Caratteristiche degli strumenti: considerazioni preliminari Argomenti: ¾ caratteristiche degli strumenti; ¾ modello dinamico di uno strumento; ¾ risposta ad un ingresso sinusoidale; ¾ distorsione d’ampiezza e fase; ¾ definizione della banda passante. 1 Introduzione Abbiamo visto che uno strumento può essere rappresentato come un sistema a più ingressi ed una singola uscita. Ingressi: desiderato di interferenza di modifica Uscita: misura di interferenza desiderato di modifica STRUMENTO misura La completa caratterizzazione dello strumento prevede l’individuazione sperimentale della sua funzione di trasferimento. Misura=f(desiderato(t), interferenze(t), modifiche(t)) La misura è in genere dipendente, attraverso le sensibilità incrociate, a molti ingressi diversi da quello desiderato. Particolare importanza rivestono anche il tempo e la frequenza che, pur non essendo ingressi del sistema ma piuttosto caratteristiche del segnale, possono alterare l’ uscita prevista dello strumento. 2 1 Caratteristiche degli strumenti La trattazione delle caratteristiche degli strumenti è classicamente divisa in due parti: statiche e dinamiche: ¾ le prime fanno riferimento al comportamento dell’uscita dello strumento quando tutti gli ingressi sono assunti costanti. costanti Misura=f(misurando, interferenze, modifiche) ¾ le seconde fanno riferimento esclusivamente al solo ingresso desiderato ed alla sua variabilità temporale. Misura=f(misurando(tempo)) Le caratteristiche statiche sono complementari a quelle dinamiche. Queste ultime diventano rilevanti solo quando le misure variano rapidamente nel tempo. Si noti che lo studio delle caratteristiche di uno strumento al variare della frequenza dell’ingresso può essere assimilato allo studio di un segnale tempo variante. 3 Strumento idealizzato Definendo la calibrazione di un sensore abbiamo assunto la possibilità di ricondurre lo strumento ad un modello: ¾ lineare a parametri variabili (retta di calibrazione); ¾ a più ingressi ed una singola uscita. Lo strumento idealizzato semplifica la legge di funzionamento di uno strumento reale: Out = K ( InModif ) ⋅ InDes + H ( InInterf ) Out = K ⋅ InDes Nel caso di ingressi tempo varianti, quindi scomponibili secondo Fourier nella sovrapposizione di più sinusoidi, lo strumento per poter essere usato in ambito sperimentale si deve comportare esattamente come nel caso statico. Esso deve fornire una misura direttamente proporzionale al solo ingresso desiderato senza che il coefficiente di calibrazione sia influenzato dalle desiderato, caratteristiche del segnale in ingresso (suo contenuto in frequenza). Occorre stabilire per quale campo di frequenze la funzione di trasferimento rimane una costante E capire in quali condizioni le caratteristiche di calibrazione valgono anche per misure dinamiche 4 2 Un problema dinamico Allo scopo di chiarire la separazione tra caratteristiche statiche e dinamiche nello studio degli strumenti prendiamo in considerazione come esempio un voltmetro: anche se non rappresentativo di tutte le casistiche possibili, ci permetterà di evidenziare diversi aspetti di rilievo. N l caso di una ttensione Nel i variante i t nell ttempo è necessario registrare le informazioni per analizzarle successivamente. A tale scopo si sostituisce l'indicatore con un pennino che traccia una curva su di un nastro di carta, svolto a velocità uniforme In linea teorica, basandoci sull’equazione di misura, tutte le oscillazioni scritte dovrebbero essere dovute ad una modifica della tensione in ingresso. Quello che queste modulo si prefigge di fare è capire se la precedente affermazione è vera, o meglio, in che ambito si può ritenere tale. Per rispondere non possiamo più considerare il galvanometro attraverso la sola legge idealizzata per condizioni statiche ma dobbiamo vederlo come un sistema dinamico. 