05 ARIANNA COGLIATI PIETRO MALNATI CHIARA RICCARDI MILANO HARAR STOCCOLMA HAMMARBY SJOSTAD HARAR-DESSIÉ inquadramento 01 Progettista: Anno di realizzazione: Superficie territoriale: L. Figini, G. Pollini, G. Ponti 1951-1955 13 700 m2 I Le case collettive hanno uno sviluppo orizzontale con dimensioni decisamente rilevanti, ciò ha consentito di raggruppare un notevole numero di alloggi in uno spazio ristretto e di ottenere quindi grandi superfici adibite a verde. Ciasciuno dei grandi edifici è circondato da prati alberati per il gioco e per lo svago. Per questo tipo di edificazioni sono stati previsti tre tipi diversi a seconda della loro esposizione; i progettisti hanno cercato nella composizione volumetrica di dotare questi grandi edifici del massimo di aperture visuali. l quartiere sorge nella zona di San Siro, a nordovest del centro cittadino tra le vie Novara, Harar e Dessié. Progettato come nuovo quartiere urbano, anziché come quartiere satellite, con la sua presenza ha contribuito a dare una struttura alla crescità della città in questo settore. Secondo i progettisti la popolazione del quartiere non sarebbe stata composta da lavoratori di una specifica industria vicina o di una zona industriale circoscritta, ma da persone che si sarebbero recate al lavoro in varie parti della città usufruendo del completamento degli (allora) attuali servizi di comunicazione: la popolazione avrà quindi un carattere tipicamente cittadino. L’impianto urbanistico triangolare dell’intero quartiere prevede un disegno planimetrico “a turbina”, organizzato dalla ripetizione di figure geometriche elementari. L’area è racchiusa su due lati da strade di grande traffico (via Novara, Vie Harar e Dessié). La particolare collocazione del quartiere ha fatto sì che la circolazione automobilistica venisse allontanata dalle ampie aree adibite a parco poste al centro del quartiere e che fosse considerata con particolare attenzione la necessità di attrezzature e di servizi interni, atti a rendere il quartiere stesso autosufficiente, soprattutto riguardo alle esigenze dei giovani. A tal fine trovano collocazione, nel grande parco interno, l’asilo nido, la scuola elementare e le attrezzature sportive. Lungo l’asse pedonale e nei pressi dell’arrivo della stazione dei treni, è situato un centro di vita del quartiere con caffè-bar, negozi primari e secondari, cinema, ambulatorio ecc. Essi sono previsti in una zona meno baricentrica e direttamente accessibile dalla strada principale del quartiere. Gli spazi della residenza vengono progettati utilizzando due tipi di edilizi fondamentali: le case collettive alte cinque o sei piani, organizzate secondo assi ortogonali intorno agli spazi verdi centrali, e le case unifamiliari a due piani, raccolte in insulae a loro volta delimitate dagli edifici in linea. Le Insulae, con case basse raccolte in serie ad un piano, un piano e mezzo o a due piani, occupano gli isolati circostanti, senza ostacolare le visuali delle case più alte, data la loro limitata altezza; anzi, esse contrastano volumetricamente con le grandi masse orizzontali dominanti. Queste abitazioni sono raggruppate in complessi (da qui il nome insulae) aventi particolari caratteristiche e basati sulla libertà compositiva svincolata da schemi geometrici troppo rigidi, o meccanicamente ripetuti degli elementi-tipo. Il perimetro esterno delle Insulae è continuo, risultato dato anche dal proseguire della parete più alta del corpo di fabbrica con il muro di recinzione dei cortili e degli orti più basso. Ogni insula è dotata di uno spazio interno a verde di uso collettivo. 01. Panoramica area 1:50000 02. Panoramica area 1:10000 03. Masterplan di progetto 04. Disegno rappresentativo del quartiere 02 03 04 HARAR-DESSIÉ HARAR-DESSIÉ, MILANO 2 memoria 05 I l quartiere Harar-Dessiè fa parte del piano INA-Casa, il piano di intervento dello Stato per realizzare edilizia residenziale pubblica su tutto il territorio italiano nell’immediato secondo dopoguerra. I fondi erano gestiti da un’apposita organizzazione presso l’Istituto Nazionale per le Assicurazioni (INA). Il piano INA-Casa partì con la legge n. 43 del 28 febbraio del 1949: lo scopo era quello di favorire oltre al rilancio dell’attività edilizia, anche l’assorbimento di un considerevole numero di disoccupati e la costruzione di alloggi per le famiglie a basso reddito. occasioni di concreta ricerca progettuale se non nel quartiere autosufficiente. In questo quadro il quartiere INA-Casa HarrarDessiè occupa un posto di spicco. Figini, Pollini e Ponti, che hanno avuto l’incarico nel 1951, si pongono in polemica contro la decisione di esiliarlo rispetto alla città