1 Indice In breve pag. 2 Strategia d’investimento pag. 3 Economia e mercati finanziari pag. 4-5 Tassi e valute pag. 6-7 Mercato azionario pag. 8-9 Paesi: situazione e prospettive pag. 10-19 Appendice: Sintesi previsioni pag. 22 Rendimenti attesi pag. 23 Strategia settoriale pag. 24 Strutture di portafoglio pag. 25-27 © Banca dello Stato del Cantone Ticino, 2014 2 In breve Economia La congiuntura globale è gradualmente migliorata nel 2013, ma la crescita economica mondiale è rimasta ancora al di sotto della media di lungo periodo. Per il 2014 prevediamo un ulteriore leggero rafforzamento della crescita a livello globale. Negli USA è migliorata la situazione del mercato del lavoro e di quello immobiliari. L’Eurozona è uscita dalla recessione, ma nel 2014 la congiuntura si manterrà debole. In Cina il tasso di crescita del Pil si è attestato attorno al 7,5%. Nella maggior parte delle grandi economie l’inflazione è in calo. A causa del persistere di output gap negativi, i tassi d’inflazione resteranno bassi anche nel 2014. L’unica eccezione significativa è il Giappone. Mercati finanziari I mercati finanziari hanno accolto favorevolmente la decisione della Fed di ridurre gli acquisti di titoli da gennaio 2014 e di mantenere una forward guidance moderata. In ogni casi il 2013 sarà ricordato come uno degli anni migliori per i mercati azionari. I rialzi del 2013 erano dovuti in primo luogo all’incremento del rapporto prezzo/utili (P/E). Oggi, tuttavia il potenziale per un ulteriore espansione è limitato. Tenuto conto della ripresa della congiuntura globale, nel corso del 2014 è probabile però un miglioramento sul fronte degli utili. Politica d’investimento Abbiamo iniziato il 2013 con una posizione azionaria sovrappesata e terminiamo l’anno nello tesso modo. Nel 2013 siamo stati sovrappesati in azioni durante buona parte dell’anno. Siamo del parere che la crescita prenderà vigore nei paesi industrializzati e che la politica monetaria resterà complessivamente espansiva, un contesto che rimane quindi favorevole per le azioni. Di conseguenza, manteniamo il sovrappeso del comparto azionario anche all’ inizio del nuovo anno. 3 Strategia d’investimento Quota azionaria sovrappesata anche nell’anno nuovo Avevamo iniziato il 2013 con una posizione azionaria sovrappesata e terminiamo l’anno nello stesso modo. Nel 2013 abbiamo mantenuto il sovrappeso quasi tutto l’anno. Solo nei mesi estivi abbiamo ridotto il rischio assicurando parte della quota azionaria Come andranno avanti le cose? Siamo dell’avviso che nel 2014 gli effetti negativi delle politiche fiscali si attenueranno negli Stati Uniti, nell’Eurozona e in Gran Bretagna, che la crescita prenderà vigore nei paesi industrializzati e che la politica monetaria si manterrà complessivamente in territorio espansivo. A nostro avviso questo contesto rimane favorevole per i mercati azionari. Di conseguenza ci manteniamo sovraesposti nell’azionario anche all’inizio dell’anno nuovo. Inserimento quota bonds in CNY Per tutto l’anno siamo stati sottopesati in obbligazioni. Nel portafoglio reddito fisso abbiamo evitato fondi tradizionali investendo piuttosto in fondi con strategie “Absolut Return”. La nostra unica esposizione ai titoli di Stato ha riguardato la Zona Euro. Da segnalare inoltre l’introduzione di una quota in bonds in renminbi cinese, che offrono un interessante rendimento. Strategia complessiva (Portafoglio bilanciato, ponderazione in %) 0 10 20 30 40 50 Liquidità Obbligazioni Azioni Investimenti alternativi Benchmark Ripartizione tattica Strategia d’investimento obbligazionaria (Portafoglio reddito fisso, ponderazione in %) 0 20 40 60 80 CHF EUR Ex EMU USD/CAD Asia/Pacifico EM Azioni europee ancora favorite Nel portafoglio azionario verso la fine dell’estate abbiamo incrementato in modo massiccio l’esposizione ai mercati dell’Eurozona in seguito ad un significativo miglioramento dei segnali di ripresa della congiuntura europea. Siamo del parere che le azioni europee saranno favorite dall’accordo di coalizione siglato in Germania e dai futuri passi in avanti verso l’integrazione nell’Eurozona, in particolar modo dall’unione bancaria. Entriamo quindi nel nuovo anno con una sovraesposizione in azioni europee. Valute: nessuna variazione Come nella seconda parte del 2013, anche all’inizio del 2014 manteniamo il sovrappeso del dollaro statunitense. Nei portafogli con una quota azionaria abbiamo pure un sovrappeso nell’euro. Ripartizione tattica Benchmark Strategia monetaria (Portafoglio bilanciato, ponderazione in %) 0 10 20 30 40 50 60 25 30 CHF EUR Ex EMU USD/Altri A. Asia/Pacifico Altri Ripartizione tattica Benchmark Strategia d’investimento azionaria: ripartizione generale (Portafoglio reddito da capitale, ponderazione in %) 0 5 10 15 20 Cash Svizzera Resto Europa Americhe Asia/Pacifico EM/Satelliti Ripartizione tattica Benchmark 4 Economia e mercati finanziari 140 120 100 80 60 40 2012 2007 2002 1997 1992 1987 1982 1977 1972 1967 1962 1957 20 Debiti in % del reddito disponibile Media storica Giappone: solida crescita grazie all’Abenomics Il Giappone ha il vento in poppa grazie alle misure di stimolo monetario e fiscale dell’Abenomics. In che misura possiamo dire che è stato attuato con successo il programma fino ad ora? Il primo e il secondo punto, politica monetaria espansiva ed alleggerimento fiscale, hanno prodotto l’effetto auspicato, con l’indebolimento dello yen, la ripresa della congiuntura e il ritorno del tasso d’inflazione in territorio positivo (Grafico 3). Invece, i passi avanti a livello delle riforme, cioè il terzo punto, per il momento sono stati molto vaghi e piuttosto deludenti. Un impulso riformatore potrebbe scaturire dall’accordo di libero scambio transpacifico (TPP) ancora in fase di negoziazione. Diverso anelito riformatore nel resto del mondo Non solo il Giappone ha urgente bisogno di riforme. Le riforme strutturali realizzate nei paesi dell’Europa del Sud possono essere definite incoraggianti, benché sia necessario un ulteriore sforzo. Positivi sono anche i propositi riformatori annunciati a novembre in occasione della seduta plenaria dal governo cinese. Da allora sono già state avviate diverse riforme, a testimonianza della Grafico 3: inflazione e fiducia delle imprese Giappone 60 1 55 0.5 50 55 45 0 50 40 -0.5 35 -1 40 -1.5 25 -2 20 Indice globale direttori degli acquisti (PMI) Inflazione core (in % a/a) 2013 2012 2011 2010 2009 2008 2007 2011 2012 2013 2006 2010 2005 2009 2004 2008 2003 2007 30 2002 2006 Fonte: Bloomberg 45 Shoko Chukin Index (s. d. d.) Fonte: Thomson Datastream Grafico 1: indice globale dei direttori degli acquisti (PMI) 35 2005 Fonte: Thomson Datastream Prosegue il trend di ripresa globale La congiuntura internazionale è migliorata nel corso del 2013. Il grafico 1 esemplifica questo trend con l’ausilio dell’indice globale dei direttori degli acquisti. Tuttavia, l’incremento globale del Pil si colloca ancora al di sotto della media di lungo periodo. Anche per il 2014 prevediamo solo un leggero aumento del tasso di crescita a livello globale. Negli USA è migliorata la situazione del mercato immobiliare e del lavoro, e buoni progressi sono stati conseguiti sul fronte della riduzione del debito dei privati, così che i consumi privati rappresenteranno un importante fattore di traino nel 2014 (grafico 2). Sebbene nel secondo semestre 2013 l’Eurozona sia finalmente uscita dalla recessione, nel 2014 la crescita prevista sarà ancora modesta (intorno all’1%). Il tasso di crescita del Pil nella seconda maggiore economia del mondo, la Cina, si è ormai stabilizzato intorno al 7,5%. Un tasso accettabile per mettere in pratica il suo ambizioso piano di riforme, con una crescita il più stabile possibile. Nei Paesi emergenti in linea generale si delinea una ripresa moderata. La crescita viene attenuata da ostacoli strutturali e da una politica monetaria più restrittiva nei paesi con elevati disavanzi delle partite correnti ed elevati tassi d’inflazione. Grafico 2: riduzione del debito delle famiglie negli USA 1952 La Fed inizia a ridurre gli acquisti di titoli Dopo esserci interrogati a lungo sul preciso momento in cui sarebbe intervenuta negli USA la svolta in materia di politica monetaria, a metà dicembre la Fed ha annunciato, per molti a sorpresa, che all’ inizio del nuovo anno gli acquisti di titoli sarebbero stati leggermente ridotti, passando da 85 a 75 miliardi di dollari. Poiché l’istituto centrale ha aggiunto che i tassi saranno mantenuti ancora per molto tempo intorno allo zero, la decisione è stata accolta positivamente dai mercati finanziari. 