PosteItalianeSpA–Sped.abb.post.DL353/2003 (conv. L.27/2/2004 n.46) art.1, com.1,NO/TORINO Il prossimo numero sarà in edicola mercoledì 8 aprile 2015 Stampato su carta riciclata C Anno XXVIII n° 6 Quattordicinale di informazione sociale e culturale Mercoledì 25 marzo 2015 Euro 1,50 Edito da Associazione culturale Rosse Torri, iscr. ROC n. 24928 del 29/9/2014. Reg. Tribunale di Ivrea n. 130 del 2/11/1988. Direttore Responsabile: G. Sergio Ferrentino. Redazione, amministrazione e diffusione: via Arduino 43, Ivrea. tel. 333 2697780 www.rossetorri.it [email protected] Stampa: Tipografia Gianotti - Montalto Dora SABATO 28 MARZO A ROMA Unions con la FIOM La Fiom ritorna in piazza a Roma il 28 marzo, in una manifestazione aperta a movimenti e associazioni, dal titolo emblematico Unions, con l’obbiettivo di costruire una coalizione sociale in grado di coordinare e dare voce a chi oggi è privo di rappresentanza, anche politica. Con molte di queste associazioni si è svolto un confronto sabato 14, con grande - e in parte imprevista - attenzione mediatica, e relative polemiche dei giorni successivi sul presunto “partito” di Landini. Anche le polemiche erano in parte previste: oggi c’è un tale vuoto a sinistra che chiunque si muova catalizza l’attenzione e mette in discussione equilibri e poteri consolidati. Non a caso uno di quelli che si è subito fatto sentire è stato Matteo Renzi, il quale sa benissimo che oggi è più dall’opposizione sociale che deve guardarsi che non da quella politica. Anche l’idea della coalizione sociale si è dimostrata spiazzante, perché rifugge dall’idea classica di partire dalla Politica e dalla riproposizione un pò scontata della forma partito, con il rischio dell’autoreferenzialità e dell’irrile- vanza. Insomma: per occupare un ampio spazio politico, oggettivamente vuoto, occorre intanto mettere in relazione tra di loro quelli che sul versante sociale provano tutti i giorni a misurarsi e a contrastare un modello sociale basato sull’individualismo e sulla svalorizzazione del lavoro. La sfida della Fiom chiama in causa anche il sindacato, e la necessità di un suo radicale cambiamento, per ampliare la sua capacità di rappresentanza ed per evitare un declino accelerato dall’azione di un governo che non si fermerà al Jobs act, ma che procederà nel generalizzare il modello Fiat, mettendo rapidamente in discussione altri punti forti del sistema di diritti e tutele costruito nel tempo, dai contratti nazionali al diritto di sciopero. La manifestazione del 28, quindi, è allo stesso tempo la continuazione delle mobilitazioni dell’autunno scorso, ma anche l’avvio di un percorso nuovo ed una sfida che consenta di andare oltre il semplice contrasto alle politiche di governo, proponendo invece un modello alternativo di economia e di società. Federico Bellono LIBERA IVREA Una marcia silenziosa, per non dimenticare Bella partecipazione a Ivrea alla manifestazione del 20 marzo per ricordare le vittime delle mafie: un bel preludio della manifestazione nazionale del 21 a Bologna Dal 1995, anno di fondazione di Libera, associazioni nomi e numeri contro le mafie, si celebra ogni anno il 21 marzo, primo giorno di primavera, la manifestazione nazionale in ricordo di tutte le vittime innocenti delle mafie. Ad Ivrea questo venerdì 20 marzo sono le 12 in punto quando in piazza Ferruccio Nazionale viene alzato un lungo striscione fatto con impronte di mani e una grande scritta: “È il momento che l’impegno straordinario di pochi diventi l’impegno ordinario di tutti”. Dietro a questo striscione una folla di oltre mille persone, in marcia per le vie del centro, quest’anno una folla composta principalmente da studenti. AMMINISTRAZIONE EPOREDIESE La palude La Fiom-Cgil di Ivrea organizza un pullman con partenza alle ore 24,00 del 27 marzo dalla stazione di Ivrea. Il rientro da Roma è previsto a fine manifestazione, attorno alle 20,00 del 28. Prenotazioni allo 0125 40317 (Lea) LA (BUONA) SCUOLA Vecchio professore, cosa vai cercando Mettiamoci nei panni di un docente che, meschino, s’appresti a sfogliare il grazioso libercolo della “Buona scuola”: si sentirà anti- AEG COOPERATIVA co, inadatto, certamente rottamabile La perdita del credito Tradecom E le avvisaglie degli scontri per il rinnovo del Cda nelle assemblee di maggio A PAGINA 7 I FATTI A seguito del fallimento di Tradecom, una società rivenditrice di energia che acquistava da SEGUE A PAGINA 2 LIBERA Gli illuministi Come districarsi dall’immobilismo abitudinario Sono passati quasi due anni dall’insediamento della nuova Amministrazione Comunale ed alla luce di quanto avvenuto in questo lasso di tempo reputiamo doveroso fare qualche riflessione. Diversi sono i fronti aperti e spesso i problemi non vengono risolti o non vengono nemmeno affrontati. Ci troviamo come immersi in una palude dalla quale non si capisce come uscire se non con una sorta di “primavera eporediese” che Il corteo attraversa il centro, la passerella pedonale e, scavalcata la Dora, giunge fino allo ZAC, al Movicentro, riempiendo il parcheggio dei pullman. Ci sono persone di tutte le età: gli studenti delle scuole superiori, i lavoratori che hanno deciso di dedicare la loro pausa veda trasformarsi le lamentele in azioni, le critiche in partecipazione attiva. Fin dal giorno dell’insediamento, come lista civica, ci siamo resi disponibili, anche alla luce del perdurare della crisi economica che ormai si protrae da diversi anni, a collaborare con la maggioranza e con la giunta nel tentativo di affrontare in maniera condivisa del nostro tempo Bologna, 21 marzo 2015: “La verità illumina la giustizia” Onofrio Valvola diversi grandi fornitori tra cui AEG coop, quest’ultima rischia, molto probabilmente, la perdita di un credito di oltre 35 milioni di euro. Tradecom è una società nata in Confcommercio nazionale (che ne detiene però solo il 5% delle azioni), che dal maggio dello scorso anno inizia a non pagare regolarmente i fornitori, tra cui AEG coop di Ivrea. Dopo il tentativo di giungere ad un “concordato preventivo” e l’ipotesi dell’ingresso del creditore AEG nella proprietà della società (tanto che il direttore di I nomi circolano alla velocità della luce. Ci ricordano quanto sia tutto cambiato da qualche anno a questa parte. Ma come è cambiato? In peggio, forse. Il disinteresse regna nella testa di molti. L’ignoranza circa il significato di quanto stiamo facendo, nel giorno di sabato 21 Marzo, giornata nazionale in ricordo dei caduti delle mafie, si riflette nelle facce di chi, in piazza VIII Agosto (Bologna), ci è venuto solo per saltare scuola o perché non voleva lasciare sola la sua fidanzata in un sabato così soleggiato e ridente. Anna Maria Torno Il presidio di Libera di Ivrea si alza e applaude i parenti di questa donna formidabile. Una donna che ha lottato contro le mafie, che ha creduto in quello che faceva. La salutano così, senza altro. Senza parole che sarebbero buttate al vento, perché, ormai, come dirà Don Ciotti, “la mafia è radicata nelle istituzioni”. Lo si sapeva già. Giovanni Falcone, Paolo Bor- SEGUE A PAGINA 8 SEGUE A PAGINA 2 SEGUE A PAGINA 4 2 anno XXVIII n° 6 SEGUE DALLA PRIMA / LIBERA IVREA 21 MARZO: LIBERA A BOLOGNA Una marcia silenziosa, "La verità illumina la giustizia" Questo lo slogan scelto per XX Giornata della memoria e dell’impegno per non dimenticare in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, quest’anno a Bologna pranzo alla Memoria, persino una cordata di bambini dell’asilo nido guidati dalle loro maestre. Una chitarra e un violino iniziano a suonare. La gente si ferma e si mette in ascolto delle numerose persone che si alternano a leggere un lungo elenco di nomi. Nomi e cognomi di vittime. Sono vittime che hanno perso la vita in una guerra perpetua che non ha ancora avuto fine. Sono le vittime delle mafie: si leggono nomi da tutti conosciuti, nomi illustri della lotta alle mafie, ma non solo. È una lettura difficile da sostenere che impiega quasi un’ora per giungere al temine, un’ora fatta di attenzione e di silenzio, nonostante il gran numero dei partecipanti. Il senso della manifestazione, quest‘anno alla sua ventesima edizione, è proprio quello di ricordare tutte le persone che si sono opposte al potere mafioso, che hanno fatto una scelta di libertà, oppure che hanno perso la vita senza alcun motivo, perché erano vicine ai luoghi degli attentati mafiosi. A ogni nome corrisponde una storia, una storia di dolore, una storia in cui i protagonisti troppo spesso sono stati lasciati soli. “La forza delle mafie sta fuori dalle mafie“ come ricorda Don Luigi Ciotti: nella tacita accettazione del fenomeno, nell’indifferenza, nella complicità di interessi. È proprio SEGUE DALLA PRIMA Gli illuministi sellino, Rita Atria, Michela Arena, Mario Francese erano tutte persone che sapevano e non hanno potuto parlare o l’hanno fatto e sono stati uccisi. Perché è vero che “la mafia è un a montagna di merda”, ma se non stai attento ti inzacchera completamente e la malattia te la prendi anche tu. Passo la parola a Margherita Asta C’è anche lei, a ricordare come abbia perso uno dei due genitori. La richiesta che fin dall’anno scorso Margherita Asta ha fatto, e che è stata perfino votata favorevolmente in Parlamento, è quella di una Festa (il 21 Marzo) nazionale in ricordo della vittime delle mafie. Questa non deve essere una manifestazione a cui prende parte solo una porzione di popolo: deve essere un momento di incontro e meditazione, nonché ricordo, dei drammi che hanno colpito il nostro paese. Una sorta di 25 Aprile moderno. E ora lascio la parola a Luigi Don Ciotti ricorda quanto la mafia sia una questione di Stato. Usa parole concrete dando consigli pratici per attuare una rivolta soprattutto in Parlamento, da dove la mafia deve essere sradicata in modo più massiccio. Parla dei caduti, delle loro famiglie, del dolore che si prova a sapere che un proprio caro ha perso un parente. Si sente in dovere, come tutti noi, di ricordare anche quelli di cui ancora non si sa niente, perché casi di lupara questo senso di corresponsabilità che ogni anno porta centinaia di migliaia di persone a celebrare il 21 marzo in una città diversa. La lettura dei nomi si chiude con un appello alla non violenza con la presentazione della raccolta firme per una Legge di iniziativa popolare di “istituzione e modalità di finanziamento del Dipartimento della Difesa Civile non armata e non violenta”. La manifestazione da Ivrea prosegue con la partenza, la sera stessa, di 80 persone per prendere parte alla versione nazionale a Bologna il giorno seguente, al fianco dei parenti delle vittime, per confermare il proprio impegno a non dimenticare e fare in modo che queste storie non si ripetano. Il coordinamento di Libera di Ivrea e Canavese bianca e morti nell’acido ne esistono ancora oggi parecchi, fin troppi. Come un illuminista del nostro tempo, ci ha ricordato che solo la verità illumina la giustizia, che è, poi, la frase slogan di questo ventesimo anno di Libera, di questa ventesima commemorazione. All’anno prossimo, allora, quando dovremo ricordare ancora altre vittime, quando dovremo raccontare altre storie, diverse, nuove, inconsuete. Non dimentichiamo che, come ha detto Don Ciotti, “ogni giorno dell’anno deve essere un 21 Marzo, perché l’impegno contro le mafie deve essere un impegno giornaliero”. Rendiamo l’impegno saltuario di una persona, l’impegno ordinario di tutti noi. Marco Bandiera Assemblea L’assemblea ordinaria 2015 del Centro Documentazione Pace onlus è convocata per associati e simpatizzanti, martedì 31 marzo, h. 15 nella sede, Biblioteca civica, p.za Ottinetti 30, Ivrea. CENTRO GANDHI Veganismo Venerdì 27 marzo, ore 21,00 Silvia Faggian relaziona su “Connessioni impreviste! Le molteplici conseguenze del veganismo sugli stili di vita delle persone e sulla società, considerazioni sulla naturalità di questa scelta. Quattordicinale di informazione sociale e culturale Registrazione Tribunale di Ivrea n. 130 del 2.11.1988 Direttore Responsabile: G. Sergio Ferrentino Edito da Associazione culturale Rosse Torri di Ivrea iscritta al ROC il 29/9/2014 n. 24928 Iscrizione registro nazionale della stampa n. 5476 del 29/11/1996 Redazione, amministrazione e diffusione: via Arduino 43, 10015 Ivrea (TO) - tel. 333 2697780 Indirizzo E-mail: [email protected] Intensa e viva la partecipazione di circa 200.000 persone, che hanno sfilato in modo ordinato ma vivace lungo un percorso di tre kilometri, tanti i Presidi da tutte le Regioni di Italia, con gli striscioni con i nomi delle vittime di mafia cui sono dedicati, presenti molti gruppi scolastici. Ivrea e il Canavese hanno partecipato con una sentita adesione, che si rinnova ogni anno: tre pullman sono partiti nella notte per raggiungere la città in tempo per l’inizio della manifestazione. Moltissimi i giovani, presenti tra gli amministratori del nostro territorio il Sindaco di Strambino e un rappresentante del Comune di Colleretto, che si sono uniti alla nutrita rappresentanza di amministratori pubblici, che hanno sfilato alla testa del corteo insieme ai familiari delle vittime. In piazza VIII Agosto sono state ricordate tutte le vittime innocenti delle mafie attraverso la lettura dei circa mille nomi di vittime. A fianco dei numerosi familiari delle vittime, a nome dei quali Margherita Asta ha fatto un intervento portando la propria dolorosa esperienza, erano presenti anche parenti di vittime della violenza mafiosa in Messico e in America Latina e un gruppo di donne i cui familiari hanno perso la vita nel genocidio di Srebrenica. Per la prima volta sono state ricordate anche le vittime della strage del 2 agosto della Stazione di Bologna e le vittime della strage di Ustica. Uno dei fili conduttori di questa edizione è infatti stata la richiesta di Libera al mondo della politica di maggiore impegno nel ricercare verità e giustizia rispetto non solo alla grave violenza mafiosa ma anche a quella che proviene da varie forme di attacco alla società democratica. Ancora oggi, infatti, per il 70% delle vittime innocenti di mafie non è stata fatta verità e, quindi giustizia, e lo stesso diritto alla verità è ancora oggi negato ai familiari di chi ha perso la vita nelle stragi dei decenni passati. Un secondo filo conduttore degli interventi che si sono susseguiti dal palco è il collegamento tra criminalità organizzata di stampo mafioso e corruzione, quest’ultima che vede come attori anche esponenti della classe politica o del mondo imprenditoriale. Tale tema è stato introdotto dal messaggio del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che gli organizzatori hanno letto, nel quale si ribadisce un no incondizionato a qualsiasi forma di collusione e connivenza con la mafia e ripreso dal Presidente del Senato, Piero Grasso, che ha brevemente riaffermato che ormai c’è la consapevolezza che le infiltrazioni mafiose si annidano in maniera meno evidente in zone nascoste di collusione tra mafia e società civile. Nell’intervento conclusivo Don Luigi Ciotti ha espresso con forza e chiarezza alcuni punti nodali su cui riflettere come società civile. Ha espresso un forte richiamo alla politica affinché realizzi trasformazioni concrete e profonde nel sistema delle leggi e delle norme nel nostro paese, quali la abolizione del vitalizio ai politici condannati definitivamente per corruzione, la istituzione del 21 marzo come Giornata Nazionale dell’Impegno contro le mafie (in FORUM DEMOCRATICO DEL CANAVESE “TULLIO LEMBO” Ciclo di conferenze sull’ EVOLUZIONE Martedì 31 Marzo 2015 L’Universo: un’ipotesi realistica sulla sua nascita e la sua evoluzione a cura di Sergio MUSSO – fisico - docente UNI3 Ivrea - ore 10,30 presso Istituto CENA - ore 21,00 presso Polo Formativo e di Ricerca Officina H - Ivrea Venerdì 17 Aprile 2015 Sulle tracce dell’evoluzione umana a cura di Giorgio MANZI - docente di Paleoantropologia ed