Anno 45 n° 2 - La Vous de Chastelmanh

Anno XLVI n.2-3
La Vous de Chastélmanh
maggio - dicembre 2014
Crisi economica e crisi comunale
La crisi economica e sociale che
caratterizza questo periodo sta
colpendo duramente i nostri paesi
di montagna. Dove già normalmente siamo sommersi di problemi, le nostre debolezze strutturali
aumentano i guai sulla nostra insufficiente struttura societaria. La
disattenzione dello Stato e dei
grandi enti nei riguardi dei nostri
piccolissimi comuni, sta facendo
il resto. Le unioni dei comuni, tardano a decollare e comunque difficilmente saranno in grado di affrontare i problemi che necessitano di urgenti interventi. Gli enti
Comunità Montane non esistono
più e quindi neanche su di loro si
potrà più contare. I Comuni come
il nostro, sono ridotti, un po’ per
volontà, un po’ per incapacità, e
per
mancanza
di
risorse,
all’ordinaria
amministrazione,
quando invece dovrebbero rappre-
sentare lo strumento per far decollare iniziative conservative e di
sviluppo. Castelmagno per esempio, sono anni che non attua una
politica nei riguardi dei pascoli
comunali che pur rappresentano
una bella ricchezza, e neanche investe un soldo nel settore turistico
che rappresenta una buona fetta di
economia locale. Si era da tempo
programmato di migliorare la pista da fondo con un intervento che
la rendesse omologabile per poter
organizzare delle manifestazioni
pubbliche. Ad oggi, nonostante la
promessa di finanziamento regionale, il progetto è fermo in attesa
di chissà cosa. D’altro lato le modestissime risorse del bilancio comunale sembra che vengano utilizzate a vantaggio di pochi, anziché per l’interesse generale e collettivo. Le due grandi vocazioni di
Castelmagno come l’agricoltura e
In questo numero:
Pag. 2 - an dounà/offerte a la Vous
Pag. 3 - 4 novembre di 100 anni fa
Pag. 4 e 5 - pronto Colletto….qui Narbona
Pag. 6 - da chapui a chabal
Pag. 7 - da chabal a chapui
Pag. 8 - festa a Colletto e Valliera
il turismo, restano sulla carta,
mentre sembra si preferisca il nulla. Il nostro piccolo paese con la
popolazione è messo male. Dimoranti siamo rimasti veramente in
pochissimi e nulla si fa e si è fatto
per aiutare chi eventualmente qui
ha investito o vorrebbe, nonostante tutto, farlo ancora. Le opportunità bisognerebbe saperle cogliere,
visto che sono rimaste pochissime. In primavera si terranno le
elezioni comunali per eleggere
Sindaco e Consiglio. A meno di 4
mesi dal voto non si registrano
iniziative e nessuno pare interessato a voler gestire il Comune.
Una buona amministrazione comunale può e deve fare di più,
nell’interesse generale della popolazione, tenendo presente innanzi
tutto il rischio desertificazione.
Beppe Garnerone
Pag. 9 - la storia di Diego
Pag.10 e 11 - ricordo di Chelestou d’Trafei
Pag. 12 - “ o verde castelmagno”
Pag. 13 - Rem — ciò che resta
Pag. 14 - ci hanno lasciato
Pag. 15 - ricordo dei f.lli Martini e don Bruno
Pag. 16 - en paou de estorio
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Anno XLVI n.2-3
La Vous de Chastélmanh
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An dounà - Offerte
Carmen Gioannini 50, In ricordo dell'obiettore
Daniele De Bortoli; Giuseppe Martino Bepu 10;
Anna Bocca Dalmastro 500; Margherita Donadio
30; Vigliocco-Ferrero 30; Guido Gallarate 50;
Tiziano Martino 50; Famiglia Argelli-Viano-Pinotto
30; Eliseo Molina 10; Giuseppe Garnero 20; Franco
Bari 20; Adele Crevato Calleri 20; Maria Pia Pessione Reano 15; Riccardo Mallone 20; Jaqueline et
Maryse 30, In memoria di Galliano Maria; Pier
Giuseppe Cavaglià 10; Patrizia Donadio 20; Lorella
Donadio 10; Roberto Grandis 20; Benito Martino
20; Rita e Riccardo Donadio 15; Giovanna Aimar
20, In memoria di Chiaffredo Martino, la moglie
Giovanna e i figli; Francesco Bergia 30; Bruno e
Irma Simoindi 20; Maria Teresa Martino 20; Giovanni Martini 20; Aldo Vietto 10; Assunta Donadio
10; Gaetano Eugenio Capitano 10; Ornella Demaria
10, In ricordo del Papà Lorenzo Demaria; Maria
Grazia Martino 25; Giorgio Martino 25; Maria
Borra Donadio 50; Maria Lucia Viano 40; Ilario
Demichelis 25; Famiglia De Bortoli 20, Ricordando
il nostro Daniele. Ex obiettore sempre con il sorriso
negli occhi e sempre disponibile quando ce ne era
bisogno. Lui sapeva vivere questi sentimenti per la
sua amata Castelmagno e "La Vous". Ciao Daniele,
sei sempre vivo nei nostri cuori; Francis Manent 20;
Mirella Donadio 10; Bruno Arneodo 20; Anselmina
Pessione 20; Sergio Boero 15; Michelina Martino
20; Celestina Martino 20, In memoria del marito
Gino; Moglie e figli Pessione 20, In ricordo di
Michele Pessione di Novara; Ortu Gavina 15;
Gaetano Iorlano 15; Mario Martini 20; Ignazio Carbon 25; Iucci e Aldo di Croce 30.
La sottoscrizione è stata chiusa il 30 novembre 2014
Invitiamo i lettori a segnalarci eventuali errori di
trascrizione. Vi chiediamo di scrivere sui bollettini
Nome Cognome e indirizzo il più chiaro possibile,
per evitare errori di registrazione, di cui ci scusiamo in anticipo.
Riceviamo e pubblichiamo
Torino 20 maggio 2014
Caro Beppe Garnerone,
Le scrive Anna Bocca Dalmastro da qualche mese 99enne.
Leggo con interesse la sua rivista, nella quale sono rappresentata Presidente onorario del Centro Occitano di Cultura Detto Dalmastro.
Con la profonda simpatia per il Centro, la prego di considerarmi esente dalla presidenza onoraria che
sarà concessa a qualche persona più valida di una centenaria.
Con stima la saluto Anna Bocca Dalmastro
Il Centro Occitano e tutta la redazione de La Vous, ringraziano la Signora Anna per l’amicizia e il sostegno che ci ha sempre riservato fino a oggi. Rispettiamo la sua richiesta e le auguriamo di superare felicemente e in piena salute il ragguardevole traguardo raggiunto.
Con tantissima stima e amicizia Beppe Garnerone
LA VOUS DE CHASTELMANH - periodico di notizie comunali e culturali a distribuzione gratuita
Edito dal CENTRE OUSITAN DE CULTURO "DETTO DALMASTRO”
Presidente: Giorgetto Amedeo;
Direttore Responsabile: Fulvio Basteris; Direttore editoriale e videoimpaginazione: Beppe Garnerone
Redazione: Angelo Artuffo, Ezio Donadio, Enzo Fina, Angelo Garnerone, Gabriella Fichera, Olga Martino;
Stampato dalla tipolitoeuropa—Cuneo - Autorizzazione del Tribunale di Cuneo n. 261-6/5/1971;
Direzione e redazione: Piazza Caduti 1-12020 Castelmagno (Cuneo) Italy. Tel. 0171-986110, fax 0171-986600:
Email: [email protected] - http://www.lavousdechastelmanh.it
Telefoni di interesse pubblico: Municipio 0171-986110, fax 0171- 986600; Ufficio Postale 0171.986136; Carabinieri
Pradleves 0171.986117; Farmacia di Pradleves 0171.986222; Santuario S. Magno 0171. 986178; Museo della vita di quassù
011-8172212 0171-986164; Museo del lavoro 0171-986370. Locali pubblici: Trattoria La Susta 0171.986242; Bar trattoria dei Cacciatori 0171.986112; Hotel ristorante "La Font" 0171.986370-3332552679; Osteria da Mary 0171.300407;
Regina delle Alpi 0171.986366; La Boutego Ousitano di Donadio 0171.986162.
