IL SETTORE DEL FLOROVIVAISMO IN TUNISIA SETTEMBRE

IL SETTORE DEL FLOROVIVAISMO IN TUNISIA
SETTEMBRE 2014
DATI GENERALI SULLA TUNISIA
Superficie
162.155 Km²
Situazione
geografica
La Tunisia è il paese più settentrionale del continente
africano, posizionato a sud della penisola italiana, della
Sardegna e della Sicilia. È bagnato a nord e a est dal
Mediterraneo (Canale di Sardegna, Canale di Sicilia, Golfo di
Hammamet). La lunghezza del suo litorale è di circa 1.300
Km, comprendenti – oltre alle aree continentali – le isole di
Galite, Zembra e Zembretta a nord, l’arcipelago delle
Kerkennah al Centro e l’Isola di Jerba a sud. I suoi confini
terrestri sono delimitati a sud dalla Libia ed a ovest
dall’Algeria. Il territorio è pianeggiante lungo la fascia costiera
con rilievi importanti nell’area nord-ovest del paese (Jebel
Chaambi, 1.544 m). A sud è presente un’area desertica
sassosa ai cui confini si trovano alcune grandi oasi (Tozeur,
Nefta, Douz, Kébili) oltre le quali inizia il grande Erg (Sahara).
Unico grande fiume è la Mejerda (450 km) che nasce in
Algeria ed il cui bacino idrografico copre tutta la Tunisia
settentrionale.
Clima
Mediterraneo a nord e lungo le coste, semiarido nelle steppe
centrali, arido a sud.
Popolazione
10.886.500 (Luglio 2013)
Tasso di
crescita
demografica
1,3% (2012)
Lingua
Arabo (Ufficiale); lingue veicolari: Francese (parlato dal 65%
della popolazione), Italiano (nelle principali città costiere),
Inglese
Religione
98% Musulmani, 1% Cristiani, 1% Ebrei
Capitale
Tunisi (1,3 milione di abitanti)
Città principali
Sfax (500.000), Sousse (400.000), Nabeul/Hammamet
(185.000), Gabes (170.000), Monastir (170.000), Biserta
(150.000), Jerba (140.000), Kairouan (120.000), Gafsa
(115.000)
Forma di
Governo
Repubblica presidenziale
Suddivisione
amministrativa
24 Governatorati e 264 Delegazioni
Moneta
Dinaro Tunisino (DT), suddivisa in 1000 millesimi (Millimes)
Tassi di cambio (1/03/2014) 1 DT = 0,6325 USD - 1 USD = 1,3752 DT
1 DT = 0,46 EUR - 1 EUR = 2,1741 DT
Tasso d’inflazione (2013)
6,1 %
Principali prodotti
esportati (2013)
Petrolio grezzo (2.838,5 MDT), Petrolio raffinato (1.371,3 MDT),
Fosfati e derivati (1190,6), Abbigliamento (3.308,8 MDT),
Maglieria (1.190,5 MDT), Olio d’Oliva (820,2 MDT), Calzature
(527,5 MDT).
Principali prodotti
importati (2013)
Petrolio raffinato (3.550,3 MDT), Tessuti (2.128,2 MDT), Gas
naturale (1.666,6 MDT), Cereali e Mais (1.657,7 MDT), Petrolio
grezzo (1.555,2 MDT), Autovetture (1.317,6 MDT).
Andamento macroeconomico del Paese
All’inizio del 2011 la Tunisia beneficiava di una situazione economica e finanziaria
generalmente favorevole, sebbene in presenza di notevoli diseguaglianze nella distribuzione
del reddito e nello sviluppo regionale. In un contesto generale di transizione connotato da
una fase d’instabilità politica e sociale, la produzione industriale ha conosciuto un forte
rallentamento, il turismo – una delle principali fonti di valuta estera – ha avuto una battuta
d’arresto e gli investimenti diretti esteri, in particolare, hanno subito un contesto di instabilità
politica e sociale e la disoccupazione ha raggiunto quasi il 20% nel 2011 (40% per i giovani).
