Rassegna_stampa_6_2_2014

Rassegna Stampa
Giovedì 06 Febbraio 2014
Sommario
Testata
Data
Pag. Titolo
p.
1. Fondi pensione
Sole 24 Ore (Il)
06/02/2014
20 Previdenza - Cassa ragionieri, via libera alla
riforma (Trovati Gianni)
1
Italia Oggi
06/02/2014
1 Cnpr, i conti non tornano (Paladino Antonio)
2
06/02/2014
5 Previdenza - Per l'Inps in arrivo un commissario
3
2. Previdenza
Sole 24 Ore (Il)
(Pogliotti)
MF mercati
finanziari
06/02/2014
1 Anche l'Inps vittima del rigore (Salerno Aletta Guido)
4
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Giovedì
06/02/2014
20
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Previdenza. Ok alla delibera dai ministeri vigilanti Cassa ragionieri, via libera alla riforma
Gianni Trovati MILANO La
riforma delle pensioni dei ragionieri
passa l'esame dei ministeri
dell'Economia e del Lavoro, e
scende definitivamente in campo
per sollevare le sorti di una Cassa
che soffre, come certificato ieri
dalla Corte dei conti. La delibera,
che dopo un primo inciampo ha
ottenuto il via libera dei ministeri
vigilanti, ha introdotto un aumento
progressivo del contributo
soggettivo, il cui livello minimo è
salito quest'anno all'11% ed è
destinato ad arrivare al 15% a
partire dal 2018 (il livello massimo
salirà contestualmente fino al 25%),
alza da 65 a 68 anni l'età di uscita
dal lavoro e cancella la pensio
ne di anzianità, sostituita da
una vecchiaia «anticipata»
sulla falsariga di quanto
previsto per la previdenza
generale dalla riforma
Fornero (articolo 24 del DI
201/2011). La cosiddetta «
riduzione di equilibrio»,
invece, serve ad accorciare le
distanze previdenziali fra i
professionisti più giovani e
quelli più vicini all'uscita,
prevedendo che anche per le
annualità post 2003 una
quota dell'assegno sia calco
ICAPISALDI II contributo
soggettivo è aumentato da
quest'anno all'I! per cento
Cancellata la pensione di
anzianità
18,5%), con il risultato che il rap
porto fra entrate da contributi e
spese per assegni si è assottigliato
in tre anni da 1,51 a 1,25. Non
solo: nello stesso periodo si sono
gonfiate le prestazioni
assistenziali, che hanno sfiorato
1,46 milioni con un aumento del
40,1% rispetto all'anno prima. Su
tutto l'equilibrio, poi, pesa il
macigno delle entrate non
riscosse,cheafine2Oi2hanno
raggiunto quota 314,4 milioni. A
sostenere i conti non ha concorso
l'operazione di dismissione
immobiliare, perché il
conferimento degli immobili al
Fondo Scoiattolo secondo la Corte
non ha portato i risultati sperati
(nel 2012 il Fondo ha chiuso con
un disavanzo di oltre 22 milioni di
euro). Secondo i dati forniti alla
magistratura conta
bile dal collegio sindacale, solo 18
delle 280 proprietà immobiliari
immesse sul mercato hanno
ricevuto offerte di acquisto. In
quest'ottica, dalla riforma la Cassa
si aspetta un cambio di rotta
importante, ma la Corte dei conti
non spegne il segnale d'allarme
nemmeno su questo versante:
«Desta preoccupazione», si legge
nella relazione diffusa ieri, che il
bilancio tecnico già fondato sulle
regole modificate vede colorarsi di
rosso il saldo previdenziale a
partire dal 2033, e quello generale
a partire dal 2040. A garantire il
tasso di copertura dovrebbe essere
il patrimonio, il cui rendimento
secondo le proiezioni attuariali si
attesterebbe al 3,5% annuo: un
dato che la Corte giudica ottimista,
alla luce della congiuntura e forse
anche della storia recente del
mattone della Cassa. gianni
trovati@ilsole24ore com
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lata con il metodo retributive (la
Cassa è passata al contributivo
con decorrenza 2004). La
riforma serve a sostenere gli
equilibri futuri di una Cassa che
in questi anni ha incontrato più
di una difficoltà, come racconta
la relazione annuale diffusa ieri
dalla Corte dei conti (delibera
3/2014 della sezione di controllo
sugli enti). L'analisi della Corte
si concentra sul bilancio
consuntivo 2O12, e mostra bene
i problemi che la riforma prova a
risolvere. Nel 2O1O-2O12 sono
