IL SETTORE DEL FLOROVIVAISMO IN TUNISIA SETTEMBRE 2014 DATI GENERALI SULLA TUNISIA Superficie 162.155 Km² Situazione geografica La Tunisia è il paese più settentrionale del continente africano, posizionato a sud della penisola italiana, della Sardegna e della Sicilia. È bagnato a nord e a est dal Mediterraneo (Canale di Sardegna, Canale di Sicilia, Golfo di Hammamet). La lunghezza del suo litorale è di circa 1.300 Km, comprendenti – oltre alle aree continentali – le isole di Galite, Zembra e Zembretta a nord, l’arcipelago delle Kerkennah al Centro e l’Isola di Jerba a sud. I suoi confini terrestri sono delimitati a sud dalla Libia ed a ovest dall’Algeria. Il territorio è pianeggiante lungo la fascia costiera con rilievi importanti nell’area nord-ovest del paese (Jebel Chaambi, 1.544 m). A sud è presente un’area desertica sassosa ai cui confini si trovano alcune grandi oasi (Tozeur, Nefta, Douz, Kébili) oltre le quali inizia il grande Erg (Sahara). Unico grande fiume è la Mejerda (450 km) che nasce in Algeria ed il cui bacino idrografico copre tutta la Tunisia settentrionale. Clima Mediterraneo a nord e lungo le coste, semiarido nelle steppe centrali, arido a sud. Popolazione 10.886.500 (Luglio 2013) Tasso di crescita demografica 1,3% (2012) Lingua Arabo (Ufficiale); lingue veicolari: Francese (parlato dal 65% della popolazione), Italiano (nelle principali città costiere), Inglese Religione 98% Musulmani, 1% Cristiani, 1% Ebrei Capitale Tunisi (1,3 milione di abitanti) Città principali Sfax (500.000), Sousse (400.000), Nabeul/Hammamet (185.000), Gabes (170.000), Monastir (170.000), Biserta (150.000), Jerba (140.000), Kairouan (120.000), Gafsa (115.000) Forma di Governo Repubblica presidenziale Suddivisione amministrativa 24 Governatorati e 264 Delegazioni Moneta Dinaro Tunisino (DT), suddivisa in 1000 millesimi (Millimes) Tassi di cambio (1/03/2014) 1 DT = 0,6325 USD - 1 USD = 1,3752 DT 1 DT = 0,46 EUR - 1 EUR = 2,1741 DT Tasso d’inflazione (2013) 6,1 % Principali prodotti esportati (2013) Petrolio grezzo (2.838,5 MDT), Petrolio raffinato (1.371,3 MDT), Fosfati e derivati (1190,6), Abbigliamento (3.308,8 MDT), Maglieria (1.190,5 MDT), Olio d’Oliva (820,2 MDT), Calzature (527,5 MDT). Principali prodotti importati (2013) Petrolio raffinato (3.550,3 MDT), Tessuti (2.128,2 MDT), Gas naturale (1.666,6 MDT), Cereali e Mais (1.657,7 MDT), Petrolio grezzo (1.555,2 MDT), Autovetture (1.317,6 MDT). Andamento macroeconomico del Paese All’inizio del 2011 la Tunisia beneficiava di una situazione economica e finanziaria generalmente favorevole, sebbene in presenza di notevoli diseguaglianze nella distribuzione del reddito e nello sviluppo regionale. In un contesto generale di transizione connotato da una fase d’instabilità politica e sociale, la produzione industriale ha conosciuto un forte rallentamento, il turismo – una delle principali fonti di valuta estera – ha avuto una battuta d’arresto e gli investimenti diretti esteri, in particolare, hanno subito un contesto di instabilità politica e sociale e la disoccupazione ha raggiunto quasi il 20% nel 2011 (40% per i giovani). Il tasso di crescita nel 2013 è stato del 2,6%. L’attività è stata trainata dall’agricoltura, dal settore minerario e dai servizi, mentre in calo è il comparto dell’industria manifatturiera. Il tasso d’inflazione è passato dal 5,5% del 2012 al 6,1% nel 2013. Il tasso di disoccupazione, leggermente in calo rispetto al 2012, resta ancora molto alto (16% della popolazione attiva e 30% quella giovanile). Permangono le forti disparità regionali. Nel 2013, le esportazioni totali