5 Economia e mercati finanziari Grafico 4: andamento dell’inflazione (in % anno prec.) Grafico 6: andamento prezzi delle materie prime 5 400 2000 4 3 1800 350 1600 2 1 0 -1 300 1400 250 1200 Giappone serietà del governo e della sua volontà di mettere in pratica tali provvedimenti. Un altro esempio positivo nei Paesi emergenti è il Messico, che ha varato di recente la riforma del settore energetico. Se l’attuazione sarà coronata da successo gli effetti sull’economia del paese potrebbero essere paragonabili a quelli della stipula dell’accordo di libero scambio NAFTA nel 1994. In altri importanti Paesi emergenti quali India, Brasile, Indonesia, Turchia e Africa del Sud, nel 2014 sono previste elezioni, nella cui imminenza è poco probabile che si affrontino riforme di particolare rilievo. Inflazione per lo più bassa Nelle maggiori economie del pianeta i tassi d’inflazione sono in calo (grafico 4). Alla base di questo trend c’è il fatto che, malgrado la ripresa, il livello attuale del Pil è al di sotto del suo potenziale nelle principali economie e sussistono perciò ancora degli output gap negativi (grafico 5). Inoltre, nel 2013 i prezzi delle materie prime sono diminuiti. In presenza di output gap negativi i tassi di rincaro continueranno ad essere contenuti anche nel 2014 . Principale eccezione è il Giappone, dove tuttavia la lotta alla deflazione è stata apertamente la priorità Grafico 5: output gap negativi Output gap (in % del Pil potenziale) Fonte: OECD, Cabinet Office A O G EC ra n D Br et ag na G ia pp on e Au st ra lia Sv izz er a G er m an ia US ro na Eu Ita lia Zo Sp ag na 0 -1 -2 -3 -4 -5 -6 -7 800 150 DJ UBS-Commodities Index 2013 2013 2013 2012 2012 2012 2011 2011 2010 2011 2010 2009 2010 2009 600 Oro (USD/Oncia, s. d. d.) Fonte: Thomson Datastream Zona Euro USA 200 2009 01 .2 04 00 .2 9 07 00 .2 9 10 00 .2 9 01 00 .2 9 04 01 .2 0 07 01 .2 0 10 01 .2 0 01 01 .2 0 04 01 .2 1 07 01 .2 1 10 01 .2 1 01 01 .2 1 04 01 .2 2 07 01 .2 2 10 01 .2 2 01 01 .2 2 04 01 .2 3 07 01 .2 3 10 01 .2 3 01 3 -3 Fonte: Thomson Datastream 1000 -2 assoluta del governo. Per mantenere stabilmente un tasso d’inflazione positivo sarà comunque necessario che aumentino anche i salari di base. Mentre alcune grandi aziende seguiranno l’appello del governo, le piccole e medie imprese sono ancora poco propense a farlo. Anche alcuni Paesi emergenti quali l’India o il Brasile hanno dei tassi d’inflazione troppo elevati, anche a causa del rincaro dei prezzi dei beni alimentari, dalla debolezza delle loro monete e da fattori strutturali. Segnali positivi per le materie prime nel 2014 Nel 2013 sono ulteriormente diminuiti i prezzi della maggior parte delle materie prime. Ciò è dipeso soprattutto da un incremento dell’offerta di molte materie prime non supportato a sufficienza dall’ aumento della domanda globale. Dopo che i relativi indici, come il Dow Jones-UBS commodity, nel mese di novembre avevano toccato i minimi da tre anni (grafico 6), vi era stato un certo recupero. Per il 2014 siamo cautamente positivi. In primo luogo, i mercati delle materie prime dovrebbero digerire rapidamente un eventuale svolta di politica monetaria, come ci insegna l‘esperienza passata. Ciò è stato confermato anche in un caso estremo come nel ciclo di aumento dei tassi del 1994, accompagnato da crolli obbligazionari e da forti contraccolpi sui prezzi delle azioni. Eccezione alla regola è l'oro che è meno una materia prima e più un asset e la cui performance è significativamente influenzata dalla politica della Fed. In secondo luogo, l’attuale fase del ciclo della congiuntura depone a favore di prezzi complessivamente in aumento per le materie prime. Non ci aspettiamo però un incremento sostanzioso dei prezzi, come nei primi anni dopo la svolta del millennio, in quanto la ripresa dei mercati emergenti dai quali proviene soprattutto la domanda di materie prime, sarà comparativamente inferiore e ciò rallenterà l’aumento della domanda di materie prime. 6 Tassi e valute Tassi di riferimento 26 dic. 13 apr. 14 CHF EUR GBP SEK USD CAD JPY AUD 0.02 0.25 0.50 0.75 0.25 1.01 0.10 2.50 gen. 15 0.02 0.25 0.50 0.75 0.25 1.00 0.10 2.50 0.05 0.25 0.50 0.75 0.25 1.00 0.10 2.5 Rendimenti titoli di Stato a 10 anni 26 dic. 13 apr. 14 gen. 15 CHF EUR GBP SEK USD CAD JPY AUD 1.06 2.78 2.99 2.46 2.99 2.72 0.71 4.27 1.10 2.90 3.00 2.50 3.00 2.80 0.70 4.30 1.40 3.00 3.30 3.00 3.30 3.30 1.10 4.60 Grafico 1: mandato duale della Fed 12 10 8 6 2 1.7.13 1.7.12 1.1.13 1.1.12 1.7.11 1.7.10 1.1.11 1.7.09 Inflazione PCE 1.1.10 1.7.08 1.1.09 1.7.07 1.1.08 1.7.06 1.1.07 1.1.06 0 Tasso di disoccupazione Fonte: Thomson Datastream 4 1.7.05 Tabelle 2: performance mercati obbligazionari (01.01.2013 – 26.12.2013) In v. l. In CHF Svizzera -1.8% -1.8% 0.0% USA -3.4% -5.5% -2.2% Eurozona 2.4% 4.0% 1.6% Giappone 2.4% -17.2% -19.2% Perf. valute Gran Bretagna -3.9% -5.0% -1.1% Canada -2.6% -10.8% -8.4% 0.0% -16.3% -16.3% Mondo -4.6% -6.6% -2.2% EMBI -6.4% -8.4% -2.2% Australia Fonte: Thomson Datastream Ampliamento della forward guidance Il tapering della Fed viene accompagnato da una più esplicita forward guidance, che trova sempre più applicazione anche da parte delle altre Banche centrali. Questo nuovo strumento si prefigge l’obbiettivo di amplificare l’efficacia della politica monetaria per il tramite di una più elaborata strategia di comunicazione. Dall’epoca della crisi finanziaria le Banche centrali del mondo intero si sono interrogate su come rendere più efficaci le loro politiche monetarie, a causa dei sempre maggior limiti di altri strumenti quali ad esempio la politica dei tassi. Proprio in un momento difficile come quello dell’approssimarsi della svolta di politica monetaria, la strategia di comunicazione assume un particolare rilievo. Mentre le grandi Banche centrali quali la Fed, la BoE o la Bce puntano sull’introduzione o il rafforzamento della forward guidance, altre banche centrali come quella svedese hanno optato per un altro orientamento. Insieme alla Banca norvegese, infatti, la Riksbank già da tempo aveva abbracciato la filosofia della trasparenza e della comunicazione di previsioni su disoccupazione, inflazione, tassi e orientamenti vari in materia di politica monetaria, mentre ora punta maggiormente su una strategia unitaria di comunicazione. Previsione Tassi 1.1.05 Contesto monetario ancora espansivo nel 2014 La Fed ha scelto un buon momento, a metà dicembre, per iniziare il tapering anche per quanto riguarda la comunicazione e l’entità della riduzione degli acquisti. Infatti, il programma di acquisto titoli della Fed a gennaio passerà da 85 miliardi a 75 miliardi di dollari. Se nelle riunioni del Comitato della Fed sarà confermata la politica dei piccoli passi, il tapering non dovrebbe concludersi prima della metà del 2014. Nonostante il rallentamento dell’orientamento espansivo negli USA, anche nel 2014 l’erogazione di liquidità si manterrà elevatissima e, nel caso della Banca centrale giapponese, il ritmo dell’espansione monetaria potrà addirittura essere aumentato. Nei paesi OCSE non dovremmo assistere a rialzi dei tassi. Dopo le performance positive dei titoli di Stato di rating elevato dalla crisi finanziaria, i corsi sui mercati obbligazionari dovrebbero rimanere sotto pressione anche nel 2014, in entità analoga a quanto già avvenuto l’anno scorso (cfr. tabella 2). Tenuto conto della previsione di un seppur limitato aumento dei rendimenti sul segmento lungo del mercato, si raccomanda di mantenere una duration inferiore a quella del benchmark. 7 Tassi e valute L’euro non è stato al centro dell’attenzione nel 2013 Per una volta nel 2013 l’euro non è stato al centro delle discussioni valutarie. Si è placata infatti la paura di un crollo della moneta unica e il processo di normalizzazione è stato avviato. I mercati valutari si sono concentrati invece sul cosiddetto tapering, una parola che poco tempo addietro neppure esisteva nel mondo finanziario e che negli ultimi mesi è diventato un termine tecnico tra i più ricorrenti nel settore. La reazione dei mercati all’eventualità di dover convivere con un ridotto allentamento o addirittura senza quantitative easing, è stata sorprendentemente disomogenea. Alcune monete come l’euro e la lira sterlina si sono rafforzate, mentre altre, come ad esempio il dollaro australiano (vedi sotto) si sono indebolite. Questo quadro disomogeneo vale anche per le valute rifugio, come nel caso del franco svizzero rispetto allo yen (grafico 3). Previsione cambi Tassi di cambio CHF/… 26 dic. 13 EUR 1.23 GBP 1.47 SEK 13.68 USD 0.90 CAD 0.84 JPY 0.86 AUD 0.80 apr. 14 1.23 1.50 13.98 0.90 0.86 0.85 0.80 gen. 15 1.25 1.56 14.71 0.96 0.92 0.87 0.81 Grafico 3: tasso di cambio reale indicizzato 115 110 105 100 95 90 85 80 12/11 04/12 CHF 08/12 EUR 12/12 USD 04/13 GBP 08/13 12/13 AUD JPY Grafico 4: previsione d’inflazione BNS Fonte: Thomson Datastream Il franco svizzero nel 2014 «La Banca nazionale svizzera mantiene invariato il tasso di cambio minimo con l’euro a 1,20 franchi». Da molti trimestri le comunicazioni ai media sulla politica monetaria della BNS iniziano con questa frase e siamo convinti che anche nel 2014 i report della BNS avranno lo stesso tenore. Sebbene l’economia svizzera stia crescendo considerevolmente, il divario negativo tra prodotto effettivo e potenziale non potrà essere ancora colmato. Anche nel 2014 l’inflazione si manterrà bassa (grafico 4). Fino a quando le grandi Banche centrali (Fed, Bce) non alzeranno il tasso di riferimento, il maggior strumento di politica monetaria della BNS resterà la politica del tasso di cambio. Nel 2014 il franco dovrebbe oscillare tra 1,20 e 1,25 rispetto all’euro. ¬¬¬¬¬ 1.4 1.2 1 0.8 0.6 0.4 0.2 -0.4 -0.6 Q1 2013 Q1 2014 giu 13 Q1 2015 set 13 Q1 2016 dic 13 Fonte: Thomson Datastream 0 -0.2 Grafico 5: andamento dei tassi in Australia 16 14 12 10 8 6 4 2 0 1985 1990 1995 Titoli di Stato a 10 anni 2000 2005 Tassi a 3 mesi 2010 Fonte: Thomson Datastream Debole il dollaro australiano L’economia australiana continua a crescere leggermente al di sotto del trend a lungo termine. I tassi sono a un livello storicamente basso (grafico 5). In base ai dati economici fondamentali, l’AUD è ancora sopravvalutato e i vertici della Banca centrale hanno più volte ribadito in questa fase che il valore del dollaro australiano è «fastidiosamente alto» e che un livello inferiore aiuterebbe a ribilanciare l’economia al di là degli investimenti nel settore minerario. Prevediamo un ulteriore leggero deprezzamento del dollaro australiano nei confronti del biglietto verde. 