non di solo - La Traccia

non di
solo
PANE
Sussidio di preghiera per la famiglia
anno XIV n. 666
Domenica 08 Giugno 2014
«Ricevete lo
Spirito Santo».
Settimanale di preghiera | Tempo Ordinario
Offerta della giornata
“Pregare,
forse il
discorso
più urgente”
Sussidio
di preghiera
per la famiglia
Sito di Non di Dolo Pane:
www.latracciameditazioni.it
Giugno
Offerta quotidiana
Cuore divino di Gesù,
io ti offro per mezzo
del Cuore Immacolato di Maria,
Madre della Chiesa,
in unione al Sacrificio eucaristico,
le preghiere, le azioni,
le gioie e le sofferenze
di questo giorno,
in riparazione dei peccati,
per la salvezza di tutti gli uomini,
nella grazia dello Spirito Santo,
a gloria del divin Padre.
Dio, nostro Padre, io ti offro tutta la mia giornagiornata. Ti offro le mie preghiere, i pensieri, le
parole, le azioni, le gioie e le sofferenze in unione con il Cuore del tuo Figlio Gesù Cristo che
continua ad offrirsi a te nell’Eucaristia per la
salvezza del mondo. Lo Spirito Santo che ha guidato Gesù sia la mia guida e la mia forza oggi
affinché io possa essere testimone del tuo amo-
re. Con Maria, la madre del Signore e della Chiesa, prego specialmente per le intenzioni che il
Santo Padre raccomanda alla preghiera di tutti i
fedeli in questo mese
Intenzione del Santo Padre
Perché i disoccupati ottengano il sostegno e il lavoro
di cui hanno bisogno per vivere con dignità.
Intenzione missionaria
Perché l'Europa ritrovi le sue radici cristiane attraverso
la testimonianza di fede dei credenti.
Intenzione dei vescovi
Perché i sacerdoti siano veri amici di Gesù, per
condividere gli ideali e i sentimenti del suo Cuore.
Intenzione del Vescovo di Brescia
Mons. Luciano Monari
Perché i credenti crescano nella fede, nella speranza e
nell'amore e siano veri testimoni di Cristo nel mondo.
Non di solo pane - Numero 666 - Tempo Ordinario - pagina 2
Pentecoste
Lo Spirito Santo ci trasforma veramente
e vuole trasformare, anche attraverso di noi,
il mondo in cui viviamo.
(Papa Francesco)
Domenica
08
Giugno
IV Settimana
del Salterio
Pentecoste
Per gli Ebrei è la festa
che ricorda il giorno
in cui sul Monte Sinai, Dio diede a Mosè
le tavole della Legge. Per la Chiesa
Cattolica è la festa
che ricorda la discesa
dello Spirito Santo
sugli Apostoli.
Martirologio Romano: Giorno di Pente-
Brano Evangelico: Gv 20, 19-23
coste, in cui si conclude il tempo sacro
dei cinquanta giorni
di Pasqua e, con
l’effusione dello Spirito Santo sui discepoli a Gerusalemme,
si fa memoria dei
primordi della Chiesa e dell’inizio della
missione degli Apostoli fra tutte le tribù,
lingue, popoli e nazioni.. La Chiesa, nella festa di Pentecoste,
vede il suo vero atto
di nascita d’inizio
missionario, considerandola insieme alla
Pasqua, la festa più
solenne di tutto il calendario cristiano.
«Pace a voi!».
La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le
porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato
me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo
Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a
coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».
La voce di un grande papa: Un cuore grande.
Vieni, o Spirito Santo, e da' a noi un cuore grande, aperto alla Tua
silenziosa e potente parola ispiratrice, e chiuso ad ogni meschina
ambizione, un cuore grande e forte ad amare tutti, a tutti servire,
con tutti soffrire; un cuore grande, forte, solo beato di palpitare col
cuore di Dio.
Paolo VI
Non di solo pane - Numero 666 - pagina 3
Gli APPROFONDIMENTI
della domenica
Un regalo da custodire
Meditazione di don Luciano Vitton Mea
La Chiesa celebra oggi la
Solennità della pentecoste,
ricorda la sua nascita, la
discesa dello Spirito Santo
su Maria e gli apostoli riuniti
in preghiera nel cenacolo.
Un evento che si rinnova
tutte le volte che la Chiesa
celebra i sacramenti, deve
prendere decisioni importanti, chiede a Dio luce e
intelletto per approfondire
e definire meglio il suo stesso mistero. Anche nei periodi più scuri della sua storia,
quando le fragilità, le passioni, le piaghe laceranti
delle divisioni hanno riempito di rughe il suo volto,
sempre i prodigi della Pen-
tecoste hanno rinnovato, sanato, reso giovane il corpo
mistico del Signore.
Ma cosa dona lo Spirito Santo
al gruppo degli apostoli riuniti
in preghiera? Cosa dona alle
anime che con fede supplicano “ Vieni Santo Spirito manda dal cielo un raggio della
tua luce, Vieni padre dei poveri, vieni datore dei doni,
vieni luce dei Cuori …”? Dona
la pace, la sua pace, la pace
piena che solo Dio può elargire. Su questo concetto è tornato recentemente papa
Francesco in una delle sue
omelie del mattino tenute
nella Capella di Santa Marta.