Ecologia Umana all’Un. La Sapienza di Roma. - ore 14,30 presso Liceo Scientifico GRAMSCI – IVREA - ore 21,00 presso Polo Formativo e di Ricerca Officina H – Ivrea Giovedì 7 Maggio 2015 Cervelli che contano a cura di Giorgio VALLORTIGARA - docente di Neuroscienze all’Università di Trento. - ore 14,30 presso Liceo Classico BOTTA – IVREA - ore 21,00 presso Polo Formativo e di Ricerca Officina H - Ivrea Conduce e modera i dibattiti Franco RESTIVO - Forum Democratico Piemonte tale riconoscimento esiste già), la istituzione del reddito di cittadinanza collegata ad un diritto alla dignità del cittadino. Ribadendo la posizione di Libera al di sopra di ogni appartenenza politica, Don Ciotti ha invocato maggiore coraggio da parte della politica stessa e auspicato che venga approvata una legge incisiva nel colpire corruzione e falso in bilancio in quanto strettamente connesse al manifestarsi del potere mafioso in tutti i settori della economia, una legge senza “trattative”, perché : «Non si può andare avanti così, non si possono avere mezze leggi fatte di compromessi e giochi di equilibrio.” Anche il Papa nella stessa giornata, non a caso a Scampia, ha affermato:”Mi fa piacere una Chiesa che sa guardare in cielo ma non si dimentica e non si distrae rispetto ai problemi della terra”, e ha poi concluso con particolare sottolineatura : “ … c’è bisogno di una nuova Resistenza etica, sociale politica”. A chi ha partecipato rimane negli occhi e nel cuore la atmosfera di profondo senso civico e di volontà di impegno di un gran numero di cittadini che hanno partecipato, riconoscendo la funzione di stimolo di Libera. Il coordinamento di Libera di Ivrea e Canavese Le demenze La ED. & REC Cooperativa Sociale, nell’ambito delle iniziative volte a sostegno dei soggetti affetti da disturbi della memoria e dei loro familiari, propone un momento di formazione e informazione dal titolo: “Panoramica sulle demenze”. Interverrà Sabato 28 marzo alle ore 10,30 presso IL POLO OFFICINE H il Medico Geriatra RENATO BOTTURA, Dirigente Sanitario degli Istituti Geriatrici Monsignor Mazzali di Mantova, autore di molte pubblicazioni sul tema dell’Alzheimer. L’incontro è aperto a tutti. Coordinamento di redazione: Enrico Bandiera, Francesco Curzio, Giulio Cristofori, Sara Galetta, Lisa Gino, Cadigia Perini, , Simonetta Valenti, Francesco Zaccagnini Numero progressivo 586 Chiuso in composizione 23/3/2015 alle ore 12.00 Consegna prevista alle Poste: 24 marzo 2015 Redazione: Mattia Caruso, Paco Domene, Ettore Macchieraldo, Pierangelo Scala, Irene Serracchioli STAMPATO SU CARTA RICICLATA A questo numero hanno collaborato: Marco Bandiera, Federico Bellono, Marina Boscaino, Francesco Comotto, Reginaldo Palermo, Agostino Petruzzelli, Aluisi Tosolini, Marco Vitanza Sito internet: www.rossetorri.it Stampa: Tipografia Gianotti - Montalto Dora Abbonamenti a Associazione culturale Rosse Torri - Ivrea IBAN: IT 41 F 03069 30540 1000 0006 7696 varieventuali ringrazia gli autori e le pubblicazioni che consentono l'utilizzo delle loro vignette 3 25 marzo 2015 CIRCOLO LEGAMBIENTE DORA BALTEA Questa volta ha vinto il fiume La vicenda dei progetti di centrali idroelettriche a Quassolo Nei giorni scorsi sono stati pubblicati da parte del Servizio Risorse Idriche della Città Metropolitana di Torino - che ha ereditato le competenze in materia dalla Provincia di Torino - i verbali delle Conferenze dei Servizi svoltesi il 9 e l’11 febbraio scorsi per assumere una decisione definitiva sui progetti di nuove centrali idroelettriche a Quassolo presentate rispettivamente da Prodena ed Edison. È bene ricordare per sommi capi la vicenda di questi progetti di centrali idroelettriche a Quassolo. Il primo progetto ad essere presentato (nel 2011) fu quello di Prodena, che aveva il sostegno entusiastico dell’amministrazione comunale. Questo progetto ottenne dalla Provincia di non essere sottoposto alla procedura di Verifica di Impatto Ambientale, nonostante l’opposizione di un gruppo di cittadini di Quassolo e del Circolo Legambiente. Rimaneva, tuttavia, per Prodena, la necessità di ottenere l’Autorizzazione Unica al progetto definitivo. Nel frattempo, altre due società – Edison e Italbrevetti - presentavano altrettanti progetti che insistevano tutti nello stesso luogo, evidentemente concorrenziali tra di loro e con quello di Prodena. La Provincia quindi sospendeva la procedura per Prodena e costringeva Edison e Italbrevetti ad espletare la procedura di Valutazione di Impatto Ambientale. Italbrevetti si ritirava, mentre Edison procedeva, presentando il progetto secondo le procedure di VIA. Le Conferenze dei Servizi dello scorso mese hanno deciso che a Quassolo non si farà nessuna nuova centrale idroelettrica. Le motivazioni utilizzate dal Servizio Risorse Idriche rimandano, per il progetto Prodena, alla incompatibilità del progetto con la stabilità del ponte sulla Dora, che rischia di crollare a causa delle opere necessarie alla costruzione della centrale. Il progetto Edison, invece, ha avuto parere negativo da parte dell’AIPO (Agenzia Interregionale per il fiume Po) con motivazioni relative alla sicurezza idraulica, in quanto il progetto contribuisce “ad incrementare il fenomeno di canalizzazione cui è soggetto il tratto fluviale in esame”. Il Circolo Legambiente Dora Baltea di Ivrea in tutti questi anni aveva svolto la propria attività di contrasto ai progetti a Quassolo, come peraltro ad altri sull’asta della Dora Baltea a nord di Ivrea, con motivazioni chiarissime: 1. Questa porzione del fiume è già troppo sfruttata a fini idroelettrici, con ben 7 centrali operative; 2. Esistono forti dubbi e perplessità sul rispetto del Deflusso Minimo Vitale da parte delle centrali esistenti; 3. Il tratto di Quassolo, in particolare, è un tratto “sotteso”, cioè è presente una derivazione (Idreg) che sottrae al fiume una quota consistente delle sue acque; 4. Le conseguenze di questa situazione generano una forte criticità dell’ecosistema del fiume. A queste si aggiungeva, per i progetti di Quassolo, il problema della interferenza con il ponte di Quassolo. Ovviamente può non essere finita qui: le aziende possono presentare nuovi progetti, oppure potrebbero presentare ricorsi. Crediamo però che ormai si stia consolidando presso gli Enti preposti alle autorizzazioni di nuove centrali idroelettriche un approccio più sensibile alle problematiche ambientali. Quella che manca, ancora una volta, è la politica! Lo scorso ottobre, oltre cento tra associazioni e comitati hanno sottoscritto un documento dal significativo titolo “Appello nazionale per la salvaguardia dei corsi d’acqua dall’eccesso di sfruttamento idroelettrico” che è stato presentato alla Camera dei Deputati. Nel documento si sottolinea che “l’energia idroelettrica svolge un ruolo importante nella produzione da fonti rinnovabili nel nostro Paese nella direzione della riduzione delle emissioni di CO2, ma oggi occorre cambiare completamente il sistema degli incentivi e le regole per valutare l’impatto degli impianti idroelettrici per garantire la tutela dei fiumi, degli ecosistemi e della biodiversità, come oggi purtroppo non avviene per una risorsa preziosissima come l’acqua.” L’appello era indirizzato oltre che al Parlamento, anche alle Regioni. Ed è proprio la Regione Piemonte, per quanto ci riguarda, che dovrebbe avere l’obbligo e l’urgenza di regolamentare quanto già deciso dalla Provincia di Torino con l’adozione del PTC2, nel quale definiva come “area di repulsione” (di nuove centrali) i tratti di corsi d’acqua “sottesi da impianti idroelettrici già esistenti”. Questa norma, che impedirebbe in modo inequivocabile la costruzione di nuove centrali come quelle proposte a Quassolo, nella definizione del PTC2 non è una norma prescrittiva, e solo la Regione Piemonte può renderla tale con un aggiornamento della legge oggi in vigore. Per il bene della Dora Baltea, che oggi ha vinto una battaglia per la sua salute, ma non la guerra, ci auguriamo che la Regione Piemonte faccia presto. Anche tu editore di DIVENTANDO SOCIO DELLA ASSOCIAZIONE CULTURALE ROSSE TORRI Se vuoi condividere un evento, invitare, augurare, ricordare, puoi pubblicare un annuncio su varieventuali. Basta inviare una mail all’indirizzo [email protected] con il tuo cognome, nome e numero di telefono, allegando il testo dell’annuncio (max 300 caratteri), il titolo (max 30 caratteri) e, se vuoi un’immagine. L’annuncio verrà pubblicato in formato mm. 45 x 60 (solo testo) o mm. 45 x 100 (testo e immagine) sul primo numero in uscita. Il costo è di euro 20,00. Il pagamento può essere effettuato tramite bonifico (vedi IBAN qui a fianco) oppure presso la Galleria del Libro, Ivrea, via Palestro 70 NO TAV Non perdiamoli di vista 23 febbraio - Pubblicate le motivazioni della sentenza contro Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò per i fatti del 13 Maggio 2013 al cantiere di Chiomonte Non si trattò di un’azione paramilitare né di terrorismo, perché gli imputati volevano si attaccare il cantiere, ma non intendevano attentare alla vita o all’incolumità delle persone presenti nel cantiere. Il fatto inoltre non ha inciso sulle determinazioni delle istituzioni. 23 febbraio – Ltf (Lyon Turin Ferroviaire) diventa Telt. Il nuovo acronimo significa Tunnel Euroalpino Lione Torino; partecipazioni 50% di Rfi e 50% dello stato francese (?). Ltf era incaricata di fare progetti e preliminari; Telt dovrebbe costruire. Redistribuite le poltrone del consiglio di amministrazione: Hubert du Mesnil è il presidente, mentre direttore generale diventa il grande collezionatore di cariche, Mario Virano 28 febbraio – Telt ha chiesto alla Ue 1,2 miliardi. IL costo della tratta transfrontaliera del Tav Torino-Lione ormai si attesta, già solo a preventivo, sui 12 miliardi; oggi la nuova società promotrice dell’opera presenta alla UE una richiesta di finanziamento di 1,2 miliardi. 3 marzo – Ancora rifiuti tossici sotto un cantiere Tav. Questa volta accade a Ospitaletto (Brescia): le analisi dell’Arpa rivelano che la prima falda che scorre sotto il tracciato del Tav è inquinata da cromo esavalente, 70 volte oltre i limiti. Inoltre lungo l’asse ferroviario sono state ritrovate alcune discariche sconosciute. I cantieri di infrastrutture si confermano sedi privilegiate per l’occultamento criminale di rifiuti tossici pericolosi. 5 marzo – Una mozione presentata in senato da dieci senatori del M5S chiede che la seconda canna del traforo autostradale del Frejus non faccia aumentare i veicoli circolanti e che si adottino subito provvedimenti per trasferire da oggi le merci dalla gomma alla linea ferroviaria già esistente. 16 marzo - seconda udienza del processo a carico dello scrittore Erri De Luca, accusato di istigazione a delinquere a motivo di una intervista rilasciata al giornale Huffington Post nel quale ebbe a sottolineare come la Tav vada sabotata. “Ma lo scrittore De Luca è stato in tutto ciò voce determinante per istigare ai sabotaggi?” Questa la domanda dell’Avvocato della Difesa Vitale, che ha prodotto a testimoniare Ivan Cicconi e Livio Pepino, invitati, per impegni improrogabili del Giudice, ad essere concisi nella deposizione, in tutto poco più di mezz’ora contro le più di due ore impiegate dall’accusa. Si prosegue il 20 maggio prossimo con l’ascolto di un terzo teste e la deposizione dello scrittore. 16 marzo - Il Movimento No Tav ha incontrato molte volte, negli ultimi 15 anni, il nome di Ercole Incalza: sempre confermato da tutti i governi agli alti livelli del Ministero delle infrastrutture, amministratore delegato di Tav spa, da ultimo a capo della ”task force” istituita dal ministro Maurizio Lupi per la Torino-Lione. Sempre sospettato di essere al vertice della cupola che manovra appalti e tangenti, finito in 14 inchieste e sempre prosciolto, spesso grazie alla prescrizione è stato arrestato per gli sviluppi giudiziari del Tav sotto Firenze, e connessioni con altre infrastrutture, fino all’Expo di Milano, insieme a funzionari e imprenditori per corruzione, turbativa di appalti e delitti contro la pubblica amministrazione. 20 marzo - Incastrato dalle intercettazioni in cui, tra l’altro, raccomanda al potente Incalza il proprio figlio Luca si dimette il ministro per le infrastrutture Maurizio Lupi. Il “Sistema” per le grandi opere, sempre più chiaro, ruota intorno al ministero e garantisce di difendere il business ad ogni costo. Essevi Abbònati a varieventuali - Versando almeno euro 28,00 (sostenitore euro 50,00) - oppure versando euro 20,00 (sostenitore euro 50,00) per ricevere solo l'edizione in pdf al tuo indirizzo mail nel modo che ti è più comodo: zcon bonifico bancario IBAN: IT 41 F 03069 30540 1000 0006 7696 intestato a ASSOCIAZIONE CULTURALE ROSSE TORRI, Ivrea zin contanti: - presso la redazione in via Arduino n. 43 a Ivrea - presso La Galleria del Libro Ivrea via Palestro 70 DIVENTA EDITORE DI varieventuali ADERENDO ALL'ASSOCIAZIONE CULTURALE ROSSE TORRI Come? VERSANDO LA QUOTA DI ADESIONE DI ALMENO 30 EURO (CON UNA DELLE MODALITÀ INDICATE PER GLI ABBONAMENTI) E FORNENDO I TUOI DATI ANAGRAFICI (ANCHE ATTRAVERSO UNA MAIL A [email protected]) 4 anno XXVIII n° 6 SEGUE DALLA PRIMA / AMMINISTRAZIONE EPOREDIESE La palude le sempre più numerose problematiche che riguardano la città. La reazione ottenuta, almeno fino a qualche mese fa, è stata di assoluta chiusura da parte della maggioranza che si sentiva autosufficiente forte del risultato elettorale, seppur drogato dall’elevato astensionismo delle ultime elezioni. Sarebbe facile ora dire che, su diverse questioni, siamo stati buoni profeti, ma non è questo il punto su cui vogliamo ragionare quanto piuttosto sulla necessità di un cambio di marcia se non vogliamo rimanere invischiati nella spirale di declino che da anni caratterizza la comunità eporediese. Nel 2013 chiedemmo di aprire un tavolo, un gruppo di lavoro con istituzioni, parti sociali, imprenditori e altri portatori di interesse per affrontare la crisi economica e ci fu risposto che non era necessario. I risultati sono sotto gli occhi di tutti. A giugno del 2014 abbiamo presentato in Consiglio Comunale una mozione dal titolo: “CIC, una crisi annunciata e mai affrontata” con la quale chiedevamo anche la costituzione di una commissione di inchiesta e nulla è stato fatto salvo che, quasi un anno dopo, le nostre più pessimistiche previsioni si sono avverate ed ora la società consortile partecipata è in fase di liquidazione. Ovviamente senza colpe né responsabilità di nessuno … Nel tempo abbiamo chiesto di affrontare, quasi sempre senza ottenere risposte concrete, i temi: dell’assurda cava “privata” di S.Bernardo, della riapertura dell’ascensore per l’accesso alla passerella sulla Dora (che non funziona praticamente dal giorno dell’inaugurazione), della scarsa o nulla manutenzione delle scuole (è di pochi mesi fa la questione della presenza di amianto in diversi edifici pubblici) e degli immobili di proprietà comunale come il campo sportivo e relativa pista di atletica del quartiere S.Giovanni. Abbiamo tentato più volte di far aprire un confronto allargats o sul tema dell’ormai improcrastinabile variante dell’attuale PRG e abbiamo segnalato la grave inerzia dimostrata dal Comune nel non agire prima della scadenza dell’attuale PP3 (Piano particolareggiato dell’ex area Montefibre) lasciando l’onere delle decisioni, su alcuni temi indebitamente, nelle mani dei funzionari ed aprendo uno scenario di indeterminatezza normativa preoccupante. Chiaro esempio di ciò è la vicenda, clamorosa per il luogo nel quale si è consumata, della costruzione abusiva di una guardiania per il nuovo Tribunale che si è portata appresso una serie di decisioni discrezionali da parte della struttura tecnica ancora tutte da chiarire soprattutto nell’ottica della parità di trattamento di tutti i cittadini e per il fatto di aver creato un preoccupante precedente. Sempre