8 Mercato azionario Crescita utili** 14.7 14.8 13.4 15.6 14.2 10.3 10.3 11.9 6.2 11.1 10.1 9.6 11.5 13.1 13.2 13.8 15.6 1.3 Rendimento div. *** 2.8 2.8 3.8 2.4 2.5 2.7 2.4 3.0 3.8 * Calcolato con utili attesi a 12 mesi (consenso IBES) ** Stime crescita 5 anni (consenso IBES) *** In base agli ultimi dividendi annualizzati corrisposti (IBES) 6000 5500 5000 4500 4000 3500 3000 2500 2000 1500 1000 2013 2013 2012 2012 2010 2011 2009 2010 2008 2009 2007 P/E MSCI Mondo 2008 2006 2006 2005 18 17 16 15 14 13 12 11 10 9 8 MSCI Mondo (s. d.d.) Fonte: Thomson Datastream Grafico 1: buone performance grazie a maggiori P/E 2003 Grafico 2: utili in crescita 50 40 30 65 20 10 55 60 50 0 -10 45 -20 -30 -40 40 -50 30 35 S&P 500: utili attesi a 12 mesi (in % a/a) ISM (s. d. d.) Fonte: Thomson Datastream Da una performance trainata dalla liquidità a una performance trainata dagli utili Il grafico 1 evidenzia come i rialzi del 2013 siano stati trainati in primo luogo dall’incremento del rapporto prezzo/utile (P/E). I bassi tassi d’interesse, il leggero miglioramento della congiuntura e il diminuito rischio (nell’Eurozona e in Cina) hanno favorito l’aumento delle valutazioni dei titoli azionari. L’andamento degli utili, invece, ha contribuito solo in lieve misura alla performance complessiva. Oggi i titoli della maggior parte dei mercati azionari hanno una valutazione più o meno equa, mentre delle quotazioni interessanti si trovano ancora in Europa e nei Mercati emergenti. Tuttavia, essendo ormai limitato il potenziale di ulteriore espansione del P/E, per poter assistere a rialzi azionari sostenibili sono necessari dei progressi a livello degli utili. Tenuto conto della ripresa della congiuntura globale è comunque lecito attendersi un miglioramento sul fronte degli utili (grafico 2). P/E* Mondo Svizzera Europa America del Nord Asia/Pacifico Mercati emergenti Asia America latina Europa 2004 2005 Mercati emergenti deludenti Detto ciò, le differenze sono grandissime tra le varie regioni e i paesi dei Mercati emergenti. Mentre in Asia l’indice in dollari statunitensi ha chiuso in territorio leggermente positivo, in Europa dell’Est sono state registrate delle lievi perdite e in America Latina perdite ben più consistenti. Nel 2013 i paesi con elevati deficit della bilancia delle partite correnti sono stati tra i peggiori a causa delle forti perdite su cambi. Regioni MSCI: parametri di valutazione 1986 1987 1989 1990 1992 1993 1995 1997 1998 2000 2001 2003 2005 2006 2008 2009 2011 2012 Il 2013 è stato un eccellente anno per le borse Ad inizio dicembre negli Stati Uniti i mercati azionari sono stati messi leggermente sotto pressione per dei barlumi di insicurezza riguardanti il tapering. La recente decisione della Fed di ridurre solo di poco gli acquisti di titoli e di moderare ulteriormente la forward guidance, ha calmato i mercati azionari. Il 2013 sarà quindi ricordato come uno dei migliori anni per i mercati azionari. Nel 2013, l’indice azionario globale MSCI Mondo ha conseguito in franchi svizzeri una performance superiore al 20%. Quasi altrettanto è stato possibile guadagnare con le azioni svizzere. Tra le piazze azionarie più importanti, la migliore è stata Tokio, con rialzi del 50% in valuta locale. Sebbene la debolezza dello yen abbia ridotto i guadagni in franchi svizzeri, tali rialzi si sono pur sempre attestati intorno al 20%. Con queste performance di tutto rilievo non hanno potuto competere i Mercati emergenti, che nella maggior parte dei casi hanno addirittura subito delle perdite in franchi svizzeri. 9 Mercato azionario Rating* MSCI Mondo Energia Materie prime Industria Consumi ciclici Consumi non ciclici Farmaceutici Finanziari Informatica Telecomunicazioni Utility P/E** Crescita utili*** 14.0 11.9 14.1 14.8 15.6 16.4 15.5 12.4 14.3 13.6 14.3 = = + + − = = + − − Rend. div.**** 11.0 6.8 15.3 13.3 17.5 8.9 6.1 10.9 12.0 4.9 16.7 2.9 3.4 2.7 2.5 2.1 2.9 2.8 3.1 2.2 4.7 4.9 * Peso raccomandato risp. MSCI Mondo ** Calcolato con utili attesi a 12 mesi (consenso IBES) *** Stime crescita 5 anni (consenso IBES) **** In base agli ultimi dividendi annualizzati corrisposti (IBES) Performance dal 31 dicembre 2012 40% 30% 20% 10% 0% -10% a er izz Sv sto Re pa ro Eu rd No Am ica er CHF ico cif Pa ia/ s A M on Fonte: Thomson Datastream I rendimenti in rialzo favoriscono i ciclici Lo scenario continua a deporre a favore di una performance al di sopra della media per i titoli ciclici più sensibili alla congiuntura. Confermiamo quindi la nostra precedente ponderazione tattica. Anche l’incremento dei rendimenti obbligazionari porta normalmente ad una outperformance dei titoli ciclici. La premessa è tuttavia che i maggiori rendimenti continuino ad essere la conseguenza di un maggiore dinamismo della congiuntura globale e non di aspettative di inflazione in rialzo. La prima ipotesi corrisponde al nostro scenario e inoltre siamo dell’avviso che il pericolo inflazione sia abbastanza remoto. I tassi di crescita sono relativamente elevati, ma non così tanto da assicurare un pieno utilizzo delle capacità produttive tale da mettere in moto un’inflazione da costi. Anche un’inflazione per eccesso di domanda di beni e servizi rispetto alla produzione ci sembra poco probabile a causa degli elevati tassi di disoccupazione. Settori MSCI: indicatori e raccomandazioni Me rca ti E me rg en ti Eurozona ancora favorita Entriamo nel nuovo anno con una strategia regionale invariata per l’azionario, al cui interno privilegiamo l’Eurozona a discapito degli USA. Infatti, mentre l’MSCI USA ha già toccato un record storico, l’MSCI Eurozona non ha ancora raggiunto questi livelli. Anche l’indice total return, che comprende i dividendi reinvestiti si colloca ancora a -11% dal suo valore massimo di metà 2007. Gli indicatori congiunturali nell’Eurozona e la migliorata situazione politica lasciano presagire che l’unione monetaria continuerà a riprendersi dalla sua crisi del debito. Inoltre, una politica monetaria statunitense meno espansiva da parte della Fed dovrebbe dare slancio al dollaro USA e rendere più attraenti i titoli europei. In questo contesto, in Europa ravvisiamo il potenziale per recuperare terreno rispetto alle azioni statunitensi. Verso i Paesi emergenti per il momento restiamo cauti. I mercati azionari delle economie emergenti hanno registrato nel 2013 un andamento oltremodo debole e le valutazioni sono comparativamente attraenti. Tuttavia, nei prossimi trimestri il loro vantaggio in termini di maggiore crescita si attenuerà ulteriormente, seppur di poco. Infine, le speculazioni sulla politica monetaria dell’Istituto centrale statunitense continueranno a infondere insicurezza negli investitori. A nostro avviso il rapporto rischio/rendimento è più favorevole nei paesi industrializzati. do Valuta locale Performance dal 31 dicembre 2012 in CHF Energia Materie prime Industria Consumo ciclico Consumo non ciclico Finanziario ¬ Tecnologia Telecominicazioni Utilities -5.0% 0.0% 5.0% 10.0% 15.0% 20.0% 25.0% 30.0% 35.0% 40.0% Fonte: Thomson Datastream Sanità 10 USA Buoni dati congiunturali Novembre è stato un mese molto buono a partire dall’Indice ISM, che ha proseguito la sua impennata fino ad un livello euforico a quota 57,3 punti, dall’aumento delle vendite al dettaglio, che anche in base alla definizione della contabilità nazionale registrano un incremento mensile dello 0,5%, fino alla produzione industriale. Con un rialzo dell’1,1%, il più forte incremento mensile da un anno, la produzione industriale ha finalmente raggiunto il livello pre-crisi. Molto positivo anche il dato sul mercato del lavoro, che registrava la creazione di 200.000 ulteriori nuovi posti di lavoro. Dati economici USA 2001-11 2012 20131 20141 20151 Pil 1.7 2.8 1.9 2.8 2.9 2 -5.5 -7.1 -4.0 -3.4 -2.1 Bilancio pubblico -2.9 -2.6 -2.7 -3.0 Bilancia partite correnti2 -4.3 3 2.5 2.1 1.5 1.7 2.3 Inflazione 6.4 8.2 7.5 6.7 6.2 Tasso disoccupazione3 1 Previsioni 2 in% Pil 3 Media annuale Fonte: ZKB Grafico 2: tassi USA Libor 3 mesi Rendimento titoli di Stato decennali Fonte: Thomson Datastream Tempestivo compromesso sul bilancio statunitense L’accordo sulla politica fiscale tra democratici e repubblicani raggiunto a metà dicembre per gli