14_11_2014 - CGIL Basilicata

RASSEGNASTAMPA
RASSEGNASTAMPA
14 novembre 2014
RASSEGNASTAMPA
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ANNO 14 - N. 314 - e 1,20
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Redazione di MATERA: Piazza Mulino 15, 75100 - Matera (MT) - tel. 0835 256440 - fax 0835 256466 - email [email protected]
Venerdì 14 novembre 2014
Ci sarà il ministro Franceschini. Latronico: «Venga in treno»
Matera capitale, lunedì la festa con le altre città
A Striscia fanno i brillanti, poi sbagliano regione:
«E’ in Puglia». Il caciocavallo lo rispediamo a loro
QUARTO alle pagine 14 e 27
Studenti, Libera, M5S, Sel e Corecom contro Cinzia
Grenci. Insulti su Fb, lei abbandona il campo social
Aeroporto di Pontecagnano
I nove milioni
sono per la rete
ferroviaria
Processo
alla giornalista
La pretesa:«Chiederemo che
non si chiami solo “Costa d’Amalfi»
LABANCA a pagina 4
Da oggi FORUM
DEI GIOVANI a Maratea
INDUSTRIA
DELLA CREATIVITA’
ED ECONOMIA
DELLA CULTURA
Intervista
al governatore
di MARIANO PATURZO alle pagine 12 e 13
Il caso arriva in Parlamento con un’interrogazione della deputata
Liuzzi alla vigilanza Rai
Il senatore Margiotta aveva già preso posizione su Twitter
Art. 38. Lacorazza chiarisce il senso del ricorso alla Consulta:
“Normale dialettica tra Stato-Regione”
Interviene Civati: «Contraddizione tra le trivelle e Matera Capitale»
Il Consiglio rinvia al 4 ed è polemica
IL CASSIERE DI MOKBEL
Barbetta e Plastino
i 2 rioneresi dal Gup
per il tentato sequestro
del romano Fanella
LABANCA e ROSA alle pagine 4,5,8,9 e 10
CONTA E RICONTA
POTENZA
Il dissesto di Potenza
appeso a una data
Giovedì Consiglio
Quella colata di cemento
attorno alla sopraelevata
MARTINO a pagina 17
L’attuale situazione dell’area su cui
dovrebbe sorgere un palazzo di circa 9m
Aniello Barbetta e Giovanni Plastino
LORUSSO alle pagine 6 e 7
AMATO a pag 11
MARCONIA
Flirt tra un italiano e una marocchina, scoppia rissa al bar, tutti denunciati
POLICORO
Oggi i funerali del 18enne albanese investito da un’auto
GRASSANO
Il concorso del blog “Vox Populi” scatena gli appassionati di calcio
a pagina 30
ELIA a pagina 32
SPADAFINO a pagina 31
SPORT
CALCIO LEGA PRO
Il Matera ospita il Savoia
e confida nel pubblico
per tornare a vincere
41114
9
771974
617259
Auteri
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Venerdì 14 novembre 2014
TESTATA INDIPENDENTE CHE NON PERCEPISCE I CONTRIBUTI PUBBLICI PREVISTI DALLA LEGGE N° 250/90
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Abb. Post. - 45% - Art. 2 C 20/B L. 662/96 - Filiale Bari - tassa pagata - *promozioni valide solo in Puglia e Basilicata - Anno 127° Numero 313
CLIMA L’INTERVALLO FRA EVENTI ECCEZIONALI È SCESO DA 50 A 15 ANNI
ARRESTATO DAI CARABINIERI UN PREGIUDICATO
«La costa ionico-salentina
sarà sempre più a rischio»
Melfi, adesca due sorelle
promettendo un lavoro
Le sequestra e le violenta
SERVIZIO IN GAZZETTA DI BASILICATA A PAGINA II >>
Gli esperti: è la più esposta ai venti di Scirocco
quelli più favoriti dal riscaldamento globale
CARABINIERI Gli investigatori del radiomobile
ARMENISE A PAGINA13 >>
ACCORDO SULLA RIFORMA IL PREMIER ACCETTA LE MODIFICHE ALL’ARTICOLO 18 PROPOSTE DAI SUOI OPPOSITORI INTERNI E PARLA DI GRANDE PASSO AVANTI
Lavoro, dietrofront di Renzi
BARI DOPO L’ALTOLÀ A MARITI E MOGLI
All’Università
così si aggira
Sì alla minoranza Pd: reintegri per licenziamenti discriminatori e disciplinari
Insorge il Nuovo centrodestra che evoca la crisi. Non escluso il voto di fiducia il codice etico
PER UNA VOLTA
(UNA SOLA)
CI DICA
«PRIMA IL SUD»
IN ORBITA CON LA PRIMA ITALIANA
di LINO PATRUNO
U
n uomo chiamato
rancore. Questo è
Matteo
Salvini,
nuovo primatista
di sondaggi tanto quanto di
comparsate tv. Dove esibisce
il suo innato ghigno, residuo
decadente di un leghismo che
voleva dar lezioni al prossimo mettendo le dita nel
naso. E dove esibisce la sua
studiata diversità, continuando a smanettare sul tablet mentre gli altri parlano
perché lui deve in ogni momento parlare col suo popolo
di Facebook e di Twitter.
Il primo rancore che la
Lega di Salvini (e del suo
docente emerito Umberto
Bossi da Cassanmagnago) cominciò a cavalcare fu quella
delle genti del Nord convinte
che i suoi problemi fossero
tutta colpa del Sud. Cominciò
così a sproloquiare di secessione.
SEGUE A PAGINA 21 >>
l Il voto di fiducia non è
ancora stato escluso, ma in zona Cesarini arriva una fumata
grigia sulla trattativa sul Jobs
Act: l’apertura del governo alla
minoranza Pd, in «cambio»
dell’approvazione alla Camera,
in tempi brevi, del testo che
uscirà dalla commissione Lavoro. «Un grandissimo passo in
avanti», è il sigillo posto dal
premier Renzi che parla di
«partita chiusa» e di articolo 18
«superato». Intesa che invece
manda sulle barricate l'altra
faccia della maggioranza, il
Nuovo Centrodestra, che in serata a Palazzo Chigi vede «informalmente» il responsabile
economico dei Dem, Filippo
Taddei, ed evoca la crisi.
l La deflazione in Italia sembra essersi fermata. I prezzi tornano leggermente a salire, ma
non in tutte le grandi città. Bari e
Milano, ad esempio, restano col
segno meno. A ottobre l’indice
nazionale dei prezzi al consumo
è salito sia rispetto a settembre,
sia rispetto a ottobre 2013.
SERVIZI ALLE PAGINE 2, 3, 4 E 5 >>
SERVIZIO A PAGINA 5 >>
DEFLAZIONE
Prezzi in ripresa
ma a Bari
è sempre peggio
PUGLIA IN EMERGENZA
Prezzi alle stelle, olive a ruba
Nelle campagne torna la paura
SAMANTHA La prima donna italiana nello spazio
Pranzi e cene spaziali
con le fave di Carpino
LANGONE E MASTRANGELO ALLE PAGINE 6 E 7 >>
Contestazione di 400 tifosi
al campo degli allenamenti
NITTI NELLO SPORT >>
SCAGLIARINI A PAGINA 9 >>
PROCESSO SCAZZI, COSE MAI VISTE
E OGGI SI RIVEDE IL CIRCO MEDIATICO
MANGANO A PAGINA 8 >>
IL BARI CHE NON VINCE
BARI Palazzo Ateneo, sede del Rettorato
di MIMMO MAZZA
L
e parabole stese al vento, l’ordinanza che garantisce le riprese
a «Un giorno in Pretura» firmata da settimane, gli inviati delle
principali tv in città già da tre giorni. Parte oggi il processo
d’appello per l’omicidio di Sarah Scazzi e riprende, parallelo e
implacabile, il dibattimento apparecchiato sui mass media di tutta
Italia, specie nelle trasmissioni di intrattenimento nazionalpopolare.
SEGUE A PAGINA 21 >>
L’INDAGINE VERSO LA CHIUSURA
L’APPELLO «SALVARE I GIOIELLI»
Scandalo treni d’oro
La Sud-Est rischia
anche l’interdizione
Il cardinale Bagnasco
«Un patto sociale
per non cedere l’Ilva»
l BARI. Le Ferrovie Sud-Est
rischiano una multa fino a 7,5
milioni e l’interdizione da appalti e contributi pubblici. È un
possibile effetto dell’indagine
sui treni d’oro che la società
barese avrebbe acquistato in
Polonia: la Procura di Bari ipotizza una truffa ai danni dello
Stato per 14,8 milioni. Anche la
società è coinvolta per effetto
del decreto sulla responsabilità
amministrativa.
l La crisi economica nel Paese
resta «gravissima» e occorre «un
patto sociale», «mettersi insieme»,
per dare una risposta alla gente
che soffre. Parla così il cardinale
Angelo Bagnasco, presidente della
Conferenza episcopale italiana ad
Assisi. E sottolinea che l’Italia ha
delle «eccellenze da salvare come
le realtà industriali dell’Ilva di Taranto o come Terni e Genova. Occorrerebbe tenere quanto più possibile in casa i gioielli».
LONGO E SCAGLIARINI A PAG. 11 >>
SERVIZIO A PAGINA 17 >>
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LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO - Quotidiano fondato nel 1887
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MELFI ACCUSATO DI VIOLENZA SESSUALE È PASQUALE MOSSUCCA, 43 ANNI. LE DUE VITTIME VIVEVANO A FOGGIA
TERRITORIO ALEGGIA L’INCUBO VISSUTO NEL 2003 A SCANZANO
L’orco che promette il lavoro Matera
sequestra e abusa di 2 sorelle e lo spettro
Due ragazze rumene ingannate e segregate. I CC lo arrestano
Gli investigatori sono
riusciti a ricostruire
l’accaduto a oltre due
anni di distanza
l Le aveva «adescate» in provincia di Foggia con la scusa di
poter offrire loro un lavoro a Melfi.
Poi le ha tenute segregate in casa e
costrette a subire rapporti sessuali. I fatti risalgono a due anni fa. E
ieri i carabinieri del nucleo operativo radiomobile della compagnia di Melfi l’hanno rintracciato
e arrestato. Pasquale Mossucca, 43
anni, è accusato di «violenza sessuale - spiegano i carabinieri in un
comunicato stampa diffuso ieri
pomeriggio - in danno di due sorelle provenienti dalla romania».
SERVIZIO A PAGINA II >>
Nelle mappe delle aree LA PROPOSTA
individuate dalla Sogin
sono presenti alcune Salario
località del Materano
INVESTIGATORI Un’auto del nucleo radiomobile all’uscita dalla caserma [foto Tony Vece]
MELFI
RAPPORTO ANNUALE DI LEGAMBIENTE
Lo palpeggiano
poi lo derubano
arrestate 3 donne
Scuole ecologiche
e sicure?
Potenza se la cava
Matera meno
l «Furto aggravato con strappo e violenza sessuale». I militari della stazione carabinieri di Melfi,
nel corso della mattinata, nell’ambito dei servizi
predisposti per limitare il fenomeno dell’accattonaggio in prossimità di supermercati e centri commerciali da parte di cittadini stranieri, «che negli
ultimi giorni - fanno sapere i carabinieri della compagnia di Melfi, comandati dal capitano Giovanni
Diglio - hanno iniziato a creare preoccupazione tra
la cittadinanza», hanno bloccato ed arrestato tre
giovani donne rumene: L. R., di anni 23, S. M. e M.
A., entambe di anni 20, domiciliate tutte a Foggia.
l Come sta la scuola lucana? Così
così. Molto male Matera, penultima
nella graduatoria nazionale dei capoluoghi. Potenza invece si distingue
come esempio di buone pratiche con
“Scuole ecologiche, scuole sicure”. È
il quadro che emerge dal XV Rapporto Ecosistema Scuola elaborato da
Legambiente con il quale si fa il punto, ogni anno, sulla qualità di edilizia, strutture e servizi scolastici.
SERVIZIO A PAGINA VI >>
IL CASO L’ASSESSORE REGIONALE SULLA MATERIA ENERGETICA
«Basilicata zona franca»
Berlinguer al ministro
l Da dove possono ripartire il
Mezzogiorno e la Basilicata per
invertire la tendenza ad affondare? L’assessore regionale all’ambiente e al territorio, Aldo Berlinguer, scommette sulle «zone
franche». O, per l’esattezza, sulla
legittimità della Basilicata - terra
che produce petrolio - a poter
avanzare il diritto a una fiscalità
differenziata. Se ne discute a Roma al Ministero Affari regionali.
SAMMARTINO E LAGUARDIA
A PAGINA IV >>
l Da Capitale Europea della
Cultura a sede del deposito nazionale delle scorie? Matera e l’alta Murgia rischiano di diventare
terreno ideale per «accogliere» la
monnezza nucleare? Il rischio ci
sarebbe: nella mappa delle aree
redatta da Sogin (la società di
Stato responsabile dello smantellamento degli impianti nucleari e
della gestione dei rifiuti radioattivi) nel 2010, infatti, le aree della
nostra regione interessate sono,
oltre a Scanzano Jonico e Craco,
anche Matera e l’alta murgia.
d’inserimento
«in cambio
di lavoro»
l «Ridare la dignità del
lavoro». A coloro che un lavoro lo hanno perso, a coloro che un impiego non
l’hanno mai avuto, a coloro
che per motivi diversi non
riescono a trovarlo. È la proposta in consiglio regionale.
INCISO A PAGINA V >>
MIOLLA A PAGINA III >>
LAURIA
La vedova
Forastieri
non si arrende
«Chiedo giustizia»
PERCIANTE A PAGINA VII >>
SALUTE
SCUOLA La Domiziano Viola di Potenza [foto Tony Vece]
SERVIZIO A PAGINA II >>
ASSESSORE Aldo Berlinguer
delle scorie
SBLOCCA ITALIA, L’IDEA BUONA
AVANZATA DA CHIAMPARINO
di PIERO LACORAZZA
PRESIDENTE CONSIGLIO REGIONALE DELLA BASILICATA
S
i apre uno spazio per Sblocca Italia e Titolo V della Costituzione. La posizione di Sergio Chiamparino indica un
percorso per mantenere il principio di leale collaborazione
fra Stato e Regioni. Impugnare l’art. 38 fa parte della normale dialettica, la Basilicata può ancora giocare un ruolo. La
posizione assunta dal presidente della Conferenza delle Regioni
Chiamparino, che ha indicato al Governo un percorso da esplorare e
da seguire per mantenere nel tempo, anche con la riforma del Titolo
V, il principio di leale collaborazione fra Stato e Regioni, ci invita a
riflettere su quanto sia difficile evitare che vi sia una concorrenza di
materia fra Stato e Regioni su varie tematiche e dimostra che il tema
delle prerogative delle Regioni non è definitivamente risolto e si
apre uno spazio di intervento che va pienamente utilizzato.
SEGUE A PAGINA XII >>
Un fumetto
per informare
i ragazzi sui rischi
del diabete
SERVIZIO A PAGINA VI >>
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1,30
Anno 91 n. 201
Giovedì 31 Luglio 2014
Odio gli indifferenti. Credo che vivere
voglia dire essere partigiani. Chi vive
veramente non può non essere
cittadino e partigiano. L’indifferenza è
abulia, è parassitismo, è vigliaccheria,
non è vita. Perciò odio gli indifferenti.
Alcuni piagnucolano pietosamente,
altri bestemmiano oscenamente,
ma nessuno o pochi si domandano:
se avessi fatto anch’io il mio dovere,
se avessi cercato di far valere la mia
volontà, sarebbe successo ciò che è
successo?
Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi
non parteggia, odio gli indifferenti.
L’Unità
è viva
Antonio Gramsci 11 febbraio 1917
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2 PRIMO PIANO
Venerdì 14 novembre 2014
GOVERNO E PARTITI
CONFRONTO SEMPRE PIÙ SERRATO
I TEMPI
Nelle intenzioni il voto finale sul Jobs Act
sarà entro il 26 novembre, per il giorno dopo
invece l’approdo della legge di stabilità
Renzi «placa» la minoranza Pd
ira Ncd sulla riforma del lavoro
Ancora non esclusa la fiducia. Il premier: grande passo avanti, la partita è chiusa
l ROMA. In «zona Cesarini» una
fumata grigia sulla trattativa sul
Jobs Act concretizza l’apertura del
governo alla minoranza Pd. Ancora
non viene esclusa la fiducia sul testo
del Senato e si punta all’approvazione alla Camera, in tempi brevi, del
testo che uscirà dalla commissione
Lavoro, è la mediazione trovata su un
testo che recepirà le proposte sancite
nella direzione Pd, a cominciare dalla tipizzazione del reintegro per i licenziamenti disciplinari. «Un grandissimo passo avanti», è il sigillo posto dal premier Matteo Renzi che parla di «partita chiusa» e di articolo 18
«superato».
Intesa che invece fa scendere immediatamente sulle barricate l'altra
faccia della maggioranza, il Nuovo
Centrodestra, che in serata a Palazzo
Chigi vede informalmente il responsabile economico Dem Filippo Taddei.
La giornata è convulsa, anche perchè, come anticipato da Renzi al Nazareno, i nodi stanno venendo al pettine. Poco prima della capigruppo
convocata alla Camera per calendarizzare Jobs Act e legge di stabilità è
Roberto Speranza, spesso «cuscinetto» tra la sinistra Pd e l’ala maggioritaria del partito, ad annunciare
un’intesa che sembrava inaspettata.
«Non ci sarà nessuna fiducia al testo
del Senato, verrà ripreso l’odg della
direzione», spiega il capogruppo Pd
al quale fanno subito seguito le affermazioni del vicesegretario Lorenzo Guerini («l'intesa risponde a chi
voleva aprire fronti nel Pd» e poi, da
Bucarest, la benedizione del premier:
«Bene così, andiamo avanti, il primo
gennaio andranno in vigore le regole
sul lavoro».
Una benedizione, spiegano da Palazzo Chigi, che non va interpretata
come un cedimento alle rivendicazioni della sinistra Dem. Ed è lo stesso Renzi a precisare come i margini
di trattativa per la minoranza siano
finiti: «la partita è chiusa si voterà a
ore». Il timing – rapidissimo – e l’avvicendarsi in Aula della riforma del
lavoro e della legge di stabilità rispettano infatti le intenzioni del pre-
mier: il voto finale sul Jobs Act sarà
entro il 26 novembre, per il giorno
dopo è previsto invece l’approdo della
legge di stabilità.
E resta tutt'altro che escluso, come
ribadisce Renzi, che sul nuovo testo
della commissione sia messa la fiducia. Ma la mediazione trovata oggi
sembra per ora bastare ad una buona
fetta della minoranza. Si tratta di
"modifiche vere, di contenuto, positive e che migliorano la delega, non
solo sull'annosa questione dell’art.
18", sottolinea Cesare Damiano, tra i
protagonisti della negoziazione. E
anche Stefano Fassina appare soddisfatto: "il governo prende atto del
ruolo del Parlamento".
Ma l’intesa trovata con il gruppo
Pd in commissione – "non è un accordo con la minoranza", precisa lo
stesso Guerini – vede subito insorgere Ncd, a partire da Maurizio Sacconi, che chiede un vertice di maggioranza. E in serata è lo stesso Sacconi, con Nunzia De Girolamo, a recarsi a Palazzo Chigi per un 'chiarimentò informale. Incontro che, se
da un lato serve a mitigare l’ira di
Ncd dall’altro non basta a chiudere la
frattura. "Si tratta, la partita è aperta", è il warning lanciato da Sacconi
che preannuncia nuovi incontri della
maggioranza sul tema. Incontri che,
tuttavia, difficilmente potranno mettere in dubbio quel punto di caduta
trovato oggi sull'art.18, in particolare
sulla tipizzazione del reintegro dei
licenziamenti disciplinari.
Ma il sentiero in cui dovrà muoversi Renzi da qui a fine anno non è
solo economico. "Non possiamo partecipare al Patto del Nazareno e anche al patto del gambero" sul Jobs
Act, sottolinea De Girolamo evocando l’incrocio tra legge elettorale e
Jobs Act che vede il premier stretto
tra maggioranza, FI e sinistra Pd. Ed
è soprattutto sul primo punto che
Ncd difficilmente farà concessioni
laddove sulla riforma del lavoro è
cambiato il punto di partenza, il testo
del Senato, ma non è certo sfumato
un dibattito che, in commissione e in
Aula si preannuncia intricatissimo.
Michele Esposito
Cosa resta del reintegro
Nuova polemica sull’art. 18
La scelta di inserire nel testo del Jobs Act il
riferimento specifico (ora assente) ai casi di
reintegro, frutto dell’accordo raggiunto all’interno del Pd, fa infuriare il Nuovo centrodestra,
che chiede un vertice di maggioranza, e riapre
la polemica sull'articolo 18, con Ncd e Forza Italia che tornano sulle barricate. Le modifiche
concordate, ci tiene a sottolineare il presidente
della commissione Lavoro Cesare Damiano,
non riguardano però solo «l'annoso problema
dell’articolo 18» che certo, come sottolinea il
presidente del Pd Matteo Orfini è «il punto politico» dell’accordo: il testo sarà corretto, così come chiesto da diversi emendamenti già depositati, «anche su altri punti – dice Damiano – come
i controlli a distanza» che riguarderanno solo gli
impianti, o «le cure parentali» mentre non sarà
toccato di nuovo il tema del demansionamento,
«già modificato al Senato». La commissione inizierà a votare domenica pomeriggio, con
l’obiettivo di chiudere entro giovedì prossimo,
visto che il testo è atteso in Aula il 21 per arrivare al voto finale entro il 26 e lasciare posto così
dal 27 alla legge di Stabilità.
M5S PRONTI AL DIALOGO SUL COLLE
LA TRASFERTA «L'ITALIA STA CAMBIANDO, NON CI FERMIAMO PIÙ», RIBADISCE IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DALLA TAPPA DI BUCAREST
Grillini spiazzati
e fuori dai giochi
si cerca nuova via
Matteo vola al G20 d’Australia ma manda un messaggio chiaro alla maggioranza
l ROMA. E' già spuntata l’arma del dialogo
impugnata da Grillo e dal Movimento come
grimaldello per spezzare «uno alla volta gli
anelli della catena» che tiene insieme quello
che il leader del Movimento definisce il «trio
Lescano» Renzi-Berlusconi-Napolitano. Per
il M5s si fa Rewind: si torna all’opposizione,
dura e pura. E, ironia della sorte, ciò avviene
il giorno stesso in cui Beppe Grillo annuncia
in Tv che sulla legge elettorale, il M5s è
«pronto a dialogare e che questo discorso vale
anche per il Presidente della Repubblica».
Il nuovo patto del Nazareno, e ora anche la
svolta sul Jobs act, riporta i Cinque Stelle in
un angolo e il faticoso lavoro dei dialoganti se
ne va in soffitta. «Gli anelli della catena vanno spezzati, uno alla volta. Dopo, a loro rimarrà solo da tirare la catena del cesso»
spiegava qualche giorno fa Beppe Grillo, forte del successo ottenuto con il Pd sulla Consulta e mentre si profilava come imminente il
percorso di addio di Napolitano al Quirinale.
Ma lo show di Grillo a Bruxelles per rilanciare le ragioni dell’uscita dall’euro è finito
travolto dal nuovo patto tra Renzi e Berlusconi. Al punto che l’ex ideologo del Movimento, pur sempre attivista sfegatato del
Movimento, Paolo Becchi, non esita a togliersi un sassolino dalla scarpa: «Patto del
Nazareno più solido che mai e Grillo, con la
sua voglia di prendere il posto di Berlusconi,
ha fatto solo una figura de mierda». Ora,
quindi, non resta che riportare dritta la barra
del timone verso la tranquilla sponda dell’opposizione. Grillo dà subito il segnale e dal
blog attacca intanto il Cavaliere. «Berlusconi
ha fondato FI per salvare le sue aziende e ora
lo sta distruggendo per lo stesso motivo» e «il
patto del Nazareno serve» a evitare questo. Se
poi ci fosse anche la grazia per mano di
Napolitano sarebbe perfetto. I Cinque Stelle
tuonano contro l’accelerazione sul Jobs act:
«Tutti in ginocchio di fronte ai capricci del
premier» si lamentano i parlamentari mentre Roberto Fico ironizza sull'impuntatura di
Ncd: «chiacchiere da bar».
Francesca Chiri
«Nessuna trattativa sull’Italicum»
l BUCAREST. «Il percorso delle riforme non si ferma più». Matteo Renzi scandisce ogni singola parola. Risponde a una
domanda all’uscita dall’ambasciata italiana a Bucarest, in partenza per il suo
primo G20 in Australia. Ma, al termine di
una giornata di confronto e scontro tra i
partiti, ci tiene a mandare un messaggio
di chiarezza: entro il primo gennaio il
Jobs act deve essere legge, la legge elettorale approvata al Senato. All’indomani
dell’incontro con Silvio Berlusconi «non
c'è nessuna trattativa» ancora aperta su
quello che ha ribattezzato «Italicum 2.0».
«La legge elettorale è quella che abbiamo condiviso e concordato e che consente finalmente di sapere chi vince e di
avere un sistema che funziona e impedisce il potere di veto dei partiti», sintetizza Renzi, con parole che sembrano
rivolte alla minoranza del suo partito, che
chiede di rimettere mano al sistema delle
preferenze. Ma che appaiono un messaggio ai contraenti del patto del Nazareno e al resto dell’alleanza di governo
perchè non si provi ancora a frenare e
disfare. Certo, restano irrisolti i nodi su
cui non è riuscito a trovare un’intesa con
il Cavaliere: quelli si affronteranno nelle
votazioni in Parlamento. Con un’unica
stella polare: i tempi. Sulla road map
tracciata il leader del Pd e capo del governo non intende transigere e si mostra
ottimista: «Ormai la legge l'abbiamo messa in dirittura d’arrivo».
Ma un nuovo fronte si infiamma in
Parlamento quando ancora non è stato
digerito il contenuto del nuovo incontro
del Nazareno (con l’apertura di una discussione con Forza Italia - conferma
Lorenzo Guerini – anche sul «metodo di
elezione» del nuovo presidente della Repubblica). Si tratta del fronte Jobs act,
con l’apertura del governo ad alcune modifiche chieste dalla minoranza Pd: fatto
che innesca nuove tensioni con Ncd. Non
c'è nessuna deviazione dalla via traccia-
ta, sottolinea anche su questo fronte Renzi. L’articolo 18 sarà «superato» e il primo
gennaio la riforma del lavoro sarà in
vigore.
«L'Italia sta cambiando», non si stanca
di ripetere il premier. Lo dice da Bucarest, lo ribadirà a Brisbane, dove incontrerà tanti leader europei e soprattutto il nuovo presidente della commissione Ue Juncker, dopo il duello ingaggiato a distanza. Perchè il messaggio che
Renzi vuol far passare è che cambiare il
Paese «non servirà a niente se non riusciremo a cambiare l’Europa» superando
le logiche della «burocrazia e dei tecnici».
Se l’Italia si impegna a «uscire dalle sabbie mobili», scandisce, deve impegnarsi a
farlo anche un’Ue che è ancora quella dei
parametri e delle regole.
Anche per questo il leader del Pd sulla
via per l’Australia ha fatto tappa a Bucarest. Per sostenere il giovane primo
ministro e leader dei socialisti romeni
Victor Ponta nel ballottaggio per le presidenziali e rinsaldare con lui quell'asse
dei socialisti europei che passa da Roma,
Parigi, Madrid e Lisbona, dove Renzi sarà
a fine mese.
Ponta a Renzi promette che può contare sul suo sostegno. E poi, dalla sede del
partito, dove lo ha accolto, lo trascina in
uno studio televisivo per un’intervista
congiunta in un talk show, in quello che
per lui è il penultimo giorno di campagna
elettorale. «Tutti insieme potremo cambiare l’Europa», sorride Renzi. Che parte
per il suo primo G20 in Australia ma
promette, con una battuta: «Martedì sarò
di nuovo a Roma a fare danni».
Serenella Mattera
APPUNTAMENTO A
BRISBANE
Attiviste del «People
for the Ethical
Treatment of
Animals» (Peta) un’associazione
molto attiva a difesa
dei diritti degli
animali - con il corpo
dipinto di verde ad
una manifestazione
in Australia in vista
del G20
.
RASSEGNASTAMPA
PRIMO PIANO 3
Venerdì 14 novembre 2014
GRANDI
MANOVRE
Matteo Renzi e
il capogruppo
Pd alla Camera
Roberto
Speranza
I CHIARIMENTI
Accanto alla partita sulla legge elettorale,
l’eurodeputato azzurro intende avere delle
risposte anche sul rilancio di Forza Italia
LA DIRETTA
Segui gli aggiornamenti sul tuo
telefonino. Le istruzioni sono
a pagina 21
Silvio incassa il Nazareno bis
e ora tratta con i frondisti
Fitto ribadisce: «Non possiamo accettare imposizioni irragionevoli»
L’accordo di Palazzo Chigi
Impegno scritto tra gli alleati dell’attuale maggioranza
marzo
febbraio
gennaio 2015
febbraio
gennaio 2015 dicembre novembre
Traguardo
di governo
Voto
anticipato
2018
LEGGE ELETTORALE
entro 7 giorni
ripartenza al Senato
entro fine anno
voto in Aula
NO
Premio alla lista
oltre il 40% dei voti
Capilista bloccati
e preferenze
Quota di genere
nelle liste
entro febbraio
voto deinitivo alla Camera
Non più
di 100 collegi
Soglia di
sbarramento al 3%
DELEGA FISCALE (revisione detrazioni e nuovo catasto)
da approvare al più presto in via deinitiva al Senato
JOBS ACT (l. delega sui contratti)
al via dal 1° gennaio 2015
DDL COSTITUZIONALE
(nuovo Senato e abolizione Province)
entro gennaio
voto Camera
entro marzo
voto Senato
Prima lettura “senza stravolgimenti”
(le leggi che modiicano la Costituzione
necessitano di una seconda approvazione
di ambedue le Camere dopo almeno 3 mesi)
ANSA
l ROMA. Incassato il risultato più
importante e cioè quello di aver rinsaldato l’intesa con Matteo Renzi, soprattutto su partite future che non hanno nulla a che vedere con la legge elettorale, Silvio Berlusconi si trova a dover «fare i conti» con il partito e le
ricadute sugli umori dei parlamentari.
A quanti lo hanno incontrato nel corso
della giornata l’ex capo del governo
non ha nascosto la soddisfazione per
l’incontro a palazzo Chigi: abbiamo
confermato di essere interlocutori attenti anche su altri temi, primo su tutti
il futuro presidente della Repubblica.
La successione al Colle, del resto,
sembra sia stato uno degli argomenti
principali della riunione dell’altro ieri.
Il tema, ovviamente, entrerà nel vivo
solo quando Napolitano deciderà se fare o meno un passo indietro, ma era
comunque importante mettere intanto
sul tavolo il metodo da seguire: sarebbe
un bel segnale – avrebbe osservato l’ex
capo del governo – eleggere il futuro
presidente della Repubblica alla prima
votazione per mandare un segnale
chiaro che il patto del Nazareno è più
TORNA IL
SERENO Il
leader di Forza
Italia, Silvio
Berlusconi,
all'uscita da
Palazzo Chigi al
termine
dell'incontro
con il
presidente del
Consiglio
Matteo Renzi di
mercoledì
forte che mai. Certo, il Cavaliere sa
bene che per mantenere saldo l’accordo deve fare i conti con Raffaele Fitto, il
capo dell’esercito frondista con cui il
dialogo è riallacciato. L’intesa con l'eurodeputato gli consente di poter contare su un partito unito. Il prezzo però
di questa ritrovata unità sta nel non
disattendere quanto deciso in ufficio di
presidenza. E non è un caso che l’ex
governatore pugliese lo abbia ribadito
in una lunga nota affidata al suo blog:
IL «SISTEMA PROSTITUTIVO» LA SENTENZA DELLA CORTE DI APPELLO DI MILANO. EVITATO IL CARCERE
«Sono e resto convinto che sia ora tracciata una strada chiara per il nostro
movimento, finalmente comprensibile
per i nostri elettori», è la premessa
dell’esponente azzurro che ribadisce,
tanto perchè sia chiaro a tutti, che «Fi è
alternativo al governo sui temi economici. Certamente – spiega ancora –
un grande partito non può chiamarsi
fuori dalle discussioni e dal confronto
su legge elettorale e riforme istituzionali ma, allo stesso modo, non pos-
siamo accettare imposizioni irragionevoli. Mi pare che l’esito dell’incontro
di ieri tra Renzi e Berlusconi registri
questa realtà delle cose". Insomma nessuna deroga a quanto stabilito ieri nel
comunicato congiunto. I nodi restano
tutti da sciogliere e Forza Italia si prepara alla 'battaglià in Parlamento. Due
restano i desiderata di Berlusconi offerti al capo del governo come ipotesi:
alzare la soglia al 5% e concedere il
premio alla lista oppure tenere la soglia al 3% ma dando il premio alla
coalizione.
Accanto alla partita sulla legge elettorale, l’eurodeputato azzurro intende
avere delle risposte anche sul rilancio
di Forza Italia. L’argomento sarà oggetto di discussione di un pranzo che
Fitto avrà la prossima settimana proprio con Berlusconi. E sempre la prossima settimana, mercoledì 19 novembre, l’ex governatore ha promosso un
seminario sull'Europa a cui sono stati
invitati tutti i deputati azzurri. Ovviamente anche lo stesso ex premier è
atteso al convegno.
Yasmin Inangiray
BOLOGNA ALTRI TRE SONO STATI INDIVIDUATI DALLA DIGOS PER IL PESTAGGIO A UN GIORNALISTA
Processo Ruby: pene ridotte Assalto all’auto di Salvini
per Fede, Mora e Minetti denunciati dieci antagonisti
l MILANO. Per Silvio Berlusconi il caso Ruby si era concluso
in secondo grado, quattro mesi fa,
con un’assoluzione che ha cancellato i 7 anni di carcere inflitti
in primo grado. Così non è andata, invece, per i tre imputati che
avrebbero contribuito alla creazione di un «sistema prostitutivo»
nel corso delle presunte serate a
luci rosse ad Arcore. Emilio Fede,
Lele Mora e Nicole Minetti, infatti, sono stati condannati anche
in appello, ma per loro è arrivata
una netta riduzione delle pene
che, tra l’altro, qualora diventas-
sero definitive, verosimilmente
non dovranno essere scontate in
carcere.
I giudici della terza sezione penale della Corte d’Appello di Milano, presieduta da Arturo Soprano, hanno abbassato la condanna
per l’ex direttore del Tg4 da 7 anni
a 4 anni e 10 mesi, assolvendolo
per una parte delle imputazioni
(l'induzione alla prostituzione) e
riqualificando altri fatti contestati. La pena per l’ex consigliera
lombarda Nicole Minetti, invece,
è stata portata da 5 anni a 3 anni
con il riconoscimento delle atte-
nuanti generiche. Per l’ex igienista dentale e showgirl, già in
primo grado nel luglio 2013,
dell’originaria accusa di induzione e favoreggiamento della prostituzione, anche minorile, era rimasta in piedi solo la contestazione del favoreggiamento delle
ragazze maggiorenni.
Mora, invece, è stato condannato a 6 anni e un mese, ma nella
pena va compresa anche la «continuazione» con il reato di bancarotta per il crac della sua Lm
Management e per il quale ha patteggiato 4 anni e 3 mesi nel 2011.
LEGA Matteo Salvini
l BOLOGNA. Il volto di molti di loro era già pubblico, immortalato
dalle telecamere che avevano ripreso alcune fasi dell’assalto alla
Volvo con a bordo Matteo Salvini. Ora i responsabili dell’aggressione avvenuta sabato a Bologna, durante la visita del leader della
Lega Nord al campo di nomadi sinti di via Erbosa, hanno anche un
nome e un cognome. La Digos bolognese ha denunciato alla Procura,
pm Antonella Scandellari, dieci persone per l’episodio.
«Un gesto inqualificabile che non poteva restare senza risposta»
secondo il Questore Vincenzo Stingone, che ha ringraziato «uomini
e donne della Digos che hanno lavorato da subito e stanno continuando a lavorare con determinazione». Gli stessi investigatori
hanno individuato e denunciato altri tre «antagonisti», in questo
caso di area anarchica, per il pestaggio del giornalista del Resto del
Carlino Enrico Barbetti, accerchiato e colpito al termine della
manifestazione. Per l’aggressione a Salvini, gli indagati sono tutti
appartenenti al collettivo «Hobo».
RASSEGNASTAMPA
4 PRIMO PIANO
Venerdì 14 novembre 2014
I MORSI DELLA CRISI
NON C’È LUCE IN FONDO AL TUNNEL
«STRUMENTI NON CONVENZIONALI»
Il presidente della Banca centrale
europea, Mario Draghi, potrebbe decidere
a breve l’acquisto di bond governativi
Fmi e S&P: allarme Ue
e la Bce chiede le riforme
A preoccupare è soprattutto il rischio deflazione nell’eurozona
l ROMA. È allarme per il «rischio-Eurozona» dal
Fondo monetario internazionale e dall’agenzia di
rating Standard & Poor's. E la Banca centrale europea peggiora la sua diagnosi sulle economie dei
Diciotto, con un’inflazione troppo bassa che avvicina il «quantitative easing» anche se i segnali da
Italia, Spagna e Francia allontanano il rischio-deflazione.
In una forte esortazione lanciata direttamente ai
palazzi del potere in Europa, contenuta nel documento che presenterà questo weekend al G20 di
Brisbane, il Fondo monetario internazionale mette
fra i principali rischi per la ripresa globale, una
deflazione nell’Eurozona, che come il Giappone rischia una stagnazione. Una presa di posizione che
riecheggia quella del governo Usa, dopo che l’altro
ieri il segretario al Tesoro Jack Lew ha detto che il
mondo non può permettersi un «decennio perduto»
come quello vissuto dal Giappone. E un invito, pressante e reiterato, alla Bce a «fare di più», incluso
«l’acquisto di titoli sovrani» se le prospettive d’inflazione non migliorano.
Anche Standard & Poor’s vede nero: l’economista
Jean-Michel Six avverte che aumentano i rischi di
una «tripla recessione» e si aspetta nuove misure a
breve dalla Bce. Ma Moritz Kraemer, suo collega
responsabile per i rating sovrani, è scettico su quello
che può fare l’Eurotower. «Aspettare Draghi non è
una strategia», avverte sulle pagine del Wall Street
Journal: né l’export tramite la svalutazione, né più
spesa in Germania, né il «quantitative easing» (acquisto, appunto, dei bond governativi) spingerebbero granché la crescita dell’Eurozona. Servono
invece riforme in grado di far ripartire il ciclo degli
DRAGHI Presidente della Bce
investimenti.
Fra le pressioni crescenti dei Paesi europei più
deboli, e quelle globali per prendere il testimone del
«QE» e attutire l’impatto sui mercati globali della
Fed che sta invertendo rotta, la Bce di Mario Draghi
si trova fra l’incudine e il martello. I dati sull’inflazione di ottobre, per la verità, indicano un miglioramento che allontana il rischio-deflazione, e
che gli effetti statistici potrebbero confermare con il
passare dei mesi. Dopo due mesi in lieve calo, i prezzi
tornano a salire in Italia (+0,1% su anno). In Spagna,
dove c’era il segno meno da luglio ma il governo
esclude deflazione, continuano a migliorare fino ad
approssimarsi a zero (-0,1%). La Germania è da tre
mesi stabile sul plafond dello 0,8%, mentre la Francia fa meglio del previsto e accelera a 0,5%.
Ma è lo scenario di medio e lungo termine quello
cui la Bce guarda, per capire se le aspettative sulla
stabilità dei prezzi reggano o meno. E non è un caso
che, nel bollettino mensile, l’Eurotower torni a ribadire che è unanimemente pronta a «ulteriori strumenti non convenzionali», al punto da aver dato al
suo staff e a quello delle banche centrali nazionali
«l’incarico di assicurare la tempestiva predisposizione di ulteriori misure da attuare se necessario».
La «Survey» dove la Bce raccoglie le sue previsioni
interne e quelle degli economisti esterni indica un
nuovo taglio alle stime di crescita dell’Eurozona –
0,8% quest’anno, 1,2% il prossimo e 1,5% nel 2016 –
con disoccupazione che scenderà sotto il 10% solo
nel 2019. E in un contesto di domanda debole, scendono anche le stime d’inflazione: 0,5% medio quest’anno (0,7% tre mesi fa), 1% il prossimo (da 1,2%),
1,8% nel 2016. Uno scenario sul quale gravano vari
rischi: dalla geopolitica alle mancate riforme, e che
potrebbe costringere la Bce a muoversi con l’acquisto dei titoli di Stato nella prima metà del 2015.
Potrebbe non essere sufficiente a ridare slancio a
crescita e inflazione: non è un caso che il bollettino
della Bce insista con dovizia di particolari sul pressing per le riforme, con parole che sembrano rivolte
anche all’Italia. «Alcuni Paesi devono imprimere
slancio al processo legislativo e attuativo delle riforme dei mercati dei beni e servizi e del lavoro», si
legge nel documento. Impossibile non pensare al
Jobs Act e alle liberalizzazioni che si chiedono a
Italia, Francia e Germania in primis.
SEGRETARIE IN DISACCORDO
Camusso (Cgil) difende
lo sciopero generale
È scontro con la Cisl
l ROMA. Scontro al vertice tra Cisl e Cgil sullo
sciopero generale proclamato dal sindacato di Susanna Camusso per il 5 dicembre, che da parte sua
tira dritto e difende la scelta (anche dalle ironie sulla
data che si aggancia al ponte dell’Immacolata).
Il segretario generale della Cisl, Annamaria Furlan, attacca: «La Cgil fa le sue scelte, farà il suo
sciopero generale. Non è la prima volta che sciopera
da sola, non mi sembra un modo per unire il mondo
del lavoro». Parla della «responsabilità che si assume» perché «ancora una volta la Cgil per fare il
suo accordo interno ha diviso i lavoratori e le lavoratrici italiane». Replica il leader di corso d’Italia:
«Ognuno si assume la responsabilità di decidere se
contrastare provvedimenti che non vanno bene o se
ci si limita a subirli». In ogni caso, la decisione di
andare allo sciopero generale contro il Jobs act e la
legge di stabilità, che la Cgil giudica provvedimenti
«sbagliati e inefficaci», ha l’obiettivo di far cambiare
«verso» alle politiche del governo e quindi di «rappresentare in maniera non violenta il disagio dei
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RASSEGNASTAMPA
PRIMO PIANO 5
Venerdì 14 novembre 2014
BARI Nel capoluogo
pugliese, i prezzi
continuano a calare
E il carrello della
spesa resta vuoto
.
A BOLZANO I MAGGIORI AUMENTI
Il copoluogo altoatesino fa registrare un
+1,2%. Seguono Palermo (+0,9%),
Cagliari e Aosta (per entrambe +0,7%)
IL CARRELLO DELLA SPESA
I prezzi dei beni alimentari, per la cura
della casa e della persona a ottobre sono
rimasti fermi rispetto a settembre
Tornano a salire i prezzi (+0,1%)
ma Bari resta in deflazione (-0,4%)
Il Codacons: è solo un’illusione ottica che non può far sperare in una vera ripresa
Un anno dei prezzi
lavoratori», rimarca Camusso. Anche sulla data,
venerdì 5 dicembre, ribatte alle ironie che si sono
scatenate su twitter e non solo: «Davvero ci sarebbe
bisogno di un bagno di realtà» da parte «dei tanti che
parlano di un mondo nel quale il lavoro sarebbe
tutto quanto strutturato tra il lunedì e il venerdì»
visto che ormai sempre più si lavora anche il sabato
e la domenica.
La Cisl, ovviamente, stando alle parole di Furlan,
non aderirà allo sciopero generale della Cgil, che
peraltro giudica «preventivo» sul Jobs act, mentre
su «riforme pensionistiche e ben altre finanziarie
lacrime e sangue si è scelto unitariamente di non
scioperare». La Cisl «storicamente non ha mai aderito a scioperi indetti da altre organizzazioni» e,
comunque, «quando si vogliono fare le cose unitariamente gli appelli non si lanciano perché gli
altri aderiscano ma per costruire le scelte insieme,
come si stava facendo nel pubblico impiego», afferma ancora Furlan, dicendo quindi di aspettare
l’incontro convocato dal governo a Palazzo Chigi
lunedì proprio sulla Pa (dopo che Cgil, Cisl e Uil sono
scesi in piazza sabato scorso per la manifestazione
nazionale): «Cercheremo di portare a casa tutti i
risultati possibili». Anche il segretario generale
aggiunto della Uil, Carmelo Barbagallo, sceglie la
linea attendista: «Noi siamo per aspettare lunedì. È
singolare che, ora che il governo ha deciso di fare
l’incontro, proclamiamo prima del tempo lo sciopero».
l ROMA. La deflazione in Italia
L’Istat segnala anche che su base
Indice Nic (base 2010=100)
sembra essersi fermata. I prezzi
mensile sono aumentati soprattutto i
Variazioni % congiunturali (rispetto al mese precedente)
tornano leggermente a salire, ma
prezzi di abitazione, acqua ed elet108
non in tutte le grandi città. A
tricità (+1,2%) e dell’istruzione
+0,2
+0,1
+0,2
ottobre, l’indice nazionale dei
(+1,1% su settembre). Rispetto al me-0,1
-0,1
-0,3 +0,1
+0,2
prezzi al consumo è salito dello
se di ottobre 2013 corrono rispetto alla
-0,1
-0,2
+0,2
0,1% sia rispetto a settembre, sia
media i prezzi dell’istruzione (+1,8%),
-0,3
rispetto a ottobre 2013. Lo comudei servizi ricettivi e di ristorazione
107
nica l’Istat, confermando le stime
(+0,7%) e dei mobili e servizi per la
provvisorie e ricordando che a
casa (+0,6%).
settembre il tasso tendenziale era
Ci sono alcune città in cui la dein calo dello 0,2%.
flazione però non si è fermata. Per
Il carrello della spesa è invece
esempio
a Milano, dove su base annua
106
rimasto invariato. I prezzi dei beni
i prezzi sono ancora in calo (-0,3%,
ott nov dic gen feb mar apr mag giu lug ago set ott
alimentari, per la cura della casa e
-0,2%
su
mese), una diminuzione an2014
2013
della persona a ottobre sono infatti
cora più ampia, pari a -0,4%, interessa
Variazioni % tendenziali
rimasti fermi rispetto a settembre,
invece la città di Bari. Lo rileva l’Istat,
(sullo stesso mese dell’anno prima)
ma sono cresciuti dello 0,1% risegnalando che le flessioni sono però
spetto a ottobre 2013. L’Istat ritutte di minore ampiezza rispetto a
0,8 0,7 0,7 0,7
corda anche che per questo agquelle registrate a settembre. Fra i
0,6
0,5
0,5
gregato il tasso annuo di variacapoluoghi di regione e di province
0,4
zione dei prezzi era nullo a setautonome, Bolzano è la città in cui i
0,3
tembre.
prezzi registrano gli incrementi ten0,1
0,1
La ripresa dell’inflazione si deve
denziali più elevati (+1,2%). Seguono
principalmente al ridimensionale città di Palermo (+0,9%), Cagliari e
-0,1 -0,2
mento del calo tendenziale dei
Aosta (per entrambe +0,7%). Secondo
ott nov dic gen feb mar apr mag giu lug ago set ott
prezzi dei beni energetici regol’Istat, a Roma i prezzi aumentano
2014
2013
ANSA
Fonte: Istat
lamentati (-2,6% da -6,6% di setdello 0,1% su base annua e dello 0,7%
tembre) e dei servizi relativi alle
rispetto al mese di settembre 2014.
comunicazioni (-1% da -5,6% di
L’incremento del tasso di inflazione
settembre). Il rialzo mensile dell’indice ge- (+1,6%) a contenere questo rialzo sono stati dello 0,1% registrato ad ottobre dall’Istat è
nerale dipende invece – continua l’Istat – i cali congiunturali dei prezzi degli ener- per il Codacons solo una «illusione ottica»
principalmente dagli aumenti dei prezzi del getici non regolamentati (-0,9%) e dei servizi che non può far sperare in una ripresa
gas naturale (+4,7%) e dell’energia elettrica relativi ai trasporti (-0,7%).
dell’economia italiana.