Sottoscrizioni:
Conto Corrente Postale n. 14693121 intestato a Centro Occitano di Cultura Detto Dalmastro - Castelmagno
Bonifico bancario: IBAN IT88U0760110200000014693121 intestato al Centro Occitano di Cultura Detto Dalmastro
Tiratura: 1250 copie
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4 NOVEMBRE di 100 ANNI OR SONO
Il 24 maggio 1915 l’Italia entra in guerra. Il paese è diviso, in stallo fra interventisti e attendisti, il Re e il governo
non sanno decidere. In Europa la guerra è iniziata da
quasi un anno. Giovanni Giolitti presidente del consiglio,
non riesce a far prevalere le idee di neutralità, si dimette
e torna a Dronero. Il Re, Vittorio Emanuele III, nomina
Salandra capo del governo, e nonostante l’impero Austro
Ungarico offra all’Italia i territori contesi, Trento e Trieste, prevalgono le ragioni della guerra.
Non esistevano questioni vitali, piuttosto prevale la speranza di conseguire con un minimo di sacrificio una serie
di vantaggio politici e territoriali altrimenti difficili da
ottenere. Le vicende belliche dimostrarono il contrario.
La prima guerra mondiale è stato uno dei conflitti più
sanguinosi dell'umanità. Considerando tutte le nazioni
del mondo, si stima che durante il conflitto persero la
vita poco meno di 9.722.000 soldati con oltre 21 milioni
di feriti, molti dei quali rimasero più o meno gravemente
segnati o menomati a vita.
I civili non furono risparmiati: circa 950.000 morirono a
causa delle operazioni militari e circa 5.893.000 persone
perirono per cause collaterali, in particolare carestie e
carenze di generi alimentari. 650.000 soldati italiani tra il
1915 e il 1918 morirono nelle trincee del Carso, sulle
Dolomiti, sul Monte Grappa e durante la tragica sconfitta
di Caporetto, 40 erano originari di Castelmagmo.
manutenzione, oggi i nomi scolpiti nel marmo sono po’
sbiaditi, quasi non si leggono più. La Vous e il Centro
Occitano si impegneranno nei prossimi mesi per ridipingere i nomi sul monumento.
Crediamo sia il miglior modo per ricordarli, commemorando tutti i caduti in guerra il prossimo 4 novembre.
Angelo Artuffo
Le immagini sono tratte da un filmato S8 di Adriano Argelli,
realizzato il 4 novembre 1971 durante la cerimonia di commemorazione dei caduti, nell'occasione Gianni Dematteis consegna ai Castelmagnesi Viano Chiafferedo, Pessione Michele,
Isoardi Magno e Arneodo Antonio, reduci delle Grande guerra, l'attestato di Cavaliere di Vittorio Veneto.
Chiunque arrivi nella piazza di Campomolino non può
evitare di passare davanti al monumento ai caduti, che
ricorda questi e altri martiri Castelmagnesi; non passa
inosservato, sta li fermo immobile a ricordarci il loro
sacrificio, dei quali ci piacerebbe anche raccontarne le
storie. A volte qualcuno si ferma per qualche istante davanti al monumento, legge la lunga lista di nomi. Il ricordo di quella guerra è ancora vivo, anche per le sue conseguenze, vent’anni di dittatura e un'altra tragica guerra.
Nonostante l’amministrazione comunale e i Castelmagnesi se ne prendano cura con fiori, corone e un po’ di
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“Pronto Colletto, qui Narbona… missione compiuta!”
dendo insomma lo spirito che ha animato il progetto
“Una casa per Narbona” sin dall’inizio.
Dopo due sopraluoghi nella frazione in compagnia
del Sig. Ivano Bellino della Ditta Heliwest che ha
fornito l’elicottero per il trasporto e deciso le modalità operative, due squadre di volontari di una decina
di persone hanno lavorato duramente nell’ultimo
fine settimana di maggio per preparare le piazzole
destinate ad ospitare i mobili, estrarli dalle case
(impresa questa non facile per il fatto che alcuni furono costruiti all’interno e non uscivano dalle porte
troppo strette e quindi è stato necessario smontarli
con molta attenzione, per la pesantezza di alcuni manufatti e per la difficoltà di muoversi in ambienti
ristretti e in mezzo alle rovine), predisporli al trasporto, incastrarli tra loro in modo da formare quattro carichi compatti, ben legati, depositati, protetti
dai teli, e ancorarli al sul ripido prato a monte della
frazione.
I giorni tra il 31 maggio e l’11 giugno scorsi sono
stati decisivi per il progetto “Una casa per Narbona”.
E’ stato finalmente realizzato il recupero con l’elicottero dei mobili, degli oggetti e dei manufatti ancora presenti nella borgata destinati a ricostruire fedelmente un’intera abitazione della frazione nel museo di Campomolino che fa parte dell’Ecomuseo
Terra del Castelmagno.
Un progetto ed un sogno pieno di difficoltà di ogni
tipo, che all’inizio sembrava azzardato e che, invece,
si è concretizzato grazie all’impegno e al sostegno di
diverse realtà (dal Comune di Castelmagno al Centro di Cultura Occitana Detto Dalmastro, dall’Associazione Culturale La Cevitou alla Comunità Mon
-tana Valli grana e Maira, al periodico “Il Caragliese”) e di molti singoli che hanno aderito e si sono
aggregati strada facendo. Ad ogni tappa del percorso
che ha portato alla spedizione con l’elicottero, nell’arco di oltre un anno, hanno dato il loro contributo
di idee, energie, risorse economiche, tanti amici,
vecchi e nuovi, cosicché ad ogni appello in vista di
spedizioni esplorative od operative a Narbona, si
sono formati gruppi nuovi ed eterogenei attorno ai
“fedelissimi”.
I carichi sono rimasti sul luogo, incustoditi, per dieci
giorni e dopo un po’ di preoccupazione per la situazione meteorologica è arrivato, infine, il gran giorno: mercoledì 11 giugno una squadra si è portata a
Narbona per attendere l’arrivo dell’elicottero nel pomeriggio e un’altra a Colletto, con i mezzi di trasporto, per assisterlo nel momento dello scarico dei
mobili. Le squadre hanno comunicato con i walkie
talkie e tutto si è svolto nel migliore dei modi con
quattro viaggi da Narbona a Colletto. Gli oggetti
prelevati con il consenso dei proprietari (un madia,
un cofu, un armadio, due credenze, due letti, una
rastrelliera, un supporto per la stagionatura dei formaggi, e diversi altri arredi in legno), ora sono nella
loro "casa". Sono state fatte molte riprese video che
Molti poi hanno seguito questa “piccola grande im- serviranno a costruire un documentario con il quale
presa”, standoci semplicemente vicino con le parole, prossimamente organizzeremo una serata con annesle e-mail, le telefonate, gli incoraggiamenti, condivi- so festeggiamento. Inoltre il giorno dopo, il TG3
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regionale del Piemonte ha trasmesso un bel servizio
sulla spedizione, realizzato da Battista Gardoncini
che ci ha seguito in tutte le operazioni, in seguito al
quale, come da una scatola magica, molti ci hanno
contattato e sono scaturiti nuovi contatti con narbonesi lontani e persone che desiderano portare la loro
testimonianza su Narbona, collaborare, e fornire ulteriori materiali e antiche fotografie.
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articoli e permesso a tutta la valle di sapere cosa stiamo facendo, il personale dell’Heliwest, quelli che
anche solo con il pensiero o seguendo e informandosi sull'impresa ci hanno convinto che stavamo facendo una cosa veramente bella e giusta. Siamo riusciti
nell’impresa anche grazie ad un contributo della
Fondazione CRC di Cuneo.