tunisine presentano un trend positivo (+4,2%) simile a quello delle importazioni e la bilancia commerciale, con un disavanzo di 11,8 Miliardi di Dinari (pari a circa 5,3 Miliardi di Euro), continua ad essere negativa. Le esportazioni totali del 2013 continuano infatti ad essere inferiori alle importazioni ed ammontano a 27,7 Miliardi di Dinari (pari a circa 12,4 Miliardi di Euro). Le importazioni totali tunisine nel 2013 sono cresciute del 3,4% rispetto al 2012, ammontando a 39,5 Miliardi di Dinari (pari a circa 17,7 Miliardi di Euro). Principali settori I comparti più importanti della struttura produttiva della Tunisia sono l’agricoltura e la pesca, le industrie manifatturiere e non, i trasporti e le telecomunicazioni. Agricoltura e pesca Nel 2012, il settore dell’agricoltura e della pesca ha rappresentato il 12,7% del PIL. Le statistiche dell’APIA-Agence de Promotion des Investissements Agricoles indicano che nel 2013 l’investimento nel settore agricolo è stato pari a 595,4 milioni di DT, in aumento del 13,7% rispetto all’anno precedente (523,7 milioni di DT). Industrie non manifatturiere Nel 2012 le industrie non manifatturiere hanno contribuito al 15,6 % del PIL, di cui 53,3% per gli idrocarburi e 30,8% per l’edilizia ed i lavori pubblici. All’inizio del 2011 la Tunisia beneficiava di una situazione economica e finanziaria generalmente favorevole, sebbene in presenza di notevoli diseguaglianze nella distribuzione del reddito e nello sviluppo regionale. In un contesto generale di transizione connotato da una fase d’instabilità politica e sociale, la produzione industriale ha conosciuto un forte rallentamento, il turismo – una delle principali fonti di valuta estera – ha avuto una battuta d’arresto e gli investimenti diretti esteri, in particolare, hanno subito un contesto di instabilità politica e sociale e la disoccupazione ha raggiunto quasi il 20% nel 2011 (40% per i giovani). Il tasso di crescita nel 2013 è stato del 2,6%. L’attività è stata trainata dall’agricoltura, dal settore minerario e dai servizi, mentre in calo è il comparto dell’industria manifatturiera. Il tasso d’inflazione è passato dal 5,5% del 2012 al 6,1% nel 2013. Il tasso di disoccupazione, leggermente in calo rispetto al 2012, resta ancora molto alto (16% della popolazione attiva e 30% quella giovanile). Permangono le forti disparità regionali. Nel 2013, le esportazioni totali tunisine presentano un trend positivo (+4,2%) simile a quello delle importazioni e la bilancia commerciale, con un disavanzo di 11,8 Miliardi di Dinari (pari a circa 5,3 Miliardi di Euro), continua ad essere negativa. Le esportazioni totali del 2013 continuano infatti ad essere inferiori alle importazioni ed ammontano a 27,7 Miliardi di Dinari (pari a circa 12,4 Miliardi di Euro). Le importazioni totali tunisine nel 2013 sono cresciute del 3,4% rispetto al 2012, ammontando a 39,5 Miliardi di Dinari (pari a circa 17,7 Miliardi di Euro). Principali settori I comparti più importanti della struttura produttiva della Tunisia sono l’agricoltura e la pesca, le industrie manifatturiere e non, i trasporti e le telecomunicazioni. Agricoltura e pesca Nel 2012, il settore dell’agricoltura e della pesca ha rappresentato il 12,7% del PIL. Le statistiche dell’APIA-Agence de Promotion des Investissements Agricoles indicano che nel 2013 l’investimento nel settore agricolo è stato pari a 595,4 milioni di DT, in aumento del 13,7% rispetto all’anno precedente (523,7 milioni di DT). Industrie non manifatturiere Nel 2012 le industrie non manifatturiere hanno contribuito al 15,6 % del PIL, di cui 