IL BRACCIO DI FERRO MENTRE LE REGIONI SOSPENDONO IL PARERE
Stabilità, raggiunto
l’accordo con i Comuni
IN PIAZZA VENERDÌ NERO
Oggi in molte città
sono previsti disagi
per sciopero Fiom
Fassino (Anci): ora la legge è più sostenibile e dei trasporti
l ROMA. Al quarto round a
Palazzo Chigi governo e comuni trovano l’intesa sulla
legge di stabilità. I saldi dei
tagli rimarranno invariati –
1,2 miliardi, più altri 300 milioni varati in precedenza a
valere sul 2015 – ma ora la
manovra, ha sottolineato ieri
sera il presidente Anci Piero
Fassino, «è più compatibile
con la situazione economica
dei Comuni». Altra novità riguarda la local tax, tornata
ieri sotto la lente di governo e
sindaci prima degli opportuni
approfondimenti tecnici. La
nuova misura sul fisco locale,
che sostituirà Imu e Tasi,
entrerà in vigore nel 2015 e
dovrebbe essere approvata
contestualmente alla legge di
stabilità.
Che
approderà
nell’Aula della Camera il 27
novembre, molto più tardi rispetto al passato. Il rischio è
quindi che si possa arrivare a
votare anche tra Natale e Capodanno per il via libera finale.
Il braccio di ferro sulla legge di stabilità soddisfa moderatamente i Sindaci: «il governo ha accolto gran parte
dei nostri rilievi e ora il testo
– ha spiegato Piero Fassino – è
più sostenibile per i Comuni,
anche se rimane ancora onerosa». Ora la palla passa al
governo, che tradurrà in
emendamenti la sostanza
dell’accordo, vagliato in prima persona dal sottosegretario Graziano Delrio e dal
sottosegretario all’Economia
Pier Paolo Baretta. Per i Sindaci i «risultati sostenibili» di
cui ha parlato Fassino si traducono sostanzialmente in
pochi punti, anche se rilevanti: la conferma per il 2015
degli oneri di urbanizzazione
della spesa corrente, la possibilità di rinegoziare i mutui
con Cdp, l’impegno dello Stato
a farsi carico degli interessi
per i mutui contratti sui nuovi investimenti, l’azzeramento dei vincoli ordinamentali
ai Comuni («riconoscendo così la loro piena autonomia») e
il nullaosta sul Fondo sui residui attivi di difficile esigibilità, con annesso regime
di gradualità.
La legge di stabilità ieri è
stata affrontata anche dalle
Regioni, le quali però, destando qualche sorpresa, hanno chiesto una sospensione
del parere. In ogni caso, ha
tranquillizzato il presidente
della Conferenza delle Regioni, Sergio Chiamparino, «ci
sono in corso trattative con il
governo e mi sembra di aver
colto la volontà di arrivare a
un’intesa». Del resto, ha aggiunto, «il tempo non manca e
non vedo la ragione di accelerare oggi con un accordo».
l ROMA. Quella di oggi sarà
una giornata difficile soprattutto
per viaggiatori e pendolari. I sindacati di base, Cobas, Cub, Usi e
Adl Cobas hanno indetto «uno
sciopero generale e sociale» del
lavoro pubblico e privato per protestare contro le politiche del governo Renzi e dell’Unione europea, in particolare contro il Jobs
act, la legge di stabilità e il piano di
riforma della scuola. I sindacati
hanno previsto cortei e manifestazioni in diverse città italiane.
Alle manifestazioni si uniranno
gli studenti che hanno indetto
sempre per oggi «uno sciopero studentesco dentro lo sciopero sociale». A Roma la questura ha aperto
un Tavolo tecnico presieduto dal
questore Nicolò D’Angelo per mettere a punto le misure di sicurezza. A preoccupare è il corteo che
partirà, intorno alle 9, da piazza
della Repubblica, a piazza Vittorio. In piazza si daranno appuntamento studenti, precari, movimenti, migranti, sindacati di base,
ma si temono infiltrazioni di frange estreme. A soffrire, come sempre, saranno la viabilità e i trasporti.
Difficoltà anche a Milano dove
si terrà una manifestazione della
Fiom. Il sindacato dei metalmeccanici della Cgil ha proclamato
per oggi il suo sciopero generale
nelle fabbriche del Centro-Nord
(Val D’Aosta, Trentino, Piemonte,
Liguria, Lombardia, Veneto, Friuli, Emilia Romagna e Toscana).
RASSEGNASTAMPA
Venerdì 14 novembre 2014
17
ECONOMIA&FINANZA
«Investimento sbagliato
il mio ingresso in Rcs»
Della Valle attacca la Fiat: Montezemolo mandato via in modo poco educato
l ROMA. C'è ancora il Lingotto nel mirino di Diego
Della Valle, che ad un convegno a Milano ha parlato
ancora una volta anche degli equilibri in Rcs dove è il
secondo azionista: «Tutto sbagliato», dice, aver investito
pensando di poter intaccare un sistema di «poteri forti».
Intervistato, il patron di Tod’s ha toccato i temi su cui da
tempo alza i toni. Rcs? «L'investimento è stato tutto sbagliato da parte mia. Il mio pensiero era di poter portare la
voce dell’impresa nel posto dei poteri forti, che erano
quasi tutti mummificati e autoreferenziali». Ma sono
aspettative rimaste deluse: «Lì non sono riuscito quasi a
toccare palla», è il bilancio che fa oggi. Anche se non
demorde: «L'Italia non cambierà finchè rimarranno questi rimasugli, queste scorie», ma «è un mondo che fortunatamente se ne sta andando». La quotazione di Ferrari
e l’uscita dal gruppo di Luca Cordero di Montezemolo
sono invece l’occasione per attaccare ancora Fiat. «Ferrari ha salvato quel bidone che è la Fiat»; e l’uscita di
Montezemolo «si poteva fare in modo più educato». La
quotazione del «cavallino rampante» «depaupera l’azienda, quotano un pezzettino di Ferrari per ripianare i debiti
di Fiat mentre il resto se lo prendono gli azionisti. È
vergognoso», dice Della Valle: portare le azioni Ferrari
agli scambi in Borsa «per cifre enormi servirà – attacca
ancora – a coprire il debito di Fca e magari anche a fare
macchine. Assegnare le azioni di Ferrari in quel modo, se
anche la procedura fosse lecita, e io andrei a controllare,
eticamente non funziona».
A distanza anche un battibecco con il leader degli
industriali; Da Roma Giorgio Squinzi avverte: «Votare
senza riforme fatte sarebbe un danno per il Paese». E da
Milano Diego Della Valle con una stoccata anche al Governo Renzi ribatte: «Auspico si vada a votare il prima
possibile perchè fare altri due anni così significa uccidere
ACCORDO CONCLUSO: SI ATTENDE L’OK DI BANKITALIA
Risparmio di Benevento, il 90%
alla Banca Popolare Pugliese
DUELLANTI L’amministratore delegato della Fiat, Sergio
Marchionne. In alto il presidente di Tod’s, Diego Della Valle
il Paese. Mi auguro si termini il prima possibile la legge
elettorale e che arrivi qualcuno che possa comandare per
davvero. Dobbiamo poter decidere noi gli eletti». Propone
anzi che ci sia uno sconto fiscale alle aziende che producono il 100% Made in Italy. «Una detassazione su tutta la
produzione Made in Italy – afferma – aumenterebbe le
entrate fiscali» e farebbe rientrare «tutti quelli costretti ad
andare all’estero».
Di Squinzi torna a parlare nel pomeriggio ad Ancona, e
scherzando aggiunge anche una battuta sulla «rivalità
calcistica» tra lui, patron del Sassuolo, e Della Valle,
patron della Fiorentina: «Ho detto che è meglio non andare a votare con la vecchia legge elettorale. Diego è un
amico, l’Italia è un Paese democratico e ognuno può avere
le proprie idee. Sono convinto poi che se ci parliamo con
Diego siamo quasi sempre d’accordo. Escluso sul calcio
perchè gli incontri Sassuolo-Fiorentina sono sempre complicati».
l Accordo concluso fra la Banca del
Lavoro e del Piccolo Risparmio di Benevento e la Banca Popolare Pugliese,
attraverso il quale l’azienda di credito
salentina acquisisce il 90% della banca
campana.
Con quest’operazione, che dovrà ottenere il nulla osta della Banca d’Italia,
il Gruppo Banca Popolare Pugliese si
arricchirà dell’apporto della Banca del
Lavoro e del Piccolo Risparmio con i
suoi 6 sportelli (Benevento, Isernia, Foglianise, Paduli, Faicchio e Montesarchio), 58 dipendenti, 105 milioni di crediti verso clientela e 187 milioni di
raccolta complessiva (dati al 31.12.2013).
Il Gruppo Banca Popolare Pugliese (presente in Puglia, Basilicata e Molise)
potrà, così, estendersi anche in Campania, regione peraltro già presidiata da
un consistente numero di agenti in
attività finanziaria della B.P.P. «Grazie
alla presenza della Banca Popolare Pugliese - dice Vito Primiceri, presidente
dell’istituto salentino - la Banca del
Lavoro e del Piccolo Risparmio potrà
tornare a essere un punto di riferimento
delle famiglie e delle piccole e medie
imprese del beneventano, rafforzando,
così, il ruolo di volano dello sviluppo del
territorio su cui opera e rivitalizzando
nello stesso tempo una storia cominciata nel 1921, quando un gruppo di
imprenditori sanniti decise di costituirla.
Il Gruppo Banca Popolare Pugliese,
dal suo canto, se da un lato consentirà
alla B.L.P.R. di tornare a rivestire il
ruolo di banca di riferimento efficiente e
dinamica del territorio, dall’altro potrà
ampliare ulteriormente il proprio perimetro territoriale grazie all’acquisizione di una realtà fortemente radicata
nel Beneventano».
Ferrovia Termoli-Lesina
la Regione Molise
«Fatto passo in avanti»
CEI «LA CRISI ECONOMICA NEL PAESE RESTA GRAVISSIMA E OCCORRE UN PATTO SOCIALE PER DARE UNA RISPOSTA ALLA GENTE CHE SOFFRE»
l CAMPOBASSO. Possibile svolta nella vicenda della
Termoli Lesina: il Molise potrebbe dare, infatti, l’ok al
progetto ferroviario in cambio della prescrizione al Cipe
della variante richiesta. E’ quanto annuncia l’assessore
regionale ai Lavori pubblici, Pierpaolo Nagni, dopo aver
partecipato ad una nuova riunione sull'argomento, a
Roma, alla presenza dei vertici di Rfi, del capo dello
struttura tecnica di Missione, Ercole Incalza, e del
dirigente della Regione Molise Rodolfo Cocozza.
«Va detto - spiega Nagni - che il nostro assenso resta
comunque condizionato alla conferenza
dei servizi con i sindaci di Termoli e
Campomarino e, soprattutto al Cipe che
rimane l'ostacolo più
grande da superare.
Seppur con la dovuta
cautela - continua –
siamo ottimisti. Un
grande
passo
in
avanti è stato, infatti,
la disponibilità a dare l’ok alla prescrizione della nostra richiesta di variante, diversa da quella
proposta da Rfi, che prevede, per il tratto che interessa
Campomarino, una galleria naturale di un chilometro e
900 metri e una galleria artificiale di 900 metri, ci fa ben
sperare per il futuro».
Nagni conclude: «Il Molise sta dimostrando, ancora
una volta, di non aver mai avuto una volontà ostativa o
strumentale rispetto ad un’opera, la Termoli Lesina, che
ritiene fondamentale per lo sviluppo della linea adriatica
e del Centro-Sud. Siamo disponibili a dare il via al
progetto in cambio però, a tutela del nostro territorio, di
una posizione prescrittiva che fa ben sperare per il
futuro e che vedrà, già nel 2015 l'avvio del piano di
variante». La conferenza di servizi con i sindaci di
Termoli e Campomarino sarà convocata già per la
giornata di oggi.
l ASSISI (PERUGIA). La crisi
economica nel Paese resta «gravissima» e occorre «un patto sociale», «mettersi insieme», per dare una risposta alla gente che soffre. E anche le tante tensioni legate all’occupazione e alle diverse
crisi industriali richiedono un
protagonismo dell’Italia dove «la
manna c'è ma deve essere rimessa
Il monito del cardinale Bagnasco
«L’Italia salvi l’industria, Ilva compresa
in circolazione». Parla così il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, a conclusione dell’assemblea dei vescovi ad Assisi. Bagnasco sottolinea che l’Italia ha
delle «eccellenze» da salvare.
«Pensando alle realtà industriali
come Terni, Genova, Taranto penso che occorrerebbe tenere quan-
to più possibile in casa i gioielli».
E per risolvere i problemi dell’industria italiana e dell’occupazione non può essere adottato «un
approccio solo di tipo finanziario», ha detto il cardinal Bagnasco
riferendosi alle realtà di «alta eccellenza riconosciuta nel mondo».
«Vendere per ripianare, ma per
poi non avere più nulla, non ci
sembra utile anche perchè la storia recente – ha detto il presidente
della Cei – ci insegna che là dove
non c'è stato un ancoraggio alla
“casa” del nostro Paese la realtà
industriale si è dissolta».
L'Italia, come anche l’Europa,
hanno però bisogno in questo momento di «un patto sociale» perchè la crisi, «pur grave, anzi gravissima» non può essere superata
solo con risposte di tipo economico. «I primi responsabili della
cosa pubblica, il Parlamento, si
mettano insieme per un patto sociale come è accaduto nel dopoguerra». Perchè ovunque «la crisi
non è solo economica ma anche
culturale». C'è un problema di
identità.
E in questo momento di confusione e disagio si inseriscono
anche le proteste contro il diverso.
Bagnasco allora commenta quanto sta accadendo in alcune periferie romane con scontri tra cittadini e immigrati. «Bisogna superare la paura dell’altro e del diverso cercare di fare posto a chi
approda nella nostra vita per motivi di sofferenza». Ma aggiunge:
«L'integrazione è una sfida per
tutti» e dunque anche gli immigrati debbono avere «il desiderio
dell’integrazione nelle popolazioni» dove sono accolti. Dallo sguardo al Paese alle sfide interne della
Chiesa. L'assemblea dei vescovi,
che si è riunita quattro giorni ad
Assisi, ha affrontato la questione
della formazione dei sacerdoti. Il
confronto proseguirà nelle conferenze episcopali regionali e «non
c'è nessuna preclusione verso nessun tipo di difficoltà rispetto alla
vita del nostro clero», ha assicurato Bagnasco. C'è infatti in generale un problema di formazione
ma non si può nascondere che la
credibilità del clero è stata anche
minata da episodi di pedofilia e di
scandali di vario genere. Ma su
questo fronte i vescovi sottolineano – nella nota finale dell’Assemblea – che la Chiesa è con i suoi
preti «nella buona come nella cattiva sorte» e «si avverte l’importanza che anche quanti si sono
resi colpevoli di delitti possano
non essere abbandonati a sè stessi».
I vescovi prendono atto anche
che le «trasformazioni in corso
non vanno cercate solo all’esterno
della Chiesa» e tra i problemi c'è il
calo delle vocazioni, un trend che
si conferma ormai da molti anni.
Bagnasco in conferenza stampa
dribbla invece le domande dei
giornalisti relative proprio alle
Cei, da Boffo a Luxuria.
Manuela Tulli
RASSEGNASTAMPA
LETTERE E COMMENTI 33
Giovedì 13 novembre 2014
DE TOMASO
Tra «detto» e «non detto»
>> CONTINUA DALLA PRIMA
R
iforma elettorale, riforma costituzionale, organigrammi futuri:
i radar di giornalisti e politologi
hanno puntato soprattutto in
questa direzione, ipotizzando scenari più o
meno verosimili, affollati da premi di maggioranza, voti di preferenze, listini bloccati
e via discorrendo.
Ma, per concordare un percorso comune,
non è necessario lasciare traccia nero su
bianco. È sufficiente intendersi sulla parola, meglio se davanti a testimoni autorevoli, ritenuti tali da entrambi gli interlocutori. Se così fosse, se cioè il «non
detto» del vecchio, del nuovo e del futuro
Patto del Nazareno, fosse prevalente o più
importnte rispetto alla (presunta) parte
«scritta» dell’accordo, vuol dire che non ci
sarebbe molto da fantasticare, e che le esigenze del Berlusconi imprenditore, più di
quelle del Berlusconi politico, hanno un
peso decisivo nel ménage della strana coppia Matteo-Silvio.
Al Berlusconi imprenditore stanno a
cuore innanzitutto due cose: mantenere a
debita distanza il temibile concorrente televisivo Rupert Murdoch, patron di Sky,
che non fa mistero di voler entrare anche
nel campo del digitale, con una decina di
canali televisivi gratuiti; cercare sempre di
rintuzzare gli orientamenti europei tesi a
ridurre gli spazi pubblicitari sulle tv italiane. Se, per una serie di combinazioni,
Murdoch approdasse prepotentemente nel
mercato pubblicitario delle tv non a pagamento; e se il monte degli spot trasmessi
da Mediaset fosse ridotto secondo direttive
anti-monopolistiche, per Berlusconi la
stangata sarebbe tremenda. Di qui forse la
resistenza dell’ex Cavaliere a tutti i consigli bellicosi suggeritigli da anti-renziani
irriducibili come Renato Brunetta; di qui
INCONTRO Berlusconi dopo il vertice con Renzi
forse i richiami frequenti dell’aziendalista
Fedele Confalonieri a favore di una linea
soft verso il governo; di qui forse l’attivismo
di personaggi (Paolo Romani) assai vicini
alla governance di Mediaset, personaggi
ritenuti addirittura in predicato di sostituire Denis Verdini nella trattativa, segreta e palese, con lo stato maggiore renziano e
il suo irrefrenabile comandante.
Insomma. Se Berlusconi rompesse con
Renzi non commetterebbe un suicidio politico, bensì un suicidio finanziario, aziendale, dinastico. Il che, successivamente, lo
indebolirebbe anche sul piano politico. Ma
questo è un altro discorso. Sta di fatto che
l’ex Cavaliere non può permettersi di ricorrere alla linea dura contro il premier:
anche per l’inventore di Canale Cinque,
come per il resto delle imprese italiane, non
è un buon affare mettersi a sparare contro
Palazzo Chigi. Prima o poi i colpi, di rimbalzo, ferirebbero gli stessi sparatori. Del
resto, come ammoniva il senatore Giovanni Agnelli (1866-1945), fondatore della Fiat,
gli industriali italiani sono e devono essere
governativi per convinzione e convenienza. In soldoni: il Patto del Nazareno è una
scelta obbligata non tanto per il Berlusconi
leader quanto per il Berlusconi magnate.
Di qui la necessità, per il fondatore di
Forza Italia, di non rompere con Renzi sulla
riforma elettorale e sull’agenda del governo, compresa quella pagina tassaiòla che
spaventa i quadri, i militanti e gli elettori
moderati più colpiti dai prelievi del Fisco.
Non rompere con Renzi sul pacchetto delle
riforme significa per Berlusconi non essere escluso dalla partita per il Quirinale,
tenzone che dal 1999 in poi lo ha visto
sempre in posizione defilata, se non in
panchina. La designazione del successore
di Giorgio Napolitano arriverà dal premier-segretario. E quasi sicuramente sarà
un nome non ostile a Forza Italia. In caso
contrario i grillini potrebbero inserirsi
nella trattativa lanciando una candidatura
(Romano Prodi) in grado di creare scompiglio e trovare adesioni nel Pd.
Berlusconi e Renzi si giocano tutto nel
campionato per la successione a Re Giorgio. Il primo, in caso di sconfitta dell’asse
con Matteo, potrebbe ritrovarsi nell’angolo
politicamente e fuori gioco aziendalmente.
Il premier, nonostante il 41% alle europee,
potrebbe ritrovarsi schiacciato nella morsa tra la Presidenza della Repubblica e la
minoranza interna del Pd.
Sì, perché in un Paese a instabilità congenita come l’Italia solo il Quirinale rappresenta un’istituzione solida come il Monte Bianco. Un leader politico può vincere
tutte le elezioni che vuole, ma se sul Colle
risiede un nemico, il suo patrimonio elettorale si può disperdere in un amen. Soprattutto in politica chi trova un amico
trova un tesoro. Specie se l’amico dimora
nell’ex reggia di papi e sovrani.
Giuseppe De Tomaso
[email protected]
TONDO
L’uomo e la libertà più importanti
>> SEGUE DALLA PRIMA
M
a è sufficiente una legge che impone la caduta del
<segreto d’ufficio>, cioè che consenta l’accesso ad
alcuni documenti, in parte già conosciuti, per
ottenere la Verità (con la maiuscola) su una
tragedia che ha sconvolto l’Italia e ha finito per avvelenarla
ancor più per le domande rimaste insolute? Una Verità assoluta
oppure una piccola verità fattuale? Una verità politica che
costringa l’autorità giudiziaria a riaprire i processi per rintracciare mandanti e alleati, dentro e fuori l’Italia? Troppa
confusione che rischia di debilitare ancor più la nostra
comunità nazionale convinta che il potere poggia solo sull’inganno e la menzogna e che i cattivi vincono sempre.
In realtà, quello che è da fare è una lettura onesta dei fatti e
del quadro mentale, politico e anche metafisico di quegli anni
terribili. L’intero arco della politica dovrebbe porsi domande
decisive per fare i conti fino in fondo e senza autoindulgenze
con la propria storia, segnata da eroismi ma anche da brutalità,
da tensione ideale e da compromissioni e sostegni occulti. E’
questo il tempo giusto per un’autocritica della nostra coscienza
nazionale che ha bisogno di liberarsi di tutte le zavorre per
poter affrontare un futuro difficile. Tra queste zavorre, oltre ai
nostri difetti riconosciuti– dal cinismo alla retorica, dal
familismo amorale alla mancanza di senso pubblico -, ce ne
sono alcune che riguardano direttamente il Politico, cioè il
modo e la concezione del dibattito e del conflitto sui destini
dell’Italia. L’affermazione di una nuova generazione politica è
condizione buona perché avvenga questa <liberazione> delle
coscienze e che finalmente si possa affermare l’anelito alla
verità rispetto agli inganni del potere. Abbiamo bisogno di
questo esame di coscienza perché le doppiezze segnano ancora
il presente.
Sarebbe questo il modo migliore per onorare Moro e la
memoria. Moretti, nelle sue interviste, si dice deluso dalle
risposte di Moro durante il processo-farsa nella prigione. Nello
statista il capo stragista voleva trovare il <cuore dello stato> e
del suo potere. Imbevuto di ideologia, sommerso dai cascami
della guerra di classe, Moretti colpendo Moro sognava il
disfacimento delle istituzioni e l’avvento messianico della
rivoluzione proletaria. Invece, con i suoi pensieri e gesti malati
Moretti stava celebrando un sacrificio che avrebbe rafforzato
quanti, anche nel torbido della storia, puntavano a tenere
bloccato il Paese e la sua fragile democrazia. Avendo deciso di
colpire il leader con il pensiero più alto e trasparente il
brigatista ha voluto dare un sostegno formidabile alla menzogna che ha tenuto bloccata l’Italia e ancora la blocca con il
rischio di una disfacimento.
Contro questo stato-menzogna, affermato e rilanciato dal
fascismo e dal comunismo, Moro si era sempre battuto. In un
discorso a Milano, nel 1959, aveva indicato con rigore la
funzione dello stato: >libertà di pensare, di muoversi, di fare, di
progettare; libertà di iniziativa in ogni ordine, potere di
assumere la propria responsabilità nella vita sociale>. Mai
mancava la parola libertà nei suoi discorsi, ripetuta più volte.
Oggi non la pronuncia più nessuna, dopo la svalutazione
berlusconiana che ha ridotto il valore della libertà al suo
simulacro più riduttivo. Eppure, senza coltivare e promuovere
la libertà non si uscirà dalla palude.
Moro faceva parte della minoranza del Paese, non era l’uomo
simbolo del potere. Un uomo solo è stato definito dai suoi pochi
amici.
Cosa significa autocritica? <Governare è far credere> scrive
Machiavelli nel Principe. Un certo grado di menzogna accompagna l’esercizio del potere, soprattutto quando deve
evitare tragedie. Ma la menzogna è una patologia della politica
perché minaccia la funzione della conoscenza e del pensiero
indispensabili alla politica e al suo sviluppo. Per questo
interviene la verità per liberare il campo dalle ambiguità, le
dissimulazioni e l’inganno. Non la Verità assoluta, incompatibile con il Politico, ma la verità dei fatti, quelli che si
costruiscono giorno per giorno nella pena dello spazio pubblico.
Moro è stato maestro di questo approccio alla politica, con
l’uomo e la sua dignità al vertice della gerarchia e non lo stato,
per conquistare le verità possibili. Questa rivoluzione attende
ancora l’Italia per allinearsi alla coscienza di libertà degli altri
popoli europei.
Tonio Tondo
DALLA MANIFATTURA
ALL’ALTA TECNOLOGIA
CHI SI FERMA È PERDUTO
di VITO SPADA
L
a diversa situazione economica costringe le maggiori Banche Centrali a comportamenti divergenti
sui mercati. La Fed ha praticamente cessato l’acquisto di titoli sul mercato , terminando il suo programma di facilitazioni quantitative (QE) e si avvia ad innalzare i tassi di interesse negli Usa. La Bank of England ,
grazie al migliore clima economico inglese , probabilmente si
appresta a seguirla. La Bank of Japan , per ragioni alquanto
diverse, ha deciso invece di moltiplicare i suoi tentativi di
rivitalizzare l’economia del Sol Levante con una maggiore
quantità di liquidità . E per finire , la nostra BCE tenta di
nuovo di migliorare l’efficacia della sua politica monetaria
con maggiore sostegno alla liquidità dell’eurozona. Quest’ultima ha infatti comunicato che intende espandere il suo bilancio in maniera sostanziale al livello di qualche anno fa, e
si avvia ad operare sul mercato usando “operazioni non convenzionali” come l’acquisto di titoli Abs e covered bonds,
oltre al programma di LTRO per invogliare le banche commerciali a riaprire il credito. Queste differenti risposte, volte
ad incoraggiare la ripresa globale, sono tutte legate all’andamento delle rispettive economie. Gli Usa hanno registrato
nel terzo trimestre del 2014, un aumento del PNL del 3,5%
contro il 4,2% del precedente trimestre, con una disoccupazione scesa al 5,9% ed una ripresa del mercato immobiliare. Questi dati positivi non devono farci dimenticare tuttavia, che l’ultimo aumento trimestrale del Pnl americano è
stato influenzato dalle spese militari con un consumo che non
riparte come dovrebbe, e che la disoccupazione scende anche
perché c’è un alto tasso di abbandono nella ricerca di lavoro.
Nell’eurozona la crescita economica langue, con un misero
0,8% di aumento del Pnl previsto per 2014 e con una disoccupazione nella media dei Paesi all’11,5%. Anche la Germania inizia a sentire i morsi della mancata crescita, con una
produzione delle imprese che mostra decrementi rispetto al
2013. Se a questo si aggiunge nell’eurozona, la bassa domanda
aggregata ed una conseguente più bassa inflazione distante
dall’obiettivo massimo accettato, che non giova alla ripresa
complessiva, è evidente che siamo arrivati al limite dell’utilizzo degli strumenti di politica monetaria. Abbiamo bisogno
sempre di più e sempre più velocemente di interventi strutturali nell’economia reale che possano aiutare la crescita. La
domanda che si aggira a questo punto sui mercati, è se siamo
giunti alla stagnazione secolare per l’economia globale. Dopotutto, anche negli Usa, gli ultimi dati sulla produttività ci
dicono che questa è al di sotto dei suoi valori storici.
PESSIMISMO DI MANIERA -Non bisogna tuttavia, farsi
prendere da un pessimismo di maniera che rischia di complicare ancora di più la situazione. Anzitutto, le ultime statistiche dell’ONU ci dicono che oggi la sfida alla povertà
assoluta sta facendo passi da gigante. Dal 1990 al 2011 il numero delle persone povere che vivono nel mondo con meno di
us$ 1,25 al giorno è crollato da oltre un miliardo e duecento
cinquanta milioni di persone a 250 milioni. Il numero dei
poveri assoluti , nonostante l’incremento demografico, è sceso dal 43% al 15% della popolazione mondiale. In questo
contesto la globalizzazione, ci piaccia o no, ha consentito
l’emersione dalla povertà di Paesi come la Cina e l’India con
le loro enormi masse. Molti più Paesi sono oggi entrati nel
mercato globale delle merci e della finanza non solo in Asia,
ma anche in Africa e Sudamerica. Certo anche in questi
Paesi come i BRIC (Brasile, Russia, India e Cina) si sente oggi
la minore tensione della crescita complessiva. Ma non bisogna nemmeno sottovalutare gli enormi progressi tecnologici che stanno avvenendo sotto i nostri occhi. Il mondo
della robotica, con la creazione di macchine con robot, quello
delle biotecnologie con le scoperte di una nuova dimensione
delle applicazioni mediche e scientifiche (dalle nanostrutture
al carbonio, a quello sulle nuove batterie li-ion, alle applicazione del genoma umano) e quello dei computer con le loro
più potenti velocità e con i loro nuovi programmi, si stanno
diffondendo sempre di più. La produzione di massa e la commercializzazione di queste invenzioni chiede ovviamente
tempo, come è successo in passato nella precedente rivoluzione industriale dalle macchine a vapore, al motore diesel ed
alla elettricità. Ciò significa che dovrà esserci nel tempo un
più grande spostamento della produzione dal settore manifatturiero puro, a quello dei servizi più incline alla ricezione
del progresso tecnologico. E quindi, abbiamo bisogno per
sostenere questo processo, di maggiori spese per la ricerca
scientifica e di maggiore riqualificazione per tutto il lavoro
generico e manufatturiero con nuove infrastrutture per il
nuovo mondo. E’ in questa cornice che i richiami alla modifica delle nostre condizioni strutturali dell’offerta, dal mondo del lavoro, a quello della giustizia, a quello della efficienza
dei servizi pubblici e dell’amministrazione dello Stato, sono
necessari se vogliamo andare incontro al futuro. Questo non
può essere lasciato solo nelle mani dei banchieri centrali.
RASSEGNASTAMPA
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4
Primo piano
POLITICA
Il direttore Manti
spiega: «Progetto
fattibile con grande
protagonismo
della Regione»
DAL NAZIONALE
Art.18, Renzi cede
Niente fiducia sul Jobs Act
ROMA - La fumata bianca alla fine è arrivata. Niente fiducia alla Camera sul
testo del Jobs Act uscito dal Senato (e
che sarà comunque modificato). Sì al
reintegro per i licenziamenti discriminatori e per quelli disciplinari senza
giusta causa in determinate fattispecie.
Più fondi da destinare agli ammortizzatori sociali nella legge di Stabilità.
L'accordo tra governo e minoranza
dem, dunque, è stato trovato. Ad annunciare un'intesa che nelle ultime ore
ha sconquassato il Pd - con l'opposizione interna pronta a dare filo da torcere e
a mettersi di traverso in aula - è il presidente del Pd, Matteo Orfini, al termine
della riunione che si è tenuta tra il responsabile Economia e lavoro del Nazareno, Filippo Taddei, e i membri Pd che
siedono in commissione Lavoro a Montecitorio, incluso il presidente Cesare
Damiano (che era in piazza con la Cgil lo
scorso 25 ottobre). L'accordo recepisce
la parte del documento della direzione
Pd che impegna il governo a salvare il
reintegro sui licenziamenti "per motivi
discriminatori e per quelli ingiustificati di natura disciplinare, previa qualificazione specifica delle fattispecie" che
saranno definite nei decreti delegati.
Dati Istat
Stop alla deflazione
Stop alla deflazione. L'infazione ritrova
il segno positivo, con i prezzi al consumo a ottobre saliti dello 0,1% sia rispetto a settembre sia rispetto a ottobre
2013. A rivelarlo l'Istituto di statistica
che conferma le stime provvisorie e ricorda che a settembre il tasso tendenziale era -0,2%. La risalita dell'infazione, spiega l'Istat, è dovuta principalmente al ridimensionamento delle flessioni tendenziali dei prezzi energetici (2,6%, da -6,6% di settembre), in particolare del gas naturale (-5,9%, da -11,1%
del mese precedente) e dei servizi (1,0%, da -5,6% di settembre). Considerato il netto dei beni alimentari non lavorati e di quelli energetici, l'"inflazione di fondo" sale a +0,5% (da +0,4% del
mese precedente).
Processo Ruby
Pene ridotte in Appello
La III Corte d’Appello di Milano ha rimodulato al ribasso le condanne per
l’ex direttore del Tg4, Emilio Fede, l’ex
consigliera regionale lombarda del Pdl,
Nicole Minetti, e l’ex agente di spettacolo Lele Mora. I giudici riducono le pene
per tutti, fanno cadere alcuni capi d’imputazione e ne riformulano altri, anche
se confermano l’impianto accusatorio
di quello che è stato chiamato processo
Ruby bis. La condanna per l’ex direttore del Tg4 è stata ridotta da 7 anni a 4
anni e 10 mesi, assolvendolo per una
parte delle imputazioni e riqualificando altri fatti contestati. La pena per l’ex
consigliera lombarda invece, è stata
portata da 5 anni a 3 anni con il riconoscimento delle attenuanti generiche.
Per l’ex igienista dentale e showgirl,
già in primo grado nel luglio 2013, dell’originaria accusa di induzione e favoreggiamento della prostituzione, anche minorile, era rimasta in piedi solo
la contestazione del favoreggiamento
delle ragazze maggiorenni.
Venerdì 14 novembre 2014
[email protected]
Pontecagnano, il treno
da prendere al volo
I chiarimenti della Regione: i 9 milioni di euro sono vincolati
alla rete ferroviaria per il miglioramento dei collegamenti con lo scalo
di MARIATERESA LABANCA
POTENZA - Attualmente la sua denominazione è “Salerno - Costa d’Amalfi”, ma presto potrebbe avere un nome che tiene dentro anche la Basilicata. Più di un auspicio,
per chi, in viale Verrastro, sta lavorando al
tavolo con Regione Campania, Ministero e
Consorzio per l’aeroporto di Pontecagnano. C’è chi ci crede davvero: un piano di rilancio dello scalo che dista all’incirca 40
chilometri da Potenza è possibile. E la Basilicata potrebbe giocare un ruolo fondamentale, partecipando all’impresa e vedendosi riconosciuta pari dignità rispetto
alla Regione Campania. Solo un eccesso di
ottimismo rispetto a un progetto che fino a
questo momento non è riuscito a decollare? Non proprio. E’ lo stesso Sblocca Italia a
destinare 40 milioni di euro per le opere infrastrutturali necessari al suo funzionamento e collegamento con la rete ferroviaria. Ed è il piano nazionale dei trasporti che
lo riconosce come opera strategica. Insomma, a legittimare l’acquisto di azioni dell’apposito Consorzio per 20 mila euro da
parte della Regione - così come previsto
dallo schema d’accordo - c’è il voto del Consiglio dello scorso agosto, ma anche la valutazione positiva sulla fattibilità del progetto. Il nuovo piano industriale prevede
un bacino di 3 milioni di utenze e tiene anche conto della contemporanea saturazione dell’aeroporto di Napoli. Nel frattempo,
sarebbero anche arrivate offerte di vettori
nazionali e internazionali, mentre l’italiana Air Vàllee avrebbe già chiesto disponibilità di scalo. E’ questo il resoconto che all’indomani delle polemiche ne fa Elio Manti, il direttore generale del dipartimento
Programmazione e finanze che sta seguendo il progetto e la partecipazione lucana. E il super dirigente di viale Verrastro chiarisce anche importanti aspetti
sull’annunciato finanziamento da 9 milioni di euro sul fondo del Pon “Infrastrutture e Reti” sulla programmazione 20142020 e che quindi, per diventare definitivo,
dovrà avere la conferma nell’accordo da
definire con la Commissione europea. «Si
tratta di risorse non direttamente destinate all’aeroporto, ma alla rete ferroviara per
migliorare i collegamenti lucani con lo
scalo. Soldi vincolati a questo tipo di utilizzano, e non alla viabilità o alla pista Mattei.
Nè tantomeno al risanamento economico
dell’ente». Finiranno quindi - spiegano ancora dal dipartimento - per potenziare la
tratta ferroviaria tra Potenza e l’innesto
con la linea Battipaglia - Salerno. Potranno essere impiegati per ridurre i tempi di
percorrenza, aumentare la frequenza delle
corse e migliorare la qualità del servizio.
Manti sgombrare anche i dubbi da un altro campo: «I problemi attuali dell’aeroporto non sono legati alla dimensione della pista (come erroneamente si crede), che ha la
stessa lunghezza di quello stradale di Firenze. Ma di manto superficiale».
La negoziazione è ancora aperta, ribadisce il direttore. Che insiste sul ruolo da
protagonista che la Basilicata potrebbe
avere. «Non mi occupo certo di fare marketing per l’infrastruttura di Pontecagnano.
Com’è chiaro che la Regione Basilicata potrà valutare - passo dopo passo in base all’andamento del progetto - il proprio coinvolgimento. Per adesso i 20.000 euro che
mettiamo sul piatto servono a significare
“noi ci siamo”. Ma lì si dovessero presentare le condizioni indonee, la Basilicata potrebbe giocare adeguatamente la propria
partita, rivendicando il giusto riconoscimento nel Consiglio di amministrazione».
Il commento di Santarsiero
«Operazione trasparente
e ratificata dalle commissioni»
E IL consigliere regionale del Pd, Vito
Santarsiero, scende in campo a favore
della sottoscrizione delle quote consortili da parte della Regione. «E’ stata proprio la volontà della
Prima, II e III Commissione,
d’intesa
con il Presidente Pittella, a confermare
l’importo dei 20.000
già deciso in Consiglio Regionale, e rinviare ogni decisione
sull’ipotizzato impegno di sottoscrizione
di quote per 2 milioni di euro. In ordine
ai 9 milioni di euro da impegnare per lavori di infrastrutturazione, rappresentano risorse a valere su P.O.N “Infrastrutture e Reti” che, alla luce delle regole Comunitarie per il periodo 20142020, potranno essere utilizzati per potenziare la tratta ferroviaria fra la Città
di Potenza e l’innesto con lo snodo ferro-
viario della linea Battipaglia- Salerno al
fine di ridurre i tempi di percorrenza,
aumentare la frequenza delle corse e migliorare la qualità del servizio. Consideriamo l’Aeroporto di Pontecagnano una importante opportunità per i collegamenti che interessano
la Regione Basilicata ed in
particolare la Città di Potenza e gran parte della
sua Provincia. L’azione
della Regione si sta sviluppando in assoluta trasparenza con l’obiettivo di
favorire la migliore fruizione di tale infrastruttura. Ovviamente tale impegno
deve essere parte di un’operazione più
complessiva che deve vedere la Regione
impegnata a sostenere l’infrastrutturazione e implementazione della Pista
Mattei di Pisticci, dell’Aviosuperficie di
Grumento Nova e a favorire la migliore
fruizione dell’Aeroporto di Bari».
RASSEGNASTAMPA
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Intanto Lacorazza insiste: «Titolo V, bene l’iter di Chiamparino»
CIVATI SUL SUO BLOG
Interviene sul petrolio
e chiama “Enzo” Folino
E anche Beppe Civati, sul suo blog, si occupa di
Sblocca Italia e Basilicata. Così scrive nel suo post
dal titolo “Quand’è che si sblocca anche la Basilicata?”:
Abbiamo parlato di Abruzzo e Molise, due Regioni governate dal Pd che intendono ricorrere alla
Corte costituzionale contro lo Sblocca Italia, fiore
all’occhiello del governo del Pd.
Che cosa succede in Basilicata, la regione più
trivellata? Nelle settimana passate abbiamo raccontato la storia di Enzo Folino, deputato Pd che si
è autosospeso, ha scritto al segretariopremier una
lettera aperta e nessuno gli ha mai risposto.
Oltre a Folino, segnalo quanto mi scrive una studentessa, Annarita:
“Mentre Molise e Abruzzo annunciano il ricorso
alla Corte costituzionale, nella mia regione, la Basilicata, le istituzioni remano in senso opposto.
Rappresentanza parlamentare e giunta regionale
si sono dette contrarie ad ogni genere di impugnazione ritenendo che non sussistano le condizioni
per ricorrere in Corte costituzionale. In contrasto
con le suddette posizioni quella del Presidente del
Consiglio regionale Lacorazza, il quale ha espresso pubblicamente la necessità di impugnare il contestato art. 38.
Ma il popolo lucano non ci sta: cittadini, studenti
e movimenti stanno organizzando in questi giorni
cortei, proteste e incontri per informare e manifestare dissenso e preoccupazioni per le sorti della
nostra regione. Ho letto di una prossima direzione
regionale del Pd per convenire ad una posizione
comune. Vedremo cosa verrà stabilito.
Inoltre il 17 novembre a Matera avranno luogo i
festeggiamenti per il titolo di capitale europea della
cultura 2019. Non poteva esserci notizia migliore
ma spero che l’enfasi per questo traguardo non
porti nel dimenticatoio l’annosa questione petrolio.
Di questi tempi ahimè tutti i dubbi sono leciti”.
Nessun politico nota la contraddizione segnalata da Annarita, tra la celebrazione dei sassi di Matera e la liberalizzazione delle trivelle?
Sblocca Italia, il Consiglio
rinvia al 4. Ed è polemica
POTENZA - Non arriverà prima del
4 dicembre la discussione in aula
sullo Sblocca Italia e quindi anche
sull’eventualità di impugnare l’articolo 38. Ufficialmente sono gli impegni istituzionali dei presidenti di
Giunta e Consiglio, Pittella e Lacorazza ad aver determinato il rinvio
del confronto in aula. E così, ieri, la
conferenza dei capigruppo all’unanimità (presenti Lacorazza, Bradascio, Mollica, Leggieri, Galante, Cifarelli, Polese, Romaniello) ha dato
l’ok alla calendarizzazione della seduta. Ma non senza polemiche: Rosa e Napoli, infatti, hanno abbandonato i lavori prima del voto in segno
di protesta. Fdi e Fi avrebbero voluto poter anticipare la seduta.
«Una data comunque utile – ha
replicato Lacorazza – per discutere
ed assumere eventuali decisioni,
considerato che il termine massimo
per proporre eventualmente l’impugnativa davanti alla Corte costituzionale scade il 10 gennaio prossimo».
E nel frattempo, proprio il presidente del Consiglio regionale, ieri,
sulla base delel dichiarazioni del
presidente della Conferenza delle
Regioni, Sergio Chiamparino - che
ha indicato al Governo un percorso
da esplorare e da seguire per mantenere nel tempo, anche con la riforma del Titolo V, il principio di
leale collaborazione fra Stato e Regioni - è tornato sulle questioni dell’articolo 38 e della riforma del Titolo V.
«La posizione assunta dal presidente, , ci invita a riflettere su
quanto sia difficile evitare che vi sia
una concorrenza di materia fra Stato e Regioni su varie tematiche e dimostra che il tema delle prerogative delle Regioni non è definitivamente risolto e si apre uno spazio di
intervento che va pienamente utilizzato». Chiamparino ha proposto
una legge bicamerale che regolamenti e definisca il campo di materie proprio delle Regioni e dello Stato per evitare accavallementi e confusioni. «Paesi federali hanno nella
concorrenzialità delle materie il loro caposaldo». «La stessa Conferenza dei Consigli regionali, come ri-
Una seduta di Consiglio regionale
badito più volte dal presidente Brega - ha ricordato Lacorazza - ha condiviso questo percorso lavorando
insieme ai governi regionali sulle
proposte di modifica costituzionale». Insomma, per il presidente del
Consiglio, la questione del passaggio delle competenze su diverse materie (energia, urbanistica) dalle
Regioni allo Stato, previsto dalla riforma del Titolo V ed anticipato (impropriamente) dal decreto
sblocca Italia divenuto
ormai legge, non è chiusa definitivamente. «Per
questo - insiste - pur confermando
l’apprezzamento sincero per il lavoro svolto dai parlamentari e dalla Regione, impugnare l’articolo 38 (dopo, peraltro, aver già
impugnato l’articolo 36) rientrerebbe nella normale dialettica fra il
Governo e le Regioni, in un momento di incertezza che richiede a mio
parere il pronunciamento della
Consulta. Si tratta inoltre di verificare se sia possibile intervenire anche con la legge di stabilità per correggere lo sblocca Italia».
Rosa e Napoli
in polemica
«Bisognava
discuterne subito»
di FABIO FALABELLA
Lagonegro, il consigliere raduna le truppe e unisce i suoi
LAGONEGRO - Il consigliere regionale Mario Polese ha organizzato nel pomeriggio di mercoledì
a Lagonegro un incontro pubblico per discutere dei temi di attualità politica regionale e nazionale,
che stanno suscitando un dibattito ampio ed approfondito all’interno del Partito Democratico facendo registrare posizioni differenti e spesso del tutto contrapposte. Su tutte, naturalmente, la
spinosa questione del decreto
Sblocca Italia, dell’impugnazione
dell’articolo 38 davanti alla Corte
Costituzionale e del problema più
generale della gestione concorrente tra Stato e Regioni delle risorse del territorio – degli idrocarburi del sottosuolo in questo
caso. Intanto continuano ininterrotti - almeno dalla elezione del
segretario Luongo se non da prima - i processi di riequilibro interno a livello locale, complicati nelle
ultime settimane dal default finanziario del capoluogo e dalla
necessità di trovare una candidatura condivisa a sindaco per le
elezioni amministrative del 2015
a Matera. Oltre che da faccende
minori tipo la nomina tutta in sal-
Art. 38, Polese: La maggioranza
del Pd sta con noi»
sa democratica del consiglio e del- stanno compiendo in queste ore
la presidenza dell’Ente Parco Val alcuni notabili dem, tra cui prod’Agri-Lagonegrese, in merito al- prio Luongo e Polese. Il consigliere in quota Pittella quale ci sala e segretario
rebbero state
dell’associazione
delle irregolaPrima Persona,
rità e si preanha scelto la sala
nunciano ridel ristorante la
corsi. Le varie
Braceria per inanime del parcontrare iscritti e
tito perciò, a
sostenitori e confronte di una
frontarsi con loro
formale unità
sugli argomenti
di facciata, soin
agenda.
no molto attiConsigliere,
ve per orgaqual è la vostra
nizzare i proposizione sul depri attivisti e Il consigliere, Mario Polese
creto?
compattarli in
«Abbiamo letto l’articolo 38, abvista di una battaglia che sarà
giocata su più tavoli e che si biamo ragionato in maniera conpreannuncia lunga e difficile. In divisa e ci sembra che i vantaggi
questo scenario vanno inquadra- siano strabilianti e che l’intesa
ti i giri esplorativi e di ascolto che Stato-Regioni prevista dalla nor-
A parere di Lacorazza «la Basilicata può ancora giocare un ruolo,
facendo tesoro anche dei pronunciamenti che la Conferenza delle
Assemblee legislative regionali ha
assunto all’unanimità sul decreto
sblocca Italia, per ripristinare con
maggiore chiarezza e nettezza un
giusto equilibrio tra interesse strategico nazionale e interesse del territorio.
Le stesse Assemblee
dell’Abruzzo, della Puglia, della Campania
hanno approvato ordini
del giorno che richiamano le posizioni condivise
in Conferenza sulla questione idrocarburi e partecipazione delle Regioni
alle decisioni in materia. Con la
consapevolezza che, in tema di
estrazioni petrolifere, c’è un problema che riguarda anche noi, e sta
nella capacità della politica e delle
istituzioni di migliorare la rete dei
controlli ambientali e di dotare la
Regione di strumenti di pianificazione e programmazione adeguati
e non più rinviabili».
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mativa possa costituire un valido
baluardo per la salvaguardia dei
territori, che consentirà di ottenere buoni risultati. In Basilicata
non si prevedono nuove estrazioni né nuove perforazioni e non
andremo oltre i 150mila barili al
giorno».
Matera capitale della cultura
2019 e un futuro paradigma di
sviluppo alternativo centrato
sull’indotto del settore turistico e ricettivo sono conciliabili
con l’attuale modello estrattivo
e di sfruttamento di petrolio,
energia, acqua?
«Assolutamente si, io credo che
dobbiamo essere bravi a conciliare tre cose: innanzitutto la tutela
ambientale e di controllo del territorio, a questo sottoporremo a
mappatura la nostra regione centimetro per centimetro, di pari
passo alla realizzazione di una in-
dagine epidemiologica a tappeto;
in secondo luogo il lavoro, per cui
negozieremo col governo un
grosso piano d’occupazione che
utilizzi fondi derivanti dalle royalties pagate dalle compagnie
petrolifere. E poi Matera deve diventare un’occasione di crescita
economica concreta, non solo per
la Basilicata ma per tutto il sud
Italia».
Parlava di aspetti organizzativi, si riferisce a qualcosa in particolare?
«Semplicemente credo che
ognuno possa legittimamente incontrare chi vuole: io sono del PD,
Luongo è il segretario di tutti e io
lo riconosco in quanto tale; al nostro interno abbiano tante sensibilità ed è chiaro che anche su
questa vicenda del petrolio non
c’è univocità, anche se mi pare ci
sia una maggioranza forte a sostegno della nostra opinione. In
ogni caso il pluralismo e il confronto a casa sono sempre i benvenuti» .
Conclude, lasciando intendere
che la reductio ad unum all’interno del PD è un’operazione logicomatematica abbastanza difficile,
inconsueta, e probabilmente impossibile.
