PROTEIN ARRAYS “ANALITICI” analisi del livello di espressione delle proteine (PROTEIN PROFILING). FUNZIONALI analisi di attività-funzione di proteine purificate e ancorate sul supporto solido ANALISI DI INTERAZIONE: 9 Le molecole “esca” (anticorpi, proteine, acidi nucleici, carboidrati, peptidi, piccoli composti organici, farmaci) vengono immobilizzate (“stampate”) sui microarray 9 Estratti cellulari (o altri campioni biologici) opportunamente marcati (es. sonde fluorescenti) vengono incubati con gli array 9 Le proteine legate vengono “individuate” con opportuni sistemi di analisi 9 Interi PROTEOMI possono essere immobilizzati su opportune superfici (vetro); sui chip così prodotti può essere eseguito uno screening per l’interazione con proteine ed altre molecole. 9 E’ possibile individuare specifici DOMINI di interazione 9 E’ possibile valutare la DINAMICA delle interazioni mediante analisi con risonanza plasmonica di superficie 9 E’ possibile valutare le CARTATTERISTICHE dell’interazione (es. mediante studi di inibizione). I protein arrays possono essere analizzati con vari metodi: ¾ Fluorescenza; Chemiluminescenza; Radioattività ¾ Spettrometria di massa SELDI (surface-enhanced laser desorption/ionization) ¾ risonanza plasmonica di superficie (SPR) ¾ microscopio a forza atomica (AFM) METODI “LABEL-FREE” FLUORESCENZA (e CHEMILUMINESCENZA) Semplice, sicuro, sensibilità elevata, risoluzione elevata. Compatibile con i comuni scanner per microarray. 9 I fluorofori (proteine o piccole molecole marcate con sonde fluresecenti) possono essere legati direttamente sul chip ed analizzati. 9 Il protein array viene esposto ad una proteina marcata con un tag specifico (ad es. biotina). Successivamente si valuta l’avvenuto legame trattando il chip con una una fase di affinità (streptavidina) marcata con una sonda fluorescente . Chemiluminescenza Fluorescenza AMPLIFICAZIONE DEL SEGNALE: ROLLING CIRCLE AMPLIFICATION (RCA) SENSIBILE (≤ fentomoli) QUANTITATIVO (ampia linearità di risposta) RIPRODUCIBILE Metodo messo a punto per seguire la secrezione nel tempo di citochine, da parte di cellule umane trattate con LPS o TNFα (Schweitzer et.al, Nat Biotechnol., 2002) PROCEDURA 1. Stampatura del chip con anticorpi monoclonali diretti verso 38 diverse citochine; 2. Applicazione del campione PROTEIN CAPTURE 3. Lavaggio del chip 4. Introduzione anticorpi policlonali biotinilati, diretti verso le citochine 5. Lavaggio del chip 6. Introduzione anticorpi anti-biotina, leganti l’estremità 5’ di un oligonucleotide primer 7. Lavaggio del chip 8. AMPLIFICAZIONE DEL SEGNALE 8. AMPLIFICAZIONE DEL SEGNALE Si aggiungono un DNA circolare a doppio filamento, DNA polimerasi e nucleotidi. Dopo 45 neutro…) Circle min di (37°C, RCA pH (Rolling Amplification) si ottiene un lungo filamento di DNA a singola elica, che rimane legato all’anti-biotina. RIVELAZIONE: Ibridazione con un oligonucleotide complementare e fluorescente (E). Metodi che utilizzano fluorofori per marcare le proteine N A V N A SV TA TA I G G • Metodi sensibili. • Possono essere utilizzati i “lettori” per DNA array. • Basso consumo di reagenti • Rapida interpretazione dei risultati I G G - possono causare cambiamenti conformazionali e quindi perdita di attività biologica - le varie proteine del campione possono essere marcate in modo non omogeneo METODI LABEL FREE Spettrometria di massa SELDI: - metodo rapido, conveniente - perdita campione dopo l’analisi; proteine saldamente legate al supporto non sono rilevabili SPR (risonanza plasmonica di superficie): - fenomeno ottico che permette di monitorare in tempo reale le interazioni tra biomolecole. - permette la caratterizzazione delle interazioni (kass, kdiss) AFM: - monitoraggio cambiamenti topologici e spessore della superficie del protein array, utile combinarlo col metodo SPR BIACORE e SPR Il BIACORE è un biosensore che utilizza il fenomeno ottico della Risonanza Plasmonica di Superficie (SPR) per monitorare in tempo reale interazioni tra biomolecole. Permette la determinazione di costanti cinetiche, misurando separatamente e direttamente le costanti di associazione e di dissociazione. La tecnologia BIA misura la concentrazione di biomolecole in stretta prossimità di una superficie appositamente preparata. La risposta è indipendente dalla natura delle