UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI CAGLIARI FACOLTA’ DI ARCHITETTURA Corso di Laurea in Scienze dell’Architettura_L17 Corso di Teoria e Storia del Restauro Il restauro nel XIX secolo E.E.VIOLLET-LE-DUC Il restauro dalla teoria alla prassi prof. arch. Caterina Giannattasio 1. Chiesa della Madeleine a Vèzelay 2. Cattedrale di Notre-Dame a Parigi 3. Basilica di Saint-Sernin a Tolosa 4. Fortificazioni di Carcassone 5. Castello di Pierrefonds 1. Chiesa della Madeleine a Vèzelay 1840-1859_Chiesa della Madeleine a Vèzelay L’intervento di restauro della Madeleine di Vèzelay riveste un notevole valore: Diede avvio alla lunga stagione europea del restauro stilistico; Costituisce il monumento simbolo dell’assunzione, da parte di uno stato europeo, di un’azione di tutela modernamente concepita e insieme di una politica di interventi pianificata; La chiesa è stata una delle prime insigni fabbriche medioevali francesi su cui si era appuntata l’attenzione della Commissione dei Monumenti Storici; Un vivo motivo di interesse fu l’affidamento d’incarico al giovane E. E. Viollet-le-Duc, appena ventiseienne, una scelta coraggiosa presa da Mèrimèe. La vicenda 1840-1859_Chiesa della Madeleine a Vèzelay La chiesa della Madeleine, a Vèzelay, in Borgogna: Di fondazione romanica, con opere di completamento di carattere gotico; Una delle chiese di pellegrinaggio, con le caratteristiche cappelle radiali gotiche; La facciata, di impianto romanico, presenta due torri, di cui una gran parte crollata. Vèzelay, veduta panoramica della Madeleine 1840-1859_Chiesa della Madeleine a Vèzelay 1830: La chiesa, devastata da ripetuti assedi e trasformata, durante la Rivoluzione, in maneggio e scuderia, è prossima alla completa rovina. 1834: Ricerca finanziamenti per l’intervento di restauro; 1835-1838: Il ministro degli interni, concede i finanziamenti necessari; 13 Febbraio 1840: Conferimento incarico a E.E. Viollet-le-Duc; 3 Marzo 1840: Inizio incarico del giovane architetto; • Aprile 1840: Invio da parte di VLD del primo rapporto al ministro. Si chiede di procedere al puntellamento di parti a rischio di crollo; VLD, Chiesa della Madeleine, prospetto principale, prima del restauro. 1840-1859_Chiesa della Madeleine a Vèzelay Maggio 1840: Dopo approvazione e realizzazione di interventi di puntellamento, VLD invia a Parigi il progetto generale. L’amministrazione centrale approva il progetto generale e autorizza VLD a procedere; Giugno 1840: Inizio lavori di restauro; 1859: VLD lascia il cantiere, restano da eseguire solo le opere di completamento. VLD, La Madeleine, Sezione trasversale, prima del restauro. 1840-1859_Chiesa della Madeleine a Vèzelay A condizionare la durata del cantiere sono principalmente tre elementi: Le condizioni atmosferiche; I ritmi dell’approvvigionamento; I problemi posti dalle imprese appaltatrici. Tuttavia, solo due problemi ostacolano gli interventi: Controversia con il parroco; Il crollo della volta centrale della navata maggiore. La Madeleine, facciata nel suo stato attuale. Il restauro 1840-1859_Chiesa della Madeleine a Vèzelay Il processo conoscitivo VLD avvia il processo conoscitivo di questa architettura attraverso una serie di schizzi, che rappresentano la Madeleine nel suo complesso e nei suoi particolari. VLD, La Madeleine, vista esterna , appunti per il rilievo. VLD, La Madeleine, veduta esterna con indicazione dei materiali e delle misure. 1840-1859_Chiesa della Madeleine a Vèzelay Schizzi dei particolari decorativi Necessari: Per comprendere la fattura, le proporzioni, i materiali costitutivi; Per riconoscere l’ambiente culturale di riferimento; Per distinguere le varie fasi di costruzione. Quindi: Atto indispensabile per ripercorrere e comprendere la vicenda storica della chiesa. VLD, La Madeleine, particolare di alcuni capitelli interni. 