Il tasso di crescita nel 2013 è stato del 2,6%. L’attività è stata trainata dall’agricoltura, dal
settore minerario e dai servizi, mentre in calo è il comparto dell’industria manifatturiera. Il
tasso d’inflazione è passato dal 5,5% del 2012 al 6,1% nel 2013. Il tasso di disoccupazione,
leggermente in calo rispetto al 2012, resta ancora molto alto (16% della popolazione attiva e
30% quella giovanile). Permangono le forti disparità regionali.
Nel 2013, le esportazioni totali tunisine presentano un trend positivo (+4,2%) simile a quello
delle importazioni e la bilancia commerciale, con un disavanzo di 11,8 Miliardi di Dinari (pari
a circa 5,3 Miliardi di Euro), continua ad essere negativa. Le esportazioni totali del 2013
continuano infatti ad essere inferiori alle importazioni ed ammontano a 27,7 Miliardi di Dinari
(pari a circa 12,4 Miliardi di Euro).
Le importazioni totali tunisine nel 2013 sono cresciute del 3,4% rispetto al 2012,
ammontando a 39,5 Miliardi di Dinari (pari a circa 17,7 Miliardi di Euro).
Principali settori
I comparti più importanti della struttura produttiva della Tunisia sono l’agricoltura e la pesca,
le industrie manifatturiere e non, i trasporti e le telecomunicazioni.
Agricoltura e pesca Nel 2012, il settore dell’agricoltura e della pesca ha rappresentato il
12,7% del PIL. Le statistiche dell’APIA-Agence de Promotion des Investissements Agricoles
indicano che nel 2013 l’investimento nel settore agricolo è stato pari a 595,4 milioni di DT, in
aumento del 13,7% rispetto all’anno precedente (523,7 milioni di DT).
Industrie non manifatturiere Nel 2012 le industrie non manifatturiere hanno contribuito al
15,6 % del PIL, di cui 53,3% per gli idrocarburi e 30,8% per l’edilizia ed i lavori pubblici.
All’inizio del 2011 la Tunisia beneficiava di una situazione economica e finanziaria
generalmente favorevole, sebbene in presenza di notevoli diseguaglianze nella distribuzione
del reddito e nello sviluppo regionale. In un contesto generale di transizione connotato da
una fase d’instabilità politica e sociale, la produzione industriale ha conosciuto un forte
rallentamento, il turismo – una delle principali fonti di valuta estera – ha avuto una battuta
d’arresto e gli investimenti diretti esteri, in particolare, hanno subito un contesto di instabilità
politica e sociale e la disoccupazione ha raggiunto quasi il 20% nel 2011 (40% per i giovani).
Il tasso di crescita nel 2013 è stato del 2,6%. L’attività è stata trainata dall’agricoltura, dal
settore minerario e dai servizi, mentre in calo è il comparto dell’industria manifatturiera. Il
tasso d’inflazione è passato dal 5,5% del 2012 al 6,1% nel 2013. Il tasso di disoccupazione,
leggermente in calo rispetto al 2012, resta ancora molto alto (16% della popolazione attiva e
30% quella giovanile). Permangono le forti disparità regionali.
Nel 2013, le esportazioni totali tunisine presentano un trend positivo (+4,2%) simile a quello
delle importazioni e la bilancia commerciale, con un disavanzo di 11,8 Miliardi di Dinari (pari
a circa 5,3 Miliardi di Euro), continua ad essere negativa. Le esportazioni totali del 2013
continuano infatti ad essere inferiori alle importazioni ed ammontano a 27,7 Miliardi di Dinari
(pari a circa 12,4 Miliardi di Euro).
Le importazioni totali tunisine nel 2013 sono cresciute del 3,4% rispetto al 2012,
ammontando a 39,5 Miliardi di Dinari (pari a circa 17,7 Miliardi di Euro).
Principali settori
I comparti più importanti della struttura produttiva della Tunisia sono l’agricoltura e la pesca,
le industrie manifatturiere e non, i trasporti e le telecomunicazioni.