In molti hanno contribuito a questo risultato, voglio
ringraziare di cuore tutti quelli che erano presenti,
quelli che hanno lavorato duramente nei giorni precedenti la spedizione a preparare i carichi, quelli che
ci hanno autorizzato al prelievo dei loro mobili,
quelli che ci hanno sostenuto economicamente con
offerte, quelli che hanno permesso che "Una casa di
Narbona" si concretizzasse attraverso accordi e pratiche amministrative, quelli che hanno accolto i nostri
L'elicottero che con il suo rombo rompeva il secolare
silenzio della comba e con la sua potenza sollevava
facilmente i carichi che noi, con grande fatica, abbiamo estratto dalle povere abitazioni della borgata ci
ha riempito il cuore di emozione e gioia. Emozione e
gioia che è stata subito palpabile tra tutti e che questo breve articolo vuole estendere e condividere. Non
è la fine del progetto, è stato raggiunto un punto culminante, altro lavoro ci aspetta (e c'è posto per tutti),
altre idee stanno maturando. Narbona ha ancora bisogno di noi!
Flavio Menardi Noguera
Hanno partecipato alla spedizione:
Elia Rustignoli, Paola Marino, Cristiano Sorzana, Alessandra Donadio, Davide Valpiani, Roberto Ghio, Roberto
Ribero, Simona Giordano, Claudio Luciano, Elena Buonfrate, Battista Gardoncini, con la moglie e figlia, Claudio
Donadio, Claudio Castagno, Fausto Arneodo, Renato
Lombardo, Ezio Donadio, Sergio Brumana, Claudio Luciano, Claudio Salvagno, Gabriella Enaudi, Mario Sarotto,
Magno Arneodo, Ruggero Alfano, Indrit Metiku, Flavio
Menardi Noguera, Angelo Artuffo.
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Da Chapui a Chabal
APPUNTAMENTO CINEMA ALL’APERTO
Si è svolto sul piazzale della bella frazione Colletto
il 4° appuntamento dell’iniziativa ”Cinema in Valle
Grana”. Il film intitolato “BIG FISH” del 2003 e diretto da Tim Burton tratta della scoperta di un figlio
di non aver mai veramente conosciuto bene la vita di
suo padre e comincia ad indagare. L’iniziativa, in
nome della pace, continua a trovare consensi tra i
turisti ed ha raccolto il pienone nella frazione di Catelmagno.
La fase successiva, anche questa impegnativa, è stata
la manutenzione di tutti i pezzi destinati all’esposizione, da quelli in legno a quelli di cuoio o in
ferro per mantenerli intatti nelle loro caratteristiche
in futuro e per preservarli dall’umidità presente nella
stalla.
——————————————————L’IMMANCABILE CONCERTO DEI
LOU DALFIN IN QUOTA
Anche noi abbiamo offerto, come Elva, il consueto
concerto di Ferragosto in quota dei Lou Dalfin.
Come ogni anno l’evento si è svolto sul meraviglioso
sagrato del santuario di Castelmagno, il giorno di
Ferragosto alle ore 16, davanti a centinaia di persone, arrivate lì perché fans del gruppo o perché amanti
di questa consuetudine. Non sono mancati i NO
TAV ed i ballerini ed allievi dei corsi di danze occitane che ormai spopolano in ogni provincia piemontese (ed anche ligure) e che hanno dato qualche emozione in più a quelle offerte dalle ballate tradizionali,
e non, cantate e suonate con gioia e maestria dal famoso gruppo. Anche quest’anno il concerto era dedicato alla memoria di Silvio Einaudi e di Daniele De
Bortoli che si sono impegnati molto per il Comune e
la gente di Castelmagno e che ci hanno lasciati quattro anni fa. Gli ospiti che hanno potuto visitare il piccolo museo,
oltre alla curiosità per l’argomento inconsueto (i muli sono scomparsi dalle nostre montagne da decenni)
hanno potuto tirar fuori, almeno tra i più anziani, ricordi legati alla fatica e ai sacrifici condivisi con
questi insostituibili compagni sia in tempo di pace
che di guerra e che purtroppo la “tecnologia” ha relegato ai margini della memoria.
Il museo dedicato a questi preziosi animali è stato il
primo passo di un obbiettivo più ambizioso, quello
di riportare i muli a ripercorrere i nostri sentieri non
più carichi di legna e ansimanti dalla fatica, ma come
compagni di viaggio in attività ludiche e didattiche al
massimo con qualche zaino sulla groppa.
Colgo l’occasione per ringraziare tutti coloro che a
vario titolo hanno dato una mano per dare l’avvio a
questo progetto: Andrea, Lorenzo, Gianni, Franco
ma soprattutto la signora Olga Martino del Colletto
per i suoi preziosi consigli per il futuro e per la pazienza dimostrata.
Pierluigi Bione
——————————————————A BATUIRA UN MUSEO
DEDICATO AL MULO
Soddisfazione è il sentimento che accomuna coloro
che hanno contribuito alla realizzazione del museo
dedicato al mulo in borgata Batuira.
L’idea, partita nel 2013, è iniziata concretamente con
la pulizia dalle macerie accumulate negli anni di una
stalla, riportandola allo stato originale con le sue belle volte a botte e la sua mangiatoia in pietra.
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Da Chabal a Chapui
L’ESTATE A BATUIRA
Si sono conclusi con soddisfazione gli incontri estivi
alla Batuira.
L’idea del Museo del Mulo, partita nel 2013, è stata
concretizzata. Un grazie a tutti i visitatori, a chi ci ha
dato una mano ed in particolare alla signora Olga per
i suoi preziosi consigli e per la pazienza dimostrata.
Il Maestro Fulvio
Serra, dimenticandosi che l’arte è la
figlia del proprio
tempo, si è lasciato
trasportare dalla
suggestione e dalle leggende del luo
-go
dipingendo
visioni su carta.
Le opere di Lanaecodesign realizzate con materiali
riciclati hanno avuto il loro giusto
riconoscimento suscitando un gra-nde interesse.
Un ringraziamento per la collaborazione a Stefano e
Mara gestori del Rifugio Valliera, a Franco
dell’Osteria del Colletto, agli amici Ezio e Dario della Bottega di Campomolino e un saluto particolare ai
compagnoni di Campofei.
Insomma, ancora una volta ci siamo divertiti a contar
lucciole e stelle!
Franco
——————————————————COLLETTO FRAZIONE SEMPRE PIU’ BELLA
Il nido d’aquila di Castelmagno, cioè la frazione
Colletto, si è arricchito di ulteriore fascino.
Grazie alla generosa Irma, amante del bello (non per
nulla è la mamma di Elisa, bella e famosa conduttrice televisiva), numerosi “bouquets” di gerani dall’intenso color rosso vermiglio, collocati su rustici
tronchi e in grandi tini, danno il benvenuto e rallegrano la vista e il cuore dei coloro che salgono al
Colletto.
A Irma poi, bisognerebbe dare il “premio fedeltà”
poiché lei sale al Colletto tutte le sere, anche durante
l’inverno, con la neve e con il ghiaccio: coraggiosa
ed affezionata!
Anche la chiesa è stata da lei ripulita ed abbellita con
splendide composizioni durature!!
Ma questo gusto per il bello e per la pulizia è contagioso. Responsabile di tale contagio è stata prima di
tutti la maestra Patrizia dal pollice verde e con doti
di esperta compositrice floreale, che da anni, in collaborazione con l’ing. Franco, mantiene pulizia, ordine e fioriture di tutto il vicinato.
Bel colpo d’occhio è pure la balconata fiorita
dell’Osteria da Marì, di Franco e Rosanna e le allegre finestre bianco-rosse di Adriana. E cosa dire del
curatissimo giardino di Dino?
Grazie a tutti il Colletto continua a catturare i visitatori!
Ma voglio esprimere a nome di tutti un grande ringraziamento anche a Guglielmo, che ha generosamente rifatto il mosaico della croce occitana, rendendo assai più agevole l’utilizzo del nostro piccolo
“giardino pubblico”.
