Metals Treatment Enhanced Anaerobic Biodegradation Sito Industriale in attività, Nord Italia Trattamento da cromo esavalente in falda mediante MRC e 3DMe® in collaborazione con Progetti Servizi Verona srl Geologia Ghiaie limose con lenti di argilla Contaminazione obiettivo Cromo Esavalente Concentrazioni Cr(VI) mediamente intorno a 100.000 μg/L Obiettivo di trattamento Riduzione delle concentrazioni di CrVI in falda fino al di sotto dei valori in ingresso al sito (CA. 100 μg/L) Area di trattamento e spessore Uso attuale del sito Ca 1000 m2 e 10 m di acquifero trattato Cromatura industriale Motivo dell’intervento Superamento dei limiti previsti Caratteristiche d’intervento Barriera di pozzi iniettivi a monte delle due aree sorgenti (fase 1 di un dimensionamento full-scale) Sommario L’acquifero superficiale sottostante l’area industriale è divenuto contaminato a partire dagli anni ‘50, causa gli sversamenti provocati durante le attività di cromatura. A partire dal 2008, i monitoraggi delle acque di falda misero in evidenza la presenza di un esteso pennacchio di contaminazione a valle delle zone sorgenti, mentre, nel 2011, il sistema di P&T presente in sito mostrava un andamento asintotico dei valori di concentrazione di cromo esavalente in falda, ben al di sopra dei limiti di legge. Inoltre il monitoraggio delle concentrazioni di cromo esavalente e dei parametri geochimici di campo dimostrarono come non fosse in atto un’attenuazione naturale della contaminazione. All’inizio del 2012, si è, quindi, proceduto ad applicare a monte delle principali zone contaminate una miscela di prodotti MRC e 3-D Microemulsion attraverso 10 pozzi fissi per iniezione (fase 1) con lo scopo di valutare l’efficacia di trattamento dei reagenti nonostante la presenza di un acquifero fortemente aerobico. Di seguito si procede, quindi, a presentare la tecnologia di trattamento utilizzata, nonché i risultati ottenuti nel corso dei monitoraggi ed attraverso gli studi condotti. In particolare, le misure delle concentrazioni di Cr(III) nei campioni di acqua di falda, unitamente ai parametri di campo, hanno evidenziato l’instaurarsi di ottime condizioni geochimiche riducenti nell’acquifero. Figura 1: Campione di acqua di falda prima del trattamento (2011) Storia del sito Collocato al centro di una vasta zona industriale del nord Italia, il sito consiste in un impianto di cromatura industriale in attività sin dagli anni ’50. L’acquifero freatico sottostante l’area industriale ha subìto le conseguenze degli sversamenti di miscele cromiche avvenuti nel corso degli oltre 50 anni di attività di cromatura. A partire dal 2008, alcuni monitoraggi delle acque di falda misero in evidenza la presenza di contaminazione da Cr(VI) a valle delle aree sorgenti. Pertanto, in base a tali risultati, fu imposta l’installazione ed attivazione di un sistema di barrieramento idraulico d’emergenza (P&T). © 2014 Regenesis | www.regenesis.co.uk 1 of 4 Figura 2: Mappa del sito e barriere iniettive (Fase 1) Figura 3: Pozzo multilivello Nel 2011, il sistema di P&T mostrava un andamento asintotico dei valori di concentrazione di cromo esavalente in falda, ben al di sopra dei limiti di legge. Inoltre il monitoraggio delle concentrazioni di cromo esavalente e dei parametri geochimici di campo evidenziavano come non fosse in atto alcuna attenuazione naturale della contaminazione, a causa delle condizioni fortemente aerobiche dell’acquifero contaminato. Le analisi sui campioni di terreno prelevati a circa 20 m dal piano campagna, nella zona sorgente satura, mostrarono valori superiori a 500 mg/kg di Cr(VI) e 700 mg/kg di Crtot, mentre i campioni prelevati a 11 m dal piano campagna, nella zona di frangia capillare, concentrazioni