Agricoltura e pesca Nel 2012, il settore dell’agricoltura e della pesca ha rappresentato il
12,7% del PIL. Le statistiche dell’APIA-Agence de Promotion des Investissements Agricoles
indicano che nel 2013 l’investimento nel settore agricolo è stato pari a 595,4 milioni di DT, in
aumento del 13,7% rispetto all’anno precedente (523,7 milioni di DT).
Industrie non manifatturiere Nel 2012 le industrie non manifatturiere hanno contribuito
al 15,6 % del PIL, di cui 53,3% per gli idrocarburi e 30,8% per l’edilizia ed i lavori
pubblici.
Industrie manifatturiere Nel 2013 l’investimento nelle industrie manifatturiere è stato di
1384,5 milioni di DT: il settore delle industrie del cuoio e della calzatura è stato il solo a
registrare un tasso positivo. Il tessuto dell’industria manifatturiera tunisina resta
caratterizzato dalle strategie di sostegno alle industrie manifatturiere esportatrici che hanno
permesso la creazione di un tessuto dinamico d’imprese offshore.
Servizi I servizi connessi all’industria comprendono essenzialmente le imprese del settore
dell’informatica, le società di consulenza, le telecomunicazioni, i trasporti e la formazione
professionale. Nel 2013, il settore nella sua globalità ha visto la creazione di 566 progetti,
con un investimento di 46,7 milioni di DT.
Il settore del Florovivaismo in Tunisia
In Tunisia, la produzione del florovivaismo copre i settori dei fiori recisi, delle piantine da
cespuglio (piante ornamentali da fiori e da fogliame), piante d'interno, piante ornamentali
(alberi e arbusti), piante aromatiche, medicinali e da profumo cosi' come la produzione di
grani (sementi e bulbi) e il materiale di propagazione come talee, zolle, semina e piantine
trapiantate utilizzate da altri produttori per la coltura. Tuttavia la produzione di grani è molto
ridotta e il fabbisogno in bulbi da fiori è interamente importato.
I prodotti del florovivaismo coprono una domanda vasta e articolata: dal consumatore finale
(fiori recisi e piante ornamentali) alla domanda di verde pubblico urbano, a quella per
riforestazione, agli interventi di recupero ambientale, alla stessa domanda agricola. Tuttavia,
appaiono ancora poco sfruttate le opportunità offerte dalla crescente domanda di piante da
interno, la cui produzione è marginale rispetto alla produzione complessiva.
Risultano sviluppate sia le attività tradizionali del vivaismo ornamentale (fiori recisi, fronde
recise, vasi fioriti e vasi da fogliame ornamentale), che le attività di produzione di materiali di
propagazione. Le specie da fiore reciso, da vaso fiorito o da fronde ornamentali vengono
prevalentemente coltivate all’aria aperta anche se le colture protette sono in aumento.
L'attività prevalente è comunque orientata alla produzione di fiori recisi (con un ristretto
numero di essenze) e la rosa ne è la specie dominante, seguita dalla produzione dei
garofani, gladioli e strelitzie.
Le attività che compongono il comparto hanno avuto nel corso dell'ultimo decennio uno
sviluppo considerevole che non risulta aver ancora raggiunto il suo punto di massimo. Tale
evoluzione è dovuta ai notevoli processi di ristrutturazione che stanno investendo l’intero
settore agricolo e l’ingresso di nuovi prodotti nel mercato, proprio a causa della scarsa
strutturazione dello stesso, è alquanto agevole: si tratta molto spesso di agricoltori che
abbandonano le colture ortive per intraprendere quelle florovivaistiche, di norma più intensive
sia sul piano occupazionale che su quello dei capitali investiti, e spesso creano progetti in
partenariato con aziende straniere.
I più importanti poli di produzione:
- per il vivaismo fruttifero, sono concentrati soprattutto a Nabeul, Béja, Sidi Bouzid, Monastir
e Ben Arous.
- per il vivaismo ornamentale, c’è una presenza su tutto il territorio con grandi centri
localizzati nei governatorati di Tunisi (Mornag, Soukra), Biserta, Cap Bon (Nabeul) e nel
Sahel.