Punto di partenza della sua
meditazione sono state le parole
del discorso di congedo di Gesù ai
suoi discepoli, così come riportate
da Giovanni nel Vangelo (14, 2731): «Vi lascio la pace, vi do la
mia pace». Proprio la pace «è il
dono che lui dà prima di andarsene», spiegando: «Non come la dà
il mondo, io la do a voi. Non sia
turbato il vostro cuore e non abbia timore». La vera pace, quindi, è una persona: lo Spirito Santo. Ed «è un dono di Dio» da accogliere e custodire, proprio come
fa «un bambino quando riceve un
regalo». Attenzione, però, alle
varie «paci» che offre il mondo,
proponendo le false sicurezze dei
soldi, del potere e della vanità:
queste sono «paci» solo apparenti
e non sicure. Il Santo Padre si è
soffermato con puntiglio sui tre
tipi di pace che il mondo si illude
di dare. Un tipo di pace che offre
il mondo, per esempio, è «la pace
delle ricchezze», che porta a pensare: «Ma io sono in pace perché
ho tutto sistemato, ho per vivere
per tutta la mia vita, non devo
preoccuparmi!». Questa idea di
pace parte da una convinzione:
«Non preoccuparti, non avrai problemi perché tu hai tanto denaro!». Ma è Gesù stesso a ricordarci
«di non avere fiducia in questa
pace, perché, con grande realismo, ci dice: guardate che ci sono
i ladri, eh! E i ladri possono rubare le tue ricchezze!». Ecco perché
«non è una pace definitiva quella
che ti danno i soldi».
Del resto, ha aggiunto il Papa, non
dimentichiamo «che il metallo si
arrugginisce». E basta «un crollo
della borsa e tutti i tuoi soldi se
Non di solo pane - Numero 666 - Tempo Ordinario - pagina 4
ne andranno» ha detto ancora per rimarcare come quella dei soldi «non è una pace sicura» ma solo «una pace
superficiale e temporale».
Un'altra pace che dà il mondo, ha proseguito il Papa, «è
quella del potere». E così si arriva a pensare: «Io ho potere, sono sicuro, comando questo, comando quello, sono rispettato: sono in pace». In questa situazione si trovava il re Erode; ma «quando sono arrivati i magi e gli
hanno detto che era nato il re d'Israele», in quello stesso
momento «la sua pace se n'è andata via subito». A conferma che «la pace del potere non funziona: un colpo di
Stato te la toglie subito!». Un terzo tipo di pace «che dà
il mondo» è quella della «vanità», che fa dire a noi stessi: «Io sono una persona stimata, ho tanti valori, sono
una persona che tutto il mondo rispetta e quando vado
nei ricevimenti mi salutano tutti». Però anche questa
«non è una pace definitiva, perché — ha ammonito Papa
Francesco — oggi sei stimato e domani sarai insultato!».
Il Pontefice ha invitato a pensare a «cosa è successo a
Gesù: la stessa gente che la domenica delle palme diceva una cosa», accogliendolo a Gerusalemme, «il venerdì
ne diceva un'altra». Dunque anche «la pace della vanità
non funziona», così come le altre «paci» che offre il
mondo, perché sono «temporali, superficiali e non sicure».
Per comprendere invece quale sia la pace autentica bisogna tornare alle parole di Gesù: «Vi lascio la pace, vi
do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a
voi». Com'è allora la pace che dà Gesù? «È una persona,
è lo Spirito Santo» ha spiegato il Papa. «Lo stesso giorno
della risurrezione», nel cenacolo, il saluto di Gesù ai discepoli è: «La pace sia con voi, ricevete lo Spirito Santo». Dunque la pace di Gesù «è una persona, un regalo
grande». Perché «quando lo Spirito Santo è nel nostro
cuore, nessuno può togliere la pace. Nessuno! È una pace definitiva!».
Preghiamo la Parola
Così Dio ha amato il mondo
da mandarci il Figlio suo,
ed è lui la nostra pasqua:
sacramento e sacrificio.
Sacrificio in cui s'eterna la
memoria della croce:
morte e vita qui s'alterna
per l'intera umanità.
«Fate questo in mia memoria,
proclamate la mia morte,
annunziate che io vivo,
Attendete il mio ritorno».
A te, Padre di clemenza,
per il Figlio tuo splendore,
nello Spirito tuo amore,
odi e gloria in verità.
Amen
Non di solo pane - Numero 666 - Tempo Ordinario - pagina 5
X del Tempo Ordinario
Uscire verso gli altri per giungere alle periferie
umane non vuol dire correre verso il mondo
senza una direzione e senza senso.
(Papa Francesco)
Lunedì
09
Giugno
IV Settimana
del Salterio
Il Santo del giorno: Sant’Efrem
Efrem nacque nel
306 a Nisibi, città
della Mesopotamia
governata con la forza della armi da Roma. Dei primi anni
della sua vita si conoscono racconti
molto diversi tra loro: certo, invece, il
sacramento del battesimo ricevuto verso i
18 anni. Strinse una
profonda e spirituale
amicizia con il vescovo della città,
Giacomo (santo, 15
luglio), con il quale
contribuì a costruire
e a guidare una scuola di teologia. Ordinato diacono prima
del 338 dal vescovo
Giacomo (303-338),
visse e operò a Nisibi
fino alla conquista
persiana: Efrem, alternando la vita asce-
tica all’insegnamento,
si ritirò gli ultimi anni
presso Edessa dove
morì il 9 giugno
dell’anno 373.
Brano Evangelico: Mt 5, 1-12 Grande è la vostra ricompensa nei cieli.
In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:
«Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati quelli che sono nel pianto,
perché saranno consolati.
Beati i miti,
perché avranno in eredità la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per la giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni
sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è
la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti perseguitarono i profeti che furono prima di voi».
Non di solo pane - Numero 666 - pagina 6
Le omelie di papa Francesco
Aprirsi allo Spirito Santo
Preghiamo la Parola
Capella Santa Marta - Giugno 2013
La vera conversione consiste nell’aprire la porta
al Signore, superando egoismi, ipocrisie, falsità. Lo
ha detto papa Francesco commentando il Vangelo di
quest’oggi. “La salvezza è questa: vivere nella consolazione dello Spirito Santo, non vivere nella consolazione dello spirito del mondo; lo spirito del mondo
non è salvezza ma peccato. La salvezza è andare
avanti e aprire il cuore perché venga la consolazione
dello Spirito Santo che è la salvezza. Ma non può
negoziare un pò di qua e un pò di là, fare una sorta
di macedonia, un pò di Spirito Santo e un pò di spirito del mondo? No, o una cosa o l’altra; il Signore lo
dice chiaro, chiaro: “Non si può servire a due padroni: o si serve il Signore o lo spirito del mondo”. Dobbiamo essere aperti allo Spirito Santo. E la nuova
legge, di cui ci parla il Signore, le Beatitudini, si capiscono soltanto se uno ha il cuore aperto, si capiscono dalla consolazione dello Spirito Santo; non si
possono capire con l’intelligenza umana soltanto o
Per la misura
smisurata
di tanta immensità,
tu ci manchi Signore.
