Rassegna Stampa Giovedì 06 Febbraio 2014 Sommario Testata Data Pag. Titolo p. 1. Fondi pensione Sole 24 Ore (Il) 06/02/2014 20 Previdenza - Cassa ragionieri, via libera alla riforma (Trovati Gianni) 1 Italia Oggi 06/02/2014 1 Cnpr, i conti non tornano (Paladino Antonio) 2 06/02/2014 5 Previdenza - Per l'Inps in arrivo un commissario 3 2. Previdenza Sole 24 Ore (Il) (Pogliotti) MF mercati finanziari 06/02/2014 1 Anche l'Inps vittima del rigore (Salerno Aletta Guido) 4 Estratto da pag. Giovedì 06/02/2014 20 Direttore Responsabile Diffusione Testata Roberto Napoletano 233.997 Ritaglio stampa non riproducibile e utilizzabile solo ad uso esclusivo interno, basato sul sistema di Selpress Media Monitoring Newsbank Srl (agenzia autorizzata dal Repertorio Promopress - FIEG) Previdenza. Ok alla delibera dai ministeri vigilanti Cassa ragionieri, via libera alla riforma Gianni Trovati MILANO La riforma delle pensioni dei ragionieri passa l'esame dei ministeri dell'Economia e del Lavoro, e scende definitivamente in campo per sollevare le sorti di una Cassa che soffre, come certificato ieri dalla Corte dei conti. La delibera, che dopo un primo inciampo ha ottenuto il via libera dei ministeri vigilanti, ha introdotto un aumento progressivo del contributo soggettivo, il cui livello minimo è salito quest'anno all'11% ed è destinato ad arrivare al 15% a partire dal 2018 (il livello massimo salirà contestualmente fino al 25%), alza da 65 a 68 anni l'età di uscita dal lavoro e cancella la pensio ne di anzianità, sostituita da una vecchiaia «anticipata» sulla falsariga di quanto previsto per la previdenza generale dalla riforma Fornero (articolo 24 del DI 201/2011). La cosiddetta « riduzione di equilibrio», invece, serve ad accorciare le distanze previdenziali fra i professionisti più giovani e quelli più vicini all'uscita, prevedendo che anche per le annualità post 2003 una quota dell'assegno sia calco ICAPISALDI II contributo soggettivo è aumentato da quest'anno all'I! per cento Cancellata la pensione di anzianità 18,5%), con il risultato che il rap porto fra entrate da contributi e spese per assegni si è assottigliato in tre anni da 1,51 a 1,25. Non solo: nello stesso periodo si sono gonfiate le prestazioni assistenziali, che hanno sfiorato 1,46 milioni con un aumento del 40,1% rispetto all'anno prima. Su tutto l'equilibrio, poi, pesa il macigno delle entrate non riscosse,cheafine2Oi2hanno raggiunto quota 314,4 milioni. A sostenere i conti non ha concorso l'operazione di dismissione immobiliare, perché il conferimento degli immobili al Fondo Scoiattolo secondo la Corte non ha portato i risultati sperati (nel 2012 il Fondo ha chiuso con un disavanzo di oltre 22 milioni di euro). Secondo i dati forniti alla magistratura conta bile dal collegio sindacale, solo 18 delle 280 proprietà immobiliari immesse sul mercato hanno ricevuto offerte di acquisto. In quest'ottica, dalla riforma la Cassa si aspetta un cambio di rotta importante, ma la Corte dei conti non spegne il segnale d'allarme nemmeno su questo versante: «Desta preoccupazione», si legge nella relazione diffusa ieri, che il bilancio tecnico già fondato sulle regole modificate vede colorarsi di rosso il saldo previdenziale a partire dal 2033, e quello generale a partire dal 2040. A garantire il tasso di copertura dovrebbe essere il patrimonio, il cui rendimento secondo le proiezioni attuariali si attesterebbe al 3,5% annuo: un dato che la Corte giudica ottimista, alla luce della congiuntura e forse anche della storia recente del mattone della Cassa. gianni trovati@ilsole24ore com ©RIPRODUZIONE RISERVATA lata con il metodo retributive (la Cassa è passata al contributivo con decorrenza 2004). La riforma serve a sostenere gli equilibri futuri di una Cassa che in questi anni ha incontrato più di una difficoltà, come racconta la relazione annuale diffusa ieri dalla Corte dei conti (delibera 3/2014 della sezione di controllo sugli enti). L'analisi della Corte si concentra sul bilancio consuntivo 2O12, e mostra bene i problemi che la riforma prova a risolvere. Nel 2O1O-2O12 sono diminuiti gli iscritti (30.050 a fine 2012, -5,6% nel triennio) mentre sono aumentati i pensionati (8.007; +13,3%, mentre guardando alle spese il valore è cresciuto del