consolidata. “Non è da considerarsi un satellite ma come un nuovo quartiere urbano a contatto del quale si verranno saturando le altre aree adiacenti” è scritto nella relazione illustrativa. Il Piano seguiva precise direttive, che si ricollegavano e facevano propria, in primo luogo, la tendenza architettonica prevalente in quel periodo in Italia del Neorealismo architettonico, cioè di un legame stretto con la tradizione, che portava ad una reinterpretazione dei temi razionalisti basata sulla coerenza compositiva dei materiali, delle scelte tecnologiche, dei particolari architettonici, delle interpretazioni sociologiche e psicologiche dell’ambiente costruito e dello spazio architettonico esistente e storico. In secondo luogo, proprio per garantire il ritorno occupazionale, era previsto l’utilizzo nelle varie fasi realizzative di imprese locali e di piccoli imprenditori. 06 HARAR-DESSIÉ HARAR-DESSIÉ, MILANO Il quartiere Harar-Dessié, realizzato durante il primo settennio INA, rappresenta una chiara presa di posizione da parte della cultura architettonica razionalista nei confronti delle trasformazioni insediative del dopoguerra. A Milano l’iniziativa dell’INA-casa costituisce i capisaldi per una crescita urbana incomparabile con le precedenti. Incomparabile non tanto per l’estensione e la quantità di abitanti insediati, quanto per l’ampiezza e la complessa relazione tra le parti che andranno a costituire l’odierna metropoli. Non vi è in quel periodo un quadro normativo adeguato per affrontare la nuova scala dei problemi urbani. Il PRG ed altri strumenti normativi (salvo far appello ad un generale decentramento funzionale) non risultano incisivi. Gli architetti di matrice razionalista non trovano 05. Vista aerea dell’area (archivio Ponti) 06. Vista aerea e stadio di S. Siro (archivio Ponti) 07. - 08. Vista grattcielo orizzontale (archivio Ponti) 7 8 5 6 07 08 3 accessibilità 49 BUS Urbano 72 BUS Urbano 78 BUS Urbano 80 BUS Urbano 423 BUS Interurbano Fermata Axum M5 Lilla 09 10 11 HARAR-DESSIÉ, MILANO I A8 l quartiere di Figini e Pollini si inserisce nella periferia ovest della città di Milano ed è delimitato a nord dalle vie Harar e Dessié, a sud-ovest dalla via Novara e ad est dalla via San Giusto; le vie che lo delimitano sono tutte grandi vie di scorrimento, cosi per il traffico interno si è tenuta una rigorosa distinzione fra le strade automobilistiche e quelle pedonali. Le prime, nel numero minimo possibile, penetrano dal perimetro verso l’interno dell’area e sono prevalentemente a fondo cieco. Le seconde, formando una rete del tutto indipendente, si diramano come nervature tutte collegate tra loro e costituiscono l’asse vitale del quartiere. HARAR-DESSIÉ FS A4 Per quel che riguarda il collegamento dell’area con il centro di Milano e l’esterno possiamo far leva, appunto, sulle vie di scorrimento automobilistiche e sulla rete dei trasporti pubblici. La via Novara è un diretto collegamento con la Tangenziale Ovest di Milano che collega per prime le autostrade verso Torino e Genova; verso il centro città, i proseguimenti della via Harar e della via Novara conducono alla circonvallazione esterna. A50 Milano Per quel che riguarda gli spostamenti con i mezzi pubblici possiamo notare le fermate degli autobus sparse sui confini del quartiere sulle tre vie Novara, Harar e Dessiè. Gli autobus 49, 72, 78 e 80 offrono collegamenti con l’area milanese, l’autobus 423 invece fa parte della rete interurbana. Nei pressi dello stadio di S. Siro si trova la fermata Axum della nuova linea Lilla M5 ancora in fase di completamento. 09. Mappa dei collegamenti locali 10. Esempio di strada interna 11. Vista di via San Giusto 12. Mappa dei collegamenti del quartiere con l’esterno 11 A7 10 12 4 accessibilità 1 2 HARAR-DESSIÉ HARAR-DESSIÉ, MILANO - Sezioni stradali 5 accessibilità 3 HARAR-DESSIÉ HARAR-DESSIÉ, MILANO - Sezioni stradali 6 accessibilità 4 HARAR-DESSIÉ HARAR-DESSIÉ, MILANO - Sezioni stradali 7 accessibilità 6 5 HARAR-DESSIÉ HARAR-DESSIÉ, MILANO - Sezioni stradali 8 spazio pubblico Edifici destinati ai servizi pubblici 13 14 15 HARAR-DESSIÉ, MILANO L a particolare collocazione del quartiere, compreso fra strade di grande traffico, ha fatto considerare con particolare attenzione la necessità di attrezzature e servizi interni atti a rendere il quartiere autosufficiente, soprattutto per quanto riguarda i più giovani, al fine evitare pericolosi attraversamenti. HARAR-DESSIÉ Nel grande parco vi si trovano l’asilo nido, la scuola elementare e le attrezzature sportive, ma anche strutture per lo svago, quali parchi giochi per bambini piccoli, un campo da pallacanestro e calcetto. Altri due edifici bassi per negozi primari, associabili alle insulae per forme e dimensioni, sono pure dislocati in altri punti opportuni di facile e immediato accesso alle vicine abitazioni; oggi questi edifici contengono la biblioteca, il dipartimento dipendenze e il consultorio di zona. 14. Vista del centro dipendenze e consultorio 14 15 17 9 spazio pubblico 19 20 21 22 23 24 25 HARAR-DESSIÉ 18 18. Vista della scuola media 21. Vista del parco giochi e della scuola elementare 19.