biomolecole e non richiede marcatura dei reagenti! I componenti essenziali del sistema analitico BIACORE sono: 9biosensore (sensor chip) su cui viene covalentemente uno dei due analiti e immobilizzato dove ha luogo l’interazione; 9 il sistema ottico responsabile della generazione e della registrazione del segnale; 9 un sistema integrato di pompe capaci di controllare il flusso e quindi il trasporto del campione sulla superficie del sensore. Biacore terminology • Ligand: the interactant immobilized on the sensor surface The ligand can be immobilized directly to the sensor surface, or indirectly via an immobilized capturing molecule • Analyte: the interactant in free solution analyte analyte ligand ligand capturing molecule PROCEDURA: • Il ligando viene immobilizzato covalentemente sulla superficie del CHIP (sensor chip); • Se ne segue l'interazione con l’analita (in soluzione) in condizioni di flusso continuo. L'analisi BIA segue in tempo reale la formazione e la dissociazione di complessi biomolecolari sulla superficie del sensor chip nel momento in cui tali interazioni avvengono. Sensor Chips Quantitative measurements of the binding interaction between one or more molecules are dependent on the immobilization of a target molecule to the sensor chip surface. Binding partners to the target can be captured from a complex mixture, in most cases, without prior purification (for example, clinical material, cell culture media) as they pass over the chip. Interactions between proteins, nucleic acids, lipids, carbohydrates and even whole cells can be studied. The sensor chip consists of a glass surface, coated with a thin layer of gold. This forms the basis for a range of specialized surfaces designed to optimize the binding of a variety of molecules. In the most widely used sensor chip, the gold surface is modified with a carboxymethylated dextran layer. This dextran hydrogel layer forms a hydrophilic environment for attached biomolecules, preserving them in a nondenatured state. A range of other derivatized surfaces is also available to enable various immobilization chemistries Biacore offers a range of Sensor Chips Sensor Chip CM5 – for applications from basic research to quality control Sensor Chip SA – for capture of biotinylated peptides, proteins and DNA Sensor Chip NTA – for capture of ligands via metal chelation Sensor Chip HPA – for membrane biochemistry and the study of membrane associated receptors in a near native environment Pioneer Chips – as tools for users’ novel applications in terms of chemistry or binding specificity. Sensor Chips CM5 (carboxy methyl dextran) Interactions involving all types of biomolecules such as proteins, lipids, carbohydrates, and nucleic acids can be studied. Studies can also be made of reagents ranging in size from small organic molecules, e.g. drug candidates, to large molecular assemblies, such as membrane receptors embedded in lipid bilayer vesicles or even whole cells. Amine coupling O O O OH C N EDC/NHS O C O ligand ligand NH2 NH C O Amine coupling: most common method of coupling. Surface is activated with a 1:1 mixture of NHS:EDC, to give reactive sucinimide esters. The ligand (in a buffer giving a + charge) is passed over the surface and the esters react spontaneously with amino groups. Any free amine group can react with the surface. Amine Coupling Sensogram Thiol coupling ligand N O N ligand NH PDEA EDC/NHS C O S S O O OH S S C O C O SH NH C O Thiol coupling: an active disulfide moiety can be introduced either on the dextran matrix or on the ligand molecule. 2-(2-pyrdinyldithio) ethaneamine (PDEA) can be used to introduce the actice di-sulfide group. Sensor Chips SA (streptavidin) Sensor Chip SA is designed to bind biotinylated molecules. Streptavidin-biotin coupling provides an alternative to other ligand coupling methods e.g. covalent amine or thiol coupling, and is particularly valuable for applications in molecular biology where immobilization of nucleic acids through a 5'-biotin moiety is often the most practical approach. Sensor Chip NTA Sensor Chip NTA is designed to bind histidine-tagged molecules. Attachment of ligands via histidine-tags provides a valuable and convenient methodological interface between BIA analysis and other laboratory techniques that rely on His-tags, e.g. chelating