Fondi pensione Pag. 1 Estratto da pag. Giovedì 06/02/2014 1 Direttore Responsabile Diffusione Testata Pierluigi Magnaschi 78.551 Ritaglio stampa non riproducibile e utilizzabile solo ad uso esclusivo interno, basato sul sistema di Selpress Media Monitoring Newsbank Srl (agenzia autorizzata dal Repertorio Promopress - FIEG) Le entrate non riscosse hanno superato i 300 milioni e le previsioni di rendimento del capitale sono ottimistiche In difficoltà la Cassa dei ragionieri Nonostante l'avvenuta riforma desta preoccupazione la tenuta del sistema previdenziale nel medioperiodo della Cassa dei ragionieri e dei periti commerciali E preoccupano le entrate non riscosse che hanno raggiunto dimensioni rilevanti esse presentano un andamento crescente attestandosi intorno a 3144 milioni alla fine del 2012 E quanto emerge dalla lettura della deliberazione n 3/2014 con cui la Sezione centrale di controllo sugli enti della Corte dei conti ha messo nero su bianco le proprie valutazioni sulla gestione 2012 della Cassa oggi guidata da Paolo Saltarelli Per la Corte si pone in maniera rilevante il problema dell'adeguatezza delle future prestazioni previdenziali con particolare riguardo alla sostenibihta della gestione tenuto conto che solo nel novembre del 2012 la Cassa ha provveduto a operare modifiche in tal senso e che solo sei mesi fa dopo i rilievi mossi dal Ministero del lavoro si è arrivati all'approvazione definitiva della riforma Paladino a pag 31 RAGIONIERI/Cor te conti lancia l'allarme sull'ente di previdenza Cnpr, i conti non tornano / contributi non riscossi salgono a 314 milioni DI ANTONIO G. PALADINO Nonostante l'avvenuta riforma, desta preoccupazione la tenuta del sistema previdenziale nel medio-periodo della Cassa dei ragionieri e dei periti commerciali. Come destano preoccupazione, altresì, le entrate non riscosse che hanno raggiunto dimensioni rilevanti e su cui occorre porre immediata soluzione. È quanto emerge dalla lettura della deliberazione n.3/2014 con cui la Sezione centrale di controllo sugli enti della Corte dei conti ha messo nero su bianco le proprie valutazioni sulla gestione 2012 della Cassa oggi guidata da Paolo Saltarelli. Per la Corte si pone in maniera rilevante anche il problema dell'adeguatezza delle future prestazioni previdenziali, con particolare riguardo alla sostenibilità della gestione, tenuto conto che solo nel novembre del 2012, la Cassa ha provveduto ad operare modifiche in tal senso e che solo sei mesi fa, dopo i rilievi mossi dal ministero del lavoro, si è arrivati all'approvazione definitiva della riforma. Il documento in esame, però, fa emergere le perplessità e le preoccupazioni della magistratura Fondi pensione contabile soprattutto in relazione al fatto che il bilancio tecnico, redatto sulla base delle modifiche al sistema previdenziale, evidenzi un saldo negativo dal 2033 e un saldo generale, sempre in rosso, dal 2040. Non sono rassicuranti, a detta della Corte, che in tale periodo sia il patrimonio del tempi ravvicinati rispetto alle la Cassa che il grado di copertura naturali scadenze degli obblighi non assumano mai il segno contributivi. Quanto alla negativo. Infatti, i segni in positivo gestione caratteristica, nel di questi due fattori si fondano su periodo 2010/2012 si è una previsione che vede il verificata una diminuzione rendimento del patrimonio degli iscritti (da 31.842 a 30.050) e un aumento del intorno al 3,5%. Una numero dei pensionati (da percentuale questa molto 7.064 a 8.007). Il rapporto tra ottimistica, in una fase in iscritti e pensionati si è cui la congiuntura gradualmente ridotto fino a economica nazionale stenta 3,29 iscritti per pensionato nel a decollare, «con evidenti 2012. Le entrate contributive ripercussioni sul hanno fatto registrare un lieve rendimento del patrimonio mobiliare ed aumento dell'I,5% con un ammontare alla fine del 2012 Sul versante dei numeri, poi, la Corte si è soffermata sul capitolo pari a circa 264 milioni, rispetto ai 260 milioni del entrate non riscosse che hanno raggiunto «dimensioni rilevanti» 2011. ICNPR e presentano un andamento crescente, attestandosi intorno a 314,4 milioni alla fine del 2012. Non può pertanto sottacersi una «evidente difficoltà» della Cassa sul fronte della