-22.-24. Viste e sezioni della scuola elementare 21.-23.-25. Vista e sezione della scuola materna 21 18 19 10 verde Spazi verdi privati Spazi verdi pubblici 26 27 28 HARAR-DESSIÉ, MILANO A Nella figura n° 36 possiamo vedere la spartizione degli spazi adibiti a verde. Una buona parte dello spazio è dedicato ad aree private: le insulae possiedono spazi verdi che ammontano a 20500 mq e sono adibiti a giardini o ad orti; i grattacieli orizzontali sono contornati da aree verdi comuni recintate ad uso di tutto il condominio con campi di gioco. La restante parte dello spazio tra le piccole nervature pedonali, che si estendono tra gli edificati, è adibita ad uso pubblico. Lo spazio ammonta a circa 32000 mq e, oltre a piccoli giardinetti su cui sono dislocate alcune panchine, vede posta un’area giochi per bambini e un campo da calcetto nell’area posta nel cuore del quartiere dove risiedono anche gli edifici dedicati all’educazione. HARAR-DESSIÉ ll’interno dell’area triangolare che delimita il quartiere sono presenti varie aree verdi per permettere lo svago degli abitanti. 26. Mappa delle aree verdi 27. Vista di un’area verde privata condominiale 30. Vista dell’area giochi per ragazzi 28 27 30 29 29 30 11 abitare Edifici monofamiliari “Insulae” Edifici plurifamiliari “Grattacieli Orizzontali” 31 32 33 HARAR-DESSIÉ, MILANO igini, Pollini e Ponti trasformano i vincoli imposti dall’INA-Casa, fra cui la localizzazione piuttosto periferica, in un’occasione per configurare un sistema insediativo caratterizzato da un disegno urbano chiaro e riconoscibile. Il quartiere è caratterizzato da una dialettica tipologica tra edifici in linea pluripiano e case unifamiliari a bassa densità, noti rispettivamente come “grattacieli orizzontali” e “insulae”. I due differenti modelli insediativi innescano un rapporto antitetico, con una duplice opposizione tra il carattere monolitico delle grandi “lame” e la molteplicità delle piccole abitazioni, tra spazio “esploso” delle prime - esperibile attraverso vedute incanalate e fondali prospettici - e spazio intercluso delle seconde - proprio della tessitura a tappeto. Rispetto alla disposizione a pettine, consueta in molti quartieri razionalisti, i progettisti studiano un’organizzazione dello spazio tesa ad una maggiore dinamicità: i tipi in linea, ad eccezione degli edifici di Bottoni, Morini e Villa, sono disposti parallelamente e ortogonalmente a via Dessiè, assunta come matrice geometrica di riferimento, in modo da ottenere una figura a “turbina” imperniata su un asse vitale costituito da un percorso pedonale parallelo alla stessa via Dessié; questo tracciato è destinato a collegare la fermata della linea tramviaria con il centro di aggregazione del quartiere in cui si trovano negozi e servizi pubblici. Il modello insediativo ha dei precedenti nelle esperienze dei razionalisti olandesi, in particolare nel piano per Pendrecht, presentato nel 1951 da Bakema al CIAM di Hoddesdon. Il quartiere fu dimensionato per accogliere 5.500 abitanti distribuiti in 942 alloggi. La superficie occupata è pari a 137.000 mq. L’edificazione viene concentrata in pochi edifici multi-piano al fine di liberare suolo, vengono realizzati percorsi pedonali e le vie di grande traffico allontanate dagli spazi di vita. Attorno a questi edifici vengono realizzate delle insulare di case unifamiliari a schiera; grande importanza viene attribuita al soleggiamento e all’aerazione degli alloggi. Si tratta di complessi “basati sulla libertà compositiva svincolata da schemi geometrici troppo rigidi, o meccanicamente ripetuti, degli elementi-tipo”. Al centro verde e servizi ed un percorso pedonale un “asse vitale del quartiere”, che collega la fermata del tram con il centro di vita dell’insediamento (caffèbar, negozi, cinema, ambulatorio). Il quartiere è caratterizzato da una dialettica tipologica tra edifici in linea pluripiano e case unifamiliari a bassa densità, noti rispettivamente come “grattacieli orizzontali” e “insulae” . Questi edifici alti cinque o sei piani sono disposti ortogonalmente a coppie di due delimitando così una serie di “insulae” di case unifamiliari a schiera attorno ad un’area centrale. I due differenti modelli