Anno XLVI n.2-3 La Vous de Chastélmanh maggio - dicembre 2014 Crisi economica e crisi comunale La crisi economica e sociale che caratterizza questo periodo sta colpendo duramente i nostri paesi di montagna. Dove già normalmente siamo sommersi di problemi, le nostre debolezze strutturali aumentano i guai sulla nostra insufficiente struttura societaria. La disattenzione dello Stato e dei grandi enti nei riguardi dei nostri piccolissimi comuni, sta facendo il resto. Le unioni dei comuni, tardano a decollare e comunque difficilmente saranno in grado di affrontare i problemi che necessitano di urgenti interventi. Gli enti Comunità Montane non esistono più e quindi neanche su di loro si potrà più contare. I Comuni come il nostro, sono ridotti, un po’ per volontà, un po’ per incapacità, e per mancanza di risorse, all’ordinaria amministrazione, quando invece dovrebbero rappre- sentare lo strumento per far decollare iniziative conservative e di sviluppo. Castelmagno per esempio, sono anni che non attua una politica nei riguardi dei pascoli comunali che pur rappresentano una bella ricchezza, e neanche investe un soldo nel settore turistico che rappresenta una buona fetta di economia locale. Si era da tempo programmato di migliorare la pista da fondo con un intervento che la rendesse omologabile per poter organizzare delle manifestazioni pubbliche. Ad oggi, nonostante la promessa di finanziamento regionale, il progetto è fermo in attesa di chissà cosa. D’altro lato le modestissime risorse del bilancio comunale sembra che vengano utilizzate a vantaggio di pochi, anziché per l’interesse generale e collettivo. Le due grandi vocazioni di Castelmagno come l’agricoltura e In questo numero: Pag. 2 - an dounà/offerte a la Vous Pag. 3 - 4 novembre di 100 anni fa Pag. 4 e 5 - pronto Colletto….qui Narbona Pag. 6 - da chapui a chabal Pag. 7 - da chabal a chapui Pag. 8 - festa a Colletto e Valliera il turismo, restano sulla carta, mentre sembra si preferisca il nulla. Il nostro piccolo paese con la popolazione è messo male. Dimoranti siamo rimasti veramente in pochissimi e nulla si fa e si è fatto per aiutare chi eventualmente qui ha investito o vorrebbe, nonostante tutto, farlo ancora. Le opportunità bisognerebbe saperle cogliere, visto che sono rimaste pochissime. In primavera si terranno le elezioni comunali per eleggere Sindaco e Consiglio. A meno di 4 mesi dal voto non si registrano iniziative e nessuno pare interessato a voler gestire il Comune. Una buona amministrazione comunale può e deve fare di più, nell’interesse generale della popolazione, tenendo presente innanzi tutto il rischio desertificazione. Beppe Garnerone Pag. 9 - la storia di Diego Pag.10 e 11 - ricordo di Chelestou d’Trafei Pag. 12 - “ o verde castelmagno” Pag. 13 - Rem — ciò che resta Pag. 14 - ci hanno lasciato Pag. 15 - ricordo dei f.lli Martini e don Bruno Pag. 16 - en paou de estorio 1 Anno XLVI n.2-3 La Vous de Chastélmanh maggio - dicembre 2014 An dounà - Offerte Carmen Gioannini 50, In ricordo dell'obiettore Daniele De Bortoli; Giuseppe Martino Bepu 10; Anna Bocca Dalmastro 500; Margherita Donadio 30; Vigliocco-Ferrero 30; Guido Gallarate 50; Tiziano Martino 50; Famiglia Argelli-Viano-Pinotto 30; Eliseo Molina 10; Giuseppe Garnero 20; Franco Bari 20; Adele Crevato Calleri 20; Maria Pia Pessione Reano 15; Riccardo Mallone 20; Jaqueline et Maryse 30, In memoria di Galliano Maria; Pier Giuseppe Cavaglià 10; Patrizia Donadio 20; Lorella Donadio 10; Roberto Grandis 20; Benito Martino 20; Rita e Riccardo Donadio 15; Giovanna Aimar 20, In memoria di Chiaffredo Martino, la moglie Giovanna e i figli; Francesco Bergia 30; Bruno e Irma Simoindi 20; Maria Teresa Martino 20; Giovanni Martini 20; Aldo Vietto 10; Assunta Donadio 10; Gaetano Eugenio Capitano 10; Ornella Demaria 10, In ricordo del Papà Lorenzo Demaria; Maria Grazia Martino 25; Giorgio Martino 25; Maria Borra Donadio 50; Maria Lucia Viano 40; Ilario Demichelis 25; Famiglia De Bortoli 20, Ricordando il nostro Daniele. Ex obiettore sempre con il sorriso negli occhi e sempre disponibile quando ce ne era bisogno. Lui sapeva vivere questi sentimenti per la sua amata Castelmagno e "La Vous". Ciao Daniele, sei sempre vivo nei nostri cuori; Francis Manent 20; Mirella Donadio 10; Bruno Arneodo 20; Anselmina Pessione 20; Sergio Boero 15; Michelina Martino 20; Celestina Martino 20, In memoria del marito Gino; Moglie e figli Pessione 20, In ricordo di Michele Pessione di Novara; Ortu Gavina 15; Gaetano Iorlano 15; Mario Martini 20; Ignazio Carbon 25; Iucci e Aldo di Croce 30. La sottoscrizione è stata chiusa il 30 novembre 2014 Invitiamo i lettori a segnalarci eventuali errori di trascrizione. Vi chiediamo di scrivere sui bollettini Nome Cognome e indirizzo il più chiaro possibile, per evitare errori di registrazione, di cui ci scusiamo in anticipo. Riceviamo e pubblichiamo Torino 20 maggio 2014 Caro Beppe Garnerone, Le scrive Anna Bocca Dalmastro da qualche mese 99enne. Leggo con interesse la sua rivista, nella quale sono rappresentata Presidente onorario del Centro Occitano di Cultura Detto Dalmastro. Con la profonda simpatia per il Centro, la prego di considerarmi esente dalla presidenza onoraria che sarà concessa a qualche persona più valida di una centenaria. Con stima la saluto Anna Bocca Dalmastro Il Centro Occitano e tutta la redazione de La Vous, ringraziano la Signora Anna per l’amicizia e il sostegno che ci ha sempre riservato fino a oggi. Rispettiamo la sua richiesta e le auguriamo di superare felicemente e in piena salute il ragguardevole traguardo raggiunto. Con tantissima stima e amicizia Beppe Garnerone LA VOUS DE CHASTELMANH - periodico di notizie comunali e culturali a distribuzione gratuita Edito dal CENTRE OUSITAN DE CULTURO "DETTO DALMASTRO” Presidente: Giorgetto Amedeo; Direttore Responsabile: Fulvio Basteris; Direttore editoriale e videoimpaginazione: Beppe Garnerone Redazione: Angelo Artuffo, Ezio Donadio, Enzo Fina, Angelo Garnerone, Gabriella Fichera, Olga Martino; Stampato dalla tipolitoeuropa—Cuneo - Autorizzazione del Tribunale di Cuneo n. 261-6/5/1971; Direzione e redazione: Piazza Caduti 1-12020 Castelmagno (Cuneo) Italy. Tel. 0171-986110, fax 0171-986600: Email: [email protected] - http://www.lavousdechastelmanh.it Telefoni di interesse pubblico: Municipio 0171-986110, fax 0171- 986600; Ufficio Postale 0171.986136; Carabinieri Pradleves 0171.986117; Farmacia di Pradleves 0171.986222; Santuario S. Magno 0171. 