1840-1859_Chiesa della Madeleine a Vèzelay Schizzi degli elementi strutturali Indispensabili: Per comprenderne il funzionamento di ogni singola parte, e il ruolo che questo svolge nell’ambito dell’intero organismo. L’analisi conoscitiva condotta consente a VLD di comprendere la gravità della situazione e quindi la necessità di dover intervenire con urgenza per arrestare i processi di degrado in atto, o almeno quelli che possono determinare crolli. VLD, La Madeleine, pianta zona absidale con indicazione dello stato di conservazione di alcuni elementi. 1840-1859_Chiesa della Madeleine a Vèzelay Il rilievo dello stato di fatto è documentato da: Le grandi tavole acquerellate rappresentazione del rilievo in termini chiari, efficaci e comprensibili; Disegni tecnici, rigidi e schematici, a supporto dell’attività del cantiere. VLD, La Madeleine, sezione trasversale, con studio intervento delle volte e della copertura. VLD, La Madeleine, pianta con indicazione delle impalcature per la centinatura. 1840-1859_Chiesa della Madeleine a Vèzelay Elaborati delle ipotesi progettuali, accurati e distinguibili tre fasi: 1. Lo studio della soluzione progettuale; 2. L’illustrazione della soluzione progettuale adottata; 3. La descrizione per il cantiere delle modalità con le quali realizzare la scelta compiuta. VLD, La Madeleine, pianta, prospetti e sezioni a varie quote del contrafforte ad angolo della torre a facciata con indicazione della tessitura muraria e degli interventi. 1840-1859_Chiesa della Madeleine a Vèzelay Per ogni elemento analizzato, VLD: • studia la soluzione più calzante; • descrive minutamente le operazioni da compiere. VLD, La Madeleine, dettagli della muratura della navata in prossimità di alcune finestre. VLD, La Madeleine, prospetti e sezioni di un contrafforte con indicazione della tessitura muraria e degli interventi. 1840-1859_Chiesa della Madeleine a Vèzelay L’intervento di restauro Organizzazione andamento dei lavori e la loro successione temporale: 1. Arrestare i fenomeni di dissesto e i processi di degrado in atto; 2. Opere di consolidamento; 3. Eliminazione delle situazioni, fonte e causa di danni; 4. Infine, si affrontano i temi legati alla leggibilità del monumento. L’intervento di restauro condotto da VLD: Non mira al ripristino dell’unità stilistica; Tende a restituire alla chiesa, le capacità statiche e di durata nel tempo. 1840-1859_Chiesa della Madeleine a Vèzelay Dal punto di vista statico La chiesa presenta una serie di lesioni, causate da: contrafforti insufficienti nella vasta navata centrale; volte mal eseguite, indebolite e dunque poco solide, facilmente deformabili; catene inefficaci; altri problemi derivavano da difetto di costruzione del coro e del nartece. VLD, La Madeleine, facciata principale, particolare con indicazione degli elementi coperti da un contrafforte realizzato nel restauro. 1840-1859_Chiesa della Madeleine a Vèzelay Si prevede quindi di: Ricostruire gli archi rampanti della navata; Correggere l’inclinazione del tetto e le finestre riportandole ai livelli originari. VLD, La Madeleine, prospetti di un contrafforte e di un arco rampante con indicazione della tessitura muraria e degli interventi. La Madeleine, vista dalla navata centrale nel suo stato attuale. 1840-1859_Chiesa della Madeleine a Vèzelay La torre risulta staticamente compromessa, quasi prossima al crollo. VLD prevede di: Risanare la muratura, con la sostituzioni delle parti usurate con materiale più idoneo, costruisce la sua copertura con un tetto a padiglione come copertura. La Madeleine, vista dalla torre nel suo stato attuale. Conclusioni 1840-1859_Chiesa della Madeleine a Vèzelay Nonostante questo restauro, sia per VLD la sua prima opera, egli riesce nel suo lavoro a contemperare al meglio tutte le esigenze che condizionano il percorso che ha delineato e scelto di eseguire. Sono poche le occasioni in cui è costretto a operare delle vere varianti rispetto al programma. VLD, essenziale nelle descrizioni, fornisce un quadro chiaro e una visione organica della chiesa e insieme dei problemi che rappresenta. Si comprende che uno degli obiettivi di