53,3% per gli idrocarburi e 30,8% per l’edilizia ed i lavori pubblici. Industrie manifatturiere Nel 2013 l’investimento nelle industrie manifatturiere è stato di 1384,5 milioni di DT: il settore delle industrie del cuoio e della calzatura è stato il solo a registrare un tasso positivo. Il tessuto dell’industria manifatturiera tunisina resta caratterizzato dalle strategie di sostegno alle industrie manifatturiere esportatrici che hanno permesso la creazione di un tessuto dinamico d’imprese offshore. Servizi I servizi connessi all’industria comprendono essenzialmente le imprese del settore dell’informatica, le società di consulenza, le telecomunicazioni, i trasporti e la formazione professionale. Nel 2013, il settore nella sua globalità ha visto la creazione di 566 progetti, con un investimento di 46,7 milioni di DT. Il settore del Florovivaismo in Tunisia In Tunisia, la produzione del florovivaismo copre i settori dei fiori recisi, delle piantine da cespuglio (piante ornamentali da fiori e da fogliame), piante d'interno, piante ornamentali (alberi e arbusti), piante aromatiche, medicinali e da profumo cosi' come la produzione di grani (sementi e bulbi) e il materiale di propagazione come talee, zolle, semina e piantine trapiantate utilizzate da altri produttori per la coltura. Tuttavia la produzione di grani è molto ridotta e il fabbisogno in bulbi da fiori è interamente importato. I prodotti del florovivaismo coprono una domanda vasta e articolata: dal consumatore finale (fiori recisi e piante ornamentali) alla domanda di verde pubblico urbano, a quella per riforestazione, agli interventi di recupero ambientale, alla stessa domanda agricola. Tuttavia, appaiono ancora poco sfruttate le opportunità offerte dalla crescente domanda di piante da interno, la cui produzione è marginale rispetto alla produzione complessiva. Risultano sviluppate sia le attività tradizionali del vivaismo ornamentale (fiori recisi, fronde recise, vasi fioriti e vasi da fogliame ornamentale), che le attività di produzione di materiali di propagazione. Le specie da fiore reciso, da vaso fiorito o da fronde ornamentali vengono prevalentemente coltivate all’aria aperta anche se le colture protette sono in aumento. L'attività prevalente è comunque orientata alla produzione di fiori recisi (con un ristretto numero di essenze) e la rosa ne è la specie dominante, seguita dalla produzione dei garofani, gladioli e strelitzie. Le attività che compongono il comparto hanno avuto nel corso dell'ultimo decennio uno sviluppo considerevole che non risulta aver ancora raggiunto il suo punto di massimo. Tale evoluzione è dovuta ai notevoli processi di ristrutturazione che stanno investendo l’intero settore agricolo e l’ingresso di nuovi prodotti nel mercato, proprio a causa della scarsa strutturazione dello stesso, è alquanto agevole: si tratta molto spesso di agricoltori che abbandonano le colture ortive per intraprendere quelle florovivaistiche, di norma più intensive sia sul piano occupazionale che su quello dei capitali investiti, e spesso creano progetti in partenariato con aziende straniere. I più importanti poli di produzione: - per il vivaismo fruttifero, sono concentrati soprattutto a Nabeul, Béja, Sidi Bouzid, Monastir e Ben Arous. - per il vivaismo ornamentale, c’è una presenza su tutto il territorio con grandi centri localizzati nei governatorati di Tunisi (Mornag, Soukra), Biserta, Cap Bon (Nabeul) e nel Sahel. Le produzioni di piante di appartamento e da giardino si ripartiscono in questo modo: * Fiori e fogliame recisi (rose, garofani, gladioli, strelitzia, crisantemi, gerbera...). * Alberi