J.S.BACH Relazioni matematiche e Numeri di Fibonacci A. SCHOENBERG Dodecafonia e procedimento seriale Allievo : Andrea Balzani Conservatorio A.Casella Triennio I° anno (Pianoforte) Corso I° di Teoria/Ear Training M.ro : Ezio Monti RELAZIONI MATEMATICHE SULLA MUSICA DI J.S.BACH Ritratto di J.S.Bach Il rapporto tra Bach e matematica è strettissimo. Nella sua musica figurano calcoli numerici molto complessi ed elaborati. Egli stesso infatti, oltre che musicista, era anche latinista, filosofo, matematico e studioso di teologia luterana. Come tutti i maestri tedeschi, osservava il recupero dei numeri e delle lettere, talvolta derivandoli anche dalle altre religioni come l’ebraismo e il cattolicesimo. L’alfabeto musicale germanico acquistò anche un valore matematico di cui Bach fu un attento osservatore. Ad esempio nella “Fuga sul nome Bach” appare il seguente schema : [B = Sib – A = LA – C = DO – H = Si naturale] Analisi Preludio I “Clavicembalo ben Temperato” Vol.I - Tonalità di DO maggiore (Tonalità della Luce, priva di alterazioni). - Relazioni col numero 7 (Numero sacro che rappresenta vari significati le note musicali, i giorni della settimana, i Chakra indiani). - La somma tra il numero 4 (le stagioni, i punti cardinali, il “Terreno”) ed il numero 3 (numero della S.Trinità) è appunto 7. - 21 sono il numero di battute discorsive della prima fase [7x3 = 21] - 35 sono il numero di battute totali [7x5 = 35] - Analizzando il nome BACH in relazione alla numerologia ebraica (Caballah) abbiamo : B=2, A=1, C=3, H=8, quindi ancora 2+1+3+8= 14 [7x2=14] - Sono presenti chiari riferimenti anche alla Sezione Aurea ed i numeri di Fibonacci. I Numeri di Fibonacci I numeri di Fibonacci sono dati dalla somma di due numeri precedenti costruiti in successione : 1, 1, 2, 3, 5, 8, 13, 21, 34, 55… Il rapporto tra i due termini successivi si avvicina molto rapidamente al numero decimale 1,61803… : 2:1 = 2 | 3:2 = 1,5 | 5:3 = 1, 666 | 8:5 = 1,6 | 13:8 = 1,625 | 55:34 = 1,617… Questo valore prende il nome di “Rapporto Aureo” ed è stato considerato, si dalla sua scoperta (avvenuta nel 1202) una rappresentazione della legge universale dell’armonia. La proporzione aurea fu molto utilizzata dagli antichi Greci come rapporto armonico applicato alle costruzioni architettoniche; lo ritroviamo nelle Piramidi Egizie, nel Partenone, nell’Acropoli e nelle Cariatidi Erittee. Il rapporto aureo fu ripreso anche da Leonardo da Vinci nel Rinascimento per le dimensioni della Monna Lisa e, ancora, nei giorni nostri in architettura, con il Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite. In musica è stato ampiamente utilizzato da J.S.Bach per le sue Fughe, in alcune Sonate di Mozart, da Beethoven per la sua Quinta Sinfonia, da Stravinskij nella Sagra della Primavera, da Satie per le Gnossiennes e, da Debussy (che lo soprannominava “la Divine Nombre”) per la composizione di alcuni Preludi e dei brani di La Mer. Anche in natura è possibile trovare il rapporto aureo attraverso l’analisi di alcuni animali e di certe piante : il Nautilus, un mollusco di grandi dimensioni, ha la sezione del guscio rappresentata da una perfetta spirale logaritmica, mentre l’ Achillea Ptarmica, ogni mese genera un nuovo ramo che si biforca generandone a sua volta un altro, poi un altro ancora e cosi via, uno per ogni mese; in questo modo nel primo mese si forma un solo ramo, nel secondo due, nel terzo tre e nel quarto cinque, generando la nota serie 1-23-5-8-13-21… Sezione guscio del Nautilus Achillea Ptarmica Leonardo Fibonacci, figlio di Guglielmo Fibonacci segretario della Repubblica di Pisa e responsabile del commercio pisano, nacque intorno al 