986178; Museo della vita di quassù 011-8172212 0171-986164; Museo del lavoro 0171-986370. Locali pubblici: Trattoria La Susta 0171.986242; Bar trattoria dei Cacciatori 0171.986112; Hotel ristorante "La Font" 0171.986370-3332552679; Osteria da Mary 0171.300407; Regina delle Alpi 0171.986366; La Boutego Ousitano di Donadio 0171.986162. Sottoscrizioni: Conto Corrente Postale n. 14693121 intestato a Centro Occitano di Cultura Detto Dalmastro - Castelmagno Bonifico bancario: IBAN IT88U0760110200000014693121 intestato al Centro Occitano di Cultura Detto Dalmastro Tiratura: 1250 copie 2 Anno XLVI n.2-3 La Vous de Chastélmanh maggio - dicembre 2014 4 NOVEMBRE di 100 ANNI OR SONO Il 24 maggio 1915 l’Italia entra in guerra. Il paese è diviso, in stallo fra interventisti e attendisti, il Re e il governo non sanno decidere. In Europa la guerra è iniziata da quasi un anno. Giovanni Giolitti presidente del consiglio, non riesce a far prevalere le idee di neutralità, si dimette e torna a Dronero. Il Re, Vittorio Emanuele III, nomina Salandra capo del governo, e nonostante l’impero Austro Ungarico offra all’Italia i territori contesi, Trento e Trieste, prevalgono le ragioni della guerra. Non esistevano questioni vitali, piuttosto prevale la speranza di conseguire con un minimo di sacrificio una serie di vantaggio politici e territoriali altrimenti difficili da ottenere. Le vicende belliche dimostrarono il contrario. La prima guerra mondiale è stato uno dei conflitti più sanguinosi dell'umanità. Considerando tutte le nazioni del mondo, si stima che durante il conflitto persero la vita poco meno di 9.722.000 soldati con oltre 21 milioni di feriti, molti dei quali rimasero più o meno gravemente segnati o menomati a vita. I civili non furono risparmiati: circa 950.000 morirono a causa delle operazioni militari e circa 5.893.000 persone perirono per cause collaterali, in particolare carestie e carenze di generi alimentari. 650.000 soldati italiani tra il 1915 e il 1918 morirono nelle trincee del Carso, sulle Dolomiti, sul Monte Grappa e durante la tragica sconfitta di Caporetto, 40 erano originari di Castelmagmo. manutenzione, oggi i nomi scolpiti nel marmo sono po’ sbiaditi, quasi non si leggono più. La Vous e il Centro Occitano si impegneranno nei prossimi mesi per ridipingere i nomi sul monumento. Crediamo sia il miglior modo per ricordarli, commemorando tutti i caduti in guerra il prossimo 4 novembre. Angelo Artuffo Le immagini sono tratte da un filmato S8 di Adriano Argelli, realizzato il 4 novembre 1971 durante la cerimonia di commemorazione dei caduti, nell'occasione Gianni Dematteis consegna ai Castelmagnesi Viano Chiafferedo, Pessione Michele, Isoardi Magno e Arneodo Antonio, reduci delle Grande guerra, l'attestato di Cavaliere di Vittorio Veneto. Chiunque arrivi nella piazza di Campomolino non può evitare di passare davanti al monumento ai caduti, che ricorda questi e altri martiri Castelmagnesi; non passa inosservato, sta li fermo immobile a ricordarci il loro sacrificio, dei quali ci piacerebbe anche raccontarne le storie. A volte qualcuno si ferma per qualche istante davanti al monumento, legge la lunga lista di nomi. Il ricordo di quella guerra è ancora vivo, anche per le sue conseguenze, vent’anni di dittatura e un'altra tragica guerra. Nonostante l’amministrazione comunale e i Castelmagnesi se ne prendano cura con fiori, corone e un po’ di 3 Anno XLVI n.2-3 La Vous de Chastélmanh maggio - dicembre 2014 “Pronto Colletto, qui Narbona… missione compiuta!” dendo insomma lo spirito che ha animato il progetto “Una casa per Narbona” sin dall’inizio. Dopo due sopraluoghi nella frazione in compagnia del Sig. Ivano Bellino della Ditta Heliwest che ha fornito l’elicottero per il trasporto e deciso le modalità operative, due squadre di volontari di una decina di persone hanno lavorato duramente nell’ultimo fine settimana di maggio per preparare le piazzole destinate ad ospitare i mobili, estrarli dalle case (impresa questa non facile per il fatto che alcuni furono costruiti all’interno e non uscivano dalle porte troppo strette e quindi è stato necessario smontarli con molta attenzione, per la pesantezza di alcuni manufatti e per la difficoltà di muoversi in ambienti ristretti e in mezzo alle rovine), predisporli al trasporto, incastrarli tra loro in modo da formare quattro carichi compatti, ben legati, depositati, protetti dai teli, e ancorarli al sul ripido prato a monte della frazione. I giorni tra il 31 maggio e l’11 giugno scorsi sono stati decisivi per il progetto “Una casa per Narbona”. E’ stato finalmente realizzato il recupero con l’elicottero dei mobili, degli oggetti e dei manufatti ancora presenti nella borgata destinati a ricostruire fedelmente un’intera abitazione della frazione nel museo di Campomolino che fa parte dell’Ecomuseo Terra del Castelmagno. Un progetto ed un sogno pieno di difficoltà di ogni tipo, che all’inizio sembrava azzardato e che, invece, si è concretizzato grazie all’impegno e al sostegno di diverse realtà (dal Comune di Castelmagno al Centro di Cultura Occitana Detto Dalmastro, dall’Associazione Culturale La Cevitou alla Comunità Mon -tana Valli grana e Maira, al periodico “Il Caragliese”) e di molti singoli che hanno aderito e si sono aggregati strada facendo. Ad ogni tappa del percorso che ha portato alla spedizione con l’elicottero, nell’arco di oltre un anno, hanno dato il loro contributo di idee, energie, risorse economiche, tanti amici, vecchi e nuovi, cosicché ad ogni appello in vista di spedizioni esplorative od operative a Narbona, si sono formati gruppi nuovi ed eterogenei attorno ai “fedelissimi”. I carichi sono rimasti sul luogo, incustoditi, per dieci giorni e dopo un po’ di preoccupazione per la situazione meteorologica è arrivato, infine, il gran giorno: mercoledì 11 giugno una squadra si è portata a Narbona per attendere l’arrivo dell’elicottero nel pomeriggio e un’altra a Colletto, con i mezzi di trasporto, per assisterlo nel momento dello scarico dei mobili. Le squadre hanno comunicato con i walkie talkie e tutto si è svolto nel migliore dei modi con quattro viaggi da Narbona a Colletto. Gli oggetti prelevati con il consenso dei proprietari (un madia, un cofu, un armadio, due credenze, due letti, una rastrelliera, un supporto per la stagionatura dei formaggi, e diversi altri arredi in legno), ora sono nella loro "casa". Sono state fatte molte riprese video che Molti poi hanno seguito questa “piccola grande im- serviranno a costruire un documentario con il quale presa”, standoci semplicemente vicino con le parole, prossimamente organizzeremo una serata con annesle e-mail, le telefonate, gli incoraggiamenti, condivi- so festeggiamento. Inoltre il giorno dopo, il TG3 4 Anno XLVI n.2-3 La Vous de Chastélmanh regionale del Piemonte ha trasmesso un bel servizio sulla spedizione, realizzato da Battista Gardoncini che ci ha seguito in tutte le operazioni, in seguito al quale, come da una scatola magica, molti ci hanno contattato e sono scaturiti nuovi contatti con narbonesi lontani e persone che desiderano portare la loro testimonianza su Narbona, collaborare, e fornire ulteriori materiali e antiche fotografie. maggio - dicembre 2014 articoli e permesso a tutta la valle di sapere cosa stiamo facendo, il personale dell’Heliwest, quelli che anche solo con il pensiero o seguendo e informandosi sull'impresa ci hanno convinto che stavamo facendo una cosa veramente bella e giusta. Siamo riusciti nell’impresa anche grazie ad un contributo della Fondazione CRC di Cuneo. In molti hanno contribuito a questo risultato, voglio ringraziare di cuore tutti quelli che erano presenti, quelli che hanno lavorato duramente