Ministero dello Sviluppo economico Le misure di finanza per la crescita a favore della patrimonializzazione e della finanza d’impresa. Stefano Firpo Capo della Segreteria Tecnica del Ministro Milano, 26 settembre 2014 Le imprese italiane sono troppo dipendenti dal credito bancario Struttura finanziaria delle imprese 100% 5% 27% 25% 23% 24% 80% 13% 15% 60% 24% 44% 28% Debiti commerciali Equity Prestiti a MLT 40% 18% 36% 29% 28% Titoli di debito 55% 22% 20% 18% 0% Prestiti a BT 4% Italia 11% 17% 10% Francia 4% Germania 7% 1% Spagna 12% Regno Unito 2 Produttività che flette e capital misallocation L’economia italiana ha perso slancio negli ultimi vent’anni principalmente a causa della riduzione registrata dalla produttività manifatturiera (misurata in termini di Total Factor Productivity) Sembrano esserci evidenze di una scarsa efficienza nella allocazione delle risorse, che sono state indirizzate prevalentemente verso i settori con la minore crescita di produttività 3 Dopo anni di “credito facile” (e male allocato), è arrivato il credit crunch … L’entrata nell’UEM ha reso più facile l’accesso al credito Il credito è divenuto “commodity” e “variabile indipendente” Il banco-centrismo è aumentato Il credito bancario nel nostro Paese per molti anni, a partire dal 2000, è cresciuto in misura ben superiore alla dinamica dei fondamentali economici (investimenti, produzione). Dal picco di novembre 2011 si sono persi € 84 miliardi di credito bancario alle imprese (ossia il 9,2% del totale), € 11 miliardi solo negli ultimi 12 mesi Il deleveraging degli attivi potrebbe continuare e assumere connotati ancora più ampi. Gli impieghi al settore privato in Italia potrebbero contrarsi di ulteriori € 100 4 - 150 miliardi … e l’incremento dei costi di finanziamento per le imprese L’incremento dei tassi sui titoli di Stato italiani ha avuto anche la conseguenza di peggiorare le condizioni creditizie per le imprese, in precedenza allineate a quelle praticate in Germania e in Francia Anche le imprese che riescono ad accedere al credito, quindi, si trovano in una condizione difficile sullo scenario competitivo internazionale, pagando in media circa 180 p.b. in più rispetto alle concorrenti tedesche e 190 p.b. rispetto alle 5 francesi La “tenaglia” che comprime gli impieghi L’attuale scenario regolamentare e macroeconomico nel quale operano le banche italiane limita fortemente la capacità di erogare credito. Le criticità: L’incremento delle sofferenze e dei crediti problematici. Secondo gli ultimi dati della Banca d’Italia, a luglio 2014 le sofferenze lorde toccano i 172 miliardi di euro, quelle nette i 78 miliardi Il permanere di uno strutturale funding gap tra raccolta e impieghi, in particolare a lungo termine, a causa del “flight to quality” degli investitori Il processo di asset quality review dei bilanci delle banche europee da parte della Bce, e la necessità di ulteriori ricapitalizzazioni ovvero di riduzione degli attivi La normativa di Basilea 3, con requisiti patrimoniali più severi e pro-ciclici, si è rivelata un’occasione mancata per orientare maggiormente il nostro sistema bancario verso il mercato. E’ stato mero adempimento regolamentare e non occasione di ridefinizione del modello di business. L’adozione dei rating interni ha comportato ancora maggior “risk warehousing” non “portando sul mercato” i portafogli i rischio delle banche 6 La liberalizzazione della finanza d’impresa Con i due “Decreti Sviluppo” nel 2012 sono stati introdotti gli strumenti per aprire un circuito d’intermediazione diretto tra risparmio e investimento In particolare, sono stati rimossi molti ostacoli all’accesso e alla sollecitazione al mercato dei capitali da parte di emittenti finora esclusi, come le imprese non quotate anche di media e piccola dimensione Medesimo trattamento fiscale Cd “grandi