Nel profondo del
nostro cuore un posto
resta segnato
da un vuoto,
una ferita.
Nascosto in una
nube oscura
riconosciamo te
senza mai possederti.
Solo chi è povero
ti accoglie
con cuore puro
e occhi che son volti
verso la luce.
con lo spirito del mondo. Infatti sono i nuovi coman-
Amen
damenti, ma se noi non abbiamo un cuore aperto
allo Spirito Santo sembreranno “follia”: essere poveri, essere miti, essere misericordiosi non sono valori
Agisci
che ci portano al successo e non si comprendono se
non si ha il cuore aperto e non abbiamo gustato
quella consolazione dello Spirito Santo che è la Salvezza. Le Beatitudini sono la legge di quelli che sono stati salvati e hanno aperto il loro cuore alla salvezza; questa è la legge dei liberi, con quella libertà
dello Spirito Santo.
Oggi chiedo a Gesù di memorizzare qualcuna delle
beatitudini: per esempio
questa "Beati i miti perché
possederanno la terra". Dammi, Signore,
la capacità di resistenza silenziosa e piena
di pace nei conflitti della giornata. Che
provocato, io non risponda; che offeso, io
perdoni, che messo a cimento, io pazienti.
Non di solo pane - Numero 666 - Tempo Ordinario - pagina 7
Martedì
10
Giugno
X del Tempo Ordinario
Nelle nostre società ciò che prevale è l’egoismo.
Quanti «mercanti di morte» che seguono la logica
del potere e del denaro ad ogni costo!
IV Settimana
del Salterio
(Papa Francesco)
Il Santo del giorno: Santa Elisabetta Guillen
Rinunciando il matrimonio, Sant'Elisabetta Guillen, volle consacrarsi interamente
a Dio ricevendo il
candido abito delle
mercedarie nel convento di Barcellona.
Condusse una vita
tutta di penitenza,
orazione ed in unione
intima, cercò unica-
Brano Evangelico: Mt 5, 13-16
mente di piacere a
Cristo Sposo. All'età
di 30 anni fu presa da
una febbre che lentamente la consumò
con dolorose torture
e, famosa per i miracoli, con queste parole: "desidero sciogliermi ed essere in
Cristo", andò gloriosa
alle nozze eterne
nell'anno 1300. Il suo
corpo fu sepolto vicino all'altar maggiore
nella chiesa del convento di Sant'Eulalia
dove la sua memoria
è
ancora
viva.
L'Ordine la festeggia
il 10 giugno.
Voi siete il sale della terra.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A
null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente. Voi
siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra
un monte, né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma
sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli».
La voce di monaco benedettino: Principe della vita.
Per Gesù il cammino verso la sua meta passa attraverso il dolore,
attraverso la morte. Questo vale anche per noi che con Gesù giungiamo al regno di Dio attraverso molte difficoltà. Gesù è il principe della vita. Come re egli ci apre la strada verso la vita vera.
Anselm Grun
Non di solo pane - Numero 666 - pagina 8
meditazione
Preghiamo la Parola
Immergersi in Dio
di don Luciano Vitton Mea
«Dobbiamo sempre accostarci a Dio avendo coscienza
che non lo conosciamo. Quello verso cui dobbiamo volgerci è il Dio segreto, misterioso, che si rivela nel modo
che Lui vuole; ogni volta che veniamo alla Sua presenza
ci troviamo davanti a un Dio che non conosciamo ancora.
Dobbiamo essere aperti ad ogni manifestazione della
Sua persona e della Sua presenza. Forse abbiamo imparato molte cose su Dio attraverso la nostra propria esperienza, attraverso l'esperienza degli altri, gli scritti dei
santi e l'insegnamento della Chiesa, la testimonianza
della Scrittura; forse sappiamo che è buono, umile, che
è un fuoco che divora, che è nostro giudice, nostro Salvatore e molte altre cose ancora, ma dobbiamo ricordarci che in ogni momento può rivelarsi come mai abbiamo immaginato, in un modo che vanifica assolutamente i nostri schemi. Dobbiamo porci davanti a Lui con
riverenza ed essere aperti ad incontrare chi ci viene incontro, che si tratti del Dio che già conosciamo e ci è
familiare o di un Dio che siamo incapaci di riconoscere.
Ad ogni tappa della nostra crescita Dio ci è nello stesso
tempo conosciuto e sconosciuto. Lui stesso si rivela nella misura da Lui stabilita e così lo conosciamo, ma non
lo conosciamo mai completamente, rimarrà sempre il
mistero divino, un nucleo di mistero che mai potremo
penetrare. La conoscenza di Dio non può essere ricevuta
e data che nella comunione con Lui, condividendo la Sua
realtà nella misura in cui essa è comunicabile».
Per capire questo concetto può aiutarci il racconto
della bambolina di sale che voleva conoscere
l’immensità del mare. Una volta giunta in riva al mare,
per conoscerlo, dovette entrare tra le sue onde. Quando si fu sciolta completamente conobbe il mare e poté
dire: “Sono io”. Questo vale, con le dovute proporzioni,
anche con Dio; solo se ci immergiamo in lui, sciogliendoci e perdendo una parte di noi stessi, possiamo comprendere il fascino del suo mistero. Gesù ci ricorda: “voi siete il sale della terra” e la nostra vocazione è quella di
“perdersi”, di sciogliersi” cioè di scomparire.
Fu luce la prima parola,
artefice sommo e sublime,
e fu con la luce il creato,
inizio ebbe il corso del tempo.
Ai primi bagliori dell'alba
risponde il chiarore del vespro,
e il cielo che tingi di fuoco,
proclama la grande tua gloria.