insediativi innescano un rapporto antitetico, con una duplice opposizione tra il carattere monolitico delle grandi “lame” e la molteplicità delle piccole abitazioni, tra spazio “esploso” delle prime - esperibile attraverso vedute incanalate e fondali prospettici - e spazio intercluso delle seconde - proprio della tessitura a tappeto. HARAR-DESSIÉ F All’interno del piano predisposto da Figini, Pollini e Ponti, i singoli edifici vengono realizzati da esponenti di spicco del razionalismo milanese quali Bottoni, Chessa, Tevarotto, Tedeschi, Reggio, Rosselli e Varisco. La struttura a turbina degli insediamenti è riferibile ad alcuni schemi di Le Corbusier. Il quartiere grazie alla negazione dell’idea di città satellite ha contribuito con la sua presenza alla strutturazione della crescita della città nel quartiere S. Siro. 32. Scorcio delle insule e di un grattacielo (foto Malnati) 33. Vista delle insule dal parco (foto Malnati) 34. Dettaglio grattacielo orizzontale (foto Morelli) 33 32 31 34 12 abitare 35 Grattacielo orizzontale (Gianluigi Reggio) rosso via Questo palazzo è uno dei due palazzi progettati direttamente da Gio Ponti e come gli altri presenti nel quartiere presentano gli elementi di accesso agli appartamenti attraverso ballatoi a vista sul fronte (con finestre a nastro che nn permettono la visione dell’interno delle abitazioni al passaggio sul ballatoio) e balconi ampi sul retro. Interessante notare i caratteristici elementi dell’architettura di Ponti quale la facciata terminale a dimante, che ritroviamo anche sul retro riproposto nelle logge e il tetto piano con il terminale che si slancia verso l’alto dando leggerezza all’intero edificio lungo quasi 140 metri. Anche in questo caso gli ascensori sono stati aggiunti negli anni novanta. arch. F.E. Baratti. Le case progettate da Giò Ponti per il Quartiere Harar-Dessiè sono caratterizzate da particolari soluzioni compositive, coerenti con la poetica dell’autore. Innanzitutto l’uso intenso del colore considerato dall’architetto come un aspetto essenziale della determinazione della forma. Il colore, oltre ad assumere un valore segnaletico teso a orientare i movimenti dell’uomo nello spazio, entra in sinergia con la morfologia dell’edificio. L’involucro tende a perdere le qualità materiche per assumerne altre determinate dall’andamento delle linee, dei piani e dei volumi, attraverso cui diventa un’entità geometrica astratta. Questo edificio noto come casa “bianca e gialla”, è stato progettato in collaborazione con Gigi Ghò. La facciata nord è caratterizzata da un sistema di logge articolato in tre inserti architettonici costituiti da superfici murarie incise orizzontalmente e rastremate ai lati in modo da rendere l’immagine di una superficie muraria che si espande verso l’esterno. Come in altre architetture di Ponti, fra cui ad esempio la villa Planchart a Caracas (1955), le superfici sono isolate e deformate rispetto agli allineamenti ortogonali, divenendo così dei fatti geometrici autonomi in cui è legittimo trovare delle anticipazioni di esperimenti sulla rottura della scatola muraria, sviluppati molto più tardi. La superficie della facciata, arricchita in spessore e plasticità, si rastrema verso le estremità della costruzione in virtù della nota teoria di Ponti sulla necessità di “concludere” gli edifici. Il blocco edilizio progettato da Gianluigi Reggio e Mario Tevarotto, che si attesta all’estremità orientale del quartiere assecondando l’orientamento est-ovest di via Harar, riprende i temi principali del vicino edificio di Figini e Pollini. Tipologicamente l’edificio si presenta come un corpo in linea con la distribuzione degli accessi a ballatoio collocati sul fronte nord; l’impaginato del prospetto verso il quartiere riprende il tema razionalista del telaio strutturale portato all’esterno ma, a differenza dell’edificio di Figini e Pollini, viene abbandonata la scelta della doppia altezza degli alloggi. Ne consegue uno sviluppo verticale più tradizionale, con 5 piani su pilotis coronati da una elegante altana, contro i tre piani doppi del modello. Il trattamento cromatico delle superfici evidenzia le trame della struttura travi-pilastri con un elegante bianco razionalista, mentre i tamponamenti utilizzano un vivace rosso porpora, che sembra guardare all’edificio di Ponti-Fornaroli, originariamente di analoga colorazione. Nota alle foto a cura arch. F.E. Baratti: Particolare delle scale interne con le ringhiere, i corrimano e la pavimentazione originale. I ballatoi con il colore originale rosso porpora, grigio e bianco delle pareti e delle porte di ingresso agli appartamenti sviluppati in 4 tipologie da 55, 65, 85 e 95 mq. 37 38 39 40 41 Dessiè HARAR-DESSIÉ Grattacielo orizzontale bianco-giallo via Harar (Giò Ponti) 36 35. Grattacielo orizzontale (foto Malnati) 36. Grattacielo orizzontale di Giò Ponti (foto Malnati) 37. Grattacielo orizzontale di Reggio (foto Malnati) 38.