanza di Dio col suo popolo, che è comunione di amore tra Dio e gli uomini, Giuseppe e Maria esprimono con la loro casta unione entrambe le dimensioni ed inaugurano sulla terra, la realtà nuova del Regno. D’altra parte, è dal matrimonio con Maria che sono derivati a Giuseppe la sua singolare dignità e i suoi diritti su Gesù. E poiché la dignità della Madre di Dio è così alta che nulla vi può essere di più sublime, anche Giuseppe, stretto a lei dal vincolo coniugale, partecipa a questa dignità come nessun altro. Lui è il primo accanto a Maria, il più vicino a lei, colui che con lei ha condiviso le vicende alterne e faticose dell’esistenza, e ora, condivide con lei la sua stessa corona di gloria. Giuseppe 6 - IL PADRE – MEDITAZIONI DI PAPA FRANCESCO UDIENZA DEL 28 / 01 / 2015 Cari fratelli e sorelle, buongiorno! Riprendiamo il cammino di catechesi sulla famiglia. Oggi ci lasciamo guidare dalla parola “padre”. Una parola più di ogni altra cara a noi cristiani, perché è il nome con il quale Gesù ci ha insegnato a chiamare Dio: padre. Il senso di questo nome ha ricevuto una nuova profondità proprio a partire dal modo in cui Gesù lo usava per rivolgersi a Dio e manifestare il suo speciale rapporto con Lui. Il mistero benedetto dell’intimità di Dio, Padre, Figlio e Spirito, rivelato da Gesù, è il cuore della nostra fede cristiana. “Padre” è una parola nota a tutti, una parola universale. Essa indica una relazione fondamentale la cui realtà è antica quanto la storia dell’uomo. Oggi, tuttavia, si è arrivati ad affermare che la nostra sarebbe una “società senza padri”. In altri termini, in particolare nella cultura occidentale, la figura del padre sarebbe simbolicamente assente, svanita, rimossa. In un primo momento, la cosa è stata percepita come una liberazione: liberazione dal padre-padrone, dal padre come rappresentante della legge che si impone dall’esterno, dal padre come censore della felicità dei figli e ostacolo all’emancipazione e all’autonomia dei giovani. Talvolta in alcune case regnava in passato l’autoritarismo, in certi casi addirittura la sopraffazione: genitori che trattavano i figli come servi, non rispettando le esigenze personali della loro crescita; padri che non li aiutavano a intraprendere la loro strada con libertà - ma non è facile educare un figlio in libertà -; padri che non li aiutavano ad assumere le proprie responsabilità per costruire il loro futuro e quello della società. Questo, certamente, è un atteggiamento non buono; però come spesso avviene, si passa da un estremo all’altro. Il problema dei nostri giorni non sembra essere più tanto la presenza invadente dei padri, quanto piuttosto la loro assenza, la loro latitanza. I padri sono talora così concentrati su se stessi e sul proprio lavoro e alle volte sulle proprie realizzazioni individuali, da dimenticare anche la famiglia. E lasciano soli i piccoli e i giovani. Già da vescovo di Buenos Aires avvertivo il senso di orfanezza che vivono oggi i ragazzi; e spesso 7 domandavo ai papà se giocavano con i loro figli, se avevano il coraggio e l’amore di perdere tempo con i figli. E la risposta era brutta, nella maggioranza dei casi: “Mah, non posso, perché ho tanto lavoro…”. E il padre era assente da quel figliolo che cresceva, non giocava con lui, no, non perdeva tempo con lui. Ora, in questo cammino comune di riflessione sulla famiglia, vorrei dire a tutte le comunità cristiane che dobbiamo essere più attenti: l’assenza della figura paterna nella vita dei