Anelito nuovo alla vita
inturgida tutte le cose,
si ergono in cerca del sole,
e poi si riposano in pace.
La pace più vera per noi
è solo nel Cristo tuo Figlio,
che in alto levato da terra
attira a sé tutte le cose.
Eterno pastore dell'uomo,
che guida i suoi passi, sicuro,
nel buio che incombe sul mondo,
ai pascoli veri di vita.
Amen.
Agisci
Oggi mi porrò qualche
interrogativo:
sono
sale che dà sapore o
sono insipido? Sono
una luce che brilla e illumina il cammino degli altri, o mi nascondo, tenendo la luce solo per me?
Non di solo pane - Numero 666 - Tempo Ordinario - pagina 9
Un mese con il Sacro Cuore di Gesù
di “Non di solo Pane”
Rigorosamente in ginocchio
Meditazione di don Luciano Vitton Mea
La devozione al Sacro Cuore di
Gesù non è una semplice pratica di pietà ma è la chiave di
lettura del mistero stesso di
Cristo, della “follia della croce”, del perpetuo Sacrificio che
viene celebrato durante la Santa Messa. Gesù non lo possiamo
comprendere attraverso le ferree leggi della logica umana,
attraverso il rigore di un sillogismo o i sottili ragionamenti
della filosofia; sfugge al calcolo, al “verificabile”, ai semplici
dettami del “virtuoso”. Per
comprendere Gesù dobbiamo
andare oltre le polverose biblioteche dove si accavallano le
migliaia di volumi che hanno
cercato di afferrare un brandello del suo mistero, lasciarci
alle spalle le sottili speculazioni che cercano di fissarlo in un
concetto o di ingessarlo in una
enigmatica definizione. Gesù lo
comprendi solo quando ci si
inginocchia davanti ad un crocefisso, quando la ragione cede il passo alla legge del cuore. Solo contemplando il Suo
Cuore noi possiamo scorgere
l’abisso della cattiveria umana e le vette luminose della
bontà divina. Solo contemplando in ginocchio, rigorosamente in ginocchio, il costato
aperto del Crocifisso, dove si
incontrano il cuore di Dio e
quello dell’uomo, noi comprendiamo le nostre potenzialità di bene da un lato e i solchi profondi della nostra cattiveria dall’altro. Ai piedi della croce sentiamo l’eco della
voce di Dio che cerca la sua
effige, la sua creatura:
«Adamo, dove sei?” (cfr Gen
3,9). Dove sei, uomo? Dove sei
finito? Uomo, chi sei? Non ti
riconosco più. Chi sei, uomo?
Chi sei diventato? Di quale orrore sei stato capace? Che cosa ti
ha fatto cadere così in basso?
Non è la polvere del suolo, da
cui sei tratto. La polvere del
suolo è cosa buona, opera delle
mie mani. Non è l’alito di vita
che ho soffiato nelle tue narici.
Quel soffio viene da me, è cosa
molto buona (cfr Gen 2,7). No,
questo abisso non può essere
solo opera tua, delle tue mani,
del tuo cuore… Chi ti ha corrotto? Chi ti ha sfigurato? Chi ti ha
contagiato la presunzione di impadronirti del bene e del male?
Chi ti ha convinto che eri dio?
Non solo hai torturato e ucciso i
tuoi fratelli, ma li hai offerti in
sacrificio a te stesso, perché ti
sei eretto a dio. “Adamo, dove
sei?”». (VISITA AL MEMORIALE DI YAD VASHEM
DISCORSO DEL SANTO PADRE FRANCESCO Jerusalem
Lunedì, 26 maggio 2014).
Ma dalla croce sentiamo anche
la voce del cuore, la voce
dell’amore del Figlio: «Padre
perdona loro perché non sanno
quello che fanno ….» E ancora:
«In verità in verità di dico, oggi
sarai con me nel paradiso».
Nel Cuore del Crocefisso riecheggia il dolore del Padre, il
dramma generato da tutte le
cattiverie umane e la forza
dell’amore che tutto rigenera,
tutto rinnova.
Il Sacro Cuore di Gesù è la chiave di ogni redenzione, la potente medicina contro le piaghe del
peccato, la sorgente di ogni bene e di sicura speranza.
Non di solo pane - Numero 666 - Tempo Ordinario - pagina 10
X del Tempo Ordinario
Quanto è difficile, nel nostro tempo, prendere decisioni
definitive! Ci seduce il provvisorio. Siamo vittime di
una tendenza che ci spinge alla provvisorietà. Come
se desiderassimo rimanere adolescenti.
(Papa Francesco)
Mercoledì
11
Giugno
San Barnaba
apostolo
Il Santo del giorno: Beata Iolanda di Polonia
Principessa, figlia
del re Bela IV d'Ungheria e nipote di
Santa
Elisabetta
d'Ungheria, nacque
nel
1235.
Ricevette la sua formazione cristiana
dalla sorella maggiore, Santa Kinga
(Cunegonda). Unita
in matrimonio al duca polacco Bode-
Brano Evangelico: Mt 10, 7-13
slaus, principe di
Kalishi in Pomerania. Terziaria francescana, unì ai doveri
di sposa e madre,
l'esercizio della carità nell'assistenza agli
infermi e ai poveri.
Nel 1279 rimase vedova e successivamente entrò nelle
Clarisse del convento di Sandeck ove si
distinse per la sua
profonda umiltà. Resse come badessa il
convento di Gniezno
in Polonia. Morì nel
1298. Fu beatificata
nel 1827.
Il regno dei cieli è vicino.
In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli: «Strada facendo, predicate,
dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i
morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Non procuratevi oro né argento né denaro
nelle vostre cinture, né sacca da viaggio, né due tuniche, né sandali, né
bastone, perché chi lavora ha diritto al suo nutrimento. In qualunque
città o villaggio entriate, domandate chi là sia degno e rimanetevi finché
non sarete partiti. Entrando nella casa, rivolgetele il saluto. Se quella
casa ne è degna, la vostra pace scenda su di essa; ma se non ne è degna,
la vostra pace ritorni a voi».
