In questo numero - Piante Spertini

2014
primavera
estate
In questo
numero
Come rimediare ai
danni dell’inverno
Fiori estivi? Date sp
azio al
colore sul vostro ba
lcone
Il Parco Ponti e le
sue Ville
Orto sul balcone
Dalie… curiosità es
tive
Il rinvaso delle Ph
alaenopsis
Le principali malat
tie delle
Phalaenopsis
Cocktail analcolic
fiori di ibisco selv o a base di
atico
Tanto prezzemol
Usatelo contro leo nell’orto?
contusioni
Salsa piccante di pe
habanero orange peroncino
Classifica dei pepe
roncini
più piccanti
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Uffici e laboratorio fitopatologico - Vicolo Torelli 7 - 21100 Varese Tel. 0332.287738 - [email protected]
Il tuo floricoltore di fiducia
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danni.
COME RIMEDIARE
AI DANNI DELL’INVERNO
❀ Tappeti erbosi.
Se il tappeto erboso è
stato seminato o trapiantato (da zolle) nei
mesi autunnali, i danni da freddo sono più
facili e intensi. Infatti,
l’apparato radicale da
poco insediatosi e il tessuto del fusto ancora
tenero e succulento, fanno sì che la tolleranza
allo stress da basse temperature sia molto più
bassa durante le fasi iniziali dell’affermazione di un tappeto erboso. Inoltre l’ombreggiamento, che è solitamente maggiore durante
l’inverno per la minor durata del giorno e la
minore altezza del sole sull’orizzonte può aumentare ulteriormente la sensibilità al freddo.
Se si è avuta l’accortezza di innalzare l’altezza di taglio, si sarà aumentata la resistenza,
stimolando una radicazione più profonda e
inducendo la formazione di un microclima al
di sotto del fogliame. Sui tappeti erbosi realizzati in autunno alla fine dell’inverno, con
terreno ormai sgelato completamente e non
intriso d’acqua, può essere utile una leggera rullatura, in modo da ricompattare le zollette sollevate dal gelo e rimettere a contatto
del terreno le radici staccate da esso. Si può
provvedere alla concimazione primaverile a
partire dal mese di aprile, utilizzando prodotti a lenta cessione, contenenti azoto da
metile-urea o urea- formaldeide (adatti a tappeti erbosi di pregio), o prodotti a cessione
controllata, con rivestimento in resina o cere
(più adatti a tappeti erbosi ad uso estensivo).
Per chi desidera un tappeto erboso a crescita
lenta, ma ben verde e resistente, il consiglio
è quello di utilizzare solo fertilizzante organico (con materie prime quali cornunghia,
pennone, pollina, pellicino, cuoio torrefatto e
varie matrici compostabili) in grado di mantenere il tappeto
senza che si manifesti crescita forte e conseguente alto numero di tagli. Se ancora le temperature non troppo elevate lo
consentono, si può considerare l’eventualità di ricorrere all’arieggiatura per la rimozione del feltro e, successivamente, alla
trasemina se il tappeto lo richiede. E’ importante traseminare
con lo stesso miscuglio utilizzato per la semina oppure, in
mancanza, con un miscuglio della stessa tonalità di verde, per
evitare l’effetto “chiazzato”.
❀ Aiuole con fioriture stagionali.
Non appena le temperature e l’andamento meteorico lo consentono, occorre programmare una fertirrigazione con una
concentrazione di 2 g/l, in modo da contrastare l’azione delle basse temperature e indurre le piante a vegetare. Prima di
questa operazione può essere necessaria una zappettatura con
rincalzatura delle piantine, se sono state smosse dal gelo. In
seguito occorrerà una buona concimazione minerale od organica, in grado di supportare la crescita per almeno i primi mesi
primaverili.
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❀ Alberi e arbusti.