5 Equilibrio dinamico A determinare il movimento del pennino, dovuto alla variazione di tensione, ci sono la reazione elastica, le forze di inerzia e quelle viscose. L’equilibrio in presenza di forze dipendenti dal tempo è: F_inerzia + F_viscose + F_elastiche = F_esterne Per l'equipaggio mobile del galvanometro: Jr&&(t ) + Cr&(t ) + Kr (t ) = M (t ) J , C , K = cost Intuitivamente più i termini inerziale, J, e viscoso, C, sono piccoli rispetto a quello statico, K, più la misura sembrerebbe ideale: seguirebbe cioè direttamente l’andamento del carico esterno. Lo smorzamento sembrerebbe quindi dover essere piccolo per evitare isteresi e effetti non-lineari. Il momento di inerzia dell'equipaggio mobile, asta che regge il pennino, sembrerebbe dover essere minimo (es. corto); così facendo però si ridurrebbe anche l’amplificazione e quindi la risoluzione. Occorre gestire razionalmente il problema. 6 3 Equilibrio dinamico Con un approccio formale del tutto generale si adotta la trasformata di Fourier come strumento di indagine per l’analisi dinamica risolvendo il problema in termini di risposta armonica. & J && r(t)+ C r(t)+ K r(t)= M(t) FT ( -ω J + iωC + K ) r(ω) = M(ω) 2 Attenzione: a sinistra r=r(t),dominio del tempo, mentre a destra r=r(ω), dominio della pulsazione o della frequenza (ω =2πf). Come già visto l’operatore iω è l’operatore di derivazione nel dominio delle frequenze. L’analisi si semplifica passando da un problema differenziale ad un sistema algebrico lineare a coefficienti complessi complessi: -1 r(ω)= ⎡⎣-ω2 J + iωC + K ⎤⎦ M(ω) Per quanto già visto in merito alla scomposizione di un segnale in termini di trasformata di Fourier la risposta ad un ingresso sinusoidale è un caso particolare ma sufficiente per i nostri scopi. 7 Risposta ad un ingresso sinusoidale L’esempio che stiamo discutendo è modellabile come un sistema dinamico a un grado di libertà soggetto ad una forzante armonica di periodo assegnato Tf , al quale corrisponde la pulsazione : ωf = 1/ Tf Senza perdere di generalità, per utilizzare una rappresentazione del problema a cui siamo maggiormente avvezzi avvezzi, si preferisce mostrare un caso lineare piuttosto che rotazionale. Mx&& + Cx& + Kx = F cos(ωf t ) L'equazione di moto, in analogia, è: La soluzione nel dominio del tempo è: x(t ) = F / k (cos(ωf t − θ)) (1 − (ωf / ωs )2 )2 + (2ζ (ωf / ωs ))2 I parametri introdotti sono: ¾ pulsazione propria del sistema dinamico: ωs = 1 − ζ 2 ( ¾ smorzamento: ζ = C /CCrit = C / 2 K M ¾ angolo di fase tra x e F : θ = tan −1 ) K M [ rad / s ] 2ζ (ωf / ωs ) 1 − (ωf / ωs )2 8 4 Risposta ad un ingresso sinusoidale F k x(t ) = 1 cos(ωf t − θ) 2 2 (1 − (ωf / ωs ) ) + (2ζ (ωf / ωs ))2 Esaminando la struttura della risposta si osserva che: ¾ a causa del coseno è armonica con la stessa pulsazione della forzante; ¾l’ampiezza varia in funzione sia del rapporto tra la frequenza propria e quella di eccitazione sia del valore di smorzamento. Consideriamo solo i termini della risposta non dipendenti dal tempo ovvero l'ampiezza della risposta: ⎛ω ⎞ = cost ⋅ f ⎜ f ⎟ ⎝ ωs ⎠ (1 − (ωf / ωs ) ) + (2ζ (ωf / ωs )) termine funzione della termine funzione della caratteristica caratteristica statica k dinamica del sistema, ωs, e di quella della del sistema (guadagno) forzante, ωf : rapporto di frequenze A= F k 1 2 2 2 9 Risposta di un sistema dinamico Se si diagrammano la ampiezza e la fase della risposta si ottengono i diagrammi di ampiezza e fase in frequenza. Poiché si sta rappresentando una funzione di trasferimento (FRF), ovvero un rapporto fra uscita ed ingresso nel dominio delle frequenze, è prassi normalizzare ll’ampiezza ampiezza della risposta rispetto al suo valore statico (valore a frequenza nulla) pari a F/k. Si ottiene un grafico dell’ampiezza con valore unitario a frequenza nulla (con valore nullo a frequenza nulla se l’asse delle ordinate è espresso in dB). 