chromatography. Attachment via a His-tag has also the advantage of orienting the ligand molecules in a homogeneous way and allowing the attachment to be carried out without significantly changing the pH or ionic strength during the coupling procedure. • La SPR è un fenomeno che avviene all’interfaccia fra 2 mezzi con diverso indice di rifrazione. • Il rapporto fra i 2 indici di rifrazione, definisce un valore di angolo di incidenza, oltre il quale non si ha più rifrazione della luce e si osserva la totale riflessione interna. • Solo una componente elettromagnetica penetra per una breve distanza nel mezzo a più basso indice di rifrazione ONDA EVANESCENTE Il segnale SPR è generato (ad uno specifico angolo di incidenza) Light source Polarizer Detection unit dall’interazione dell’onda evanescente Ex,z Glass prism con gli elettroni delocalizzati sulla superficie di un sottile strato metallico (oro), posto all’interfaccia fra i due mezzi. Questi elettroni, detti anche PLASMONI, vengono così eccitati e coinvolti in un’oscillazione risonante collettiva kx kz Θ Gold d = 50 nm ksp εg ε(ω) εa δz = 200nm z Evanescent wave x QUINDI: Quando l’interfaccia tra i due mezzi è rivestito da un film metallico e la radiazione è monocromatica e polarizzata, ad un determinato angolo di incidenza detto angolo di risonanza (θSPR) parte dell’energia della radiazione incidente viene ceduta agli elettroni liberi del film metallico (ORO). In corrispondenza dell’angolo di risonanza ci sarà il minimo dell’intensità luminosa della radiazione riflessa. …la posizione dell’angolo di risonanza dipende da vari fattori: 1. proprietà del metallo (oro); 2. lunghezza d’onda radiazione incidente; 3. indice rifrazione vetro (uno dei due mezzi); 4. indice rifrazione soluzione acquosa a contatto col metallo (l’altro mezzo) modificato dai fenomeni che avvengono sulla superficie del metallo se vengono mantenuti costanti tutti gli altri parametri 9 proprietà metallo; 9 λ radiazione incidente; 9 Indice Rifrazione Vetro. la posizione di θSPR varierà solo in base all’Indice di Rifrazione della soluzione nel caso dei protein arrays, in base alle interazioni tra le proteine immobilizzate sul chip ricoperto di oro e il campione da analizzare. soluzione contenente l’analita PROTEINE ORO VETRO riportando in funzione del tempo il valore di θSPR si ottiene un sensogramma (grazie a un fotorilevatore ottico) Il SENSOR CHIP Vetrino ricoperto da un lato di un sottile strato in oro al quale è legata covalentemente una matrice; la matrice è ciò che permette alle biomolecole di poter essere immobilizzate sulla superficie del sensore. La matrice di destrano è covalentemente legata allo strato sottile d’oro attraverso uno strato di collegamento intermedio. La matrice di destrano si estende per circa 100 nm fuori dalla superficie del sensore e fornisce un ambiente idrofilico nel quale avvengono le interazioni. Le informazioni che si possono ottenere da un’analisi BIACORE sono: 9specificità di legame fra due molecole; 9concentrazione di molecole attive all’interno di un campione; 9affinità di legame; 9cinetica d’interazione; 9indagine di fenomeni di cooperatività come l’allosterismo; 9identificazione di ligandi. Vantaggi della tecnologia analitica BIA: 9 svolgimento dell’analisi in tempo reale; 9 possibilità di automatizzare il sistema per compiere più analisi consecutive; 9 eliminazione in molti casi delle procedure di purificazione del campione; 9 possibilità di rigenerare il chip dopo ogni analisi (si possono fare una serie di analisi consecutive utilizzando sempre lo stesso chip); 9 riproducibilità; 9 velocità di analisi; 9 accuratezza (possibilità per l’operatore di controllare il microflusso all’interno della cella così da regolare il tempo di permanenza e la concentrazione del campione sulla superficie del chip). TISSUE MICROARRAY Tessuti specifici (needle biopsies) sono stati adesi su microarray e su di essi sono stati eseguiti screening con DNA, RNA, proteine. E’ possibile allestire anche centinaia di microarray “identici” da un unico prelievo bioptico. Applicabile anche: MASS IMAGING IMS (Imaging-Mass-Spectrometry) Analisi mediante MALDI di intere sezioni di tessuto. Linea di ricerca che si affianca all’istologia e all’immunoistochimica. Identificare le proteine in quella che