Il Giornale dei Pensionati della “Ca’ de Sass” Anno 44°, numero 113, giugno 2014 Associazione Pensionati CARIPLO e Banca Intesa Aderente alla FAP Credito Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale – 70% DCB Milano La sorpresa Nei giorni a cavallo fra maggio e giugno i nostri centralini sono stati subissati di chiamate di nostri iscritti che percepiscono la pensione integrativa dal Fondo Pensioni, i quali avevano scoperto che l’accredito relativo al mese di maggio era superiore a quello dei mesi precedenti. Che cosa era successo? Era successo che, dopo qualche anno, è stata data applicazione all’art. 44 dello statuto del Fondo Pensioni. Tale articolo, in presenza delle disponibilità di bilancio, prevede un’erogazione una tantum nella misura determinata dal Consiglio di Amministrazione, il quale, il 16 maggio scorso, in sede di approvazione del bilancio dell’esercizio 2013, ha deciso in tal senso. L’iter per giungere a tale positiva decisione non è stato semplice e nemmeno privo di contrasti, soprattutto con la componente aziendale del Consiglio. Se si è giunti all’accordo lo si deve, da un lato, all’impegno, alla determinazione e alla caparbietà dei nostri rappresentanti, Rag. Giorgio Sacchi e Dr Aurelio Pellegrini, ai quali va la nostra più profonda gratitudine. Dall’altro lato, è stato determinante, per assolvere la condizione imposta dal Fondo, il fatto che i pensionati che a suo a pagina 2 Realismo e consapevolezza Finalmente! Dopo aver assistito per anni ad assemblee inquinate da disturbatori di scuole di pensiero diverse (ai quali, comunque, è sempre stato riconosciuto il diritto di parola), il 22 maggio, in un clima sereno ma non rassegnato, 138 soci (presenti per delega erano 181) hanno seguito con grande attenzione le relazioni del Presidente Catenaccio, del Consigliere del Fondo Pensioni Sacchi e del Revisore dei conti Acerbi, impeccabilmente coordinate dal Presidente dell’assemblea Pietro Locatelli. Gli interventi integrali sono nelle pagine seguenti e quindi anche i non presenti potranno notare come le relazioni fossero improntate a un profondo realismo, che non lascia dubbi sulla situazione dei pensionati ex Cariplo, costretti a subire decisioni prese a loro danno dalle fonti istitutive. Decisioni che a turno hanno riguardato le pensioni integrative e la sempre più penalizzante normativa del Fondo Sanitario Integrativo e che hanno anche danneggiato la nostra Associazione sul piano operativo IN QUESTO NUMERO: Realismo e consapevolezza La relazione del Presidente Il Fondo Pensioni nel 2013 Gita sociale 2014 Notizie in breve (vedi le motivazioni della ritardata e faticosa riscossione delle quote). In questo quadro desolante, l’unico dato positivo, dopo tanti anni, è la notizia della liquidazione di una cifra una tantum sulle pensioni integrative, frutto di un accordo con il Fondo Pensioni che ha comportato la rinuncia all’ormai compromessa e annosa causa del VAP. Alla concretezza delle relazioni ha fatto riscontro la consapevolezza, da parte dell’uditorio, che i loro rappresentanti hanno fatto quanto era possibile – agendo purtroppo in evidenti condizioni di inferiorità giuridica - per contrapporsi allo strapotere delle citate fonti istitutive. A tutti è parso chiaro che ci si trova ormai di fronte a un muro invalicabile. L’unica possibilità, per il futuro, è una unità di intenti da parte di tutte le associazioni dei pensionati provenienti dal settore creditizio; pensionati che per l’opinione pubblica sono sempre considerati dei privilegiati anche se, va detto, essi sono provvisti comunque di una base economica a differenza di chi invece ne è totalmente privo. In ogni caso, solo facendo fronte comune per contrastare questo atteggiamento di preclusione, inaccettabile sia sul piano giuridico-legale sia su quello della equità sociale, si potranno ottenere risultati apprezzabili. BUONE VACANZE A Assemblea anno 44°, numero 113, giugno 2014 Assemblea ordinaria 2014 La relazione del Presidente Catenaccio Mi è oltremodo gradito dare inizio a questo incontro porgendo a tutti voi, che anche quest’anno avete voluto partecipare numerosi al nostro consueto raduno annuale, il mio più cordiale saluto e quello dell’intero Consiglio Direttivo della nostra Associazione. Prima di discutere gli argomenti all’ordine del giorno, in particolare quelli relativi al Fondo Pensioni e al Fondo Sanitario, vorrei affrontare le problematiche connesse agli aspetti di carattere economico-finanziario riguardanti l’Associazione, riassunti nel prospetto di bilancio allegato all’avviso di convocazione dell’odierna assemblea. Sotto tale profilo il 2013 è stato un anno piuttosto travagliato, perché sulle sue risultanze ha profondamente inciso il mutamento dei criteri di incasso delle quote associative, soprattutto riguardo a quelle che, fino al 31 di- cembre 2012, il Fondo tratteneva a coloro ai quali erogava l’intera pensione. Nonostante che il suo Consiglio Direttivo avesse assunto una delibera che perpetuava la trattenuta per chi riceve la pensione integrativa, il Fondo è stato costretto dall’Azienda a non darvi corso con motivazioni prive di qualsiasi plausibile giustificazione e frutto soltanto dell’arrogante, sistematico comportamento riconducibile al consueto detto “voglio, comando, posso”. Ciò, con buona pace di qualsiasi tipo di legalità e rispetto per le decisioni di un ente autonomo come è il Fondo Pensioni, che non fa parte del Gruppo Intesa Sanpaolo, e con la più evidente mortificazione delle decisioni del Consiglio e dei suoi componenti. Il pregiudizio sofferto dall’Associazione è reso evidente dalle risultanze del bilancio, che presen- Ulderico Acerbi legge la relazione dei