VLD è quello di manifestare la propria capacità per confermare la fiducia che l’amministrazione centrale aveva riposto in lui, e fornisce una risposta al clima di ostilità che ha trovato a Vèzelay. L’intervento alla chiesa della Madeleine a Vèzelay manifesta ancora un carattere di grande prudenza di rispetto per gli aspetti conservativi del restauro, le stratificazioni storiche, i valori archeologici e documentari. L’architetto per lui, «deve agire come un chirurgo accorto ed esperto, che tocca un organo solo dopo aver acquisito una completa conoscenza della sua funzione ed aver previsto le conseguenze immediate o future dell’operazione. Se agisce affidandosi al caso è meglio che si astenga. È meglio lasciar morire un malato piuttosto che ucciderlo.» 2. Cattedrale di Notre-Dame a Parigi 1844-1860_Cattedrale di Notre-Dame a Parigi Se il restauro della Madeleine fu considerato una rivelazione, quello di NotreDame di Parigi, consacra la fama del giovane VLD e del metodo che egli incarna. Qui, le sue convinzioni sul restauro mutano. Si passa : → Da un atteggiamento più prudente e conservativo ; → Ad uno caratterizzato dalla volontà di reintegrare e ripristinare il monumento sul quale interviene per restituirgli il suo aspetto originario. La vicenda 1844-1860_Cattedrale di Notre-Dame a Parigi Notre-Dame a Parigi: Santuario dell’intera nazione per secoli; Ha sofferto molto durante gli ultimi decenni. La generazione del XIX secolo, spinta da motivazioni religiose, storiche ed anche poeticoletterarie, cerca di riscattarsi, mettendo alla prova la propria capacità di rimediare alle precedenti barbarie. 1842: Bando per il concorso del suo restauro, il progetto vincitore è quello presentato da Viollet-le-Duc, in collaborazione con Jean Baptiste Lassus; 1843: Presentazione del progetto: Intervento prevede di eliminare il male, prodotto dall’uomo o dalla natura, alla radice, da attuarsi con un largo impiego di pietra, di tecniche e di materiali antichi, sostituendo integralmente le parti ammalorate o danneggiate. Parigi, facciata di Notre-Dame da una stampa del ‘700. Il restauro 1844-1860_Cattedrale di Notre-Dame a Parigi Considerazioni generali I due restauratori proclamano di essersi imposti le regole più rigorose: • Una religiosa discrezione; • La completa abnegazione di ogni opinione personale. Regole motivate dal fatto che: Non trattandosi di fare arte, ma di sottomettersi all’arte di un’epoca che non c’è più, restringendosi la loro funzione al solo riprodurre ciò che appare difettoso dal punto di vista artistico e da quello costruttivo. VLD, Rilievo della sezione trasversale di Notre-Dame di Parigi 1844-1860_Cattedrale di Notre-Dame a Parigi L’ intervento di restauro La natura composita e stratificata di Notre-Dame solleva continui problemi che l’architetto affronta e risolve di volta in volta, con un attento studio. Le guglie Contrari: Al completamento delle due torri. Le guglie, mai state realizzate, se venissero ricostruite, si otterrebbe monumento di notevole bellezza, ma non sarebbe più Notre-Dame. Favorevoli: Alla ricostruzione della guglia di crociera, andata distrutta nel 1792, a causa di un incendio, comunque documentata in un disegno di Garneray. Qui la ricostruzione è lecita poiché, già esistita e fondata su documentazione. VLD, progetto della sacrestia e dell’arcivescovado di Notre-Dame di Parigi e veduta dell’abside VLD, progetto di completamento di Notre-Dame con Parigi con innalzamento delle cuspidi campanarie 1844-1860_Cattedrale di Notre-Dame a Parigi Successivamente: Lassus divenne contrario alla ricostruzione della guglia centrale. Per VLD, la guglia: era un segno fondamentale nella compagine della fabbrica. Nel 1859: → Ricostruzione guglia: In ghisa; Non secondo i disegni esistenti; Aggiunta di statue in rame. VLD, Progetto della flèche centrale. Statua di VLD, sulla guglia di Notre-Dame. 1844-1860_Cattedrale di Notre-Dame a Parigi Le sculture In assenza di vestigie antiche, si procede: • per trasposizione di elementi similari; • la ricostruzione esemplata su vecchi disegno. Notre-Dame, Parigi, particolare della galleria dei Re. La ricostruzione delle sculture del portale centrale, mutilato da Jacques-Germain Soufflot nel 1771, è stata fatta su esempio di vecchi disegni. 