superiori a 700 mg/kg di Cr(VI) e 770 mg/kg di Crtot. Campioni di acqua di falda prelevati in sito presentavano, invece, concentrazioni superiori a 100,000 µg/L (Fig.1); pertanto, al fine di trattare la contaminazione presente in falda e nel sottosuolo in un modo efficiente ed economicamente più sostenibile rispetto al mantenimento del sistema P&T, nel 2011 si procedette a selezionare le tecnologie MRCTM e 3-D Microemulsion®, grazie alla loro comprovata capacità di ridurre ed immobilizzare il Cr(VI) direttamente in-situ. Pertanto, all’inizio del 2012, si è proceduto ad eseguire la prima fase di intervento applicando i prodotti MRCTM e 3-D Microemulsion® (3DMe) attraverso 10 pozzi fissi per iniezione collocati a monte idrogeologico delle due aree sorgenti. Figura 4: Pozzo multilivello installato Applicazione in campo di MRC e 3-D Microemulsion® (Fase 1) Alla fine del 2011, è stata avviata la prima fase dell’intervento di trattamento del sito attraverso l’installazione di due barriere di pozzi verticali per iniezione, a monte delle due principali aree sorgenti di Cr(VI) (Capannone A e Capannone B) (Fig.2). Ogni barriera è costituita da 5 pozzi fissi multilivello, per un totale di 10 pozzi. I pozzi sono stati installati con un’interdistanza lineare di circa 3 m ed ogni pozzo è costituito da 3 tubazioni, la prima con fenestratura esclusivamente fra 8 e 13 m dal pc, la seconda fra 14 e 19 m dal pc e la terza fra 20 e 25 m dal pc (Fig. 3-4). Questa soluzione ha consentito una buona distribuzione dei prodotti © 2014 Regenesis | www.regenesis.co.uk 2 of 4 lungo l’intero spessore verticale di acquifero interessato dal trattamento. Inoltre, l’intercapedine di ogni pozzo è stata cementata nei 4 metri superficiali, al fine di contrastare le sovrapressioni generate in fase iniettiva. Terminata l’installazione e prima di procedere alla fase iniettiva, si è proceduto a spurgare accuratamente i pozzi. Prima di procedere all’iniezione dei prodotti, è stata eseguita una campagna di monitoraggio delle acque (Crtot, Cr(VI), Cr(III), Ossigeno Disciolto, Potenziale Red-Ox, pH, nitrati, solfati, Fe, Mn e TOC) al fine di determinare le condizioni geochimiche dell’acquifero pre-trattamento, confermando la sua forte aerobicità. All’inizio del 2012, i prodotti MRCTM e 3DMe® sono stati quindi iniettati in pressione nei 10 pozzi multilivello utilizzando esclusivamente le due tubazioni fenestrate più profonde (14-19 m e 20-25 m dal pc) dal momento che la falda si attestava in quel periodo a circa 15 m dal pc. Risultati ed approfondimenti Dopo circa 60 giorni dall’intervento iniettivo, nel pozzo di monitoraggio Pz4, collocato pochi metri a valle idrogeologica della barriera iniettiva, è stato osservato un decremento delle concentrazioni di Cr(VI) fino al di sotto del limite di rilevabilità (<5 µg/L) ed un incremento di quelle di Cr(III), evidenziando chiaramente come fosse in atto il processo riduttivo nell’acquifero. Prima del trattamento, in Pz4 erano state rilevate concentrazioni superiori a 10,000 µg/L di Cr(VI) e di circa 300 µg/L di Cr(III). Il Cr(III) risulta stabile ed insolubile nelle condizioni naturali dell’acquifero ed il suo processo di precipitazione risulta direttamente proporzionale al carico contaminante iniziale. Lo stesso andamento di abbattimento del Cr(VI) è stato osservato in Pz6, pozzo di monitoraggio collocato circa 10 m a valle idrogeologica dalla barriera iniettiva, ma con un ritardo temporale di circa 4 mesi rispetto all’andamento in Pz4 (fig.5). Dopo circa 12 mesi dall’iniezione, in tutti i pozzi di monitoraggio a valle delle barriere iniettive, raggiunti dalle condizioni riducenti indotte dai prodotti iniettati, sono state osservate percentuali