Revisori dei conti. tano un disavanzo di oltre 33.000 Euro, dovuto al fatto che, come riportato nell’ultimo numero del nostro Giornale, circa 1.300 aderenti non avevano ancora sottoscritto e reso il modello SEPA per l’addebito in conto del contributo associativo, al quale siamo stati costretti a ricorrere per tutti gli iscritti e non solo per quelli che hanno percepito il cosiddetto “zainetto”. Questo innegabile pregiudizio non ha tuttavia scalfito la stabilità dell’Associazione sotto il profilo economico-finanziario; infatti, il Fondo di riserva, che alla fine del 2012 era di Euro 368.352,33, pur leggermente ridotto, al termine dello scorso esercizio, a Euro 357.198,55, ci consente di affrontare il futuro con una certa tranquillità, fatto presente che risultano ancora a bilancio Euro 32.698 a Fondo spese legali, che speriamo di destinare presto, almeno in parte, ad incrementare le riserve. Altrettanto equilibrate possono ritenersi le spese, anche se su di esse incidono in maniera molto rilevante gli oneri derivanti dal canone di locazione della sede, che ha ormai superato i 38.000 Euro in ragione d’anno. Una parte contenuta delle risorse, comunque, dovrà essere impiegata per l’adeguamento degli strumenti, informatici e no, ormai obsoleti rispetto alle esigenze dei nostro uffici. segue da pagina 1 tempo avevano proposto ricorso per Cassazione contro la sentenza della Corte d’Appello di Brescia che li aveva visti soccombenti per la terza volta sulla questione VAP, hanno, unitamente agli eredi dei ricorrenti 2 nel frattempo deceduti, rinunciato a portare avanti il ricorso, anche per le assai scarse probabilità di successo. Ci sarebbe piaciuto dare per tempo la lieta novella agli interessati, ma il brevissimo intervallo fra i due eventi (delibera del CdA del Fondo e accredito della pensione) non ha permesso una tempestiva comunicazione agli interessati, che, riteniamo, avranno comunque gradito la sorpresa. anno 44°, numero 113, giugno 2014 Funzione, stato e attività dell’Associazione Prima di addentrarmi nell’analisi dell’attività svolta nello scorso esercizio, voglio anche quest’anno richiamare brevemente la vostra attenzione in ordine alla situazione generale del Paese. La condizione critica, se non drammatica, in cui versano migliaia di famiglie a causa della persistente disoccupazione che, soprattutto a livello giovanile, ha raggiunto livelli intollerabili, tocca direttamente anche i pensionati – e gli anziani in genere – inevitabilmente coinvolti dalla diffusa precarietà. Al riguardo sorge spontanea una domanda, alla quale non è possibile non dare risposta: la classe politica, gli esponenti dell’area economica e finanziaria e, in definitiva, chi governa a vario titolo le sorti del Paese, hanno consapevolezza dell’effettiva condizione dell’anziano e, in generale, delle fasce deboli della popolazione? Qualche dubbio sovviene. Eppure va rammentato che in Italia i pensionati sono oltre 16 milioni, quasi un quarto della popolazione, dei quali il 70% è costituito da uomini e donne con età superiore a 65 anni. Ovviamente, con l’avvento della riforma Fornero, il numero tenderà, nel lungo periodo, ad aumentare per effetto dello slittamento dell’età pensionabile, con evidente incremento, mantenendo questo trend, anche delle problematiche connesse. Accanto a questo dato, esclusivamente di carattere demografico, ne va considerato un altro di ben diversa e di più concreta composizione: secondo il dato ISTAT riferito al 2011 e, quindi, tendenzialmente destinato ad aumentare, stante la condizione generale che si è costretti a vivere, oltre il 40% dei pensionati over 65 percepisce meno di 1.000 Euro al mese di pensione, senza tralasciare di ricordare che la forbice fra ricchi e poveri va sempre più allargandosi, al punto che si può dire ormai superata la classificazione in “classe media” di una certa parte della popolazione, alla quale, in linea di massima, per il momento ancora, appartengono i pensionati della galassia credito. In ogni caso, la categoria dei pensionati – in particolare la nostra – sempre più raramente viene presa in considerazione, dato che l’attenzione è rivolta alle problematiche di chi è ritirato dal lavoro o di chi, come gli esodati, è ancora fra color che sono sospesi, non percependo tuttora né l’assegno di solidarietà, né la pensione. Nemmeno si può dire che i provvedimenti legislativi succedutisi in questo anno abbiano tenuto nel debito conto la condizione in cui versa la maggioranza dei pensionati: l’ennesimo blocco della perequazione, divenuto ormai una costante a dispetto della pronuncia della Corte Costituzionale che lo aveva ritenuto legittimo solo in quanto non continuativo, ne è la prova evidente. D’altro canto, nessun aiuto è venuto dalla parte sindacale, che pretende di avere il diritto di tute- A Assemblea la anche nei nostri confronti, nel presupposto, per taluni aspetti corretto, che comunque i pensionati sono provvisti di una base economica a differenza di chi, invece, ne è totalmente privo o rischia di esserlo per una disoccupazione incombente; sulla base di tale assunto mette in secondo piano i problemi, pur talvolta gravi, della nostra categoria. Sotto questo profilo, per restare nel nostro ambito particolare, il disagio e la necessità di una tutela autonoma sono resi evidenti anche dal fatto che con sempre maggiore frequenza si è costretti a instaurare veri e propri contenziosi per vedersi riconoscere non già le aspettative ma i diritti stessi, troppo spesso lesi da atteggiamenti e decisioni arroganti e dispotici, e tanto più odiosi perché rivenienti dal corrente pensiero che ci si può fare forti con i deboli o presunti tali. In un siffatto contesto, appare sempre più importante la funzione della nostra Associazione, il cui fine mai come oggi assume fondamentale importanza per supportare le esigenze degli iscritti o per coglierle e individuarle in via preventiva, offrendo agli aderenti quella assistenza e quei servizi che molto spesso si traducono anche Un momento dell’assemblea. 