Le piegature e le rotture causate dal carico da neve, soprattutto se bagnata dalla pioggia, possono essere anche molto
rilevanti. Se ci accorgiamo della presenza di fusti o branche
che sono stati piegati oltre il limite di elasticità e pertanto
sono ‘snervati’ o addirittura quando si sono spezzati, occorre rimuovere le parti strutturalmente compromesse con tagli
mirati e studiati in modo da preservare il più possibile la
pianta. Nel caso di ‘scosciature’ di branche o fusti, se le rotture sono limitate e molto nette e si ha modo
di intervenire subito, è possibile pensare di
effettuare un consolidamento con legature al
di sopra della scosciatura, riavvicinandone
i lembi, ed in seguito riparare dagli agenti
esterni le superfici di frattura con paste viniliche addizionate con fungicidi. Se si opera
correttamente, la probabilità di successo è
alta in quanto il cambio, nel giro di due-tre
anni avrà riparato la frattura esternamente,
dando solidità alla giunzione e, dopo cinque-sei anni sarà possibile anche rimuovere
le legature di consolidamento, che saranno
comunque da regolare annualmente assecondando lo sviluppo della pianta.
I danni dovuti al freddo dell’inverno consistono soprattutto in disseccamenti, poiché
le piante non riescono ad assorbire umidità
dal terreno gelato; le foglie dei sempreverdi dapprima si deformano, piegandosi per
non perdere umidità, poi se il gelo persiste
vengono danneggiati i tessuti che assumono
colorazione scura e successivamente necrotizzano. Se, nonostante le precauzioni prese
(utilizzo di antitraspiranti, tessuto non tessuto, ecc.) si verificano necrosi da gelo, occorrerà asportare tutti i tessuti danneggiati
sino ad arrivare al tessuto sano. In seguito,
potrà essere utile effettuare un trattamento
fungicida (ad es. con rameici) in modo da
preservare le superfici di taglio e contrastare
l’ingresso di patogeni da ferita. Inoltre, poiché con il freddo
è meno probabile che le ferite vengano infettate da patogeni
fungini agenti di carie del legno, è tempo di provvedere alla
potatura di risanamento sugli alberi che presentano parti attaccate.
❀ Arredi
Per quanto riguarda gli arredi e le attrezzature, possono verificarsi danni da gelo essenzialmente a causa di infiltrazioni di
acqua al di sotto delle pavimentazioni o all’interno delle strutture lignee. L’acqua si dilata solidificandosi e induce
rotture, rigonfiamenti o sollevamenti. L’unica cosa da farsi è prevedere la sostituzione
delle parti danneggiate e riposizionare le
pavimentazioni sollevate, aumentando il
drenaggio al di sotto di esse in modo
da prevenire l’accumulo di
acqua.
Dr. Agr. Valerio Pasi
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balcone
Arriva il caldo e il sole splende implacabile sui terrazzi e nei giardini:
quali sono le piante che non temono le alte temperature e non hanno bisogno di troppa ombra o acqua?
Ecco quali sono le piante più resistenti per l’estate.
❀ Lavanda Pianta adatta sia a giardino che balcone, sebbene a crescita rapida. Formerà un cespuglio odoroso in poco
tempo per cui considerate di metterla
in un grosso vaso. Perfetta la varietà angustifolia, detta lavanda inglese.
❀ Agastache
E’ una perenne dal vivace colore blu
ed ha le foglie commestibili, ottime
in insalata e per le tisane; sopporta
molto bene il grande caldo e in
inverno va in stato vegetativo per
riprendersi a primavera. Attenzione:
tende ad allargarsi e a crescere
molto.
❀ Geranio
Non c’è balcone senza geranio, soprattutto in estate. Nella versione
ricadente dei parigini, colorerà il vostro balcone per tutta l’estate. Facile
da coltivare, regala una quantità incredibile di fiori ogni anno. Basta annaffiarlo il giusto.
LAVANDA
❀ Bidens ferulifolia E’ ottima per il balcone in pieno
sole; rallegrerà con una cascata di
fiorellini di color giallo oro; attenzione: muore ai primi freddi.
❀ Lantana camara Sono considerati piante molto semplici da coltivare, di poche esigenze
e molto facili da riprodurre da seme.
I fiori hanno colori sgargianti e sono
anche delicatamente profumati di
miele.
Ottimo arbusto che a primavera
fiorisce di blu, giallo o rosso, e non
resiste al freddo, per cui la potete
spostare in casa durante l’inverno;
più sole riceve, più ricca sarà la sua
fioritura.
Ricordatevi anche che è velenosa,
quindi non vanno ingeriti né i suoi
semi né le sue foglie.