anni fiscali 2014 e 2015, prevede la riduzione dei tagli automatici al bilancio di inizio 2014 dallo 0,5 % allo 0,25% del Pil. Inoltre, è stato previsto un leggero incremento della spesa pubblica per i prossimi due anni fiscali. Non ci si è ancora messi d’accordo invece sull’innalzamento del tetto del debito, che sarà raggiunto ad inizio febbraio. Con la riduzione degli effetti negativi delle politiche fiscali è probabile il miglioramento della congiuntura dei consumi, nel contesto di una ripresa particolarmente forte nell’ultimo anno e mezzo del mercato edilizio e del lavoro negli Stati Uniti e tenuto conto dell’urgente necessità di recupero del settore privato. Indice direttori acquisti ISM Crescita Pil reale (in % risp. anno prec.; scala di destra) Grafico 3: tasso di cambio USD Fonte: Thomson Datastream Ottimo tempismo per il tapering Il tasso di disoccupazione è regredito al 7%, un livello al quale secondo la Fed il tapering avrebbe già dovuto essere alle spalle. Ad ogni modo, la riduzione degli acquisti di titoli per 10 miliardi di dollari ha avuto inizio prima della fine dell’anno. Tenuto conto di questo primo intervento molto cauto, il tapering non dovrebbe concludersi prima dell’inizio del secondo semestre 2014, allorché il tasso di disoccupazione dovrebbe aver già raggiunto la soglia del 6,5%, a partire dal quale avremmo dovuto assistere ad un primo rialzo del tasso di riferimento. Molto probabilmente la Fed non alzerà i tassi prima di metà 2015, in considerazione soprattutto dell’inflazione PCE, il cui tasso core all’1% continua ad essere decisamente lontano dell’obiettivo della Fed del 2%. Fonte: Thomson Datastream Grafico 1: indice ISM e Pil 11 Eurozona 2 Previsioni 3 in% Pil Media annuale Fonte: ZKB Grafico 1: clima delle imprese e incremento del Pil 10 6 4 0 2 -10 0 -20 -2 -30 -40 -4 96 98 00 02 04 06 08 10 12 14 -6 Clima degli affari Crescita Pil reale (in % risp. anno prec.; s. di destra) Fonte: Thomson Datastream 1 Grafico 2: tassi EUR 6 5 4 3 2 1 0 00 02 04 06 08 10 Libor 3 mesi Rendimento Bund decennale 12 14 Fonte: Thomson Datastream Buone notizie politiche a fine anno L’Irlanda esce dal salvataggio e dovrebbe tornare così a finanziarsi autonomamente sul mercato dei capitali. Tenuto conto delle condizioni economiche generali è molto probabile che ciò avvenga. Solo una nuova riacutizzazione della crisi del debito in Europa potrebbe impedirlo. Il Portogallo non è ancora così avanti: il suo programma di salvataggio dovrebbe concludersi a maggio 2014. Poiché il paese, pur pagando un prezzo elevato, è tornato ad operare sul mercato dei capitali, ciò potrebbe fungere da banco di prova per il programma condizionale di acquisto titoli della Bce (Outright Market Transaction, OMT). Sull’unione bancaria è stato trovato un compromesso che centra l’obiettivo, ma con una lunga fase di transizione: nei prossimi dieci anni i paesi membri dovranno costituire dei fondi nazionali, che confluiranno successivamente in un fondo europeo unico che avrà un patrimonio di 55 miliardi di euro. Ciò vuol dire che nei prossimi dieci anni gli oneri finanziari di eventuali ristrutturazioni bancarie saranno prevalentemente a carico dei singoli stati, il che potrebbe mettere in difficoltà soprattutto i paesi in crisi. Per fare un esempio, il solo fallimento della Anglo Irish Bank è costato più di 30 miliardi di dollari. Dati economici Zona Euro 2001-11 2012 20131 20141 20151 Pil 1.5 -0.6 -0.5 1.1 1.7 2 -3.1 -3.0 -3.5 -3.0 -2.8 Bilancio pubblico 0.3 1.0 1.7 2.5 3.0 Bilancia partite correnti2 3 2.1 2.5 1.3 1.5 2.1 Inflazione 8.6 9.3 12.2 12.3 11.5 Tasso disoccupazione3 Grafico 3: tasso di cambio EUR Fonte: Thomson Datastream Nuovo governo in Germania L’accordo di coalizione in seno al nuovo governo federale in Germania conferma la nostra previsione di uno spostamento verso sinistra della politica federale. In particolare, si è imposta la SPD con la proposta di un salario minimo garantito di 8,50 euro l’ora che sarà introdotto all’inizio del 2015. Di conseguenza, prevediamo un maggiore impulso ai consumi nei prossimi anni, anche perché nel 2014, grazie alla congiuntura positiva, i contratti collettivi di lavoro dovrebbero portare ad un aumento dei salari tra il 2 e il 3%. In uno scenario di maggiori consumi delle famiglie, dovrebbero aumentare anche le importazioni, con conseguente riduzione del surplus della bilancia commerciale e delle partite correnti. In tal modo, anche la Germania contribuirà alla diminuzione degli squilibri nell’Eurozona. Queste circostanze indurranno un aumento dell’inflazione, poiché le imprese cercheranno di trasferire l’aumento del costo del lavoro nei prezzi dei loro prodotti. Un esito che sarebbe complessivamente positivo per l’economia europea, perché la struttura dei prezzi eserciterebbe a breve degli effetti positivi sui paesi in crisi che si trovano attualmente in fase di disinflazione o deflazione. 12 Gran Bretagna Politica monetaria poco convincente Unico neo per la sterlina è l’orientamento di politica monetaria, finora poco convincente, del suo nuovo presidente Carney. Poiché il tasso di disoccupazione è già regredito al 7,4%, Carney e il suo vice Bean hanno più volte ribadito che il raggiungimento dell’obiettivo di disoccupazione al 7%, che secondo stime precedenti era previsto nel 2016, non avrebbe provocato un immediato rialzo dei tassi. Secondo Bean, infatti, l’asticella potrebbe essere abbassata ulteriormente. Altri membri del Comitato, tra cui Weale, sono decisamente più scettici, anche in pubblico, nei confronti di questa forward guidance. Il Comitato è stato invece unanime nella decisione di sospendere il programma funding for lending per i mutui ipotecari, dopo la rapidissima ripresa del mercato immobiliare britannico e i primi timori di un eventuale surriscaldamento del settore. Previsioni 2 in% Pil 3 Media annuale Fonte: ZKB Grafico 1: clima delle imprese e incremento del Pil Clima degli affari CBI Crescita Pil reale (in % risp. anno prec.; scala di destra) Fonte: Thomson Datastream 1 Grafico 2: tassi Gran Bretagna Libor 3 mesi Rendimento titoli di Stato decennali Fonte: Thomson Datastream La lira sterlina resta interessante Dopo l’apprezzamento degli ultimi mesi, verso la fine dell’anno la lira sterlina si è concessa una pausa di riflessione. Nonostante ciò, la pur sempre sottovalutata sterlina, si apprezzerà anche nel 2014 nei confronti delle valute europee quali l’euro e il franco svizzero. Fino a nuovo avviso, la ripresa in Gran Bretagna dovrebbe attestarsi nettamente al di sopra delle media OCSE. Al contempo, secondo la BoE, già ad inizio anno la pressione sui prezzi dovrebbe rallentare verso l’obiettivo del 2% (a novembre era al 2,1%). Nel 2014 le previsioni per la valuta britannica sono molto diverse da quelle di inizio estate 2013, allorché la stessa era sotto pressione a causa di una debole congiuntura e di un tasso d’inflazione in aumento. Dati economici Gran Bretagna 2001-11 2012 20131 20141 20151 Pil 1.9 0.1 1.0 1.9 3.0 2 -3.6 -6.6 -6.3 -5.5 -4.8 Bilancio pubblico -3.3 -2.7 -2.2 -2.5 Bilancia partite correnti2 -2.2 3 2.0 2.8 2.4 1.9 1.8 Inflazione 5.7 8.1 7.8 7.4 7.0 Tasso disoccupazione3 Grafico 3: tasso di cambio GBP Fonte: Thomson Datastream Prosegue la congiuntura favorevole Nelle settimane scorse è proseguita la serie particolarmente positiva di dati economici. Ciliegina sulla torta l’indice dei direttori degli acquisti per la attività manifatturiere, balzato a novembre ai massimi da due anni, mentre le stime per la produzione e gli ordinativi hanno addirittura quasi raggiunto valori mai eguagliati da venti anni. Per il semestre invernale gli indicatori precursori della congiuntura segnalano una crescita economica complessiva dell’1% circa. Come nel terzo trimestre, i consumi dovrebbero trainare la ripresa nel 2014, tenuto conto anche del fatto che gli effetti negativi delle politiche fiscali diminuiranno considerevolmente. 