Blue Bossa è un brano famoso composto dal sottovalutato trombettista be bop Kenny Dorham, apparso per la prima volta in un album Blue Note intestato al tenorsassofonista Joe Henderson intitolato Page One. E’ un omaggio alla bossa nova e alla musica brasiliana; la bossa nova era un genere che stava spopolando negli U.S.A. - non dimentichiamo che agli inizi degli anni 60 jazzisti più famosi di Joe Henderson o di Kenny Dorham, come il grande sassofonista tenore Stan Getz, che insieme alla cantante brasiliana Astrud Gilberto, aveva registrato con sommo scandalo dei puristi jazz, alcune canzoni di Antonio Jobim.Blue Bossa è anche il brano più famoso di Kenny Dorham ed è anche il più citato in ambito non prettamente jazz. Paradossalmente questo brano, piuttosto che rilanciare il maturo trombettista, ebbe il merito di lanciare un’altra stella come il sassofonista tenore Joe Henderson nel firmamento della Blue Note la casa discografica fondata nel 1939 da Alfred Lion e Francis Wolff. Satin Doll è un famoso standard jazz scritto da Billy Strayhorn, Duke Ellington e Johnny Mercer nel 1953, registrata e cantata innumerevoli volte da famosi cantanti quali Billy Eckstine, Ella Fitzgerald, Frank Sinatra e Nancy Wilson. Johnny Mercer, che fu uno dei più famosi parolieri d'America (oltre co-fondatore della Capitol Records all'inizio degli anni 40) scrisse il testo di Satin Doll dopo che il pezzo aveva già acquisito una certa notorietà come brano strumentale. Come per molti dei brani attribuiti a Duke Ellington, anche per Satin Doll si è speculato che la composizione sia da attribuirsi a Billy "Sweet Pea" Strayhorn, un pianista che si unì alla band di Ellington nel 1939, quando aveva solo 22 anni divenendo il più stretto collaboratore di Ellington e militando nella sua formazione per 25 anni, fino alla sua scomparsa. LIGHT MY FIRE.La canzone nacque da una composizione non terminata di Robby Krieger,(doors) che gli altri membri del gruppo decisero di espandere. La canzone che fu realizzata, lunga oltre sei minuti, fu notevolmente abbreviata per rendere più proponibili i passaggi radiofonici. Tuttavia il gruppo ha sempre affermato di preferire la versione originale presente nell'album. Il singolo trascorse tre settimane in vetta alla classifica statunitense Billboard Hot 100. L'anno seguente il singolo fu ripubblicato, ed arrivò alla posizione 87. La composizione del brano è accreditata ai The Doors, ma nello specifico la prima parte della canzone fu scritta da Robby Krieger, mentre la seconda da Jim Morrison.[1] Una versione live del brano fu inserita nell'album del 1983 Alive, She Cried, la prima di una serie di raccolte dal vivo del gruppo, in cui Light My Fire fu inclusa. Il Jazz italiano di Andrea Pozza assieme Bruno Marini, Alberto Mornati e Massimo Caracca hanno contribuito a renderne il brano ancora più interessante di quanto lo sia già. Da una vecchia idea di Bruno Marini che incise "Cocaine" nel 1994, Light My Fire fu inciso nell'album "Bebop Impossible" del 2002 con l'intro di Ray Manzarek interpretato da Andrea Pozza al Pianoforte e la citazione di "Love Me Two Times" (altro brano famoso dei Doors) come interludio per il break di batteria. All Of Me è uno standard jazz scritto da Gerald Marks e Seymour Simons nel 1931. Registrato per la prima volta alla radio da Belle Baker, divenne uno dei brani più interpretati dell'epoca. Fu registrato da Billie Holiday, Frank Sinatra, Sarah Vaughan, Django Reinhardt e Willie Nelson; in tempi più recenti è stato interpretato da Pia Zadora. Solar di Miles Davis è un brano molto caro agli appassionati di jazz. Un blues minore semplice e toccante. Ma come ricorda Larry Appelbaum, esperto di jazz della biblioteca del congresso a Washington, in realtà è frutto di un plagio. Per registrarla Miles infatti ha preso in prestito il tema di Sonny, scritto dal chitarrista Chuck Wayne, e ci ha aggiunto la sua inconfondibile tromba. La storia di una melodia contesa, sulla quale musicisti e fan discutono da anni. Les feuilles mortes'/Autumn Leaves è una canzone composta nel 1945 da Joseph Kosma su versi di Jacques Prevert e divenuta uno standard jazz. Il testo della versione inglese fu scritto da Johnny Mercer. La stessa canzone è il titolo dell'omonimo film pubblicato nel 1956. La versione originale francese comprende lunghe sezioni di recitativo che mancano nella versione inglese: anche il significato del testo cambia tra le due versioni: nella versione francese è più triste e drammatico, mentre nella versione inglese - la storia un po' convenzionale del ricordo di un amore finito - la drammaticità è stemperata. Della canzone sono state realizzate innumerevoli versioni da parte di artisti nazionali come Barbra Streisand, Doris Day, Edith Piaf, Cannonball Adderley e Miles Davis, Bill Evans, Eva Cassidy, Frank Sinatra, Grace Jones, Nat King Cole, Paolo Nutini, Tom Jones, Eric Clapton, Yves Montand (2010).