è la loro naturale distribuzione nei tessuti. Il risultato dell’analisi è una serie di picchi (corrispondenti a determinati valori m/z); per ogni valore di peso molecolare trovato, viene ricostruita un’immagine (mappa di peso molecolare) che ne evidenzia la distribuzione e l’intensità. Come si può ottenere un’immagine dai dati m/z? L’imaging di tessuti permette di ottenere una rappresentazione del valore m/z del campione nelle 2 dimensioni dello spazio. Il processo di ricostruzione dell’immagine può quindi essere paragonato a quello delle macchine fotografiche digitali in cui ogni immagine è composta da insieme ordinato di migliaia di pixel ed ogni pixel è composto da diversi canali di colore. Nel MALDI il campione ricoperto di matrice e seccato è messo all’interno della sorgente in modo da esporre l’area di interesse alla luce laser che produce un insieme ordinato di “pixel” ognuno dei quali ha associato un suo spettro di massa. Sommando tutti gli ioni di ogni spettro si ottiene l’immagine totale. Imaging e Profiling Section frozen on cryostat Section on MALDI plate Profiling: analisi di profili proteici (spettri ottenuti in un determinato range di PM) in alcune aree del tessuto. Questi esperimenti vengono di solito effettuati quando si intende fare un confronto tra gruppi (tumore vs sano; trattato vs controllo) in sezioni relativamente omogenee. Imaging: analisi dell’intero tessuto mediante un ordinato numero di spots in cui gli spettri vengono acquisiti ad intervalli che determinano la risoluzione dell’immagine.* Si creano mappe 2D di intensità ionica o immagini plottando le intensità di ogni segnale ottenuto in funzione delle sue coordinate x,y. *Nota: il raggio laser ha in genere un diametro di 50µm, quindi non si può scendere al di sotto di questa risoluzione…… Per la messa a punto della tecnica venne stampato su di un target l’impronta ©, col colorante Comassie Brilliant Blue (PM = 831). Come matrice venne utilizzato l’acido α-cianoidrossicinamminico che venne applicato come un film sottile mediante un nebulizzatore elettrico. L’immagine in B è stata ottenuta registrando tutti gli spettri ottenuti muovendo il target (diametro del laser ~25µm; diametro dell’area irradiata ~500µm) e registrando i segnali a m/z=832. Per un rapporto Segnale/Rumore >2 S/N<2 circolo pieno circolo vuoto I dati vengono poi elaborati da un programma dedicato (SigmaPlot), ottenendo l’immagine (A). Preparazione dei campioni I profili e le immagini possono essere ottenute da sottili sezioni tagliate con un criostato. In genere si usano sezioni di 10-100 µm che vengono tagliate a -20°C e poi poste su un vetrino conduttivo (ha un lato trattato con metalli). Le sezioni vengono fatte seccare e poi la matrice è applicata come gocce singole (profiling) o come uno strato omogeneo (imaging). Per applicare uno strato il più possibile omogeneo ed impedire la diluizione delle proteine del tessuto nella matrice le sezioni vengono prima disidratate con etanolo e poi la matrice è applicata con un nebulizzatore od un elettrospray. Il processo deve essere ripetuto per più volte (matrice/essiccamento/matrice) applicando poca matrice per volta (spruzzata da una distanza precisa) in modo da non estrarre le proteine dal tessuto. Matrici più usate: Acido sinapinico; Acido diidrossibenzoico; Acido α-ciano-idrossicinnaminico I primi lavori sono stati condotti in parallelo ad analisi microscopiche per confermare la validità del metodo….. Analisi di cellule epiteliali: Cellule di mucosa della bocca sono state colorate con blu di metilene microscopio a fluorescenza. Le stesse cellule state analizzate mediante MALDI: un picco principale a m/z 7605 (PM = 7604Da). IDENTIFICAZIONE: analisi MS/MS su digerito triptico. frammento di IB-1 (basic proline rich peptide) Analisi di sezioni di cervello di topo: Sezioni di 12 µm sono state colorate con emetossilina/eosina; si distingue: la corteccia cerebrale, il corpo calloso e lo striato. Un’altra sezione è stata analizzata al MALDI con una risoluzione di 50 µm. Le immagini derivano dalla somma di più di 20000 spettri. Le mappe sono state ottenute seguendo i 5 segnali (m/z) prevalenti: il segnale a m/z 18412 è prevalente nel corpo calloso, il segnale a 6720 è prevalente nello striato
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