❀ Petunie e surfinie
❀ Plumbago auricolata
❀ Nasturzio Il periodo di fioritura delle petunie e
delle surfinie va da maggio a settembre. La petunia, che in particolare
nella varietà a fiore piccolo, la “Million Bells”, sarà un trionfo di colori
per il vostro balcone. Se posizionata su vasi o ciotole appese ricade in
grandi cascate fiorite. Attenzione: ha
bisogno di un luogo molto luminoso,
almeno sei ore al giorno; se è posta in
un luogo ombreggiato può dare scarse fioriture.
❀ Impatiens Chiamate anche fiori di vetro sono
piante perfette per chi ha poco tempo
e un pollice verde un po’… sbiadito.
Molto apprezzate per la bellezza e
l’abbondanza dei loro fiori ma anche
perché sono di facile coltivazione, di
rapido accrescimento e non soggette a malattie.
NASTURZIO
Conosciuto comunemente come
piombaggine, fiorisce da giugno a
ottobre inoltrato di un bellissimo
color blu cobalto. Ha tendenza ad
arrampicarsi quindi se ne possono
realizzare anche dei festoni o appoggiarla ad un tralicciato.
❀ Portulaca Non ha bisogno di molte annaffiature perché è una succulenta. E’ perfetta per chi non è troppo ‘capace’ con
le piante. A primavera sbocceranno
piccoli fiori a rosellina. E’ un’ottima
pianta tappezzante e molto resistente agli attacchi di parassiti.
❀ Thunbergia alata Varietà comunemente conosciuta
GERANIO come Susanna dagli occhi neri per
via del bottoncino scuro al centro
della sua corolla; dalla primavera
inoltrata fino ad ottobre produce trionfi di fiorellini gialli.
Altre varietà interessanti per il vostro balcone al sole possono essere queste: Angelonia, Brachycome iberidifolia, Bocca di leone,
Bracteantha, Convolvulus sabatius, Coreopsis, Cuphea hyssopifolia, Diascia, Dipladenia sanderi, Felicia amelloides, Margherita africana, Nicotiana, Pentas lanceolata, Sanvitalia, Scaevola, Tagete, Thymophylla tenuiloba, Verbena, Zinnia.
Uffici e laboratorio fitopatologico - Vicolo Torelli 7 - 21100 Varese Tel. 0332.287738 - [email protected]
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Il tuo floricoltore di fiducia
Il Parco Ponti
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Cedrus deodara
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ella “città giardino” com’era chiamata Varese nel secolo scorso, il Parco Ponti
e le sue Ville rappresentano un esempio emblematico della cultura “romantica”, del pensiero filosofico e dello spirito rivoluzionario che ha caratterizzato
l’Ottocento italiano.
La storia del Parco è complessa e articolata, parte da lontano con un impianto “all’italiana” creato da Leopold Pollach, per essere poi trasformato nel corso dell’Ottocento da Giuseppe Balzaretto, rinomato architetto di giardini, con la collaborazione
di Isidoro Spinelli, coadiuvati da Rudolph Weinhold, esperto botanico tedesco e da
una quantità di tecnici, artigiani e giardinieri.
Oggi, il percorso nel Parco, mostra ancora tutte quelle peculiarità che appartenevano alla “nuova” concezione del giardino romantico: la negazione di rigide impostazioni schematiche, l’abolizione di ogni simmetria e rigore nella distribuzione degli
elementi ornamentali che lo arredano, la riproduzione del parco-paesaggio all’inglese, il Landscape Gardening, fatto di ondulazioni, vialetti curvilinei e sinuosi, roccaglie e laghetti.
Gli elementi vegetali, alberi, arbusti e piante erbacee, nelle loro varietà di forma,
grandezza e colore portano a raggiungere particolari effetti emotivi: il piacere dell’inaspettato, lo stupore di un angolo fiorito, l’intimità di uno spazio nascosto e ombroso.
Il Parco Storico è un’opera d’arte vivente e come tale ha bisogno di essere conosciuto e
valorizzato per questo la creazione di un itinerario guidato che lo vede protagonista porta a una educazione al Bene Culturale, al concetto di bellezza e quindi al suo rispetto.
