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Micro (UK report), 2010, 134-141
I° ritrovamento di caryopilite e kutnohorite in Piemonte
Ambrino, P., Ciriotti, M.E.,
Blass, G., Airaudi, D.
134
PRIMO RITROVAMENTO
DI CARYOPILITE E KUTNOHORITE
IN PIEMONTE:
CROCE DI CHIAVES, CERES, TORINO
MICRO
PERIODICO DELL’AMI - Associazione Micro-mineralogica Italiana - ISSN 1724-7438
SOMMARIO
Nel corso di alcune ricerche effettuate negli affioramenti e nelle discariche dell’ex miniera della
Croce di Chiaves, Ceres, Torino, Piemonte, uno degli autori (PA) ha rinvenuto alcuni campioni
di due fasi nuove per la località, difficilmente identificabili a vista e/o con altri semplici esami
empirici. Analisi SEM-EDX e PXRD, effettuate presso i laboratori Forschungszentrum Jülich
GmbH e il Politecnico di Torino hanno permesso di identificare le fasi come caryopilite e kutnohorite. Si presentano rispettivamente in aggregati globulari color beige con lucentezza micacea, impiantati su rodonite in cristalli rosa intenso in associazione a neotocite color caramello
e in aggregati centimetrici globulari rosso mattone.
Parole chiave: caryopilite, kutnohorite, Croce di Chiaves, Ceres, Torino, Piemonte, Italia, primo ritrovamento
piemontese.
LOCALITÀ
PIERLUIGI (PIERO) AMBRINO
via Giacomo Puccini, 6
I-10070 San Francesco al Campo TO
e-mail: [email protected]
MARCO E. CIRIOTTI
via San Pietro, 55
I-10073 Devesi-Ciriè TO
e-mail:[email protected]
GÜNTER BLASS
Merzbachstrasse 6
D-52249 Eschweiler (Germania)
e-mail: [email protected]
AIRAUDI
Chiaves è una frazione di Monastero di Lanzo, piccolo comune (428 abitan- DANIELE
via dei Monti, 9
ti) della provincia di Torino, distante 38 km dal capoluogo di regione, che si I-10070 Cafasse TO
adagia su un poggio a 850 metri di altezza nella Val Tesso che, per quanto e-mail: [email protected]
poco nota, è una delle contrade più suggestive delle Valli di Lanzo.
La borgata di Chiaves dista 1.25 chilometri dal concentrico di Monastero di
Lanzo. Il nome sembra derivare dal ruolo riconosciuto alla zona quale “chiave del Canavese”. Si estende a quota 1050 su una cresta della Cima Rossa,
e offre ai visitatori un maestoso panorama. Nei pressi è la località nota come
Croce di Chiaves (o Colle/Passo della Croce, 1125 m l.m.m.(1)) assai prossima alla borgata Benale
(2.78 km dal concentrico). Nel fitto bosco sul
lato sinistro della strada
che raggiunge Ceres è
situata una vecchia
miniera di manganese
che amministrativamente
fa però parte del comune
di Ceres. Le gallerie,
distanti l’un l’altra poche
decine di metri, sono
abbastanza rapidamente
raggiungibili scendendo
dal piazzale in terra battuta da cui dipartono i
sentieri per le escursioni
al Monte Garnè (ripetitore TV) e si trovano immediatamente a monte della
mulattiera che taglia in
Ubicazione in mappa delle gallerie dell’ex miniera di manganese di
piano il ripido pendio.
Croce di Chiaves, Ceres, Torino, Piemonte
(disegno di P. Ambrino)
Nei lavori (solo la galleria di destra presenta
discariche) e nell’affioramento in situ Sacco (1904), Roccati (1906) e Piccoli
et al. (2007) segnalano la presenza di manganite, rodocrosite e rodonite.
(1)
Le due gallerie (e la discarica) sono rispettivamente situate a quota 1059
m l.m.m = altezza in metri sul
livello medio del mare.
(45°18’06”; 7°24’33”) e 1053 m l.m.m. (45°18’05”; 7°24’34”).
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I° ritrovamento di caryopilite e kutnohorite in Piemonte
Ambrino, P., Ciriotti, M.E.,
Blass, G., Airaudi, D.