nei giorni precedenti la spedizione a preparare i carichi, quelli che ci hanno autorizzato al prelievo dei loro mobili, quelli che ci hanno sostenuto economicamente con offerte, quelli che hanno permesso che "Una casa di Narbona" si concretizzasse attraverso accordi e pratiche amministrative, quelli che hanno accolto i nostri L'elicottero che con il suo rombo rompeva il secolare silenzio della comba e con la sua potenza sollevava facilmente i carichi che noi, con grande fatica, abbiamo estratto dalle povere abitazioni della borgata ci ha riempito il cuore di emozione e gioia. Emozione e gioia che è stata subito palpabile tra tutti e che questo breve articolo vuole estendere e condividere. Non è la fine del progetto, è stato raggiunto un punto culminante, altro lavoro ci aspetta (e c'è posto per tutti), altre idee stanno maturando. Narbona ha ancora bisogno di noi! Flavio Menardi Noguera Hanno partecipato alla spedizione: Elia Rustignoli, Paola Marino, Cristiano Sorzana, Alessandra Donadio, Davide Valpiani, Roberto Ghio, Roberto Ribero, Simona Giordano, Claudio Luciano, Elena Buonfrate, Battista Gardoncini, con la moglie e figlia, Claudio Donadio, Claudio Castagno, Fausto Arneodo, Renato Lombardo, Ezio Donadio, Sergio Brumana, Claudio Luciano, Claudio Salvagno, Gabriella Enaudi, Mario Sarotto, Magno Arneodo, Ruggero Alfano, Indrit Metiku, Flavio Menardi Noguera, Angelo Artuffo. 5 Anno XLVI n.2-3 La Vous de Chastélmanh maggio - dicembre 2014 Da Chapui a Chabal APPUNTAMENTO CINEMA ALL’APERTO Si è svolto sul piazzale della bella frazione Colletto il 4° appuntamento dell’iniziativa ”Cinema in Valle Grana”. Il film intitolato “BIG FISH” del 2003 e diretto da Tim Burton tratta della scoperta di un figlio di non aver mai veramente conosciuto bene la vita di suo padre e comincia ad indagare. L’iniziativa, in nome della pace, continua a trovare consensi tra i turisti ed ha raccolto il pienone nella frazione di Catelmagno. La fase successiva, anche questa impegnativa, è stata la manutenzione di tutti i pezzi destinati all’esposizione, da quelli in legno a quelli di cuoio o in ferro per mantenerli intatti nelle loro caratteristiche in futuro e per preservarli dall’umidità presente nella stalla. ——————————————————L’IMMANCABILE CONCERTO DEI LOU DALFIN IN QUOTA Anche noi abbiamo offerto, come Elva, il consueto concerto di Ferragosto in quota dei Lou Dalfin. Come ogni anno l’evento si è svolto sul meraviglioso sagrato del santuario di Castelmagno, il giorno di Ferragosto alle ore 16, davanti a centinaia di persone, arrivate lì perché fans del gruppo o perché amanti di questa consuetudine. Non sono mancati i NO TAV ed i ballerini ed allievi dei corsi di danze occitane che ormai spopolano in ogni provincia piemontese (ed anche ligure) e che hanno dato qualche emozione in più a quelle offerte dalle ballate tradizionali, e non, cantate e suonate con gioia e maestria dal famoso gruppo. Anche quest’anno il concerto era dedicato alla memoria di Silvio Einaudi e di Daniele De Bortoli che si sono impegnati molto per il Comune e la gente di Castelmagno e che ci hanno lasciati quattro anni fa. Gli ospiti che hanno potuto visitare il piccolo museo, oltre alla curiosità per l’argomento inconsueto (i muli sono scomparsi dalle nostre montagne da decenni) hanno potuto tirar fuori, almeno tra i più anziani, ricordi legati alla fatica e ai sacrifici condivisi con questi insostituibili compagni sia in tempo di pace che di guerra e che purtroppo la “tecnologia” ha relegato ai margini della memoria. Il museo dedicato a questi preziosi animali è stato il primo passo di un obbiettivo più ambizioso, quello di riportare i muli a ripercorrere i nostri sentieri non più carichi di legna e ansimanti dalla fatica, ma come compagni di viaggio in attività ludiche e didattiche al massimo con qualche zaino sulla groppa. Colgo l’occasione per ringraziare tutti coloro che a vario titolo hanno dato una mano per dare l’avvio a questo progetto: Andrea, Lorenzo, Gianni, Franco ma soprattutto la signora Olga Martino del Colletto per i suoi preziosi consigli per il futuro e per la pazienza dimostrata. Pierluigi Bione ——————————————————A BATUIRA UN MUSEO DEDICATO AL MULO Soddisfazione è il sentimento che accomuna coloro che hanno contribuito alla realizzazione del museo dedicato al mulo in borgata Batuira. L’idea, partita nel 2013, è iniziata concretamente con la pulizia dalle macerie accumulate negli anni di una stalla, riportandola allo stato originale con le sue belle volte a botte e la sua mangiatoia in pietra. 6 Anno XLVI n.2-3 La Vous de Chastélmanh maggio - dicembre 2014 Da Chabal a Chapui L’ESTATE A BATUIRA Si sono conclusi con soddisfazione gli incontri estivi alla Batuira. L’idea del Museo del Mulo, partita nel 2013, è stata concretizzata. Un grazie a tutti i visitatori, a chi ci ha dato una mano ed in particolare alla signora Olga per i suoi preziosi consigli e per la pazienza dimostrata. Il Maestro Fulvio Serra, dimenticandosi che l’arte è la figlia del proprio tempo, si è lasciato trasportare dalla suggestione e dalle leggende del luo -go dipingendo visioni su carta. Le opere di Lanaecodesign realizzate con materiali riciclati hanno avuto il loro giusto riconoscimento suscitando un gra-nde interesse. Un ringraziamento per la collaborazione a Stefano e Mara gestori del Rifugio Valliera, a Franco dell’Osteria del Colletto, agli amici Ezio e Dario della Bottega di Campomolino e un saluto particolare ai compagnoni di Campofei. Insomma, ancora una volta ci siamo divertiti a contar lucciole e stelle! Franco ——————————————————COLLETTO FRAZIONE SEMPRE PIU’ BELLA Il nido d’aquila di Castelmagno, cioè la frazione Colletto, si è arricchito di ulteriore fascino. Grazie alla generosa Irma, amante del bello (non per nulla è la mamma di Elisa, bella e famosa conduttrice televisiva), numerosi “bouquets” di gerani dall’intenso color rosso vermiglio, collocati su rustici tronchi e in grandi tini, danno il benvenuto e rallegrano la vista e il cuore dei coloro che salgono al Colletto. A Irma poi, bisognerebbe dare il “premio fedeltà” poiché lei sale al Colletto tutte le sere, anche durante l’inverno, con la neve e con il ghiaccio: coraggiosa ed affezionata! Anche la chiesa è stata da lei ripulita ed abbellita con splendide composizioni durature!! Ma questo gusto per il bello e per la pulizia è contagioso. Responsabile di tale contagio è stata prima di tutti la maestra Patrizia dal pollice verde e con doti di esperta compositrice floreale, che da anni, in collaborazione con l’ing. Franco, mantiene pulizia, ordine e fioriture di tutto il vicinato. Bel colpo d’occhio è pure la balconata fiorita dell’Osteria da Marì, di Franco e Rosanna e le allegre finestre bianco-rosse di Adriana. E cosa dire del curatissimo giardino di Dino? Grazie a tutti il Colletto continua a catturare i visitatori! Ma voglio esprimere a nome di tutti un grande ringraziamento anche a Guglielmo, che ha generosamente rifatto il mosaico della croce occitana, rendendo assai più agevole l’utilizzo del nostro piccolo “giardino pubblico”. Bell’esempio di disponibilità e partecipazione! Sempre più frequentemente udiamo esclamare; ”che splendida questa frazione!”