La voce di un vescovo: Sovrabbondanza!
Gratuità è sovrabbondanza: non basta essere gratuiti nel dare, bisogna dare a oltranza,
sempre, comunque, secondo la legge evangelica che ben conosciamo. Gesù era un po'
uno sprecone quando dava. […] Sovrabbondanza! È lo stile di Gesù. Guai a voler
"sparagnare", risparmiare quando si da. Gratis e molto: sono due leggi evangeliche
che Matteo ci fa conoscere in modo molto chiaro.
Mons. Carlo Ghidelli
Non di solo pane - Numero 666 - pagina 11
meditazione
Un viaggio in mare aperto
Preghiamo la Parola
di don Carlo Moro
Nel nuovo giorno che sorge
Oggi la Chiesa è in festa
nel ricordo di San Barnaba
apostolo.
Con Barnaba, Paolo inizierà la sua serie di viaggi "in
mare aperto" e con loro,
anche la fede inizierà la
sua espansione in lungo e
in largo nel Mediterraneo. Un'avventura apostolica senza precedenti, degna di spiriti forti e conquistatori. "Duc in altum" è l'invito e la consegna
finale di Papa Giovanni Paolo II, nella sua lettera
apostolica "Novo Millennio Ineunte". Come ai primi tempi, un oceano immenso si apre davanti alla
barca della Chiesa, in questo nuovo millennio.
Con l'aiuto di Cristo possiamo avventurarci in esso. Si tratta di navigare con speranza, spinti
dall'amore per Cristo. Di fronte a questa mis­
sione, chiediamoci oggi se facciamo parte o meno
di questa comunità cristiana che vive contemplando la propria fede e trasmettendola senza
pudori. Se abbiamo lo zelo contagioso di chi si
avventura per mare, confidando in Dio, o se preferiamo le false certezze della banchina del porto, dell'inazione e dell'egoismo. Lasciamoci trascinare dal vento della chiamata dello Spirito,
che ci conduce verso il mare aperto, e ci invita
ancora una volta ad uscire da noi stessi e ad essere coerenti con la nostra vocazione cristiana ed
apostolica.
noi siamo innanzi a te,
lodando il tuo nome o Padre,
la nostra alba si volge
alla fonte nascosta
della tua luce.
E quando è fonda la notte
noi siamo innanzi a te,
o fonte della luce;
in noi la lode
celebra al di là di quest'ora,
l'alba eterna.
Già la tua ora è vicina,
noi siamo innanzi a te,
rivolti alla tua casa;
pronto è il cuore a obbedire
se la Voce dirà:
«Vieni al Padre».
Amen
Agisci
Oggi passerò il tempo a
benedire quel Dio imprevedibile ma sempre misteriosamente presente,
quel Dio che ogni volta che ti sembra
di averlo capito sconvolge le tue sicurezze per introdurti in una conoscenza
ancora più profonda.
Non di solo pane - Numero 666 - Tempo Ordinario - pagina 12
X del Tempo Ordinario
La voce di Gesù è unica! Se impariamo a distinguerla,
Egli ci guida sulla via della vita, una via che
oltrepassa anche l’abisso della morte.
(Papa Francesco)
Giovedì
12
Giugno
IV Settimana
del Salterio
Il Santo del giorno: Sant’Onofrio Eremita
Il suo culto e il suo
ricordo fu esteso in
tutti i Paesi dell’Asia
Minore e in Egitto,
tutti i calendari di
queste regioni lo riportano chi al 10, chi
all’11, chi al 12 giugno; in arabo è
l’Abü
Nufar,
(l’erbivoro), qualifi-
ca che gli si adatta
perfettamente.
L’immagine di S. Onofrio anacoreta nudo, ricoperto dei soli
capelli, fu oggetto
della rappresentazione figurata nell’arte,
in tutti i secoli, arricchita dei tanti particolari narrati, il peri-
zoma di foglie, il
cammello, il teschio,
la croce, l’ostia con il
calice, l’angelo. Il
nome Onofrio è di
origine egizio e significa ‘che è sempre
felice’. In Egitto era
un appellativo di Osiride.
Brano Evangelico: Mt 5, 20-26 Va’ a riconciliarti con il tuo fratello.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Io vi dico: se la vostra giustizia
non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli.
Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai”; chi avrà ucciso dovrà
essere sottoposto al giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio
fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”,
dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al
fuoco della Geènna. Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi
che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti
all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo
dono. Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino
con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia,
e tu venga gettato in prigione. In verità io ti dico: non uscirai di là finché non
avrai pagato fino all’ultimo spicciolo!».
La voce di un padre della chiesa: I passi.
La collera è ciò che disturba il cuore. Il primo passo per liberarci dalla collera dal momento che ci si sente turbare è il silenzio, il secondo passo è di serbare in quieto i pensieri quando l'anima è sconvolta,
l'ultimo passo è di tenersi totalmente immobile quando sbuffano i
venti della sporcizia.
S. Giovanni Crisostomo
Non di solo pane - Numero 666 - pagina 13
Le omelie di papa Francesco
Preghiamo la Parola
La parola che uccide
Capella Santa Marta - Giugno 2013
“La vostra giustizia sia superiore a quella dei farisei”. Papa
Francesco ha svolto la sua omelia sul brano evangelico di
quest’oggi, muovendo dall’esortazione rivolta da Gesù ai
suoi discepoli. Colui che “entra nella vita cristiana ha esigenze superiori a quelle degli altri, non ha vantaggi superiori”. E Gesù menziona alcune di queste esigenze e tocca in
particolare “il tema del rapporto negativo con i fratelli”.