riscossione dei contributi, nonostante le iniziative poste in essere per il recupero dei crediti contributivi. Resta comunque grave la si tuazione che richiede il pagamento dei contributi entro Pag. 2 Estratto da pag. Giovedì 06/02/2014 5 Direttore Responsabile Diffusione Testata Roberto Napoletano 233.997 Ritaglio stampa non riproducibile e utilizzabile solo ad uso esclusivo interno, basato sul sistema di Selpress Media Monitoring Newsbank Srl (agenzia autorizzata dal Repertorio Promopress - FIEG) Previdenza. Incarico fino alla riforma della governance - II profilo deve essere già in linea con i paletti del ddl Per l'Inps in arrivo un commissario Giorgio Pogliotti ROMA Per l'Inps si profila il commissariamento fino all'approvazione della riforma della governance degli enti previdenziali. Il commissario straordinario non dovrà presentare profili di incompatibilità, in linea con quanto previsto dal Ddl approvato la settimana scorsa che ancora deve essere inviato al Parlamento. Contrariamente a quanto era emerso in un primo momento, la nomina non dovrebbe essere decisa dal consiglio dei ministri di oggi, forse arriverà domani. Il Governo sta ancora vagliando i nomi: in pole position Gianni Geroldi, che ha ricoperto il ruolo di presidente del nucleo di valutazione della spesa previdenziale, Mauro Marè, presidente di Mefop Spa (società partecipata dal ministero dell'Economia per lo sviluppo del mercato dei fondi pensione), mentre sem bra tramontata la nomina dell'ex ministro Tiziano Treu. Una volta completato il riordino dell'Istituto, il commissario decadrà e verrà nominato il presidente: perla governance il governo punta ad un modello duale, con il ripristino del Cda in formato "mini", per dotare l'ente di un organismo snello composto da 3 persone, affiancato dal comitato di indirizzo e vigilanza. Le parti sociali, tuttavia, temono che in questo modo la gestione dell'ente possa passare nelle mani dei partiti. Sono queste le novità emerse nella giornata di ieri caratterizzata prima dall'incontro del mi I PAPABILI In pole position Geroldi e Marè. Completato il riordino sarà nominato il presidente Ripristino del cda ridotto a tre componenti nistro del Lavoro, Enrico Giovannini, con il premier Enrico Letta e il direttore generale dell'Istituto, Mauro Nori, e successivamente in serata con i rappresentanti di Cgil, Cisl e Ugl, Confindustria, Rete imprese Italia, Alleanza delle cooperative (martedì Giovannini aveva incontrato il numero uno della Uil, Luigi Angeletti). Con l'uscita di scena di Antonio Mastrapasqua, all'Inps verrà superata la gestione monocratica affidata al presidente che ricopriva anche le funzioni proprie del consiglio di amministrazione, abolito nel 2010. Nella riunione serale il ministro ha spiegato che intende presentare una proposta tenendo conto anche delle indicazioni contenute nell'avviso comune del 26 giugno del 2012 firmato da Confindustria, Cgil, Cisl e Uil che propone un nuovo modello organizzativo, con l'affidamento al presidente della rappresentanza legale dell'ente e al direttore generale il coordinamento e la supervisione della struttura. Nell'avviso comune la novità è rappresentata dal Consiglio di strategia e vigilanza che prende il posto del Consiglio di indirizzo e vigilanza, ed è dotato di maggiori poteri. Il nuovo consiglio composto da esperti indicati dalle parti sociali, sempre secondo l'avviso comune, dovrà dare il via libera ai regolamenti degli enti, ai piani industriali, approvare in modo vincolante il bilancio, esprimere parere sulla nomina del presidente e proporne, attraverso sfiducia motivata, la revoca o l'azione sociale di responsabilità. Contestualmente alla proposta sulla governance, il governo punta ad avere approvato il Ddl che introduce l'esclusività per le cariche di enti pubblici nazionali per evitae nuovi conflitti di interesse. © RIPRODUZIONE RISERVATA Previdenza Pag. 3 Estratto da pag. Giovedì 06/02/2014 1 Direttore Responsabile Diffusione Testata Pierluigi Magnaschi 79.055 Ritaglio stampa non riproducibile e utilizzabile solo ad uso esclusivo interno, basato sul sistema di Selpress Media Monitoring Newsbank Srl (agenzia autorizzata dal Repertorio Promopress - FIEG) PROVOCAZIONI Lo squilibrio deH'Inps La colpa è soprattutto