Bell’esempio di disponibilità e partecipazione!
Sempre più frequentemente udiamo esclamare; ”che
splendida questa frazione!”…
Ma si può ancora migliorare...
Olga Martino
——————————————————BANCO DI BENEFICENZA A S. MAGNO
Il 19 agosto, festa di S. Magno, al Santuario è tornato il Banco di beneficenza a favore della parrocchia
di S. Ambrogio.
E’ stata un’impresa quasi eroica a causa del brutto
tempo (infatti alle sette del mattino al Colletto ancora pioveva). Ma la ferrea volontà e l’ottimismo non
hanno fermato il generoso coraggio di Irene e Francesco, che la sera precedente avevano già caricato
l’auto e non hanno desistito. Antonio ed io li abbiamo seguiti e, giunti a S. Magno, siamo stati premiati
da squarci di azzurro e comparsa del sole. Ma la
pioggia caduta tutta la notte fino a poco prima aveva
scoraggiato molti pellegrini. La presenza è stata ridotta e di conseguenza anche il nostro incasso.
In compenso la fatica che ha fatto Irene a preparare
tutto è stata molta e può essere ben compresa da chi
ha portato avanti questa esperienza per tanti anni.
Ma Irene dice che le piace e lo fa con dedizione ed
entusiasmo.
Meno male: la parrocchia di S.Ambrogio la ringrazia
di cuore e spera che conservi l’entusiasmo ancora
per i prossimi anni.
o. m.
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Da Chapui a Chabal
CARTELLONI NELLE BACHECHE
DELLE FRAZIONI
Manteniamo vive queste tradizioni, che hanno anche
il merito di creare occasioni di aggregazione, di amicizia, di comunione.
Sono finalmente stati realizzati i cartelloni da tempo
Olga Martino
progettati dell’ecomuseo Terra del Castelmagno, che
——————————————————
offrono ai turisti alcune brevi notizie storiche, geografiche e di vita delle frazioni. Molto bella la veste
A VALLIERA
grafica di ognuno! Particolarmente accattivante è
FESTA
COMUNITARIA
DI VALLE
quello esposto nella bacheca del Colletto che, insieme ad alcune foto e notizie di vita della frazione, ofAria di grande festa a Valliera, il 24 agosto, borgata
fre alcuni versi di una poesia tratta dal libro di Olga
dal volto nuovo, ma fedele all’antico.
Martino dal titolo: “Con gli occhi del cuore”. Sono
Cappella di S. Margherita abbellita con composizioversi appassionati che Olga ha dedicato alla sua frani floreali e lumini; S. Messa rallegrata dai canti del
zione. Riportiamo uno stralcio:
coro della Cevitou di S. Pietro Monterosso; preghie...Gigante buono, la chiesa che docile sovrasta!
re di ringraziamento e d’invocazione affinché VallieAquila di pietra dalle ali dilatate
ra rinasca anche come comunità.
che protegge le sue creature
Poi, una squisita ed abbondante polenta, vino e dolce
nei loro nidi di pietra...rintanate.
sono stati il cordiale benvenuto di Mara e Stefano, i
...Silenzio ovattato, rassicurante.
due nuovi gestori del rifugio, che promettono bene e
Aloni di calda luce gialla
che quest’estate si sono già fatti apprezzare e benvoaccolgono il mio incedere protetto:
lere.
com’è soave il rifugiarmi in te
Ma non finisce qui! Nel pomeriggio ci viene offerto
o mio amato Colletto!
un simpatico concerto dal coro della Cevitou, con un
repertorio interamente in lingua occitana. Applaudi——————————————————
tissimi! In conclusione, il trio dei giovanissimi filarFESTA PATRONALE DI
monici già bravissimi, ha suscitato nei presenti la
SANT’ AMBROGIO AL COLLETTO
voglia di ballare… Giornata veramente ben riuscita e
piacevole, accompagnata anche da un tempo più che
Anche quest’anno, il 10 agosto, abbiamo reso onore
discreto.
al nostro Santo Patrono.
Grazie di cuore a tutti coloro che si sono impegnati
La Santa Messa accompagnata dai vivaci canti eseed in particolare a don Bruno che si è dato un gran
guiti da una giovane rappresentanza del coro della
da fare, e che questa volta è riuscito a fare una simCevitou accompagnati dagli strumenti musicali. La
patica omelia forse un po’ meno lunga del solito.
loro partecipazione ha dato un tono di solennità alla
Possiamo sperare che migliori ancora?!
funzione e li ringraziamo di cuore per essersi uniti a
noi.
——————————————————
Il pranzo comunitario, cucinato e servito dall’Osteria
da Marì, è stato ottimo ed abbondante ed ha riunito .ECOMUSEO TERRA DEL CASTELMAGNO
in piazza una sessantina di persone e personalità
RICERCA STORICA
(erano con noi la presentatrice Elisa Isoardi e il maeGiovedì 11 dicembre terzo incontro del gruppo di
stro Sergio Berardo).
Poi, a rallegrarci con la musica ci hanno pensato Ser- ricerca storica. Appuntamento alle ore 21.00 nel
gio in unione col generoso complesso della Croce Centro incontro comunale di Valgrana (di fronte al
municipio). I partecipanti stanno impostando l'attiviRossa di Caraglio: bravi ed instancabili.
Anche Debora e Matteo erano presenti col loro or- tà relativamente a due argomenti:
mai tradizionale gioco dei tappi, “lo stappa e vinci” 1) Elaborazione di notizie storiche già recuperate
il cui ricavato è andato a favore della luce della Ma- sulla Comunità di Pradleves;
2) Ricerca e studio in merito all'insediamento dei
donnina.
Non è mancato Bepou a fare da guida al Museo. Il monaci a Santa Maria della Valle.
giorno successivo, il torneo al ping-pong “Memorial La partecipazione al gruppo di lavoro è aperta a tutti
Graziano”, ha richiamato a competere bambini, ra- gli interessati. Per informazioni più dettagliate:
[email protected]
gazzi e giovani.
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Da Chapui a Chabal
DARIO DONADIO PREMIATO ALLA
MANIFESTAZIONE DI PRIMALPE
sono stanche, la memoria è forte…” Illustrando il progetto Una Casa per Narbona con l’aiuto di slides e video e
Anche quest’anno il 16 Novembre si è aperto il sipario ricostruito alcuni episodi (anche inediti) della Resistenza
sul palcoscenico dell’Auditorium Bertello a Borgo S. che, nel 1944, coinvolsero la piccola borgata di CastelmaDalmazzo per premiare coloro che si sono distinti gno.
——————————————————
nell’anno 2014 per i loro scritti o le loro attività.
Un premio speciale (consistente in un rimborso spese per
LA STORIA DI DIEGO: VENT’ANNI
DI SGOMBERO NEVE !
il materiale necessario) è stato consegnato dal Centro Occitano di cultura Detto Dalmastro e dall’Associazione La
Cevitou al mitico Dario di Campomolino che si è distinto
per la sua assidua attività di ricostruzione e mantenimento
della sentieristica sul nostro territorio e per la riscoperta
di antiche vie, collaborando con geografi e cartografi alla
loro segnalazione cartografica e alla toponomastica. Grazie Dario da tutta La Vous e dal Centro Occitano.
g. f.
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50’ANNI DI MATRIMONIO
Il 18 ottobre 2014, Iolanda Einaudi e Firmino Bessone
hanno festeggiato il 50° anniversario di matrimonio attorniati da parenti e amici con un buon pranzo e tanta allegria. Auguri alla felice e longeva coppia.