1 180 0.00 0.00 0.05 0.05 0.4 0 10 0.7 1 2 5 100 Frequenza adimensionale 10 80 60 0 10 2.0 5 20 -1 -1 0.7 0.4 1.0 120 40 10 10 0.10 140 0.1 0.3 0.30 160 Ritardo di F Fase Fase Rapporto ampiezza risposta/ Ampiezza atica risposta sta 10 0 10 Frequenza adimensionale 0 0.5 1 1.5 2 2.5 Frequenza adimensionale 3 Frequenza adimensionale 3.5 4 10 5 Risposta di un sistema dinamico 1 10 0.00 0.05 0.1 0.3 Ampiezza Per frequenze basse il rapporto delle ampiezze si mantiene praticamente unitario (dB=0). Al variare dello smorzamento la risposta lontano dalla risonanza è essenzialmente invariante finché si mantiene ζ<0.7 e ad una frequenza sufficientemente ffi i t t minore i della d ll risonanza. i 0.4 0 10 0.7 1 2 5 10 -1 10 -1 0 10 10 Frequenza adimensionale I sistemi reali sono sempre smorzati: la sovraelongazione massima della risposta è per valori di frequenza leggermente inferiori a quella di risonanza, in funzione dell’entità dello smorzamento stesso. Per sistemi con smorzamento superiore a quello critico, ζ>1, la risposta non presenta sovra-elongazione rispetto a quella statica. La dinamica del sistema è un filtro che altera i rapporti di ampiezza (ma anche di fase) tra i contenuti armonici dell’ingresso alle diverse frequenze: ¾ a frequenze sufficientemente inferiori a quella di risonanza l'ampiezza rimane quella statica, F/k: assenza di effetti dinamici; ¾ a frequenze sufficientemente superiori a quella di risonanza l'ampiezza decade rapidamente: l’ingresso è attenuato dalla dinamica dello strumento che si comporta come un filtro passabasso del secondo ordine. 11 Risposta di un sistema dinamico Dal diagramma di fase del sistema non smorzato, ζ=0, si può notare come il ritardo della risposta si mantenga nullo sino alla risonanza, dove ha una variazione di 180°, per rimanere costante a frequenze superiori. 180 Si mantiene invece il passaggio per una fase di 90° 90 in corrispondenza della risonanza. 0.00 0.05 0.30 160 0.10 140 Ritardo di fase Fase La presenza di smorzamento modifica l’andamento su tutto il campo di frequenze: anche per valori di smorzamento relativamente bassi la risposta viene ritardata in maniera significativa. 0.7 0.4 2.0 1.0 120 5 100 10 80 60 40 20 0 0 0.5 1 1.5 2 2.5 Frequenza adimensionale 3 3.5 4 Il problema dello sfasamento del segnale letto, sebbene spesso non critico nell’ambito sperimentale, diviene di importanza fondamentale nel controllo in quanto si traduce in un ritardo temporale. 12 6 Distorsione Come sappiamo dallo studio della trasformata di Fourier, ogni segnale tempo variante può essere scomposto in una sommatoria, al limite infinita, di componenti sinusoidali ciascuna con la propria ampiezza, fase e frequenza. g segnale g in ingresso g ad uno strumento p può essere q quindi interpretato p Ogni come la sommatoria di sinusoidi, o toni. Ogni sinusoide dello spettro d’ingresso viene modificata (possiamo usare il termine filtrata) dalle proprietà dinamiche che caratterizzano il trasduttore in corrispondenza di quelle frequenza (funzione di trasferimento, FRF). Tale alterazione è in linea generale differente da sinusoide a sinusoide e dipende proprio dalla sua frequenza. Il segnale in uscita può essere anch’esso interpretato come composizione di più sinusoidi: in particolare l’uscita l uscita avrà un numero di toni pari a quello del segnale d’ingresso, ciascuno con la stessa frequenza dell’ingresso corrispondente ma con ampiezza e fase differente. Il segnale temporale in uscita risulterà non essere una semplice scalatura dell’ingresso: risulterà distorto quando il guadagno non è costante in frequenza e la variazione di fase, se non nulla, non è proporzionale alla frequenza. 13 Distorsione di ampiezza Consideriamo un segnale, costituito da una armonica di base e due armoniche superiori, in ingresso ad un sistema dinamico, strumento. Esaminiamo come lo strumento altera ciascuna delle tre componenti e come queste si ricompongono nell’uscita del sistema. Ampiezza segnali 3 Segnale completo Prima armonica Seconda armonica Terza armonica 2.5 2 1.5 1 0.5 0 -0.5 -1 0 20 40 60 80 100 120 Tempo Essendo il fenomeno lineare analizziamo indipendentemente il contributo delle tre componenti; al termine dell’analisi li sommeremo nell’uscita. 14 7 Distorsione di ampiezza 1 10 Per studiare la distorsione in ampiezza consideriamo noti i diagrammi di risposta in frequenza dello strumento e ricaviamo da essi il valore del rapporto di ampiezza per le tre frequenze che costituiscono il segnale segnale. 