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CAPOLUOGO
Potenza sempre
più vicina
al dissesto;
lunedì la relazione
del sindaco
di SARA LORUSSO
POTENZA - Il clima è pesante, difficile. Gli
schieramenti lacerati all’interno, gli amministratori preoccupati, una città sospesa e in attesa di ripartenza. Dell’appello a
«collaborare» resta lo sforzo più o meno generale, in alcuni casi un impegno. Ma poi
arrivano i fatti a creare confusione e nuovi
scontri.
Ieri la conferenza dei capigruppo si è
riunita per la prima volta dopo l’annullamento della riunione che martedì scorso
era attesa a viale Verrastro: il sindaco Dario De Luca e il governatore Pittella, avrebbero dovuto incontrare i consiglieri regionali della città. Tutti si aspettavano che
dall’incontro venisse fuori il responso: c’è
la soluzione formale al trasferimento dei
fondi per chiudere il bilancio di Potenza in pareggio?
Si riuscirà a coprire, quindi, il disavanzo da 24 milioni?
Le speranze perchè venga
chiuso il disavanzo individuato dalla task force comunale, dai revisori dei
conti e dal commissario ad
acta sono molto basse. Il
prefetto Rosaria Cicala non ha concesso
molto altro tempo: o il bilancio di previsione si chiude in pareggio entro il 25 novembre, o non resterà che dichiarare il dissesto. Per evitare che sia il Viminale a sancire il default (con conseguente scioglimento della legislatura), è stato già fissato per
giovedì prossimo il consiglio comunale in
cui si dovrebbe dichiarare il dissesto, a partire proprio dalle valutazioni dei revisori e
del commissario (se è l’aula a sancire il dissesto, non si procede con lo scioglimento).
«Se Pittella avesse avuto davvero la volontà di aiutare la città capoluogo, avrebbe
trovato il modo. Invece - dice il capogruppo
di Fratelli d’Italia, Alessandro Galella scopriamo che per la città lo sforzo economico non può superare i 5 milioni di euro
all’anno, ma per l’aeroporto di Pontecagnano se ne trovano subito nove». Per di
più «annullando l’incontro istituzionale
sul caso Potenza perchè il segretario regionale del Pd Luongo non ne era stato informato in tempo».
Sono giorni in cui il dibattito cittadino è
tutto concentrato su conti, cifre, interventi e servizi. Come rispondere ai bisogni minimi della città? Che ricadute avrà sulla co-
Galella:
«Paghiamo
un modello distorto»
«Uno sforzo collettivo»
Il dissesto alle porte
I consiglieri pensano ad azioni forti di sollecitazione
Sempre più vicina la scadenza, giovedì appuntamento in aula
munità un secondo dissesto in venti anni?
Come affrontare al fase delicata del post
voto?
Alcune indicazioni saranno date dal sindaco De Luca durante la relazione programmatica, prevista per il prossimo lunedì: rifiuti, trasporti, riorganizzazione
della macchina amministrativa.
«C’è una premessa sul contesto in cui
stiamo operando. - spiega Galella - Quello
che stiamo affrontando è il risultato di un
pessimo sistema di gestione della spesa
pubblica». Non si tratta, dice, di un servizio, di una scelta, o di un investimento sbagliati. «È il risultato di un sistematico atteggiamento per cui il Comune spendeva
più del concesso». Si arriva così, spiega Galella, al disavanzo di 24 milioni, che sarebbe stato persino maggiore senza l’intervento di salvataggio da 9 milioni di euro
arrivato da via Verrastro alcuni mesi fa.
«Bastano due conti: il 2013 si chiude con il
disavanzo di 14 milioni solo grazie a quell’aiuto. Sono poi i revisori a certificare l’u-
tilizzo illegittimo del patrimonio dell’ente
(rendicontato ai tempi del precendente dissesto) tra le poste in entrata: il buco aumenta».
Anche questo punto è finito nel dibattito
che ieri sera ha animato la riunione dei capigruppo. Come chiudere i conti? Che
margini ci sono? In tanti, tra i consiglieri
presenti, hanno convenuto sulla necessità
di svolgere un definitivo confronto con la
Regione. E rispetto allo scenario in cui il
colloquio dovrebbe svolgersi, la puntualiz-
ENTI LOCALI Accordo Anci-Governo: «Accolti i nostri rilievi»
La Local Tax sarà in vigore dal 2015
«Ma i tributi restino ai Comuni»
In alto Piero
Fassino,
presidente
nazionale
Anci
«Il governo ha accolto gran parte dei nostri rilievi e ora la legge di stabilità è più
sostenibile per i Comuni, anche se rimane ancora onerosa». Lo ha riferito il presidente dell’Anci Piero Fassino al termine dell’incontro a Palazzo Chigi con il
governo.
Nell’incontro di ieri, ha proseguito il
presidente dell’Anci, «sono stati conseguiti significativi risultati». Ad esempio
«sono stati confermati per il 2015 gli
oneri di urbanizzazione sulla spesa corrente, come anche la possibilità di rinegoziare i mutui con Cassa depositi e pre-
stiti, e questo sia per i mutui non ancora
rinegoziati o già rinegoziati».
Confermato, ha aggiunto Fassino,
«anche l’impegno dello Stato a farsi carico degli interessi per i mutui contratti
sui nuovi investimenti». Inoltre un dato positivo, ha sottolineato, «è il fatto che siano stati
tolti i vincoli ordinamentali ai
Comuni, riconoscendo così la
loro piena autonomia, visto ha rilevato - che la spending
review si fa sui saldi». Accordo trovato anche sul Fondo
per la difficile esigibilità dei
residui attivi, «su cui il governo ha riconosciuta la correttezza della
nostra richiesta, impegnandosi quindi
ad applicare un regime di gradualità».
«I termini dell’intesa sottoscritta oggi
a Palazzo Chigi verranno tradotti in
emendamenti dal governo. Comunque
ai Comuni viene chiesto uno sforzo importate per il risanamento dei conti pubblici, visto il taglio da 1,2 miliardi a cui si
aggiungono i 300 milioni a
valere sul 2015, ma la manovra ora è più compatibile con
la situazione economica dei
Comuni».
«La cosiddetta local tax
dovrebbe entrare in vigore
nel 2015, e ora il testo sarà
ora oggetto di un approfondimento in sede tecnica. I tributi, però, dovranno essere
gestiti in esclusività e titolarità dai comuni, quindi senza compartecipazione
con lo Stato, e con la garanzia dell’invarianza del gettito rispetto al 2014».
Garanzie
sugli interessi
dei mutui
da investimento
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RISORSE Polemica su programmazione
Rimodulazione fondi
FdI: «Carretta difende
la continuità col sistema»
Il consiglio comunale
di Potenza
«DALLA nota del consigliere Carretta sulla riprogrammazione degli interventi di cui ai Fondi Ue, appare evidente che nella città di Potenza, come in Basilicata, come
in Italia, esistono due, tre, forse quattro anime del Pd». A
tirare le somme, questa volta, è Sergio Carnevale della
segreteria politica cittadina di Fratelli d’Italia.
Il dibattito sulla rimodulazione dei 26 milioni di euro
del Fondo sociale europeo destinati a Potenza si è rivelato uno spazio politico scivoloso. Nonostante lo sforzo di
collaborazione a cui i consiglieri hanno prestato attenzione, non è stato possibile arginare posizioni nette rispetto ad alcuni interventi previsti.
La programmazione originale era stata fatta dalla precedente amministrazione di Vito Santarsiero.
L’assessore Leonardo Cuoco (Programmazione) della
giunta De Luca ha proposto alla terza commissione una
bozza di riprogrammazione del blocco di spesa, chiedendo di accelerare su analisi e controproposte. Il documento finale con la proposta di spesa dovrebbe arrivare in Regione entro fine mese, pena la perdita
del finanziamento.
Il consigliere Gianpaolo Carretta
(Pd) aveva fatto notare come la metodologia fosse sbagliata: «Se De Luca
chiede collaborazione, non può presentare un programma già praticamente fatto e dare tempi così brevi per
condividere. La cittadinanza non ha
potuto partecipare al percorso di analisi e proposta».
«Carretta - attacca Carnevale, nel
commentare le critiche del consigliere
La terza commissione al lavoro
democratico - si iscrive all’anima democratica del continuismo programmatorio di “Potenza 2020”. È, per dirla
in soldoni, un sodale della vecchia amministrazione». Secondo Fratelli d’Italia, Carretta difende «quel sistema trasversale che teneva insieme e intorno
al vecchio sindaco pezzi di presunta
maggioranza e finta minoranza. Noi
vorremmo rompere questo sistema
con atti concreti. Carretta conosce le
regole del gioco e parla a nuora perché
suocera intenda». Cioè: «Si rivolge al
sindaco, ma minaccia il coraggio dei tanti nuovi eletti
anche in capo al centro sinistra che hanno deciso di voltare pagina e di restituire alla città un po’ di dignità».
Sulla tempistica, Cranevale aggiunge: «Se alcuni interventi sono stati modificati nella riprogrammazione
dei fondi Ue è accaduto perché il vecchio governo cittadino è arrivato in ritardo sulle scelte e sulla capacità di concludere programmi e progetti. Siamo già di fronte ad
una forte erosione dei finanziamenti e la data del 31 dicembre 2015 impone serietà e onestà intellettuale rispetto ai potentini». Per questo, spiega, l’amministrazione
ha scelto di eliminare gli interventi che per complessità
non sarebbero affidabili entro la fine del prossimo anno.
«Serve senso di responsabilità politica e passione civile
per il proprio ruolo istituzionale».
Fratelli d’Italia:
«Noi vorremmo
rompere questo
vecchio schema
con atti concreti»
zazione è partita dal capogruppo Pd,
Giampiero Iudicello: «Credo che sia necessario riconvocare l’incontro annullato, è
importante, da lì arriveranno risposte. Ma
non si tratta di un appuntamento politico,
teniamo fuori segretari o rappresentanze
partitiche. È davvero un momento istituzionale necessario al consiglio e alla città».
L’idea è che la spinta politica serva, sì,
ma per smuovere le cose, non per analizzare il dato formale. I margini tecnici per
concedere il finanziamento utile a chiudere il disavanzo sono minimi. Almeno stando a norme e conti attuali di entrambi gli
enti. «Ma la volontà politica è determinante».
È in quest’ottica che nasce un ultimo
tentativo corale dei consiglieri potentini.
Nelle prossime ore sono attese azioni collettive per chiedere un ultimo sforzo e portare a casa il risultato che quasi tutti vorrebbero: evitare il dissesto alla città di Potenza e alla sua comunità.
RIFORME
Vendola: «Le Regioni non sono
la “sputacchiera” dei cittadini»
«SI sta andando in una direzione in cui le Regioni servono,
ma sono la “sputacchiera” dei cittadini, nel senso che con
qualcuno se la dovranno prendere. I tagli hanno una entità tale che non si potrà non dare un colpo al cuore al sistema sanitario, al trasporto pubblico e ai
servizi sociali». Così il presidente
della Regione Puglia, Nichi Vendola, al termine della Conferenza delle
Regioni. «E' evidente - prosegue che le Regioni resteranno con il cerino in mano a bruciarsi le dita. Si
può quadrare il cerchio? Io penso di
no. I miei colleghi più entusiasti e
più renziani pensano che si possa
farlo». Vendola ricorda che i tagli alle Regioni ammontano a 6,250 mi- Nichi Vendola
lioni di euro, più i mancati introiti dell’Irap più i miliardi che non arriveranno ai Comuni "e non abbiamo il conto di quella che sarà la
riorganizzazione caotica delle Province; il rischio del default
delle Province nei prossimi mesi è molto elevato. Il cumulo di
questi fattori fa sì che la nostra situazione è molto simile alla
condizione del tempo».
IL COMMENTO Rifondazione Comunista sul servizio in ritardo
«Vergognoso le mense siano chiuse
L’assessore De Francesco si dimetta»
È vergognosa la vicenda delle
perdurante mancata apertura
delle mense scolastiche della città di Potenza. A due mesi ormai
dall’apertura dell’anno scolastico il Comune di Potenza ancora non è in
grado di fornire uno
dei servizi basilari,
che misurano il grado di civiltà e di rispondenza alle esigenze sociali di una
comunità, a ciò si aggiungono tutta una
serie di disservizi e di
ritardi riguardanti le politiche
scolastiche. Più volte Rifondazione Comunista ha denunciato
il disastro prodotto dall’ammini-
«Abbiamo
denunciato
anche
in passato»
strazione scorsa guidata dal sindaco Santarsiero, ma riteniamo
che la nuova giunta De Luca, ad
oltre 6 mesi dal suo insediamento, non abbia più alibi per giustificare il suo netto fallimento e la
sua netta inconcludenza. L’assessore alla Pubblica istruzione e
alla cultura Margherita De Francesco non è stata in grado di assicurare, nonostante ce ne fosse la
possibilità, il servizio mensa in
città. Non vorremmo che dietro
le difficoltà strutturali, che pure
possono essere, ripetiamo, superate, si nascondesse una ritrosia
culturale, che ritiene superfluo
un servizio che metta in grado
principalmente le donne di svolgere liberamente il ruolo di lavo-
ratrici e che preveda per le stesse, soprattutto se appartenenti a
fasce economiche più deboli una
mera funzione domestica ritornando indietro di decenni nel
percorso di emancipazione femminile. Chiediamo che nei prossimi giorni, se non nelle prossime ore si provveda finalmente all’avvio del servizio mensa e contestualmente chiediamo che la
De Francesco rassegni le sue inderogabili dimissioni per evitare
ulteriori danni non solo al sistema scolastico potentino ma anche a tutto il contesto culturale,
considerando il fallimento incontestabile, anche sotto quest’aspetto, della giunta De Luca.
Rifondazione Comunista
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PETROLIO
I ragazzi continuano a chiedere l’impugnazione
dell’articolo 38 dello “Sblocca Italia”
«A TERRA è a nostra
e nun s’adda tuccà»
Dopo la prova di forza dei giorni scorsi
il coordinamento studentesco pronto ad altre azioni
«A TERRA è a nostra e nun s'adda
tuccà». Lo ribadiscono. E se a
qualcuno non è chiaro il concetto
sono pronti a ribadirlo. Magari di
nuovo in piazza.
Il coordinamento studentesco a
“freddo” e dopo il carico di polemiche che ha caratterizzato la giornata di mercoledì, interviene nel
dibattito chiarendo alcune questioni, che forse non sono state
“accolte” dall’opinione pubblica.
«La crisi che la politica nazionale sta attraversando - spiegano in
una nota stampa - affianca politiche locali figlie di loschi individui, di sudditanza al potere e di
spietate multinazionali. La mobilitazione generale di sabato 8 novembre 2014, dove corpo studentesco, associazioni e liberi cittadini hanno manifestato
l’inequivocabile dissenso contro il decreto
detto «sblocca Italia»,
ha rappresentato soltanto l’inizio».
Nella nota il coordinamento ricorda «l’assedio dei due dei palazzi più rappresentativi
della Regione». A Pittella, come del resto a Lacorazza
hanno chiesto una cosa e una soltanto: l’impugnazione dell’articolo 38 dello “Sblocca Italia”.
«Alla luce - riprende il comunicato - degli impegni che ognuno
di noi ha, sebbene lo stato di allerta sia stato ufficialmente dichiarato, abbandoneremo momentaneamente le piazze, ma non ci fermeremo; il presidio sarà permanente».
I ragazzi, e lo si era già capito
leggendo i post su facebook subito dopo la messa in onda del servizio del Tgr, hanno qualcosa da dire anche contro la giornalista accusata - secondo gli studenti - di
aver manipolato la manifestazione «a vantaggio di un cortigiano
servizio pseudo - giornalistico di
propaganda del potere».
Conclude la nota: «Quando tutto il popolo sarà pienamente cosciente di ciò per cui protesta, sarà molto più difficile evitare scontri e violenze. Contro le macchinazioni delle efficienti trame bieche
e criminali, contro coloro che vogliono privarci di salute e terra,
con forza rispondiamo con l’inno
dei briganti: «A terra è a nostra e
nun s'adda tuccà».
A spezzare una lancia a favore
degli studenti è il coordinamento
“Libera” di Potenza. In una lettera aperta ai manifestanti ha
espresso vivo ringraziamento
«per la ventata di novità, di libertà, di coraggio che state portando
in una terra nella quale in troppi
hanno deciso di non lottare, di nascondere la testa sotto la sabbia,
di non disturbare il manovratore,
anzi di inchinarsi troppo spesso
al suo volere».
«Forse - si legge nella nota dell’associazione - non conoscete il
“numero dei pozzi di petrolio” che
stanno riducendo il nostro territorio a un colabrodo» però «avete
compreso che non si può più chinare la testa di fronte a un potere
che vi sta privando del presente
prima ancora che del futuro e che
tende a spegnere ogni possibile
tentativo di risveglio delle coscienze di questa nostra martoriata terra, da troppo tempo assopita e rassegnata».
L’invito di Libera è quello di trovare «il modo di mettere insieme
la vostra freschezza e il vostro entusiasmo con la tenacia e la costanza di chi questa
battaglia la combatte
da anni».
«Continuate così, riprende la lettera - facendo attenzione a chi
cerca si strumentalizzare la vostra giovane
età e a quelli che, in
virtù di essa, non vi riconoscono pari diritto
di cittadinanza. Restate liberi,
non accontentatevi di quello che
altri vi raccontano, approfondite,
abbiate fame e sete di conoscenza,
di verità, di libertà e di giustizia e
chissà che le vostre gesta possano
rappresentare un terremoto che
smuove quella zavorra che da
troppi anni appesantisce le nostre gambe e offusca le nostre
menti».
«Alla politica, - conclude - a tutti
noi, il compito di raccogliere quel
grido che si alza dai nostri figli.
Abbiamo il dovere di ascoltarvi, di
confrontarci con voi e di costruire
insieme un mondo migliore».
|
LA POLEMICA
|
Quelli che stanno dalla parte
della giornalista Grenci
Dopo gli insulti l’anchorwoman chiude l’account facebook
Libera:
«Ventata
di novità
e libertà»
Un frame del servizio incriminato
AVEVA annunciato le sue “dimissioni” da facebook, stanca forse di sentirsi assediata. In
alcuni casi è stata oggettivamente offesa. Poi
per Cinzia Grenci, la giornalista Rai al centro
delle contestazioni per un servizio sulla manifestazione degli studenti, è arrivata la solidarietà di amici, colleghi e qualche politico,
che l’ha fatta desistere. Renato Cantore, ex
caporedattore Rai, già mercoledì sera aveva
creato l’hashtag #iostoconcinziagrenci. Un
segno di vicinanza accolto dal parlamentare
del Pd Salvatore Margiotta che non senza un
pizzico di verve ha sostenuto su twitter che i
ragazzi: «non sono stati offesi. Sono stati mostrati - beati loro - per quel che sono. Chi li utilizza è meschino. Non loro». Ovviamente non
sono mancate nemmeno ieri alcune obiezioni
come - per esempio - le 15 domande alla giornalista posta dall’esponente di Sel ed ex assessore provinciale Paolo Pesacane. E in questo clima di solidarietà è intervenuto anche lo
scrittore Gaetano Cappelli con un post criptico, ma efficace: «Cinzia mai protestare il protestario. così va il mondo». Ma a prendere
una posizione dura nei confronti della giornalista è nuovamente il Movimento 5 Stelle
con i suoi due consiglieri regionali. In una
nota Gianni Leggieri e Giovanni Perrino.
«Alcuni ragazzi, emozionati dalla presenza
delle telecamere, - spiegano - hanno fornito
risposte sommarie e incerte, dando così l’impressione di essere in strada a protestare giusto per saltare qualche ora di lezione. Certo,
Cinzia Grenci ha fatto solo il suo lavoro incalzando, con severo piglio professorale, studenti poco più che adolescenti. Ecco, le chiediamo cortesemente, Signora Grenci, di volere mantenere lo stesso atteggiamento con i
nostri politici, a partire dal Presidente, ex
Gladiatore, Marcello Pittella, il quale negli
ultimi tempi sembra essere un pò confuso sugli sviluppi che, in sede di conversione in legge, ha avuto il Decreto legge 133». E concludono: «“Vogliamo un giornalismo non querula voce del padrone ma autentica voce del
popolo sovrano». Per la cronaca, nonostante
gli inviti a desistere, nella serata di ieri il profilo facebook di Cinzia Grenci è sparito dal social network. Un brutto segnale per tutti.
Nessuno escluso.
u L’INTERVENTO DELL’ORGANISMO REGIONALE t
Il Corecom, il giornalismo «d’assalto» e la beata gioventù lucana
CI AVEVA già pensato Gianluigi
Laguardia, giornalista e componente del Corecom, a sbottare sul
servizio del Tgr. Ieri pomeriggio
poi, Morena Rapolla anch’essa
componente dell’organismo regionale ha rincarato la dose con
una nota, salvo poi fare marcia indietro. Di seguito il testo completo del comunicato scritto e poi ritirato.
GIORNALISMO d’assalto e la beata
gioventù lucana: tutti rinviati a
settembre per insufficienza alle interviste del servizio pubblico che
pretendeva risposte dai giovani lucani. La centralità sociale acquisita
dal giornalismo comporta una
maggiore attenzione, nell’opinione pubblica, ai modi e alle forme del
suo funzionamento. L’applicazione troppo rigida del “mito dell’obiettività” ha portato alla formazione di un giornalismo cd d'assalto ,
che finisce per smarrire il proprio
Dna di servizio alla collettività da
rendere attraverso una serena indagine della realtà fattuale, producendo così una pericolosa involuzione da servizio a dis-servizio che
nulla di costruttivo ha da aggiungere alla coscienza critica del cittadino fruitore dei media. In un momento storico così delicato che offre il destro a cambi epocali dirompenti, è opportuno rimarcare, fino
alla ridondanza, il ruolo centrale
che riveste il concetto di professionalità nella sua accezione di professionalità culturale intesa come mediazione interpretativa necessaria
per dare un senso agli eventi, per
poter raccontare i processi sociali e
spiegare il cambiamento culturale;
essa costituisce uno strumento che
il giornalista deve avere sempre come stella polare e principio guida
della mission altamente significativa che è chiamato a svolgere a favore della collettività.
Il giornalista è e deve essere un
elemento di garanzia nel contratto
informativo e nel “patto di fiducia”
che si instaura fra emittente e destinatario; la fiducia nel giornalista può diventare un criterio di
scelta da parte del pubblico , altrimenti si corre il rischio che il giornalista smarrisce il proprio ruolo
per diventare parte in causa: anziché cercare le notizie, fa notizia. Pagelle a parte , i nostri giovani costituiscono un prezioso vivaio di intelligenza e lungimiranza che merita di essere rispettato e coltivato
con cura e dedizione certosina, altrimenti potremmo smarrirne le
potenzialità e comprimerne i contenuti, a discapito sia della odierna
società bisognosa di ritrovare la via
mestra del risanamento sociale e
civile, e sia della dignità di tutti i
Lucani ai quali va assicurata la piena libertà di espressione anche nella diversità di opinioni e vedute.
RASSEGNASTAMPA
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Primo Piano
Venerdì 14 novembre 2014
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LA STORIA
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Dalle proteste anti Gelmini
all’assalto a Bankitalia
Parla Califano della lista “Tsipras”
«Un percorso
di liberazione»
«LE MOBILITAZIONI di questi
L’esponente de “L’Altra Eurogiorni che hanno visto protago- pa” conferma la contrarietà ai
nisti cittadini, “comitati” e so- petrolieri, ma aggiunge: Lo sviprattutto giovani contro l’au- luppo non è sempre progresso,
mento delle estrazioni petroli- avanzamento, miglioramento
fere e per spingere il presidente delle condizioni materiali di vidella Regione a impugnare la ta, noi questo sviluppo non lo
costituzionalità dell’articolo 38 vogliamo perché non crea ricdel decreto governativo, sono chezza per tutti, alimenta solo
importanti e straordinarie per- la corruzione e la ricchezza di
ché rappresentano una ripresa pochi in una logica neocoloniadi iniziativa dal basso in un dei le. Crediamo che questa regiomomenti più bui della democra- ne possa progredire diversazia italiana».
mente, ne abLo ha detto in
bia le risorse e
una nota Anle possibilità,
tonio Califano
deve solo imde
“L’Altra
parare
ad
Europa per
ascoltarsi e ad
Tsipras”.
“amarsi”
di
«Dobbiamo
più liberandoporci il problesi di questa poma - spiega - di
litica e mancome gli intedando a casa
ressi dei cittatutti i respondini possano
sabili di queancora venire
sto sistema di
rappresentati
potere (perché
dall’attuale
è di questo che
classe
dirisi tratta), che
gente. di come
per altro ha
condizionare
fatto del contio cancellare
nuismo e del
una classe po- La manifestazione di mercoledì
consociativilitica “da bassmo il suo nuso
impero”
cleo “vincenche ormai ha raggiunto il fondo te”». «Esempi positivi da questo
della credibilità e delle capacità, versante ne esistono, - conclude
con un partito regione (parlo Califano - uno per tutte: la nodel Pd) ormai padronale (e il ter- mina di Matera a Capitale Euromine padronale non è riferito pea della cultura ci indica un’alsolo alla famiglia del Presiden- tra direzione che non può conte) lacerato da divisioni tanto da vivere con le scelte di chi vuol
non riuscire neanche a riunire i trasformare tutta la regione in
propri gruppi dirigenti per de- un enorme giacimento petrolicidere sulle questioni interne. fero, ci propone un “modello”
Questa lotta deve produrre se- diverso che pone al primo posto
dimenti organizzativi, cambia- la difesa del territorio, della sua
menti di coscienza generalizza- storia, delle sue tradizioni. Le
ta, nuova capacità di produrre manifestazioni di questi giorni
politica, buona politica, in gra- devono solo essere l’inizio di un
do di reggere a lungo e innesca- percorso di liberazione e di riapre un processo di trasformazio- propriazione degli spazi politici
ne che richiederà tempo e pa- “dal basso”, coinvolgendo tutti
zienza. Per fare questo, e passo quelli che possano dare un conad una riflessione che richiede- tributo di riflessione e di conorà nei prossimi mesi più tempo scenza, per crescere insieme e
e approfondimento, bisogna costruire il nostro futuro, quepensare ad un diverso concetto sta politica ci avvelena impediadi sviluppo e di conseguenza ad mogli di farlo, riprendiamoci la
un nuovo modello di sviluppo». nostra vita.
DALLE manifestazioni "politiche" degli anni '70, alla guerra
del Golfo. Dalla riforma Gelmini allo "Sblocca Italia" passando per i "filoni organizzati" (tipo termosifoni che non funzionano). Cambiano le facce, ma
la sostanza è sempre la stessa: i
giovani - salvo i casi di conclamato "bigio" di massa - hanno
voglia di partecipazione perchè vogliono sentirsi protagonisti del loro futuro. E basta fare un passo indietro di pochi
anni per capire quanto questa
coscienza sia cresciuta nel
tempo. Chiaramente ci sarà
sempre chi non è d'accordo e
sceglie invece di seguire le lezioni, piuttosto che il corteo. Ci
saranno sempre poi, quegli
studenti che pur seguendo un
corteo, hanno poca dimistichezza con "la materia" della
manifestazioni. Ci saranno ancora quelli che scelgono di stare a casa perchè «oggi è sciopero» o chi non partecipa perchè
preferisce fare altro. Ma ci sono stati e c'è chi, in quelle rivendicazioni, trova il modo più
"democratico" per partecipare
alla costruzione del futuro di
un territorio. Nel 2008 a Potenza confluirono circa 10.000
studenti. Era il 29 ottobre e
forse è stata la più grande manifestazione che il capoluogo
abbia visto nella storia recente
(solo il corteo di Libera riuscì a
fare meglio nel 2011). Sei anni
fa il bersaglio era la Gelmini.
Allora il decreto che portava la
firma del ministro fu osteggiato non solo a Potenza, ma in
tutto lo stivale. Si protestava
«contro un diritto allo studio
messo al bando da tagli, privatizzazioni, nessuna concertazione». Quei 10.000 studenti
hanno lasciato una traccia anche in chi è arrivato dopo. Il diritto allo studio è stato al centro della politica per molti anni
e al centro della polemica per
gli studenti. E così da quel
2008 ogni anno, con una certa
puntualità, gli studenti scendono in piazza. E dopo i vari
cortei che si sono susseguiti
negli anni, si arriva al 2012
quando “assaltarono” prima il
Consiglio regionale e poi con
un simbolico lancio di uova
presero di mira la Banca d'Italia. «Noi la crisi non la paghiamo» gridavano a squarciagola
quei giovani accerchiati dalle
forze dell'ordine. I bersagli
erano Monti e l'austerity europea e il ministro Passera, «che
taglia i fondi alle scuole pubbliche per destinarli a quelle
La protesta studentesca del 29 ottobre 2008
Una foto di parte dei 10.000 studenti che confluirono a Potenza nel 2008
Studenti seduti in piazza Prefettura nell’autunno del 2010
Il corteo del 2012 “osservato” dalla Polizia
private». Una giornata quella dei giorni scorsi a essere citati
del 16 novembre del 2012 vis- in maniera colorita (per usare
suta pericolosamente perchè un eufemismo) sono Renzi e il
la tensione si tagliava a “fette”. governatore Pittella “rei” di
Si arriva così a questi giorni, a aver concepito e calato dall'alquelle che sono state ribattez- to lo “Sblocca Italia”. La partita
zate “le cinque giornate di Po- su questo fronte è ancora apertenza”. Cambiano i protagoni- ta. Non è escluso che nei prossti, ma i bersagli sono sempre simi giorni gli studenti ritorgli stessi: i politici. E se nel nino in piazza.
g. r.
2008 era la Gelmini, nei cortei
MELFI
ROSA REPLICA AL DIRETTORE ARPAB
Scuole superiori in piazza
«Schiassi risponda ai quesiti»
MELFI - Nella città di Federico scendono in piazza gli
studenti delle scuole superiori. «Ci opponiamo - spiega
un ragazzo che frequenta l’Itis - alle decisioni del Governo Renzi sulla scuola per i numerosi tagli e siamo contro
il comportamento del presidente della regione Basilicata
che non ci fa capire se è favorevole alle estrazioni petrolifere o contro». A promuovere questa mobilitazione
studentesca le scuole: Itis, Ipsia, liceoscientifico linguistico ed artistico, Geometra e Alberghiero. Il raduno è
previsto per le 8:30 in largo Mazzini (di fronte il liceo artistico di Melfi ). Le motivazioni non sono da ricercare solo nello Sblocca “trivelle” ma scendono in piazza per protestare contro la buona scuola di Renzi.
l. z.
DOPO la dura presa di posizione di Aldo Schiassi, in
merito alla vicenda dell’affidamentodella manutenzione della rete piezometrica della Val Basento alla Atr srl,
il consigliere regionale Gianni Rosa replica piccato alle
accuse. Nonostante il consigliere ammetta che il direttore dell'Arpab abbia risposto a uno dei quesiti mossi
dal consigliere in una interrogazione consiliare, fa notare come lo stesso Schiassi «abbia completamente
ignorato la nostra seconda interrogazione: qual è il ruolo dell’avvocato Antonio Bruno, che così come sostengono i dipendenti dell’Arpab, si comporta come direttore amministrativo ma che, a quanto ci risulta, non ha
neanche una piccola pezza d’appoggio contrattuale?»
RASSEGNASTAMPA
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Primo piano
PETROLIO
Venerdì 14 novembre 2014
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Interrogazione di Liuzzi (M5S) in Commissione vigilanza Rai
«Delegittimazione della protesta, non è servizio pubblico»
Il caso finisce in Parlamento
Margiotta (Pd) a difesa della giornalista: «Vorrei che tanti imparassero da lei»
POTENZA - «Se il Tg3 Basilicata,
oltre a fare domande agli studenti
a Potenza con chiaro intento di delegittimazione, parlasse anche dei
pozzi di estrazione, delle scelte
scellerate della
nostra classe politica, del raddoppio dell’incidenza
tumorale, potrebbe davvero essere
“servizio pubblico”, invece che al
servizio del Pd».
E’ arrivato in
Parlamento il caso del servizio andato in onda mercoledì nell’edizione delle 14 del Tgr
Basilicata, sulla
manifestazione anti-trivelle degli
studenti di fronte alla sede dell’Agenzia regionale dell’ambiente.
A farsene latore è stata la deputata 5 Stelle Mirella Liuzzi, che è
anche membro della commissione
di vigilanza dei servizi radiotelevisi, depositando un’interrogazione
sull’accaduto al presidente della
commissione e al presidente del
consiglio d’amministrazione della
Rai.
In realtà la questione aveva superato i confini regionali già nelle
prime ore successive alla trasmissione del servizio, quando la polemica è iniziata a infuriare attraverso i social network. Tra i primi
a intervenire a difesa dell’autrice,
la giornalista Cinzia Grenci, era
stato il senatore Pd Salvatore Margiotta. Non per niente vicepresidente della stessa commissione di
vigilanza Rai.
«Vorrei che tanti giornalisti imparassero da lei». Ha twittato il
Il presidente del cda Rai Anna Maria Tarantola e il presidente della Commissione di vigilanza Roberto Fico (M5s).
A sinistra Cinzia Grenci, a destra Liuzzi e Margiotta
più social dei parlamentari lucani.
E a chi gli ricordava il rispetto dovuto ai ragazzi, in particolare ai loro «limiti» ha replicato che «certo», è dovuto. Ma nel servizio in
questione: «non sono stati offesi.
Sono stati mostrati -beati loro- per
quel che sono». Scagliandosi contro gli organizzatori della manifestazione. «Chi li utilizza é meschino. Non loro».
Se la contrapposizione si ripeterà in commissione si vedrà non appena la questione verrà portata all’ordine del giorno. Certo è che
molto dipenderà dalla risposta del
presidente del consiglio d’amministrazione Rai, Anna Maria Tarantola, a cui Mirella Liuzzi ha
chiesto, in generale: «quali iniziative, nell’ambito delle proprie competenze intendano intraprendere i
vertici Rai, affinché i servizi giornalistici del Tg3 Basilicata siano
effettivamente improntati ai principi di imparzialità, obiettività,
completezza, anche prevedendo e
garantendo, in futuro, il contraddittorio e il principio del pluralismo informativo, nel pieno rispet-
|
LA LETTERA
to, da parte della Rai, della sua
mission di servizio pubblico».
La deputata lucana invita anche
a «consentire l’acquisizione di
spazi e dibattiti aperti anche ai comitati, associazioni e istituzioni
che ritengono di individuare nell’estrazione di petrolio una pericolosità per l’ambiente e la salute e
che propongono soluzioni virtuose e alternative secondo una visione futura nella quale siano ridotti
o assenti i combustibili fossili; al
fine di garantire il pluralismo, la
lealtà e l’imparzialità dell’infor-
mazione sul tema».
Tra le critiche della Liuzzi al servizio si parla dell’evidente «volontà da parte della
giornalista di dimostrare ignoranza da parte degli
studenti sull'argomento “petrolio” in
Basilicata, o meglio
sulla quantità dei
pozzi di estrazione
presenti sul territorio o il contenuto
letterale degli articoli del decreto
“sblocca Italia”, e
non quella di documentare e raccontare una manifestazione spontanea e
genuina». Poi si lamenta che le domande siano state
«chiaramente strumentali per dimostrare in modo assolutamente fazioso l’inconsistenza
della manifestazione contro il petrolio, nonostante proprio in quelle ore, fossero stati distribuiti volantini e manifesti che
illustravano chiaramente la motivazione della protesta e le richieste
al Presidente della Regione Basilicata, Marcello Pittella da parte degli studenti». Infine si stigmatizza
che qualche ora prima delle interviste l’autrice del servizio avesse
già chiarito il suo giudizio sulla
manifestazione su facebook domandandosi se sono «più irresponsabili» i ragazzi che manifestano «o gli adulti che li coinvolgono».
|
«SFRUTTARE IN MODO SUBDOLO QUALCUNO
O QUALCOSA COME STRUMENTO PER I PROPRI FINI»
di CANIO SINISI
EGREGIA Direttrice Serino,
non le nego che quest’oggi, dopo aver letto il
suo editoriale sul Quotidiano, ho cercato immediatamente il significato
del verbo “strumentalizzare”.
La sua appare
infatti un’accusa
verso Fratelli d’Italia, colpevole a suo avviso - di
utilizzare i giovani protagonisti delle protese
di questi giorni
contro lo “Sblocca Italia” per un
mero interesse partitico e
politico.
Urge, per dovere di verità nei confronti dei tanti
Lucani che continuano a
leggere giornalmente il
Quotidiano della Basilicata, qualche piccola precisazione. La faccio innanzitutto da giovane lucano,
appassionato da sempre
dei movimenti “di piazza”
e, cosa questa che conta
molto poco, responsabile
del movimento giovanile
di Fdi-An “Gioventù Nazionale”.
La nostra partecipazione al corteo di sabato è stata spontanea e direi discreta: ci siamo confusi nella “pancia” del corteo e a
parte una bandiera, nulla segnalava in maniera particolare
la partecipazione
di Fratelli d’Italia-An. E’ stato
un modo per segnalare all’opinione pubblica, il
nostro sostegno a tutti i
cittadini e a tutti i movimenti che si oppongono
allo stupro di una Terra,
rappresentato dal decreto
Sblocca Italia.
Non è mia intenzione,
insomma, “giustificare”
una presenza dovuta. Certamente non sfuggirà a
lei, direttrice Serino, e ai
«La presenza
di Fd’I
al corteo
è stata
spontanea»
suoi lettori che la battaglia
del gruppo lucano di Fdi
non comincia certo l’altro
ieri.
Erano ancora i tempi
della nostra militanza all’interno del Popolo delle
Libertà e già prendevamo
posizione critica– a livello
giovanile, partitico e istituzionale – verso il bonus
benzina e le zone
d’ombra del Memorandum che
De Filippo e Viceconte si apprestavano a firmare. Non le sarà
sfuggito, inoltre, che da mesi
siamo attivi nelle
piazze e sul territorio lucano per raccogliere firme a
favore delle nostre proposte sul petrolio: aumento
delle royalties per le estrazioni già esistenti e che,
evidentemente, non possono essere fermate, stop
alle nuove estrazioni, riduzione del prezzo della
benzina. È proposta, la no-
stra, non solo protesta (...)
Certamente non fa onore al suo spessore intellettuale il paragone – mi sia
consentito un po’ subdolo
– tra gli effetti tragici della
gestione del petrolio in Lucania e le posizioni che Fdi
esprime sull’emigrazione.
E’ un tentativo
un po’ sempliciotto e, questo
sì, strumentale –
a cui abbiamo assistito già nelle
ultime elezioni
amministrative
ed europee – di
spaventare l’elettorato agitando i
fantasmi del razzismo e della xenofobia (...)
E non possono essere
vendute come vittorie per
il Popolo lucano norme
che prevedono limiti all’estrazioni petrolifere, tutti
da verificare, già previsti
nella legislazione precedente (mi riferisco al numero di barili da produrre). Né tanto meno può
«Non
convince
trasformare
il bonus
benzina»
convincere la trasformazione del bonus carburante da elemosina per la benzina a elemosina per non
meglio precisate finalità
sociali.
Direttrice, le estrazioni
petrolifere in Basilicata riguardano interessi molto
più ampi, che non possono
essere derubricati a piccoli interessi locali, ma che
coinvolgono il tentativo
della Ue di rimarcare la
propria
indipendenza
energetica rispetto ai paesi tradizionalmente fornitori di energia. L’incapacità del Pd lucano di gestire
relazioni così complesse, è
sotto gli occhi di tutti. È il
motivo per cui la classe dirigente lucana è passata
da “mai più estrazioni” a
una grottesca retromarcia, visibile nell’imbarazzo
e nell’insicurezza con cui
ieri Speranza esponeva i
presunti vantaggi per la
comunità lucana dello
Sblocca Italia.
Ho passato da qualche
anno i 18 anni, qualcun altro da un po’ di più: non è
un problema di età, ma di
verità. E di verità, non di
camerieri del potere, ha bisogno il popolo lucano in
un momento storico cruciale come questo.
RASSEGNASTAMPA
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Primo piano
Venerdì 14 novembre 2014
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IL CASSIERE DI MOKBEL
11
I pm romani chiedono il rinvio a giudizio
per i rioneresi accusati di tentato sequestro
Barbetta e Plastino a processo
Udienza dal gup il 21 gennaio, il presunto mandante sceglie il rito abbreviato
POTENZA - Dovranno comparire davanti al gup di Roma il prossimo 21 gennaio
Giovanni Plastino e Aniello
Barbetta, i due lucani accusati del tentativo di sequestro nel 2012 del broker Silvio Fanella, considerato il
“cassiere” della banda Mokbel e il custode del bottino
miliardario della maxi frode
Telecom Sparkle-Fastweb.
Ucciso a luglio in durante un
blitz fotocopia nell’abitazione della cugina in via della
Camilluccia, a Roma.
Il 23enne Barbetta, di Rionero, era stato fermato e poi
arrestato su input dell’antimafia romana qualche giorno dopo, quando sono emersi
in maniera evidente le «numerose similitudini» e gli
«evidenti collegamenti» tra il
tentativo di sequestro che ha
portato all’omicidio di Fanella, e quello sventato ad agosto del 2012 dai carabinieri
di Potenza, che in quel periodo stavano indagando proprio su Barbetta. In particolare aveva attirato l’attenzione degli inquirenti il ruolo di
due finti «finanzieri»: una
coincidenza tanto più importante se si pensa che era l’unico dettaglio del
piano rimasto a
conoscenza soltanto degli addetti ai lavori - oltre che degli autori del primo
tentativo di sequestro - dopo le
notizie apparse a
fine maggio sul
Quotidiano della
Basilicata.
Per gli inquirenti ci sarebbe
un filo rosso tra
quanto accaduto. A partire dal movente che
in entrambi i casi sarebbe
stato il desiderio di impossessarsi del “tesoro” di Fanella costringendolo a rivelare il suo nascondiglio. Un
tesoro scoperto dai militari
del Ros dei carabinieri soltanto poche ore dopo l’omicidio, “setacciando” la casa di
campagna della vittima: 34
sacchetti di diamanti, vari
orologi preziosi più 284 mila
dollari e 118mila euro in
contanti nascosti nelle scatole di gelato.
Assieme a Barbetta dovrà
comparire in Tribunale anche Giovanni Plastino, 36enne sempre di Rionero che è
considerato un esponente
del clan melfitano dei Cassotta e sta già scontando una
condanna definitiva per associazione mafiosa ed estorsione. Mentre Roberto Macori, 40enne romano arrestato
nel 2010 assieme a Fanella e
all’imprenditore “nero” Gennaro Mokbel nell’ambito dell’inchiesta Phunecards-broker, è stato individuato come
il mandante del tentativo di
sequestro del 2012, e ha già
scelto di essere processato
col rito abbreviato.
Sarebbe stato Plastino ad
agganciare Macori in carcere nel 2010, e a reclutare
Il cadavere di Fanella portato via dalla casa di via della Camilluccia. Nei riquadri a sinistra Aniello Barbetta, a destra Giovanni Plastino
Barbetta due anni dopo per il
colpo nella capitale assieme a
un «Roman», che i carabinieri di Potenza al comando del
capitano Antonio Milone
hanno identificato in Roman
Mecca, 21enne sempre di
Rionero.
«L’azione del 3 luglio scorso - scrivevano i magistrati
romani nel decreto di fermo per
Barbetta e Macori - è stata compiuta, come quella del 2012, da
persone, armate
e munite di fascette per immobilizzare la vittima, che hanno
esibito al portiere
dello stabile un
tesserino di riconoscimento falso
della Guardia di
finanza».
Durante l’esecuzione del
piano «un commando composto da almeno sei persone,
due delle quali finanzieri o
sedicenti tali - è ricostruito
nel provvedimento di fermo con tre auto, armate si è appostato per ore sotto l’abitazione a Roma della casa della
madre della vittima, dinanzi
al bar solitamente frequentato dallo stesso, attendendo
che si allontanasse a bordo
del suo motociclo per fermarlo e caricarlo con la forza
su una delle auto».
Ma in una conversazione
registrata nell’auto di Barbetta Plastino la racconta in
maniera diversa, spiegando
che i «finanzieri» coinvolti
avrebbero «simulato un regolare arresto».
«Quella è un’operazione
della finanza... Compa’ quello va con il mandato di cattura la... forse non hai capito!
Quelli ci mettono le manette i
finanzieri... E’ un’operazione... Ci fanno vedere il tessino»).
Queste le sue parole, che
ricalcano quasi alla perfezione quanto accaduto a luglio,
quando i killer avrebbero lasciato dietro di sè anche «alcuni fogli con intestazione
della Guardia di finanza».
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Gli investigatori:
«Volevano
mettere
le mani
sul tesoro
nascosto
di Fanella»
|
CORRUZIONE SESSUALE
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Escort in cambio di appalti
Scandalo e arresti a Genova
di LAURA NICASTRO
GENOVA - Alla fine di ogni prestazione sessuale c’era un appalto
assegnato a una azienda amica.
Escort e cene servivano a oliare un
ingranaggio che andava avanti
da anni, un vero e proprio «sistema corruttivo», come lo ha definito il procuratore di Genova Michele Di Lecce.
Il giro è stato interrotto ieri con
l’arresto di sette persone, un dirigente dell’Amiu, l’azienda municipalizzata per il ciclo dei rifiuti, e
sei imprenditori.
L’inchiesta “Albatros”, condotta dai carabinieri del Noe coordinati dai pm Paola Calleri e Francesco Cardona Albini, ha scoperchiato un «sistema
corruttivo», che
per anni ha danneggiato altri imprenditori.
In manette sono finiti il dirigente area acquisti ufficio legale
di Amiu Corrado
Grondona, gli imprenditori Gino
e Vincenzo Mamone, Luigi Mamone, figlio di Vincenzo, Claudio
Deiana, titolare della società RGD,
Stefano Raschellà e Daniele Raschellà, imprenditori della società
Edildue.
Le accuse nei loro confronti sono, a vario titolo, di associazione
per delinquere finalizzata alla corruzione, turbativa d’asta, omessa
denuncia e falsità ideologica.
Due dirigenti dell’azienda, Massimo Bizzi e Roberto Ademio, sono
indagati a piede libero per associazione a delinquere, corruzione e
turbativa d’asta. Nei loro confronti i pm hanno chiesto l’interdizione dal lavoro, misura che potrebbe
scattare al termine degli interrogatori.
Nel mirino
le gare
dell’azienda
dei rifiuti
Una pattuglia dei carabinieri
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, le menti dell’associazione erano i due fratelli Mamone, imprenditori attivi nel settore del movimento terra. Erano
loro che grazie al legame con il
funzionario Grondona ottenevano e facevano ottenere alle aziende
amiche gli appalti.
I Mamone avevano messo le mani anche sugli eventi alluvionali
del 2010 e del 2011. Grondona era
«asservito» ai Mamone. Il funzionario, emerge in due intercettazioni, sarebbe arrivato all’ufficio
affari generali dell’Amiu, grazie
alla «raccomandazione» che Gino
Mamone avrebbe fatto all’allora
presidente dell’azienda Paolo Momigliano, l’avvocato ora presidente della Fondazione Carige, non
coinvolto nell’inchiesta. Una volta
inserito l’uomo giusto al posto
giusto, per i Mamone sarebbe
scattata la fase B: ottenere da
Grondona tutti i favori, sfruttando la sua debolezza per il sesso.
«Lo tengo per i coglioni... - spiega Mamone nel corso di una telefonata con un imprenditore amico
- a quello se gli porti una donna e
un contratto da firmare, impazzisce».
Momigliano ha respinto le illazioni. «Avrò incontrato Mamone
un paio di volte. Escludo di avere
esercitato pressioni per la nomina
di Grondona. Mamone è solito millantare».
Gli incontri avvenivano in hotel-ristoranti del Basso Piemonte.
I fratelli Mamone organizzavano
le cene e pagavano le escort. Poi
Grondona si appartava con le prostitute e nei giorni successivi l’appalto veniva assegnato all’azienda
indicata dai Mamone.
Il funzionario si vantava delle
prestazioni anche con gli amici e
ringraziava le «graziose» per le serate passate. Ma secondo gli inquirenti, il funzionario Amiu non
riceveva solo cene e notti di sesso.
«C’è un divario - scrive il gip Roberta Bossi nell’ordinanza - tra le
sue entrate e il suo elevato tenore
di vita. Sintomo questo che l’indagato riceve in nero denaro dagli
imprenditori per ottenere favori».
Nel calderone degli appalti sospetti anche quelli dei lavori di
manutenzione della discarica di
Scarpino che, secondo gli inquirenti, sarebbero stati pagati due
volte. L’inchiesta era partita lo
scorso dicembre.