PERIODICO DELL’AMI - Associazione Micro-mineralogica Italiana - ISSN 1724-7438
Interno della galleria quota 1059 (sopra) e ingresso di
quella a quota 1053 dell’ex miniera di manganese di
Croce di Chiaves, Ceres, Torino, Piemonte - estate 2009
(foto D. Airaudi)
CARYOPILITE
La caryopilite, Mn2+3Si2O5(OH)4, è una fase tipica di depositi
manganesiferi metamorfosati, talvolta non facilmente distinguibile
macroscopicamente
dalla
bementite,
(Mn2+,Fe,Mg,Zn)7Si6O15(OH)8 (Heinrich et al., 1994). Raramente
essa si presenta infatti in cristalli tabulari pseudoesagonali [come
ad esempio a Långban (Flink, 1917 “ektropite”; Nysten et al.,
1999)] o in rosette, mentre assai più comunemente assume aspetti
reniformi e globulari con struttura interna concentrica fibroso-raggiata; il colore, da marroncino a rosso-bruno, può talvolta consentire una prima grossolana distinzione dalla bementite (da giallo
pallido a bruno-giallastro).
Il manganoossidisilicato è stato trovato e descritto per la prima
MICRO
MINERALI E LORO IDENTIFICAZIONE
Le prospezioni, effettuate nel tempo da uno di noi (PA), hanno permesso di
individuare, oltre a qualche fase sconosciuta e ossidi di manganese probabili oggetto di ulteriori indagini, le seguenti specie: i) albite, in classici cristalli di scarso interesse collezionistico; ii) braunite,
in rari e piccoli cristalli bipiramidali neri; iii) calcite in cristalli romboedrici bianchi; iv) calcopirite in diffusi noduli e/o cristalli idiomorfi; v) “clorite”, in piccole cristallizzazioni e masse verdi con
lucentezza micacea, associate a spessartite e quarzo; vi) ematite,
in cristalli lamellari inclusi nella rodonite; vii) goethite, in straterelli
e formazioni globulari nerastre; ix) malachite, in aggregati a ciuffo
di cristalli prismatici verdi; x) manganite(?); xi) manganocummingtonite, in cristalli sericei paglierini; xii) “mica”, in cristalli tabulari
bruni probabilmente riferibili a flogopite; xiii) neotocite, in noduli e
masse bruno caramello e più raramente in aggregati globulari; xiv)
pirofanite, in cristalli lamellari rosso scuro con lucentezza madreperlacea; xv) quarzo, in cristalli anche centimetrici, con un insolito
abito “cubico” per lo scarso sviluppo del prisma e di alcune facce
di romboedro; xvi) rodocrosite, in aggregati globulari rosa chiaro
e in associazioni di cristalli romboedrici rosa pallido; xvii) rodonite,
in cristalli romboedrici da rosa intenso sino a rosa-viola; xviii) spessartina, in belle associazioni di cristalli rombododecaedrici di colore giallo-arancio e rosso-arancio; xix) tefroite(?), diffusa nella
rodonite in cristalli malformati e masse; xx) todorokite, in aggregati
di cristalli tabulari bronzei; xxi) e, per la prima volta in Piemonte, la
kutnohorite in aggregati centimetrici globulari rosso mattone e,
xxii) la caryopilite in aggregati mammellonari vellutati, color beige
o giallo-crema, su rodonite cristallizzata, rosa intenso, in associazione con neotocite, color bruno-caramello.
Kutnohorite e todorokite sono state identificate, nel 2001, dal Prof.
Antonello Barresi presso i laboratori del Politecnico di Torino.
Le altre identificazioni sono state effettuate, a vista per le specie più
comuni, e mediante la microscopia elettronica a scansione e
microanalisi semiquantitativa a raggi X a sistema dispersivo di
energia (SEM-EDX) e la diffrazione di raggi X su una modica quantità di polveri (PXRD) della fase, eseguite presso i laboratori del
Forschungszentrum Jülich GmbH di Jülich (Germania).
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I° ritrovamento di caryopilite e kutnohorite in Piemonte
Ambrino, P., Ciriotti, M.E.,
Blass, G., Airaudi, D.
volta alla miniera Harstig, Pajsberg, Värmland, Svezia (Hamberg, 1889) in
associazione con brandtite, neotocite, sarkinite e altre fasi e chiamato caryopilite in allusione al colore e all’abito della fase (dal greco: color noce e feltro).