… Ma si può ancora migliorare... Olga Martino ——————————————————BANCO DI BENEFICENZA A S. MAGNO Il 19 agosto, festa di S. Magno, al Santuario è tornato il Banco di beneficenza a favore della parrocchia di S. Ambrogio. E’ stata un’impresa quasi eroica a causa del brutto tempo (infatti alle sette del mattino al Colletto ancora pioveva). Ma la ferrea volontà e l’ottimismo non hanno fermato il generoso coraggio di Irene e Francesco, che la sera precedente avevano già caricato l’auto e non hanno desistito. Antonio ed io li abbiamo seguiti e, giunti a S. Magno, siamo stati premiati da squarci di azzurro e comparsa del sole. Ma la pioggia caduta tutta la notte fino a poco prima aveva scoraggiato molti pellegrini. La presenza è stata ridotta e di conseguenza anche il nostro incasso. In compenso la fatica che ha fatto Irene a preparare tutto è stata molta e può essere ben compresa da chi ha portato avanti questa esperienza per tanti anni. Ma Irene dice che le piace e lo fa con dedizione ed entusiasmo. Meno male: la parrocchia di S.Ambrogio la ringrazia di cuore e spera che conservi l’entusiasmo ancora per i prossimi anni. o. m. 7 Anno XLVI n.2-3 La Vous de Chastélmanh maggio - dicembre 2014 Da Chapui a Chabal CARTELLONI NELLE BACHECHE DELLE FRAZIONI Manteniamo vive queste tradizioni, che hanno anche il merito di creare occasioni di aggregazione, di amicizia, di comunione. Sono finalmente stati realizzati i cartelloni da tempo Olga Martino progettati dell’ecomuseo Terra del Castelmagno, che —————————————————— offrono ai turisti alcune brevi notizie storiche, geografiche e di vita delle frazioni. Molto bella la veste A VALLIERA grafica di ognuno! Particolarmente accattivante è FESTA COMUNITARIA DI VALLE quello esposto nella bacheca del Colletto che, insieme ad alcune foto e notizie di vita della frazione, ofAria di grande festa a Valliera, il 24 agosto, borgata fre alcuni versi di una poesia tratta dal libro di Olga dal volto nuovo, ma fedele all’antico. Martino dal titolo: “Con gli occhi del cuore”. Sono Cappella di S. Margherita abbellita con composizioversi appassionati che Olga ha dedicato alla sua frani floreali e lumini; S. Messa rallegrata dai canti del zione. Riportiamo uno stralcio: coro della Cevitou di S. Pietro Monterosso; preghie...Gigante buono, la chiesa che docile sovrasta! re di ringraziamento e d’invocazione affinché VallieAquila di pietra dalle ali dilatate ra rinasca anche come comunità. che protegge le sue creature Poi, una squisita ed abbondante polenta, vino e dolce nei loro nidi di pietra...rintanate. sono stati il cordiale benvenuto di Mara e Stefano, i ...Silenzio ovattato, rassicurante. due nuovi gestori del rifugio, che promettono bene e Aloni di calda luce gialla che quest’estate si sono già fatti apprezzare e benvoaccolgono il mio incedere protetto: lere. com’è soave il rifugiarmi in te Ma non finisce qui! Nel pomeriggio ci viene offerto o mio amato Colletto! un simpatico concerto dal coro della Cevitou, con un repertorio interamente in lingua occitana. Applaudi—————————————————— tissimi! In conclusione, il trio dei giovanissimi filarFESTA PATRONALE DI monici già bravissimi, ha suscitato nei presenti la SANT’ AMBROGIO AL COLLETTO voglia di ballare… Giornata veramente ben riuscita e piacevole, accompagnata anche da un tempo più che Anche quest’anno, il 10 agosto, abbiamo reso onore discreto. al nostro Santo Patrono. Grazie di cuore a tutti coloro che si sono impegnati La Santa Messa accompagnata dai vivaci canti eseed in particolare a don Bruno che si è dato un gran guiti da una giovane rappresentanza del coro della da fare, e che questa volta è riuscito a fare una simCevitou accompagnati dagli strumenti musicali. La patica omelia forse un po’ meno lunga del solito. loro partecipazione ha dato un tono di solennità alla Possiamo sperare che migliori ancora?! funzione e li ringraziamo di cuore per essersi uniti a noi. —————————————————— Il pranzo comunitario, cucinato e servito dall’Osteria da Marì, è stato ottimo ed abbondante ed ha riunito .ECOMUSEO TERRA DEL CASTELMAGNO in piazza una sessantina di persone e personalità RICERCA STORICA (erano con noi la presentatrice Elisa Isoardi e il maeGiovedì 11 dicembre terzo incontro del gruppo di stro Sergio Berardo). Poi, a rallegrarci con la musica ci hanno pensato Ser- ricerca storica. Appuntamento alle ore 21.00 nel gio in unione col generoso complesso della Croce Centro incontro comunale di Valgrana (di fronte al municipio). I partecipanti stanno impostando l'attiviRossa di Caraglio: bravi ed instancabili. Anche Debora e Matteo erano presenti col loro or- tà relativamente a due argomenti: mai tradizionale gioco dei tappi, “lo stappa e vinci” 1) Elaborazione di notizie storiche già recuperate il cui ricavato è andato a favore della luce della Ma- sulla Comunità di Pradleves; 2) Ricerca e studio in merito all'insediamento dei donnina. Non è mancato Bepou a fare da guida al Museo. Il monaci a Santa Maria della Valle. giorno successivo, il torneo al ping-pong “Memorial La partecipazione al gruppo di lavoro è aperta a tutti Graziano”, ha richiamato a competere bambini, ra- gli interessati. Per informazioni più dettagliate: [email protected] gazzi e giovani. 8 Anno XLVI n.2-3 La Vous de Chastélmanh maggio - dicembre 2014 Da Chapui a Chabal DARIO DONADIO PREMIATO ALLA MANIFESTAZIONE DI PRIMALPE sono stanche, la memoria è forte…” Illustrando il progetto Una Casa per Narbona con l’aiuto di slides e video e Anche quest’anno il 16 Novembre si è aperto il sipario ricostruito alcuni episodi (anche inediti) della Resistenza sul palcoscenico dell’Auditorium Bertello a Borgo S. che, nel 1944, coinvolsero la piccola borgata di CastelmaDalmazzo per premiare coloro che si sono distinti gno. —————————————————— nell’anno 2014 per i loro scritti o le loro attività. Un premio speciale (consistente in un rimborso spese per LA STORIA DI DIEGO: VENT’ANNI DI SGOMBERO NEVE ! il materiale necessario) è stato consegnato dal Centro Occitano di cultura Detto Dalmastro e dall’Associazione La Cevitou al mitico Dario di Campomolino che si è distinto per la sua assidua attività di ricostruzione e mantenimento della sentieristica sul nostro territorio e per la riscoperta di antiche vie, collaborando con geografi e cartografi alla loro segnalazione cartografica e alla toponomastica. Grazie Dario da tutta La Vous e dal Centro Occitano. g. f. —————————————————— 50’ANNI DI MATRIMONIO Il 18 ottobre 2014, Iolanda Einaudi e Firmino Bessone hanno festeggiato il 50° anniversario di matrimonio attorniati da parenti e amici con un buon pranzo e tanta allegria. Auguri alla felice e longeva coppia. UNA CASA PER NARBONA A PARALUP Domenica 14 settembre per l’iniziativa organizzata dalla Fondazione Revelli a Paraloup (Cn), Flavio Menardi Noguera e Angelo Artuffo hanno raccontato che “Le pietre La sua storia di vita rischiosa a Castelmagno inizia nel novembre del ’93 quando è venuto a mancare