YETI, una piccola proteina dalle grandi responsabilità

Roma, 23 giugno 2014 COMUNICATO STAMPA YETI, una piccola proteina dalle grandi responsabilità Lo studio targato Sapienza, individua la molecola che determina la struttura e il funzionamento della cromatina, il materiale genetico della cellula. La ricerca guadagna la copertina della rivista Journal of Cell Science Negli ultimi dieci anni, un numero crescente di evidenze sperimentali indica che lʹalterazione dei meccanismi che regolano la struttura e la funzione della cromatina (che contiene il materiale genetico della cellula) è tra le cause scatenanti di gravi anomalie che possono provocare lʹinsorgenza del cancro o alterare il differenziamento e lo sviluppo embrionale. Lʹidentificazione di nuovi geni che codificano proteine preposte al controllo dellʹorganizzazione della cromatina riveste una notevole importanza sulle possibili ricadute positive, sia per la ricerca di base, che per quella applicata in campo bio‐medico. Il laboratorio diretto dal Prof. Patrizio Dimitri, del dipartimento di Biologia e Biotecnologie ʺCharles Darwinʺ della Sapienza, da anni allʹavanguardia negli studi di genetica e genomica funzionale degli eucarioti, ha individuato una proteina necessaria per lʹorganizzazione strutturale e funzionale della cromatina. La ricerca finanziata dalla Fondazione Roma terzo settore e dallʹIstituto Pasteur‐Fondazione Cenci Bolognetti, ha guadagnato la copertina della rivista Journal of Cell Science (Messina et al, 2014). La proteina individuata dai ricercatori si chiama YETI ed è stata isolata nella Drosophila melanogaster o moscerino della frutta, uno degli organismi modello nella ricerca biologica. YETI è una piccola proteina di 241 aminocidi che appartiene a una famiglia evolutivamente conservata detta Bucentaur (BCNT). Il suo analogo nella specie umana, la proteina, CFDP1, svolge un ruolo simile nellʹorganizzazione strutturale e funzionale della cromatina. Le proteine BCNT, individuate negli anni ʹ90 da un gruppo di ricerca giapponese (Nobukuni et al, 1997) nei ruminanti, sono ancora poco conosciute, nonostante la loro conservazione evolutiva suggerisca un ruolo biologico importante nelle cellule eucariotiche. Sapienza Università di Roma
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I ricercatori della Sapienza stanno attualmente conducendo una serie di esperimenti proprio per stabilire lʹeffetto della rimozione della proteina BCNT sullo sviluppo di Danio rerio, un piccolo pesce dʹacqua dolce, noto anche come zebrafish, che negli ultimi anni rappresenta un modello molto utilizzato negli studi di genetica dello sviluppo dei vertebrati. Si tratta di una ricerca complessa – dichiara il coordinatore dello studio Patrizio Dimitri ‐ che ha utilizzato un approccio multidisciplinare basato su metodiche di genetica classica, biologia molecolare, biochimica e genomica funzionale”. L’individuazione del ruolo della proteina YETI sarà fondamentale per la comprensione dei meccanismi che regolano l’organizzazione della cromatina in cellule umane e delle relazioni esistenti tra alterazioni cromatiniche ed insorgenza del cancro o di anomalie dello sviluppo nella specie umana. Giovanni Messina, Elisabetta Damia, Laura Fanti, Maria Teresa Atterrato, Emanuele Celauro, Francesca Romana Mariotti, Maria Carmela Accardo, Matthias Walther, Fiammetta Vernì, Daria Picchioni, Roberta Moschetti, Ruggiero Caizzi, Lucia Piacentini, Giovanni Cenci, Ennio Giordano and Patrizio Dimitri Yeti, an essential Drosophila melanogaster gene, encodes a protein required for chromatin organization ‐ Journal of Cell Science doi: 10.1242/jcs.150243 http://jcs.biologists.org/content/127/11/2577.abstract?sid=9f940246‐80a4‐4d6f‐a570‐
313f45bd6382 Info professor Patrizio Dimitri Dipartimento di Biologia e Biotecnologie ʺCharles Darwinʺ T (+39) 06 4991 7948 [email protected]