Cedrus deodara
A CURA DI IMMAGINA ARTE CULTURA EVENTI
Prunus laurocerasus
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Rhododendron calop
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E’ un’iniziativa promossa e sostenuta da:
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Il Parco Ponti aderisce
al progetto “100 Giardini
per Expo 2015” promosso
dalla società
Grandi Giardini Italiani
(www.grandigiardini.it)
organizzando visite
guidate su prenotazione
per gruppi
di 10-15 persone.
Segreteria Organizzativa:
Associazione Florovivaisti
Varesini.
Per informazioni
contattare:
[email protected]
Weigelia florida
soniana ‘Nidiformis’
Chamaecyparis law
Cedrus atlantica
‘Glauca pendula’
Tamarix gallica
Varese
Città Giardino
Potete inoltre visitare
le fioriture di:
✔ Parco di Villa Augusta
✔ Parco di Villa Baragiola
✔ Giardini di Palazzo
Estense e Parco di
Villa Mirabello
✔ Parco Mantegazza e Castello di Masnago
✔ Parco di Villa Mylius
✔ Parco di Villa Toeplitz
✔ Parco di Villa Menafoglio
Litta Panza
✔ Parco Villa Recalcati
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Il tuo floricoltore di fiducia
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Orto sul balcone: come ottimizza ici,
la scelta di posizione, di superf e
di dimensione e di coltivazion
Coltivare ortaggi su davanzali, balconi e terrazzi, è la nuova moda di molti italiani complici la crisi e il desiderio di salubrità. Ma per
avere successo nella coltivazione sul balcone bisogna utilizzare alcuni piccoli trucchi
che assicurano il risultato.
✖ La giusta posizione
Balconi e terrazzi baciati dal sole per gran
parte della giornata sono i più adatti alla
coltivazione: un’esposizione sud, sud-est o
sud-ovest, garantisce almeno 6 ore di sole
giornaliere durante la bella stagione permettendo di coltivarci tutti gli ortaggi. Se
invece si possiede esposizione est o ovest
con sole solo per 4 ore, potete coltivare
menta, prezzemolo, basilico, insalate da taglio, ravanelli e pomodori ciliegini. Con
esposizione nord, nord-est, nord-ovest e
con meno di 3 ore di sole, potete coltivare
unicamente menta e prezzemolo.
✖ La giusta superficie
Con solo uno o più davanzali, si consiglia
unicamente l’utilizzo di vasi con piante aromatiche di piccola taglia, come basilico,
impilabili con le tasche o contenitori monoblocco sempre tascati, in cui alloggia però
poco terriccio è possibile coltivare insalatine, ravanelli e aromatiche annuali.
Il rinvaso
delle
✖ La giusta coltivazione
In assoluto, le più semplici da coltivare sono
le aromatiche: facili da seguire, occupano
poco spazio e garantiscono quasi sempre il
risultato. Tra esse possiamo scegliere le perenni come menta, salvia, rosmarino, origano, santoreggia e timo. Le annuali come
prezzemolo, basilico, aneto, finocchio selvatico, maggiorana, peperoncino, ecc. Le predette richiedono tutte molto sole, tranne
menta e prezzemolo. Il diametro minimo del
vaso deve essere di 18 cm per una annuale e
22 per una perenne: queste ultime devono
vivere da single, mentre le annuali si possono consociare in una cassetta (min. 30 cm di
lunghezza per 3 piante). Aneto e finocchio
selvatico crescono molto in altezza (fino a
1,20 m) e sono inadatti al davanzale. Fra le
orticole ricordiamo tra le più semplici da
coltivare, le insalate da taglio, i ravanelli, le
carote nane, le fragole, i pomodori ciliegini
e i fagiolini nani. Le Phalaenopsis si
rinvasano in tre occasioni:
1. se il vaso è diventato eccessivamente piccolo rispetto alla pianta,
2. se la corteccia in cui è coltivata
si è degradata (col tempo si decompone e ogni 3 o 4 anni va sostituita – tenete presente che
quando acquistate una pianta fiorita la corteccia ha almeno un
anno e quindi dopo 2, massimo 3
anni va sostituita)
3. quando la pianta ha problemi,
ad esempio quando le radici sono
marce.
✖ La giusta dimensione
prezzemolo, timo, salvia, oppure cassette di
insalatine da taglio, baby-carote o ravanelli.