l’ addetto allo sgombero neve. Bruno Isoardi , suo padre, lo avvisa che il lavoro a cui lui ambiva era disponibile e Diego sale da Caraglio, dove riparava biciclette, per tornare nella terra della sua famiglia. Il Comune lo aveva dotato di due mezzi, uno era una pala gommata e l’altro una sabbiatrice. Per via del contratto favorevole, dopo dieci anni riesce a riscattare i mezzi che diventano di sua proprietà. Il suo lavoro è molto pericoloso , tant’è vero che i fratelli Elio e Giovanni Pessione che lo hanno preceduto, son morti sulla strada. Ma a lui piace e cerca di salvaguardare la propria vita usando tutte le accortezze possibili: usa le catene alle quattro ruote motrici e diventa sempre più meticoloso nel curare i suoi mezzi. Per migliorare la sua attività invernale acquista col passare degli anni altre macchine operatrici diversificate per lo stato e la quantità di neve caduta. Sicuramente l’ annata più tremenda è stata quella del 2008. Nessuno ricorda un inverno così nevoso. Quel dicembre ha dovuto lavorare per sgombrare la strada per 28 giorni consecutivi , giorno e notte, riposando pochissimo. Appena ripulita, la strada tornava impercorribile. Le borgate erano isolate ed il suo lavoro era di vitale importanza, tenendo conto della non poca distanza che intercorre tra le frazioni principali. Quando arrivava a Campomolino era accolto con soddisfazione e cordialità dagli abitanti che gli offrivano una bevanda calda, preoccupati per lui. Durante il suo lavoro, a volte c’è qualcuno che lo invita a prendere il caffè (sicuramente ciò lo aiuta a mantenere la sua concentrazione senza stancarsi troppo) ed a scambiare quattro parole: ad esempio sua madrina Rinuccia di Chiappi o Claudio o Anna Maria a Campomolino, ma altre volte non incontra neppure un’anima per ore. Ma Diego, lavorando sulla strada in inverno, non si limita a svolgere un servizio pubblico, bensì lo si vede spesso in atti di solidarietà verso gli automobilisti in difficoltà o perché non sanno mettere le catene o perché si trovano fermi con l’ auto in panne e non riescono a ripartire. Rivolgiamo a Diego il nostro grazie e auguriamo tanta salute e fortuna a lui ed alla sua famiglia!! Gabriella Fichera 9 Anno XLVI n.2-3 La Vous de Chastélmanh maggio - dicembre 2014 LA CONSEGNA In ricordo di Celèstou d'Traféi Viviamo in tempi difficili in cui ci si aggrappa anche all'appiglio di un ricordo e ci è di aiuto l'impalpabile presenza di ombre amiche per ridare fiato alla speranza di un possibile migliore domani. Ricordi e ombre. Eredità tanto fragili quanto preziose. È tutto ciò che ci rimane di quelli che hanno occupato un posto nella nostra vita per un breve attimo e vogliamo che restino nel presepe senza tempo della memoria per sempre. Giovedì 25 settembre, ore 9. Squilla il telefono: "Ciao, siou Vitòrio!". "Oh! La fìio dal Vént!". La figlia del Vento è Adelaide Iolanda Vittoria Martini, classe 1928. Per l'anagrafe porta il nome di tre regine ma, per noi di quassù, è Vitòrio dal Vént. "Scoùteme. Iou voularìou que me fadésses en piasìr. Ascoltami. Io ho bisogno di un favore. Bisognerebbe che tu facessi un salto a casa mia. Voularìou que butésses carcoso d'escrich sal journàl per arcourdar na persouno. Vorrei che pubblicassi qualcosa sul giornale per ricordare una persona. Pos venìr fin issì? Puoi venire fin qui?". "Béico, iou vénou bèle stoumatìn! Guarda, io vengo anche stamattina!". Siccome si tratta di una di quelle cose che mi piace che accadano, per doveri di predilezione decido concederle la priorità e, senza frapporre indugi e rinvii, salgo in macchina e corro da Vittoria. Alle 11 sono lì. Il cancello è già aperto e lei è nell'orto. Non mi ha sentito arrivare ed è il vicino di casa a richiamare la sua attenzione su di me. "Sas, 'mbou lou jardìn fenìsses dgun bot, ma aùro, per encùi, butén fenì. Sai, col giardino non si finisce mai. Ma per adesso, per oggi, lascio perdere". Dopo la morte di Tommaso, Toumà Chot, suo marito, Vittoria vive da sola a Cervasca, in via Martiri. Lontana dalla sua borgata, lou Sarét d'en Quiàp di Castelmagno, divide la sua giornata tra la casa e il giardino, muovendosi tra fragole, insalata, pomodori, peperoni, melanzane e mille altre delizie. Entriamo in casa. "L'èro mìei couro venìes troubàme ilamoùn ai Quioutàs. Era meglio quando venivi a trovarmi lassù all'alpeggio di Pra Giulian". Persona dai tratti ruvidi e dai modi gentili, come le asprezze e i pianori che disegnano i profili delle sue montagne, con gli occhi della mente perennemente rivolti a quello che è stato, ma coi piedi ben piantati al centro esatto della sua modesta quotidianità, Vitòrio dal Vént è una delle ultime eredi della nostra passata identità. Il paesaggio della sua anima è popolato di presenze e la sua mente è attraversata dai sentieri di mille ricordi. Sospinti dalla brezza, lou tirànt, che risale la valle, le dràies della sua memoria, come i pensieri che le percorrono, vanno sempre in salita, su su per la Coumbo, e si arrestano là dove sta il suo vissuto. Entriamo in casa e, mentre Vittoria va a frugare nel cassetto dei ricordini, io mi avvicino al suo altarino degli affetti perduti. È un'angoliera a tre piani che chiude la fila dei pensili della cucina. I tre ripiani ospitano le fotografie dei suoi cari estinti. 10 Anno XLVI n.2-3 La Vous de Chastélmanh maggio - dicembre 2014 Li conosco tutti. Dall'alto in basso ci sono: papà e mamma, Toni lou Vént e Catlinòto, il marito Toumasétou in bicicletta e, in basso, il figlio Piero, morto prematuramente nel 1993, cinque mesi prima del padre. Quando vedo la padrona di casa che viene verso di me con due scatole colme di buste bianche, mi siedo al tavolo della cucina e, una scatola per uno, diamo inizio allo spoglio. "Beiclou issì! Eccolo!". Vitòrio ha trovato quello che cercava. Dalla busta aperta salta fuori una foto con dedica. È il ricordino di Celestino Molineri, detto Chelèstou d'Traféi, mancato un paio di mesi prima, il 4 luglio ultimo scorso. Ora lui non c'è più ma nell'anima di chi gli ha voluto bene la sua è una presenza viva e pulsante. "Iou e Chelèstou èren coume fraire. Io e Celestino eravamo come fratelli. I dui papà èren bén amis, bèle que la pensàven diferént. I nostri papà erano molto amici, nonostante coltivassero idee diverse". In politica Jàcou d' Traféi, classe 1883, padre di Chelèstou, e Toni lou Vént, classe 1879, ribadendo opposte e inconciliabili tesi, proprio non si capivano, ma, a ideologie spente, sul piano pratico i due si rispettavano. Quando c'era da confrontarsi sulle cose da fare per il bene della comunità, le barriere ideologiche svanivano e i pensieri Giacomo e Antonio si muovevano insieme. Celestino era nato in Francia dove i genitori erano emigrati e praticavano la pastorizia, fadìen i pastre, sulle colline di Provenza. Tornarono tutti in patria dopo che Mussolini aveva dichiarato guerra alla Francia". E così nel 1942 arriva a Chiappi di Castelmagno, un ragazzo di sedici anni, con la testa piena di nuove idee e nuovi progetti. Il suo proposito è di metterli in pratica per migliorare la vita della