3 A Assemblea in vantaggio economico. È chiaro, peraltro, che possiamo contare solo sulle nostre forze, costituite, da un lato, dalla capacità di essere propositivi e, dall’altro, dal numero degli aderenti. Al riguardo, la nostra Associazione soffre l’impossibilità di farsi conoscere e apprezzare dai nuovi ritirati dal lavoro anche per il persistente ostracismo impostoci dall’Azienda, che rifiuta ogni tipo di collaborazione, compresa quella, nel rispetto della privacy, di chiedere a chi va in esodo o in pensione, l’autorizzazione a fornirci il nominativo, condizione indispensabile per stabilire un contatto, informarli della nostra esistenza, dell’attività che svolgiamo e dei servizi che offriamo. Allo stato, dunque, gli iscritti che hanno versato la quota associativa ammontano a circa 3.500, con un decremento di circa 1.300 soci rispetto al 2012, decremento dovuto principalmente, come accennato all’inizio, all’atteggiamento dell’Azienda che ha imposto al Fondo Pensioni di non trattenere la quota sulla pensione integrativa, nonostante la decisione assunta dal Consiglio del Fondo medesimo. Eppure, l’utilità dell’Associazione è dimostrata dal fatto che, durante lo scorso anno, 624 nostri iscritti si sono avvalsi dei servizi di assistenza e consulenza offerti e prestati gratuitamente, con un costante incremento rispetto agli anni precedenti (494 nel 2011, 566 nel 2012). A questo proposito, il Consiglio Direttivo, nell’intento di estendere le consulenze anche a chi per vari motivi non frequenta la sede, ha allo studio la possibilità di utilizzare a tal fine il sito, con la formulazione on line di domande a cui sarà data risposta. Un capitolo a parte merita l’assistenza di carattere fiscale, in parti- 4 anno 44°, numero 113, giugno 2014 colare per la compilazione del modello 730, consulenza della quale, nel 2013, si sono avvalsi 192 nostri aderenti. A decorrere dal 2014 la nostra Associazione ha stipulato, con un CAF avente sede a Roma (Tutela Fiscale S.r.l.), una convenzione in base alla quale i nostri collaboratori del settore (siamo giunti a sette, ma non bastano), agendo per conto del citato CAF, ne assumono attività e compiti, predisponendo le denuncie, ovvero ricevendo quelle pre-compilate e provvedendo alla diretta trasmissione agli Uffici del summenzionato CAF. In altri termini, agiscono come un vero e proprio CAF. Nella convenzione è stata prevista anche una delega per la verifica e la compilazione dei modelli ISEE e per la raccolta dei documenti ai fini della riscossione della pensione per i nuovi ritirati dal lavoro, documenti da inoltrare al Patronato curato dal citato ente di Roma. Inoltre, anche quest’anno è operativa la convenzione con l’MCL di Pavia per la compilazione del mod. 730 per i nostri iscritti di quella provincia, grazie, ancora una volta, alla fattiva collaborazione di chi guida con impegno e profitto quel Gruppo, assai numeroso e partecipativo. Infine, voglio esprimere un particolare elogio a chi svolge l’attività d’ufficio che, oltre all’amministrazione corrente, comprende anche la cura delle esigenze dei soci derivanti dal ricorso alle prestazioni fornite dal Fondo Sanitario: in proposito, nel corso del 2013 è stata data evasione a 1.486 domande di rimborso mediante verifica e spedizione della documentazione, nonché a circa 300 domande di consulenza telefonica e di presenza. Ai signori Manara e Tiritiello va il nostro ringraziamento per la soler- te e competente attività prestata, e al Segretario, signor Passaglia, la gratitudine per la costante sequela dell’attività di Segreteria. Un particolare ringraziamento e un elogio vanno riservati al consigliere Ermanno Cavagnera per la grande disponibilità e competenza che offre per la redazione del giornale e la cura del sito internet dell’Associazione e al socio Alberto Locatelli per tutti i suoi interventi di grafica. Non mi addentro oltre nelle altre attività e negli altri servizi resi dai nostri consulenti, attività e servizi resi possibili grazie alla permanente collaborazione dei volontari, la cui professionalità e competenza sono costantemente sperimentate ed apprezzate. Ricordo infine che nel mese di novembre 2013 si sono svolte assemblee, con lusinghiera partecipazione, nelle province di Bergamo, Brescia, Como, Cremona, Lecco, Lodi, Novara, Pavia, Sondrio, Varese e Verbania. Ai referenti delle citate province e al Vice Presidente, Rag. Ardore, che li coordina, va il nostro ringraziamento per la collaborazione ricevuta nell’organizzare le riunioni, collaborazione che ha consentito di avere un contatto diretto con la cosiddetta periferia, con l’impegno di perpetuare tale lusinghiera esperienza. Concludo, richiamando alla vostra memoria due persone che hanno contribuito grandemente alla crescita della nostra Associazione e che ci hanno lasciato nel corso del 2013: Agostino Colace e Everardo Schiavi, i quali, chi per un verso, chi per un altro, hanno lavorato con noi perché si accrescesse e consolidasse sempre più la coesione fra chi persegue ed apprezza i medesimi obiettivi di solidarietà e di condivisione di comuni ideali nei quali essi hanno creduto. Giovanni F. Catenaccio anno 44°, numero 113, giugno 2014 F Fondo Pensioni Il Fondo Pensioni nel 2013 Per il secondo anno consecutivo il favorevole andamento dei mercati finanziari ha consentito di ottenere risultati