Kato, nel 1963, ha riesaminato in diffrazione dieci campioni della cosiddetta
“bementite” e ha scoperto, ridefinendoli, che si trattava, di volta in volta, di
valida specie oppure di un miscuglio di due diverse fasi minerali. Uno dei
maggiori costituenti della bementite della località tipo di Franklin Furnace
risulta avere costanti di cella (con evidente subcella) ortorombiche a = 14.5,
b = 17.5 c = 29.1 (4 x 7.28) Å (Z = 16) nel gruppo spaziale P212121 e
una struttura cristallina correlata ai minerali del gruppo della friedelite.
[Heinrich et al. (1994) raffinando la struttura individueranno che la bementite
è invece monoclina, gruppo spaziale P21/c, con dati di cella: a = 14.838,
b = 17.584, c = 14.700 Å, β = 95.54° (Z = 4), classificazione Strunz:
9.EE.05]. Altre fasi esaminate da Kato e descritte come “chamosite-type”,
“ectropite”/caryopilite risultarono essere rispettivamente bementite e caryopilite con struttura, per quest’ultima, del gruppo del caolino-serpentino
[sistema cristallino: monoclino; gruppo Cm; dati di cella: a = 5.692, b =
9.860, c = 7.513 Å, β = 104.6° (Z = 2), classificazione Strunz: 9.ED.15
(Guggenheim & Eggleton,1998)]. Concludendo, ai fini della nomenclatura,
Kato raccomanda di chiamare bementite il minerale friedelite-like e caryopilite il serpentino Mn-dominante [cfr. crisotilo = Mg3Si2O5(OH)4], avendo
quest’ultimo nome priorità rispetto a ”ektropite”.
L’International Mineralogical Association, nel 1967, darà seguito alla raccomandazione di Kato discreditando “ektropite” in favore di caryopilite, così
come già sostenuto da Larsen (1925).
In tempi più recenti la caryopilite è stata oggetto di studi da parte di Peacor
& Essene (1980) che riattribuiscono la fase al gruppo della friedelite esaminando un campione di Bald Knob, North Carolina, USA; di Dunn et al. e di
Sameshima & Kawachi (1991) che, invece, avvalorando precedenti rilevazioni su altri campioni effettuate da Hamberg (1889), Larsen (1925), Yoshimura
et al. (1958), Kato (1963) e Guggenheim et al. (1982), riconfermano la
monoclinità della caryopilite e di Guggenheim & Eggleton (1998) che, nel
determinarne la struttura unitamente alle greenalite, (Fe2+,Fe3+)23Si2O5(OH)4, che con la caryopilite forma un’(omologa) serie di strutture
triottaedriche modulari correlate (fillosilicati1:1 con layer 7 Å), identificano
in entrambe le fasi la discreta presenza di politipi 1T e 1M, tipica dei minerali
del gruppo del serpentino.
In Italia la caryopilite, per quanto a nostra conoscenza, è stata identificata
con sicurezza soltanto alle miniere di Gambatesa (ora Valgraveglia) e di
Molinello, Ne, Genova, Liguria (Palenzona, 1980; Lucchetti et al., 1981;
Antofilli et al., 1983; Palenzona, 1984; Pipino, 1984; Dondi et al., 1990;
Palenzona, 1990; Basso et al., 2003; Palenzona & Martinelli, 2003). La
segnalazione di caryopilite a Voltaggio, Alessandria, Piemonte (la Redazione,
1983) era dubbia (“forse, kariopilite”) e tale è rimasta nel tempo in quanto
recenti (2008) perlustrazioni dei primi due autori non hanno portato all’identificazione della specie tra i numerosi campioni da essi prelevati alla miniera
della Biccia.
Per il campione di Croce di Chiaves, le analisi SEM-SQEDX hanno rilevato
il 36% di Mn e il 64% di Si, in linea con i dati in letteratura (Anthony et al.,
1990); l’esame diffrattometrico XRPD ha confermato trattarsi senza ombra di
dubbio di caryopilite.
Il ritrovamento di Croce di Chiaves risulta pertanto non solo il primo in
(1)
136
Il nome del valido grandfathered,
così come riconosciuto oggi dall’IMA
CNMNC, è kutnohorite anche se derivante dalla località tipo di Kutná Hora.