1170 avviandosi ben presto agli studi matematici, sui numeri e sulla logica di calcolo, specialmente verso le cifre indo – arabiche, non ancora introdotte in Europa.La sua reputazione di matematico divenne così grande che ricevette un udienza dall’imperatore Federico II. SCHOENBERG E LA “DODECAFONIA” Compositore appartenente alla cosiddetta scuola di Vienna fu ideatore della “Dodecafonia”, una tecnica compositiva considerata il trapasso del sistema tonale. Schoenberg definiva la Dodecafonia come una “Tecnica di composizione con le 12 note che sono in relazione soltanto tra loro” ; ogni nota, a differenza del sistema tonale dove i suoni gravitano intorno ad un nucleo centrale (Dominante – Tonica) si presenta come un entità indipendente, poiché nessun suono ha una prevalenza sull’altro. Questo sistema non va considerato un momento di rottura col passato ma un tentativo di rinnovamento ed ampliamento della tradizione conforme anche alle scoperte espressive del periodo. Shoenberg e i suoi allievi applicarono la Dodecafonia utilizzando forme e metodi del passato. Già alla fine dell’ottocento con Wagner e Listz (e più avanti anche con Stravinskij, Webern, Berg, Ravel, Bartok e Debussy) si assistette ad una progressiva emancipazione della dissonanza con la ricerca di scritture armoniche sempre più complesse che portavano ad accordi sempre più fitti. Da questo presupposto Schoenberg teorizzò ed applicò il suo sistema. La prima composizione scritta con questa tecnica fu il “Valzer”, seguito poi dalla “Suite op.25” e i “Klavierstuck” Base della Dodecafonia è la “Serie”: Una successione dei 12 suoni della scala cromatica che possono essere sottoposti alle seguenti trasformazioni contrappuntistiche: “Moto contrario, Retrogrado, Retrogrado dell’inverso”. Questo processo può dare origine a migliaia di permutazioni sia in senso orizzontale che in senso verticale. Applicando questo sistema, la tonalità è pressoché scomparsa, ma è possibile comunque avvertire presenze tonali all’interno dei passaggi accordali, in quanto il riconoscimento di un centro armonico prevalente dipende non solo dalla frequenza di apparizione di una nota ma anche dalle successioni orizzontali e verticali utilizzate. Procedimento dodecafonico Fulcro della tecnica dodecafonica è la “serie”, un modello dove vengono esposte le dodici note della scala cromatica e poi elaborate secondo i principi del canone. Ponendo ad esempio la seguente serie originale abbiamo: - La stessa serie viene elaborata secondo il principio della retrogradazione, in cui si riespongono tutte le note, partendo dall’ultima fino alla prima: - Nel passo successivo la serie originale viene elaborata per inversione trasformando gli intervalli discendenti in ascendenti e viceversa (ad esempio, nel nostro caso, per scendere da Do# a Fa# della serie originale occorre percorrere 7 semitoni, viceversa salendo in senso ascendente, di 7 semitoni da Do# arriviamo a Sol# e cosi via per tutte le altre note) dunque, in questo modo si ottiene la seguente serie: - Nell’ultimo passo si avrà la serie invertita rielaborata secondo il procedimento di retrogradazione dell’inverso in cui vengono riesposte le note dall’ultima alla prima: - Infine si possono ottenere, partendo dalla serie originale, una catena di altre serie tutte trasposte allo stesso numero di intervalli di semitoni (similmente al sistema tonale dove ad esempio l’intervallo tra Do e La è una sesta maggiore, come lo è tra Re e Si trasportata due semitoni sopra). Applicando i procedimenti sopra esposti si possono ottenere una combinazione pressoché infinita di modelli.
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