ornamentali (pioppi, jacaranda, melia, palma fenice...) * Alberi da frutta (meli, ciliegi, peri...) * Alberi fronzuti (ibisco, pittosporo, acacia...) * Conifere (tuia, abeti, cedri, pini...) * Rosai * Piante da siepi perenni (tuio, cipressi...) * Rampicanti (buganvillea, vite vergine del Canada, caprifogli...) * Piante vivaci, semprevive (campanulati, lupini, margherite, felci, graminacee...) * Piante verdi in vaso (ficus, asparagine, clorofiti) * Piante da cespuglio annue e biennali (viole del pensiero, begonia, gerani, impazienti, petunia, primule.) * Bulbi, tuberi, e rizomi (dalia, iris, tulipani.) * Ricerca e creazione di nuove varietà e produzione di talee, di piantine in vitro, di piantine prodotte da semine quindi di giovani piantine o piantine non ancora formate che sono poi consegnate a produttori come vivaisti, orticoltori, che le coltivano per fare raggiungere loro delle dimensioni convenienti alla vendita. La produzione in materia di floricoltura e di orticoltura ornamentale tende a specializzarsi. Le piante da cespuglio da giardino sono la specialità dominante, vengono poi le piante da fogliame ornamentale e da fiori e piante verdi recise. Le piante da fiori in vaso sono meno apprezzate dai produttori locali. Il segmento delle piante da cespuglio costituisce un settore di particolare rilievo economico nel mercato dell' orticoltura ambientalista. La produzione attuale è valutata in 30 milioni di piante ornamentali, produzione pero' insufficiente rispetto al fabbisogno nazionale e al programma di rimboschimento. Fino a qualche tempo fa, la coltura floricola e l'orticoltura ornamentale non erano considerate prioritarie dalle autorità tunisine, il Ministero dell'Agricoltura si preoccupava principalmente della produzione agro-alimentare. Ma di recente è stato avviato un programma di sviluppo delle potenzialità della coltura floricola realizzato congiuntamente con la F.A.O., che mira allo sviluppo del settore e alla diversificazione dei prodotti. La produzione ornamentale è in netto sviluppo in Tunisia. La maggior parte della produzione è assicurata da alcuni grandi produttori ma la mancanza di un mercato strutturato ha reso difficile l'adattamento dell' offerta alla domanda. Il mercato dei fiori recisi La coltura floricola presenta delle forti potenzialità in Tunisia. Le diverse specificità climatiche offrono la possibilità di coltivare quasi ogni specie di fiori recisi. Tuttavia i fiori prodotti in Tunisia sono coltivati principalmente all’aria aperta senza utilizzo di tecnologie avanzate e con qualità e quantità eterogenee che variano secondo le condizioni climatiche prevalenti. Di recente, alcune grandi aziende commerciali hanno cominciato ad investire nel settore della coltura floricola, qualche volta con società straniere. Queste aziende mirano a produrre fiori di alta qualità per rifornire il mercato locale durante tutto l’anno e anche per l’esportazione. Sono state introdotte tecnologie di produzione in serra ma i costi d’investimento sono alti e non accessibili ai piccoli produttori. La produzione di fiori in Tunisia è limitata in quantità ed in varietà rispetto ad altri settori orticoli ma l’evoluzione è continua. Le principali colture sono i rosai, i fiori recisi per mazzi secchi, garofani, gladioli e strelitzia. Il consumo locale è valutato fra 10.000 e 15.000 fiori al giorno. Le aziende di produzione sono situate principalmente a Mornag, Tunisi, Bizerta, El Khelidia e nel Sahel. La rosa si colloca tra le principali specie coltivate per il fiore reciso ed è il fiore più comprato. Ne