La Sapienza scopre Yeti, proteina chiave nelle alterazioni all’origine di cancro e malattie Articolo pubblicato il: 25/06/2014 (Adnkronos Salute) ‐ E’ una scoperta italiana, targata Università Sapienza, a guadagnare la copertina della rivista ‘Journal of Cell Science’. Il laboratorio diretto da Patrizio Dimitri (dipartimento di Biologia e Biotecnologie “Charles Darwin” dell’ateneo romano), da anni all’avanguardia negli studi di genetica e genomica funzionale degli eucarioti, ha infatti individuato una proteina necessaria per l’organizzazione strutturale e funzionale della cromatina. La proteina, ribattezzata Yeti, è stata isolata nel moscerino della frutta (Drosophila melanogaster), uno degli organismi modello nella ricerca biologica. Si tratta di una piccola proteina di 241 aminoacidi che appartiene a una famiglia evolutivamente conservata detta Bucentaur (BCNT), e il suo analogo nella specie umana ‐ la proteina CFDP1 ‐ svolge un ruolo simile. “Negli ultimi dieci anni ‐ spiegano i ricercatori ‐ un numero crescente di evidenze sperimentali indica che l’alterazione dei meccanismi che regolano la struttura e la funzione della cromatina (contenente il materiale genetico della cellula) è tra le cause scatenanti di gravi anomalie che possono provocare l’insorgenza del cancro o alterare il differenziamento e lo sviluppo embrionale. L’identificazione di nuovi geni che codificano proteine preposte al controllo dell’organizzazione della cromatina ‐ continuano ‐ riveste una notevole importanza sulle possibili ricadute positive, sia per la ricerca di base, che per quella applicata in campo bio‐
medico”. L’individuazione del ruolo della proteina Yeti, quindi, sarà fondamentale per la comprensione dei meccanismi che regolano l’organizzazione della cromatina in cellule umane e delle relazioni esistenti tra alterazioni cromatiniche ed insorgenza del cancro o di anomalie dello sviluppo nella specie umana. I ricercatori della Sapienza stanno attualmente conducendo una serie di esperimenti per stabilire l’effetto della rimozione della proteina Bcnt sullo sviluppo del Danio rerio, un piccolo pesce d’acqua dolce, noto anche come zebrafish, che negli ultimi anni rappresenta un modello molto utilizzato negli studi di genetica dello sviluppo dei vertebrati. “Si tratta di una ricerca complessa – dichiara il coordinatore dello studio Patrizio Dimitri ‐ che ha utilizzato un approccio multidisciplinare basato su metodiche di genetica classica, biologia molecolare, biochimica e genomica funzionale”. La ricerca è finanziata dalla Fondazione Roma terzo settore e dall’Istituto Pasteur‐Fondazione Cenci Bolognetti. Biologia: italiani scoprono proteina che regola la cromatina 15:05 25 GIU 2014 (AGI) ‐ Roma, 25 giu. ‐ Scoperta la proteina che regola lo sviluppo della cromatina, una molecola determinante per il corretto sviluppo embrionale e che ha implicazioni anche per quanto riguarda l'insorgenza di tumori. A scoprirla un gruppo di ricercatori dell'Universita' La Sapienza di Roma che ne hanno dato notizia con un articolo pubblicato dalla rivista Journal of Cell Science che ha dedicato la sua copertina alla ricerca. Il laboratorio diretto da Patrizio Dimitri, del dipartimento di Biologia e Biotecnologie "Charles Darwin" della Sapienza, da anni all'avanguardia negli studi di genetica e genomica funzionale degli eucarioti, ha individuato una proteina necessaria per l'organizzazione strutturale e funzionale della cromatina. La ricerca e' stata finanziata dalla Fondazione Roma terzo settore e dall'Istituto Pasteur‐