piccoli e dei giovani produce lacune e ferite che possono essere anche molto gravi. E in effetti le devianze dei bambini e degli adolescenti si possono in buona parte ricondurre a questa mancanza, alla carenza di esempi e di guide autorevoli nella loro vita di ogni giorno, alla carenza di vicinanza, alla carenza di amore da parte dei padri. E’ più profondo di quel che pensiamo il senso di orfanezza che vivono tanti giovani. Sono orfani in famiglia, perché i papà sono spesso assenti, anche fisicamente, da casa, ma soprattutto perché, quando ci sono, non si comportano da padri, non dialogano con i loro figli, non adempiono il loro compito educativo, non danno ai figli, con il loro esempio accompagnato dalle parole, quei principi, quei valori, quelle regole di vita di cui hanno bisogno come del pane. La qualità educativa della presenza paterna è tanto più necessaria quanto più il papà è costretto dal lavoro a stare lontano da casa. A volte sembra che i papà non sappiano bene quale posto occupare in famiglia e come educare i figli. E allora, nel dubbio, si astengono, si ritirano e trascurano le loro responsabilità, magari rifugiandosi in un improbabile rapporto “alla pari” con i figli. E’ vero che tu devi essere “compagno” di tuo figlio, ma senza dimenticare che tu sei il padre! Se tu ti comporti soltanto come un compagno alla pari del figlio, questo non farà bene al ragazzo. E questo problema lo vediamo anche nella comunità civile. La comunità civile con le sue istituzioni, ha una certa responsabilità – possiamo dire paterna - verso i giovani, una responsabilità che a volte trascura o esercita male. Anch’essa spesso li lascia orfani e non propone loro una verità di prospettiva. I giovani rimangono, così, orfani di strade sicure da percorrere, orfani di maestri di cui fidarsi, orfani di ideali che riscaldino il cuore, orfani di valori e di speranze che li sostengano quotidianamente. Vengono riempiti magari di idoli ma si ruba loro il cuore; sono spinti a sognare divertimenti e piaceri, ma non si dà loro il lavoro; vengono illusi col dio denaro, e negate loro le vere ricchezze. E allora farà bene a tutti, ai padri e ai figli, riascoltare la promessa che Gesù ha fatto ai suoi discepoli: «Non vi lascerò orfani» (Gv 14,18). E’ Lui, infatti, la Via da percorrere, il Maestro da ascoltare, la Speranza che il mondo può cambiare, che È NATA BIANCA Congratulazioni a mamma Elena e a papà Sergio. 8 l’amore vince l’odio, che può esserci un futuro di fraternità e di pace per tutti. Qualcuno di voi potrà dirmi: “Ma Padre, oggi Lei è stato troppo negativo. Ha parlato soltanto dell’assenza dei padri, cosa accade quando i padri non sono vicini ai figli… È vero, ho voluto sottolineare questo, perché mercoledì prossimo proseguirò questa catechesi mettendo in luce la bellezza della paternità. Per questo ho scelto di cominciare dal buio per arrivare alla luce. Che il Signore ci aiuti a capire bene queste cose. Grazie. espressioni che si trovano nel Libro dei Proverbi, parole che un padre rivolge al proprio figlio, e dice così: «Figlio mio, se il tuo cuore sarà saggio, anche il mio sarà colmo di gioia. Esulterò dentro di me, quando le tue labbra diranno parole rette» (Pr 23,15-16). Non si potrebbe esprimere meglio l’orgoglio e la commozione di un padre che riconosce di avere trasmesso al figlio quel che conta davvero nella vita, ossia un cuore saggio. Questo padre non dice: “Sono fiero di te perché sei proprio uguale a me, perché ripeti le cose che dico