diminuiti gli iscritti (30.050 a
fine 2012, -5,6% nel triennio)
mentre sono aumentati i
pensionati (8.007; +13,3%,
mentre guardando alle spese il
valore è cresciuto del
Fondi pensione
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Le entrate non riscosse hanno superato i 300 milioni e le previsioni di rendimento del capitale sono ottimistiche In difficoltà la Cassa
dei ragionieri
Nonostante l'avvenuta riforma desta
preoccupazione la tenuta del sistema
previdenziale nel medioperiodo della
Cassa dei ragionieri e dei periti
commerciali E preoccupano le entrate non
riscosse che hanno raggiunto dimensioni
rilevanti esse presentano un andamento
crescente attestandosi intorno a 3144
milioni alla fine del 2012 E quanto emerge
dalla lettura della deliberazione n 3/2014
con cui la Sezione centrale di controllo
sugli enti della Corte dei conti ha messo
nero su bianco le proprie valutazioni sulla
gestione 2012 della Cassa oggi guidata da
Paolo Saltarelli Per la Corte si pone in
maniera rilevante il problema
dell'adeguatezza delle future prestazioni
previdenziali con particolare riguardo alla
sostenibihta della gestione tenuto conto che
solo nel novembre del 2012 la Cassa ha
provveduto a operare modifiche in tal
senso e che solo sei mesi fa dopo i rilievi
mossi dal Ministero del lavoro si è arrivati
all'approvazione definitiva della riforma
Paladino a pag 31
RAGIONIERI/Cor te conti lancia l'allarme sull'ente di previdenza
Cnpr, i conti non tornano / contributi non riscossi salgono a 314
milioni
DI ANTONIO G.
PALADINO Nonostante
l'avvenuta riforma, desta
preoccupazione la tenuta del
sistema previdenziale nel
medio-periodo della Cassa
dei ragionieri e dei periti
commerciali. Come
destano preoccupazione,
altresì, le entrate non
riscosse che hanno
raggiunto dimensioni
rilevanti e su cui occorre
porre immediata soluzione.
È quanto emerge dalla lettura
della deliberazione n.3/2014 con
cui la Sezione centrale di
controllo sugli enti della Corte
dei conti ha messo nero su
bianco le proprie valutazioni
sulla gestione 2012 della Cassa
oggi guidata da Paolo Saltarelli.
Per la Corte si pone in maniera
rilevante anche il problema
dell'adeguatezza delle future
prestazioni previdenziali, con
particolare riguardo alla
sostenibilità della gestione,
tenuto
conto che solo nel novembre del
2012, la Cassa ha provveduto ad
operare modifiche in tal senso e
che solo sei mesi fa, dopo i
rilievi mossi dal ministero del
lavoro, si è arrivati
all'approvazione
definitiva della riforma. Il
documento in esame, però, fa
emergere le perplessità e le
preoccupazioni della magistratura
Fondi pensione
contabile soprattutto in
relazione al fatto che il bilancio
tecnico, redatto sulla base delle
modifiche al sistema
previdenziale, evidenzi un saldo
negativo dal 2033 e un saldo
generale, sempre in rosso, dal
2040. Non sono rassicuranti, a
detta della Corte, che in tale
periodo sia il patrimonio del
tempi ravvicinati rispetto alle
la Cassa che il grado di copertura
naturali scadenze degli obblighi
non assumano mai il segno
contributivi. Quanto alla
negativo. Infatti, i segni in positivo gestione caratteristica, nel
di questi due fattori si fondano su
periodo 2010/2012 si è
una previsione che vede il
verificata una diminuzione
rendimento del patrimonio
degli iscritti (da 31.842 a
30.050) e un aumento del
intorno al 3,5%. Una
numero dei pensionati (da
percentuale questa molto
7.064 a 8.007). Il rapporto tra
ottimistica, in una fase in
iscritti e pensionati si è
cui la congiuntura
gradualmente ridotto fino a
economica nazionale stenta
3,29 iscritti per pensionato nel
a decollare, «con evidenti
2012. Le entrate contributive
ripercussioni sul
hanno fatto registrare un lieve
rendimento del patrimonio
mobiliare ed
aumento dell'I,5% con un
ammontare alla fine del 2012
Sul versante dei numeri, poi, la
Corte si è soffermata sul capitolo pari a circa 264 milioni,
rispetto ai 260 milioni del
entrate non riscosse che hanno
raggiunto «dimensioni rilevanti» 2011.