UNA CASA PER NARBONA A PARALUP
Domenica 14 settembre per l’iniziativa organizzata dalla
Fondazione Revelli a Paraloup (Cn), Flavio Menardi Noguera e Angelo Artuffo hanno raccontato che “Le pietre
La sua storia di vita rischiosa a Castelmagno inizia nel
novembre del ’93 quando è venuto a mancare l’ addetto
allo sgombero neve. Bruno Isoardi , suo padre, lo avvisa
che il lavoro a cui lui ambiva era disponibile e Diego sale
da Caraglio, dove riparava biciclette, per tornare nella
terra della sua famiglia. Il Comune lo aveva dotato di due
mezzi, uno era una pala gommata e l’altro una sabbiatrice. Per via del contratto favorevole, dopo dieci anni riesce
a riscattare i mezzi che diventano di sua proprietà. Il suo
lavoro è molto pericoloso , tant’è vero che i fratelli Elio e
Giovanni Pessione che lo hanno preceduto, son morti sulla strada. Ma a lui piace e cerca di salvaguardare la propria vita usando tutte le accortezze possibili: usa le catene
alle quattro ruote motrici e diventa sempre più meticoloso
nel curare i suoi mezzi. Per migliorare la sua attività invernale acquista col passare degli anni altre macchine
operatrici diversificate per lo stato e la quantità di neve
caduta. Sicuramente l’ annata più tremenda è stata quella
del 2008. Nessuno ricorda un inverno così nevoso. Quel
dicembre ha dovuto lavorare per sgombrare la strada per
28 giorni consecutivi , giorno e notte, riposando pochissimo. Appena ripulita, la strada tornava impercorribile. Le
borgate erano isolate ed il suo lavoro era di vitale importanza, tenendo conto della non poca distanza che intercorre tra le frazioni principali. Quando arrivava a Campomolino era accolto con soddisfazione e cordialità dagli abitanti che gli offrivano una bevanda calda, preoccupati per
lui. Durante il suo lavoro, a volte c’è qualcuno che lo invita a prendere il caffè (sicuramente ciò lo aiuta a mantenere la sua concentrazione senza stancarsi troppo) ed a
scambiare quattro parole: ad esempio sua madrina Rinuccia di Chiappi o Claudio o Anna Maria a Campomolino,
ma altre volte non incontra neppure un’anima per ore.
Ma Diego, lavorando sulla strada in inverno, non si limita
a svolgere un servizio pubblico, bensì lo si vede spesso in
atti di solidarietà verso gli automobilisti in difficoltà o
perché non sanno mettere le catene o perché si trovano
fermi con l’ auto in panne e non riescono a ripartire. Rivolgiamo a Diego il nostro grazie e auguriamo tanta salute e fortuna a lui ed alla sua famiglia!!
Gabriella Fichera
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Anno XLVI n.2-3
La Vous de Chastélmanh
maggio - dicembre 2014
LA CONSEGNA In ricordo di Celèstou d'Traféi
Viviamo in tempi difficili in cui ci si aggrappa anche all'appiglio di un ricordo e ci è di aiuto l'impalpabile presenza di ombre amiche per ridare fiato
alla speranza di un possibile migliore domani.
Ricordi e ombre. Eredità tanto fragili quanto preziose. È tutto ciò che ci rimane di quelli che hanno
occupato un posto nella nostra vita per un breve
attimo e vogliamo che restino nel presepe senza
tempo della memoria per sempre.
Giovedì 25 settembre, ore 9. Squilla il telefono:
"Ciao, siou Vitòrio!".
"Oh! La fìio dal Vént!".
La figlia del Vento è Adelaide Iolanda Vittoria
Martini, classe 1928. Per l'anagrafe porta il nome
di tre regine ma, per noi di quassù, è Vitòrio dal
Vént.
"Scoùteme. Iou voularìou que me fadésses en piasìr. Ascoltami. Io ho bisogno di un favore. Bisognerebbe
che tu facessi un salto a casa mia. Voularìou que butésses carcoso d'escrich sal journàl per arcourdar na
persouno. Vorrei che pubblicassi qualcosa sul giornale per ricordare una persona.
Pos venìr fin issì? Puoi venire fin qui?".
"Béico, iou vénou bèle stoumatìn! Guarda, io vengo anche stamattina!".
Siccome si tratta di una di quelle cose che mi piace che accadano, per doveri di predilezione decido concederle la priorità e, senza frapporre indugi e rinvii, salgo in macchina e corro da Vittoria. Alle 11 sono lì. Il
cancello è già aperto e lei è nell'orto. Non mi ha sentito arrivare ed è il vicino di casa a richiamare la sua
attenzione su di me.
"Sas, 'mbou lou jardìn fenìsses dgun bot, ma aùro, per encùi,
butén fenì. Sai, col giardino non si finisce mai. Ma per adesso, per oggi, lascio perdere".
Dopo la morte di Tommaso, Toumà Chot, suo marito, Vittoria
vive da sola a Cervasca, in via Martiri. Lontana dalla sua borgata, lou Sarét d'en Quiàp di Castelmagno, divide la sua giornata tra la casa e il giardino, muovendosi tra fragole, insalata,
pomodori, peperoni, melanzane e mille altre delizie.
Entriamo in casa.
"L'èro mìei couro venìes troubàme ilamoùn ai Quioutàs. Era
meglio quando venivi a trovarmi lassù all'alpeggio di Pra
Giulian". Persona dai tratti ruvidi e dai modi gentili, come le
asprezze e i pianori che disegnano i profili delle sue montagne, con gli occhi della mente perennemente rivolti a quello
che è stato, ma coi piedi ben piantati al centro esatto della
sua modesta quotidianità, Vitòrio dal Vént è una delle ultime
eredi della nostra passata identità. Il paesaggio della sua anima è popolato di presenze e la sua mente è attraversata dai
sentieri di mille ricordi. Sospinti dalla brezza, lou tirànt, che
risale la valle, le dràies della sua memoria, come i pensieri
che le percorrono, vanno sempre in salita, su su per la Coumbo, e si arrestano là dove sta il suo vissuto.
Entriamo in casa e, mentre Vittoria va a frugare nel cassetto
dei ricordini, io mi avvicino al suo altarino degli affetti perduti. È un'angoliera a tre piani che chiude la fila dei pensili della
cucina. I tre ripiani ospitano le fotografie dei suoi cari estinti.
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Anno XLVI n.2-3
La Vous de Chastélmanh
maggio - dicembre 2014
Li conosco tutti. Dall'alto in basso ci sono: papà e mamma, Toni lou Vént e Catlinòto, il marito Toumasétou
in bicicletta e, in basso, il figlio Piero, morto prematuramente nel 1993, cinque mesi prima del padre. Quando vedo la padrona di casa che viene verso di me con due scatole colme di buste bianche, mi siedo al tavolo
della cucina e, una scatola per uno, diamo inizio allo spoglio.
"Beiclou issì! Eccolo!". Vitòrio ha trovato quello che cercava.
Dalla busta aperta salta fuori una foto con dedica. È il ricordino di Celestino Molineri, detto Chelèstou
d'Traféi, mancato un paio di mesi prima, il 4 luglio ultimo scorso. Ora lui non c'è più ma nell'anima di chi
gli ha voluto bene la sua è una presenza viva e pulsante.
"Iou e Chelèstou èren coume fraire. Io e Celestino eravamo come fratelli. I dui papà èren bén amis, bèle
que la pensàven diferént. I nostri papà erano molto amici, nonostante coltivassero idee diverse".
In politica Jàcou d' Traféi, classe 1883, padre di Chelèstou, e Toni lou Vént, classe 1879, ribadendo opposte
e inconciliabili tesi, proprio non si capivano, ma, a ideologie spente, sul piano pratico i due si rispettavano.
Quando c'era da confrontarsi sulle cose da fare per il bene della comunità, le barriere ideologiche svanivano
e i pensieri Giacomo e Antonio si muovevano insieme.
Celestino era nato in Francia dove i genitori erano emigrati e praticavano la pastorizia, fadìen i pastre, sulle
colline di Provenza. Tornarono tutti in patria dopo che Mussolini aveva dichiarato guerra alla Francia".