Il balcone può invece ospitare anche vasi
con aromatiche esuberanti come il rosmarino, l’aneto o il finocchio selvatico, e ortaggi
come pomodori, lattughe, fagiolini, sedano,
porri o fragole. Infine il terrazzo permette la
coltivazione di quasi tutte le piante orticole,
tra le quali ricordiamo: peperoni, melanzane, fagioli, zucchini, cetrioli, cavolfiori, cappucci, verze e perfino le patate. Praticamente gli unici ortaggi che assolutamente non
possono essere coltivati in contenitore sono
la zucca, il melone e l’arancia. Per moltiplicare lo spazio a disposizione, è possibile
realizzare, utilizzando appositi contenitori
specifici in vendita presso i garden center
dei nostri soci, orti verticali. Con sacche appese, cilindri multitasca, vasi a rettangolo
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Per alcune orticole aromatiche annuali, le
insalate da taglio, i ravanelli, le carote e i fagiolini, si suggerisce la semina diretta per la
facilità e velocità di sviluppo di ogni singola
piantina. Per tutte le altre specie, potete
scegliere numerose varietà tra le piantine
per il trapianto diretto: fatevi consigliare dal personale qualificato del vostro garden
center di fiducia. Le dimensioni minime di un
vaso che deve ospitare
una singola pianta tra
quelle elencate sono
di 24 cm di diametro e altrettanti di
profondità. Aromatiche annuali, insalate da taglio, ravanelli e carote nane sono coltivabili anche nelle
normali cassette per fiori da 20-30 cm di
lunghezza. Tutte le altre orticole, se coltivate in più esemplari in un solo contenitore,
devono avere almeno 60 x 20 x 20 cm oppure 60 x 60 x 40 (massimo 3 piante) di spazio.
I vasconi con dimensioni di 80-120 x 50-60 x
50-70 cm, simulano meglio la piena terra
dell’orto: a seconda della verdura coltivata,
ci possono stare da 3 a 6 piante. Per le fragole si consiglia l’utilizzo di contenitori cilindrici multitasca da appendere a un gancio,
ad un muro o ad un graticcio. Per le patate e
le rape è importante la profondità: almeno
45 cm, quindi in vasi di 60 cm e più di lato;
l’ideale sarebbe un tino, un mastello o una
vecchia botte, dove porre al massimo 3
piante.
Dr. Agr. Massimo Raimondi
Il periodo ideale per il rinvaso
delle Phalaenopsis è la tarda primavera, da metà maggio a metà
giugno, quando fa caldo e le giornate si allungano ancora.
Può capitare che sullo stelo si formino delle piantine conosciute
con il nome di keiki, significa
“bambini” (molte specie di orchidee producono keiki, è un sistema di riproduzione): quando le
radici del keiki saranno lunghe
almeno 1 cm si potranno staccare
e mettere in un piccolo vaso proporzionato alla piantina. Green C
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Le principali malattie
delle Phalaenopsis
Problemi più frequenti
Come le altre piante, anche le orchidee possono ammalarsi, avere problemi di vario genere e purtroppo possono anche morire.
Una buona regola è quella di osservare regolarmente
ed accuratamente le piante ed isolare le piante con segni di sofferenza per evitare di diffondere problemi e
“contagiare” le altre piante.
✿ “Le foglie diventano flosce come le orecchie
dei Cocker”
Le radici non pompano acqua, può essere per troppo
asciutto o troppo bagnato; se è per troppo asciutto basta bagnarle e, se non è troppo tardi, il problema si risolve. Se è per il troppo bagnato, le radici saranno marce e la pianta compromessa.
✿ Cocciniglia
La cocciniglia è uno dei problemi più frequenti nella
coltivazione delle Phalaenopsis; è di due tipi, la cocciniglia cotonosa (sembra un batuffolino di cotone) e la
cocciniglia mezzo grano di pepe. Le Phalaenopsis sono
tra le piante predilette da questi parassiti, si può disinfettarle con prodotti specifici; in casa, e se le piante
infette sono poche, è preferibile pulire accuratamente
con un bastoncino cotonato imbevuto d’alcool.
✿ Afidi
Se gli steli delle Phalaenopsis sono colpiti dagli afidi è
sufficiente spruzzare le parti colpite con un insetticida
specifico. In casa si può “lavarli” con una soluzione di
sapone di Marsiglia.