emittenti” (società quotate) Grandi Medie e piccole imprese imprese Diverso trattamento Microimprese, società di persone, cooperative, artigiane, familiari 7 Corporate Italia: una nuova asset class • L’obiettivo è quello di indirizzare stabilmente il risparmio nazionale finora prevalentemente investito in asset “sovereign” o corporate estero, verso una nuova asset class rappresentativa del meglio del Corporate Italia • Il meglio del nostro “Quarto Capitalismo”, un universo composto da 5-15 mila imprese, diviene così visibile sui radar degli investitori nazionali e internazionali Risparmio di lungo termine (sinistra) e relativa allocazione (destra; esclusi investimenti immobiliari) 600 100% 16,0% 500 80% 37 400 73 21,1% RISERVE TECNICHE ASSICURATIVE FONDI PENSIONE BOND GOVERNATIVI 60% BOND SOCIETARI 300 FONDI COMUNI E LIQUIDITA' CASSE DI PREVIDENZA PROFESSIONISTI 200 AZIONI 40% 57,6% 382 20% 100 0 dati in miliardi di Euro 0% 5,3% 8 I contenuti dei due Decreti Sviluppo del 2012 Le misure previste dai “Decreti Sviluppo” hanno disciplinato l’emissione di strumenti di debito a breve termine (cambiali finanziarie) e a medio - lungo termine (obbligazioni), anche a contenuto subordinato e partecipativo Sono stati eliminati i limiti previsti dall’articolo 2412 del codice civile (doppio del capitale sociale) alle emissioni obbligazionarie quotate da parte delle SpA È stata estesa anche alle società non quotate che emettono titoli di debito: la deducibilità degli interessi passivi secondo le stesse regole previste per le società quotate, con riferimento ai titoli quotati su mercati regolamentati o sistemi multilaterali di negoziazione, ovvero a quelli sottoscritti da investitori qualificati che non detengano più del 2% del capitale la deducibilità dei costi di emissione l’esenzione della ritenuta alla fonte sui proventi corrisposti su titoli negoziati su mercati regolamentati o sistemi multilaterali di negoziazione di Stati membri dell’UE o di Paesi in “White List”, allo scopo di evitare una doppia imposizione 9 Il Decreto Destinazione Italia: facilitazioni fiscali Il Decreto Destinazione Italia, con l’art. 12, ha segnato un ulteriore passaggio importante nel quadro di una ampia riforma della finanza d’impresa Allo scopo di ampliare la diffusione degli strumenti di finanza d’impresa, ha introdotto specifiche misure di eliminazione di vincoli di natura fiscale: Rimodulazione in senso agevolativo della fiscalità indiretta sui finanziamenti garantiti (ipoteche, pegni su azioni, su quote di Srl, su inventario e su proprietà intellettuale), bancari e non. Si prevede un particolare impatto di una tale misura sulle emissioni di “mini-bond”, che con ogni probabilità saranno emessi in forma “secured” Estensione della possibilità di costituire un privilegio speciale sui beni mobili destinati all’esercizio dell’attività di impresa, attualmente previsto solo per i crediti bancari, anche a garanzia dei titoli obbligazionari. Si consente così alle imprese che intendono emettere bond di evitare il ricorso a forme di garanzia alternative, come le ipoteche immobiliari Disapplicazione della ritenuta d’acconto sui proventi corrisposti ai fondi obbligazionari chiusi detenuti da investitori qualificati, realizzando 10 l’obiettivo di rendere fiscalmente neutro l’intervento di tali fondi Il Decreto Destinazione Italia: interventi normativi Il Decreto Destinazione Italia ha riguardato anche alcuni interventi normativi: Semplificazione delle procedure di cartolarizzazione (viene meno la necessità di cessione in blocco dei crediti) e maggiore protezione per gli investitori. Estensione dell’applicazione della disciplina anche alle operazioni aventi ad oggetto le obbligazioni Ammissibilità delle obbligazioni, dei relativi titoli cartolarizzati, nonché delle quote dei fondi che investono prevalentemente