globalmente molto soddisfacenti; l’ulteriore restringimento dello spread e il positivo trend dei mercati azionari hanno assicurato, anche in costanza di una rigorosa politica prudenziale, una redditività elevata dell’intero patrimonio nonostante la perdurante forte crisi del settore immobiliare, i cui risultati, nell’anno in esame, appaiono inconsistenti. Sul settore immobiliare è opportuno fare alcune osservazioni: le vendite delle unità poste sul mercato procedono molto lentamente e aumenta costantemente il livello dello sfitto, che oltre a non generare reddito è fonte di costi inevitabili (imposte e tasse, spese generali e condominiali, manutenzioni ecc.). Negli ultimi dieci anni, inoltre, si è accumulata una serie di unità piccole e grandi invendute che, con la crisi degli ultimi anni, raggiunge ormai una sommatoria che può diventare preoccupante. Quali Consiglieri eletti dai pensionati abbiamo ripetutamente portato all’attenzione del CdA la necessità di analizzare in modo approfondito tutte le eventualità che possano consentire la dismissione dell’invenduto endemico, modificando, se necessario, i criteri a suo tempo fissati per la dismissione degli immobili; criteri che sono senz’altro risultati validi per il passato, ma che non sembrano più realistici permanendo la crisi del settore. Sino a oggi abbiamo ottenuto solo vaghe promesse, ma non si è ancora fatto nulla. In merito teniamo a rimarcare che non si può certo basarsi solo sui risultati estremamente favorevoli del comparto finanziario che non potranno essere sempre positivi. Ricordiamo come gli immobili rappresentino circa il 40% del patrimonio del Fondo. Il passato abbastanza recente evidenzia fondi previdenziali che, pur in possesso di un patrimonio immobiliare capiente, sono finiti in default per mancanza di reddito e quindi dei mezzi indispensabili per erogare le prestazioni previdenziali. Non vorremmo diffondere pericolosi allarmismi in quanto la situazione complessivamente è ancora molto solida, ma il problema deve essere affrontato. Anche per il 2013 un qualificato collegio di attuari, avvalendosi delle specifiche competenze del personale del Fondo, ha redatto il bilancio tecnico utilizzando i consueti parametri largamente prudenziali e mantenendo invariato al Punto 5 dell’ordine del giorno – Fondo Sanitario Integrativo Trattando questo argomento, il Presidente, a proposito del rinnovo delle cariche elettive presso il Fondo Sanitario Integrativo e con riferimento al fatto che alcuni pensionati si presentano sotto l’egida di sigle sindacali, ha rammentato che proprio tali sigle, in unione con l’azienda e nelle loro qualità di “fonti istitutive”, sono artefici di norme che penalizzano pesantemente i pensionati, alcune rivenienti dalle recenti modifiche del regolamento, altre derivate da previsioni statutarie. A tale proposito ha ricordato che: - la modifica dell’art. 9 dello statuto ha comportato che i superstiti intenzionati a rimanere iscritti al Fondo Sanitario, fermo restando che devono farne espressa richiesta, sono tenuti a versare il contributo non già sulla pensione che percepiscono, ma su quella che veniva liquidata al loro dante causa; - a seguito dell’aumento del contributo a carico degli aggregati, chi intendesse revocare l’iscrizione solo per loro non può farlo, perché l’art. 7, comma 2, dello statuto prevede che l’iscrizione dell’aggregato viene meno solo ove receda anche l’iscritto diretto; - sempre a termini di statuto, in caso di morte dell’iscritto nel corso del mese, il contributo è addebitato per l’intero mese. Tuttavia, poiché, sempre per statuto, a far tempo dalla data di morte viene meno automaticamente l’iscrizione, le prestazioni successive di cui gli aggregati dovessero avvalersi nello stesso mese non vengono riconosciute. Sono vessazioni che, considerata la fonte, devono indurre a votare i nostri candidati per cercare almeno di far sentire la nostra voce. In caso contrario, chi si presenta sponsorizzato dal sindacato, a questo dovrà sempre e comunque rispondere, con i risultati che conosciamo. 5 F Fondo Pensioni 4% il tasso di rendimento. Il patrimonio necessario emerso risulta di 710 milioni di Euro contro una risultanza di bilancio di 770 milioni. Appare evidente come il risultato sia ampiamente capiente in quanto anche dopo aver accantonato una percentuale pari al 5% circa del patrimonio prevista da un Decreto Ministeriale (4%) e dello statuto (1%) residuano in eccesso circa 20 milioni di Euro. Vogliamo ora segnalare un evento che riteniamo per noi positivo: nelle retribuzioni integrative del mese di maggio troveremo un accredito pari a circa il 2,70% delle retribuzioni riferentesi all’anno 2012 derivante dall’applicazione dell’art. 44 dello statuto, che prevede come gli eventuali avanzi economici in eccesso a quanto stabilito dagli attuari maggiorato dalle ulteriori riserve prudenziali previste, possano essere utilizzati per compensare la mancata corresponsione da parte dell’AGO di quanto stabilito dall’Istat per l’indicizzazione delle pensioni (tale percentuale per il 2012 è stata fissata al 2,70%), mentre un ulteriore avanzo dovrà essere girato alla Sezione II. Nel caso specifico, mentre la somma che sarà accreditata ai pensionati è di circa 4,9 milioni di Euro, quella passata alla Sezione degli attivi ammonta a circa 9,8 milioni di Euro, il tutto dopo avere accantonato a riserve oltre 35 milioni di Euro. Per l’anno 2012, in accordo con i vertici della nostra Associazione, abbiamo ritenuto opportuno chiedere l’applicazione di quanto consentito dallo anno 44°, numero 113, giugno 2014 statuto perché, a seguito del blocco pressoché totale dell’indicizzazione delle pensioni deciso dal