esistono 20 varietà ibride (come ad esempio le varietà Leonidas, Ravel, Marilyn, Omega, First Red, Rosso velluto, Osiana, Pavarotti, Souplesse, Versilia, Ambiance, Charmilia, Maya, Anna e Rossini). Si considera tuttavia che le varietà prodotte possano essere aumentate per raggiungere le 85 varietà ibride mentre c’è la possibilità di aumentare altre 15 specie di fiori freschi prodotti per raggiungere le 20-30 specie. Il mercato delle piante aromatiche, da profumo e medicinali Queste piante possono essere classificate in due categorie secondo la loro destinazione. Le piante consumate cosi come si trovano: piante da condimento (erbe aromatiche, timo, alloro, dragoncello, prezzemolo) ; spezie: cumino, coriandolo, ginepro, che sono sempre più trasformate dalle industrie agro-alimentari (biscottifici, salumerie, industrie casearie, conserve); Le piante utilizzate o trasformate dall’ industria: - Farmaceutica : è stato valutato a 200 il numero delle specie medicinali che sono trasformate, sia fresche (omeopatia) sia dopo l’estrazione dei principi attivi. - Profumiera e cosmetica (tranne le piante da profumo): piante oleose come la mandorla, l’oliva, il jojoba… o sotto forma di estratti vegetali (betulla, castagna d’India, millepertugio, henna, ecc…). - delle bevande (genziana, anice, liquirizia). La produzione di piante aromatiche, da profumo e medicinali è in netto sviluppo in Tunisia come lo dimostrano le seguenti cifre : Sono state prodotte per anno 1500 tonnellate di fiori di melangolo. Ci sono 250.000 ettari di falde di piante aromatiche naturali e di piante da fiori composti da basilico, rosmarino, timo, mirto, artemisia bianca, agnocasto, salsapariglia, camomilla, rosa, gelsomino, alloro, e menta peperita. 15 distillatori producono 420 tonnellate di oli essenziali ed aromatici. 250 tonnellate di esportazioni di oli essenziali e aromatici all’anno di cui il 34% di Neroli (essenzialmente a Grasse, la capitale francese del profumo), il 31% di rosmarino ed il 35% di agrumi ed altre piante aromatiche. L’olio essenziale di Neroli proviene dalla distillazione dei petali di fiori d’arancio amaro (bigaradier), ma considerato il suo scarso reddito (1 chilo per una tonnellata di fiori) nonché il suo costo, vengono utilizzati altri fiori di agrumi come l’arancio dolce, il limone, o il mandarino. Il vivaismo frutticolo Il vivaismo frutticolo è un sotto settore dell’arboricoltura fruttifera ; l’evoluzione di quest’ultimo è strettamente legata al settore del vivaismo il cui obiettivo è la moltiplicazione del materiale vegetale certificato e sano. I piani di sviluppo hanno riservato un ruolo di primo piano al miglioramento della qualità della piantina che è legato alla qualità della produzione. La realizzazione di questi progetti di sviluppo ha richiesto quantità importanti di piantine. Le principali produzioni frutticole sono: le piantine da vite (circa1,8 milione), le piantine d’olivo (circa 1,6 milione), le piantine di mandorlo, le piantine di agrumi, le piantine di pesco, le piantine di melo, le piantine di albicocco etc… Il Commercio con l’estero L’andamento degli scambi con l’estero del florovivaismo conferma che questo settore è in continuo fermento. Le importazioni dei prodotti da vivai (piante vive e prodotti di floricoltura) sono in forte crescita. Il vivaismo frutticolo è quello che gioca il ruolo determinante nell’evoluzione delle importazioni. Infatti, gli acquisti dall’estero derivano quasi esclusivamente dal comparto delle piante, piantoni e talee fruttifere che rappresentano il 90% delle importazioni in valore. Invece, per