-40.- Grattacielo orizzontale di Giò Ponti 39. Grattacielo orizzontale di Reggio 41. Dettaglio grattacielo orizzontale di Giò Ponti 39 37 35 38 36 13 abitare Grattacielo orizzontale duplex via Harar (Luigi Figini, Gino Pollini) Grattacielo orizzontale (Bottoni, Morini, Villa) L’edificio è orientato nella direzione nord-sud e si organizza in tre serie di alloggi duplex. Nel progetto dell’alloggio gli autori, Figini e Pollini, dimostrano la possibilità di poter configurare case dignitose e ricche di qualità spaziali anche in condizioni di scarsità finanziarie; il soggiorno è a doppia altezza e permette di evitare aperture sul percorso di distribuzione e di ampliare la spazialità interna dell’alloggio. L’intero edificio conta 150 metri e si articola in tre parti, divise da dei giunti di dilatazione, ognuna delle quali prevede un corpo scala per l’accesso ai ballatoi. Le due case INA di Piero Bottoni, Mario Morini e Carlo Villa assumono un orientamento perpendicolare a via Novara, rinunciando alla prima versione del progetto che prevedeva un solo grande edificio, lungo 200 metri, orientato secondo l’asse elio termico. Questa soluzione, sostenuta da Bottoni, Morini e Villa, fu abbandonata in seguito a un intervento di Gio Ponti che riteneva ingiustificato “lo sbieco” verso la via Novarese. Il fronte sud si caratterizza dalla messa in scena degli elementi portanti. Allontanandosi dall’involucro di alcune decine di centimetri viene a definirsi un reticolo geometrico a maglie lineari in cui prevalgono gerarchie dei marcapiani orizzontali. Tale reticolo, a sua volta, è organizzato in un ordine maggiore, rappresentato da pilastri e solai, e in un ordine minore dato invece dai frangisole. Questo rapporto risalta nelle ombre che il reticolo proietta sulle pareti, conferendo alla facciata una certa profondità e una metafisica plasticità: il telaio strutturale da elemento misuratore della costruzione diventa un filtro per modulare e controllare la luce. Il fronte nord è contraddistinto invece da una particolare introversione: la superficie muraria è continua, gli involucri inglobano i sostegni mentre i caratteri figurativi sono affidati a fasce orizzontali sovrapposte, scandite dai ballatoi e inquadrate da una cornice corrispondente ai margini dell’edificio. 42 43 44 45 HARAR-DESSIÉ 41 Dal piano terra partono due ordini di scale: quelle più piccole consentono l’accesso agli alloggi posti al piano rialzato e i due corpi scala maggiori conducono ai ballatoi che, a loro volta, distribuiscono gli alloggi in duplex. Ogni alloggio è dotato di doppio affaccio. Nell’edificio allineato su via San Giusto alla particolare soluzione distributiva corrisponde una notevole plasticità del fronte nord-ovest: il ritmo orizzontale e variabile del vuoto dei ballatoi e del pieno degli alloggi si sovrappone a quello verticale dei sostegni e delle bucature. La prima soluzione di progetto prevedeva una copertura piana con un terrazzo praticabile con pensiline, solarium e pista podistica in legno in modo da dotare le abitazioni, in continuità con l’Unitè d’Habitation di Le Corbusier, di uno spazio per la vita collettiva dove esperire un abitare all’aria aperta e allo stesso tempo a contatto con la dimensione della grande città. Questa soluzione progettuale non fu realizzata per contenere i costi. 41.-43. Grattacielo orizzontale di Bottoni, Morini e Villa (foto Malnati) 42. Grattacielo orizzontale di Figini e Pollini (foto Malnati) 44. Grattacielo orizzontale di Figini e Pollini 45. Grattacielo orizzontale di Bottoni, Morini e Villa 42 44 41 43 45 14 abitare 47 48 49 50 51 52 53 HARAR-DESSIÉ 45 45.-46.-48.-52.-53. Vista Insule (foto Malnati) 45 46 48 15 HARAR-DESSIÉ, MILANO 125957 mq parametri anni 50: parametri odierni: 3529 1647 62028,5 mq 82355,5 mq Vmax edificato/SF (mc/mq) = 3,98 SLPtot/ ST (mq/mq) = 0,65 49 BUS Urbano 72 BUS Urbano 78 BUS Urbano Vmax/ST (mc/mq) = 80 BUS Urbano 1,96 Spazi verdi privati 423 BUS Interurbano Spazi verdi pubblici Fermata Axum M5 Lilla SLPmax/SF (mq/mq) = 1,33 31 36 HARAR-DESSIÉ 247066,5 mc 30 25 Verde privato: 33480 - 26% Verde pubblico: 27705 - 22% Residenze: 25539 - 20% Edifici Pubblici: 4338 - 4% Strade: 34895 - 28% 20 15 10 5 0 verde verde residenze edifici privato pubblico pubblici strade Edifici monofamiliari “Insulae” Edifici destinati ai servizi pubblici Edifici plurifamiliari “Grattacieli Orizzontali” 41 31 16 