governo, la somma a noi destinata risultava di un certo rilievo. La cosa veramente incredibile sulla quale intendiamo informarvi è che, per ottenere l’accredito del parziale recupero dell’inflazione, utilizzando circa il 10% di fondi nostri eccedenti le riserve matematiche stabilite, abbiamo dovuto superare un’opposizione incredibile da parte dei rappresentanti dell’Azienda. Sono state necessarie cinque riunioni del CdA, di cui una sospesa a causa del venir meno del numero legale dopo l’abbandono della seduta da parte di tre consiglieri nominati da Intesa Sanpaolo e una seconda annullata per la defezione programmata dei medesimi. Alla fine, anche perché il protrarsi della rottura avrebbe potuto avere ricadute non auspicabili per l’intero Fondo, abbiamo faticosamente raggiunto un accordo con cui si è stabilito che l’erogazione sarebbe avvenuta solo dopo aver constatato che anche le risultanze del bilancio 2013 avessero confermato il trend positivo dei risultati. Ovviamente, per consentire l’applicazione dell’art. 44 abbiamo dovuto interrompere il corso dell’annosa causa sul VAP che ci aveva visto già perdenti per tre volte e che ristagnava in Cassazione più che altro per motivi formali con possibilità di vittoria praticamente inesistenti. In merito a detta causa teniamo a evidenziare come essa sia comunque servita a non applicare l’art. 44 dello statuto per molti anni (anni in cui l’AGO riconosceva quasi interamente l’indicizzazione stabilita), impedendo così il trasferimento di somme ingenti alla Sezione II. Quanto sopra conferma come diventi sempre più arrogante il comportamento di coloro che sono stati inseriti dall’Azienda nel CdA del Fondo con la mission di fare quello che vogliono con i nostri soldi. Anche il bilancio 2013, come anticipato, presenta un consistente avanzo; l’indicizzazione prevista dall’Istat per detto anno (circa il 3%), in caso di applicazione dell’art. 44 così come è stato redatto, comporterebbe l’erogazione al nostro ceto di circa 5 milioni di euro e il contestuale trasferimento alla Sezione degli attivi di circa 15 milioni di Euro. La cosa, a nostro avviso, è improponibile: ci riserviamo comunque di verificare se esistano soluzioni più equilibrate. Teniamo comunque a rassicurare che, nonostante il sempre maggior peso esercitato da persone che con il nostro Fondo nulla hanno a che vedere, la situazione economico-finanziaria appare ancora tranquillizzante. Spiace constatare come la componente dei Consiglieri del Fondo eletta tra gli attivi sia, ormai da parecchi mesi, dilaniata da dissapori interni che non paiono placarsi e che non giovano certamente a tutti gli iscritti. Ancora una volta, infine, vogliamo ricordare la professionalità e la dedizione dei Cariplini superstiti che operano nel Fondo Pensioni. Giorgio Sacchi – Aurelio Pellegrini Hanno collaborato a questo numero: Giovanni F. Catenaccio, Ermanno Cavagnera, Giorgio Cavallari, Gianfranco Chiappa, Aurelio Pellegrini, Giorgio Sacchi. Foto: E. Cavagnera (p. 1 – veduta di Praga), Giovanni Mazzamuto (pp. 2 e 3), Giorgio Cavallari (p. 9), Gianfranco Chiappa (p. 11) 6 anno 44°, numero 113, giugno 2014 G Gita sociale Gita sociale 2014 La Rocca di Soragna e Busseto Fra i complessi monumentali del Parmense merita una particolare citazione la poderosa Rocca di Soragna, edificata nel 1385 dai marchesi Bonifacio e Antonio Lupi. Col passare del tempo il castello subì diverse trasformazioni fino a diventare, nel Seicento, una sfarzosa residenza principesca. La rocca, che custodisce numerose opere d‘arte e preziose testimonianze del passato, è sempre rimasta di proprietà della famiglia Meli Lupi. Dopo l‘intervallo per il pranzo, che avrà luogo nelle vicinanze del castello, la comitiva si trasferirà a Busseto, per una visita guidata nei luoghi verdiani. La partenza è prevista verso le 18, per poter rientrare alla base di Milano attorno alle 20.30. La gita avrà luogo sabato 4 ottobre 2014. La Segreteria dell’Associazione fornirà agli interessati il programma dettagliato della giornata e i moduli di iscrizione a partire dal 24 giugno. L’elegante facciata della Rocca di Soragna (per gentile concessione della Proprietà). Alla ricerca del … collega perduto Lo scorso mese di febbraio Facebook, il social network (servizio di rete sociale) più conosciuto e diffuso nel mondo, ha compiuto dieci anni di vita. Il sito, fondato a Harvard da Mark Zuckerberg e da alcuni suoi compagni di università, era inizialmente riservato agli studenti di quell’ateneo, ma in breve tempo fu esteso dapprima ad altri ambienti scolastici poi a chiunque dichiarasse di avere più di tredici anni. Il nome “Facebook” prendeva spunto da un elenco con nome e foto degli studenti che alcune università degli Stati Uniti distribuiscono all’inizio dell’anno accademico per favorire la socializzazione dei nuovi iscritti. Questo servizio di rete sociale si è ben presto diffuso nel mondo, soprattutto al di fuori del mondo della scuola, anche se i principali utilizzatori sono ovviamente i giovani. Comunque, anche molti nostri iscritti, più o meno “giovani”, hanno un loro profilo su facebook e lo aggiornano quotidianamente. Qualche tempo fa il socio Giorgio Cruciani ci ha sottoposto un’idea per il nostro Giornale, che rimane per la gran parte degli iscritti il solo strumento per avere notizie (spesso, purtroppo, non le migliori) di colleghi e amici di cui si era persa traccia dopo il loro pensionamento. La proposta consiste nel dedicare uno spazio del nostro periodico in cui riportare i dati di coloro che avrebbero piacere di ristabilire un contatto con i colleghi con cui hanno lavorato. Gli interessati dovranno comunicare alla redazione nome e recapito di posta elettronica oltre a sintetiche informazioni (due o tre righe al massimo) sui loro luoghi di lavoro (filiali o servizi); se lo ritengono, possono anche comunicare indirizzo e numero di telefono. La proposta ci è parsa condivisibile e quindi ogni numero del Giornale, se vi saranno segnalazioni, ospiterà un elenco di “ricercatori”. Ovviamente l’Associazione si limiterà esclusivamente alla pubblicazione del nome e dei dati dei richiedenti e non si assume alcuna responsabilità per questioni che, a qualsiasi titolo, in relazione agli annunci, dovessero sorgere fra le parti interessate. Giorgio Cruciani - Milano, indirizzo e-mail: [email protected], cell. 335 5459368, in servizio dal 1963 al 1996 presso Cassa Centrale, Servizo Fidi, Amministrazione Immobili e Ag. Bonola. 