rimanendo nell’area ex Montefibre va ricordata l’abnorme costruzione del poliambulatorio che svettando su otto piani si vede anche da chilometri di distanza sfregiando, a seconda dei punti di osservazione, il panorama delle montagne, della Serra o della skyline cittadina. Anche grazie al nostro intervento l’Amministrazione ha dovuto prendere in considerazione la protesta e le seguenti proposte dei cittadini dell’area del PEC di S.Michele per quanto riguarda le sistemazioni a verde. Abbiamo più volte chiesto una IVREA + BELLA La nostra posizione sulla vicenda CIC Il mancato ripianamento del debito con conseguente messa in liquidazione del CIC - con la possibile perdita di 136 posti di lavoro - è l’ultimo atto di una situazione complessa e controversa che si trascinava da alcuni anni. (...) In quanto lista civica, mettendoci nei panni dei nostri concittadini magari frastornati dalle mille voci e versioni che si accavallano sui media e sui social, vorremmo tentare di chiarire gli ultimi passaggi cruciali, in modo che ognuno possa farsi una sua idea:- va premesso che la situazione di crisi viene da lonta- no e in origine è stata anche causata da uno dei comuni aderenti al Consorzio, che ha deciso di togliere le commesse precedentemente conferite al CIC per svariati milioni di euro, senza però farsi carico dei dipendenti fatti assumere nell’ambito del proprio territorio- in tempi molto recenti è stata nominata una commissione di revisori dei conti per deliberare in merito alla situazione CIC e questa si è espressa a favore del ripianamento del debito, sulla base di commesse certe per 8 milioni di euro a partire dal 2015 (tra i quali 5,4 milioni dell’ASL TO3) - su richiesta dei capigruppo la decisione sul ripianamento del debito e successiva ricapitalizzazione per la parte di competenza del Comune di Ivrea è stata portata in Consiglio comunale, fermo restando che a bilancio erano già state precedentemente stanziate le somme necessarie, il che metteva i consiglieri deliberanti al riparo da qualsiasi possibile rischio futuro. E’ stata approvata dal Consiglio con le difficoltà di cui si è ampiamente parlato nelle ormai consuete modalità “social” e con molte assenze, dovute anche ai tempi ristretti della convocazione- nel corso della successiva assemblea straordinaria dei soci CIC, che avrebbe dovuto deliberare sul ripia- Costituzione. E così ci troviamo di fronte, sempre a giochi fatti, società pubbliche che falliscono, beni pubblici - come la sala cupola della Serra - che versano nel degrado, immobili di proprietà comunale come Palazzo Giusiana, l’ex ATL, l’ex Istituto Jervis vuoti e abbandonati a loro stessi, grandi opere brutte e di grande impatto paesaggistico-ambientale come il poliambulatorio (come di tutta l’area ex Montefibre: una grande, l’ennesima, occasione di rilancio della città buttata al vento) e l’inutile sopraelevazione dell’autostrada TO-AO. Da centro del mondo per l’innovazione industriale e la cultura siamo diventati una piccola cittadina di periferia che non ha alcun peso nei processi di riorganizzazione istituzionale in atto come la Città metropolitana della quale in Consiglio Comunale o in qualche commissione non si è mai discusso. Come non contiamo nulla sulle annose vicende della ferrovia. Tutte queste non sono fantasie strumentali della minoranza, ma fatti inconfutabili e verificabili uno per uno. Ora si tratta di capire come uscire dalla palude, dallo namento e la ricapitalizzazione, è arrivata la lettera del direttore generale - uscente - dell’ASL TO3 che comunicava il ritiro della commessa di 5,4 milioni di euro. A fronte di questo totale cambio di scenario il ripianamento non è stato confermato. Nello sgomento seguito a questa decisione inaspettata e sicuramente drammatica, il Sindaco di Ivrea è stato più o meno velatamente accusato di non aver rispettato la decisione presa dal Consiglio comunale. A noi sembra evidente che una decisione basata su determinate condizioni non abbia più valore nel momento in cui quelle stesse condizioni vengono meno. E’ altrettanto evidente che le circostanze non gli permettevano di convocare CIC VIVIAMO IVREA SU CIC Chi ha scritto, dov'era? In riferimento al comunicato diramato dal gruppo Ivrea + Bella, ritengo opportune alcune precisazioni: chi ha scritto, dov’era quando nel giugno 2014 abbiamo presentato una mozione in Consiglio Comunale dal titolo “CIC: una crisi annunciata e mai affrontata”? Forse è utile ricordare che la crisi aziendale è stata dichiarata il 30/05/2014! E perché nessuno del gruppo scrivente, se davvero interessato alla sorte dei lavoratori, ha partecipato alle Commissioni Lavoro da noi fatte convocare il 29 luglio e il 13 novembre 2014 per tentare di trovare una soluzione al problema? Chi ha scritto ha seguito i Consigli Comunali del 4 e del 27 febbraio? Ha ascoltato gli interventi, letto i verbali? Se si vo- maggiore trasparenza da parte dell’Amministrazione con particolare riguardo al controllo analogo sulle società pubbliche o partecipate del Comune. Chiarezza e trasparenza sono state più volte richieste per quanto riguarda la Fondazione Guelpa con un richiamo all’Amministrazione all’attenersi alle volontà testamentarie della Sig.a Lucia Guelpa mettendo a bilancio almeno il progetto per la sistemazione della biblioteca civica invece di giocare a fare i banchieri con gli otto milioni costituenti il patrimonio in denaro lasciato alla Città di Ivrea mentre la biblioteca, peraltro molto frequentata, evidenzia da tempo enormi problemi di manutenzione che ne minano anche la fruibilità. Ci fermiamo con l’elenco anche se ce ne sarebbero ancora molte altre di cose da dire, di situazioni irrisolte, di risposte mai arrivate. Ciò che vogliamo evidenziare è la riluttanza dell’attuale esecutivo dal prendere di petto i problemi assumendosi in prima persona le responsabilità che il ruolo rivestito richiederebbe. A questo va aggiunta l’assoluta incapacità ad alimentare, almeno sui temi più rilevanti, un dibattito pubblico degno di tale nome. Invece di confrontarsi con i consiglieri, con le commissioni consiliari, con le associazioni di categoria, con gli enti superiori, con i quartieri, con i cittadini, tutto viene delegato a presunti esperti, generalmente indicati “dal partito” o da qualche potere privato, che spesso e volentieri, non conoscendo nemmeno la città, fanno più danno che profitto. at Tutto quindi ci passa sopra la testa. Il futuro di Ivrea non è oggi nelle mani di chi la amministra, ma viene deciso in luoghi altri rispetto a quelli istituzionalmente decretati dalla gliono aiutare i cittadini a capire bisogna essere seri ed attenersi ai fatti e non citare a caso alcuni passaggi, peraltro pochi e farciti di errori sostanziali, cercando di ingraziarsi qualche attore della vicenda, siano essi i lavoratori piuttosto che il Sindaco. Sarebbe forse meglio che il gruppo consigliare scrivente dicesse chiaramente e pubblicamente quale è stata e sarà la propria posizione perché dal testo non si capisce. Ciò che è inconfutabile è che nei fatti, nel bene e nel male, a favore del ripianamento e della ricapitalizzazione hanno votato tre consiglieri del PD, il Sindaco e il sottoscritto. Tutto il resto è dietrologia. Visto che vengo tirato in SEGUE A PAGINA 8 Il comunicato dei lavoratori I lavoratori del Cic riuniti in assemblea il 13 marzo hanno emesso il loro primo comunicato da quando è iniziata la crisi della società, lo riportiamo integralmente di seguito. Colpisce che non vi sia nel comunicato alcuna critica al CdA, al management e ai soci insolventi, pur essendo questi la causa principale della crisi del CIC. Nel frattempo non ci sono particolari novità sulla situazione aziendale. Si attende l’esito del lavoro dei soci maggiori, Comune di Ivrea in testa, soprattutto sulla Regione, per tentare di uscire dalla liquidazione. Il comunicato dei lavoratori Cic è firmato da circa la metà dei dipendenti, alcune firme riportano accanto la frase “condivido contenuti, ma non ho aderito allo sciopero” comunicato I lavoratori del CIC riuniti in assemblea hanno sospeso l’attività lavorativa per un’ora ed hanno condiviso il seguente comunicato. Riteniamo che il nostro lavoro eroghi servizi indispensabili per le loro caratteristiche. Da trent’anni svolgiamo attività di supporto per la Sanità e per gli enti pubblici del Canavese e del Piemonte, con professionalità e dedizione, tanto da investire le nostre 13esime e 14esime per il proseguo stallo causato, in larga parte, da sterili diatribe interne con annessi riposizionamenti all’interno dell’ormai partito unico nazionale. Noi crediamo che, almeno a livello locale, sia necessario sganciarsi da anacronistiche logiche partitocratiche per dare vita ad una forza civica capace di affrontare i problemi concreti che il mondo attuale ci mette di fronte ogni giorno. Serve gente di buona volontà, con una grande passione civica e amore per la città. Se poi uno fa parte di un partito non c’è alcun problema basta sapersene emancipare quando si deve discutere di problemi concreti e reali legati alla qualità della vita cittadina che in questi ultimi anni è scesa a livelli inaccettabili. Ciò che è certo è che la città non può permettersi un governo cittadino che si trascinerà stancamente e immutabilmente nei prossimi tre anni di mandato aprendo tutti i giorni nuovi fronti critici senza mai chiuderne uno di quelli già aperti; potrebbe essere troppo tardi. x lista civica Viviamo Ivrea francesco comotto un nuovo Consiglio e nemmeno una riunione dei capigruppo, né di ricorrere a qualsiasi altra forma di consultazione estemporanea. Va comunque riconosciuto che esiste sicuramente una corresponsabilità di tutti nella poco accorta gestione del Consorzio nel corso di questi anni, tanto che i revisori avevano posto come condizione un azzeramento ed un rinnovo totale del suo cda. Ma questo punto l’augurio che ci possiamo fare, e su cui assicuriamo l’impegno del nostro gruppo, è che tutti insieme si lavori per il recupero dei posti di lavoro e per il salvataggio delle professionalità del CIC che in questi anni hanno garantito un servizio di altissimo livello professionale. delle attività verso i nostri soci. Pensiamo che la politica, in tutte le sue sfaccettature abbia la responsabilità dell’attuale situazione. Chiediamo agli organi di stampa di ascoltare la nostra voce e di non descriverci come “un carrozzone”, “un poltronificio” o “uno stipendificio”. Sono termini che non ci rappresentano e che offendono la nostra professionalità. Ribadiamo la nostra intenzione di contrastare con tutti i mezzi legittimi e consentiti dalla legge la chiusura anche parziale del CIC. Richiamiamo tutte le istituzioni alle loro responsabilità ei nostri soci/enti ad esprimerci il loro sostegno. seguono firme 5 25 marzo 2015 LAVORO Il buio oltre la crisi L’indagine svolta dalla Fiom-Cgil Piemonte sulle aziende in crisi nella nostra regione dipinge un quadro drammatico che nessun Jobs Act potrà alleggerire Chi vive nella realtà, della realtà si occupa e preoccupa, già lo sapeva che i numeri delle aziende in crisi, se non già chiuse, e quello dei posti di lavoro a rischio, o già persi, nella nostra regione, era pesante, ma vederlo scritto nero su bianco colpisce. E il nostro territorio canavesano e la nostra provincia torinese certo non fanno eccezione nel panorama regionale, anzi! Essendo Torino la provincia con il più alto tasso di occupazione industriale (bastava solo la Fiat per questo primato), la crisi incide con numeri più grandi. Ma vediamo qualcuno di questi numeri forniti dall’indagine FiomCgil (periodo di riferimento 201215): solo parlando della categoria dei metalmeccanici sono quasi 6 mila le lavoratrici ed i lavoratori espulsi dal mondo del lavoro perché dipendenti in una delle 102 aziende che hanno chiuso o sono fallite in Piemonte. A questi si devono aggiungere i 1071 lavoratori delle 41 aziende con procedura di mobilità. In tutto il Piemonte sono ben 323 le aziende in stato di crisi con procedure di ammortizzatori sociali aperte, in queste sono coinvolti 18.000 lavoratori su 22.000. Fra queste aziende nel nostro territorio ci sono la Agile ex Eutelia, i cui 80 lavoratori (altrettanti a Torino) sono in mobilità da dicembre 2014, i 120 lavoratori della Nuova Sinter di San Bernardo, fino ai 200 della Pininfarina di San Giorgio. Il raffronto fra il 2012 e il 2015 poi è decisamente negativo. Nel 2015 la percentuale di ricorso alla cassa integrazione ordinaria, straordinaria e ai contratti di solidarietà, vede cifre anche del 70% in più rispetto al 2012, mentre le aziende in crisi sono quasi raddoppiate. Sono numeri che dovrebbero non far dormire la notte chi ha fra le proprie responsabilità le sorti del lavoro e le azioni di contrasto alla disoccupazione e il supporto alla ricollocazione. Invece si perseguono gli stessi schemi di “politiche attive per il lavoro” che se non hanno mai prodotto fin qui risultati significativi, meno che mai sono adeguati nello scenario di crisi attuale, dove accanto ai giovani che sopravvivono di precariato, quando va bene, vi sono centinaia di lavoratori 45-55enni che nessuna azienda si sogna di assumere, senza adeguati piani di scambio fra istituzioni e mondo FIOM Venerdì 13 marzo, ore 10 Piazza Castello Manifestazione dei lavoratori in mobilità Venerdì 13 marzo, in piazza Castello, si è svolto un presidio dei lavoratori metalmeccanici piemontesi delle aziende in crisi: alla manifestazione erano presenti diverse centinaia di lavoratori provenienti da tutta la Regione in rappresentanza di numerose realtà produttive, tra le quali l’Ilva di Alessandria e di Racconigi, la Kme di Alessandria, l’Adr di Asti, la Bialetti del Verbano, la Bitron e la Mtm di Cuneo, la Meritor, la Sant’Andrea e la Ics di Novara. Tra le aziende torinesi erano presenti la Telis di Scarmagno, la Pcma (gruppo Fca) di San Benigno, l’Agile di Ivrea e Torino, la De Tomaso di Grugliasco, l’Agrati di Collegno, le Carrozzerie di Mirafiori. Una delegazione di lavoratori è stata poi ricevuta dal presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino e dagli assessori regionali al Lavoro, Gianna Pentenero, e alle Attività produtti- ve, Giuseppina De Santis. Nel corso dell’incontro la Regione ha assunto l’impegno di aprire una trattativa con le parti sociali, cioè sindacati e sistema delle imprese, per favorire la ricollocazione di quelle migliaia di lavoratori, quasi 6 mila solo tra i metalmeccanici, che in questi anni sono stati espulsi dal ciclo produttivo per colpa della crisi e sono scivolati in condizioni di povertà. La Regione ha poi anche garantito un impegno per favorire percorsi di ricollocazione attraverso politiche attive, anche grazie allo strumento dei fondi europei. Federico Bellono, segretario provinciale della Fiom-Cgil, e Vittorio De Martino, segretario regionale della Fiom-Cgil, dichiarano: «Quello che chiediamo agli enti locali, e alla Regione in particolare, non è un generico impegno nei confronti di tutte quelle persone che in questi anni hanno perso il lavoro ma l’apertura di una vera e propria trattativa con il mondo delle imprese per farsi carico di questo enorme problema sociale. Se davvero le politiche governative dovessero favorire una ripresa delle assunzioni, e non una semplice operazione di maquillage contrattuale, non vorremo che venissero nuovamente penalizzate quelle persone che hanno già vissuto la crisi sulla propria pelle con la perdita del lavoro». delle imprese. Per porre l’attenzione su questi lavoratori vittime delle crisi aziendali, con situazioni che in un attimo possono precipitare in crisi sociali gravi, la Fiom ha organizzato venerdì 13 marzo in Piazza Castello a Torino una manifestazione davanti alla Regione. Erano presenti lavoratori di aziende in crisi di tutta la regione, tra queste l’Ilva di Alessandria e di Racconigi, la Kme di