0.00 0.05 0.1 A Ampiezza 0.3 0.4 0 10 0.7 1 2 5 Questi valori, che dipendono dallo smorzamento del sistema, sono dei coefficienti moltiplicativi dei diversi toni componenti l’ingresso e sono differenti tra di loro: nel tempo la risposta sarà data dalla combinazione di curve sinusoidali variamente amplificate ( curve tratteggiate anziché continue) continue). 10 -1 10 -1 0 10 10 Frequenza adimensionale 2 0.6 1.5 0.1 1 0.3 05 0.5 0 Un trasduttore, che abbia una caratteristica assimilabile ad un sistema dinamico del secondo ordine, altera un segnale armonico in ingresso in funzione della posizione di tale tono rispetto alla frequenza di risonanza. -0.5 -1 -1.5 -2 0 10 20 30 Tempo 40 50 60 15 Distorsione di ampiezza Poiché il segnale è dato dalla somma delle tre risposte indipendenti otterremo una risposta che ha una forma diversa dall'ingresso. E’ questo effetto che prende il nome di distorsione. 4 Segnale Originale Segnale distorto in ampiezza 3 2 risposta/k Nella figura g sono confrontati il segnale originale, blu, con quello in uscita da un trasduttore la cui frequenza di risonanza é troppo bassa rispetto alla massima frequenza contenuta nel segnale d’ingresso, rosso. Si nota chiaramente l’introduzione di un errore sensibile. 1 0 -1 -2 -3 -4 0 10 20 30 40 50 60 La curva blu è caratterizzata da un guadagno costante sulle frequenze del segnale di ingresso. La curva rossa presenta l’amplificazione del contenuto a frequenza maggiore troppo prossimo alla risonanza, quindi in campo di amplificazione dinamica. Nell’impiego di uno strumento la distorsione in ampiezza deve essere evitata. 16 8 Distorsione di fase Dal punto di vista della fase lo strumento ideale dovrebbe avere smorzamento nullo (errore di fase 0 sino alla risonanza) per evitare distorsione. Effetti dissipativi sono però sempre presenti nei sistemi reali quindi un errore di fase è inevitabile. Sebbene alti valori di smorzamento portino a sfasamento, spesso gli strumenti sono costruiti in modo tale da avere un ζ=0.7. ζ=0 7 Tale scelta è dettata da considerazioni relative alla banda di frequenza in cui il rapporto fra uscita ed ingresso rimane costante. Guardando i diagrammi delle ampiezze si nota che il rapporto tra le ampiezze rimane pari a k per un intervallo di frequenze maggiori se si ha circa ζ=0.7. 1.2 1 0.8 0.6 Ampiezza normalizzata 0.4 0.2 -2 10 -1 0 10 10 0 -20 -40 -60 Fase -80 -100 -2 10 -1 0 10 10 17 Distorsione di fase Analizziamo analiticamente l’effetto di un caso particolare, ritardo lineare, su di un segnale composto da due sinusoidi; per semplicità assumiamo fase iniziale nulla per entrambe: u(t) = sin(ω1t) + sin(ω2 t) Nel caso di ritardo lineare, nell’uscita si ha uno ritardo delle due componenti proporzionale alla frequenza: u(t) G =1 y(t)) y( θ = kω θi = k ωi y(t) = sin(ω1t + θ1 ) + sin(ω2 t + θ2 ) = sin(ω1t + kω1 ) + sin(ω2 t + kω2 ) = sin ( ω1 ( t + k ) ) + sin ( ω2 ( t + k ) ) = sin ( ω1 t ) + sin ( ω2 t ) L’effetto è solo di una ridefinizione dell’origine del tempo, ma il rapporto temporale tra le componenti rimane inalterato. La distorsione di fase può essere quindi evitata non solo se lo strumento produce una distorsione nulla ma anche se ne origina una lineare. 19 9 Distorsione di fase Un errore di fase lineare ritarda di un angolo proporzionale alla frequenza tutti i contenuti armonici. Tale sfasamento angolare si traduce in un ritardo temporale uguale per tutte le componenti mantenendo quindi inalterata la forma del segnale. Il segnale l è solo l ttraslato l t sull’asse ll’ d deii ttempi.i Per leggi di sfasamento diverse si ha una distorsione nel tempo significativa, pur in presenza di contenuti armonici equivalenti in ampiezza. Nell’impiego di uno strumento deve essere evitata anche la distorsione di fase. 20 Distorsione di fase Si ha un’alterazione della fase pressoché lineare con smorzamenti prossimi a ζ=0.7, nella banda di frequenze 0 – frequenza di risonanza 180 0.00 0.05 0.30 160 0.10 Ritardo di fase Fase 140 0.7 0.4 2.0 1.0 120 5 100 10 80 60 40 Curva di fase per smorzamento 0.7 20 0 0 0.5 1 1.5 2 2.5 Frequenza