7 C Cariplo anno 44°, numero 113, giugno 2014 Il contributo della Fondazione Cariplo Come i nostri associati hanno avuto modo di constatare, l’esercizio 2013 ha prodotto un disavanzo di oltre 33.000 Euro, le cui cause sono evidenziate nella relazione tenuta dal Presidente nel corso della riunione assembleare del 22 maggio scorso, qui integralmente riportata. Ciò ha indotto l’avv. Catenaccio a rivolgersi al Presidente della Fondazione Cariplo, avv. Guzzetti, al quale, facendo presenti le ragioni della contingenza venutasi a creare, ha chiesto se fosse possibile ottenere un contributo della Fondazione medesima che consentisse di superare, almeno in parte, tale contingenza, onde permettere di continuare senza disagio e con la necessaria tranquillità, in attesa di assumere le decisioni opportune per il superamento della situazione in questione, l’apprezzata attività della nostra Associazione. La richiesta ha avuto un esito positivo e, proprio recentemente, è pervenuta la comunicazione della disponibilità della Fondazione Cariplo ad erogare un contributo a titolo di patrocinio dell’importo di Euro 5.000. Consapevoli che il Regolamento per le erogazioni vigente in Fondazione Cariplo non permette interventi di maggior rilievo, formuliamo all’avv. Guzzetti i nostri più sentiti ringraziamenti per l’interessamento e alla Fondazione Cariplo per aver aderito alle nostre istanze. Cariplo 1973 – 1992 Ricordiamo che sono disponibili, fino a esaurimento delle giacenze, alcune decine di copie di Cariplo 1973–1992. Venti anni di una grande istituzione bancaria, di cui abbiamo dato notizia nei due precedenti numeri del Giornale. Il costo è di 15 Euro per chi ritira il volume presso la nostra Segreteria e di 17 Euro (2 Euro di concorso spese di spedizione) per chi desidera riceverlo a casa. Gli interessati sono invitati a segnalare il proprio nome per telefono o via mail e saranno successivamente contattati per concordare le modalità di consegna. Segnaliamo comunque che il libro è stato pubblicato dalla casa editrice Morcelliana di Brescia e pertanto è reperibile presso tutte le librerie. MERCATINO IMMOBILIARE L’Associazione non assume alcuna responsabilità per le questioni che a qualsiasi titolo, in relazione agli annunci, dovessero sorgere fra le parti interessate. BESANA BRIANZA (MB) – Via Besana 1 Vendesi in nucleo storico antico particolare porzione casa terra-tetto, 220 mq su tre piani + cortile interno e rustico, travi originali, doppio ingresso. In buona fase ristrutturazione, piano terra separato e abitabile. Tutto divisibile in 3 unità. € 250.000 Lecis Antonio – cell. 347 468 12 95 MILANO – Via Santa Sofia ang. corso di Porta Romana Affittasi o vendesi posto auto in autosilo. Prezzi molto interessanti. Bolognini Umberto – Tel. 02 73 80 839 / cell. 338 657 03 69 SPIRANO (BG) Vendesi prestigioso recupero di cascina bergamasca. Abitazione di mq 160 su due piani con mq 400 di giardino e n. 2 posti auto. € 230.000 Maridati Marco – cell. 339 11 34 125 8 M Montagna anno 44°, numero 113, giugno 2014 La Montagna chiama! Quest'anno festeggiamo oltre un terzo di secolo per frequenza estiva a La Thuile in Valle d'Aosta. La Thuile è dominata, sopra La Joux, dal ghiacciaio del Rutor (3.500 metri la vetta): se ne vede solo la metà, quella accostata alla piramide rocciosa del Grand Assaly, ma in effetti è molto più vasto e, si dice, per superficie totale, il più esteso della valle. Quella è montagna con la M maiuscola. Quante escursioni a rifugi in alta quota, quando le ginocchia erano buone. Adesso, logorate dal tempo, ci limitano nelle scarpinate. Ma vorrei ora tornare a un caro ricordo di parecchi anni fa. Erano gli anni che con noi trascorreva un po' di vacanze Alessandro, un nostro nipote, allora tredicenne. Sentivamo lodare la bellezza di una ascensione alla vetta e così contattammo una guida alpina, Gino Jacquemod, che conoscevamo anche per le sue numerose salite al Monte Bianco (all'attivo aveva anche un paio di 8.000). Pronti … via (avevamo già nelle gambe due settimane di sentieri impervi, e dire impervi è riduttivo): il pomeriggio precedente il giorno del Rutor, Alex ed io alle 15 ci incamminammo per il rifugio Defeis (2.500 metri) dove arrivammo, tranquilli, dopo circa 2 ore. Alle ore 18 arrivò anche Gino e insieme cenammo prima di coricarci per qualche ora di sonno. Ricordo che nella piccola camera del rifugio con letti a castello da una piccola finestra entrava la luce di una luna piena che più piena non si poteva. Il ghiacciaio ne era illuminato e Alex (il sonno non ci prendeva forse anche per l'emo- zione) mi disse: " … zio, ma noi dobbiamo salire là in alto?". Alzataccia alle 5, biscotti, miele, caffelatte e poi fuori, con Gino che ci precedeva sul sentiero. Le marmotte a quell'ora dormivano ancora nelle loro tane; ci accompagnarono con i loro acuti fischi un’ora più tardi, quando noi non eravamo ancora arrivati alla prima neve. Il cammino procedeva abbastanza spedito, anche se un po' di affanno nel respiro incominciava a farsi sentire a causa della quota sempre più alta. Ecco la neve: siamo sul ghiacciaio! Gino ci tranquillizza dicendo che non sono necessari i ramponi: se lo dice lui. Comunque, per maggior sicurezza, scioglie una grossa matassa di corda d'arrampicata e ci lega come salami. 