Le produzioni di piante di appartamento e da giardino si ripartiscono in questo modo:
* Fiori e fogliame recisi (rose, garofani, gladioli, strelitzia, crisantemi, gerbera...).
* Alberi ornamentali (pioppi, jacaranda, melia, palma fenice...)
* Alberi da frutta (meli, ciliegi, peri...)
* Alberi fronzuti (ibisco, pittosporo, acacia...)
* Conifere (tuia, abeti, cedri, pini...)
* Rosai
* Piante da siepi perenni (tuio, cipressi...)
* Rampicanti (buganvillea, vite vergine del Canada, caprifogli...)
* Piante vivaci, semprevive (campanulati, lupini, margherite, felci, graminacee...)
* Piante verdi in vaso (ficus, asparagine, clorofiti)
* Piante da cespuglio annue e biennali (viole del pensiero, begonia, gerani, impazienti,
petunia, primule.)
* Bulbi, tuberi, e rizomi (dalia, iris, tulipani.)
* Ricerca e creazione di nuove varietà e produzione di talee, di piantine in vitro, di piantine
prodotte da semine quindi di giovani piantine o piantine non ancora formate che sono poi
consegnate a produttori come vivaisti, orticoltori, che le coltivano per fare raggiungere loro
delle dimensioni convenienti alla vendita.
La produzione in materia di floricoltura e di orticoltura ornamentale tende a specializzarsi. Le
piante da cespuglio da giardino sono la specialità dominante, vengono poi le piante da
fogliame ornamentale e da fiori e piante verdi recise. Le piante da fiori in vaso sono meno
apprezzate dai produttori locali. Il segmento delle piante da cespuglio costituisce un settore
di particolare rilievo economico nel mercato dell' orticoltura ambientalista.
La produzione attuale è valutata in 30 milioni di piante ornamentali, produzione pero'
insufficiente rispetto al fabbisogno nazionale e al programma di rimboschimento.
Fino a qualche tempo fa, la coltura floricola e l'orticoltura ornamentale non erano considerate
prioritarie dalle autorità tunisine, il Ministero dell'Agricoltura si preoccupava principalmente
della produzione agro-alimentare. Ma di recente è stato avviato un programma di sviluppo
delle potenzialità della coltura floricola realizzato congiuntamente con la F.A.O., che mira
allo sviluppo del settore e alla diversificazione dei prodotti.
La produzione ornamentale è in netto sviluppo in Tunisia. La maggior parte della produzione
è assicurata da alcuni grandi produttori ma la mancanza di un mercato strutturato ha reso
difficile l'adattamento dell' offerta alla domanda.
Il mercato dei fiori recisi
La coltura floricola presenta delle forti potenzialità in Tunisia. Le diverse specificità climatiche
offrono la possibilità di coltivare quasi ogni specie di fiori recisi. Tuttavia i fiori prodotti in
Tunisia sono coltivati principalmente all’aria aperta senza utilizzo di tecnologie avanzate e
con qualità e quantità eterogenee che variano secondo le condizioni climatiche prevalenti.
Di recente, alcune grandi aziende commerciali hanno cominciato ad investire nel settore
della coltura floricola, qualche volta con società straniere. Queste aziende mirano a produrre
fiori di alta qualità per rifornire il mercato locale durante tutto l’anno e anche per
l’esportazione. Sono state introdotte tecnologie di produzione in serra ma i costi
d’investimento sono alti e non accessibili ai piccoli produttori.
La produzione di fiori in Tunisia è limitata in quantità ed in varietà rispetto ad altri settori
orticoli ma l’evoluzione è continua. Le principali colture sono i rosai, i fiori recisi per mazzi
secchi, garofani, gladioli e strelitzia.
Il consumo locale è valutato fra 10.000 e 15.000 fiori al giorno. Le aziende di produzione
sono situate principalmente a Mornag, Tunisi, Bizerta, El Khelidia e nel Sahel.
La rosa si colloca tra le principali specie coltivate per il fiore reciso ed è il fiore più comprato.