✿ Limacce
Sono piccole lumache senza guscio che fanno “scorpacciate” soprattutto di fiori e boccioli, ma fanno anche
artistici ricami sulle foglie. Per combatterle si possono
usare esche limacide, ma in casa è preferibile porre alla
sera un sottovaso riempito di birra vicino alla pianta:
le limacce ne sono ghiotte e la mattina le troverete nel
piattino.
✿ Batteriosi
Le foglie marciscono rapidamente e l’infezione si propaga a macchia d’olio, si riconosce dal cattivo odore
delle foglie. Togliete le foglie marce cercando di non far
cadere gocce di marciume sulla pianta, cospargete con
cannella in polvere il resto della pianta.
✿ Le piante non rifioriscono
Le piante pur essendo in buona salute non ne vogliono sapere di rifiorire. Generalmente è dovuto a condizioni ambientali non adatte, ad esempio troppo caldo o
eccessiva ombra possono inibire l’induzione a fiore, anche concimi con molto azoto
hanno questo effetto. Generalmente è sufficiente spostare le piante in posizione un
po’ più luminosa e un po’ più fresca di notte per vederle rifiorire.
Scarica lo speciale del nostro Laboratorio Fitopatologico sulle principali patologie
e cure fitosanitarie delle orchidee nell’area downloads al seguente link:
http://www.florovivaistivaresini.it/downloads/pubblicazioni-documenti/pubblicazioni-3
Dalie…
curiosita’ estive
Originarie del Messico e dell’America centrale le dalie erano già ben
note agli Aztechi che le coltivavano
verosimilmente per la decorazione
dei palazzi reali e dei luoghi sacri.
Le predette venivano
anche utilizzate anche come alimento,
come medicinale contro l’epilessia, come
repellente contro le
zanzare e inoltre i loro
grossi fusti cavi servivano come recipienti
per contenere l’acqua
durante le battute di
caccia.
Dai colori sgargianti
e dalle forme sempre
diverse ed esuberanti, i fiori delle dalie
quando si schiudono
sembrano come dei
piccoli fuochi d’artificio che illuminano
le aiuole, creando un
piacevole effetto cromatico che interrompe il verde continuo
della vegetazione.
I mesi primaverili
sono quelli più indicati per posizionare
dove più vi aggrada
i tuberi delle nuove
dalie. Questi daranno vita in poche settimane a delle piante
ben sviluppate che
sapranno allietarvi con la loro fioritura, che procederà senza sosta dai
primi giorni dell’estate fino ai freddi
dell’autunno successivo. Il genere Dahlia comprende piante
perenni dal portamento cespuglioso,
che presentano foglie di un bel colore
verde scuro, di forma pennata, anche
se l’attrattiva principale è costituita
dalle numerose infiorescenze. Spesso
le dalie sono divise in base all’altezza
che raggiunge la pianta adulta: si distinguono quindi le dalie da bordura
alta e quelle di piccole dimensioni;
entrambe possono essere coltivate per
adornare il giardino o come fiore da
recidere.
Le cultivar si distinguono anche dal
fiore: gigante, medio, piccolo o molto
piccolo. In giardino sono piante perfette per creare delle masse colorate,
in aiuole miste o anche da sole, nella
formazione di bordure o da coltivare
semplicemente in vaso.
Dr. Agr. Massimo Raimondi
Uffici e laboratorio fitopatologico - Vicolo Torelli 7 - 21100 Varese Tel. 0332.287738 - [email protected]
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Tanto
prezzemolo nell’orto?
Cocktail analcolico
a base di fiori
di ibisco selvatico
Dissetante e dal gusto particolare, questo cocktail analcolico a base di fiori d’ibisco selvatico è ottimo per le sere
estive. Il suo sapore rinfrescante stupirà piacevolmente.
Prepararlo è molto semplice, dal momento che servono
soltanto alcuni fiori di ibisco selvatico, della menta fresca
e dello zucchero di canna.
Ingredienti:
● 80 grammi di fiori di ibisco selvatico
● 1 mazzetto di menta fresca
● zucchero di canna
● acqua
● ghiaccio
Usatelo contro le
contusioni
Per far guarire pi
ù
ni, oltre ad appl rapidamente le piccole contus
icare immediata
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un aiuto arriva
direttamente da ente del ghiaccio,
ll’orto. Si tratta
prezzemolo, no
del
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tete applicare de per le sue proprietà calmanti.