le esportazioni, molto più consistenti sono le vendite di fiori recisi che rappresentano il 41% del totale esportato seguite dai bulbi con il 37% e le piante e piantoni fruttifere con una quota del 22%. Lo stesso trend si verifica per quanto riguarda gli scambi in quantità. Le importazioni sono trainate per il 77% dalle piante e piantoni, talee e giovani piante fruttifere, seguite a distanza dai bulbi, cipolle, tuberi, ecc. con il 15% del totale importato. Le esportazioni sono composte di bulbi per il 64% seguite dal comparto degli fiori recisi par il 31%. Gli scambi commerciali in questa categoria sono concentrati verso i paesi dell’Unione Europea da cui provengono più dell’82% delle importazioni e verso i quali si dirige il 92% delle esportazioni tunisine. I principali fornitori sono: la Francia, che ormai primeggia in questi prodotti fornendo più di un terzo delle importazioni (37,27%), la Spagna e Italia con il 14% dell’import totale ed i Paesi Bassi con il 7,20%. Per le esportazioni, c’è poca diversificazione dei mercati di sbocco in quanto l'Olanda, il Belgio, l’Italia e la Francia sono i principali clienti della Tunisia. Per quanto riguarda l'interscambio con l’Italia, nel 2013 si è registrato un calo del 15% delle importazioni tunisine dall'Italia. L’Italia primeggiava nella fornitura di talee non radicate e di innesti, di piantine di peschi, di piante da interno, di piantine di ortaggi e di fragole e di piante da cespuglio da interno. Il resto è composto da talee di viti, piantine di susini, di bulbi, cipolle, tuberi, radici tuberose, zampe e rizomi, alberi, arbusti, arboscelli e altri cespugli, da alberi da frutta commestibile, di piantine di rose e di piantine di ciliegi. Importazioni tunisine Cod. Doganali: 0601, 0602, 0603, 0604 Valore in Dinari tunisini 1 DT: 0,45 Euro 2012 2013 13590215 12608862 Variazione in % -7,3 2747942 -15 21,79% -8,4 2013 Variazione in % 50,5 2013/2012 IMPORT TOTALE 3232789 IMPORT DALL'ITALIA QUOTA ITALIANA IMPORT 23,78% Fonte: I.N.S.(Istituto Nazionale delle Statistiche) Paesi concorrenti e quote di mercato Valore in Dinari tunisini 1 DT: 0,45 Euro 2012 Paesi Bassi 1447194 10,64% 254186 Portogallo 1,87% U.S.A. 924575 6,80% Fonte: I.N.S.(Istituto Nazionale delle Statistiche) 2179367 17,28% 81364 0,64% 872346 6,91% 2013/2012 -68 -5,7 Interscambio del vivaismo ornamentale e floricoltura I Paesi Bassi sono il primo fornitore di prodotti della floricoltura seguiti dagli Stati Uniti, dall’Italia, dal Portogallo e dalla Francia. Le importazioni del settore floricolo esclusi i bulbi sono composte dalla voce «altri fiori e boccioli di fiori, recisi, essiccati, imbiancati, tinti, impregnati o altrimenti preparati», seguite dalle «piante da esterno, dalle piante da rosai innestati destinati ad essere trapiantati»; dalle «piante da cespuglio (piante molli e piante da serra)», «i vasi fioriti», «le altre piante d’appartamento» e infine «le piante vivaci da esterno». Le importazioni dall’Italia sono composte dalle piante da esterno, dai vasi fioriti e dalle piantine di rosai. Le importazioni provenienti dai Paesi Bassi sono composte da giacinti, gladioli, piantine di rosai, piante da fiori, piante da cespuglio (piante molli), piante d’appartamento e il verde reciso (fogliame, foglie, ramoscelli per mazzi o ornamento). Le importazioni provenienti dalla Francia sono composte da alberi, arbusti, arboscelli ed altri cespugli da frutta, piantine di rosai, piante di aria aperta, fiori e gemme di fiori recisi, muschio ed altri licheni per mazzi o ornamento, fogliame, foglie, ramoscelli per mazzi o ornamento e piantine di rosai. Importazione per Paese in valore (Dinari Tunisini) per il periodo: 2012 e 2013 0601-BULBI, TUBERI, RADICI TUBEROSE PAESE 2012 FRANCIA ITALIA PAESI BASSI PORTOGALLO SPAGNA CAMERUN PESI NON DETERMINATI TOTALE Fonte: I.N.S.