dci rigore ANCHE SE IL NUMERO DELLE PENSIONI LIQUIDATE NEL 2013 E SCESO DEL 43% A 649 MILA Anche FI nps vittima del rigore I conti dell'istituto soffrono perché il calo degli assegni previdenziali non riesce a compensare la diminuzione del numero dei contribuenti (sotto quota 22 milioni) causata dalla disoccupazione li DI GUIDO SALERNO ALETTA Ion è vero che la previdenza pubblica barcolla perché la riforma Fornero non è stata abbastanza severa e che ora c'è bisogno di tagliare ancora le pensioni. È sbagliato affermare che la spesa pensionistica è cresciuta rispetto al pil: la verità è che è il pil a essere crollato, che i pensionati diminuiscono di numero e che ancor più velocemente si riduce la platea di coloro che pagano i contributi previdenziali. Tempo di fare un bilancio, ancora una volta. Stavolta si tratta dell'Inps, della riforma Fornero e della politica di rigore a tutti i costi perseguita dal governo Monti. La relazione al bilancio delFInps per il 2014 è stato forse l'ultimo atto ufficiale dell'ex presidente Mastropasqua, la cui durata in carica era stata differita al 31 dicembre 2014 dal decreto legge 201 del 6 dicembre 2011. Proprio il decreto che, immediatamente battezzato «Salva Italia», riformò le pensioni e fece abbattere una gragnuola di tasse sugli italiani. Vivevano al di sopra delle loro possibilità e dovevano essere messi a regime. I numeri dell'Inps servono, ancora una volta, per capire che cosa sia successo da allora. La miniriforma Tremonti, quella che eliminò le finestre di uscita per differire di un anno il mente sul numero dei nuovi assegni liquidati, diminuiti del 43% tra il 2012 (erano 1,14 milioni) e U 2013 (scesi a 649 mila). U allungamento della vita lavorativa disposto dalla riforma Fornero farà Previdenza scendere ancora dell'8,2% il numero delle nuove pensioni La frenata previdenziale si rileva ancora meglio dalla differenza tra il numero di pensioni vigenti a fine 2013 (18,519 milioni) e quelle previste per fine 2014 (18,376 milioni): 143 mila in meno. Gli squilibri derivano invece dal calo del numero dei contribuenti: considerando tutte le gestioni, erano 22,28 milioni di 3 miliardi di contributi che si registra tra il 2012 nel 2012, sono scesi a 21,787 nel e il 2014 nonostante la contrazione del numero 2013 e si prevede passeranno a 21,69 nel 2014: - 493 mila unità dei contribuenti. Il bilancio della strategia della deflazione interna, il trail2012eil2013eun ulterio- recupero della competitivita attraverso la riduzione della domanda interna e dei salati provocata dai fallimenti aziendali e dai licenziamenti si sta dimostrando ancora una volta lavoratori dipendenti la fallimentare. La maggior contrazione complessiva è di 459 disoccupazione ha peggiorato i mila unità. Ciononostante, le conti Inps nonostante il entrate contributive sono passate dimezzamento dei nuovi dai 208 miliardi del 2012 ai 210 collocamenti in pensione tra il miliardi del 2013 per arrivare 2012 e il 2014 e la riduzione del numero dei pensionati. Per minare quest'anno a 211. Un calcolo gli equilibri economici e finanziari volutamente banale, volto a ipotizzare il valore dei contributi di tanti Paesi europei e la coesione politica dell'intera Europa sono che saranno persi dali'Inps nel 2014 a causa della riduzione del bastati pochi slogan, ripetuti numero dei contribuenti ri sFtto ossessivamente: la propaganda del pareggio strutturale del bilancio e ^ 2912< e cioè dei disoccupati provocati dal la crisi economica del deficit congiunturale al 3% a qualsiasi costo. Hanno convinto i e dalle misure di austerità che Parlamenti e intimorito i cittadini, l'hanno aggravata, porta a una ma con la realtà dei numeri c'è ben cifra imponente: 5,7 miliardi. poco da fare. I numeri, loro sì, Questa somma è pari al 2,7% del sono terribilmente testardi, montante dei contributi pagati da (riproduzione riservata) re -97 mila persone alla fine di quest'anno, con una contrazione complessiva di 590 mila unità. In termini percentuali siamo nell'ordine del -2,7%. Per il Fondo 21,690 milioni di lavoratori e che nel 2014 sarà pari a 211 miliardi di euro. Una cifra del tutto coerente con l'aumento di 3 miliardi di contributi che si Pag. 4
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