13 Svizzera Costanti gli investimenti diretti svizzeri Rispetto all’anno precedente, gli investimenti diretti elvetici sono rimasti costanti. Se nel 2011 si trattava soprattutto di crediti alle società controllate, nel 2012 sono stati prevalenti gli investimenti sotto forma di capitale azionario. Gli investimenti diretti sono stati più ingenti nel settore finanziario, dei trasporti e delle telecomunicazioni, mentre vi è stato un regresso nel settore delle assicurazioni, commercio ed industria. L’organico svizzero all’estero è aumentato e consta attualmente di 2,9 milioni di occupati. Per fare un confronto, le aziende estere attive in Svizzera occupano poco più di 440 000 unità, che rappresentano però più di un decimo degli occupati totali nel paese. Previsioni 2 in% Pil 3 Media annuale Fonte: ZKB Grafico 1: barometro della congiuntura e aumento Pil Barometro congiunturale KOF Crescita Pil reale (in % risp. anno prec.; scala di destra) Fonte: Thomson Datastream 1 Grafico 2: tassi Svizzera Libor 3 mesi Rendimento titoli di Stato decennali Fonte: Thomson Datastream Aumento delle riserve vicino Per questa ragione la BNS ha detto chiaramente che sta prendendo in considerazione un adeguamento del livello delle riserve delle banche. I maggiori requisiti di capitale proprio sono in vigore solo da fine settembre, il che vuol dire che non è ancora stato possibile testare l’efficacia dello strumento. Sulla base delle dichiarazioni del direttorio della BNS si desume che la stessa abbia già chiesto al Consiglio federale di aumentare il cuscinetto oppure che lo chiederà presto. Dati economici Svizzera 2001-11 2012 20131 20141 20151 Pil 1.7 1.0 1.7 1.8 2.0 2 -0.3 0.6 0.6 0.5 0.5 Bilancio pubblico 7.7 11.2 13.1 13.7 14.0 Bilancia partite correnti2 0.8 -0.7 -0.2 0.5 1.0 Inflazione3 3.5 2.9 3.2 3.2 3.2 Tasso disoccupazione3 Grafico 3: tasso di cambio CHF Fonte: Thomson Datastream BNS: per ora niente inflazione Le valutazioni di politica monetaria della Banca nazionale svizzera (BNS) in occasione della sua riunione di metà novembre sono state in linea con quanto già detto in passato. L’Istituto ribadisce il mantenimento del tasso minimo di cambio con l’euro e l’andamento dell’inflazione in questa fase non mette alcuna fretta alla BNS. I dati infatti sono stati inferiori alle aspettative, i prezzi alla produzione e anche delle importazioni sono leggermente regrediti e l’inflazione continua ad attestarsi leggermente al di sotto dello zero. Nell’ Eurozona, Germania compresa, è stato registrato tuttavia un calo ancora maggiore dei prezzi alla produzione. A parità di potere di acquisto, ciò depone a favore di un indebolimento del franco svizzero. La BNS non ha quindi bisogno di agire neppure sul tasso di cambio, mentre ha messo in guardia più volte ed espressamente sul pericolo di ulteriori squilibri sul mercato immobiliare e ipotecario. 14 Svezia Dati economici Svezia 2001-10 2012 20131 20141 20151 Pil 2.4 1.3 1.1 2.7 3.3 2 1.1 -0.3 -1.3 -0.6 0.0 Bilancio pubblico 6.6 6.5 6.3 6.6 5.6 Bilancia partite correnti2 3 1.9 0.9 0.5 1.6 2.3 Inflazione 7.0 8.4 8.1 7.6 7.2 Tasso disoccupazione3 Previsioni 2 in% Pil 3 Media annuale Fonte: ZKB Grafico1: indice dei direttori degli acquisti e incremento Pil 8 6 4 2 0 -4 -6 -8 Segnali positivi all’orizzonte Con una stagnazione del Pil nel terzo trimestre, la Svezia registra nel 2013 solo una moderata crescita nell’ordine dell’1%. Tuttavia, secondo la Riksbank, all’inizio dell’anno la situazione sta migliorando, con una previsione di crescita del Pil per il 2014 del 2,6% (2015: 3,5%). Dopo un ulteriore regresso delle esportazioni, che ha pesato molto sull’andamento del Pil nel terzo trimestre, il significativo settore dell’export svedese dovrebbe riprendersi considerevolmente. Il motore della congiuntura nell’Eurozona si sta rimettendo in moto. Inoltre, anche la domanda dai Mercati emergenti dovrebbe stabilizzarsi, e su di essi contano sempre di più gli esportatori svedesi dalla crisi finanziaria in poi. Infine, nel nuovo anno i consumi dovrebbero registrare forti tassi d’incremento. Nell’ultimo periodo, a dir vero abbastanza difficile per l’economia, è aumentato considerevolmente il reddito disponibile delle famiglie, mentre il tasso di disoccupazione si è portato al di sotto della soglia dell’8%. Finora l’aumento del reddito disponibile complessivo è andato ad incrementare più i risparmi che non i consumi, ma questo trend dovrebbe invertirsi con il miglioramento della fiducia dei consumatori svedesi. Indice direttori acquisti Crescita Pil reale (in % a/a; s. d. d.) Fonte: Thomson Datastream -2 Grafico 2: tassi Svezia Libor 3 mesi Rendimento titoli di Stato decennali Fonte: Thomson Datastream 1 Grafico 3: tasso di cambio SEK 15 Fonte: Thomson Datastream Sorprendente taglio dei tassi Dall’annuncio del tapering di inizio estate la corona svedese si è indebolita. A circa 9 corone per un euro, il tasso di cambio è ai minimi da un anno e mezzo, a causa di una crescita che la stessa Riksbank considera sorprendentemente debole e che, unitamente ad un tasso d‘inflazione molto basso, ha alimentato continue speculazioni su ulteriori tagli dei tassi. E infatti, contrariamente alle sue stesse previsioni dello scorso autunno, a metà dicembre la Banca centrale svedese ha tagliato i tassi di riferimento di ulteriori 25 punti base portandoli allo 0,75%. In base alle sue ultime previsioni i tassi svedesi avrebbero dovuto restare invariati nel 2014, per poi procedere a successivi rialzi nel corso del 2015. Ma i verbali dell’ultima riunione della Riksbank hanno sottolineato il vero dilemma dell’istituto centrale: da una parte è basso l’utilizzo delle capacità produttive e soprattutto è basso anche il tasso d’inflazione, al di sotto dell’1% (sebbene il capo della Banca centrale Ingves assicuri di non ravvisare alcun pericolo di deflazione); mentre dall’altra aumentano i prezzi delle case e la montagna di debiti dei privati. 15 Cina Crescita stabile e riforme in primo piano In occasione della recente importante Central Economic Work Conference è stato sottolineato che il 2014 sarà un anno di crescita stabile e quindi favorevole ad una accelerazione sulle riforme strutturali e al rafforzamento degli aspetti di qualità ed efficacia della crescita. Tra i sette punti principali ricordiamo l’adeguamento della struttura industriale (riduzione delle capacità in eccesso o migliorato contesto per le innovazioni), il tentativo di tenere sotto controllo la situazione debitoria delle amministrazioni locali e il miglioramento delle condizioni di vita in generale, compresa la difesa dell’ambiente. In cima all’agenda si trova anche il tema dell’urbanizzazione. 2001-11 2012 20131 20141 20141 Pil 10.3 7.7 7.6 7.4 7.2 2 -1.5 -1.5 -2.0 -1.8 -1.6 Bilancio pubblico 5.1 2.6 2.4 2.2 2.0 Bilancia partite correnti2 3 2.0 2.7 2.7 3.1 3.2 Inflazione 5.6 6.4 6.6 7.0 6.5 Tasso disoccupazione3 Previsioni 2 in% Pil 3 Media annuale Fonte: ZKB Grafico 1: indicatore precursore e produzione industriale Indicatore precursore OCSE (in% risp. anno prec.) Crescita Pil reale (in % risp. anno precc.; s. di destra) Fonte: Thomson Datastream 1 Grafico 2: tassi Cina Tasso crediti a 1 anno Tasso depositi a 1 anno Fonte: Thomson Datastream Binario privilegiato per le riforme finanziarie Dalla conclusione delle terza seduta plenaria il governo e la Banca centrale hanno portato avanti le riforme nel settore finanziario. Da ricordare la riammissione degli IPO, annunci di riforme finanziarie nella zona di libero scambio a Shanghai, nonché il permesso alle banche di emettere certificati di deposito negoziabili (CD). Un punto debole in Cina è che le amministrazioni locali vengono giudicate soprattutto in base all’aumento del Pil. Ne consegue che alcune ottime decisioni del governo centrale (per esempio in materia di difesa dell’ambiente) non vengono messe in pratica o solo parzialmente dalle autorità locali, perché vanno contro il loro interesse di conseguire buoni risultati. In futuro, le performance dei governi locali non dovranno più essere valutate soltanto in termini di crescita, ma anche in base criteri quali consumo delle risorse, difesa dell’ambiente, innovazioni, assicurazioni sociali e sanitarie. Dati economici Cina Grafico 3: tassi di cambio CNY 9 8 7 6 Fonte: Thomson Datastream Ancora un crescita solida Anche nel mese di novembre il paese ha registrato un solido andamento della congiuntura. Spicca il dato delle vendite al dettaglio del +13,7% (mese precedente: 13,3%). In questo contesto le entrate dello Stato hanno fatto un balzo in avanti del 15,9%, mentre il tasso di inflazione a novembre si attestava al 3%. Sorprendentemente forte a novembre è stato l’incremento dei crediti bancari e dell’aggregato creditizio (social financing). I valori sono a dire il vero al di sotto di quelli del terzo trimestre, ma la leggera contrazione dell’espansione sembra essere più lenta del previsto, il che sarà di supporto alla crescita. 16 India Differito ma non annullato l’aumento dei tassi A metà dicembre, la Banca centrale indiana, contrariamente alle aspettative, non ha aumentato il tasso di riferimento, lasciandolo invariato al 7,75%. Il direttorio ha attribuito la scelta alla debole ripresa e al fatto che il recente aumento dell’inflazione è ascrivibile in primo luogo all’incremento dei prezzi dei beni alimentari, che dovrebbe presto invertirsi. La Banca centrale resterà comunque vigile e valuterà ulteriormente l’andamento dell’inflazione. Continuiamo a ritenere probabile un ritocco all’insù dei tassi ad inizio 2014. 