1844-1860_Cattedrale di Notre-Dame a Parigi Le finestre sui prospetti Ritrovate nel 1854, le tracce di una finestra a rosa, con funzione d’aerazione, si decide di ristabilire il tipo di aperture originali nelle due campate della chiesa, presso l’incrocio col transetto. Restituisce anche le rose d’aerazione sul transetto senza riscontri precisi ma in base a considerazioni stilistiche, in analogia con altri monumenti. Per le finestre delle tribune del coro, viene scelta una doppia soluzione: 1. Nel coro, le antiche rose lucifere al posto delle successive; 2. Lungo la navata finestre di stile più moderno. Notre-Dame di Parigi, vista interna dopo l’intervento di restauro 1844-1860_Cattedrale di Notre-Dame a Parigi La copertura I tetti a doppia pendenza delle navate laterali vengono sostituiti con terrazze per agevolare lo smaltimento delle acque. Le parti esterne • • Consolida senza modificare l’insieme; Nel restauro dei pinnacoli dei contrafforti, VLD sostituisce le forme magre e stirate del XV secolo, con moduli più larghi e possenti ispirati al XVI secolo. VLD-Lassus, prospetto fianco meridionale, Notre-Dame di Parigi. 1844-1860_Cattedrale di Notre-Dame a Parigi Le parti interne Gli interventi più consistenti sono però all’interno della chiesa: • Demolisce una parte dell’ornato settecentesco del coro; • Progetta di restituire alcune campate all’altezza del XII secolo; • Restituisce le pitture murali, per rimpiazzare le tavole dipinte perdute. VLD, Dettagli del progetto per l’ingresso al coro di Notre-Dame di Parigi VLD, Progetto per la cappella di St. Charles, Notre-Dame di Parigi. Conclusioni 1844-1860_Cattedrale di Notre-Dame a Parigi Si percepisce la fierezza e responsabilità di operare su uno dei monumenti più rappresentativi della Francia. Le considerazioni iniziali, caratterizzate da prudenza e discrezione, furono tradite nella fase di cantiere. Durante l’intervento di restauro di Notre-Dame, si presentano delle operazioni audaci, ma tuttavia supportate da ragionamenti e da discussioni ben articolate. Questa esperienza porta E.E. Viollet-le-Duc a definire il principio fondamentale di unità stilistica, ossia la necessità di soluzioni caso per caso accettando il completamento per analogia. Afferma l’esistenza di una gerarchia di valori che determinano le priorità nel restauro. 3. Basilica di Saint-Sernin a Tolosa 1847_Basilica di Saint-Sernin a Tolosa • L’esperienza di Saint-Sernin è stata giudicata da positivamente, ma non procura a VLD la stima dei posteri. Viollet-le-Duc • Già nel 1874, la società francese d’archeologia condanna l’intervento considerandolo uno dei restauri meno riusciti ed quello dove si sente molto la poca cura che mise VLD a conformarsi alle esigenze ed alle abitudini dell’estetica locale. • La critica posteriore è ancora più aspra, tanto che nel 1979 si decide di derestaurare Saint-Sernin, eliminando il lavoro del restauratore. • In questo intervento, la ricerca di unità stilistica spinge VLD a sopprimere le stratificazioni. • Certamente VLD è colui che, dopo gli architetti costruttori e prima degli autori del restauro moderno, lascia sull’edificio l’impronta più forte. La vicenda 1847_Basilica di Saint-Sernin a Tolosa La basilica di Saint-Sernin, di fondazione paleocristiana, ha subito nei secoli notevoli trasformazioni; Durante i moti rivoluzionari, iniziati nel 1789, la completa espoliazione del santuario né fa offuscare l’importanza, e le risorse economiche né limitano i lavori di manutenzione e ricostruzione; A partire dall’Ottocento, accresce l’importanza di Saint-Sernin; Nel 1838, Saint-Sernin è classificato monumento storico e perciò la sua conservazione passa a carico dello Stato; Nel 1844 