e che faccio io”. No, non gli dice semplicemente qualcosa. Gli dice qualcosa di ben più importante, che potremmo interpretare così: “Sarò felice ogni volta che ti vedrò agire con saggezza, e sarò commosso ogni volta che ti sentirò parlare con rettitudine. Questo è ciò che ho voluto lasciarti, perché diventasse una cosa tua: l’attitudine a sentire e agire, a parlare e giudicare con saggezza e rettitudine. E perché tu potessi essere così, ti ho insegnato cose che non sapevi, ho corretto errori che non vedevi. Ti ho fatto sentire un affetto profondo e insieme discreto, che forse non hai riconosciuto pienamente quando eri giovane e incerto. Ti ho dato una testimonianza di rigore e di fermezza che forse non capivi, quando avresti voluto soltanto complicità e protezione. Ho dovuto io stesso, per primo, mettermi alla prova della saggezza del cuore, e vigilare sugli eccessi del sentimento e del risentimento, per portare il peso delle inevitabili incomprensioni e trovare le parole giuste per farmi capire. Adesso – continua il padre -, UDIENZA DEL 4 / 02 / 2015 Oggi vorrei svolgere la seconda parte della riflessione sulla figura del padre nella famiglia. La volta scorsa ho parlato del pericolo dei padri “assenti”, oggi voglio guardare piuttosto all’aspetto positivo. Anche san Giuseppe fu tentato di lasciare Maria, quando scoprì che era incinta; ma intervenne l’angelo del Signore che gli rivelò il disegno di Dio e la sua missione di padre putativo; e Giuseppe, uomo giusto, «prese con sé la sua sposa» (Mt 1,24) e divenne il padre della famiglia di Nazaret. Ogni famiglia ha bisogno del padre. Oggi ci soffermiamo sul valore del suo ruolo, e vorrei partire da alcune 9 quando vedo che tu cerchi di essere così con i tuoi figli, e con tutti, mi commuovo. Sono felice di essere tuo padre”. È così ciò che dice un padre saggio, un padre maturo. Un padre sa bene quanto costa trasmettere questa eredità: quanta vicinanza, quanta dolcezza e quanta fermezza. Però, quale consolazione e quale ricompensa si riceve, quando i figli rendono onore a questa eredità! E’ una gioia che riscatta ogni fatica, che supera ogni incomprensione e guarisce ogni ferita. La prima necessità, dunque, è proprio questa: che il padre sia presente nella famiglia. Che sia vicino alla moglie, per condividere tutto, gioie e dolori, fatiche e speranze. E che sia vicino ai figli nella loro crescita: quando giocano e quando si impegnano, quando sono spensierati e quando sono angosciati, quando si esprimono e quando sono taciturni, quando osano e quando hanno paura, quando fanno un passo sbagliato e quando ritrovano la strada; padre presente, sempre. Dire presente non è lo stesso che dire controllore! Perché i padri troppo controllori annullano i figli, non li lasciano crescere. Il Vangelo ci parla dell’esemplarità del Padre che sta nei cieli – il solo, dice Gesù, che può essere chiamato veramente “Padre buono” (cfr Mc 10,18). Tutti conoscono quella straordinaria parabola chiamata del “figlio prodigo”, o meglio del “padre misericordioso”, che si trova nel Vangelo di Luca al capitolo 15 (cfr 15,11-32). Quanta dignità e quanta tenerezza nell’attesa di quel padre che sta sulla porta di casa aspettando che il figlio ritorni! I padri devono essere pazienti. Tante volte non c’è altra cosa da fare che aspettare; pregare e aspettare con pazienza, dolcezza, magnanimità, misericordia. Un buon padre sa attendere e sa perdonare, dal profondo del cuore. Certo, sa anche correggere con fermezza: