Giovedì 26 giugno ore 21.30 Il grande Gatsby Il grande Gatsby (The Great Gatsby). Australia-USA 2013, 142 min.. Regia di Baz Luhrmann, tratto dal romanzo di Francis Scott Fitzgerald The Great Gatsby (1925). Prima edizione italiana Mondadori 1936 con traduzione di Cesare Giardini. IL LIBRO CHE VISSE DUE VOLTE di Pino Farinotti Il rapporto fra cinema e letteratura è sempre stato stretto e tormentato. Stretto perché tutti i grandi romanzi sono diventati film, salvo due, Il giovane Holden che però ha ispirato un modello proposto continuamente dal cinema, e Cento anni di solitudine, che molti hanno tentato di “ridurre” ma è risultato troppo complesso. Tormentato perché le due discipline presentano regole molto diverse. Il cinema ha toccato tutti gli autori, tutti i giganti. Da Omero a Shakespeare alla Christie, da Goethe a Grass, da Flaubert a Bernanos, da Manzoni a Tomasi di Lampedusa, da Fitzgerald a King, da Tolstoj a Kipling, a Solĝenicyn a Kafka a Joyce a Joseph Roth. Tutta gente che, citata naturalmente con arbitraria e dolorosa selezione, ha contribuito a formare la nostra educazione sentimentale e intellettuale. Va anche detto che alla fine “pesando” licenze e contaminazioni, nell’insieme della collaborazione, il barometro volge di qualche grado al bello. Fra libri e film si è instaurato un rapporto di mutuo soccorso che certamente ha favorito il cinema. La letteratura naturalmente prevale, salvo in casi molto rari. Un dato “impietoso”: non esistono libri tratti da film ma solo film tratti da libri. Tuttavia il cinema è ritenuto, da una corrente molto forte, l’“arte” dominante del ‘900. Giovedì 3 luglio ore 21.30 Giulio Cesare Giulio Cesare (Jules Cesar). USA 1953, 120 min.. Regia di Joseph L. Mankiewicz, tratto dalla tragedia di William Shakespeare Julius Caesar (1599). Nonostante la diversità strutturale fra letteratura e cinema e la prevalenza detta sopra, il film non va sottovalutato. La contaminazione ha creato un prodotto di divulgazione maggiore. Diversità strutturale significa una prevalenza della cifra spettacolare da parte del cinema e soprattutto la pratica, a volte davvero impropria, del lieto fine. Il confronto letteratura-cinema intende appunto rapportare le due discipline facendone un insieme, rilevandone contrasti e concordanze, una volta determinati gli elementi delle due formule: spettacolo & evasione & divulgazione & lietofine dei film a fronte di impegno & ricerca & cultura & verità dei libri. La Biblioteca Sormani organizza una manifestazione dove il libro&film si concede al pubblico per un promemoria suggestivo. Le serate saranno sei. Il grande Gatsby aprirà la rassegna e sarà preceduto da una introduzione e da alcuni montaggi che inquadrano il romanzo e i relativi film prodotti in seguito alla sua pubblicazione. Con la possibilità dunque di confronti multipli, chiamiamoli così. Sei momenti di letteratura&cinema naturalmente impongono una selezione arbitraria e dolorosa. È davvero una goccia nel mare rispetto a quell’universo. Chiamiamolo un “assaggio a campione”. Certo, i titoli, gli scrittori e i registi protagonisti fanno parte del più alto vertice Giovedì 10 luglio ore 21.30 Vita privata di Sherlock Holmes Giovedì 17 luglio ore 21.30 Quasi amici Vita privata di Sherlock Holmes (The Private Life of Sherlock Holmes). Gran Bretagna 1970, 125 min.. Regia di Billy Wilder. Sceneggiatura originale basata sui personaggi inventati da sir Arthur Conan Doyle. Quasi amici (Intouchables). Francia 2011, 112 min.. Regia di Olivier Nakache e Eric Toledano, tratto dal romanzo autobiografico di Phippe Pozzo di Borgo Le Second Souffle (2001). Prima edizione italiana Ponte alle Grazie 2012 con il titolo Il diavolo custode. Traduzione