La motivazione è la seguente: è stato
Bukowský (1903) il primo a descrivere
il nuovo carbonato e, senza motivazioni, lo battezzò “Kutnohorit” (= kutnohorite). Importante è notare che
all’epoca la località, ora nota con il
nome di Kutná Hora, era denominata
Kuttenberg
in
quanto
parte
dell’Impero Austro-Ungarico e quindi
in presenza di lingua dominante tedesca (in ceco mediovale il nome era
stato Hory Kutné). Frondel & Bauer nel
loro lavoro del 1955, come altri prima
e a seguire, “ribattezzano” la fase con
il nome di “kutnahorite”, ma L’IMA
CNMNC, ossequiosamente, riconosce
la priorità di Bukowský e ufficialmente
designa il minerale CaMn2+(CO3)2
con il nome di kutnohorite.
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I° ritrovamento di caryopilite e kutnohorite in Piemonte
ABSTRACT
(translated by the editor)
RÉSUMÉ
(traduit par la rédaction)
Au cours de certaines recherches sur les affleurements et les déblais de la mine abandonnée
de Croce di Chiaves, Ceres, Turin, Piémont,
Italie, un des auteurs (PA) a trouvé deux nouvelles espèces pour cette localité, difficiles à
identifier sur des échantillons avec de simples
tests empiriques. Des analyses aux SEM-EDX et
PXRD, effectuées dans les laboratoires du
Forschungszentrum Jülich GmbH et du
Politecnico di Torino, ont permis d’identifier de
la caryopilite et de la kutnohorite. Elles se présentent, respectivement, en agrégats globulaires beige à éclat micacé sur des surfaces fraiches de cristaux de rhodonite rose profond
associée à de la néotocite de couleur brun
caramel, et en agrégats globulaires centimétriques de couleur rouge brique.
Mots-clés: caryopilite, kutnohorite, Croce di
Chiaves, Ceres, Turin, Piémont, Italie, première
occurrence piémontaise.
ZUSAMMENFASSUNG
(Übersetzt von der Redaktion)
Im Verlauf einiger Mineralstudien in den
Ausbissen und Halden der aufgelassenen
Gruben von Croce di Chiaves, Ceres, Torino,
Piemont, fand einer der Autoren (PA) mehrere
Mineralstufen mit zwei neuen
Mineralausbildungen für diese Lokalität, die
optisch oder mit anderen empirischen
Untersuchungen nur schwer zu bestimmen
waren. Aufgrund von Analysen die im
Forschungszentum Jülich und am
Polytechnikum von Turin durchgeführt wurden,
konnten die beiden Mineralphasen als
Karyopilit und Kutnohorit indentifiziert werden.
Die Proben zeigen entweder kugelige
Aggregate von beiger Farbe mit Glimmerglanz,
auf Rhodonit aufgewachsen, (dieser in kräftig
rosa Kristallen) in Assoziation mit karamellfarbenem Neotokit oder zentimetergrosse kugelige ziegelfarbene Aggregate.
Schlüsselwörter: Caryopilit, Kutnohorit, Croce
di Chiaves, Ceres, Torino, Piemonte, Italien,
ersten Feststellung Piemont.
KUTNOHORITE
La kutnohorite(1) è un carbonato, CaMn2+(CO3)2, Ca : Mn ~ 1, che forma
una serie con dolomite e ankerite e si trova tipicamente in depositi associati
a sedimenti manganesiferi. Rinvenuta in circa 150 località al mondo oltre a
quella tipo di Kutná Hora, Boemia, Repubblica Ceca (Bukowský, 1903;
Frondel & Bauer, 1955), di norma è in associazione con rodocrosite, aragonite e calcite e forma aggregati e sferule policristalline (Anthony et al.,
2003). Peacor et al. (1987) e Farkas et al. (1988) hanno risolto la sua struttura cristallina dimostrando la similarità con quella della dolomite, ma rilevando, contestualmente, una costante disomogenità nel composto naturale.
In Italia i ritrovamenti sono stati abbastanza numerosi, ammontando a 11.
Nella vicina Valle d’Aosta la kutnohorite è stata identificata a Prabornaz,
Saint-Marcel (Castello, 1982) e a Varenche, Saint-Barthélemy, Nus (Barresi
et al., 2005) in campioni non troppo significativi a differenza di quelli rinvenuti in Liguria (Cortesogno et al., 1979; Antofilli et al., 1983, Redazionale,
2005).
Gli aggregati globulari rosso mattone di Croce di Chiaves sono pertanto il
primo ritrovamento in territorio piemontese.