non è un padre debole, arrendevole, sentimentale. Il padre che sa correggere senza avvilire è lo stesso che sa proteggere senza risparmiarsi. Una volta ho sentito in una riunione di matrimonio un papà dire: “Io alcune volte devo picchiare un po’ i figli … ma mai in faccia per non avvilirli”. Che bello! Ha senso della dignità. Deve punire, lo fa in modo giusto, e va avanti. Se dunque c’è qualcuno che può spiegare fino in fondo la preghiera del “Padre nostro”, insegnata da Gesù, questi è proprio chi vive in prima persona la paternità. Senza la grazia che viene dal Padre che sta nei cieli, i padri perdono coraggio, e abbandonano il campo. Ma i figli hanno bisogno di trovare un padre che li aspetta quando ritornano dai loro fallimenti. Faranno di tutto per non ammetterlo, per non darlo a vedere, ma ne hanno bisogno; e il non trovarlo apre in loro ferite difficili da rimarginare. La Chiesa, nostra madre, è impegnata a sostenere con tutte le sue forze la presenza buona e generosa dei padri nelle famiglie, perché essi sono per le nuove generazioni custodi e mediatori insostituibili della fede nella bontà, della fede nella giustizia e nella protezione di Dio, come san Giuseppe. Papa Francesco 10 IL PERDONO CRISTIANO PREGHIERA A SAN GIUSEPPE GUARISCE A te, o beato Giuseppe, Vuoi essere felice per un istante? stretti dalla tribolazione ricorriamo Vendicati! e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio, Vuoi essere felice per sempre? insieme con quello della tua santissima Sposa. Perdona! Vuoi guarire dal male che hai "dentro"? Per quel sacro vincolo di carità, Dimentica! che ti strinse all’Immacolata Vergine Madre di Dio, Lacordaire e per l’amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, Si sente dire: riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno 1. Io non perdono! Sì, ma il rancore resta e ti fa star male! la cara eredità che Gesù Cristo acquistò col suo sangue, 2. Io perdono... ma non dimentico! È un perdono solo a metà, un quasiperdono. e col tuo potere ed aiuto soccorri ai nostri bisogni. 3. Io perdono... e dimentico! È un perdono generoso, che ti permette di voltar pagina Allontana da noi, o Padre amatissimo, la peste di errori e di vizi che ammorba il mondo; 4. Io perdono... dimentico... e scuso! È il grande perdono che ti fa felice. assistici propizio dal cielo in questa lotta con il potere delle tenebre, 5. Io perdono...e ricambio facendo del bene a chi mi ha fatto del male! È il massimo! È il perdono pieno insegnato da Gesù che non solo ti guarisce, ma ti rende simile a Lui! o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del bambino Gesù, Gesù ha detto e fatto così: così ora difendi la Santa Chiesa di Dio "Se uno ti percuote la guancia destra, tu porgigli anche l'altra, e a chi ti vuol chiamare in giudizio per toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello" (Mt5, 39-40). dalle ostili insidie e da ogni avversità. E stendi ognora sopra ciascuno di noi il tuo patrocinio, ffinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso, "Amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori, perché siate figli del Padre vostro celeste... Se amate quelli che vi amano, quale merito ne avete? ...Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste" (Mt5,44-46. 48). possiamo virtuosamente vivere, piamente morire, e conseguire l’eterna beatitudine in cielo. Amen. "Perdonate e vi sarà perdonato" (Lc 6,37). "Mettiti d'accordo con il tuo avversario mentre sei per via con lui..." (Mt5,25). 