di Donatella Brindisi, Tiziana Lo Porto, Marcella Uberti Bona. delle due discipline. Le scelte sono state fatte cercando una mediazione fra film recenti e grandi, storici e classici. La volontà è stata quella di privilegiare comunque lo spettacolo nobile e ancora fruibile. Fitzgerald (1896-1940) scrisse Il grande Gatsby nel 1925. Il romanzo ha avuto quattro “derivazioni” cinematografiche. La prima del 1926, “muta”, pressoché sconosciuta, l’unica che lo scrittore poté vedere. L’edizione del 2013, di Baz Lurhrman, è un trionfo dell’iperbole. Tutto estremo, esploso, eccessivo, come le feste e le ville. Con un DiCaprio, romantico e febbrile, a perfetto agio. Sarebbe molto piaciuto a Fitzgerald. Alan Ladd è il protagonista dell’edizione del 1949. Anche lui perfetto nella parte. Molti lo considerano il “vero” Gatsby. Le due edizioni, separate da 64 anni, offrono un confronto importante e suggestivo fra momenti di cultura e di cinema molto diversi. Alla spettacolarità ipertrofica contemporanea fa fronte il sortilegio del bianco e nero. Nel 1973 Robert Redford era Gatsby, per la regia di Jack Clayton. Un’edizione corretta. La più aderente al testo originale. Shakespeare conosceva le regole del cinema trecento anni prima che fosse inventato. E il cinema ha davvero approfittato di lui. Troppo grande era la tentazione. In Shakespeare tutto è incredibilmente perfetto: il ritmo del racconto, gli artifici, il sangue - soprattutto quello blu - gli amori e le guerre. I film ci hanno proposto Amleto in costumi da corte viennese, Riccardo III fra i nazisti, Romeo e Giulietta a Los Angeles e Titus nel palazzo dell’Eur. Oltre a tutto il resto. Per la rassegna si è privilegiato il Giulio Cesare, (Mankiewicz 1953) un film dinamico anche se assolutamente legato al testo originale. Con un valore in più, molto importante, Marlon Brando nella parte di Antonio. Il suo monologo “Amici, romani, cittadini...” viene considerato il più alto modello di retorica mai composto. Brando non era uno Shakespeariano ma incantò tutti. John Gielgud, nel cast nella parte di Cassio, uno dei massimi interpreti del bardo, si inchinò davanti alla performance, magnificamente anomala, di Brando. Il film sarà preceduto da inserti “opposti”, una fase del monologo di Lawrence Olivier nell’Amleto (1948), la scena d’amore fra Romeo/DiCaprio e Giulietta-Danes in Romeo+Giulietta (1996) e un momento del Giulietta e Romeo, il superclassico diretto da Cukor nel 1936. Non poteva mancare un grande giallo ed è stato privilegiato, com’è legittimo, Conan Doyle (1859-1930). Il film è Vita privata di Sherlock Holmes, del 1970, firmato da Billy Wilder. Il “gioco”, in questo caso grande gioco, sta nella lettura di un gigante della letteratura poliziesca da parte di un altro gigante del cinema. Il regista americano-viennese può permettersi molte licenze. Verranno Giovedì 28 agosto ore 21.00 L’età dell’innocenza L’età dell’innocenza (The Age of Innocence). USA 1993, 120 min.. Regia di Martin Scorsese, tratto dal romanzo di Edith Wharton del 1920 e vincitore del Premio Pulitzer l’anno seguente. Prima edizione italiana Feltrinelli 1960 con la traduzione di Amalia D’Agostino Schanzer. accettate. Un “Holmes” pieno di intelligenza, ma si sapeva, e di umorismo. Le versioni in cinema delle opere di Doyle non si contano. Due citazioni per promemoria, una recente: un titolo di Gay Ritchie, Sherlock Holmes (2009) con Robert Dawney jr, e un classico che fa testo, Il mastino dei Baskerville (1941), col “vero” Holmes, Basyl Rathbone. Quasi amici, di Olivier Nakache ed Éric Toledano, è un film di grande qualità e di grande successo che – e non succede spesso – ha messo d’accordo tutti i target. Il legame con la letteratura