Come già indicato, la caratterizzazione del composto nei campioni di Croce
di Chiaves è stata effettuata nel 2001 dal Prof. Antonello Barresi presso i
laboratori del Politecnico di Torino.
ALTRE SPECIE
Poichè la località, in tempi moderni, non è mai stata descritta ed è relativamente poco conosciuta, nel prosieguo si dà spazio all’illustrazione di alcuni
dei campioni di minerali più significativi rinvenuti nell’affioramento e nelle
discariche delle brevi gallerie di Croce di Chiaves. Alcuni campioni sono
attualmente allo studio; è probabile che nuove interessanti specie, in futuro,
portino nuovamente alla ribalta questa piccola località.
RINGRAZIAMENTI
Gli autori ringraziano sentitamente il Prof. Antonello Barresi, sia per le analisi della kutnohorite
e della todorokite, sia per aver partecipato in passato alla ricerca sul campo ed Enrico Bonacina
per la foto di caryopilite con neotocite. Gli autori desiderano infine ringraziare gli anonimi referee che con osservazioni e suggerimenti hanno contribuito al miglioramento dei testi.
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Key words: caryopilite, kutnohorite, Croce di
Chiaves, Ceres, Turin, Piedmont, Italy, first
Piedmontese occurrence.
Piemonte, ma anche la terza occorrenza in territorio italiano.
MICRO
During some field search in the outcrops and
dumps of the abandoned Croce di Chiaves
mine, Ceres, Torino, Piemonte, Italy, one of the
authors (PA) found some specimens of two new
phases for the locality, hard to identify on hand
specimens with simple empyrical tests. SEMEDX and PXRD analysis, carried out at the
Forschungszentrum Jülich GmbH laboratories
and Politecnico di Torino, allowed to identify
the phases as caryopilite and kutnohorite. They
occur, respectively, as beige globular aggregates wiht micaceous luster on fresh surfaces on
deep pink rhodonite crystals associated with
caramel-brown neotocite, and in centimetric
brick-red globular aggregates.
Ambrino, P., Ciriotti, M.E.,
Blass, G., Airaudi, D.
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Micro (UK report), 2010, 134-141
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(collezione e foto P. Ambrino)
PERIODICO DELL’AMI - Associazione Micro-mineralogica Italiana - ISSN 1724-7438
Caryopilite: aggregati globulari vellutati beige, con lucentezza micacea sulla frattura, su rodonite in cristalli
color rosa intenso (campo 13 mm) - Miniera della Croce di Chiaves, Ceres, Torino, Piemonte, Italia
(collezione e foto P. Ambrino)
Micro (UK report), 2010, 134-141
I° ritrovamento di caryopilite e kutnohorite in Piemonte
Ambrino, P., Ciriotti, M.E.,
Blass, G., Airaudi, D.
MICRO
PERIODICO DELL’AMI - Associazione Micro-mineralogica Italiana - ISSN 1724-7438
Neotocite: (a fianco) formazioni globulari color caramello
su caryopilite (campo 6 mm) e (sotto) grosso nodulo color
bruno caramello (campo 19 mm) Miniera della Croce di Chiaves, Ceres, Torino,
Piemonte, Italia
rispettivamente: (collezione e foto P. Ambrino) e
(collezione P. Ambrino e foto E. Bonacina)
Rodocrosite: formazione globulare (sopra)
rosa pallido (campo 2.6 mm) e cristalli
informi bianchi con lieve tonalità rosa in
associazione con caryopilite (campo 8 mm)
Miniera della Croce di Chiaves, Ceres,
Torino, Piemonte, Italia
(collezione e foto P. Ambrino)
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141
Micro (UK report), 2010, 134-141
I° ritrovamento di caryopilite e kutnohorite in Piemonte
Ambrino, P., Ciriotti, M.E.,
Blass, G., Airaudi, D.
MICRO
Spessartina: elegante gruppo di cristalli rombododecaedrici colore giallo-arancio (campo 9.6 mm) Miniera della Croce di Chiaves, Ceres, Torino, Piemonte, Italia
(collezione e foto P. Ambrino)
PERIODICO DELL’AMI - Associazione Micro-mineralogica Italiana - ISSN 1724-7438
Rodonite: classici cristalli romboedrici color rosa pesca (campo 8 mm) - Miniera della Croce di Chiaves, Ceres,
Torino, Piemonte, Italia (collezione e foto P. Ambrino)