4-5 metri di distanza tra ciascuno di noi tre. Come appoggi, le piccozze ci danno maggior sicurezza e in un tratto abbastanza ripido Gino agevola la salita con una scalinatura (la neve era compatta, dura e scivolosa). Fra le creste rocciose della corona che chiu- de il bacino glaciale filtravano i primi raggi di sole. Dopo circa due ore ininterrotte di cammino, Gino ci impone non solo una breve pausa ma anche una bevuta di alcuni sorsi di un intruglio dolciastro dalla sua borraccia "Camp" che portava i segni di un lungo uso su alte vette. Chissà quali poteri miracolosi in quella bevanda. Altre due ore ed eccoci in vetta: una vigorosa stretta di mano complimentandoci a vicenda e poi una breve preghiera al cospetto di una piccola statua della Madonna che, rivolta verso Aosta (la si intravede lontana, là in fondo), accoglie, protettrice, chi è salito così in alto. "Zio, è stato veramente emozionante, quello che ho visto oggi lo ricorderò per tutta la vita", queste sono state le parole di Alex, la sera, tornati a valle, ma anche il sottoscritto ricorda con un po' di nostalgia i momenti meravigliosi vissuti allora: la Montagna chiama! Giorgio Cavallari La Madonnina in vetta. 9 M Milano anno 44°, numero 113, giugno 2014 Personaggi e palazzi della Milano risorgimentale Spesso le nostre città vengono aggettivate in modo tale da focalizzarne la caratteristica storica più significativa: si veda in proposito “Brescia - la Leonessa” o “Bologna - la Dotta”. Ora la distinzione fra "Milano capitale economico-finanziaria" e "Milano capitale bancaria", suggerita da Arturo Colombo in un suo pezzo pubblicato tempo addietro dal Corriere della Sera, mi ha richiamato alla mente un percorso che stavo intraprendendo per valutare quale fosse – per Milano - l'importanza dell'ambiente della "Contrada" quando si affrancò l'idea di "Italia", ossia negli anni del nostro Risorgimento. Nel suo articolo Arturo Colombo dice di aver puntato l'attenzione sulla parte centrale della nostra Milano e cioè sulle vie che si irradiavano, pur rimanendo nei suoi dintorni, da piazza della Scala, e nelle quali sono sorti i palazzi che ospitano o hanno ospitato le sedi di grandi banche, così da far veramente pensare alla "capitale bancaria" dell'Italia contemporanea. Ovviamente il mio percorso negli stessi luoghi ha un altro fine: sarà vero che in questi luoghi sorgevano palazzi e luoghi di incontro delle migliori menti letterarie, politiche e artistiche che portarono all'affermarsi dell'idea di una Nazione Italia? Detto questo, non va taciuto che, per quanto concerne la connotazione di "Milano risorgimentale" o di "Milano patriottica", questa potrebbe essere localizzata negli stessi spazi toponomastici che Colombo evidenzia quali indicatori della "Milano capitale 10 bancaria". In questa ideale “passeggiata” la prima strada a richiamare il mio interesse è stata proprio la tranquilla via Monte di Pietà – già Contrada dei tre Monasteri - e non solo perché qui sorge la nostra Ca' de Sass, ma perché in essa pare possa trovarsi il sito politicamente più vivo dell'indipendenza dal dominio austriaco. Trova conforto in questa scelta il fatto che in via Monte di Pietà, al civico numero 1, vissero Andrea e Clara Maffei, nella cui magione prese forma (nel 1834) il celeberrimo "Salotto della contessa Maffei", cioè " ... il luogo dove le persone amano trovarsi per conversare piacevolmente" (Raffaello Barbiera, Il salotto della Contessa Maffei e la società milanese) e dibattere su argomenti legati all'attualità culturale, artistica e politica e che per cinquant'anni fu il punto di ritrovo di letterati, musicisti e artisti italiani e stranieri (Grossi e D'Azeglio nonché Hayez, Verdi, Balzac, Liszt, Cattaneo, Manara, Cernuschi, Rossini). Fino al 1848 esso fu prevalentemente un salotto letterario e artistico, ma è a partire dal 1850, nella nuova sede di palazzo Olivazzi, in via Bigli 21, che assunse invece connotazioni più politiche e fu vivo focolaio dell'indipendenza italiana. In questo luogo si vissero i momenti più fertili del Risorgimento milanese, di cui Carlo Tenca fu per qualche anno il vero animatore. Qualche voce pettegola diceva che egli fosse anche legato sentimentalmente alla contessa Maffei, ma di questo non v'è prova alcuna. Fu lo stesso Carlo Tenca, nel 1850, a dare alla luce un altro foglio - “Il Crepuscolo. Rivista di scienze lettere arti e commercio” – che si rivolgeva alle classi più elevate con apparenze letterarie, ma che svolgeva propaganda politica a favore dell’unità d’Italia. Sempre in via Monte di Pietà una vivace cultura patriottica La contessa Clara Maffei. risorgimentale animò altre due case di nobili milanesi: il palazzo del conte Porro-Lambertenghi (ove fu arrestato Silvio Pellico che era il precettore dei suoi figli) e quello del conte Federico Confalonieri: “... Fra i nobili, c'è pure un Federico / Confalonieri, e i Porro, e i Verri e i Bossi / che nel tedesco vedono il nemico / e, da sogni di gloria ancor sommossi, / van congiurando contro il dispotismo / con il fervore del romanticismo ... (Alberto Cavaliere, La storia di Milano in sesta rima). E fu proprio in queste dimore che videro la luce periodici liberali come "Il Conciliatore", fondato dal Porro-Lambertenghi e dal Confalonieri come anno 44°, numero 113, giugno 2014 rivista