2001-11 2012 20131 20141 20151 Pil 7.3 5.0 4.7 5.0 5.5 2 -4.8 -8.5 -8.5 -8.0 -7.5 Bilancio pubblico -4.8 -2.7 -2.8 -3.2 Bilancia partite correnti2 -0.7 3 6.2 7.4 6.3 6.0 6.2 Inflazione 9.8 9.9 9.9 9.5 9.2 Tasso disoccupazione3 2 Previsioni 3 in% Pil Media annuale Fonte: ZKB Grafico 1: Indicatore precursore e produzione industriale 25 12 20 10 15 8 10 5 6 0 4 -5 -10 2 00 02 04 06 08 10 12 Indicatore precursore OCSE (in % risp. anno prec.) Crescita produzione industriale (in % risp. anno prec.; scala di destra) Fonte: Thomson Datastream 1 Grafico 2: tassi India 16 14 12 10 8 6 4 Tasso repo Rendimento titoli di Stato decennali Fonte: Thomson Datastream Diminuzione del deficit delle partite correnti Un miglioramento sorprendente è stato quello del deficit delle partite correnti, che nel terzo trimestre è stato solo dell’1,2%, dopo il 4,9% del trimestre precedente. Al risultato hanno contribuito soprattutto le esportazioni e la significativa diminuzione delle importazioni di oro a seguito di alcune misure varate da governo. Anche se l’1,2% del terzo trimestre sopravvaluta in qualche misura i progressi realizzati, il disavanzo della bilancia delle partite correnti nel 2013 e 2014 sarà pur sempre inferiore a quello del 2012. Con la stabilizzazione della ripresa, la contrazione del deficit delle partite correnti e una politica chiara da parte della Banca centrale guidata da un nuovo presidente, la situazione generale indiana è leggermente migliorata. Dati economici India Grafico 3: tasso di cambio INR 4 3 2 1 IND/CHF 70 60 50 40 30 USD/IND Fonte: Thomson Datastream Ancora un moderato incremento del Pil L’aumento del Pil del 4,8% nel terzo trimestre rispetto all’anno scorso è stato leggermente più forte del trimestre precedente (4,4%). Un contributo positivo alla crescita è stato fornito dalle esportazioni, favorite dalla migliorata congiuntura mondiale e da una rupia più debole. Tuttavia, una politica fiscale e monetaria restrittiva per il consolidamento del debito pubblico e per contrastare l’elevato tasso di inflazione frenano l’economia e lasciano presagire solo una moderata ripresa. Maggiori impulsi alla crescita potrebbero dispiegarsi dopo le elezioni che si terranno nella primavera del 2014 se sarà possibile formare un governo stabile. In tal caso diminuirebbe l’incertezza per gli investimenti e sarebbe possibile superare la battuta d’arresto nelle riforme degli ultimi anni. Nelle recenti elezioni regionali, in quattro stati membri il partito al governo ha subito forti perdite, mentre il partito di opposizione BJP ha registrato notevoli progressi. Benché le elezioni regionali non siano sempre uno specchio fedele delle elezioni nazionali, è aumentata la probabilità di un governo guidato dal BJP. 17 Nuova Zelanda Si mantiene forte la ripresa In dicembre la fiducia dei consumatori ha toccato il massimo da quattro anni e quella delle imprese ha raggiunto addirittura il maggior livello dal 1999. Sempre più aziende prevedono di creare nuovi posti di lavoro e di aumentare i prezzi di vendita. Questi dati positivi depongono a favore di una significativa ripresa nei prossimi trimestri. La Nuova Zelanda fa così parte dei paesi a maggior crescita fra quelli industrializzati. Dati economici Nuova Zelanda 2001-11 Pil 2.5 2 1.2 Bilancio pubblico Bilancia partite correnti2 -5.4 2.8 Inflazione3 4.9 Tasso disoccupazione3 1 Previsioni 2 3 in% Pil 2012 2013 20141 20151 2.5 2.6 2.8 2.5 -4.4 -3.0 -1.0 -0.3 -4.1 -4.1 -4.5 -5.0 1.1 1.4 2.2 2.5 6.9 6.4 6.0 5.8 Media annuale Fonte: ZKB Grafico 1: indicatore precursore e incremento del Pil 10 10 8 8 6 6 4 4 2 2 0 0 -2 -2 -4 1990 -4 1995 2000 2005 2010 Indicatore precursore OCSE (in % risp. anno prec.) Crescita Pil reale (in % risp. anno prec.; s. di destra) Fonte: Thomson Datastream Migliorati terms of trade Nel terzo trimestre, il Pil è aumentato dell’1,4% rispetto al trimestre precedente. Un incremento che è stato superiore alla crescita potenziale ed anche alle aspettative. Con un +7,5% rispetto al trimestre precedente, nel terzo trimestre sono sorprendentemente migliorati i terms of trade (prezzi delle esportazioni rispetto a quelli delle importazioni) che hanno toccato un nuovo record da 40 anni. Questa impennata è dovuta soprattutto al significativo rincaro del prezzo dei prodotti lattiero caseari. Il forte aumento del latte in polvere è da ascrivere soprattutto ad una maggiore domanda da parte della Cina e di altri Paesi emergenti. Nonostante i migliorati termini di scambio commerciali, il deficit della bilancia delle partite correnti è leggermente aumentato nel terzo trimestre, attestandosi al 4,1% del Pil, principalmente a causa di forti importazioni che, insieme al peggioramento della bilancia dei redditi, dovrebbero avere come conseguenza un leggero aumento del deficit delle partite correnti nei prossimi due anni. Grafico 2: tassi Nuova Zelanda 10 9 Libor 3 mesi Rendimento titoli di Stato decennali Grafico 3: tasso di cambio NZD 1.0 0.8 0.6 0.4 00 02 04 NZD/CHF 06 08 10 12 14 00 02 04 NZD/USD 06 08 10 12 14 1.0 0.8 0.6 0.4 0.2 Fonte: Thomson Datastream Imminente stretta da parte della Banca centrale Nella sua ultima riunione, come previsto la Banca centrale neozelandese (RBNZ) ha mantenuto il tasso base invariato al 2,5%. Tenuto conto delle valutazioni espresse nel communiqué e degli ottimi dati economici recenti, reputiamo probabile un primo moderato incremento dei tassi nel primo trimestre del 2014. Un forte dollaro neozelandese dovrebbe tuttavia contrastare un’eccessiva stretta monetaria. In un suo comunicato stampa, la RBNZ afferma che il valore del dollaro neozelandese non dovrebbe mantenersi elevato a lungo. A medio termine prevediamo un leggero indebolimento del kiwi rispetto al biglietto verde. La performance del dollaro neozelandese invece dovrebbe essere leggermente migliore rispetto a quella del dollaro canadese a causa del più precoce inizio del ciclo di innalzamento dei tassi, di una robusta congiuntura e del miglioramento dei terms of trade in Nuova Zelanda. Fonte: Thomson Datastream 8 18 Paesi Emergenti Crescita disomogenea nei vari Paesi Gli indicatori congiunturali segnalano il protrarsi di una ripresa moderata nei paesi emergenti (grafico 1), con tuttavia delle grandi differenze tra i vari Paesi. I maggiori tassi di crescita nel 2014 dovrebbero essere conseguiti da: Messico, Polonia, Repubblica Ceca, Corea e Taiwan. Invece in alcuni paesi quali Cina, Brasile, Indonesia e Filippine nel 2014 la crescita dovrebbe essere leggermente inferiore rispetto all’anno precedente. Dati economici Paesi Emergenti 2001-11 2012 20131 20141 20151 Pil Paesi emergenti 5.6 4.9 4.6 4.9 5.1 Pil Asia 7.5 6.4 6.2 6.3 6.3 Pil America Latina 2.9 2.7 2.3 2.7 3.0 Pil Europa dell’Est 3.6 2.3 1.8 2.3 2.8 Inflazione Paesi emergenti 6.3 4.8 4.7 5.0 5.0 1 Previsioni Fonte: ZKB Miglioramenti in alcuni casi della bilancia delle partite correnti I paesi caratterizzati da forti disavanzi delle partite correnti e elevati tassi d’inflazione hanno varato negli ultimi mesi delle misure per sanare i deficit e dei ritocchi all’insù dei tassi per contrastare l’inflazione. Per quanto attiene la bilancia commerciale l’India ha fatto registrare dei significativi miglioramenti, mentre in Brasile i progressi sono stati meno marcati. In Africa del Sud, Turchia e Indonesia è stato fatto ancora troppo poco (grafico 2). 59 57 55 51 49 47 45 2009 2010 America Latina 2011 2012 Europa dell'Est Asia Fonte: Zürcher Kantonalbank, Bloomberg 53 ¬ Grafico 2: saldi bilancia commerciale di alcuni Paesi in Mio USD 10000 5000 0 -10000 -15000 -20000 2009 2010 Brasile 2011 2012 2013 Sudafrica India Fonte: Thomson Datastream -5000 Grafico 3: performance Mercati emergenti (indici di rif.) 110 105 100 95 90 85 80 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 01 01 01 01 01 01 01 01 01 01 01 01 01 01 01 01 01 .2 1.2 2.2 3.2 3.2 4.2 5.2 5.2 6.2 7.2 7.2 8.2 9.2 0.2 0.2 1.2 2.2 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 1 1 1 Bonds in valute forti Bonds in valute locali Mercati azionari Fonte: Thomson Datastream Tapering: minori reazioni che non nel corso dell’estate Il primo annuncio del tapering di inizio estate ha provocato delle fughe di capitali dai Paesi emergenti e delle correzioni sui mercati finanziari. Con il differimento del tapering e il miglioramento della situazione in alcuni Paesi emergenti abbiamo assistito ad una certa ripresa. Siamo del parere che la reazione dei Mercati emergenti alla infine approvata riduzione del programma di acquisto di titoli della Fed sarà molto meno forte di prima. In primo luogo non c’è più l’incertezza sull’inizio del tapering e si è appreso che la normalizzazione della politica monetaria USA avverrà senza forti scossoni. In secondo luogo, molti paesi hanno già varato le adeguate misure, tra l’altro per la riduzione dei disavanzi delle partite correnti. In terzo luogo, i prezzi di obbligazioni e azioni nonché i tassi di cambio sono più bassi rispetto all’inizio dell’anno (grafico 3). Se la decisione della Fed avrà ripercussioni negative sui mercati emergenti e in che misura dipenderà soprattutto dalla fiducia degli operatori del mercato sul fatto che la svolta di politica monetaria sarà accompagnata da una solida ripresa della congiuntura. I paesi con disavanzi elevati della bilancia delle partite correnti e fondamentali per lo più deboli resteranno tuttavia particolarmente esposti. Grafico 1: indice dei direttori degli acquisti (PMI) 19 Investimenti alternativi Offerta insufficiente anche nel mercato del palladio Il deficit dell’offerta di palladio nel 2013 è stato stimato leggermente inferiore all’anno scorso in 740 000 once, a causa di una diminuita domanda del metallo prezioso da parte del settore finanziario e delle gioiellerie. La domanda di palladio è invece rimasta robusta da parte dell’industria automobilistica americana e cinese. Come