INTERVISTE grandi iniziati INTERVISTE grandi iniziati C irca 750 anni dopo la fondazione di Roma, nel periodo fra la 194a e la 195a Olimpiade, due grandi personaggi si erano dati appuntamento per nascere: Gesù di Nazareth e Apollonio di Tiana. Non si incontrarono mai, né probabilmente mai l’uno seppe nulla dell’altro. Le loro, tuttavia, furono in parte vite parallele, soprattutto per come vennero accolte dai posteri: personaggi al limite fra l’umano e il divino, portatori di un messaggio religioso di rinnovamento. Entrambi nel solco della loro tradizione d’origine – Gesù di quella ebraica del rabbi (maestro), Apollonio di quella greca della filosofia di Pitagora – spesero la loro esistenza per insegnare. Portati di fronte al potere costituito, ebbero destini diversi: Gesù si lasciò condannare per compiere il suo destino di capro espiatorio dei peccati del mondo, Apollonio operò il prodigio di scomparire, rifiutando il giudizio di un tribunale terreno. Così mentre il Nazareno moriva in croce all’età di 33 anni, Apollonio continuò i suoi viaggi e il suo insegnamento fino a tardissima età. Coyau / Wikimedia Commons / CC-BY-SA-3.0 Quando queste due figure straordinarie sorsero nei territori orientali dell’Impero Romano si stava esaurendo la marea del razionalismo ellenico. «Il mondo antico, al contrario di quel che comunemente si pensa, non è stato tutto logos e razionalità» ci spiega Miska Ruggeri, autore di «Apollonio di Tiana. Ritratto di Apollonio di Tiana (2 d.C. - 98 d.C.) | STORIA IN RETE 56 Giugno 2014 Apollonio il «rivale» di Gesù È stato considerato come «la risposta pagana al Cristianesimo» ma in realtà Apollonio di Tiana non ebbe rapporti con la religione della Buona Novella sorta in Galilea. Un nuova biografia basata sull’analisi filologica delle fonti ricostruisce la figura del sapiente greco che, fra mito e realtà, divenne un semidio per i Romani e i Greci in cerca di una risposta all’avanzata del Vangelo cristiano. Ma, sostiene provocatoriamente l’autore, Miska Ruggeri, non trovando sulla sua strada un San Paolo in grado di rilanciarne il messaggio, ben presto il ricordo e l’influenza di Apollonio declinarono di Emanuele Mastrangelo Il Gesù pagano» (Mursia, prefazione di Luciano Canfora) e se il pensiero scientifico e quello sospeso fra mistica e superstizione hanno convissuto per secoli, con il consolidamento del dominio romano il progresso scientifico-naturalistico ha un vero e proprio reflusso. Troppo pragmatici erano i Quiriti per interessarsi alla teoria come avevano fatto gli Elleni. A Roma occorrevano le scienze applicate, non quelle astratte. Così, lentamente, stretto fra la propria naturale decadenza e l’avanzata di Roma, il pensiero razionale greco cedette lentamente il passo a tutte quelle altre correnti con cui aveva condiviso il proprio percorso nei secoli dei grandi filosofi e poi della scienza ellenistica. Se astronomia e astrologia, per esem- Giugno 2014 pio, avevano convissuto insieme quasi senza distinguersi, ottenendo del pari risultati straordinari come la misura della circonferenza della Terra compiuta da Eratostene (276-194 a.C) o la formulazione di una teoria eliocentrica da parte di Aristarco di Samo (circa 310-230 a.C.), nel mondo romano sopravvive quasi esclusivamente l’aspetto superstizioso dello studio del cielo. Anche la notevole eccezione di Lucrezio Caro (94-54 a.C.), col suo altezzoso distacco per i casi della Res Publica, non fa che confermare questa regola: Lucrezio non è uno scienziato ma solo un divulgatore di teorie d’origine ellenistica. D’altronde, nella mentalità romana l’astrologia aveva un uso concreto attraverso la predizione, mentre sapere se era il Sole o la Terra a spostarsi nel cielo non faceva poi tanta differenza dal punto di vista pratico… Con l’unificazione politica del Mediterraneo sotto le aquile di Roma, insomma, si accelera il divorzio Miska Ruggeri, autore di «Apollonio di Tiana. Il Gesù pagano» (Mursia) | 57 STORIA IN RETE
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