Alessandria, l’Adr di Asti, la Bialetti del Verbano, la Bitron e la Mtm di Cuneo, la Meritor, la Sant’Andrea e la Ics di Novara. Tra le aziende torinesi erano presenti la Telis di Scarmagno, la Pcma (gruppo Fca) di San Benigno, l’Agile di Ivrea e Torino, la De Tomaso di Grugliasco, l’Agrati di Collegno, le Carrozzerie di Mirafiori. Una delegazione di lavoratori è stata ricevuta dal presidente Chiamparino e dalle assessore Pentenero (Lavoro) e De Santis (Attività produttive) che non hanno saputo fare che le solite promesse … “impegno a favorire percorsi di ricollocazione attraverso politiche attive, anche grazie allo strumento dei fondi europei”. Consapevoli del fatto che non bastano azioni ordinarie per risolvere una crisi di queste dimensioni e caratteristiche, i segretari provinciale e regionale della Fiom-Cgil, Federico Bellono e Vittorio De Martino, hanno chiesto alla Regione “non un generico impegno nei confronti di tutte quelle persone che in questi anni hanno perso il lavoro, ma l’apertura di una vera e propria trattativa con il mondo INNOVIS Agitazioni in corso Dichiarato lo stato di agitazione in Innovis, l’azienda ex Olivetti passata a Comdata. Innovis nata nel 2002 da una joint venture tra Comdata e Olivetti, per permettere a quest’ultima di “liberarsi” di seicento dipendenti e a Comdata la garanzia operativa delle commesse Telecom, ha oggi 154 dipendenti, tutti a Palazzo Uffici, dopo l’incendio di Scarmagno del 2013. Innovis, unica azienda del gruppo, dal 2010 utilizza ammortizzatori sociali. Attualmente sono attivi contratti di solidarietà al 50, 60 e 80 per cento (percentuali di giorni, rispetto all’orario regolare, in cui i lavoratori non lavorano). L’azienda a 44 lavoratori all’80% paga il restante 20% purché stiano a casa, perché ritenuti inadeguati al lavoro, anzi accusati di aver messo a rischio la commessa alla quale lavoravano. In questa situazione, con una pressione esistente fin dall’acquisizione, perché accusati di costare troppo (vengono da realtà Olivetti con contratto metalmeccanico) e di non essere sufficientemente elastici e adeguati INNOVIS - INTERVENTO La dignità del lavoro Allo scadere dell’ammortizzatore, il ricatto aziendale è esplicito Comdata, un azienda di circa 12.000 dipendenti, con un fatturato in attivo, con continue acquisizioni, dal 2010 ha gettato 154 dei suoi lavoratori, inseriti magistralmente dentro la scatola Innovis, nel tunnel degli ammortizzatori sociali. Lavoratori che hanno portato a Comdata un committente come Telecom che garantisce commesse dove per diversi mesi all’anno vengono impiegati dai 150 ai 300 interinali, oltre agli effettivi. Allo scadere dell’ammortizzatore, il ricatto aziendale è esplicito: assumo in Comdata il lavoratore di Innovis che mi piacerà di più (perché 44 ho già dichiarato che non mi piacciono) e gli permetterò di lavorare per me se accetterà un salario ai bordi della soglia di povertà. Oggi ai lavoratori di Innovis vie- delle imprese per farsi carico di questo enorme problema sociale.”. Già, perché di certo non sarà il Jobs Act ad aiutare a ricollocare quei lavoratori, specialmente i meno giovani. Gli incentivi per le assunzioni dalle liste di mobilità, già esistono (24 mesi di sgravi contributivi e possibilità di riscatto del 50% della mobilità non fruita dal lavoratori in caso di assunzione a tempo indeterminato) e l’articolo 18 era già stato manomesso dalla Fornero in modo tale da non esser temuto ad alcun imprenditore, ma serve altro per risolvere la pesante crisi occupazionale del paese, serve sviluppo, sano e sostenibile sviluppo. Cadigia Perini alle attività Comdata, e vedendo arrivare la fine dei contratti di solidarietà (17 luglio prossimo), nell’assemblea del 17 marzo scorso i lavoratori hanno chiesto ai rappresentanti sindacali di dichiarare lo stato di agitazione. Verranno organizzati nei prossimi giorni scioperi “a singhiozzo”, incontri fra le diverse rappresentanze sindacali e una nuova richiesta di incontro con l’azienda. Riportiamo in questa pagina l’intervento di un lavoratore Innovis sulla loro situazione, ma anche in generale sulla perdita di diritti e sul ricatto del lavoro sotto il quale sempre più lavoratori si trovano a vivere. cp ne fornita formazione per il lavoro che devono svolgere solo fuori dal proprio orario di lavoro. Un tempo si faceva volontariato per la croce rossa oggi per far lievitare le ricchezze dei pochi che già le detengono. Ma una società nella quale il lavoro diventa una concessione condizionata al ricatto di non averlo più, annienta la natura di diritto del lavoro. E questa è una società di schiavi. I lavoratori di Innovis hanno dato mandato ai loro rappresentanti sindacali di dichiarare lo stato di agitazione, perché l’albero dei diritti, per quanto con il Jobs Act si sia scelto di segarlo sempre pìù, per noi lavoratori è l’unico che può fornire l’ossigeno indispensabile alla sopravvivenza. E ricordiamo che la vera ricchezza di un paese è avere una classe lavoratrice dignitosamente retribuita. Inno alla forza 6 anno XXVIII n° 6 HA SCRITTO PER VARIEVENTUALI Una scuola che rispetti la Costituzione Marina Boscaino, docente di scuola superiore - Comitato per il sostegno alla Legge di iniziativa popolare sulla scuola - giornalista, collaboratrice del Fatto Quotidiano e di Micromega Una parte della scuola appoggia la Lip scuola: un articolato frutto della condivisione di docenti, genitori, studenti, che nel 2006 raccolse centomila firme certificate Alternativa alla Buona Scuola di Renzi – da cui il Governo ha tratto un ddl - e rigorosamente basata sui principi della Costituzione Italiana (mai citata nel pdf governativo), la Lip propone un modello di scuola democratica, laica (il documento di Renzi parla di due gambe della scuola pubblica: quella statale e quella paritaria), inclusiva e pluralista. Oggi adottata da parlamentari di vari schieramenti politici e depositata come disegno di legge 1583 al Senato e 2630 alla Camera. Con il 6% del Pil nazionale (in linea con quanto in media molti paesi UE investono sulla scuola; un risultato cui si potrebbe giungere con una patrimoniale che interpreti l’interesse generale e non quello delle aziende e degli imprenditori. Che si appelli al principio di uguaglianza e al raggiungimento di obiettivi di cittadinanza per tutti e non preservi i privilegi di pochi), la Lipscuola si propone l’obbligo scolastico a 18 anni (a fronte della proposta del Governo che non tocca il tema dell’obbligo scolastico, ma che è tesa ad un maggiore avviamento precoce ai percorsi lavorativi, naturalmente per la popolazione scolastica più debole); con un biennio unitario e un triennio orientativo nella secondaria di II grado (tema completamente trascurato dalla Buona Scuola); ripristino del tempo pieno e del tempo prolungato nella scuola primaria e nella secondaria di I grado; non più di 22 alunni per classe, numero che diminuisce in presenza di portatori di handicap (le “classi pollaio” nella bozza di ddl renziano, verrebbero eliminate attraverso l’”organico funzionale”; che però – se e solo se, ed è abbastanza improbabile – si dovesse mantenere la pro- Rubrica a cura di Reginaldo Palermo, dell'Associazione "GESSETTI COLORATI" RICORDIAMO LA NOSTRA STORIA Allo scopo di promuovere anche fra gli alunni più giovani la conoscenza della storia del nostro Paese e delle sue istituzioni, l’ associazione Gessetti Colorati , grazie alla collaborazione di AEG Coop, promuove un concorso aperto alle scuole primarie e secondarie di I grado del territorio Gli alunni possono partecipare individualmente, in gruppo oppure a livello di classe Per partecipare è necessario messa di assumere centomila precari (alcuni dei quali andranno a coprire il turnover, altri i posti disponibili) dovrebbe ammontare a meno di una unità per istituzione scolastica”); una scuola che non transiti attraverso un’idea di valutazione punitiva e ricattatoria (come quella individuata – nelle intenzioni del Governo – che però, nel disegno di legge, affida questa materia ad una delega successiva, dalla centralità di un “merito” non meglio identificato e difficilmente identificabile; egemonizzata dalle politiche ministeriali attraverso l’Invalsi), ma di una autovalutazione in cui ogni singolo istituto sia messo nelle condizioni di ottimizzare le proprie risorse e intervenire sulle criticità; una scuola che riservi attenzione ai più disagiati, con un occhio di riguardo all’integrazione dei migranti e dei diversamente abili, ma anche alla promozione dei “capaci e dei meritevoli”; che tenga in massimo conto la democrazia scolastica (mentre il ddl prevede una straordinaria amplificazione delle prerogative del dirigente manager, che dovrà solo “consultare” collegio dei docenti e consiglio di istituto persino in materia di didattica e di elaborazione ed approvazione del Pof, configurando una visione persino peggiorativa del ddl Aprea Ghizzoni e – di fatto – rottamando gli organi collegiali). La Lipscuola rifiuta invece modelli verticistici e dirigistici (a fronte del modello di preside manager, reclutatore e responsabile della valutazione dei singoli docenti), che mal si attagliano al mandato costituzionale che la scuola ha; la Lipscuola configura un sistema scolastico che rifletta su didattica e pedagogia (contrariamente all’ “invalsizzazione” straripante) e promuova una idea di cultura disinteressata (contro la gestione da parte delle aziende del percorso di formazione degli studenti, in particolare nei tecnici e nei professionale); che valorizzi la professionalità dei docenti (assunti da Renzi, ma destinati ad organici cosiddetti “funzionali”, il cui vago ed eterogeneo mansionario non terrà conto delle loro specifiche competenze, ma anzi – sulla scia del Jobs Act – giustappone una intenzionale dismissione di alcuni diritti, creando un vulnus sensibile per tutto il sistema di reclutamento nel pubblico impiego), il tempo scuola, rispetti il diritto allo studio (anch’esso minacciosamente affidato alla delega al Governo) e all’apprendimento, preservi il valore legale del titolo di studio, rifiutando le diverse scorciatoie che sono state proposte nel tempo relativamente alla durata dei corsi. Una scuola - quella della Lipscuola - che propone l’abrogazione della “riforma” Gelmini: cavallo di battaglia della campagna elettorale del PD, ma tema completamente dimenticato nel testo del Governo, che - al contrario - ne conferma legittimità e ricalca impostazione. Una scuola finanziata interamente dallo Stato (garanzia del principio di unitarietà del sistema scolastico nazionale), che rifiuti drasticamente l’entrata dei privati, illustrata e caldeggiata dalla Buona Scuola: dove l’ingerenza economica (ma anche sulla libertà di insegnamento) determinata dalla presenza dei privati non farebbe che aumentare a dismisura il gap già esistente tra zone del Paese e, rispetto ai singoli istituti, tra scuole di serie A e di serie B. Con la possibilità di destinare il 5 per mille ad un singolo istituto e non – come sarebbe preferibile – al sistema scolastico nazionale (coerentemente con i principi di uguaglianza e di unitarietà del sistema scolastico nazionale) si configura un’idea individualistica e proprietaria e non dell’interesse generale, destinato ad amplificare – su base socioeconomica – la sperequazione tra scuole e – di conseguenza – tra cittadini. Con l’aggiunta – dopo l’appello di un manipolo di 44 parlamentari, di cui 32 di area renziana – di sgravi fiscali per chi frequenti la scuola privata, si amplifica l’anomalia (nonostante la previsione costituzionale per enti e private di istituire scuole, purché “senza oneri per lo Stato”) costituita dai circa 700 milioni che, dalla fiscalità generale, vengono stornati alle paritarie. La delega in bianco su materie strategiche, tra cui – gravissima, oltre quelle citate, del percorso 0-6 ricalca le modalità ricattatorie che pongono da una parte l’assunzione del precariato e dall’altra la dismissione di principi e diritti. Il testo è inemendabile. E dovrà essere oggetto di una durissima battaglia parlamentare. Entro i prossimi 10 giorni il testo del ddl dovrebbe arrivare presso la commissione istruzione della Camera o del Senato. È da lì che comincerà l’iter di un provvedimento che – considerati i tempi serrati annunciati dal Governo, vorrebbe/dovrebbe concludersi nel giro di due mesi – richiederà nelle sedi istituzionali l’energia intransigente di tutti i parlamentari coinvolti che hanno firmato la Lip. Fuori il sostegno tramite l’iniziativa e la mobilitazione di tutti i cittadini che credono ancora che un’altra scuola è possibile: la scuola della Costituzione. Marina Boscaino PARCO LA POLVERIERA Festa di Primavera Domenica 29 marzo Dopo diversi anni di chiusura, l’accordo con l’Amministrazione di Ivrea è quasi fatto: dalla primavera 2015 un gruppo di associazioni e cittadini attivi sperimenteranno con il Comune la cogestione del parco per riaprirlo alla cittadinanza. PROGRAMMA Giochi e attività all’aperto, per il tempo libero Picnic con ristorazione nel parco, in riva al lago Volontari per un giorno nel parco: lavorare e progettare insieme Apertura del Laboratorio di Educazione Ambientale Barche e canoe sul lago San Michele Accompagnamenti nei sentieri dei 5 laghi Mercatino locale con Ecoredia Parco La Polveriera – via Lago San Michele 15 IVREA www.serramorena.it [email protected] NB: In caso di pioggia le attività all’aperto saranno annullate svolgere una breve “intervista” ad una persona (familiare, amico, conoscente, ecc..) che sia in grado di riportare una semplice testimonianza di quanto personalmente vissuto in una di queste due date 25 aprile 1945 - 2 giugno 1946 L’intervista potrebbe svolgersi secondo questa traccia: quanti anni avevi all’epoca? dove ti trovavi? cosa accadde quel giorno nel luogo dove tu ti trovavi? ricordi un fatto o un episodio in particolare accaduto quel giorno o nei giorni immediatamente successivi? I testi dovranno pervenire entro il prossimo 4 maggio 2015 in formato digitale all’indirizzo [email protected] e dovranno riportare i dati relativi alla scuola e alla classe. Nel caso in cui il lavoro sia individuale o di gruppo vanno indicati i nomi degli autori. La mail con cui verrà inviato l’elaborato dovrà contenere l’in- dicazione che si autorizza la pubblicazione del lavoro sul sito www.gessetticolorati.it (è possibile tuttavia chiedere che non vengano pubblicati i nomi degli autori ma solo della classe e della scuola). Tutti i lavori pervenuti saranno pubblicati. I più significativi saranno premiati con libri e altro materiale didattico. CERTIFICAZONE DELLE COMPETENZE A partire dalle prossime settimane l’ Associazione darà il via ad alcune attività formative a sostegno dei docenti e delle scuole che intendono approfondire la tematica della certificazione delle competenze, diventato di grande attualità dopo la pubblicazione di una specifica circolare ministeriale che introduce tale pratica nelle scuole del primo ciclo. Per quest’anno la certificazione sarà ancora a livello sperimentale, mentre a partire dal prossimo anno sarà obbligatoria per tutti. Il primo incontro organizzato dall’Associazione avrà carattere introduttivo e riguarderà il tema “Valutazione autentica e certificazione delle competenze” L’incontro sarà condotto da Riccarda Viglino, ex insegnante di scuola primaria, formatrice e si svolgerà il prossimo 14 aprile 2015 presso la scuola primaria “Massimo D’Azeglio” di Ivrea con inizio alle ore 17 Successivamente si terranno incontri e seminari anche con gli esperti che – a livello nazionale – hanno preso parte alla stesura del progetto ministeriale e allo stesso modello di certificazione e con esperti che comunque si occupano da anni del tema. PER APPROFONDIRE Per chi vuole approfondire i temi oggetto di dibattito nella scuola in questo periodo suggeriamo di consultare www.pavonerisorse.it Nella rubrica “Buona Scuola” sono disponibili numerosi interventi che toccano i diversi aspetti del disegno di legge sulla scuola che nei prossimi giorni inizierà il proprio percorso parlamentare. Il sito dedica anche molta attenzione al tema della valutazione e della certificazione delle competenze con interventi di esperti di livello nazionale. Non mancano interventi e articoli sul dibattito che sta suscitando la legge di iniziativa popolare (LIP) sulla scuola di cui parla Marina Boscaino in un apposito articolo che viene pubblicato in questo numero di Varieventuali. ISCRIZIONI 2015 E ASSEMBLEA SOCIALE Si svolgerà il prossimo 10 aprile, alla sede del Museo Tecnologicamente di Ivrea, l’assemblea annuale dei soci di Gessetti Colorati. All’ordine è prevista la presentazione e l’approvazione del conto consuntivo del 2014 e del bilancio di previsione del 2015. 