in tali obbligazioni, come attivi a copertura delle riserve tecniche assicurative e compatibilità con le disposizioni in materia di limiti di investimento per i fondi pensione Inclusione tra le attività idonee come garanzia delle obbligazioni collateralizzate emesse dalle banche (complementari ai “covered bonds”), anche delle obbligazioni societarie e dei crediti alle PMI Inclusione delle aperture di credito sui conti correnti tra le attività utilizzabili come collateral per il rifinanziamento presso l’Eurosistema Possibilità per il Fondo Centrale di Garanzia di garantire anche i gestori, per gli investimenti sia su singole emissioni di titoli sia su portafogli 11 (decreto MISE-MEF) Le modifiche al Regolamento 36/2011 dell’IVASS In attuazione delle misure del Decreto Destinazione Italia, l’IVASS ha tempestivamente modificato gli articoli 17 e 23 del Regolamento 36/2011, relativi agli investimenti delle compagnie di assicurazione Sono state in particolare inserite due nuove classi di investimenti ammissibili a copertura delle riserve tecniche: 1. La A1.2d, comprendente le obbligazioni e i titoli similari emessi da società non quotate, nei quali si può investire fino al 3% delle riserve 2. La A1.9, comprendente le operazioni di cartolarizzazione previste dalla legge n. 130 del 1999. In questi strumenti, anche privi di rating, si può investire fino al 3% delle riserve L’IVASS ha poi messo il 10 giugno in pubblica consultazione una ulteriore revisione del Regolamento, che introduce la possibilità di investire anche in titoli di capitale non negoziati emessi da società a responsabilità limitata (classe A3.1b). Inoltre, elimina il tetto del 5% per gli investimenti in fondi chiusi e speculativi (classi A5.2a e A5.2b), per i quali rimane quindi solo il tetto del 10% previsto per il complesso degli investimenti alternativi 12 Risultati già raggiunti Issuer Issue Rating Gruppo PSC SpA NR/NR Eurotranciatura SpA NR/NR SIGIT SpA NR/NR Global System International SpA B1/NR MPG SpA NR/NR Acque del Basso Livenza SpA NR/NR Acque del Chiampo SpA NR/NR Acque Vicentine SpA NR/NR Alto Vicentino Servizi SpA NR/NR Azienda Servizi Integrati SpA NR/NR BIM SpA NR/NR Centro Veneto Servizi SpA NR/NR ETRA SpA NR/NR Trevi SpA A2/NR TE Wind SA NR/NR Twin Set Simona Barbieri SpA B1/B Coswell SpA B1/NR Rigoni di Asiago Srl A3/NR C.M.C. Cooperativa B2/B E.S.TR.A. SpA B1/NR Fri-El Biogas Holding Srl NR/NR Lisolante K-Flex SpA NR/B+ Selle Royal SpA NR/NR S.G.G. Holding SpA NR/NR Officine Maccaferri SpA B2/B IMI Fabi SpA NR/NR SEA SpA NR/BB+ Dynamica Retail SpA NR/NR Enna Energia Srl NR/NR RSM Italy Srl NR/NR Ipi SpA NR/NR Tesmec SpA A2/A Bomi Italia SpA NR/NR Cogemat SpA NR/NR TerniEnergia SpA NR/NR JSH Group SpA NR/B Microcinema SpA NR/NR Iacobucci HF Electronics Srl NR/BB+ GPI SpA NR/NR Alessandro Rosso Group SpA NR/NR Ferrovie dello Stato SpA BBB/BBB+ Fincantieri SpA NR/NR Rhino Bondco SpA B2/B Rhino Bondco SpA B2/B Marcolin Spa B2/BFilca Cooperative BBB+ Cassa del Trentino SpA A3/NR Primi sui Motori SpA NR/NR Manutencoop Facility Management SpA B2/B+ Gamenet SpA B1/B+ Salini Costruttori SpA NR/BBFerrovie dello Stato SpA BBB/BBB+ CAAR SpA NR/NR Sisal Holding Istituti di Pagamento B1/BBBuscaini Srl NR/NR Wind Acquisition Finance SA* Ba3/BBWind Acquisition Finance SA* Ba3/BBTeam System Holding SpA B2/B Zobele Holding SpA B2/B Cerved Technologies SpA B2/B Cerved Technologies SpA B2/B Cerved Technologies SpA B3/CCC+ Rottapharm Ltd* Ba3/BBGuala Closures SpA B1/B Nota: (*) Emissioni da veicolo estero (**) importo in dollari Issue Date Coupon (%) Size (€ mln) ago-14 ago-14 ago-14 ago-14 lug-14 lug-14 lug-14 lug-14 lug-14 lug-14 lug-14 lug-14 lug-14 lug-14 lug-14 lug-14 lug-14 lug-14 lug-14 lug-14 lug-14 lug-14 giu-14 giu-14 giu-14 giu-14 mag-14 mag-14 mag-14 apr-14 apr-14 apr-14 mar-14 feb-14 feb-14 