Colui che maledice, afferma Gesù, “merita l’inferno”. Se
nel proprio cuore c’è “qualcosa di negativo” verso il fratello, ha commentato il Papa, “c’è qualcosa che non funziona e
ti devi convertire, devi cambiare”. Ed ha soggiunto che
“l’arrabbiatura è un insulto contro il fratello, è già qualcosa
che si dà nella linea della morte”, “lo uccide”. Ha quindi
osservato che, specie nella tradizione latina, c’è come una
“creatività meravigliosa” nell’inventare epiteti. Ma, ha ammonito, “quando questo epiteto è amichevole va bene, il
problema è quando c’è l’altro epiteto”, quando c’è “il meccanismo dell’insulto”, “una forma di denigrazione
dell’altro”. “E non c’è bisogno di andare dallo psicologo –
ha detto il Papa - per sapere che quando uno denigra l’altro
è perché lui stesso non può crescere e ha bisogno che l’altro
sia abbassato, per sentirsi un qualcuno”. E’ questo è “un
meccanismo brutto”. Gesù, ha evidenziato, “con tutta la
semplicità dice”: “Non parlate male l’uno dell’altro. Non
denigratevi. Non squalificatevi”. E ciò, ha proseguito,
“perché in fondo tutti stiamo camminando sulla stessa strada”, “tutti andiamo su quella strada che ci porterà alla fine”.
Quindi, è stata la sua riflessione, “se la cosa non va per una
strada fraterna, tutti finiremo male: quello che insulta e
l’insultato”. Il Papa ha poi osservato che “se uno non è capace di dominare la lingua, si perde”, e del resto
“l’aggressività naturale, quella che ha avuto Caino con Abele, si ripete nell’arco della storia”. Non è che siamo cattivi,
ha affermato il Papa, “siamo deboli e peccatori”. Ecco perché è “molto più semplice”, “sistemare una situazione con
un insulto, con una calunnia, con una diffamazione che sistemarla con la carità e la bontà.”
Il tuo costato aperto,
cuore trafitto:
ecco la fenditura
umana in cui scorgiamo
e contempliamo
l'ombra e il cuore di Dio,
Da un sonno nacque Eva,
madre di tutti; addormentato
sulla croce tu, nuovo Adamo,
Salvatore, hai generato
la Chiesa.
Al popolo assetato,
lungo il deserto,
l'acqua donasti
dalla roccia,
ma dal tuo cuore
sangue e acqua:
segno compiuto d'amore.
Amen
Agisci
Oggi mi rifugio sotto le
"grandi ali" di Dio facendo
mie ruminandole e assaporandole, queste stupende
espressioni del salmo. Chiederò poi allo Spirito Santo di
"accenderle" di sacro fuoco
dentro di me in modo che niente, oggi, me ne
distolga; anzi, tutto quel che vivrò diventi
amore.
Non di solo pane - Numero 666 - Tempo Ordinario - pagina 14
Un mese con il Sacro Cuore di Gesù
di “Non di solo Pane”
Radice di misericordia
RIFLETTI
Mentre il mondo insegue i miti
dell'eterna giovinezza, della pien a e ffi ci en za e d el l' a f ­
fermazione di sé, la Chiesa continua a proporre il Cristo crocifisso, dal Cuore trafitto. E il segno
del dono totale di sé, apparentemente perdente ma in verità l'unico capace di preparare un futuro diverso all'umanità distratta
e insoddisfatta.
ASCOLTA
Dal Vangelo secondo Giovanni
Era il giorno della Parasceve e
i Giudei, perché i corpi non rimanessero in croce, chiesero a Pilato
che fossero loro spezzate le gambe
e fossero portati via. Vennero dunque i sodati e spezzarono le gambe
al primo e all'altro che era stato
crocifisso con Gesù. Venuti però da
Gesù e vedendo che era già morto,
non gli spezzarono le gambe, ma
uno dei soldati gli colpì il costato
con la lancia e subito ne uscì sangue e acqua (19,31-34).
MEDITA
Da un'omelia del cardinale Carlo
Maria Martini
Gesù è morto e quello che
accade dopo non sembrerebbe
avere più significato. Invece
Giovanni dedica a tale dettaglio
più righe che ad altri episodi
della passione. Cosa c'è di mi­
sterioso nel fluire del sangue e
dell'acqua dal Cuore squarciato
di Gesù?
C'è in questo episodio una
ricchezza di simboli da capire,
che i Padri della Chiesa hanno
ben colto. Afferma Origene:
«Se egli non fosse stato percosso e non fosse uscito dal suo
fianco sangue e acqua, noi tutti
soffriremmo la sete della parola di Dio ». E sant'Ambrogio: «Si
sprigionò dunque acqua dalla
ferita, affinché noi bevessimo la
salvezza. Ne berranno tutti i peccatori della terra, purché smettano di peccare ». Origene vede nel
Cuore trafitto qualcosa che riempie la nostra fede; Ambrogio vi
contempla un simbolo della salvezza di tutta l'umanità, la cui re­
denzione dipende appunto dall'acqua che esce dalla ferita.
Dunque, tutto ciò che viviamo
(fatiche, pesantezze, sofferenze,
preoccupazioni) sono da ricondurre al Cuore ferito di Cristo, che è
la radice di ogni azione misericordiosa e paziente della Chiesa. Esso è, cioè, la radice di tutto ciò
che si dispiega nella pastorale,
nella vita della comunità cristiana. Per questo i papi, nelle loro
encicliche, hanno visto nella devozione al Sacro Cuore, non un
modo tra gli altri di onorare la
persona di Cristo, bensì il modo di
fare sintesi della rivelazione, di
cogliere il mistero della Trinità,
dell'Incarnazione, della Redenzione, sotto l'aspetto della misericordia e della grazia, della vita
che è più forte della morte, del
mistero della debolezza estrema
come manifestazione della gloria
del Signore e come luogo da cui
parte la salvezza di Dio per noi. Il
Cuore squarciato di Gesù è la sorgente zampillante che ci incoraggia continuamente e che ci permette ogni giorno, ogni ora, di
riprendere il nostro cammino
(da Briciole dalla tavola della Parola, PiemmeCentro Ambrosiano, Casale Monferrato [AL]-Milano
1996, pp. 261.265-267).