gente di lassù. Si tratta di Chelèstou d'Traféi. È per lui che sono venuto da Vittoria. "Celestino parla dei suoi progetti con mio padre per concordare il da farsi. È merito suo se, con la costruzione di una centralina, arriva la luce in casa agli abitanti della borgata. Fu lui a motorizzare la màquino, la trebbiatrice a manovella. Abiterà a la Ruà , la porzione inferiore dell'abitato di Chiappi, fino al matrimonio. Io e sua moglie Adelina Aimar siamo coetanee. Delìno d'Chavìo és dal miou témp. Andavamo a scuola insieme e siamo molto amiche. In tempi successivi, sceso in pianura per esigenze di lavoro e di famiglia, Celestino andrà ad abitare a Torino dove farà il camionista. Quando riuscirà ad entrare alla Michelin di Cuneo come meccanico specializzato, si trasferirà a Madonna dell'Olmo. Infine, una volta in pensione prenderà casa a Bernezzo. Chelèstou mi diceva sempre con tono appagato: «Iou ài avansà gnente, ma ài butà a post la famìio». Celestino ha due figli: Valter e Mirella. Valter ha un buon impiego alla Michelin e Mirella, laureata in Architettura, insegna in una scuola di Cuneo. Dopo la morte di mio marito Toumà, lui, consapevole della mia solitudine e del mio isolamento, passava a prendermi ogni volta che saliva a Castelmagno. Il momento più bello di quelle gita era il viaggio. Parlavamo delle cose, dei luoghi e delle persone di lassù. Tiravamo fuori i ricordi... Butè pi tout, scrivi poi tutto quello che ti ho detto, mi raccomando". Ci siamo già congedati e io ho raggiunto la mia automobile, ma Vittoria mi rincorre, ha qualcosa da aggiungere, un'ultima consegna: "Aspetta, vorrei che tu concludessi con queste parole: «ciao Chelèstou d'Traféi! Salùteme papà lou Vént!». Sulla via di casa, in una calda e chiara mattinata d'autunno, penso a Celestino, Giacomo, Antonio e a tutti gli altri. Ciascuno di loro si è guadagnato un posto nella vita per un breve tempo e nella nostra memoria per sempre. “Le persone - diceva Iosif Brodskij - sono ciò che ricordiamo di loro". Quello che noi chiamiamo vita, alla fine, altro non è che un fardello di ricordi affidati alla memoria di qualcun altro. Renato Lombardo 11 Anno XLVI n.2-3 La Vous de Chastélmanh Lettere a la Vous maggio - dicembre 2014 “O VERDE CASTELMAGNO” Pradleves 6 luglio 2014 Come ogni anno desidero rinnovare il sostegno alla "Vous", dove trovo le notizie della terra di origine del mio defunto marito Lorenzo. Conoscendo le fatiche anche per questa iniziativa, mi congratulo e auguro ogni bene. Cordiali saluti Antonietta Martino Pubblico il testo di una canzone insegnatami dal mitico don Pepino, parroco di Castelmagno dal 1958 al 1966. E’ giusto che questo simpatico tesoretto nascosto, sia conosciuto e presto musicato, affinché possa ancora essere allegramente canticchiato!. ——————————————————- Un giorno venne a Campomolino su una fiammante renault, un tal signore elegante e ciccion che altezzoso parlò: - son l’ingegner Gruviera l’inventor del formaggio coi buchi, e vivo a Bordighera fra marchesi, baroni e granduchi. Ciao. Volevo solo ringraziarti/vi (a nome anche dei miei amici, bibliotecari o no che essi siano) per il pomeriggio di domenica scorsa a Paraloup... E' stato bello scoprire l'esistenza di Narbona e del vostro sognochesifarealtà! Lunedì, tornato al lavoro a Torino, mi è capitato tra le mani un "Elenco dei comuni e delle frazioni d'Italia" del 1938. E' stato più forte di me, sono andato a vedere alla voce "Narbona". Mi ha emozionato vedere quel nome su una pagina... Le venivano attribuiti 96 abitanti al 1936, se non ricordo male (oggi sono a casa malato e vado a memoria: ma non appena tornerò in biblioteca andrò a riguardarmi tutti i dettagli...). Mi ha sempre fatto male vedere la morte progressiva delle nostre montagne (abito nella pianura cuneese ma si sa che la parte più autentica della nostra terra sta in alto, collina o montagna che essa sia). E mi ha sempre aperto il cuore ogni tentativo di tener vivo e preservare quel che resta del "mondo dei vinti": per amore di quelle terre e anche per amore di quei vinti e dei vinti in generale (d'altronde che gusto c'è a stare dalla parte dei vincitori? son capaci tutti!)... Ecco perchè domenica pomeriggio, a Paraloup, mi sono emozionato: e i miei amici con me... Volevo solo dirti questo e che - nella misura del possibile continueremo a seguire la vostra avventura. Io ho quasi sessant'anni e sono discretamente disilluso su parecchie cose: ma i "visionari" continuano a destare tutta la mia simpatia, e credo che per me sarà sempre così. Avrai forse letto "La pioggia gialla" di Julio Llamazares... Quel libro (come tanti altri) ha dato parole al mio dolore per la morte - violenta - della civiltà contadina. E' un dolore che - mi ripeto - provo ogni volta che vado a spasso per i nostri monti, puntualmente... Beh, voglio che tu sappia che domenica pomeriggio, a Paraloup, hai/avete messo un salutare impacco sulla mia metaforica ferita. Di questo ti/vi son grato. A presto e auguri per tutto: per i sogni e per la realtà... Gianni Piovano 12 Olga Martino “O VERDE CASTELMAGNO” Con questa fuoriserie son venuto a Campomolino per porgervi l’invito acquistate i miei formaggin! La folla allor con gran furor gridò; lo si deve cacciar! e il brigadier deciso e fier lo prese e lo fece filar! E l’ingegner Gruviera, l’invertor del formaggio coi buchi, tornò a Bordighera e mai più ci verrà a sgonfiar. L’unico cacio di gran qualità che fa davvero ingrassar, è il castelmagno che va qua e la che ci fa bere e cantar! O verde castelmagno con quei vermi che vanno a spasso sei l’unico compagno che fa il ben senza fare il fracasso. Prodotto portentoso sei la sintesi d’ogni invenzione, la buona digestione solo tu sai donare ai mortal! Non c’è stracchin, né pecorin, né mio né manco bebé, né parmigian, né sicilian che possan competer con te! Oh verde castelmagno sol di cacio hai l’esterna parvenza, ma l’intima essenza è di carne vivente e vital!!! Anno XLVI n.2-3 La Vous de Chastélmanh maggio - dicembre 2014 LIBRI “REM. Ciò che resta” di Renato Lombardo Ancora un libro di Renato Lombardo. Dopo “Ciò che conta” è ora la volta di “REM. Ciò che resta. Luoghi e leggende di Pradleves”. Presentato nello scorso agosto presso gli impianti sportivi di Pradleves nel corso di tre serate, arricchite da altrettanti docu-film, con il quale, e per vari motivi, aumenta il nostro debito di riconoscenza verso di lui. In primo luogo per aver egli ricostruito con la pazienza, la precisione e la bravura di narratore che solo una grande passione e una profonda conoscenza dell’argomento permettono, tre saghe leggendarie riferite a tre borgate del penultimo comune della valle ed aver così recuperato e salvato per sempre un patrimonio di cultura che altrimenti sarebbe sicuramente andato perduto. In secondo luogo per il metodo adottato nel lavoro di scrittore che utilizza i racconti raccolti da ben cinquantuno testimoni il che equivale ad appoggiare la scrittura sulla base apparentemente labile, in realtà solida e preziosa, della cultura orale (con un approccio proprio di un ricercatore