7 25 marzo 2015 LA (BUONA) SCUOLA Vecchio professore, cosa vai cercando Mettiamoci nei panni di un docente che, meschino, s’appresti a sfogliare il grazioso libercolo della “Buona scuola”: si sentirà antico, inadatto, certamente rottamabile Intanto il lessico, giovanilista e ruffiano, aggredisce e corre come lui, povero insegnante, non sa fare (gli avevano insegnato a riflettere, maledetti padri!): tutta ‘sta gente pronta a “scommettere” proprio su di lui, a trasformarlo in “forza propulsiva”, a spingerlo ad avere “coraggio”, farlo “uscire dalla comfort zone”, aiutarlo “a mettersi in gioco” e a “investire” su se stesso. Una grossa responsabilità. Poi non è in grado di apprezzare come dovrebbe i frequenti rimandi al mondo aziendale, alla carriera, al premio, al “merito che serve per ridare dignità e fiducia” e fare “uscire i docenti dal grigiore dei trattamenti indifferenziati”. Si ricorda, il vecchietto, di quando cominciava a lavorare e anche questo gli piaceva della scuola: che non c’erano carriere, tutti erano uguali, perfino a lui, pivellino buttato fresco fresco in pasto alla classe. Non c’erano pantofole da baciare né cappelli da levare o gradi da onorare, a fine mese si confrontavano le buste paga con i veterani: quegli aumenti, poche lire ma giuste, un giorno sarebbero arrivati anche a lui. Certo, in fabbrica avrebbe avuto uno stipendio più alto e una scrivania tutta per sé, ma l’ambiente, la collaborazione, le vite che si agitavano lì dentro erano impagabili. Ora lui capisce che, certo, i tempi son cambiati e uno straccio di carriera non si nega a nessuno… ma come camperanno, si domanda il tapino, i giovani colleghi che hanno, appunto, uno straccio di paga? Meglio sarebbe dare a tutti un poco di più come ai tempi della Democrazia Cristiana. O no? Dice la Buona scuola che “due insegnanti su tre incrementeranno il proprio stipendio ogni 3 anni”, a seconda della bravura. Lessico di base per capirne qualcosa Diamo avvio da questo numero ad una piccola rubrica che, in forma di “dizionario”, vuole fornire ai nostri lettori gli strumenti minimi per comprendere meglio temi che sono oggetto di dibattito pressoché quotidiano nei mezzi di informazione. Mezzi che però, molto spesso, danno per scontato che chi legge conosca con precisione dati, fatti e significati dei termini. La rubrica è curata da Aluisi Tosolini, dirigente scolastico a Parma, filosofo e pedagogista e autore di numerose pubblicazioni su temi scolastici e sul problema della multiculturalità MINORI IN POVERTÀ ASSOLUTA + 35% Tra il 2012 e il 2013 il numero dei minorenni in povertà assoluta è cresciuto del 35%, arrivando a quota 1,4 milioni. Anche nella fascia di età compresa tra i 18 e i 35 anni si verifica un significativo aumento dei poveri, saliti del 21,8% fino a 1,249 milioni. Sono gli ultimi numeri dell’Istat, di cui è stata data notizia nell’audizione alla Camera sul Def. In totale, spiega l’Istat, i poveri nel 2013 erano oltre 6 milioni: in un solo anno, ad entrare nella povertà assoluta sono state 1 milione 206 mila persone con una crescita del 25% rispetto ai 4,8 milioni del 2012. In particolare i minori in povertà assoluta, che salgono da 1,058 a 1,434 milioni, sono quelli che hanno sofferto di più le difficoltà della crisi. Nella maggior parte dei casi - spiega l’Istat - la loro condizione si lega a quella dei capifamiglia che si trovano nella prima fase del ciclo di vita familiare: il 55% dei minori in povertà assoluta (790 mila) vive in famiglie con a capo una persona con meno di 45 anni. L’altra connessione è quella che lega la povertà assoluta con la mancanza di lavoro. Il tasso di povertà per gli under 35 è passato dal 9,4 all’11,8%. Ma a pesare sono anche i bassi salari d’ingressi. Così la povertà è cresciuta sia tra i giovani che lavorano (dal 7,5 all’11%) sia tra quanti cercano un’occupazione, perchè disoccupati (dal 16,4 al 19,2%) o perchè non hanno mai avuto un lavoro (dal 15,3 al 18,2%).Secondo l’ISTAT, ad esempio, è in povertà assoluta una famiglia con due genitori e un minore tra i 4 e i 10 anni con un reddito mensile inferiore a 1370 euro al nord Italia e 1058 al sud. O un pensionato single con un reddito di 577 euro. SNAPCHAT Il nome, per chi proprio è fuori dal mondo dei social e degli adolescenti, identifica l’app preferita tra i ragazzi in età da college negli Stati Uniti e, secondo gli ultimi studi, anche dagli adolescenti italiani e europei. Di cosa si tratta? Ma come fanno a sapere lassù nelle alte sfere, si domanda l’inetto, che a meritare il premio saranno due su tre? Nel suo istituto, per esempio, gli sembra che siano di più. Ma certo non sa giudicare, non è un dirigente scolastico, lui. Anzi, ancora gli riesce difficile non chiamarlo preside, come ai tempi in cui era primus inter pares: se c’era un problema in una classe andavi a riferirlo a lui, che ti trattava proprio come una persona. Niente rimproveri, né intimidazioni, né avvertimenti o verdetti: solo scambi tra colleghi. Un sorriso amaro increspa il viso del vecchio professore: ha letto su quel libercolo, accattivante e zeppo di belle frasi (è proprio ora di rinfrescare lo studio dell’inglese!), che saranno proprio i dirigenti-manager a “scegliere le migliori professionalità per potenziare la propria scuola”, perché “ogni scuola deve poter schierare la miglior squadra possibile”. Ci sarà l’albo dei “crediti” accumulati da ciascun docente, e proprio da lì il d.s. sceglierà: questo no questo no questo invece sì, fa proprio al caso mio. Altri dubbi sorgono alla mente dell’inadatto (gli avevano insegnato a coltivarli, i dubbi, maledetti padri!): quanti crediti avrà lui? Non Di un servizio di messaggistica istantanea per smartphone e tablet che consente di inviare agli utenti del proprio network messaggi di testo, foto e video visualizzabili solo per un certo numero di secondi. Cioè che si autodistruggono dopo pochi secondi. Del resto il suo logo è, appunto, un piccolo fantasma bianco su campo bianco. Fondata nel 2011 da Bobby Murphy ed Evan Spiegel, con sede a Los Angeles, Snapchat ha un valore di più di 10 miliardi di dollari Usa, cifra stimata in base all’offerta che nel novembre 2013 ha fatto Facebook per acquisirla. Ma Snapchat ha detto no: il che ha aumentato da un lato il suo “appeal” per i ragazzini e, dall’altro, il suo valore economico. Facebook, infatti, è ormai considerato un sociale per “vecchi”. Secondo un rapporto di iStra- tegy Labs tra il 2011 e il 2013 Facebook ha perso 3.314.780 utenti di età compresa tra i 13 e i 17 anni mentre ha guadagnato terreno tra i più maturi. Lo stesso trend si registra anche in Italia dove, sui 24 milioni di iscritti, il 65% ha più di 35 anni (dato di gennaio 2014).Snapchat ha poi di recente introdotto la possibilità di pagamento interno che consente di spedire somme di denaro direttamente dalle conversazioni in corso bruciando sul tempo i progetti di Facebook. Che possiede WhatsApp, la più popolare app di messaggistica utilizzata da oltre 700 milioni di utenti nel mondo per scambiarsi più di 30 miliardi di messaggi al giorno e che starebbe per introdurre la possibilità di fare le telefonate. Ma non permette l’oblio. Ovvero la cancellazione automatica (e rapida…..) dei messaggi inviati. Roba utile per terroristi, amanti, e, di certo, teen ager… Aluisi Tosolini scrive libri, non ha il doppio lavoro, non ha acquistato nessun master, non ha mai fatto parte dello staff dirigenziale. Non ha fatto altro, in questi anni, che dedicarsi alla scuola e ai “suoi” ragazzi… alle letture, anche, ma quelle pare che non contino. Il pensiero corre poi a quei colleghi appena eletti RSU: ha la spiacevole premonizione che dibattito e dissenso non saranno valorizzati nell’albo dei migliori (gli aristoi, direbbe ai suoi alunni) e se ne dispiace, perché se la dialettica (direbbe ai suoi alunni) è il sale e il pepe e il gusto della democrazia, la tutela del diritto ne è il presupposto. Quasi quasi se ne andrebbe in pensione, l’anziano insegnante, anche perché ha letto sul libretto che è avviato “un percorso di ringiovanimento della scuola”. Peccato non abbia riscattato gli anni di università (costava troppo, e poi gli piaceva così tanto quella scuola senza gradi e senza capi!), e che da oggi il riposo scivoli a 66 anni e sette mesi. A lui avevano insegnato la coerenza, maledetti padri! is LIBERA Contro povertà e mafie: non possiamo più aspettare Per una legge per il Reddito Minimo o di Cittadinanza Contro la povertà e le diseguaglianze e per contrastare le mafie il parlamento deve approvare una legge per il Reddito Minimo o di Cittadinanza. Dal 2008 al 2014 la crisi in Italia ed Europa secondo i dati Istat ha più che raddoppiato i numeri della povertà relativa ed assoluta. Dieci milioni di italiani e italiane vivono in condizione di povertà relativa, e sei milioni in condizione di povertà assoluta. Le diseguaglianze sono cresciute a dismisura e diventate insopportabili. Più la povertà aumenta, più le diseguaglianze si ampliano, più le mafie si rafforzano. Per questo in Italia è necessario avere una misura come il Reddito Minimo o di Cittadinanza. Non è impossibile, non è una proposta irrealistica: è una scelta di buon senso, necessaria e giusta. Ci sono diverse proposte di legge depositate al Senato. Chiediamo che entro 100 giorni una buona legge sul reddito di dignità arrivi in aula per essere discussa e approvata. Non è impossibile, non è una proposta irrealistica: il parlamento può e deve prendere una decisione tanto semplice quanto storica. Il Reddito Minimo o di Cittadinanza, è un supporto al reddito che garantisce una rete di sicurezza per chi non riesce a trovare un lavoro, per chi ha un lavoro che però non garantisce una vita dignitosa, per chi non può accedere a sistemi di sicurezza sociale adeguati. Il Reddito Minimo o di Cittadinanza, è una misura necessaria per invertire la rotta della crisi, una risposta concreta ed efficace a povertà e mafie perché garantisce uno standard minimo di vita per coloro che non hanno adeguati strumenti di supporto economico, liberandoli da ricatti e soprusi. È una misura prevista già da tutti i paesi europei, con l’esclusione di Italia, Grecia e Bulgaria. Il Parlamento Europeo ci chiede dal 16 ottobre 2010 di varare una legge che introduca un “reddito minimo, nella lotta contro la povertà e nella promozione di una società inclusiva”. Sono passati cinque anni e nulla è successo. Milioni di italiani/e non possono più aspettare. Libera a Ivrea il 20 marzo 8 anno XXVIII n° 6 SEGUE DALLA PRIMA / AEG COOPERATIVA La perdita del credito Tradecom AEG viene inserito nel CdA di Tradecom per verificare credibilità e consistenza dell’azienda e del piano per risanarla ), il Tribunale di Roma nel novembre dello scorso decreta il fallimento della Tradecom e affida la società in esercizio provvisorio (perché, con i suoi oltre seimila clienti, ha commesse da esaurire per tutto il 2015) a un curatore fallimentare. E, a questo punto, a tutti i creditori (AEG compresa) non resta che “insinuarsi” nel fallimento, cercando di recuperare il più possibile di quanto loro dovuto. La perdita, seppur rilevante, non fa passare in negativo il bilancio di AEG che prevede di presentare il bilancio del 2014 con un raddoppio del fatturato (circa 540 milioni di euro) rispetto all’anno precedente e un utile di circa 15 milioni di euro, di cui 1,5 milioni distribuiti ai soci nella forma di sconto e risconto sui consumi. LE PAROLE Lanciata da un articolo de La Stampa del 14 marzo, la notizia viene ripresa da tutti i media locali, sia per la storica attenzione che, nel bene e nel male, suscitano a Ivrea tutte le vicende della centenaria “cooperativa del gas”, sia perché è vicina la data del rinnovo per il prossimo triennio del CdA, che avverrà nelle assemblee di maggio per l’approvazione del bilancio . E, ovviamente, fioriscono gli interventi sulle scelte e l’operato dell’attuale amministrazione dell’AEG. Un gruppo di “storici” oppositori della gestione della cooperativa AEG (Davoli, De Giacomi, Tognoli, Vannone e Vitali), oltre ad affermare Inserzione a pagamento che è “stato facile essere profeti”, rinnova la critica alla “scelta commerciale” di AEG, alla “rincorsa dei volumi senza pensare ai rischi” e chiede che il bilancio sia pubblicato presto, senza aspettare le assemblee di maggio. Più articolato il giudizio di “Energie del Canavese” (gruppo di soci di AEG candidatosi tre anni fa in opposizione all’amministrazione attualmente in carica) che in un apposito comunicato intitolato “Una crescita a grandi passi, un errore grave, un patrimonio da salvare”, rileva come la cooperativa AEG sia diventata “di fatto una società di trading di energia né più né meno di tante altre società di capitali che operano sul mercato” e questo non è “né lo spirito né la natura giuridica dell’AEG”, il cui futuro, invece, “deve restare ancorato al nostro territorio” dedicando le “maggiori attenzioni ai soci (…) impegnandosi nelle energie rinnovabili e nel rapporto con i centri di ricerca e le competenze Canavesane che ci sono ma disperse”. Scelte per le quali, prosegue il comunicato “serve un nuovo CdA, composto da una generazione nuova”. A tutti replica il presidente di AEG, Ivan Pescarin, convinto che la scelta dei “grandi clienti” sia stata una scelta obbligata perché, dopo la liberalizzazione del mercato dell’energia, restando solo sul proprio territorio la cooperativa non avrebbe retto più di un anno o due. Invece – sostiene ancora Pescarin – che scrive ai soci attraverso un’inserzione a pagamen- to su tutti i media locali [la trovate anche in queste pagine ndr] “il ‘buco’ non turba la quiete …ma dà il via alla bagarre elettorale!” QUALCHE DOMANDA Se AEG fosse un’azienda come un’altra, non ci sarebbe da stupirsi, in tempi come questi, che sia rimasta vittima di un fallimento (o di fallimenti a catena, come pare essere successo in questo caso a Tradecom). Ma AEG coop, per scelta e per consolidata convinzione diffusa, è un po’ un’azienda di tutto il territorio eporediese, oltre che degli oltre 21mila soci, e allora qualche chiarimento in più sarebbe necessario. Prima di tutto per le dimensioni del possibile danno economico (35 milioni di euro) che interrogherebbero qualsiasi azienda (anche senza le caratteristiche di AEG) sulle modalità e sulla scelta di puntare tanto sull’aumento dei volumi dell’attività commerciale. C’è poi una “stranezza” che si avverte in questi giorni: cos’è successo al Consiglio d’Amministrazione di AEG? Di fronte al clamore mediatico suscitato dalla vicenda del fallimento Tradecom, le uniche risposte (interviste, opuscoletto “Conosci AEG Coop”, lettera ai soci) arrivano dal SEGUE DA PAGINA 4 / VIVIAMO IVREA Chi ha scritto, dov'era? ballo per aver “più o meno velatamente accusato il Sindaco di non aver rispettato la decisione presa dal Consiglio Comunale” ricordo che quanto deliberato non era “un suggerimento” ma l’affidamento formale di “un mandato” ben chiaro che il Sindaco ha disatteso. La questione l’ho posta alla luce del