Fondazione Cenci Bolognetti. La proteina individuata dai ricercatori si chiama YETI ed e' stata isolata nella Drosophila melanogaster o moscerino della frutta, uno degli organismi modello nella ricerca biologica. L'identificazione di nuovi geni che codificano proteine preposte al controllo dell'organizzazione della cromatina riveste una notevole importanza sulle possibili ricadute positive, sia per la ricerca di base, che per quella applicata in campo bio‐medico. YETI e' una piccola proteina di 241 aminocidi che appartiene a una famiglia evolutivamente conservata detta Bucentaur (BCNT). Il suo analogo nella specie umana, la proteina, CFDP1, svolge un ruolo simile nell'organizzazione strutturale e funzionale della cromatina. Le proteine BCNT, individuate negli anni '90 da un gruppo di ricerca giapponese (Nobukuni et al, 1997) nei ruminanti, sono ancora poco conosciute, nonostante la loro conservazione evolutiva suggerisca un ruolo biologico importante nelle cellule eucariotiche. I ricercatori della Sapienza stanno attualmente conducendo una serie di esperimenti proprio per stabilire l'effetto della rimozione della proteina BCNT sullo sviluppo di Danio rerio, un piccolo pesce d'acqua dolce, noto anche come zebrafish, che negli ultimi anni rappresenta un modello molto utilizzato negli studi di genetica dello sviluppo dei vertebrati. Si tratta di una ricerca complessa dichiara il coordinatore dello studio Patrizio Dimitri ‐ che ha utilizzato un approccio multidisciplinare basato su metodiche di genetica classica, biologia molecolare, biochimica e genomica funzionale. L'individuazione del ruolo della proteina YETI sara' fondamentale per la comprensione dei meccanismi che regolano l'organizzazione della cromatina in cellule umane e delle relazioni esistenti tra alterazioni cromatiniche ed insorgenza del cancro o di anomalie dello sviluppo nella specie umana. (AGI) . YETI dalla Sapienza, la proteina per il funzionamento della Yeti da uno studio targato Sapienza, individua la molecola che determina la struttura e il funzionamento della cromatina, il materiale genetico della cellula. La ricerca guadagna la copertina della rivista Journal of Cell Science Negli ultimi dieci anni, un numero crescente di evidenze sperimentali indica che l’alterazione dei meccanismi che regolano la struttura e la funzione della cromatina (contenente il materiale genetico della cellula) è tra le cause scatenanti di gravi anomalie che possono provocare l’insorgenza del cancro o alterare il differenziamento e lo sviluppo embrionale. Ricerca La Sapienza: YETI, piccola proteina da grandi responsabilità L’identificazione di nuovi geni che codificano proteine preposte al controllo dell’organizzazione della cromatina riveste una notevole importanza sulle possibili ricadute positive, sia per la ricerca di base, che per quella applicata in campo bio‐medico. Il laboratorio diretto da Patrizio Dimitri, del dipartimento di Biologia e Biotecnologie “Charles Darwin” della Sapienza, da anni all’avanguardia negli studi di genetica e genomica funzionale degli eucarioti, ha individuato una proteina necessaria per l’organizzazione strutturale e funzionale della cromatina. La ricerca finanziata dalla Fondazione Roma terzo settore e dall’Istituto Pasteur‐Fondazione Cenci Bolognetti, ha guadagnato la copertina della rivista Journal of Cell Science (Messina et al, 2014). La proteina individuata dai ricercatori si chiama YETI ed è stata isolata nella Drosophila melanogaster o moscerino della frutta, uno degli organismi modello nella ricerca biologica. YETI è una piccola proteina di 241 aminocidi che appartiene a una famiglia evolutivamente conservata detta Bucentaur (BCNT). Il suo analogo nella specie umana, la proteina, CFDP1, svolge un ruolo simile nell’organizzazione strutturale e funzionale della cromatina. Le proteine BCNT, individuate negli anni ’90 da un gruppo di ricerca giapponese (Nobukuni et al, 1997) nei ruminanti, sono ancora poco conosciute, nonostante la loro conservazione evolutiva suggerisca un ruolo biologico importante nelle cellule eucariotiche. I ricercatori della Sapienza stanno attualmente conducendo una serie di esperimenti proprio per stabilire l’effetto della rimozione della proteina BCNT sullo sviluppo di Danio rerio, un piccolo pesce d’acqua dolce, noto anche come