scientifico anche se la materia è leggendaria). In terzo luogo per la sua generosità. Ancora una volta i ricavati della vendita del libro (che sta riscuotendo il successo che merita e che è stato patrocinato dal comune di Pradleves e realizzato con il contributo della BCC Banca di Caraglio) sono destinati in parte alla Residenza Assistenziale “Casa Vittoria” di San Pietro di Monterosso Grana e al recupero della Cappella della Madonna della Neve di Narbona di Castelmagno. Le tre leggende in questione sono quelle di “Capitàni” del Teié, del “La Méno” della Cialancia e del “La Brardo”, la strega di Pentenera e su queste nulla diremo per non rovinare il piacere della lettura a chi non l’avesse ancora intrapresa. Ci piace molto il titolo del libro “Rém” che sta per “rimasugli di neve superstiti a primavera” ma anche, metaforicamente, come dice l’autore per “le suggestive reliquie delle ultime voci viventi di un tempo passato”. Non possiamo augurarci che Lombardo abbia ancora molti Rém nel cassetto ai quali attingere per continuare il suo importantissimo lavoro di “archeologo della memoria” collettiva. Flavio Menardi Nogeura ——————————————————- VENUTI A GALLA Ho conosciuto Boris Pahor e i suoi scritti grazie a Silvio Einaudi che mi parlava spesso di lui e del suo impegno per la cultura delle minoranze, ho avuto l’ingrato compito di comunicargli che Silvio non era più fra noi. Da allora ci scambiamo biglietti di saluti e auguri nelle ricorrenze. Ci ha inviato il suo ultimo libro “Venuti a galla” Ed. Diabasis, con una dedica autografa: “Complimenti per la Vous! Delle “minorità” dico molto anche in questo libro, perciò lo dedico anche a voi e alla Vous! Cordialità, Boris Pahor”. Il libro è una raccolta di saggi e interventi che testimoniano la sua tenace e intelligente attenzione, al valore della cultura delle comunità minoritarie e alle prospettive per una federazione europea. Vi consiglio di leggere anche un altro suo libro “Necropoli” Fazi Editore, dove racconta la sua esperienza di deportato nei campi di concentramento nazisti. Angelo Artuffo 13 Anno XLVI n.2-3 La Vous de Chastélmanh maggio - dicembre 2014 Nous an laisà - Ci hanno lasciato Mario Martini, nato a Ruffia l’1.12.1950, deceduto a Castelmagno il 10.08.2014. —————————— Lucia Martino è deceduta a Torino il 15.7.2014. Figlia di Giovanni, era originaria di Chiotti. —————————— Ezio Martini nato a Lagnasco il 6.11.1953 è mancato a Cuneo il 10.7. 2014. ——————————————— Giuliana Viano, nata a Castelmagno il 24.5.1937, é mancata a Torino il 1.8. 2014. ——————————————— Filiberto "Bertu" Pessione, nato a Castelmagno il 16.2. 1933,è mancato a Robilante il 27.7. 2014. ——————————————— Giovanni Martino è deceduto a Torino il 4.10.2014 Fratello di Bepu, era nato a Campofei il 7.12.1935. Lo ricordano con affetto: la moglie Giovanna il figlio Roberto e i 4 amati nipoti. —————————— Giovanni Molineri, “Chelestou d’Trafei”, nato a Aix en Provence il 28.07.1926, deceduto a Bernezzo il 4.07.2014. —————————— Caterina Viano, nata a Torino il 9.6.1919 è deceduta a Castelmagno l’1.8.2014. —————————— Maria Costantina Arneodo nata a Castelmagno il 10.8.1928 è deceduta a Savigliano l’1.5.2014. —————————— Mario Arneodo, padre del nostro messo comunale, è deceduto l’1.10.2014. —————————— A tutte le famiglie dei defunti giungano le più sentite condoglianze de La Vous, del Centro Occitano e dei castelmagnesi. ——————————— Caro amico Tunin, ti scrivo la mia ultima lettera. Quanti momenti, brevi ma felici, abbiamo passato insieme, specialmente quando con la mia famiglia venivo a trovarti, salutarti e portarti anche i saluti di nonna Rina. Ma eri ancora più felice quando venivo da solo e mi sentivi arrivare perché io ti chiamavo da lontano e tu eri già sulla porta ad aspettarmi. Mi facevi entrare e sedere sempre sulla solita sedia accanto alla stufa sempre accesa sia d’inverno che d’estate e mi offrivi il solito caffè con la solita caffettiera da una tazza e cominciavamo a chiacchierare. Parole, tante e ogni tanto mi ripetevi: menomale che sei venuto “perché pensavo d’essi pin nen bun ‘d preicar”. Tunin: uomo semplice, intelligente, grande lavoratore, buono e amico di tutti. Quante fatiche, quanti sacrifici per strappare un po’ d’erba dalle rocce per sopravvivere: Infernet-Campomolino, Campomolino -Infernet. Le tue montagne. Quanti ricordi: belli (pochi), brutti (tanti), quanti momenti: felici (…), tristi (troppi) e poi ero sempre io il primo ad alzarmi dalla sedia e salutarti per tornare in città e tu mi accompagnavi fin fuori dalla porta anche con la neve per vedermi ancora una volta e io, con la mano alzata, “ciao Tunin” e tu mi rispondevi sempre con la stesse parole: “ciao Adriano, t’ringrasio d’la visita”. E ora: … “ciao Tunin” …… (non mi hai risposto) Adriano Argelli Ringraziano il Centro Occitano di Cultura Detto Dalmastro e La Vous di Castelmagno, per la dimostrazione di stima e affetto per la morte di nostro fratello Tunin. Assunta e Gabriella Donadio, ——————————————— RINA VIANO UNA DONNA FORTE E’ mancata il 1° agosto a Campomolino la grande Rina , una donna longeva di ben 95 anni, molto conosciuta nella frazione per le sue vicende vissute con grande forza d’animo. Figlia di Teresa Viano di Inaut e di Giacomo Viano , si è sposata a 17 anni con Giacomo Viano. Un anno dopo era già madre di Lucia e poi di Jolanda. Visse a Campomolino, allevando insieme al marito poche vacche, necessarie per la loro sopravvivenza. Rimasta improvvisamente vedova nel 1946 con due bimbe piccole dopo molte fatiche (sostenuta dalla scomparsa Marieta di Fourest Soutan, nonna di Silvio Einaudi), si è rifatta una vita con Ambrogio Donadio da cui ebbe altre due figlie: Franca e Rosanna. Nel ’64 la famiglia è emigrata a Carmagnola, ma dopo due anni perse pure il secondo marito e si trasferì a Torino in cerca di lavoro con la figlia Jolanda ed il genero Adriano. Con il suo lavoro e quello delle figlie è riuscita con notevole soddisfazione a vedere la sua famiglia crescere di nipoti e pronipoti, amata e stimata da tutti. Mi voleva bene perché mi ha conosciuta da giovane e quando passavo a trovarla per scherzare con lei mi accoglieva con molta gioia, una gioia non comune. Le piaceva molto la convivialità, l’allegria, i suoi nipoti con molto humor la facevano ridere. Dopo molte sofferenze è riuscita da viva a raggiungere il suo paese e la sua terra grazie alle figlie e lasciare lì le sue spoglie. g. f. 14 Anno XLVI n.2-3 La Vous de Chastélmanh maggio - dicembre 2014 Nous an laisà - ricordo dei fratelli Martini e don Bruno L’estate 2014 la ricorderemo per tanti motivi: la crisi economica, il tempo atmosferico pessimo, ma noi a Castelmagno, per il gran numero di decessi di nostri concittadini o di persone nate o originarie del nostro piccolo comune. Certamente nella nostra memoria rimarrà impresso la scomparsa dei fratelli Mario ed Ezio Martini, esattamente ad un mese di distanza uno dall’altro, così improvvisamente che non abbiamo avuto il tempo di salutare Ezio, margaro in Chiotti, che Mario il dieci agosto veniva trovato esanime sui pascoli