ICNPR
e presentano un andamento
crescente, attestandosi intorno a
314,4 milioni alla fine del 2012.
Non può pertanto sottacersi una
«evidente difficoltà» della Cassa
sul fronte della riscossione dei
contributi, nonostante le
iniziative poste in essere per il
recupero dei crediti contributivi.
Resta comunque grave la si
tuazione che richiede il
pagamento dei contributi entro
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Previdenza. Incarico fino alla riforma della governance - II profilo deve essere già in linea con
i paletti del ddl Per l'Inps in arrivo un commissario
Giorgio Pogliotti ROMA Per l'Inps si profila il commissariamento fino all'approvazione della riforma della governance degli enti previdenziali. Il
commissario straordinario non dovrà presentare profili di incompatibilità, in linea con quanto previsto dal Ddl approvato la settimana scorsa che
ancora deve essere inviato al Parlamento. Contrariamente a quanto era emerso in un primo momento, la nomina non dovrebbe essere decisa dal
consiglio dei ministri di oggi, forse arriverà domani. Il Governo sta ancora vagliando i nomi: in pole position Gianni Geroldi, che ha ricoperto il
ruolo di presidente del nucleo di valutazione della spesa previdenziale, Mauro Marè, presidente di Mefop Spa (società partecipata dal ministero
dell'Economia per lo sviluppo del mercato dei fondi pensione), mentre sem bra tramontata la nomina dell'ex ministro Tiziano Treu. Una volta
completato il riordino dell'Istituto, il commissario decadrà e verrà nominato il presidente: perla governance il governo punta ad un modello duale,
con il ripristino del Cda in formato "mini", per dotare l'ente di un organismo snello composto da 3 persone, affiancato dal comitato di indirizzo e
vigilanza. Le parti sociali, tuttavia, temono che in questo modo la gestione dell'ente possa passare nelle mani dei partiti. Sono queste le novità emerse
nella giornata di ieri caratterizzata prima dall'incontro del mi I PAPABILI In pole position Geroldi e Marè. Completato il riordino sarà nominato il
presidente Ripristino del cda ridotto a tre componenti nistro del Lavoro, Enrico Giovannini, con il premier Enrico Letta e il direttore generale
dell'Istituto, Mauro Nori, e successivamente in serata con i rappresentanti di Cgil, Cisl e Ugl, Confindustria, Rete imprese Italia, Alleanza delle
cooperative (martedì Giovannini aveva incontrato il numero uno della Uil, Luigi Angeletti). Con l'uscita di scena di Antonio Mastrapasqua, all'Inps
verrà superata la gestione monocratica affidata al presidente che ricopriva anche le funzioni proprie del consiglio di amministrazione, abolito nel
2010. Nella riunione serale il ministro ha spiegato che intende presentare una proposta tenendo conto anche delle indicazioni contenute nell'avviso
comune del 26 giugno del 2012 firmato da Confindustria, Cgil, Cisl e Uil che propone un nuovo modello organizzativo, con l'affidamento al
presidente della rappresentanza legale dell'ente e al direttore generale il coordinamento e la supervisione della struttura. Nell'avviso comune la novità
è rappresentata dal Consiglio di strategia e vigilanza che prende il posto del Consiglio di indirizzo e vigilanza, ed è dotato di maggiori poteri. Il
nuovo consiglio composto da esperti indicati dalle parti sociali, sempre secondo l'avviso comune, dovrà dare il via libera ai regolamenti degli enti, ai
piani industriali, approvare in modo vincolante il bilancio, esprimere parere sulla nomina del presidente e proporne, attraverso sfiducia motivata, la
revoca o l'azione sociale di responsabilità. Contestualmente alla proposta sulla governance, il governo punta ad avere approvato il Ddl che introduce
l'esclusività per le cariche di enti pubblici nazionali per evitae nuovi conflitti di interesse. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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PROVOCAZIONI Lo squilibrio deH'Inps
La colpa è soprattutto dci rigore
ANCHE SE IL NUMERO DELLE PENSIONI LIQUIDATE NEL 2013 E SCESO DEL
43% A 649 MILA Anche FI nps vittima del rigore I conti dell'istituto soffrono perché il
calo degli assegni previdenziali non riesce a compensare la diminuzione del numero dei
contribuenti (sotto quota 22 milioni) causata dalla disoccupazione li
DI GUIDO SALERNO ALETTA
Ion è vero che la previdenza
pubblica barcolla perché la
riforma Fornero non è stata
abbastanza severa e che ora c'è
bisogno di tagliare ancora le
pensioni. È sbagliato affermare
che la spesa pensionistica è
cresciuta rispetto al pil: la verità
è che è il pil a essere crollato,
che i pensionati diminuiscono di
numero e che ancor più
velocemente si riduce la platea di
coloro che pagano i contributi
previdenziali. Tempo di fare un
bilancio, ancora una volta.