riferimenti BIBLIOGRAFIA SITOGRAFIA AA.VV. (1922) Milano: Cooperativa grafica per gli operai. Figini L., Pollini G. coordinatori (1951-1955) A cura di Lucchini M. Milano. Disponibile su: http://www.ordinearchitetti.mi.it/it/mappe/ itinerari/edificio/635/20-la-casa-popolare Bottoni P. (1945) Milano: Görlich. . Gregotti V., Marzari G. (2002) Mondadori Electa. (1950) Milano. Disponibile su: http://sites. google.com/site/quartiereharardessiemi/lineeguida-di-progettazione-1950 Ponti G. (1950) Sacchi A. (1878) Milano: Hoepli. Savi V. (1990) Electa. Schiavi A. (1911) Bologna: Zanichelli. Milano. Disponibile su: http://www.gioponti.org/it/archivio/scheda-dellopera/dd_161_6007/piano-urbanistico-perlunita-quartiere-ina-casa-harar-dessie HARAR-DESSIÉ Di Biagi P. (2001) Donzelli Editore. 17 HAMMARBY SJÖSTAD inquadramento 01 Progettista: Anno di realizzazione: Superficie territoriale: Tengbom Arkitekter 1993-2013 204 100 m2 di cui 32 H natura e il luogo come risorse. ammarby Sjostad è situato nella parte meridionale della città di Stoccolma, 5km a sud del centro storico della città, e si affaccia su una sponda del lago Hammarby Sjo (“Sjöstad” che in svedese significa “città d’acqua”) per il quale è anche definito “Hammarby Lake City”. Il quartiere fa parte di una strategia di sviluppo urbano che ha come obiettivo principale il riuso e la riqualificazione delle aree industriali dismesse. Il fatto che alcune aree erano state gravemente contaminate non ha costituito un ostacolo, ma anzi ha dato uno stimolo maggiore alla realizzazione di un progetto eco-sostenibile come questo. Il fattore rilevante per lo sviluppo dell’area è l’acqua che, oltre a rappresentare un elemento di valore estetico, è anche un elemento di pianificazione dell’intervento di sviluppo urbano, che si pone come obiettivo quello di massimizzare lo sfruttamento delle risorse climatiche minimizzando gli impatti ambientali. Gli obiettivi della realizzazione del progetto sono: - la riduzione del 50% dell’impatto ambientale dei nuovi edifici rispetto alle costruzioni attuali; - la riduzione al minimo del consumo totale di energia e al consumo di acqua pulita, per mezzo di sistemi fotovoltaici, pannelli solari, tetti verdi, impianti di riciclaggio dell’acqua; - l’utilizzo di materiali edilizi rinnovabili e riciclabili, contenenti una quantità minima di sostanze nocive sia alla salute ambientale che pubblica; - la bonifica del suolo di tutta l’area e il risanamento del lago; - la riduzione dei trasporti. La maggior parte degli edifici realizzati si affacciano sull’acqua al fine di garantire loro un’elevata qualità urbana, architettonica e abitativa. Essi, inoltre, offrono molti spazi comuni in modo che le persone che ne usufruiscono abbiano la possibilità di sfruttare la m2 di acqua ll piano generale di Hammarby Sjostad viene attuato per comparti (Kvarteret). Questi rappresentano una sorta di “unità minime d’intervento” finite ed autosufficienti, mediamente dimensionate per circa 2000 abitanti. Per ciascuno dei dodici comparti in cui il quartiere è articolato, tra Amministrazione e costruttori viene concordato un Quality Program in cui vengono sottoscritti ed accettati i caratteri urbani e architettonici dei comparti e degli edifici. Particolare attenzione viene dedicata alla conformazione urbana, ai fronti edificati su aree pubbliche e private, alla progettazione degli spazi ad uso pubblico, delle strade e dei giardini. Il grado di dettaglio si spinge fino alla definizione degli elementi architettonici degli edifici, del colore delle facciate, dell’arredo urbano, dell’illuminazione pubblica e delle installazioni artistiche. 02 HAMMARBY SJÖSTAD HAMMARBY SJÖSTAD, STOCCOLMA Al fine di verificare l’attuazione dei programmi la Municipalità istituisce un proprio servizio tecnico che affianca i costruttori con attività di informazione e verifica durante le fasi di realizzazione. 01. Panoramica area 1:50000 02. Panoramica area 1:10000 03. Masterplan di progetto 04. Disegno rappresentativo del quartiere 03 04 2 memoria 05 06 07 L ’area ora occupata dal progetto Inizialmente era una regione agricola, l’industrializzazione e la diffusione di urbanizzazione associata alla zona nel tardo diciannovesimo secolo grazie alla sua vicinanza alla città centrale. Nel 1836 è stato istituito l’ufficio addetto all’urbanistica per contribuire a controllare la vasta industrializzazione nel paesaggio svedese. dalla candidatura olimpica di Stoccolma 2004: in quest’area viene proposta la realizzazione del Villaggio Olimpico. Sarebbe stato un grande quartiere residenziale, correlato all’importante riduzione del carico ambientale immesso sul territorio. Questa