(Istituto Nazionale delle Statistiche) 2013 165 113 338 032 254 186 58 459 83 435 899 225 102 764 326 525 153 23 333 31 593 3 255 686 424 Importazione per Paese in Valore (Dinari Tunisini) per il periodo : 2012 e 2013 0602-Altre piante naturali (comprese le loro radici e talee) PAESE 2012 FRANCIA GERMANIA GRECIA ITALIA PAESI BASSI PORTOGALLO SPAGNA TURCHIA KENIA MAROCCO EGITTO 2013 589 263 5 093 936 523 6 519 180 597 2 740 461 1 639 847 58 061 4 860 744 4 639 745 4 482 348 364 3 229 577 1 108 526 6 235 109 401 2 330 313 866 STATI UNITI D’AMERICA COSTA RICA LIBANO CINA TAIWAN MALESIA SINGAPORE TAILANDIA 924 575 872 346 26 461 25 673 110 787 18 889 71 457 14 096 741 2 997 1 556 POLINESIA FRANCESE TOTALE 2 494 1 043 17 717 12 536 193 11 819 786 Importazione per Paese in Valore (Dinari Tunisini) per il periodo: 2012 e 2013 0603-Fiori e bottoni di fiori recisi PAESE 2012 2013 ITALIA PAESI BASSI MAROCCO EGITTO 3 212 636 1 551 29 958 5 399 14 367 6 565 17 362 ARABIA SAOUDITA CINA 69 285 1 306 31 054 491 3 157 109 105 75 238 FILIPPINE TOTALE Importazione per Paese in Valore (Dinari Tunisini) per il periodo:2012 e 2013 06040604-Fogliami, foglie, rami e altre parti di piante PAESE 2012 FRANCIA ITALIA CINA INDIA FILIPPINE 2013 5 921 TOTALE 39 771 45 692 23 960 1 756 818 880 27 414 Le esportazioni di fiori recisi ammontano a circa 1,5 MDT/anno. Esse si caratterizzano per la predominanza del fiore secco (88% delle esportazioni). Le esportazioni di fiori recisi, di gemme floreali e di gelsomino sono dell’ordine di 270 tonnellate. I principali mercati di esportazione sono la Francia, il Belgio, l’Olanda, la Svizzera e la Grecia e in minor misura l’Arabia Saudita. Le esportazioni verso l’Italia sono composte esclusivamente da bulbi e quelle verso la Germania da talee. E’ da notare che i Paesi Bassi ed in minor grado il Belgio sono delle piattaforme del commercio internazionale di fiori e si suppone che una parte dei fiori tunisini siano riesportati verso altri mercati europei. I punti di forza, debolezza e le potenzialità di sviluppo del florovivaismo tunisino Globalmente, i punti di debolezza del settore sono: - una lenta evoluzione tecnologica delle aziende e delle strutture; - una dipendenza dall’estero per il materiale di propagazione; - scarsità e bassa qualità delle acque d’irrigazione; - scarsa attenzione all’adattamento della produzione all’evoluzione del consumo e della domanda ; - discontinuità dell’offerta; - inadeguata organizzazione della commercializzazione e dei circuiti di distribuzione; - inadeguatezza delle tecnologie post-raccolta. I principali punti di forza del settore sono: - condizioni climatiche favorevoli allo sviluppo di molti tipi di prodotti; - forte espansione del mercato florovivaistico nazionale e internazionale; - forte espansione della domanda nazionale di piante da esterno per il verde pubblico e i giardini privati: - prezzo del bene fondiario relativamente basso, terre di buona qualità così come l’acqua d’irrigazione; - manodopera relativamente disponibile e salari moderati; - formazione di base di qualità grazie all’esistenza di numerose scuole ed istituti di ricerca in questo campo; - esistenza di stazioni di ricerca e di sperimentazione specializzate e ripartite nelle principali regioni che permettono d’intervenire nel miglioramento delle varietà e sviluppo di una buona