RASSEGNASTAMPA
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Primo piano
Venerdì 14 novembre 2014
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ECONOMIA
DELLA CULTURA
Intervista
al governatore:
il punto sull’industria
della creatività
tra provocazione
e speranza nel futuro
(Quest’intervista è stata programmata e
scritta da Mariano Paturzo, esperto di economia della cultura e nome storico del panorama intellettuale lucano, un paio di settimane fa. La pubblichiamo in coincidenza
della due giorni del Forum dei giovani che
si farà a Maratea. Nella parte iniziale sembra quasi profetica, considerati gli avvenimenti degli ultimi giorni)
di MARIANO PATURZO
L’ULTIMA volta che ho scritto a Marcello
Pittella è stato quando ero a Siviglia e
non era ancora il Presidente della regione ma Assessore alle Attività Produttive. Scrivevo - tra l’altro - come fossero simili le due realtà quella lucana e quella
Andalusa: calde, soleggiate, ospitali e
passionali e fitte di tradizioni e riti sacri
ma differenti in fatto
di cultura e turismo.
Si conveniva, senza
riferimenti a macrodati che, numerosi
in Italia ed al Sud in
particolare erano i
segnali di resa: tra
stanchezza e autocommiserazione,
mancanza di risorse
e prospettive e un
impoverimento del
tessuto sociale e creativo che sottrae
identità ad intere comunità…..
«Ed evidentemente questi segnali di resa
non sembrano affatto superati. Salvo qualche lodevole eccezione e se si escludono gli
importanti risultati conseguiti in questi ultimi giorni con il decreto Sblocca Italia, non
colgo, in quasi un anno di esperienza come
Presidente, segnali di riscossa da parte della comunità regionale. Noto il persistere di
un disfattismo, per certi versi, frutto di una
sorta di fatalismo mediterraneo. Manca
cioè il coraggio di sfidare i vincoli e le problematicità del presente, di voler osare, di
rischiare, manca la consapevolezza della
necessità di rompere schemi ereditati dal
passato, che oggi non funzionano più. Proprio nei settori che citi si chiede lavoro, ma
manca la capacità di immaginarlo. Un po’
di autocritica come classe dirigente, però,
non guasterebbe al riguardo. Abbiamo bisogno di idee che provengano dal basso. Invece assistiamo ad uno sfilacciamento ulteriore, sotto i colpi della crisi, che non manifesta segnali di solidarietà orizzontale, e le
energie vengono disperse in una rabbia impotente, certo anche motivata ma inutile in
termini di progresso di una comunità».
Ma in assenza di comunità di che cultura parliamo? Titolava un paio di mesi fa
questo giornale su un mio articolo…
«Il modello di società civile lucana, che
negli anni passati era definibile come appendice della politica, oggi che la politica
non ha più risorse da offrire, è diventato
una sorta di battaglia di tutti contro tutti,
dove si verificano anche episodi di lotte fra
poveri. Regna una diffusa sfiducia a volte
distruttiva nei confronti delle Istituzioni, e
delle organizzazioni intermedie di rappresentanza. Ripeto: con molte ragioni, ma a
volte avere ragione non basta a risolvere un
problema. Noi abbiamo bisogno di collaborazione da parte di una società civile matura, e non la troviamo. Guardiamo al bicchiere mezzo pieno: l’esperienza di Matera
2019, in cui la candidatura è stata supportata, fino alla vittoria, da un progetto nato
proprio dal basso, movimentando energie e
creatività della società civile, ci consegna
un importante esempio di come, con i giusti
«Non colgo
in quasi un anno
segnali
di riscossa
della comunità»
«Avere ragione
a volte non basta
a risolvere
un problema»
La rabbia è motivata ma spesso inutile in termini
di progresso di una comunità
PITTELLA VUOLE PUNTARE SUI GIOVANI
stimoli, si possa ribaltare tale visione negativa di cui dicevo prima. Il modello ci dice
che è fondamentale avere, sul territorio, un
gruppo di animazione in grado di fornire
stimoli, e quindi di “accendere” la luce della
creatività, e che abbia le professionalità e le
giuste competenze per implementare e gestire tecniche partecipative di co-progettazione».
Dopo qualche mese
dalla nostra corrispondenza i lucani ti incoronarono Governatore. A
distanza di quasi un
anno cosa è cambiato o
sta cambiando in questo settore diciamo
strategico per lo sviluppo della Basilicata?
«Abbiamo posto cultura e turismo al centro
della nostra programmazione dei fondi strutturali europei, consapevoli del grande impatto, anche in termini di occupazione giovanile, andando oltre il modello dei Piot. Abbiamo avviato il
progetto “Giovani e Imprese”, mirato a incentivare progetti di innovazione nelle imprese regionali, grazie alle competenze di
laureati lucani, attraverso un training on
the job di 6 mesi e retribuiti con voucher di
1.400 euro mensili, durante cui si creerà
un matching tra professionalità distintive
dell’impresa e specializzazioni dei laureati,
lavorando sulla realizzazione di innovazioni nelle aree Progettazione/Produzione/Qualità, Sistemi Informatici/Gestionali,
Energia e Ambiente, Materiali/Design di
prodotto. Intendiamo attivare rapidamente il fondo regionale di microcredito, al fine
di favorire la nascita di nuove imprese culturali e creative gestite da giovani. Inoltre la proposta di Programmi Operativi presentata
alla Commissione Europea
contiene una strategia a tutto
campo, mirata ad integrare
cultura e turismo, valorizzando i saperi tradizionali, i beni
culturali la valorizzazione dei
Beni archeologici e museali,
anche attivando progetti di
pubblica utilità, per i disoccupati, finalizzati al recupero ed
uso di tali risorse».
Si, si, ma venendo più alle cose concrete - come spesso dice qualche consigliere
regionale tuo amico - non ti sembra che
sul versante legislativo alla regione
manchino norme più moderne capaci di
fornire regole trasparenti e meno discrezionali per l’accesso ai finanziamenti capaci di premiare progettualità, competenze e merito?
«Manca il coraggio
di sfidare
i vincoli
e le problematicità
del presente»
«Nelle ultime due legislature ho partecipato al dibattito che tutte le forze politiche
hanno tenuto circa l’urgenza di riformare
la L.R. 22 del 1988 sulle attività culturali e
dello spettacolo. Convengo con te che urge
dotare la Regione di una nuova legge che
sia in sintonia con il Decreto emanato dal
ministro Franceschini, che ha dopo tantissimi anni modificato un settore non più al
passo coi tempi. Sono anch’io convito che
bisogna riconoscere al teatro, alla musica
alla danza e alle arti visive un valore strategico per lo sviluppo dei territori, sul piano
economico per l'indotto che determina ma
principalmente strategico per l'utile culturale e conoscitivo e sociale che produce. La
nozione di “servizio pubblico” legato alla
cultura può essere ancora un’utile bussola
se affiancato al concetto di “valore” riferito
a quell’insieme di idealità, punti di riferimento collettivi, aspirazioni morali, eccellenze e progettualità condivisi dalla società.
Con le nuove norme regionali si individueranno regole certe e chiare ed il meno
possibili discrezionali per l’accesso ai partenariati ed alla fonti di finanziamento, delineando un nuovo sistema di rapporti in
materia tra i soggetti istituzionali e tra questi e i soggetti che operano nel settore della
cultura. Il tutto con regole stabilite. Si disciplinerà un sistema improntato sulle pro-
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Primo piano
Venerdì 14 novembre 2014
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fessionalità, merito e competenze, capace
di sostenere questi mestieri e fornire incentivi al lavoro. Sicuramente non tralasceremo l’associazionismo diffuso e il mondo
amatoriale che rappresenta un grande e
inesauribile serbatoio di vocazioni e talenti.
In questa prospettiva il rapporto con il territorio sarà essenziale,
Sono allarmato per le per le risposte
strumentali che molti danno alla crescente -se pur
confusa- domanda di consumo culturale. In particolare
preoccupante è il tentativo
di utilizzare la cultura come strumento per organizzare “altro”, anche illusivi
consensi. Il tutto un po’ autoreferenziale e spesso
troppo condito da tartine e
coffee break.
«È senz’altro vero che bisogna uscire dalla settorialità autoriferita e
guardare ai prodotti culturali come ad un
sistema d’offerta integrato. Tuttavia, è corretto tener conto anche delle declinazioni
che il bene culturale può assumere nelle relazioni con il territorio: patrimonio archeologico e museale, paesaggistico e ambientale, industria culturale, impresa creativa.
Proprio le ultime due rappresentano attualmente il potenziale espressivo più alto
per l’identità dei territori. In Europa e nel
mondo c’è già grande consapevolezza del
fatto che proprio le industrie culturali e
creative saranno il settore in cui si svilupperà, con maggiore probabilità, la futura
generazione di imprenditori Il punto cruciale è capire come si può favorire il processo di sviluppo di queste filiere a sostegno
della competitività dei territori. Il tema
stesso dell’inclusione sociale è parte della
formazione manageriale culturale nella
misura in cui, le industrie culturali e creative possono diventare generatori di valore
economico e sociale a patto che si individuino i canali e le strategie fondate sulla complementarietà pubblico privato. Non a caso
è una delle misure inserite nel PO Fesr. Se
non si vuole sottolineare solo l’aspetto di innovazione sociale e crescita del capitale
umano che il settore culturale permette, la
cultura può essere rivalutata anche attraverso l’economia che genera. “Non c’è mercato se non c’è cultura”. Per questo è bene
salvaguardare non solo la nostra cultura,
ma tutto ciò che ad essa è legato: dall’edilizia all’enogastronomia, dalla moda al teatro, al cinema.
Dalla metà degli anni ‘70 sindaci e assessori hanno occupato spazi e cronache
locali. Hanno trapiantato parole come effimero, estate, festa nel linguaggio della
politica. Sono divenuti protagonisti anche rispetto a strutture pubbliche e imprenditori privati attivi da lungo tempo.
Qualcuno isolatamente ha cercato di porre al centro del dibattito il decentramento culturale ma non ha funzionato in
quanto subito fatto proprio dalla politica
per qualche consenso in più.
«Sono d’accordo. La cultura è stata spesso la passerella di amministratori locali, e
la crisi di progettualità della politica ha impedito che si andasse un po’ più in là del mero evento-passerella. La politica, invece, dovrebbe soltanto vigilare, regolamentare,
fornire input e stimoli, realizzare opportunità ed anche mettere a disposizione spazi
dove la creatività e la sperimentazione possano svilupparsi -penso agli incubatori culturali- su basi meritocratiche, lasciando
che dal basso si manifestino i fermenti culturali. Dobbiamo educare i nostri giovani,
ovvero renderli consapevoli ed orgogliosi
come accadeva nel passato. In tutto ciò l’Università di Basilicata sarà chiamata a svolgere un ruolo primario.
A mio modesto parere
v’è anche l’assoluto bisogno di funzionari preparati sul piano culturale e
attrezzati su quello tecnico, in grado di stabilire
non un rapporto di concorrenza artistica con l'operatore, ma di collaborazione,
capace di cogliere il rapporto tra la proposta che
esamina ed il territorio,
tra il progetto e le linee di
intervento dell'Amministrazione, e per verificare
la compatibilità tra risorse
ed esigenze artistiche, per
equilibrare libertà creativa ed esigenze burocratiche.
«Abbiamo bisogno di funzionari evoluti,
in grado di colloquiare con l’impresa creativa e culturale, e di inserire un progetto dentro un programma più ampio di sviluppo
territoriale? Assolutamente sì. Noi però veniamo da una cultura amministrativa non
adeguata, che ha sempre privilegiato l’aspetto formale e burocratico a quello sostanziale, che ha sempre privilegiato una concezione del
rapporto fra PA ed impresa, o
cittadino, di tipo verticale,
connotato anche da scarsa
trasparenza. Per ciò che è di
mia competenza, tramite incontri specifici, cerco di rimotivare la macchina amministrativa regionale, e di restituirle il senso della sua missione. Abbiamo anche in
mente di potenziare lo strumento delle task force a progetto, per eliminare questa cultura del formalismo burocratico, e orientare le nostre risorse umane
verso un lavoro per obiettivi, e non per processi e funzioni. Dobbiamo cambiare pagina, approntando gli strumenti necessari
per una devoluzione verso il basso della
progettualità, e sensibilizzando la società
civile al tema. Questa è la nuova priorità
delle politiche culturali pubbliche.
«Uscire
dalla settorialità
autoriferita
e guardare
ai prodotti culturali»
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u L’EVENTO t
Impresa e innovazione
Il forum regionale
riparte da Maratea
La locandina dell’evento
DA MARATEA deve partire un nuovo messaggio di
speranza.
Carmine Lombardi, presidente del forum regionale
dei giovani ne è convinto.
L'iniziativa in programma oggi e domani nella Perla
del Tirreno, può rappresentare una svolta per le giovani generazioni lucane.
Una sorta di “stati generali” in cui i giovani vogliono
essere protagonisti dei processi e delle scelte future
che interessano la regione soprattutto in materia economica.
«La nostra mission – spiega Rocchina
Allegretti, event project manager - è
IL PROGRAMMA
quella di cercare le soluzioni che possaL’EVENTO si apre nel pomeriggio no creare una nuova congiuntura ecodi oggi e dopo l’introduzione del nomica partendo proprio dal passato,
presidente dell’organismo regio- da ciò che determina la nostra identità,
nale Carmine Lombardi è previsto dall’agricoltura, dall’artigianato, dal
l’intervento del governatore Mar- patrimonio artistico e culturale e da tutcello Pittella. La giornata di domani te quelle risorse che la nostra terra posvedrà la partecipazione di esperti siede e non sempre utilizza». Per noi –
nel settore dell’economia e della continua - è importante creare una sorcultura che si alterneranno a dibat- ta di osmosi tra la tecnica e la tecnolotiti e proposte. Interverranno nella gia, contaminarli con i nuovi saperi e
sezione dedicata all’agricoltura: con l’innovazione utilizzando le opporGiovanni Oliva, direttore Generale tunità che la globalizzazione può offrirdel dipartimento agricoltura, svi- ci. Aiutare i lucani a sviluppare le proluppo rurale, economia montana; prie idee, contribuire affinché esse posNino D’Agostino, Economista del- sano trasformarsi in lavoro di impresa,
l’ambiente; Michele Perniola, pro- creare delle opportunità per i giovani
rettore Università della Basilicata; nel campo della formazione, dell’occuStefano Dragonetti e l’imprendito- pazione e della nuova imprenditorialire Giuseppe Piancazzo. Nella se- tà. Questi, dunque, sono i principali
zione dedicata alla “Cultura, arte e obiettivi di queste due giornate».
turismo” è prevista la presenza
«Negli ultimi tempi – spiega LombarMariano Paturzo, economia della di - si sta concretizzando un attacco alla
cultura; Aurelio Gatti, direttore Fe- Basilicata, violento al punto tale da metstival Teatri di Pietra; Patrizia Mi- terne in discussione la stessa esistenza.
nardi, dirigente regione Basilicata Basti pensare ai diversi tentativi di faral Turismo e la Cultura; Franco Ri- ne un giacimento di scorie radioattive o
na, direttore CinemadaMare, l’at- alla soppressione di diversi uffici e pretore Domenico Fortunato e l’indu- sidi democratici ed economici, il tribustrial designer Camilla Fucili. Nella nale di Melfi e la Corte D’Appello di Posezione “Wellness, sport ed inclu- tenza gli esempi più significativi. Oggi
sione sociale” invece interverran- più che mai sentiamo la responsabilità
no tra gli altri: Matteo Trombetta, di reagire ed aprire una discussione siatleta di Fondo Fidal e Luis Vizzi- gnificativa sulla Basilicata e le sue tanno, agente Fifa. Nel pomeriggio te risorse a partire da quella più imporprevisti confronti con il dirigente re- tante: i Giovani!!!»
gionale Giandomenico Marchese,
Giovani che si confronteranno su lal’imprenditore Pasquale Carrano e voro, impresa, formazione, agricoltuil sindacalista della Uil Carmine ra, green economy, petrolio, turismo e
Vaccaro. Le conclusioni sono affi- cultura.
date al presidente del Forum dei
«Una formula nuova, interattiva, - riGiovani, Carmine Lombardi.
prende - dove i protagonisti saranno i
giovani partecipanti che si confronteranno con un parter importante di esperti e rappresentanti istituzionali».
«Il tema portante dell’iniziativa sarà la Basilicata di
domani. Quella che gli interpreti di domani vogliono
costruire sin da oggi!. «Noi pensiamo – conclude Allegretti - che la Basilicata possa diventare il luogo dove
Fare Impresa sia facile e produttivo. Immaginiamo la
nostra terra come una risorsa inesauribile e i nostri
giovani come il motore che l’alimenta con la creatività,
l’innovazione e la formazione. L’impresa è il futuro e i
giovani lucani devono farne parte. Devono scegliere la
propria strada in base alle proprie capacità e devono
farlo qui, in Basilicata».
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Primo Piano
Venerdì 14 novembre 2014
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Matera Capitale Europea della Cultura
Confermata la presenza del ministro
Ecco come sarà la festa di lunedì
La Nazionale e tanta musica
oltre a un talk show coi sindaci
di PIERO QUARTO
LA PROVOCAZIONE DI LATRONICO
«Franceschini venga in treno da Bari»
«SUGGERISCO al Ministro per i Beni e le Attività Culturali, Dario Franceschini, atteso a Matera lunedì prossimo, di raggiungere la città con il treno partendo dall’aeroporto di Bari, così scoprirà che il capoluogo lucano non è per niente collegato in modo accettabile con la rete
ferroviaria, né da Bari con le Ferrovie Appulo-Lucane a scartamento
ridotto né con le Ferrovie dello Stato che si fermano a Ferrandina».
Lo sostiene l’on. Cosimo Latronico (Forza Italia), secondo il quale,
«quello del collegamento ferroviario della città designata Capitale europea della cultura per il 2109, resta il
tema dei temi se si vorrà usare questa occasione storica per connettere Matera con i circuiti della mobilità e portare i flussi internazionali verso il nostro territorio. Per quanto ci riguarda continueremo il
nostro lavoro legislativo perché la rete ferroviaria italiana connetta Matera e la Basilicata potenziando la linea ferroviaria Salerno-Potenza-Metaponto come previsto dall’articolo 3 comma 6 dello ‘Sblocca Italià, da noi
fortemente voluto. E dal versante adriatico collegando
l’aeroporto di Bari con la città ammodernando la rete
Fal Bari-Matera, proseguendo il progetto di realizzazione del secondo binario già programmato per garantire una percorrenza di 40 minuti. La sfida di Matera
capitale europea della cultura deve aprire una discussione sulle dotazioni della città e della regione per colmare il deficit infrastrutturale che - conclude il parlamentare lucano - pesa enormemente sullo sviluppo della regione Basilicata».
CONSIGLIO COMUNALE
La proclamazione e l’investitura
SI terrà alle ore 16, nella sala “Pasolini”, presso il centro commerciale di via Sallustio, una seduta del Consiglio comunale interamente dedicata alla proclamazione di Matera, Capitale europea della cultura per il 2019.
Si tratterà di fatto del primo momento ufficiale nel quale gli organi istituzionali della città prenderanno atto della scelta della giuria
europea a poco meno di un mese
dalla decisione e dal verdetto finale.
L’occasione sarà anche opportuna per avviare, probabilmente, un
confronto sui temi e le scelte che l’Amministrazione comunale dovrà effettuare rispetto proprio a Matera 2019 ed al dossier di candidatura.
L’Open Future che è infatti raccolto nel dossier ha
una serie di progetti ed indica anche una serie di priorità che la città dovrà riuscire sin dalle prossime settimane a mettere in campo nella maniera migliore,
identificando le scelte e le priorità proprio nell’ambito
del percorso che è stato premiato dalla giuria ma avendo comunque la possibilità di andare oltre e migliorare
quello stesso percorso.
Proprio sui programmi del dossier e su Matera 2019
era stata presentata nei giorni scorsi anche una mozione che chiedeva di definire una serie di scelte e che sarà
analizzata nel dettaglio probabilmente in una prossima occasione. Questo dovrebbe essere il Consiglio dell’investitura e della proclamazione della città.
IL calcio, un talk show con i sindaci
delle altre città candidate e tanta musica.
E’ questo nei fatti il menù che lunedì prossimo caratterizzerà la festa
della città di Matera ad un mese dalla
nomina a capitale europea della cultura.
Confermata la presenza del ministro per i Beni culturali Dario Franceschini, forse non già allo stadio come inizialmente previsto ma di certo
in piazza per un saluto alla città che
è diventata capitale europea della
cultura.
Annunciata anche la presenza di
alcuni, forse non tutti, i sindaci delle altre
città in short list da Lecce a Ravenna sono
state le adesioni pervenute nelle scorse ore
ma si attendono altre risposte che potrebbero ulteriromente allargare il
fronte delle presenze a Perugia probabilmente e forse anche alle altre. I
presenti daranno vita ad un confronto, una sorta di vero e proprio
talk show anche se in dimensioni ridotte dal palco di piazza Vittorio Veneto.
Un momento che servirà certamente per definire e laddove possibile anche unificare il percorso che le
città hanno fatto con la candidatura
e che oggi deve essere in qualche modo preservato.
Ferma restando l’indicazione che è
stata data alla città di Matera che sarà in qualche modo il riferimento
scelto da città designata per il 2019.
Il cuore della festa sarà a base di musica
con alcuni gruppi provenienti da Lecce e
da Perugia, con un gruppo musicale indicato dall’Onyx per l’occasione e con i Musica a manovella che
accompagneranno fino a tarda ora
la festa della città per il risultato
che è stato raggiunto.
Un pomeriggio che si annuncia
intenso e che vivrà di un momento
significativo con la presenza della
Nazionale under 21 per la seconda
volta a Matera dopo 19 anni dal
precedente evento.
Una presenza unica certamente
ed a suo modo storica che, probabilmente, non a caso coincide con
la designazione di Matera a capitale della cultura del 2019 ed è
probabilmente solo uno degli appuntamenti, delle occasioni che la città
avrà nei prossimi anni convogliando l’attenzione dei media nazionali e non solo.
Proprio la presenza della nazionale di Di
Biagio sul palco di piazza Vittorio Veneto
come saluto tangibile alla città che festeggia il suo riconoscimento potrà essere una
delle sorprese che si alterneranno sul palco
di piazza Vittorio Veneto nel corso della serata di lunedì.
Molti ancora i punti da coprire nel programma non del tutto completato ma di
certo sport, parte istituzionale e musica saranno il cuore della giornata in cui Matera
saluterà il 2019 e si preparerà nella sua
lunga corsa di avvicinamento all’appuntamento.
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Il ministro dei Beni Culturali, Dario
Franceschini sarà lunedì sera a Matera
Ci sarà certamente il sindaco di Lecce Paolo
Perrone tra gli ospiti lunedì della festa di Matera
2019
Il Ct della Nazionale italiana under 21, Gigi Di Biagio
Forse gli azzurri
sul palco. Presenti
alcuni primi cittadini
da Lecce a Ravenna
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IL RAPPORTO DI LEGAMBIENTE La messa in sicurezza sia una priorità per il Paese
Edilizia scolastica, il Sud arranca
I dati: troppe le scuole ancora in aree a rischio sismico e idrogeologico
ROMA - Scuole vecchie e senza agibilità, alcune esposte a
rischi sismici e idrogeologici, altre con carenze igieniche e sanitarie. Su tutto l’urgenza di intervenire nel Paese in almeno 3 strutture su
10. Un quadro che lascia l’amaro in bocca quello disegnato dal nuovo rapporto di
Legambiente, “Ecosistema
scuola”, l’indagine con cui si
scrivono sulla lavagna i buoni e i cattivi per la qualità dell’edilizia scolastica, delle
strutture e dei servizi, e che
incorona come città migliore Trento, all’opposto Sassari, ultima in classifica.
Il report di Legambiente costruito sui dati relativi alle
scuole dell’infanzia, primaria e secondaria di primo
grado in 94 città - parla chiaro: il 32,5% delle scuole necessita di interventi di manutenzione urgente. Il
41,2% si trova in aree a rischio sismico ma solo il
22,2% degli edifici scolastici
ha effettuato la verifica di
vulnerabilità. Il 9,8% degli
edifici si trova in aree a rischio idrogeologico e l’8,4%
è esposto a rischio vulcanico.
Per l’associazione è «poco
rassicurante» il fatto che «il
58% delle scuole sia stato costruito prima dell’entrata in
vigore della normativa antisismica del 1974». Mentre
solo il 3,3% tra il 2001 e il
2013.
E che scendano al 53,1% le
scuole che hanno il certificato di agibilità, al 30,9% gli
edifici con certificato di prevenzione incendi, al 58,1%
quelle con il certificato di
agibilità igienico-sanitaria.
Piccola crescita sui requisiti
di accessibilità (84% degli
edifici); in calo quelli dove
sono previsti interventi per
eliminare le barriere architettoniche: dal 16,4% del
2012 all’8,7% del 2013 (circa
un 20% non possiede requisiti).
Restano stabili i dati sugli
impianti elettrici a norma
(83,9%). Seguono linee di
bioedilizia soltanto lo 0,6%
delle scuole; il 7,8% segue invece criteri antisismici. Secondo Legambiente è necessario «ripartire dalle opere
davvero utili: più di 41 mila
edifici scolastici italiani hanno bisogno di interventi di
riqualificazione e messa in
sicurezza». Ma non ci si ferma qui: crisi economica e minore disponibilità dei comuni ad investire hanno portato a un calo dei servizi scuolabus (22,5%). Quanto ai servizi va segnalato per esempio che diminuiscono i pasti
biologici (solo nel 4,8% delle
mense). Ci sono anche più
palestre (60%) ma meno aree
verdi (72,4%) e biblioteche
per ragazzi (34,7%) all’interno delle scuole. Per Vittorio
Cogliati Dezza, presidente di
Legambiente, «la messa in
sicurezza e la riqualificazione energetica delle scuole
deve essere uno degli obiettivi prioritari del Paese».
LA GRADUATORIA
Mezzogiorno, prima è Lecce
ROMA - La prima è Trento, l’ultima
Sassari. E’ in Trentino Alto Adige
che stanno le scuole migliori d’Italia
secondo la mappa messa a punto da
Legambiente nel rapporto “Ecosistema scuola” che prende in esame edifici, strutture e servizi in 94 città.
Secondo il report di Legambiente
il nord va decisamente meglio mentre arranca il sud. Nelle prime 15 posizioni troviamo città medio-piccole;
la maggior parte delle città metropolitane, escluse Firenze al 17esimo
posto e Torino al 23esimo, sono oltre
la 30esima posizione; Milano al
36esimo posto e Napoli al 39esimo,
Roma al 66esimo posto in graduatoria, Genova al 75esimo. La prima del
città del sud è Lecce, al 21esimo posto.
Nella top ten: Trento con un punteggio di 74,5%, Pordenone, Forlì,
Prato, Reggio Emilia, Piacenza,
Sondrio, Bergamo, Verbania, Bolzano. Dalla undicesima posizione alla
quarantesima: Brescia, Gorizia,
Un’aula scolastica
LA RIFORMA
Biella, Macerata, Parma, Terni, Firenze (63%), Asti, Siena, Livorno,
Lecce, Frosinone, Torino, Treviso,
Lecco, Vercelli, Benevento, Pavia,
Arezzo, Padova, L’Aquila, Cremona,
Perugia, Cuneo, Pistoia, Milano
(50,5%), Varese, Imperia, Napoli
(49%), Alessandria. Le altre posizioni dalla quarantunesima: Avellino,
Belluno, Catania, Verona, Como,
Ferrara, Pesaro, Lodi, Mantova, Salerno (44,6%), Olbia, Venezia, Cagliari, Ragusa, Massa, Campobasso,
Aosta, Novara, Tortoli, Vicenza, Caltanissetta, La Spezia, Potenza, Grosseto, Bari, Roma (34,2%), Modena,
Pisa, Savona, Catanzaro, Pescara,
Rovigo, Trieste, Latina, Genova
(22,4%), Crotone, Trapani, Lucca,
Reggio Calabria, Taranto, Enna,
Foggia, Matera, Sassari.
Sono state escluse dalla graduatoria per mancanza di dati: Ascoli Piceno, Chieti, Cosenza, Messina,
Monza, Nuoro, Oristano, Siracusa,
Teramo, Udine.
Eccellenze italiane a Bruxelles
L’obbligo per gli enti locali Il trionfo dei salumi
del “bilancio consolidato” all’Europarlamento
di MARIANNA MAURO*
LA riforma di armonizzazione contabile
attuata con D. Lgs. 118/2011, tra le numerose novità (di cui molte dibattute nei precedenti interventi), introduce l’obbligo per
gli Enti Locali di redigere il bilancio consolidato a decorrere dal 2015, con esclusione
dei Comuni con popolazione inferiore ai
5.000 abitanti, per i quali l’obbligo sorge
con riferimento all’esercizio 2017. L’Ente
locale chiamato a redigere il bilancio consolidato deve, preliminarmente, individuare il perimetro del “Gruppo Amministrazione Pubblica” (GAP) nel rispetto di
quanto disposto dallo specifico principio
contabile che fornisce i criteri per l’individuazione della c.d. Area di consolidamento. Devono essere compresi organismi ed
enti strumentali, società controllate e partecipate, indipendentemente da forma
giuridica e natura dell'attività svolta.
Si fa presente che la definizione di
“GAP” fa riferimento ad una nozione di
controllo di diritto, di fatto e contrattuale
(la c.d. influenza dominante); tuttavia,
non tutti gli enti e le società del Gruppo devono essere consolidati come, ad esempio,
quelle i cui bilanci risultino irrilevanti (si
rimanda al principio per ulteriori approfondimenti), o qualora si rilevino difficoltà nel reperimento dei dati di bilancio in
tempi ragionevoli e a fronte di spese proporzionate. È naturalmente necessario
che i bilanci dei componenti del Gruppo
siano tra essi uniformi (sotto il profilo
temporale, formale e sostanziale), in modo
da consentire l’aggregazione dei conti secondo voci omogenee (per denominazione
e contenuto).
Il bilancio deve essere approvato entro il
30 Settembre dell’anno successivo a quello
di riferimento ed è costituito da Stato patrimoniale, Conto Economico, Relazione
sulla gestione consolidata, che comprende
Nota integrativa e Relazione del Collegio
di Revisori. I componenti del Gruppo dovranno trasmettere i propri bilanci alla capogruppo entro 10 giorni dall’approvazione degli stessi e, comunque, entro il 20
agosto dell’anno successivo a quello di riferimento (se entro tale termine i bilanci
non saranno stati approvati, si dovrà trasmettere il preconsuntivo o il bilancio predisposto ai fini dell’approvazione). Il bilancio consolidato, rappresentando il Gruppo
come unica entità, consente di fornire una
rappresentazione veritiera e corretta della
sua situazione patrimoniale e finanziaria
nonché il suo risultato economico complessivo. Tale documento si configura,
pertanto, come valido strumento di programmazione e controllo, che fornendo
informazioni più specifiche e dettagliate,
permette agli Organi di governance interni ed esterni di implementare una gestione razionale del Gruppo secondo criteri di
efficacia ed efficienza. Esso costituisce, infine, un utile sistema di reporting che consente di rappresentare, in modo chiaro e
completo, la gestione complessiva del
Gruppo, secondo un’ottica di accountability. Tale documento si dimostra, pertanto,
perfettamente in linea con le finalità perseguite dalla riforma esaminata nel corso
dei nostri interventi, riforma che, ribadiamo ancora una volta, segna un importante
traguardo sotto vari aspetti: risanamento
della finanza pubblica, coordinamento ed
armonizzazione delle spese, consolidamento dei conti degli enti, nonché una
maggiore “compliance” verso i vincoli imposti dalla spending review e verso la determinazione di fabbisogni e costi standard.
*Professore aggregato
di Economia aziendale
Università Magna Graecia di Catanzaro
BRUXELLES - Le eccellenze del Made in Italy sono
state presentate e degustate nel cuore del Parlamento europeo, ultima delle tre
tappe della manifestazione
“Salumiamo” alle istituzioni europee, che mai come
in questa occasione ha conosciuto un enorme successo. Praticamente nulla
è rimasto dei 500 kg di salumi affettati per i circa
1000 rappresentanti italiani e delle istituzioni che
hanno potuto degustare
Prosciutto San Daniele,
Mortadella di Bologna, Salame Cacciatore, Salumi
Piacentini, Bresaola della
Valtellina, Speck dell’Alto
Adige, Salumi Calabri e Salame di Varzi. A dare il
benvenuto la madrina della manifestazione, l'eurodeputata Elisabetta Gardini, capodelegazione di Forza Italia al Ppe e membro
della Commissione ambiente, sanità e sicurezza
alimentare del Parlamento
Ue.
Sono intervenuti anche
Monica Malavasi dell’Istituto Valorizzazione salumi Italiani (Ivsi), l’Associazione industriali delle carne e dei salumi (Assica) e
Fabrizio Di Clemente dell’Ice che insieme hanno
permesso di realizzare l’evento. Ai numerosi presenti - tra cui il vicepresidente del Parlamento Antonio Tajani - Gardini ha
tenuto a sottolineare che
«le eccellenze agroalimentari sono il miglior ambasciatore del Made in Italy,
il mezzo migliore per veicolare la tipicità italiana
che è fatta di eccellenze, di
prodotti di nicchia, di
grande qualità. Qui al Parlamento - ha spiegato - da
sempre gli eurodeputati
italiani di tutti i partiti si
impegnano nella difesa del
Made in Italy». Nel suo intervento Gardini ha ricordato un’importante normativa «che l’Italia è riuscita a portare a casa e che
entrerà in vigore il prossimo il 13 dicembre: quella
sull'informazione e l’etichetta alimentare che potrà contribuire a combattere il diffondersi dell’italian
sounding». Una norma
che sta andando nella giusta direzione - spiega l’eurodeputata all’ANSA - in
quanto introduce l’etichettatura d’origine sulle carni (al momento sono ancora escluse quelle di coniglio) e l'obbligo di indicare
l’origine anche negli oli vegetali. E' anche più leggibile in quanto aumenta la
dimensione dei caratteri.
Per il futuro invece, Gardini individua «tra gli appuntamenti più interessanti - ma con alcune insidie nascoste - quello del
Ttip, il negoziato in corso
con gli Usa sulla liberalizzazione degli scambi».
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Il Rapporto di Legambiente: le due amministrazioni indietro sulle certificazioni
Ecosistema scuola, male Matera
La Capitale della cultura occupa l’83esimo posto, Potenza al 63esimo
POTENZA - La posizione di Matera all’83esimo posto, cioè il penultimo, nella
graduatoria nazionale del 15esimo
“Rapporto ecosistema scuola” - presentato ieri da Legambiente - è «inaccettabile»
per la città designata Capitale europea
della cultura per il 2019.
In realtà sono entrambi i capoluoghi
ad andare male, ma ovviamente è su Matera che si punta, in questo momento,
l’attenzione.
Matera e Potenza, presenti entrambi in
graduatoria, si posizionano rispettivamente all’83º e al 63º posto, in linea con le
posizioni occupate lo scorso anno che ripropone Matera in penultima posizione
nella classifica dei capoluoghi. «Ci auguriamo - spiega Legambiente - che Matera
sappia cogliere questa grande opportunità per investire nell’edilizia e nei servizi scolastici ponendoli come
priorità della propria
programmazione finanziaria».
Dai dati raccolti emerge che più della metà degli edifici scolastici sono
stati costruiti dopo il ’90
(parliamo di circa il 55%)
e secondo criteri antisismici (47,3%). Considerando che tutte le scuole
lucane si trovano in zona
sismica, solo nell’84% degli edifici è stata verificata la vulnerabilità sismica. Le due amministrazioni rimangono indietro sulla questione certificazioni: solo il 29% degli edifici ha quello di collaudo statico, il 30% quello di prvenzione incendi ma nessuno possiede
quello di agibilità. A questo va aggiunto
che il 38,2% ha bisogno di interventi urgenti di manutenzione nonostante il
63,6% abbia goduto negli ultimi 5 anni di
interventi di manutenzione. Tutte le
scuole hanno però provveduto a pianificare prove di evacuazione e a dotarsi di
porte di sicurezza.
Il monitoraggio eseguito per verificare la presenza di amianto ha comportato
la presenza di amianto nel 3,3% degli edifici e la bonifica per il 10%. Nessun monitoraggio per quanto riguarda la presenza di radon.
Situazione delicata per le scuole lucane
che si trovano in zona a rischio ambientale dichiarato: il 12,7% tra 1 e 5 km da
industrie chimico-petrolifere e depositi
gas, il 12,7% a meno di 1 km dall’auto-
Non tutti
gli edifici
sono stati
effettuati
controlli sulla
vulnerabilità
La scuola Bramante di Matera
strada e il 13,3% a ridosso di distributori
di benzina.
Una situazioni d’eccellenza che vogliamo segnalare, dove la questione della sicurezza e della sostenibilità dell’edilizia
scolastica non è un obiettivo impossibile
e dove l’impegno dell’amministrazione
pubblica fa la differenza, è il caso della
Provincia di Potenza che ha avviato già
da diversi anni un progetto nel quale so-
no al centro dell’attenzione gli aspetti di
stabilità strutturale, di adeguamento degli impianti e di accessibilità degli edifici
che ospitano le scuole superiori. Il progetto Scuole ecologiche in scuole sicure
ha visto dal 2011 i seguenti interventi
(ne sono indicati alcuni): adeguamento,
sotto il profilo funzionale e impiantistico
e rifacimento della palestra dell’Istituto
Commerciale e per Geometri Gasparrini
di Melfi; costruzione di nuove sedi a Venosa del Liceo classico statale Q. Orazio
Flacco, dell’Istituto d’Istruzione Superiore Tenente Remo Righetti di Melfi;
dell’Istituto Tecnico Commerciale Leonardo Da Vinci di Potenza; lavori di completamento per l’Istituto d’Istruzione Superiore Carlo Levi di Sant’Arcangelo; lavori di ristrutturazione dell’antico convento dell’Istituto Alberghiero di Maratea; miglioramento sismico dell’edificio e
adeguamento impiantistico e igienicosanitario del Liceo Artistico di Potenza;
miglioramento strutturale, adeguamento impiantistico ed eliminazione delle
barriere architettoniche, con riqualificazione ambientale, dell’Istituto Tecnico
Commerciale Francesco Saverio Nitti di
Avigliano.
LA CAMPAGNA
L’assessore scrive ad Agcom e Mise, ma chiede la partecipazione attiva dei lucani
“Diamo un segnale”: Berlinguer all’attacco
POTENZA - I telefoni non prendono?
E’ arrivato il tempo di reagire. Ed è
l’assessore regionale alle Infrastrutture, Aldo Berlinguer,
ad avviare una campagna di protesta che però avrà tanto più peso
se saranno gli stessi
cittadini lucani a farsi
sentire.
La campagna si
chiama “Diamo un segnale” e nasce dalla
constatazione che «in
Aldo Berlinguer
Basilicata di stazioni
radio base ce ne sono, e
pure ingombranti, ma il servizio reso
ai cittadini in termini di copertura del
segnale di telefonia mobile è ancora
Un riconoscimento alle donne che lasciano un segno
Premio Ester Scardaccione
Al via la quinta edizione
POTENZA - Al via la quinta edizione del Premio “Ester
Scardaccione”, istituito dal Consiglio regionale della Basilicata nel 2006. L’importante riconoscimento vuole rappresentare l’opportunità per la valorizzazione e il riconoscimento dell’attività e del ruolo delle
donne che con il loro impegno ed opere
siano riuscite a tracciare un segno significativo in tutti gli ambiti sociali, culturali professionali ed artistici. Un Premio, di
respiro internazionale, che vuole anche
far emergere dal sommerso contesti e dimensioni poco noti dove le azioni di donne fortemente motivate sono riuscite a
creare prospettive, soluzioni e diffondere
un clima di pace e di solidarietà. Il Premio
verrà attribuito a due donne. Il Premio
speciale della giuria, invece, verrà assegnato a una donna (scelta a discrezione della giuria) che
con la passione, l’impegno e le opere sia riuscita a tracciare
un segno tangibile in tema di azioni in favore delle donne.
largamente insufficiente».
Berlinguer ha iniziato scrivendo all’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom), e al Ministero per
lo Sviluppo economico (Mise), chiedendo che venga migliorata la connessione alle reti telefoniche fissa e
mobile degli operatori H3G, Telecom,
Vodafone e Wind. Con questa lettera,
l’assessore fa partire la campagna
Diamo un Segnale, volta appunto a
far sì che i cellulari funzionino in
qualsiasi punto della regione.
La campagna richiede la partecipazione attiva dei cittadini: sul portale
www.regione.basilicata.it, nella home page, sarà possibile trovare l’apposito spazio “Diamo un segnale”. Più
sarà alta la partecipazione popolare,
più avrà forza la campagna.
«La mia preoccupazione – spiega
l’assessore – riguarda tutti i cittadini,
ma in particolar modo chi vive nelle
zone rurali, spesso piccoli agglomerati di case, là dove l’isolamento diventa ancora più forte. In questi casi i cittadini, soprattutto i più anziani, vivono ancor più emarginati. E così anche
chi, magari a causa di un guasto al
motore o di un incidente, può trovarsi
nelle strade lucane del tutto isolato,
senza poter neppure chiedere aiuto.
In fondo chiedo solo che sia garantito
il normale funzionamento della rete
di telefonia mobile, quello che le società dovrebbero garantire a tutti i cittadini. Perché, ancora una volta, non ci
siano cittadini di serie A e di serie B».
C’è tempo per iscriversi fino al 17 novembre
All’Unibas “Idee brillanti”
con Shell InventaGiovani
POTENZA - Sono aperte le iscrizioni al Workshop “Idee Brillanti” del programma Shell InventaGiovani, che si terrà il
giorno 19 novembre 2014, presso l’Aula Multimediale dell’Università Degli Studi della Basilicata, in contrada Macchia
Romana, sede di Potenza. La partecipazione
al Workshop è completamente gratuita. Per
iscriversi al Workshop basta andare sul sito
internet: www.inventagiovani.it, oppure
chiamare al numero di telefono: 0975/354135
entro e non oltre il giorno 17 novembre 2014.
Shell InventaGiovani, programma per la Basilicata, di Shell Italia E&Pè parte del progetto
Shell LiveWIRE, un programma di investimento sociale e sviluppo sostenibile promosso da Royal Dutch Shell e svolto in partnership esclusiva con una società no profit inglese. Si tratta di un’iniziativa volta a supportare
l’imprenditorialità giovanile e che mira ad aiutare i giovani a
valutare se l’avvio di un’attività imprenditoriale possa rappresentare per loro una carriera percorribile e realizzabile.
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POTENZA
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L’associazione ha chiesto (inutilmente) l’accesso agli atti per la proprietà di Arcasensa
L’ennesima colata di cemento
I lavori vanno avanti, ma per “Italia nostra” ci sarebbero molte irregolarità
POTREBBE essere alto oltre 9 metri,
oscurare il paesaggio ed essere pericoloso per i cittadini, visto il punto particolare in cui dovrebbe sorgere, incrociando ferrovia, ponte Musmeci e rampa di accesso all’autostrada. E’ quanto
sostiene la sezione di Potenza di Italia
nostra Onlus, associazione nazionale
per la tutela del patrimonio storico, artistico, culturale e paesaggistico della
nazione.
Il palazzo in questione sorgerà sulle
ceneri del deposito Perretti, primo rivenditore di elettrodomestici in città,
ormai abbattuto. Per Italia nostra, però,
c’è più di qualcosa che non torna. Ecco
perché hanno, due mesi fa, presentato
all’Ufficio urbanistica del Comune di
Potenza la richiesta di accesso agli atti.
Il Comune ha risposto che
dovevano attendere il consenso dell’impresa “Arcasensa”.
Consenso che a oggi non è
ancora giunto. L’auspicio di
“Italia nostra” è che l’accesso
agli atti possa avvenire.
I dubbi dell’associazione
riguardano sì l’eventuale
deturpazione del paesaggio
ma soprattutto i pericoli che
la vicinanza ad altre strutture comporta in caso di terremoto o altre
calamità naturali.
Domanda Paolo Donadio, della sezione di Potenza: «Sono state rispettate
tutte le norme urbanistiche che riguardano le distanze da ferrovie, ponti e
strade? Sono stati rispettai i vincoli paesaggistici? E le norme stradali europee?».
Domande alle quali l’associazione
vuole solo risposte. Niente di più. Un
confronto diretto con l’amministrazione affinchè si illustri il progetto. Per l’area coinvolta una prima difficoltà potrebbe riguardare l’accesso all’edificio,
«sperando – continua Donadio - che non
sia dalla rampa che da viale Marconi
conduce alla rotatoria nei pressi di Ponte Musumeci, nè nelle prossimità dello
stesso ponte», con gravi conseguenze
sul traffico cittadino, all’incrocio già di
per sé congestionato. Altra questione è
poi l’estetica della costruzione, «così
mastodontica e non conforme all’aspetto e ai volumi del manufatto precedente, che inoltre non era nemmeno invasivo dello spazio limitrofo, di proprietà
delle Fal». All’associazione risulta strano l’ ottenimento dell’autorizzazione a
costruire tra uno snodo stradale e l’asse
ferroviario, nonché a pochi metri di distanza dal Ponte Musumeci, ritenuto
Troppo
vicino
a Ponte,
autostrada
e ferrovia
L’attuale situazione dell’area su cui dovrebbe sorgere un palazzo di circa 9 metri (Foto Andrea Mattiacci)
una grande opera monumentale di arte
contemporanea. Ecco perché torna a
chiedere, anche a mezzo stampa, l’accesso agli atti, per poter verificare eventuali autorizzazioni. Insomma, per Italia nostra sarebbe l’ennesima inutile colata di cemento che non fa altro che con-
validare l’idea di una città brutta, grigia e urbanisticamente caotica. Oltre,
ovviamente, alle questioni pratiche che
riguardano le costruzioni «abnormi» in
zone altamente sismiche a e rischio
idrogeologico. «Pur rispettando tutte le
normative sulle costruzioni antisismi-
che, il problema resta la stretta vicinanza a ponte, autostrada e incrocio, attraverso una rampa già molto stretta che a
questo punto andrebbe anche allargata».
Anna Martino
© RIPRODUZIONE RISERVATA
IMMOBILI
Scambi tra Comune e Provincia
TRASFERIMENTO reciproco di
alcuni immobili tra Comune e
Provincia di Potenza. Approvata
l’ipotesi di accordo per gli immobili di rispettiva proprietà, ma
utilizzati o comunque di interesse per l’altro Ente. La Provincia si
è dimostrata essenzialmente interessata ai seguenti immobili di
proprietà del Comune: il Plesso
“Scuola media Torraca”; il Plesso
Scolastico alla via Raffaele Danzi
(rione Malvaccaro); la superficie
pertinenziale del plesso scolastico “Istituto Alberghiero”.
Di contro, gli immobili che la
Provincia dovrebbe cedere al Co-
mune di Potenza sono il complesso immobiliare in contrada Sant’Antonio La Macchia sede degli
uffici comunali; il plesso scolastico “Domenico Savio” a via Di
Giura; l’edificio scolastico “Beato
Bonaventura” nella omonima
piazza.
Tale scambio consente al Comune di divenire definitivamente proprietario dell’immobile di
contrada Sant’Antonio La Macchia, il cui uso si è protratto sin
dai tempi dell’emergenza post
terremoto degli anni ’80 e poi utilizzato sulla base di accordi fra
gli enti.
Pubblicità Campania: Strategie srl
Sede: via Aldo Pini, 10 - 83100 Avellino
Tel. 0825.1735224 - Fax 8025.1800154
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DIRETTORE RESPONSABILE Gianni Festa
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Potenza
Venerdì 14 novembre 2014
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Oggi a Roma a rappresentare la Basilicata sarà l’azienda di Pasquale Pelosa
“Oscar green” per la canapa
Un riconoscimento per quei giovani che inventano il lavoro e creano sviluppo
ANCHE quest’anno una giovane
realta’ imprenditoriale lucana finalista del concorso nazionale
“Oscar green 2014”. A rappresentare la Basilicata sarà l’azienda agricola di Pasquale Pelosa
che coltiva la canapa (cannabis
sativa) e che produce prodotti alimentari. Oggi, alle 9.30, nel centro congressi “Rospigliosi” di
Roma, in concomitanza con l’apertura del salone “Il made in Italy creativo che batte la crisi” l’azienda di Oppido Lucano sarà
premiata con l’ “Oscar green”.
Riconoscimento che viene assegnato ai giovani italiani che inventano il lavoro
creando sviluppo e
occupazione sul
territorio nazionale con la dimostrazione di esperienze
concrete e consigli
pratici.
L’appuntamento con le storie di
chi è rimasto in
Italia per essere protagonista di
una svolta generazionale anche
nell’economia è per oggi. All’interno del “Salone del made in Italy”
saranno
esposte, con dimostrazioni
pratiche,
le
esperienze
di
successo più innovative
dei
giovani finalisti
al concorso. Tra
queste, nella categoria “Stile e
cultura di impresa” ci sarà l’azienda agricola Pasquale Polosa
.