è redatta la prima bozza di progetto per ripristinare l’abside; • Nel 1845, l’incarico di ripristinare l’abbazia è affidato da Mèrimèe, a Viollet-le-Duc. Veduta dell’abside e del campanile, prima dei restauri del Novecento. Il restauro 1847_Basilica di Saint-Sernin a Tolosa L’intervento di restauro Obiettivo: NO: riprodurre in fac-simile tutto ciò che si trova in un monumento, o sostituire semplicemente le forme posteriori a quelle che esistevano precedentemente; MA: ristabilire l’edificio nello stile che gli appartiene, non solo come apparenza, ma anche come struttura. Recato a Tolosa, VLD osserva e ritiene la fabbrica: • mediocre dal punto di vista esteriore; • strutturalmente in buone condizioni. Veduta generale dell’area della basilica, stato attuale. 1847_Basilica di Saint-Sernin a Tolosa Nel 1845, Viollet-le-Duc, con il suo collaboratore Esquiè, architetto tolosano, inizia il lavoro di rilievo della chiesa. Lo stato dei luoghi e le possibili sistemazioni sono già state avanzate da altri tecnici nel 1831. La chiesa si presenta liberata da tutte le costruzioni circostanti e sorge isolata con gli evidenti segni di demolizione. Veduta dell’abside di Saint-Sernin, prima del restauro di VLD. 1847_Basilica di Saint-Sernin a Tolosa L’esterno Si richiedono due importanti interventi: • La sistemazione dei prospetti; • La valorizzazione dell’abside. Ciò avviene attraverso: • L’asportazione degli intonaci, • L’apertura delle finestre chiuse; • La sostituzione delle tegole di copertura con lastre di pietra. VLD, progetto dell’abside di Saint-Sernin. VLD, rilievo stato di fatto del lato sud. VLD, progetto del lato sud. 1847_Basilica di Saint-Sernin a Tolosa Fasi dei restauri di Saint-Sernin. L’interno All’interno si prevede: la trasformazione delle cripte; la necessità di recuperare le decorazioni; la valorizzazione dell’abside con l’inserimento delle vetrate storiche. La copertura Si opta al ripristino dell’antica pendenza dei tetti recuperando i merli e i doccioni, come in origine, così da evitare ulteriori guasti alla fabbrica e future infiltrazioni delle acque piovane. Prima del restauro del 1850 Progetto di restauro di VLD del 1847 Realizzazione del restauro del 1879 Progetto di restauro di 1979 1847_Basilica di Saint-Sernin a Tolosa La facciata Per il ripristino: La facciata deve essere inquadrata tra due torri; I portali e il rosone completati; Le cinque monofore strombate sostituite con tre centrali delimitate da grossi contrafforti; Adozione di aperture a tutto sesto. VLD, rilievo della facciata prima del restauro. Infine: La facciata, non portata a termine, è costituita da due torri incompiute, fiancheggiate da pesanti contrafforti d’angolo e da uno sperone mediano più leggero; La torre nord, interrotta nella sua costruzione prima di quella gemella, fu completata solo nel 1929. VLD, proposta d’intervento della facciata. 1847_Basilica di Saint-Sernin a Tolosa L’intervento di de-restauro A causa di gravi alterazioni: • 1969-1993: lavori di “de-restauro”. La questione è difficile: Ritornare alla situazione antecedente al restauro di VLD, è impossibile Alla fine: Si adottano una serie di interventi, volti a ripristinare Saint-Sernin, attraverso la ricostruzione di alcune parti alterate dell’Ottocento, facendo uso di materiali di migliore attualità, in base a scelte arbitrarie, sono spesso basate su principi di ordine estetico. 