11 Come? Con parole sincere e con gesti semplici. Basta un sorriso, un segno, una mano tesa... Basta una parola: "scusa"! Basta poco; bastano piccoli segni d'amore, purché siano spontanei e veri! "Dovete perdonare non sette volte, ma settanta volte sette" (cf. Mt 18, 22). Morendo sulla croce, Gesù dice: "Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno" (Lc 23, 34). A quali condizioni? A nessuna condizione! Senza chiederti se sarai capito e corrisposto! Senza contare su nessuna certezza o sulle inflessibili regole delle "convenienze" umane. Dio perdona subito e senza condizioni! Incomincia tu II perdono è la conquista più difficile. Lo puoi concedere solo con l'aiuto divino che si ottiene con la preghiera. Da dove cominciare? Semplicissimo: dalla tua decisione di voler perdonare! Incomincia tu! Muoviti per primo! Non fare troppi calcoli! Vai incontro al tuo "nemico": bùttati! Vuole avere ragione? Dagliela! Vuole essere superiore a te? Lasciagli questa soddisfazione! Sta covando la sua vendetta? Tu prendilo in contropiede con un gesto d'amore! Persuaditi che perdonare è più importante e ti da di più che avere ragione. Facendoti "piccolo", diventerai grande! Accettando di "perdere", avrai vinto la battaglia più ardua e impegnativa! Dunque: incomincia tu! Incomincia però perdonando a te stesso, accettandoti umilmente per quello che sei ed eliminando quei sensi di colpa che ti fanno tanto soffrire. Novello Due mani che si stringono sono un segno concreto di perdono e di amicizia IL PERDONO Quando subisci un torto, ti senti vittima di un'ingiustizia. E dici: me la deve pagare! Non lo perdono se non si umilia chiedendomi scusa e riparando i danni che mi ha arrecato! Sul piano umano, è comprensibile la tua reazione! Prova però a riflettere: Dio con te non si comporta così! Egli è l'Amore, e il suo Amore è misericordioso e gratuito. Dio ti ama e ti perdona non perché lo meriti, ma perché Lui gratuitamente ti dona l'amore e il perdono. Tu, perdonando, hai l'occasione privilegiata per partecipare a questa sua gratuità! Il perdono è l'unico modo con cui puoi agire senza fare prevalere il tuo io e il tuo egoismo! Quando, come, a quali condizioni? SONO TORNATI AL PADRE Quando? Subito, senza pensarci troppo! Senza aspettare che "tramonti il sole sopra la tua ira" (cf. Ef, 26); senza consultare "esperti" e "amici". Subito! perché più passerà il tempo e più ti sarà difficile! Se perdoni ora, il merito è tuo; se perdonerai domani, il merito sarà ... del tempo! PARROCCHIA DI TORRI VANNA SILVIO GIOVANNI PARROCCHIA DI PAI ADELIO 12 PER CELEBRARE BENE LA SANTA MESSA MOMENTI CHE URGONO DI CONVERSIONE 1) Prepararsi in Chiesa prima dell’inizio della Santa Messa, in modo da formare visibilmente una famiglia di Dio unita insieme per celebrare l’Eucaristia. Arrivare in Chiesa prima piuttosto che in ritardo. 2) Occupare i posti a cominciare dai primi banchi davanti all’altare e all’ambone. Non è corretto che vengano lasciati vuoti i primi banchi davanti all’altare e all’ambone. 