Non di solo pane - Numero 666 - Tempo Ordinario - pagina 15
Pagina curata da
Don Diego Facchetti
X del Tempo Ordinario
Fin da quando eravamo piccoli, i nostri genitori
ci hanno abituati ad iniziare a terminare la giornata
con una preghiera, per educarci a sentire che
l’amicizia e l’amore di Dio ci accompagnano.
(Papa Francesco)
Venerdì
13
Giugno
IV Settimana
del Salterio
Il Santo del giorno: Sant’Antonio di Padova
Fernando di Buglione
nasce a Lisbona. A 15
anni è novizio nel monastero di San Vincenzo,
tra i Canonici Regolari di
Sant'Agostino. Nel 1219,
a 24 anni, viene ordinato
prete. Nel 1220 giungono
a Coimbra i corpi di cinque frati francescani decapitati in Marocco, dove
si erano recati a predicare per ordine di Francesco d'Assisi. Ottenuto il
permesso dal provinciale
francescano di Spagna e
dal priore agostiniano,
Fernando entra nel romitorio dei Minori mutando
il nome in Antonio. Invitato al Capitolo generale
di Assisi, arriva con altri
francescani a Santa Maria
degli Angeli dove ha modo di ascoltare Francesco,
ma non di conoscerlo
personalmente. Per circa
un anno e mezzo vive
nell'eremo di Montepaolo. Su mandato dello stes-
Brano Evangelico: Mt 5, 27-32
so Francesco, inizierà poi
a predicare in Romagna e
poi nell'Italia settentrionale e in Francia. Nel
1227 diventa provinciale
dell'Italia settentrionale
proseguendo nell'opera di
predicazione. Il 13 giugno
1231 si trova a Camposampiero e, sentondosi
male, chiede di rientrare a
Padova, dove vuole morire: spirerà nel convento
dell'Arcella.
“Non commetterai adulterio”.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Avete inteso che fu detto:
“Non commetterai adulterio”. Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore.
Se il tuo occhio destro ti è motivo di scandalo, cavalo e gettalo via da
te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto
il tuo corpo venga gettato nella Geènna. E se la tua mano destra ti è
motivo di scandalo, tagliala e gettala via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire
nella Geènna. Fu pure detto: “Chi ripudia la propria moglie, le dia
l’atto del ripudio”. Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie,
eccetto il caso di unione illegittima, la espone all’adulterio, e chiunque
sposa una ripudiata, commette adulterio».
La voce di un parroco: Il Padre vede nel cuore.
Che durezza! Che rivoluzione! Gesù smonta, pezzo per pezzo, tutte le presunte norme derivanti dalla Legge, e le riporta alla loro origine. Nella fede,
non basta l'apparenza, l'esteriorità, la facciata, il Padre vede nel cuore.
Puoi anche essere casto e fedele, ma se il tuo cuore è colmo di impudicizia
devi lavorare dentro te stesso […].
Don Paolo Curtaz
Non di solo pane - Numero 666 - pagina 16
Le omelie di papa Francesco
Preghiamo la Parola
L'umiltà concreta del cristiano
Capella Santa Marta - Giugno 2013
Senza l'umiltà, senza la capacità di riconoscere pubblicamente i propri peccati e la propria fragilità umana, non si
può raggiungere la salvezza e neanche pretendere di annunciare Cristo o essere suoi testimoni. Le letture del giorno —
la seconda lettera di san Paolo ai Corinzi ( 4, 7-15) e il
vangelo di Matteo (5, 27-32) — sono state al centro della
meditazione del Papa durante la messa nella cappella S.
Marta che ha collegato l’immagine della «bellezza di Gesù,
della forza di Gesù, della salvezza che ci porta Gesù», di cui
parla l’apostolo Paolo, con quella dei «vasi di creta» nei
quali è contenuto il tesoro della fede. I cristiani sono come i
vasi di creta, perchè sono deboli, in quanto peccatori. Ciononostante, ha sottolineato il Papa, tra «noi poveracci, vasi
di creta» e «la potenza di Gesù Cristo salvatore» si instaura
un dialogo: il «dialogo della salvezza». «Fratelli — ha detto — noi abbiamo un tesoro: questo di Gesù Cristo salvatore, la croce di Gesù Cristo, questo tesoro del quale noi ci
vantiamo», ma non dimentichiamo «di confessare anche i
peccati» perchè solo così «il dialogo è cristiano e cattolico,
concreto. Perché la salvezza di Gesù Cristo è concreta».
«Gesù Cristo non ci ha salvato con un'idea, con un programma intellettuale. Ci ha salvato con la carne, con la concretezza della carne. Si è abbassato si è fatto uomo, si è fatto carne fino alla fine.». Un tesoro simile lo si può capire e
ricevere solo se ci si trasforma in vasi di creta. Concludendo il Papa ha proposto l’immagine della samaritana. Quella
donna che ha parlato con Gesù se ne va in fretta quando
arrivano i discepoli: «E cosa dice a quelli della città? “Ho
trovato un uomo che mi ha detto tutto quello che io ho fatto”», che le aveva fatto capire il senso del suo essere vaso
di creta. Quella donna aveva trovato Gesù Cristo salvatore e
quando si trattò di annunciarlo lo fece prima parlando del
proprio peccato. Spiegò infatti di aver chiesto a Gesù: «Voi
sapete chi sono io? e lui mi ha detto tutto». «Io credo —ha
concluso il Pontefice — che questa donna sarà in Cielo». E
per dar conto della sua certezza ha citato Manzoni: «”mai
ho trovato che il Signore abbia cominciato un miracolo senza finirlo bene”. E questo miracolo che lui ha cominciato
sicuramente lo ha finito bene nel cielo».
Vergine santa,
la spada che
sul monte ti ha
trafitta
seme è in te
per generarti madre.
Vergine saggia,
osservi il riposo
della Legge,
volta nel cuore
verso quella pietra.
Vergine forte,
ravviva la lucerna
della fede,
fino a che Cristo
splenda in ogni cuore.