Ad incontrare gli Steve Jobs del “Made in Italy” ci saranno tra gli altri Maurizio Martina
(ministro delle Politiche
agricole), Stefania Gian- Prodotti a base di canapa
nini (ministro della Pubblica conciliare la crescita del Pil al beistruzione), Marco Gay (presi- nessere.
dente Giovani Confindustria),
Con l’occasione sarà presentaMaria Letizia Gardoni (delegata to il primo studio su “L’impatto
Coldiretti giovani impresa) e Ro- della crisi sulle scelte professioberto Moncalvo (presidente Col- nali dei giovani italiani” nell’amdiretti) che discuteranno su “La bito del dossier su “Lavorare nelvia italiana al progresso” per la green economy”.
Importante anniversario per la Comunità. E domani si celebra con un convegno
Chiesa Avventista, 150 anni di storia
In questi giorni nella Cappella dei Celestini anche una mostra fotografica
UNA Comunità non chiusa ma
timida, forte però dei propri
principi e che oggi si affaccia
con benevolenza verso l’esterno.
La Comunità Avventista è in
fermento per un importante anniversario: 150 anni di presenza in Italia. Ed è un evento da celebrare nel migliore dei modi,
con una mostra e poi anche un
convegno, previsto domani alle
17.
La mostra già inaugurata lo scorso
12 novembre
nella Sala dei
Celestini di
Palazzo Loffredo di Potenza - racconta la storia della Comunità attraverso delle bellissime
foto. Ed è nei volti di queste donne e questi uomini che passa la
storia di questa piccola ma forte
comunità, che su questo territorio vanta una presenza continuata di 57 anni.
Proiettato anche il film “Avventisti uno”. Gli orari di apertura al pubblico della mostra sono tutti i giorni dalle 10 alle 19.
Domani, alle 17, conferenza
Sopra la Comunità oggi, accanto la piccola comunità potentina agli inizi
sul tema “Preparati IO ritorne- proda in Italia nel 1864 grazie
rò” alla presenza del pastore Da- alla predicazione dell’ex frate
vide Romano. Sara questa l’oc- francescano Michael Belina
casione per conoscere e discute- Czchowsky. Nel 1929 si costire su uno dei capisaldi della reli- tuisce l’Unione delle Chiese Crigione Avventista: “Il ritorno di stiane Avventiste italiane. Nel
Cristo”.
1957 nasce la Chiesa di PotenChiuderà gli incontri domeni- za.
ca 16 novembre con inizio alle
Il movimento prende ispira17 la proiezione del film “Avven- zione dalla promessa del Signotisti due”.
re “Io ritornerò” e dalla necessiIl movimento Avventista na- tà di osservare tutti e dieci i cosce nella metà del 19 secolo con mandamenti, compreso il ripoWilliam Miller in America. Ap- so sabatico, osservato dalla
Nelle sale il film di Risi girato anche a Potenza
“Tre tocchi” di Lucania
È USCITO ieri nelle sale cinematografiche il film “Tre tocchi” di Marco Risi
che, grazie alla “Lucania film commission” ha girato alcune scene di interni
nell’ospedale San Carlo e nell’abitazione potentina della giornalista Luigia
Ierace.
Nel capoluogo nei giorni delle riprese la zona dove sono state girate alcune scene è stata off limits per tutti. Solo ieri sui maxi schermi dei cinema è
stato possibile vedere ciò che è stato ripreso.
La genesi del film risale a circa sette
anni fa, da una passione: quella per il
calcio.
Il film prende il nome da un modo di
giocare al calcio, concentrazione/visione/ velocità, appunto in tre tocchi.
Un film, quello di Risi, che ha sullo
sfondo anche scorci di Matera e Maratea.
Marco Risi durante una pausa sul set del San Carlo
chiesa primitiva e da Gesù stesso. La salvezza è riservata a ogni
uomo per grazia e per fede. Il
battesimo è impartito per immersione in età adulta, dopo attento studio biblico e accettazione del messaggio.
Il messaggio predicato, ha carattere di globalità e si esprime
con organi, quali: ministeri personali ed attività laiche (evangelizzazione);
opera-socio-assistenziale di volontariato (Adra):
opera medico missionaria (Lega
Vita & Salute); ospedali con annesse università mediche; istruzione: scuole di vario grado, ed
università tra cui quelle teologiche. Sul piano etico-sociale: netta criticità ad ogni forma di violenza, guerra e differenza di
razza e sesso; libertà di professione di fede e di coscienza, senza nessuna disparità di credo.
La chiesa mondiale, compresa
quella in Italia, ha emittenti radio e televisive h24 tra cui Radio
Speranza ed Hope Chanel.
Santa Cecilia, locali
in comodato d’uso
SONO stati concessi, in comodato d’uso gratuito per
3 anni, alla parrocchia di
Santa Cecilia i locali di una
delle due unità annesse alla Piazza antistante la
chiesa di Poggio tre Galli.
Lo ha deciso la giunta
comunale.
Nella delibera si stabilisce anche che i costi di allaccio alle utenze e gestione (acqua, energia elettrica, gas, manutenzioni ordinarie, ) saranno a carico
della parrocchia Santa Cecilia.
Il parroco pro tempore
della parrocchia Santa Cecilia , don Domenico Florio, aveva richiesto all’amministrazione comunale
l’assegnazione in comodato d’uso gratuito dei locali
sottostanti
la
piazza
Adriatico con la finalità di
allestire attività di carattere socio-culturale promosse dalla parrocchia e dall’associazione
musicale
Santa Cecilia che da più di
trenta anni accolgono e
formano fanciulli e adolescenti al mondo della musica.
«Per l’amministrazione
comunale - si legge nella
relazione che accompagna
la delibera - le finalità della
predetta parrocchia sono
portate nell’interesse della
Comunità dei cittadini e
sono meritevoli di ogni tutela».
SCIENZE RELIGIOSE
Inaugurazione
dell’anno
accademico
SI terrà oggi, alle 16, nell’auditorium del Pontificio
seminario regionale di Viale
Marconi, l’inaugurazione
dell’Anno accademico dell’Istituto superiore di Scienze religiose di Potenza.
La prolusione sarà tenuta
dal professore Massimo
Naro, docente di Teologia
sistematica alla Facoltà
teologica di Sicilia a Palermo, che relazionerà sul tema “In Gesù Cristo il nuovo
umanesimo”.
Le conclusioni saranno affidate all’arcivescovo Agostino
Superbo.
Per accedere alla sala l’ingresso è nel Parco del seminario.
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Potenza e provincia
Venerdì 14 novembre 2014
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VIETRI Lavori stradali, illuminazione, video sorveglianza, verde pubblico e wi-fi
Un milione per la riqualificazione
Il Comune ha ricevuto fondi nell’ambito del progetto “6000 Campanili”
VIETRI - Lavori sulla strada comunale, marciapiedi,
impianto di illuminazione,
wi-fi, video-sorveglianza e
verde pubblico per un milione di euro: questo quanto previsto nel progetto di
riqualificazione
urbana
che interesserà un’area appena fuori dal centro abitato di Vietri di Potenza, da
via San Nicola, Castello
Arioso, Santa Domenica e
contrada Pastuolo.
Il tutto rientra nel finanziamento ottenuto (nel gennaio scorso) dal Comune di
Vietri di Potenza, dopo la
presentazione del progetto
nell’ambito del programma
nazionale “6000 Campanili”, contenuto all’interno
del “Decreto del fare”.
Il progetto si chiama “Miglioramento, adeguamento e riqualificazione della
strada comunale collegante l’abitato di Vietri di Potenza, da Via Castello Arioso, zona Santa Domenica,
fino alla ex Statale 94, con
relativo impianto di illuminazione”.
L’amministrazione comunale vietrese riuscì a
presentare il progetto on-line (il 24 ottobre 2013) appena undici secondi dopo l’apertura del termine, risultando così il cinquantasettesimo comune italiano
ammesso a finanziamento.
Questi i dettagli dei lavori.
Sarà praticamente rinnovato tutto l’impianto di illuminazione, con lampade a
led e nuovi pali per l’illuminazione, in via Castello
Arioso, Santa Domenica,
Ponte Santa Domenica e
nella rotatoria.
Tutto chiaramente sul lato marciapiede, fino all’imbocco con la strada ex Statale 94, su un tratto di 1730
metri.
A Castello Arioso saranno realizzati nuovi cordoli
in pietra chiare, di larghezza pari a 10 centimetri, oltre alla nuova pavimenta-
LAURENZANA
I rischi
del web
Incontro
al liceo
“Pasolini”
Verde pubblico e viabilità. Due degli interventi che verranno realizzati con un milione di euro di fondi
zione per il marciapiede tipo “mosaico”, con diverse
colorazioni.
Nuova rampe di accesso
per l’abbattimento delle
barriere architettoniche.
Inoltre tutte le alberature
presenti saranno riquadrate con cordoli in pietra chiara, in formato quadrato
70x70 centimetri.
Alla fine del Ponte di Santa Domenica, oltre al rifacimento della pavimentazio-
ne e cordoli, sarà demolita
parte della roccia, per
smussarla e migliorare la
visibilità in curva e allargare il marciapiede.
Per quanto riguarda il
tratto che da Santa Domenica porta in contrada Pastuolo, realizzazione nuovo
marciapiede in masselli autobloccanti e sistemazione
del verde.
Inoltre saranno sistemate le due frani più imponen-
ti: quella sul Ponte di Santa
Domenica (all’altezza del
sottopasso, previsto intervento e 28 pali) e quella in
contrada Pastuolo (71 pali).
Tutta l’area interessata dai
lavori sarà asfaltata. Sempre nell’area di Pastuolo saranno realizzati cordoli,
pozzetti per raccolte acque,
barriere di sicurezza in acciaio-zincato, pulizia pozzetti esistenti e spurgo.
Tutta la zona sarà dotata di
illuminazione a led, e su
tutta l’area, da Santa Domenica, Castello Arioso e Pastuolo, saranno installate
in totale 7 telecamere fisse
per il sistema di video-sorveglianza e area wi-fi per
internet gratis.
I lavori, già appaltati da
qualche settimana, dovrebbero partire nei prossimi
giorni.
Claudio Buono
© RIPRODUZIONE RISERVATA
MURO LUCANO Domani in paese arriveranno tutti gli atleti di “Ruraliadi”
Sport rurale, la grande festa
Consegna di attestati e poi spazio alle “Olimpiadi della convivialità”
MURO LUCANO - Muro Lucano, città
dello sport rurale, vincitrice della prima edizione delle “Ruraliadi”, ospiterà
domani gli atleti e tutte le comunità del
Marmo Platano Melandro che hanno
partecipato alla competizione e che saranno nella cittadina murese per una
ricca serata all’insegna della convivialità e del divertimento.
A un mese di distanza dall’ultima tappa a Balvano, le comunità si ritroveranno nel centro murese, grazie anche al
volere della squadra di casa che offrirà
ai partecipanti delle Ruraliadi anche un
banchetto rurale con la moneta RuralEuro. Questo il programma della gior-
nata: alle 19.30 in programma la consegna degli attestati di partecipazione a
tutti gli atleti delle Ruraliadi, a cura del
Gal Marmo Melandro e della società
cooperativa Iridia.
La cerimonia si terrà nella Sala consiliare di piazza don Minzoni.
A seguire, alle 20.30, al via l’iniziativa “Olimpiadi della convivialità”, con il
banchetto rurale e una simbolica moneta che avrà un valore limitato, offerta
dalla squadra murese a tutti i partecipanti, valida per la degustazione di prodotti del Marmo Platano Melandro. Infatti saranno presenti operatori con
prodotti tipici gastronomici, oltre a
SAN CHIRICO NUOVO Protagonisti gli alunni delle scuole
Assaggiando “I sapori della memoria”
SAN CHIRICO NUOVO - Dopo il
successo del primo appuntamento con l’iniziativa numero uno del
progetto “I sapori della memoria”
- svoltosi il 23 agosto scorso - si è
tenuta una nuova tappa del ciclo
culinario – culturale con l’iniziativa numero due.
L’inziativa è stata rivolta ai giovani alunni delle scuole dell’obbligo, in particolare della quinta elementare e delle tre classi medie.
Nello specifico, questa seconda
iniziativa, che rientra nel progetto “I sapori della memoria”, ha
avuto come obiettivo quello di fare conoscere riscoprire gli antichi mestieri e l’apprendimento di
tecniche tradizionali nella lavorazione del pane e di altri prodotti
tipici, per cui è stato dato spazio ai
fornai del panificio “Delizie di
grano” di Potenza, che hanno tenuto una dimostrazione “live”
della preparazione dei prodotti tipici lucani con conseguente degustazione degli stessi. L’evento
Come si preparano i formaggi. A destra lo stand del pane
è stato caratterizzato dalla pre- museo narrante e dallo spettacolo
senza di Aldo Corrado, che è in- multivisione, nella suggestiva
tervenuto con una esaustiva cornice del Castello di Lagopesoesposizione sui vari tipi di farine, le. Questa iniziativa è stata accolcerali in genere e lieviti, sottoli- ta con grandissimo entusiasmo,
neando l’importanza di tali ali- viva partecipazione degli studenmenti all’interno dieta mediterra- ti e degli accompagnatori, regalando momenti di alta cultura,
nea, propria delle nostre zone.
La seconda tappa ha riguarda- emozioni suggestive e rievocatito “Il nondo di Federico II”, lo ve, accompagnate dai profumi e
straordinario percorso di visita e dai sapori, caratteristici di un fointrattenimento, composto dal colare familiare.
stand culturali.
Il tutto presso il chiostro di Sant’Antonio, sede dell’ex teatrino.
Non mancherà tanta buona musica
con la band lucana dei Renanera, che
tanto hanno fatto ballare e divertito durante questa prima edizione.
Un evento voluto da tuttiche ha portato sul territorio una grande novità, un
grande evento, che ha creato importanti momenti di socializzazione e partecipazione tra le comunità di un territorio
che ha tanto da offrire. Appuntamento
domani a Muro Lucano.
Claudio Buono
© RIPRODUZIONE RISERVATA
BRIENZA
Un’ “IdeaScuola”
BRIENZA - “IDEASCUOLA”. Questo il concorso bandito dall’amministrazione comunale e destinato agli studenti dell’Istituto tecnico economico amministrazione finanza e
marketing e perito del turismo. La migliorie
idea che sarà presentata diventerà poi il logo
della campagna informativa della scuola
burgentina. A darne notizia il sindaco, Donato Distefano e l’assessore comunale all’Istruzione, Angela Scelzo.
«L’obiettivo è quella di comunicare attraverso i new media che l’Istituto è un luogo di
innovazione, un centro di aggregazione culturale e relazionale per i giovani e le famiglie
del territorio. Un polo di formazione quotidiana e di innovazione che crea nuove occasioni e nuove opportunità di crescita personale
e professionale continua per i nostri giovani».
Le domande per partecipare al concorso si potrà realizzare un progetto grafico che
pubblicizzi l’offerta didattica della scuola e
delle sue attività o uno spot audio o video finalizzato a far conoscere la propria scuola
all’esterno del circuito cittadino - dovranno
essere recapitate, entro le 13 del prossimo 2
dicembre al responsabile dell’ Ufficio Affari
generali del Comune .
LAURENZANA - “I rischi del web: il pericolo in rete”. Questo il tema dell’incontro che si
terrà oggi, alle 10, al
Liceo scientifico statale “Pier Paolo Pasolini”, plesso distaccato
di Laurenzana.
Dopo l’interessante
esperienza maturata a
Potenza lo scorso 30
ottobre, toccherà questa volta agli studenti
e agli insegnanti di
Laurenzana incontrare l’Ispettore capo Filippo Squicciarini del
Comparto della Polizia
postale e della comunicazioni di Basilicata e
l’Assistente capo Pasquale Basile dello
stesso Ufficio.
Squicciarini e Basile
sensibilizzeranno i ragazzi sui rischi della
rete.
Rete dove ogni giorno vengono perpetrati
una serie di reati sempre più subdoli ma dalle conseguenze spiacevoli per gli studenti e
le loro famiglie.
Sarà consegnata ai
presenti anche una
brochure dal titolo
“Buono a sapersi”,
una guida per la sicurezza online curata da
Google in collaborazione con la Polizia di
Stato, all’interno della
quale si evincono le
tantissime opportunità positive di internet
ma anche i rischi connessi nel caso in cui
non ci sia un’adeguata
protezione delle password e nell’ipotesi in
cui non vengano utilizzate reti sicure.
Presenti all’incontro oltre al dirigente
scolastico del “Pasolini” Giovanni Latrofa,
pure Giuditta Lamorte.
Interverrà anche la
psicologa Mariarosaria Colangelo.
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VULTURE
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MELFI Tre donne contro un uomo: palpeggiamenti, baci e richieste sessuali in cambio di soldi
Accerchiato, sedotto e poi derubato
Le ragazze scappano con una collana d’oro, arrestate dai carabinieri
MELFI - Palpeggiato e poi
derubato da tre donne dopo ripetute richieste sessuali in cambio di soldi. E’
accaduto ieri mattina ad
un giovane di Melfi in quel
momento in attesa nella
stazione della città, proprio in quel momento deserta. Le protagoniste dell’operazione sono tre donne, due ventenni ed una
ventitreenne. Tutte e tre risultano residenti all’interno del campo nomadi di
Foggia.
La strategia non è una
novità, anzi. Non è la prima volta che si utilizza
questa tecnica per sfilare
qualcosa di dosso da una
persona. Basta insistere
con avances e richieste sessuali. Infatti inizialmente
il ragazzo ha dovuto rifiutare ripetute richieste sessuali offerte in cambio di
soldi, al primo “no” è scattata la fase due: palpeggiamenti, abbracci, baci ed insistenze che le tre donne
avrebbero offerto all’uomo
La stazione ferroviaria di Melfi, dove si è verificato il fatto
e una volante dei carabinieri
pur di fargli cambiare
idea. In realtà l’obiettivo
era quello di derubarlo da
eventuali oggetti di valore,
come orologi, portafogli e,
come in questo caso, una
collana d’oro.
Le tre donne, R. L. di 23
anni e M. S. E A. M., entrambe di vent’anni sono
piuttosto conosciute nell’area del melfese. Non è la
prima volta che mettono in
atto pratiche di questo tipo
pur di poter sfilare qualcosa dal malcapitato di turno. Stando a quello che il
giovane ha raccontato ai
MELFI Pasquale Mossucca le aveva promesso un lavoro, ora è in carcere
Due sorelle violentate e segregate in casa
il carnefice era il loro stesso fratello
MELFI - Aveva promesso un
lavoro, una prospettiva, un
futuro alle sue due sorelle. Invece le ha tenute segregate
per mesi nell’agriturismo che
Pasquale Mossucca gestiva.
Qui le avrebbe violentate e costrette a numerosi rapporti
sessuali contro volontà.
Mossucca non è neanche
sconosciuto alle forze dell’ordine, nel 2012 era stato arrestato per furto e danneggiamento aggravato assieme ad
altre due persone. Era stato
beccato mentre caricava termosifoni e porte su un camion, tutta roba rubata dentro appartamenti. Un furto da
3mila euro. E anche questa
storia di segregazione e violenza risale al 2012, precisamente al periodo che va da
marzo a maggio. Due mesi di
agonia conclusi con una fuga
delle due sorelle dal carnefice
e la denuncia ai carabinieri.
Adesso l’uomo è agli arresti
con l’accusa di violenza sessuale.
Alle due sorelle, di nazionalità rumena, aveva promesso
un lavoro nell’agriturismo.
Le aveva incontrate a Foggia
poco tempo prima e subito dopo invitate a casa. Qui la questione si è ribaltata completamente, rivelando le vere intenzioni di Mossucca.
I carabinieri di Melfi hanno
ricostruito tutto grazie alla
testimonianza delle due donne. Arrivate in città Mossucca
ha letteralmente sequestrato i
documenti delle due ragazze,
in modo da poter disporre liberamente della vita delle due
ragazze. Dopodiché le ha tenute segregate in casa costringendole a ripetuti rapporti sessuali, anche con altre
persone. la questione è andata
avanti per diversi mesi, fino a
quando le due ragazze non
hanno avuto la possibilità di
scappare dal bunker dove erano segregate.
Immediatamente le donne
hanno denunciato tutto ai carabinieri, che hanno fatto irruzione
nell’appartamento
per procedere all’arresto di
Pasquale Mossucca.
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Una vista di Melfi
Le vignette satiriche di Bochicchio
in mostra oggi a Rionero
RIONERO - La sezione rionerese
della Fidapa in collaborazione con
l’Assessorato alla Cultura del Comune di Rionero inaugurerà oggi
alle ore 17:30, presso la
Biblioteca Comunale di
Rionero, la mostra di
vignette satiriche di
Mario Bochicchio.
La mostra, dal titolo:
“di tutti i colori”, raccoglie le vignette più esilaranti del poliedrico
artista aviglianese che,
attraverso le sue opere,
offre spunti di riflessione su temi sociali e politici di rilevanza sia nazionale che internazionale. Coordinati dal giornalista Donato Mazzeo, la mostra sarà inaugurata dal
Sindaco di Rionero Antonio Placido alla presenza del Presidente della Fidapa di Rionero Rosa Spera,
della giornalista e presidente regionale dell’Ucsi Basilicata Maria De Carlo e
del vignettista Mario
Bochicchio. Gli intermezzi musicali saranno
curati dall’Associazione
Culturale
Arkestra
mentre quelli teatrali
all’Associazione Rivonigro. La mostra sarà visitabile nei locali della
Pro Loco di Rionero, allestiti all’interno del Palazzo Fortunato, dal 14
al 24 Novembre dalle ore 18 alle ore
20.
Andrea Gerardi
carabinieri le tre ragazze
avrebbero immediatamente utilizzato modi espliciti.
La prima richiesta, però, è
respinta. ma le tre continuano: il ragazzo viene
palpeggiato, abbracciato,
baciato con insistenza.
Tutto questo per sfilare
la collana d’oro. E il ragazzo, inizialmente e dopo
aver allontanato le tre ragazze, non si era accorto di
nulla. Bastano pochi minuti per capire il trucco e
avvisare i carabinieri.
Pochi minuti ed ecco arrivare la volante sul posto.
Tutto questo mentre il ragazzo, dopo la segnalazione, si è diretto verso la caserma locale pre denunciare l’accaduto.
I carabinieri sul posto le
hanno trovate subito. Erano in prossimità del bus
che le avrebbe riportate a
Foggia, a pochi passi dal
supermercato vicino la
stazione. Portate in caserma sono state identificate
dal ragazzo. Adesso le tre
sono si trovano a Potenza,
in carcere, secondo le disposizioni del sostituto
procuratore Renato Arminio.
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VENOSA Il commento della Cgil locale
«Rivendichiamo
un segnale di unità
nella difesa dei lavoratori»
VENOSA - Anche la Cgil Basilicata, sezione
di Venosa, assieme alle altre sezioni lucane,
in questi giorni, è in prima linea sul fronte
della tutela del diritto al lavoro e contro la
precarietà. nei diversi settori professionali.
Non ultima, la manifestazione dell’8 novembre, a Roma, che ha visto una partecipazione massiva di
tutta la rete sindacale regionale assieme alle altre rappresentanze territoriali e nazionali.
Si sono contate oltre 100mila, il doppio di quanto gli organizzatori avevano previsto.
«Rivendichiamo
un segnale di unità
nella difesa dei lavoratori» fa sapere,
Giuseppe Di Biase,
delegato FLC-Cgil
Venosa. «La situazione di crisi per il
mancato rinnovo
contrattuale nella
Pubblica Amministrazione – conti- Un corteo della Cgil
nua Di Biase - unisce ancora di più il mondo del lavoro. Abbiamo manifestato e continuiamo a farlo per il
rinnovo contrattuale, in favore delle riforme degli organici nella pubblica amministrazione contro i tagli lineari imposti dalla
spending review e dalle riforme di cui si
parla negli ultimi giorni».
«Siamo pronti –conclude – a indire uno
sciopero generale per ottenere che finalmente l’immobilismo si smuova». Nel frattempo, è arrivata in questi giorni dai vertici
nazionali la notizia che il prossimo 5 dicembre sarà indetto uno sciopero generale contro la legge di Stabilità.
Marianna G. Ferrenti
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LAGONEGRESE
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SENISE Le perplessità della Cgil sul progetto dell’impianto multifunzione
«L’opificio dei rifuti non ci convince»
La struttura dovrà trattare circa 100mila tonnallate di materiale da discarica
La giornata di Libera
in memoria di Forastieri
SENISE – LA Cgil di Potenza e la Camera del Lavoro di
Senise contro il progetto di
costruzione dell’opificio dei
rifiuti di Senise. Un progetto controverso e fortemente
contrastato dai cittadini. Il
progetto prevede la realizzazione, nella zona industriale di Senise, a ridosso
di aree agricole e della diga
di Montecotugno, di un impianto multifunzione per il
trattamento di diverse di
tonnellate di Rifiuti Solidi
Urbani e relativa produzione di Css (Combustibile solido secondario).
«Il trattamento meccanico - scrive la Cgil - del tal
quale è una scelta primitiva
e che non dà nessun contributo al raggiungimento
dell’obiettivo del 65% di raccolta differenziata stabilito
dalla legge, obiettivo tra
l’altro alla portata del Comune di Senise che nel
2012 è arrivata al 43,72% di
raccolta differenziata proprio grazie al metodo del
porta a porta».
Il sindacato spiega chiaramente la strategia, una
strategia improduttiva e
controcorrente rispetto alle
disposizioni
dell’Unione
Europea. Come infatti «le
più recenti direttive europee al riguardo - si specifica
nel documento - indicano
La manifestazione a Senise contro l’opificio
che le discariche vanno via
via chiuse e gli inceneritori
devono essere utilizzati in
maniera sempre più residuale. Ma, soprattutto l’Unione europea si è data l’obiettivo di una “società del
riciclaggio con un alto livello di efficienza”, cercando
di limitare la produzione di
rifiuti e di utilizzarli come
risorse.
Agli Stati membri viene
chiesto di impegnarsi affinché i materiali riciclabili
non finiscano in discarica,
ed entro il 2020 il riciclaggio dei rifiuti urbani (limitatamente a metalli, carta,
vetro, plastica) dovrà essere cresciuto almeno del 50%
in peso. Obiettivi, questi,
impossibili da raggiungere
se in Basilicata continuiamo a progettare impianti
come quello di Senise, anche qualora utilizzasse le
più moderne tecnologie.
Siamo in presenza di un
impianto di notevoli dimensioni, destinato ad un volume abnorme di rifiuti da
trattare, che richiede un investimento economico (si
tratta di circa 20 milioni di
euro) che ben potrebbe essere utilizzato nella realizzazione di impianti di compo-
staggio in numero adeguato a rendere autosufficiente
la Basilicata.
Con la stessa cifra potrebbero essere realizzati almeno 5 impianti di compostaggio, praticamente tutti
quelli necessari a rendere
autosufficiente la Basilicata per il trattamento della
frazione organica dei rifiuti, con molti più occupati e
con un grandissimo contributo al raggiungimento degli obiettivi fissati per le
raccolte differenziate dei rifiuti».
«L’impianto dovrà trattare 100.000 tonnellate all’anno di RSU ed assimilabili. Nel 2013 tutta la Basilicata ha conferito in discarica poco meno di 150.000
tonnellate.
La scelta di localizzare
l’impianto in questa area,
che di per se rende inverosimile, per motivi logistici,
che tutti i rifiuti prodotti in
regione possano essere lì
conferiti, unitamente al sovradimensionamento dell’impianto, fanno verosimilmente pensare che l’opificio non sarà destinato alla
sola trattazione dei rifiuti
provenienti dal nostro territorio. Appare chiaro che è
invece alto il rischio di trattare rifiuti speciali provenienti da altre regioni».
LAGONEGRO - A 4 anni di distanza nessuna giustizia per l’imprenditore Forastieri. Per non dimenticare. L’associazione Libera del Lagonegrese
ha invitato la cittadinanza ad un atto forte di memoria in attesa che si renda giustizia a Giuseppe
Forestieri che il 13 novembre 2010 veniva “barbaramente ucciso” mentre era nella sua attività a lavoro.
La conferenza che si è tenuta a conclusione della
Santa Messa ha visto partecipe un nutrito gruppo
di cittadini che hanno così manifestato la vicinanza alla famiglia Forestieri. «Il desiderio di Libera
Lagonegrese, nata nel 1995, si rende conto – dichiara Melchionda - che è importante a volte affiancare le vittime delle mafie oltre che cercare la
giustizia e diventa anche più semplice creare l’antimafia sociale. Nessuno dimentichi. Soprattutto
che possa un futuro diventare migliore e si costruiscano le basi per avere una migliore società».
«Bisogna aprirsi ad una speranza. La simpatia e la
disponibilità sono qualità che ancora vivono, sono
gesta quotidiane che ci riportano alla loro memoria». Sono i messaggi che don Vincenzo Iacovino
lancia. Il Sindaco Mitidieri, infine, sente il fardello
della veste che indossa e richiama alle sensibilità e
alle qualità umane dei due lavoratori e chiede un
forte esercizio della memoria ognuno nel proprio
compito e ruolo affinché il messaggio possa esser
trasmesso agli altri. Il momento conclusivo della
manifestazione ha visto la consegna del “riconoscimento” alla famiglia di Giuseppe Palagiano
morto tragicamente sul lavoro sulla A3.
Mimino Ricciardi
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LAGONEGRO La vicenda della cessione alla Euroedil al centro della discussione di martedì
Il palazzo del giudice in Consiglio
La stessa azienda potrebbe sostenere le spese di manutenzione degli impianti sportivi
LAGONEGRO – Le cessione dell’edificio del Giudice di Pace alla ditta
Euroedil S.r.l. continua a far discutere: la decisione da parte della
giunta di ratificare la richiesta di
acquisizione presentata da parte
della stessa società – a mo’ di compensazione di lavori effettuati presso il cimitero, per un valore di
310.885,29 euro - ratificata con la
delibera n. 85 del 15/10/2014, è stata contestata dalla lista di opposizione “Per Lagonegro”, che ha
chiesto che la questione venga ridiscussa ed affrontata nel prossimo
consiglio comunale.
Il presidente Giuseppina Ammirati, pertanto, ha convocato l’assise
in prima seduta ordinaria martedì
18 novembre alle 17,30: all’ordine
del giorno altre due questioni spinose, e cioè l’approvazione del Regolamento per la gestione degli impianti sportivi comunali e la richiesta, pervenuta sempre dal gruppo
di minoranza, di adottare una risoluzione che impegni il presidente
della regione Marcello Pittella ad
impugnare l’articolo 38 del decreto
Sblocca Italia dinanzi alla Corte Costituzionale.
Si parlerà anche di fondi Cipe, catasto, gestione del servizio di Segreteria, nonché di parcheggi pub-
L’aula consiliare di Lagonegro
blici e dell’istituendo liceo musicale. In merito allo Sblocca Italia è facile prevedere il sostegno del Pd che guida la maggioranza - alla linea del governatore, a meno di improvvise prese di posizione contrarie da parte dei fedelissimi di Luongo, dovute ai processi di organizzazione e riequilibrio interni al partito.
Per cui per la minoranza dovrebbe trattarsi di una battaglia contro
i mulini a vento, persa in partenza,
nonostante tante amministrazioni
lucane si siano espresse contro il
decreto con atti formali nelle ultime ore, trovando spesso il consenso trasversale dell’intero schieramento politico. Più acceso e interessante dovrebbe essere il confronto
sugli altri due argomenti principali in discussione: per quanto riguarda l’immobile del Giudice di
Pace – situato in piazza IV Novembre e che molti reputano sia sottostimato, a causa di aste di vendita
precedenti rimaste infruttuose – la
consigliera Maria Di Lascio continua a ritenere che il provvedimento sia illegittimo, perché «a parte il
prezzo il fatto è che non si possono
utilizzare i fondi derivanti dalla
cessione del patrimonio immobiliare pubblico se non per ripianare i
debiti, mentre qui parliamo di compensazioni a privati, tra l’altro in
barba a qualsiasi ordine di priorità
e principio di equità e trasparenza.
E poi – aggiunge – nessuno sa se e
quando il comune incasserà mai i
ricavi derivanti dalla vendita dei loculi al cimitero, si tratta di liquidità
inesistente e al momento inesigibile, siamo nel campo del periodo ipotetico del terzo tipo».
Interrogato sulla questione invece, il vice-sindaco con delega alla ricostruzione e all’urbanistica Giuseppe De Simone ribadisce «l’assoluta correttezza dell’atto amministrativo in questione, perfettamente legittimo così come tutti quelli
prodotti dalla nostra giunta. Abbiamo soltanto acconsentito all’opposizione di discuterne ancora, per
evitare di prestarci a polemiche ed
attacchi strumentali».
Circa il regolamento degli impianti sportivi, i problemi principali riguardano le strutture dello sta-
dio Giuseppe Rossi e del PalaSimone, e la loro gestione, che nel primo
caso è ancora di pertinenza dell’ente mentre nel secondo risulta affidata alle due società di pallavolo cittadine. I due impianti sono evidentemente carenti, anche sotto il profilo della sicurezza, e necessitano di
lavori urgenti per una cifra che si
aggira intorno ai 100mila euro, di
cui dovrebbe farsi carico per un
30% la Regione mentre il comune
si è impegnato a garantire il restante 70%.
Secondo il regolamento in via di
approvazione dovrebbe essere
un’unica società, in futuro, ad occuparsi della manutenzione ordinaria e straordinaria dei due impianti e di tutte le altre strutture
sportive pubbliche, un impegno
che anche il presidente della Rinascita Volley Nicola Carlomagno definisce «troppo oneroso probabilmente». E pare che in pole position
per la concessione del servizio ci sia
una società vicina agli stessi amministratori della Euroedil S.r.l. e che
dietro la vicenda si combattano battaglie oblique di altra natura, tra i
banchi del consiglio e a suon di
sponsorizzazioni e finanziamenti a
questa o a quella società.
Fabio Falabella
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Sul sito del programma l’errore geografico: “palazzo pugliese” che vale “un provolone”
Striscia scivola sulla Prefettura
Nuova puntata mercoledì per le «Vetrate oscurate». Pizzi: «Misura di sicurezza»
“MATERA è in Puglia?”. Quante volte è
stata posta questa domanda in virtù di
una sorta di confusione geografica che è
migliorata negli ultimi anni ma non è
stata ancora completamente debellata?
E stavolta a cadere nello scivolone geografica è il sito di Striscia la Notizia che
nel presentare il servizio mandato in onda mercoledì sera da Fabio e Mingo dal
titolo “Vetrina oscurata alla prefettura
di Matera” poi spiega nel sommario “Fabio e Mingo si occupano del cambiamento avvenuto sulla vetrata di un portone
della prefettura pugliese”.
Uno scivolone
geografico in piena regola che arriva da Striscia e
dunque non può
passare inosservato. Per dirla
con una battuta
(più o meno
scherzosa) forse
un ripassino di
geografia aiuterebbe. E magari Fabio e
Mingo potrebbero consegnare in premio un “provolone” all’autore dello scivolone geografico.
Ma al di là degli scherzi il servizio ha
ripreso la questione dell’assenteismo alla Prefettura di Matera annotando come
una vetrata oscuri la visuale dall’esterno e non permetta di vedere più i badge
che vengono timbrati o non timbrati dai
dipendenti. Una questione “di trasparenza” come Mingo e Fabio l’hanno definita che è intervenuta proprio subito dopo il servizio che era stato
mandato in onda
nelle passate settimane e nel quale si vedevano dipendenti
della
prefettura
che
dopo aver timbrato uscivano per andare al mercato o accompagnare i figli a scuola io semplicemente prendere un caffè. Comportamenti che erano valsi “un provolone” al
prefetto Pizzi e ovviamente la necessità
di verificare ed intervenire su quanto
succedeva.
Sull’opacizzazione delle vetrate però il
prefetto ha voluto innanzitutto spiegare
che «la più volte rimarcata opacizzazione delle vetrate della porta di accesso al
Palazzo del Governo, contrariamente a
quanto infondatamente insinuato dai
due cosiddetti inviati di “Striscia la Noti-
Dopo il caso
degli assenteisti
Fabio e Mingo
ancora a Matera
La risposta: «No a far
concretizzare
becera strategia
denigratoria»
Il sito di Striscia e l’errore geografico che parla di portone della Prefettura pugliese con
riferimento al servizio di Fabio e Mingo
zia”, è soltanto una delle misure che si
sono rese necessarie, allo scopo di realizzare una più efficace tutela della sicurezza dell’obiettivo istituzionale governativo, unitamente ad altre, quali il ripristino del rilascio dei “pass”, con contestuale deposito di documento di riconoscimento, per poter accedere agli uffici della Prefettura e la massima intensificazione del controllo del territorio a tutela
non soltanto del Palazzo del Governo ma
anche degli altri obiettivi istituzionali».
Allo stesso modo dopo aver sottolineato l’attenzione per ciò che succede nella
Prefettura di Matera si legge nel comunicato della Prefettura che «Si sta materializzando una incomprensibile e becera strategia denigratoria, nel vile tentativo, - che sicuramente sarà frustrato-,
di gettare discredito sulla Prefettura e
su quanti in essa vi operano, con sacrificio ed impegno quotidiano volto a garantire la massima legalità e trasparenza (non certamente quella delle vetrate)
nell’espletamento dei compiti Istituzionali e nella tempestiva erogazione dei
servizi. Tale tentativo certamente appare a chiunque indegno della tradizione e
della cultura del popolo materano e lucano in generale.
Leo Montemurro: «Buon risultato nella prima edizione»
Con il Presepe Vivente torna anche
il mercatino dei prodotti tipici
NELL’AMBITO delle iniziative collegate organicamente alla 5a Edizione del
Presepe Vivente nei Sassi
di Matera la Cna organizza
a Porta Pistola la seconda
edizione del “Il Mercatino
del Presepe Vivente” il cui
svolgimento è previsto nei
giorni dal 2 al 6 gennaio
2015 ( in concomitanza dal
2 al 5 con lo svolgimento
del Presepe Vivente nei
rioni Sassi).
La seconda edizione del
Mercatino del Presepe Vivente 2014 di Matera, gestito dalla Cna Matera,
vuole costituire un punto
di incontro dove scoprire
ed acquistare oggetti d'artigianato, decorazioni, leccornie, prodotti tipici locali e idee regalo.
In questo senso la Città
dei Sassi, patrimonio
Mondiale Unesco, di recente designata quale Capitale Europea della Cultura per il 2019, propone
luoghi dove ritrovare suggestioni, emozioni, ma anche significati e ricordi legati ad un momento dell'anno che ha un valore
particolare, e si carica –
anche grazie all'atmosfera
che si respira - di un forte
simbolismo.
Il riscontro della prima
edizione», afferma Leo
Montemurro Presidente
Provinciale CNA , «è stato
alquanto
soddisfacente
per le imprese partecipanti, tant'è che già nelle scorse settimane ci sono pervenute richieste per prenotare gli stand per questa
nuova edizione».
All'interno del Mercatino sarà possibile trovare :
Le Tipicità:16 Gazebo: di Leo Montemurro
prodotti enogastronomici
tipici locali e artigianato re vino novello, castagne,
artistico; Le Bontà del Pre- cioccolata calda, dolci, bisepe: un luogo dove gusta- scotti e molto altro.
La sicurezza di altri due chilometri al centro del confronto per evitare la chiusura
Ferrosud, in Regione su tratta Casal Sabini
E’ previsto per questa mattina a Potenza in Regione
un incontro che riguarda
l’azienda materana della
Ferrosud. In particolare ad
essere affrontata sarà la
questione che riguarda il
collegamento con la tratta
delle ferrovie dello Stato di
Casal Sabini che già circa
un anno fa era stata chiusa
da Rete ferroviaria italiane
per motivi di sicurezza e
nella necessità che fossero
avviati lavori di manutenzione straordinaria. Oggi a
quanto pare la situazione
rischia di ripresentarsi o
comunque i sindacati in
particolare temono che vi
possano essere nuove difficoltà che, su quella tratta,
rischiano di paralizzare il
lavoro dell’azienda e di bloccare l’attività anche in presenza di commesse. Un rischio che si vuole ad ogni
costo scongiurare in partenza.
L’accordo di oggi andrà a
verificare se ci sono ancora
situazioni ed interventi di
manutenzione che vanno
completati e quale è il costo
e i necessari investimenti
che questo intervento an-
drebbe a richiedere. Al tavolo oltre alla Regione, all’azienda ed alle forze sindacali ci sarà senza ombra di
dubbio anche il Consorzio
industriale della provincia
di Matera che ha completato la prima tranche dell’intervento che era stato commissionato.
Secondo le forze sindacali
c’è il rischio di dover ancora
completare almeno per altri
due chilometri l’opera di
manutenzione e messa in
sicurezza: «è opportuno farlo subito in modo da scongiurare e prevenire even-
tuali decisioni drastiche di
Reti ferroviarie italiane,
serve dover intervenire per
la messa in sicurezza di altri due chilometri e comunque aspettiamo di avere le
dovute risposte da parte
della Regione e del Consorzio industriale» ha spiegato
Giuseppe Giannella della
Fiom Cgil che ha ricostruito la situazione di preoccupazione che è stata vissuta
nei mesi passati e che continua a pesare sui lavoratori
anche su questo fronte.
Dall’incontro odierno si
avranno le dovute risposte
L’ingresso dello stabilimento Ferrosud di Matera
su tempi e modalità di scelte è quanto si augurano lavoda effettuare in modo da es- ratori, sindacati e azienda
sere in grado nel giro di al- di fronte ad un rischio di incuni mesi di affrontare e ri- terruzione della tratta che
solvere adeguatamente la avrebbe effetti molto pesansituazione. Questo almeno ti.
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MARCONIA Provvidenziale l’intervento della Polstato, denunciate 5 persone
Rissa per motivi passionali
L’episodio in un bar per la relazione contrastata di un italiano e una marocchina
MARCONIA - Un italiano e quattro marocchini sono stati denunciati dalla Polizia di Stato in
seguito a una rissa, scoppiata in
un bar di Marconia.
L’episodio è stato segnalato alla Sala operativa del Commissariato; immediatamente una Volante ha raggiunto rapidamente
il bar centrale di Marconia, dove
era in corso il furioso litigio. Appena prima dell’arrivo della Polizia, però, i corissanti sono riusciti a fuggire dileguandosi. I
poliziotti hanno trovato solo il
gestore del bar insieme ad alcuni avventori, rimasti tutti sconcertati per l’intensità della violenza a cui avevano appena assistito. Hanno acquisito le testimonianze dei present e l’attività
di indagine, condotta direttamente dal responsabile del settore Volanti, ha permesso quindi
di incastrare alla perfezione tutti i pezzi del puzzle dell’episodio.
Si è accertato così che il citta-
dino italiano aveva provocato
un marocchino, lanciandogli
contro una bottiglia di birra. Il
marocchino aveva reagito con
veemenza, aiutato da tre suoi
connazionali, tra cui una donna. I marocchini si sono scagliati con calci e pugni contro l’italiano, trattenuto per la maglia
dalla donna.
Gli aggressori hanno desistito solo quando hanno percepito
l’imminente arrivo degli agenti
e sono poi fuggiti. Ma l’accurata
acquisizione di testimonianze e altri elementi
ha consentito di chiudere il cerchio e di identificare tutti i coinvolti nella rissa.
Si è appurato inoltre Gli agenti della Polstato di Pisticci
che, durante la colluttazione, l’i- personali dolose. Il motivo della
taliano era stato colpito alla te- bagarre è probabilmente una resta con una bottiglia di vetro, ri- lazione sentimentale tra l’italiaportando lesioni. I cinque sono no e una marocchina, legata da
stati denunciati per il reato di rapporti di parentela con i conrissa aggravata dall’uso di un nazionali intervenuti.
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oggetto contundente e lesioni
PISTICCI In conclusione, però, si consigliano altri campionamenti periodici
C’è radioattività in Valbasento?
I dati emersi dallo screening dell’Arpab sembrerebbero rassicuranti
PISTICCI - Un recente screening
radiologico, effettuato dall’Arpab presso Tecnoparco, ha indotto l’Agenzia a consigliare approfondimenti nelle indagini di laboratorio.
Occorrerà, in particolare, stabilire se nelle sostanze provenienti dalle attività estrattive in
Val d’Agri e trattate presso l’impianto di Tecnoparco in Valbasento, vi sia presenza di radioattività e se i valori possano essere
nocivi per l’uomo e l’ambiente.
L’Agenzia, infatti, conclude
che in alcuni campioni di reflui
prelevati da un’autobotte, che poi
avrebbe scaricato negli impianti
di Tecnoparco, “sono state riscontrate concentrazioni di radioattività, soprattutto di “alfa
totale”, solitamente non rilevate
nelle matrici analizzate da questo
ufficio”. Cosa significa? C’è da
preoccuparsi?
I rilievi radiometrici ambientali sono stati effettuati lo scorso 8
ottobre. In particolare, si tratta di
quattro campioni prelevati presso Tecnoparco in agro di Pisticci
Scalo e Ferrandina, analizzati
successivamente. Prelevati, inoltre, due campioni di fanghi secchi ed umidi presso gli impianti
di Tecnoparco e due campioni di
acqua di deiezione delle autobotti
presenti presso il piazzale di scarico in località “Pantaniello” di
Ferrandina, sempre funzionale
al trattamento reflui di Tecnoparco.
Obiettivo dello screening è verificare lo stato radiologico dei
luoghi e dei reflui provenienti dal
Centro oli, anche in considerazione del fatto che i rifiuti prodotti
da attività estrattive possono
contenere significative concentrazioni di radionuclidi naturali.
Un primo dato dello screening fa
riferimento alle indagini sul
campo, presso i luoghi ispezionati. Qui, scrive l’Arpab: “I livelli
medi di Rateo di dose gamma ambientale risultano compresi nel
range dei livelli (medi) del fondo
ambientale della zona e non evidenziano livelli di rilevanza radiologica”. Rispetto ai campioni
analizzati in laboratorio, invece,
se per “i campioni solidi, fanghi
secchi ed umidi, sono state rilevate concentrazioni “positive” (ov-
Un monitoraggio dell’Arpab
vero al di sopra delle sensibilità
strumentali) dei radionuclidi naturali evidenziati, ma notevolmente inferiori ai livelli di allontanamento” previsti dalle normative, per i campioni liquidi esaminati, ovvero le acque di deiezione
prese dalle autobotti, manca un
presupposto fondamentale, ovvero l’Arpab spiega che “non si
dispone dei corrispettivi livelli di
riferimento”. Sembra di capire,
insomma, che manchi una tabella dei limiti con cui confrontare i
dati. “In tali campioni, tuttavia fa notare l’Agenzia – sono state
riscontrate concentrazioni di radioattività, soprattutto di “alfa
totale”, solitamente non rilevate
nelle matrici analizzate da questo
ufficio (essenzialmente matrici
ambientali e acqua potabile)”.
Il dirigente responsabile Arpab, Camela Fortunato, autrice
della relazione, prova ad aggiungere un passaggio meramente
esemplificativo: “Per l’acqua potabile il livello di riferimento fissato dalla direttiva Ue per la concentrazione alfa totale è pari a 0,1
Bq/L e i valori misurati nei campioni prelevati nel caso in oggetto risultano circa nove volte superiori”. Certo, i campioni non
erano di acqua potabile. Ma quale
senso ha la precisazione fornita
dall’Agenzia? In termini più pratici, cosa significherebbe questo
ragionamento? In attesa di capirne di più, le conclusioni della relazione invitano ad approfondire
ulteriormente le indagini: “Pertanto, in via cautelativa si ritiene
opportuno che venga verificato
lo stato radiologico ambientale
con campionamenti e analisi periodiche delle matrici più rappresentative, quali acque di scarico,
acque di falda e acque superficiali, a valle e a monte dell’impianto”.
Roberto D’Alessandro
© RIPRODUZIONE RISERVATA
«Valori pericolosi se entrano nelle acque»
Di Trani preoccupato
per catena alimentare
«ESPRIMO la mia forte preoccupazione per la salute dei cittadini
e della situazione ambientale nel
suo complesso, nel constatare
che i rilievi radiometrici effettuati dall’Arpab e le analisi di campioni di acqua di deiezione provenienti dal Cov di Viggiano prelevati da un autobotte, hanno rilevato una "concentrazione alfa totale pari a nove volte superiori" al
livello di riferimento fissato dalla
direttiva Ue per l'acqua potabile».
E’ il commento del sindaco di
Pisticci, Vito Di Trani, che ieri
stesso ha guidato una delegazione tecnica del Comune per affrontare il tema in Regione.