previsto, le vendite di palladio da parte della Banca russa sono state nettamente inferiori con 100 000 once, mentre negli anni scorsi avevano costituito fino al 15% dell’attuale offerta di palladio di 6,5 milioni di once (grafico 2). Prezzi dei metalli preziosi 2000-10 2011 2012 20131 20141 Oro (oncia) 286 1429 1669 1412 1280 5.1 35.2 31.1 23.8 24 Argento (oncia) 978.5 1720.7 1549.6 1486 1650 Platino (oncia) 369.8 731.2 661.2 725 800 Palladio (oncia) 2 2 2 2 1 Previsioni 2 Media annuale in USD Fonte: ZKB Grafico 1: acquirenti mercato del platino Catalizzatori Oreficeria Industria Investimenti Resto Fonte: Johnson Matthey Platino richiesto dagli investitori La Johnson Matthey, il maggiore raffinatore di platino e palladio, ha appena pubblicato il suo autorevole rapporto con le previsioni per il mercato globale di questi metalli. La società mette in evidenza come il mercato del platino a fine 2013 registri un’offerta globale insufficiente per più di 600.000 once, il maggiore disavanzo da 14 anni. Il dato è da ricondurre ad una forte domanda dell’industria al di fuori del settore automobilistico e ad un rinnovato interesse degli investitori (grafico 1). Le posizioni di platino degli ETF e la stessa domanda di platino nel 2013 hanno toccato i massimi, mentre l’estrazione del metallo è rallentata come non mai da dodici anni. Il principale estrattore è l’Africa del Sud con una percentuale del 75%. A causa degli scioperi nelle miniere, tuttavia, è da mesi che vengano lamentate delle interruzioni nelle attività estrattive. Grafico 2: vendite di palladio dello Stato russo 1600 1400 1200 1000 800 400 200 0 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013* Fonte: Johnson Matthey 600 Grafico 3: acquirenti del mercato del palladio Catalizzatori Elettronica Industria dentaria Chimica Oreficeria Investimenti finanziari Resto Fonte: Johnson Matthey Migliorate prospettive per entrambi i metalli preziosi Con il permanere di una forte domanda da parte dell’industria, che copre tre quarti della domanda complessiva di palladio (grafico 3), secondo Johnson Matthey anche nel 2014 l’offerta di palladio continuerà a contrarsi. Tenuto conto che i prezzi nell’arco di un anno sono rimasti pressoché invariati, per il 2014 prevediamo un sensibile aumento del prezzo del palladio. Il platino invece è addirittura diventato meno caro e quindi più attraente nei confronti del palladio, ma anche dell’oro. Oggi il platino costa solo 100 dollari in più all’oncia dell’oro, il che dovrebbe sostenere la domanda di platino da parte dei produttori di gioielli. 21 Appendice: Sintesi previsioni Rendimenti attesi Strategia settoriale Strutture portafoglio consigliate Profili CHF Profili EUR Profili USD 22 Sintesi delle previsioni Paesi Riferimento 26 dic. 13 Eurotasso 3 mesi Rendimenti Mercato obbligazionari* azionario Tassi di Cambio …/CHF EUR/… Svizzera 26 dic.13 apr.14 gen.15 0.02 0.02 0.05 1.06 1.10 1.40 SPI 7’750 7’900 8’200 1.00 1.00 1.00 1.23 1.23 1.25 Eurolandia 26 dic.13 apr.14 gen.15 0.27 0.30 0.30 2.78 2.90 3.0 STOXX 50 3’073 3’100 3’170 1.23 1.23 1.25 1.00 1.00 1.00 Gran Bretagna 26 dic.13 apr.14 gen.15 0.53 0.50 0.50 2.99 3.00 3.30 FT 100 6’694 6’700 6’800 1.47 1.50 1.56 0.83 0.82 0.80 USA 26 dic.13 apr.14 gen.15 0.25 0.30 0.40 2.99 3.00 3.30 S&P 500 1’842 1’810 1’810 0.90 0.90 0.96 1.37 1.36 1.30 Canada 26 dic.13 apr.14 gen.15 1.28 1.30 1.40 2.72 2.80 3.30 COM 13’518 13’450 13’500 0.84 0.86 0.92 1.46 1.43 1.37 Giappone 26 dic.13 apr.14 gen.15 0.15 0.20 0.20 0.71 0.70 1.10 NIKKEI 16’174 16’200 16’500 0.86 0.85 0.87 143.4 144.2 143.0 Australia 26 dic.13 apr.14 gen.15 2.64 2.70 2.70 4.27 4.30 4.60 AO 5’325 5’300 5’350 0.80 0.80 0.81 1.54 1.53 1.55 *Rendimento dei prestiti statali a 10 anni. I rendimenti della Zona Euro sono una media dei paesi dell’UME. 23 Rendimenti attesi per categoria di investimento Rendimenti attesi in moneta locale (a 3 mesi) Paese Svizzera Zona Euro Gran Bretagna USA Canada Giappone Australia in CHF (a 3 mesi) Cash Bonds Azioni Var. cambio Cash Bonds Azioni 0.0 0.1 0.1 0.1 0.3 0.0 0.7 0.1 0.2 0.6 0.5 0.1 0.2 0.8 1.9 1.9 1.1 -1.2 0.2 0.6 0.6 0.0 0.3 2.0 1.0 2.3 -0.2 1.2 0.0 0.4 2.1 1.1 2.6 -0.2 1.9 0.1 0.5 2.6 1.5 2.4 0.0 2.0 1.9 2.2 3.1 -0.2 2.5 0.4 1.8 1.3 0.2 0.6 0.3 1.6 2.3 1.4 1.0 Europa Ex Svizzera Nord America Asia/Pacifico Mercati Emergenti 2.9 2.5 2.0 1.3 Rendimenti attesi in moneta locale (a 12 mesi) Paese Svizzera Zona Euro Gran Bretagna USA Canada Giappone Australia Europa Ex Svizzera Nord America Asia/Pacifico Mercati Emergenti in CHF (a 12 mesi) Cash Bonds Azioni Var. cambio Cash Bonds Azioni 0.2 0.5 0.9 0.6 1.3 0.4 2.7 0.8 2.4 2.5 2.6 2.5 0.7 3.9 5.8 7.1 5.8 0.6 2.9 3.8 4.8 0.0 1.9 6.2 7.4 8.8 2.2 1.5 0.2 2.4 7.2 8.0 10.2 2.6 4.2 0.8 4.3 8.9 10.2 11.5 2.9 5.5 5.8 9.1 12.4 8.0 12.0 6.1 6.4 5.9 2.9 4.3 1.9 5.2 8.8 4.2 7.4 11.4 12.0 8.7 9.4 24 Strategia settoriale globale Allocazione tattica settoriale Parametri di valutazione Ponderazione consigliata Prezzo/Utili (stime a 12 mesi) P/BV Div. Yield Revisione utili* Crescita utili** ROE*** Energia = 12.3 1.7 3.2% -2.7% 7.6% 13.2% Materie prime + 14.2 1.9 2.6% -6.3% 16.0% 9.3% Industria = 15.6 2.5 2.4% -3.2% 13.2% 13.5% Beni consumo ciclici + 16.6 2.9 2.0% 2.0% 17.4% 15.5% Beni consumo durevoli – 17.2 3.6 2.9% -11.4% 9.0% 19.3% Sanità = 16.7 3.5 2.8% -4.1% 6.9% 16.8% Titoli finanziari = 12.9 1.2 3.1% -1.9% 10.3% 8.2% Tecnologia = 15.3 3.2 2.2% -2.5% 12.5% 17.3% Telecomunicazioni = 14.8 2.2 4.5% -3.3% 5.2% 11.7% Utilities – 14.6 1.5 4.7% -2.9% 15.1% 8.1% 14.8 2.1 2.8% -2.9% 11.1% 12.0% Totale mercato * (Revisioni al rialzo/revisioni al ribasso)/(totale stime analisti) (stime utili a 12 mesi) ** Crescita percentuale degli utili a 12 mesi rispetto a utili registrati nell’ultimo periodo *** Rapporto fra utile e patrimonio netto (0.0%) (45.0%) (5.0%) (15.0%) (65.0%) (0.0%) (25.0%) (10.0%) (13.0%) (48.0%) 10.0% 22.0% 0.0% 32.0% (10.0%) (20.0%) (5.0%) (35.0%) Svizzera 5.0% 24.4% 11.0% 10.4% 50.8% Svizzera 9.1% 43.1% 5.5% 12.6% 70.4% Svizzera 17.0% (10.0%) 56.0% (60.0%) 73.0% (70.0%) Svizzera Europa EX Svizzera Zona Euro Ex Euro 0.0% (0.0%) 0.0% (0.0%) 26.0% (16.0%) 4.0% (8.0%) 0.0% (0.0%) 0.0% (0.0%) 26.0% (16.0%) 4.0% (8.0%) Europa EX Svizzera Zona Euro Ex Euro 0.0% (0.0%) 0.0% (0.0%) 4.8% (5.0%) 0.0% (2.0%) 13.0% (8.0%) 2.0% (4.0%) 0.0% (0.0%) 0.0% (0.0%) 17.9% (13.0%) 2.0% (6.0%) Europa EX Svizzera Zona Euro Ex Euro 0.0% (0.0%) 0.0% (0.0%) 4.6% (5.0%) 0.0% (2.0%) 6.5% (4.0%) 1.0% (2.0%) 0.0% (0.0%) 0.0% (0.0%) 11.1% (9.0%) 1.0% (4.0%) Europa EX Svizzera Zona Euro Ex Euro 0.0% (0.0%) 0.0% (0.0%) 8.1% (9.0%) 0.0% (4.5%) 8.1% (12.0%) 0.0% (4.5%) Nord/Sud America USA Altri 0.0% (0.0%) 0.0% (0.0%) 4.0% (16.0%) 0.0% (4.0%) 0.0% (5.0%) 0.0% (0.0%) 4.0% (21.0%) 0.0% (4.0%) Nord/Sud America USA Altri 4.5% (0.0%) 0.0% (0.0%) 2.6% (2.0%) 0.0% (1.5%) 2.0% (8.0%) 0.0% (2.0%) 0.0% (7.0%) 0.0% (0.0%) 9.1% (17.0%) 0.0% (3.5%) Nord/Sud America USA Altri 1.5% (0.0%) 0.0% (0.0%) 2.5% (2.0%) 0.0% (1.5%) 1.0% (4.0%) 0.0% (1.0%) 0.0% (5.0%) 0.0% (0.0%) 5.0% (11.0%) 0.0% (2.5%) Nord/Sud America USA Altri 0.0% (0.0%) 0.0% (0.0%) 9.0% (4.5%) 0.0% (3.0%) 9.0% (4.5%) 0.0% (3.0%) (0.0%) (1.5%) (0.0%) (0.0%) (1.5%) 0.0% 2.6% 3.0% 0.0% 5.6% (0.0%) (1.5%) (0.0%) (0.0%) (1.5%) EM 0.0% 2.5% 1.5% 0.0% 4.0% EM 0.0% (0.0%) 5.0% (3.0%) 5.0% (0.0%) EM (0.0%) (0.0%) (0.0%) (0.0%) (0.0%) 0.0% 0.0% 6.0% 0.0% 6.0% (0.0%) (0.0%) (0.0%) (0.0%) (0.0%) Satelliti 0.0% 0.0% 3.0% 0.0% 3.0% Satelliti Totale 9.5% (0.0%) 37.1% (40.0%) 43.0% (40.0%) 10.4% (20.0%) 100.0%(100.0%) Totale 10.6% (0.0%) 55.3% (60.0%) 21.5% (20.0%) 12.6% (20.0%) 100.0%(100.0%) Totale 0.0% (0.0%) 17.0% (10.0%) 0.0% (0.0%) 83.0% (90.0%) 0.0% (0.0%) 100.0%(100.0%) Satelliti Asia Pacifico EM Satelliti YEN altri Totale 0.0% (0.0%) 0.0% (0.0%) 0.0% (0.0%) 0.0% (0.0%) 10.0% (10.0%) 4.0% (4.0%) 8.0% (12.0%) 10.2% (0.0%) 12.0% (0.0%) 90.0% (80.0%) 0.0% (0.0%) 0.0% (0.0%) 0.0% (0.0%) 0.0% (0.0%) 0.0% (10.0%) 4.0% (4.0%) 8.0% (12.0%) 10.0% (0.0%) 12.0% (0.0%) 100.0%(100.0%) Asia Pacifico YEN altri 0.0% (0.0%) 0.0% (0.0%) 0.0% (1.5%) 2.6% (1.5%) 2.0% (2.0%) 4.0% (6.0%) 0.0% (0.0%) 0.0% (0.0%) 2.0% (3.5%) 6.6% (7.5%) Asia Pacifico YEN altri 0.0% (0.0%) 0.0% (0.0%) 0.0% (1.5%) 2.5% (1.5%) 1.0% (1.0%) 2.0% (3.0%) 0.0% (0.0%) 0.0% (0.0%) 1.0% (2.5%) 4.5% (4.5%) Asia Pacifico YEN altri 0.0% (0.0%) 0.0% (0.0%) 0.0% (3.0%) 5.0% (3.0%) 0.0% (3.0%) 5.0% (3.0%) – Per le azioni, i fondi azionari o altri strumenti aventi come sottostante azioni la ripartizione geografica dipende dal mercato di riferimento del titolo o dal paese o l'area geografica dove il fondo investe. – Per le obbligazioni, i fondi obbligazionari o i prodotti strutturati aventi come sottostante delle obbligazioni la ripartizione geografica dipende dalla valuta del titolo, del fondo o del prodotto. – I satelliti contengono quegli investimenti che non possono essere ripartiti nelle altre aree geografiche perchè investono in più aree geografiche come ad esempio i fondi tematici globali. – I valori tra parentesi rappresentano i pesi del benchmark. ( ) Valori tra parentesi: pesi del benchmark. Liquidità Azioni Investimenti