Amen
Agisci
Oggi passerò del tempo a
visualizzare un bel vaso
fragile e il tesoro che c'è
dentro. Sono io il vaso. È
Gesù Amore, la sua permanenza col Padre e lo Spirito in me, l'inestimabile tesoro. Ed è la potenza della sua
morte e risurrezione operante nella mia vita
tramite il suo Spirito quello che mi dà di
vincere nonostante tutto.
Non di solo pane - Numero 666 - Tempo Ordinario - pagina 17
Sabato
14
Giugno
X del Tempo Ordinario
L’uomo è come un viandante che, attraversando
i deserti della vita, ha sete di un’acqua viva,
zampillante e fresca, capace di dissetare in profondità.
(Papa Francesco)
IV Settimana
del Salterio
Il Santo del giorno: Beato Pietro de Bustamante
Ricevuto
l'abito
mercedario nel convento di Valladolid
(Spagna), il Beato
Pietro de Bustamante, si perfezionò
nell'umiltà e tutte le
altre virtù dando
grande esempio per
l'osservanza alle regole. La reputazione
di vita tanto austera
Brano Evangelico: Mt 5, 33-37
e la costanza nel servire e piacere unicamente al Signore,
giunse al Re d'Aragona e Castiglia, i quali
lo vollero presso di
loro e fu presentata
una richiesta per eleggerlo vescovo.
Papa Benedetto XII°
accolse la domanda e
lo nominò vescovo
d'Aghadoa in Irlanda
dove fu pastore zelante con vigilanza
infaticabile, finché
ricevette la giusta
ricompensa dal cielo
con una preziosa
mo r t e
a vve nu t a
ne l l'a nno
135 0 .
L'Ordine lo festeggia
il 14 giugno.
Il di più viene dal Maligno.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Avete anche inteso che fu
detto agli antichi: “Non giurerai il falso, ma adempirai verso il Signore
i tuoi giuramenti”. Ma io vi dico: non giurate affatto, né per il cielo,
perché è il trono di Dio, né per la terra, perché è lo sgabello dei suoi
piedi, né per Gerusalemme, perché è la città del grande Re. Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o
nero un solo capello. Sia invece il vostro parlare: “Sì, sì”; “No, no”; il
di più viene dal Maligno».
La voce di un Padre della Chiesa: Un solo Dio.
Perché ci sono tra voi contese, discussioni, dissensi? Non abbiamo un
solo Dio, un solo Cristo, un solo Spirito di amore diffuso tra noi? (...)
Con amore Dio ci trasse a sé. Per l’amore che ebbe per noi, Gesù
dette il suo sangue per il nostro sangue, la sua carne per la nostra
carne, la sua anima per la nostra anima.
S. Clemente
Non di solo pane - Numero 666 - pagina 18
Un mese con Maria
Preghiamo la Parola
Vivere nella verità
di don Carlo Moro
Vivere la verità nelle parole, nelle opere e, in definitiva, in tutta la nostra vita è forse, dopo il comandamento dell'amore, il precetto più elevato e
completo che Gesù propone ai suoi seguaci. Una
verità che non è riduttiva, che non si limita ai precetti negativi dell'antica legge ("non dirai falsa testimonianza"). La prova che questa pratica doveva
essere superata è che nemmeno i "giuramenti" —
pensati per evitare in ultima istanza la bugia —
hanno potuto evitarla. Gesù torna, perciò, alla radice del male. Chi vive nella verità, non ha necessità di "giurare". È qualcosa di superfluo per chi si
sforza di vivere con sincerità e senza tranelli. La
verità è più che il semplice "non mentire". Gesù si
sforza di dare a tutte queste leggi una dimensione
positiva. Chi cerca la verità, evita la bugia come
abitudine, nonostante possa cadervi in qualche occasione. Tuttavia, chi si limita a conservare le apparenze, rimanendo vicino alla sottile linea divisoria, semplicemente non mentendo o non ingannando, per paura o per ragioni esteriori, non potrà superare tutte le tentazioni, se le circostanze cambiano. Stare sulla difensiva significa sempre essere
più vulnerabili alle manovre del nemico. Tutte
queste implicazioni colpiscono il centro delle nostre decisioni: la coscienza. È questa che deve pronunciarsi su come comportarsi con la verità. Non è
sempre facile essere completamente sinceri. In
determinate occasioni può convenire, per un bene
maggior e per prudenza, tacere. E, in tutto questo, la coscienza deve guidarci e illuminarci, seguendo la massima che Gesù ci propone oggi: «sia
il vostro parlare sì, sì; no, no».
Prescelti come apostoli
e mandati dallo Spirito
per tutta la terra,
nelle vostre mani
è l'opera del Padre,
sulle vostre labbra
il messaggio di salvezza.
Un giorno foste deboli,
ma resi forti e liberi
dal soffio di Dio, nulla
vi spaventa, niente
più vi nuoce: più non
è spezzata la voce dal timore.
Nel vostro annuncio
umile la croce rende
polvere le mura dei cuori:
vince ogni orgoglio e
sgretola il peccato,
piana e dolce s'apre
la via della gioia.
Amen
Agisci
Oggi nei vari momenti
del giorno, chiederò
allo Spirito Santo occhi
che vedono Gesù anzitutto nelle persone più vicine da accogliere, ascoltare, confortare, esercitandomi in sorridente pazienza e bontà.
Non di solo pane - Numero 666 - Tempo Ordinario - pagina 19
Sussidio di preghiera per la famiglia
Coordinatrice
Fiorella Elmetti
Anno XIV- n. 666
Domenica 08 Giugno 2014
Redazione
don Luciano Vitton Mea,
don Carlo Moro, don Fabio Marini,
don Diego Facchetti, Fiorella Elmetti
Chiuso il 3 Giugno 2014
Numero copie 1250
333/3390059
don Luciano
Grafica e stampa
don Luciano Vitton Mea
Ideato da
don Luciano Vitton Mea
Per la tua vita spirituale visita il
Vi troverai:
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I Santi del Giorno
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