Ne esistono 20 varietà ibride (come ad esempio le varietà Leonidas, Ravel, Marilyn, Omega,
First Red, Rosso velluto, Osiana, Pavarotti, Souplesse, Versilia, Ambiance, Charmilia, Maya,
Anna e Rossini). Si considera tuttavia che le varietà prodotte possano essere aumentate per
raggiungere le 85 varietà ibride mentre c’è la possibilità di aumentare altre 15 specie di fiori
freschi prodotti per raggiungere le 20-30 specie.
Il mercato delle piante aromatiche, da profumo e medicinali
Queste piante possono essere classificate in due categorie secondo la loro destinazione.
Le piante consumate cosi come si trovano: piante da condimento (erbe aromatiche, timo,
alloro, dragoncello, prezzemolo) ; spezie: cumino, coriandolo, ginepro, che sono sempre più
trasformate dalle industrie agro-alimentari (biscottifici, salumerie, industrie casearie,
conserve);
Le piante utilizzate o trasformate dall’ industria:
- Farmaceutica : è stato valutato a 200 il numero delle specie medicinali che sono
trasformate, sia fresche (omeopatia) sia dopo l’estrazione dei principi attivi.
- Profumiera e cosmetica (tranne le piante da profumo): piante oleose come la mandorla,
l’oliva, il jojoba… o sotto forma di estratti vegetali (betulla, castagna d’India, millepertugio,
henna, ecc…).
- delle bevande (genziana, anice, liquirizia).
La produzione di piante aromatiche, da profumo e medicinali è in netto sviluppo in Tunisia
come lo dimostrano le seguenti cifre :
 Sono state prodotte per anno 1500 tonnellate di fiori di melangolo.
 Ci sono 250.000 ettari di falde di piante aromatiche naturali e di piante da fiori
composti da basilico, rosmarino, timo, mirto, artemisia bianca, agnocasto,
salsapariglia, camomilla, rosa, gelsomino, alloro, e menta peperita.
 15 distillatori producono 420 tonnellate di oli essenziali ed aromatici.
 250 tonnellate di esportazioni di oli essenziali e aromatici all’anno di cui il 34% di
Neroli (essenzialmente a Grasse, la capitale francese del profumo), il 31% di
rosmarino ed il 35% di agrumi ed altre piante aromatiche. L’olio essenziale di Neroli
proviene dalla distillazione dei petali di fiori d’arancio amaro (bigaradier), ma
considerato il suo scarso reddito (1 chilo per una tonnellata di fiori) nonché il suo
costo, vengono utilizzati altri fiori di agrumi come l’arancio dolce, il limone, o il
mandarino.
Il vivaismo frutticolo
Il vivaismo frutticolo è un sotto settore dell’arboricoltura fruttifera ; l’evoluzione di quest’ultimo
è strettamente legata al settore del vivaismo il cui obiettivo è la moltiplicazione del materiale
vegetale certificato e sano.
I piani di sviluppo hanno riservato un ruolo di primo piano al miglioramento della qualità della
piantina che è legato alla qualità della produzione. La realizzazione di questi progetti di
sviluppo ha richiesto quantità importanti di piantine.
Le principali produzioni frutticole sono: le piantine da vite (circa1,8 milione), le piantine
d’olivo (circa 1,6 milione), le piantine di mandorlo, le piantine di agrumi, le piantine di pesco,
le piantine di melo, le piantine di albicocco etc…
Il Commercio con l’estero
L’andamento degli scambi con l’estero del florovivaismo conferma che questo settore è in
continuo fermento. Le importazioni dei prodotti da vivai (piante vive e prodotti di floricoltura)
sono in forte crescita.
Il vivaismo frutticolo è quello che gioca il ruolo determinante nell’evoluzione delle
importazioni. Infatti, gli acquisti dall’estero derivano quasi esclusivamente dal comparto delle
piante, piantoni e talee fruttifere che rappresentano il 90% delle importazioni in valore.
Invece, per le esportazioni, molto più consistenti sono le vendite di fiori recisi che
rappresentano il 41% del totale esportato seguite dai bulbi con il 37% e le piante e piantoni
fruttifere con una quota del 22%.