sole in presenza del diretto interessato in Conferenza Capigruppo dove lui stesso, e di questo gli rendo merito, ha riconosciuto questa evidenza dimostrando una maggior obiettività di chi a posteriori si esercita nello spargere illazioni infondate. Mi dissocio poi nettamente dalla frase finale del testo nella quale si dice che: “esiste sicuramente una corresponsabilità di tutti nella poco accorta gestione del Consorzio nel corso di questi anni, tanto che i revisori avevano posto come condizione un azzeramento ed un rinnovo totale del suo cda”. Primo perché come gruppo consiliare abbiamo fin dal giorno seguente le elezioni sollecitato l’esecutivo ad affrontare di petto la grave situazione socio-economica attuale chiedendo ad esempio, con una mozione dell’agosto 2013, affossata dalla maggioranza, l’istituzione di un Tavolo di crisi finalizzato a: “… monitorare e seguire le continue crisi aziendali, ricercare fondi, elaborare strategie, proporre soluzioni per la ripresa economica ed occupazionale del nostro territorio tenendo costantemente aggiornata la cittadinanza”, oltre tutto quanto fatto nello specifico per la crisi CIC e già citato in premessa. Per cui non ci sentiamo assolutamente corresponsabili di alcunché e, anzi, sarebbe utile che almeno per una volta, quando si parla di società pubbliche, venissero alla luce responsabilità gestionali e politiche. presidente Ivan Pescarin. Si tratta di identificazione completa del CdA con il presidente o segno di dissensi interni inespressi? Nei prossimi giorni, con l’approssimarsi delle assemblee per il bilancio e la formazione delle liste per il rinnovo del CdA dell’AEG si capirà meglio. Certo è che, con la nuova “campagna elettorale” per il rinnovo degli amministratori della “cooperativa del gas” di Ivrea (che sarà prevedibilmente particolarmente accesa con enfatizzazioni e usi strumentali), un po’ di trasparenza in più sarebbe utile per limitare congetture e discredito sulle persone e sulla stessa AEG coop. ƒz Secondo motivo di dissenso è il marchiano refuso che attribuisce erroneamente a non ben definiti “revisori” (del CIC? del Comune?) l’apposizione di una condizione di azzeramento e rinnovo totale del cda cosa che invece è stata proposta da Viviamo Ivrea (e inizialmente anche dalla Lista dei cittadini) tramite un emendamento votato nel Consiglio del 27 febbraio dagli stessi Consiglieri che hanno votato la successiva delibera per il ripianamento e la ricapitalizzazione. Non mi piace affrontare temi di questa rilevanza sui social e media, prediligendo il confronto diretto nelle sedi istituzionali competenti e opportune, ma in questo caso mi sono sentito in dovere di intervenire per evidenziare tutta una serie di questioni mal poste e non corrispondenti alla realtà colpevoli di ingenerare in chi legge dubbi e confusione. Anche le parole, nell’attuale società fondata sull’inganno, meriterebbero maggior parsimonia, sobrietà, morigeratezza. Francesco Comotto DAL 1 AL 9 MAGGIO 2015 Torna Tavagnasco rock Truzzi Broders, All Beck’s, Francesco de Gregori, Modena City Ramblers, QueenMania & Katia Ricciarelli al Palatenda di Tavagnasco Ventisei edizioni per uno degli eventi musicali più longevi e apprezzati d’Italia: dal 1° al 9 maggio 2015, grandi nomi si avvicenderanno sul palco del Palatenda per il festival Tavagnasco Rock, che si svolgerà, come di consueto, nell’omonima cittadina al confine tra Piemonte e Val d’Aosta. il ricco programma della rassegna verrà integrato nei prossimi giorni dai concerti delle giovani band selezionate con il concorso che si è chiuso agli inizi di febbraio e ha già in serbo qualche novità interessante. I primi a calcare il palco del Tavagnasco Rock, venerdì 1° maggio alle ore 21, saranno i Truzzi Broders, gruppo torinese in pista dal 1982 che propone un rock in bianco e nero “tagliato col coltello”, con influenze hard, blues, reggae & rap. La band è composta da Roby “Blues” Allazzetta (voce, chitarre), Renzo “Ziggy MC” Rolando (basso, cori), Armando “Flanger” Casaroli (chitarre ), Max “Hendrix” Tapparo (chitarre) e Gianfranco “Hammer” Giacchi (batteria). Il secondo gruppo ad esibirsi si definisce così sul proprio sito internet: “Gli All Beck’s nascono nel 2008 da un’idea di 4 rugbysti appassionati di birra e buona musica! Il progetto col passare degli anni, e l’inserimento di nuovi musicisti, decolla, fino a far diventare il gruppo una componente fondamentale per una serata passata all’insegna delle danze sfrenate tra fiumi di birra!”. Lo stile è “Rock’n’Ska” e il gruppo è composto da Diego Naretto alla voce & tromba, Maurizio Rosso alla chitarra solista, Paolo Zilioli alla chitarra ritmica & armonica, Matteo Malusa’ al basso, Fabio Consol al sax, Diego Roffino alla tromba, Diego Girodo al trombone e Thierry Tola alla batteria. Venerdì 1° maggio ci sarà anche una presentazione delle eccellenze artigiane e gastronomiche del territorio con giochi e animazione per bambini, spettacoli di mangiafuoco e la banda musicale che inaugurerà il festival. La vera protagonista della giornata sarà naturalmente la musica: per tutto il pomeriggio si esibiranno gli artisti emergenti, seguiti dal concerto serale. Definito “il principe” dei cantau- tori, con il suo stile originale e liriche di ispirazione intimista, da sempre la sua musica spazia dalle sonorità rock alla musica popolare: Francesco de Gregori si esibirà nella serata di sabato 2 maggio. I suoi estimatori lo reputano un cantautore ma anche un poeta, per la raffinatezza e la profondità dei suoi testi ma la definizione che lui preferisce è semplicemente quella di “artista”. Venerdì 8 maggio è il turno dei Modena City Ramblers, una delle formazioni italiane più conosciute, per la quale non c’è alcun bisogno di presentazioni. Il loro progetto nasce nel 1991: le idee son ben chiare, si tratta di un gruppo folk irlandese, un tributo Tutta la sezione archeologica in un volume Le radici di Ivrea tra storia e cultura città. Nata come importante centro di controllo per le aree strategiche commerciali, Ivrea ha sviluppato una toponomastica particolare per via delle particolarità ambientali con conseguente adattamento urbano e conosce una buona fortuna economica almeno sino all’epoca aureliana. Dopo questo periodo, difatti, la concentrazione di risorse monetarie viene spostata verso i grandi centri urbani sorti in epoca posteriore.e lì utilizzata per finanziare opere prevalentemente monumentarie. In questo particolare momento della sua storia, difficile per il suo sviluppo e la situazione economica, la città potè comunque contare su un ristretto numero di famiglie di commercianti facoltosi che si occupò di investire in alcune opere degne di valore architettonico. Ma se nel pur fondamentale periodo romano Ivrea resta una città economicamente benestante ma prevalentemente periferica, è con crollo dell’Impero e l’avvento del te 23, 13 e 15 euro (più diritti di prevendita). L’abbonamento completo costa 40 euro e i biglietti si possono acquistare attraverso il circuito TicketOne, sul sito www.ticketone.it/. I concerti si svolgeranno nel Palatenda in Zona Verney a Tavagnasco dalle ore 21. Informazioni: Associazione Spazio Futuro: 345 6195860 Online: vendita su ticketone Prevendite fisiche: Aosta: Musica e Ricordi 016540086, Café Girrès, Via Clavalité Biella: Paper Moon 0154053395 Ivrea: Discoccasione 012548415 Castellamonte: Pat Record 0124513748 Tavagnasco: Bar Madagascar LETTURA AD ALTA VOCE Corso di lettura ad alta voce con Gisella Bein Un progetto della Associazione Rosse Torri MUSEO GARDA Presentato alle ore 15.30 di sabato 14 marzo, presso le sale della biblioteca civica, il volume dal titolo: “per il museo di Ivrea”, curato da Ada Gabucci, Luisella Pejrani Baricco e Stefania Ratto e dedicato alla sezione archeologica del museo P.A. Garda di Ivrea. Alla presenza del sindaco Carlo Della Pepa, del Sopraintendente per l’archeologia del Piemonte Egle Micheletto e del presidente della fondazione Guelpa Daniele Lupo Jalla, il professore dell’ Università degli studi “L’Orientale” di Napoli Fabrizio Pesando e quello del politecnico di Torino Carlo Tosco hanno illustrato l’opera. Un lavoro complesso e affascinante, arricchito di una ampia documentazione fotografica e testuale di tutti i reperti presenti all’interno delle sale del museo cittadino in modo da contestualizzarli per ricostruire la storia di Ivrea a partire dal periodo romano sino ad arrivare a quello medioevale. Una ricerca basata non tanto sulla quantità, invero ridotta dei reperti eporediesi rispetto ad una delle altre infinite zone di scavi archeologici disposte sulla nostra penisola, quanto sulla alta qualità dei manufatti stessi e sull’importanza che rivestono per comprendere la storia riguardante la nostra d’amore alle tradizioni dell’isola di Smeraldo; già nei primi album, tuttavia, emerge l’identità meticcia del gruppo, che ad oggi lo rende unico e riconoscibile nel suo genere, un racconto a cavallo tra l’Irlanda e l’Emilia, dalle narrazioni dei sogni isolani fino alla Resistenza degli anni settanta, con i suoi viaggi, il suo idealismo e le lotte. Due grandi nomi per la serata conclusiva di sabato 9 maggio, due baluardi della storia della musica che si uniscono per un concerto imponente (e impedibile!): Katia Ricciarelli, soprano di fama mondiale, canterà insieme ai QueenMania, la più famosa tribute band europea dei Queen, per riportarci alle atmosfere live dell’album “Barcelona”, quando Freddie Mercury cantò con Montserrat Caballé in sole due occasioni: ad Ibiza e (appunto) a Barcellona. La prima serata è ad ingresso libero, mentre i biglietti per Francesco de Gregori, Modena City Ramblers, Queen Mania & Katia Ricciarelli costano rispettivamen- periodo medioevale che conquista un posto di primo piano a livello internazionale. In questo periodo vengono infatti realizzate opere, come ad esempio la splendida cattedrale, per la maggiore parte dei casi commissionate e realizzate per soddisfare le esigenze della nuova e sempre più potente corporazione ecclesiastica. Ed è proprio la vita religiosa la chiave che ci aiuta a compendere il ruolo sociale ed economico della cittadina Eporediese in questo periodo: dalla custodia ed estensione delle reliquie all’importanza enorme come luogo di transito per processioni e manifestazioni legate all’ambito della fede. Quello presso i locali della biblioteca è stato in sintesi un incontro importante; pensato per dare al numeroso pubblico presente in sala un importante contributo culturale riguardo la conoscenza storica della nostra città. Un modo per conoscere le proprie radici, per vivere meglio il nostro presente ed avere gli strumenti per riuscire ad immaginare un possibile futuro con maggiore consapevolezza. mr vita Il programma prevede 5 o 6 incontri di un’ora e mezza o due, da decidersi insieme agli allievi. Ogni incontro si articola in due parti: durante la prima si lavora sul rilassamento, la consapevolezza del respiro, l’uso corretto del diaframma, fattori che permettono il controllo dell’emissione vocale. Si prosegue con alcuni esercizi atti a stimolare l’uso della fantasia, attraverso la cura dei dettagli e l’oggettivazione delle emozioni. Durante la seconda parte si analizza una storia proposta e scelta dai partecipanti. Sulla base di suggestioni, libere associazioni, immagini, che nascono dal gruppo, troveremo, attraverso alcuni “ trucchi del mago”, come far vivere una pagina scritta che acquisti vivacità ma, soprattutto, corrisponda esattamente all’interpretazione che si vuol dare del racconto stesso. Gli incontri sono rivolti a chiunque desideri migliorare la qualità della lettura a voce alta. Il giorno è da scegliersi a seconda delle esigenze degli allievi e dell’insegnante. Gli/le interessati/e possono inviare una mail all’indirizzo [email protected] per ricevere le informazioni sul corso e le possibili date di svolgimento. Gisella Bein si è diplomata alla scuola del Teatro Stabile di Torino, dove ha lavorato per alcuni anni con Franco Passatore, Sergio Liberovici e Beppe Navello. Per alcune stagioni con Renzo Giovampietro (Saul di Alfieri ,fra gli altri). Per dieci stagioni con Il Gruppo della Rocca ( Il Maestro e Margherita, Maria Stuarda, Racconto d’inverno, Candido, L’uomo, la bestia e la virtù e altre produzioni). Tournee al Teatro Nacional di Madrid, al Beauburg di Parigi e nei maggiori teatri italiani. Per quattro stagioni con Enrico Maria Salerno (Morte di un commesso viaggiatore, Sei personaggi in cerca d’autore) rappresentati anche al National Theater di Londra. Nelle ultime stagioni con Assemblea Teatro (Il deserto dei Tartari, Più di mille giovedì, Il piccolo principe, Il funerale di Neruda, Il peso della farfalla e altre produzioni) con tournée in Argentina, Cile, Uruguay, Canada, Messico, Guatemala. Con Egum Teatro (Un anno con 13 lune di Fassbinder). Con il Teatro Stabile Torino (Questa sera si recita a soggetto di Pirandello). Con Acti e Teatro Stabile Torino ( Nord Ovest) per il Festival Colline Torinesi. Con il Teatro Stabile Torino ( Le Operette Morali) regia di Mario Martone. Molte collaborazioni con la sede radiofonica Rai di Torino settore prosa. Attività didattiche in collaborazione con istituzioni scolastiche e biblioteche. 10 anno XXVIII n° 6 AL CINECLUB IVREA MARTEDÌ 31 MARZO E MERCOLEDÌ 1 APRILE VISTI DA NOI Blackhat di Michael Mann The German Doctor Wakolda Quando il futuro passa per uno sguardo implacabile Regìa: Lucía Puenzo Interpreti: Alex Brendemühl, Natalia Oreiro, Diego Peretti, Elena Roger, Guillermo Pfening Origine Argentina, Francia 2013 Durata 1 h e 33’ Gli strascichi della follia nazista in un dramma di sussurrata inquietudine Il dottore tedesco del titolo altri non è che Josef Mengele, tristemente passato alla storia per gli esperimenti, le torture, gli orrori perpetrati su migliaia di ebrei nei campi di concentramento nazisti. É il 1960 e, come molti altri criminali di guerra tedeschi, l’ufficiale medico delle SS ha trovato rifugio in Sud America, in Argentina. Sarà una famiglia e una bambina con una disfunzione nella crescita a risvegliare il perverso e stravolto mito della genetica nella fredda e terribile mente del dottore. Lucía Puenzo, non nuova a storie di diversità dopo l’apprezzato XXY, vicenda di un’adolescente ermafrodita nella lotta costante per determinare la propria sessualità, mette in scena un discorso su alterità e sua omologazione tracciando un quadro sconsolato che pone, con occhio critico, in stato d’accusa una comunità, un popolo, un intero sentire. Giocando per sottrazione e delicatezza la regista argentina traccia l’incedere timido ma costante di un morbo, una perversione che allunga i suoi tentacoli sulle esistenze che la circondano, corrompendole inesorabilmente. Wakolda, la bambola rotta della piccola Lilith che Mengele tenta ostinatamente di riparare così come farà con la sua proprietaria, diviene allora il fulcro simbolico attorno alla quale si costruisce una fiaba nera dove il mostro, travestito, è sempre pronto a circuire i più deboli, a perpetrare come un lupo famelico i suoi sogni di esaltazione sanguinaria nella ferrea convinzione di uno spirito folle e incrollabile. Sulle sponde di un lago freddo ed evocativo dove passato e presente fanno a lotta per una supremazia che è anche ideologica la Puenzo dà vita a un horror mascherato, sussurrato, dove il mostro c’è ma non si vede, confuso tra una folla connivente, complice, fatto di quello stesso male tremendamente banale che popola i volti e le vite in un’agghiacciante quotidianità. The German Doctor non è altro che la fotografia di un orrore inafferrabile ma concreto come solo sanno essere gli incubi al momento del risveglio, come solo sa essere la realtà inimmaginabile della Storia. Mattia Caruso Le figure del Piacere “I volti della giustizia”: André Gide: “Ricordi della Corte d’Assise” (1914), trad. Giancarlo