Secondo il sindaco, infatti, «si
riscontrano, sia pure in misura
minore, anche delle concentrazioni gamma. Alla luce dei dati
dell'Agenzia, nel ritenere che la
questione debba essere discussa
al tavolo sulle problematiche legate allo smaltimento dei reflui
del petrolio, aperto presso il Di-
partimento Ambiente, chiedo fin
da subito, come suggerisce la
stessa Arpab, analisi periodiche a
approfondite al fine di conoscere
lo stato dell'aria, dell'acqua e della terra della zona industriale di
Pisticci e lungo il fiume Basento.
Chiedo, inoltre, quali provvedimenti le competenze in indirizzo
intendono adottare per dare tranquillità alla popolazione. La pericolosità delle sostanze rilevate è
minima se schermata, anche solo
dalla pelle. Cosa diversa se, in assenza di abbattitori, i radionuclidi alfa e beta, presenti in quantità
dieci volte superiori i primi, e in
misura minore i secondi, come riportano i dati Arpab, una volta
immessi nelle acque fluviali e
quindi ingerite da pesci o animali
selvatici e inserite nella catena
alimentare, possono determinare
alterazioni del Dna cellulare provocando diverse patologie ivi
comprese quelle neoplastiche».
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PISTICCI Weekend di sano sport e turismo agli Argonauti
Vela, torna il Trofeo Hellas
Immagini
di una gara
di vela
PISTICCI - Secondo appuntamento con la vela d’inverno al
Porto degli Argonauti di Marina di Pisticci. Domenica, infatti, si ritorna a gareggiare
per il Campionato invernale
di vela dello Jonio, trofeo Me-
gale Hellas. Il programma del
weekend agonistico si apre
domani con l’allenamento in
mare dalle ore 13.30.
Alle 16 equipaggi ed appassionati potranno seguire nella piazzetta del Porto i workshop sulla normativa della
vela d’altura e sulla certificazione Orc (Offshore racing
club) tenuti da Bartolomeo
Maugeri, vice presidente dell’Uvai (Unione vela altura italiana).
Domenica la giornata inizia alle ore 9 con il briefing
degli equipaggi. Alle ore 9.30
i regatanti usciranno in mare
e alle 10 è prevista la partenza
della regata.
Durante il weekend i regatanti, gli appassionati di vela
e i visitatori potranno utilizzare svariati servizi messi a
disposizione dal Porto degli
Argonauti come i corsi di cucina tenuti dello chef Salvatore Turturo presso il ristorante “C’è di buono”, che resterà
aperto durante tutti i weekend. Un’occasione anche
per destagionalizzare il turismo.
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TRICARICO
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GRASSANO Dai ricordi delle partite giocate sotto l’ombrello, al cognac per scaldarsi
Le vecchie glorie tornano in campo
Una bella iniziativa del blog“Vox populi” ha scatenato l’amarcord calcistico
GRASSANO - “Vecchie glorie”, è questo il
titolo della rubrica lanciata sul blog “Vox
Populi, vox dei”, che in questi giorni sta riscuotendo molto successo. Il riferimento
alle vecchie glorie, lanciato dal blog web
dei giovani grassanesi, è rivolto a tutti
quelli che, negli anni passati, hanno militato nelle fila della squadra di calcio. Ad
aprire la rubrica Nicola Bronzino, che
scrive: “C’è stata un’epoca lontana in cui,
bambino, ho scoperto il pallone. Non è accaduto per televisione, o negli album delle
figurine, che pure la loro bella parte di colpa ce l’hanno avuta. È successo su campi
di terra battuta poco e male, disseminati
di buche traditrici, gonfi di pozzanghere
d’inverno, forieri di nuvole di polvere d’estate. Il pallone l’ho scoperto grazie alla
Polisportiva Grassano, dignitosa ed anonima interprete del campionato di prima
categoria lucana, quando il football di
provincia era una cosa seria assai, perché
là, lontano dalle metropoli, quando le pay
per view non si immaginava manco lontanamente, cosa potessero essere, non esisteva altra maniera per appassionarsi al
calcio. Lo si faceva in
piedi, tra le sbarre arrugginite di un’inferriata traballante, il più
delle volte schiaffeggiati dal vento gelido
dell’inverno, che nell’intervallo tra il primo
ed il secondo tempo costringeva a correre nel
bar più vicino affinché
un caffè o un cognac
scaldasse lo stomaco e
la camminata levasse il
formicolìo dai piedi.
Talvolta pure sotto l’acqua, raccolti in tre o
quattro sotto un ombrello, mentre in campo ventidue matti saltavano nel fango dietro
al pallone”.
E’ bastato che la rete
diffondesse questo racconto e qualche foto
d’epoca, che il tam tam
cittadino ha fatto sì che
Altre vecchie glorie
gli appassionati, ma
soprattutto i protagonisti, abbiano ripristinato l’angolo della memoria dei ricordi
e aperto quel cassetto dimenticato, dove
sono custodite le foto di un tempo. Difatti
Giuseppe Bonelli, storico e veterano del
Grassano calcio con più di trent’anni di
gioco, ha sfogliato con il Quotidiano alcune foto, ma anche alcuni aneddoti datati.
Primo tra tutti, parlando degli inizi degli
anni Settanta, la divisa non aveva sponsor, e spesso la stessa veniva usata anche
dalla squadra di pallavolo, dove molti atleti erano gli stessi, e ancora, i borsoni che
oggi usano le squadre e le divise complete
di tuta per quell’epoca erano un miraggio,
ognuno doveva provvedere autonomamente.
La prima categoria del 1970, dove ha
giocato il Grassano, era un campionato di
ottimo livello non esisteva la promozione e
nemmeno l’eccellenza si passava direttamente all’interregionale. In questo campionato, dunque, le vecchie glorie hanno
portato alto il nome di Grassano, facendosi onore su tutti i terreni di gioco della Basilicata per la bravura dell’intera squadra.
Ancora Giuseppe Bonelli ricorda quando
un piccolo incentivo, messo a disposizione
dalla società, di 100 lire ad ogni gol segnato, fece chiudere i tabellini di allora con 6 o
7 gol per diverse domeniche. Il riaffiorare
di queste foto ha fatto scoprire alle nuove
generazioni persone che tutt’ oggi vivono
a Grassano, che da ragazzi hanno avuto
un passato di grandi calciatori.
Giovanni Spadafino
Un anno
ci fu il concorso
speciale
sui gol segnati
Premio 100 £
© RIPRODUZIONE RISERVATA
LA RUBRICA
Inventata da un grassanese
che oggi risiede a Siena
A SPIEGARE alcuni dettagli
della nuova rubrica è Michele
Incampo, uno dei responsabili di Vox Populi: «#VecchieGlorie Grassano Calcio è una
rubrica settimanale del blog
Vox Populi Vox Dei “idee per
Grassano”.
Ogni mercoledi si pubblica
una foto del Grassano calcio e
insieme con gli amici della pagina si cerca di ricordare la
stagione, di riconoscere la
formazione e ricordare fatti e
partite.
La rubrica è attiva da ormai
due settimana e sta avendo un
notevole successo. I pochi ex
giocatori che hanno Facebook si riconoscono in foto invecchiate e a volte anche in
bianco e nero mentre i figli de-
gli ex giocatori riconosco padri e zii ricordandoli e condividendo insieme alcuni episodi.
#Vecchieglorie è un’idea
che nasce dal suggerimento
di un grassanese ormai residente a Siena, che ci ha ricordato l’importanza che ha ricoperto negli anni il calcio a
Grassano e la squadra dell’ As
Grassano Calcio.
Con questa rubrica noi di
Vox Populi vogliamo, anche,
far riavvicinare tutti i grassanesi la domenica pomeriggio
allo stadio e tornare a tifare
per il proprio paese con la
sciarpa al collo e la stessa passione di un tempo».
gio.spa.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Foto di vecchie glorie grassanesi
SALANDRA Istanza inviata al prefetto da 5 consiglieri
Assise negata sulla discarica
Chiesta la diffida del presidente
SALANDRA – Una richiesta di diffida al presidente del consiglio comunale di Salandra, per il rifiuto di convocare l'assise.
E' stata formalizzata nei giorni
scorsi dai 5 consiglieri Vincenzo Visceglia, Domenico Coppola, Giuseppe Pepe, Donatella Marzario e Nicola Saponara, direttamente al prefetto Luigi Pizzi, dopo l'inspiegabile diniego all'assemblea, chiesta nell'ambito della legge sulla partecipazione
popolare all'attività amministrativa,
per trattare il delicatissimo tema ambientale dei rifiuti e della discarica
cittadina in dismissione. Il presidente del Consiglio si era trincerato dietro le norme statutarie, che non prevederebbero tale fattispecie di assise,
e dietro la natura puramente tecnica
dell'argomento proposto, peraltro
già chiarito, a suo dire, in un'adunanza precedente. I consiglieri, già
firmatari della richiesta negata, eccepiscono il mancato rispetto dell'articolo 39, comma 2, del Testo unico degli enti locali, secondo il quale il presidente è “tenuto” a convocare l'assise, ove la richiedessero almeno un
quinto dei consiglieri, purchè l'argomento proposto non sia contra legem. E' esattamente la fattispecie in
questione, come evidenziato dai richiedenti. In merito alla partecipazione pubblica, i firmatari della lettera al
prefetto evidenziano che, pur non essendo contemplata nello Statuto dell'ente, è tutelata dagli articoli 51-52
dello stesso Statuto, dove di sancisce la partecipazione dei cittadini
alla vita amministrativa del Comune «a cui possono intervenire direttamente nei confronti degli organi elettivi su temi di interesse generale e/o
specifici riguardanti la comunità.
Pertanto -argomentano i firmatari
della richiesta di diffida- essendo prevista dallo Statuto una forma di partecipazione attiva dei cittadini alla vita amministrativa del Comune, la
convocazione del consiglio aperto deve essere correttamente evasa».
Antonio Corrado
La
discarica
comunale
di Salandra
oggi in
dismissione
© RIPRODUZIONE RISERVATA
FERRANDINA L’abbraccio di Domenico Viggiano lasciando l’Hotel
In pensione lo storico caposala degli “Ulivi”
La festa per Domenico Viggiano
FERRANDINA - Dopo circa 40 anni di
attività,è andato in pensione Domenico
Viggiani, caposala dell’Hotel degli ulivi, ora Sala Ermica a Ferrandina.
In quel presidio storico per Ferrandina, e non solo, Viggiani ha sempre lavorato con grande professionalità e competenza, organizzando migliaia di avvenimenti importanti come matrimoni,
battesimi, cresime, compleanni meeting, congressi ecc., sacrificando molto
tempo alla sua famiglia, per una passione iniziata da ragazzo insieme al cavaliere Erminio Selvaggi e la consorte
Caterina Ferreri. Oggi Viggiani ringrazia proprio loro con sincero rispetto,
per la loro amabilità e serietà in una attività dove la collaborazione e l’organizzazione si muovono in un unico legame,
formando una squadra con un unico obbiettivo: “Soddisfare i clienti anticipandone i desideri”.
Ora per un uomo che molti ricorderanno per sempre, perché inciso in migliaia di eventi importanti, tocca recuperare il tempo sottratto alla propria famiglia e gioire per i sacrifici vissuti; il
caposala formula un augurio particolare per una continua e fruttuosa attività
imprenditoriale anche alle figlie Anna e
Laura Selvaggi all’insegna di futuro
pieno di soddisfazioni.
Una bella soddisfazione per lo storico
caposala degli Ulivi, che si godrà il meritato riposo, donando semmai la sua
esperienza a quanti vorranno farne tesoro.
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Mercoledì 12 novembre 2014
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POLICORO «Con opere appaltate da due anni ancora non sono fruibili agli studenti»
«Laboratori ostaggio dei lavori»
L’Ugl denuncia il grave disservizio all’Ipsia per le strutture in riqualificazione
POLICORO - «Denunciamo un increscioso episodio e metteremo in campo
ogni forma pacifica e democratica di protesta per
il bene dei tanti giovani,
che hanno diritto di poter
formarsi e frequentare un
Istituto consono all’indirizzo da essi prefisso».
E’ la dura presa di posizione dell’Ugl Basilicata
in riferimento al “sequestro” illegale che ormai si
protrae da tempo dei laboratori Elettrici-Elettronici-Meccanici della sede
dell’I.p.s.i.a. di Policoro,
non da parte dell’Autorità
giudiziaria, ma da chi ha
eseguito o ha fatto eseguire lavori e che con “appigli
burocratici” non permettono a oltre 400 alunni, a
distanza di due mesi dall’inizio dell’anno scolastico,
di poter disporre dei locali
in oggetto».
Per i segretari regionali
dell’Ugl Basilicata Giovanni Tancredi e Pino
Giordano, «già dal giorno
20 ottobre abbiamo chiesto ufficialmente, senza
aver alcun riscontro, al
presidente dell’Amministrazione provinciale di
Matera, Francesco De Giacomo, al presidente dell’Impresa Bollita Costruzioni, Vincenzo Stigliano
ed al Dirigente scolastico
dell’I.p.s.i.a., Angelo Castronuovo, di conoscere le
motivazioni sulla mancata consegna di questi locali, che da tempo sono stati
interessati a lavori di adeguamento sismico dell’edificio. Premesso che trattasi di opera la cui approvazione relativamente al
L’Ipsia di Policoro
Giordano e Tancredi
progetto avvenne con delibera di Giunta provinciale
226 del 14 settembre
2011, l’Ugl Basilicata
–continuano Tancredi e
Giordano- intende comprende perché, nonostante in data 30 agosto 2012
venisse stipulato il contratto di appalto tra la Provincia e la Bollita Costruzioni precisamente, su lavori riguardanti l’adeguamento sismico dei laboratori ubicati nel corpo D
dell’edificio e ancora alla
data odierna l’Istituto non
può disporre dei locali oggetto delle opere eseguite,
con notevoli disagi per
centinaia di alunni dello
stesso Istituto: precisamente per coloro del settore Elettrico-Elettronico-
© RIPRODUZIONE RISERVATA
POLICORO Dopo la sbandata in curva l’auto è finita contro un camion
Brutto incidente sulla Sp 175
Consigliere Lippo vivo per miracolo
POLICORO - In molti hanno gridato al miracolo, vedendo le condizioni della Citroen Saxo del consigliere comunale Giovanni Lippo, rimasto coinvolto ieri mattina
in un brutto incidente stradale,
accaduto intorno alle 12 sulla provinciale 175 Matera-Metaponto.
Per cause in corso di accertamento, ma probabilmente per l’asfalto reso viscido da pioggia e
fango, Lippo ha perso il controllo
della sua utilitaria in prossimità
di un curvone subito prima dell’u-
scita verso Policoro. L’auto ha
sbandato, carambolando sulla
carreggiata fino a schiantarsi
contro un camion che sopraggiungeva. Secondo le prime testimonianze, Lippo non avrebbe perso mai conoscenza, nonostante la
brutta botta, come documentano
le foto pubblicate dal Quotidiano,
e sul posto dopo i Vigili del fuoco
ed in attesa del personale sanitario del 118 di Matera, è arrivato il
medico policorese Antonio Di
Pierri, il quale avvicinandosi, ha
subito verificato che il conducente era Lippo.
Di Pierri non ha mosso Lippo,
per evitare di provocare ulteriori
ed eventuali danni, ma l'ha tenuto
sveglio, incoraggiandolo e facendogli compagnia.
Resta da capire cosa abbia fatto
sbandare all’improvviso l’auto;
forse sulla carreggiata c’era anche fanghiglia, vista la zona, oppure Lippo procedeva a velocità
sostenuta.
Antonio Corrado
MONTALBANO Campagna di sensibilizzazione
Montagna di rifiuti speciali
consegnati a Legambiente
MONTALBANO JONICO - Organizzata per sabato scorso, la
raccolta differenzata Raee (Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche) a Montalbano è stata rinviata, causa
maltempo a lunedì mattina, dal
locale circolo di Legambiente
che, tanto favore ha
potuto riscontrare
su questa iniziativa. Diversi i montalbanesi che hanno potuto conferire, con un corretto
smaltimento, televisori, ferri da stiro, tostapane, macchine da cucina, cellulari, carica batterie,
stampanti, monitor, computer,
lampadine a risparmio energetico e altri piccoli elettrodomestici che non servono, oltre agli
olii vegetali esausti. «Si tratta
–ha scritto in una nota-il referente di Legambiente, Maurizio Rosito- di categorie di rifiu-
Meccanico. Nulla si è saputo nell’indifferenza totale, per tanto l’Ugl –concludono i segretari Tancredi e Giordano– metterà
in campo nei prossimi
giorni, unitamente a genitori ed alunni, ogni forma
pacifica e democratica di
protesta.
Inoltre, l’Ugl valuterà
con i propri legali, l’opportunità di far riconoscere i
danni per interruzione di
pubblico serviziodi cui all’articolo 340 del codice
penale inerente anche alla
cessazione temporanea di
un’attività che ha comunque determinato il malfunzionamento dell’attività scolastica».
[email protected]
ti per cui, attualmente, il sistema di gestione dei rifiuti del
paese non prevede una raccolta
differenziata puntuale. Per
l’occasione è stato distribuito
materiale informativo sul corretto smaltimento di altri tipi
di rifiuti, come pneumatici».
L’iniziativa del circolo ambientalista
montalbanese, si è
tenuta con il patrocinio dell’Amministrazione comunale, nell’ambito del
progetto “Ridurre
si può” sostenuto
dal bando Redus 2012 del programma Epos della Regione,
che ha proprio come obiettivo,
quello di sensibilizzare i cittadini e le istituzioni a uno smaltimento adeguato di questo tipo di rifiuti. «I nostri stili di vita –ha aggiunto Rosito- hanno
un forte impatto sull’ambiente
in cui viviamo e spesso non ci
Un modo
per tutelare
il territorio
rendiamo realmente
conto delle ricadute
sociali, ambientali ed
economiche dei nostri comportamenti.
Per un modello di sviluppo più sostenibile, basterebbe avere
atteggiamenti più
consapevoliin tutti i
campi dell’esperienza quotidiana, dalla
tutela delle risorse La catasta di Raee a Montalbano Jonico
non rinnovabili al rispetto per mento verso cui ognuno di noi
l’ambiente e la natura, alla ri- dovrebbe orientarsi per rendeduzione dell’inquinamento, al- re migliore il nostro pianeta e
la difesa dei diritti e allo svilup- permettere una vita dignitosa
po della cooperazione e della so- a tutti i suoi abitanti. Questa
lidarietà. Orientare il nostro iniziativa –ha concluso Rositomodus vivendi verso unascelta è un altro piccolo ma concreto
etica, assumere comportamen- passo verso la sostenibilità amti razionali rispetto all’utilizzo bientale non solo predicata ma
delle risorse e al consumo di anche praticata da Legambienenergia, acquistare prodotti a te che invita tutti i cittadini a
basso impatto ambientale, fare collaborare».
la raccolta differenziata, sono
Anna Carone
semplici modelli di comporta© RIPRODUZIONE RISERVATA
L’auto del consigliere Lippo
BREVI
SCANZANO JONICO
Falchi Grillai
e giglio marino
CONTINUA la “relazione” tra il Giglio
Marino e il falco grillaio (Falco naumanni). Dopo i ripetuti avvistamenti di
soggetti adulti durante la stagione riproduttiva negli ambienti steppici o a
coltivi estensivi prossimi ai boschi costieri di Scanzano Jonico, i volontari
del Giglio, in collaborazione con il Cras
provinciale e il responsabile Matteo Visceglia, hanno intrapreso alcune iniziative atte a favorire lo stabilirsi di una
colonia fissa di questo rapace, il cui
areale in Basilicata è in costante espansione, anche a Scanzano. Il primo passo
è stato l’installazione di nidi artificiali,
utilizzati con successo da diversi anni a
Matera, Montescaglioso, Gravina, e costantemente occupati dal piccolo rapace cittadino: l’obiettivo è quello di consentirne la localizzazione come siti idonei alla nidificazione da parte degli
adulti in dispersione dopo la riproduzione, e magari averne l’occupazione
nelle prossime stagioni. Il secondo passo è stato l’hacking (o rilascio controllato) di alcuni giovani riabilitati presso
il Cras, svezzati, inanellati e già allenati al volo in voliera da riabilitazione.
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II I BASILICATA PRIMO PIANO
Venerdì 14 novembre 2014
SOS VIOLENZA
DA FOGGIA A MELFI
Le due vittime vivevano a Foggia, l’uomo le
adescate con la scusa di poter offrire
ADESCATE CON LA SCUSA DEL LAVORO avrebbe
loro un lavoro, in realtà le avrebbe segregate
RINTRACCIATO DALL’ARMA
L’indagato è stato rintracciato dai
carabinieri del nucleo operativo
radiomobile della compagnia di Melfi
Violentò 2 sorelle rumene
che aveva segregato in casa
Arrestato dai carabinieri
Pasquale Mossucca,
43 anni, di Melfi è
accusato
di «violenza sessuale»
l MELFI. Le aveva «adescate» in
provincia di Foggia con la scusa di
poter offrire loro un lavoro a Melfi. Poi
le ha tenute segregate in casa e costrette a subire rapporti sessuali. I
fatti risalgono a due anni fa.
E ieri i carabinieri del nucleo operativo radiomobile della compagnia di
Melfi l’hanno rintracciato e arrestato.
Pasquale Mossucca, 43 anni, è accusato di «violenza sessuale - spiegano
i carabinieri in un comunicato stam-
pa diffuso ieri pomeriggio - in danno
di due sorelle provenienti dalla romania».
I fatti - hanno ricostruito gli investigatori - risalgono al periodo marzo-maggio del 2012, quando l’uomo
dopo aver incontrato le due sorelle in
una cittadina della provincia di Foggia, «con la scusa di farle lavorare le
portava nella sua abitazione e, dopo
averle private dei documenti le costringeva ad avere numerosi rapporti
sessuali contro la loro volontà, te-
RADIOMOBILE
Mossucca è
stato
arrestato dai
carabinieri del
nucleo
operativo
radiomobile di
Melfi
.
nedole segregate in casa».
Le due donne, però, sono poi riuscite a liberarsi e a informare i carabinieri della compagnia di Melfi che
«immediatamente intervenuti - si legge nel comunicato - sono riusciti a
mettere definitivamente fine alla disavventura delle due ragazze».
L’uomo (difeso dagli avvocati Giorgio Cassotta e Giuseppe Colucci) a
Melfi lavora nel settore della ristorazione e dell’ospitalità.
I carabinieri, dopo aver raccolto la
denuncia delle due donne, si sono
messi a caccia di riscontri.
A due anni dai fatti - le due vittime
nel frattempo hanno lasciato l’Italia e
sono tornate, al sicuro, nel loro Paese
d’origine - gli investigatori sono riusciti a ottenere la misura restrittiva,
che è stata notificata all’uomo l’altro
giorno. Mossucca ora dovrà difendersi davanti al giudice per le indagini preliminari del Tribunale di
Potenza dall’accusa di violenza sessuale.
MELFI TRE DONNE RUMENE SONO STATE ARRESTATE CON L’ACCUSA DI FURTO AGGRAVATO CON STRAPPO E VIOLENZA SESSUALE AI DANNI DI UN UOMO DEL POSTO
Lo palpeggiano e poi lo derubano
Le indagate hanno avvicinato la vittima offrendogli prestazioni sessuali
l MELFI. «Furto aggravato con
strappo e violenza sessuale».
I militari della stazione carabinieri
di Melfi, nel corso della mattinata,
nell’ambito dei servizi predisposti per
limitare il fenomeno dell’accattonaggio in prossimità di supermercati e
centri commerciali da parte di cittadini stranieri, «che negli ultimi
giorni - fanno sapere i carabinieri
della compagnia di Melfi, comandati
dal capitano Giovanni Diglio - hanno
iniziato a creare preoccupazione tra la
cittadinanza», hanno bloccato ed arrestato tre giovani donne rumene: L.
R., di anni 23, S. M. e M. A., entambe di
anni 20, domiciliate tutte nel campo
nomadi di Foggia.
le tre infatti, poco prima - ricostruiscono i militari - dopo aver avvicinato un giovane del luogo, «in
cambio di denaro avevano offerto prestazioni sessuali, respinte dall’interlocutore spiazzato anche dai modi
espliciti delle tre giovani, che approfittando dell’assenza in stazione di
altri passeggeri, con avvenenza ed
insistenza circuivano l’uomo palpeggiandolo e baciandolo, riuscendo
nel’occasione ad asportare una collana in oro che portava al collo».
ARRESTI Il pm della Procura di Potenza
Renato Arminio ha disposto l’arresto
delle tre donne che hanno derubato un
uomo di Melfi [foto Tony Vece]
Respinte le avance e allontanate le
donne, il malcapitato si è accorto
dell’ammanco della collana e ha informato telefonicamente dell’accaduto la centrale operativa dei carabinieri di Melfi che provvedeva ad inviare sul posto una pattuglia in ser-
vizio nelle vicinanze del supermercato, i cui militari riuscivano a bloccare le donne proprio mentre erano in
procinto di salire sul pulma diretto a
foggia.
Condotte in caserma le tre donne
sono state riconosciute dalla vittima,
nel frattempo sopraggiunta per sporgere la denuncia.
Le arrestate, dopo le formalità di
rito, su disposizione del sostituto procuratore della repubblica del tribunale di potenza Renato Arminio, sono
state portate in carcere a Potenza.
La gambizzazione
Avv. Cassotta
«Nessuna pista
passionale»
«Niente pista passionale. Erano questioni di lavoro». Si tratta della gambizzazione di Gioacchino
Sergio Cassotta a Melfi.
La precisazione è dell’avvocato Giorgio Cassotta,
difensore di parte civile.
L’imputato era Luciano
Grimolizzi, accusato - come riportato dalla Gazzetta dell’8 novembre - di lesioni gravi e detenzione di
arma da fuoco (inizialmente la Procura gli contestava il tentato omicidio)
e condannato a due anni e
otto mesi di reclusione.
Spiega l’avvocato Cassotta: «Il movente è del tutto
differente, essendo sorto
l’episodio delittuoso in occasione e a causa dell’attività lavorativa di Cassotta.
Cassotta non è dipendente di alcun istituto di vigilanza, nessun litigio è mai
avvenuto nei giorni precedenti. Queste le dovute
precisazioni, rimane il fatto inspiegabile di chi abbia fornito alla stampa la
foto ritraente Cassotta, atteso che si tratta di quella
del documento d’identità
e che mai poteva essere
in vostro possesso».
Inchiesta su droga e furti nel capoluogo
La Procura indaga su 15 persone
Camere penali, Lapenna guiderà
la formazione per i giovani legali
l POTENZA. Sono accusati di furti e spaccio di
ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti. Ieri
mattina il pm della Procura di Potenza Francesco
Basentini ha fatto notificare a 15 persone un avviso di conclusione delle indagini preliminari.
Gli indagati, a vario titolo, sono Angelo Quaratino, 33 anni, di Pignola, Rocco Santarsiero (detto Pupetto), 31 anni, di Potenza, Salvatore Pagano
(detto Totore), 44 anni, di Potenza, Vincenzo De
Clemente (detto la tigre), 42 anni, di Potenza,
Nicola Nolè (detto il barbiere), 40 anni, di Pignola,
Giuseppe Di Giacomo (detto Peppe o’ mericano),
46 anni, di San Fele, Claudio Cioffredi, 30 anni, di
Potenza, Ciro Fabiano, 58 anni, di Napoli, Giuseppe Perrotta, 29 anni, di Potenza, Floriana Forese, 35 anni, di Potenza, Mirco Nucito, 25 anni, di
Potenza, Luciano Lotito, 42 anni, di Potenza, Antonio Bruno, 46 anni, di Foggia, Lucia Barile, 27
anni di Potenza, Niky Accetta, 23 anni, di Potenza.
Le indagini sono state condotte dai carabinieri.
l È stato costituito il nuovo Osservatorio per
la formazione dei giovani avvocati dell’Unione
delle camere penali.
Il responsabile nazionale è l’avvocato lucano
Sergio Lapenna, attualmente vicepresidente
della Camera penale distrettuale di Basilicata.
Ne dà notizia il sito web dell’Unione delle
camere penali italiane.
La nomina arriva - si legge nella notizia
pubblicata sul sito web dell’associazione dei
penalisti italiani - «in attuazione del programma congressuale».
Oltre all’osservatorio formazione giovani
«voluto per avvicinare i giovani penalisti sempre di più alla cultura del giusto processo» sono
stati costituiti altri tre osservatori: «doppio
binario e giusto processo», «attuazione del
protocollo Miur» e « legalità delle decisioni
giudiziarie».
MAGISTRATO Il pm Francesco Basentini [foto Tony Vece]
L’avvocato è responsabile dell’Osservatorio formazione
AVVOCATO Sergio Lapenna
RASSEGNASTAMPA
BASILICATA PRIMO PIANO I III
Venerdì 14 novembre 2014
AMBIENTE
INCUBO RADIAZIONI
MAPPA
A inizio 2015 la Sogin renderà noto a
ministeri ed enti competenti
l’elenco dei siti idonei
Lo spettro delle scorie
e la città della Cultura
Matera tra i siti papabili per il deposito nucleare
PIERO MIOLLA
l Da Capitale Europea della
Cultura a sede del deposito nazionale delle scorie? Matera e
l’alta Murgia rischiano di diventare terreno ideale per «accogliere» la monnezza nucleare? Il
rischio ci sarebbe: nella mappa
delle aree redatta da Sogin (la
società di Stato responsabile dello smantellamento degli impianti nucleari italiani e della
gestione dei rifiuti radioattivi)
nel 2010, infatti, le aree della nostra regione interessate sono, oltre a Scanzano Jonico e Craco,
anche Matera e l’alta murgia. A
11 anni dalla mobilitazione pacifica di Scanzano, dunque, il pericolo scorie torna d’attualità.
A inizio 2015 la Sogin renderà
noto a ministeri ed enti competenti l’elenco dei siti idonei
per la localizzazione del deposito nazionale. In primavera,
poi, i siti idonei saranno resi
pubblici. Siamo alla stretta finale, dunque, e No Scorie fa notare come, se per Scanzano Jonico, il rischio sembrerebbe ormai svanito, così come per Craco, da quell’elenco la zona della
città dei Sassi e della vicina Altamura potrebbero tornare d’attualità, tanto più che in
quell’area insiste una servitù
militare che potrebbe fare comodo.
L’esclusione di Scanzano, non
certificata ma dedotta, deriva da
un’attenta lettura dei criteri che
Ispra ha elaborato per l’idoneità
dei siti: distanza da centri abitati, fiumi, mari, acquiferi e luoghi dove si già si sfrutta il sottosuolo, rischio sismico, dissesto e rischio idrogeologico. È
evidente l’incompatibilità delle
scorie nucleari con la presenza
di acqua (Scanzano Jonico) e lo
sfruttamento del sottosuolo in
atto da coltivazioni di idrocarburi, acque e minerali.
A tal proposito va dato atto
che da oltre 9 anni No Scorie ha
sostenuto che l’Itrec di Rotondella non può restare sotto la più
grande diga d’Europa in terra
battuta (Montecotugno), in una
zona ricca di falde idriche, vicino al fiume Sinni, al mar Jonio
e in un territorio dove ci sono già
infiltrazioni di acqua marina.
Con l’approvazione dei criteri di
Ispra, in pratica, le tesi di No
Scorie sono state prese in considerazione. Dove c’è acqua,
dunque, non ci possono essere
scorie. Anche per i calanchi di
Craco gli argomenti in tema di
incompatibilità sono forti: presenza di falde idriche superficiali, sismicità, dissesto e rischio idrogeologico, rischio di
alluvioni, presenza di dighe e
bacini idrici, corsi d’acqua, presenza di pozzi di gas e greggio. A
ciò si aggiunga che si tratta comunque di zone abitate.
Resta il dubbio su Matera e
l’alta Murgia: la speranza è che
la mappa del 2010, essendo assoggettata ai nuovi criteri e a
studi di compatibilità ambientale, venga modificata depennando la Capitale europea della
Cultura. Di sicuro c’è che il percorso per la scelta del deposito
nazionale dovrà essere condiviso con le istituzioni locali: stavolta Sogin sembra determinata
a non commettere gli errori del
2003.
Il deposito, va ricordato, occuperà una superfice di 300 ha e
sarà di tipo superficiale per ospitare i rifiuti nucleari di 1° e 2°
categoria per una durata di 300
anni: le quantità varieranno dai
75mila ai 90mila metri cubi. Il
sito, infine, ospiterà in maniera
provvisoria anche i rifiuti di 3°
categoria, (quelli che durano
migliaia di anni), in attesa di
una sistemazione in un sito europeo o transfontaliero. Nel deposito nazionale dovranno essere stoccate anche le barre di Elk
River, ora custodite all’Itrec.
NO SCORIE Il leader dell’associazione Santarcangelo
AMBIENTE LA PROTESTA DI SCANZANO JONICO DEL 2003
SITO
Una
panoramica
della città di
Matera
.
AMBIENTE PARLA IL PRESIDENTE DELL’ASSOCIAZIONE NO SCORIE TRISAIA, FELICE SANTARCANGELO
«La politica non svenda
il benessere dei territori»
«Le popolazioni lucane
stanno combattendo
una battaglia contro le
istituzioni»
l «Le nostre preoccupazioni
sulla scelta del sito del deposito
nazionale di scorie non riguardano le questioni tecniche, ma
quelle politiche». Felice Santarcangelo, presidente di «No Scorie Trisaia», va subito al punto
nodale della questione scorie: è
la politica a far paura, visto anche quanto accaduto per lo
«Sblocca Italia». «Il deposito nazionale – ha spiegato - sarà venduto come l’ennesima opportunità per i territori per fare cassa
in termini di compensazioni e
posti di lavoro. Le cifre sono
apparentemente alte: volendo
riprendere quelle che furono
enunciate nel 2003, all’epoca si
parlava di circa 300 milioni di
euro che sarebbero andate alla
regione ospitante e circa 50 al
comune interessato, oltre centinaia di posti di lavoro promessi nel famoso parco tecnologico
annesso al deposito». In pratica,
ha aggiunto il presidente di No
Scorie, «molto di più di quanto
si vorrebbe ottenere da anni dal
memorandum sul petrolio».
Chi paga questo investimento? I cittadini? «I denari per la
costruzione del deposito e delle
stesse compensazioni nucleari
– ha confermato Santarcangelo
- graveranno per intero sulla
bolletta elettrica pagata dai cittadini, al pari degli attuali costi
del decommisioning nella componente A2 della bolletta elettrica». Insomma, potrebbe prospettarsi un’altra Scanzano?
«Tutti ricorderanno la reazione
delle popolazioni joniche a simile offesa nel 2003 per il territorio, proprio a margine delle
famose compensazioni sul deposito nucleare di Scanzano Jonico». Quello potrebbe essere
un «esempio per amministratori poco attenti alle vere economie del territorio, che dimenticano troppo velocemente an-
che la storia recente. Dal canto
nostro – ha preannunciato il
leader di Noscorie Trisaia - anche con l’Osservatorio Jonico
Indipendente sul deposito nazionale di scorie nucleari, resteremo vigili affinché la Capitale Europea della Cultura
2019, mentre si vorrebbe circondarla di trivelle e rifiuti petroliferi, non si trasformi nel simbolo del sottosviluppo culturale
ed economico legato alle scorie
nucleari e ai rifiuti. Le popolazioni di Basilicata stanno
combattendo in questo momento una battaglia contro le istituzioni affinché non lascino
trasformare l’intera regione,
con lo Sblocca Italia del Governo Renzi, nel pozzo nero d’Europa e, nella peggiore delle ipotesi, anche della discarica radioattiva italiana. Tutto questo
mentre Pittella, più volte invitato a deliberare contro il deposito nazionale di scorie, come
già ha fatto a maggio la regione
Sardegna all’unanimità, resta
in silenzio».
[p.miol.]
AMBIENTE ASSOCIAZIONI, CITTADINI, TECNICI, VOLONTARI E SINDACI
Un «occhio» indipendente
La Basilicata
per vigilare sul deposito unico
da anni nel mirino
È l’Osservatorio Jonico per l’analisi e l’informazione
l La Basilicata è da anni nel
mirino in quanto ipotetica sede ideale del deposito unico
delle scorie nucleari italiane.
Nel 2003, quando il governo
Berlusconi decise di creare il
sito in un’area vicina al mare,
a Scanzano Jonico, scattò la
protesta pacifica ma ferma e
imponente. Nelle miniere di
salgemma, ai confini tra il centro jonico e Pisticci, fu deciso
di trasportare tutte le scorie
nucleari italiane per ovviare
alla decisione di non realizzare
più 20 depositi sparsi per l’Italia, essendo tale progetto antieconomico. Scanzano fu scelta perché aveva le caratteristiche geologiche ideali per un
deposito di profondità. Il 16
novembre la prima manifestazione di protesta: 10mila per-
sone si riversarono a Terzo
Cavone, in prossimità del sito,
e la 106 Jonica venne bloccata
per 25 chilometri. Il giorno
dopo venne bloccata la stazione ferroviaria di Metaponto, mentre presidi vennero
creati al centro Enea di Rotondella, al bivio di Pisticci
sulla Basentana, in Puglia, Calabria e Campania: a Lauria fu
occupata la Salerno-Reggio. Il
23 novembre più di 100mila
persone sfilarono, da Policoro
a Scanzano, per la più grande
manifestazione di tutti i tempi
in Basilicata. Il 27 novembre il
governo fece marcia indietro,
liberando la gioia del popolo
lucano che festeggiò con caroselli di macchine e la rimozione dei blocchi stradali.
[p.miol.]
l Un osservatorio tecnico-scientifico indipendente sulla
realizzazione del futuro deposito
nazionale di scorie nucleari con
l’obiettivo di dare maggiore trasparenza alla gestione della coda
del nucleare italiano. Presentato a
maggio, l’Osservatorio Jonico Indipendente sul deposito nazionale
di scorie nucleari è tuttora attivo:
vede insieme associazioni, cittadini, tecnici, volontari e sindaci
dell’arco jonico appulo-lucano-calabrese che vigilano sulla realizzazione del futuro deposito nazionale di scorie nucleari di prima,
seconda e terza categoria. I compiti dell’osservatorio riguardano
l’analisi, lo studio e l’infor mazione sulle attività che Sogin, istituzioni, terzi e privati metteranno
in campo per la realizzazione del
deposito nazionale di scorie nu-
cleari. L’osservatorio segue le politiche di comunicazione e i rapporti che Sogin intraprenderà con
le comunità locali interessate e
porrà attenzione particolare sul
decommissioning in atto, in particolare, all’Itrec di Rotondella.
L’obiettivo è evitare che il deposito provvisorio diventi definitivo.
L’osservatorio, però, vuole anche
accrescere la cultura scientifica
sull’argomento e cercare maggiori condizioni di sicurezza per le
popolazioni e i lavoratori esposti a
radiazioni ionizzanti: in tal senso,
esso fa da stimolo alle istituzioni
affinché si migliori la ricerca in
tema di riduzione della pericolosità delle scorie nucleari e di
utilizzo di tecnologie, specie per
quelle mediche e industriali.
Nell’agenda
dell’Osservatorio,
inoltre, c’è anche un incontro con
la Sogin e le istituzioni competenti per avviare un dialogo al fine
di dare maggiore trasparenza alle
azioni messe in campo nel campo
del nucleare. Infine, a Regione e
Comune di Rotondella si chiede
l’istituzione di tavoli intercomunali fissi e prestabiliti sulla gestione
del
decommisionig
all’Itrec: un di essi si è già tenuto.
[p.miol.]
PROTESTA
Un momento
della protesta
di Scanzano
del 2003
.
RASSEGNASTAMPA
IV I BASILICATA PRIMO PIANO
SVILUPPO
NUOVE SCOMMESSE PER IL SUD
Venerdì 14 novembre 2014
INCONTRO
Al ministero Affari regionali, a Roma, oggi
si discute di «Zone franche come politica
di sviluppo del Mezzogiorno»
DIFFERENZE
«Un Paese con aree a sviluppo
differenziato, non può applicare una
tassazione omogenea per tutti»
LA LEGGE GLI OBIETTIVI
L’elenco
Ecco Le Zfu approvate
tra il 2013 e il 2014
Tra il mese di dicembre del
2013 e il mese di ottobre del 2014
sono state approvate interventi
nelle seguenti zone franche: in
Campania nei comuni di Aversa,
Benevento, Casoria, Mondragone, Napoli; Portici (centro storico), Portici (zona costiera), San
Giuseppe Vesuviano; Torre Annunziata. In Calabria: Corigliano
Calabro, Cosenza, Crotone, Lamezia Terme, Reggio Calabria,
Rossano, Vibo Valentia.
Interventi anche per l’intera provincia di Carbonia Iglesias, in Sardegna, e per il comune de L’Aquila, in Abruzzo.
In Sicilia gli interventi riguardano
Aci Catena; Acireale, Bagheria,
Barcellona Pozzo di Gotto, Castelvetrano, Catania, Enna, Erice, Gela, Giarre, Lampedusa e Linosa,
Messina, Palermo (Brancaccio),
Palermo (porto), Sciacca, Termini
Imerese, Trapani, Vittoria. In Puglia Andria, Barletta, Foggia, Lecce, di Lucera, Manduria, Manfredonia,i Molfetta, San Severo,
Santeramo in Colle, Taranto.
Le agevolazioni
che spettano
al settore
micro imprese
TERRITORIO La proposta dell’assessore regionale Berlinguer: Basilicata, produttrice di petrolio, zona franca per i consumi energetici
Berlinguer al ministro Lanzetta
«La Basilicata sia zona franca»
«Ok fiscalità differenziata su benzina, gasolio e gas». A Roma anche Gianni Pittella
MIMMO SAMMARTINO
l Da dove possono ripartire il Mezzogiorno e la Basilicata per invertire la
tendenza ad affondare? L’assessore regionale all’ambiente e al territorio, Aldo
Berlinguer, scommette sulle «zone franche». O, per l’esattezza, sulla legittimità
della Basilicata - terra che produce petrolio - a poter avanzare il diritto a una
fiscalità differenziata.
Se ne discute questa mattina a Roma,
presso il Ministero Affari regionali, in
un incontro sul tema: «Le zone franche
come politica di sviluppo del Mezzogiorno». Tra i relatori, anche l’assessore
regionale lucano Aldo Berlinguer. A introdurre il dibattito, il ministro Maria
Carmela Lanzetta. Le conclusioni sono
affidate a un altro autorevole esponente
politico lucano: l’europarlamentare
Gianni Pittella, capogruppo di Socia-
LA PROPOSTA
«Dove si produce petrolio non
si possono pagare le tasse
pagate in tutti gli altri posti»
listi e democratici al Parlamento europeo.
«Il petrolio - ragiona Berlinguer - non
ha prodotto occupazione diretta in Basilicata. Ed è assurdo che la tassazioni
sui prodotti energetici sia uguale in Basilicata (dove avviene la produzione) come, ad esempio, in Toscana. È possibile,
come avviene almeno in una ventina di
casi in Europa, immaginare di creare
una zona franca in tutta la regione. Un
territorio nel quale si applichi una fiscalità differenziata in relazione alle accise sui prodotti energetici (benzina,
gasolio, gas). Insomma, sulla parte che
si paga territorialmente sui consumi».
All’incontro di oggi ci sono diverse
regioni che, con finalità diverse, sollecitano il riconoscimento di «zona franca». Lo chiedono la Sardegna (come zona franca doganale), Gioia Tauro (per le
esportazioni), le regioni a Statuto spe-
ciale».
D’altronde in Europa ci sono diversi
riconoscimenti di questo tipo. «Il punto argomenta l’assessore Berlinguer - è che
non è possibile avere realtà differenziate per livello di sviluppo e mantenere
una tassazione omogenea. Ritengo importante andare verso un modello di
aiuto fiscale in aree, come la Basilicata,
in cui si produce la risorsa. Ovviamente
l’idea di puntare sul riconoscimento di
una fiscalità differenziata non c’entra
nulla con la questione delle royalty che
seguono un altro percorso».
D’altronde la Basilicata ha già conosciuto l’esperienza della «zona franca
urbana» di Matera (nell’ambito delle
aree qualificate come depresse). «Una
esperienza positiva - conclude Berlinguer - che segue gli ottimi risultati ottenuti dal modello francese al quale si
ispira».
COMUNI LA ZFU COPRE UN PERIMETRO CHE CORRISPONDE AL 30% DEL TERRITORIO CITTADINO
MATERA
Reinserita
nell’elenco
delle zone
franche
urbane dopo
le proteste
del Comune
Il caso della città di Matera
cancellata e poi reinserita
GIOVANNA LAGUARDIA
l Fino a questo momento in
Basilicata l’unico «tentativo» di
Zona franca Urbana è stato quello
relativo ad un’area del Comune di
Matera. La città dei Sassi, infatti,
era stata inserita nell’elenco delle
22 città che avrebbero dovuto usufruire degli sgravi in base alla legge finananziaria del 2007. Successivamente, però, il nome di Matera era stato «cassato» nel 2013,
pare per la fuoriuscita della Basilicata dalle zone Obiettivo 1. Da
quest’anno, però, il nome della città lucana torna tra quelli delle cit-
tà che possono godere delle agevolazioni contributive e fiscali
previste. L’amministrazione materana, infatti, ha subito contestato l’esclusione, inviando una lettera al ministero competente e,
per conoscenza, alla Regione Basilicata «in considerazione del fatto che le condizioni di debolezza
economica non erano affatto mutate dal periodo in cui la città era
stata inserita nel primo elenco di
Zona franca urbana compilato dal
Cipe e che, pertanto, la scelta di
escluderla era immotivata».
Le zone franche sono quartieri
o circoscrizioni con non più di
30.000 abitanti a cui il Governo ha
deciso di attribuire dei mezzi eccezionali per favorire la rivitalizzazione economica. La scelta delle
aree e avvenuta sulla base di parametri socio economici: numero
di abitanti per quartieri, numero
di disoccupati e numero di persone uscite anticipatamente dal
percorso formativo scolastico. Lo
spirito della legge e quello di accordare un regime di esonero contributivo e fiscale alle piccole imprese che si insediano nella zona
franca urbana (50 dipendenti al
massimo). In cambio le aziende
devono riservare il 30 % dei posti
l Le zone Franche Urbane
(Zfu) sono aree infra-comunali
di dimensione minima prestabilita dove si concentrano programmi di defiscalizzazione
per la creazione di piccole e
micro imprese.
Per il finanziamento del dispositivo, la legge finanziaria
2007 (L. 296/2006, art.1 comma
340 e successivi) ha istituito un
Fondo di 50 milioni di euro per
ciascuno degli anni 2008 e
2009.
La legge finanziaria 2008 (L.
244/2008, commi 561, 562 e 563)
ha confermato tale stanziamento e ha definito in maggior
dettaglio le agevolazioni fiscali
e previdenziali che, oggi, trovano la loro definizione particolareggiata all’interno del
Decreto Interministeriale 10
aprile 2013 in attuazione di
quanto previsto dall’art. 37 del
decreto-legge 18 ottobre 2012,
n.179.
L'individuazione delle Zone
Franche Urbane prevede agevolazioni fiscali e previdenziali
per rafforzare la crescita imprenditoriale e occupazionale
nelle micro e piccole imprese
localizzate
all’inter no
dell’Obiettivo
Convergenza,
nonché nel territorio dei comuni della provincia di Carbonia - Iglesias.
L'individuazione delle Zone
Franche Urbane prevede agevolazioni fiscali e previdenziali
per rafforzare la crescita imprenditoriale e occupazionale
nelle micro e piccole imprese.
Tali agevolazioni consistono
in: esenzione dalle imposte sui
redditi; esenzione dall'IRAP;
esenzione dall'imposta municipale propria; esonero dal versamento dei contributi sulle retribuzioni da lavoro dipendente.
Nel suo disegno definitivo, il
dispositivo approvato estende
l'ammissibilità ai benefici ad
aree urbane, caratterizzate da
significativi fenomeni di disagio sociale, individuate nel territorio di 33 comuni dell’area
dell’Obiettivo Convergenza e
nel distretto di Carbonia - Iglesias, mettendo a disposizione,
per quest’ultima, circa 124 milioni di Euro.
.
agli abitanti dei quartieri classificati come ZFU. Tale misura se
rispettata consente all'azienda di
estendere il regime di esonero
contributivo anche ai dipendenti
con residenza in altri quartieri.
Per l’amministrazione comunale
di Matera l’esclusione della città
dalle Zone Franche Urbane
«avrebbe penalizzato fortemente
l’intero territorio comunale poiché le agevolazioni previste per il
tessuto imprenditoriale della piccola e media impresa ( che costituisce il 95% delle nostre attività
produttive) sono immediatamente
applicabili in quanto si sostanziano in esenzione dalle imposte sui
redditi, esenzione dall’imposta regionale sulle attività produttive,
esenzione dall’imposta municipale IMU per gli immobili destinati
all’esercizio dell’attività economica, esonero dal versamento dei
contributi da lavoro dipendente».