E così nel 1942 arriva a Chiappi di Castelmagno, un ragazzo di sedici anni, con la testa piena di nuove idee
e nuovi progetti. Il suo proposito è di metterli in pratica per migliorare la vita della gente di lassù.
Si tratta di Chelèstou d'Traféi. È per lui che sono venuto da Vittoria.
"Celestino parla dei suoi progetti con mio padre per concordare il da farsi. È merito suo se, con la costruzione di
una centralina, arriva la luce in casa agli abitanti della
borgata. Fu lui a motorizzare la màquino, la trebbiatrice
a manovella. Abiterà a la Ruà , la porzione inferiore
dell'abitato di Chiappi, fino al matrimonio. Io e sua moglie Adelina Aimar siamo coetanee. Delìno d'Chavìo és
dal miou témp. Andavamo a scuola insieme e siamo
molto amiche.
In tempi successivi, sceso in pianura per esigenze di lavoro e di famiglia, Celestino andrà ad abitare a Torino
dove farà il camionista.
Quando riuscirà ad entrare alla Michelin di Cuneo come
meccanico specializzato, si trasferirà a Madonna dell'Olmo. Infine, una volta in pensione prenderà casa a Bernezzo.
Chelèstou mi diceva sempre con tono appagato: «Iou ài
avansà gnente, ma ài butà a post la famìio». Celestino
ha due figli: Valter e Mirella.
Valter ha un buon impiego alla Michelin e Mirella, laureata in Architettura, insegna in una scuola di Cuneo.
Dopo la morte di mio marito Toumà, lui, consapevole
della mia solitudine e del mio isolamento, passava a
prendermi ogni volta che saliva a Castelmagno. Il momento più bello di quelle gita era il viaggio. Parlavamo delle cose, dei luoghi e delle persone di lassù. Tiravamo fuori i ricordi... Butè pi tout, scrivi poi tutto
quello che ti ho detto, mi raccomando".
Ci siamo già congedati e io ho raggiunto la mia automobile, ma Vittoria mi rincorre, ha qualcosa da aggiungere, un'ultima consegna: "Aspetta, vorrei che tu concludessi con queste parole: «ciao Chelèstou d'Traféi! Salùteme papà lou Vént!».
Sulla via di casa, in una calda e chiara mattinata d'autunno, penso a Celestino, Giacomo, Antonio e a tutti
gli altri. Ciascuno di loro si è guadagnato un posto nella vita per un breve tempo e nella nostra memoria per
sempre.
“Le persone - diceva Iosif Brodskij - sono ciò che ricordiamo di loro". Quello che noi chiamiamo vita, alla
fine, altro non è che un fardello di ricordi affidati alla memoria di qualcun altro.
Renato Lombardo
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Anno XLVI n.2-3
La Vous de Chastélmanh
Lettere a la Vous
maggio - dicembre 2014
“O VERDE CASTELMAGNO”
Pradleves 6 luglio 2014
Come ogni anno desidero rinnovare il sostegno alla
"Vous", dove trovo le notizie della terra di origine
del mio defunto marito Lorenzo. Conoscendo le fatiche anche per questa iniziativa, mi congratulo e
auguro ogni bene.
Cordiali saluti
Antonietta Martino
Pubblico il testo di una canzone insegnatami dal mitico don
Pepino, parroco di Castelmagno dal 1958 al 1966. E’ giusto
che questo simpatico tesoretto nascosto, sia conosciuto e presto musicato, affinché possa ancora essere allegramente canticchiato!.
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Un giorno venne a Campomolino
su una fiammante renault,
un tal signore elegante e ciccion
che altezzoso parlò:
- son l’ingegner Gruviera
l’inventor del formaggio coi buchi,
e vivo a Bordighera
fra marchesi, baroni e granduchi.
Ciao.
Volevo solo ringraziarti/vi (a nome anche dei miei
amici, bibliotecari o no che essi siano) per il pomeriggio di domenica scorsa a Paraloup...
E' stato bello scoprire l'esistenza di Narbona e del
vostro sognochesifarealtà!
Lunedì, tornato al lavoro a Torino, mi è capitato tra
le mani un "Elenco dei comuni e delle frazioni d'Italia" del 1938. E' stato più forte di me, sono andato a
vedere alla voce "Narbona". Mi ha emozionato vedere quel nome su una pagina... Le venivano attribuiti 96 abitanti al 1936, se non ricordo male (oggi
sono a casa malato e vado a memoria: ma non appena tornerò in biblioteca andrò a riguardarmi tutti i
dettagli...).
Mi ha sempre fatto male vedere la morte progressiva delle nostre montagne (abito nella pianura cuneese ma si sa che la parte più autentica della nostra
terra sta in alto, collina o montagna che essa sia). E
mi ha sempre aperto il cuore ogni tentativo di tener
vivo e preservare quel che resta del "mondo dei vinti": per amore di quelle terre e anche per amore di
quei vinti e dei vinti in generale (d'altronde che gusto c'è a stare dalla parte dei vincitori? son capaci
tutti!)...
Ecco perchè domenica pomeriggio, a Paraloup, mi
sono emozionato: e i miei amici con me... Volevo
solo dirti questo e che - nella misura del possibile continueremo a seguire la vostra avventura. Io ho
quasi sessant'anni e sono discretamente disilluso su
parecchie cose: ma i "visionari" continuano a destare tutta la mia simpatia, e credo che per me sarà
sempre così.
Avrai forse letto "La pioggia gialla" di Julio Llamazares... Quel libro (come tanti altri) ha dato parole al
mio dolore per la morte - violenta - della civiltà contadina. E' un dolore che - mi ripeto - provo ogni volta che vado a spasso per i nostri monti, puntualmente... Beh, voglio che tu sappia che domenica pomeriggio, a Paraloup, hai/avete messo un salutare impacco sulla mia metaforica ferita. Di questo ti/vi son
grato.
A presto e auguri per tutto: per i sogni e per la realtà...
Gianni Piovano
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Olga Martino
“O VERDE CASTELMAGNO”
Con questa fuoriserie
son venuto a Campomolino
per porgervi l’invito
acquistate i miei formaggin!
La folla allor con gran furor
gridò; lo si deve cacciar!
e il brigadier deciso e fier
lo prese e lo fece filar!
E l’ingegner Gruviera,
l’invertor del formaggio coi buchi,
tornò a Bordighera
e mai più ci verrà a sgonfiar.
L’unico cacio di gran qualità
che fa davvero ingrassar,
è il castelmagno che va qua e la
che ci fa bere e cantar!
O verde castelmagno
con quei vermi che vanno a spasso
sei l’unico compagno
che fa il ben senza fare il fracasso.
Prodotto portentoso
sei la sintesi d’ogni invenzione,
la buona digestione
solo tu sai donare ai mortal!
Non c’è stracchin, né pecorin,
né mio né manco bebé,
né parmigian, né sicilian
che possan competer con te!
Oh verde castelmagno
sol di cacio hai l’esterna parvenza,
ma l’intima essenza
è di carne vivente e vital!!!
Anno XLVI n.2-3
La Vous de Chastélmanh
maggio - dicembre 2014
LIBRI
“REM. Ciò che resta” di Renato Lombardo
Ancora un libro di Renato Lombardo. Dopo “Ciò che conta” è ora
la volta di “REM. Ciò che resta. Luoghi e leggende di Pradleves”.
Presentato nello scorso agosto presso gli impianti sportivi di Pradleves nel corso di tre serate, arricchite da altrettanti docu-film, con
il quale, e per vari motivi, aumenta il nostro debito di riconoscenza
verso di lui.
In primo luogo per aver egli ricostruito con la pazienza, la precisione e la bravura di narratore che solo una grande passione e una profonda conoscenza dell’argomento permettono, tre saghe leggendarie riferite a tre borgate del penultimo comune della valle ed aver
così recuperato e salvato per sempre un patrimonio di cultura che
altrimenti sarebbe sicuramente andato perduto.