[ All the Things You Are è una canzone composta da Jerome Kern, con parole di Oscar Hammerstein II, scritta nel 1939 per il musical Very Warm for May, e fu cantata per la prima volta da Hiram Sherman, Frances Mercer, Hollace Shaw, e Ralph Stuart. Nel 1944 fece la sua comparsa nel film Broadway Rhythm, e fu suonata durante i ringraziamenti d'apertura e come leitmotiv del tema per la commedia romantica A Letter for Evie, dell'anno seguente. Take Five è un classico della musica jazz, scritto da Paul Desmond e suonata dal The Dave Brubeck Quartet nell'album Time Out, del 1959. Questo standard si caratterizza soprattutto per la sua metrica, in 5/4, da cui deriva il nome[1] e per aver valorizzato il "solismo" batteristico di Joe Morello[2] (bisogna ricordare che all'epoca, salvo eccezioni, la batteria all'interno delle band, era relegata unicamente a strumento accompagnatore. La scelta di dare più spazio alla stessa, infatti, fu molto criticata in un primo momento da Desmond stesso). La reale ideazione di Take five è variamente attribuita a Brubeck, Morello e Desmond, ma di fatto è quest'ultimo che ne figura come autore, sebbene sia a tutti gli effetti distintivo del quartetto. [3] La versione "storica" del brano sarebbe stata seguita da dozzine di successive riprese e rivisitazioni, con formazioni successive e con alternanza di strumenti. Registrato presso il Columbia's 30th Street Studios (New York) il 25 giugno, il 1 luglio e il 18 agosto del 1959,[4] non è stato il primo brano jazz scritto in 5/4 ma sicuramente è stato il primo in termini di successo, classificandosi al 25esimo posto nella Billboard Hot 100 e al quinto posto della Easy Listening survey, sempre redatta da Billboard. Impressions è un album discografico in studio del musicista jazz John Coltrane, pubblicato nel 1963 dalla Impulse! Records.L'album contiene la performance del "quartetto classico" di John Coltrane, composto da Coltrane, McCoy Tyner, Jimmy Garrison, ed Elvin Jones; raggiunti anche da Eric Dolphy e da Reggie Workman per la traccia live registrata al club Village Vanguard. La title track dell'album, il brano Impressions, è una composizione dello stesso Coltrane basata sulla celebre So What di Miles Davis, e contiene un assolo di Coltrane della durata di quasi quindici minuti.La musica riflette l'eclettica evoluzione musicale ed emotiva di Coltrane, mentre esplora il jazz modale, la musica tradizionale indiana, il blues, e persino una canzone folk tradizionale svedese (quest'ultima non venne inclusa nell'edizione originale dell'album del 1963, ma soltanto in una raccolta degli anni settanta e nelle successive riedizioni dell'album in CD). Chameleon", un funk puro costruito su una linea di basso implacabile che rimane nella testa per molto tempo dopo che il pezzo è finito, su una batteria nervosa, su una chitarra leggera, quasi sussurrata. E' un brano piuttosto lungo, ma molto ben congegnato dove si trovano un sacco di gustosi assoli e delle linee di basso mai concepite. La sezione ritmica del batterista Harvey Mason e del bassista Paul Jackson stabiliscono il grasso, denso funky-jazz che sarebbe diventato lo standard di fusion dagli anni '70 in avanti. "Chameleon" è piaciuto così tanto da essere rielaborato e interpretato da decine di altri artisti, da Buddy Rich a Maynard Ferguson. Ogni versione è eccitante e potente, ma l'originale rimane ancora una cosa meravigliosa. Turnaround è una delle composizioni più note ed eseguite di Ornette Coleman, presente per la prima volta nell’album «Tomorrow is the Question!» (Contemporary, poi OJC OJCCD342) inciso il 16 gennaio e il 10 marzo 1959, in quartetto senza pianoforte con Don Cherry alla tromba, Red Mitchell al contrabbasso e Shelly Manne alla batteria (in altri brani del disco, il contrabbasso è nelle mani di Percy Heath) Hey Jude è un brano musicale dei Beatles, scritto da Paul McCartney, ma accreditato alla coppia Lennon/McCartney[1], originariamente per l'album The Beatles, meglio conosciuto come White Album, ma poi pubblicata come singolo nel 1968 e infine pubblicata sulla raccolta Hey Jude. Intitolata originariamente Hey Jules e rinominata in seguito Hey Jude per motivi fonetici, fu scritta da McCartney per confortare Julian, il figlio di Lennon, nel momento del divorzio tra il padre e Cynthia Powell. Nonostante questa versione ufficiale dei fatti, alcuni giornalisti, come per esempio Judith Simons del Daily Express, ritennero che potesse riferirsi o al momento sentimentale difficile di McCartney dopo il fallimento della relazione con Jane Asher oppure fosse dedicata ai Beatles stessi, impegnati in un periodo artistico e storico molto particolare
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