1847_Basilica di Saint-Sernin a Tolosa VLD, rilievo della facciata prima del restauro. VLD, proposta d’intervento della facciata. Stato attuale della facciata. Conclusioni 1847_Basilica di Saint-Sernin a Tolosa Il restauro incompiuto a Saint-Sernin non ha avuto il carattere durevole. Approfittando degli errori tecnici compiuti, si è condannato tutto l’intervento dal punto di vista sia storico, sia estetico che metodologico. In questo intervento VLD tradisce i principi da lui stesso formulati ne dizionario: “nei restauri bisogna sempre aver presente una condizione dominante, sostituire cioè ad ogni parte tolta solo materiali migliori o materiali più energici o più perfetti. Bisogna che a seguito dell’operazione effettuata l’edificio restaurato abbia per l’avvenire una durata più lunga di quella già avuta in passato.” Errori tecnici: 1. Sostituzione della pietra locale con quella arenaria di Carcassone: la scelta si dimostra presto inopportuna; 2. Definizione di una nuova pendenza della copertura: risultata scorretta. Le scelte del nostro, tuttavia, furono condivise da Mèrimèe e dalle ricerche archeologiche del restauratore. Si può dire che un monumento d’arte testimonia dapprima la sensibilità del giudizio dell’epoca che l’ha rivalutato. Il restauro di architetture militari Il restauro di architetture militari Le fortificazoni di Carcassone (1853-79) ; Il castello di Pierrefonds (1858-1879). In entrambi i casi l’architetto: si comporta da esperto rilevatore delle rovine esistenti; cerca di non dissimulare elementi appartenenti a momenti diversi; ma, nel contempo, si lancia in una vera e propria progettazione di fantasia. Con queste opere, Viollet-le-Duc fu etichettato «il grande falsificatore». Sono entrambi esempi in cui applica la teoria e la spinge fino ai suoi esiti estremi anche in parte assurdi, dalle operazioni più conservative passa progressivamente ad ampie modificazioni, interpretazioni e rielaborazioni personali. 4. Fortificazioni di Carcassone 1853-1879_Fortificazioni di Carcassone La cittadella fortificata di Carcassonne, nel sud della Francia: Posta su un’altura che domina da un lato l’Atlantico e dall’altro il Mediterraneo, per secoli ha costituito una posizione difensiva molto importante. Occupata già in età preistorica, intorno alla seconda metà del XIII secolo, il suo ruolo strategico comincia a perdere di importanza. Nella prima metà dell’Ottocento: la cittadella si trova in uno stato di decadenza talmente grave da indurre il governo francese a prendere in considerazione la sua demolizione. 1853-1879_Fortificazioni di Carcassone In seguito ai resoconti degli Ispettori sullo stato di conservazione di Carcassonne, la Commissione sceglie avviare un intervento di restauro, incaricando come restauratore Violletle-Duc. Il complesso fortificato di Carcassone risulta delimitato da due cerchie di mura: • il perimetro esterno del XIII secolo che comprende 19 torri; • quello interno del III-IV secolo che ne comprende 34. La cittadella è in uno stato di rudere, le mura e le torri presentano gravi dissesti. Alcune sono anche crollate; nelle mura esterne le case sono quasi addossate. VLD, ricostruzione della cittadella di Carcassone: planimetria del fine ‘300. 1853-1879_Fortificazioni di Carcassone VLD documenta accuratamente lo stato di fatto, precisando le diverse epoche così da: • • sottolineare le differenze; evidenziarne le peculiarità. L’intervento è mirato a sanare tutti i danni apportati dal tempo alla costruzione, cancellando le tracce del deterioramento. Successivamente, VLD riconduce l’intera città di Carcassone all’unità di stile: • • • • Ripristina i merli, Reintegra le cortine murarie, Restaura le torri Crea, a loro copertura, dei tetti a sezione molto acuta, verticalismo che ha nordicizzato Carcassone. E sceglie l’ardesia, materiale più adatto alla maggiore inclinazione VLD, camminamento tra le due cinte murarie. 1853-1879_Fortificazioni di Carcassone VLD, rilievo dello stato di fatto (in basso), e proposta di restituzione (in alto). 1853-1879_Fortificazioni di Carcassone VLD, rilievo dello stato di fatto della porta Narbonaisse. Carcassone, stato di attuale della porta Narbonaisse. 1853-1879_Fortificazioni di Carcassone VLD, disegno del progetto di restauro della 18^ torre della cinta muraria esterna, 1853. Carcassone, stato di attuale della 18^ torre della cinta muraria esterna. 