Per Matera la zona franca è
all’interno di un perimetro che copre il 30 percento del territorio in
cui insiste l’80 percento delle nostre attività produttive.
RASSEGNASTAMPA
POTENZA CITTÀ I V
Venerdì 14 novembre 2014
POVERI E PRECARI
INFRASTRUTTURE
«Aeroporto Pontecagnano
operazione più complessiva»
NUOVA PROPOSTA DI LEGGE
PROTESTE
Le proteste
della platea
degli
ammortizzatori
sociali che si
sono
registrate
nell’ultimo
periodo
.
. «L’adesione di qualche giorno fa
alla società Consorzio Aeroporto Salerno-Pontecagnano, è avvenuta con la
sottoscrizione di quote consortili per
20mila euro». È quanto precisa in una
nota il presidente della Prima commissione consiliare, Vito Santarsiero. «È stata proprio la volontà della prima, seconda e terza Commissione, d’intesa con il
presidente Pittella, a confermare l’importo dei 20mila euro già deciso in Consiglio Regionale - precisa - e rinviare
ogni decisione sull’ipotizzato impegno
di sottoscrizione di quote per 2 milioni di
euro». «In ordine ai 9 milioni di euro da
impegnare per lavori di infrastrutturazione- aggiunge - rappresentano risorse a
valere su P.O.N «Infrastrutture e Reti»
che potranno essere utilizzati per potenziare la tratta ferroviaria fra Potenza e
l’innesto con lo snodo ferroviario della
Il
presidente
della Prima
commissione
consiliare,
Santarsiero
.
linea Battipaglia- Salerno al fine di ridurre i tempi di percorrenza, aumentare la
frequenza delle corse e migliorare la
qualità del servizio» «Ovviamente tale
impegno - conclude - deve essere parte
di un’operazione più complessiva che
deve vedere la Regione impegnata a sostenere l’infrastrutturazione e implementazione della Pista Mattei di Pisticci,
dell’aviosuperficie di Grumento Nova e
a favorire la migliore fruizione dell’aeroporto di Bari».
Un reddito minimo
di reinserimento
per creare lavoro
ANTONELLA INCISO
l «Ridare la dignità del
lavoro». A coloro che un lavoro lo hanno perso, a coloro
che un impiego non l’hanno
mai avuto, a coloro che per
motivi diversi non riescono a
trovarlo. Ridate la dignità del
lavoro trasformando il contributo pubblico che viene
erogato ai poveri in una sorta
di «mini-stipendio» per l’impegno nella cura della persona, nel decoro delle città e
delle campagne, nella manutenzione dell’ambiente.
È questo il «cuore» della
proposta di legge che i consiglieri regionali Paolo Galante (RI) e Francesco Pietrantuono (Psi) hanno presentato per la discussione in
Consiglio regionale in materia di reddito minimo d’inserimento. Una proposta che
avrebbe già trovato il sostegno di alcuni esponenti della
lista del Pd e della Lista Pittella con al centro una serie di
norme per mettere in campo
politiche attive del lavoro, ridefinendo il sistema del welfare. Dicendo stop all’assistenzialismo per favorire, al
contrario, l’impiego in attività di vario tipo.
Ampia la platea di persone
PROPOSTA DI LEGGE
Copes si cambia:
proposta dei consiglieri
Galante e Pietrantuono
a cui si rivolge la proposta di
legge: disoccupati di lunga
durata, coloro che non percepiscono gli ammortizzatori
sociali, giovani, precari e soggetti in condizione di particolare fragilità. Persone, insomma, a cui mancano pochi
anni per l’ottenimento della
pensione o persone, al contrario, che non hanno mai
lavorato o che «affrontano
una fase complicata per qualsiasi motivo». Per loro la proposta di legge ipotizza un’indennità giornaliera da corrispondere in cambio dello
svolgimento di un’attività lavorativa che potrà essere svolta nel «campo del sociale,
della manutenzione dell’ambiente, della cura della persona, del decoro della città e
della campagna e della cultura».
Ma non solo. Nel progetto
viene anche dato spazio alle
cooperative sociali che potranno essere composte dagli
stessi soggetti in collaborazione con enti pubblici al fine
di mettere in campo iniziative
finalizzate alla realizzazione
di attività di pubblica utilità.
«L’attuale crisi ha evidenziato la necessità di trovare
FORMAZIONE LA RIFORMA
Scuola
e lavoro
nuove
regole
spazi di efficienza e di competitività nel mercato del lavoro - viene spiegato nella
relazione alla proposta di legge - e nello stesso tempo la
consapevolezza che ci sia da
ridefinire un sistema di welfare. Un welfare che non assista, ma che parta da un
principio di giustizia sociale:
CRITERI
Interessati dall’iniziativa
i giovani e i fuoriusciti dal
mercato del lavoro
l’autonomia economica e politica che presuppone un reddito da lavoro». «Si pone la
necessità di rivedere il sistema di welfare che dall’assistenzialismo - continua ancora la relazione - si muova
verso la promozione di lavori
immediatamente destinati alla soddisfazione dei bisogni
sociali assoluti». Per questo,
quello che i consiglieri regionali Galante e Pietrantuno
hanno voluto proporre è «un
meccanismo che sotto la dicitura di reddito minimo di
inserimento individui percorsi di attivazione di redditi da
lavoro, offrendo un contributo al superamento del Copes».
Certo, restano da definire le
poste finanziarie. Ma su quelle dovrà decidere la Giunta.
Così come si dovranno definire ancora i tempi. Perchè
quella all’attenzione è ancora
un proposta di legge. Una
proposta che dovrà essere approvata prima in Commissione poi in Consiglio regionale. Anche se - come anticipato - qualche convergenza inizia già ad esserci. Da
parte del Pd e di altri esponenti della maggioranza.
Film Commission
ok al piano di attività
Dissesto, il 20 novembre
convocato il Consiglio
l La seconda Commissione consiliare permanente (Bilancio e Programmazione) presieduta da Gianni
Rosa (Lb-Fdi), riunitasi nel pomeriggio di ieri, ha approvato a maggioranza (favorevoli Bradascio- Pp,
Pietrantuono-Psi, Polese, Giuzio e Cifarelli-Pd, contrari Perrino-M5s, astenuti Rosa-Lb-Fdi, Mollica-Udc, Napoli-Fi e Romaniello-Sel) la delibera di
Giunta regionale con la quale si contribuisce al finanziamento del Piano
delle attività della Fondazione «Lucania Film Commission» per l’annualità 2014 per la somma di 750mila
euro.
Tra gli obiettivi specifici previsti
dal Piano il sostegno alla realizzazione di produzioni sul territorio regionale, la promozione di produzioni e
talenti lucani, la valorizzazione della
filiera dell’audiovisivo e del patrimonio storico-ambientale lucano, la
strutturazione e l’accesso ad una rete
capace di connettere gli operatori
della filiera, l’attivazione di corsi e
l Ci sarà un Consiglio comunale il
17 novembre ma si affronteranno
altre questioni. Il dissesto il Consiglio
comunale di Potenza lo affronterà
qualche giorno dopo.
Nella seduta
del 20 novembre,
giovedì
giorno in cui è
stata
fissata
una seduta ad
hoc sul bilancio. Tra una settimana, quindi,
il Comune si
troverà a vivere
uno dei momenti più delicati della sua
vita
ammini- Dario De Luca
strativa. I consiglieri comunali si troveranno a
decidere se votare o meno la bancarotta per il comune capoluogo. Una
scelta forse scontata, per la verità. Ma
che non potrà non avere ripercus-
progetti di formazione e didattica.
Sempre a maggioranza (favorevoli
Giuzio e Bradascio, contrari Napoli,
Rosa e Perrino, astenuto Mollica) l’organismo consiliare ha licenziato la
delibera di Giunta regionale riguardante l’assestamento e la variazione
al Bilancio di previsione 2014 e Bilancio
pluriennale
2014/2016
dell’Azienda di promozione territoriale di Basilicata (Apt). In merito alla
delibera di Giunta regionale sulla
indizione di gara mediante procedura
aperta per l'assunzione di un mutuo
per complessivi 4 milioni di euro
finalizzato all’acquisto di un immobile da destinare alla sede del Dipartimento provinciale di Matera
dell’Arpab, la Commissione non ha
potuto esprimersi in quanto, ai sensi
della normativa dei controlli sugli atti
degli Enti dipendenti dalla Regione, il
relativo termine è scaduto a causa del
ritardo con cui la risposta ai chiarimenti è giunta agli uffici della Commissione
sioni sui futuri rapporti politici. Perchè subito dopo la decisione sul crac,
si dovrà affrontare il nodo maggioranza e la relativa questione giunta.
Un aspetto non secondario se si considera che la
sintesi tra Fratelli d’Italia e
Partito democratico è difficilissima. Certo, forse alla fine le diplomazie prevarranno, ma sino ad
oggi gli accordi
non sembrano
possibili. Ed allora sono in
tanti a chiedersi cosa farà Dario De Luca? Se deciderà, in un
eventuale rimpasto di giunta, di tenere ancora Fdi dentro, aprire al Pd o
puntare i piedi per mettere insieme
entrambi i partiti.
l La quarta Commissione consiliare presieduta dal consigliere
Bradascio (Pp) ha audito l’assessore alla formazione Raffaele Liberali, sul disegno di legge sulla
riforma della formazione.
«L’apprendimento durante la
vita attiva – precisa l’assessore
Liberali – è assunto quale diritto
fondante la cittadinanza. Per l’assessore «il disegno di legge mira a
superare una formazione fine a se
stessa per divenire uno strumento di apprendimento finalizzato a
due obiettivi fondamentali: l’inserimento lavorativo e la crescita
individuale, coprendo l’insieme
delle fasi di transizioni fondamentali della vita, quali scuola –
lavoro, lavoro – non lavoro – quiescenza». «Fino ad oggi – sottolinea - si è avuto un approccio alla
formazione top down, ora, si avrà
un’offerta stabilizzata concepita
in base al repertorio disponibile.
Il ddl infatti, si pone quale finalità
quella di rendere operativo il repertorio dei profili professionali,
favorendo la massima accessibilità con bandi mirati all’occupazione reale. Finora – dice Liberali
- abbiamo avuto le Agenzie di formazione, le Agenzie del lavoro,
ma davvero poco orientamento
che, invece, costituisce momento
e strumento fondamentale per un
inserimento, ovvero reinserimento ‘intelligente’ e produttivo.
Allo stato attuale esiste l’azione
di back office, quando vi sarebbe
estremo bisogno di accedere al
front office con la innovazione e
l’indicazione delle linee guida.
Occorre indirizzare i giovani ed i
meno giovani verso la rotta delle
esigenze e articolazioni sul territorio. La ripartizione dei compiti rientra tra le responsabilità a
livello centrale e regionale, attuando il principio cardine del
superamento delle anomalie fin
qui riscontrate per andare verso
una Agenzia regionale in termini
di collegamento tra pubblico e
privato, stabilendone l’autonomia e tenendo nel massimo rilievo la necessità della valutazione». «Il disegno di legge in oggetto
– conclude ancora Liberali - cerca
di anticipare il momento con la
costituzione di una Agenzia regionale che tenga dentro i 3 elementi della politica del lavoro in
una logica di compartecipazione
tra pubblico e privato.
RASSEGNASTAMPA
VI I POTENZA CITTÀ
SCUOLA
QUALITÀ E SICUREZZA
Venerdì 14 novembre 2014
RAPPORTO
È l’esito del XV Rapporto Ecosistema
Scuola, indagine elaborata annualmente
dall’associazione Legambiente
SCUOLE Gli istituti potentini De Lorenzo l’Istituto per geometri) e l’Itc Nitti, Falcone, Racioppi
Scuole ecologiche e sicure?
Potenza bene, Matera no
Capoluogo 63esimo. La città dei Sassi è penultima (83esimo posto)
l Come sta la scuola lucana? Così così.
Molto male Matera, penultima nella graduatoria nazionale dei capoluoghi. Potenza
invece si distingue come esempio di buone
pratiche con “Scuole ecologiche, scuole sicure”. È il quadro che emerge dal XV Rapporto Ecosistema Scuola elaborato da Legambiente con il quale si fa il punto, ogni
anno, sulla qualità dell’edilizia scolastica,
delle strutture e dei servizi scolastici.
Matera e Potenza, presenti entrambi in
graduatoria, si posizionano rispettivamente all’83º e al 63º posto, in linea con le posizioni occupate lo scorso anno che ripropone Matera in penultima posizione nella
classifica dei capoluoghi. Una dato difficile
da digerire per Matera, Capitale europea
della cultura 2019, che - afferma Legambiente - «ci auguriamo sappia cogliere questa grande opportunità per investire
nell’edilizia e nei servizi scolastici ponendoli come priorità della propria programmazione finanziaria.
Dai dati raccolti emerge che più della
metà degli edifici scolastici sono stati costruiti dopo il ’90 (parliamo di circa il 55%) e
secondo criteri antisismici (47,3%). Considerando che tutte le scuole lucane si trovano in zona sismica, solo nell’84% degli
edifici è stata verificata la vulnerabilità sismica.
Le due amministrazioni, osserva ancora
legambiente, rimangono indietro sulla questione certificazioni: solo il 29% degli edifici
ha quello di collaudo statico, il 30% quello di
prevenzione incendi ma nessuno possiede
quello di agibilità. A questo va aggiunto che
il 38,2% ha bisogno di interventi urgenti di
manutenzione nonostante il 63,6% abbia
goduto negli ultimi 5 anni di interventi di
manutenzione. Tutte le scuole hanno però
provveduto a pianificare prove di evacuazione e a dotarsi di porte di sicurezza.
Pasti bio in tutte le mense scolastiche,
anche se resta ancora troppo alta la percentuale di piatti e bicchieri in carta o plastica (74,1%) contro lo 0,0% di stoviglie riutilizzabili o in materiali compostabili. Illuminazione a basso consumo nel 13,3% dei
casi ma raccolta differenziata nulla e solo
un piccolo accenno di rinnovabili con un
impianto geotermico in una scuola a Potenza.
Il monitoraggio eseguito per verificare la
presenza di amianto ha comportato la presenza di amianto nel 3,3% degli edifici e la
bonifica per il 10%. Nessun monitoraggio
per quanto riguarda la presenza di radon.
Situazione delicata per le scuole lucane
che si trovano in zona a rischio ambientale
dichiarato: il 12,7% tra 1 e 5 km da industrie
chimico-petrolifere e depositi gas, il 12,7% a
meno di 1 km dall’autostrada e il 13,3% a
ridosso di distributori di benzina.
«Una situazioni d’eccellenza che vogliamo segnalare - prosegue Legambiente - dove
la questione della sicurezza e della sostenibilità dell’edilizia scolastica non è un
Scuole
In Italia primeggia Trento. Lecce prima a Sud
Dal XV Rapporto Ecosistema Scuola di Legambiente emerge
una quadro non semplice in tutto il Paese sulla qualità dell’edilizia scolastica, delle strutture e dei servizi scolastici. Il 32,5% delle
scuole necessita di interventi di manutenzione urgente e il 41,2%
si trova in aree a rischio sismico, ma solo il 22,2% delle scuole ha
effettuato la verifica di vulnerabilità sismica. Diminuiscono in
media gli investimenti per edificio sia nella manutenzione straordinaria sia in quella ordinaria. Il Nord guida la graduatoria della
qualità dell’edilizia scolastica con Trento (1º), Pordenone (2º)
e Forlì (3º). Roma è 66º. Lecce (21°) è la prima tra le città del Sud.
SCUOLE Scuola elementare di via del Popolo a Potenza
obiettivo impossibile e dove l’impegno
dell’amministrazione pubblica fa la differenza, è il caso della Provincia di Potenza
che ha avviato già da diversi anni un progetto nel quale sono al centro dell’attenzione gli aspetti di stabilità strutturale, di
adeguamento degli impianti e di accessibilità degli edifici che ospitano le scuole
superiori».
Il riferimento è al «progetto Scuole ecologiche in scuole sicure» che ha visto, dal
2011, numerosi interventi realizzati. Eccone alcuni: adeguamento, sotto il profilo funzionale e impiantistico e rifacimento della
palestra dell’Istituto Commerciale e per
Geometri Gasparrini di Melfi; costruzione
di nuove sedi a Venosa del Liceo classico
statale Q. Orazio Flacco, dell’Istituto
d’Istruzione Superiore Tenente Remo Righetti di Melfi; dell’Istituto Tecnico Commerciale Leonardo Da Vinci di Potenza;
lavori di completamento per l’Istituto
d’Istruzione Superiore Carlo Levi di
Sant’Arcangelo; lavori di ristrutturazione
dell’antico convento dell’Istituto Alberghiero di Maratea; miglioramento sismico
dell’edificio e adeguamento impiantistico e
igienico-sanitario del Liceo Artistico di Potenza; miglioramento strutturale, adeguamento impiantistico ed eliminazione delle
barriere architettoniche, con riqualificazione ambientale, dell’Istituto Tecnico
Commerciale Francesco Saverio Nitti di
Avigliano.
POTENZA LE INIZIATIVE PER LA GIORNATA DEL DIABETE NELLE PIAZZE DELLA BASILICATA DA DOMANI
Un fumetto per informare
sui rischi del diabete infantile
l Il primo fumetto Lilly Disney
sulla salute «Coco e la festa di Pippo!» dedicato al diabete infantile
arriva a Potenza per la Giornata del
diabete.
La Giornata educazionale e la
presentazione del fumetto sono previste per domani al palazzetto dello
sportdi Rossellino con la partecipazione dei bambini di 16 Istituti
scolastici. Complessivamente oltre
250 bambini parteciperanno al percorso ludico educativo in programma. L’iniziativa, realizzata anche
grazie al contributo determinante
dei dirigenti scolastici degli Istituti
comprensivi che hanno preso parte
all’evento, si propone di spiegare
che cos’è il diabete giovanile, come
convivere con questa condizione
ma anche come favorire stili di vita
corretti che tutti i bambini dovrebbero seguire per allontanare op-
pure prevenire le future malattie
legate a obesità e sedentarietà.
L’Italia, tra l’altro, ha il più alto
tasso europeo di obesità infantile.
Grazie a una gestione corretta, a un
giusto stile di vita e alle terapie oggi
a disposizione è possibile condurre
una vita normale convivendo con la
condizione del diabete: crescere, socializzare e diventare grandi. Oltre
all’intento ludico educativo quindi,
la giornata vuole promuovere un
momento di incontro per lanciare
questi messaggi positivi. Contestualmente, infatti, si svolgerà anche una tavola rotonda relativa al
tema, con la partecipazione dei rappresentanti delle istituzioni regionali e comunali, dell’Azienda sanitaria di Potenza, delle società
scientifiche di pediatria e di endocrinologia pediatrica, dei pazienti e del mondo scolastico.
In molte città della Basilicata domani e il 16 novembre si terrà la
Giornata mondiale del diabete, manifestazione del Volontariato, l’unica fra le importanti «Giornate mondiali» nel campo della salute che
non chiede contributi ma regala
servizi alle persone interessate: incontri di formazione, distribuzione
di materiali e la possibilità di valutare correttamente il proprio rischio di sviluppare il diabete.
L’elenco completo degli eventi si
trova on line alla pagina www.giornatadeldiabete.it/piazze.
In Basilicata 40 mila persone sanno di avere il diabete e probabilmente altre 13 mila lo hanno sviluppato senza saperlo. Queste persone non sempre hanno una assistenza adeguata. Le Società scientifiche e le associazioni dei pazienti
chiedono alle Regioni di dare alle
persone con diabete gli strumenti
per curarsi: l'accesso agli specialisti, dove necessarie le «strisce»
per misurare la glicemia, i farmaci
appropriati. Per risparmiare, questi strumenti vengono centellinati.
Aumentano i diabetici e diminuiscono i diabetologi, sempre più persone devono misurare la glicemia
ma hanno sempre meno strumenti
per farlo.
INFORMARE
Un fumetto
informerà i
bambini sul
diabete
infantile.
Domani la
presentazione
a Potenza
.
TELEFONI L’ASS. BERLINGUER
Basta linee
mancanti
in Basilicata
l È partita ieri, per iniziativa della Regione, su sollecitazione dell’assessore al
territorio e all’ambiente, Aldo
Berlinguer, la campagna denominata diamo un segnale.
L'assessore ha scritto all'Agcom e poi al ministero
dello Sviluppo economico per
chiedere che intimino agli
operatori di telefonia mobile
di garantire la copertura non
solo in alcuni punti, ma sull'intero territorio.
Un «no» alla discriminazione che, di solito, colpisce
gli abitanti dei piccoli borghi,
delle zone rurali, spesso abbandonati in un deserto comunicativo.
Ma ci sono anche questioni
di sicurezza, per chi ad esempio resti in panne con l'auto in
una zona isolata, magari nella
neve, e non possa chiamare
aiuto.
Perché ogni cittadino lucano possa segnalare al Mise
il disservizio nella propria
zona, sul sito internet della
Regione Basilicata, all'indirizzo www.regione.basilicata.it è stato realizzato un banner.
Cliccandovi sopra, si aprirà
una pagina che spiega il senso
della campagna. La pagina
riporta anche la mail a cui i
lucani possono scrivere e un
link al testo della lettera firmata dall'ass. Berlinguer.
La campagna avviata serve
a far capire alle compagnie
che non possono consentirsi
di sottovalutare la Basilicata
e i suoi territori interni solo
perché poco popolati. Si tratta
di un servizio pubblico, e va
garantito a tutti nella stessa
maniera.
Torna a evidenziarsi il tema dei diritti di cittadinanza
attenuati, sulla base dei luoghi di nascita, di residenza o
di vita, a causa di servizi scontati in alcune aree del
Paese - che diventano invece
ordinariamente negati in altre latitudini.
RASSEGNASTAMPA
POTENZA E PROVINCIA I VII
Venerdì 14 novembre 2014
LAURIA RITA ZACCAGNINO NON SI ARRENDE E VUOLE CHE LE INDAGINI VADANO AVANTI
La vedova di Forastieri
«Giustizia per mio marito»
L’uomo ucciso quattro anni fa nel suo supermercato
INSIEME AL SINDACO Rita Zaccagnino e il primo cittadino Gaetano Mitidieri
PINO PERCIANTE
l LAURIA. «Che le indagini non si fermino e ci sia al più presto una svolta». Rita
Zaccagnino non si arrende. Pretende giustizia. Quattro anni fa (il 13 novembre 2010)
ha perso il marito, Giuseppe Forastieri, ucciso dentro il suo supermercato a Pecorone.
Un omicidio che ha sconvolto Lauria, ma
ancora senza un colpevole.
«Alla morte di mio marito va data giustizia». Rita lo dice a margine dell’incontro
di ieri sera nella scuola elementare di Pecorone per ricordare suo marito e Giuseppe
Palagano, l’operaio (anch’egli di Lauria)
morto a marzo mentre lavorava nel cantiere
della galleria «Renazza» sulla A 3. «Vogliamo ricordare non solo le persone ma anche
gli eventi – ha detto il referente di Libera
Gerardo Melchionda -. Infatti, abbiamo dato
il primo riconoscimento non ad una persona ma ad una storia tragica, ossia la morte di un operaio sul lavoro». La moglie di
Forastieri ha consegnato il riconoscimento
in ricordo di suo marito Pino alla figlia di
Giuseppe Palagano. E Pino Forastieri e Giuseppe Palagano sono stati ricordati anche
dal sindaco Gaetano Mitidieri per il quale
«questi momenti devono servire soprattutto per non dimenticare le cause che provocano tragedie come queste. Agli interessi
bisogna sempre anteporre l’attenzione per
Ieri sera un incontro nella
scuola elementare di
Pecorone per ricordare anche
l’operaio morto a marzo
la persona. Attenzione che non deve mancare mai, né da parte delle istituzioni né da
parte dei cittadini, i quali spesso pur vedendo che le cose non vanno non denunciano. C’è rammarico – ha aggiunto il sindaco -per quanto a distanza di 4 anni non si
riesce ancora a sapere ma confidiamo che le
indagini condotte da magistratura e carabinieri facciano emergere al più presto la
verità sull'omicidio di Pino e portino giustizia ai familiari e alla sua comunità».
Al ricordo di Forastieri e Palagano si è
associato anche il parroco don Adelmo Iacovino: «La memoria per noi cristiani non è
un semplice ricordo ma un fatto che è accaduto nel passato, vive nel presente ed è
Consegnato un le altre notizie
riconoscimento alla figlia di LAURIA
Giuseppe Palagiano vittima CORPO FORESTALE
in un cantiere dell’«A3» Catturano 25 cardellini
proiettato verso il futuro. Queste due persone sono vissute, hanno completato la loro
vita: noi le ricordiamo attraverso le qualità
che loro avevano e naturalmente dobbiamo
educare i figli e i nipoti a vivere i loro
parenti per le qualità che loro possedevano,
al di la della grande speranza cristiana della
resurrezione». Il 13 novembre 2010 veniva
ucciso a colpi di pistola nell’ufficio del suo
supermercato Giuseppe Forastieri. Quattro anni dopo dell’assassino non c’è ancora
una pista concerta. Ma l’impegno di chi
indaga (Procura e carabinieri) non è mai
venuto meno. L’indagine non è facile perché
fin dall’inizio gli elementi a disposizione
degli investigatori sono scarsi.
ROTONDA OGGI L’ILLUSTRAZIONE. SI GUARDA ALLA VALORIZZAZIONE DEGLI AMBIENTI NATURALI DEI 56 COMUNI DELL’OASI
Parco del Pollino, arriva
la Carta europea
de turismo sostenibile
l Investimenti, tra pubblico e
privato, progetti di valorizzazione degli ambienti naturali e dei 56
comuni del Parco del Pollino. La
Basilicata del sud e la Calabria
del nord godranno d’ora in poi di
un «vestito» del tutto nuovo in
tema di certificazione della qualità ambientale dell’area protetta
calabro-lucana, che dovrà essere
mantenuto conforme ai precetti
dettati da Europarc per rimanere
nell’olimpo delle aree protette
d’Europa. Al Parco del Pollino è
stata, infatti, concessa la Carta
Europea del Turismo Sostenibile.
L’importante notizia sarà illustrata oggi, ore 15, presso la sala
riunioni della Comunità del Parco, a Castrovillari (Palazzo Gallo)
presidente e dal direttore dell’Ente Parco Nazionale del Pollino,
Domenico Pappaterra e Annibale
Formica, alla presenza dei presidenti dei Parchi nazionali del
Sud Italia che sempre oggi si riuniranno nello stesso posto per un
incontro operativo sulla partecipazione delle aree protette del bacino del Mediterraneo a
Expo2015.
Il Parco del Pollino ha aderito
alla Carta Europea del Turismo
Sostenibile nella convinzione che
questo strumento rappresenti un
efficace modello di cooperazione
con la propria comunità e fornisca un supporto essenziale per
accrescere la qualità dell’offerta
turistica, anche perché rappresenta un importante momento di
dialogo tra il Parco e la sua Comunità. Concessa il 7 novembre
scorso, la Carta sarà materialmente consegnata durante una
cerimonia l’11 dicembre a Bruxelles e dovrà essere sottoposta a
rinnovo dopo cinque anni. Il processo di definizione della strategia e del Piano d’Azioni (61 azio-
TURISMO
SOSTENIBILE
Il Pollino
ni) per aderire alla CETS è iniziato ad aprile 2012 e si è concluso
a dicembre 2013 con la valutazione da parte del valutatore spagnolo Josep M. Prats Santaflorentina.
Tra le azioni degne di nota vi è
l’intenzione del Parco di acquisire i terreni compresi all’interno
di alcune delle aree di maggiore
interesse naturalistico e paesaggistico al fine di poter realizzare
una più continua ed intensa politica di tutela e valorizzazione. In
particolare nelle aree dei boschi
di quota e del piano poste nel cuore del Parco, intorno ai Piani di
Pollino (risorse stimate 4milioni
e mezzo di euro). Ma vi è anche il
monitoraggio degli incendi; la tu-
tela della Valle dell’Argentino; la
regolamentazione delle attività
che si svolgono sul fiume Lao; la
georeferenziazione degli alberi
«Padri», ovvero di quelli secolari
e monumentali, ed altri. Saranno,
poi, continuate le indagini sulla
percezione dei visitatori (ma anche quella della popolazione) e
sulle caratteristiche della domanda turistica; incrementata l’accessibilità delle aree naturali e
dei servizi e resa il più possibile
aperta la fruizione del territorio
del Pollino.
Tra le azioni chiave rientra anche quella da poco varata del Marchio del Parco e diverse altre che
riguardano il turismo culturale e
i co-eventi organizzati dal Parco.
denunciate due persone
dal Corpo Forestale
n A Lauria il Corpo forestale
dello Stato ha denunciato
due persone, che avevano catturato 25 cardellini (specie
protetta della Convenzione
di Berna), poi liberati e reintrodotti nel proprio habitat
naturale. Gli agenti della Forestale hanno sequestrato
tutto il materiale utilizzato
dai due – provenienti dalla
provincia di Napoli – per catturare illegalmente i cardellini.
SENISE ANGELO SUMMA DELLA CGIL
Rifiuti, «opificio no
meglio impianti
di compostaggio»
l La Cgil di Potenza e la Camera di lavoro di Senise esprimono
forti perplessità sulla realizzazione dell’opificio per il trattamento
rifiuti di Senise. Il progetto prevede la realizzazione, nella zona
industriale, a ridosso di aree agricole e della diga di Montecotugno, di un impianto multifunzione per il trattamento di
diverse di tonnellate di Rifiuti Solidi Urbani e relativa produzione
di CSS (Combustibile solido secondario).
«ll trattamento meccanico - dice Angelo Summa segretario
generale Cgil Potenza - è una scelta primitiva e che non dà nessun
contributo al raggiungimento dell’obiettivo del 65% di raccolta
differenziata. Le più recenti direttive europee - continua Summa indicano che le discariche vanno via via chiuse e gli inceneritori
devono essere utilizzati in maniera sempre più residuale. Ma,
soprattutto l’Unione europea si è data l’obiettivo di una “società
del riciclaggio con un alto livello di efficienza”, cercando di
limitare la produzione di rifiuti e di utilizzarli come risorse. A
Senise siamo in presenza di un impianto di notevoli dimensioni,
destinato ad un volume abnorme di rifiuti da trattare, che richiede
un investimento economico (si tratta di circa 20 milioni di euro)
che ben potrebbe essere utilizzato nella realizzazione di impianti
di compostaggio in numero adeguato a rendere autosufficiente la
Basilicata. Con la stessa cifra potrebbero essere realizzati almeno
5 impianti di compostaggio, praticamente tutti quelli necessari a
rendere autosufficiente la Basilicata per il trattamento della
frazione organica dei rifiuti con molti più occupati».
VAGLIO CELEBRATA «LA GIORNATA DEL RINGRAZIAMENTO». INCONTRO COL MONDO AGRICOLO
Cerimonia per benedire
i frutti della terra
e nutrire il pianeta
MARATEA L’ARTERIA ERA CHIUSA DAL 7 NOVEMBRE PER CADUTA MASSI
La strada statale «18»
riapre al traffico
a senso unico alternato
l Si è celebrata a Vaglio Basilicata, la «giornata
del ringraziamento». L’iniziativa voluta dall’Arcidiocesi di Acerenza è servita per benedire i
frutti della terra e rinnovare con la preghiera
l’annuale appuntamento con il mondo agricolo.
Presenti all’evento il direttore dell’ufficio diocesano per i problemi sociali e il lavoro, don
Giordano Stigliani, l’amministratore diocesano,
don Filippo Nicolò, il parroco, don Teodosio Avigliano, e gli amministratori locali. La manifestazione ha avuto inizio con la benedizione dei
mezzi agricoli seguita dalla celebrazione eucaristica, al termine della quale si è svolto un incontro, frutto della collaborazione della comunità parrocchiale e di tutte le associazioni presenti in paese. Le radici della «giornata del ringraziamento» in Italia risalgono al 1951.
l MARATEA. Gli abitanti di Maratea possono tirare un sospiro di sollievo. Da mercoledì
sera è di nuovo transitabile, seppure a senso
unico alternato (con l’ausilio di un semaforo),
la statale 18 al km 223 all’altezza della frazione
di Acquafredda.
La strada era stata chiusa il 7 novembre
scorso per la caduta di massi dal sovrastante
costone roccioso. Il dipartimento infrastrutture della Regione ha completato i lavori di
messa in sicurezza sul costone eliminando gli
altri massi pericolanti e installando nuove reti
paramassi.
L’Anas ha comunicato che il senso unico
alternato è una soluzione provvisoria in attesa
che la Regione completi il montaggio delle reti
paramassi lungo il costone.
LA CERIMONIA Giornata del ringraziamento
Da allora ogni anno viene celebrata la seconda
domenica di novembre. Il messaggio di quest’anno dei vescovi italiani «benedire i frutti della
terra e nutrire il pianeta» si inserisce nel tema
che precede di alcuni mesi l’apertura di Expo
Milano 2015 «Nutrire il pianeta. Energia per la
[a.bocc.]
vita».
L’ARTERIA Il masso caduto sulla ss 18
Intanto, gli abitanti e gli operatori turistici
della «Perla del Tirreno» chiedono interventi
definitivi.
Il traffico periodicamente subisce interruzioni sulla statale «18» per la caduta di massi
causando notevoli disagi alla viabilità.
[p.perc.]
RASSEGNASTAMPA
VIII I POTENZA E PROVINCIA
Venerdì 14 novembre 2014
LAGOPESOLE «SPOSTACI IN CENTRO»: ENNESIMA RICHIESTA AL SINDACO
.
Fiere e mercati in periferia
sale la protesta
di commercianti e cittadini
.
BANCARELLE
E PROTESTE
Ennesima
richiesta al
sindaco Di
Avigliano dei
commecianti
per far
tornare nel
luogo
originario gli
appuntamenti
mensili e le
due fiere
annuali
«In questo modo, l’economia locale cola a picco»
ANTONIO PACE
l LAGOPESOLE. Fiera e mercato non
devono avere un’ubicazione diversa. Così
sentenziò il sindaco di Avigliano, Vito
Summa, seguendo le orme del precedente
assessore al Commercio. Collocati lungo la
Via Leopardi di Lagopesole sono da anni
poco funzionali e scarsamente produttivi
per i commercianti del posto. Anzi, per
dirla tutta, sono da ostacolo e da impedimento alla circolazione dei veicoli dei
tanti abitanti della zona, che in occasione
di fiere e mercati restano intrappolati nelle
case con le loro auto e non possono spostarsi.
Se qualcuno ci prova, come peraltro è
avvenuto, appena fuori dalla propria dimora viene bloccato dai vigili e sanzionato
a dovere. Inviti e consigli per far tornare
nel luogo originario gli appuntamenti
mensili e le due fiere annuali sono caduti
ovviamente nel vuoto. E’ ormai leggendaria l’insensibilità dell’ amministrazione
comunale di Avigliano rispetto alle pur
legittime richieste della popolazione di Lagopesole. Quando furono istituiti i mercati
mensili della quarta domenica prima e del
quarto sabato dopo, si scelsero come luogo
ideale per il loro svolgimento le principali
e centrali strade del paese.
Larghe e spaziose consentivano l’installazione di baracche e punti vendita senza
creare disagi a chicchessia, compresi i
commercianti del posto che si affacciavano
con i loro negozi tra le strutture mobili
degli ambulanti. Le auto dei consumatori
trovavano parcheggio in altre strade cittadine e tutto si svolgeva con la massima
tranquillità.
Poi, intervenne la decisione di spostare
fiere e mercati lungo la Via Leopardi, alla
periferia del paese e si va ormai avanti in
questo luogo senza riflettere sulle ricadute
che potrebbero avere le ricorrenze sull’economia locale. Brutalmente, si può dire che
prima ai commercianti e ai cittadini di
Lagopesole conveniva trovare dinanzi ai
propri negozi e case i punti vendita degli
ambulanti, perché richiamavano gente.
Ora, invece, l’economia locale non ricava
un bel niente. Chi ci guadagna è solo il
solito Comune di Avigliano che incassa le
quote per l’occupazione dei suoli indipendentemente da dove sono collocati i box.
Ora, però, commercianti e cittadini di
Lagopesole non ne possono più. Non sopportano di essere sempre ignorati dal sindaco e dalla Giunta comunale. In fondo,
non reclamano nulla: un semplice spostamento logistico che non ha riflessi negativi
per nessuno. Neppure per chi dovrà decidere e come al solito alza il muro dell’indifferenza e della negligenza quando le
richieste arrivano al di qua del Monte Carmine.
VILLA D’AGRI DOMANI E DOMENICA. L’OBIETTIVO È PUNTARE SUI MERCATI NAZIONALI E INTERNAZIONALI
Nella 3° fiera del tartufo
in vetrina la qualità
Grande occasione per rilanciare il tubero lucano
l Domani e domenica a Villa D’Agri,
piazza Zecchetin, si tiene la «3° fiera del
tartufo lucano». L’Associazione Libertas
Vertina di Marsicovetere (che già organizza la rassegna estiva), promuove l’iniziativa. Si è deciso di organizzare la fiera
in questo periodo perché proprio i mesi
autunnali rappresentano la stagione migliore per la ricerca del delizioso prodotto.
Questa della fiera per gli organizzatori
dev’essere il primo passo per giungere ad
un marchio di qualità del prodotto tartufo
lucano e della Val D’Agri. Se la mani-
POTENZA CAAF CGIL
festazione estiva è rivolta soprattutto ai
fini turistici e gastronomici, la manifestazione della Fiera del Tartufo è diretta
soprattutto a coloro che devono portare il
tartufo lucano dal ricercatore tartufaro ai
grandi mercati italiani ed internazionali.
Se la manifestazione estiva fa conoscere le
enormi potenzialità gastronomiche del
tartufo, la manifestazione fieristica (ecco
perché è stato scelto il periodo autunnale,
quando il tartufo viene trovato) deve permettere ai veri operatori del prodotto tartufo di conoscere la qualità, la preliba-
tezza, le varie sfaccettature e potenzialità
del tubero lucano e della Val d’Agri.
L’obiettivo principale è quindi, quello di
valorizzare, diffondere, pubblicizzare e
commercializzare un prodotto come il tartufo lucano e della Valle dell’Agri molto
pregiato e già molto richiesto dal mercato.
Il tartufo presente in Lucania, Val D’agri e
nella montagna del Volturino è di ottima
qualità. e di vario tipo. Dopo i saluti del
sindaco Cantiani, non mancheranno nella «due giorni», convegni sulla filiera, cena benefica, giochi e visite guidate.
POTENZA PER IL WORKSHOP DEL 19 NOVEMBRE
LAVELLO FORMAZIONE EUROPEA STUDENTI IMPEGNATI PER 3 ANNI
Al progetto «Erasmus»
ci sarà il Comprensivo
FRANCESCO RUSSO
l LAVELLO. Una scuola di Lavello parteciperà ad un’iniziativa di
formazione a livello europeo, che
terrà impegnati gli studenti per i
prossimi tre anni. La Commissione
europea per l’istruzione, infatti, ha
approvato la proposta presentata
dall’Istituto comprensivo statale 1
di Lavello, ai fini della partecipazione al Progetto «Erasmus Plus»,
che nell’ambito dell’azione innovativa «KA2, Strategic Partnerships
for School Education» coinvolgerà
in tre anni scuole non solo italiane,
ma anche polacche, ungheresi, turche, portoghesi, greche e tedesche.
«Siamo veramente soddisfatti e
orgogliosi, che il nostro programma sia stato selezionato per partecipare a questo partenariato strategico, il cui obiettivo principale è
quello di sviluppare le competenze
trasversali al fine di promuovere la
leadership e lo spirito imprenditoriale nell’istruzione secondaria»,
commenta Lucia Scuteri, dirigente
scolastico dell’istituto lavellese. Il
progetto dell’Istituto comprensivo
1, dal titolo «Save today-survive tomorrow» è stato presentato al sindaco Altobello e alla locale amministrazione nel corso di un incontro che si è tenuto nell’aula consiliare del Comune di Lavello.
«La lingua utilizzata da docenti e
alunni, sia negli scambi tra di loro
che nella produzione di elaborati spiega la dirigente Scuteri - sarà
l’inglese, che sarà affiancato, a volte, dalla lingua del proprio Paese. Le
principali finalità che ci si propone
di perseguire con il progetto sono le
seguenti: promuovere la cultura del
risparmio energetico e della cura
dell’ambiente; favorire la conoscenza e la pratica quotidiana del riciclaggio; suscitare - sottolinea Scuteri - l’interesse dei ragazzi intorno
all’energia verde; sviluppare l’attitudine alla raccolta differenziata
come pratica quotidiana».
Tante, le iniziative che saranno
messe in campo, dalla realizzazione
di un logo alla diffusione delle attività attraverso i social network ed
il web; dalla produzione di oggetti
con materiale riciclato alla realizzazione di documenti multimediali,
di brochure e di un dizionario multilingue. Ma non è tutto. Nell’arco di
tre anni sono in programma «sei
mobilità per docenti e studenti di
terzo anno della scuola secondaria
di primo grado», saranno piantati
dieci alberi come simbolo di interesse e cura verso l’ambiente e ci
saranno iniziative formative sul tema dell’ambiente come bene comune. Sono previste inoltre lezioni
interdisciplinari su «come insegnare imprenditoria e risparmio energetico» e si punterà alla produzione
di dvd e di dispositivi dimostrativi
di risparmio energetico o di salvaguardia dell’ambiente». Associazioni, aziende, scuole ed enti pubblici sono stati tutti invitati a dare
un sostegno.
OPPIDO LUCANO OGGI A ROMA. SI TRATTA DI PASQUALE POLOSA
Risparmio energetico
un bando regionale
le domande
dal 17 novembre
ShellInventaGiovani All’«Oscar green 2014»
aperte le iscrizioni
c’è anche un’azienda lucana
l Caaf Cgil un bando per il risparmio energetico. Dal 17 novembre è possibile presentare le domande. «La Regione Basilicata mette a disposizione
10 milioni di euro, per l’efficientamento energetico degli edifici tramite una
serie di misure finalizzate a ridurre i
costi dell’energia. Sarà possibile consegnare la domanda dal 17 novembre
2014 al 19 gennaio 2015», così il presidente del Caaf Cgil Basilicata Michele Andriulli.
L’obiettivo della misura varata dalla
regione Basilicata, che condividiamo
in pieno, è un effettivo risparmio sulle
bollette di luce e gas, intervenendo
sulle abitazioni private con un grande
piano diefficientamento energetico.
Diversi gli interventi inclusi: dall’installazione degliimpianti fotovoltaici,
all’installazione degli impianti solari
per la produzione di acqua calda per
usi sanitari, dagli interventi di miglioramento delleprestazioni energetiche dell’involucro edilizio a quelli
per ottimizzare la resa degli impianti
diclimatizzazioneinvernale fino all’installazione di sistemi di riscaldamento
alimentati a biomasse combustibili.
l Sono aperte le iscrizioni al Workshop «Idee Brillanti» del programma Shell InventaGiovani, che si terrà
il giorno 19 Novembre 2014, presso
l’Aula Multimediale dell’Università
Degli Studi della Basilicata, in contrada Macchia Romana, sede di Potenza. La partecipazione al Workshop
è completamente gratuita.
Per iscriversi al Workshop basta
andare sul sito internet: www.inventagiovani.it, oppure chiamare al numero di telefono: 0975/354135 entro e
non oltre il giorno 17 Novembre 2014.
Shell InventaGiovani, programma
per la Basilicata, di Shell Italia E&Pè
parte del progetto Shell LiveWIRE,
un programma di investimento sociale e sviluppo sostenibile promosso
da Royal Dutch Shell e svolto in partnership esclusiva con una società no
profit inglese leader nel campo dello
sviluppo economico. Si tratta di
un’iniziativa, lanciata nel Regno Unito nel 1982, volta a promuovere e supportare l’imprenditorialità giovanile
e che mira ad aiutare i giovani di tutto
il mondo a valutare se l’avvio di un’attività imprenditoriale possa rappre-
sentare per loro una carriera percorribile e realizzabile.
L’obiettivo del progetto è dare supporto, formazione e fornire servizi di
orientamento e consulenza ai giovani
potenziali imprenditori di domani,
che abbiano un’idea di business.
Tutti i progetti LiveWIRE del mondo condividono alcune caratteristiche, attività e servizi. L’approccio allo
sviluppo e all’implementazione del
programma in ogni singolo Paese è
però unico e specifico, garantendo così il rispetto della cultura, delle tradizioni e del contesto locale.
InventaGiovani quindi è parte di
un progetto globale che coinvolge ad
oggi 14 Paesi in tutto il mondo, ma
propone attività di formazionespecifiche per i giovani domiciliati in Basilicata di età compresa tra i 18 e i 35
anni, ponendo l’accento sulla vocazione territoriale e sulle esigenze imprenditoriali e lavorative della popolazione giovanile lucana. Il programma è patrocinato da Regione Basilicata, Confindustria Basilicata e
dall’Università degli Studi della Basilicata.
l Anche quest’anno una giovane
realtà imprenditoriale lucana è finalista del concorso nazionale «Oscar
green 2014».
Si tratta dell’azienda agricola Pasquale Polosa di Oppido Lucano. Apre
dunque oggi il salone «Il Made in Italy
creativo che batte la crisi».
La prima giornata del concorso nazionale è dedicata ai giovani italiani
che in tutte le Regioni non cercano il
lavoro ma lo inventano, creando sviluppo ed occupazione sul territorio
nazionale con la dimostrazione di
esperienze concrete, consigli pratici e
il primo studio su «L’impatto della
crisi sulle scelte professionali dei giovani italiani», alla vigilia della conclusione della consultazione pubblica
«la buona scuola».
L’appuntamento con le storie di chi è
rimasto in Italia per essere protagonista di una svolta generazionale
anche nell’economia è stamani alle ore
9,30 apresso il Centro Congressi «Rospigliosi» di Roma dove saranno esposte, con dimostrazioni pratiche, le
esperienze di successo più innovative
dei giovani finalisti al concorso’
«Oscar Green», il premio per l’innovazione con l’Alto Patronato del
Presidente della Repubblica.
Anche quest’anno la Basilicata ha
un proprio rappresentante nella corsa
per l’Oscar Green Categoria Stile e
Cultura di Impresa: l’Azienda Agricola
Pasquale Polosa di Oppido Lucano, che
coltiva in particolar modo canapa
(cannabis sativa).
Ad incontrare gli Steve Jobs del
Made in Italy ci saranno tra gli altri
Maurizio Martina (Ministro delle Politiche Agricole), Stefania Giannini
(Ministro della Pubblica Istruzione),
Marco Gay (Presidente Giovani Confindustria), Maria Letizia Gardoni (delegata Coldiretti Giovani Impresa) e
Roberto Moncalvo (Presidente Coldiretti) che discuteranno su «La via
italiana al progresso» per conciliare la
crescita del Pil al benessere. Sarà
presente il segretario generale della
Cei, monsignor Nunzio Galantino.
Con l’occasione sarà presentato il
primo studio su «L’impatto della crisi
sulle scelte professionali dei giovani
italiani» nell’ambito del Dossier su
«Lavorare nella green economy».
RASSEGNASTAMPA
MATERA CITTÀ I IX
Venerdì 14 novembre 2014
LE ZONE INDUSTRIALI
RIUNIONE DEGLI OPERATORI
Gli imprenditori si sono autoconvocati per
nuovamente il problema. E per
NUOVI APPELLI PER UN SOSTEGNO denunciare
l’allacciamento al gas che costa tantissimo
La sicurezza che non c’è
imprenditori esasperati
Furti nell’area di La Martella, ennesimo appello da chi produce
ENNESIMA
DENUNCIA
La mancanza
di sicurezza
a La Martella
è stato
il motivo
principale
dell’incontro
di gran parte
degli imprenditori
insediati
nella zona
(30 su 52).
Un’autoconvocazione
in piena
regola,
tenutasi
nella sede
dell’azienda
Ferrowork
EMILIO SALIERNO
l Quelle immagini viste grazie alle telecamere li hanno davvero spaventati. Gli
ultimi assalti dei ladri nell’area industriale
di La Martella hanno fatto aumentare la
tensione tra gli imprenditori della zona
produttiva. Assistere a dei veri e propri
«commando» all’opera mentre assaltano le
strutture aziendali non è roba su cui si può
sorvolare tanto facilmente.
La mancanza di sicurezza in quella zona
è stato il motivo principale di un incontro
tra gli imprenditori di La Martella (30 su 52
erano presenti). Un’autoconvocazione nella sede della Ferrowork.
Gli imprenditori sono esasperati per i
furti che subiscono e soprattutto per le
modalità particolarmente spavalde con cui
i ladri agiscono. Insomma, non ne possono
più di quanto accade da quelle parti, dopo
numerosi appelli sulla questione.
Se a questo si aggiungono altri elementi
che incidono negativamente sull’attività
produttiva, allora il quadro negativo è completo. A La Martella, l’altra sera, è stata
anche discussa la vicenda del metano, che è
finalmente arrivato nell’area industriale,
ma non basta perché per poterlo utilizzare
bisogna pagare l’ira di Dio.