zebrafish, che negli ultimi anni rappresenta un modello molto utilizzato negli studi di genetica dello sviluppo dei vertebrati. “Si tratta di una ricerca complessa – dichiara il coordinatore dello studio Patrizio Dimitri – che ha utilizzato un approccio multidisciplinare basato su metodiche di genetica classica, biologia molecolare, biochimica e genomica funzionale”. L’individuazione del ruolo della proteina YETI sarà fondamentale per la comprensione dei meccanismi che regolano l’organizzazione della cromatina in cellule umane e delle relazioni esistenti tra alterazioni cromatiniche ed insorgenza del cancro o di anomalie dello sviluppo nella specie umana. Giovanni Messina, Elisabetta Damia, Laura Fanti, Maria Teresa Atterrato, Emanuele Celauro, Francesca Romana Mariotti, Maria Carmela Accardo, Matthias Walther, Fiammetta Vernì, Daria Picchioni, Roberta Moschetti, Ruggiero Caizzi, Lucia Piacentini, Giovanni Cenci, Ennio Giordano and Patrizio Dimitri Yeti, an essential Drosophila melanogaster gene, encodes a protein required for chromatin organization Yeti, la proteina che organizza il Dna | Pubblicato il 26 Giugno 2014 16:19 Yeti è una piccola proteina, che svolge un ruolo fondamentale nel regolare l'organizzazione e le funzioni della cromatina, la struttura in cui troviamo impacchettato il Dna all'interno delle cellule. Elusiva proprio come la creatura di cui porta il nome, l'esistenza e le funzioni della proteina Yeti sono state infatti identificate solo di recente grazie al lavoro di un team di ricercatori del dipartimento di Biologia e Biotecnologie "Charles Darwin" della Sapienza di Roma, che hanno descritto la loro scoperta sul Journal of Cell Science. Negli ultimi dieci anni, un numero crescente di evidenze sperimentali indica che l'alterazione dei meccanismi che regolano la struttura e la funzione della cromatina è tra le cause scatenanti di gravi anomalie che possono provocare l'insorgenza del cancro o alterare il differenziamento e lo sviluppo embrionale. L'identificazione di nuovi geni che codificano proteine preposte al controllo della cromatina riveste quindi una notevole importanza, per le possibili ricadute positive sia sulla ricerca di base, che su quella applicata in campo bio‐medico. La proteina individuata dai ricercatori della Sapienza è stata isolata nella Drosophila melanogaster, il cosiddetto moscerino della frutta. Yeti è una piccola proteina di 241 aminocidi che appartiene a una famiglia evolutivamente molto antica chiamata Bucentaur (Bcnt), e anche il suo analogo nella specie umana, la proteina Cfdp1, sembra svolgere un ruolo simile nell'organizzazione strutturale e funzionale della cromatina. Le proteine Bcnt, individuate negli anni '90 da un gruppo di ricerca giapponese, sono ancora poco conosciute, nonostante la loro conservazione evolutiva suggerisca un ruolo biologico importante nelle cellule eucariotiche. I ricercatori della Sapienza stanno attualmente conducendo una serie di esperimenti proprio per stabilire l'effetto della rimozione della proteina Bcnt sullo sviluppo di Danio rerio, un piccolo pesce d'acqua dolce, noto anche come zebrafish, che negli ultimi anni rappresenta un modello molto utilizzato negli studi di genetica dello sviluppo dei vertebrati. “Si tratta di una ricerca complessa – spiega Patrizio Dimitri, coordinatore dello studio ‐ che ha utilizzato un approccio multidisciplinare basato su metodiche di genetica classica, biologia molecolare, biochimica e genomica funzionale”. Secondo i ricercatori, l’individuazione del ruolo della proteina Yeti sarà fondamentale per la comprensione dei meccanismi che regolano l’organizzazione della cromatina in cellule umane e delle relazioni esistenti tra alterazioni cromatiniche ed insorgenza del cancro o di anomalie dello sviluppo nella specie umana. Riferimenti:Yeti, an essential Drosophila melanogaster gene, encodes a protein required for chromatin organizatio; Giovanni Messina, Elisabetta Damia, Laura Fanti, Maria Teresa Atterrato, Emanuele Celauro, Francesca Romana Mariotti, Maria Carmela Accardo, Matthias Walther, Fiammetta Vernì, Daria Picchioni, Roberta Moschetti, Ruggiero Caizzi, Lucia Piacentini, Giovanni Cenci, Ennio Giordano and Patrizio Dimitri; Journal of Cell Science doi: 10.1242/jcs.150243 27/6/2014