Polle foglie di prez
rettamente sulla
zemolo tritate
disata oppure real parte interesizzare un infuso
che strofineret
e sull’ematoma
con l’aiuto di
un batuffolo di
cotone. Le nonn
e consigliavano
di far cuocere
nel vino le fogl
ie
di prezzemolo
prima di applic
arle
direttamente su
ll’ematoma.
Procedimento:
● Lavate i fiori di ibisco
selvatico sotto l’acqua
corrente. Metteteli in una
casseruola e fateli bollire
con due tazze d’acqua.
Togliete la casseruola dal
fuoco e aggiungete tre cucchiai di zucchero di canna,
due terzi delle foglie di menta e poi mettete in frigo a
raffreddare.
● In seguito aggiungete una tazza di acqua fredda, filtrate il tutto e servite in bicchieri alti con un po’ di ghiaccio
e la menta fresca rimanente.
Salsa piccante
o
di peperoncine
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habanero ora
Shu = gradi Scoville*
Classifica dei peperoncini piu’ piccanti
VARIETA'
TIPO DI PEPERONCINO
CLASSIFICAZIONE
GRADI
SCOVILLE
PROVENIENZA
1. TRINIDAD SCORPION
ROSSO E GIALLO
SUPER-HOT
1.200.000 Shu
Trinidad & Tobago
2. NAGA MORICH
SUPER-HOT
1.000.000 Shu
India
3. HABANERO CHOCOLATE,
ORANGE, RED, WHITE
VERY-HOT
350.000 Shu
Caraibi
4. FATALII
VERY-HOT
300.000 Shu
India
5. HOT LEMON
HOT
250.000 Shu
Thailandia
6. DIAVOLICCHIO CALABRESE, TABASCO E VIOLETTO O FUOCO NERO
HOT
50.000 Shu
Italia
7. CAYENNA CORTO,
CHUPETINO, JALAPENO E
FUOCO DELLA PRATERIA
HOT
20.000 Shu
Brasile
8. CUORICINO, NASO DEL
DIAVOLO E SI QUIERO
HOT
10.000 Shu
Italia
9. STROMBOLI, ETNA
HOT
8.000 Shu
Italia
10. TOPEPO, EUREKA,
CHIARA, COCCINELLA E
PICCANTE LUNGO
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Italia
…Come misurare la piccantezza
*La scala Scoville è la scala che misura la piccantezza di un peperoncino. I frutti
della piante di peperoncino contengono “capsicina”, un composto chimico
che stimola i recettori del caldo situati sulla lingua e che provocano la sensazione di “bruciore”. Il numero di unità di Scoville indica la
quantità di capsicina equivalente contenuta.
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● 2
1 cucchiaio di olio d’oliva si
ros
ri
do
mo
po
zzi ● 2
carote grandi, tagliate a pe cipolla gialla, tagliata
di
1/4
●
zzi
pe
a
i
liat
medi, tag
anero orange, tagliati
a strisce ● 3 peperoncini hab liati a metà ● 1 lime
, tag
a metà ● 3 spicchi d’aglio ai di aceto ● sale q.b.
chi
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2
●
o
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tega● Riscaldare l’olio in un
ProcEDIMENTO:giu
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me su fuoco dolce. Ag
circa. Aggiungere nel tecuocere per cinque minuti gli habaneros, l’aglio,
ri,
game la cipolla, i pomodo cere per circa venti micuo
e
e
un po’ d’acqua, il sal
ciar
nuti. Togliere dal fuoco, las com
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nposto nel frullatore. Aggiu ,
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frullare. Si può aggiunger
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HANNO COLLABORATO
Coordinamento: Giancarlo Bernasconi
Testi: Massimo Raimondi, Elisa Vanoni, Valerio Pasi
Redazione: Carlo Galbiati, Luca Colombo, Elisa Vanoni
Realizzazione grafica: Graffiti Comunicazione d’Impresa
Fotografie: Massimo Raimondi, Elisa Vanoni, Elena Mariani,
Maddalena Bernasconi, Archivio Associazione Produttori
Florovivaisti della Provincia di Varese, Mario Foto