gen-14 gen-14 dic-13 dic-13 dic-13 dic-13 nov-13 nov-13 nov-13 nov-13 set-13 ago-13 ago-13 lug-13 lug-13 lug-13 lug-13 lug-13 mag-13 apr-13 apr-13 apr-13 apr-13 gen-13 gen-13 gen-13 gen-13 nov-12 nov-12 6,0 5,0 6,3 6,8 FRN 4,2 4,2 4,2 4,2 4,2 4,2 4,2 4,2 5,3 6,0 FRN 6,8 6,3 7,5 5,0 4,9 6,0 5,8 5,5 5,8 6,3 6,0 6,0 5,0 8,0 7,0 6,0 7,3 FRN 6,9 7,5 8,1 8,0 5,5 10,0 3,5 3,9 7,3 FRN 8,5 6,0 3,5 9,0 8,5 7,3 6,1 4,0 6,5 7,3 7,0 FRN 6,5 7,4 7,9 FRN 6,4 8,0 6,1 FRN 5,0 5,0 6,0 5,4 3,0 14,0 13,0 26,0 18,0 15,0 5,0 29,1 29,9 50,0 3,7 150,0 15,0 7,0 300,0 50,0 12,0 100,0 10,0 8,0 200 7,0 3,0 5,0 3,2 1,0 12,3 15 1,5 50 25 1,8 1,5 3,8 3,8 4,0 600 300 215 200 200 9,0 70 1,7 425 200 400 750 3,0 275 10 150 550 (**) 300 180 250 300 230 400 275 Queste misure, entrate pienamente in vigore alla fine del 2012, hanno già reso possibili numerose operazioni di emissione, di diversa taglia dimensionale In genere le singole emissioni ammontano a qualche centinaio di milioni di euro, ma anche le imprese più piccole iniziano a fare ricorso al mercato L’entità complessiva delle emissioni ha quasi raggiunto € 8 miliardi. Diverse operazioni sono in corso di strutturazione e saranno perfezionate a breve In molti casi, le emissioni sono finalizzate ad allungare l’orizzonte temporale dei finanziamenti e a ridurne gli oneri, in confronto con fonti alternative 13 Il Decreto Competitività: più credito Il Decreto Competitività (n. 91 del 24 giugno 2014, convertito con legge n. 116 dell’11 agosto 2014) rappresenta l’ultimo tassello nel percorso di riforma della finanza d’impresa avviato nel 2012 con i Decreti Sviluppo Gli articoli da 19 a 22 contengono significative misure per favorire la patrimonializzazione e la quotazione in Borsa delle imprese, l’emissione di obbligazioni e l’ampliamento dei canali di accesso al credito Per quanto riguarda il credito, il Decreto: Consente anche alle compagnie di assicurazione e alle società di cartolarizzazione di erogare direttamente credito alle imprese (attraverso una struttura sindacata insieme alle banche, a meno di specifica autorizzazione da parte dell’IVASS). Questa possibilità è già stata riconosciuta anche ai Fondi attraverso un Regolamento Elimina la ritenuta d’acconto sui finanziamenti a medio-lungo termine erogati alle imprese da parte di banche, compagnie di assicurazione e fondi di credito fiscalmente localizzati all’estero (in Paesi UE e SEE) 14 Il Decreto Competitività: facilitazioni fiscali Gli ulteriori interventi fiscali per favorire l’utilizzo di canali di finanziamento alternativi e l’emissione di obbligazioni previsti dal Decreto sono i seguenti: Eliminazione della ritenuta d’acconto sugli interessi e i proventi corrisposti sulle obbligazioni non quotate collocate presso investitori qualificati, il cosiddetto private placement Estensione della disapplicazione della ritenuta d’acconto sugli interessi e i proventi delle obbligazioni e dei titoli similari corrisposti alle società di cartolarizzazione che li sottoscrivono Estensione dell’imposta sostitutiva anche alle cessioni di crediti garantiti, eliminando la tassazione sul trasferimento delle garanzie accessorie È stato inoltre potenziato il meccanismo dell’ACE attraverso due misure: Introduzione di un credito d’imposta a valere sull’IRAP per le imprese fiscalmente incapienti IRES, allargando quindi la platea dei beneficiari Incremento del beneficio per gli aumenti di capitale delle imprese che si quotano in borsa (Super ACE) 15 Prossime evoluzioni: “aggregatori” di mini-bond Originator PMI emittenti “mini-bond” Sottoscrizione Fondo di debito “Mini-bond” Originator PMI emittenti “mini-bond” STRUTTURA A FONDO DI CREDITO SGR Sottoscrizione SPV ex 130 Sottoscrizione Investitori Quote I N STRUTTURA DI CARTOLARIZZAZIONEV I EN Tranche SV TE Senior IS T T Tranche O O Sottoscrizione Mezzanine Investitori