5. Castello di Pierrefonds 1858-1879_Il castello di Pierrefonds Il castello di Pierrefonds, nella regione di Champagne: • nel Seicento subisce un grave incendio, tanto che, nel 1817, viene demolito per ordine di Luigi XIII; • Alla metà dell’Ottocento, il castello appare come una pittoresca rovina, e viene riprodotta da numerosi disegnatori del XVIII e XIX secolo; • Nel 1848 viene dichiarato monumento nazionale. • Dal 1857 VLD, commissionato per il suo restauro, inizia il suo lavoro. Pierrefonds, Castello in rovina, dipinto di De Junquières. Il restauro prevede: Di realizzare una dimora piacevole, mediante il solo adattamento del mastio, lasciando tutte le altre parti nella condizione di rovina. VLD, sezione progetto della cappella e del cortile. 1858-1879_Il castello di Pierrefonds Successivamente, dal 1861: • Il progetto si amplia fino a comprendere il completamento dell’intera fabbrica. Nel 1884: • Si lavora ancora, ma la decorazione interna non verrà mai conclusa. Pierrefonds, cisterna. Pierrefonds resterà un castello incompiuto. In questo intervento, prevale in VLD il desiderio di: • Veder completamente recuperato il valore espressivo dell’opera; • Ristabilire nel suo insieme e nei minimi particolari la fortezza medievale, che si concretizza in un vero e proprio modello di architettura militare. Pierrefonds, pianta del castello. veduta della 1858-1879_Il castello di Pierrefonds Per produrre l’intero complesso, VLD: • integra le numerose brecce, • completa le torri della fortificazione • ricostruisce fedelmente i due cammini di ronda sovrapposti che seguono le mura. Tutto ciò basandosi su documentazione esistente, integrata da un accurato studio dello stato della fabbrica. Tuttavia, quando necessario egli non disdegna d’introdurre interpretazioni e rielaborazioni personali con l’invenzione di spazi e motivi decorativi che spesso tendono all’astrazione. VLD, Sezione verticale del Castello di Pierrefonds con la Gran Sala. 1858-1879_Il castello di Pierrefonds Il caso di Pierrefonds: in molti casi, scarsi i dati filologici sullo stato antico: l’architetto produce soluzioni totalmente sue altre volte, gli appunti di studio precedenti il restauro riflettono più le intenzioni e le predilezioni del progettista che la situazione obiettiva, altre volte, le giustificazioni funzionali adottate per motivare alcune proposte architettoniche. VLD, ricostruzione ideale e vista cavaliera del Castello di Pierrefonds. 1858-1879_Il castello di Pierrefonds VLD, riproduzione di cartoni, per le decorazioni del castello di Pierrefonds. VLD, sezione torre Castello Pierrefonds 1858-1879_Il castello di Pierrefonds Pierrefonds, Prospetto sud-ovest, progetto di secondo la ricomposizione in stile, favorendo l’introduzione di tecniche e strutture moderne. 1858-1879_Il castello di Pierrefonds Pierrefonds. Le rovine del castello viste dal lato settentrionale in una foto del 1855 e da nordovest dopo i restauri. Bibliografia CARBONARA G., Avvicinamento al Restauro. Teoria, Storia, Monumenti, Napoli, Liguori Editore, 1997 (pp. 101-160). FIENGO G., Introduzione, in FIENGO G., BELLINI A., DELLA TORRE S., La parabola del restauro stilistico, Milano, Guerini Editore, 1994 (pp.9-16). SETTE M.P., Profilo Storico, in CARBONARA G. (a cura di), Trattato del Restauro Architettonico, vol.1, Torino, UTET, 1996. ROMEO E., Trasformazioni e recenti restauri della chiesa di Saint-Sernin a Tolosa, in CASIELLO S. (a cura di), Restauro dalla teoria alla prassi, Napoli, Electa, 2000, (pp. 103-125). TAGLIAVENTI I., Viollet-Le-Duc e la cultura architettonica dei revivals, Bologna, Pàtron, 1976. VASSALLO E., Eugène Emmanuelle Viollet-le-Duc (1814-1879), in CASIELLO S. (a cura di), La cultura del restauro. Teorie e fondatori, Venezia, Marsilio Editori, 1996 (pp.73- 97). VASSALLO E., Il progetto di Viollet-le-Duc per il restauro della chiesa della Madaleine di Vèzelay, in FIENGO G., BELLINI A., DELLA TORRE S., La parabola del restauro stilistico, Milano, Guerini Editore, 1994 (pp.49-80). VIOLLET-LE-DUC E. E., L’architettura ragionata, a cura di M. Antonietta Crippa, Milano, Jaca Book, 1981.
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