cooperazione tra la formazione e la ricerca ; - importanti incentivi e agevolazioni dello stato; il settore della floricoltura può beneficiare dei vantaggi del codice degli investimenti. I crediti agricoli possono raggiungere il 70% con una grazia di 10 anni. I crediti per i giovani promotori tunisini possono giungere fino all’ 80%. Un credito di 100.000 DT è concesso per l’acquisto del terreno per lo sviluppo di un progetto floricolo e e possono essere concessi molti premi all’investimento (15% per l’acquisto del materiale agricolo, 30% per il materiale vegetale e 40% per il materiale d’irrigazione). Inoltre, il Fond de Promotion des Exportations (FOPRODEX) prende in carico il 50% delle spese di trasporto internazionale. Le prospettive di sviluppo del settore Complessivamente, le principali azioni che dovrebbero essere intraprese per lo sviluppo del settore riguardano: - La definizione di una strategia per l’insieme della filiera. Questo mercato non potrà svilupparsi in modo significativo sotto il solo impulso individuale delle aziende, anche di quelle più dinamiche. Ogni comparto non potrà più risolvere da solo i problemi. Bisogna mettere in atto una vera strategia di filiera studiata nel quadro di un partenariato tecnico fra gli urbanisti, gli architetti, gli imprenditori paesaggisti ed i produttori. Bisogna concepire un procedimento comune, tecnico e politico, per l’elaborazione di regole necessarie al decollo del mercato. - Il miglioramento dei metodi di consegna, di condizionamento, le frequenze, le scadenze sono diventati elementi importanti quanto il prodotto stesso. I distributori devono dunque innovare nella presentazione e la valorizzazione dei prodotti da vivai. - La specializzazione in una gamma di prodotti. Fonte evidente di economia e di efficienza, la specializzazione su un mercato preciso ed una ampia gamma di prodotti permette di adattarsi con più flessibilità e rapidità all’evoluzione della domanda. La specializzazione confortata da una migliore conoscenza del prodotto e del mercato estero da fornire, assicura una più grande competitività e permette alle aziende di adeguare i loro prodotti alla domanda e di migliorare notevolmente la loro logistica. Fra le opportunità poco sviluppate in Tunisia, ci sono: la bulbicoltura (particolarmente le specie di: gladiolo, giglio, dalia, tulipano …); la produzione dei sementi (sementi per le colture floreali annue, bienne, vivaci, erbacee e piante flessibili); la produzione di piante fronzute da tagliare e che richiedono un clima mite e temperato e l’utilizzazione di ripari freddi (asparagus, ruscus…). Il miglioramento della qualità. I vivaisti non sono ancora coscienti dell’importanza della qualità delle piantine e della sua influenza sulle colture, certi mercati (collettività, floricoltori, arboricoltori…) sono infatti più sensibili alla qualità. Il miglioramento dei sistemi di produzione e delle tecnologie con l’utilizzo di tecniche moderne (computer climatico per serre, robotizzazione…), moltiplicazione in vitro, innovazione delle varietà ed arricchimento dell’assortimento delle varietà mediante l’importazione di varietà e portainnesti autentificati dalla ricerca, la ricerca genetica. Conclusione Uno sviluppo adeguato di questo mercato e di quello delle aziende della filiera potrà concretizzarsi attraverso un importante cambiamento nei metodi di gestione, con un significativo investimento nell’innovazione del prodotto ed infine con un adattamento necessario dei metodi di distribuzione ai vari segmenti del mercato.
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