RR I Tranches “Mini-bond” S Tranche Junior 16 Una nuova industria finanziaria in costruzione? Tra i Fondi di credito già operativi e quelli in corso di costituzione, la platea dei Fondi dedicati ai mini-bond si sta ampliando. Sono ormai quasi 30, con un target di raccolta superiore a € 5 miliardi. Alcuni… 17 Decreto Sblocca-Italia: nuovi profili civilistici SIIQ Per accrescere l’efficienza del mercato immobiliare, in particolare del comparto non residenziale, è necessaria la presenza di investitori istituzionali specializzati. Lo sviluppo delle SIIQ (Società di Investimento Immobiliare Quotate) è stato finora limitato nel nostro Paese (in Francia ad esempio sono oltre 40, in Italia 2) da alcune rigidità normative, sia per la costituzione che per la gestione L’intervento ha l’obiettivo di superare queste criticità, allineando la disciplina italiana a quella internazionale. In particolare: Il flottante, ossia la quota di capitale minima che deve essere detenuta da azionisti non qualificati, viene ridotto dal 35% al 25%, equiparandolo al requisito di quotazione di qualsiasi società. Tale requisito può essere soddisfatto entro dodici mesi dall’inizio del periodo d’imposta Il limite massimo di partecipazione da parte di un singolo soggetto viene elevato dal 51% al 60% e viene data la possibilità di poter soddisfare questo requisito entro 36 mesi 18 Decreto Sblocca-Italia: nuovi profili fiscali SIIQ Anche sotto il profilo fiscale, la disciplina delle SIIQ italiane presenta delle asimmetrie rispetto a quanto previsto a livello internazionale. Si è agito anche su questo fronte: Riducendo dall’85% al 70% la percentuale di distribuzione minima dell’utile da gestione esente, per tener conto del fatto che l’utile delle SIIQ italiane è più elevato a causa dell’adozione dei principi contabili IFRS che non consentono la deduzione degli ammortamenti sugli immobili locati Introducendo un nuovo regime fiscale di esenzione delle plusvalenze realizzate sugli immobili oggetto di locazione, prevedendo un obbligo di distribuzione del 50% di tali plusvalenze nei due anni successivi Uniformando la normativa fiscale delle SIIQ a quella dei fondi immobiliari, prevedendo la permeabilità tra i due strumenti e rendendo fiscalmente neutra l’opzione in modo da favorirne l’interdipendenza e la complementarietà, attraverso l’inclusione degli investimenti in fondi immobiliari nell’ambito della gestione esente delle SIIQ e l’agevolazione del passaggio degli immobili dai fondi alle SIIQ 19 Decreto Sblocca-Italia: liberalizzazione delle grandi locazioni commerciali La disciplina delle locazioni attualmente in vigore risale per la gran parte alla originaria legge sull’equo canone (legge n. 382/1978) e limita fortemente la libertà delle parti di regolare il rapporto, predeterminandolo in molti elementi essenziali (attraverso vincoli alla durata, ipotesi inderogabili di recesso del conduttore, limitazioni alla possibilità di prevedere liberamente le modalità di revisione del canone, ipotesi inderogabili di prelazione, etc.) Tali rigidità, che non trovano riscontro in altri ordinamenti europei, rendono meno appetibili gli investimenti nel mercato italiano e costituiscono un freno allo sviluppo delle locazioni commerciali e degli immobili ad uso turistico La nuova normativa salvaguarda le esigenze di tutela del conduttore nelle situazioni nelle quali può essere riconosciuto come “contraente debole” Negli altri casi, ovvero nell’ambito dei contratti di locazione ad uso non abitativo di maggiore rilevanza (quelli con canone annuo superiore a € 150 mila), vengono superate queste rigidità attraverso il riconoscimento alle parti della possibilità di disciplinare pattiziamente tutti i termini e le condizioni del rapporto, valorizzando l’autonomia privata 20
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