La Sapienza Università di Roma: YETI, una piccola proteina dalle grandi responsabilità - Le Scienze
25 giugno 2014
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Comunicato stampa - Lo studio targato Sapienza, individua la molecola che determina la struttura e il funzionamento della cromatina, il
materiale genetico della cellula. La ricerca guadagna la copertina della rivista Journal of Cell Science
Roma, 25 giugno 2014 - Negli ultimi dieci anni, un numero crescente di evidenze sperimentali indica che l'alterazione dei meccanismi che regolano la
struttura e la funzione della cromatina (contenente il materiale genetico della cellula) è tra le cause scatenanti di gravi anomalie che possono provocare
l'insorgenza del cancro o alterare il differenziamento e lo sviluppo embrionale.
L'identificazione di nuovi geni che codificano proteine preposte al controllo dell'organizzazione della cromatina riveste una notevole importanza sulle possibili
ricadute positive, sia per la ricerca di base, che per quella applicata in campo bio-medico.
Il laboratorio diretto da Patrizio Dimitri, del dipartimento di Biologia e Biotecnologie "Charles Darwin" della Sapienza, da anni all'avanguardia negli studi di
genetica e genomica funzionale degli eucarioti, ha individuato una proteina necessaria per l'organizzazione strutturale e funzionale della cromatina. La
ricerca finanziata dalla Fondazione Roma terzo settore e dall'Istituto Pasteur-Fondazione Cenci Bolognetti, ha guadagnato la copertina della rivista Journal of
Cell Science (Messina et al, 2014).
La proteina individuata dai ricercatori si chiama YETI ed è stata isolata nella Drosophila melanogaster o moscerino della frutta, uno degli organismi modello
nella ricerca biologica.
YETI è una piccola proteina di 241 aminocidi che appartiene a una famiglia evolutivamente conservata detta Bucentaur (BCNT). Il suo analogo nella specie
umana, la proteina, CFDP1, svolge un ruolo simile nell'organizzazione strutturale e funzionale della cromatina.
http://www.lescienze.it/lanci/2014/06/25/news/la_sapienza_universit_di_roma_yeti_una_piccola_proteina_dalle_grandi_responsabilit-2194194/
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Le proteine BCNT, individuate negli anni '90 da un gruppo di ricerca giapponese (Nobukuni et al, 1997) nei ruminanti, sono ancora poco conosciute,
nonostante la loro conservazione evolutiva suggerisca un ruolo biologico importante nelle cellule eucariotiche.
I ricercatori della Sapienza stanno attualmente conducendo una serie di esperimenti proprio per stabilire l'effetto della rimozione della proteina BCNT sullo
sviluppo di Danio rerio, un piccolo pesce d'acqua dolce, noto anche come zebrafish, che negli ultimi anni rappresenta un modello molto utilizzato negli studi di
genetica dello sviluppo dei vertebrati.
Si tratta di una ricerca complessa – dichiara il coordinatore dello studio Patrizio Dimitri - che ha utilizzato un approccio multidisciplinare basato su metodiche
di genetica classica, biologia molecolare, biochimica e genomica funzionale”.
L’individuazione del ruolo della proteina YETI sarà fondamentale per la comprensione dei meccanismi che regolano l’organizzazione della cromatina in cellule
umane e delle relazioni esistenti tra alterazioni cromatiniche ed insorgenza del cancro o di anomalie dello sviluppo nella specie umana.
http://www.lescienze.it/lanci/2014/06/25/news/la_sapienza_universit_di_roma_yeti_una_piccola_proteina_dalle_grandi_responsabilit-2194194/
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