Lo stesso trend si verifica per quanto riguarda gli scambi in quantità. Le importazioni sono
trainate per il 77% dalle piante e piantoni, talee e giovani piante fruttifere, seguite a distanza
dai bulbi, cipolle, tuberi, ecc. con il 15% del totale importato. Le esportazioni sono composte
di bulbi per il 64% seguite dal comparto degli fiori recisi par il 31%.
Gli scambi commerciali in questa categoria sono concentrati verso i paesi dell’Unione
Europea da cui provengono più dell’82% delle importazioni e verso i quali si dirige il 92%
delle esportazioni tunisine.
I principali fornitori sono: la Francia, che ormai primeggia in questi prodotti fornendo più di un
terzo delle importazioni (37,27%), la Spagna e Italia con il 14% dell’import totale ed i Paesi
Bassi con il 7,20%.
Per le esportazioni, c’è poca diversificazione dei mercati di sbocco in quanto l'Olanda, il
Belgio, l’Italia e la Francia sono i principali clienti della Tunisia.
Per quanto riguarda l'interscambio con l’Italia, nel 2013 si è registrato un calo del 15% delle
importazioni tunisine dall'Italia. L’Italia primeggiava nella fornitura di talee non radicate e di
innesti, di piantine di peschi, di piante da interno, di piantine di ortaggi e di fragole e di piante
da cespuglio da interno. Il resto è composto da talee di viti, piantine di susini, di bulbi, cipolle,
tuberi, radici tuberose, zampe e rizomi, alberi, arbusti, arboscelli e altri cespugli, da alberi da
frutta commestibile, di piantine di rose e di piantine di ciliegi.
Importazioni tunisine
Cod. Doganali: 0601, 0602, 0603, 0604
Valore in Dinari tunisini
1 DT: 0,45 Euro
2012
2013
13590215
12608862
Variazione
in %
-7,3
2747942
-15
21,79%
-8,4
2013
Variazione
in %
50,5
2013/2012
IMPORT TOTALE
3232789
IMPORT DALL'ITALIA
QUOTA ITALIANA IMPORT
23,78%
Fonte: I.N.S.(Istituto Nazionale delle Statistiche)
Paesi concorrenti e quote di mercato
Valore in Dinari tunisini
1 DT: 0,45 Euro
2012
Paesi Bassi
1447194
10,64%
254186
Portogallo
1,87%
U.S.A.
924575
6,80%
Fonte: I.N.S.(Istituto Nazionale delle Statistiche)
2179367
17,28%
81364
0,64%
872346
6,91%
2013/2012
-68
-5,7
Interscambio del vivaismo ornamentale e floricoltura
I Paesi Bassi sono il primo fornitore di prodotti della floricoltura seguiti dagli Stati Uniti,
dall’Italia, dal Portogallo e dalla Francia.
Le importazioni del settore floricolo esclusi i bulbi sono composte dalla voce «altri fiori e
boccioli di fiori, recisi, essiccati, imbiancati, tinti, impregnati o altrimenti preparati», seguite
dalle «piante da esterno, dalle piante da rosai innestati destinati ad essere trapiantati»; dalle
«piante da cespuglio (piante molli e piante da serra)», «i vasi fioriti», «le altre piante
d’appartamento» e infine «le piante vivaci da esterno».
Le importazioni dall’Italia sono composte dalle piante da esterno, dai vasi fioriti e dalle
piantine di rosai.
Le importazioni provenienti dai Paesi Bassi sono composte da giacinti, gladioli, piantine di
rosai, piante da fiori, piante da cespuglio (piante molli), piante d’appartamento e il verde
reciso (fogliame, foglie, ramoscelli per mazzi o ornamento).
Le importazioni provenienti dalla Francia sono composte da alberi, arbusti, arboscelli ed altri
cespugli da frutta, piantine di rosai, piante di aria aperta, fiori e gemme di fiori recisi, muschio
ed altri licheni per mazzi o ornamento, fogliame, foglie, ramoscelli per mazzi o ornamento e
piantine di rosai.