3) Per chi desidera fare la Comunione, prepararsi in fila davanti all’altare, mentre il Sacerdote assume le sacre specie, prima che scenda dall’altare. CENTRI DI ASCOLTO QUARESIMA 2015 FAMIGLIE OSPITANTI ANIMATORI GIORNO ORA 1 Benaglio Catullo e Caterina Tonelli Lucrezia, Vedovelli Caterina Mercoledì 15.00 2 Pescetta Ottorino e Luigina Suor Adelia Venerdì 20.30 3 Vedovelli Franco e Isidora Carli Nadia Martedì 15.00 4 Corradi Santa Vedovelli Valeria Martedì 20.30 5 Presso “Casa del Padre” Suor Giovanna Paola Mercoledì 15.00 6 Giacometti Chiara (S. Faustino) Suor Felicina, Zanolli Rosanna Martedì 15.00 7 Sala Parrocchiale di Pai Menapace Anna, Bertuzzi Claudia Martedì 20.30 13 CALENDARIO DELLE CELEBRAZIONI PASQUALI PASQUAL I 2015 PARROCCHIA DI TORRI DOMENICA DELLE PALME - 29 MARZO ore 8.30 S. MESSA ore 9.45 Benedizione delle Palme presso il Centro Giovanile. ore 10.00 S. MESSA DELLE FAMIGLIE. ore 11.00 Benedizione delle Palme presso oratorio SS. Trinità PROCESSIONE ore 11.15 S. MESSA SOLENNE ore 17.00 VESPERO ore 18.00 S. MESSA LUNEDÌ 30 MARZO – MARTEDÌ 31 MARZO - MERCOLEDÌ 1 APRILE ore 7.00 LODI ore 10.00 S. MESSA ore 17.00 VESPERO ore 18.00 S. MESSA GIOVEDÌ SANTO - 2 APRILE ore 7.00 LODI ore 20.30 ore 17.00 VESPERO MESSA IN “COENA DOMINI” ore 21.30 ADORAZIONE EUCARISTICA (fino alle 24.00) VENERDÌ SANTO - 3 APRILE ore 7.00 LODI – CONFESSIONI e ADORAZIONE EUCARISTICA ore 15.00 CELEBRAZIONE DELLA PASSIONE DEL SIGNORE ore 16.00 VENERAZIONE DELLA CROCE ore 16.00 – 19.00 CONFESSIONI ore 20.30 VIA CRUCIS COMUNITARIA PER LE VIE DEL PAESE 14 SABATO SANTO - 4 APRILE ore 7.00 LODI VENERAZIONE ALLA CROCE ore 8.00 - 12.00 ore 21.30 CONFESSIONI - ore 15.00 - 19.00 CONFESSIONI VEGLIA PASQUALE DOMENICA DI PASQUA - 5 APRILE ore 7.00 S. MESSA ore 8.30 S. MESSA ore 10.00 S. MESSA DELLE FAMIGLIE ore 11.15 S. MESSA SOLENNE ore 17.00 VESPERO SOLENNE ore 18.00 S. MESSA DURANTE VENERDÌ SANTO, SABATO SANTO E DOMENICA DI PASQUA SARÀ PRESENTE UN SACERDOTE PER LE CONFESSIONI PARROCCHIA DI PAI DOMENICA DELLE PALME – 29 MARZO ore 9.45 BENEDIZIONE DELLE PALME PRESSO IL CAPITELLO, PROCESSIONE ore 10.00 S. MESSA SOLENNE GIOVEDÌ SANTO – 2 APRILE ore 17.00 MESSA IN “COENA DOMINI” VENERDÌ SANTO – 3 APRILE ore 17.00 CELEBRAZIONE DELLA PASSIONE DEL SIGNORE ore 20.30 A TORRI VIA CRUCIS COMUNITARIA PER LE VIE DEL PAESE SABATO SANTO – 4 APRILE ore 9.00 - 12.00 - 15.00 - 19.00 ore 21.30 CONFESSIONI A TORRI VEGLIA PASQUALE: DOMENICA DI PASQUA – 5 APRILE ore 10.00 S. MESSA SOLENNE 15 APPUNTAMENTI SETTIMANALI MARZO 2015 ore 10.00: S. MESSA DELLE FAMIGLIE. OGNI DOMENICA ore 17.00: ADORAZIONE EUCARISTICA E CANTO DEL VESPERO. OGNI LUNEDÌ ore 9.00-12.00: ADORAZIONE EUCARISTICA E CONFESSIONI. OGNI MARTEDÌ ore 15.00: CATECHESI SCUOLA MEDIA. ore 15.00: CATECHISMO SCUOLA ELEMENTARE. OGNI GIOVEDÌ ore 17.00: ADORAZIONE EUCARISTICA. OGNI VENERDÌ ore 20.00: INCONTRO GRUPPO ADOLESCENTI/GIOVANI. OGNI SABATO ore 15.00 - 18.00: TEMPO PER LE CONFESSIONI. OGNI MERCOLEDÌ ore 19.45: STAZIONE QUARESIMALE “LA PENITENZIALE” DI QUARESIMA ore 20.00 S. MESSA OGNI VENERDÌ DI QUARESIMA GIOVEDÌ 19 DOMENICA 22 ore 15.00 VIA CRUCIS SAN GIUSEPPE FESTA DEL PERDONO ORE 17.00: PRIMA CONFESSIONE DEI BAMBINI DI TERZA ELEMENTARE. VENERDÌ 25 ANNUNCIAZIONE DEL SIGNORE DOMENICA 29 DOMENICA DELLE PALME CELEBRAZIONE DELLA LITURGIA PARROCCHIA DI TORRI ORARIO FESTIVO ORARIO FERIALE Sabato ore 17.00 Vespero ore 18.00 S. Messa Domenica ore ore ore ore ore 8.30 10.00 11.15 17.00 18.00 S. Messa S. Messa S. Messa Vespero S. Messa ore ore ore 7.00 Lodi 17.00 Vespero 18.00 S. Messa PARROCCHIA DI PAI ORARIO FESTIVO Sabato ore 19.30 Domenica ore 10.00 Bollettino di informazione Parrocchiale stampato in proprio La Redazione: Don Giuseppe Cacciatori – Daniela Pippa – Addea Cestari - Anna Menapace - Nuccia Renda – Rosanna Zanolli - William Baghini. Collaborazione fotografica: Mario Girardi /Impaginato e stampato da: Daniela Pippa
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