Vigorelli; Sellerio Editore, Palermo 1982, 1994; pp. 133; Liguria e Piemonte, Marzo 2015 “I tribunali hanno sempre esercitato su di me un fascino irresistibile. Quando viaggio, in una città, quattro cose mi attirano: i giardini pubblici, il mercato, il cimitero e il tribunale. Ma oggi so per esperienza che una cosa è ascoltare un verdetto, un’altra è aiutare di persona a render giustizia. Quando uno è fra il pubblico può crederci ancora. Seduto sul banco dei giurati, ripete a se stesso la parola di Cristo: “Non giudicate”. Certo, sono persuaso che una comunità non può fare a meno di tribunali e giudici; ma a che punto la giustizia umana sia dubbia e precaria, l’ho potuto sentire per dodici giorni consecutivi, sino all’angoscia. E ciò, spero, apparirà un po’ da queste note“. Ecco l’incipit, nel 1912, dei “Ricordi della Corte d’Assise”. Gide era affascinato, ma anche molto preoccupato, dall’impervio mondo dei tribunali. Assiste come giudice popolare durante 12 giorni ai processi della Corte d’Assise di Rouen. Prende appunti delle sessioni. Poi li fa decantare. A distanza di tempo scrive dei “ricordi”. Non vuole fare il testimone imparziale e distaccato di quelle sessioni come richiederebbe una deposizione priva di ogni soggettività. Non vuole neanche fare “cronaca” come richiederebbe l’interessata esigenza giornalistica di intercettare le rabbie, i sentimenti, le paure, la morbosità dei lettori. Vuole invece “ricordare”, riflettere la propria memoria e il proprio vissuto nello specchio della realtà del suo tempo. E lo fa consapevole di essere un letterato. Il risultato è eccezionale: infatti, il libricino, quasi un opuscolo, ¤ è riuscito ad emergere dalla gigantesca opera di Gide e diventare un classico sempreverde. Il lettore di oggi, più di quello di allora, riesce a cogliere gli aspetti sociologici, psicologici ed antropologici dell’epoca, la dinamica tra potere giudiziario e società, “l’epidemiologia”, per così dire, del reato, il leggero diaframma che separava all’epoca, e forse anche oggi, reato e normalità. Ma sopratutto, come è giusto che sia, il lettore di oggi coglie la dimensione letteraria, la raffinatezza formale del testo, la sofisticata e leggera struttura che sorregge la piccola costruzione. Con grande perizia e maggior efficacia comunicativa, Gide dosa descrizione e dialoghi, riflessioni e proposte. Una lingua chiara e concisa, nella miglior tradizione cartesiana francese, rende la lettura intensa e gradevole. “Sarei stato curioso di sapere se quella singolare soddisfazione dell’incendiario, e quel senso di liberazione, non fosse in relazione al godimento sessuale. Ma per quanto io sieda tra i giurati, non oso formulare la domanda, per timore che possa sembrare assurda e ridicola”. É una coerenza che non conosce compromessi quella di Michael Mann, nemmeno quando affronta l’invisibile, neppure quando si confronta con una storia solo all’apparenza tanto distante dal proprio sentire, dalla viscerale umanità di un cinema che solo ingenuamente si può ricondurre a una qualche logica di genere. Perché Blackhat – ultima fatica del regista statunitense a sei anni da Nemico Pubblico – è, né più né meno, un film enorme e inaudito, la vetta espressiva di un percorso autoriale unico capace di farsi parabola umana su libertà, realtà e perdita nell’era dello sguardo e della sua negazione. Ecco allora che la figura di Nick Hataway (Chris Emsworth), hacker geniale fatto uscire di prigione per aiutare le autorità (quelle statunitensi e quelle cinesi, unitesi in un’inedita task force) contro la minaccia di un altro micidiale cyber-criminale (un blackhat, appunto) che sta gettando il mondo nel caos, si va a sovrapporre perfettamente con quella del tipico eroe manniano alla disperata ricerca di una libertà, di un’altra vita che niente ha a che vedere con l’ordine di costituito, nulla ha da spartire con un mondo virtuale che regola, asservendolo, il destino della società, ma che è, invece, sempre e solo una ricerca di autenticità ispirata dal cuore, da un sentire che è, prima di tutto, un vedere oltre. É il valore dello sguardo l’essenza stessa del cinema di Mann, il perno su cui far ruotare il suo intero universo di senso, al di là di una storia chiara e incisiva, persino oltre la costruzione di un’azione come sempre magistrale. Portando avanti un discorso tematico e stilistico esplicitato definitivamente con Miami Vice e qui esasperato fino all’estremo da una poetica (digitale) che non conosce confini, che disdegna le regole formali del genere, sprezzante per le limitazioni di un sistema hollywoodiano rimasto troppo indietro anche solo per comprenderla, il regista statunitense esce allo scoperto confezionando la sua opera più coraggiosa all’insegna della rottura definitiva. SEGUE IN ULTIMA P. Domene “Nuove frontiere dello sguardo”: Adam Magyar (1972), “Stainless” (dal 2010) , “Urban flow,” (dal 2006), “Squares” (dal 2007); foto interattive ad alta definizione e video lowmotion; Nella rete, 19. 3.2015. Vedi: http://www.magyaradam.com/; anche “Siska: Unconditional rebel”: https://vimeo.com/118738368 Mentre si godono le stupefacenti immagini di Adam Magyar non si sa se classificarle come Arte Contemporanea o come Tecnologia. La questione comunque è obsoleta e da evitare accuratamente. D’altra parte è una questione completamente esterna all’esperienza dello spettatore: saranno Arte Contemporanea se si inseriscono nello stritolante modello economico del capitalismo liberale che le fa diventare oggetti da speculazione finanziaria con i quali fissare e movimentare le masse di capitale liquido non altrimenti utilizzate; saranno Tecnologia se si inseriscono nel più morbido modello economico del capitalismo liberale che le sfrutta commercialmente e le rende redditizie. Per il momento sembrano orientarsi, a mio parere erroneamente, verso il primo caso. Quello che è chiaro è che le immagini fisse o in movimento di Adam Magyar non sono immagini virtuali della realtà, ma realtà in se stesse, prodotti non vicari di niente ma con vita propria. Capaci di generare nuove esperienze. Certamente persino lo spettatore più distaccato si renderà subito conto, pur senza carpirne il processo, che queste immagini hanno una precisa dimensione estetica e che perciò sono arte; si renderà anche subito conto che hanno anche una forte dimensione tecnologica e che c’è una grande simbiosi tra la dimensione estetica e quella tecnologica. Partendo da qui può aprire la vera discussione: senza dubbio costituiscono una nuova frontiera nel modo di vedere la realtà e, partendo dalla dimensione tecnologica e artistica, gettare luce su altre dimensioni: psicologica, sociologica... delle società urbane. Adam Magyar firma o fotografa treni e binari delle metropolitane (“Stainless”: Tokio, Berlino, New York...) o grandi piazze (“Squares”: New York, Tokio, Hong Kong...) o flussi di persone (“Urban Flow”: Roma, Shangai, New York, Londra, Tokio, Hong Kong...). Lo fa con dispositivi muniti di hardware e software sofisticati. Il risultato ha una grande efficacia comunicativa e consente l’interazione successiva dello spettatore. Questa interazione costituisce a tutt’oggi la grande novità di questo lavoro. Poiché Adam Magyar sembra orientare il suo lavoro verso il business dell’arte contemporanea lo spettatore comune potrà solo godere dei trailer. Soltanto le grandi istituzioni, i musei e gli speculatori finanziari potranno sfruttare a caro prezzo il lavoro completo. Peccato. *Chi vorrà godere di un esempio integrale e molto bello di low-motion (che usa una tecnologia simile a quella di Magyar benché più limitata e che comunque si orienta al business della musica anziché alla speculazione) potrà godersi il video della nuova canzone di Siska, “Unconditional Rebel“, uscito qualche giorno fa e girato dal francese Guillaume Panariello. 11 25 marzo 2015 teatro sabato 28 marzo OLIVETTI IL MUSICAL Compagnia Andromeda. Testi e regia: Lucia Rossetti, Matteo Chiantore, Coreografie: Fiorella Pacetti, Direzione musicale: Marco Ghiringhello, Direzione coro: Paola Mei Interpreti e corpo di ballo: Angelo Patti, Matteo Chiantore, Tommaso Grimaldi, Teresa Gioda, Fiorella Pacetti, Luca Spitale, Valeria Urzia, Luca Vincent Pecora, Sara Ugorese, Alice Mistretta, Ottavia Capussella, Mauro Pavan, Alessandro Romano Band: Francesco Grassino, tastiera, Mattia Andreo, chitarra, Simone Tessa, basso, Matteo Cosentino, batteria, Francesco Cilione, tromba, Marco Garbero, sax tenore, Nicolas Vietti, trombone Coro / vocalist: Erika Pea, Gabriella Foriero, Eliana Daghetti, Simona Tognozzi, Massimo Bonati, Fabio Freppaz È una Olivetti live quella proposta attraverso uno spettacolo che della saga olivettiana offre scorci inattesi e testimonianze insolite, di quelle che difficilmente si rintracciano nei documenti e nella storia ufficiale. La grande storia della Olivetti rimane sullo sfondo, puntualmente riconoscibile attraverso i varchi che i personaggi aprono con le loro piccole storie, aggiungendo la loro voce al racconto di un’esperienza che forse non sarà mai possibile raccontare e comprendere fino in fondo. Nei panni del narratore si trova il “matto” cittadino che appartiene alla memoria collettiva della città, con la sua bicicletta da corsa, l’asciugamano al musica mercoledì 25 marzo PANKU QUARTET. Country Inn, v.Monte Stella 8, Ivrea venerdì 27 marzo VERDENA, rock-grunge, Cap 10100, Torino TRICARICO, Mc Ryan’s Pub, Moncalieri sabato 28 marzo CAPAREZZA, Palalpitour, Torino TREVES BLUES BAND, Vercellifiere, Vercelli domenica 29 marzo BOMBINO. Biennale democrazia. Teatro Carignano, Torino venerdì 3 aprile HOWEGELB+GRANTLEEPHILIPS, alt-country dagli Stati Uniti, Spazio 211, via Cigna 211, Torino sabato 4 aprile THE “big” BREATH QUARTET feat. JAVIER GIROTTO Argentina) Folk Club via Perrone 3 bis Torino giovedì 9 aprile 21:30 DUO TAUFIC (Brasile) Todas As Cores: i due alfieri della musica brasiliana presentano il loro secondo album. Folk Club via Perrone 3 bis Torino venerdì 10 aprile UMBERTO MARIA GIARDINI, Officine Corsare, via Pallavicino 35, Torino collo e una borsa piena di parole e di ricordi. Al suo fianco, una spalla d’eccezione: il pino che da sempre contraddistingue la portineria di Via Jervis. I due personaggi, testimoni di un periodo storico compreso tra anni gli ’40 e oggi, ci regalano scorci esilaranti, momenti di grande dolore, emozioni e piccole storie sfuggite al flusso degli eventi che volano senza peso nello spazio della memoria. Ingresso 15 euro, prevendita La Galleria del libro, Ivrea. Officina H, Ivrea concede e ciò la irrita. Se almeno il marito si disperasse per essere lontano da lei! Se almeno fosse geloso! Se almeno vivesse una vita acre e iraconda! Ma no, egli è tranquillo; egli s’è vuotato d’ogni sentimento; è ormai uno spettatore del mondo. La signora Gala, indignata, vuole farlo diventare attore. Al punto che, quando le si presenta una fortuita occasione – l’involontaria ma gravissima offesa fattale da un gentiluomo – progetta di mettere a repentaglio la vita del marito, trascinandolo in un duello…” Informazioni 0125.641161. Teatro Giacosa, Ivrea. martedì 31 marzo ore 21 replica mercoledì 1 aprile a Biella martedì 7 aprile presso Teatro Municipale Monferrato di Casale Monferrato (AL) giovedì 9 aprile presso Teatro Superga di Nichelino (TO) venerdì 10 aprile presso Teatro Civico Milanollo di Savigliano (CN) mercoledì 8 aprile ore 21 IL GIUOCO DELLE PARTI di Luigi Pirandello, con Umberto Orsini, Alvia Reale, Totò Onnis, Flavio Bonacci, Carlo De Ruggieri, Woody Neri, regia Roberto Valerio, COMPAGNIA UMBERTO ORSINI “La vicenda della commedia è nota: i soliti tre: il marito, la moglie, l’amante. Il marito, Leone Gala, s’è separato amichevolmente dalla moglie Silia; egli continua ad essere ufficialmente il marito; ma vive per conto proprio in una casa che è quasi un romitaggio. Ogni sera tanto per salvare le apparenze, passa dal portinaio della signora, domanda se c’è niente di nuovo e se ne va. Se ne va verso i suoi cari libri e verso le batterie della sua cucina, perché egli coltiva con finezza la gastronomia, e ama comporre salse preziose aiutato dal suo cameriere-cuoco con il quale parla di Socrate e Bergson. Mentre il marito prepara gli intingoletti, la moglie fa due cose: si prende, o continua a tenersi un amante (Guido Venanzi) preso in precedenza, e si annoia. Si annoia perché è libera, sì, ma in fondo la sua libertà è relativa. È una libertà che il marito le DISCORSI ALLA NAZIONE di e con Ascanio Celestini “CITTADINI! Lasciate che vi chiami cittadini anche se tutti sappiamo che siate sudditi, ma io vi chiamerò cittadini per risparmiarvi un’inutile umiliazione. Il tiranno è chiuso nel palazzo. Non varie sabato 28 marzo ore 16,30 dal 7 marzo all’8 aprile MOSTRA DI ELENA MIRANDOLA E MANITERRA a cura di ArteInFuga presso Castello di Sale, Via dei Patrioti 14, Ivrea ORARI: Lunedì 14.30-19.00, dal martedì al sabato 9.30-19.00 info: http://arteinfuga.blogspot.it/ www.castellodisale.it/castellosale-ivrea.html giovedì 26 marzo ore 18 INCONTRARELEGENERAZIONI La Psicoanalisi e i legami familiari CICLO di INCONTRI organizzati dal Centro JONAS di Ivrea L’AMORE E L’INVENZIONE DELLA COPPIA Intervengono: Massimiliano Spano (psicoterapeuta, Jonas Aosta e Torino) con Nicolò Terminio (psicoterapeuta, Jonas Ivrea). Libreria Cossavella, Ivrea «…SOGNO IN VERSI…» Letture e immagini per ricordare la poetessa rivarolese Maria Germano Maria Germano, classe 1927, si è spenta a Rivarolo Canavese lo scorso 31 dicembre. Dopo il lavoro come insegnante elementare, ha rinnovato nella poesia la passione per la scrittura che l’animava sin da bambina. Le sue raccolte poetiche Un sassofono d’oro in bocca all’anima (2005) e Pascolo Parole (2010) schiudono numerosi scorci e ricordi rivarolesi e proprio l’importanza dell’esperienza letteraria di Maria Germano rispetto alla Città animerà l’iniziativa in suo ricordo in programma sabato 28 marzo presso la Sala Consiliare, in via Ivrea 60 a Rivarolo, a cura della Città di Rivarolo Canavese e della Biblioteca Comunale “Domenico Besso dal 21 marzo all'11 aprile MOSTRA FOTOGRAFICA Biblioteca Civica della Città di Ivrea “Costantino Nigra” MOSTRA COLLETTIVA degli SAL TRAVAJ LE FOMNE MAI! allievi del CORSO AVANZATO COMPAGNIA I VAGABONDI. RasDI FOTOGRAFIA DIGITALE segna Teatro piemontese. Bollengo, dell’UNI3 di IVREA Salone municipale “LE CITTA’ INVISIBILI” Libera interpretazione fotografica del testo dell’omonimo libro di Italo Calvino. Il punto di partenza di ogni capivenerdì 27 marzo ore 21 ha nessun bisogno di parlare alla massa. I suoi affari sono lontani dai sudditi, la sua vita è un’altra e non ha quasi nulla in comune con il popolo che si accontenta di vedere la sua faccia stampata sulle monete. Eppure il tiranno si deve mostrare ogni tanto. Deve farsi acclamare soprattutto nei momenti di crisi quando rischia di essere spodestato. Così si affaccia, si sporge dal balcone del palazzo e rischia di diventare un bersaglio. Ho immaginato alcuni aspiranti tiranni che provano ad affascinare il popolo per strappargli il consenso e la legittimazione. Appaiono al balcone e parlano senza nascondere nulla. Parlano come parlerebbero i nostri tiranni democratici se non avessero bisogno di nascondere il dispotismo sotto il costume di scena dello stato democratico”. Ascanio Celestini. Teatro Magnetti Via Cavour 28, Ciriè. Tel 011. 