Importazione per Paese in valore (Dinari Tunisini) per il periodo: 2012 e 2013
0601-BULBI, TUBERI, RADICI TUBEROSE
PAESE
2012
FRANCIA
ITALIA
PAESI BASSI
PORTOGALLO
SPAGNA
CAMERUN
PESI NON DETERMINATI
TOTALE
Fonte: I.N.S.(Istituto Nazionale delle Statistiche)
2013
165 113
338 032
254 186
58 459
83 435
899 225
102 764
326
525 153
23 333
31 593
3 255
686 424
Importazione per Paese in Valore (Dinari Tunisini) per il periodo : 2012 e 2013
0602-Altre piante naturali (comprese le loro radici e talee)
PAESE
2012
FRANCIA
GERMANIA
GRECIA
ITALIA
PAESI BASSI
PORTOGALLO
SPAGNA
TURCHIA
KENIA
MAROCCO
EGITTO
2013
589 263
5 093
936 523
6 519
180 597
2 740 461
1 639 847
58 061
4 860 744
4 639
745
4 482
348 364
3 229 577
1 108 526
6 235 109
401
2 330
313 866
STATI UNITI D’AMERICA
COSTA RICA
LIBANO
CINA
TAIWAN
MALESIA
SINGAPORE
TAILANDIA
924 575
872 346
26 461
25 673
110 787
18 889
71 457
14 096
741
2 997
1 556
POLINESIA FRANCESE
TOTALE
2 494
1 043
17 717
12 536 193
11 819 786
Importazione per Paese in Valore (Dinari Tunisini) per il periodo: 2012 e
2013
0603-Fiori e bottoni di fiori recisi
PAESE
2012
2013
ITALIA
PAESI BASSI
MAROCCO
EGITTO
3 212
636
1 551
29 958
5 399
14 367
6 565
17 362
ARABIA SAOUDITA
CINA
69 285
1 306
31 054
491
3 157
109 105
75 238
FILIPPINE
TOTALE
Importazione per Paese in Valore (Dinari Tunisini) per il periodo:2012 e 2013
06040604-Fogliami, foglie, rami e altre parti di piante
PAESE
2012
FRANCIA
ITALIA
CINA
INDIA
FILIPPINE
2013
5 921
TOTALE
39 771
45 692
23 960
1 756
818
880
27 414
Le esportazioni di fiori recisi ammontano a circa 1,5 MDT/anno. Esse si caratterizzano per la
predominanza del fiore secco (88% delle esportazioni). Le esportazioni di fiori recisi, di
gemme floreali e di gelsomino sono dell’ordine di 270 tonnellate. I principali mercati di
esportazione sono la Francia, il Belgio, l’Olanda, la Svizzera e la Grecia e in minor misura
l’Arabia Saudita.
Le esportazioni verso l’Italia sono composte esclusivamente da bulbi e quelle verso la
Germania da talee. E’ da notare che i Paesi Bassi ed in minor grado il Belgio sono delle
piattaforme del commercio internazionale di fiori e si suppone che una parte dei fiori tunisini
siano riesportati verso altri mercati europei.
I punti di forza, debolezza e le potenzialità di sviluppo del florovivaismo tunisino
Globalmente, i punti di debolezza del settore sono:
- una lenta evoluzione tecnologica delle aziende e delle strutture;
- una dipendenza dall’estero per il materiale di propagazione;
- scarsità e bassa qualità delle acque d’irrigazione;
- scarsa attenzione all’adattamento della produzione all’evoluzione del consumo e della
domanda ;
- discontinuità dell’offerta;
- inadeguata organizzazione della commercializzazione e dei circuiti di distribuzione;
- inadeguatezza delle tecnologie post-raccolta.