In secondo luogo per il metodo adottato nel lavoro di scrittore che
utilizza i racconti raccolti da ben cinquantuno testimoni il che equivale ad appoggiare la scrittura sulla base apparentemente labile, in
realtà solida e preziosa, della cultura orale (con un approccio proprio di un ricercatore scientifico anche se la materia è leggendaria).
In terzo luogo per la sua generosità. Ancora una volta i ricavati della vendita del libro (che sta riscuotendo il successo che merita e
che è stato patrocinato dal comune di Pradleves e realizzato con il
contributo della BCC Banca di Caraglio) sono destinati in parte alla Residenza Assistenziale “Casa Vittoria” di San Pietro di Monterosso Grana e al recupero della Cappella della Madonna della Neve di Narbona
di Castelmagno.
Le tre leggende in questione sono quelle di “Capitàni” del Teié, del “La Méno” della Cialancia e del “La
Brardo”, la strega di Pentenera e su queste nulla diremo per non rovinare il piacere della lettura a chi non
l’avesse ancora intrapresa. Ci piace molto il titolo del libro “Rém” che sta per “rimasugli di neve superstiti a
primavera” ma anche, metaforicamente, come dice l’autore per “le suggestive reliquie delle ultime voci viventi di un tempo passato”.
Non possiamo augurarci che Lombardo abbia ancora molti Rém nel cassetto ai quali attingere per continuare il suo importantissimo lavoro di “archeologo della memoria” collettiva.
Flavio Menardi Nogeura
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VENUTI A GALLA
Ho conosciuto Boris Pahor e i suoi scritti grazie a Silvio Einaudi che mi parlava spesso di lui e del suo impegno per la cultura delle minoranze, ho avuto
l’ingrato compito di comunicargli che Silvio non era più fra noi. Da allora ci
scambiamo biglietti di saluti e auguri nelle ricorrenze.
Ci ha inviato il suo ultimo libro “Venuti a galla” Ed. Diabasis, con una dedica
autografa:
“Complimenti per la Vous! Delle “minorità” dico molto anche in questo libro, perciò lo dedico anche a voi e alla Vous! Cordialità, Boris Pahor”.
Il libro è una raccolta di saggi e interventi che testimoniano la sua tenace e
intelligente attenzione, al valore della cultura delle comunità minoritarie e
alle prospettive per una federazione europea.
Vi consiglio di leggere anche un altro suo libro “Necropoli” Fazi Editore, dove racconta la sua esperienza di deportato nei campi di concentramento nazisti.
Angelo Artuffo
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Anno XLVI n.2-3
La Vous de Chastélmanh
maggio - dicembre 2014
Nous an laisà - Ci hanno lasciato
Mario Martini, nato a Ruffia l’1.12.1950, deceduto
a Castelmagno il 10.08.2014.
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Lucia Martino è deceduta a Torino il 15.7.2014.
Figlia di Giovanni, era originaria di Chiotti.
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Ezio Martini nato a Lagnasco il 6.11.1953 è mancato a Cuneo il 10.7. 2014.
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Giuliana Viano, nata a Castelmagno il 24.5.1937, é
mancata a Torino il 1.8. 2014.
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Filiberto "Bertu" Pessione, nato a Castelmagno il
16.2. 1933,è mancato a Robilante il 27.7. 2014.
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Giovanni Martino è deceduto a Torino il 4.10.2014
Fratello di Bepu, era nato a Campofei il 7.12.1935.
Lo ricordano con affetto: la moglie Giovanna il figlio Roberto e i 4 amati nipoti.
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Giovanni Molineri, “Chelestou d’Trafei”, nato a
Aix en Provence il 28.07.1926, deceduto a Bernezzo
il 4.07.2014.
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Caterina Viano, nata a Torino il 9.6.1919 è deceduta
a Castelmagno l’1.8.2014.
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Maria Costantina Arneodo nata a Castelmagno il
10.8.1928 è deceduta a Savigliano l’1.5.2014.
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Mario Arneodo, padre del nostro messo comunale,
è deceduto l’1.10.2014.
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A tutte le famiglie dei defunti giungano le più sentite condoglianze de La Vous, del Centro Occitano e
dei castelmagnesi.
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Caro amico Tunin, ti scrivo la mia ultima lettera.
Quanti momenti, brevi ma felici, abbiamo passato
insieme, specialmente quando con la mia famiglia
venivo a trovarti, salutarti e portarti anche i saluti di
nonna Rina. Ma eri ancora più felice quando venivo
da solo e mi sentivi arrivare perché io ti chiamavo da
lontano e tu eri già sulla porta ad aspettarmi. Mi facevi entrare e sedere sempre sulla solita sedia accanto alla stufa sempre accesa sia d’inverno che d’estate
e mi offrivi il solito caffè con la solita caffettiera da
una tazza e cominciavamo a chiacchierare. Parole,
tante e ogni tanto mi ripetevi: menomale che sei venuto “perché pensavo d’essi pin nen bun ‘d preicar”.
Tunin: uomo semplice, intelligente, grande lavoratore, buono e amico di tutti. Quante fatiche, quanti sacrifici per strappare un po’ d’erba dalle rocce per
sopravvivere: Infernet-Campomolino, Campomolino
-Infernet. Le tue montagne. Quanti ricordi: belli
(pochi), brutti (tanti), quanti momenti: felici (…),
tristi (troppi) e poi ero sempre io il primo ad alzarmi
dalla sedia e salutarti per tornare in città e tu mi accompagnavi fin fuori dalla porta anche con la neve
per vedermi ancora una volta e io, con la mano alzata, “ciao Tunin” e tu mi rispondevi sempre con la
stesse parole: “ciao Adriano, t’ringrasio d’la visita”.
E ora: … “ciao Tunin” …… (non mi hai risposto)
Adriano Argelli
Ringraziano il Centro Occitano di Cultura Detto Dalmastro e La Vous di Castelmagno, per la dimostrazione di stima e affetto per la morte di nostro fratello
Tunin.
Assunta e Gabriella Donadio,
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RINA VIANO UNA DONNA FORTE
E’ mancata il 1° agosto a Campomolino la grande
Rina , una donna longeva di ben 95 anni, molto conosciuta nella frazione per le sue vicende vissute con
grande forza d’animo. Figlia di Teresa Viano di Inaut e di Giacomo Viano , si è sposata a 17 anni con
Giacomo Viano. Un anno dopo era già madre di Lucia e poi di Jolanda. Visse a Campomolino, allevando insieme al marito poche vacche, necessarie per la
loro sopravvivenza. Rimasta improvvisamente vedova nel 1946 con due bimbe piccole dopo molte fatiche (sostenuta dalla scomparsa Marieta di Fourest
Soutan, nonna di Silvio Einaudi), si è rifatta una vita
con Ambrogio Donadio da cui ebbe altre due figlie:
Franca e Rosanna. Nel ’64 la famiglia è emigrata a
Carmagnola, ma dopo due anni perse pure il secondo
marito e si trasferì a Torino in cerca di lavoro con la
figlia Jolanda ed il genero Adriano. Con il suo lavoro
e quello delle figlie è riuscita con notevole soddisfazione a vedere la sua famiglia crescere di nipoti e
pronipoti, amata e stimata da tutti. Mi voleva bene
perché mi ha conosciuta da giovane e quando passavo a trovarla per scherzare con lei mi accoglieva con
molta gioia, una gioia non comune. Le piaceva molto
la convivialità, l’allegria, i suoi nipoti con molto humor la facevano ridere. Dopo molte sofferenze è riuscita da viva a raggiungere il suo paese e la sua terra
grazie alle figlie e lasciare lì le sue spoglie.
g. f.