«La società che si è aggiudicata la gara hanno rilevato i titolari delle aziende - chiede costi esagerati per l’allacciamento, in
particolare per l’acquisto del gruppo di
riunione». E poi le spese di gestione per i
servizi del Consorzio industriale, tra cui
pubblica illuminazione, manutenzione del
verde e delle strade: «Paghiamo due volte
per gli stessi servizi - hanno ribadito - in
quanto versiamo il contributo al Consorzio
e quello per la Tasi, cioè la Tassa sui servizi
indivisibili, al Municipio».
Un altro aspetto sollevato è quello della
fibra ottica. In questo caso, tuttavia, pare
che che la soluzione sia dietro l’angolo perchè l’affidamento della rete è imminente.
Ma l’assillo più forte per le aziende sono i
furti. Non è accaduto granché dopo le ultime scorribande e le sollecitazioni per la
sicurezza arrivate da più parti. E così spes-
GLI ASSALTI
Le immagini delle bande
all’opera incutono
oramai terrore
so si parla di La Martella e Jesce come di
terre di nessuno. Mesi fa, i responsabili di
20 aziende si riunirono per capire come
frenare gli assalti. E l’altra sera, nel nuovo
confronto a La Martella, hanno ribadito «di
essersi espressi sin troppo su questa vicenda», chiarendo che «alle già note dif-
ficoltà che subiamo a causa del contesto
economico non favorevole, non possiamo
aggiungere i danni derivanti dai furti». I
«colpi» in danno delle aziende sono spesso
consistenti. Un salottificio lamentò una
perdita di circa 200mila euro. Le bande,
quando agiscono, lo fanno in maniera indisturbata, portando via tutto ciò che riescono a caricare sui mezzi pesanti a bordo
dei quali piombano nella zona industriale.
Il servizio privato di vigilanza copre la
fascia oraria dalle 21 alle 6, ma dal lunedì al
venerdì, e con le aziende chiuse negli altri
giorni, i ladri hanno gioco facile. La storia
delle aree industriali di Matera è stata costellata di numerosi problemi, basti pensare alla questione, che a lungo ha tenuto
banco, della gestione dei rifiuti. Intanto, sul
problema della sicurezza, Confapi e Confindustria stanno per chiedere un incontro
al Consorzio per lo sviluppo industriale.
OPERE STRADALI INCONTRO TRA CONFAPI E ANAS
«I diritti di subappaltatori
e fornitori del settore lavori
pubblici vanno tutelati»
l Salvaguardare il tessuto delle piccole e
medie imprese locali che operano nel settore dei
lavori pubblici, con particolare riguardo per
quelli stradali. Questo il tema al centro dell’incontro promosso da Confapi Matera tra i vertici
dell’associazione, le imprese che operano nella
segnaletica stradale e il Compartimento Anas di
Basilicata.
Il presidente della sezione edili, Michele Molinari, dato atto all’ing. Roberto Sciancalepore
della volontà dell’Anas di sostenere insieme
all’associazione un’interlocuzione all’insegna
del dialogo, ha sottolineato l’urgenza di perseguire l’obiettivo comune di tutelare il territorio guardando con attenzione anche alle
piccole e medie imprese. Il presidente ha infatti
evidenziato come la sofferenza delle grandi imprese vincitrici degli appalti finisca per scaricarsi quasi completamente sui fornitori e subappaltatori. È noto che i subappaltatori, ma
soprattutto i fornitori, sono l’anello debole della
catena in quanto scarsamente tutelati dalle norme legislative e contrattuali, quando non debbano anche scontrarsi con l’atteggiamento poco
collaborativo dei committenti.
Solo in provincia di Matera sono numerosi gli
esempi in cui le grandi imprese hanno accumulato debiti verso fornitori e subappaltatori,
lasciando i primi sul lastrico perché privi di
tutela giuridica e destinando ai secondi le briciole che residuano dalle ormai abusate procedure di concordato preventivo.
La normativa vigente prevede il pagamento
diretto dei subappaltatori. Per i fornitori la
situazione è peggiore, non avendo essi altra
tutela giuridica se non quella meramente civilistica delle procedure esecutive.
INFRASTRUTTURE SU INIZIATIVA DELLA SOCIETÀ WIN FLY CHE GESTISCE L’AVIOSUPERFICIE
INFRASTRUTTURE DOPO IL DENARO DELLA REGIONE A PONTECAGNANO
Santarsia: «Una battaglia vinta dal Consorzio industriale»
La Cisl: «L’aviosuperficie
deve diventare
aeroporto della regione»
Domani pista Mattei a porte aperte
per mostrare le sue potenzialità
PIERO MIOLLA
l Un’open day per mostrare le potenzialità di quello che potrebbe diventare l’aeroporto di Basilicata. È in programma domani sull’aviosuperficie “Mattei” di Pisticci, su iniziativa della Win Fly, la società che
gestisce l’infrastruttura di proprietà del
Consorzio per lo sviluppo industriale.
La pista Mattei, dunque, apre le sue porte:
dalle 9 saranno organizzati voli dimostrativi con
un aereo da 9 posti, alcuni velivoli da 2/4 posti,
elicotteri e persino una
mongolfiera. All’iniziativa parteciperanno i parlamentari lucani, l’assessore regionale alle Infrastrutture Aldo Berlinguer, consiglieri regionali, sindaci dell’area
jonico-basentana e limitrofe, oltre che imprenditori e operatori turistici. In dubbio la
presenza del presidente della Regione, Marcello Pittella, impegnato altrove.
Condizioni meteo permettendo, il primo
decollo avverrà alle 9.30 in punto: ne seguiranno poi altri due a distanza di circa
un’ora l’uno dall’altro. Alle 13, invece, sarà
allestito un buffet e, subito dopo, nella sala
di attesa passeggeri, sarà organizzato una
breve conferenza stampa per illustrare le
attività e le linee guida messe in campo dalla
Win Fly per la gestione dell’aviosuperficie.
«L’obiettivo della Win Fly e del Consorzio
per lo sviluppo industriale – recita una nota
– è quello di rendere il territorio sempre più
consapevole delle potenzialità dell’infrastruttura che certamente può diventare
strategica per lo sviluppo
economico e produttivo
di tutta la regione». Resta
da capire come si inserisce in queste aspirazioni la scelta della Regione
di stanziare 9 milioni di
euro per l’aeroporto di
Pontecagnano, nel Salernitano, invece di puntare
tutto su un’infrastruttura in territorio lucano.
«Quella dell’aviosuperficie Mattei di Pisticci scalo – ha evidenziato il commissario
del Consorzio industriale, Gaetano Santarsia – è una delle battaglie che il Consorzio ha vinto in questi anni. Dalla Basilicata si può volare come abbiamo dimostrato in passato e come dimostreremo an-
LE AMBIZIONI
«Può diventare strategica
per lo sviluppo economico di tutta la regione»
ARRIVA
L’OPEN DAY
La pista Mattei. Domani voli dimostrativi in
aereo da nove posti,
elicottero e
mongolfiera
che sabato: ora bisognerà che tutto il territorio e le istituzioni si approprino di questa infrastruttura per renderla sempre più
efficiente e funzionale alle esigenze della
nostra comunità».
Sulla scelta di Pontecagnano, la Win Fly
ha parlato di «scelta non negativa: non abbiamo elementi – dice Francesco D’Ambrosio – per dire che sia tale e, in virtù della
legge regionale della legge numero 26/14,
crediamo si vada nella direzione di sviluppare il settore aeronautico in Basilicata attraverso Pontecagnano, Pisticci e Grumento. Dopo il primo passo ci aspettiamo il
secondo, cioè un omologo investimento su
Pisticci, tenendo conto della diversità delle
due strutture».
l «L'aviosuperficie di Pisticci,
opportunamente potenziata, può
svolgere una fondamentale funzione di connessione al servizio
dei crescenti flussi turistici verso
Matera e a supporto delle piccole e
medie imprese agroalimentari
del Metapontino che avrebbero
così la possibilità di raggiungere i
grandi mercati nazionali in tempi
ancora più rapidi». Così il segretario regionale della Cisl, Giuseppe Amatulli, sul dibattito in corso sul futuro della pista Mattei.
«È positiva e ci sentiamo di sposare la richiesta inoltrata dal Comune di Pisticci al presidente Pittella di fare della pista Mattei un
aeroporto regionale a vocazione
turistica e commerciale. L'adesione di molte amministrazioni comunali è un segnale di attenzione
e della maturata consapevolezza
che per uscire dall'isolamento storico la nostra comunità deve imparare a coltivare l'ambizione,
seppure con misurato realismo.
Qui non si chiede di costruire un
aeroporto internazionale, bensì
di dare una risposta moderna al
bisogno di mobilità da e per la
Basilicata, anche per sfruttare
adeguatamente l’opportunità offerta da Matera 2019».
«Non abbiamo del tutto condiviso – continua il segretario della
Cisl – la scelta della Regione di
investire 9 milioni di euro nella
società di gestione dello scalo di
Pontecagnano, ma riteniamo che
in questa fase sarebbe controproducente armare una contesa campanilistica e innescare un contenzioso amministrativo, anche perché il Costa d'Amalfi, destinatario
di ingenti finanziamenti nazionali, e l'aviosuperficie di Pisticci sarebbero comunque infrastrutture
diverse come bacini e funzioni ma
complementari. Tutte le energie
vanno ora concentrate per mettere in piedi una pressante azione
di lobby nei confronti della Regione – conclude Amatulli – affinché si investa concretamente
sulla pista Mattei per farne un
moderno e attrezzato aeroporto di
terzo livello».
RASSEGNASTAMPA
X I MATERA CITTÀ
UNA LUNGA ATTESA
NEL RIONE PICCIANELLO
Venerdì 14 novembre 2014
LE MAGLIE STRETTE
L’intervento nell’ambito dei Fondi di sviluppo e coesione potrebbe essere finito nel mirino della spending review
GUARDIA ALTA
«Bisognerebbe fare in modo che ci sia già il
bando all’inizio del 2015 affinché l’opera
venga appaltata», dice Montemurro della Cna
Fabbrica del Carro, nessun segnale
Non ci sono tracce del finanziamento per il progetto di riqualificazione della piazzetta
LA BOMBA
D’ACQUA
I vigili del
fuoco al
lavoro
all’interno
della Fabbrica del Carro
dopo il
violento
nubifragio
del 24 maggio che mise a rischio
l’integrità
del manufatto in cartapesta [foto
Genovese]
DONATO MASTRANGELO
l Il progetto per la riqualificazione della Fabbrica del Carro
nel rione Piccianello rimane ancora sulla carta. Al momento, infatti, non c’è ancora nessuna traccia del finanziamento che l’Amministrazione comunale aveva richiesto alla Regione Basilicata.
Il timore è che, con la spending
review sempre più rigorosa qualcosa possa essersi inceppato nel
meccanismo per l’accesso alle risorse. Un capitolo di spesa che il
Comune aveva inserito, con istanza alla Regione, negli interventi
definiti nell’Accordo di programma sottoscritto con il ministero
per la Coesione territoriale per un
importo complessivo di 24 milioni
di euro derivanti dal Fondo di Sviluppo e Coesione e destinati ad
undici tipologie di intervento, tra
cui, appunto, il recupero e l’adeguamento degli spazi dove viene
realizzato il manufatto in cartapesta che rappresenta l’emblema
della Festa della Bruna. Insomma
Piazzetta del Carro, con buona pace di cittadini e fedeli, può ancora
attendere a meno che anche la
Regione Basilicata non batta un
colpo. Un intoppo di non poco conto, quello che dovrebbe portare al
restyling di un sito dove gli artigiani-artisti della cartapesta lavorano al Carro Trionfale che il 2
luglio, giorno in cui si celebra Maria Santissima della Bruna patrona della città, sfila per le strade
prima di essere consegnato al tradizionale assalto in piazza Vittorio Veneto. Se il
manufatto per
l’edizione 2015 (i
cui termini per
la presentazione delle domande sono fissati al
2
dicembre
prossimo) sarà
giocoforza realizzato nella Fabbrica del Carro
che versa in condizioni precarie,
il rischio a questo punto, nella
migliore delle ipotesi è che l’immobile riqualificato possa vedere
la luce soltanto per il 2017. A questo punto, non resta che prendere
atto della situazione e tamponare
almeno le falle esistenti. Alcune
toppe sono già state apposte dopo
la violenta bomba d’acqua che si
.
Le altre notizie
INCONTRO IN PREFETTURA
Parrucchieri abusivi
rafforzati i controlli
n Al termine della riunione del
Comitato provinciale per
l’ordine e la sicurezza pubblica dedicata ai temi
dell’abusivismo nel settore
della cura della persona e
dell’esercizio delle attività di
parrucchiere, il prefetto Luigi Pizzi ha deciso una intensificazione delle attività di
controllo e di contrasto con
l’impiego delle forze dell’ordine e la sensibilizzazione
dei sindaci e delle polizie municipali. I provvedimenti seguono alla denuncia fatta nei
giorni scorsi dalla Cna, la
Confederazione degli artigiani, circa l’aumento
dell’esercizio abusivo delle
professioni, che danneggia le
attività economiche legali, e
dei rischi sul piano dell’igiene per i consumatori.
ALL’HOTEL SAN DOMENICO
abbattè sulla città lo scorso 24
maggio allagando la Fabbrica del
Carro mentre l’artista Andrea
Sansone era all’opera insieme ai
suoi collaboratori. Il loro intervento fu provvidenziale per respingere la furia dell’acqua ed evitare che il
Carro, quasi
ultimato, potesse essere
irrimediabilmente danneggiato. Sansone e i suoi
amici dovettero abbandonare in fretta e furia pennelli e
stucchi e recuperare le scope per
ricacciare l’acqua che entrava
dall’esterno. Poi sopraggiunse anche una squadra dei Vigili del
Fuoco e la situazione ritornò alla
normalità. L’anno prima ci fu un
precedente ma la fortuna ci mise
lo zampino. In quella circostanza
del 2013, era d’estate, l’immobile
fu praticamente invaso dall’acqua
PRECARIETÀ
Nel maggio scorso un
forte nubifragiò mise
a repentaglio il Carro
INFRASTRUTTURE LA PROVOCAZIONE DELL’ON. LATRONICO
«Franceschini prenda
il treno da Palese»
l «Suggerisco al ministro per i Beni e le Attività Culturali, Dario
Franceschini, atteso a Matera lunedì, di raggiungere la città con il treno
partendo dall'aeroporto di Bari così scoprirà che il capoluogo lucano
non è per niente collegato in modo accettabile con la rete ferroviaria, nè
da Bari con le Ferrovie Appulo Lucane a scartamento ridotto, nè con le
Ferrovie dello Stato che si fermano a Ferrandina». L’invito lo ha rivolto
l’on. Cosimo Latronico (Forza Italia). Franceschini è già stato a Matera
e sa che l’unica ferrovia di cui la città dispone è quella a scartamento
ridotto delle Fal, ma Latronico vuol ricordargli i disagi esistenti nei
collegamenti giornalieri con Bari e con l’aeroporto di Palese. «Quello del
collegamento ferroviario della città designata capitale europea della
cultura per il 2109 – sostiene il parlamentare lucano – resta il tema dei
temi se si vorrà usare questa occasione storica per connettere Matera
con i circuiti della mobilità e portare i flussi internazionali verso il
nostro territorio. Per quanto ci riguarda continueremo il nostro lavoro
legislativo perché la rete ferroviaria connetta Matera e la Basilicata
potenziando la linea ferroviaria Salerno-Potenza-Metaponto come previsto dall'articolo 3 comma 6 del decreto Sblocca Italia, da noi fortemente
voluto, e ammodernando la rete Fal Bari-Matera con la realizzazione del
secondo binario per garantire una percorrenza di 40 minuti».
per le forti piogge ma i locali erano vuoti perchè la festa più attesa
dai materani era ormai già stata
celebrata. Non nasconde una certa preoccupazione, per i ritardi
nell’iter progettuale relativo alla
riqualificazione, il presidente
provinciale della Cna Leo Montemurro. «A quanto pare la vicenda dei Fondi di Sviluppo e Coesione - afferma - si lega inevitabilmente con i nodi del Patto di
Stabilità e del rispetto dei suoi
vincoli. Oggi, sul progetto di adeguamento di Piazzetta del Carro,
non c’è impellenza ma non occorre abbassare nell’auspicio che già
nelle prime settimane del nuovo
anno possano essere definiti termini e modalità per l’espletamento del bando e quindi dell’appalto
per la riqualificazione dell’area.
Ciò significherebbe partire con i
lavori a Piccianello già dal 3 luglio
prossimo e, nel contempo, individuare un sito provvisorio dove
permettere agli artisti di lavorare
per il Carro del 2016».
Centrale termica e impianti elettrici
Auditorium del Conservatorio «Duni»
pubblicato il bando per l’adeguamento
Sono state avviate le procedura di gara negoziata per i lavori di riattivazione dell'Auditorium di Piazza del Sedile del
Conservatorio “E. Duni”. Ne dà notizia l’assessore ai Lavori
Pubblici, Nicola Trombetta. La somma di 100 mila euro necessaria per l'intervento è interamente finanziata con fondi di Bilancio del Comune. Le imprese dovranno far pervenire la propria offerta entro le 12 del 26 novembre, mentre le operazioni
di gara avranno inizio il 2 dicembre alle 10. I lavori riguarderanno la riqualificazione della centrale termica, la sostituzione
della caldaia, la revisione dell'impianto elettrico e alcune opere in muratura. Tutti gli interventi sono finalizzati all'ottenimento del Certificato di Prevenzione Incendio (C.P.I.) necessario
per l'organizzazione di eventi con presenza di pubblico. «Si
tratta - dichiara Trombetta - di un intervento particolarmente
atteso dal mondo della cultura, non solo cittadina, che ha
espresso in più occasioni la mancata disponibilità di questo
importante contenitore. Abbiamo accorciato al minimo di legge i tempi di espletamento delle procedure di gara per restituire nel più breve tempo la struttura alla sua destinazione. Si
tratta di un primo, ma importante, investimento, in attesa che
sia trasferito un ulteriore finanziamento riveniente dai Fondi di
Sviluppo e Coesione e destinato alla riqualificazione dell'intero complesso, compresi gli ipogei di Piazza San Francesco».
POLEMICHE DOPO I DUE SERVIZI IN POCHI GIORNI: «UNA BECERA STRATEGIA DENIGRATORIA»
La Prefettura replica a Striscia
«Le vetrate oscurate per proteggere obiettivi istituzionali»
l «La più volte rimarcata opacizzazione delle
vetrate della porta di accesso al Palazzo del Governo
è soltanto una delle misure che si sono rese necessarie, allo scopo di realizzare una più efficace
tutela della sicurezza dell’obiettivo istituzionale governativo, unitamente ad altre, quali il ripristino
del rilascio dei “pass”, con contestuale deposito di
documento di riconoscimento, per poter accedere
agli uffici della Prefettura e la massima intensificazione del controllo del territorio a tutela non
soltanto del Palazzo del Governo, ma anche degli
altri obiettivi istituzionali presenti nel capoluogo e
ciò in conseguenza sia della delicata situazione
internazionale, che acuisce il pericolo di azioni a
danno dei suddetti obiettivi istituzionali, sia della
contemporanea proclamazione della città di Matera
quale capitale europea della cultura per il 2019». La
Prefettura risponde così alle “attenzioni” ricevute
nel giro di «pochissimi giorni» dagli inviati di “Striscia la Notizia”, il programma di Canale 5, prima
per denunciare gli abusi di dipendenti che non
erano al lavoro pur avendo “timbrato” il pass e dopo
per segnalare la decisione di opacizzare le vetrate
della porta di accesso al Palazzo di Governo. Rimproverando agli inviati di “Striscia” di non aver
rivolto analoghe attenzioni all’attività svolta dalla
Prefettura e in prima persona dal prefetto «a beneficio della collettività locale, ed in particolare
delle imprese, dei lavoratori e dei cittadini in genere, alcune delle quali hanno peraltro consentito
di raggiungere livelli di eccellenza nella tutela
dell’ordine e della sicurezza pubblica, permettendo
alla città di Matera di essere collocata al primo posto
nella speciale graduatoria nazionale dei capoluoghi
di provincia in termini di sicurezza», il documento
della Prefettura lamenta piuttosto «una incomprensibile e becera strategia denigratoria, nel vile tentativo, che sicuramente sarà frustrato, di gettare
discredito sulla Prefettura e su quanti in essa vi
operano, con sacrificio ed impegno quotidiano».
Gli insegnanti di lingue
straniere a congresso
n Si aprono oggi nell’hotel San
Domenico al Piano, in via Roma 15, i lavori del XXVI congresso nazionale e del seminario di studi organizzati
dalla sezione della Basilicata
dell'Anils, l’Associazione nazionale degli insegnanti di
lingue straniere, in collaborazione con il Centro linguistico di ateneo dell'Università della Basilicata. Le giornate formative prevedono interventi di esperti di alto livello, conferenze, tavole rotonde, dibattiti e workshop
sugli aspetti pratici e teorici
dell'apprendimento e dell'insegnamento delle lingue
maggiormente presenti nell'ordinamento scolastico nazionale.
DALLA FORESTALE
Sequestrati richiami
illegali per quaglie
n Durante un’operazione di
controllo antibracconaggio,
nelle campagne di Miglionico e Matera, il Corpo forestale dello Stato ha rinvenuto e
sequestrato numerosi congegni elettromeccanici che riproducevano il verso delle
quaglie. I congegni, occultati
tra la vegetazione, all’interno di una borsa termica, consistevano in un riproduttore
digitale, una batteria ed un
altoparlante, dotati anche di
timer per prevederne l’accensione e lo spegnimento ad
orari prestabiliti. La strumentazione veniva utilizzata
come richiamo acustico per
la cattura illegale di animali
selvatici, nel caso specifico
di quaglie, in migrazione durante questo periodo. L’operazione si inserisce nella più
complessa attività di prevenzione e repressione di reati
venatori che il Corpo Forestale svolge nella provincia
di Matera.
RASSEGNASTAMPA
MATERA PROVINCIA I XI
Venerdì 14 novembre 2014
PISTICCI UNA NOTIZIA CHE STA FACENDO IL GIRO DEL PAESE CREANDO ALLARME E PREOCCUPAZIONE TRA I CITTADINI
Concentrazioni di radioattività
in sostanze trattate a Tecnoparco
I dati degli uffici materani dell’Arpab proposti dal sito del Comune
L’amministratore di Tecnoparco tranquillizza
«Non c’è nessun
. dato radiologico allarmante»
PIERO MIOLLA
l PISTICCI. Gli uffici materani dell’Arpab
hanno rilevato in alcune sostanze provenienti
dalle attività estrattive in Val d’Agri, trattate a
Tecnoparco, «concentrazioni di radioattività solitamente non rilevate nelle matrici analizzate».
Lo si apprende dal sito del Comune che ha chiesto all’Arpab, l’Agenzia regionale per la protezione ambientale. di misurare la radioattività
nell’impianto di Tecnoparco, a Pisticci scalo.
La notizia ha subito fatto il giro del paese
creando allarme e preoccupazione ma, soprattutto, producendo nei cittadini quesiti legittimi:
se c’è davvero radioattività, i suoi valori sono
rilevanti a tal punto da essere nocivi? Arpab ha
misurato la radioattività nell’impianto di Tecnoparco su richiesta del Comune che ha poi
pubblicato i risultato, precisando che sono in
corso approfondimenti. I dati, trasmessi anche
al Dipartimento regionale Ambiente e Territorio, si riferiscono a rilievi radiometrici effettuati l’8 ottobre per verificare lo stato radiologico di luoghi e reflui provenienti dalla Val
d’Agri. Sono stati prelevati 4 campioni a Pisticci
scalo e Ferrandina, 2 di fanghi secchi ed umidi,
sempre negli impianti di Tecnoparco, e 2 di
acqua di deiezione delle autobotti presenti presso nel piazzale di scarico a Pantaniello di Ferrandina. In pratica, l’attività di indagine si è
dipanata tra il campo ed il laboratorio.
Nei luoghi ispezionati, rende noto Arpab, non
ci sono livelli di rilevanza radiologica. Per i
campioni solidi, fanghi secchi ed umidi, sono
state rilevate concentrazioni positive dei radionuclidi naturali evidenziati, ma notevolmente
inferiori ai livelli di allontanamento previsti
dalle normative. Per le acque di deiezione prese
dalle autobotti, invece, pur mancando una tabella dei limiti con cui confrontare i dati, Arpab
sottolinea che «sono state riscontrate concentrazioni di radioattività, soprattutto di alfa totale, solitamente non rilevate nelle matrici analizzate». In pratica, ha spiegato a titolo di esempio l’autrice della relazione, Camela Fortunato,
se «per l’acqua potabile il livello di riferimento
fissato dalla direttiva Ue è pari a 0,1 Bq/L, i valori
dei campioni prelevati sono circa nove volte
superiori». Al momento questo è l’unico dato
certo: cosa significhi, però, non è ancora chiaro.
Nel contempo, però, Arpab «in via cautelativa
ritiene opportuno verificare lo stato radiologico
ambientale con campionamenti e analisi periodiche di acque di scarico, acque di falda e acque
superficiali, a valle e a monte dell’impianto».
PISTICCI. «Siamo assolutamente
e sereni perché i dati resi noti dall’Arpab, al di là della mancanza di un raffronto normativo preciso su alcuni
campioni analizzati, in realtà chiariscono che non c’è nessun dato radiologico allarmante». L’amministratore delegato di Tecnoparco Valbasento, Michele Somma, dopo la diffusione dei
dati sul sito del Comune di Pisticci
chiarisce la posizione dell’azienda e
precisa: «Arpab ritiene opportuno ef-
fettuare uno screening continuo? Ben
venga, sia per rassicurare cittadini ed
opinione pubblica, sia perché questo
dato va nella stessa direzione tracciata
dal tavolo permanente istituito in Regione che si riunisce periodicamente».
Serenità e spirito collaborativo, dunque, nelle parole di Somma che ha
concluso: «A Pisticci scalo ci siamo
anche noi tutti i giorni e, come i residenti, siamo molto attenti a tutto quel[p.miol.]
lo che trattiamo».
NELL’OCCHIO DEL CICLONE Tecnoparco a Pisticci scalo
BERNALDA SCOPERTI DAI CARABINIERI MARCONIA DENUNCIATI DALLA POLIZIA UN ITALIANO E QUATTRO MAROCCHINI
Carte prepagate clonate Gli versa addosso la birra
quattro denunce
per frode informatica e scoppia una rissa nel bar
l BERNALDA. I Carabinieri della locale
Stazione hanno denunciato in stato di libertà
quattro persone, di cui due stranieri di nazionalità romena, e due italiani, una residente in provincia di Salerno e l’altra in
quella di Taranto, per frode informatica. I
quattro, stando alle conclusioni cui sono
giunti i militari dell’Arma ed iniziate a seguito delle denunce presentate dagli interessati, avrebbero sostanzialmente clonato
alcune carte prepagate di ignari cittadini
residenti a Bernalda che, dopo alcuni accessi
in rete, si sono ritrovate con le carte di credito
svuotate. Le indagini, infatti, hanno permesso di risalire ai responsabili della frode che, a
mezzo di connessioni internet, al fine di
trarre un ingiusto profitto, con danno di
persone ignare, effettuavano operazioni mediante alcune transazioni illecite con le carte
postepay intestate ai denuncianti. Gli importi
in denaro, fraudolentemente sottratti, del valore compreso tra i 200 ed i 500 euro, venivano
poi traslati su conti di giochi online, scaricati
su altre carte di credito e, infine, recuperati
[p.miol.]
mediante prelievi dai bancomat.
l MARCONIA. Ha provocato
un cittadino di nazionalità marocchina lanciandogli addosso il
contenuto di una bottiglia di birra, scatenando una rissa che ha
coinvolto complessivamente 5
persone. È accaduto in un bar di
Marconia dove un italiano e
quattro marocchini sono stati
denunciati per rissa aggravata
dall’uso di un oggetto contundente e lesioni personali dolose
dalla Polizia di Stato del Commissariato di Pisticci, diretto da
Gianni Albano.
I poliziotti sono intervenuti
dopo una telefonata alla sala operativa del Commissariato: una
volante ha raggiunto il locale dove era in corso il furioso litigio.
Poco prima dell’arrivo della Polizia, però, i contendenti sono
riusciti a fuggire dileguandosi:
sul posto, quindi gli agenti hanno trovato solo il gestore del bar
con alcuni avventori, sconcertati per l’intensità della violenza a
cui avevano assistito. Verificata
la conservazione dello stato dei
luoghi, gli operatori hanno acquisito le testimonianze dei presenti, cui ha fatto seguito l’attività di indagine, condotta di-
DOPO CALCI E PUGNI
Coinvolta anche una donna che ha colpito la
vittima con una bottiglia
rettamente dal responsabile del
settore volante del Commissariato, che ha permesso di incastrare alla perfezione tutti i pezzi del puzzle dell’episodio.
La Polizia ha accertato che,
dopo il lancio della birra, il ma-
NOVA SIRI DOPO IL TAGLIO DEL NASTRO IL NUOVO TRACCIATO È APERTO A METÀ
le altre notizie
Un bluff l’inaugurazione della Jonica
si viaggia sulla vecchia arteria
BERNALDA
CONSIGLIO COMUNALE
Decreto «Sblocca Italia» e vertenza
degli ex lavoratori in mobilità
Il tratto in direzione Reggio Calabria-Taranto è ancora un cantiere
Cantiere infinito
Quanto tempo
ancora durerà
il calvario?
NOVA SIRI. Da Rocca Imperiale (Cosenza)
sul tratto di statale 106
Jonica che arriva in agro
di Rotondella, pullman,
tir, auto, sono costretti a
viaggiare su una sola e
pericolosa corsia di marcia. Con un volume di
traffico notevole. Ed in
pochi rispettano i limiti di
velocità. Le condizioni
della strada, un cantiere,
rendono le cose più complicate. Ed il famigerato
semaforo funziona ancora o no? Funziona a metà,
a luce gialla lampeggiante. Pronto a rientrare in
azione. Quanto tempo
durerà il “calvario” di Nova Siri?
[fi.me.]
FILIPPO MELE
l NOVA SIRI. Inaugurazione
bluff della variante della statale
Jonica il 5 novembre scorso. La
direzione Reggio Calabria-Taranto è ancora tutta un cantiere. E si viaggia sulla vecchia
arteria. Lo abbiamo scoperto ieri nel corso di un nostro sopralluogo dopo la segnalazione di
un lettore. La variante, cioè, è
stata aperta solo a metà, nella
direzione Taranto-Reggio Calabria, dopo il taglio del nastro in
pompa magna ed in stile prima
Repubblica di 10 giorni fa. Spontanea la domanda: fidarsi o non
fidarsi dell’Anas? Era stata proprio l’Azienda autonoma delle
strade a comunicare l’apertura
al traffico della nuova 106 raddoppiata a 4 corsie, 2 per ogni
senso di marcia con spartitraffico centrale più banchine laterali e senza pericolosissimi
accessi a raso. Ed i giornalisti
erano accorsi a seguire l’evento
sorbendosi anche una decina di
discorsi dei personaggi intervenuti al taglio del nastro.
«Oggi – tuonarono tutti gli intervenuti – è un grande giorno.
Finalmente si apre la nuova Jonica e va in pensione il famigerato semaforo posto all’incrocio con la Statale Sapri-Jonio».
Dimenticandosi, ovvio, dei 35
anni di litigi tra le opposte fazioni partitiche del centro metapontino divise sul tracciato
della nuova statale a secondo
dei propri interessi elettorali.
Ma tant'è. Giornali e tv scrissero,
Gazzetta
compresa,
dell’inaugurazione e dell’apertura al traffico della variante di
Nova Siri. Nessuno disse
nell’occasione che l’inaugurazione avveniva per metà. Solo,
cioè, per la direzione Puglia-Calabria e non per quella Calabria-Puglia. Così, dopo la segnalazione di Giovanni Lasalandra, esponente del M5S («Ma
cosa hanno aperto se ancora ci
sono e ci saranno lavori in corso? Vuoi vedere che sapevano
rocchino ha reagito con veemenza, aiutato da tre suoi connazionali, tra cui una donna. I marocchini si sono scagliati con
calci e pugni contro l’italiano
che, trattenuto per la maglia dalla donna, è stato pure colpito alla
testa con una bottiglia di vetro,
riportando lesioni. Gli aggressori hanno desistito dalla loro
condotta solo quando hanno percepito l’imminente arrivo della
Polizia e sono fuggiti.
L’acquisizione di testimonianze e altri elementi ha consentito di chiudere il cerchio e di
identificare i soggetti coinvolti,
tutti denunciati poiché le loro
condotte hanno contribuito alla
determinazione della lite, scoppiata, probabilmente, per una
relazione sentimentale tra l’italiano e una marocchina, parente
dei connazionali intervenuti.
[p.miol.]
n Si occuperà di temi economici, sociali e ambientali di levatura nazionale, con ricadute locali, il
Consiglio comunale di Bernalda, convocato per
oggi, alle 17, nella sala consiliare di via Marconi.
All’ordine del giorno la discussione sul decreto
“Sblocca Italia”. Tra i temi di dibattito anche lo
stato sociale dei lavoratori della ex mobilità che
da circa due mesi protestano davanti a Palazzo
di Città. Si parlerà, inoltre, di raccolta differenziata in risposta a un’interrogazione del gruppo
di minoranza “Svolta di centrodestra”. [an.mor.]
del maltempo?», siamo andati a
verificare. Ed effettivamente
aveva ragione il nostro lettore.
Ieri, dopo aver percorso in appena 6 minuti il tratto ammodernato da Rotondella a Rocca
Imperiale (Cosenza), ci abbiamo impiegato almeno 5 volte
tanto per il percorso inverso. Da
Rocca Imperiale, cioè, sino
all’agro di Rotondella, le due
nuove corsie per senso di marcia sono interdette alla circolazione. Vi sono ancora lavori in
corso in più punti. Lavori di una
certa entità. Che non si sa quando finiranno. Speriamo che al
termine ci risparmino un nuovo taglio del nastro.
FIDARSI DELL’ANAS?
Dieci giorni
fa l’inaugurazione
della variante sulla statale 106 Jonica [foto Mele]
ROTONDELLA
CONVEGNO ALL’ENEA
Sicurezza, i modelli di gestione
sui luoghi di lavoro
n Si terrà a Rotondella oggi, nel centro ricerche
Enea della Trisaia, un convegno sul tema “Sistemi di gestione della sicurezza e salute sui
luoghi di lavoro (Sgsl): testimonianze a confronto”. L’iniziativa è organizzata in occasione del decennale della Certificazione del sistema di gestione integrato del centro ed è
promossa dall’Enea, in collaborazione con
Aias (Associazione Italiana ambiente e sicurezza), per offrire «un momento di confronto
tra organizzazioni pubbliche e soggetti pri[fi.me.]
vati nell’applicazione dei Sgsl».
RASSEGNASTAMPA
XII I LETTERE E COMMENTI
Venerdì 14 novembre 2014
LIBERA POTENZA *
PIERO LACORAZZA *
Lettera aperta ai ragazzi
Sblocca Italia
ricorso alla Consulta
e idea Chiamparino
G
razie a tutte quelle ragazze e a gnere ogni possibile tentativo di risveglio vostra freschezza e il vostro entusiasmo
quei ragazzi che in questi gior- delle coscienze di questa nostra martoriata con la tenacia e la costanza di chi questa
ni stanno manifestando per dire terra, da troppo tempo assopita e rasse- battaglia la combatte da anni.
no alle estrazioni petrolifere gnata.
Continuate così, facendo attenzione a chi
nella nostra regione e al tentativo di esproGrazie per la ventata di novità, di libertà, cerca si strumentalizzare la vostra giovane
priare le istituzioni locali e i cittadini del di coraggio che state portando in una terra età e a quelli che, in virtù di essa, non vi
diritto di decidere sul dericonoscono pari diritto
stino del proprio territodi cittadinanza.
rio.
Restate liberi, non acForse non conoscete il
contentatevi di quello
“numero dei pozzi di peche altri vi raccontano,
trolio” che stanno riduapprofondite, abbiate facendo il nostro territorio
me e sete di conoscenza,
a un colabrodo; chissà, indi verità, di libertà e di
vece, se è noto ai nostri
giustizia e chissà che le
politici (aspetteremo, per
vostre gesta possano rapciò, un’inchiesta giornapresentare un terremoto
listica ad hoc) che, a difche smuove quella zavorferenza di voi giovani, sora che da troppi anni apno quelli che prendono le
pesantisce le nostre gamdecisioni sul nostro fube e offusca le nostre
turo, sottraendosi, spes- PROTESTA Il corteo degli studenti, mercoledì scorso, a Potenza [foto Tony Vece] menti.
so, al confronto con i citAlla politica, a tutti
tadini che dovrebbero rappresentare.
nella quale in troppi hanno deciso di non noi, il compito di raccogliere quel grido che
Voi avete, però, compreso che non si può lottare, di nascondere la testa sotto la sab- si alza dai nostri figli. Abbiamo il dovere di
più chinare la testa di fronte a un potere bia, di non disturbare il manovratore, anzi ascoltarvi, di confrontarci con voi e di
che vi sta privando del presente prima di inchinarsi troppo spesso al suo volere.
costruire insieme un mondo migliore.
[* Associazione]
ancora che del futuro e che tende a speTroviamo il modo di mettere insieme la
COSIMO LATRONICO *
Per la Corte d’Appello di Potenza
U
n’interrogazione a risposta scritta ho presentato al Ministro della Giustizia in
merito al rischio chiusura della Corte d’Appello di Potenza, che verrebbe
accorpata ad un Tribunale fuori regione. Una simile scelta comporterebbe in
Basilicata lo smembramento di altri uffici giudiziari come Procura Generale,
Tribunale di Sorveglianza, Tribunale e Procura Minorenni, Procura Distrettuale Antimafia, Tribunale del Riesame, con gravi ricadute sul piano della legalità e sui costi
economici a danno dei cittadini e degli operatori della giustizia regionale.
Ma non solo, la riduzione dell’efficienza del sistema giudiziario nel distretto di Potenza
comporterebbe la riduzione delle forze dell’ordine e una minore difesa del territorio e
pericolose ingerenze della criminalità presente nei territori circostanti.
Poi la prevista soppressione della Corte di Appello, non comporterebbe alcun risparmio
di spesa atteso che il personale rimarrebbe in servizio presso la sede di futura destinazione
e dall'altro, non potrebbero comunque dismettersi i locali attualmente destinati a sede della
Corte, nell'ambito del Palazzo di Giustizia; anzi produrrebbe un indubbio notevole aggravio
di spesa a carico dei cittadini lucani per l'accesso alla tutela giurisdizionale con pesanti
ricadute sul tessuto economico e sociale di tutta la regione.
Per queste ragioni chiedo al Ministro se reputi che ci siano i presupposti per ritenere
fondate tali preoccupazioni sulla chiusura distretto giudiziario lucano.
[* Deputato lucano di Forza Italia]
DEPUTATO L’on. Cosimo Latronico (Fi)
ALDO RADICE *
Perché Matera è senza treni Fs
C
iclicamente alcune questioni ritornano con una puntualità cronometrica da parte di chi non
dismette i panni della stupidità,
perché profondamente innamorato delle
proprie idee senza averne mai verificato
una credibile e razionale praticabilità.
Qualcuno, dopo che Matera è stata designata Capitale Europea della Cultura per
il 2019, ritiene dover riproporre il tema
dell'assenza delle Ferrovie dello Stato.
Per intanto non è vero che Matera sia
senza ferrovia, vi sono le FAL (le Ferrovie
Appulo Lucane). Le ragioni per cui non ha
le FF.S è che per superare le significative
pendenze per raggiungerla deve avere binari a scartamento ridotto, ossia più ristretti rispetto a quelli ordinari.
Ma la testardaggine di molti, tra cui
anche qualche politico, ha spinto il Ministero dei Trasporti a finanziare per decenni, non ricordo quante migliaia di lire
prima, di euro dopo, il tratto Ferrandina-Matera.
Una montagna di soldi buttati al vento
per 20 chilometri circa da realizzarsi in
terreni calancosi, in un'area con sottostanti giacimenti gassosi, con gallerie prima in
terreni franosi e con ponti poi per superare
le profonde gravine.
E poi per quale utenza? Nessuno ancora
oggi ci potrebbe dire quale utenza locale ne
usufruirebbe e in che misura rispetto ad un
investimento così massiccio.
E per andare dove? Questa tratta non
avrebbe alcun senso se non si ponesse in
collegamento con la Puglia, specificatamente con Bari, per incrociare le altre FF.S
CITTÀ
Una veduta
panoramica
della città di
Matera
.
e le altre modalità di trasporto, quali autostrade, aeroporti, porti.
Un'altra montagna di soldi per realizzare
o ex novo la tratta Matera-Altamura-Bari o
per adeguare le FAL da sistema ridotto a
quello ordinario. Se si ipotizzasse quest'ultima soluzione o allargando i binari o aggiungendone un terzo, in ambo in casi, si
avrebbe un danno incredibile per le FAL
perché verrebbe interrotto e posto in crisi
l'unico tratto remunerativo e chissà per
quanto tempo.
In alternativa vi sarebbero i soliti bus
sostitutivi, con un aggravio del trasporto
su gomma ed un ulteriore intasamento
della città di Bari.
Oggi non è più tempo di proporre fantasie che avrebbero solo un costo economico e sociale non più sostenibili.
Oggi vanno fatte cose concrete e realmente utili.
I desiderata inutili, se non proprio dannosi, rilanciati da parte di qualche sciocco
o di qualche politico che deve ancora dimostrare a se stesso di esistere, li realizzasse con i propri fondi non con quelli
pubblici.
Matera è sopravvissuta sino ad oggi anche senza FF.S, anzi questa circostanza non
ha minimamente influenzato la decisione
di designarla Capitale Europea della Cultura.
Fa dunque bene il Sindaco Adduce a non
cavalcare una vera e propria corbelleria,
come qualche altro ha fatto bene a desistere
nel richiedere l'aeroporto a Potenza.
[* già Presidente del Consiglio regionale della
Basilicata]
REGIONE Il
presidente del
Consiglio, Piero
Lacorazza (foto
Tony Vece) e
(sotto) Sergio
Chiamparino
.
S
i apre uno spazio per Sblocca Italia e Titolo V
della Costituzione. La posizione di Sergio
Chiamparino indica un percorso per mantenere il principio di leale collaborazione fra
Stato e Regioni. Impugnare l’art. 38 fa parte della
normale dialettica, la Basilicata può ancora giocare un
ruolo. La posizione assunta dal presidente della Conferenza delle Regioni Chiamparino, che ha indicato al
Governo un percorso da esplorare e da seguire per
mantenere nel tempo, anche con la riforma del Titolo V,
il principio di leale collaborazione fra Stato e Regioni,
ci invita a riflettere su quanto sia difficile evitare che vi
sia una concorrenza di materia fra Stato e Regioni su
varie tematiche e dimostra che il tema delle prerogative delle Regioni non è definitivamente risolto e si
apre uno spazio di intervento che va pienamente
utilizzato.
Chiamparino infatti ieri, su queste questioni, ha
proposto una legge bicamerale che regolamenti e
definisca il campo di materie proprio delle Regioni e
dello Stato per evitare il rischio di far rientrare dalla
finestra quello che si vorrebbe scacciare, giustamente,
dalla porta, osservando inoltre che “tutti i grandi Paesi
federali hanno nella concorrenzialità delle materie il
loro caposaldo”. Voglio ricordare che la stessa Conferenza dei Consigli regionali, come ribadito più volte
dal presidente Brega, ha condiviso questo percorso
lavorando insieme ai governi regionali sulle proposte
di modifica costituzionale.
Di certo la posizione di
Chiamparino ci dice che la
questione del passaggio
delle competenze su diverse materie (energia, urbanistica) dalle Regioni allo
Stato, previsto dalla riforma del Titolo V ed anticipato (impropriamente)
dal decreto sblocca Italia
divenuto ormai legge, non
è chiusa definitivamente.
Per questo, pur confermando
l’apprezzamento
sincero per il lavoro svolto
dai parlamentari e dalla
Regione sullo sblocca Italia, e al di là di ogni discussione astratta sul petrolio, credo che impugnare l’art. 38 (dopo, peraltro,
aver già impugnato l’articolo 36) rientrerebbe nella normale dialettica fra il
Governo e le Regioni, in un momento di incertezza che
richiede a mio parere il pronunciamento della Consulta.
Si tratta inoltre di verificare se sia possibile intervenire anche con la legge di stabilità per correggere
lo sblocca Italia.
La Basilicata, dunque, può ancora giocare un ruolo,
facendo tesoro anche dei pronunciamenti che la Conferenza delle Assemblee legislative regionali ha assunto all’unanimità sul decreto sblocca Italia, per
ripristinare con maggiore chiarezza e nettezza un
giusto equilibrio tra interesse strategico nazionale e
interesse del territorio.
Le stesse Assemblee dell’Abruzzo, della Puglia, della
Campania hanno approvato ordini del giorno che
richiamano le posizioni condivise in Conferenza sulla
questione idrocarburi e partecipazione delle Regioni
alle decisioni in materia.
Con la consapevolezza che, in tema di estrazioni
petrolifere, c’è un problema che riguarda anche noi, e
sta nella capacità della politica e delle istituzioni di
migliorare la rete dei controlli ambientali e di dotare la
Regione di strumenti di pianificazione e programmazione adeguati e non più rinviabili.
[* Presidente del Consiglio regionale della Basilicata]
RASSEGNASTAMPA
corriere.it
«Accordo più solido che mai»
Ok a preferenze e soglia al 40%
Un’ora e mezzo di «faccia a faccia» sulla legge elettorale Divergenze su soglia minima di ingresso e su attribuzione del premio alla lista. La minoranza Pd «boccia» l’intesa
di Redazione Online
Berlusconi lascia palazzo Chigi dopo l’incontro con Renzi (Ansa) Berlusconi lascia palazzo Chigi dopo
l’incontro con Renzi (Ansa) shadow
Ok a preferenze e a soglia al 40 per cento, divergenze su soglia minima d’ingresso e attribuzione del premio
di maggioranza. Anche se differenze restano, l’accordo c’è. E anzi «è più solido che mai». È la conclusione
dell’incontro lampo, circa un’ora e trenta, per concordare i dettagli dell’accordo sull’Italicum a palazzo Chigi
tra il premier Renzi e il leader Fi Berlusconi. Il vertice finisce con un comunicato congiunto che parla della
necessità di «dare all’Italia un vincitore certo la sera delle elezioni». (LEGGI IL TESTO INTEGRALE CONGIUNTO DELL’INTESA). L’impianto del patto sta in queste parole, vergate dopo un’ora circa dal termine del
«faccia a faccia»: c’è la «comune volontà di alzare al 40 per cento la soglia dell’Italicum - è l’assicurazione che
arriva dalla nota - e dall’introduzione delle preferenze dopo il capolista bloccati nei 100 collegi».
Le divergenze su soglia minima e premio maggioranza
Restano delle divergenze tra Pd e Fi. Ed è la stessa nota congiunta a rilevarle, sia pure all’insegna
dell’ottimismo. «Le differenze registrate sulla soglia minima di ingresso e sulla attribuzione del premio di
maggioranza alla lista - si legge nella nota - anziché alla coalizione, non impediscono di considerare positivo
il lavoro fin qui svolto e di concludere i lavori in Aula al Senato dell’Italicum entro il mese di dicembre e della
riforma costituzionale entro gennaio 2015».
Alfano: «Bene, molto bene»
Dopo l’intesa, arrivano le prime reazioni. «Bene, molto bene, direi ottimo incontro Renzi-Berlusconi», scrive
su Twitter Angelino Alfano, leader Ncd, aggiungendo alla fine del testo l’hashtag «#avantitutta». Parla anche
il sindaco di Firenze Dario Nardella a «Otto e mezzo: «Penso siano stati fatti importanti passi in avanti, le
regole vanno cambiate e il primo obiettivo, rafforzato oggi, è che l’accordo tiene e viene confermato che le
regole si scrivono insieme».
ore 21, la riunione al Nazareno
Terminato l’incontro con Berlusconi, Renzi è andato al largo del Nazareno per la Direzione Pd dedicata a
legge elettorale e jobs act. In mezzo ai due appuntamenti si era intanto riunita la minoranza del partito che ha
bocciato l’accordo. A questo incontro, promosso dalla corrente di Area Riformista Dem, c’erano anche Massimo D’Alema e Pierluigi Bersani. Non c’erano invece, e non si sono visti neppure in Direzione, i fedelissimi
di Pippo Civati, leader della sinistra piddina, che hanno disertato per protesta l’incontro convocato in tempi
giudicati troppo stretti.