alternativi Totale Portafoglio Azionario Liquidità Obbligazioni Azioni Investimenti alternativi Totale Portafoglio Bilanciato Liquidità Obbligazioni Azioni Investimenti alternativi Totale Portafoglio Reddito Liquidità Obbligazioni Totale Portafoglio Reddito fisso Politica di investimento (moneta di riferimento CHF) 25 (0.0%) (52.5%) (8.0%) (10.0%) (73.5%) (0.0%) (30.0%) (16.0%) (10.0%) (56.0%) 8.0% 50.0% 0.0% 58.0% (10.0%) (32.0%) (5.0%) (47.0%) EURO 11.6% 31.4% 25.1% 5.5% 73.5% EURO 13.9% 52.6% 12.5% 4.0% 83.0% EURO 3.5% (10.0%) 77.5% (65.0%) 81.0% (75.0%) EURO Europa ex EURO Altri £ 0.0% (0.0%) 0.0% (0.0%) 4.0% (4.0%) 0.0% (8.0%) 0.0% (0.0%) 0.0% (0.0%) 4.0% (4.0%) 0.0% (8.0%) Europa ex EURO Altri £ 0.0% (0.0%) 0.0% (0.0%) 0.0% (1.5%) 0.0% (2.0%) 2.0% (2.0%) 0.0% (4.0%) 0.0% (0.0%) 0.0% (0.0%) 2.0% (3.5%) 0.0% (6.0%) Europa ex EURO Altri £ 0.0% (0.0%) 0.0% (0.0%) 0.0% (1.5%) 0.0% (2.0%) 1.0% (1.0%) 0.0% (2.0%) 0.0% (0.0%) 0.0% (0.0%) 1.0% (3.7%) 0.0% (3.4%) Europa ex EURO Altri £ 0.0% (0.0%) 0.0% (0.0%) 0.0% (3.0%) 0.0% (4.0%) 0.0% (3.0%) 0.0% (4.0%) Nord/Sud America USA Altri 0.0% (0.0%) 0.0% (0.0%) 4.0% (16.0%) 0.0% (4.0%) 0.0% (5.0%) 0.0% (0.0%) 4.0% (21.0%) 0.0% (4.0%) Nord/Sud America USA Altri 0.0% (0.0%) 0.0% (0.0%) 2.5% (3.0%) 0.0% (1.5%) 2.0% (8.0%) 0.0% (2.0%) 0.0% (7.5%) 0.0% (0.0%) 4.5% (18.5%) 0.0% (3.5%) Nord/Sud America USA Altri 0.0% (0.0%) 0.0% (0.0%) 2.5% (3.0%) 0.0% (1.5%) 1.0% (4.0%) 0.0% (1.0%) 0.0% (5.0%) 0.0% (0.0%) 3.5% (9.5%) 0.0% (2.7%) Nord/Sud America USA Altri 0.0% (0.0%) 0.0% (0.0%) 9.0% (6.0%) 0.0% (3.0%) 9.0% (6.0%) 0.0% (3.0%) (0.0%) (1.5%) (0.0%) (0.0%) (1.5%) 0.0% 2.5% 3.0% 0.0% 5.5% (0.0%) (1.5%) (0.0%) (0.0%) (1.5%) EM 0.0% 2.5% 1.5% 0.0% 4.0% EM 0.0% (0.0%) 5.0% (3.0%) 5.0% (0.0%) EM (0.0%) (0.0%) (0.0%) (0.0%) (0.0%) 0.0% 0.0% 6.0% 0.0% 6.0% (0.0%) (0.0%) (0.0%) (0.0%) (0.0%) Satelliti 0.0% 0.0% 3.0% 0.0% 3.0% Satelliti Totale 11.6% (0.0%) 38.8% (42.5%) 44.1% (40.0%) 5.5% (17.5%) 100.0%(100.0%) Totale 13.9% (0.0%) 57.7% (65.0%) 22.0% (20.0%) 4.0% (15.0%) 100.0%(100.0%) Totale 0.0% (0.0%) 3.5% (10.0%) 0.0% (0.0%) 95.5% (90.0%) 0.0% (0.0%) 100.0%(100.0%) Satelliti Asia Pacifico EM Satelliti YEN altri Totale 0.0% (0.0%) 0.0% (0.0%) 0.0% (0.0%) 0.0% (0.0%) 8.0% (10.0%) 4.0% (4.0%) 8.0% (12.0%) 10.0% (0.0%) 12.0% (0.0%) 92.0% (80.0%) 0.0% (0.0%) 0.0% (0.0%) 0.0% (0.0%) 0.0% (0.0%) 0.0% (10.0%) 4.0% (4.0%) 8.0% (12.0%) 10.0% (0.0%) 12.0% (0.0%) 100.0%(100.0%) Asia Pacifico YEN altri 0.0% (0.0%) 0.0% (0.0%) 0.0% (1.5%) 2.5% (1.5%) 2.0% (2.0%) 4.0% (6.0%) 0.0% (0.0%) 0.0% (0.0%) 2.0% (3.5%) 6.5% (7.5%) Asia Pacifico YEN altri 0.0% (0.0%) 0.0% (0.0%) 0.0% (1.5%) 2.5% (1.5%) 1.0% (1.0%) 2.0% (3.0%) 0.0% (0.0%) 0.0% (0.0%) 1.0% (2.7%) 4.5% (4.7%) Asia Pacifico YEN altri 0.0% (0.0%) 0.0% (0.0%) 0.0% (3.0%) 5.0% (3.0%) 0.0% (3.0%) 5.0% (3.0%) – Per le azioni, i fondi azionari o altri strumenti aventi come sottostante azioni la ripartizione geografica dipende dal mercato di riferimento del titolo o dal paese o l'area geografica dove il fondo investe. – Per le obbligazioni, i fondi obbligazionari o i prodotti strutturati aventi come sottostante delle obbligazioni la ripartizione geografica dipende dalla valuta del titolo, del fondo o del prodotto. – I satelliti contengono quegli investimenti che non possono essere ripartiti nelle altre aree geografiche perchè investono in più aree geografiche come ad esempio i fondi tematici globali. – I valori tra parentesi rappresentano i pesi del benchmark. ( ) Valori tra parentesi: pesi del benchmark. Liquidità Azioni Investimenti alternativi Totale Portafoglio Azionario Liquidità Obbligazioni Azioni Investimenti alternativi Totale Portafoglio Bilanciato Liquidità Obbligazioni Azioni Investimenti alternativi Totale Portafoglio Reddito Liquidità Obbligazioni Totale Portafoglio Reddito fisso Politica di investimento (moneta di riferimento EUR) 26 (0.0%) (52.5%) (8.0%) (15.0%) (75.5%) (0.0%) (30.0%) (16.0%) (17.5%) (63.5%) 7.9% 20.0% 0.0% 27.9% (10.0%) (32.0%) (10.0%) (52.0%) USA 13.6% 31.8% 10.0% 5.5% 61.0% USA 16.6% 52.5% 5.0% 4.0% 78.0% USA 6.1% (10.0%) 84.0% (65.0%) 90.0% (75.0%) USA Europa EURO ex EMU 0.0% (0.0%) 0.0% (0.0%) 0.0% (4.0%) 0.0% (1.5%) 8.5% (4.0%) 1.0% (2.0%) 0.0% (0.0%) 0.0% (0.0%) 8.5% (8.0%) 1.0% (3.5%) Europa EURO ex EMU 0.0% (0.0%) 0.0% (0.0%) 0.0% (8.0%) 0.0% (3.0%) 0.0% (8.0%) 0.0% (3.0%) Resto Nord/Sud America Europa Canada Sud America EURO ex EMU 0.0% (0.0%) 0.0% (0.0%) 0.0% (0.0%) 0.0% (0.0%) 0.0% (4.0%) 0.0% (4.0%) 34.0% (16.0%) 4.0% (8.0%) 0.0% (0.0%) 0.0% (0.0%) 0.0% (0.0%) 0.0% (0.0%) 0.0% (4.0%) 0.0% (4.0%) 34.0% (16.0%) 4.0% (8.0%) Resto Nord/Sud America Europa Canada Sud America EURO ex EMU 0.0% (0.0%) 0.0% (0.0%) 0.0% (0.0%) 0.0% (0.0%) 0.0% (2.5%) 0.0% (0.0%) 0.0% (4.0%) 0.0% (1.5%) 0.0% (2.0%) 0.0% (2.0%) 17.0% (8.0%) 2.0% (4.0%) 0.0% (0.0%) 0.0% (0.0%) 0.0% (0.0%) 0.0% (0.0%) 0.0% (4.5%) 0.0% (2.0%) 17.0% (12.0%) 2.0% (5.5%) Resto Nord/Sud America Canada Sud America 0.0% (0.0%) 0.0% (0.0%) 0.0% (2.5%) 0.0% (0.0%) 0.0% (1.0%) 0.0% (1.0%) 0.0% (0.0%) 0.0% (0.0%) 0.0% (3.5%) 0.0% (1.0%) Resto Nord/Sud America Canada Sud America 0.0% (0.0%) 0.0% (0.0%) 0.0% (5.0%) 0.0% (0.0%) 0.0% (5.0%) 0.0% (0.0%) (0.0%) (1.5%) (0.0%) (0.0%) (1.5%) 0.0% 2.5% 3.0% 0.0% 5.5% (0.0%) (1.5%) (0.0%) (0.0%) (1.5%) EM 0.0% 2.5% 1.5% 0.0% 4.0% EM 0.0% (0.0%) 5.0% (3.0%) 5.0% (3.0%) EM (0.0%) (0.0%) (0.0%) (0.0%) (0.0%) 0.0% 0.0% 6.0% 0.0% 6.0% (0.0%) (0.0%) (0.0%) (0.0%) (0.0%) Satelliti 0.0% 0.0% 3.0% 0.0% 3.0% Satelliti Totale 13.6% (0.0%) 36.7% (42.5%) 44.1% (40.0%) 5.5% (17.5%) 100.0%(100.0%) Totale 16.6% (0.0%) 57.5% (65.0%) 22.0% (20.0%) 4.0% (15.0%) 100.0%(100.0%) Totale 0.0% (0.0%) 6.1% (10.0%) 0.0% (0.0%) 93.9% (90.0%) 0.0% (0.0%) 100.0%(100.0%) Satelliti Asia Pacifico EM Satelliti YEN altri Totale 0.0% (0.0%) 0.0% (0.0%) 0.0% (0.0%) 0.0% (0.0%) 7.9% (10.0%) 4.0% (4.0%) 8.0% (12.0%) 10.0% (0.0%) 12.0% (0.0%) 92.1% (80.0%) 0.0% (0.0%) 0.0% (0.0%) 0.0% (0.0%) 0.0% (0.0%) 0.0% (10.0%) 4.0% (4.0%) 8.0% (12.0%) 10.0% (0.0%) 12.0% (0.0%) 100.0%(100.0%) Asia Pacifico YEN altri 0.0% (0.0%) 0.0% (0.0%) 0.0% (1.5%) 2.5% (1.5%) 2.0% (2.0%) 4.0% (6.0%) 0.0% (0.0%) 0.0% (0.0%) 2.0% (3.5%) 6.5% (7.5%) Asia Pacifico YEN altri 0.0% (0.0%) 0.0% (0.0%) 0.0% (1.5%) 2.5% (1.5%) 1.0% (1.0%) 2.0% (3.0%) 0.0% (0.0%) 0.0% (0.0%) 1.0% (2.5%) 4.5% (4.5%) Asia Pacifico YEN altri 0.0% (0.0%) 0.0% (0.0%) 0.0% (3.0%) 5.0% (3.0%) 0.0% (3.0%) 5.0% (3.0%) – Per le azioni, i fondi azionari o altri strumenti aventi come sottostante azioni la ripartizione geografica dipende dal mercato di riferimento del titolo o dal paese o l'area geografica dove il fondo investe. – Per le obbligazioni, i fondi obbligazionari o i prodotti strutturati aventi come sottostante delle obbligazioni la ripartizione geografica dipende dalla valuta del titolo, del fondo o del prodotto. – I satelliti contengono quegli investimenti che non possono essere ripartiti nelle altre aree geografiche perchè investono in più aree geografiche come ad esempio i fondi tematici globali. – I valori tra parentesi rappresentano i pesi del benchmark. ( ) Valori tra parentesi: pesi del benchmark. Liquidità Azioni Investimenti alternativi Totale Portafoglio Azionario Liquidità Obbligazioni Azioni Investimenti alternativi Totale Portafoglio Bilanciato Liquidità Obbligazioni Azioni Investimenti alternativi Totale Portafoglio Reddito Liquidità Obbligazioni Totale Portafoglio Reddito fisso Politica di investimento (moneta di riferimento USD) 27 Banca dello Stato del Cantone Ticino Sede centrale Viale H. Guisan 5 Casella postale 2027 6501 Bellinzona Tel. 091 803 71 11 Fax 091 803 71 70 www.bancastato.ch Area Mercati e Private Banking Analisi Finanziaria Piazza Collegiata 6501 Bellinzona Tel. 091 803 75 81 Fax 091 803 75 29 Tutte le informazioni contenute si basano su dati ottenuti da fonti considerate attendibili e fanno principalmente capo alla pubblicazione “Anlagen International” della Zürcher Kantonalbank. BancaStato esclude comunque qualsiasi responsabilità per eventuali errori, omissioni o imprecisioni degli stessi. L’analisi e le valutazioni espresse rappresentano il nostro giudizio al momento della pubblicazione e possono essere modificate in ogni momento senza obbligo di preavviso. Il documento è stato predisposto a scopi puramente informativi e non deve essere considerato o interpretato come un’offerta o una sollecitazione all’acquisto o alla vendita di qualunque valore mobiliare menzionato. BancaStato esclude inoltre ogni genere di responsabilità per eventuali spese, perdite o danni in relazione con l’uso del presente documento o di qualsiasi parte di esso. Il presente documento non può essere riprodotto o trasmesso ad altre persone senza la preventiva autorizzazione di BancaStato, in particolare non può essere trasmesso direttamente o indirettamente a cittadini o persone residenti in Canada, Stati Uniti d’America, Gran Bretagna ed altri Stati, dove la distribuzione è limitata per legge. Chi riceve questo documento deve essere cosciente di questa limitazione ed attenersi ad essa. 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