letteraria ma che ebbe un grande spessore politico (il primo numero uscì il 3 settembre 1818, l’ultimo il 17 ottobre 1819 per l'intervento delle autorità austriache ) e al quale collaborarono, oltre a Silvio Pellico, che s'incaricò della preparazione dei singoli numeri, personaggi quali Romagnosi, Ressi e Berchet, che lo resero punto di riferimento per gli oppositori dell'egemonia austriaca. Altri luoghi simbolici del Risorgimento sono le vie Montenapoleone e Bigli. Nella prima, a palazzo Gavazzi, visse dal 1840 al 1848 Carlo Cattaneo, la vera guida e mente politica delle Cinque Giornate oltre che fondatore de "Il Politecnico", foglio che acquisì rinomanza europea pari a quella de "Il Caffè" di Pietro Verri. In palazzo Vidiserti, invece, trovarono rifugio i capi degli insorti; l’edificio ha un altro ingresso in via Bigli (al n°10), quasi di fronte al quale si trova palazzo Taverna, dove nel marzo del 1848 si insediò il Comitato Centrale dell’insurrezione, che dette poi vita al Governo Provvisorio. Usciamo da questa M Milano via girando a sinistra in via Manzoni (già contrada del Giardino) per tornare verso piazza della Scala, dove Andrea Maffei "... dopo l'ufficio La lapide sulla facciata di palazzo Taverna in via Bigli. ... accorreva fra gli amici nei Caffè dove gli ele- zione privata di un gentiluomo e gantoni, vestiti alla moda inglese o mecenate del secondo Ottocento e francese, questionavano sulle nuo- oggi uno dei luoghi più prestigiosi ve opere, sui balli, sulle cantanti e della cultura artistica milanese. sulle ballerine delle quali volevano Poco più avanti, una stretta stradiconoscere ogni umano avveni- na sulla sinistra, via Morone, ci mento, una visita misteriosa, il re- porta in piazzetta Belgioioso, dove capito di una lettera con tanto di abitava Alessandro Manzoni (negli corona, gli amori e gli starnuti " anni Trenta del Novecento la sua (R. Barbiera, cit.). L’autore si rife- casa è stata donata dalla Cassa di risce probabilmente al Caffè Mar- Risparmio delle Provincie Lomtini, all'angolo fra via Manzoni e barde al Comune di Milano perpiazza della Scala dove oggi sorge ché la trasformasse in un Centro la sede della ex Banca Commercia- di studi manzoniani). Dal fondo della piazzetta, verso corso Vittole Italiana. In questo tragitto al numero 12 di rio Emanuele, si vede via San Paovia Manzoni incontriamo palazzo lo dove ha sede, a palazzo Spinola, Pallavicini Porta che ospita il mu- la Società del Giardino, luogo di seo Poldi Pezzoli, nato come colle- ritrovo e di feste della nobiltà liberale e dell'alta borghesia cittadina, frequentata da non pochi esponenti del Risorgimento. Concludiamo questa passeggiata fra ricordi patriottici, letterari e artistici al n. 10 di via Manzoni, dove è ubicato palazzo Anguissola, che ospita una sezione delle “Gallerie d’Italia”, illustre esempio di quel mecenatismo che da sempre caratterizza lo spirito culturale della nostra Milano e di quell'afflato - forse dimenticato nel tempo recente – che deve rappresentare la linfa vitale del nostro essere italiani veri come i nostri eroi risorgimentali. Gianfranco Chiappa In fondo a sinistra la casa di Alessandro Manzoni. [email protected] 11 S Segreteria anno 44°, numero 113, giugno 2014 Notizie NOTIZIE IN BREVE DALL’ASSOCIAZIONE LA SEGRETERIA INFORMA Nel mese di agosto gli uffici dell’Associazione Pensionati rimarranno chiusi dall’11 al 18 compresi. I recapiti telefonici sono 02-866.497 e 02-877.253. Fax diretto: 02-86.99.36.24 CONSULENZE • Rag. Giorgio ARDORE - Coordinamento Consulta Provinciale - Problemi di carattere assicurativo • Rag. Piero BACCHETTA - Assistenza investimenti finanziari e gestione risparmio • Avv. Giovanni BARONI - Problemi di carattere legale • Rag. Giovanni BASSANO - Problemi di carattere condominiale • Sig. Roberto BORIOLI - Assistenza nel campo dei mutui (preferibilmente via e-mail: [email protected]) • Rag. Franco CAJA - Assistenza in campo previdenziale • Sig. Enzo CAPOLONGO - Problemi di carattere fiscale • Avv. Giovanni CATENACCIO - Problemi di carattere legale • Dr Benito COVOLAN - Assistenza investimenti finanziari e gestione risparmio • Avv. Ferdinando DE PAOLA - Problemi di carattere legale • Sig.ra Alida DE PIERI - Dichiarazioni di successione • Sig.ra Ornella GIULINI NERI - Dichiarazioni di successione e problemi di carattere fiscale • Dr Giovanni MAZZAMUTO - Assistenza investimenti finanziari e gestione risparmio • Geom. Enrico MONETA - Problemi di carattere catastale e urbanistico, dichiarazioni di successione, problemi di carattere fiscale • Dr Aurelio PELLEGRINI - Assistenza investimenti finanziari e gestione risparmio • Sig. Roberto RAZZABONI - Assistenza in campo previdenziale • Sig. Luigi SERAFINI - Problemi di carattere assistenziale (assistenza agli anziani, case di riposo, iniziative di solidarietà) In linea di massima le consulenze saranno sospese da metà luglio a metà settembre. Si ricorda che il servizio viene prestato a titolo gratuito ed esclusivamente previo appuntamento da richiedere tramite la Segreteria dell’Associazione ai numeri telefonici 02-866.497 – 02-877.253 oppure all’indirizzo e-mail: [email protected] visitate il nostro sito Web per la nostra posta elettronica www.pensionaticariplo.it e-mail: [email protected] Direttore Responsabile: Giovanni F. Catenaccio - Redattore: Ermanno Cavagnera Testata: Alberto Locatelli Grafica e impaginazione: Roberto Colombo - Stampa: Galli Printing - Milano Direzione, Redazione e Amministrazione: Via Torino, 51 - Milano Registrazione: Tribunale di Milano n.127 del 18 Aprile 1975 (licenziato alle stampe il 11/06/2014 - tiratura 3.800 copie) 12
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