è... anomalo. Trattasi di derivazione da libro ma l’autore, Philippe Pozzo di Borgo, non è scrittore professionista, è un nobile che dopo un terribile incidente di parapendio, che lo ha lasciato paralizzato, ha raccontato la sua vicenda nel libro Le second souffle, che ha ispirato, appunto, Quasi amici. A fronte di un magnifico, casuale scrittore dilettante, la serata proporrà un tema “contrario”, alcune sequenze di uno scrittore(super)professionista del cinema, che scrive sapendo già che il testo diventerà, in automatico, pellicola: Nick Hornby, inglese idolo dei giovani, e non solo. Momenti di cinema, e anche di lettura, di suoi bestseller/film: Alta fedeltà, About A Boy, Non buttiamoci giù. Ne La grande bellezza di Sorrentino, un invitato a una delle tante feste romane dice: “sto scrivendo un romanzo, un po’alla Proust, ma amo molto Ammanniti.” Giovedì 4 settembre ore 21.00 Io non ho paura Io non ho paura. Italia 2003, 95 min.. Regia di Gabriele Salvatores, tratto dal romanzo di Niccolò Ammanniti edizioni Einaudi 2001. Niccolò Ammanniti è dunque “di moda”, meritatamente. Il cinema lo ha acquisito attraverso un regista importante, Gabriele Salvatores (premio Oscar con Mediterraneo), che ha tratto dai suoi romanzi Io non ho paura (2004), che proponiamo, e Come dio comanda (2008). La “ditta” ha funzionato. Un legame è il premio Oscar, il tema è ancora il contrasto, che significa attitudine, soprattutto tempo. Preposta una sequenza de La ciociara di De Sica (i suoi Oscar sono quattro) dal romanzo di Alberto Moravia: ed ecco l’altro legame, quello letterario, rilevate le differenze, fra il contemporaneo Ammanniti e il classico “novecentista” Moravia. L’età dell’innocenza, il romanzo di Edith Wharton (18621937), possiede una grande valenza cinematografica. Il film aderisce perfettamente al libro, grazie a Scorsese, grande maestro. Il regista riesce a inserire alla perfezione il testo originale, letto fuoricampo, della scrittrice, un artificio molto complesso per la diversità di spazio e di tempo, come detto, fra libro e film. Anche in questo titolo l’Oscar è di casa, con Daniel Day Lewis, primatista assoluto con tre statuette tutte da protagonista e Scorsese che ottenne il premio con Departed. La serata è nel segno delle grandi scrittrici, americane ed europee, che tanto hanno dato al cinema: Austen, Blixen, Du Maurier, le Brönte, Woolf. Saranno ricordate. Pino Farinotti è critico, docente e scrittore. Titolare, con la figlia Rossella, del “Farinotti”, lo “storico” dizionario di tutti i film, il primo e più completo nel panorama. Il rapporto fra letteratura e cinema è uno degli specifici dei suoi corsi universitari. Come romanziere ha firmato bestseller tradotti nel mondo, che hanno ottenuto premi importanti (Bancarella- Librai pontremolesi, San Vidal, Maria Cristina fra gli altri). La sua attività complessiva viene definita dalla motivazione, dovuta al Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, quando nel 2003, lo ha nominato “Benemerito della cultura”, uno dei più alti riconoscimenti della nazione: “Per la sua attività di enciclopedista, docente, saggista e narratore, in vari campi della comunicazione e della cultura. Con una qualità e un impegno che onorano il Paese.” Biblioteca Centrale - Corte di Palazzo Sormani Corso di Porta Vittoria 6, Milano Ingresso libero fino ad esaurimento posti In caso di pioggia le proiezioni si terranno nella Sala del Grechetto, via Francesco Sforza 7, con ingresso libero fino ad esaurimento dei posti a sedere si ringrazia Biblioteca Centrale. Ufficio Promozione 02 884 63372 l [email protected] comune.milano.it/biblioteche sezione manifestazioni
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