adimensionale 3 3.5 4 22 10 Strumento come sistema dinamico Uno strumento, per poter essere ritenuto idoneo ad un’applicazione dinamica, deve avere in tutto l’intervallo di frequenze di interesse un comportamento che non risente degli effetti dinamici ovvero avere guadagno costante. Per un sistema del secondo ordine come quello analizzato ciò si realizza in un inter allo di freq intervallo frequenze en e a partire dalla nulla n lla fino ad una na frazione fra ione della frequenza di risonanza, dipendente dallo smorzamento, detta banda passante. In questa banda la risposta in frequenza è costante e la fase è o nulla o lineare (per altri trasduttori ciò può essere diverso). Per smorzamenti elevati (fase lineare) la frazione utile della frequenza propria è relativamente elevata (20-30%), per smorzamenti bassi è ridotta (10%), campo per il quale l’errore di fase è quasi nullo. 1.2 Ritardo di fase 80 80 1 60 60 0.8 0.6 0.4 0.2 -2 10 40 40 Ampiezza normalizzata 20 20 -1 10 0 10 0 0 0 0 0.5 1 23 Strumento come sistema dinamico ¾ Se si riesce ad evitare qualsiasi tipo di distorsione per una certo intervallo di frequenze potremo affermare che, limitatamente a tale intervallo, che è poi la banda passante, lo strumento ha un comportamento statico ovvero nessun effetto dinamico. ¾ La caratterizzazione dinamica consente di individuare il campo di frequenze in cui si opera in maniera statica: cioè in assenza di effetti dinamici nell’uscita dovuti allo strumento. ¾ La conoscenza della banda passante consente di definire i limiti di utilizzo dello strumento per i quali è valido il modello metrologico che può essere identificato con la calibrazione. ¾ La banda passante dello strumento isolato può non essere g in relazione ad una specifica p applicazione: pp occorrerà significativa prestare attenzione tutte le volte che l’inserimento dello strumento/trasduttore può modificarne il comportamento dinamico dell’oggetto investigato (intrusività). 25 11 Considerazioni Si sottolinea che: ¾ la definizione di comportamento statico non fa riferimento all’assenza di un contenuto in frequenza nel problema ma all’assenza di distorsioni dovute alla dinamica interna dello strumento; ¾ il legame tra ingresso ed uscita è la funzione di trasferimento dello strumento. Uno strumento (un sistema) esibisce un comportamento statico, o ideale, in quella parte della funzione di trasferimento in cui risulta costante indipendentemente dal contenuto in frequenza dell’ingresso, quindi: u(t)=k i(t) quasi ideale in Alcuni traduttori ammettono naturalmente un modello q tutta la banda di frequenza operativa mentre per altri vale solo in una limitata banda di frequenze. ¾ Al di là degli effetti dovuti alla frequenza del segnale il legame è puramente proporzionale ovvero non risente dell’entità dell’ingresso. 26 Considerazioni Gli elementi che concorrono alla determinazione delle caratteristiche statiche (ad esempio attriti, isteresi ed in generale le non linearità, ma anche le tecniche di manipolazione, quali quelle statistiche) sono incompatibili sia con lo studio delle equazioni differenziali, modello dello strumento, che con una caratterizzazione sperimentale di tipo dinamico. Tali elementi vengono quindi trascurati nella caratterizzazione dinamica, i due ambiti vengono valutati separatamente. Le caratteristiche statiche definiscono la qualità della misura e sono alla base anche delle applicazioni dinamiche. Se le caratteristiche statiche si mantengono inalterate per un intervallo di frequenze lo strumento avrà una banda passante e potrà essere utilizzato per acquisire segnali dinamici mantenendo la qualità statica statica. 27 12 Da ricordare Necessità di individuazione di un campo di frequenza utile per impiego metrologico. Necessità della definizione di modelli dinamici in base ai quali prevedere la banda passante utile di uno strumento strumento. Definiti i concetti di distorsione in ampiezza e fase. Definiti alcuni concetti generali in base ai quali lavorare per la definizione della banda passante. 28 Domande? 29 13
© Copyright 2024 Paperzz