9218155. ragazzi CINECLUB IVREA al cinema Boaro, Ivrea orari proiezioni: martedì ore 15, 17.10, 19.20, 21.30 mercoledì ore 15.30, 18.00 mercoledì 25 marzo DUE GIORNI, UNA NOTTE regia Jean Pierre e Luc Dardenne mercoledì ore 15.30, 18.00 martedì 31 marzo e mercoledì 1 aprile THE GERMAN DOCTOR regia Lucia Puenzo martedì ore 15- 17,10- 19,20- 21,30 mercoledì ore 15.30, 18 venerdì 27 marzo ore 21 BAMBINIATEATRO Due giorni, una notte A pancia in su, Teatro del piccione In scena un fratello e una sorella danno forma, con parole e corpi in movimento, al loro modo creativo e immaginifico di incontrare la realtà e vivere il quotidiano, svelano paure, bisogni e desideri che appartengono non solo ai bambini, ma alla parte più profonda di tutti noi. Storie di nere paure, di sottili vergogne, di domande curiose, di silenzi, di risate, di giochi, di vita vissuta e immaginata attraverso lo sguardo di un bambino. Un conoscere che passa per l’emozione, la sottile memoria fisica delle cose, l’ascolto dei sensi e del cuore, dell’affettività come fondamento della crescita e della vita tutta. Informazioni 011 19740258. Teatro Giacosa, Ivrea Sandra ha un marito, Manu, due figli e un lavoro presso una piccolo azienda che realizza pannelli solari. Sandra ‘aveva’ un lavoro perché i colleghi sono stati messi di fronte a una scelta: se votano per il suo licenziamento riceveranno un bonus di 1000 euro. In caso contrario non spetterà loro l’emolumento aggiuntivo. Grazie al sostegno di Manu, Sandra chiede una ripetizione della votazione in cui sia tutelata la segretezza. La ottiene ma ha un tempo limitatissimo per convincere chi le ha votato contro a cambiare parere. I Dardenne fecero il loro esordio con La promesse in cui si trattava il tema del lavoro clandestino. Con il successivo Rosetta tornarono ad affrontare l’argomento occupazione conquistando non solo una Palma d’oro a Cannes ma anche e soprattutto una legge a tutela del lavoro giovanile che prese il nome del film in quanto originata dalle discussioni che in Belgio questo aveva suscitato. Sono solo due esempi dell’attenzione portata all’argomento dai due registi che ora torna al centro del loro cinema. Gli appassionati (cinefili e non) ricorderanno certo lo straordinario esordio di Sidney Lumet dietro la macchina da presa. Si intitolava La parola ai giurati e in esso Henry Fonda doveva convincere una giuria, in gran parte favorevole a una condanna per parricidio, a mutare parere. La condanna che i Dardenne individuano oggi è quella, endemica, della perdita del posto di lavoro. Venute meno le tutele, con l’assenza nelle piccole aziende del nucleo sindacale, le decisioni restano appannaggio dei proprietari. Oppure, come in questo caso, possono essere subdolamente delegate a una guerra tra poveri che spinga ognuno a guardare ai propri bisogni azzerando qualsiasi ideale di solidarietà. Quella solidarietà che i due registi riescono ancora a rinvenire nella famiglia. Anche se non per tutti è così. Il percorso della protagonista ci pone di fronte alle situazioni più diverse: c’è chi si nega, chi ha paura, chi ricorda un suo gesto di generosità del passato. Le etnie di provenienza sono le più diverse ma il senso di insicurezza profonda accomuna tutti. I Dardenne non hanno mai edulcorato la loro rappresentazione della realtà e non lo fanno neppure in questa occasione. C’è chi cambia idea così come c’è chi si irrigidisce ancora di più. Sono così i personaggi dei Dardenne. Veri perché fragili. Veri perché umani (da Mymovies) tolo del libro è il dialogo tra Marco Polo e l’imperatore dei Tartari Kublai Khan, che interroga l’esploratore sulle città del suo immenso impero. Marco Polo descrive città reali, immaginarie, frutto della sua fantasia, che colpiscono sempre più il Gran Khan. La docente del Corso, Elisabetta Minucci, ha proposto questo tema ai suoi allievi dando loro la più ampia libertà di scelta fra le 55 città descritte (magia dei numeri: 55 è la somma dei primi dieci numeri naturali), di utilizzo di tecniche di ritocco o manipolazione del materiale fotografato. Ne è nato un insieme di immagini con un unico filo conduttore ma che nello stesso tempo rivela la personalità e la sensibilità di ciascun fotografo. Visto il tema ispiratore della mostra, è stato quasi naturale scegliere il luogo dove proporla. Grazie all’interessamento e collaborazione della Direttrice della Biblioteca Civica di Ivrea e responsabile del Sistema Bibliotecario, dott.ssa Gabriella Ronchetti la mostra viene allestita presso la sala consultazione della Biblioteca Civica “Costantino Nigra” di Ivrea, in Piazza Ottinetti. Orari: domenica e lunedì chiuso Martedì-mercoledì-giovedì 9,30-13 / 14-18 Venerdì 9,30-15 Sabato 10-13 / 14-17,30 La mostra verrà riproposta in altre biblioteche del Canavese 12 ultima anno XXVIII n° 6 MOSTRE Wildlife Photographer of the year Al forte di Bard, dal 7 febbraio al 2 giugno 2015 Movicentro, via Dora Baltea 40 , Ivrea Eventi marzo-aprile venerdì 27 marzo ore 18.30 BUONESTORIE DA GUSTARE - CASCINA ESCUELITA DAL GRANO AL PANE Il cuore caldo della Cascina Escuelita è un forno a legna che profuma di pane. Ma la storia di questo pane inizia mesi prima, nei campi, dalla scelta dei grani antichi coltivati nel rispetto dei cicli naturali, alla macinatura nel mulino a pietra , alla lievitazione lenta a pasta acida: tante tappe e tante scelte importanti per arrivare a un pane dal gusto inconfondibile. Seguirà un aperitivo con degustazione dei prodotti dell’azienda. venerdì 27 marzo ore 21.00 MEMENTO Performance, dibattito con gli artisti, presentazione del lavoro del BILOURA Intercultural Theatre Collective LA MORTE NON E’ MAI STATA COSI’ APPETITOSA! MEMENTO è una performance fisica, musicale e visiva prima che drammatica. Chiediamo al nostro pubblico di guardare al teatro come a un tableau vivant e non aspettarsi fiumi di parole come linguaggio regnante. Lavoriamo sul tema della morte con leggerezza, ironia e poesia. Perché è già stato abbastanza caricato di oscurità e non ve ne vogliamo aggiungere, anzi proprio il contrario. La riflessione sulla morte è un’ode alla vita, perché darsi l’occasione di rifletterci un momento significa riconsiderare ciò a cui riconosciamo valore. E chissà, magari viverlo. in scena: Silvia Ribero, Angie Rottensteiner, dietro le quinte: Amandine Gros, Luca Zurzolo sabato 28 marzo ore 19.00 TACABANDA Serata a base di musica tradizionale piemontese con orchestrina dal vivo.Merenda sinoira e canto collettivo delle antiche feste popolari. venerdì 3 aprile ore 19.00 THE MARKET Il famoso “ mercato itinerante in tutto il nord Italia e Ibiza, approderà al movicentro per una serata stile ’80-’90 in piena regola. All’interno dell’area saranno presenti espositori delle migliori selezioni di vintage torinesi ed piccole bancarelle di lavorazioni handmade locali. Dalle borse in cuoio fatte a mano, a cerchietti e collane di stoffa. Da piccoli marchi nascenti a oggetti di design derivanti da materiale di recupero. In dj set accompagnerà la serata e a partire dalle 19, per chi volesse, sarà possibile mangiare con un ricco buffet a 10 euro, bevande incluse. TEATRO 28 e 29 marzo ore 21 T/EMPIO - CRITICA DELLA RAGION GIUSTA Libera reinterpretazione dell’Eutifrone di Platone, diretto ed interpretato da Giuseppe Carullo e Cristiana Minasi Spettacolo Vincitore Teatri del Sacro 2013, Bando Trasparenze 2013, Finalista Premio Ne(x)twork 2013 Sulla gradinata del Palazzo di Giustizia due soggetti uniti dalla comune sorte di un processo che reciprocamente li attende, l’uno accusante e l’altro accusato per processi diversi, disquisiscono e si interrogano intorno ai temi del Sacro e dell’ Empio, concetti apparentemente opposti ma che per la magia argomentativa di un vero confronto si mostrano inscindibili volti diversi di una medesima medaglia. “Ma lo spettacolo che mi ha più colpito, è stato senza dubbio T/ Empio. I due sono un fenomeno a sé stante fin dai peculiari tratti naturali. Renato Palazzi – Il Sole 24 Ore Ingtresso 8 euro. Prenotazioni Elisa Ariano Mob. 3275851709. Cubo Teatro, Via Pallavicino Torino Prima della mostra c’è questo viaggetto breve, che collega Ivrea al Forte di Bard, tutto da gustare, con la statale che serpeggia fino alla gola delle grandi montagne, e i bastioni del forte che sovrastano imponenti la valle. Gigante di pietra sulla roccia, il maniero depone ai suoi piedi quel borgo medievale che le atmosfere della sera scaldano di luce arancione, lampioni che si inchinano luminosi sulla via lastricata del borgo, il silenzio del passeggio, appena sottolineato dal chioccolio delle fontane. Si sale sugli ascensori trasparenti, che sembrano scalare il forte come insetti colossali, e si entra. Il forte ospita, ormai da alcuni anni, questa importante mostra sulla fotografia naturalistica che, partendo proprio da qui, farà il giro del mondo. Qui si viene per gettare l’occhio oltre la barriere del visibile, qui si viene per fare un viaggio nella profondità dello sguardo, qui si viene per vedere quali meraviglie esistano al mondo. Qui si viene per conoscere, nel dettaglio, la natura, gli animali, l’ambiente che ci ospita e di cui, spesso, non abbiamo che una percezione superficiale e distratta. Cento gli scatti esposti e selezionati a partire dal 1965, anno di nascita di questo concorso, ambito dai migliori fotografi del pianeta. Dalle 361 immagini pervenute all’esordio, al numero di 40.000 delle ultime edizioni. Questi i numeri che raccontano tanto dell’interesse suscitato dal concorso quanto dei progressi fatti dalla fotografia nell’esplorazione del mondo. Si incomincia incollando gli occhi sulle due vincitrici assolute, rispettivamente nella categoria “Adulti” e in quella “Ragazzi fino a 17 anni”. La prima immagine premiata è “The last great picture” di Michael Nichols (Usa): leonesse e i loro cuccioli sdraiati, su uno sperone di roccia, nel parco della Tanzania; bianco e nero di intensità primordiale. Nella seconda categoria, vince un bambino spagnolo di 8 anni, Carlos Perez Naval con “Pungiglione al sole”, ritratto, in primo piano, di uno scorpione. Tu guardi queste foto e loro guar- SEGUE DA PAG.10 Giocando, ancora una volta, col thriller, superando le limitazioni di una struttura ridotta a puro pretesto, Mann, operando per sottrazione, fa della trama nient’altro che un canovaccio da far deflagrare in favore di un accumulo espressivo totalmente svincolato dalla logica narrativa tradizionale, dove è lo sguardo incantato di un momento a riscrivere regole e vite, a coronare sogni infranti e morti violente. Un sentire totalmente altro, dove il tempo si dilata, la violenza si trasfigura in attimi di puro trasporto emotivo ed esistenziale e i silenzi si moltiplicano in una contemplazione che anela a una realtà che è un irrimediabile altrove, a un’umanità sempre più morente dietro lo sfavillio virtuale e inconsistente del mondo globale. É un gioco rischioso che sovverte i canoni, che impone il suo sguardo potentissimo trasfigurando una cac- dano te dal quadro ampio delle loro dimensioni, di modo che il meglio dell’immagine trasmigri dall’occhio del fotografo a quello dello spettatore. Gradatamente si penetra nella visione altrimenti inosservabile: insetti filiformi, lumache di mare con antenne simili a piume arancioni, betulle straordinariamente argentate, sciami di lucciole festanti nella loro bioluminescenza, l’”arribada” o arrivo delle tartarughe sulla spiaggia per deporre le uova, un maschio di salamandra gigante, rane trasparenti del Costa Rica, volatili sorprendenti che selezionano sessualmente i maschi, in base all’estetica dei loro ornamenti, le cubomeduse, i tursiotopi, delfini che costruiscono anelli di fango nell’acqua per intrappolare i pesci, uno gnu con la gamba spezzata davanti all’incedere di un incendio, leoni stremati dagli accoppiamenti e leonesse maliziose. C’è di tutto e c’è di più. Una foto mette insieme un topo, una zanzara e la luna. Diaframmi e regolazione dei tempi di posa fanno miracoli, esaltano l’estro tecnico dei maestri dello scatto. A volte una foto ha una gestazione lunghissima, tutto il tempo necessario a cogliere l’unicità, irripetibile, dell’attimo fuggente. E’ il caso del “Puma di Hollywood”, uno splendido esemplare di fiera, attesa allo scatto da una serie di trappole fotografiche. Non basta che il puma si mostri per fare l’inquadratura, occorre esigere lo scatto perfetto, realizzare l’immagine della vita: giusta angolazione, luce, messa a fuoco, postura dell’animale e poi la scritta Hollywood, che deve risultare ben visibile alle spalle del felino. Ogni foto ha una spiegazione a corredo, momenti e luoghi dello scatto, dati tecnici e apparecchio fotografico usato. I fotografi sperimentano l’impossibile, inquadrature agli infrarossi in luce diurna, movimenti di zoom contemporanei allo scatto. Ne scaturiscono immagine artisticamente mosse, musi di animali che sfumano e svaniscono, quasi simbolicamente, come nel caso del leone africano sulla via dell’estin- Blackhat cia all’uomo nell’ennesima fuga per la libertà, nella costante, tenace ricerca di un equilibrio sempre oltre la linea dell’orizzonte (o dell’inquadratura), nell’unica lotta possibile per dirsi realmente umani. Con una libertà d’azione senza precedenti, Mann firma l’addio a un cinema che non ha più ragione d’essere, rendendolo obsoleto. Lo spettacolo, scostante e imprevedibile, diviene a misura d’uomo, con ralenti, montaggio incalzante, geometrie folli a costruire un’azione digitale iperreale eppure, allo stesso tempo, fortemente poetica, sentimentale. In Blackhat c’è la lotta contro un tempo che veramente sta per finire, c’è la solitudine, la perdita e l’amore e c’è un profondo, onnipresenze senso di malinconia a pervadere ogni fotogramma ribelle, ogni visione sospesa e liberatoria, ogni sguardo non convenzionale della macchina da zione. Lo sfruttamento degli animali è un altro dei temi che questa mostra evidenzia: leoni allevati in cattività, solo per essere uccisi, a pagamento, da cacciatori ricchi e annoiati, leonesse squoiate, pinne di squalo, a migliaia, messe ad essiccare al sole di Hong Hong, mare degli squali trucidati o mare della morte, piccoli deliziosi animaletti del deserto venduti ai turisti, pescecani intrappolati nei palamiti. Insomma il campionario della brutalità umana, disposta a tutto pur di omaggiare le peggiori lusinghe del denaro. Qui si viene anche per leggere meglio questa realtà, non solo per fare una gita domenicale, qui si viene per farsi nuove e più corrette idee sulle specie animali che condividono, con noi, l’esperienza della vita su questo pianeta. Pianeta che, tra l’altro, rivela ancora bellezze mozzafiato, dune in ombra mosse dal vento, albore boreali verdeggianti, reticolo di fulmini rosa in un cielo blu, lingue di lava e caleidoscopi di minerali. Qui si viene per formarsi una nuova coscienza. C’è la volpe morta, distesa come una figurina di neve nell’acqua nera, ci sono le immagini di una giraffa e di un lupo, riflesse e contrapposte sui due lati di un fiume, ci sono i cuccioli di civetta raggruppati su un albero e le scimmie, riprese dall’alto, che si abbracciano per scaldarsi. Guardo la bellezza che c’è e tutta quella che abbiamo perduto. Uno dei piccoli autori, di questa mostra, dice: “Amo i ritratti degli animali, perché, a fotografarli da vicino, è come se i loro sentimenti ti parlassero”. E’ come se i loro sentimenti ti parlassero…parole di un bimbo che, grazie alla magia dell’arte fotografica, ti portano lontano. Pierangelo Scala presa. In una caccia all’uomo fantasmatica che diventa fuga e infine vendetta brutale e animalesca, il film di Mann non diviene altro che una lunga, sofferta uscita di scena, un faticoso ritorno alla realtà, la disperata ricerca di una fisicità ancora in grado di farsi trionfo catartico, di un’umanità che ritrova nel sangue, nella visceralità dello scontro fisico, nell’odio e nell’amore il senso stesso di quel reale che gli sfugge, troppo pericolosamente vicino a un virtuale che ormai lo ingloba. Come il suo protagonista che fende una moltitudine senza volto verso un futuro incerto, rischioso ma autentico, in una delle sequenze più emozionanti ed evocative del film, Mann firma il suo capolavoro assoluto di coerenza, continuando la sua avanzata sempre, rigorosamente, controcorrente. M.C.
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