I principali punti di forza del settore sono:
- condizioni climatiche favorevoli allo sviluppo di molti tipi di prodotti;
- forte espansione del mercato florovivaistico nazionale e internazionale;
- forte espansione della domanda nazionale di piante da esterno per il verde pubblico e i
giardini privati:
- prezzo del bene fondiario relativamente basso, terre di buona qualità così come l’acqua
d’irrigazione;
- manodopera relativamente disponibile e salari moderati;
- formazione di base di qualità grazie all’esistenza di numerose scuole ed istituti di ricerca
in questo campo;
- esistenza di stazioni di ricerca e di sperimentazione specializzate e ripartite nelle
principali regioni che permettono d’intervenire nel miglioramento delle varietà e sviluppo
di una buona cooperazione tra la formazione e la ricerca ;
- importanti incentivi e agevolazioni dello stato; il settore della floricoltura può beneficiare
dei vantaggi del codice degli investimenti. I crediti agricoli possono raggiungere il 70% con
una grazia di 10 anni. I crediti per i giovani promotori tunisini possono giungere fino all’ 80%.
Un credito di 100.000 DT è concesso per l’acquisto del terreno per lo sviluppo di un progetto
floricolo e e possono essere concessi molti premi all’investimento (15% per l’acquisto del
materiale agricolo, 30% per il materiale vegetale e 40% per il materiale d’irrigazione). Inoltre,
il Fond de Promotion des Exportations (FOPRODEX) prende in carico il 50% delle spese di
trasporto internazionale.
Le prospettive di sviluppo del settore
Complessivamente, le principali azioni che dovrebbero essere intraprese per lo sviluppo del
settore riguardano:
- La definizione di una strategia per l’insieme della filiera. Questo mercato non potrà
svilupparsi in modo significativo sotto il solo impulso individuale delle aziende, anche di
quelle più dinamiche. Ogni comparto non potrà più risolvere da solo i problemi. Bisogna
mettere in atto una vera strategia di filiera studiata nel quadro di un partenariato tecnico fra
gli urbanisti, gli architetti, gli imprenditori paesaggisti ed i produttori. Bisogna concepire un
procedimento comune, tecnico e politico, per l’elaborazione di regole necessarie al decollo
del mercato.
- Il miglioramento dei metodi di consegna, di condizionamento, le frequenze, le scadenze
sono diventati elementi importanti quanto il prodotto stesso. I distributori devono dunque
innovare nella presentazione e la valorizzazione dei prodotti da vivai.
- La specializzazione in una gamma di prodotti. Fonte evidente di economia e di efficienza, la
specializzazione su un mercato preciso ed una ampia gamma di prodotti permette di
adattarsi con più flessibilità e rapidità all’evoluzione della domanda. La specializzazione
confortata da una migliore conoscenza del prodotto e del mercato estero da fornire, assicura
una più grande competitività e permette alle aziende di adeguare i loro prodotti alla domanda
e di migliorare notevolmente la loro logistica. Fra le opportunità poco sviluppate in Tunisia, ci
sono: la bulbicoltura (particolarmente le specie di: gladiolo, giglio, dalia, tulipano …); la
produzione dei sementi (sementi per le colture floreali annue, bienne, vivaci, erbacee e
piante flessibili); la produzione di piante fronzute da tagliare e che richiedono un clima mite e
temperato e l’utilizzazione di ripari freddi (asparagus, ruscus…).
 Il miglioramento della qualità. I vivaisti non sono ancora coscienti dell’importanza
della qualità delle piantine e della sua influenza sulle colture, certi mercati (collettività,
floricoltori, arboricoltori…) sono infatti più sensibili alla qualità.
 Il miglioramento dei sistemi di produzione e delle tecnologie con l’utilizzo di tecniche
moderne (computer climatico per serre, robotizzazione…), moltiplicazione in vitro,
innovazione delle varietà ed arricchimento dell’assortimento delle varietà mediante
l’importazione di varietà e portainnesti autentificati dalla ricerca, la ricerca genetica.
Conclusione
Uno sviluppo adeguato di questo mercato e di quello delle aziende della filiera potrà
concretizzarsi attraverso un importante cambiamento nei metodi di gestione, con un
significativo investimento nell’innovazione del prodotto ed infine con un adattamento
necessario dei metodi di distribuzione ai vari segmenti del mercato.