scelta contribuisce a superare l’opposizione delle associazioni ambientaliste e determina il rapido avvio del progetto. Dopo il passaggio da livello nazionale a pianificazione comunale nel 1904 , Stoccolma ha avviato un programma di acquisto di terreni per riorganizzare la zona. Si svilupparono alcune industrie manifatturiere di grandi dimensioni e più tardi un tessuto diffuso di attività artigianali presso capannoni di lamiera. Un canale è stato poi costruito nel 20esimo secolo per collegare il lago al Mar Baltico, facilitando lo sviluppo industriale della zona. Negli anni 1995-96 l’ufficio Urban Planning di Stoccolma, coordinato dall’arch. Ian Hinge Hogstrom, padre dell’iniziativa, elabora un preliminare d’assetto generale dell’area. Si prevede, a seguito di accordi con gli imprenditori, di demolire le costruzioni in lamiera e trasferire altrove le attività artigianali; gli edifici industriali storici si sarebbero invece mantenuti, continuando in alcuni l’attività produttiva, ristrutturando altri per ospitare servizi di quartiere. Tre studi di progettazione di fama nazionale vengono coinvolti dalla municipalità per completare il piano preliminare in tre differenti aree. Dai progetti, discussi con l’ufficio dell’Urban Planning, si consegue in tre mesi il masterplan definitivo. Linee ferroviarie sono state costruite per lo sviluppo dell’industria pesante come la fabbrica automobilistica General Motors e la fabbrica lampadina Luma. HAMMARBY SJÖSTAD HAMMARBY SJÖSTAD, STOCCOLMA Nei primi anni del 1990 ci fu una forte richiesta di abitazioni in Stoccolma , in concomitanza con il boom economico che ha portato alla decisione di riqualificare Hammarby Sjöstad. Anche se era una zona industriale ben funzionante, a causa della sua vicinanza con il centro della città di Stoccolma è stato considerato come attraente per scopi residenziali, cosi l’area viene definita dal Piano Regolatore zona di recupero ed espansione residenziale per far fronte al sostanziale incremento demografico della capitale. Degno di nota è che contrariamente alla situazione in altre aree dismesse europei pochissimi siti Hammarby erano stati abbandonati, il risultato è stato che i terreni di proprietà privata sono stati acquistati dalla città a prezzi superiori edel valore di mercato per accelerare il processo di acquisto. Attraverso la disponibilità da parte della città di acquistare i restanti terreni, la pianificazione urbanistica ha potuto prendere il via. 05. Vista fattoria (foto storica) Un forte incentivo all’ideazione del quartiere ecologico di Hammarby Sjöstad deriva anche 08. Mappa dell’area prima del progetto 08 08 3 accessibilità 09 10 11 HAMMARBY SJÖSTAD, STOCCOLMA er ciò che riguarda la viabilità, la maggiore arteria di circolazione è lunga 3,5 km e larga 37,5 m e attraversa tutto il quartiere includendo corsie per mezzi di trasporto privato e pubblico. residenti e dei lavoratori giornalieri si sposti con i trasporti pubblici, a piedi o in bicicletta. Per il trasporto pubblico sono state realizzate una linea tranviaria (Tvarbanan tram service) che si ricollega con la rete della città di Stoccolma, un battello che attraversa il Canale Hammarby e una rete di bus per garantire la riduzione del traffico. HAMMARBY SJÖSTAD P E4 Stoccolma E’ stato anche progettato un parcheggio per automobili che in seguito dovranno essere alimentate con impianti a biogas. Il quartiere è stato progettato prevedendo una grande quantità di percorsi pedonali e ciclabili, lungo le sponde di Hammarby Kanal, finalizzati a diminuire l’uso privato dell’auto e quindi la quantità di emissioni di gas inquinanti nell’aria. 09. Mappa dei collegamenti all’interno del quartiere 10. Esempio di strada A partire dal 2010 l’obiettivo è che l’80% dei 12. Porto turistico 13. Mappa dei collegamenti con l’esterno FS E20 12 13 4 accessibilità 2 13 14 HAMMARBY SJÖSTAD 1 13. Vista di una strada 14. Scorcio di un attraversamento tramite ponte 5 spazio pubblico 17 18 19 20 21 22 12 23 Il quartiere è fornito di sette complessi scolastici che si dispongono nel quartiere in maniera uniforme per poter servire tutte le residenze ed una biblioteca. Il centro di raccolta rifiuti permette di smistare accuratamente i materiali di scarto degli abitanti, convertendoli in energia (biogas), che, grazie anche all’aiuto del campo eolico, fa si che il quartiere sia per una buona parte autosufficiente a livello energetico. Per quanto riguarda il settore terziario possiamo individuare una serie di negozi che trovano collocazione al piano terra degli edifici residenziali, al contrario la parte del terziario che si riferisce agli uffici si colloca o in edifici appositi