Stavolta si tratta dell'Inps, della
riforma Fornero e della politica
di rigore a tutti i costi perseguita
dal governo Monti. La relazione
al bilancio delFInps per il 2014 è
stato forse l'ultimo atto ufficiale
dell'ex presidente Mastropasqua,
la cui durata in carica era stata
differita al 31 dicembre 2014 dal
decreto legge 201 del 6 dicembre
2011. Proprio il decreto che,
immediatamente battezzato
«Salva Italia», riformò le
pensioni e fece abbattere una
gragnuola
di tasse sugli italiani.
Vivevano al di sopra delle loro
possibilità e dovevano essere
messi a regime. I numeri
dell'Inps servono, ancora una
volta, per capire che cosa sia
successo da allora. La miniriforma Tremonti, quella che
eliminò le finestre di uscita per
differire di un anno il mente
sul numero dei nuovi assegni
liquidati, diminuiti del 43% tra
il 2012 (erano 1,14 milioni) e
U 2013 (scesi a 649 mila). U
allungamento della vita
lavorativa disposto dalla
riforma Fornero farà
Previdenza
scendere ancora dell'8,2% il
numero delle nuove pensioni La
frenata previdenziale si rileva
ancora meglio dalla differenza
tra il numero di pensioni vigenti
a fine 2013 (18,519 milioni) e
quelle previste per fine 2014
(18,376 milioni): 143 mila
in meno. Gli squilibri derivano
invece dal calo del numero dei
contribuenti: considerando tutte
le gestioni, erano 22,28 milioni
di 3 miliardi di contributi che si registra tra il 2012
nel 2012, sono scesi a 21,787 nel e il 2014 nonostante la contrazione del numero
2013 e si prevede passeranno a
21,69 nel 2014: - 493 mila unità dei contribuenti. Il bilancio della
strategia della deflazione interna, il
trail2012eil2013eun ulterio-
recupero della competitivita
attraverso la riduzione della
domanda interna e dei salati
provocata dai fallimenti aziendali e
dai licenziamenti si sta
dimostrando ancora una volta
lavoratori dipendenti la
fallimentare. La maggior
contrazione complessiva è di 459 disoccupazione ha peggiorato i
mila unità. Ciononostante, le
conti Inps nonostante il
entrate contributive sono passate dimezzamento dei nuovi
dai 208 miliardi del 2012 ai 210 collocamenti in pensione tra il
miliardi del 2013 per arrivare
2012 e il 2014 e la riduzione del
numero dei pensionati. Per minare
quest'anno a 211. Un calcolo
gli equilibri economici e finanziari
volutamente banale, volto a
ipotizzare il valore dei contributi di tanti Paesi europei e la coesione
politica dell'intera Europa sono
che saranno persi dali'Inps nel
2014 a causa della riduzione del bastati pochi slogan, ripetuti
numero dei contribuenti ri sFtto ossessivamente: la propaganda del
pareggio strutturale del bilancio e
^ 2912< e cioè dei disoccupati
provocati dal la crisi economica del deficit congiunturale al 3% a
qualsiasi costo. Hanno convinto i
e dalle misure di austerità che
Parlamenti e intimorito i cittadini,
l'hanno aggravata, porta a una
ma con la realtà dei numeri c'è ben
cifra imponente: 5,7 miliardi.
poco da fare. I numeri, loro sì,
Questa somma è pari al 2,7% del sono terribilmente testardi,
montante dei contributi pagati da (riproduzione riservata)
re -97 mila persone alla fine di
quest'anno, con una contrazione
complessiva di 590 mila unità. In
termini percentuali siamo
nell'ordine del -2,7%. Per il Fondo
21,690 milioni di lavoratori e che
nel 2014 sarà pari a 211 miliardi
di euro. Una cifra del tutto
coerente con l'aumento
di 3 miliardi di contributi che si
Pag.
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