di Fauniera. Figli dell’antica tradizione malgara, hanno rappresentato per tanti anni il loro modo di essere e di vedere le cose. Mario, da non molto vedovo di Dina, continuava nell’antico mestiere aiutando il figlio Loris a condurre la vita di allevatore con lunghi periodi nella malga di Fauniera. Qui anni addietro aveva coltivato l’idea di marchiare i suoi prodotti con l’autentico nome di famiglia :”MAGNUN”. Difatti alcuni anni or sono aveva voluto registrarne il marchio stesso presso la Camera di Commercio con il quale certificava la sua produzione casearia sia di alpeggio che invernale. Nostrale e burro erano la sua produzione marchiata “magnun”, mentre il castelmagno lo commercializzava con il proprio nome e cognome. Per tanti anni consigliere comunale (già con Gianni De Matteis), e presidente del consorzio per la produzione del formaggio castelmagno, lasciò il posto in comune al figlio Loris che con lui ha condiviso e trascorso gli ultimi anni della sua breve vita. Con gli amici ogni tanto lamentava la difficoltà connessa al mestiere e non amava troppo sentirsi rispondere che gli utili dell’attività erano ben superiori e comunque connessi al rischio d’impresa. Nell’elencare i nostri morti, abbiamo dimenticato una figura assai importante per il paese, Don Giulio Bruno, rettore del Santuario per molti molti anni (morto a Caraglio il 9.9.2013). È deceduto alla bella età di 95 anni dopo aver portato il suo ministero a conclusione nel Santuario della Madonna del Castello a Caraglio. Don Giulio ha fatto cose egregie per S. Magno. Tutte le ristrutturazioni di cui oggi i pellegrini possono godere sono state da lui ideate e portate per la maggior parte a conclusione. Spiace solo ricordare che l’icona di S. Magno frate (per la precisione storica S. Magnaldo) venne da lui introdotta nel nostro santuario a dispetto della tradizione. Anche per questo molti castelmagnesi male hanno sopportato l’idea e don Giulio, forse non amano ricordarlo. Rammentiamo ancora che dopo l’esperienza di rettore di S. Magno, volle e realizzò la cappella della Madonna della Neve alla Bandia nel comune di Sambuco. Prima di chiudere un breve pensiero sul significato almeno di una parte dell’esistenza. A volte occorre scrivere ciò che è stato. L’esercizio è più seducente di una noiosa pianificazione del futuro. Il passato che è stato comunque, al di la delle cose facili o irrisolte, con le sue occasioni perse, con i suoi momenti chiave che ci siamo lasciati sfuggire, con i suoi nodi dolorosi: tutto scritto chiaro, come la luce del sole. Con la possibilità di rivivere, almeno nel racconto, uno di questi momenti. Ci si muove in bilico tra il classico concetto - il destino che scaturisce dal carattere - e la consapevolezza che il futuro nasce dalle scelte fatte quotidianamente, dalle decisioni prese per necessità, spinti da chissà quale forza, come se ogni azione recasse con sé una predeterminazione inevitabile. La vita è anche questo: un momento di gioia che ti ripaga di tutto il resto. Beppe Garnerone ———————————————————————- Ringraziamento A nome mio e della mia famiglia, rivolgo un sentito ringraziamento a chi ci è stato vicino, in vari modi, nella triste circostanza della morte di mio papà Mario, avvenuta l’1 ottobre. Un ringraziamento particolare a Don Ezio, per la concelebrazione del funerale. Fausto Arneodo (dipendente del comune di Castelmagno) ————————————————————————— LE BORGATE ABBANDONATE ED IL SILENZIO Quando si cammina in montagna e si attraversano antiche borgate ormai abbandonate colpisce subito, oltre la caduta di travi del tetto e lo sfasciume, il silenzio che le accompagna. Un silenzio che, diversamente da quello della natura, qui è legato alle generazioni passate ed alla loro vita trascorsa lì. In questo silenzio la verità riposa per sempre ed essa può riemergere solamente con le testimonianze verbali e scritte di personaggi sopravvissuti. Altrimenti sarà dimenticata e spesso così accade e chiunque passa di lì ,se è rispettoso, deve dare un valore monumentale a questo silenzio che avvolge quelle dimore e deve imparare ad ascoltarlo. Spesso capita che, avvolti da questa magia, aumenti la nostra sensibilità e cominciamo ad immaginare il lavoro delle persone del posto osservando i loro oggetti lasciati ed il loro vociare. Tutto improvvisamente si rianima e si rimette in piedi e si vede un continuo via vai verso i campi …Purtroppo tutto questo dura poco, sta solo nei nostri pensieri e tutto torna a riposare. g.f. 15 Anno XLVI n.2-3 La Vous de Chastélmanh maggio - dicembre 2014 EN PAOU DE ESTORIO Fonti di storia ecclesiastica nel Piemonte Meridionale Continua la pubblicazione per riassunto della interessante storia della Visita pastorale di monsignor Francesco Agostino Della Chiesa che negli anni 1643-1645, compì nelle parrocchie diocesane. Il lavoro paziente di traduzione in italiano è stato compiuto da Giovanni Gisolo, Agnesina Marchiò, Arturo Rosso, per l’edizioni di Primalpe. “VISITA PASTORALE NELLA DIOCESI DI SALUZZO 1643-1645” Sopra l’altare che è staccato dal muro vi sono un’antica statua della B.V.M., cartegloria, due angeli e un grande crocifisso; davanti all’altare è appesa la lampada ed è ricavato il sepolcro in cui vengono sepolti i parroci; il suo coperchio è bene adattato al pavimento. Dal lato del vangelo ha un’unica finestra; ha la porta che dà sulla pubblica via come anche la porta maggiore della chiesa. Non ha rendite né oneri di messe ma qui si celebra soltanto nella festa della B.V.M.. La volta è interamente dipinta. Il pavimento è in battuto. Nella predetta chiesa (S.Ambrogio a Colletto - n.d.r.) vi è anche un altare dedicato a S.Defendente, privo di tutto il necessario,sopra i quale c’è una statua di S.Ambrogio in condizioni piuttosto precarie. Ordinò di dotare questo altare di tutto il necessario entro i successivi quattro mesi sotto pena di demolizione dell’altare stesso. Sopra il tetto della chiesa in corrispondenza della volta dell’altar maggiore sono collocate due campane; una terza, rotta, si trova in sacristia. Le corde pendono in chiesa davanti all’arco della volta dell’altare, cosa che non è decorosa. La sacristia è situata sul lato del vangelo: vi si entra da un uscio abbastanza robusto la cui chiave è custodita dal Parroco; è piccola, a volta, con un’unica finestra dotata di inferriate; in sacristia sono state trovate le suppellettili sotto elencate. Ordinò di procurare un corporale, un’animetta e tre purificatori. Così pure di dotare entro 15 giorni di chiave l’armadio collocato sul lato del vangelo per conservarvi gli Oli Santi. Il cimitero affianca la chiesa ed è circondato da un muro a secco in discrete condizioni: necessiterebbe tuttavia di una porta per impedire l’accesso agli animali; ordinò che vi fosse messa a spese della Comunità entro un mese. (continua) FRANCESCO AGOSTINO DELLA CHIESA , Tomo I , pp. 420-451 a cura di Giovanni Gisolo, Agnesina Marchiò, Arturo Rosso, Primalpe) Le fotografie sono tutte dell’interno del Santuario di S. Magno e sono tratte dal sito www.sanmagno.net 16
© Copyright 2024 Paperzz