di abbattimento delle concentrazioni di Cr(VI) in falda comprese fra il 59% ed il 99%, mentre per quelle di Cr(III) è stato notato un generale iniziale aumento, seguito poi da un rapido abbattimento dovuto al processo di precipitazione della cromite. Il differente andamento fra i diversi pozzi di monitoraggio è correlato con la posizione rispetto alle barriere iniettive, con le oscillazioni stagionali dell’acquifero, con la differente distribuzione dei reagenti nel sottosuolo e/o con la presenza di quantitativi significativi di Cr(VI) adsorbiti alla matrice solida del terreno in specifiche zone dell’acquifero. A conferma dei risultati di abbattimento sopracitati, si è proceduto anche a monitorare il Potenziale di Ossidoriduzione (ORP) dell’acquifero e il Carbonio Organico Totale (TOC; somma dell’acido lattico, acido piruvico, acido © 2014 Regenesis | www.regenesis.co.uk Figura 5: Concentrazione di CrVI e Crtot dopo il trattamento con MRC e 3DMe Fig.5: Post-‐MRC treatment concentration trends 3 of 4 Figura 6. Andamenti ORP e TOC post-MRC in alcuni pozzi di monitoraggio acetico, acido butirrico e acidi propionici) in tutti i pozzi di monitoraggio presenti al fine di valutare la reale distribuzione sotterranea dei reagenti, quindi l’instaurazione delle condizioni anaerobico-riducenti indotte. In particolare, in tutti i pozzi, è stato osservato un rapido decremento nei valori di ORP fino a valori compresi fra circa -50 mV e -200 mV ed un rispettivo rapido aumento in quelli di TOC, evidenziando un’ottima distribuzione dei prodotti iniettati (figura 6). Inoltre, in tutti i pozzi di monitoraggio presenti in sito, sono state rilevate basse concentrazioni di OD (< 2 mg/L), di nitrati (< 0.5 mg/L) ed alte concentrazioni di ferro disciolto Fe(II). Pertanto, gli obiettivi della prima fase di trattamento sono stati pienamente raggiunti, dal momento che è stato osservato un abbattimento significativo delle concentrazioni del Cr(VI) in tutti i pozzi di monitoraggio e l’instaurazione di buone condizioni riducenti nell’acquifero sottostante entrambe le aree sorgenti. Conclusioni La tecnologia di trattamento in-situ mediante l’applicazione in falda di MRC e 3DMe rappresenta una valida e vantaggiosa alternativa alle tecnologie tradizionali di bonifica di falde e terreni contaminati da Cr(VI). Infatti, durante la prima fase di trattamento nel sito industriale del nord Italia, in tutti i pozzi di monitoraggio a valle delle barriere iniettive, dopo circa 12 mesi dall’iniezione in falda di MRC e 3DMe, raggiunti dalle condizioni riducenti indotte dai prodotti iniettati, sono state osservate percentuali di abbattimento delle concentrazioni di Cr(VI) in falda comprese fra il 59% ed il 99%, mentre per quelle di Cr(III) è stato notato un generale aumento iniziale, seguito poi da un rapido abbattimento dovuto al processo di precipitazione della cromite. In particolare, in tutti i pozzi, sono stati osservati un decremento nei valori di ORP fino a valori compresi fra circa -50 mV e -200 mV ed un rispettivo rapido aumento in quelli di TOC, evidenziando una buona distribuzione e un perfetto rendimento da parte dei prodotti iniettati. Inoltre, in tutti i pozzi di monitoraggio presenti in sito sono state rilevate basse concentrazioni di OD (< 2 mg/L), di nitrati (< 0.5 mg/L) ed alte concentrazioni di ferro disciolto Fe(II). Clicca qui per vedere l’articolo completo Per ulteriori informazioni si prega di contattare: Ph.D Alberto Leombruni Regenesis Engineering Scientist [email protected] Referenze PSV srl: geol. Claudio Leoncini Progetti Servizi Verona s.r.l. [email protected] © 2014 Regenesis | www.regenesis.co.uk KrM37159 4 of 4
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