oppure prende parte all’interno di edifici residenziali. HAMMARBY SJÖSTAD HAMMARBY SJÖSTAD, STOCCOLMA 18. Bar 20. Biblioteca del quartiere 23. Centro ricerche 6 verde 24 25 26 HAMMARBY SJÖSTAD, STOCCOLMA G HAMMARBY SJÖSTAD li edifici resdenziali, per la loro forma prevalentemente a corte, racchiudono al loro interno delle aree di verde privato, allo stesso modo il progetto ha previsto delle aree di verde pubblico comuni dove poter sostare e rilassarsi all’aria aperta, il lungo lago è delimitato per una buona parte da una “promenade” in legno che in alcuni punti si allungano sul lago e sono accompagnate da una vegetazione che riprende il tema lacustre. Da notare il fatto che la differenza tra pubblico e privato è difficilmente individuabile in quanto, gli spazi privati non sono recintati, ma rimangono aperti diventando un prolungamento visivo e non di quelli pubblici. immersi nel verde 27 28 7 30 31 HAMMARBY SJÖSTAD 29 32 8 verde verde HAMMARBY SJÖSTAD 33 34 29.-32.-33. Vista del lago 30.-31. Verde pubblico 34.-35. Vista della passeggiata lungo il lago 35 9 abitare 36 37 38 HAMMARBY SJÖSTAD, STOCCOLMA L HAMMARBY SJÖSTAD a zona residenziale comprende circa 11500 appartamenti con una densità di 270 abitanti per ettaro Gli edifici ad uso abitativo sono stati costruiti tenendo conto dell’insieme e del contesto fino ai minimi dettagli. Il modello che prevale è quello dell’edificio a corte che permette di avere uno spazio di verde privato. La costruzione dell’intero progetto è avvenuta in più fasi , alcune parti sono ancora in costruzione tutt’oggi. Tra il 1993 e il 1999 è stata edificato il comparto di Norra Hammarbyhamnen situato a nord ovest dell’intera area di progetto, caratterizzato da 1250 appartamenti e da un nuovo complesso scolastico. Successivamente ha visto la realizzazione Sickla Udde, piccola penisola bagnata a nord e ad ovest dal lago Hammarby e a sud dal Sickla Kanal e caratterizzata ad est dalla forte presenza del nuovo raccordo autostradale, separato dagli edifici da un vasto parco naturale. La terza fase ha previsto la realizzazione di Sickla Kaj bagnato a nord dal Sickla Kanal e caratterizzato da edifici che si affacciano sull’acqua, che seguono una tipologia a corte di tipo residenziale, all’interno della quale è stato progettato un verde privato che si connette tramite percorsi pedonali ad aree pubbliche attrezzate. Da sottolineare in questo comparto è la presenza del GlashusEtt, il centro informativo ambientale di Hammarby. In seguito, sono state edificate le zone di Sickla Canal e Luma. Quest’ultima si estende sul lago ed è caratterizzata oltre che da numerosi edifici anche da vaste aree verdi pubbliche. Il comparto di Luma fa da cerniera tra le aree ad est, già quasi interamente portate a termine, e quelle a sud ovest. Un’altra area degna di nota, a nord di Sickla Udde; in questa zona, in passato si erano sviluppate attività di piccola scala alcune delle quali semi-legali e illegali, che avevano inquinato sia il terreno che l’acqua con sostanze tossiche. 37.-38. Vista del lungolago nelle pagine seguenti: 42.-45. Scorcio di una strada pedonale tra le case 39 10 HAMMARBY SJÖSTAD 40 43 41 42 44 11 abitare HAMMARBY SJÖSTAD 45 46 47 48 12 abitare riferimenti SITOGRAFIA Delera A. (2009) Ri-Pensare l’abitare. Il risparmio idrico in alcuni quartieri ecologici europei. A cura di Pensa E. Milano: Hoepli. Fränne L. (2007) Hammarby Sjöstad, a unique environmental project in Stockholm. Disponibile su: http://www.hammarbysjostad. se/inenglish/pdf/HS_miljo_bok_eng_ny.pdf Vigevano C. (2010) Il modello Hammarby a Stoccolma: forza e qualità di un approccio integrato, Urbanistica n°141, pp. 3,4. Disponibile su: http://www.cittasostenibili.it/ HammarbySjostad-Vigevano_testo.pdf Greenbuilding. La città d’acqua della Svezia (2011) Disponibile su: http://www.rinnovabili.it/ greenbuilding/la-citta-dacqua-della-svezia/ Hammarby Allé. Disponibile su: http://www.hammarbyalle.se Hammarby Sjöstad. Sjöstadens nyhetskälla och mötesplats. Disponibile su: http://hammarbysjostad.info Jesper Svennsons Blogg. vägar än vi tror. Disponibile su: http://jespersvensson.blogspot. Sjöstadsbladet. Sjöstans största cykeltävling LUMA GP 2013. Disponibile su: http://sjostadsbladet.se/index.php/Nyheter/ Sjoestans-stoersta-cykeltaevling-LUMA-GP2013-avgjordes-idag HAMMARBY SJÖSTAD BIBLIOGRAFIA Skanska. Hammarby Sjöstad / A new mindset for a sustainable city. Disponibile su: h t t p : / / w w w. s k a n s k a . s e / e n / f o l d e r / 1 2 5 / hammarby-sjostad Stockholm Stad. Hammarby Sjöstad. Disponibile su: http://bygg.stockholm.se/hammarbysjostad 16
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