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Anno XLVI n.2-3
La Vous de Chastélmanh
maggio - dicembre 2014
Nous an laisà - ricordo dei fratelli Martini e don Bruno
L’estate 2014 la ricorderemo per tanti motivi: la crisi economica, il tempo atmosferico pessimo, ma noi
a Castelmagno, per il gran numero di decessi di nostri concittadini o di persone nate o originarie del
nostro piccolo comune. Certamente nella nostra memoria rimarrà impresso la scomparsa dei fratelli
Mario ed Ezio Martini, esattamente ad un mese di
distanza uno dall’altro, così improvvisamente che
non abbiamo avuto il tempo di salutare Ezio, margaro in Chiotti, che Mario il dieci agosto veniva trovato esanime sui pascoli di Fauniera. Figli dell’antica
tradizione malgara, hanno rappresentato per tanti
anni il loro modo di essere e di vedere le cose. Mario, da non molto vedovo di Dina, continuava
nell’antico mestiere aiutando il figlio Loris a condurre la vita di allevatore con lunghi periodi nella
malga di Fauniera. Qui anni addietro aveva coltivato
l’idea di marchiare i suoi prodotti con l’autentico
nome di famiglia :”MAGNUN”. Difatti alcuni anni
or sono aveva voluto registrarne il marchio stesso
presso la Camera di Commercio con il quale certificava la sua produzione casearia sia di alpeggio che
invernale. Nostrale e burro erano la sua produzione
marchiata “magnun”, mentre il castelmagno lo commercializzava con il proprio nome e cognome. Per
tanti anni consigliere comunale (già con Gianni De
Matteis), e presidente del consorzio per la produzione del formaggio castelmagno, lasciò il posto in
comune al figlio Loris che con lui ha condiviso e
trascorso gli ultimi anni della sua breve vita. Con gli
amici ogni tanto lamentava la difficoltà connessa al
mestiere e non amava troppo sentirsi rispondere che
gli utili dell’attività erano ben superiori e comunque
connessi al rischio d’impresa.
Nell’elencare i nostri morti, abbiamo dimenticato
una figura assai importante per il paese, Don Giulio
Bruno, rettore del Santuario per molti molti anni
(morto a Caraglio il 9.9.2013). È deceduto alla bella
età di 95 anni dopo aver portato il suo ministero a
conclusione nel Santuario della Madonna del Castello a Caraglio. Don Giulio ha fatto cose egregie
per S. Magno. Tutte le ristrutturazioni di cui oggi i
pellegrini possono godere sono state da lui ideate e
portate per la maggior parte a conclusione. Spiace
solo ricordare che l’icona di S. Magno frate (per la
precisione storica S. Magnaldo) venne da lui introdotta nel nostro santuario a dispetto della tradizione.
Anche per questo molti castelmagnesi male hanno
sopportato l’idea e don Giulio, forse non amano ricordarlo. Rammentiamo ancora che dopo
l’esperienza di rettore di S. Magno, volle e realizzò
la cappella della Madonna della Neve alla Bandia
nel comune di Sambuco.
Prima di chiudere un breve pensiero sul significato
almeno di una parte dell’esistenza.
A volte occorre scrivere ciò che è stato. L’esercizio
è più seducente di una noiosa pianificazione del futuro. Il passato che è stato comunque, al di la delle
cose facili o irrisolte, con le sue occasioni perse,
con i suoi momenti chiave che ci siamo lasciati
sfuggire, con i suoi nodi dolorosi: tutto scritto chiaro, come la luce del sole. Con la possibilità di rivivere, almeno nel racconto, uno di questi momenti.
Ci si muove in bilico tra il classico concetto - il destino che scaturisce dal carattere - e la consapevolezza che il futuro nasce dalle scelte fatte quotidianamente, dalle decisioni prese per necessità, spinti
da chissà quale forza, come se ogni azione recasse
con sé una predeterminazione inevitabile. La vita è
anche questo: un momento di gioia che ti ripaga di
tutto il resto.
Beppe Garnerone
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Ringraziamento
A nome mio e della mia famiglia, rivolgo un sentito
ringraziamento a chi ci è stato vicino, in vari modi,
nella triste circostanza della morte di mio papà Mario, avvenuta l’1 ottobre. Un ringraziamento particolare a Don Ezio, per la concelebrazione del funerale.
Fausto Arneodo
(dipendente del comune di Castelmagno)
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LE BORGATE ABBANDONATE
ED IL SILENZIO
Quando si cammina in montagna e si attraversano antiche borgate ormai abbandonate colpisce subito, oltre la
caduta di travi del tetto e lo sfasciume, il silenzio che le
accompagna. Un silenzio che, diversamente da quello
della natura, qui è legato alle generazioni passate ed alla
loro vita trascorsa lì. In questo silenzio la verità riposa
per sempre ed essa può riemergere solamente con le testimonianze verbali e scritte di personaggi sopravvissuti.
Altrimenti sarà dimenticata e spesso così accade e chiunque passa di lì ,se è rispettoso, deve dare un valore monumentale a questo silenzio che avvolge quelle dimore e
deve imparare ad ascoltarlo. Spesso capita che, avvolti
da questa magia, aumenti la nostra sensibilità e cominciamo ad immaginare il lavoro delle persone del posto
osservando i loro oggetti lasciati ed il loro vociare. Tutto
improvvisamente si rianima e si rimette in piedi e si vede
un continuo via vai verso i campi …Purtroppo tutto questo dura poco, sta solo nei nostri pensieri e tutto torna a
riposare.
g.f.
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Anno XLVI n.2-3
La Vous de Chastélmanh
maggio - dicembre 2014
EN PAOU DE ESTORIO
Fonti di storia ecclesiastica nel Piemonte Meridionale
Continua la pubblicazione per riassunto della interessante storia della Visita pastorale di monsignor
Francesco Agostino Della Chiesa che negli anni 1643-1645, compì nelle parrocchie diocesane. Il lavoro
paziente di traduzione in italiano è stato compiuto da Giovanni Gisolo, Agnesina Marchiò, Arturo Rosso,
per l’edizioni di Primalpe.
“VISITA PASTORALE NELLA DIOCESI DI SALUZZO 1643-1645”
Sopra l’altare che è staccato dal muro vi sono un’antica statua della B.V.M., cartegloria, due angeli e un
grande crocifisso; davanti all’altare è appesa la lampada ed è ricavato il sepolcro in cui vengono sepolti i
parroci; il suo coperchio è bene adattato al pavimento. Dal lato del vangelo ha un’unica finestra; ha la porta che dà sulla pubblica via come anche la porta maggiore della chiesa. Non ha rendite né oneri di messe
ma qui si celebra soltanto nella festa della B.V.M.. La
volta è interamente dipinta. Il pavimento è in battuto.
Nella predetta chiesa (S.Ambrogio a Colletto - n.d.r.)
vi è anche un altare dedicato a S.Defendente, privo di
tutto il necessario,sopra i quale c’è una statua di
S.Ambrogio in condizioni piuttosto precarie. Ordinò di
dotare questo altare di tutto il necessario entro i successivi quattro mesi sotto pena di demolizione
dell’altare stesso. Sopra il tetto della chiesa in corrispondenza della volta dell’altar maggiore sono collocate due campane; una terza, rotta, si trova in sacristia.
Le corde pendono
in chiesa davanti
all’arco della volta
dell’altare, cosa
che non è decorosa. La sacristia è situata sul lato del vangelo: vi si
entra da un uscio abbastanza robusto la cui chiave è custodita dal Parroco; è piccola, a volta, con un’unica finestra dotata di inferriate; in
sacristia sono state trovate le suppellettili sotto elencate. Ordinò di
procurare un corporale, un’animetta e tre purificatori. Così pure di
dotare entro 15 giorni di chiave l’armadio collocato sul lato del vangelo per conservarvi gli Oli Santi. Il cimitero affianca la chiesa ed è
circondato da un muro a secco in discrete condizioni: necessiterebbe
tuttavia di una porta per impedire l’accesso agli animali; ordinò che vi
fosse messa a spese della Comunità entro un mese. (continua)
FRANCESCO AGOSTINO DELLA CHIESA , Tomo I , pp. 420-451 a
cura di Giovanni Gisolo, Agnesina Marchiò, Arturo Rosso, Primalpe)
Le fotografie sono tutte dell’interno del Santuario di S. Magno e
sono tratte dal sito www.sanmagno.net
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